SUEM 118 Treviso, consegnate tre nuove ambulanze per soccorsi più efficaci
di Castelfranco
Giovanni Manildo: “Presenza rafforzata”; due seggi per Szumski: “La nostra impresa”
Le sfide di Stefani
Nel momento in cui stiamo scrivendo si stanno completando tutte le verifiche degli eletti e poi potrà, finalmente, partire il nuovo consiglio regionale del Veneto. E dovrà essere una partenza decisamente a tutta velocità perché c’è un bilancio da approvare senza il quale l’azione amministrativa, di fatto, sarebbe fortemente rallentata se non, addirittura, in stallo.
Le sfide che attendono il neo presidente Alberto Stefani sono molte e gravose. Il Veneto che è chiamato a governare sta manifestando delle fragilità che, almeno in parte, sono inedite. Il sistema produttivo, infatti, mai come in questa fase vive inquietudini importanti. Gli indicatori, ormai da un po’ di tempo, dicono che la “locomotiva d’Italia” potrebbe fermarsi da un momento all’altro. Altro fronte particolarmente caldo è quello sanitario. In Veneto la sanità, per la qualità delle prestazioni erogate, continua a essere un’eccellenza, ma la ripresa post covid sembra essere più faticosa del previsto, tra liste d’attesa che scorrono sempre troppo lentamente e un numero crescente di cittadini che rinuncia alle cure perché non può permettersi di rivolgersi alle strutture private.
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Assemblea Confindustria: chiesta l’attenzione del Governo ma mancano autocritica e contenuti
NATALE 2025 DA VIVERE INSIEME: PROTAGONISTI
PROSSIMITA’
La città attende il Capodanno 2026 con un grande evento musicale in piazza Giorgione, mentre i mercatini di “Natale sotto le mura” e la pista di pattinaggio continuano ad attirare migliaia di visitatori





Libri e fumetti “made in Veneto” la nostra top 10 delle uscite 2025







Maggioranza e opposizioni uniscono le forze per fermare i due progetti da 30 ettari tra Sant’Andrea e Bella Venezia
I primi impegni e le promesse da mantenere: “Gli assessori dovranno occuparsi delle loro materie, non delle beghe politiche”





Il Veneto che verrà Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
L a vittoria di Alberto Stefani segna nella nostra regione un punto di svolta soprattutto generazionale. A 33 anni, il neo-presidente entra nella storia del Veneto e dell’Italia come il più giovane governatore in carica, raccogliendo l’eredità di Luca Zaia dopo una campagna che ha delineato continuità ma anche la ricerca di nuovi stili e linguaggi, di un nuovo modo di porsi sulla scena politica, almeno in questa fase.



































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La Pasticceria Opera premiata dal Gambero Rosso
La Pasticceria Opera di Castelfranco Veneto e il suo titolare Alberico Titton hanno ricevuto dal Gambero Rosso il premio speciale per la “Valorizzazione delle Produzioni Territoriali” nella guida Pasticceri e Pasticcerie 2026. Il riconoscimento, consegnato a Palazzo di Varignana di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, celebra il lavoro che Titton porta avanti da decenni, fondato su una ricerca continua e sul forte legame con i prodotti locali. Il percorso professionale di Titton inizia giovanissimo, con gli studi all’alberghiera di Abano e le esperienze come cuoco in hotel prestigiosi tra Venezia, Cortina e Saint-Moritz. L’incontro con il maestro Rolando Morandin lo avvicina alla pasticceria e all’uso del lievito madre, diventato uno dei cardini della produzione di Opera. A Castelfranco apre prima la gelateria artigianale da Alberico, poi nel 2002 la Pasticceria Opera, oggi gestita insieme alla moglie Daniela Baldon e alla figlia Greta. Il premio riconosce la capacità di Titton di trasformare ingredienti del territorio in creazioni originali. Protagonista assoluto è il radicchio, che Alberico inserisce candito nelle sue creazioni. Un esempio sono i “Baci di Paola”, cioccolatini fondenti con radicchio candito dedicati alla scrittrice castellana Paola Drigo, e il panettone al Radicchio Rosso di Treviso Igp, che presenta anche una copertura di farina di polenta, per un’inedita nota croccante. Trovano poi spazio il mais Biancoperla, simbolo della tradizione agricola veneta, e le more di gelso del parco di Villa Bolasco, utilizzate nella torta Costanzo insieme al pepe di Sarawak, in un richiamo alle antiche rotte delle spezie veneziane. La filosofia di Opera punta sull’equilibrio tra dolce, salato e note aromatiche, tendenza sempre più centrale nella pasticceria contemporanea. “Continuiamo a lavorare su nuove creazioni”, afferma Titton, pur riconoscendo le difficoltà del settore, dalla ricerca di personale ai gusti in costante evoluzione.
Leonardo Sernagiotto
Le eccellenze che hanno conquistato la guida italiana

Il Veneto che verrà
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Ora la prova è nella partita per la composizione della giunta e nelle promesse programmatiche, a partire dai piani “giovani, sociale, lavoro, ambiente” più volte richiamati, che già tracciano priorità differenti rispetto al passato. Il voto, netto e ampio nei numeri, con percentuali che certificano una larga affermazione del centrodestra, sebbene il centrosinistra abbia recuperato terreno, ha un doppio significato: legittima il nuovo corso ma mette anche in luce tensioni interne alla coalizione e il rischio di una leadership troppo dipendente da equilibri nazionali. Il giovane presidente del Veneto dovrà governare tenendo insieme ambizioni locali e logiche di partito, senza perdere la capacità di ascoltare un territorio variegato e a tratti scettico. Tocca all’opposizione farsi pungolo e stimolo affinché le criticità della nostra regione non passino sotto silenzio. La forte astensione, la più alta in assoluto, è un monito da non dimenticare o sottovalutare. Fuori dai palazzi, il cambiamento generazionale è già visibile: nelle imprese alla ricerca soprattutto di personale qualificato che verrà a mancare nei prossimi anni, nelle scuole che chiedono di modernizzare programmi e legami con il mondo del lavoro, nelle amministrazioni comunali alle prese con le difficoltà di far quadrare i conti e nuove forme di partecipazione. Ma il ricambio porta con sé criticità non banali: la necessità di costruire esperienza, il rischio di sottovalutare complessità amministrative, la tentazione di soluzioni “facili” per problemi strutturali come infrastrutture, sanità e scuola. Il Veneto che verrà non sarà automaticamente migliore solo perché guidato da una generazione nuova: servono visione a medio termine, competenze e capacità di mediazione. Occorrerà investire in formazione professionale, sostenere le PMI nella transizione tecnologica, rafforzare i servizi sociali e creare percorsi di alternanza scuola-lavoro che non siano slogan ma progetti misurabili, guardare all’ambiente con maggiore consapevolezza.
Se Stefani e la sua squadra sapranno trasformare l’urgenza del rinnovamento in progetti concreti, il Veneto potrà trarne beneficio. Altrimenti rischieremo il solito corto circuito: giovani alla guida, vecchi problemi. E il vero cambiamento resterebbe solo una promessa elettorale.


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Politica. Sindaco Marcon: “Sul tavolo tutte le opzioni per bloccare questi impianti”. I cittadini: “Bisogna fare presto”
Consiglio comunale all’unanimità contro i parchi agrivoltaici: un comitato tecnico per bloccarli
Èun no compatto quello che arriva dal consiglio comunale di Castelfranco, dove maggioranza e opposizioni hanno votato all’unanimità una mozione che mira a fermare i due maxi progetti di parchi agrivoltaici previsti a Sant’Andrea oltre il Muson e nella zona di Bella Venezia. Due installazioni che, se autorizzate, occuperebbero complessivamente circa 30 ettari
e le richieste avanzate dal comitato frazionale e dai residenti di Sant’Andrea durante un recente incontro pubblico. Il Comune individua così tre linee d’azione ritenute imprescindibili. La prima riguarda l’avvio immediato di “qualsiasi procedimento tecnico, amministrativo e legale” che possa legittimamente portare a un parere contrario e scongiurare l’installazione dei

di terreni agricoli, per un totale di oltre 24 mila pannelli fotovoltaici.
Nelle intenzioni dei proponenti, sono impianti che consentirebbero la prosecuzione delle coltivazioni, ma che lasciano aperte molte perplessità. La mozione approvata nasce dall’unione di due distinti ordini del giorno, uno della maggioranza e uno dell’opposizione, poi fusi in un testo unico dopo il confronto tra i capigruppo. Nel documento approvato, nato dall’unione di due distinti ordini del giorno presentati sia dalla maggioranza, sia dall’opposizione, sono state recepite anche le osservazioni dei Verdi della Castellana
parchi. La seconda è l’adesione alla petizione interregionale “Sì all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica”, alla quale hanno già aderito oltre 270 sindaci e che chiede una revisione della normativa sugli impianti agrivoltaici. Terzo punto, la costituzione di un comitato tecnico-scientifico: almeno tre esperti in ambito giuridico, energetico e ambientale che affiancheranno Comune e uffici nella lettura dei progetti e nella conferenza dei servizi. Il sindaco Stefano Marcon spiega: “È un ordine del giorno molto articolato, che lascia pochi dubbi sul fatto che questo consiglio comunale voglia, con tutti gli strumenti che la legge
mette a disposizione, evitare l’installazione di impianti di tali dimensioni nel territorio di Castelfranco, in quella che appare come speculazione energetica”.
L’opposizione, con Vittorio Lago (Punto d’Incontro), incalza: “Il comitato deve poter analizzare ogni criticità: dai vincoli idrogeologici alla pericolosità idraulica. Serve una base tecnica solida per rigettare le proposte”.
Un riferimento al fatto che almeno l’area di Sant’Andrea è esondabile e funge da invaso naturale. Nel documento votato si rileva inoltre come il mascheramento degli impianti, previsto tramite piante e arbusti, sia “insufficiente a garantire un adeguato inserimento paesaggistico, più un artificio che una soluzione”. E si sottolinea che l’occupazione di suolo rappresenterebbe lo 0,6%
dell’intero territorio comunale, un peso ritenuto eccessivo per un’area a forte vocazione agricola. Resta però la corsa contro il tempo. Dal comitato frazionale, il presidente Roberto Stangherlin commenta: “Siamo soddisfatti del voto unanime, ma ora il Comune deve muoversi rapidamente e continuare a informare i cittadini”.
Leonardo Sernagiotto
Nuovo deposito Mom e terminal in ritardo: tutti i nodi del trasporto pubblico
Il nuovo deposito Mom inaugurato in ottobre e il terminal in costruzione accanto alla stazione sono destinati a ridisegnare il trasporto pubblico cittadino, ma il percorso verso la piena operatività non è privo di ostacoli. In consiglio comunale il sindaco Stefano Marcon ha annunciato che Mom disdirà entro il 31 dicembre 2025 il contratto d’affitto degli spazi di via dei Prai, nel comune di Riese Pio X: la società avrà poi sei mesi di tempo, fino a giugno 2026, per trasferire definitivamente mezzi e personale nel nuovo complesso di via delle Forche, oggi utilizzato quasi esclusivamente per il rifornimento. Restano però alcune criticità sul fronte delle manovre: gli autisti segnalano spazi stretti in entrata e uscita, tanto che non sono mancati incidenti minori, come la rottura involontaria delle portiere di un mezzo. Diversi poi i punti critici in città, come l’accesso e l’uscita da via Paolo Piazza, l’immissione da Borgo Treviso su corso 29 Aprile con bus costret-

ti a sfiorare edifici e pedoni, e la necessità in alcuni incroci di invadere temporaneamente la corsia opposta. Marcon ha anticipato un confronto con l’azienda per trovare soluzioni rapide, pur senza immaginare interventi infrastrutturali pesanti: “La conformazione delle strade non è cambiata negli ultimi vent’anni. Si faranno solo migliorie puntuali”. Lo stesso nodo riguarda il futuro terminal, il cui cantiere procede più lentamente del previsto. La conclusione, inizialmente fissata per il 2025, potrebbe slittare, anche se il sindaco resta fiducioso: l’obiettivo è completare tutto entro giugno
2026, auspicando però una chiusura anticipata dei lavori. Intanto si accendono le preoccupazioni dei residenti di Borgo Padova, timorosi che alcune linee possano imboccare via De Amicis. “Le linee dirette a nord, come quella per Montebelluna, non passeranno di lì”, chiarisce Marcon. In consiglio si è discusso anche del futuro dell’area comunale di via Lovara, quasi 23 mila metri quadrati destinati negli anni Novanta allo scalo merci, progetto rimasto solo sulla carta per il cambio di politiche da parte di Rete Ferroviaria Italiana. Il piano delle alienazioni prevede la vendita nel 2028, mentre il gruppo Noi la Civica suggerisce di mantenere la proprietà, confidando in un futuro rilancio del progetto d’interscambio gommarotaia. L’assessore all’urbanistica Agostino Battaglia spiega “Un patrimonio o si vende o si valorizza. L’area mantiene una destinazione che consentirebbe ancora la realizzazione dello scalo, se mai ci fosse l’iniziativa”. (l.s.)
















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Natale da vivere/1. Festivita sotto le mura tra mercatini, mostra dei presepi Aifo e pista di pattinaggio
Capodanno 2026: piazza Giorgione si accende con musica, spettacoli e fuochi d’artificio
C on la città già immersa nell’atmosfera delle feste e “Natale sotto le mura” che anche quest’anno sta registrando numeri importanti, Castelfranco guarda già alla grande notte di San Silvestro. La città si prepara infatti a trasformare piazza Giorgione nel cuore pulsante del Capodanno 2026, pronta ad accogliere castellani, visitatori e turisti in una serata che si preannuncia ricca di musica, spettacolo ed energia. Mercoledì 31 dicembre, a partire dalle 22, Klasse Uno Event porteranno sul palco un programma pensato per far ballare l’intera piazza. Ad aprire la lunga notte ci sarà il live della Band Evolution 80, che farà rivivere i successi di un decennio indimenticabile. A seguire, arriveranno le voci di Monica Morgan, Paola Cavinato e Cleo, accompagnate dalla musica di Andrea De Luca, per un mix di intrattenimento, ritmo e coinvol-
gimento diretto del pubblico. Non mancherà la Dance Crew pronta ad animare piazza Giorgione con coreografie e performance sceniche. Special guest della serata sarà Lex Serafo, artista noto per la sua presenza scenica e le esibizioni di forte impatto visivo. Il tutto condurrà al grande countdown: allo scoccare della mezzanotte, la piazza si illuminerà grazie a un spettacolo pirotecnico che accoglierà il 2026 con un’esplosione di luci sulla cornice unica delle mura medievali.
L’evento, gratuito e aperto a tutti. Intanto, in attesa della notte più lunga dell’anno, Castelfranco offre numerose iniziative culturali legate al periodo natalizio. La Galleria del Teatro Accademico ospita la 31esima Mostra dei Presepi dell’AIFO, un appuntamento ormai storico che raccoglie opere provenienti da tutto il mondo, realizzate da arti-
sti, scuole e persone diversamente abili. Una rassegna che, oltre al valore artistico, richiama l’attenzione sui temi della solidarietà e dell’inclusione, sostenendo l’impegno dell’AIFO verso le realtà più fragili. Il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza per il progetto “In Tunisia per una vita indipendente”, rivolto alle persone con disabilità. Ma il cuore del Natale castellano resta il percorso di “Natale sotto le mura”, che quest’anno ha vissuto una partenza più che positiva. Le casette allestite nei giardini nord-est del castello continuano ad attirare migliaia di visitatori, trasformando l’area in un piccolo villaggio luminoso fatto di profumi, luci, musica e prodotti tipici. Non semplici mercatini, ma un vero percorso esperienziale che valorizza la città e ne rafforza lo spirito comunitario. Sono 36 gli chalet presenti – tre in più rispet-
“Natale in biblioteca”: storie e meraviglia per i più piccoli
Tra una fetta di pandoro e l’altra, quando Castelfranco profuma ancora di feste e il centro risuona di passi lenti e luci calde, la biblioteca comunale torna a essere un piccolo rifugio di magia. Anche quest’anno ritorna “Natale in biblioteca”, la rassegna pensata per i più piccoli in occasione delle festività natalizie, con letture e narrazioni che trasformeranno la biblioteca ragazzi in un posto carico di magia e fascino. Dopo l’appuntamento del 6 dicembre con “Ping pong: una partita di storie”, il secondo evento è per lunedì 29 dicembre alle 16.30
con “Libri in festa”, lettura ad alta voce curata da Carlo Corsini. Un pomeriggio pensato per i più pic-
coli, dai 4 agli 8 anni, che saranno accompagnati tra storie buffe, personaggi strampalati e avventure




to allo scorso anno – con proposte che spaziano dall’artigianato alle specialità gastronomiche. La novità più fotografata è la grande stella luminosa che dalle mura abbraccia idealmente la statua del Giorgione, destinata a diventare simbolo del Natale 2025. A completare il quadro, la pista di pattinaggio coper-
ta di Castelfranco Magical Winter, aperta fino al 16 gennaio, che già dal primo giorno è stata presa d’assalto da grandi e piccini. Gli chalet accoglieranno i visitatori ogni weekend dalle 10 alle 19.30 fino al 6 gennaio, con aperture speciali nei giorni festivi. Leonardo Sernagiotto
scintillanti. È quel tipo di lettura che fa brillare gli occhi, che ricorda quanto un sorriso regalato o un gesto gentile possano trasformare una giornata. Un’occasione semplice ma preziosa per salutare l’anno che finisce con un po’ di meraviglia. Con l’arrivo del 2026, sabato 3 gennaio alle 10.30 sarà il turno di “Storie sotto l’albero”, portato in scena dalla Compagnia dei Mangiastorie. Stavolta il viaggio è fatto di paesaggi innevati, luoghi misteriosi e racconti che riscaldano, perfetti per bambini dai 5 agli 8 anni. Le loro narrazioni hanno il
dono di far dimenticare il freddo, perché in fondo l’inverno è più bello quando lo si attraversa insieme, con l’immaginazione che corre più veloce del vento. Entrambi gli appuntamenti sono gratuiti, ma con posti limitati e prenotazione obbligatoria. La biblioteca, con questa iniziativa, ricorda a tutti – grandi e piccoli – che le feste non sono solo pacchetti e luci: sono anche il tempo lento delle storie, l’ascolto condiviso, la gioia di stare vicini. E, magari, il piacere di tornare a casa con un libro nuovo e un sogno in tasca. (l.s.)

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Natale da vivere/2. Il 70% punta a moda e accessori, beauty e ristorazione registrano un boom
Inverno 2025, Veneto in ripresa: qualità e negozi fisici guidano i consumi
Un inverno di consumi vivace, con i veneti pronti a rimettere mano al portafoglio e a scegliere –sempre più consapevolmente – dove e come investire il proprio budget. È la fotografia scattata dall’indagine 2025 di Confcommercio Veneto e Unioncamere del Veneto, realizzata nel mese di novembre su un campione di 600 residenti. Il periodo osservato abbraccia l’intero trimestre caldo per il commercio: dal Black Friday alle festività natalizie, fino ai saldi invernali. Ne esce un Veneto attivo, selettivo, orientato alla qualità e, soprattutto, fedele ai negozi fisici. Un segnale che, per il commercio regionale, rappresenta una boccata d’ossigeno e un invito a cogliere l’occasione.
Il 70% dei veneti metterà in agenda acquisti legati ad abbigliamento, calzature e accessori: un evergreen dell’inverno che continua a trainare il mercato. Subito dietro, la ristorazione e gli eventi enogastronomici, che attraggono il 67% del campione. Molto forte l’area del benessere: il 64% dichiara intenzioni di spesa in trattamenti, fitness e cura della persona. Il settore librario mantiene un robusto 55%, mentre circa quattro veneti su dieci investiranno in articoli per la casa. Gli sportivi – e i regali sportivi – coinvolgono invece il 39%.
Natale

Il clima, rispetto allo scorso anno, è sensibilmente più fiducioso. Il segmento beauty-wellness registra un vero boom: l’82% degli intervistati prevede di mantenere o aumentare il budget rispetto al 2024. Stesso risultato per la ristorazione, sempre più centrale nelle abitudini del tempo libero.
Libri e abbigliamento rimangono solidi punti fermi: l’81% manterrà o aumenterà la spesa per il settore librario, il 77% per il fashion. Il dato forse più interessante per il commercio arriva dalla preferenza netta per la qualità: il 61% dei consumatori sceglie prodotti migliori anche a fronte di costi più alti.
La tendenza cresce con l’età: l’82% degli over 65 seleziona la qualità come criterio prioritario, mentre nella fascia 30-44 anni la percentuale si attesta comunque al 57%.
Un orientamento che favorisce il commercio specializzato, l’artigia-
in scena al Teatro
nato, le botteghe che offrono servizio e competenza: un patrimonio che il territorio veneto continua a riconoscere come valore. Il 67% degli intervistati farà acquisti nei negozi tradizionali contro il 33% dell’online. Una prevalenza che non stupisce, ma che colpisce nella sua distribuzione: 64% sceglierà negozi di periferia; 36% punterà ai centri storici
Due mondi da presidiare con strategie diverse: da un lato le vie del centro, dove atmosfera e unicità fanno la differenza; dall’altro le aree commerciali ad alta affluenza, che intercettano le esigenze di rapidità e praticità.
Guardando ai saldi alle porte, emergono fasce di spesa molto differenziate. Sotto i 100 euro troviamo libri, benessere e articoli sportivi. Il settore food & wine (58%) e l’abbigliamento (57%) si collocano invece nel range dei 100-500 euro, con ampi margini per i negozi. Oltre 1.000 euro per il 31% di chi programma viaggi; il 30% per l’elettronica; il 25% per gli articoli di lusso Lo scontrino medio stimato: 217 euro per l’abbigliamento, 183 per le calzature e 172 per gli accessori. Numeri che confermano una disponibilità economica consistente, sebbene selezionata.
Sara Busato
Accademico di Castelfranco, tra danza e musica classica
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, il Teatro Accademico di Castelfranco torna a riempirsi della grande musica e degli spettacoli dal vivo che da sempre accompagnano le feste in città. È il periodo in cui il sipario si apre più spesso, le famiglie tornano in platea e l’aria, tra luci calde e ultimi acquisti, profuma di attesa e tradizione. Anche quest’anno il cartellone offre appuntamenti diversi ma uniti dallo stesso desiderio: regalare emozioni. Il fine settimana precedente al Natale sarà dedicato alla danza. Sabato 20 dicembre alle 20.30 e domenica 21 alle 17.30 va in scena Festa di Natale – Lo Schiaccianoci, lo spettacolo degli allievi della scuola “Il Balletto”, diretta da Susanna Plaino. È uno degli eventi più amati dal pubblico più giovane

(e non solo), capace di portare sul palco la magia del grande classico natalizio con freschezza, impegno e un pizzico di incanto che solo i ragazzi sanno trasmettere. Il clima di festa prosegue martedì 23 dicembre alle 20.30 con Nel salotto della Contessa, il raffinato pastiche di operette curato da Elena Filini, impreziosito dalla partecipazione del Coro di
Stramare. Una serata elegante, tra valzer, champagne, sorrisi e piccoli intrecci amorosi, pensata per chi vuole vivere il Teatro Accademico come un vero salotto natalizio d’altri tempi. Il nuovo anno si apre poi con il tradizionale Concerto dell’Epifania, martedì 6 gennaio 2026 alle 21.00, affidato all’Orchestra Gruppo d’Archi Veneto in formazione sinfonica diretta da Maffeo Scarpis. Un viaggio musicale tra Strauss, Lehár, Rossini e Brahms che chiude idealmente il periodo delle feste con l’energia della musica dal vivo. Tra danza, operetta e sinfonia, il Teatro Accademico saluta il vecchio anno e accoglie il nuovo con stile, emozione e quella bellezza che a Castelfranco – soprattutto a dicembre –non manca mai. (l.s.)
L’indagine 2025 di Confcommercio Veneto e Unioncamere mostra un inverno di consumi vivace: i veneti acquistano soprattutto abbigliamento, ristorazione, benessere e libri, privilegiando qualità e negozi fisici



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da Favola


un’esperienza festiva che incanta
Città di Castelfranco Veneto


nistrazione comunale, Ascom e
lo scorso anno ha celebrato la sua

alla scenografia curata e all’or-
Il centro storico si illumina grazie a luminarie che vestono di magia mura, vie del centro e del Castello, trasformando la città in una vera “Città Stellata”. Tra tutte, spicca una grande stella posta sulle mura nord-est, che abbraccia simbolicamente la statua del Giorgione, pista di pattinaggio su ghiaccio

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Palazzo Soranzo Novello dal 15 novembre, 2025 al 14 febbraio, 2026

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Impianti sportivi. La nuova struttura aumenterà l’affluenza e gli incassi della piscina
Piscina comunale: Aeep chiede la gestione per 15 anni per rifare il blocco spogliatoi
Quindici anni di gestione per rilanciare e mettere in sicurezza l’intero polo sportivo di via Redipuglia. È la richiesta che Aeep, tramite la controllata Redipuglia Sport Center, portata al consiglio comunale, mentre l’attuale affidamento si avvia alla scadenza del 31 dicembre. Al centro della proposta c’è soprattutto il futuro della piscina comunale, impianto costruito negli anni Settanta e oggi segnato da gravi criticità. Il crollo del controsoffitto degli spogliatoi femminili, avvenuto nel settembre 2024, ha portato alla chiusura dell’intera struttura e alla successiva riapertura solo parziale, con segreteria e spogliatoi provvisori allestiti sul piano vasca. Una soluzione tampone che ha ridotto da 525 a circa 150 i metri quadrati disponibili per questi servizi, limitando fortemente l’affluenza.
“In queste condizioni non possiamo accogliere la stessa utenza di prima”, ha spiegato in commissione il direttore di Aeep, Cristiano Caputi. Da qui la proposta di demolire l’intero blocco spogliatoi, oggi inagibile, e ricostruirlo ex novo secondo criteri moderni, prevedendo spazi più funzionali, magazzini, un’aula riunioni e un’area accoglienza per chi accompagna i bambini. Il progetto include anche un bar aperto verso l’esterno, utile a generare nuove entrate, e un impianto fotovoltaico in copertura per ridurre i consumi. Inoltre il nuovo blocco non entrerebbe in conflitto con l’auspicato rifacimento del piano vasca, secondo il progetto di nuovo impianto natatorio realizzato alcuni anni fa e ancora fermo per motivi economici.
L’investimento complessivo per il nuovo blocco spogliatoi sfiora il milione e mezzo di euro. Aeep è pronta a finanziare l’opera tramite mutuo, ma per sostenere la spesa chiede un affidamento di almeno quindici anni, condizione necessaria anche per poter accedere a futuri bandi legati alle comunità energetiche. La previsione economica individua un primo biennio in perdita, seguito però da una gestione in utile, con ricavi reinvestiti nel complesso sportivo. Il piano non riguarda solo il polo natatorio: sono previsti ad esempio interventi sull’impiantistica dei campi da cal-
cetto, specialmente sulle coperture gonfiabili, e sull’illuminazione della pista di atletica, tutte strutture datate e particolarmente energivore.
“Stiamo già lavorando senza contributi comunali – ricorda Caputi – e crediamo nel potenziale dell’area come punto di riferimento per atleti e famiglie”. L’assessore allo sport, Gianfranco Giovine, ha definito positiva l’esperienza della gestione affidata ad Aeep e Redipuglia Sport Center, sottolineando la rapidità operativa garantita da una società in house.
Leonardo Sernagiotto

