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Giugno Juni 2017
notiziario interno interne Nachrichtensammlung
SOMMARIO Mitgliederversammlung ..................................................................pag. 03 Relazione del Presidente ................................................................pag. 05 Dal Consiglio di amministrazione ....................................................pag. 09 Il punto del direttore ......................................................................pag. 11 Notizie dall’Amministrazione ...........................................................pag. 12 Convegno “Coppie e famiglie miste ” ...............................................pag. 14 “La scuola di Tobia” .......................................................................pag. 15 Un ‘esperienza di servizio civile internazionale ................................pag. 21 “Galassia” ......................................................................................pag. 22 Kubi und das Sprachen-Babylon ......................................................Pag. 23 Interiormente .................................................................................pag. 26
Le immagini che corredano il testo sono tratte dall’album fotografico del pellegrinaggio associativo in Umbria, in aprile, sulle tracce di santa Chiara e san Francesco. Reporter: Paolo Spolaore.
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Mitgliederversammlung am 28.4.2017 Otto Saurer Liebe Mitglieder, ehrenamtlich Tätige, Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter sowie Freunde von „La Strada – der Weg“, meine sehr geehrten Damen und Herren! Diese Versammlung hat eine doppelte Aufgabe: einmal die Abschlussrechnung des Jahres 2016 zu genehmigen und den Kostenvoranschlag des laufenden Jahres vorzugeben. Das Geschäftsjahr 2016 schließt mit einem Überschuss von 347.744,00.Euro, der sich aus der Gesamtsumme der Erträge abzüglich der Kosten ergibt. Die Einnahmen beliefen sich 2016 auf insgesamt 5.892.790,00.Euro, die Kosten auf 5.545.046,00.- Euro. Die Differenz ergibt den oben genannten Überschuss. Der Haushaltsplan für 2017 sieht Einnahmen in der Höhe von 5.797.072 Euro vor und Ausgaben in gleicher Höhe. Die Finanzplanung kann nur approximativ sein, da die Überweisungen der zu Betreuenden variiert (es sind vor allem öffentliche Körperschaften, die diese vornehmen) und die Annahme der Ansuchen um Beiträge erst in den nächsten Monaten erfolgen wird. Doch darüber werden die Verantwortliche des Amtes für Finanzwesen und Buchhaltung Frau Dr. Alessandra Belvisi und der Direktor Paolo Marcato Bericht erstatten. Mir ist es darüber hinaus, wichtig zu betonen, dass wir über den Strategieplan 2016 – 2020 und den Jahresplan 2017 ein Gesamtbild des Vereins vermitteln wollen und das Prinzip des transversalen Arbeitens beachtet wird. Wir sind ein Verein mit eigenem Ethos und nicht einer Internos giugno 2017
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Anhäufung von Dienstleistungen. Der Mensch steht im Zentrum unseres Denkens und Handelns und wir orientieren uns an den Werten der Verantwortung und Solidarität. Jeder Mensch soll seine Würde beibehalten und auf Rechte pochen können, ohne darum betteln zu müssen. Schwerpunkte des Wesens und Handels unseres Vereins werden vor allem in folgenden Dokumenten aufgezeigt: Die Satzung, die Charta der Werte, Vision und Aufgabe, was der Erfahrung Leben gibt, die Biographie von Don Giancarlo Bertagnolli: „Camminare la strada“. Ich darf mich abschließend bei allen Fördern, bei allen Mitarbeitern, insbesondere bei den Verantwortlichen der einzelnen Bereiche und den Koordinatorinnen und Koordinatoren, sowie bei unseren Freiwilligen für ihre Mitarbeit bedanken. Ohne die Arbeit der vielen zu schmälern, ist es mir ein Anliegen, mich bei unserem Vizepräsidenten, Paolo Spolaore, und bei Direktor Paolo Marcato für ihre Bemühungen und ihre Freundschaft zu bedanken. Dann meinen Kolleginnen und Kollegen im Verwaltungsrat und im Aufsichtsrat. Ein besonderer Dank gebührt der Direktorin des Amtes für Finanzwesen und Buchhaltung, auch für die Erstellung der einschlägigen Unterlagen, die viel zum Verständnis unserer finanziellen Situation beitragen. Allen sei herzlich gedankt.
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Assemblea ordinaria dei soci Relazione del presidente L`anno prossimo saranno passati 40 anni dalla fondazione della nostra Associazione e siamo ancora qui, in cammino, anzi in corsa. Don Mario Picchi, in una lettera degli anni ’80, descrisse così la nostra vision e mission: “Siamo persone che hanno fatto una scelta: lavorare insieme nel
campo dell’emarginazione per superare le barriere che ancora impediscono a tanti uomini di sentirsi veramente liberi e protagonisti della propria esistenza”. Esercizio 2016
A) In generale Si è raggiunto un accordo complessivo per un nuovo contratto, che nei primi mesi di quest’anno è stato approvato dall’assemblea dei dipendenti e dal CdA. Abbiamo collaborato con la Cooperativa Explora di Brunico per sviluppare un nuovo progetto congiunto Si stanno contattando figure significative del territorio, in linea con i valori associativi, da integrare nel gruppo dei volontari e come eventuali soci. Dall’esperienza della squadra Excelsior è nata un’Associazione sportiva dilettantistica. Si è giunti alla definizione di un modello di calcolo delle rette per tutti gli enti aderenti al CRAIS.
B) Nell’ambito dei servizi Abbiamo gestito per il primo anno il servizio Crew: gruppi di auto-aiuto per genitori di ragazzi che sono dipendenti o fanno abuso di sostanze. Si è consolidato il progetto per pazienti a bassa pericolosità provenienti da ex OPG. Si è sviluppata la collaborazione nelle scuole Don Bosco e Langer per la gestione congiunta delle attività pomeridiane, con la richiesta di inserire due educatori a 19 ore in due scuole differenti per il progetto “ La scuola di Internos giugno 2017
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Tobia”, con ragazzi in situazione di disagio. Nell’area consulenza e prevenzione abbiamo aumentato comunicazione e sensibilizzazione su temi particolari (abusi su minori, bullismo, violenza su minori) e organizzato formazione specifica. È stato finalmente approvato il progetto PTT da parte della Provincia, che ci ha chiesto di accompagnarlo.
