Sicurezza in Pronto Soccorso: braccialetti anti aggressione per il personale sanitario
di Treviso Ovest
Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti
Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza
DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.
La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.
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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico
Le varie esperienze mostrano i risultati concreti della rigenerazione urbana, ma anche i limiti di un modello che rischia di esaurirsi entro il 2026
L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul
Interessata l’area della scuola primaria “Enrico Fermi” e via Albera con nuovi marciapiedi, una piazza pedonale e percorsi ciclabili INVESTITI
Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider
Veneto2
Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.
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Facciamo il punto
Imoco Volley in campo per la salute
Le campionesse dell’Imoco Volley Conegliano non sono solo protagoniste in campo, ma anche in prima linea nella promozione della salute. Anche per la stagione 2025/26, la storica collaborazione con l’Ulss 2 prosegue con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza degli screening oncologici, fondamentali per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori.
La capitana Asia Wolosz, da dieci anni simbolo della squadra coneglianese, è stata scelta come prima testimonial della campagna, incarnando perfettamente i valori di determinazione e impegno che caratterizzano sia lo sport che la salute pubblica. “Ringrazio Imoco Volley per questa preziosa collaborazione – ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi – che ci consente di raggiungere con più forza il messaggio della prevenzione, una vera partita da vincere insieme”.
Gli screening attivi in Ulss 2 riguardano il tumore al seno (donne 50–74 anni, con progressiva estensione 45–49), il tumore della cervice uterina (donne 25–64 anni) e il tumore del colon-retto (cittadini 50–74 anni). È possibile modificare gli appuntamenti tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico o chiamando il nuovo call center dedicato.
I dati 2024 testimoniano l’efficacia di questi programmi: oltre 53mila donne hanno effettuato la mammografia, con 389 tumori identificati precocemente; quasi 80mila persone hanno aderito allo screening colorettale, che ha permesso di individuare e trattare 1.224 lesioni precancerose; mentre 39.672 donne si sono sottoposte al Pap test o all’HPV-DNA test, con 218 lesioni precancerose rilevate.
Asia Wolosz testimonial della campagna screening oncologici
Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.
La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.
Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.
Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.
La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.
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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.
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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).
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Anna Bergantin
Sicurezza del personale sociosanitario: tra tecnologia, condizioni di lavoro e salari troppo bassi
I l personale sociosanitario continua a subire pesanti aggressioni e gravi difficoltà lavorative, ma le risposte concrete da parte delle istituzioni tardano ad arrivare. Questo il duro messaggio di Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL Veneto, che denuncia le inadeguatezze del sistema in merito alla sicurezza e alle condizioni economiche dei lavoratori.
Nonostante i tentativi di introdurre soluzioni tecnologiche, come body-cam e braccialetti di sicurezza, che, seppur utili, non bastano a risolvere le problematiche strutturali. “Non si può
sociosanitario è spesso esposto a condizioni di lavoro fisicamente pesanti e pericolose. Sollevare pazienti, spostare barelle o maneggiare materiali pesanti sono operazioni quotidiane, ma l’assenza di ausili adeguati mette a rischio la salute degli operatori.
La carenza di strumenti necessari è la conseguenza diretta dei continui tagli alla sanità e delle politiche di risparmio che, secondo Bernini, finiscono per gravare sulle condizioni di lavoro.
“La sicurezza non può essere sacrificata per fare ordine nei bilanci, a discapito della salute dei lavoratori,” sostiene il segretario
pensare che la sicurezza sul lavoro e quella economica possano essere risolte con qualche dispositivo tecnologico. La salute fisica dei lavoratori e le condizioni economiche devono essere priorità assolute,” afferma Bernini.
Le difficoltà non si limitano solo alle aggressioni. Il personale
della FP CGIL Veneto, chiedendo azioni immediate per proteggere l’integrità fisica del personale.
Le richieste di adeguamento degli strumenti di lavoro, come sollevatori e ausili, continuano ad essere ignorate o rinviate per motivi economici, creando un paradosso: si lamenta l’invec-
chiamento del personale, l’aumento delle assenze per malattia e delle richieste di permessi Legge 104, ma non si interviene sulle condizioni di lavoro.
Anche la questione salariale è al centro delle preoccupazioni. Nonostante i riconoscimenti ufficiali, come quelli della Regione e della Conferenza Stato-Regioni, che evidenziano come i salari del settore sociosanitario siano tra i più bassi d’Europa, il rinnovo contrattuale è stato insufficiente. “L’aumento stipendiale copre solo un terzo dell’incremento del costo della vita,”lamenta Bernini, sottolineando come questa
realtà stia spingendo molti professionisti a fuggire dal sistema sanitario italiano.
La situazione economica, quindi, continua a deteriorarsi: “Non si può continuare a non investire nelle retribuzioni, mentre si trovano fondi per altre priorità come il riarmo o la flat tax. Questo sta creando una crisi di reclutamento, con una crescente difficoltà nell’assumere nuovi professionisti,” continua Bernini, avvertendo che l’insostenibilità di questa situazione potrebbe avere effetti disastrosi sul futuro del sistema sociosanitario.
La sicurezza del personale
sociosanitario non può essere trattata come una emergenza occasionale, che si risolve solo quando avvengono aggressioni o incidenti. Bernini conclude con un appello alle istituzioni: “La sicurezza deve essere garantita a partire da condizioni di lavoro dignitose, da adeguate politiche salariali e da investimenti reali nelle infrastrutture. Le risposte non possono più essere rimandate o ridotte a palliativi. È ora di agire concretamente per tutelare la salute e il futuro di chi ogni giorno lavora per il benessere degli altri”.
Anna Bergantin
Molti pensionati attendono da oltre due anni la liquidazione
Sono almeno 1.600 i pensionati trevigiani del settore pubblico ancora in attesa del loro TFR, la liquidazione che spetterebbe loro per legge entro due anni e 90 giorni dal pensionamento. In molti casi, però, i tempi si sono già allungati ben oltre i limiti previsti, lasciando queste persone in una situazione di incertezza economica e frustrazione.
Si tratta di ex lavoratori della scuola, della sanità, delle forze dell’ordine e degli enti locali: figure che hanno dedicato una vita al servizio pubblico e che ora si ritrovano a dover fare i conti con ritardi burocratici che pesano non solo sul piano finanziario, ma anche su quello emotivo.
Secondo i dati raccolti da sindacati e associazioni dei consu-
matori, circa il 40% degli aventi diritto non ha ancora ricevuto neanche la prima tranche della liquidazione. Per ottenere l’intero importo, in alcuni casi, si parla di attese che sfiorano i tre anni e mezzo.
Le organizzazioni sindacali locali denunciano una gestio-
ne centralizzata e lenta del pagamento, con INPS e Stato che spesso si rimpallano responsabilità. Anche le associazioni di tutela dei consumatori si stanno mobilitando per chiedere chiarezza e rispetto dei termini di legge, con l’ipotesi di azioni collettive non esclusa.
Segretario generale della FP CGIL Veneto Ivan Bernini
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Edilizia in transizione dopo il Pnrr: ben 247 mila le case mancanti
L
’edilizia italiana naviga in acque incerte. Archiviata la stagione dei grandi boom postSuperbonus e in attesa che si esaurisca l’onda lunga del PNRR nel 2026, il settore si prepara a un 2025 di “transizione” verso un ciclo più moderato. Come confermano da Ance Rovigo Treviso, la vera sfida non è però solo il rallentamento degli investimenti, ma l’incapacità strutturale di rispondere a un’emergenza sociale crescente: la drammatica carenza di alloggi adatti ai nuovi, e sempre più piccoli, nuclei familiari italiani.