Opposizione abbandona l’aula dopo il silenzio sulla richiesta per l’asilo nido





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Fine dell’anno, tempo di bilancio comunale. E anche a Castelfranco, come già accaduto in passato, la corsa verso l’approvazione del previsionale si è tradotta in un tour de force di commissioni convocate a ritmo serrato. Una scelta che ha riacceso le tensioni con le minoranze, che lamentano l’impossibilità di esaminare la mole di documenti consegnati poche ore prima delle sedute e la scarsa disponibilità degli assessori a rispondere ai quesiti posti. L’apice dello scontro si è raggiunto giovedì 27 novembre, quando la richiesta di chiarimenti sui contributi per l’asilo nido avanzata da Maria Gomierato (Noi la Civica) era rimasta senza replica. Di fronte al silenzio della giunta, i consiglieri di opposizione si sono alzati, abbandonando l’aula in segno di protesta. Un gesto che, spiegano, non è che l’ultimo capitolo di un atteggiamento ritenuto poco rispettoso da parte della maggioranza. “I documenti ci arrivano a ridosso delle commissioni – sottolinea Sebastiano Sartoretto, capogruppo di Castelfranco Merita – e non c’è il tempo materiale per studiarli e intervenire in modo serio. Inoltre spesso gli assessori non sanno rispondere alle nostre domande, limitandosi alle relazioni degli uffici. Che senso ha, allora, convocare le commissioni?”. Nel mirino dell’opposizione anche il capitolo Imu. Il Comune prevede l’esenzione solo per le attività penalizzate da lavori pubblici comunali protratti per più di sei mesi. “Così si prende in giro la gente – insiste Sartoretto – perché restano fuori interventi che hanno causato comunque grossi disagi. Bisogna includere anche i cantieri non comunali e ridurre la soglia: due mesi di chiusura possono già mettere in ginocchio un’attività”. La maggioranza respinge le accuse, difendendo l’impianto del bilancio, ricordando gli investimenti sull’asilo nido (610mila euro per la nuova struttura in via Enego) e i limiti imposti dalla normativa per l’esenzione Imu. (l.s.)
Viabilità. Prevista una spesa di 800mila euro
SR 53: multe del T-red per l’ultima rotatoria sulla “Postumia”
Potrebbe arrivare dalle multe dei T-Red il contributo decisivo per completare l’ultima rotatoria prevista lungo la Sr53, all’altezza dell’incrocio tra via Pagnana e via Soranzetta, a poche centinaia di metri dal confine con la provincia di Padova. L’ipotesi è emersa in consiglio comunale durante la discussione sull’interrogazione del gruppo Noi la Civica, che chiedeva chiarimenti sul finanziamento della rotatoria di Barbesin, ora in fase di costruzione e destinata a eliminare l’ultimo semaforo sulla regionale in territorio castellano. Quella di via Pagnana rappresenta però una criticità altrettanto urgente. Il nodo è attraversato ogni giorno da residenti diretti verso le aree produttive di Castello di Godego e San Martino di Lupari e da quanti raggiungono la “Baita al lago”, locale molto frequentato soprattutto nei weekend. Con oltre mille passaggi orari per senso di marcia sulla Sr53, chi deve attraversare la regionale o svoltare verso le laterali è spesso costretto a lunghe attese, con il rischio di manovre pericolose. Non mancano infatti precedenti incidenti, alcuni dei quali con feriti, tanto che il comitato frazionale di Sant’Andrea chiede da tempo un intervento strutturale. Il Comune ha inserito la rotonda nel programma triennale, con realizzazione prevista nel 2028 e un investimento stimato in



800 mila euro.
Non è contemplato un sottopasso ciclopedonale, ma l’opera dovrebbe comunque migliorare sensibilmente la sicurezza dell’intersezione. In aula il sindaco Stefano Marcon ha ricordato la convenzione siglata nel 2019 con Regione Veneto per le tre rotatorie già avviate (McDonald’s, Bella Venezia e Barbesin), finanziate con 1,6 milioni di euro regionali e con una quota degli introiti dei T-Red installati sulla Sr53: il 30% nei primi due anni, poi il 50%. Dal 15 ottobre 2019 al 15 ottobre 2025 le sanzioni rilevate ammontano a oltre 3 milioni e 265 mila euro; resta un conguaglio di circa






200 mila euro da versare a Veneto Strade. Ed è proprio su queste risorse residue che l’amministrazione conta per avviare la trattativa: “Una volta concluse le rendicontazioni – ha dichiarato Marcon – intendiamo aprire un dialogo con Veneto Strade per destinare quei 200 mila euro come acconto per la futura rotatoria di via Pagnana, in attesa dei restanti finanziamenti”. Un primo passo per chiudere a Castelfranco il cerchio delle opere di sicurezza lungo la Sr53, strada che negli ultimi anni ha visto una trasformazione profonda con l’eliminazione dei semafori.
Leonardo Sernagiotto




30 borse di studio per gli studenti eccellenti
Il Comune di Castelfranco Veneto premia il merito scolastico mettendo a disposizione 30 borse di studio da 300 euro ciascuna per gli studenti che hanno concluso l’anno scolastico 2024/2025 con risultati di eccellenza. L’iniziativa è rivolta agli alunni delle scuole secondarie statali e paritarie residenti in città almeno dall’inizio dell’anno scolastico di riferimento. Le borse saranno così distribuite: 10 destinate agli studenti che hanno terminato la classe terza della scuola secondaria di primo grado con valutazione 10/10 o 10/10 con lode, e che risultino iscritti a un istituto superiore o professionale per l’anno successivo; 20 riservate invece ai diplomati che hanno ottenuto 100/100 o 100/100 con lode all’esame di maturità. Qualora le richieste superino il numero dei contributi disponibili, la precedenza andrà agli studenti con la lode e, a parità di punteggio, a chi presenta l’ISEE più basso. Alla domanda, disponibile anche in formato editabile, dovrà essere allegata la pagina dell’attestazione ISEE contenente il valore complessivo. Le candidature dovranno essere presentate entro il 22 dicembre alle ore 12.00, termine ultimo per accedere al bando dedicato agli studenti più meritevoli della città. (r.c.)
















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L’etica gentile di PrimaMedica






“La salute è un patto etico: così nasce il nostro modello di cura”





In un panorama sanitario spesso schiacciato da protocolli rigidi e logiche aziendali, esistono realtà che scelgono di andare controcorrente. È il caso di padovano che in pochi anni si è affermato come punto di riferimento per qualità clinica, multidisciplinarietà ed etica professionale. Una struttura che non nasce soltanto per curare, ma per restituire valore alla relazione terapeutica.

pragmatismo gestionale e profonda sensibilità umana.
In soli quattro anni, PrimaMedica ha ricevuto un affetto crescente. «Molti pazienti ci hanno detto di aver trovato una dimensione familiare e un’attenzione rara» racconta il direttore.
Una sanità che mette al centro la persona
«Mettere al centro la persona e non il profitto: da qui nasce PrimaMedica» esordisce




I protocolli sono utili, ma non devono diventare gabbie: ogni paziente è unico e merita valutazioni sartoriali.
ce di abbracciare ogni fase del percorso di «Il nostro modello si fonda su tre pilastri» – per

2. Tecnologie diagnostiche aggiornate –scelte non per moda, ma per reale utilità – percorsi fluidi, meno at-
Oggi il centro comprende aree come Allergologia, Andrologia, Cardiologia, Dermatologia, Dietologia, Endocrinologia, Fisiatria e Fisioterapia, Ginecologia, Geriatria, Medicina Interna, Medicina integrata, Neurologia, Ortopedia, Oculistica, Orl, Pediatria, Psicologia, Reuma-
Una costellazione di discipline che dialogano fra loro, condividono approcci, costrupermettendo ai pazienti di avere risposte in tempi rapidi e
Il risultato è un ambiente in cui ogni figura professionale trova spazio e riconoscimento, e in cui ogni paziente percepisce atten-





Un obiettivo che non punta soltanto alla crescita dimensionale, ma alla costruzione di un ecosistema sanitario: una sanità che ascolta, che accompagna, che sa evolversi senza perdere la propria identità, che sfrutta la tecnosi

Al via il recupero della Casa del Giardiniere per accedere alla torre di sud-est
I
l recupero della “Casa del Giardiniere” entra finalmente nella fase operativa. Dopo anni di rinvii, la Giunta ha approvato il progetto esecutivo da 720 mila euro. L’intervento riguarda l’edificio addossato alle mura sul lato sud-est, in corrispondenza dell’omonima torre: una struttura di origine antica, già riconoscibile nelle incisioni settecentesche e divenuta nell’Ottocento l’abitazione della famiglia che curava i giardini pubblici. Il progetto, avviato con lo studio di fattibilità del 2021, consentirà di recuperare uno spazio oggi abbandonato e, al tempo stesso, rendere finalmente accessibile la torre sud-est restaurata nel 2020 ma tuttora non visitabile, poiché il suo ingresso interno alla mura ricade su proprietà privata. Per questo la riqualificazione della Casa del Giardiniere prevede un nuovo accesso diretto alla torre tramite una scala esterna collocata sul lato rivolto al parco urbano. Nel dettaglio, l’intervento comprenderà il consolidamento della struttura, il ridisegno degli ambienti interni destinati a funzioni espositive e la valorizzazione della terrazza con la realizzazione di un giardino pensile. Il costo complessivo è salito da 650 a 720 mila euro a causa dell’aumento dei prezzi nel settore

edilizio: da qui la necessità di una variazione di bilancio. L’obiettivo dell’amministrazione è bandire la gara entro fine 2025 e avviare il cantiere nella primavera del 2026. L’intervento rientra nel percorso di valorizzazione del complesso murario, che negli ultimi anni ha già visto restauri significativi: dalla torre di nord-ovest alla Casa del Trombetta, fino al camminamento di ronda tra la torre del Giorgione e la Torre civica, inaugurato nel settembre scorso. “La Casa del Giardiniere rappresenta un tassello fondamentale – sottolinea l’assessore ai lavori pubblici, Mary Pavin – perché collega il parco urbano alle mura e permette ai visitatori di vivere le mura medie-
vali su più livelli, dalla base della cinta fino alla sommità della torre”. Sulla stessa linea il sindaco Stefano Marcon, che aggiunge: “La Casa del Giardiniere rappresenta un passaggio fondamentale per rendere finalmente accessibile la torre sud-est e aprire nuovi spazi alla comunità. Vogliamo che ogni parte del Castello possa essere scoperta e vissuta, recuperando non solo le strutture, ma anche la storia che custodiscono”. Il Comune attende inoltre l’esito della richiesta di contributi ministeriali: se ottenuti, permetteranno di restaurare anche il tratto di camminamento all’angolo sud-est del castello.
Leonardo Sernagiotto
Katia Buchicchio, Miss Italia 2025, in visita
Katia Buchicchio, Miss Italia 2025, è stata accolta ieri a Castelfranco Veneto per un pomeriggio dedicato alla scoperta delle bellezze artistiche e delle tradizioni cittadine. La reginetta ha visitato alcuni dei luoghi simbolo della città, soffermandosi sulla celebre Pala del Giorgione, sul Museo e sull’atmosfera suggestiva di Natale sotto le Mura, tra luci, profumi e installazioni che

dove 23 artisti nazionali e internazionali animano un percorso espositivo aperto fino al 14 febbraio. Un pomeriggio che ha unito bellezza, cultura e tradizione, mettendo in risalto il patrimonio artistico e l’energia creativa di Castelfranco Veneto. (r.c.)

































Violenza di genere. Il Consiglio comunale approva all’unanimità l’impegno ad avviare percorsi di prevenzione
Prevenire prima che accada La città punta su scuole e rete
L’obiettivo è coordinare percorsi educativi continui su rispetto, consenso ed emozioni, coinvolgendo scuole e comunità. Stangherlin richiama l’importanza dell’educazione precoce per combattere la violenza






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Apochi giorni dal 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato da Noi la Civica, con prima firmataria Serena Stangherlin. Il documento chiede al Comune di diventare il coordinatore di un percorso stabile di prevenzione della violenza di genere e di promozione di una cultura del rispetto, a partire dalle scuole. Tra i modelli di riferimento vi è il programma padovano “Prevenire e Promuovere”, considerato uno dei più completi in Veneto: una rete stabile tra Comune, Provincia, Ulss, Ufficio scolastico, Università e Centro Veneto Progetti Donna che garantisce a tutte le scuole percorsi gratuiti e coordinati, dalla primaria alle superiori, seguendo un’unica linea educativa. L’ordine del giorno propone di replicare questo approccio anche a Castelfranco, mettendo a sistema strumenti già presenti sul territorio, come il programma “Desteenazione – Desideri in azione”, rivolto ai teenager e giovani adolescenti, e il nascente Patto Educativo di Comunità, destinato a unire scuole, enti, terzo settore e associazioni. L’obiettivo è costruire una strategia continuativa, capace di incidere nel tempo
sulla cultura delle relazioni e non limitarsi a iniziative sporadiche. Nel suo intervento, Stangherlin ha richiamato le parole pronunciate in parlamento da Gino Cecchettin, che ha sottolineato la necessità di rompere i silenzi che ancora circondano temi come affettività, rispetto e consenso: “La violenza si combatte prima che accada, con l’educazione e con il dialogo”. Un messaggio che, secondo la consigliera, riguarda non solo le scuole, ma l’intera comunità educante. Parlare apertamente di emozioni, confini personali e dinamiche di potere significa offrire a bambini e adolescenti spazi sicuri in cui porre domande, riconoscere stereotipi, imparare a dire no e chiedere aiuto. Il modello padovano dimostra che un percorso strutturato può accompagnare i giovani in tutte le
fasi della crescita: laboratori sul consenso nelle primarie, attività sulla gestione delle emozioni e sulle relazioni tra pari alle medie, fino a incontri su discriminazioni, linguaggi d’odio e prevenzione delle molestie nelle superiori, con l’apporto di professionisti qualificati. È questa la direzione indicata dall’ordine del giorno: costruire una rete locale stabile, coordinata dal Comune, che garantisca a tutte le scuole un’offerta formativa coerente e accessibile. “Significa –ha concluso Stangherlin – costruire una comunità che non si limita a reagire quando è troppo tardi, ma che previene, accompagna, educa, sostiene, offrendo ai giovani gli strumenti per riconoscere i comportamenti violenti e per non sentirsi mai soli o spaventati nell’affrontarli”.
Leonardo Sernagiotto
Morto in solitudine, a Francesco l’ultimo abbraccio di una comunità
Castelfranco ha offerto ancora una volta una dimostrazione silenziosa ma profonda di comunità. Il 28 novembre scorso si sono svolti i funerali di Francesco Amezzoli, 89 anni, residente in via Abruzzo, una vita segnata da solitudine e difficoltà. Rimasto orfano da bambino, aveva trascorso l’infanzia tra vari orfanotrofi e, da adulto, non aveva più avuto legami familiari.
Quando era morto all’ospedale di Castelfranco, nei giorni precedenti, si era subito posto il problema delle esequie: il suo patrimonio, molto limitato, non gli avrebbe permesso di sostenere le spese di un funerale. Come pre-
visto in questi casi, sarebbe stato il Comune a farsi carico della semplice ma dignitosa sepoltura al cimitero cittadino. La notizia della sua scomparsa era tuttavia arrivata alla parrocchia di Santa Maria della Pieve, dove Francesco, pur nella sua riservatezza, aveva trovato qualche volto amico. Il parroco, don Daniele Vettor, che insieme al predecessore don Paolo lo aveva seguito spiritualmente, aveva subito lanciato un appello alla comunità: “Francesco era solo, ma qui aveva qualche amico. Si confessava e riceveva l’Eucaristia. Ho chiesto a tutti di aiutarmi a dargli dignità almeno alla fine della sua vita terrena”.
Il messaggio aveva commosso molti parrocchiani, che si erano mobilitati per garantirgli un addio vero, partecipato, nel segno della Fede. Ad annunciarne i funerali “gli amici e quanti lo hanno conosciuto”, come si legge nell’epigrafe, quasi a restituirgli quella famiglia che la vita non gli aveva mai dato. Le esequie si sono celebrate venerdì 28 novembre alle 1 5 nella “sua” Pieve, con il corteo che si è poi diretto al cimitero di Castelfranco per la sepoltura. Un gesto semplice, ma capace di restituire dignità a un uomo che, pur avendo camminato spesso da solo, non era stato lasciato solo nel suo ultimo viaggio. (l.s.)




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CORTINA D’AMPEZZO, BELLUNO













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Silvia Canton: l’artista che racconta le ferite del bosco
C’è un filo che unisce le montagne del Nord-Est alle calli veneziane: un filo fatto di storia, di legno e di fragilità ambientale. È lo stesso filo che attraversa la ricerca artistica di Silvia Canton, protagonista della mostra L’amore finisce dove finisce l’erba. Dopo Vaia, il bostrico tipografo, che fino al 3 gennaio proseguirà nella prestigiosa Sala del Camino della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Curata da Martina Cavallarin con Antonio Caruso e organizzata da Techne Art Service, la mostra nasce da un’urgenza reale: rendere visibile, attraverso l’arte, l’impatto devastante che gli eventi climatici estremi stanno lasciando sui boschi del Nord-Est. Un contesto drammatico che trova eco già nel titolo, preso in prestito dai Versicoli quasi ecologici di Giorgio Caproni: “L’amore finisce dove finisce l’erba”: finisce là dove la foresta si assottiglia, dove l’equilibrio degli ecosistemi vacilla, dove la montagna respira a fatica.
La tempesta Vaia del 2018 ha lasciato dietro di sé una scia di
alberi abbattuti, provocando ferite che non si sono mai rimarginate. Su quel legno indebolito ha attecchito il bostrico tipografo, un insetto autoctono che, complice l’aumento delle temperature, ha trovato terreno fertile per un’infestazione senza precedenti. Un tempo regolatore degli ecosistemi, oggi è diventato un vero e proprio flagello per le nostre foreste. Le sue minuscole gallerie, che solcano la corteccia e affondano nel legno dell’abete rosso, sono diventate la trama dolorosa delle opere di Canton. L’artista si addentra nei boschi feriti, dove raccoglie cortecce e legni infestati, li disinfesta e li consolida con cura artistica. Non ne modifica la forma: li rispetta, li ascolta. Materiali fragili, destinati a decomporsi, trovano così nell’opera una nuova vita, diventando memoria viva di una ferita ancora aperta. A raccontarla sono le fitte trame scavate dal bostrico, emblema di un grido silenzioso che chiede di essere ascoltato. La mostra veneziana, sostenuta da importanti patrocini – tra cui Fondazione


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Dolomiti UNESCO, Università degli Studi di Padova, i Dipartimenti DAFNAE e TESAF e Città Metropolitana di Venezia – è il cuore di un progetto più ampio che intreccia arte, ambiente e ricerca scientifica. Accanto alle opere, l’esposizione è arricchita da contributi scientifici e divulgativi di studiosi e ricercatori, tra cui Emanuele Lingua, Massimo Faccoli e Raffaele Cavalli, oltre ai testi di Luigi Torreggiani e Pietro Lacasella, autori del volume Sottocorteccia – Un viaggio tra i bo-



schi che cambiano, che offrono al pubblico un ulteriore livello di lettura. Il visitatore è accompagnato in un percorso che va dalle nuove tecnologie per il monitoraggio del bostrico alle immagini satellitari, dalle trappole intelligenti per il controllo degli insetti agli studi sul legame tra cambiamento climatico e proliferazione dei parassiti.
Arte e scienza dialogano insieme, con l’obiettivo di offrire alla collettività una chiave di lettura dei cambiamenti ambientali in atto, invitando alla riflessione.








La carriera di Silvia Canton, già nota per la ricerca sul riciclo del sughero e per la personale Il Fiore del Deserto ai Musei Civici di Treviso, trova in questo lavoro una maturità nuova. Le sue opere diventano totem contemporanei: raccontano di catastrofi annunciate, di una natura ridotta allo stremo, degli effetti collaterali di un fare umano diventato ormai insostenibile. È il ritratto di un’epoca dagli equilibri fragili, che impone scelte etiche e responsabili.
Ma sono anche un invito alla resistenza: la ferita è aperta, ma la promessa del cambiamento non deve mancare. E l’arte diventa lo strumento più potente per raccontarla.
Canton vive e lavora a Castelfranco Veneto, ma il suo sguardo è rivolto ai boschi del NordEst e alle loro cicatrici. “Come potrebbe tornare a essere bella, scomparso l’uomo, la terra?” si chiedeva Caproni. Silvia Canton, con il suo lavoro, rilancia la domanda: come possiamo fare in modo che la terra resti bella mentre l’uomo c’è ancora?
Giulia Turato














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Questo Natale, al tuo menù ci pensiamo noi!

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Il primo charity festival italiano si sposterà all’ex Dogana di Treviso
“Aperyshow di quest’anno ha radunato oltre 300 artisti - tra deejay, cantanti, gruppi live e performer – un pubblico di 170mila persone e devoluto 151.500 euro in beneficienza: numeri che ne certificano la costante crescita e che richiedono spazi sempre più grandi - spiega Riccardo Checchin, event manager di Aperyshow - Adesso si apre una nuova fase del nostro festival e siamo entusiasti di poter annunciare la nostra nuova casa, l’ex Dogana di Treviso. In questo momento ci preme innanzitutto ringraziare le Amministrazioni e gli enti pubblici che in questi anni ci hanno accompagnato passo dopo passo, in particolare la Regione Veneto ed il Comune di Treviso nella persona del sindaco Mario Conte per aver accolto Aperyshow 2026 in un’area funzionale ai grandi eventi di oltre 50mila metri quadrati, con la possibilità di due stage musicali. Proseguiamo così la nostra missione di unire le persone grazie alla forza della musica, con progetti e iniziative a sostegno del

mondo della disabilità, della ricerca oncologica e dell’inclusione sociale”.
“Siamo davvero felici di accogliere Aperyshow Charity Event a Treviso, in una location speciale come l’ex Dogana. È un appuntamento che anche in altre città ha avuto un grande successo e il fatto che oggi approdi qui conferma quanto la nostra Città sia una meta di forte richiamo, capace di attrarre eventi, persone ed energie nuove - parole del Sinda-
co di Treviso Mario Conte - Questa manifestazione porta musica, divertimento, voglia di stare insieme e soprattutto un grande messaggio di solidarietà. Per noi è un’occasione per dare ulteriore dinamismo al nostro contesto e creare momenti in cui la comunità possa ritrovarsi e vivere emozioni positive. Ringrazio gli organizzatori per aver dimostrato fin da subito grande interesse nei confronti di Treviso, una città che ha voglia di musica e di grandi
eventi”. Chiusura degli impianti sportivi nelle giornate di 24 e 31 dicembre 2025 e degli uffici comunali nelle giornate di 2 e 5 gennaio 2026
Il comune di Treviso comunica una serie di chiusure dei servizi pubblci per il periodo delle festività.
Il Sindaco ha disposto:
1) la chiusura di tutti le strutture/servizi/uffici comunali per il giorno venerdì 2 gennaio 2026, ad eccezione di quelli di seguito indicati:
Polizia Locale - viene garantita l’operatività sul territorio dei servizi essenziali;
• Musei civici, Biblioteca BRaT, Biblioteca Zanzotto;
• Settore Lavori Pubblici e Infrastrutture - viene garantito il servizio di reperibilità infrastrutture e immobili;
• alcuni uffici appartenenti all’U.O. “Assistenza Sociale” e al “Supporto amministrativo sociale territoriale” ubicati nella sede di Viale Vittorio Veneto;
• ufficio dello stato civile - solo per il ricevimento delle denunce
di morte e adempimenti improrogabili;
2) la chiusura di tutti le strutture/servizi/uffici comunali per il giorno lunedì 5 gennaio 2026, ad eccezione di quelli di seguito indicati:
• Polizia Locale - viene garantita l’operatività sul territorio dei servizi essenziali;
• Musei civici, Biblioteca Comisso, Biblioteca BRaT, Biblioteca Zanzotto, Biblioteca di quartiere S. Antonino;
• Settore Lavori Pubblici e Infrastrutture - viene garantito il servizio di reperibilità infrastrutture e immobili;
• alcuni uffici appartenenti all’U.O. “Assistenza Sociale” e al “Supporto amministrativo sociale territoriale” ubicati nella sede di Viale Vittorio Veneto;
• ufficio dello stato civile- solo per il ricevimento delle denunce di morte e adempimenti improrogabili;
3) la chiusura degli impianti sportivi comunali nelle giornate di mercoledì 24 dicembre 2025 e mercoledì 31 dicembre 2025.
Treviso ospita il primo Corso di Alta Formazione in Direzione d’Orchestra
Treviso si prepara ad accogliere un’iniziativa di grande prestigio nel panorama musicale nazionale: il Conservatorio di Musica “Agostino Steffani” organizza, per la prima volta in città, un Corso di Alta Formazione in direzione d’orchestra. Le lezioni si svolgeranno da dicembre 2025 a maggio
2026 presso l’Istituto musicale “Francesco Manzato” e saranno tenute dal celebre direttore d’orchestra Giancarlo Andretta. Il corso prevede dieci incontri dedicati all’approfondimento della tecnica direttoriale, all’analisi delle partiture e allo studio del repertorio sinfonico e lirico, da Haydn e Beethoven a Schu-




bert e Stravinskij, con esercitazioni pratiche anche con solisti. Al termine del percorso, i partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione.
«Con questa iniziativa vogliamo rafforzare il legame con la città e offrire percorsi di alta formazione per professionisti», spiega Paolo Troncon, direttore
del Conservatorio. Giancarlo Andretta vanta una carriera internazionale di rilievo: è stato direttore principale e consulente artistico di numerosi teatri d’opera in Europa, primo direttore ospite di importanti orchestre sinfoniche e allievo di maestri come Otmar Suitner e Harald Goertz.
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N ata nel 2002 come una piccola associazione dedicata al karate, Sport Target è diventata in 23 anni una delle realtà sportive più dinamiche e strutturate del territorio di Castelfranco. Un progetto guidato dalla visione di Niki Mardegan, che l’ha fondato e che, mattone dopo mattone, l’ha trasformato in una vera “casa dello sport”. Oggi Sport Target conta oltre 1.600 tesserati l’anno, un centro fitness con 800-900 iscritti, un settore karate

che coinvolge circa 200 praticanti tra giovani e adulti e un ricco ventaglio di attività per l’infanzia e l’adolescenza: corsi multisport, centri estivi, programmi di avviamento e laboratori motori. Il settore giovanile, da solo, supera 400 iscrizioni ogni anno. L’anima dell’iniziativa resta la formazione: l’idea è quella di far comprendere ad ognuno quale possa essere la propria via nel mondo dello sport: per otto mesi l’anno i più giovani possono cimentarsi in discipline diverse, guidati da istruttori qualificati, regolarmente tesserati alle federazioni nazionali e costantemente aggiornati. L’obiettivo è quello di sviluppare il massimo potenziale motorio e umano di ogni persona. L’attività agonistica rappresenta un pilastro della società. Nel tempo Sport Target ha formato atleti di livello nazio-
nale e internazionale. Tra questi spiccano Mattia Busato, protagonista alle Olimpiadi di Tokyo nel karate, e Alvise Toniolo, campione italiano assoluto di karate. Ma il risultato più grande, forse, è un altro: un giovane atleta con disabilità sta intraprendendo il percorso per diventare cintura nera. Un traguardo che varrebbe più di mille medaglie.
Sport Target guarda lontano e oggi sta ampliando il proprio impegno con un importante progetto in ambito medicale. L’obiettivo è fornire un supporto completo agli atleti e a chiunque voglia stare meglio: dalla fisioterapia, alla medicina e alla psicologia dello sport, fino all’aspetto nutrizionale: la realtà di Castelfranco prova a mettere tutto a disposizione dei propri tesserati offrendo un supporto a 360 gradi per ogni necessità. La

società ha introdotto inoltre la figura del Responsabile del Safeguarding, pronto ad ascoltare e intervenire ogni volta che un giovane, un adulto o un atleta si senta a disagio, discriminato o semplicemente non tutelato. Perché, prima di tutto, Sport Target vuole essere comunità: un luogo dove crescere, condividere, superare i momenti difficili e celebrare quelli più belli. L’obiettivo è continuare a seguire sempre più atleti, ampliare i servizi e mantenere quel valore fondamentale che ha reso Sport Target ciò che è: un progetto dedicato a far emergere le potenzialità di ognuno, senza escludere nessuno.
Dimitri Lago, il tuttofare dei Cavaliers: “Questo sport mi ha cambiato la vita”
C’è una figura che racchiude l’anima dei Cavaliers Castelfranco Veneto, attuali campioni d’Italia. È Dimitri Lago, uno dei protagonisti dell’impresa della passata stagione. Giocatore, coach degli special team, preparatore atletico e osteopata. Una vita intera dedicata agli stessi colori.
“Questa è una grande famiglia, sto vivendo una grande avventura qui”, racconta con un sorriso. “Ho iniziato a giocare a 16 anni. Il football ha avuto un impatto enorme su di me. Mi ha aperto mondi nuovi, ha condizionato le mie scelte,
mi ha cambiato la vita. E coronare tutto con la vittoria del titolo… è stato un sogno”.
In campo Dimitri è un cornerback, uno dei ruoli più delicati della difesa: “l’estremo baluardo” contro i passaggi avversari. Ma quando la partita rallenta per un piazzato, allora il suo mondo cambia. “Gli special team sono solo una piccola parte del football, ma si tratta di un ruolo decisivo. Lì divento coach: scelgo lo schema, gestisco il tipo di calcio, penso alla strategia giusta”. Il percorso universitario in Scienze Motorie lo ha portato





a diventare preparatore atletico e la passione per il corpo umano lo ha guidato poi verso l’osteopatia. “Quando inizia la partita sono un giocatore al servizio della squadra. Ma in altri momenti vesto altri ruoli prendendomi cura dell’aspetto atletico dei miei compagni e non solo”. Ma tornando a parlare di campo, qual è stata la chiave del successo dei Cavaliers? “L’anno scorso ha contato l’esperienza, la capacità di non mollare nemmeno quando sembrava impossibile, la gestione delle energie. E soprattutto il desiderio. Dopo tre semifinali
perse avevamo fame, una fame che non poteva essere fermata da nessuno”.
23 anni dopo, il messaggio è lo stesso del primo giorno: lo sport cambia le persone e la società di Castelfranco vuole continuare su questa via.
progetto Cavaliers con la voglia di far sognare ancora Castelfranco. (s.p.)
Ora, con lo scudetto sul petto, la domanda è inevitabile: cosa aspettarsi dalla nuova stagione? Lago non ha dubbi: “Quando vinci, la sfida è ripetersi. Devi tornare in finale e giocartela. Questa è la nostra ambizione”. E poi ci sono gli obiettivi che guardano al futuro: “Voglio dare continuità a questo sport che per me è stato così importante. Voglio trasmettere ai giovani quello che ho ricevuto”.
Dimitri Lago: uno dei simboli del





















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NATALE A PADOVA






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SOTTO UN CIELO DI MERAVIGLIE





























Imprese, sanità, giovani
Il terzo tema che la Giunta Stefani è chiamato a prendere di petto è certamente quello dei giovani: dal Veneto ogni anno se ne vanno in molti, non solo all’estero ma anche verso Lombardia e soprattutto Emilia Romagna. Tra i fattori che producono questa emigrazione sembra esserci la scarsa vitalità del nostro territorio in termini sociali, occupazionali e di “prospettiva”. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi non riconoscono nel Veneto la possibilità di crescere, di cambiare, di essere al passo
segue da pag. 1
e ambiente: le sfide che attendono Stefani
con la modernità e la velocità del tempo. Vero o falso che sia questo, in buona sostanza, è quello che rispondono quando li si interroga nel tentativo di analizzare le motivazioni alla base di questa “fuga” e, nel contempo, quando si cerca di capire perché in Veneto non arrivino giovani da altre regioni o stati europei in numero sensibili. Il quarto dossier urgente sul tavolo è quello ambientale. Il Veneto, per la propria posizione geografica, si trova in una delle aree con l’aria peggiore d’Europa. A questo
Il presidente eletto. Sociale, sanità e lavoro fra i temi
Stefani: “Giunta prima di Natale, gli assessori non faranno politica”
Incassata la netta vittoria alle urne, il presidente neo eletto della Regione Alberto Stefani si è subito messo al lavoro sulla composizione della squadra di governo che, come ha ribadito in più occasioni, sarà messa a punto prima di Natale. Sul toto-assessori, Stefani assicura che terrà conto dell’accordo pre elettorale di coalizione - cinque assessorati per Fratelli d’Italia, quattro per la Lega e uno per Forza Italia - ma l’aspetto più importante sarà quello della competenza specifica. “Una cosa che chiederò agli assessori sarà quella di non occuparsi di dinamiche politiche. - afferma - Chi entra in giunta farà l’assessore al cento per cento e si occuperà cento per cento della propria area di competenza, non di beghe politiche. Servono persone che conoscano il tema di riferimento e che possibilmente abbiano fatto anche il sindaco, un passaggio fondamentale che richiama anche l’importanza di rispondere ai cittadini. Sceglierò in base a questo, anche se in accordo con le segreterie di partito. Terrò per me invece la delega ai giovani”. Di fronte al successo elettorale Stefani prende un impegno preciso: “Chi fa politica deve rispondere delle proprie idee e delle proposte fatte. Abbiamo messo al centro della nostra agenda politica il tema del sociale, della sanità, del lavoro; l’abbiamo fatto con coraggio, tenendo conto di alcuni trend importanti che avremo davanti e abbiamo fatto sì che questi temi diventassero la parte centrale della nostra agenda amministrativa, del nostro programma”.
Sul fronte sanitario ha ribadito un concetto: “La priorità è e sempre dovrà essere la sanità pubblica, in quanto

diritto inalienabile dei cittadini. L’integrazione tra le due è inevitabile, ma la gerarchia non deve cambiare. In Veneto abbiamo il record negativo di accessi impropri al Pronto Soccorso e questo deve cambiare, perché si rischia di non poter gestire le vere emergenze. Alcune Ulss hanno già attivato dei percorsi di telemedicina per le pratiche meno urgenti (attraverso i numeri di assistenza 116 e 117) e intendo replicare questo modello su tutto il territorio regionale”. Per il mondo lavoro il governatore guarda ad una forte integrazione degli istituti di formazione professionale tecnica con le imprese, perché entro il 2030 mancheranno in Veneto 280mila lavoratori qualificati. Inoltre c’è la proposta di un tavolo anti burocrazia per agevolare le aziende. Quanto alle infrastrutture spicca la nuova holding autostradale entro il 2026, per riunire le attuali società del Triveneto e affrontare anche la questione Pedemontana. Sull’addizionale Irpef si deciderà in un secondo momento. Infine una promessa: “Farò il possibile per diventare il rappresentante di tutti i Veneti, anche quelli che non mi hanno votato”. (n.s.)
Il
si sommano i fenomeni, sempre più violenti, determinati dal cambiamento climatico che, trovando un terreno fortemente impermeabilizzato dalla grande cementificazione di tutti questi anni, producono gravi danni. Mentre ci si interroga, anche in modo un po’ morboso, su cosa farà Luca Zaia in futuro, il presidente Alberto Stefani sembra essere già al lavoro consapevole che il Veneto, oggi più che in altri momenti, deve ritrovare la forza per correre.
centronistra. Giovanni Manildo rivendica il risultato
“Il Veneto vuole l’alternativa”
Giovanni Manildo guardando al risultato elettorale sottolinea come i voti ottenuti segnino una svolta per lo schieramento progressista in Veneto. “Dopo anni di arretramento siamo risaliti, è la conferma che in Veneto c’è una parte del Paese che non si rassegna, che vuole un’alternativa, che crede in una politica capace di ascoltare e proporre”. Il candidato del centrosinistra sottolinea il frutto di un lavoro “serio e paziente”, costruito in oltre 120 giorni di campagna elettorale attraverso incontri, ascolto e la definizione condivisa di un programma basato su sette priorità. “Dopo quindici anni di arretramento – osserva – il centrosinistra rischiava la marginalizzazione. Oggi invece ritrova
spazio, voce e credibilità. Abbiamo piantato il chiodo decisamente più in alto”. Valutato positivamente, poi, il risultato ottenuto in città chiave come Padova e Venezia, dove la coalizione di centrosinistra si è imposta sugli avversari. Manildo non ignora però la forte astensione, ulteriore campanello d’allarme per la democrazia regionale che non va sottovalutato né ignorato: “L’affluenza in calo ci preoccupa e dovrebbe interrogare tutta la politica”. Secondo l’ex sindaco di Treviso, il voto conferma che i temi messi al centro della campagna – sanità pubblica, lavoro dignitoso, ambiente, casa, opportunità per i giovani – intercettano una domanda crescente nella società veneta. “Da qui si riparte, con

ancora più convinzione”, sottolinea. Il candidato racconta anche di aver chiamato il neo presidente Stefani per un augurio personale di buon lavoro. “Un gesto doveroso – spiega – ma il nostro impegno non finisce qui. Inizia ora un percorso più ampio: il Veneto ha bisogno di un’opposizione seria, costruttiva e determinata, e ha bisogno di una visione diversa. Noi ci saremo, ogni giorno, per dare voce a chi non ce l’ha”.
La sorpresa. “Resistere Veneto” raccoglie il 5,13%
Szumski esulta: “Abbiamo fatto l’impresa”
“R
esistere Veneto” entra in Regione con due consiglieri, risultato sopra le aspettative per la lista di Riccardo Szumski che supera il 5% con oltre 69 mila voti. L’ex sindaco di Santa Lucia di Piave definisce il traguardo raggiunto “un’impresa”. “Eravamo partiti con pochi mezzi ma tanta volontà e siamo riusciti a raccogliere 30mila firme. Da quel momento abbiamo capito che qualcosa si stava muovendo. L’arrivo dei volontari ha generato un entusiasmo crescente”. Il leader di Resistere Veneto guarda già all’attività in Consiglio regionale e illustra le
priorità del suo programma: “Ci batteremo per una sanità più vicina alle persone, dove i medici possano curare senza pensare solo ai risparmi. Ci occuperemo della montagna, del territorio e proporremo una moneta veneta basata su un credito Irpef trasformato in digitale. Sul tema dell’addizionale Irpef faremo una campagna forte per coinvolgere la popolazione che ha votato per l’autonomia”. Guardando al futuro non nasconde le difficoltà e così si rivolge ai propri sostenitori: “La partita sarà durissima, certo, ma noi scendiamo in campo. E la gio-

cheremo fino all’ultimo minuto, con la stessa passione che avete dimostrato ogni giorno. «Le grandi cose non si fanno da soli, e non si fanno per caso: si fanno insieme». Mai come oggi, queste parole descrivono ciò che abbiamo vissuto”.
Alla maggioranza 34 seggi,
Lega primo partito, seguono Pd e Fratelli

















































































Il commento. L’assemblea generale con 2200 invitati al Centro Congressi in Fiera
Confindustria chiede attenzione al Governo ma non c’è traccia di autocritica né di contenuti
Nella sua relazione la presidente Paola Carron lamenta una “lenta perdita di competitività” e sottolinea il rischio “di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione”
“Sostenere l’industria significa sostenere l’Italia”. Ecco la frase più applaudita della relazione durata 26 minuti con cui Paola Carron ha inanellato una serie di lagnanze, qualche luogo comune come quello appunto virgolettato qui sopra e zero ricette. Un altro zero va alla autocritica: “buona parte della politica italiana guarda all’industria con diffidenza”. Ci chiediamo il perché? No. Paola Carron spiega che c’è stata “una lenta perdita di competitività”.
“Parla sulla liberazione di energie, puntare sui giovani, sulle donne” parole che riecheggiano dai comizietti di Landini a quelli della Schlein e crediamo anche in quelli di Szumski o Rizzo nelle stesse ore. “E’ una scelta casuale” disse la presidente Paola Carron a chi le chiedeva come mai l’assemblea a
poche ore dal voto in Veneto. C’era la stessa probabilità di beccare un numero secco alla roulette ma facciamo finta di credere che la Confindustria giochi a dadi. E’ uscito il numero per Paola Carron perché non si sa davvero immaginare cosa avrebbero potuto titolare i poveri cronisti se non “Confindustria Veneto Est sferza la politica, c’è una questione settentrionale”.
Chi scrive ha ascoltato tre volte il video disponibile sul sito di Confindustria. A parte la “visione di città di città” che sembra il titolo di una filastrocca di Gianni Rodari, rimane ben poco di profondo. Sarà per la lettura monocorde del gobbo digitale, sarà perché la luce azzurrina soffusa avrà mietuto chissà quante vittime tra i 2200 stanchi imprenditori e funzionari di Confindustria comandati a par-



tecipare all’assemblea di struttura, ma, come recitava l’immortale Califano, “tutto il resto è noia” o qualcosa di poco distante. Giova ricordare l’occasione persa. All’assemblea annuale dalla bocciofila in su, il presidente prima di lagnarsi di ciò che non hanno fatto gli altri, di solito elenca cosa ha fatto lui assieme ai suoi collaboratori. Non c’è traccia di questo bilancio nei 26

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minuti di lettura del discorso della presidente. Ritorneremo fiduciosi l’anno prossimo.
“Rischiamo di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione” dice Paola Carron rivolgendosi al proprio presidente nazionale Orsini. “Attendiamo dal Governo il segnale di una volontà del Governo di agire qui ed ora”. Strano sarebbe che il Governo vo-

lesse invece dare il segnale di voler agire altrove e l’anno scorso. Insomma la rifondazione luogocomunista potrà valere sotto elezioni, sia per i candidati che per i presidenti. Poi a chi verrà dopo di noi il compito di porre sul piano storico il peso di un discorso che dopo tre volte strappa al massimo uno sbadiglio. Alberto Gottardo





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Il personaggio
La classifica. Dicembre è tempo di bilanci, ma anche di regali. Ecco i nostri personalissimi consigli di lettura
Libri e fumetti “Made in Veneto, la Top 10 del 2025
Questo 2025 che sta per concludersi ci ha regalato tantissime opere firmate da autori ed autrici venete. Libri, fumetti, storie in cui perdersi e ritrovarsi e, soprattutto, con cui cercare di interpretare meglio un presente sempre più complesso e sfuggente. La letteratura, scritta o disegnata, resta infatti una bussola imprescindibile per capire la modernità, proprio grazie ai suoi tempi lenti che ci costringono a pensare, a ritornare indietro sulle pagine appena sfogliate, ad attivare sinapsi apparentemente dimenticate.
Come sempre a dicembre quindi vi propongo la mia personalissima Top10 dei libri e dei fumetti “Made in Veneto” pubblicati quest’anno, che è anche un’ottima “lista regalo” per il Natale che si avvicina. Ovviamente i titoli sono in ordine sparso, non ci sono primi o secondi in questa Top10 che vuole essere anche un invito a esplorare le diverse sfaccettature della produzione culturale della nostra regione che, alla faccia dei tanti lamentosi, riesce sempre a sorprendere.
Thrillerone.
NIENTE SUCCEDE PER CASO
Stefano Tamiazzo (Toshokan)
In un devastato mondo del futuro, dove le classi agiate vivono su una sorta di isola volante e i poveracci su una superficie ormai compromessa, si è sviluppata una forte diffidenza nei confronti della tecnologia, considerata responsabile della catastrofe.
L’ex maggiore

Hara si nasconde tra la popolazione comune e ripara resti di robot, ma i soldati gli danno la caccia. Un fumetto meraviglioso impreziosito da due storie brevi, disegni preparatori, illustrazioni a colori, approfondimenti e un’intervista all’autore. Un fumetto bello bello bello in modo assurdo. Fumettazzo.
LA GHENGA DEGLI STORTI, Fulvio Luna Romero (Marsilio Editori)
CHEO TALES, di Emanuele Apostolidis, Francesco Bellu e Federico Gardin (Beccogiallo edizioni)
Appena arrivata a Polis, dove l’archeologia è vietata, Dafne si ritrova con un amuleto misterioso lasciatole dal padre, scomparso anni prima. Insieme a Greta e Perry, scoprirà che nei sotterranei della città si cela un mondo nascosto di enigmi, miti... e un Oracolo pronto a guidarli contro i Titani. Perché certi miti non sono scomparsi. Sono solo in attesa... di essere risvegliati. Una storia fantastica per riscoprire il mito e le nostre radici. Avventuroso.
UNA FORESTA DI SCIMMIE, Andrea Pennacchi (Marsilio)
vorzio e nuove partenze, il viaggio sull’Orient Express segna la svolta che la porterà verso il successo. Un fumetto che vale quanto un viaggio sul leggendario Orient Express (ma costa molto meno). Misterioso.
DIVERSAMENTE SOLE, Francesca Chiesa (Edizioni Open)
LA CONGIURA DELLE VIPERE, Matteo Strukul (Newton Compton) Venezia, Seicento. I pirati Uscocchi minacciano la Serenissima mentre un giustiziere mascherato, lo Spettro di Venezia, colpisce nell’ombra. Tra complotti politici, una giovane profumiera in ascesa e l’enigmatica Invelenada, si intrecciano vendette e misteri attorno alla vera identità dello Spettro. Un romanzo storico che è più appassionante di una serie Netflix.


Andrea Rasic vive una vita normale a Gorizia, finché un’imboscata rivela le abilità letali del suo passato da Husky, membro della “ghenga degli storti”. Costretto alla fuga, riemergono i ricordi di un Veneto degli anni OttantaDuemila fatto di violenza, ambizioni e traffici. Braccato, Rasic cerca di capire chi lo vuole morto e perché. Praticamente “C’era una volta in Veneto” (e scusate se è poco). Criminale.
IL MITO DEL MINOTAURO. AR-




Will incontra a Venezia Shylock e Tubal, scoprendo ebrei reali e complessi, lontani dagli stereotipi dell’Inghilterra. Ma la faccenda della «libbra di carne» e la morte di Antonio complicano tutto. Andrea Pennacchi segue Will alle origini de Il mercante di Venezia, mescolando fantasia, storia e teatro in un racconto sulle radici del Bardo. Perché Andrea Pennacchi non è solo un ottimo attore, ma un vero cantastorie. Sorprendente.
AGATHA CHRISTIE. LA REGINA DEL GIALLO, Michele Botton e Angela Sancono (Beccogiallo)
Agatha Christie cresce in una famiglia benestante e sfida da subito le convenzioni, imparando a leggere da sola. Dopo un primo percorso musicale e il matrimonio con Archibald Christie, scopre la scrittura e si fa spazio nel romanzo poliziesco dominato dagli uomini. Tra lutti, di-





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Un libro scomodo ma prezioso: non racconta storie a lieto fine, anzi, le storie che racconta appartengono al genere di quelle che non finiscono mai. Di tutte, una soltanto si risolve in una speranza di serenità. Delle altre si può solo dire che offrono un’unica amara rassicurazione: si svolgono in una realtà molto lontana dalla nostra. Un libro importante per provare a capire che non esiste solo l’Occidente. Doloroso.
IL VALORE DELLE COSE, Serena Cappellozza (Sellerio)
La detective Mirna Pagani, lavora in Laguna, all’ombra di Venezia e, pur essendo alle prese con una vita familiare al collasso, in questa sua prima apparizione letteraria è messa subito alla prova con un’indagine impossibile.

Un giallo classico che sarebbe perfetto per una serie tv. Giallazzo.
LA NOTTE HA IL SUO PROFUMO
Marco Azzalini (Laurana)
Un’indagine in una città che non riesce a liberarsi del suo passato,




un gruppo di amici legati da un segreto indicibile, una canzone indimenticata, un amore spezzato, in una tensione crescente e ineluttabile che condurrà a un epilogo amaro e sorprendente, dove niente e nessuno sarà risparmiato. Un romanzo che lascia il segno e che racconta una città che ha paura di raccontarsi. Stordente.
A ESEQUIE AVVENUTE, Massimo Carlotto (Einaudi Stile Libero)
In un inverno gelido del Nordest, l’Alligatore indaga sul rapimento di una donna che non viene liberata nemmeno dopo il pagamento del riscatto. Con Max la Memoria e Beniamino Rossini cerca la verità contro chi vuole insabbiare tutto. Un romanzo doloroso che riporta sulle scene un personaggio letterario che ha fatto la storia del noir. Gigantesco.

Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.









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Sostenibilità.
Despar Nord, l’impegno per la biodiversità cresce insieme ai territori
Difendere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori: per questo Despar Nord porta avanti iniziative concrete come le Case delle Api, il Bosco Diffuso e attività educative che coinvolgono scuole e realtà locali in un impegno continuativo
La tutela della biodiversità è una delle sfide decisive per la sostenibilità ambientale e Despar Nord ha scelto di contribuire con progetti concreti, continuativi e realizzati coinvolgendo i territori e le comunità in cui è presente attraverso progetti educativi, iniziative e interventi dedicati alla tutela e alla rigenerazione degli ecosistemi. Un impegno che si inserisce nel più ampio percorso di sostenibilità dell’Insegna dell’Abete e che prosegue in sinergia con le iniziative già avviate anche insieme al Consorzio Despar Italia, di cui l’azienda fa parte.
T ra le iniziative più significative portate avanti da Despar Nord, insieme al Consorzio Despar Italia, spiccano i progetti “Case delle Api Despar” e “Il Bosco Diffuso Despar” realizzati in partnership con PlanBee. In particolare “Case delle Api” è un’iniziativa nata nel 2025 con l’obiettivo di promuovere la biodiversità e contribuire concretamente a proteggere le api, insetti fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi grazie al loro
ruolo di principali impollinatori. Le attività degli alveari sono monitorate da apicoltori professionisti, che garantiscono il benessere delle colonie e forniscono aggiornamenti periodici sul loro stato di salute. Nei territori di Despar Nord le arnie sono state collocate a Codemondo di Reggio Emilia grazie alla collaborazione tra Despar Nord e l’Associazione Api Libere che ha messo a disposizione alcuni terreni di proprietà per ospitare i nuovi alveari collocati in una zona selezionata per il suo impatto positivo alla flora locale. Il legame con il territorio passa anche attraverso il Bosco Diffuso Despar, iniziativa nazionale avviata nel 2023, alla quale Despar Nord partecipa attivamente. Dopo i 400 alberi piantati tra Veneto ed Emilia-Romagna nelle prime due edizioni del programma, quest’anno l’azienda ha messo a dimora 250 nuovi alberi, presso i terreni di Feeducia, microazienda che pratica agricoltura rigenerativa a Colle Umberto in provincia di Treviso. Salici, querce, noccioli, ontani e acacie sono stati

piantati in una zona di infiltrazione dell’acqua, così da ridurre il rischio di detriti su proprietà confinanti, ricaricare la falda freatica da cui si attinge con il pozzo, proteggere il suolo e migliorare il ciclo dei nutrienti. A conferma dell’obiettivo sociale e di promozione della consapevolezza sui temi della sostenibilità e della tutela ambientale, il progetto ha visto la partecipazione degli alunni della scuola primaria “Giovanni Pascoli” di Colle Umberto che hanno preso parte alla
piantumazione. I nuovi alberi vanno così ad ingrandire la superficie del “Bosco Diffuso Despar” sui territori di riferimento dell’azienda dell’Abete, portando così a 650 gli alberi che compongono la superficie del Bosco Diffuso Despar.. A conferma del proprio impegno, l’azienda ha inoltre rinnovato per il 2025 anche il progetto di riforestazione sostenuto insieme a WOWnature attraverso le linee a marchio Econvivo e Verde Vera e ha inoltre dato vita al progetto
“Alla scoperta della biodiversità”, che ha visto l’avvio del primo laboratorio didattico presso l’azienda agricola trevigiana Moretto Farm coinvolgendo anche una scuola del territorio. Un mosaico di azioni, diverse ma complementari, che raccontano una visione condivisa: proteggere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori e delle comunità che li abitano. Despar Nord ha scelto di farlo, ogni giorno, insieme a chi quei territori li vive.
Al via il primo laboratorio didattico sulla biodiversità con Moretto Farm
Si è concluso giovedì 27 novembre, all’Interspar di Montebelluna, il primo laboratorio didattico sulla biodiversità promosso da Despar Nord. Il progetto ha coinvolto 38 alunni delle classi terze della scuola primaria “Ugo Foscolo” di San Gaetano – Montebelluna (TV) ed è stato sviluppato con Moretto Farm,
innovativa realtà agricola trevigiana specializzata in acquaponica e apicoltura sostenibile. Il percorso è iniziato il 4 novembre con la visita alla serra acquaponica dell’azienda agricola e alle sue arnie, in un ambiente pensato per sostenere le api e garantire loro fonti di nettare anche in momenti di scarsità, e ha

permesso agli alunni di approfondire i temi della biodiversità, dell’apicoltura, dell’acquaponica e del ruolo fondamentale delle api negli ecosistemi. Durante l’evento conclusivo all’Interspar di Montebelluna, i piccoli alunni sono diventati protagonisti presentando disegni e lavori ispirati alla visita e completando il percorso con un viaggio tra gli scaffali dedicato alla filiera del miele osservata in azienda. I loro disegni, che raccontano con freschezza e creatività quanto vissuto durante il laboratorio, sono poi stati esposti in una piccola mostra allestita in negozio, per essere condivisi con l’intera comunità e valorizzare il loro impegno. Moretto Farm, fondata da giovani imprenditori è oggi un esempio virtuoso di economia circolare e tutela della biodiversità grazie a produzioni di qualità e prive di chimica. La col-

laborazione con Despar Nord rientra nel progetto “Sapori del Territorio”, che valorizza le eccellenze agricole locali e microlocali. Questo primo laboratorio rappresenta solo l’inizio: nel 2026 Despar Nord
prevede infatti nuove attività con altre scuole e produttori del territorio, per diffondere una cultura ambientale che unisca innovazione, responsabilità e forte radicamento territoriale.







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SUEM potenzia la flotta:
consegnate tre nuove ambulanze, una quarta in arrivo
Il SUEM 118 della Provincia di Treviso rinnova e potenzia il proprio parco mezzi. Nei giorni scorsi sono state consegnate tre nuove ambulanze, mentre un quarto mezzo è atteso a breve. Si tratta dei veicoli compresi nell’ultimo lotto della gara bandita da Azienda Zero, destinati a sostituire progressivamente le ambulanze più datate e a migliorare la qualità dei soccorsi.
I nuovi mezzi, allestiti su MAN TGE turbodiesel da 2.000 cc e 177 cavalli, sono dotati di strumentazione elettromedicale di ultima generazione. Una configurazione pensata per garantire interventi ancora più efficaci e un trasporto sanitario più confortevole per i pazienti.
«L’arrivo delle nuove ambulanze rappresenta un’importante implementazione», spiega il direttore Francesco Benazzi. «Le tecnologie avanzate a bordo permettono di migliorare i soccorsi e i trasferimenti interospedalieri, assicurando al tempo stesso un maggior comfort durante il tragitto». I tre mezzi già operativi sono stati assegnati alle basi di Treviso, Conegliano e Oderzo. Con queste nuove dotazioni, il SUEM trevigiano può oggi contare su un totale di 41 ambulanze.
Il potenziamento arriva in un momento di forte attività per il servizio di emergenza. Nel 2024 le ambulanze del SUEM, distribuite tra le basi di Treviso, Oderzo, Conegliano, Vittorio Veneto,



Montebelluna e Castelfranco Veneto, hanno effettuato 67.474 interventi di soccorso in tutta la provincia, oltre a 364 trasporti interospedalieri svolti dalla base di Treviso.
Il trend si conferma anche nel 2025: nel primo semestre dell’anno sono stati registrati 33.754 interventi di soccorso, con un incremento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024, e 160 trasporti interospedalieri eseguiti sempre dalla base trevigiana.
Un quadro che conferma l’importanza del servizio e la necessità di mezzi sempre più moderni per rispondere a una domanda di assistenza in costante crescita.
Paola
Bigon
Castelfranco Veneto, il Centro per le coagulopatie guarda al futuro:
A Castelfranco Veneto la cura non si interrompe quando un professionista conclude il proprio servizio. È il caso del dr. Paolo Radossi, per decenni riferimento per i pazienti con difetti ereditari della coagulazione all’ospedale San Giacomo. Dal 4 novembre ha lasciato la sua attività clinica, ma il percorso avviato in mezzo secolo di lavoro non si ferma: entra anzi in una fase nuova, sostenuta da una collaborazione strutturata con l’Unità Malattie Trombotiche ed Emorragiche dell’Azienda Ospedale–Università di Padova, diretta dal prof. Paolo Simioni, uno dei centri più qualificati a livello nazionale. La storia del Centro di Castelfranco inizia nel 1973, quando il prof. Agostino Traldi — figura pionieristica della medicina trasfusionale — decise di creare un servizio dedicato all’emofilia con il sostegno dell’on. Domenico Sartor. Fu una scelta innovativa: un reparto specializzato, terapie nuove, pazienti che arrivavano da tutto il Paese. Traldi adottò con largo anticipo una politica rigorosa sull’utilizzo esclusivo di sangue e plasma proveniente da donatori volontari, periodici e controllati, in stretta collaborazione con la sezione AVIS locale. Una decisione che, negli anni Ottanta, si rivelò salvifica: mentre l’epidemia di HIV travolgeva la comunità emofilica internazionale, i pazienti seguiti a Castelfranco risultarono protetti. Da quel modello nacque la legge regionale sul Piano sangue e plasma del 1987, poi recepita anche dal legislatore nazionale. Da allora, l’alleanza con AVIS e con l’associazione dei pazienti LAGEV continua a rappresentare uno dei pilastri del centro. Oggi la sfida è dare continuità a quel patrimonio. Dal 2024, il Centro opera in convenzione con l’Azienda Ospedale–Università di Padova, garantendo un collegamento stabile con un punto di riferimento nazionale nelle coagulopatie ereditarie. L’accordo assicura un costante allineamento ai protocolli più aggiornati, il supporto specialistico dell’équipe padovana, momenti formativi per medici e infermieri dell’Ulss 2 e un confronto continuo su diagnosi e terapie. È un passaggio che non sostituisce la storia di Castelfranco, ma la integra, la rafforza e ne traghetta l’esperienza verso il futuro. La gestione del Centro è affidata alla Medicina Generale dell’ospedale San Giacomo, in collaborazione con la Medicina Trasfusionale di Treviso, il Pronto Soccorso di Castelfranco Veneto e l’Ortopedia di Montebelluna, sotto il coordinamento della Direzione Medica Ospedaliera. Oggi il servizio segue circa 250 pazienti, per il 74% residenti nel territorio Ulss 2. Sono state definite procedure dedicate per la gestione delle emergenze in Pronto Soccorso e un percorso con l’Ortopedia di Montebelluna per affrontare le complicanze articolari tipiche dell’emofilia. L’obiettivo è chiaro: garantire una presa in carico completa e multidisciplinare, con standard elevati e percorsi omogenei. Chi convive con un difetto ereditario della coagulazione sa quanto sia delicato l’equilibrio della propria quotidianità. Le malattie emorragiche rare richiedono trattamenti regolari, attenzione ai traumi, prevenzione delle complicanze, ortopedia specializzata, competenze trasversali. La differenza tra limitazione e autonomia passa spesso dalla qualità della rete clinica e dalla possibilità di accedere vicino a casa a servizi aggiornati e coordinati. Castelfranco oggi può offrire tutto questo grazie a un modello che unisce prossimità territoriale e alta specializzazione universitaria. L’Ulss 2 sottolinea il valore del percorso intrapreso e il ruolo decisivo delle collaborazioni con il prof. Simioni, con AVIS e con LAGEV. Ma un posto speciale è riservato al dr. Paolo Radossi, che nel Centro ha portato competenza, rigore e una dedizione che ha segnato generazioni di pazienti. La sua eredità non è solo clinica: è culturale, fatta di attenzione alla persona, capacità di ascolto, continuità nella relazione di cura. Guardare avanti significa quindi custodire ciò che è stato costruito e dotarlo degli strumenti necessari per affrontare le sfide del presente. Il Centro di Castelfranco è oggi un nodo solido di una rete più ampia che comprende Pronto Soccorso, Medicina Trasfusionale, Ortopedia e Università. Una rete che permette ai pazienti con malattie rare della coagulazione di trovare risposte tempestive, protocolli aggiornati e un’assistenza che non si limita al trattamento, ma accompagna, protegge e sostiene. (p.b.)






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Il viaggio. Storie, numeri e cura nella TIN trevigiana, centro di riferimento per i
Le vite che iniziano prima del tempo: il Ca’ Foncello e la forza dei suoi piccoli pazienti
Che cosa significa nascere prima del tempo? Significa arrivare nel mondo con un anticipo che non dipende da te, spesso senza la forza necessaria per respirare da solo, ma trovando accanto una squadra pronta a sostenerti. Ogni 17 novembre la Giornata Mondiale della Prematurità ricorda proprio questo: milioni di vite che iniziano in punta di piedi, fragili eppure sorprendentemente forti, e l’impegno che la società deve assumere per garantire loro “il miglior inizio”.
In Italia, secondo i dati Cedap e Innsin, nel 2024 sono venuti alla luce 22.782 bambini prematuri, pari al 6,1% delle nascite. Un numero che racconta sfide cliniche complesse, ma anche successi importanti: la sopravvivenza alla dimissione ha raggiunto il 96%, un risultato che testimonia il progresso della medicina perinatale e la qualità dei servizi dedicati ai neonati più vulnerabili. Dietro ogni percentuale, però, rimangono le difficoltà emotive e pratiche che famiglie e professionisti affrontano nei primi mesi di vita dei bambini nati troppo presto.
A Treviso, la Terapia Intensiva Neonatale del Ca’ Foncello rappresenta un punto di riferimento per le province di Treviso e Belluno ed è uno dei quattro reparti di III livello del Veneto. Qui vengono accolti ogni anno circa 350 neonati, soprattutto prematuri nati prima della 37ª settimana. Il reparto è organizzato come un vero e proprio ecosistema di cura: neonatologi, infermieri, psicologi, fisioterapisti e logopedisti lavorano insieme, in collaborazione con le associazioni dei genitori, per garantire un’assistenza personalizzata che accompagni il bambino e la sua famiglia dal ricovero al rientro a casa. Tra i gesti che fanno la differenza c’è la Kangaroo Care, una pratica che non prevede farmaci ma contatto, voce e calore. A Treviso viene proposta a tutti non appena le condizioni cliniche lo permettono, con un’adesione del 100% nelle fasce più critiche, tra le 23 e le 32 settimane di gestazione. La scienza lo conferma: la vicinanza dei genitori favorisce stabilità, crescita e benessere emotivo. Per questo la TIN favorisce ambienti aperti h24 e un coinvolgimento attivo delle famiglie, affiancate anche da una psicologa
dedicata.

Accanto alla cura clinica, a Treviso si è sviluppata una comunità che sostiene chi vive l’esperienza della prematurità. Ne è un esempio lo Spazio Giallo, nato grazie all’associazione Il Pulcino, un luogo dove genitori e volontari condividono vissuti, paure e conquiste. In occasione della Giornata Mondiale, gli ospedali dell’Ulss 2 si colorano di viola e ai genitori dei piccoli ricoverati viene consegnato un kit simbolico donato da Il Pulcino, accompagnato dai vestitini viola realizzati da Cuore di Maglia. Piccoli segni che creano connessioni e fanno sentire meno soli. Il viola, colore scelto in tutto il mondo per rappresentare la prematurità, unisce fragilità e coraggio, delicatezza e forza. Racchiude il senso profondo di questa giornata: ricordare che prendersi cura significa proteggere il presente e costruire il futuro, con la continuità dei servizi sanitari, sociali ed educativi che seguono il bambino e la sua famiglia anche dopo la dimissione. Perché la prematurità non riguarda soltanto le terapie intensive neonatali: tocca l’equilibrio di ogni casa, l’organizzazione dei servizi, la capacità della comunità di essere vicina. La Giornata Mondiale della Prematurità è un invito alla consapevolezza. È un richiamo a dare spazio a storie minuscole e potentissime: quelle dei bambini che lottano, dei genitori che attendono, dei professionisti che accompagnano, e di una comunità che sceglie di riconoscersi nel viola come simbolo di responsabilità condivisa. Garantire il miglior inizio possibile a chi nasce prima del tempo è un impegno che riguarda tutti. Paola Bigon
Parte il progetto “Ti Incontro”: una rete di supporto per famiglie e adolescenti
Prende il via nel Distretto di Treviso il progetto “Ti Incontro”, nato dalla collaborazione tra l’Unità operativa complessa Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori dell’Ulss 2 e l’Ambito Territoriale Sociale ATS VEN_09 di Treviso. L’iniziativa, che prevede incontri e consulenze gratuite, è rivolta alle famiglie e ai giovani tra gli 11 e i 18 anni residenti nei 37 Comuni del Distretto, con l’obiettivo di promuovere il benessere, favorire la prevenzione e offrire supporto nelle fragilità relazionali ed emotive. “Ti Incontro” si propone di rafforzare le relazioni educative, sostenere i genitori nel loro ruolo quotidiano e offrire ai ragazzi ascolto competente e vicinanza, nella consapevolezza che il benessere di una comunità passa anche dalla qualità dei legami familiari e delle relazioni interpersonali. A condurre le attività saranno educatrici, psicologi e ostetriche dell’UOC, che metteranno a disposizione luoghi e momenti in cui potersi confrontare senza giudizio e trovare un ascolto qualificato.
Il progetto si articola in diverse iniziative. “Porta Aperta” è lo spazio di incontro e ascolto dedicato ad adolescenti e genitori, un luogo informale in cui parlare di crescita, relazioni e benessere emotivo. Gli incontri, in programma dal 12 novembre 2025 al 15 marzo 2026, si terranno ogni giovedì pomeriggio al Progetto Giovani Treviso in via Dalmazia 17 e al Progetto Giovani Villorba (Carità, ex Montfort, via della Libertà 4), ogni mercoledì alla scuola primaria Piranesi di Mogliano Veneto in via De Gasperi 8 e ogni venerdì a Palazzo Moro a Oderzo, in via Garibaldi 25. Un secondo filone è dedicato alla genitorialità, con laboratori esperienziali rivolti alle famiglie per condividere esperienze, dubbi, risorse e strategie educative, sotto il titolo “Oltre i manuali d’uso… proviamoci insieme”. Gli incontri si svolgeranno in vari Comuni del territorio, tra cui Treviso, Spresiano, Breda, Paese, Roncade, Casier, Preganziol, Ponte di Piave, Motta di Livenza e Oderzo, con l’intento di avvicinare il più pos-
sibile il servizio alle famiglie. Per i ragazzi sono previsti anche i percorsi di gruppo “Parlami di te”, dedicati a temi come la sessualità consapevole, il consenso, il rapporto con il corpo, le emozioni e il rispetto di sé e degli altri. Le attività si terranno in particolare nei Comuni di Treviso, Villorba, Mogliano Veneto e Oderzo, per offrire ai giovani contesti protetti dove poter esprimersi e confrontarsi. Completa il quadro l’ambulatorio ostetrico ad accesso libero, pensato per chi desidera parlare di corpo, sessualità, prevenzione e affettività con professionisti qualificati. Lo sportello sarà attivo presso il Consultorio familiare di Treviso ogni venerdì dalle 14.00 alle 16.30, da dicembre 2025 fino al 13 marzo 2026, con accesso libero a partire dai 14 anni.
Per informazioni e per conoscere nel dettaglio il calendario delle attività è possibile contattare la segreteria organizzativa del progetto il venerdì dalle 14 alle 15 al numero 320 4353895.(p.b.)























Musicoterapia. Suoni e ninne nanne per sostenere i prematuri e ridurre lo stress dei genitori
Ca’ Foncello, la musicoterapia arriva in Terapia Intensiva Neonatale
La Terapia Intensiva
Neonatale di Treviso
introduce la musicoterapia per sostenere i prematuri e le famiglie: ninne nanne, suoni e coaching migliorano benessere, legame e stabilità dei piccoli.
ATreviso, la Terapia Intensiva
Neonatale dell’ospedale Ca’ Foncello accoglie un nuovo alleato per i piccoli nati prematuri e le loro famiglie: la musicoterapia. Parte del progetto regionale GeNI –Generazioni e nuovi inizi, l’iniziativa trasforma il reparto in uno spazio di ascolto e vicinanza, con effetti positivi sul benessere dei neonati e sul legame con i genitori.
Guidati dalla musicoterapeuta Francesca Poloni, i genitori partecipano attivamente creando ninne nanne, canzoni e storie, mentre strumenti specifici come il gato box e l’ocean-

disc aiutano a regolare ritmo cardiaco e respirazione dei neonati. Il progetto mira anche a rafforzare la genitorialità e la rete di supporto familiare, con interventi di family coaching all’interno del reparto.
Secondo il direttore generale Fran-


cesco Benazzi, la musicoterapia favorisce la stabilizzazione dei parametri vitali, lo sviluppo neurologico e socio-affettivo dei bimbi prematuri, riduce lo stress dei genitori e contribuisce a un percorso di cura più umano e centrato sulla famiglia.


Il primario della cardiochirurgia di Treviso in Eritrea: un successo per il futuro della cardiologia pediatrica
Si è conclusa con grande successo la 19ª missione medico-educativa dell’associazione Med.Action Bambini con Elias ODV, guidata dal Prof. Giovanni Stellin, primario della Cardiochirurgia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. La missione, svolta dal 17 al 30 ottobre presso l’Ospedale Orotta di Asmara (ex Regina Elena), ha avuto un impatto significativo sul sistema sanitario eritreo, portando 22 bambini e adolescenti (di età compresa tra 2 e 12 anni) a sottoporsi a interventi cardiochirurgici complessi per correggere gravi malformazioni cardiache congenite e acquisite.
In soli otto giorni, il team di 30 medici volontari, tra cui anestesisti, cardiologi, infermieri e tecnici perfusionisti, ha effettuato 156 screening cardiologici e completato un totale di 22 interventi chirurgici. Tra questi, il Prof. Stellin ha eseguito cinque operazioni complesse di riparazione della valvola mitrale su adolescenti affetti da malattie reumatiche cardiache, ottenendo risultati eccellenti e contribuendo in modo concreto alla salute di giovani pazienti altrimenti senza speranza. Ma la missione non si è limitata solo alla parte chirurgica. Un elemento centrale del progetto è stato il coinvolgimento dei medici eritrei, in particolare i giovani Dr. Beyene e Dr. Michael, che hanno partecipato attivamente a tutti gli interventi. Sotto la supervisione del team italiano, i due medici hanno preso parte come operatori principali in sette interventi, dimostrando una preparazione crescente e un impegno che fa ben sperare per il futuro. “Sono la nostra più grande speranza”, ha dichiarato il Prof. Stellin. “Con il loro impegno, l’Eritrea potrà presto contare su un centro indipendente di cardiochirurgia pediatrica, il primo nell’Africa sub-sahariana”. La formazione e la crescita del personale locale sono infatti al centro dell’iniziativa, poiché solo attraverso l’autosufficienza in ambito sanitario si può garantire una cura duratura e accessibile a tutti i bambini eritrei.
Med.Action Bambini con Elias ODV, fondata nel maggio 2023 a Treviso, continua a perseguire il suo obiettivo principale: completare il programma medico-educativo iniziato oltre due decenni fa in Eritrea e, più recentemente, in Etiopia. Il programma si basa sul contributo di volontari che offrono le proprie competenze mediche e tecniche per migliorare le condizioni di vita dei bambini nati in Paesi con risorse sanitarie limitate.





Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.


21 NOVEMBRE 2025 - 6 GENNAIO 2026
Alberi di Natale, scenografie, luminarie e installazioni arricchiscono le principali vie dello shopping del centro storico di Venezia, delle Isole, di Mestre, Campalto, Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano, Zelarino.



Mercatino natalizio a Mestre in Piazza Ferretto e vie limitrofe. Piste di pattinaggio su ghiaccio a Venezia (campo San Polo), Mestre (piazza Ferretto) e Marghera (piazza Mercato). Concerti, spettacoli, mostre, teatri.


L’inaugurazione. Un defibrillatore in Duomo, donato da Croce Azzurra. A breve un secondo al Tempio di San Nicolò
La cattedrale di Treviso diventa cardioprotetta: inaugurato il defibrillatore, presto un altro a San Nicolò
Il Duomo di Treviso diventa presidio di sicurezza con l’installazione di un defibrillatore semplice da usare e collegato al 118. Presentato nella festa della Madonna della Salute, il progetto coinvolge istituzioni e volontariato e anticipa nuove dotazioni in altri spazi di grande affluenza della diocesi
Atutela della vita arriva fino al cuore spirituale della città. La cattedrale di Treviso si è dotata di un defibrillatore semiautomatico, collocato vicino all’ingresso principale: un gesto che unisce concretezza e simbolo, inserendo anche i luoghi del silenzio e della preghiera nella rete cittadina della cardioprotezione.
L’installazione è stata presentata nel giorno della festa della Madonna della Salute, scelta non casuale per sottolineare il valore comunitario della prevenzione. Alla cerimonia hanno partecipato il vicario generale della diocesi, monsignor Mauro Motterlini, il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, il presidente di Croce Azzurra ODV, Giorgio Bredariol, insieme ai rappresentanti degli uffici diocesani dei beni culturali e della pastorale della salute.
Monsignor Motterlini ha espresso la
gratitudine della diocesi per un intervento che considera “un atto di cura verso tutti”, ricordando il sostegno del vescovo Michele Tomasi e la disponibilità dei referenti della Cattedrale. Anche dalla sanità pubblica è arrivato un giudizio positivo: Benazzi ha definito l’iniziativa un passo importante per proteggere chi frequenta luoghi molto visitati, rafforzando una collaborazione che negli anni ha dato risultati significativi. Il nuovo dispositivo è stato posizionato all’interno del Duomo ed è un defibrillatore semiautomatico, progettato per essere utilizzabile anche da persone senza formazione sanitaria. La sua semplicità è un elemento decisivo: attraverso istruzioni vocali chiare, consente di intervenire immediatamente in caso di arresto cardiaco, sempre in collegamento con il 118. Come ha ricordato Bredariol, “non bisogna avere timore di usarlo: l’operatore guida passo dopo passo”.Il progetto non si ferma qui: un altro defibrillatore sarà installato a breve nel Tempio di San Nicolò, grazie a una donazione di Class Allestimenti. Due tra le chiese più frequentate della città entreranno così in una rete di protezione che si sta allargando anche ad altre realtà della diocesi, come già avvenuto a Castelfranco Veneto. Per

la pastorale della salute, rappresentata dal dottor Loris Confortin, si tratta di un ulteriore segno di attenzione verso le persone che frequentano spazi molto affollati. La presenza di numerosi cittadini formati al primo soccorso, nel mondo del lavoro e del volontariato, rende questi dispositivi ancora più preziosi e realmente utilizzabili in caso di necessità. Con questo intervento il Duomo si conferma non solo luogo di fede e riferimento comunitario, ma anche presidio di sicurezza. Una scelta che trasforma la prevenzione in gesto concreto e quotidiano, capace di far dialogare istituzioni, volontariato e comunità attorno alla stessa idea: proteggere la vita, sempre.






























































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Nel mese delle festività si moltiplicano i piatti che accompagnano pranzi e cene con famiglia e amici: al primo posto le ricette della tradizione e i sapori più tipici
MINI TORTE SALATE DI SFOGLIA CON ZUCCA E GORGONZOLA
Versioni monoporzione delle classiche torte salate, ideali per essere degustati sia come finger food gustoso o come un secondo piatto. Molto semplici da preparare e si realizzano utilizzando anche una base di pasta sfoglia pronta.
Ingredienti: 500 g di zucca; 300 g di Gorgonzola; 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare; 1 porro; q.b. di Sale Fine; q.b. di Pepe; q.b. di Olio Extravergine d’Oliva; q.b. di timo Preparazione: Pulire la zucca privandola della buccia, dei semi, dei filamenti e tagliarla a cubetti. In una padella con un filo d’olio rosolare il porro tagliato a rondelle. Una volta appassito aggiungere i cubetti di zucca, sala, pepe e fate cuocere fino a quando non risulteranno morbidi. Spegnete e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Foderare gli stampini per tortine con la pasta sfoglia, bucherellando il fondo con uno stuzzicadenti. Versare la zucca con i porri, i cubetti di gorgonzola e qualche fogliolina di timo. Cuocere in forno preriscaldato ventilate a 180° per circa 20-30 minuti



RAVIOLI DI GAMBERI E LIMONE
Un primo piatto della tradizione casalinga da preparare nelle occasioni speciali. Deliziosi ravioli di gamberi e limone: un ripieno raffinato dal gusto delicato
Ingredienti: : 2 Uova; 200 g di Farina 00; 400 g di Code di Gamberi; 280 g di Ricotta; 1 Scorza di Limone; 3 rametti di Timo; q.b. di Sale; q.b. di Pepe Bianco
Preparazione: Mettere in una ciotola la farina. Unite le uova leggermente sbattute e iniziate a mescolare, dapprima con una forchetta poi a mano. Quando l’impasto comincerà a rassodarsi, finite di lavorarlo in modo da ottenere un panetto liscio e omogeneo. Lasciatelo riposare sotto la ciotola capovolta per almeno un’ora prima di procedere con la preparazione. Nel frattempo, pulire i gamberi e tagliateli grossolanamente al coltello. In una ciotola mescolate gamberi, ricotta, la scorza grattugiata del limone, le foglioline di timo, sale e pepe Coprite il ripieno e trasferitelo in frigorifero. Recuperate l’impasto e dividetelo in due parti. Aiutandovi con la macchinetta per la pasta stendete su una delle due sfoglie il ripieno. Coprite con l’altra sfoglia, premendo bene i punti di contatto dell’impasto quindi con una rotella taglia pasta seghettata formate i ravioli.









SPEZZATINO DI MANZO CON CASTAGNE E VINO ROSSO
Ingredienti: 800 g di spezzatino di manzo; 200 g di castagne già lessate o al vapore; 1 cipolla grande; 2 carote; 1 costa di sedano; 1 spicchio d’aglio; 1 bicchiere di vino rosso corposo; 400 ml di brodo (vegetale o di carne); 1 rametto di rosmarino; 2 foglie di alloro, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro; Olio extravergine d’oliva; Sale e pepe q.b.
Preparazione: Tritare finemente cipolla, carote e sedano. Rosolarli in una casseruola con un filo d’olio fino a quando diventano morbidi. Aggiungere lo spezzatino e farlo dorare su tutti i lati. Unire l’aglio schiacciato. Versare il vino e lasciar evaporare l’alcol a fiamma vivace. Aggiungere il concentrato di pomodoro, il rosmarino, l’alloro e il brodo caldo. Coprire e lasciar cuocere a fiamma bassa per 1 ora e mezza circa, mescolando ogni tanto. Unire le castagne negli ultimi 20–25 minuti di cottura. Regolare di sale e pepe. Lo spezzatino dovrà risultare cremoso e la carne tenerissima.










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