C) Dati sull’assistenza Diurno: 24.844 giornate di presenza; emergenza: 1117; modulo accoglienza: 2068; modulo doppia diagnosi: 2683; pazienti forensi: 1248; progetti individualizzati: 1243; progetti mirati: 682; residenziale: 12574; residenziale integrato: 1652. Piano operativo 2017 È un documento programmatico di massima, orientato alle e dalle linee d’indirizzo previste nel piano strategico 2015 – 2020. A) Ambiti in cui vogliamo essere particolarmente presenti: “invisibili”, “invisi” o “invisti”: casi che non presi in carico dai servizi in cui sono passati per diverse ragioni (a volte perché le patologie o i disturbi sono “troppo per essere…. e non abbastanza per essere…” catalogati come propri utenti – oppure in certi servizi non arrivano o non reggono); immigrati: avvicinandoci con attenzione a una delle emergenze con cui ci si deve confrontare e da cui si deve cercare d’uscire per poter arrivare all’accoglienza; non per essere competitors con chi già opera nel settore, ma per fornire supporto (attraverso la costituzione di una rete con i partner più coinvolti come Volontarius e Caritas); scuola: drop out, abbandono scolastico, bullismo, fragilità, uso compulsivo dei nuovi media, Bisogni Educativi Speciali, ecc.; dipendenze: guardando a nuovi modi di intervento, ai nuovi target, alle nuove forme di assunzione e alle nuove dipendenze; 6
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promozione dell’agio: dare maggior impulso alla promozione dell’agio, della cultura, del benessere, guardando, oltre che alla famiglia, ai giovani, come risorsa per promuovere cultura, stili di vita, espressione di talento; volontariato e spiritualità : il Piano strategico tocca ovviamente anche l’area del volontariato e l’area della spiritualità, nella convinzione che il patrimonio di gratuità, solidarietà, sostegno, provvidenza che queste dimensioni hanno saputo dare in passato sia sempre, oggi e nel futuro, una delle forze vitali dell’Associazione.
B) Compiti che ci siamo dati per questo anno: aumentare il livello di partecipazione degli operatori al percorso strategico dell’Associazione promuovendo due mezze giornate associative da organizzare prima della clausura di Moso; aumentare (almeno sette) i nuovi volontari da poter includere in qualità di soci, di cui almeno 2 disponibili ad entrare nel Consiglio di Amministrazione (cosiddetto “Dopo di noi”); creare un gruppo di volontari numericamente interessante al di fuori di Bolzano; aumentare la competenza specifica dei volontari delle diverse sedi operative. adottare misure organizzative migliorative (in termini di struttura organizzativa, processi di lavoro, risorse umane, risorse strumentali) nell’ambito gestionale-amministrativo, per far fronte ad almeno due criticità rilevate; trovare spazi lavorativi (intesi come servizi) per le nostre dipendenti madri di bambini 0 – 3 anni; ridefinizione della struttura organizzativa legata alla Direzione. migliorare l’organizzazione dei servizi con risorse frammentate, cioè con ridotto monte ore settimanale disponibile o operatori con impegno suddiviso tra più servizi; migliorare la comunicazione interna ed esterna, attraverso un’informazione più efficace di ciò che siamo e facciamo e la diffusione di Internos giugno 2017
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riflessioni attorno a tematiche di interesse per creare cultura partendo dall’esperienza; organizzare un sistema di raccolta e lettura dei dati. creare una visione condivisa con i partner della “galassia”: Explora, Hands, Eureka, Excelsior, Fondazione; implementare, collocare nella giusta cornice istituzionale e sviluppare il Progetto PTT (Prevenzione Tutela Terapia) per contrastare la violenza sui minori; implementare una rete a livello provinciale che si occupi di richiedenti asilo e profughi, prendendo come modello e buona prassi il progetto PPT (prevenzione tutela terapia), aumentando la qualità dei nostri interventi nell’ambito dell`immigrazione; aumentare il livello di promozione culturale per e con i giovani che afferiscono ai nostri servizi; migliorare il sistema di interventi nelle scuole mirati ai giovani studenti con problematiche sociali (drop out) non certificate; strutturare il livello di intervento nel campo degli “invisibili”, “invisti” o “invisi”; aumentare la nostra competenza e la capacità di realizzare percorsi di sensibilizzazione sul tema delle nuove dipendenze anche attraverso l’esperienza dei progetti Exit e Crew; intercettare utenza adulta e giovane (con problematiche legate alla dipendenza) con diverse esigenze, caratteristiche, peculiarità, adeguando l’attuale nostra offerta; porre le basi per interventi con giovani e adulti in situazione di dipendenza, attraverso laboratori occupazionali e interventi domiciliari. Dottor Otto Saurer
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Dal Consiglio di amministrazione Paolo Spolaore vicepresidente Consiglio di Amministrazione Seduta del 7.3.17 L’incipit ha riguardato la lettura ed il commento di Mt 6, 7-15 sull’istituzione della preghiera del Padre Nostro. Procede il percorso per la costituzione formale di una “rete di impresa” con Hands. Dopo aver chiesto al Comune di voler dedicare il “nostro” tratto di Via Visitazione alla memoria di don Giancarlo Bertagnolli andiamo a proporre al Centro per la Pace di voler dedicare al nostro Fondatore un albero sull’istituenda Collina della Pace nel quartiere di Firmian. Prosegue la nostra “campagna acquisti” di nuovi soci; ci auguriamo di poterne presentare di nuovi già nella prossima Assemblea del 28 aprile. Buona parte della lunga seduta è dedicata alla discussione di due documenti particolarmente delicati e importanti: il Piano Operativo 2017 e il nuovo Contratto del Personale. Alla bozza del piano operativo, discussa il 31 gennaio, sono state portate alcune modifiche ed integrazioni aggiungendo anche nuovi obiettivi: estendere la nostra presenza attiva in tutto il territorio provinciale, istituire un coordinamento che punti alla creazione di una rete provinciale in tema di immigrazione, elaborare un piano sulla collocazione delle dipendenze all’interno dei servizi psichiatrici e psicologici, elaborare un programma per l’assistenza individualizzata nelle dipendenze (PAI), elaborare un piano dettagliato delle varie strutture dell’Associazione. Internos giugno 2017
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I nostri valorosi collaboratori sono chiamati ora a curare la stesura definitiva del documento anche in lingua tedesca per poterlo distribuire in Assemblea. È quindi esaminato e approvato in via di massima il Nuovo Contratto del Personale. Vogliamo anzitutto porgere un sincero grazie al Consigliere Zuliani e al Direttore Marcato, nonché alle rappresentanze sindacali e del personale, per l’enorme lavoro svolto per dotare l’Associazione di uno strumento atteso da anni. Il documento nasce dalla fusione del nostro contratto preesistente con quello dell’Intercomparto provinciale e quello delle case di riposo. Avrà durata quadriennale. Vi sono previste rappresentanze sindacali, assunzioni anche a tempo determinato e stagionali, maggiorazioni per il lavoro notturno, una riconferma dell’istituto della rigenerazione psicofisica ed altri ancora. Il testo approvato verrà sottoposto alla validazione di un’assemblea sindacale prevista per il 23 marzo. La dell’estate.
parte
economica
verrà
sperabilmente
terminata
prima
Il Consiglio ha quindi stabilito alcune importanti scadenze per la vita associativa: 2 mezze giornate interne col personale sui temi della riorganizzazione: 26 aprile + ulteriore da stabilirsi Clausura di Malosco: 31 agosto Giornata associativa: 4 ottobre “Moso” o equivalente: 19 e 20 ottobre Non dimentichiamo il 39° “Compleanno” dell’Associazione il 17 giugno!
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Il punto del Direttore Paolo Marcato Cari colleghi, in questo primo semestre abbiamo dato spazio alle richieste venute dal personale, dai soci, dai volontari in occasione della giornata associativa del 2016 e rinforzate dalla richiesta dei Coordinatori di aumentare i momenti d’incontro. Questo non solo per dare spazio e importanza alla reciproca conoscenza personale, ma anche per poter dare un proprio contributo alla visione complessiva di sviluppo associativo. Le giornate associative hanno infatti la funzione di avvicinare le persone che si occupano quotidianamente e direttamente dei problemi all’idea di una progettazione congiunta e condivisa, incrementando spazi comunicativi e propositivi. Avendo ben presenti e ben chiare la difficoltà e la complessità nel permettere e gestire la partecipazione di tutti, le giornate sono state organizzate in momenti diversi (mattina e pomeriggio), per favorire la presenza del maggior numero di persone possibile. Nella prima giornata, pensata in particolare per coloro che afferiscono saltuariamente alle attività associative (soci e volontari), vi è stato per lo più un riassunto della funzione di questi incontri, oltre ad una fotografia dello status del piano operativo e del piano strategico complessivo. Il programma è stato impostato prevalentemente frontalmente e solo nella seconda parte si sono raccolti i primi spunti da parte dei presenti.
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Nella seconda giornata, tarata in particolare per i dipendenti, si è potuti entrare maggiormente nei temi “caldi” e oltre a sviluppare alcuni obiettivi dell’anno in corso si è dato spazio a pensare e “immaginare” il futuro. Molti gli spunti raccolti, tanta la disponibilità incontrata. Un grazie a tutti.
Notizie dall’Amministrazione Alessandra Belvisi Venerdì 28 aprile l'Assemblea dei Soci si è riunita per l'incontro annuale. Tanti i punti all'ordine del giorno. Tra questi, l'approvazione del bilancio consuntivo 2016 e del bilancio preventivo 2017. Spesso e a molti questi due documenti sembrano solo un adempimento di legge; in realtà raccontano molto della vita dell’Associazione in un intero anno. E così in assemblea, oltre ad analizzare il bilancio nel formato previsto dalla legge, abbiamo analizzato costi e ricavi in funzione di comprendere per chi e per cosa si è speso e da dove derivano le risorse per il sostentamento dell'Associazione.
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Ne è emerso che la spesa più rilevante è quella per il personale (67,61% sul totale dei costi) e che l’area per la quale spendiamo di più è l’area “Bambini e Giovani”, con i suoi servizi residenziali e semiresidenziali (36,39% sul totale dei costi). Per contro, i ricavi maggiori ci derivano dalle rette (il 56,18% sul totale dei ricavi). Complessivamente l’anno 2016 è stato molto positivo e un’attenta gestione delle risorse ci ha permesso di arrivare alla fine dell’anno con un avanzo di amministrazione € 344.744, che ci sarà molto utile nei prossimi anni e che l’Assemblea ha deciso di utilizzare così: - € 47.744 saranno accantonati a riserva senza vincolo; - € 73.000 saranno destinati in modo vincolato alle attività di studio, progettazione, sviluppo in rete con altri enti; -€ 65.000 saranno destinati in modo vincolato per il progetto dei laboratori per giovani; -€ 65.000 saranno destinati in modo vincolato per il progetto “cooltour”; - € 57.000 saranno destinati in modo vincolato per il progetto “Invisibili”; -€ 40.000 saranno destinati in modo vincolato per progetti a favore di profughi e migranti. Il bilancio è l’atto conclusivo di un anno di attività a cui hanno partecipato tutte le risorse dell’Associazione. Un ringraziamento particolare ai coordinatori, ai responsabili di area e al direttore per l’attenzione che prestano verso la gestione delle risorse, ai revisori dei conti per il controllo costante e costruttivo, e un grande riconoscimento alla professionalità di tutti i collaboratori dell’ufficio finanze e contabilità per l’impegno continuo e meticoloso nella gestione della contabilità.
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Convegno “Coppie e famiglie miste: un ponte tra le diversità” Fabrizio Mattevi Nella mattinata di venerdì 31 marzo, nella Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano, si è svolto il convegno dal titolo “ Coppie e famiglie
miste: un ponte tra le diversità ”. Il convegno è stato promosso e organizzato dall’Associazione separati e divorziati italiani (Asdi) in collaborazione con l’Associazione “ La strada – der
Weg”. In Alto Adige in un matrimonio su quattro uno dei due sposi è straniero. Si tratta della percentuale più alta a livello nazionale. Nel convegno si sono affrontati i molteplici e particolari fattori che entrano in scena in una relazione di coppia tra persone di differenti etnia e cultura, all’interno di un contesto ambientale specifico quale è quello sudtirolese, con l’inevitabile coinvolgimento degli eventuali figli che sono parte del nucleo familiare. Gli interventi degli esperti (un sociologo, una psicoterapeuta, una educatrice, la presidente del tribunale di Bolzano) hanno dunque analizzato problematiche nuove, che si stanno affacciando sull’odierna scena sociale. Nel suo intervento Roberta Catania, operatrice dell’Associazione “La strada – der Weg”, ha presentato il progetto pilota “La scuola di Tobia”, di cui è protagonista all’interno dell’Istituto comprensivo Bolzano 2, caratterizzato da un’alta percentuale (37%) di figli di coppie miste o straniere.
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“La scuola di Tobia”
Roberta Catania processo di apprendimento basato su una didattica multisettoriale e politematica, centrata sulla pedagogia esperienziale.
La “Scuola di Tobia” è un progetto pilota della Scuola media “Ada Negri”, partito ad ottobre 2016 e ancora in atto.
La scuola Ada Negri, che si trova all’incrocio tra due dei quartieri più popolosi e multietnici della città di Bolzano, Don Bosco e EuropaNovacella,, sono topograficamente un “urban hub” di sinergie afferenti
Il suo nome prende spunto dal protagonista di uno dei libri biblici. Coinvolge quindici ragazzi in un
a più bacini d’intervento e a più mondi culturali. Il 37% degli iscritti sono ragazzi
percorso di didattica innovativa ed inclusiva che pone la sua attenzione ai bisogni educativi speciali e ai
stranieri, figli di coppie miste o ragazzi di seconda generazione. Forte di questo dato reale e
tempi di apprendimento dei ragazzi coinvolti. Il progetto mette in campo
sostenuti dall’autonomia progettuale che la Buona scuola consente ad
varie professionalità come quella dell’insegnante, dell’educatore – sempre in compresenza con
ogni istituto, l’equipe professionale della Scuola di Tobia ha deciso di leggere queste percentuali come
l’esperto della sfera didattica- e dei collaboratori all’integrazione, ma che vede, soprattutto, tante energie
“quid pluris”, come elemento di arricchimento sostanziale e contenutistico del progetto e non
e personalità coinvolte, in primis i ragazzi stessi. I ragazzi sono fruitori e motori del
come ostacolo. L’equipe, per far partire il progetto d’inclusione scolastica e di apprendimento
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didattico non poteva che scegliere
valoriali, ciò li fa sembrare e sentire
questo punto di vista: tutti sappiamo che partire in salita non è facile.
“altro” rispetto ai compagni. Quest’aggettivo, “altro”, è un’etichetta molto pesante dettata da un senso comune troppo radicato, da un’interpretazione negativa della diversità. Va cambiato il punto di vista: crescere tra due culture costituisce un’eccellente opportunità, quella di impadronirsi di una ricchezza
–come
doppia, data da due campi culturali che si rendono fertili a vicenda. Chi lavora con questi ragazzi deve
all’esterno- non è facile avvallare “letture” simili non per limitatezza
valutare qual è la situazione reale in cui sono inseriti e quali le dinamiche
valoriale o per ignoranza o discriminazione: la scuola è specchio del mondo e tra l’altro è una
psico-sociali che si sono innescate nei ragazzi. L’equipe scolastica deve valutare come sono integrati i due
struttura molto rigida che ragiona con schemi non attuali e mantiene obiettivi, modalità e gerarchie molto conservativi. Nel mondo scuola e nel gruppo classe sono proprio i figli delle
sistemi di riferimento e come il nucleo familiare li veicola al ragazzo: l’integrazione sociale è conseguenza dell’integrazione psicologica. Nello specifico ove non vi sia un sistema educativo
coppie miste o i ragazzi di seconda generazione a rendere evidente questo anacronismo della scuola. Queste due categorie, se così le
condiviso, si può incorrere nel rischio che una delle due figure genitoriali, entrambe rappresentanti di diverse culture d’appartenenza,
possiamo chiamare, hanno molto in comune: si trovano a cavallo tra due culture, tra due mondi sociali e tra
temendo che il figlio si accosti alla cultura “altra” dalla sua, alzi i toni educativi con messaggi culturali
due sistemi didattico-educativi e
estremisti, con divieti e punizioni,
Nel
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mondo
scolastico
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con modifiche estemporanee del
scolastica. La fiducia si costruisce
sistema dei valori o trasmettendo l’ansia che il figlio, passatemi il termine, “passi al nemico”. Il pericolo in questo caso è che il ragazzo non si senta di appartenere a nessuna delle culture di origine e tanto meno a quella in entrata, che
con la relazione e deve essere posta in mezzo, non squilibrata verso un lato o da una parte: i ragazzi percepiscono in questo caso che loro sono il fulcro di uno sguardo comune tra famiglia e scuola e il ruolo qui lo si interpreta come
si senta un apolide in famiglia e uno straniero fuori. La ricerca di un ruolo, di un posto nella società
realizzazione delle proprie potenzialità, non come confusione di personalità. Spesso queste famiglie
spesso non sempre è rincorso da questi ragazzi in maniera positiva, ma tentando di emergere come
necessitano di un accompagnamento alla genitorialità che non è una incombenza lontana dal mondo
leader negativi all’interno della classe o elementi di rottura o
scolastico proprio perché una volta stretto un comune patto educativo
scollamento dal quartiere. Vi deve essere un’apertura da parte della scuola verso anche quei
insegnante-genitore-educatore avranno una “vita” più facile e il tempo speso prima sarà investito e
genitori che faticano nella pratica linguistica o nella comprensione. Nella scuola di Tobia si sono trovati momenti per far rete con le famiglie, per creare fiducia nel lavoro fatto a scuola che non è una
non perso.
