6 minute read

La famiglia dà i numeri

Uno sguardo ad alcuni dati statistici per approfondire le problematiche relative alle famiglie italiane

Di fronte al tema scelto per questo inserto di Internos vorrei riportare alcuni dati sociologici e statistici che possono aiutare a tracciare meglio un quadro generale di quella che è la famiglia italiana Oggi, in riferimento in particolare ai risultati delle analisi di ricerca sociologica e statistica che Istat, Censis, Eurispes, Caritas hanno pubblicato per l’ anno 2014/2015 sulla base di diversi parametri e di cui riporto in particolare quelli socio-economici.

Advertisement

Proprio recentemente, lo scorso 29 novembre, è stata la giornata nazionale della Colletta alimentare 2015. Come sapete, anche l’ Associazione “La Strada-Der Weg ONLUS”, a livello regionale, insieme ad altre 130 Associazioni, , ha partecipato a questo evento di solidarietà, dando il proprio contributo nella raccolta e smistamento di quei prodotti alimentari che sono stati donati dai clienti dei diversi supermercati che hanno aderito a questa iniziativa. In ragione dei dati che seguono, ritengo utile ricordare questa giornata, come un esempio di come iniziative come queste risultino ancora più importanti, riferendomi non solo ai dati sulle difficoltà economiche di oramai sempre più numerose famiglie, ma anche ai dati riportati nella seconda parte e che parlano di quelli che sono “i rapporti sociali feriti dalla crisi”.

“L’analisi dei risultati delle ricerche sociologiche, statistiche e demografiche attuali riflettono tutte un medesimo trend, declinato su diversi parametri, ma caratterizzato da un andamento sostanzialmente precario e problematico, specie in ambito socio-economico, pur con occasionali picchi di fiduciosa ripresa per una probabile “uscita dal tunnel”.

Molti Centri di ricerca si sono cimentati con diversità di approcci per una lettura di tipo economico sulla condizione delle famiglie italiane. Il Rapporto 2014 della Caritas sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia testimonia non solo il continuo aumento delle richieste di aiuto negli 814 Centri di Ascolto anche a diversi anni dall’inizio della crisi economica, ma avverte che l’incremento delle richieste di aiuto proviene da parte anche dei cittadini italiani. Ciò avviene nel 59.2% dei casi per problemi di povertà, di occupazione (47 .3%), di abitazione (16.2%), di

I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s salute, di istruzione, di dipendenze. Ciò conferma il drammatico allargamento della povertà nel nostro Paese, non solo nelle fasce tradizionalmente disagiate o “a rischio”, ma anche tra gli occupati e più in generale nell’ex “ceto medio”, che tradizionalmente estraneo al disagio sociale, è sempre più coinvolto dalla vulnerabilità economica. Infine non tutte le persone in difficoltà si rivolgono alla Caritas o ad altri enti simili. Un aspetto oggi particolarmente emergente e delicato è la condizione di vita dei genitori separati: il 6% dei 66 intervistati è in cerca di una occupazio

ne; aumentano vistosamente le situazioni di precarietà abitativa; il 66.1% dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto di beni di prima necessità (prima della separazione tale percentuale riguardava solo il 3.%; oggi tra gli utenti della Caritas tale percentuale

