laPiazza di Tv Ovest_Agosto25

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Neurochirurgia e neuroradiologia spinale punto di rifermento nazionale

di Treviso Ovest

Marco Dolfin:

“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.

Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.

Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.

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Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”

L’INVERNO DEMOGRAFICO SI ABBATTE SUL VENETO

NASCITE IN COSTANTE CALO, LA POPOLAZIONE INVECCHIA

Con oltre 2.900 persone in meno nel saldo naturale, la provincia si confronta con un invecchiamento rapido e la fuga della popolazione in età fertile

Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”

50mila euro di investimento per fare il salto di qualità, risparmio energetico garantito e migliori condizioni di utilizzo NUOVA ILLUMINAZIONE AL CAMPO SPORTIVO DEL QUARTIERE

Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”

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CDalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.

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Boom di richieste per il trasporto solidale “Stacco”

La solitudine si misura anche in chilometri. Lo sanno bene i volontari del progetto “Stacco” Treviso, rete di trasporto solidale attiva dal 2014 nella Marca, che negli ultimi otto mesi ha visto esplodere la richiesta di accompagnamenti da parte di anziani, disabili e persone fragili. Da novembre 2024 a giugno 2025, il servizio ha toccato cifre da record: 233.986 i chilometri percorsi, 6.061 i trasporti effettuati, 813 le persone aiutate in 75 comuni coperti dal progetto. Dietro questi numeri, c’è un tessuto solidale composto da 370 autisti volontari e 26 associazioni coordinate da Volontarinsieme OdV, capofila dell’iniziativa. I mezzi in dotazione sono 1 09, tra auto, pulmini e veicoli attrezzati per il trasporto disabili, indispensabili per accompagnare le persone a visite mediche, farmacie, controlli ospedalieri o ai Centri Sollievo per malati di Alzheimer. Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto con un contributo annuo di 1 50.000 euro destinato alla sola provincia di Treviso, copre i costi per il carburante, la manutenzione e le spese logistiche. Tutte le attività vengono però svolte su base volontaria. “Gli operatori non percepiscono alcun compenso”, si legge nella nota diffusa in occasione dell’incontro di aggiornamento tenutosi a Monastier, ospitato dalla BCC Pordenonese e Monsile. All’evento era presente anche la presidente della Quinta Commissione Regionale, Sonia Brescacin. È stato ribadito il sostegno regionale, ma è emersa con forza anche la necessità di un maggiore coinvolgimento da parte del tessuto economico locale.

“Con oltre 30.000 anziani soli nel trevigiano, le richieste aumentano ogni giorno – ha spiegato Anna Corò, presidente di Volontarinsieme –. Abbiamo bisogno di nuovi mezzi e di forze fresche. Per questo ci rivolgiamo al mondo dell’imprenditoria e della finanza: ci serve il vostro supporto per garantire la continuità e l’efficienza del servizio”.

Anna Bergantin Appello di Volontarinsieme: “Servono aiuti

Dalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.

Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.

Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.

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L’allarme. Per il consigliere regionale questi casi si stanno moltiplicando

1560 i pazienti senza medico di base

La Regione deve intervenire immediatamente”

U n problema che si fa sempre più grave e concreto riguarda la sanità territoriale nel Comune di Paese, in provincia di Treviso.

Dall’inizio di agosto ben 1.560 cittadini residenti tra Castagnole e le frazioni limitrofe rischiano di restare senza medico di medicina generale, dopo il pensionamento della dottoressa Elena Rocco. Il bando per la sua sostituzione, però, è rimasto deserto, lasciando un vuoto difficile da colmare in tempi brevi.

A lanciare l’allarme è il consigliere regionale Andrea Zanoni, di Alleanza Verdi e Sinistra, che descrive una situazione preoccupante: “In assenza di un sostituto, i pazienti, in particolare gli anziani e le persone più fragili, saranno costretti a rivolgersi ai medici di base di Paese o di comuni limitrofi come Ponzano Veneto e Quinto di Treviso, con notevoli disagi sia logistici sia organizzativi.”

La carenza di medici di famiglia, spiega Zanoni, non è un’emergen-

za isolata, ma riguarda migliaia di cittadini in tutto il Veneto. Nel solo territorio di Castagnole, infatti, resta un solo medico di base, anch’egli prossimo alla pensione, mentre altri due medici operano nelle frazioni di Porcellengo e Paese. “La professione di medico di base in Veneto sta diventando sempre

meno attrattiva a causa del carico di lavoro pesante, della crescente burocrazia e di stipendi che non riflettono le responsabilità e l’impegno richiesti.”

Di fronte a questa criticità, Zanoni ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale per chiedere quali azioni concrete e

tempestive intenda mettere in campo per evitare ulteriori vuoti assistenziali nel Comune di Paese e se siano previste modifiche alle procedure di assegnazione e sostituzione dei medici di famiglia.

La CGIL Trevigiana lo scorso giugno aveva reso noti i risultati di un questionario somministrato a oltre 1000 persone.

Oltre il 50% degli intervistati (dai 1 5 anni d’età fino agli Over 65) hanno una scarsa conoscenza della riorganizzazione dell’assistenza territoriale e dei presidi sanitari presenti in provincia. La maggior parte vorrebbe essere maggiormente informato, soprattutto le persone della fascia più anziana. I problemi da risolvere restano invece la carenza di medici di Medicina generale e i tempi di attesa per ottenere una visita sia dal medico di base che con il Cup. Partiamo da qui: per un appuntamento dal proprio medico di base 245 trevigiani intervistati hanno dichiarato

di dover aspettare in media una settimana, 180 persone attendono invece in media più di una settimana prima di fissare una visita con il proprio medico. Numeri significativi anche se la maggior parte del campione preso in esame (375 persone), sostiene di riuscire ad avere un appuntamento entro 2 o al massimo 4 giorni dopo aver chiamato.

Attese in gran parte dovute alla carenza di medici di base sul territorio. Secondo i dati della Cgil trevigiana le zone più carenti sono quelle del distretto di Vittorio Veneto con 26 medici di base mancanti nel 2024, il distretto dell’Opitergino Mottense con 20 medici di base mancanti nel 2024 (cinque in più rispetto all’anno precedente), e il distretto di Treviso Sud dove, nonostante siano entrati in servizio due nuovi medici di Medicina generale tra il 2023 e il 2024, ne mancano all’appello ancora 19. Anna Bergantin

Al via il progetto Alberi in Pianura: distribuzione gratuita di alberi ai cittadini

Il Comune di Paese, in collaborazione con Veneto Agricoltura, ha deciso di partecipare al progetto “Alberi in pianura”, finanziato dalla Regione Veneto, al fine di fornire giovani piante forestali (alberi e arbusti) di specie autoctone ai propri cittadini.

L’obiettivo è quello di continuare a rendere protagonisti i cittadini di Paese nel farsi promotori di un cambiamento verso un territorio più verde e sostenibile.