delega educativa o una sostituzione di compiti, ma una suddivisione di compiti. Per farlo sono serviti tempo e competenze, come gli educatori che si sono resi disponibili per agevolare alcuni genitori nelle comunicazioni scuola-famiglia e
L’articolo 29 della nostra Costituzione dice che l’educazione del fanciullo deve essere indirizzata
nella
verso lo sviluppo del rispetto dei
gestione
della
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burocrazia
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genitori, della sua identità e della
delle regole, ci sono i rischi di
sua lingua e dei suoi valori culturali. La Scuola di Tobia adotta una pedagogia interculturale che promuove la conoscenza delle differenti culture e le presenta come sensibilizzazione in materia di partecipazione e cittadinanza attiva.
disturbi dello spettro affettivo, ovvero lo scarso riconoscimento identitario o l’incertezza della propria sfera d’appartenenza, che possono causare ed essere forieri di ritardi nello studio, breakdown evolutivi o, in situazioni gravi,
Viene promossa la giornata dell’intercultura, in cui la scuola si trasforma in un’agenzia turistica e
comportamenti bipolari.
culturale che offre viaggi linguistici, gastronomici e culturali che attraversano non tutto il mondo ma i mondi culturali dei ragazzi inseriti nel progetto. Il tutto con il coinvolgimento della famiglia. In questo percorso gli insegnanti, così come gli educatori, devono
Quindi
ripensare il proprio ruolo, ponendo al centro non più il valore trasmissivo delle informazioni, bensì la modalità con le quali avvengono i momenti di apprendimento. L’obiettivo è rafforzare la propria
comunicazione, l’integrazione comincia dalla scelta delle parole che si usano. In un mondo in cui l’informazione diventa risorsa centrale, le parole che utilizziamo non sono più soltanto modi di
identità non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri. Torna come strategia quella della comunicazione dunque.
nominare le cose, ma acquistano il potere di farle esistere, di renderle parte del nostro tessuto sociale quotidiano. Spesso i ragazzi di
Comunicazione fa rima con sensibilità e prevenzione: oltre ai rischi di apolidia sociale e familiare,
seconda generazione o figli di coppie miste sono riconosciuti a scuola non come Ahmed, Juan o
di scollamento dal rispetto civico
Marian,
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l’integrazione
ma
come
inizia
dalla
“stranieri”,
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“extracomunitari”,
“tunisini”,
sono statistiche che evidenziano le
piuttosto che “albanesi”, solo perché hanno nomi e cognomi non italiani: in questi casi i nomi, le etichette, sottolineano un voler fermarsi in superficie nella relazione, il non voler conoscere questi ragazzi. Queste parole rimarcano tra l’altro
sue vittorie a ping-pong. Come vedete le definizioni sono date dai punti di vista, la didattica frontale cambia e con qualcuno dà più effetto se destrutturata, le relazioni rafforzano la sicurezza dei ragazzi nel loro stare a scuola e
l’ostacolo, la distanza tra i mondi in cui questi ragazzi sono inseriti. Altre volte vengono invece
nell’avere un ruolo nel mondo. Società e scuola sono fatte di punti di vista: sono comunità e la
contrassegnati per le loro difficoltà scolastiche o comportamentali: iperattivo, BES, dislessico,
comunità può essere letta con gli occhi di un singolo individuo o come dagli occhi della collettività. È
discalculico, 104, 170 … numeri, sigle, diagnosi incollate a questi che
difficile in una scuola arroccata su voti, competizione e gerarchie
pongono l’accento sul bicchiere mezzo vuoto, favorendo un senso di frustrazione che per chiunque
conservatrici parlare di noi. Eppure studenti, famiglie, dirigenti, personale insegnante, collaboratori
sarebbe difficile da digerire. Come può cambiare la prospettiva? Ahmed è un ragazzo a cui piace rappare le storie dei fratelli Grimm, e gli riesce anche molto bene. Marian è la consulente del gruppo,
e educatori sono una comunità, sono un noi, hanno scopi comuni.
molto abile e sensibile nell’ascoltare gli altri e nel dare loro consigli costruttivi e maturi, sensibilità e maturità che spesso nei suoi confronti non sono state dimostrate. Juan è il ragazzo che odia i numeri se non sono riferiti ai gol segnati
Condividendo un’affermazione di Marco Rossi-Doria, la scuola è
alla squadra avversaria, o se non
mondo, la scuola è bene comune. Il
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mondo cambia molto velocemente e
pedagogia interculturale che oggi è
la scuola così strutturata fatica a trovare un modo istituzionalmente condiviso per stare al passo di questi cambiamenti. Questi cambiamenti hanno prodotto progresso, crescita, ma anche perdite di senso di contenitori
una propensione personale caratteriale di pochi.
e
scolastici poco funzionali e sfascio di certezze educative mai messe in discussione prima d’ora. Ove vi è desertificazione del tessuto comunitario. Don Milani, di cui decorrono i cinquant’anni dalla
La scuola del domani deve agire per percorsi di pedagogia interculturale
morte, ci insegna che è la scuola che deve intervenire con un agire
ratificati da un patto educativo e didattico nazionale più che geo-
compensativo che ricostruisca quel NOI. Insegnare ed educare a scuola oggi e domani sarà un mestiere
localizzato dalle autonomie scolastiche. La scuola di domani deve saper
sempre più creativo e artigianale: creativo perché crea percorsi di empowerment, percorsi di senso e di crescita sempre multidirezionali e artigianale perché immerso in un artigianato emotivo e cognitivo
comunicare parlando la lingua formale e istituzionale e insieme la lingua più vicina alle persone e alla loro storia. La scuola deve saper chiamare Ahmed Ahmed. La scuola deve
insieme. La scuola di domani deve partire da ciò che già oggi si muove, deve essere pronta a rimettersi in gioco e
saper relazionarsi e mettersi in rete. Sono sfide? E’ questione anche qui di punti di vista: Giambattista Vico le avrebbe chiamate opportunità.
in discussione con nuovi modelli di formazione che approdino in una
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Un’esperienza di servizio civile internazionale Sophie Ciao! Noi siamo i quattro volontari internazionali: Laura, Wojciech, Linda ed io (Sophie). Noi quattro viviamo insieme in un appartamento a Bolzano, vicino al Tribunale. Laura ed io siamo venute dalla Germania, lei da Berlino, io da Dortmund. Wojtek invece è venuto dalla Polonia (Krakovia). Ma il viaggio più lungo l’ha fatto Linda, che è venuta dalla Guatemala e così si chiama anche la sua città. Il suo viaggio è durato più di un giorno in aereo. Facciamo tutti parte di un servizio di volontariato che dura un anno. Siamo qui a Bolzano da settembre e rimaniamo fino ad agosto. Lavoriamo in diversi posti dell’Associazione La Strada. Tranne Laura, lavoriamo nell’Area bambini e giovani. Laura lavora nell’Area dipendenze nella Comunità St. Isidor, lì si prendono cura di 10-15 adulti che hanno problemi con le droghe e sono tossicodipendenti. Laura ha studiato per tre anni psicologia economica a Berlino e alla fine ha fatto il suo Bachelor (laurea). Linda prima di venire qui ha lavorato sei anni nei Centri giovani in Guatemala. Qui a Bolzano all’inizio aveva solamente lavorato al Centro Giovani Villa delle Rose, adesso fa sempre un giro fra tre centri. Un giorno alla settimana va al Charlie Brown, un altro al Polo Ovest, il resto della settimana a Villa delle Rose. Nei diversi centri Linda fa dei laboratori con i ragazzini, spesso creano qualcosa insieme, che riguardano il periodo dell’anno: per esempio a Natale ha creato un albero di Natale per ogni Centro. Wojciech ha finito i sui studi e poi ha lavorato a Krakowia per una ditta del IT-Business per 3 anni. Lui lavora tutta la settimana al Kubi, il Centro giovani tedesco, dove fanno Internos giugno 2017
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soprattutto compiti perché è un dopo scuola, ma giocano anche fuori, al campo di calcio. Io lavoro nei tre diversi centri, il pomeriggio di tre giorni vado al Charlie Brown, due pomeriggi all’Europa, la mattina aiuto al Polo Ovest, dove mi occupo di bimbi piccoli e lì insegno anche in un corso di tedesco per le mamme. A Dortmund ho finito la scuola, ho fatto la mia maturità e dopo sono venuta qui in Italia. Bolzano ci piace molto e ci dà la possibilità di viaggiare e vedere un po’ tutta l’Italia e di conoscere molte persone nuove.
“Galassia” Fabrizio Mattevi Giovedì 11 maggio si sono incontrati i presidenti e i direttori dell’Associazione “La strada – der Weg”, della neonata Associazione “Excelsior”, l’Associazione “Hands onlus”, la Cooperativa “Explora” di Brunico, la Cooperativa sociale “Eureka”. È stata una prima occasione di conoscenza e confronto tra enti accomunati dal legame con la storia de “La strada – der Weg” e con il suo fondatore, don Giancarlo Bertagnolli. Accanto ad essi va dunque collocata anche la Fondazione “ Don Giancarlo Bertagnolli”. Per questa comune matrice e nesso con un medesimo centro generatore è stata richiamata l’immagine della “galassia” oppure della “costellazione”, per rappresentare una convergenza e una comunanza, da approfondire,
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esplicitare, sviluppare, anche da un punto di vista organizzativo e gestionale. Questo primo appuntamento è stato positivo e promettente, favorito anche dalla bella ambientazione: una tavola imbandita presso il ristorante “Toscanodoc”, a sua volta gestito da un’interessante esperienza di cooperativa sociale. Già è stato concordato un successivo appuntamento comune, per martedì 6 giugno, in occasione di un incontro formativo dedicato alle modalità organizzative.
Kubi und das Sprachen-Babylon Lena Prossliner Die Nachmittagsbetreuung KUBI - KunterBunte Insel - ist ein Projekt des Vereins La Strada-Der Weg ONLUS, das im Jahr 2010 unter dem Namen Pflicht und Spaß ins Leben gerufen wurde. Hauptsächlich als Unterstützung für das Einzugsgebiet der Grundschule Pestalozzi gedacht, ist es Aufgabe der Nachmittagsbetreuung, Kinder und Jugendliche im Alter von 6 bis höchstens 14 Jahren bei den Hausaufgaben zu unterstützen. Jedoch war von Anfang an klar, dass nicht nur die Hausaufgaben im Vordergrund stehen, sondern vor allem die Festigung der deutschen Sprache. Viele der Kinder, die im Lauf der Jahre die Nachmittagsbetreuung besucht haben, sind nicht deutscher Muttersprache, anders ausgedrückt: nur vereinzelt haben Kinder das KUBI besucht, die die deutsche Sprache auch zu Hause sprechen. Einige von ihnen sprechen Italienisch im Familienkontext, die meisten jedoch weisen Migrationshintergrund auf. Fast alle Kinder mit Internos giugno 2017
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Migrationshintergrund sind hier geboren, deren Eltern aber kommen aus Ländern wie Albanien, Marokko, Peru, Indien, Pakistan, Bangladesch, Moldawien usw. Zu Hause sprechen die meisten von ihnen die Herkunftssprache der Eltern, was nach den aktuellen Studien zum Spracherwerb auch für das Erlernen weiterer Sprachen wichtig ist. Dazu ein Zitat von Rudolf de Cillia, Lehrender am Institut für Sprachwissenschaft, Wien: „Eine stabile Erstsprache fördert und erleichtert den Erwerb der Zweitsprache und aller anderen Sprachen...“ (www.univie.ac.at). Diese Ansicht (der Wichtigkeit der Erstsprache) entstand in den 60er Jahren des letzten Jahrhunderts, bis dahin wurde die Meinung vertreten, dass bilinguale Erziehung eine Überforderung des Kindes darstellt. Die Realität im KUBI ist jedoch noch ein wenig komplizierter. Um das zu erklären, sind gewisse Begriffe hilfreich. So kann man mit Familiensprache oder Herkunftssprache jene Sprache bezeichnen, die die Kinder zu Hause sprechen, als Zweitsprache jene, die die Kinder in der Schule lernen und das ist in diesem Fall Deutsch. Für die Realität der Nachmittagsbetreuung ist jedoch der Begriff Umgangssprache sehr wichtig, da es sich in diesem Fall um Italienisch handelt. Da unsere Kinder in ihrer Umgebung Italienisch hören und Italienisch auch in vielen Fällen ihre spontane Umgangssprache untereinander darstellt, ist diese ein wichtiger Teil ihrer Sprachbiographie. Zusammengefasst sprechen diese Kinder also mindestens drei Sprachen, wobei die Sprachkenntnis bei jedem Kind unterschiedlich gelagert ist. Die Bandbreite möglicher unterschiedlicher Sozialisationsverläufe zwischen Familien-, Zweitund Umgangssprache ist also sehr groß und hängt von unterschiedlichsten Faktoren ab.
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In diesem Sinne hat jedes einzelne Kind seine eigene, individuelle Sprachbiographie. So konnte ich vor einigen Wochen interessantes beobachten, als ich mit einem 9-jährigen Jungen im Hof des KUBIS stand und wir zufällig Teil einer Konversation zwischen einem kleinen Jungen des KUBIS und dessen Vater wurden. Vater und Sohn sprachen marokkanisches Arabisch und ich bemerkte wie der 9-jährige Junge, dessen Eltern aus Indien kommen, konzentriert lauschte. Mehr aus Spaß fragte ich ihn, ob er verstehen würde, über was sich die beiden unterhalten. Zu meiner großen Überraschung konnte er mich über den Inhalt des Gesprochenen informieren. Leider kann ich seine Übersetzung nicht verifizieren, da ich kein Arabisch verstehe, aber er klang ziemlich überzeugt. So verrückt das klingen mag, so realitätsnahe kann es sein, dass dieses Kind zu Hause Hindi spricht, Deutsch in der Schule lernt, Italienisch als Umgangssprache verwendet und im Hof seines Kondominiums marokkanisches Arabisch verstehen lernt. In diesem Sprachen-Babylon ist es unsere Aufgabe die Kinder in der Schulsprache Deutsch zu unterstützten, sie zu stärken und ihnen Sprachenreichtum zu schätzen.
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Interiormente Marisa Bona Un sì non detto: l’esperienza sinodale Nell'estate del 2013 don Giancarlo mi ha telefonato, come altre volte, a tarda sera. Sapevo già in anticipo che qualche preoccupazione gli impediva di dormire, oppure che cercava aiuto e sostegno per realizzare qualcosa che gli stava particolarmente a cuore. Quella sera però aveva già fatto tutto da solo. Non mi chiedeva un parere o un consenso, semplicemente mi comunicava la sua decisione, presa senza consultarmi: «Senti Marisa, ho fatto il tuo nome alla Consulta delle Aggre-
gazioni Laicali quale rappresentante dell'Associazione “La Strada-der Weg Onlus”». Ero stupita e perplessa, ma in fondo ancora una volta don Giancarlo mi dimostrava la sua stima, il che mi riempiva il cuore di gioia; quindi ho pensato che avrei cercato di svolgere con responsabilità questo nuovo incarico. Il mio è stato un sì non detto. Pochi giorni dopo la Consulta mi nominò come una dei 39 laici del secondo Sinodo della diocesi di Bolzano e Bressanone. Con tanti interrogativi e impegno ho iniziato il cammino sinodale (dal greco: syn insieme e hodòs via) orientato dal motto “Sulla tua parola: con gioia e speranza”, confidando come tutti nella potenza ricreatrice dello Spirito Santo che continuamente guiguida e rinnova la sua chiesa. Ricordo con emozione alcuni momenti
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di quel 30 novembre 2013, giornata di apertura del Sinodo: il discorso del vescovo Ivo Muser: “Dovremo saper riconoscere tutte le
situazioni in cui la dignità della persona è ferita, tradita, calpestata e dovremo imparare a chiederci che cosa in esse il Signore ci chiede di fare, come ci chiede di essere ”; un passaggio della sua omelia: “Gettiamo però le reti da credenti; siamo accompagnatori credenti; guardiamo da credenti il nostro tempo e sperimentiamo la bellezza dell’incarico che ci è stato affidato anche attraverso questo Sinodo!”; l'inizio e la conclusione della relazione del prof. Ulrich Fistill: “Auf dein Wort hin …
Es ist ein etwas eigenartiges Gefühl ... Ich spüre so eine Mischung von Bangen und Neugierde, von Skepsis und Zuversicht, von Unsicherheit und Tatendrang. Dennoch - oder vielleicht auch deswegen - sollen wir es wagen. Vertrauen wir auf Gott! Lassen wir uns ein auf diesen Weg mit ihm!; Auf sein Wort hin ... mit Freude und Hoffnung!“; un passo della relazione di P. Gerwin Komma SJ: “Der Weg der Kirche ist der Mensch“. Nehmen sie diesen Weg in der Synode mit Zuversicht auf und stören Sie sich nicht am „Duft der Schafe“, wie Papst Franziskus sagte, den Sie entweder selbst einbringen oder mit dem sie konfrontiert werden! Entdecken Sie den Perspektivenwechsel, der Ihnen aus einem neuen Blickwinkel geschenkt wird: dem der Fußwaschung. Oder statt aus der vermeintlichen Mitte an den Rand zu schauen, von der Peripherie, der Grenze das Zentrum zu betrachten.“; l'arrivo di don Giancarlo, in serata, all'Accademia “Cusano” per la concelebrazione della santa messa in duomo: la sua gioia di trovarsi tra molti confratelli, il suo incoraggiamento, rivoltomi con parole e una affettuosa pacca sulla spalla, a vivere con entusiasmo l'esperienza sinodale. Il cammino sinodale non è stato sempre facile e ha richiesto una notevole disponibilità di tempo per gli appuntamenti in calendario e l’impegno perInternos giugno 2017