Il comparto delle costruzioni affronta una fase di incertezza, stretta tra l’effetto trainante degli investimenti pubblici e il rischio di un rallentamento post-Pnrr. Ottaviano De Biasi, Presidente di Ance Rovigo Treviso, ha tracciato il quadro, sottolineando che tutte le imprese stanno vivendo una situazione di incertezza a causa delle tensioni geopolitiche, con
ripercussioni sulla crescita e sulle esportazioni che al momento restano contenute.
Il mercato delle costruzioni, che ha tempi più lenti, continua ad essere sostenuto in Italia dalle opere pubbliche per effetto del Pnrr, un impulso destinato però ad esaurirsi nel 2026.
In negativo, invece, si collocano gli interventi di riqualificazione, in particolare in alcuni segmenti come distribuzione, finiture ed efficientamento energetico. Questo calo si mantiene intorno a un -10% dopo gli eccezionali picchi registrati con i superbonus, risultando quindi un ridimensionamento fisiologico. Il mercato delle nuove costruzioni residenziali mostra segnali modesti, mentre una certa vitalità emerge dall’edilizia non residenziale, con settori come la logistica in forte spinta. Nonostante le difficoltà, i livelli complessivi del settore restano ancora ben più alti rispetto a quelli del
2019 e anche il mercato immobiliare mostra segni positivi.
Il Vice Presidente Vicario, Alex Saggia, conclude l’analisi con una riflessione prospettica. A suo parere, il 2025 sarà un anno di transizione per il mercato delle costruzioni, che vedrà una progressiva uscita dalla fase di boom e l’ingresso in un ciclo più moderato.
La vera emergenza, come si legge nell’ultimo rapporto Cresme, non è solo il rallentamento degli investimenti, ma la difficoltà del sistema edilizio nel rispondere alla domanda reale di abitazioni, un problema rilevato anche nel territorio dell’associazione.
Tra il 2018 e il 2023, la popolazione italiana è diminuita, ma le famiglie sono aumentate di oltre 714.000 unità, con una notevole crescita dei nuclei familiari più piccoli. Questo nuovo fabbisogno è stato in gran parte disatteso e, anche con le stime più ottimistiche del Cresme, mancano
Ecco come sono stati spesi i fondi a Mogliano
Dopo nove mesi di lavori, il centro storico di Mogliano Veneto cambia volto. La riqualificazione ha trasformato Piazza Caduti in un’area pedonale, mentre via Don Bosco ha ricevuto una nuova pavimentazione e un importante intervento di ammodernamento dei sottoservizi, con il potenziamento delle reti fognarie, del gas e della fibra ottica. Il progetto, che rientra nel programma nazionale di Rigenerazione urbana finanziato con fondi del PNRR per un valore
complessivo di circa 10 milioni di euro, spesi al 90%, segna una svolta significativa per la città. Se da un lato la viabilità è stata riorganizzata per adattarsi alle nuove esigenze di mobilità, dall’altro il centro storico ritrova una dimensione più vivibile e attrattiva. I commercianti guardano con ottimismo alla riapertura, confidando che il ritorno del flusso pedonale possa dare nuovo slancio alle attività economiche e riportare vitalità nelle vie del cuore cittadino. Il progetto ha
portato alla realizzazione di una nuova pavimentazione in porfido e granito con inserti decorativi, all’eliminazione delle barriere architettoniche e a una migliore organizzazione degli spazi per pedoni, ciclisti e veicoli. È stato rinnovato anche il verde urbano, con la sostituzione dei lecci e la piantumazione di nuovi tigli. L’area davanti al cinema è diventata un nuovo punto d’incontro, arricchita da alberi, pavimentazioni e un totem informativo multimediale.
almeno 247mila case. L’Italia è oggi uno dei Paesi europei con il peggior rapporto tra nuove costruzioni e crescita delle famiglie. A questa carenza si aggiunge l’inadeguatezza delle tipologie edilizie rispetto alla domanda reale, con nuclei familiari più piccoli, giovani e anziani, che richiedono soluzioni più flessibili, sostenibili e accessibili.
La questione della domanda abitativa e dell’housing sociale, le politiche energetiche, la gestione del territorio, la mancanza di lavoratori e l’esaurirsi della spinta del Pnrr confermano la necessità di uno scenario strategico di medio periodo basato su una forte spinta innovativa del settore.
L’intervento ha previsto anche un moderno sistema di illuminazione a basso impatto ambientale. Sono stati inoltre rinnovati i sottoservizi — acquedotto, rete del gas e fibra ottica — e migliorata la sicurezza idraulica grazie alla posa di una nuova condotta per le acque piovane. Il progetto di riqualificazione restituisce ai cittadini un luogo pensato per essere vissuto quotidianamente, favorendo la socialità, la mobilità dolce e la qualità dello spazio pubblico. (s.b.)
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Sara Busato
Focus Pnrr/2. Una rigenerazione urbana che unisce scuola, ambiente e partecipazione
Dal cantiere alla classe: dietro le quinte del nuovo polo scolastico di Istrana
Apochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, la comunità di Istrana si è ritrovata per celebrare un momento storico: l’inaugurazione del nuovo polo scolastico di via Santa Maria Bertilla Boscardin. Una giornata di festa che ha coinvolto istituzioni, docenti, famiglie e studenti, segnando un passo decisivo verso una scuola più moderna e sostenibile, destinata a diventare punto di riferimento per l’intero territorio. Il piano di edilizia scolastica promosso dall’Amministrazione comunale ha comportato un investimento complessivo di oltre 17 milioni di euro, di cui più di 11 milioni coperti da contributi esterni, tra cui fondi Pnrr. Circa 16 milioni sono stati destinati alla realizzazione delle due nuove strutture principali, in quello che rappresenta uno dei più ambiziosi progetti di rinnovamento scolastico della provincia. Cuore dell’intervento è la nuova scuola secondaria di primo grado “G. Toniolo”, costruita ex novo dopo la demolizione del vecchio edificio. La nuova sede si presenta come una struttura all’avanguardia, luminosa e funzionale, progettata per garantire sicurezza, efficienza e qualità didattica. Oltre alle tradizionali aule e laboratori,
ospita una sezione interamente dedicata all’indirizzo musicale, vero fiore all’occhiello dell’Istituto Comprensivo. L’opera, dal valore di 8,5 milioni di euro, include anche un’aula magna intitolata a Tina Anselmi, figura emblematica della storia repubblicana e dell’impegno civile. La demolizione della vecchia scuola media, costata circa 560 mila euro, ha permesso di ripensare il cuore urbano del paese: l’area sarà trasformata in un ampio parco pubblico con spazi verdi, zone ludiche e nuovi parcheggi, un investimento che arricchisce non solo l’offerta scolastica ma anche la qualità della vita della comunità. Accanto alla nuova scuola media, è stata completamente ristrutturata la primaria “Pezzani”, con un intervento da oltre 4 milioni
di euro che ha riguardato la sicurezza sismica e l’efficientamento energetico. Con la riapertura della scuola rinnovata, gli spazi delle ex scuole di Pezzan – ristrutturate negli anni scorsi – potranno tornare a essere destinati ad attività associative e ricreative, come previsto. Il mosaico dell’offerta educativa si completa con il nuovo centro infanzia “Primo Volo”, entrato in funzione dal 1° settembre e in attesa dell’inaugurazione ufficiale a dicembre. Con la nascita del nuovo polo scolastico, Istrana guarda al futuro puntando su una scuola più accogliente, sostenibile e inclusiva, capace di accompagnare la crescita delle nuove generazioni e rafforzare il legame tra istituzioni e territorio.