Prendersi cura di una pianta è una responsabilità che sicuramente verrà ripagata positivamente nel futuro, con un beneficio per il clima e per il paesaggio. Come prenotare le proprie piante:

Scarica il modulo di adesione qui allegato e invialo via mail all’indirizzo ecologia@comune. paese.tv.it oppure consegnalo direttamene all’Ufficio Ecologia, previo appuntamento al n.

0422/457749.

Puoi consultare direttamente il seguente link relativo al progetto: https://alberinpianura. it/

Ogni famiglia potrà richiedere fino a un massimo di 10 piante, tenendo conto del proprio spazio a disposizione e delle necessità specifiche di queste, affinché possano crescere nelle migliori condizioni ambientali. Non si possono scegliere le singole piante ma solo il gruppo di appartenenza (prima grandezza, seconda grandezza o arbusto); non ci saranno alberi da frutto.

La consegna ai cittadini delle piante prenotate sarà a carico del Comune e avverrà il giorno 25/10/2025, secondo appunta-

menti che verranno prefissati, presso il parco urbano di Castagnole.

L’iniziativa è completamente gratuita; l’unica cosa che si chiede è di prendersene cura per gli anni a venire.(a.b.)

Il consigliere Andrea Zanoni

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Emergenza natalità. Una fotografia

preoccupante di una provincia dove nascere è sempre più raro

Un lusso chiamato maternità: la Marca affonda nella crisi demografica

L e madri di oggi sono vere e proprie equilibriste, costrette a districarsi tra lavoro, famiglia e le crescenti aspettative sociali. Un compito arduo, reso ancora più complesso dal contesto attuale, dove avere figli sembra diventare un lusso. Questa è la fotografia scattata da Save the Children nel suo rapporto annuale, un quadro che trova riscontro e si acuisce nel territorio della Marca Trevigiana, epicentro di una crisi demografica.

I dati più recenti rivelano un allarmante calo delle nascite. Nel 2024, a Treviso, sono venuti alla luce 5.538 bambini, ben 200 in meno rispetto al 2023 e addirittura 450 in meno rispetto al 2022. Questa flessione si traduce in un tasso di natalità provinciale del 6,3%, con una media di soli

1,24 figli per donna, il dato più basso mai registrato nella Marca, secondo le rilevazioni Istat. Un fenomeno che contrasta con la popolazione residente, che si avvicina agli 880 mila abitanti, circa un quinto dell’intera popolazione veneta.

La Marca Trevigiana ha registrato nel 2024 una diminuzio-

Zero Branco sfida l’inverno demografico

Situato a pochi chilometri da Treviso, Zero Branco si trova in una posizione geografica strategica, al crocevia tra tre province: Treviso, Padova e Venezia. Questa collocazione consente ai residenti di raggiungere con facilità numerosi centri nevralgici del Veneto tutti accessibili in meno di un’ora di macchina. “È un vantaggio che spesso diamo per scontato qui nella cosiddetta ‘città diffusa’ veneta, ma che nel resto d’Italia non è affatto comune - sottolinea il sindaco Luca Durighetto -. L’accessibilità a una pluralità di servizi, unita alla qualità della vita, rende Zero Branco un luogo ideale per

chi cerca un buon equilibrio tra tranquillità e collegamenti”.

Dal punto di vista demografico, il comune si distingue per un’età media tra le più basse della provincia. Altro dato significativo riguarda la popolazione straniera residente: mentre la media provinciale si aggira attorno al 10%, a Zero Branco la percentuale oscilla tra il 5 e il 6%. Un ruolo importante nella crescita del comune lo ha avuto la pianificazione urbanistica, orientata principalmente alla realizzazione di villette e piccoli condomini.

“Il prezzo medio delle abitazioni è rimasto per lungo tempo

ne dello 0,2% della popolazione rispetto all’anno precedente, con 1.823 residenti in meno. Un dato provvisorio diffuso dall’Ufficio Statistica della Provincia di Treviso, in linea con la tendenza nazionale di calo dello 0,1%.

La contrazione è guidata principalmente dal minor numero di nascite (-191 rispetto al 2023),

nonostante una leggera diminuzione dei decessi (-161). Il saldo naturale è drammaticamente negativo: -2.968 persone. Parallelamente, si osserva un aumento degli over 80 (+0,2%) e una costante riduzione della fascia femminile in età fertile (15-49 anni), con una diminuzione media annua dell’1,41% dal 2010. Non tutti i Comuni della provincia seguono questa tendenza negativa. Treviso, Possagno, Silea, Borso del Grappa, Altivole e Morgano hanno registrato un leggero aumento di residenti, fino al +2%.

Un aspetto critico che aggrava la situazione è la carenza di servizi per la prima infanzia. Solo 66 dei 94 Comuni della provincia offrono asili nido o servizi integrativi.

Il calo delle nascite, in corso dal 2008 e in linea con il resto del Paese, trova ulteriori spiegazioni nelle difficoltà che le donne incontrano nel rientrare nel mondo del lavoro dopo la maternità. Molte scelgono di lasciare il proprio impiego nei primi anni di vita dei figli, e il ritorno non è affatto semplice, ostacolato da problematiche economiche, ma anche da rigidità legate alla mansione o all’orario. Persino tra le famiglie straniere, un tempo più prolifiche, le nascite stanno diminuendo, segnale di una problematica diffusa. Nonostante tutto, l’età media a Treviso si mantiene leggermente più bassa rispetto ad altre province, attestandosi a 46,3 anni.

più accessibile rispetto a zone limitrofe come Treviso o Mogliano, contribuendo a rendere Zero Branco particolarmente attrattivo per le coppie giovani”, specifica il sindaco. Anche se, come in molte altre realtà italiane, si registra un calo delle nascite, il fenomeno è parzialmente compensato dall’arrivo di nuovi residenti, spesso famiglie con bambini piccoli. “È una dinamica che continua a funzionare – conclude il primo cittadino – e che conferma la vocazione del nostro comune a crescere in modo sostenibile, offrendo un ambiente favorevole alle giovani generazioni”. (s.b.)

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L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro

L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile

F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.

Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?

La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.

Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?

figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.

I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?

Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva

gici della fertilità.

C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?

Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.

È possibile mitigare l’inverno demografico?

C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”

Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo

enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-

Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.

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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa

Nuova luce per il campo sportivo del Quartiere Ovest-Ghetto

Inaugurato il nuovo impianto di illuminazione a LED del campo sportivo CRCS Ovest Ghetto a Mogliano Veneto. L’intervento da 50.000 euro, cofinanziato da Comune e Provincia, migliora l’efficienza energetica e le condizioni di utilizzo, in linea con gli obiettivi di sostenibilità locali.

U n importante passo verso la sostenibilità e la valorizzazione degli impianti sportivi comunali è stato compiuto con l’inaugurazione del nuovo sistema di illuminazione del campo sportivo del CRCS Ovest Ghetto. Il taglio del nastro ha coinciso con l’avvio della 41ª edizione della “Festa d’Estate all’Ovest”, evento simbolico per la comunità locale.

