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Bruno Marcato - direttore Associazione Hands

an der Produktion von Wert für die Gesellschaft, wenn sie ihrerseits wieder etwas für andere tun, können sie sich nützlich und sich als Teil der Gesellschaft fühlen. Nicht zuletzt gewinnen sie dadurch ihre Würde wieder. (Teilhabe)

Möglicherweise kann man in der deutschen Sprache das Gesamtkonzept am ehesten mit dem Begriff der „Nachhaltigkeit“ fassen, obwohl dies ähnlich offen ist, wie der Begriff der „generatività“ im Italienischen. Ich erkenne auch Ähnlichkeiten zum deutschen Konzept des Forderns und Förderns (ich gebe dir was, du musst aber was dafür tun), allerdings nicht als normierte Prozedur sondern als in jeder einzelnen Situation spezifisch zu gestaltende Beziehung zwischen Leistungsempfänger und Leistungsgeber. In den deutschsprachigen Gesellschaften, in denen menschliche Beziehung nicht die gleiche diskursive Stellung hat, wie in mediterranen Gesellschaften, und in denen auch die Kassen noch nicht so knapp sind, kann wohl am ehesten der Aspekt größerer Teilhabe hergenommen werden, um sich diesem Konzept anzunähern. „Teilhabe“ als wichtiges Ziel von Sozialpolitik kennt man dort auch.

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Bruno Marcato Direttore Associazione Hands

Il convegno mi ha lasciato tre suggestioni partico larmente intense, che ritengo possano essere approfondite da vari punti di vista e con differenti approcci. Qui le propongo in forma sintetica.

La prima mi rimanda al concetto di relazione, alla sua intensità, ai luoghi della sua realizzazione, che in base alla mia formazione integro con il concetto di comunità, sia essa la piccola struttura di convivenza, partecipazione e condivisione del quotidiano, sia essa il luogo d’appartenenza, identificazione sociale o rete di sviluppo (rimando alla letteratura specifica sul senso e l’origine delle Comunità terapeutiche ed educative, oltre che sulla psicologia di comunità).

La seconda rimanda ai concetti di movimento, circolarità, contagio, energia e quindi possibilità in divenire, come idea prospettica e tensione verso un “altro” che non è l’adesso. Movimento circolare che richiama il ciclo della vita, nel quale ricevo qualcosa (la vita, un aiuto, un apprendimento, un sorriso) e lo rimetto in circolo, lo metto a disposizione di altri, che possono poi a loro volta metterlo a dis posizione di altri collettivi … (Erikson, Leviston e Allport).

La terza richiama l’idea di cittadino che ha doveri e diritti, che si intrecciano con il senso di responsabilità e quindi con la consapevolezza che si è in un insieme di differenze ma che il tutto “regge”, nel bene e nel male, perché tutti apportano non solo beni strumentali (come potrebbe essere nel modello mitteleuropeo di welfare) ma “partecipazione” e “sentirsi parte di” (Fazzi, Gori, Saraceno).

Una domanda ancora mi rimane: nel nostro percorso esperienziale, nella nostra ricerca di verità, nel nostro sentirci parte di, in che cosa la generatività fa già parte della nostra vita?

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