Sara Busato
Il Parco della Cultura tra fondi Pnrr e futuro sostenibile
Tra i diversi progetti che il Comune di Mogliano Veneto ha presentato nell’ambito del Pnrr, spicca quello dedicato alla valorizzazione del Parco della Cultura “Antonio Caregaro Negrin”, uno dei luoghi simbolo della città. È infatti l’unico parco di proprietà pubblica ad aver ottenuto fondi del Pnrr per un intervento di riqualificazione. Inserito tra i 1 06 parchi e giardini storici d’Italia selezionati dal Ministero della Cultura, il Parco della Cultura ha ricevuto 368mila euro nell’ambito del programma “Valorizzazione dell’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”. Il progetto ha previsto la cura delle alberature secolari, la sistemazione delle aiuole e dei percorsi interni, il rinnovamen-
to dell’illuminazione e la riqualificazione della zona sud, nota come “degli orti”, trasformata in uno spazio accogliente per le famiglie e in una cornice ideale per piccoli eventi culturali. I lavori si articolano in due fasi: la prima ha comportato la chiusura temporanea del parco per consentire gli interventi principali; la seconda, invece, preve-
de la costruzione del ponte sulla Fossa Storta, il nuovo accesso da via De Gasperi e il restauro della casetta del custode e delle grotte, che potranno essere realizzati mantenendo il parco aperto ai visitatori. Con questo intervento, Mogliano conferma la propria attenzione alla tutela del patrimonio storico e ambientale, restituendo alla cittadinanza un gioiello verde rinnovato, capace di unire memoria, natura e cultura in un unico spazio di bellezza condivisa. Parco della Cultura compreso, la città di Mogliano vanta 469.000 metri quadrati di aree verdi pubbliche e 8.354 alberi censiti. Una media di 16 metri quadrati di verde per abitante, ben sopra i 9 previsti dagli standard ministeriali. (s.b.)
Tra edilizia innovativa, efficienza energetica e spazi condivisi, il nuovo complesso scolastico segna una svolta per l’intera comunità
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in tutto il Veneto
L’intervento. Nel 2026 partono i lavori per migliorare sicurezza, viabilità e spazi pubblici
Investiti 220 mila euro per rilanciare il centro di Sant’Alberto
A Sant’Alberto oltre 200 mila euro per riqualificare l’area della scuola “Fermi” e via Albera: nuovi marciapiedi, piazza pedonale e percorsi ciclabili per più sicurezza e vivibilità.
U n nuovo volto per il cuore di Sant’Alberto: il Comune di Zero Branco ha approvato un intervento di riqualificazione da oltre 200 mila euro che punta a rendere più sicura, accogliente e funzionale l’area attorno alla scuola primaria “Fermi” e a via Albera. Un progetto che nasce dall’ascolto dei cittadini e delle famiglie, con l’obiettivo di migliorare la mobilità, garantire la sicurezza degli studenti e restituire alla frazione uno spazio pubblico moderno e polifunzionale, capace di ospitare eventi, mercati e momenti di socialità.
Con la delibera del Consiglio comunale dell’11 settembre è stato dato il via libera definitivo al piano, finanziato in parte con l’avanzo di bilancio 2024, per un importo complessivo di circa 220 mila euro. I lavori verranno affidati entro la fine del 2025 e l’avvio del cantiere è previsto per giugno 2026, così da evitare disagi durante l’anno scolastico e garantire il regolare svolgimento delle lezioni.
Il progetto prevede la realizzazione di nuovi marciapiedi più ampi e sicuri su entrambi i lati della strada, con pavimentazioni antisdrucciolo e un miglioramento dell’accessibilità per le persone con disabilità. Davanti all’ingresso della scuola nascerà una piccola piazza pedonale che diventerà il nuovo punto di riferimento per studenti e accompagnatori: uno spazio protetto, con aree di sosta temporanea dedicate ai genitori e un disegno urbano pensato per favorire l’ordine e la sicurezza nei momenti di entrata e uscita.
La fermata dell’autobus verrà completamente ripensata, con una nuova pensilina coperta e un’area di attesa più confortevole e illuminata. L’intervento comprende anche il potenziamento dell’illuminazione pubblica con lampioni a led di ultima generazione, che consentiranno di migliorare la visibilità nelle ore serali e di ridurre i consumi energetici. A completare l’opera ci saranno
nuovi percorsi ciclo-pedonali che collegheranno il plesso scolastico e via Albera al vicino fiume Zero, favorendo una mobilità dolce e sostenibile. Il progetto di riqualificazione urbana prevede anche un arredo rinnovato, con panchine, fioriere e aree verdi valorizzate da nuove piantumazioni, pensate per rendere l’ambiente più gradevole e ombreggiato.
L’intervento non si limita dunque a migliorare la quotidianità degli studenti e dei residenti, ma mira a restituire identità e centralità al cuore di Sant’Alberto, potenziando la fruibilità dell’area
durante manifestazioni pubbliche, feste di paese e il tradizionale mercato settimanale del martedì, che potrà contare su spazi più ordinati, sicuri e accessibili.
«Siamo orgogliosi di restituire a
Sant’Alberto uno spazio più sicuro, vivibile e accogliente – commenta il sindaco Luca Durighetto –. Le scuole rappresentano il cuore pulsante della nostra comunità e questo progetto vuole valorizzare un luogo che è anche punto di incontro per famiglie e cittadini. Con questa opera uniamo sicurezza, funzionalità e qualità della vita per il bene di tutti, dimostrando che anche gli interventi di dimensioni contenute possono generare un grande impatto positivo sulla vita quotidiana e sul senso di appartenenza dei nostri concittadini».
Anna Bergantin
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Nuove telecamere al montiron e controllo targhe
Prosegue l’impegno sul fronte della sicurezza. Tramite il progetto “ ”, i cittadini della zona Montiron hanno donato quattro nuove telecamere: due già installate e operati- ve, due in fase di prossima installazione. Contestualmente, in via Gallese sono state attivate nuove telecamere per il controllo targhe, che si aggiungono alle sedici già esistenti sul territorio comunale.
Un sistema sempre più capillare,
quello dei cosiddetti “varchi”, che supporta le Forze dell’ordine nelle attività di indagine e con- tribuisce a garantire maggiore sicurezza alla nostra comunità. In autunno sarà organizzato un incontro con la comunità di Scan- dolara, a valle delle riunioni già svolte con i cittadini e le Forze dell’ordine, per condividere le prossime azioni operative legate ai progetti di sicurezza partecipata.
Sociale. Importante momento di sensibilizzazione e confronto sulla disabilità
”Speciali insieme”, è nella cura di ogni istante che la vita si fa importante
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, l’Amministrazione comunale, insieme alle associazioni del territorio riunite nel Tavolo Inclusione, ha organizzato il primo convegno sull’inclusione “Speciali insieme”, nella mattinata di sabato 29 novembre presso l’Auditorium “Comisso”. L’iniziativa nasce dal desiderio di offrire alla cittadinanza un’occasione di conoscenza e confronto, valorizzando le esperienze delle associazioni locali e stimolando una riflessione più ampia sul significato di inclusione oggi. L’auditorium e il parco di villa Guidini, cuore della vita culturale del nostro Comune, diventano così il luogo ideale per avviare un percorso condiviso, aperto alla comunità e agli operatori. È importante conoscersi e riconoscersi dentro ad una quotidianità troppo spesso lasciata agli addetti ai lavori o alle sole famiglie che vivono direttamente la disabilità. Fare rete è lo strumento per eccellenza dell’inclusione: ciascuno può portare il proprio contributo e, allo stesso tempo, ricevere qualcosa di prezioso dalla diversità dell’altro. Il convegno si articolerà in due momenti: una prima parte in plenaria, con la presentazione delle
attività delle associazioni, e una seconda parte con workshop partecipativi. “Perché i bambini disabili nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è affidata all’amore e all’in-
telligenza degli altri” dice- va Giuseppe Pontiggia nel suo “Nati due volte”. A noi quindi la responsabilità di appartenere a questi “Altri”.