L’intervento, realizzato grazie a un investimento di 50.000 euro cofinanziato dal Comune di Mogliano Veneto e dalla Provincia di Treviso, ha visto la sostituzione dell’ormai obsoleto impianto con fari a led ad alta efficienza energetica. Il nuovo sistema non solo garantisceuna luce più potente e uniforme sul campo, migliorando le condizioni per atleti e spettatori, ma permette anche una significativa riduzione del consumo elettrico e dell’impatto ambientale.

«L’efficientamento energetico delle strutture sportive è una nostra priorità – ha spiegato il Sindaco Davide Bortolato – perché migliora la qualità degli impianti, offre migliori condizioni per lo sport e contribuisce a un risparmio energetico importante, in linea con gli obiettivi ambientali che perseguiamo».

Alla cerimonia erano presenti, oltre al Sindaco, l’Assessore allo Sport Enrico Maria Pavan, il Presidente del Consiglio comunale Enrico Cerello, il Presidente del CRCS Ovest Ghetto Sergio Visentin e il Presidente del Quartiere Ovest Ghetto Andrea Foffano.

L’obiettivo è favorire un uso più efficiente e sostenibile delle strutture, abbattere i costi di gestione e incentivare la partecipazione delle società sportive e dei cittadini».

«Questo intervento – ha commentato l’Assessore Pavan – si inserisce nel quadro più ampio di Mogliano Veneto Città Europea dello Sport e rappresenta un passo concreto verso la riqualificazione e l’ammodernamento degli impianti cittadini.

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Oltre 200 imprenditori a Mogliano Veneto per l’assemblea di Confapi Treviso e Venezia

Oltre 200 imprenditori si sono ritrovati lo scorso 23 luglio al Move Hotel di Mogliano Veneto per l’assemblea annuale di Confapi Treviso e Venezia, un appuntamento che ha riunito aziende, rappresentanti delle istituzioni e professionisti per fare il punto sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del territorio.

Un confronto aperto, ricco di contenuti e visioni, moderato dal giornalista Mario Giordano e che ha messo al centro le principali criticità per le PMI: reperimento della manodopera, accesso al credito, pressione fiscale, ma anche incertezze legate ai dazi e costi energetici elevati. Tra gli interventi istituzionali, quelli dell’Assessore Martina Cocito, del Consigliere Regionale Lucas Pavanetto, del Sindaco di Treviso Mario Conte, del Vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello e della Vicesindaca Metropolitana Silvia Susanna. A fare gli onori di casa, i presidenti di Confapi Venezia e Treviso, Marco Zecchinel e Luca Fraccaro.

«Le nostre imprese sono il motore dell’economia locale – hanno dichiarato i due presidenti – ma non possiamo più permetterci di aspettare. Servono politiche concrete per chi genera occupazione. Senza misure strutturali, rischiamo di perdere competitività».

Un allarme condiviso anche dal prof. Daniele Marini dell’Università di Padova, che ha presentato i dati sulla percezione del lavoro tra i giovani: oltre il 40% dei ragazzi sotto i 34 anni ritiene che trovare lavoro all’estero sia più semplice rispetto all’Italia. Un dato che riflette un crescente disallineamento tra offerta e domanda di lavoro, ma anche un sistema che fatica ad attrarre e trattenere talenti.

«I giovani oggi danno priorità a famiglia, salute e tempo libero rispetto al lavoro – ha sottolineato Marini – un cambiamento culturale che le imprese devono comprendere per restare attrattive».

L’assemblea ha confermato la volontà di Confapi Treviso e Venezia di agire come interlocutori forti a livello locale, regionale e nazionale, portando ai tavoli istituzionali le istanze di chi ogni giorno produce valore e occupazione.(a.b.)

Anna Bergantin
Mogliano Veneto

Cultura. Il 6 settembre la cerimonia di premiazione del premio letterario giunto alla XXXII

Premio Berto 2025: scelta la cinquina finalista

A

ntonio Galetta, Pietà, Einaudi (Unici); Alberto Locatelli, Airù, Italo Svevo (Incursioni); Anna Mallamo, Col buio me la vedo io, Einaudi (Supercoralli); Beatrice Sciarrillo, In trasparenza l’anima, 66thand2nd (Bookclub); Rosanna Turone, Santa, NN Editore (Le Fuggitive). Questi i cinque finalisti della XXXII edizione del Premio Letterario “Giuseppe Berto”, riconoscimento tra i più prestigiosi del nostro Paese per opere prime di narrativa già edite.

L’opera vincitrice verrà svelata durante la cerimonia di premiazione - condotta dal giornalista Giancarlo Loquenzi - che si svolgerà il 6 settembre a Mogliano Veneto, città natale dello scrittore Giuseppe Berto, nel Parco della Cultura Antonio Caregaro Negrin, alle ore 18,30. In occasione della manifestazione sarà inaugurata anche la mostra “Verso la Gloria. Giuseppe Berto: uno scrittore, il suo archivio”, che presenta per la prima volta al pubblico alcuni preziosi documenti dell’archivio personale dello scrittore: manoscritti, dattiloscritti con correzioni autografe, lettere, agende

e ritagli di stampa offrono uno sguardo diretto sul suo lavoro e sulla sua figura. L’apertura ufficiale della mostra è prevista per il 6 settembre alle ore 16.30 presso il Brolo Centro d’Arte e Cultura. Come da tradizione il Premio mantiene dunque la sua prerogativa nell’alternarsi regolarmente tra il Veneto e la Calabria: tra Mogliano Veneto (TV) - dove Berto nacque e dove Cesare De Michelis lo fondò nel 1988 - e Capo

Vaticano (VV), dove lo scrittore visse gran parte della sua vita e dove oggi riposa. La figlia Antonia, custode dell’arte letteraria di suo padre, sarà la madrina della premiazione.

Ad aver selezionato le opere finaliste, la giuria del Premio presieduta dallo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi, Premio Strega 2021 e tra i massimi conoscitori dell’opera di Berto e composta inoltre da: Silvia Aval-

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lone, scrittrice e poetessa; Luigi Mascheroni, giornalista; Elena Stancanelli, autrice, la quale, al suo esordio, vinse il Premio Berto 1998 con il romanzo “Benzina”, poi divenuto film; ed Emanuele Zinato, già giurato del Premio Berto oltre che membro della Giuria dei Letterati del Premio Campiello.

«Nei cinque libri finalisti si avverte una relazione matura tra ricerca espressiva e controllo for-

male. Non c’è ricerca di effetto, né di adesione a formule riconoscibili - ha commentato il presidente di giuria Emanuele Trevi -. Le storie si tengono lontane dalla spettacolarizzazione, ma lasciano emergere tensioni forti: i rapporti familiari, il corpo, i margini, il rifiuto o la perdita. Quello che colpisce — o forse è meglio dire: che resta — è una fedeltà alla complessità. È un tipo di letteratura che non sente il bisogno di spiegarsi troppo, e proprio per questo riesce a generare senso». Al vincitore andrà un premio in denaro di 5.000 euro, e altri 2.000 verranno ripartiti tra gli altri quattro finalisti. Il Premio è organizzato dall’Associazione Culturale Giuseppe Berto, in collaborazione con il Città di Mogliano Veneto e Comune di Ricadi (VV), realizzato con il patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Calabria, Provincia di Treviso, Comune di Vibo Valentia; con il contributo di Regione del Veneto e Città di Mogliano Veneto e grazie al sostegno di San Marco Group, Studio Martini Ingegneria, Laerte Palace Hotel, daPino, il Nuovo Terraglio.

Lavori Pubblici. Quinto di Treviso: lo stadio “Toni Righetto” si rifà il look

Festa per la nuova pista omologata a 6 corsie nel cinquantesimo anniversario dell’Atletica

D opo anni di attesa si può tornare a sorridere a Quinto di Treviso: lo stadio “Toni Righetto”, costruito nel 1979 e sede dell’Atletica Quinto, sarà dotato di una pista omologata a sei corsie e di moderne pedane secondo gli standard FIDAL, con il benestare del CONI Veneto.

Il progetto, dal costo di 950.000 , si finanzia grazie a un contributo regionale di 336.939 del Fondo Sviluppo e Coesione 2021 27, mentre il Comune coprirà il restante con fondi propri. I lavori, redatti dallo studio Pascoli Ingegneria e Architettura, prevedono l’inizio entro giugno 2026 e la conclusione entro fine anno.

Il presidente dell’Atletica Quinto, Serafino Guidolin, ha espresso enorme soddisfazione per il traguardo raggiunto: “Finalmente dopo anni di tanta pazienza e zero polemiche sembra che sia stato raggiunto l’obiettivo. L’attuale amministrazione comunale di Quinto si è dimostrata disponibile a cercare una soluzione per permettere ai nostri ragazzi di praticare l’atletica leggera in una pista degna di questo nome”.

La notizia arriva in un momento storico molto importante per la società trevigiana: “Io, il direttivo, i tecnici e le famiglie dei

nostri ragazzi siamo felici che si sia trovato il modo di poter realizzare questo progetto, soprattutto nell’anno in cui festeggeremo il cinquantesimo anniversario dalla fondazione dell’associazione”.

L’Atletica Quinto si distingue per un approccio inclusivo, che permette a tutti di partecipare, crescere e trovare la propria specialità. Una priorità della società era aca per garantire agli atleti di potersi esprimere nelle migliori condizioni possibili. E oggi, dopo tanta attesa, si può davvero festeggiare.

Stefano Parpajola

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Tre province, una rete: sgominato maxi traffico di droga tra Treviso, Padova e Venezia

Dopo cinque anni di indagini e silenzi, è finita la latitanza di un 27enne nigeriano residente a Quinto di Treviso, ritenuto il fulcro di una vasta rete di spaccio che ha toccato tre province venete. I Carabinieri della Stazione di Zero Branco lo hanno arrestato nei giorni scorsi, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Treviso il 30 novembre 2020.

L’uomo era già noto alle forze dell’ordine e nel giugno 2020 era stato denunciato a piede libero, innescando una lunga e complessa attività investigativa. L’indagine ha portato alla luce un’organizzazione criminale strutturata, composta da almeno dieci soggetti, tutti di origine nigeriana, attivi stabilmente tra Treviso, Padova e Venezia.

Secondo gli inquirenti, la banda gestiva un traffico di cocaina e marijuana dal 2017 al 2020, con una rete capillare di distribuzione e punti di appoggio tra le tre città. Le prove raccolte – incroci di testimonianze, intercettazioni e pedinamenti – hanno permesso di confermare il ruolo centrale del 27enne ora finito in manette.(a.b.)

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Preganziol

Elezioni regionali. Ufficializzata la lista del Partito Democratico della Marca

L’ex Sindaco Galeano candidato consigliere regionale a sostegno di Giovanni Manildo

“Questa candidatura, nella lista del Partito Democratico a sostegno di Giovanni Manildo Presidente per il Veneto, non risponde a un’ambizione personale, ma vuole essere strumento per tutti i trevigiani.”

Nelle scorse settimane l’Assemblea Provinciale del Partito Democratico ha approvato la lista trevigiana a sostegno del candidato presidente, Giovanni Manildo. In paese ha prodotto una vasta eco la candidatura dell’ex primo cittadino, Paolo Galeano che, attraverso i suoi social ha voluto spiegare il senso di questo suo nuovo impegno.

“Quando ho scelto di dedicare parte della mia vita all’attivi-

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tà politica l’ho fatto con il solo scopo di poter lavorare per il territorio insieme a chi lo vive.

Per dieci anni ho avuto l’onore di essere stato scelto come sindaco del mio comune, Preganziol. E ho cercato di farlo tenendo sempre presente il motivo per il quale ho scelto di dedicarmi alla politica: attenzione al territorio e confronto, continuo, con chi lo vive.

Oggi di fronte a me c’è una nuova sfida: quella di portare

in Regione i nostri bisogni, le nostre esigenze, le nostre ambizioni di crescita economica, sociale e di qualità della vita. Come sempre proverò a farlo sempre con il sorriso lavorando “per” e mai “contro”. Ma soprattutto intendo farlo con l’aiuto di tutti.

Questa candidatura, nella lista del Partito Democratico a sostegno di Giovanni Manildo Presidente per il Veneto, non risponde a un’ambizione personale, ma vuole essere strumento per tutti i trevigiani. Sono certo che, insieme, Treviso e la sua provincia potranno compiere quel salto di qualità che merita e che, per troppo tempo, è stato rimandato. Vicinanza, cura, concretezza e partecipazione.

Grazie a chi, ancora una volta, ha riposto fiducia in me, farò di tutto per non deluderla. E grazie, soprattutto, a chi vorrà unirsi a noi e contribuire a questa avventura.”

Anna Bergantin

Bloccato a Preganziol con attrezzi da scasso, è accusato di cinque colpi in luoghi di culto tra maggio e luglio

Si è conclusa con la denuncia di un 42enne di Venezia un’indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Mogliano Veneto, che ha ricostruito una serie di furti ai danni di luoghi di culto del territorio trevigiano. L’uomo, con precedenti di polizia, è ritenuto responsabile di almeno cinque episodi consumati tra maggio e luglio di quest’anno.

Il fermo è avvenuto nella tarda mattinata del 20 luglio nei pressi del Santuario “Santa Maria delle Grazie” di Preganziol, dove il soggetto era stato notato aggirarsi con fare sospetto. Sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di attrezzi da scasso – due grossi cacciaviti e una chiave inglese regolabile –oltre ad alcune monete appena sottratte dalla cassetta delle offerte del santuario. Il materiale è stato immediatamente sequestrato. Grazie all’analisi dei filmati di videosorveglianza, al confronto con dati di controllo del territorio e alle testimonianze raccolte, i militari hanno attribuito al 42enne anche altri quattro furti, tutti commessi nelle scorse settimane all’interno della chiesa parrocchiale di Preganziol in via Roma. In queste occasioni, l’uomo si sarebbe introdotto furtivamente per appropriarsi delle offerte lasciate dai fedeli.(a.b.)

Paolo Galeano

Il Vertice. Confartigianato incontra il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti

“Basta burocrazia inutile, serve chiarezza su sicurezza e fisco”

U

n confronto aperto, costruttivo e con un messaggio chiaro: le imprese artigiane non chiedono scorciatoie, ma regole chiare, applicabili e realmente utili. È questo lo spirito che ha animato l’incontro tenutosi il 30 luglio tra una delegazione di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana e il prefetto Angelo Sidoti, con l’obiettivo di portare all’attenzione dello Stato alcune criticità normative e operative che stanno penalizzando le piccole e medie imprese del territorio.

Al centro del colloquio, tre questioni chiave: le polizze assicurative contro eventi catastrofici, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la nuova stagione di accertamenti tributaridell’Agenzia delle Entrate.

Polizze obbligatorie: “Serve chiarezza nei casi di beni in affitto”

Il primo tema affrontato riguarda l’obbligo assicurativo contro i rischi naturali per i beni aziendali. «Abbiamo chiesto chiarimenti – spiega il presidente Armando Sartori – su chi sia tenuto a stipulare le polizze quando i beni non sono di proprietà dell’impresa ma utilizzati tramite locazione, comodato o leasing. È una zona grigia normativa che rischia di generare confusione e sanzioni ingiustificate».

Sicurezza, sì alla formazione ma senza nuovi fardelli burocratici

Ampio spazio è stato dedicato alla sicurezza nei luoghi di lavoro, un tema su cui Confartigianato rivendica un impegno costante e concreto. «La nostra associazione investe da anni in formazione di qualità, con corsi certificati e metodi innovativi – ha sottolineato Sartori –. Ma troppe nuove norme hanno solo aggiunto oneri formali, senza migliorare la sicurezza reale».

pericolosi per chi lavora onestamente”

Ultimo punto sollevato: l’approccio induttivo utilizzato dall’Agenzia delle Entrate negli accertamenti fiscali. Secondo Confartigianato, si sta creando un clima di sospetto generalizzato, dove l’obiettivo sembra più il recupero di gettito che la correzione di comportamenti scorretti.

«Temiamo che l’attuale campagna di controlli – ha spiegato Sartori – penalizzi anche chi opera in modo trasparente. Il metodo induttivo limita il diritto alla difesa e allontana dalla vera giustizia tri-

Sotto accusa, in particolare, la recente introduzione della “patente a punti” per le imprese: «Non aggiunge nulla di sostanziale – ha commentato il presidente – ma obbliga l’imprenditore a dichiarare di rispettare leggi già in vigore da anni. È l’ennesimo esempio di burocrazia autoreferenziale».

Fisco: “Accertamenti induttivi

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butaria. Non chiediamo immunità, ma rispetto e equilibrio». Un canale aperto con le istituzioni

L’incontro si è svolto in un clima di piena collaborazione istituzionale. Il prefetto Sidoti, al termine del colloquio, ha assicurato che le istanze verranno inoltrate al Governo centrale e al Ministero dell’Interno, corredate da un documento di sintesi elaborato dai rappresentanti del mondo artigiano.

«Ci siamo rivolti al Prefetto – ha concluso Sartori – non per polemica, ma per rafforzare un dialogo tra imprese e Stato che riteniamo fondamentale. Solo così possiamo assicurare un futuro stabile alle nostre aziende e al tessuto economico del territorio».

Quattro imprese trevigiane sperimentano l’intelligenza artificiale grazie a un progetto pilota L’intelligenza artificiale entra nelle piccole imprese artigiane del Trevigiano con un progetto pilota che ha coinvolto Armond srl (Maser), Gitab srl (Resana), Marcon G. & C. srl (Ponte di Piave) e Treviscalcolo srl (Villorba). Grazie al supporto di Future of Work Lab e T2i, queste quattro aziende hanno sviluppato i loro primi assistenti digitali intelligenti, senza la necessità di competenze informatiche avanzate.

L’iniziativa è stata promossa da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana e CentroMarca Banca, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con l’obiettivo di dimostrare concretamente come anche le imprese di dimensioni ridotte possano sfruttare l’IA per semplificare i processi e migliorare l’efficienza.

Non si è trattato di un corso teorico, ma di un vero e proprio percorso pratico articolato in tre incontri: ogni azienda ha creato un assistente digitale su misura, capace di gestire documenti, supportare il marketing su WhatsApp o rispondere in modo automatico ai clienti. Le sessioni si sono svolte nella sede dell’associazione, con attività personalizzate che hanno coinvolto titolari, collaboratori e dipendenti, accompagnati passo passo dagli esperti.

Anna Bergantin

L’evento. Presentati gli eventi che anticiperanno la grande mostra “Da Picasso a Van Gogh”

Sale l’attesa per il ritorno a Treviso di Goldin

Sono stati ufficialmente presentati gli appuntamenti che precedono l’apertura della mostraevento Da Picasso a Van Gogh. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo. Capolavori dal Toledo Museum of Art, curata da Marco Goldin e promossa dal Comune di Treviso con Linea d’ombra. L’esposizione sarà visitabile al Museo Santa Caterina dal 15 novembre 2025 al 10 maggio 2026 e porterà per la prima volta in Europa oltre sessanta opere straordinarie dal Toledo Museum of Art, una delle più importanti istituzioni americane.

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo di oltre 300 pagine edito da Linea d’ombra, curato da Marco Goldin che firma un lungo saggio critico riccamente illustrato a colori, la storia del museo dell’Ohio e delle sue collezioni con diverse fotografie d’epoca, le biografie dei 57 artisti compresi nella mostra e tutte le riproduzioni, con molti particolari, delle opere esposte. Il volume sarà disponibile a partire da fine ottobre e diventerà un supporto prezioso per accompagnare e proseguire l’esperienza della visita.

21, l’Auditorium Santa Caterina ospiterà le prove musicali aperte al pubblico dello spettacolo, anch’esse gratuite e ugualmente soggette a prenotazione, fino a un massimo di 200 partecipanti, per garantire il corretto svolgimento della serata.

Questi appuntamenti rappresentano un’importante anteprima di una mostra che già registra una fortissima richiesta da parte del pubblico e che conferma Treviso come una delle capitali italiane dell’arte e della cultura.

«Questa mostra rappresenta è un grande evento culturale e un’opportunità preziosa per promuovere, condividere e coinvolgere l’intero territorio», le parole del sindaco di Treviso Mario Con-

te. «La partecipazione attiva della nostra comunità e l’interesse che stiamo registrando già in fase di prevendita confermano quanto sia importante fare rete e sostenere iniziative che portano Treviso sotto i riflettori nazionali e internazionali dell’arte».

«Essere partner di un progetto espositivo di questa portata significa per noi contribuire alla crescita culturale e identitaria della città. La bellezza dell’arte non è mai fine a sé stessa: parla alle persone, le unisce, stimola riflessione e immaginazione. Con questa mostra, Treviso si apre al mondo e insieme lo accoglie. Come CentroMarca Banca, crediamo profondamente che sostenere eventi come questo

sia un modo concreto per promuovere non solo la cultura, ma, soprattutto, il senso di comunità e appartenenza. Essere Banca del territorio significa infatti proprio questo: supportare ciò che crea valore, non solo economico ma umano, culturale e civile» dichiarano Tiziano Cenedese, Presidente, e Claudio Alessandrini, Direttore Generale di CentroMarca Banca. «Essere Main Partner e Official Sparkling Wine di una mostra di tale rilievo rappresenta per il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC un’importante opportunità di valorizzazione», dichiara Giancarlo Guidolin, Presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc. «Sostenere un progetto che porta

Nel frattempo, il territorio si prepara a vivere alcune tappe introduttive che permetteranno al pubblico di avvicinarsi ai contenuti della mostra. Il primo appuntamento si è tenuto mercoledì 6 agosto alle ore 18 all’Alexander Girardi Hall di Cortina d’Ampezzo, nell’ambito del festival “Una Montagna di Libri”, con la lezioneincontro di Marco Goldin dal titolo Da Picasso a Van Gogh. Il momento centrale degli eventi preparatori sarà lo spettacolo teatrale di presentazione della mostra, previsto per giovedì 18 settembre al Teatro Mario Del Monaco di Treviso, con due repliche, alle ore 18 e alle ore 21. Lo spettacolo, interamente sostenuto da CentroMarca Banca attraverso una partnership dedicata e distinta, vedrà in scena Marco Goldin, accompagnato al pianoforte da Remo Anzovino che firma le musiche e dalla sezione archi (16 elementi) della Filarmonia Veneta. L’ingresso sarà gratuito, con prenotazione obbligatoria sulla piattaforma online attiva dal 4 settembre e gestita da Linea d’ombra.

Il giorno precedente, mercoledì 17 settembre, dalle ore 18 alle ore

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a Treviso capolavori di Van Gogh, Picasso, Monet e altri grandi maestri rafforza il legame tra la nostra Denominazione e il mondo della cultura. Il Prosecco DOC, espressione dell’eccellenza enologica italiana, accompagnerà questo percorso artistico contribuendo alla promozione del territorio e del patrimonio culturale del nostro Paese. Un’iniziativa che ben interpreta i valori che condividiamo con l’arte: qualità, identità, emozione e apertura al mondo. Per sottolineare l’importanza che attribuiamo a questa operazione, verrà realizzata per l’occasione una bottiglia con etichetta istituzionale dedicata alla Mostra.»

Anna Bergantin

Treviso ospita il quarto International Saxophone Festival

Un festival che vuole offrire una visione completa delle possibilità dello strumento, toccando generi musicali diversi. Da quest’anno il TISF vede il Conservatorio di musica Agostino Steffani come partner istituzionale.

La qualità dell’offerta didattica, della rassegna di concerti, delle esposizioni e di tutti gli eventi proposti all’interno della cornice storica della città di Treviso hanno, fin dalla prima edizione, suscitato l’interesse concreto di migliaia di persone. Collocato all’interno della cornice della Città di Treviso, il TISF è diventato rapidamente uno dei più importanti eventi d’Italia dedicato al saxofono, distinguendosi anche in ambito internazionale. Dal 3 al 7 settembre si terranno masterclass a cura di rinomati artisti internazionali fra cui Asya Fateyeva e Virgo Veldi, concerti nei luoghi più suggestivi di Treviso (Teatro Comunale di Treviso, Palazzo dei Trecento, Loggia dei Cavalieri, Musei Civici) ed Expo dei marchi più importanti dello scenario mondiale.

La quarta edizione sarà inaugurata il 3 settembre 2025 dal Quartetto di Saxofoni della Banda dell’Arma dei Carabinieri. I numerosi concerti saranno dedicati ai diversi stili e generi musicali (classica, jazz, spirituale, contemporanea).

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Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul

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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie

giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è

La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono

sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.

L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci

Rugby. Il direttore sportivo traccia le linee guida del progetto biancoblu per la stagione 2025/2026

Mogliano Rugby, Venturato: “Squadra affamata, continuità con Casellato e giovani da lanciare”

I

l Mogliano Rugby riparte con un’identità chiara e un progetto ben definito nel segno della continuità tecnica con Umberto Casellato: ai suoi ordini ci sarà un mix di esperienza e gioventù. A tracciare la linea è il direttore sportivo Piero Venturato, mente operativa della squadra che affronterà la nuova stagione di Serie A Elite. “Lavorare con il coach è un valore aggiunto: la sua conoscenza del rugby è immensa e ripartire con lui è fondamentale. Il suo lavoro si riflette in tutto ciò che facciamo, dentro e fuori dal campo”.

Il Mogliano tenterà di proseguire e migliorare il percorso intrapreso nell’ultima stagione: “Abbiamo coltivato il progetto iniziato lo scorso anno, confermando molti dei senior già in rosa e inserendo nuovi profili giovani provenienti da Serie A, B e dall’estero. Accanto all’esperienza, abbiamo voluto aggiungere

giocatori affamati, di valore e di prospettiva. Ci sono ancora trattative aperte, ma la base costruita rispecchia ciò che avevamo programmato”.

Il club continua a puntare fortemente sulla sua crescita anche attraverso il proprio ruolo di “piattaforma” per i talenti: “Mogliano è un club di transito, ma che vuole lasciare un segno. Siamo una vetrina per i giovani, ma anche per quei giocatori che vogliono rilanciarsi dopo stagioni sfortunate. Coach Casellato ci ha paragonato all’Atalanta? Lavoriamo in modo simile su molti aspetti. Qui i giocatori trovano spazio, fiducia e la possibilità di rimettersi in gioco. Vogliamo essere utili al movimento e al tempo stesso costruire qualcosa di competitivo.”

Il nuovo Mogliano sarà una squadra scomoda, affamata e combattiva: parola del Ds. “Vogliamo proporre un rugby dinamico, concreto, che metta sotto

pressione gli avversari e coinvolga il pubblico. Vogliamo essere fastidiosi per tutti”. Riguardo all’obiettivo stagionale, Ventura-

to non si sbilancia: “Non lo dico. Sappiamo quanto sarà complicato questo campionato. Ora stiamo costruendo per farci trovare pronti”.

Anche la squadra cadetta è parte integrante del progetto: quest’ultima sta avendo delle difficoltà per quanto riguarda l’iscrizione in Serie A, dopo la promozione ottenuta sul campo. “Crediamo di aver interpretato correttamente le norme. Vedremo cosa succederà. Intanto abbiamo lasciato libertà ai giocatori di decidere cosa fare visto le incertezze, ma la stragrande maggioranza ha deciso di restare. Questo è stato un segnale fortissimo, ci riempie di orgoglio. In più le altre società del territorio ci sono state vicino: nei momenti complicati, si capisce davvero chi è amico”. Infine, un messaggio ai tifosi e alla città: “Abbiamo bisogno di voi. Venite allo stadio: il Mogliano Rugby ha bisogno del suo pubblico. Il sostegno che ci date ci dà forza e voglia. E se saremo uniti, potremo davvero toglierci delle soddisfazioni”.

Stefano Parpajola

Andrea Benvenuti: “Voglio prendermi il mio posto e aiutare la squadra a crescere”

Il Mogliano Veneto Rugby ha accolto in maglia biancoblu Andrea Benvenuti, apertura cresciuta tra i ranghi del Petrarca. Il classe 1999 ha completato tutta la trafila delle giovanili, fino alla storica vittoria del Campionato Under 18 nella stagione 2016/2017, trampolino per l’ingresso nel campionato di Serie A con la seconda squadra dei tuttineri. Dopo anni di crescita, è arrivato poi il momento tanto atteso: l’esordio in Serie A Elite il 13 aprile scorso, proprio contro Mogliano.

“Ora è arrivato il momento di mettermi in gioco altrove”, racconta Benvenuti. “Ho trovato un ambiente sereno, uno staff preparato e un gruppo che mi piace. Ci stiamo conoscendo, ma l’approccio è stato splendido”. Una scelta che nasce anche da esigenze lavorative e personali, ma non solo. “Si tratta di una società che mi è sempre piaciuta. Con la dirigenza c’è stata da subito chiarezza e sintonia: idee chiare, progetti concreti”.

Nonostante la nuova avventura alle porte, Benvenuti non dimentica il passato: “Petrarca mi ha dato tanto, ci ho passato metà della mia vita. L’esperienza in Serie A mi ha fatto crescere, ma ora voglio giocarmi le mie carte. Mi piace prendermi responsabilità, far girare la squadra, essere imprevedibile. Voglio trovare continuità e prendermi il posto da titolare”. Nel suo percorso ci sono state anche delle difficoltà: “Ero giovane. Non trovavo spazio, avevo quasi pensato di

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smettere. Ma il desiderio di giocare è stato più forte”. Ora la rotta è chiara: “Voglio vincere, un giorno anche lottare per uno scudetto. È un sogno che ho dentro”. A confermare la fiducia nel nuovo arrivo è il capo allenatore Umberto Casellato: “Andrea arriva da un’ottima stagione in Serie A con la Cadetta del Petrarca. È un ragazzo con qualità e grande voglia di mettersi in discussione. Abbiamo intrapreso un percorso che speriamo sia soddisfacente per entrambi”. Andrea

Benvenuti e l’entusiasmo di una nuova sfida: il padovano è pronto a scrivere un altro capitolo della sua storia. (s.p.)

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segue da pag. 1

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.

Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni

al voto.

Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,

con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.

Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra

Manildo lancia la sfida per il Veneto

“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”

“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”

Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.

“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato

nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.

Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-

ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo

volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.

Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)

Giovanni Manildo

Centrosinistra. Vanessa Camani, capogruppo Pd Consiglio regionale

“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”

Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.

Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.

Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.

Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.

In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di

integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.

Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.

Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.

Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista

“Serve

unità, ma la Lega ha una identità spiccata”

Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.

Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.

A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.

Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,

potrebbe essere più difficile”.

Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.

Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.

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Vanessa Camani
Marco Dolfin

L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano

Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”

O

ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.

Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?

Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia

la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?

Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.

Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?

Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.

Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?

Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,

sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.

Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?

Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.

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L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore

“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”

“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”

D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio.

gionale di CNA Veneto dal 201 vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?

cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.

Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?

È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.

sempre con l’ottica del “guardare avanti”.

A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?

Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.

Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni

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tivi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor.

Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?

Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi acco-

quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro

Matteo Ribon

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Neurochirurgia e neuroradiologia spinale

unite in un approccio innovativo

L’ospedale Ca’ Foncello si conferma punto di riferimento a livello nazionale per la diagnosi e il trattamento delle patologie spinali, grazie a un modello integrato e multidisciplinare che unisce le competenze della Neurochirurgia Spinale, diretta dal dr Jacopo Del Verme, e della Neuroradiologia Interventistica Spinale, guidata dal dr Altin Stafa. Il progetto, sostenuto dalla direzione dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, è stato illustrato il 24 luglio a Villa Carisi, alla presenza del direttore generale Francesco Benazzi e del direttore della Neurochirurgia, dr Giuseppe Canova. Negli ultimi anni, l’ospedale ha investito con decisione nello sviluppo di metodiche mini-invasive, rendendo possibile il trattamento di fratture vertebrali, ernie discali e metastasi spinali con tecniche guidate da imaging RX e strumenti di ultima generazione, senza tagli o con incisioni millimetriche.

“L’evoluzione tecnologica – ha spiegato il dr Stafa – consente oggi di intervenire in modo preciso e sicuro, con recuperi più rapidi e minore dolore post-operatorio. Usiamo radiofrequenza, crioablazione, laser ‘freddo’, e protesi vertebrali espandibili”. I dati lo confermano:

• 178 interventi con protesi vertebrali espandibili in tre anni: il Ca’ Foncello è il primo centro del Triveneto per numero di procedure.

• 64 trattamenti su ernie discali cervicali con tecnica laser: record regionale per questa metodologia.

• Interventi anche sul tratto toracico, tra i pochissimi casi in Italia.

• 71 pazienti trattati per metastasi vertebrali con radiofrequenza dal 2017, con un trend in crescita.

Neurochirurgia spinale: precisione e personalizzazione

L’Unità di Neurochirurgia Spinale, sotto la direzione del dr Del Verme, si distingue per numeri in crescita e approccio su misura. In media, vengono eseguiti circa 700 interventi all’anno:

• 637 interventi nel 2022

• 738 nel 2023

• 738 nel 2024

• 413 interventi già registrati al 15 luglio 2025, con un trend in aumento Le patologie trattate spaziano da quelle degenerative a quelle traumatiche e oncologiche. “Lavoriamo in sinergia con ortopedici, fisiatri, radiologi e altri specialisti – ha sottolineato Del Verme – per garantire il miglior percorso possibile, dalla diagnosi alla riabilitazione”.

“Il nostro obiettivo – ha aggiunto il dr Canova – è costruire un percorso completo, efficace e centrato sul paziente, riducendo al minimo le complicanze grazie a tecnologie avanzate e protocolli condivisi”.

Il direttore generale Benazzi ha elogiato il lavoro di squadra: “La collaborazione tra specialisti su ogni singolo caso ha reso il modello Treviso un esempio a livello nazionale. Sono sempre più numerosi i professionisti che scelgono Ca’ Foncello per formarsi sulle tecniche più innovative della chirurgia e neuroradiologia spinale”.

A Treviso nascono la “Stanza dei sogni” e l’“Oasi pediatrica”

Due ambienti pensati per rendere meno traumatico il ricovero e le terapie dei bambini. Si chiamano “Stanza dei sogni” e “Oasi pediatrica” i nuovi spazi inaugurati all’interno del reparto di Pediatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, frutto di un progetto che unisce innovazione, sensibilità e partecipazione del terzo settore.

L’“Oasi pediatrica”, nata già nel 2003, è stata oggetto di un importante intervento di ristrutturazione, mentre la “Stanza dei sogni” è una novità assoluta: si tratta di una sala dedicata alle procedure mediche più complesse – come accessi venosi profondi, punture lombari, artrocentesi o medicazioni per ustioni – realizzata in un ambiente colorato, accogliente e immersivo. Sul soffitto scorrono immagini rilassanti, le pareti sono decorate con colori vivaci, e intorno al lettino non mancano giochi e strumenti di distrazione. L’obiettivo: ridurre il disagio psicologico e fisico dei bambini durante le cure.

L’inaugurazione ufficiale si è tenuta oggi alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, affiancata dal direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, dal sindaco di Treviso Mario Conte e dai rappresentanti del terzo settore. “In questi luoghi – ha dichiarato Lanzarin – si respira un’aria diversa, lontana dal classico ambiente ospedaliero. Si è riusciti a creare un’atmosfera serena, dove i bambini soffrono meno, accolti da personale straordinario sia per competenza che per umanità. È un esempio virtuoso che può e deve essere replicato in tutta la regione”.

L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie all’impegno dell’associazione “Per Mio Figlio”, che ha promosso la raccolta fondi necessaria all’acquisto di arredi, tecnologie e decorazioni, oltre alla formazione del personale sanitario. L’investimento complessivo per la sola “Stanza dei sogni” è stato di circa 200.000 euro. I lavori strutturali sono stati curati dai Servizi Tecnici e Patrimoniali dell’Ulss 2.

Secondo le stime, nella nuova sala verranno effettuate inizialmente tra le 150 e le 200 procedure mediche all’anno, numero destinato a crescere. Una dimostrazione concreta che umanizzare le cure non è solo uno slogan, ma una scelta strategica e sostenibile, capace di migliorare davvero la vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.

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Prevenzione. Una nuova convenzione rafforza le azioni per migliorare qualità della vita, autonomia e benessere degli anziani

Ulss 2 e ANAP Confartigianato insieme per un invecchiamento attivo

Promuovere la salute, il benessere e la partecipazione degli over 65: è questo l’obiettivo della nuova convenzione siglata tra Ulss 2 Marca Trevigiana e ANAP Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, storica associazione che rappresenta anziani e pensionati del mondo artigiano. L’accordo, attivato nei giorni scorsi, rafforza una collaborazione già consolidata, con l’intento di costruire azioni concrete per favorire un invecchiamento attivo, consapevole e generativo. In provincia di Treviso, quasi un quarto della popolazione ha più di 64 anni: oggi sono circa 200.000, ma diventeranno oltre 300.000 nei prossimi 15 anni. La salute e la qualità della vita degli anziani diventano dunque temi centrali nelle politiche sanitarie locali, anche perché già oggi due terzi della spesa sanitaria regionale riguardano questa fascia d’età. In questo contesto, l’invecchiamento attivo — secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità — significa “ottimizzare le opportunità di salute, partecipazione e sicurezza”.

La convenzione prevede un ampio ventaglio di iniziative, sviluppate congiuntamente da Ulss 2 e ANAP, che vanno dalla prevenzione delle cronicità alla sicurezza domestica, dall’attività fisica adattata alla promozione di stili di vita sani. Centrale sarà anche il coinvolgimento delle “Comunità Attive”, reti territoriali di cittadini, istituzioni e associazioni impegnate per costruire ambienti favorevoli

alla salute pubblica.

Nel dettaglio, Ulss 2 si impegna a fornire supporto scientifico, monitoraggio delle attività, partecipazione a bandi e presenza dei propri professionisti agli eventi organizzati da ANAP. L’azienda sanitaria collaborerà alla coprogettazione di percorsi educativi e formativi, offrendo il proprio know-how in materia di prevenzione e promozione della salute.

Da parte sua, ANAP curerà l’organizzazione di incontri e attività dedicate agli over 65, utilizzando i propri spazi e la rete dei gruppi di mestiere per la diffusione delle iniziative. Grande attenzione sarà rivolta alla mobilità sostenibile, alle relazioni intergenerazionali e al miglioramento dell’accesso ai servizi, an-

Questa alleanza tra sistema sanitario e mondo associativo punta a una nuova visione dell’invecchiamento, non più come fase di progressivo ritiro, ma come momento di partecipazione attiva alla vita comunitaria. Un modello di rete e corresponsabilità, che valorizza gli anziani come risorsa sociale e culturale, capaci di contribuire ancora con esperienza, tempo e relazioni.

Un’iniziativa concreta per costruire un futuro dove longevità significhi anche qualità della vita, autonomia e protagonismo nella comunità trevigiana.

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Castelfranco Veneto, al via l’ambulatorio “PiùPausa!”

Un approccio personalizzato e multidisciplinare per accompagnare le donne nella delicata fase della menopausa: è questo l’obiettivo del nuovo ambulatorio “PiùPausa!”, attivato presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Castelfranco Veneto. Il servizio nasce per offrire risposte mirate alle problematiche legate al climaterio, con l’intento di migliorare la qualità della vita e promuovere una visione attiva e consapevole della salute femminile. All’interno dell’ambulatorio, ogni donna viene accolta con un percorso “sartoriale”, costruito sulle sue esigenze specifiche. Il team ginecologico valuta i sintomi manifestati, fornisce consulenze individualizzate, suggerisce modifiche dello stile di vita e propone strategie terapeutiche personalizzate. Particolare attenzione viene dedicata alla prevenzione del rischio cardiovascolare, mammario e di osteoporosi, aspetti che diventano centrali nella fase post-riproduttiva. La menopausa, infatti, comporta una progressiva riduzione dell’attività ovarica, con un calo degli ormoni che può influenzare negativamente numerosi apparati: cardiovascolare, osseo, genitourinario e sistema nervoso centrale. Intervenire precocemente e in modo mirato è fondamentale per ridurre i sintomi, prevenire complicanze e garantire benessere a lungo termine. L’ambulatorio “PiùPausa!” si occupa anche di situazioni più complesse, come la menopausa precoce, spontanea o iatrogena (spesso dovuta a trattamenti oncologici), che richiedono un’attenzione clinica ancora più specifica e una presa in carico personalizzata. Per accedere al servizio è necessaria una prenotazione tramite CUP al numero 0423 728898, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00 e il sabato dalle 8.00 alle 12.00. È richiesta l’impegnativa del medico di medicina generale con l’indicazione “visita ginecologica in menopausa/climaterio”. Con “PiùPausa!”, l’Ospedale di Castelfranco Veneto mette a disposizione delle donne uno spazio dedicato alla prevenzione, al benessere e all’ascolto, rafforzando l’impegno per una sanità sempre più vicina ai bisogni specifici femminili e attenta alle diverse fasi della vita.

che attraverso la sinergia con altri partner del territorio.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive

INVOLTINI

I ZUCCHINE GRIGLIATE

Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.

Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini

Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.

LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)

Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.

Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe

Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.

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CROSTATA DI LIMONE

Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.

Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo

Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro

Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.

Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.

Rubrica a cura di Sara Busato

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