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sonale nella lettura e preparazione dei documenti. Dal 30 novembre 2013 al 8 dicembre 2015 si sono susseguite otto sessioni in plenaria, due pellegrinaggi diocesani (Oies nel 2014 e Pietralba nel 2015), il Forum del Sinodo alla Fiera di Bolzano nel marzo 2015, unitamente a vari incontri della commissione svoltisi tra maggio e settembre 2014 e marzo e settembre 2015 con la presentazione del proprio lavoro a quattro esperti per attingere ulteriori suggerimenti. La prima parte del Sinodo, di “osservazione”, si è svolta in varie località della provincia, con incontri liberi, aperti alla popolazione; un gran numero di persone credenti e non, provenienti da diversi ambiti di vita, con professionalità e culture diverse, si sono confrontate sulle tematiche segnalate come le più significative e urgenti per la Chiesa locale. Dalla sintesi dei numerosissimi suggerimenti sono stati individuati dodici temi, da prendere in esame ed essere discussi in altrettante commissioni. 1) Come celebrare la liturgia e viverla? 2) Come riuscire a vivere il Vangelo e come annunciarlo al mondo di oggi? 3) Come approfondire la fede nella vita e come trasmetterla? 4) Come possono essere preparati, celebrati e vissuti oggi i sacramenti? 5) Come rafforzare un amore attivo per il prossimo, che sia anche fondamentale espressione di vita della Chiesa e atteggiamento irrinunciabile di ogni cristiano? 6) Come si impegna la nostra Chiesa in questioni sociali, politiche ed economiche? 7) Come formare e strutturare la Chiesa altoatesina a tutti i livelli? 8) Come vivere oggi da cristiani il matrimonio e la famiglia nelle sue varie forme?
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9) Come possono i bambini e i giovani scoprire la Chiesa e in essa trovare il loro posto? 10) Come promuoviamo vocazioni spirituali ed ecclesiali: criteri, formazione, accompagnamento, ruolo, funzione, compiti? 11) Come incontriamo le persone di altre confessioni, religioni, visioni del mondo e culture? 12) Temi sovradiocesani Sono seguite due altri fasi del sinodo: la seconda, quella del “giudicare”, in cui le commissioni avevano il compito di elaborare delle “visioni” e di redigere un documento programmatico; la terza, quella del ”agire”, per tradurre in provvedimenti concreti le visioni e le idee sul futuro della Chiesa locale. Mi preme precisare che nel momento della scelta a quale commissione partecipare, non ho avuto nessuna perplessità: ciò che mi attirava maggiormente era “L'amore per il prossimo” Le motivazioni possono essere brevemente riassunte ripensando a chi mi aveva dato la possibilità di far parte dei sinodali: quel don Giancarlo che, con il spessore umano e spirituale, ha voluto aiutare i tanti giovani che chiesa e società lasciavano “al margine”, che ha speso tutta la sua vita per stare accanto a chi “faceva fatica”, in breve che ha saputo “amare” . Più volte nelle sue omelie diceva “Alla fine della vita il Signore non mi
chiederà quante messe ho celebrato, ma quanto ho amato”. Con la quinta commissione ho contribuito a elaborare un documento programmatico che mette in luce l'obiettivo del servizio al prossimo: nella nostra Diocesi ci si impegna affinché le persone possano vivere ben in un territorio pronto ad aiutare. Sono certa di aver fatto la scelta giusta e mi piace sottolineare che la frase introduttiva al documento programmatico “Amore per il prossimo“ (“In veriInternos giugno 2017
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tà io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me ” Mt 25,40) non è altro che la visione ispiratrice dell'Associazione “La Strada-der Weg”. l percorso che all'inizio ho vissuto come un impegno da portare soltanto a termine, è stato in realtà ed è un crescere e maturare individualmente e come Chiesa. Mi ha dato maggiori motivazioni a mettermi al servizio dell'altro e mi aiuta anche in Associazione ad incontrare le persone con maggiore attenzione, rispetto e consapevolezza.Il sinodo si è chiuso, ma per me continua nel tentativo di attuare ogni giorno uno stile di vita con i valori e i comportamenti di un autentico cristiano. Ancora un “grazie” a don Giancarlo e a tutte le persone che ho incontrato nell’esperienza del Sinodo. A tutti coloro che desiderano approfondire il percorso sinodale auguro una buona lettura del testo “Auf dein Wort hin mit Freude und Hoffnung - Sulla
tua parola con gioia e speranza – Sun ti parola con legreza Y speranza”, edizione Athesia, 2016, disponibile nella biblioteca dell’Associazione.
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Se vuoi donare il tuo 5x1000 all’Associazione “La Strada - Der Weg ONLUS“ Falls Sie Ihre 5 Promille dem Verein “La Strada - Der Weg ONLUS“ schenken möchten C.Fisc./St.Nr. 80020390219 Grazie/Danke Associazione – Verein “La Strada - Der Weg ONLUS” Via Visitazione - Mariaheimweg, 42 39100 Bolzano Bozen Tel 0471 203111 Fax 0471 201585 e-mail: info@lastrada-derweg.org www.lastrada-derweg.org Realizzazione/Ausführung: Centro Studi e Biblioteca Direzione/Direktion: Paolo Marcato Coordinamento/Koordination: Dario Volani Redazione/Redaktion: Massimo Antonino, Fabrizio Mattevi, Lena Prossliner,
Dario Volani, Erika Waldboth Grafica/Grafik: B. Elzenbaumer, M. Antonino Edizione/Ausgabe: Nr.01/2017- Giugno/Juni 2017
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