Anna Bergantin
AAA Cercasi volontari per il Pulmino Sociale
Ogni anno il servizio di trasporto sociale accompagna oltre 120 persone al mese (più di 1.700 in un anno!) tra anziani e cittadini con disabilità, percorrendo oltre di 40 mila chilometri sulle strade della provincia e non solo. Un impegno silenzioso ma fondamentale, che consente di raggiun- gere ospedali, ambulatori, strutture socio-sanitarie e iniziative ricreative a quanti, altrimenti, sarebbero impossibilitati. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Anziani e Pensionati di Zero Branco, il servizio è attivo da anni e rappresenta un vero pi- lastro della comunità. Ma per continuare ad essere vicino a chi ha più bisogno c’è bisogno di nuovi volontari!
Bastano poche ore al mese per dare un aiuto concreto.
Ogni corsa è un gesto di solidarietà che migliora la vita delle persone.
Per informazioni o per dare la tua disponibilità chiama il numero 346 2211646 (Associazione Anziani e Pensionati di Zero Branco). Il tuo tempo può diventare la forza che muove la comunità.
Turismo in crescita nella Marca: salgono del 4,7% gli arrivi nel 2025
Il turismo nella Marca trevigiana si conferma in forte espansione. Secondo i dati ufficiali del Sistema statistico regionale, nei primi sette mesi del 2025 la provincia ha registrato 1.220.016 arrivi, segnando un +4,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un incremento significativo che premia l’impegno della rete turistica locale e valorizza l’eterogeneità dell’offerta territoriale.
A trainare il flusso turistico è il capoluogo, Treviso, con 237.221 presenze in strutture ricettive. Seguono, in ordine di performance, Mogliano Veneto (87.687), Conegliano (68.100), Villorba (55.552), Castelfranco Veneto (52.395), Preganziol (50.517), Vittorio Veneto (47.478) e Borso del Grappa (35.409).
Il turista che sceglie la Marca non si ferma in una sola città, ma si muove attratto da una molteplicità di esperienze: sport all’aria aperta, arte e cultura, cicloturismo, turismo slow, degustazioni in vigna, musei d’impresa, ville venete e percorsi tra storia e natura.
Obiettivo? Migliorare gli standard qualitativi, formare gli operatori e consolidare un sistema turistico che coinvolga tutta la filiera economica: struttu-
re ricettive, ristorazione, musei, attività commerciali e servizi per il tempo libero. Il turismo si conferma dunque un asset strategico per l’economia locale. I numeri, in costante crescita, non sono solo frutto del fascino intramontabile del territorio, ma anche di una visione organizzativa chiara e condivisa: fare si-
stema per attrarre e accogliere.
Dal cuore del Veneto al mondo, la Marca trevigiana si presenta oggi come una destinazione capace di coniugare autenticità e innovazione, diventando modello di turismo sostenibile e intelligente.
Anna Bergantin
Chiude Likum: 79 lavoratori in cassa integrazione
Tra i capannoni di Ponte di Piave e Oderzo cala il sipario su una lunga storia industriale: Likum, azienda di stampi e stampaggio per l’automotive, chiude le attività. Per 79 lavoratori si apre una fase di cassa integrazione e ricollocazione, dopo il passaggio
di proprietà dal fondo tedesco Accursia Capital alla rumena Fast Effectiv Solution 360 Srl e il fallito tentativo di rilancio.
L’accordo firmato in Regione tra FIOM Cgil, Confindustria Veneto Est e Likum prevede incentivi all’esodo volontario, Cigs fino a dicembre (con richiesta di proroga) e politiche attive regionali per il reimpiego.
“È una vertenza triste – commenta Francesca Cagnola, FIOM Treviso – che conferma come certi fondi d’investimento puntino solo a capitalizzare, ignorando le ricadute sociali”. La chiusura pesa su un distretto d’eccellenza dell’automotive: ora la sfida sarà ricollocare rapidamente i lavoratori, mappandone le competenze e favorendo percorsi di aggiornamento. Imprese e istituzioni sono chiamate a proteggere reddito e professionalità, evitando che un patrimonio di saper fare venga disperso.
Futuro Sostenibile:
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Giovani protagonisti al Summit del Mare
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“Dalla parte dei giovani: 17 obiettivi per un mondo sostenibile. Giovani protagonisti del futuro –Educazione, Innovazione, Partecipazione”
i giovani e metterli al centro delle politiche locali», menta
prossimo 17 ottobre. Nato nel 2022, il
L’APP
costa veneta il litorale più sostenibile d’Italia, il cui atto nale si terrà nella prima spiaggia veneta, con l’obiettivo di mettere al centro le nuove generazioni considerate le vere protagoniste del cambiamento, portatrici di idee innovative e promotrici di una cultura della sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. «Il turismo deve essere una risorsa per tutti e siamo molto eri di questo progetto di Costa, arrivato alla quarta annualità con 450 stakeholders coinvolti, 80 Awards consegnati, e tanti progetti locali sviluppati nel litorale. Anche quest’anno l’obiettivo che ci siamo pre ssati è importante per la nostra comunità: coinvolgere sempre più
li, generare valore, stimolare idee, creare opportunità» aggiunge Alberto Ballarin, assessore del Comune con delega al turismo. «Coinvolgere attivamente le nuove generazioni, offrendo loro possibilità di crescita personale e professionale, è una s da che non possiamo rimandare. Rendere i nostri territori non solo più accoglienti per i visitatori, ma soprattutto più vivibili e stimolanti per chi li abita tutto l’anno, è la chiave per invertire la rotta. Continuiamo ad impegnarci af nché le future generazioni rimangano nei territori e non siano costrette a cercare altrove quello che qui non riescono a trovare: prospettive, ducia, futuro».
Il
è distinto anche durante il
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«Attraverso il progetto virtuoso del “Patentino” abbiamo formato oltre tremila cittadini di tutte le età, costruendo un modello di formazione che ha saputo unire competenza e identità locale», continua l’Amministrazione comunale di Cavallino-Treporti. «Con oltre 45 appuntamenti tra corsi e seminari che prenderanno avvio con il mese di novembre, quest’anno abbiamo voluto dare l’opportunità a tutti di avvicinarsi alle progettualità della Costa veneta con il Summit del Mare».
Summit del Mare, ti, rappresenterà anche il primo degli eventi aperti alla
Summit del Mare.
Mogliano Veneto
La decisione. La società Alfa Toro si è resa disponibile a valutare scelte alternative di investimento
Il progetto agrivoltaico sorgerà in un luogo diverso da Via d’Azeglio
L’installazione da quasi 12 megawatt su un’area da 17 ettari e mezzo si farà altrove, l’azienda in accordo con amministrazione e cittadinanza ha scelto di non presentare le integrazioni richieste dalla Regione
Il progetto per la realizzazione di un impianto agrivoltaico da 11,78 Megawatt su un’area di circa 17,45 ettari in via d’Azeglio a Marocco di Mogliano Veneto non vedrà un seguito per volontà e iniziativa della società proponente, che ha scelto di dare ascolto alle istanze della Comunità.
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BUONGIORNO
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dalle 7 alle 11 in diretta con
Sindaco, Comunità e Operatore stanno infatti collaborando per definire insieme ulteriori e diverse iniziative che permetteranno la prosecuzione dell’investimento e, al contempo, il coinvolgimento diretto e il supporto attivo della Comunità locale. Le iniziative verranno illustrate durante un’ apposita conferenza stampa congiunta da tenersi nei mesi a venire.
Dopo oltre un anno di costruttivo dialogo tra la società Alfa Toro, l’Amministrazione comunale e il Comitato dei cittadini “No Agrivoltaico di via d’Azeglio”, è stato raggiunto un importante risultato: il progetto non verrà più realizzato in Via d’Azeglio. La società proponente, infatti, in accordo con Sindaco e Comunità ha scelto di non presentare le integrazioni richieste dalla Regione, determinando così la conclusione del procedimento.
Questo esito rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra cittadini, istituzioni e impresa, basato sul rispetto reciproco e sulla volontà comune di coniugare sviluppo energetico, tutela del territorio e ascolto delle comunità.
La società Alfa Toro, mostrando grande sensibilità sociale, espressione di un grande operatore globale che opera su solidi principi di responsabilità etica, oltre che economica e ambientale, si è resa disponibile a valutare scelte alternative di investimento in collaborazione con Comune e Comitato, pianificando diverse iniziative locali – di futura implementazione –volte ad apportare valore aggiunto
di lungo periodo.
L’esito e il prosieguo di questa vicenda dimostrano che un nuovo modo di affrontare le sfide energetiche è possibile, seppur raro: quando prevalgono il dialogo, la trasparenza e la volontà di collaborazione, si possono ottenere risultati che coniugano innovazione e rispetto per la comunità per la nascita di rinnovate e congiunte opportunità future.
Tutti gli attori coinvolti esprimono grande soddisfazione e gratitudine per il risultato raggiunto, segno concreto di come partecipazione e responsabilità condivisa possano generare scelte più sostenibili.
Anna Bergantin
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Venezia e Mogliano Veneto insieme per il ponte sul Dese
Accordo tra i due Comuni per la manutenzione e il rilancio dell’infrastruttura lungo via Terraglio.
Un’intesa tra Venezia e Mogliano Veneto dà il via a un intervento atteso da tempo: la sistemazione del ponte sul fiume Dese in via Terraglio, struttura che segna il confine tra i due territori. L’accordo firmato dalle due amministrazioni regola la collaborazione per la manutenzione straordinaria e la riqualificazione del manufatto, ritenuto strategico per la viabilità locale.
Il progetto non si limita ai lavori strutturali: è prevista anche la possibilità di creare un nuovo tratto ciclabile che collegherà le piste già presenti lungo il Terraglio, migliorando così la continuità dei percorsi per chi si muove in bicicletta. La realizzazione della pista sarà legata alla disponibi-
lità delle risorse economiche.
Sarà Mogliano Veneto a seguire le procedure tecniche e burocratiche per l’appalto dei lavori, mentre le spese verranno divise equamente tra i due Comuni. Per il 2025 è stato messo a bilancio un primo stanziamento di 400 mila euro.
«Con questo intervento – spiega l’assessore ai Lavori pubblici
di Venezia, Francesca Zaccariotto – diamo una risposta concreta a una necessità condivisa: mettere in sicurezza e riqualificare un’infrastruttura fondamentale come il ponte sul Dese. La collaborazione con Mogliano consente una gestione più efficiente delle risorse e apre la strada a un futuro sviluppo della mobilità sostenibile».(a.b.)
Mogliano Veneto
L’iniziativa. Indagine online per raccogliere idee, criticità e visioni sullo sport locale
Al via gli Stati Generali dello Sport: parola alla cittadinanza
Parte il percorso verso gli Stati Generali dello Sport: un questionario online per ascoltare cittadini e società sportive e costruire insieme una nuova visione dello sport come motore di benessere
Èufficialmente iniziato il cammino che porterà alla realizzazione degli Stati Generali dello Sport, un progetto ambizioso e partecipativo promosso dal Comune di Mogliano Veneto con l’obiettivo di rimettere lo sport al centro della vita cittadina e delle politiche pubbliche. L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che lo sport, oltre ad avere un valore educativo e ricreativo, rappresenta un potente strumento di benessere fisico e mentale, di inclusione e di crescita sociale.
La prima tappa del percorso è l’avvio di un questionario online aperto a tutta la comunità: cittadini, famiglie, studenti, società sportive, allenatori e insegnanti sono invitati a esprimere opinioni, segnalare criticità e proporre idee per il futuro dello sport moglianese. Il questionario, già disponibile sul sito del Comune, rappresenta uno strumento fondamentale per raccogliere dati concreti e costruire una visione condivisa, capace di rispondere ai bisogni reali del territorio.
I dati raccolti, trattati in forma anonima, saranno analizzati dall’amministrazione e dai tecnici comunali per tracciare un quadro dettagliato delle abitudini sportive e delle carenze infrastrutturali presenti in città. L’obiettivo è quello di definire strategie mirate, dalla manutenzione degli impianti all’ampliamento dell’offerta sportiva per i più giovani, fino alla promozione dell’attività fisica per le persone anziane.
Al termine della rilevazione è previsto un incontro pubblico durante il quale saranno presentati i risultati e si aprirà un momento di confronto tra istituzioni, cittadini e operatori del settore. Sarà quella l’occasione per raccogliere ulteriori spunti e individuare le linee guida del documento programmatico che nascerà dagli Stati Generali. «Solo ascoltando chi vive lo sport ogni giorno possiamo co-
struire un progetto solido e inclusivo – spiega l’assessore allo
Sport Enrico Maria Pavan –. Con gli Stati Generali vogliamo mettere a valore l’intero sistema sportivo della città, sostenendo le associazioni, investendo su impianti e relazioni. Lo sport è un patrimonio che parla tutte le lingue: favorisce la crescita, il rispetto, il benessere e l’integra-
zione. È un bene comune che vogliamo tutelare e far crescere».
Anche il sindaco Davide Bortolato sottolinea l’importanza del percorso avviato: «Questo strumento ci permetterà di capire in profondità quali sono le esigenze della cittadinanza. Gli Stati Generali dello Sport non saranno un evento isolato, ma un vero e proprio organo di ascolto e pianificazione. Vogliamo che diventi un processo permanente di dialogo e collaborazione tra amministrazione, associazioni e cittadini».
Per garantire continuità e concretezza agli impegni presi, nel recente consiglio comunale è stata approvata all’unanimità l’istituzione di una Commissione consiliare speciale dedicata allo sport, che accompagnerà il lavoro dell’amministrazione lungo tutte le fasi del progetto.
Una scelta che testimonia la volontà di fare dello sport un pilastro delle politiche locali, non solo in ambito agonistico ma anche educativo, sociale e culturale.
Anna Bergantin
“Vega in Rosa”:la spesa al supermercato diventa occasione di prevenzione senologica
Quest’anno la prevenzione viaggia anche tra le corsie del supermercato. È questo lo spirito dell’iniziativa “Vega in Rosa”, la campagna lanciata dal Gruppo Vega in collaborazione con il Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier, per sensibilizzare le donne sull’importanza della diagnosi precoce del tumore al seno, trasformando un gesto quotidiano come la spesa in un’occasione concreta di cura.
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Per il rifacimento dei vostri divani abbiamo predisposto il divano di cortesia per il tempo della lavorazione
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Durante tutto il mese di ottobre, in 240 punti vendita del Triveneto appartenenti alle insegne del gruppo (tra cui Maxi, Eurospesa e Il Tulipano), le clienti troveranno materiali informativie potranno prenotare un check-up senologico completo — comprensivo di visita specialistica, mammografia ed ecografia — usufruendo di una tariffa agevolata e priorità d’accesso.
Il progetto è stato presentato ufficialmente il 6 ottobre presso la sede centrale del Gruppo Vega a Mogliano Veneto, alla presenza del Direttore Generale Francesco Barbon, dell’AD Roberto Barbon, dell’AD del Presidio Ospedaliero Cav. Gabriele Geretto, del Presidente di Sogedin Massimo Calvani e di Nelly Raisi Mantovani, Presidente della LILT Treviso, accompagnata dai consiglieri Maurizia Marzolini e Fedele De Cristofaro. “Vogliamo che ogni donna che entra nei nostri negozi possa avere l’opportunità di mettere al centro il proprio benessere — ha dichiarato Francesco Barbon —. A volte, bastano pochi minuti per cambiare il proprio futuro: la prevenzione è un gesto semplice, ma potente”.
L’iniziativa si avvale della tecnologia di ultima generazione e della competenza della Breast Unit dell’ospedale “Giovanni XXIII”, centro di riferimento regionale per la senologia. “Oggi possiamo diagnosticare tumori con un anticipo che solo pochi anni fa era impensabile — ha sottolineato il Cav. Gabriele Geretto —. Grazie a strumenti come la tomosintesi 3D, ecografi ad alta frequenza e risonanze con intelligenza artificiale, offriamo diagnosi tempestive e percorsi personalizzati”.
Sanità.
Rocco:
”Veneto stanco ma straordinario ora serve una visione che faccia sistema”
N
icolò Rocco perché ha deciso di candidarsi al Consiglio Regionale con la lista Uniti per Manildo Presidente?
Perché sento che è arrivato il momento di dare voce a chi lavora, produce, si impegna ogni giorno senza far rumore. In Veneto, per due anni, si è parlato solo di quarto mandato: intanto un primario al mese ha lasciato la sanità pubblica per quella privata e cinquemila imprese hanno chiuso. Io credo che serva riportare il dibattito con i piedi per terra, dati alla mano e senza estremismi. È in continuità con la mia storia: affrontare i problemi reali e proporre soluzioni.
Che idea ha del Veneto di oggi?
È una terra straordinaria, ma stanca. Il tessuto produttivo resiste e il capitale umano tiene in piedi il sistema sociale, ma ci sono troppi nodi irrisolti. Serve una visione regionale capace di fare sistema. Dopo la perdita di due banche storiche, non siamo riusciti a creare un vero sistema di credito per sostenere chi investe. E serve un grande progetto sulla formazione e l’innovazione: un politecnico e una business school regionale nati dal dialogo tra università e imprese. Dobbiamo avere l’ambizione di essere il territorio che traina la competitività europea, non accontentarci di andare meglio delle regioni del sud. Quali sono le sue priorità per Treviso e la provincia?
Le liste d’attesa in sanità sono un’emergenza. Treviso è stata la provincia più penalizzata dalla riforma del 2016, che ha creato un’unica Ulss da quasi un milione di abitanti: siamo l’unica provincia veneta ad avere un’azienda così grande e infatti siamo quella che soffre di più la fuga di medici. Poi la mobilità: Treviso, Padova e Venezia devono pensarsi come una vera area metropolitana, con servizi integrati e trasporti efficienti. Infine, la sicurezza del territorio: ogni euro speso contro il dissesto idrogeologico ne fa risparmiare dieci in danni a persone, ambiente e imprese.
È vero che ha ricevuto molte richieste per candidarsi nel centrodestra?
Quando si è saputo che Azione
non avrebbe messo il simbolo alle regionali, sono arrivate proposte da più parti. Mi hanno fatto piacere come riconoscimento di uno stile che cerca il dialogo più che la divisione. Ma sono Presidente regionale di Azione: non avrei mai potuto candidarmi con un altro partito. Ho lavorato per mesi perché nascesse la lista Uniti per Manildo Presidente, per il legame personale e politico con Giovanni Manildo — il sindaco con cui ho iniziato a ventitre anni l’impegno amministrativa e che mi ha fatto conoscere Carlo Calenda. Questa lista ha riunito le forze liberali,
europeiste e riformiste attorno al candidato presidente. In Veneto, rappresentiamo quell’area di elettori — circa il 10 % — che ha dato
fiducia al Terzo Polo alle politiche e alle europee.
Uno slogan che riassuma la sua campagna?
“Scelgo la persona.” È più di uno slogan: è un modo di intendere la politica. Oggi serve fidarsi di chi fa, non di chi urla. Di chi rispetta e sa accogliere le buone idee degli altri, non di chi arriva ad imporre le proprie con la sopraffazione. Ogni giorno, in azienda, tocco con mano quanto siano le persone e la fiducia a fare la differenza. Se riportiamo questo spirito anche nelle istituzioni tutto il Paese può tornare a crescere”.
Confartigianato Treviso lancia il progetto per attrarre manodopera qualificata
Oltre il 55% delle posizioni aperte nelle piccole imprese artigiane della Marca Trevigiana è difficile da coprire. Per affrontare il problema alla radice, Confartigianato Imprese Marca Trevigiana lancia un nuovo progetto di employer branding rivolto alle micro e piccole imprese, con l’obiettivo di renderle più attrattive e capaci di
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trattenere i talenti. L’iniziativa sarà presentata mercoledì 8 ottobre alle 18.30 alla Fornace di Asolo, con il contributo della Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti e di EBAV, l’ente bilaterale dell’artigianato veneto. «La carenza di manodopera è un freno allo sviluppo – afferma il presidente Armando Sartori –. È tempo di risposte concrete: offriamo una vera “cassetta degli attrezzi” per aiutare gli imprenditori a valorizzare identità e competenze». Il progetto nasce dal confronto diretto con le aziende e fornisce strumenti pratici per migliorare il benessere organizzativo, sviluppare percorsi di crescita professionale, fare rete e promuovere il valore del lavoro artigiano tra le nuove generazioni. Un modo per riportare al centro la persona e costruire imprese più forti e sostenibili.
Nicolò Rocco con Giovanni Manildo
Dal Zilio: “Siamo un gruppo giovane, lavoriamo con intensità”
Èuna voce lucida e piena di consapevolezza quella di Roberto Dal Zilio, capitano del Mogliano Rugby, che si prepara a guidare la sua squadra verso l’inizio di una nuova avventura. Il classe ’97 è legato in modo profondo al club: al settimo anno consecutivo in città, è ormai diventato simbolo di questi colori.
Reduce da un’estate intensa, iniziata già a metà luglio, il gruppo biancoblu si è messo alla prova con una preparazione lunga e dura: “Abbiamo iniziato a lavorare molto presto”, racconta Dal Zilio. “È stata una preseason tosta, come ci aveva anticipato il coach. Voleva alzare sin da subito l’intensità e così è stato. Ma abbiamo gettato le basi per costruire un gruppo forte, dentro e fuori dal campo. L’amalgama con i nuovi compagni procede nel verso giusto: siamo molto uniti, passiamo
del tempo insieme anche oltre lo sport”. Il capitano, con le sue parole, sottolinea un dettaglio del nuovo Mogliano: la giovane età della rosa. Un aspetto che può rivelarsi un vantaggio, ma anche una possibile difficoltà. “La media età è molto bassa, ma c’è grande potenziale. Il rischio è quello di pagare l’inesperienza del gruppo, ed è per questo che noi più esperti dobbiamo aiutare i ragazzi a crescere. Sappiamo che ci saranno momenti difficili, ma se saremo uniti riusciremo ad affrontarli nel migliore dei modi”. Il ritorno del coach Umberto Casellato, che è tornato a Mogliano nel novembre 2024, ha portato entusiasmo e nuove energie: “Il suo arrivo ha portato un vento positivo nel gruppo. Conosce l’ambiente, sa come lavorare qui. In più non siamo ripartiti da zero, ma con la continuità del lavoro intrapreso
nello scorso campionato. Questo ci dà un vantaggio. Il coach vuole un gioco fresco, dinamico, e in questo l’età giovane della squadra può fare la differenza”. Dal Zilio si sofferma anche sul
suo percorso personale, ricordando le difficoltà del primo anno da capitano: “Non è stato sempre semplice. Prendersi certe responsabilità non è mai facile. Ma con il tempo ho imparato a gestire
Union Pro 1928, il DS Benedetti traccia la rotta: “Siamo pronti a crescere ancora”
Marcello Benedetti, direttore sportivo dell’F.C. Union Pro 1928, guarda con ottimismo alla nuova stagione calcistica. “L’anno scorso abbiamo gettato le basi di un progetto triennale ambizioso guidato dal presidente Enrico Lorenzoni – spiega – Chiudere quinti, a un passo dai play-off, è stato un risultato da 7”. L’esperienza accumulata rappresenta un valore aggiunto, così come il rinnovato organigramma: “Con l’arrivo del nuovo direttore generale Bernardo Chinellato, la dirigenza si è completata ulteriormente”, sottoli-
nea Benedetti. Il settore giovanile resta il fiore all’occhiello della società: l’Under 19 si presenta con una rosa quasi rifatta, poiché diversi talenti del 2008 sono stati promossi in prima squadra. Tra questi, spiccano Federico Bertolissi e Marco Iannino. La prima squadra ha mantenuto l’ossatura dell’anno precedente, dopo aver lavorato però per colmare alcune lacune: “Abbiamo puntellato i ruoli in cui eravamo un po’ carenti – spiega Benedetti – con innesti importanti come Monteiro e Djigo in attacco e Ranieri a centrocam-
meglio certe situazioni. Spero quest’anno di sbagliare meno e di fare tesoro degli errori passati”. Infine, una riflessione sugli obiettivi personali e collettivi: “Mi sento totalmente immerso nel progetto del club, mi interessa solamente il bene di Mogliano. Non esiste più il singolo, conta solo il gruppo. Dobbiamo migliorare in diversi aspetti, ma ci sono margini enormi. Non voglio fare proclami, ci saranno alti e bassi, ma siamo pronti ad affrontarli insieme. Non mi sbilancio sul nostro obiettivo”. Il Mogliano riparte con un’identità chiara: un gruppo giovane, ma con alcuni senatori pronti a guidarlo e a incidere con la propria esperienza, come nel caso di Roberto Dal Zilio: un capitano che guarda avanti e mette al centro il bene della squadra.
Stefano Parpajola
po. I 2006 Torrone, Biolcati, Scantamburlo Luca e Ludovico saranno del gruppo insieme al portiere 2007 Legrottaglie. L’avvio di stagione è stato incoraggiante: “Siamo partiti con il piede giusto, anche in Coppa. Vedo una squadra viva e combattiva. Sono molto fiducioso”. Il campionato presenta sempre alcune insidie: “È un girone nuovo che scopriremo di domenica in domenica. Viviamo alla giornata, è difficile fare proclami in questa categoria. Arrivare tra le prime cinque sarebbe un traguardo importante, ma non mi
sbilancio”. Benedetti parla con entusiasmo anche del clima nello spogliatoio: “Il gruppo è fantastico. Giocatori esperti come Casarotto, Urban e Nobile sono di supporto per i più giovani. Sto vedendo ragazzi che vengono ad allenarsi con il sorriso, questo è un segnale importante”. Union Pro 1928: il progetto continua con entusiasmo e voglia di crescere. (s.p.)
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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza
In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così
I candidati/1. Centrosinistra compatto
dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,
Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto
Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.
“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.
Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione
passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.
L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.
ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.
I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani
Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.
“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.
Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.
Alberto Stefani
Giovanni Manildo
I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia
Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”
F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.
I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come
la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.
“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro
la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-
si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,
senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.
I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione
Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo
La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente
autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.
Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure
domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri
pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-
vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.
Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano
Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”
Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”
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oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.
“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il
metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila
euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.
Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.
“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-
stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.
Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.
L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani
Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto
Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”
Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.
Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-
atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.
“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.
“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-
ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.
Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-
pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.
Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-
to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.
Madeleine Palpella
Simone Contro, referente M5S in Veneto
L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi
L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità
Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”
L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale
Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?
L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,
dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.
A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?
Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.
Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.
Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.
Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.
Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?
La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.
Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?
Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,
ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?
Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-
portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.
In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?
La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.
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La crescita. Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide
L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre
DCon l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali
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ne per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-
forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali. gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-
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in Austria, casa madre di Despar
entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:
il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto
di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.
Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?
Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.
decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita
cità di adattamento in uno scenario
Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini
Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?
Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e
confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.
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Braccialetti anti-aggressione
per il personale sanitario
Un piccolo braccialetto per difendere chi ogni giorno si prende cura degli altri. L’Ulss 2 Marca Trevigiana lancia la prima fase di sperimentazione dei braccialetti anti-aggressione destinati al personale dei Pronto Soccorso, dove si concentra il maggior numero di episodi di violenza contro operatori sanitari e amministrativi. Lo ha annunciato a Treviso il direttore generale Francesco Benazzi, affiancato dal direttore sanitario Stefano Formentini, dal responsabile dei Sistemi Informativi Roberto Da Dalt e dalla responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Carla Polo. Un piccolo braccialetto per difendere chi ogni giorno si prende cura degli altri. L’Ulss 2 Marca Trevigiana lancia la prima fase di sperimentazione dei braccialetti anti-aggressione destinati al personale dei Pronto Soccorso, dove si concentra il maggior numero di episodi di violenza contro operatori sanitari e amministrativi. Lo ha annunciato oggi a Treviso il direttore generale Francesco Benazzi, affiancato dal direttore sanitario Stefano Formentini, dal responsabile dei Sistemi Informativi Roberto Da Dalt e dalla responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Carla Polo. «I nostri operatori lavorano spesso in condizioni difficili – ha spiegato Benazzi – e questi dispositivi sono pensati per farli sentire più sicuri, garantendo un intervento tempestivo in caso di pericolo». La distribuzione iniziale prevede 120 braccialetti, che saranno consegnati nei prossimi giorni agli operatori dei Pronto Soccorso. In base ai risultati della sperimentazione, l’uso sarà esteso anche ad altri contesti ad alta criticità, come i Servizi per le Dipendenze, l’Area Psichiatrica, i Pronto Soccorso pediatrici e i Consultori familiari. I dispositivi sono compatti, leggeri e progettati per resistere all’uso quotidiano in ambiente ospedaliero. Sono dotati di:
• Tasto SOS: invia immediatamente la posizione GPS alla control room attiva 24/7, che
effettua una verifica diretta e, se necessario, allerta le Forze dell’Ordine e l’Unità operativa coinvolta.
• Tasto verde: consente la comunicazione vocale con la centrale e la registrazione di messaggi.
• Monitoraggio dei parametri vitali: battito cardiaco, pressione e temperatura sono costantemente controllati. In caso di anomalie, viene inviato un allarme automatico.
• Sensore di caduta o perdita di coscienza, con avviso immediato alla centrale operativa.
• Batteria a lunga durata, resistenza a polvere e liquidi, adatti a turni lunghi e ambienti ad alta intensità.
I dati illustrano un fenomeno preoccupante. Solo nei Pronto Soccorso dell’Ulss 2, da gennaio–agosto 2025 si sono già registrate 188 aggressioni, a fronte delle 199 dell’intero 2024. Il 30% di questi episodi è rappresentato da violenze fisiche.
Nel dettaglio, il Pronto Soccorso dell’ospedale di Treviso è il più colpito, con 78 casi nel 2025 (contro i 74 dell’anno precedente). Seguono Conegliano (57), Oderzo (26), Castelfranco (14), Montebelluna (9) e Vittorio Veneto (4).
Il totale delle aggressioni agli operatori dell’Ulss 2 segna un calo rispetto al 2024, ma resta comunque allarmante:
• 2024: 852 aggressioni totali
• 2025 (dato aggiornato al 31 agosto): 672. Il distretto di Treviso continua a registrare i numeri più elevati.
«La sicurezza del personale è una priorità – ha concluso Benazzi –. Con questi braccialetti vogliamo offrire una risposta concreta e innovativa a un problema che mina il benessere e la serenità di chi lavora ogni giorno al servizio della salute pubblica».
La Geriatria del Ca’ Foncello premiata per la telemedicina
La Geriatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso si distingue a livello nazionale per l’uso innovativo della telemedicina nella cura dei pazienti più anziani. Il reparto, diretto dal dottor Andrea Rossi, ha ricevuto il premio per le migliori comunicazioni orali durante il Congresso nazionale dell’Accademia di Geriatria, svoltosi nei giorni scorsi a Genova. Il riconoscimento è andato a una ricerca che dimostra come il monitoraggio a distanza possa migliorare sensibilmente la gestione dello scompenso cardiaco negli ultraottantenni. Lo studio, presentato dal dottor Nicola Confortin, ha illustrato i risultati di un ambulatorio di telemedicina attivo dal 2023 al Ca’ Foncello, nato per seguire i pazienti dopo la dimissione ospedaliera.
Coordinato dai medici Gianpaolo Daniele, Annalisa Graceffa e Leonardo Melchiori, il progetto ha coinvolto 120 pazienti con un’età media di 89 anni, seguiti per due anni attraverso un sistema di controlli e contatti a distanza. L’obiettivo era valutare se questo approccio potesse ridurre i casi di ricovero e la mortalità rispetto alle cure tradizionali.
I numeri parlano chiaro: il monitoraggio tramite telemedicina ha permesso di ridurre le riospedalizzazioni per scompenso cardiaco del 78% e la mortalità del 77% entro dodici mesi. «Questo premio è il risultato del lavoro di un’équipe che crede nella medicina del futuro – commenta il dottor Rossi –. La telemedicina è una risorsa fondamentale per garantire cure efficaci e personalizzate anche ai pazienti più fragili, tutelando al tempo stesso la loro autonomia e sicurezza».
La donazione. La struttura sanitaria avrà un posto per far divertire e sognare i piccoli pazienti della Marca
Al Ca’ Foncello apre la Sala dei Colori per portare la magia del grande schermo ai bimbi ricoverati
Un dono d’amore e solidarietà dà vita alla Sala dei Colori del Ca’ Foncello di Treviso: un piccolo cinema per i giovani pazienti del reparto di pediatria. Finanziata dagli sposi Pietro e Anna Maria Geremia, la sala unisce tecnologia e umanità per portare luce, sorrisi e condivisione in ospedale, promuovendo anche formazione e lavoro di squadra
Il reparto di pediatria dell’ospedale
Ca’ Foncello di Treviso ha aperto oggi le porte a un nuovo angolo di serenità: la “Sala dei Colori”, un piccolo cinema pensato per i bambini ricoverati e le loro famiglie. L’iniziativa, resa possibile grazie a una donazione dell’imprenditore Pietro Geremia e di sua moglie Anna Maria, porta per la prima volta in Veneto un grande schermo all’interno di una struttura ospedaliera. La sala nasce da un gesto speciale: gli
sposi, in occasione del loro matrimonio, hanno chiesto agli invitati di contribuire alla creazione dello spazio invece di fare regali tradizionali. Il risultato è un luogo pensato per regalare momenti di evasione, immaginazione e allegria ai piccoli pazienti.
La sala, realizzata nello spazio liberato da alcuni servizi trasferiti alla Cittadella della Salute, è dotata di uno schermo di 9 metri quadrati e 28 poltrone, con una fila di sedute rimovibili per carrozzine
e letti. Oltre alle proiezioni di intrattenimento, ospiterà rassegne tematiche e momenti formativi per il personale sanitario, con l’obiettivo di migliorare empatia e lavoro di squadra.
Francesco Benazzi ha definito la sala un esempio concreto di come la generosità possa trasformare un ospedale in un luogo di gioia: “Il loro regalo rafforza il legame tra Ulss e territorio e dimostra che la cura può passare anche attraverso gesti di solidarietà e umanità”.
Pietro Geremia ha spiegato il senso del progetto: “Abbiamo voluto restituire al territorio ciò che ci ha dato, sostenendo la sanità pubblica e offrendo ai bambini e alle loro famiglie un luogo accogliente dove ritrovare un po’ di leggerezza”. La moglie Anna Maria ha aggiunto: “Veder prendere vita questa sala, sapendo che potrà regalare sorrisi a chi ne ha più bi-
sogno, è il dono più bello che potessimo immaginare”. Alessandro Preziosi ha commentato:
Quarant’anni di cardiochirurgia al Ca’ Foncello: oltre 26mila interventi
Quarant’anni di interventi, di vite salvate e di progressi continui. L’Unità di Cardiochirurgia dell’ospedale Ca’ Foncello ha festeggiato ieri un traguardo straordinario: 26mila operazioni eseguite dal 1985 a oggi, con risultati che l’hanno resa un’eccellenza del Veneto e del panorama nazionale.
Il primo intervento fu l’8 maggio 1985, da allora il reparto ha saputo crescere grazie all’innovazione tecnologica e alla professionalità delle équipe, fino a raggiungere oggi una media di circa 800 operazioni l’anno. Un percorso che ha visto al timone tre grandi nomi: il professor Carlo Valfrè, fondatore e pioniere della cardiochirurgia moderna, il dottor Elvio Polesel e l’attuale direttore, Giuseppe Minniti. Alla cerimonia celebrativa erano presenti i protagonisti di questa storia, affiancati dai colleghi delle altre unità e dalla direzione sanitaria. «La Cardiochirurgia trevigiana è parte integrante del sistema virtuoso delle cardiochirurgie venete», ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Zaia, in un messaggio inviato agli operatori. «Grazie alla lungimiranza dei primari e all’impegno delle équipe, oggi è considerata un’eccellenza assoluta». Il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, ha ricordato come l’attività del reparto non si fermi alla sala
operatoria: «Siamo gli unici in Italia ad avere un percorso riabilitativo completo per i pazienti dopo l’intervento. È il frutto di un lavoro di squadra che parte dalla Cardiologia e prosegue fino alla riabilitazione». Commovente anche il ricordo della moglie di Polesel, Nadia Vedovelli, che ha testimoniato la dedizione totale del marito: «I pazienti erano la sua priorità assoluta, non esistevano sabati o domeniche». Il professor Valfrè, che negli anni ’80 fu tra i protagonisti del primo trapianto di cuore in Italia a Padova, ha sottolineato come la forza del reparto sia «la collaborazione tra discipline diverse, coordinate in un lavoro comune». Infine, l’attuale direttore Minniti ha voluto ringraziare i predecessori e le équipe: «Siamo nani sulle spalle di giganti. Senza le conoscenze e l’esperienza trasmesse dai pionieri non saremmo quello che siamo oggi».
Secondo i dati nazionali più recenti, la cardiochirurgia trevigiana è l’unica in Veneto a raggiungere i massimi livelli di qualità sugli interventi più delicati, dalle valvuloplastiche ai bypass coronarici, con tassi di mortalità tra i più bassi in Italia. Un primato che conferma, ancora una volta, il ruolo del Ca’ Foncello come punto di riferimento per migliaia di pazienti non solo delle province di Treviso e Belluno, ma di tutto il Paese.
“Il cinema alimenta speranza e condivisione, restituendo un senso di colore e luce all’interno dell’ospedale”.
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Ottobre
Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine
FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO
Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.
Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe
Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva
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PASTA CON CREMA DI BROCCOLI
Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare
TORTA DI MELE E RICOTTA
Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda
Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta
Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.
Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata
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Rubrica a cura di Sara Busato
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