sale all’1.%. La separazione inoltre, e questo risulta un fattore molto grave nell’educazione dei figli, incide negativamente nel rapporto padri-figli: lo dichiara il 6% dei padri intervistati, a fronte di un 6,3% delle madri, che per lo più riconoscono invece un miglioramento, ma che pur sempre rimane una percentuale molto alta. Anche l’Eurispes si è occupata dell’attuale condizione economica delle famiglie in Italia. Ne ha individuato alcuni aspetti particolari studiati attraverso un’indagine campionaria, sviluppata secondo una serie storica che dal 00 in avanti ne descrive i mutamenti, le criticità e le prospettive per il futuro. L’escalation di un andamento economico costantemente negativo ha acuito le difficoltà reali delle famiglie, aggravate dalla sindrome della quarta settimana. Tutti i segnali infatti indicano che oggi si è innescato un meccanismo negativo che spinge le famiglie alla “sindrome del day by day”. Anche nell’indagine di quest’anno l’Eurispes rileva un clima di diffuso pessimismo sulla situazione del nostro Paese: ben l’1,% dei cittadini ritiene infatti che nell’ultimo anno la condizione economica generale sia totalmente (,%) o parzialmente (3,%) peggiorata. Benchè vi siano stati leggeri, positivi criticità e le prospettive per il futuro. L’escalation di un andamento economico costantemente negativo ha acuito le difficoltà reali delle famiglie, aggravate dalla sindrome della quarta settimana. Tutti i segnali infatti indicano che oggi si è innescato un meccanismo negativo che spinge le famiglie alla “sindrome del day by day”. Anche nell’indagine di quest’anno l’Eurispes

I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s segnali di una certa ripresa economica, che faceva ben sperare, (“dopo la crescita di dicembre e la sostanziale stabilità di gennaio”; l’aumento dei contratti a tempo indeterminato), ne è seguito un brusco raggelamento, perché la disoccupazione generale nel mese di marzo (Istat, Report mensile,30 aprile 2015) ha ripreso a risalire riportando l’indice al 13% e quella giovanile al 43,1% (+0,3%). Dopo il calo di febbraio ci si aspettava un lieve rimbalzo. Invece gli occupati sono diminuiti di 59.000 unità rispetto a febbraio e i disoccupati sono saliti di 138mila unità rispetto al marzo 2014. Questa cornice di recessione economica non manca di avere ripercussioni anche su altri settori, come sono per esempio i comportamenti demografici: “il minor reddito disponibile per le famiglie, l’aumento repentino della disoccupazione, il senso di insicurezza e il peggioramento della fiducia nel futuro che ne deriva, modificano le aspettative delle persone e le stesse dinamiche migratorie e demografiche.” Anche i rapporti sociali sono feriti dalla crisi. Lo rivelano l’Istat e il Cnel nel Rapporto Bes2014, dove tra gli indicatori del Benessere equo e sostenibile hanno studiato anche le Relazioni sociali. Le reti relazionali sono una risorsa decisiva per il benessere di una società. Ora nel Rapporto relativo al 2013, se emerge un miglioramento della percezione degli italiani sulle reti di sostegno in caso di bisogno, diminuisce però la partecipazione sociale e rimane bassa la fiducia negli altri. In diminuzione anche il livello di partecipazione sociale: nel 2013 soltanto il 22 .5% degli italiani (nel 2010 la percentuale era il 29.9%) ha preso parte ad attività di carattere civico, culturale, sportivo, ricreativo e ancor meno politico. Si è fermata anche la crescita del volontariato (il 9.4% della popolazione) che si era registrata tra il 2005 e il 2012.

Federico Rigotti Centro Studi

Bibliografia: CARITAS ITALIANA, False partenze. Rapporto Caritas Italiana 2014 su povertà ed esclusione sociale in Italia,, Roma, Caritas Italiana, 2014, pp. 72 . EURISPES, La condizione economica delle famiglie. Sondaggio-Scheda n.1, in Eurispes, RI 2015. 27 ° Rapporto Italia, Roma, Eurispes, 2015, (p. 1101), pp.19-31. Cfr. ASSOCIAZIONE ITALIANA PER GLI STUDI DI POPOLAZIONE, Rapporto sulla popolazione. L’Italia nella crisi economica. Bologna, Il Mulino, 2015, p.180. ISTAT-CNEL, Rapporto BES 2014. Sintesi. Roma, Istat, 2014, p.9 La Famiglia italiana oggi: dal persistere di vecchi problemi all’ emergere di nuove opportunità” http://www.agesc.it/detail. asp?c=1&p=1&id=447 6;

This article is from: