laPiazza di Treviso - Ottobre2025

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Sicurezza in Pronto

Soccorso: braccialetti anti aggressione per il personale sanitario

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Cosa c’è dietro alla pioggia di milioni per Treviso, confronto aperto sullo stato di avanzamento, situazione critica per la Casa della Comunità

Investimento da quasi 300 mila euro per la pulizia e i rifacimenti, con la protezione delle superfici, lavori conclusi entro gennaio 2026

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Veneto2

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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VENETO | 23-24 NOVEMBRE 2025

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Successo di pubblico e di campioni per la Mezza di Treviso

Nata nel 2014 da un’idea dell’ex maratoneta azzurro Salvatore Bettiol, la Mezza di Treviso – CentroMarca Banca è diventata in poco più di dieci anni la corsa su strada più partecipata della Marca. Un evento che unisce sport, socialità e promozione del territorio, coinvolgendo i Comuni di Treviso, Silea e Carbonera lungo i 21 chilometri del suggestivo percorso che attraversa il Parco del Sile e si conclude ai piedi delle Mura.

L’edizione 2025 ha confermato la crescita costante della manifestazione: oltre 1.400 atleti al traguardo, il 25% in più rispetto allo scorso anno, e ventitré nazioni rappresentate. Alla partenza, in fascia tricolore, anche il sindaco di Treviso Mario Conte, che ha chiuso la gara in 2h16’45”: «La Mezza è perfetta per preparare la maratona di New York, dove debutterò tra poche settimane. Ho visto una città splendida e una grande organizzazione». Con lui anche il vicesindaco Alessandro Manera, la sindaca di Silea Rossella Cendron e l’assessore di Carbonera Andrea Zangrando. Sul piano sportivo, la gara maschile ha parlato tedesco: Malte Propp, 26 anni, di Lipsia, ha vinto in 1 h07’26”, diventando il primo atleta della Germania a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro. Con lui sul podio i connazionali Felix Nadeborn e Richard Vogelsang. Miglior italiano, il bellunese Osvaldo Zanella, quinto. Tra le donne, invece, trionfo azzurro con Camilla Vittori Venenti (Runners Bergamo), che ha corso in 1h20’47” davanti alla tedesca Corinna Harrer e alla veneta Sara Boer, vincitrice dell’edizione 2024.

La manifestazione, sostenuta da CentroMarca Banca e Diadora, ha assegnato anche il 5° Memorial Cristian Tonellato, in ricordo dello storico responsabile del percorso. «Abbiamo vissuto una giornata ideale – ha commentato Bettiol – e tantissimi atleti ci hanno fatto i complimenti. La Mezza è una cartolina della nostra città».

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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L’intervento. Il progetto mira a preservare e valorizzare l’intervento di restauro realizzato negli anni ’90

Iniziato il restauro della facciata del Teatro Comunale “Del Monaco”

Avviati i lavori di restauro del Teatro Comunale

“Mario Del Monaco”. Il progetto, frutto di analisi sui materiali e approvato dalla Soprintendenza, prevede puliture, rifacimenti e protezioni delle superfici. Il cantiere, sicuro e accessibile, salvaguarderà il valore architettonico del teatro. Investimento: 296.100 euro, conclusione prevista gennaio 2026

H anno preso ufficialmente avvio i lavori di restauro della facciata del Teatro Comunale “Mario Del Monaco”. È iniziata infatti l’installazione del ponteggio, dotato di tunnel pedonale per garantire la sicurezza e la continuità del transito lungo Corso del Popolo, nonché l’accesso al teatro.

Il progetto, elaborato dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Treviso e condiviso con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, mira a preserva-

re e valorizzare l’intervento di restauro realizzato negli anni ’90, assicurando una corretta manutenzione del bene e la sua tutela per il futuro.

Gli interventi previsti comprendono operazioni di pulizia e disinfestazione delle superfici, consolidamento e rifacimento degli intonaci mancanti, integrazioni estetiche e protezione con idrorepellenti.

Gli elementi lapidei saranno oggetto di pulitura, stuccatura e consolidamento, mentre quelli

metallici verranno trattati per rimuovere le ossidazioni e protetti con prodotti specifici. La manutenzione dei serramenti lignei, già eseguita nelle scorse settimane per non interferire con la programmazione teatrale, ha riguardato la carteggiatura, la riverniciatura e la revisione dei sistemi di movimentazione.

Il progetto è stato definito a seguito di approfondite analisi chimico-fisiche sui materiali, con l’obiettivo di intervenire in modo mirato e rispettoso delle caratteristiche originarie.

L’importo complessivo del progetto ammonta a 296.100 euro. Il termine dei lavori è fissato per il 12 gennaio 2026.

«Con questo intervento confermiamo l’attenzione per la tutela del nostro patrimonio storico e artistico», dichiara l’assessore alle Opere Pubbliche Sandro Zampese. «Il restauro

Nuovo piano operativo per i parcheggi

Un nuovo piano parcheggi per Treviso. A seguito dell’accordo di massima con Parcheggi Italia è stata definita una nuova strategia operativa per la sosta e infrastrutture, volta a migliorare l’offerta di parcheggi e garantire un equilibrio economico-finanziario sostenibile.

Il piano prevede interventi strategici che porteranno a oltre 500 nuovi stalli nei parcheggi in struttura della Città, con un investimento complessivo da 18,5 milioni di euro. Il Park di via Foscolo passerà da 200 a 460 stalli, con gara d’appalto integrato entro giugno 2026 e conclusione dei lavori nel 2027, per un investimento di 5 milioni di euro.

Il Park Cantarane verrà realizzato secondo un progetto aggiornato con un incremento da 100 a 200 stalli. L’avvio dei lavori è previsto entro settembre 2026 e la conclusione entro dicembre 2027, con un investimento pari a 9 milioni di euro. Il Park Pattinodromo sarà realizzato limitatamente alla superficie, senza piani interrati per motivazioni tecniche e logistiche.

La sua riqualificazione è prevista nel corso del 2028, con un investimento di 2,5 milioni di euro. Il Park di via Dandolo (quartiere San Zeno), infine, verrà realizzato con 150 stalli e verrà concluso entro il 2027, per un importo di 2 milioni di euro.

Contestualmente, Parcheggi Italia ha ri-

della facciata del Teatro Comunale Mario Del Monaco vuole essere un atto di responsabilità verso la città, i cittadini e le fu-

nunciato al contributo pubblico di 2,6 milioni euro grazie ai minori costi di realizzazione del Park Pattinodromo.

«Con questo accordo Treviso compie un passo fondamentale per il potenziamento dei parcheggi, coniugando sostenibilità economica, funzionalità e una visione di sviluppo a lungo termine per la città» ha dichiarato l’assessore alla Mobilità e Viabilità Andrea De Checchi. «Si apre dunque un nuovo iter che dopo 25 anni di dibattito porterà finalmente Treviso ad avere un incremento significativo dell’offerta di stalli e, al contempo, consentirà di avviare i progetti di riqualificazione in senso pedonale del centro storico».

ture generazioni, affinché possano continuare a godere di uno dei simboli culturali più amati di Treviso».

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A Treviso è corsa contro il tempo per completare tutti i cantieri

Il PNRR è croce e delizia di numerose amministrazioni comunali. Delizia perché con le risorse provenienti dall’Europa in Municipi, ma non solo, si sono trovati un tesoretto inaspettato con il quale finanziare opere e servizi che, altrimenti, avrebbero dovuto attendere molto tempo per essere finanziate o non avrebbero proprio trovato copertura.

Croce perché le linee d’intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono molto complesse da cogliere in termini burocratici, autorizzativi e di tempistica.

Ed è proprio il tempo il fattore determinate: salvo proroghe, infatti, le opere dovranno essere concluse entro la primavera del 2026.

Se questa scadenza non venisse rispettata verrebbero bloccati i i versamenti nei confronti dei comuni che rischierebbero, così, di trovarsi nella spiacevole situazione di aver commissionato opere pubbliche, firmando contratti con le ditte appaltatrici, e non vedersi arrivare tutti i saldi dallo Stato.

A Treviso, situazione propria anche di altre città, è corsa contro il tempo per alcune tra le opere più complesse: l’incremento dei prezzi delle materie prime, determinato dalle crisi internazionali in corso e dalle minacce di Dazi, ha “sballato” tutte le previsioni e il tempo, per ritrovare il bandolo della matassa, è inevitabilmente passato.

Nei mesi scorsi, infatti, aveva fat-

Real Life: la solidarietà è di casa a Treviso

Da settembre 2022 è in corso il progetto “Real Life”, Percorsi di Residenzialità e Occupabilità inclusivi finalizzati a permettere alle persone adulte con disabilità di inserirsi nelle dinamiche del mondo lavorativo ed abitativo reale”,promosso ai sensi del PNRR, missione 5 componente 2, dall’ATS_9 con capofila il comune di Treviso ed in co progettazione con l’azienda ULSS 2 Marca Trevigiana e la Rete Interagendo di cui è capofila la Coop Solidarietà.

La Rete Interagendo, realtà del terzo settore impegnata nell’ambito dell’occupabilità e residenzialità innovativa per persone adulte con disabilità nel territorio della Marca Trevigiana, dopo la legge 112/2016 si impegna in questa nuova sfida. In prima linea l’assessore Tessarolo, il dottor Rigoli, direttore dei servizi socio sanitari dell’Aulss2 e la dott.ssa Giomo, direttore UOC disabilità, per condividere la linea tracciata verso un futuro di opportunità innovative e di inclusione sociale per la disabilità adulta.

Sono uniti intorno a queste importante sfida 32 giovani adulti con disabilità, i loro familiari, gli operatori dei servizi socio-sanitari, le associazioni e le cooperative afferenti alla Rete Interagendo, gli assessori dei comuni d’ambito che fino

ad oggi hanno visto realizzarsi:

- 7 Campus delle abilità svolti in 7 sedi di formazione in cui, come in un tradizionale percorso universitario, le persone si sono formate nelle autonomie necessarie per una vita autonoma.

-Un cohousing nel territorio di Villorba, presso la sede di AREP Onlus avviato a giugno 2024 e ancora in corso fino a marzo 2026, il quale accoglie 5 residenti con disabilità.

-Dei percorsi di formazione con l’apporto di Informatici Senza Frontiere, che hanno la finalità di realizzare 7 piccoli coworking nei quali si svolgeranno attività legate allo sviluppo e l’utilizzo di competenze digitali.

-Il campus special, rivolto anche a persone con disabilità complesse.

-Il cohousing nella sede storica di Monigo della Cooperativa Solidarietà, il quale accoglierà 6 residenti con disabilità.

-7 co- working, 3 dei quali partiranno a luglio e il resto a settembre, assieme anche ad un ulteriore corso di formazione sempre con l’apporto di Informatici Senza Frontiere.

Il progetto complessivo da 715 mila euro vedrà coinvolte 32 persone adulte con disabilità del territorio trevigiano. I

to molto discutere la denuncia delle opposizioni sullo stato di avanzamento di alcuni tra i cantieri più attesi.

Tra questi quelli della caserma Salsa, dove è previsto un parco pubblico, aule studio, spazi di co-working, dello studentato ex Eca, quello per l’ampliamento della biblioteca Zanzotto presso l’ex Gil.

Stessa sorte per il Palazzo Da Borso che doveva già essere pronto a ospitare la Camera di Commercio e, invece, risulta ancora nel pieno dei lavori. Sono molti, nel complesso, gli interventi previsti a Treviso e nel trevigiano e tra questi spiccano certamente quelli gestiti dalla Provincia per l’edilizia scolastica con 35 cantieri finanziati.

@GreyPanthers

percorsi vedono il prezioso apporto metodologico dei docenti Enrico Miatto (direttore di dipartimento di pedagogia), Claudia Andreatta e Marco Zuin dello IUSVE – Università Pontificia Salesiana di Mestre, affinché i percorsi consentano alla persona di valutare le proprie abilità e competenze spendibili nel progetto di vita futura. Vista l’innovatività del progetto prende avvio un progetto di ricerca sulla transizione alla vita adulta che indaga il tema dell’autodeterminazione delle persone con disabilità, le loro reti di relazione e le policy locali in merito.

Focus PNRR/2. Piave Servizi punta su digitalizzazione e controllo in tempo reale

Dal PNRR 18 milioni di euro per il progetto di Piave Servizi

Il piano, finanziato per 6 milioni di euro con le tariffe del servizio idrico, per una somma complessiva di 24 milioni di euro, si affida ad un approccio integrato.

In arrivo 18 milioni di euro dal PNRR per finanziare il progetto di Piave Servizi per la tutela della risorsa idrica. Il piano, finanziato per 6 milioni di euro con le tariffe del servizio idrico, per una somma complessiva di 24 milioni di euro, si affida ad un approccio integrato: avvalendosi di tecnologie all’avanguardia, si propone di migliorare l’efficienza, la resilienza e l’affidabilità del servizio erogato.

Le attività si baseranno in particolare sul proseguimento di due progetti pilota avviati nel 2020: l’attività di pre-localizzazione delle perdite nel sottosuolo, con tecnologie innovative e lo studio per sperimentare l’applicazione di tecniche di distrettualizzazione e monitoraggio, nonché di controllo attivo e mirato delle pressioni interne, delle portate transitanti e della qualità dell’acqua nei sistemi idrici.

“Questo progetto rappresenta il fulcro dell’innovazione per la nostra rete idrica. Con il completamento della modellazione, avremo un controllo capillare sull’intero sistema acquedottistico, che ci permetterà di monitorarne il funzionamento in tempo reale e di individuare con precisione i punti di

intervento – spiega il presidente di Piave Servizi, Alessandro Bonet –L’intervento coinvolgerà tutti i 39 Comuni serviti, con l’obiettivo di implementare una gestione digitale all’avanguardia che abbandoni definitivamente il sistema manuale e mnemonico attuale. In tal senso, un lavoro significativo è già stato svolto con la rilevazione delle reti e la progettazione dei distretti”.

Spazio, dunque, all’ottimizzazione e allo sviluppo di nuovi modelli che possano avere una visione completa della rete e sviluppare previsioni a partire anche dallo storico del sistema. Nel programma, inoltre, emerge la volontà di implementare un sistema di monitoraggio permanente qualitativo con la rilevazione di parametri importanti (conducibilità, temperatura, pH, cloro residuo, torbidità, ossigeno, ad esempio); installare contatori smart per il bilancio di distretto; ricercare perdite con l’utilizzo di tecnologie acustiche innovative (idrofono/accelerometro) e utilizzare tecnologie satellitari per la correlazione tra subsidenza, l’abbassa-

mento del terreno, e la formazione di perdite.

A chiudere il progetto: la riparazione mirata con tecniche trenchless non invasive, rapide ed innovative su condotte di grande e piccolo diametro; l’implementazione sempre più spinta della distrettualizzazione idraulica e il miglioramento progressivo del grado di affidabilità della pre-localizzazione.

In definitiva, quello di Piave Servizi si conferma un impegno che punta all’eccellenza. “Il completamento del progetto porterà alla creazione di un modello paragonabile al sistema arterioso del corpo umano, rappresentando un valore inestimabile per il territorio e per le future generazioni – sottolinea il presidente – L’ottenimento del finanziamento dal PNRR rappresenta un riconoscimento della lungimiranza del CdA di Piave Servizi e della capacità della nostra intera struttura, che ringrazio, di elaborare progetti validi, a beneficio dei nostri quasi 350 mila cittadini serviti”.

Palazzo Moretti nuova Casa di Comunità? Situazione critica

Digitalizzazione e innovazione al centro del piano di Piave Servizi, sostenuto da 18 milioni del PNRR. L’obiettivo è creare una rete idrica “smart”, capace di monitorare in tempo reale pressioni, portate e qualità dell’acqua, garantendo efficienza e sicurezza al servizio idrico

Lo scorso 4 giugno è stato firmato il contratto tra il Comune di Treviso e l’Azienda ULSS n. 2 Marca Trevigiana, rappresentati dal sindaco Mario Conte e dal direttore generale Francesco Benazzi, per la concessione di utilizzo di Palazzo Moretti, edificio storico situato in via Isola di Mezzo, destinato a diventare la nuova Casa della Comunità.

L’accordo rappresenta un passo decisivo verso la concretizzazione di un progetto strategico per il potenziamento della rete territoriale

di assistenza sanitaria, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 6 “Salute”. L’intervento prevede il restauro, la ristrutturazione e la messa a norma di porzione di edificio esistente. La superficie interessata è di 1530 metri quadri. Nella casa della comunità è prevista l’erogazione di prestazioni di assistenza di base e cure primarie, assistenza specialistica ambulatoriale, diagnostica di laboratorio di base per immagini. Nella nuova struttura saranno realizzati 14 ambulatori

specialistici, un punto unico di accoglienza, un punto prelievi e servizi comuni.

L’immobile, di proprietà del Priorato Laicale di Santa Maria Mater Domini De’ Fossis, è stato affidato al Comune di Treviso e ora concesso in godimento all’ULSS 2. I lavori partiranno nei prossimi mesi.

Dopo quattro mesi i lavori continuano a non decollare tanto che è proprio dei giorni scorsi l’allarme lanciato dal direttore generale, Benazzi definendo, senza mezzi termini, la situazione come “critica”.

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Prevenzione. Un progetto pilota del Cobis Treviso rende la formazione sulla sicurezza più inclusiva ed efficace

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A Treviso arriva “Stefano”, l’Intelligenza Artificiale che parla con gli studenti

U n’intelligenza artificiale

“buona”, pensata per aiutare l’inclusione in classe, entra nelle scuole di Treviso. Si chiama “Stefano” e sarà sperimentata per la prima volta nella Marca all’istituto comprensivo Luigi Coletti, nel quartiere di San Liberale. L’annuncio è stato dato lo scorso 7 ottobre a Ca’ Sugana, durante la presentazione del progetto promosso dall’associazione trevigiana Verso la Luce ETS e dalla società Copilots Srl, con la collaborazione dell’Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale (ENIA).

La novità principale è che questa applicazione utilizza un motore sviluppato in Veneto, chiamato PaideIA, in grado di tradurre in tempo reale le lezioni degli insegnanti nella lingua parlata dagli alunni stranieri o di riformularle in modo più semplice per chi ha difficoltà di comprensione. L’obiettivo è favorire una scuola più accessibile e davvero inclusiva, dove nessu-

no resti indietro. Come funziona “Stefano” Il programma elabora in diretta la voce del docente e la trasforma in testo, immagini, mappe concettuali o audio, adattandosi al livello di ciascun studente. Può anche creare versioni semplificate delle spiegazioni o tradurle nella lingua madre dell’alunno. Il tutto avviene senza installazioni né registrazioni, nel rispetto della privacy e delle regole europee sulla protezione dei dati.

L’applicazione è nata da un’idea di Emanuele Marchiori ed è dedicata alla memoria di Stefano Pasqualin, co-fondatore di Copilots scomparso nel 2024,

che aveva creduto in una didattica capace di valorizzare ogni persona.

“Stefano” è già in uso in alcuni istituti del Veneto e in diversi centri educativi della regione, ma per Treviso rappresenta una prima assoluta. Il comprensivo Coletti, che accoglie la più alta presenza di studenti con bisogni educativi speciali, sarà il banco di prova di un progetto che mira a diventare un modello per tutte le scuole venete.

“Vogliamo abbattere barriere culturali e linguistiche – spiegano da Verso la Luce ETS – e costruire comunità scolastiche dove tutti possano sentirsi parte attiva del percorso educativo.”

La sfida delle piccole imprese artigiane

La manodopera qualificata scarseggia, soprattutto tra le piccole imprese artigiane della Marca Trevigiana, dove oltre il 55% delle posizioni aperte è difficile da coprire. Per affrontare il problema alla radice, Confartigianato Imprese Marca Trevigiana lancia un nuovo progetto di employer branding, rivolto alle micro e piccole imprese, con l’obiettivo di rendere le aziende più attrattive per i potenziali lavoratori. Il progetto sarà presentato mercoledì 8 ottobre alle 18.30 alla Fornace di Asolo, con il contributo della Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti e di EBAV, l’ente bilaterale dell’artigianato veneto. In questa occasione verrà svelata la nuova piattaforma digitale che guiderà le imprese nella costruzione di ambienti di lavoro collaborativi e capaci di trattenere il talento.

«La carenza di manodopera è un freno allo sviluppo delle nostre aziende –afferma Armando Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana –. È tempo di risposte concrete: ecco perché abbiamo costruito una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per aiutare gli imprenditori a valorizzare la propria identità aziendale e ad attrarre risorse umane». Il progetto nasce da un confronto diretto con le imprese e mira a fornire strumenti semplici e concreti, adattabili a diverse realtà produttive, per affrontare una sfida che finora ha visto protagoniste solo le grandi aziende. «Non possiamo replicare i loro modelli – spiega il direttore Carlo Ceriana – ma possiamo creare un percorso su misura per le piccole imprese, capace di favorire una contaminazione tra settori e migliorare la reputazione del lavoro artigiano». Secondo i dati Excelsior, il 55,8% dei 46.000 lavoratori richiesti dalle MPI trevigiane è di difficile reperibilità. In particolare, il 61,2% della domanda riguarda operai specializzati e conduttori di impianti, seguiti da impiegati e tecnici (22,9%), professioni non qualificate (10,9%) e dirigenti (5,1%).

Sicurezza sul lavoro nell’artigianato: partono i corsi con mediatori culturali

In un settore artigianale dove un lavoratore su cinque è straniero, il Cobis Treviso lancia un progetto per rendere la formazione sulla sicurezza più comprensibile e partecipata. I mediatori culturali supporteranno i corsi per i neoassunti, favorendo l’integrazione e la piena consapevolezza delle norme antinfortunistiche

I l Cobis provinciale di Treviso, organismo paritetico per la sicurezza nei settori artigiani del manifatturiero e dei servizi, lancia una sperimentazione pionieristica dedicata ai neoassunti stranieri: la formazione sulla sicurezza sul lavoro sarà affiancata da mediatori culturali, che faciliteranno la comprensione delle normative antinfortunistiche attraverso un supporto linguistico e culturale. La presenza di lavoratori stranieri nel comparto artigianale trevigiano è ormai consolidata, con una quota che raggiunge il 20% degli occupati, pari a circa 6.600 dipendenti su 33.000. Un dato che

rende evidente quanto il contributo degli stranieri sia oggi fondamentale per la competitività del settore.

«La sicurezza non può essere un semplice adempimento formale, deve essere davvero compresa da tutti», sottolineano i rappresentanti di Confartigianato, Cna, Casartigiani e delle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL che compongono il Cobis Treviso. «L’introduzione dei mediatori culturali nei corsi obbligatori, che per i neoassunti possono arrivare fino a 16 ore, rappresenta un passo decisivo per rendere la formazione più inclusiva e realmente efficacenella pre-

venzione degli incidenti». Il progetto parte con un gruppo pilota di lavoratori provenienti da Paesi come India, Romania, Senegal e Pakistan, operanti soprattutto nei settori del metalmeccanico, tessile e altri ambiti manifatturieri, dove la presenza

Treviso, TFR in ritardo per 1600 ex dipendenti pubblici: attesa oltre i limiti di legge

Sono almeno 1.600 i pensionati trevigiani del settore pubblico ancora in attesa del loro TFR, la liquidazione che spetterebbe loro per legge entro due anni e 90 giorni dal pensionamento. In molti casi, però, i tempi si sono già allungati ben oltre i limiti previsti, lasciando queste persone in una situazione di incertezza economica e frustrazione.

Si tratta di ex lavoratori della scuola, della sanità, delle forze dell’ordine e degli enti locali: figure che hanno dedicato una vita al servizio pubblico e che ora si ritrovano a dover fare i conti con ritardi burocratici che pesano non solo sul piano finanziario, ma anche su quello emotivo.

Secondo i dati raccolti da sindacati e associazioni dei consumatori, circa il 40% degli aventi diritto non ha ancora ricevuto neanche la prima tranche della liquidazione. Per ottenere l’intero importo, in alcuni casi, si parla di attese che sfiorano i tre anni e mezzo.

Le organizzazioni sindacali locali denunciano una gestione centralizzata e lenta del pagamento, con INPS e Stato che spesso si rimpallano responsabilità. Anche le associazioni di tutela dei consumatori si stanno mobilitando per chiedere chiarezza e rispetto dei termini di legge, con l’ipotesi di azioni collettive non esclusa.

straniera è più significativa. I mediatori culturali, scelti in collaborazione con il tavolo del lavoro legale della Prefettura di Treviso e Veneto Lavoro, affiancano i formatori durante le lezioni, traducendo i contenuti e adattandoli alle diverse realtà culturali per garanti-

re un apprendimento efficace e consapevole delle procedure di sicurezza. I primi riscontri sono positivi: si registra una maggiore partecipazione e interazione tra i corsisti, con soddisfazione non solo tra i lavoratori stranieri ma anche tra gli altri partecipanti.

”Veneto stanco ma straordinario ora serve una visione che faccia sistema”

N

icolò Rocco perché ha deciso di candidarsi al Consiglio Regionale con la lista Uniti per Manildo Presidente?

Perché sento che è arrivato il momento di dare voce a chi lavora, produce, si impegna ogni giorno senza far rumore. In Veneto, per due anni, si è parlato solo di quarto mandato: intanto un primario al mese ha lasciato la sanità pubblica per quella privata e cinquemila imprese hanno chiuso. Io credo che serva riportare il dibattito con i piedi per terra, dati alla mano e senza estremismi. È in continuità con la mia storia: affrontare i problemi reali e proporre soluzioni.

Che idea ha del Veneto di oggi?

È una terra straordinaria, ma stanca. Il tessuto produttivo resiste e il capitale umano tiene in piedi il sistema sociale, ma ci sono troppi nodi irrisolti. Serve una visione regionale capace di fare sistema. Dopo la perdita di due banche storiche, non siamo riusciti a creare un vero sistema di credito per sostenere chi investe. E serve un grande progetto sulla formazione

e l’innovazione: un politecnico e una business school regionale nati dal dialogo tra università e imprese. Dobbiamo avere l’ambizione di essere il territorio che traina la competitività europea, non accontentarci di andare meglio delle regioni del sud.

Quali sono le sue priorità per Treviso e la provincia?

Le liste d’attesa in sanità sono un’emergenza. Treviso è stata la provincia più penalizzata dalla riforma del 2016, che ha creato un’unica Ulss da quasi un milione di abitanti: siamo l’unica provincia veneta ad avere un’azienda così grande e infatti siamo quella che soffre di più la fuga di medici. Poi la mobilità: Treviso, Padova e Venezia devono pensarsi come una vera area metropolitana, con servizi integrati e trasporti efficienti. Infine, la sicurezza del territorio: ogni euro speso contro il dissesto idrogeologico ne fa risparmiare dieci in danni a persone, ambiente e imprese.

È vero che ha ricevuto molte richieste per candidarsi nel centrodestra?

Quando si è saputo che Azione non avrebbe messo il simbolo alle regionali, sono arrivate proposte da più parti. Mi hanno fatto piacere come riconoscimento di uno stile che cerca il dialogo più che la divisione. Ma sono Presidente regionale di Azione: non avrei mai potuto candidarmi con un altro partito. Ho lavorato per mesi perché nascesse la lista Uniti per Manildo Presidente, per il legame personale e politico con Giovanni

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Manildo — il sindaco con cui ho iniziato a ventitre anni l’impegno amministrativa e che mi ha fatto conoscere Carlo Calenda. Questa lista ha riunito le forze liberali, europeiste e riformiste attorno al candidato presidente. In Veneto, rappresentiamo quell’area di elettori — circa il 10 % — che ha dato fiducia al Terzo Polo alle politiche e alle europee.

Uno slogan che riassuma la sua campagna?

“Scelgo la persona.” È più di uno slogan: è un modo di intendere la politica. Oggi serve fidarsi di chi fa, non di chi urla. Di chi rispetta e sa accogliere le buone idee degli altri, non di chi arriva ad imporre le proprie con la sopraffazione. Ogni giorno, in azienda, tocco con mano quanto siano le persone e la fiducia a fare la differenza. Se riportiamo questo spirito anche nelle istituzioni tutto il Paese può tornare a crescere”.

Nicolò Rocco con Giovanni Manildo

Economia. Palazzo Da Borso ospiterà la sede camerale durante i lavori di riqualificazione

di Piazza Borsa

Comune di Treviso e Camera di Commercio: firmato il nuovo protocollo d’intesa

Sottoscritto l’accordo tra Comune di Treviso e Camera di Commercio Treviso-Belluno per una strategia condivisa di sviluppo locale. Palazzo Da Borso sarà la sede temporanea della Camera durante i lavori in Piazza Borsa

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stato firmato nei giorni scorsi a Ca’ Sugana il Protocollo d’Intesa tra il Comune di Treviso e la Camera di Commercio Treviso Belluno Dolomiti, un accordo che consolida una collaborazione già avviata e che guarda al futuro con l’obiettivo di sostenere la crescita economica, turistica e culturale della città e dell’intero territorio. Il Protocollo, che avrà validità triennale dal 1° ottobre 2025 al 30 settembre 2028, definisce un quadro strategico di cooperazione che tocca diversi ambiti: dal rafforzamento del sistema economico locale alla promozione turistica della Marca Trevigiana, dalla valorizzazione del patrimonio culturale alla messa in rete dei beni immobili di proprietà comunale e camerale, fino al sostegno al sistema produttivo e ai lavoratori attraverso azioni mirate, anche sul fronte abitativo.

L’intesa consentirà l’elaborazione congiunta di programmi e progetti che verranno attuati attraverso specifici accordi operativi, garantendo una sinergia tra istituzioni e una visione condivisa dello sviluppo territoriale.

Un aspetto particolarmente significativo riguarda la messa a disposizione da parte del Comune di Palazzo Da Borso, edificio storico recentemente oggetto di un importante intervento di riqualificazione (i lavori termineranno entro il 2025). L’immobile diventerà la sede temporanea della Camera di Commercio di Treviso-Belluno durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio di Piazza Borsa. Questa scelta rappresenta una risposta funzionale alle esigenze logistiche della Camera di Commercio, ma anche un’opportunità per valoriz-

zare un bene architettonico che torna così ad avere un ruolo di primo piano nella vita cittadina.

La firma del Protocollo d’Intesa conferma la volontà di Comune e Camera di Commercio di proseguire lungo il solco della collaborazione istituzionale, già avviata in numerosi ambiti: dalla semplificazione amministrativa alla digitalizzazione, dalla promozione turistica al sostegno al sistema produttivo.

«Questo Protocollo segna un ulteriore passo avanti nella collaborazione tra Comune di Treviso e Camera di Commercio, una sinergia che ha già dimostrato di portare benefici tangibili al territorio, dalla programmazione culturale ai grandi eventi in Città. Inoltre, abbiamo raggiunto un accordo per la concessione di Palazzo Da Borso come sede temporanea della Camera durante i lavori in Piazza Borsa è un segnale concreto di vicinanza alle imprese e ai cittadini, oltre che una modalità di valorizzazione del nostro patrimonio, mantenendo così in centro storico una sede particolarmente strategica. Vogliamo che Treviso continui a crescere come città di cultura, turismo e impresa,

Tre nuove Fiamme Gialle per Treviso

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Treviso dà il benvenuto a tre nuovi finanzieri, giovani leve appena uscite dal corso di formazione alla Scuola

Allievi di Bari. I nuovi arrivati, di età compresa tra i 22 e i 26 anni, hanno ufficialmente preso servizio

nella Marca dopo aver completato

il 23° corso “M.B.V.G.F. Finanziere

Scelto Giuseppe Gardella”, seconda aliquota.

Il loro ingresso segna un rafforzamento dell’organico locale, con un impatto diretto sull’efficacia operativa in un periodo particolarmente delicato per il controllo dell’economia legale e l’attuazione dei fondi pubblici.

I tre neo finanzieri sono stati accolti con una cerimonia ufficiale dal Comandante Provinciale, Colonnello Daniele La Gioia, presso la sede trevigiana. In

rendendosi sempre più attrattiva e competitiva a livello nazionale e internazionale».

Così il presidente della Camera di Commercio di Treviso Belluno Dolomiti, Mario Pozza: «La cultura è la luce che dona alle città bellezza e identità. Le istituzioni, insieme, ne custodiscono il valore e ne accrescono la forza, rendendo la vita cittadina più ricca e il turismo più vitale. Treviso, con la sua armonia e la sua cura, diventa teatro naturale di un accordo tra Camera di Commercio e Comune di Treviso che guarda al futuro. Quando le istituzioni si uniscono in una rete di relazioni, tutto funziona meglio: nascono sinergie, si ampliano prospettive, cresce il bene comune. Lo testimonia il grande impegno per un grande progetto di riqualificazione del quadrante camerale, il restauro degli edifici comunali, così come gli imprenditori illuminati che restituiscono splendore ai palazzi storici di proprietà e li aprono a contenuti, incontri ed eventi. È nel cammino condiviso che Treviso si rivela sempre più accogliente, viva e luminosa, una città capace di riflettere nella sua bellezza la forza della cultura».

quell’occasione, ciascuno ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, atto simbolico e sostanziale che segna l’inizio della loro carriera operativa.

Il Comando punta a garantire una presenza sempre più capillare e specializzata, in un contesto economico in continua evoluzione, dove il ruolo delle Fiamme Gialle si fa ogni giorno più strategico.

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Entro il 2026 obbligo di polizza contro calamità naturali

Il presidente di CNA Treviso, Gianpaolo Stocco, critica l’obbligo assicurativo contro le calamità: “Serve il portale promesso e va eliminata l’IVA al 22,5%, una tassa occulta per le imprese che già faticano ad adeguarsi”

I l presidente di CNA territoriale Treviso, Gianpaolo Stocco, lancia un allarme riguardo all’introduzione dell’obbligo assicurativo contro calamità naturali per le imprese: “Entro il 1° gennaio 2026 anche le piccole e microimprese dovranno stipulare un’assicurazione contro catastrofi e calamità. Ma manca ancora il portale promesso dal governo per consentire il confronto tra i preventivi dei contratti assicurativi. Inoltre, l’IVA al 22,5% su queste polizze rappresenta di fatto una nuova tassa occulta per tutte le imprese. Chiediamo invece l’allineamento alle condizioni fiscali previste per le polizze catastrofali per le case private: niente imposte e

possibilità di detrarre i costi”. La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, obbliga tutte le imprese a dotarsi di polizze contro rischi da inondazioni, alluvioni, terremoti e frane. Dopo alcune proroghe, l’obbligo per le medie imprese è scattato lo scorso ottobre, per le grandi imprese ad aprile 2025, mentre le piccole e microimprese dovranno adeguarsi entro gennaio 2026. Si stima che oltre 50.000 aziende trevigiane siano interessate, molte delle quali hanno già provveduto alla sottoscrizione.

Secondo Stocco, “l’introduzione dell’obbligo di polizza catastrofale è un provvedimento profondamente iniquo, sia dal punto di vista formale che so-

stanziale. Lo Stato scarica sulle imprese l’onere della propria inefficienza nella gestione del territorio. Sarebbe stato preferibile prevedere incentivi alla sottoscrizione e misure di alleggerimento fiscale. Al contrario, lo Stato ha introdotto un’IVA

particolarmente gravosa, pari al 22,5%, molto più alta rispetto ad altre assicurazioni”. CNA chiede quindi l’allineamento fiscale a quanto previsto per le polizze sugli immobili privati e la rapida realizzazione di un portale online per il confronto delle of-

ferte assicurative, simile a quello già disponibile per le polizze auto. “Senza questi interventi – conclude Stocco – tutelare le imprese dalle calamità naturali rischia di diventare una scusa per introdurre una nuova tassa occulta sul mondo produttivo”.

Verso Natale. Accordo tra Comune e commercianti per garantire la piena accessibilità

Con la mostra di Goldin si inaugura la stagione degli eventi trevigiani

Firmata la pace tra Comune e negozianti di Treviso: cantieri sospesi, parcheggi gratuiti e luci di Natale finanziate dal Municipio per valorizzare la città in occasione della mostra “Da Picasso a Van Gogh” e delle prossime festività

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reviso e i suoi negozianti firmano la pace, almeno così sembra. E lo fanno in nome della cultura e delle prossime festività. L’accordo, trovato tra Amministrazione Comunale e Commercianti, è stato siglato alla sede Ascom e si articola, essenzialmente, su tre punti: stop ai cantieri dentro le mura, dal prossimo 15 novembre, ovvero dalla data di inaugurazione della Mostra di Goldin, parcheggi gratuiti in alcune giornate e fasce orarie e luminarie natalizie a carico delle casse municipali.

Quello che inizia per Treviso, infatti, sarà un momento particolarmente intenso che prenderà il via, come detto, il prossimo 15 novembre con il ritorno, non senza qualche polemica a dire il vero, di Marco Goldin: il grande organizzatore di Mostre d’arte porterà in Città, la sua “Da Picasso a Vn Gogh”.

Al Museo Santa Caterina tutto è pronto per spitare la mostra di Capolavori dal Toledo Museum of Art che porterà certamente in città migliaia di visitatori.

L’esposizione curata da Marco Goldin e promossa dal Comune di Treviso con Linea D’ombra sarà visitabile sino al 10 maggio 2026 e porterà per la prima volta in Europa oltre sessanta opere provenienti dal Museo di Toledo nell’Ohio, prestigiosa istituzione americana nata alla fine dell’Ottocento e divenuta uno dei centri più importanti per l’arte del Novecento.

Uno straordinario percorso a ritroso nel tempo, un viaggio nell’arte dall’astrazione ameri-

cana del Novecento all’impressionismo europeo, in un dialogo costante tra le due sponde dell’Atlantico per comprendere attraverso straordinari capolavori – paesaggi, ritratti, figure ambientate e nature morte - perché si è arrivati all’astrazione e da dove si è partiti. L’allestimento, arricchito da alcune proiezioni che ambienteranno i quadri nei loro luoghi, affianca Piet Mondrian a Reinhardt, le geometrie di Josef Albers, i paesaggi con figure di William Merritt Chase in dialogo con quelli di Berthe Morisot e Camille Pissarro, fino a Cézanne, Monet, Gauguin e Hopper. Il percorso si apre con un capolavoro di Richard Diebenkorn della serie Ocean Park e si conclude con il celebre dipinto Auvers, campi di grano con falciatore di Vincent Van Gogh a cui è intera-

mente dedicato l’ultimo spazio della mostra. Due opere lontane ottant’anni e diverse nello stile, ma accomunate dalla tensione emotiva del giallo e dell’azzurro. Un’occasione importante anche per lo shopping che, di fatto, accompagnerà cittadini e turisti al periodo natalizio. In questo caso il “patto” è che, sollevati dal costo delle luminarie, i commercianti investano nell’allestimento dei propri negozi.

Subito dopo il Natale, ecco perché il piano concordato potrebbe addirittura protrarsi, sarà la volta delle Olimpiadi Invernali Milano – Cortina: la vicinanza di Treviso ai luoghi veneti della competizione può essere un’ulteriore occasione di promozione e, anche in questo caso, le aspettative sono molto alte in termini di afflusso turistico.

Paolo Calabresi al “Del Monaco” con Perfetti sconosciuti

Una storia d’amore e d’amicizia per Paolo Calabresi in tournée con “Perfetti Sconosciuti”, uno spettacolo di Paolo Genovese, in cui l’attore romano interpreta Rocco, affermato chirurgo, sposato con Eva (Valeria Solarino), di professione psicanalista. La coppia organizza una cena tra amici che attraverso un apparentemente innocuo gioco di società si trasforma in momento della verità.

La versione teatrale del celebre film racconta un interessante esperimento sociale, come spiega Calabresi: “durante una serata tra amici di vecchia data, che si conoscono molto bene, una di loro propone di mettere il cellulare in comune, così che tutti possano sentire le telefonate e leggere i messaggi, visto che tutti sostengono di non avere segreti”.

In realtà, ricorda l’attore, “la

commedia affronta una tematica molto attuale, cioè la dipendenza che abbiamo da questi arnesi, in cui abbiamo inserito la nostra vita anche intima, delegando una parte di noi a un hard disk esterno, di cui non possiamo più fare a meno, fino a confondere mondo reale e virtuale”. Nel cast, oltre a Calabresi e Solarino, Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Paolo Briguglia e Lorenza Indovina.

Tomi Petrovic, il gigante di Treviso: “Voglio vincere. Gol? Tra i 15 e i 20”

U n gigante del gol è sbarcato a Treviso: 1,93 metri di fisico e personalità, ma anche tecnica. Tomi Petrovic, croato classe 1999, è la nuova punta di diamante dell’attacco biancoceleste. Il suo arrivo si è concretizzato nella parte finale del mercato con la formula del prestito con obbligo di riscatto dalla Juve Stabia.

Nato a Tolosa, ma cresciuto calcisticamente tra Croazia e Austria, Petrovic si sta velocemente ambientando sulle sponde del Sile: “Mi sto trovando benissimo qui. Città splendida, tranquilla, pulita. La società è organizzata, è di un livello superiore rispetto alla Serie D. C’è tanta qualità nel modo di lavorare”, racconta con entusiasmo. Un entusiasmo che nasce anche da una scelta ponderata, ma allo stesso tempo di grande coraggio: “Avevo firmato in B con la Juve

Treviso e

Stabia, ho fatto un ottimo ritiro. Ma mi è stato detto che c’era il rischio di giocare poco. Potevo restare, ma il Treviso mi ha convinto con il suo progetto. Ho scelto di scendere di categoria per vincere qui”. Il percorso di Petrovic è pieno di luoghi e storie da raccontare. É cresciuto nel settore giovanile del Sesvete, e poi nella prestigiosa Dinamo Zagabria: “Anni magici. Mio padre giocava lì. Affrontavamo squadre come il Barcellona e il Real Madrid e vincevamo sempre”. Si trasferisce poi in Austria con la famiglia, dove a soli 16 anni debutta in prima squadra nel Deutschlandsberger SC. Seguiranno GAK 1902, Rapid Kapfenberg e SV Kapfenberg in 2. Liga. Poi l’approdo in Italia con la Virtus Entella, inizialmente nell’Under 19: “Un procuratore mi aveva notato su Instagram. Così è partito il tut-

to”. In terra ligure è arrivata anche l’emozione del primo e unico gol in Serie B: “Non pensavo neanche di giocare. Sono entrato in campo sentendomi libero ed è arrivata la rete. Un’emozione fortissima. Poco dopo mi ha cercato la Juventus, ma il club rifiutò. Poi per una serie di motivi ho perso un po’ di fiducia”.

Petrovic ha iniziato così un lungo viaggio in Serie C: Rimini, Pro Vercelli, Lucchese, Lecco, Pordenone, Pontedera, SPAL, Trento. “A Trento mi sono ripreso: una ventina di gol in due anni. Sono molto riconoscente a questa piazza. Anche la SPAL rimane nel mio cuore: stadio bellissimo, tifosi splendidi”. Oggi la punta è ripartita da Treviso. “Sto ritrovando la condizione. Non sono ancora al massimo, ma sto bene. Il mister mi piace, conosce le mie caratteristiche. Voglio

Cjarlins Muzane: per la corsa alla C sarà sfida a due

Treviso può sorridere. L’inizio di stagione sta rispettando le altissime aspettative che i biancazzurri non hanno mai nascosto. L’obiettivo dichiarato, infatti, è quello di rialzarsi dopo il doloroso duello perso con le Dolomiti bellunesi e tornare nel professionismo. Le prime giornate del girone C di serie D hanno delineato uno scenario fin troppo chiaro: per la corsa alla Serie C sarà nuovamente una sfida a due. L’antagonista del Treviso è la friulana Cjarlins Muzane. Si tratta di una squadra molto ambiziosa, che ha cambiato poco, trovando però i rinforzi giusti: tra tutti l’ex bellunese Giacomo Marangon, grande protagonista della cavalcata

dei rosa. La squadra di mister Gorini, però, dal canto suo ha risposto colpo su colpo, prima sul mercato, e poi sul campo. Alla sesta giornata sono 5 le vittorie, con un solo pareggio rimediato al Mercante di Bassano. I rivali hanno ottenuto lo stesso bottino. I trevigiani si stanno esprimendo molto bene, l’amalgama del gruppo è già incanalata in un’ottima strada. Gorini ha costruito un 4-3-1-2 solido e prolifico. Quando poi c’è da serrare le fila o trovare un copione diverso, ecco il passaggio alla linea a 3. Una squadra che ha più alternative, che si mostra umile e caparbia anche quando c’è da difendere. Davanti Scotto è determinante: 5 reti

dare il meglio di me”. L’obiettivo è chiaro: “Voglio segnare tra i 15 e i 20 gol. Devo essere ambizioso, con le mie qualità posso farcela. Ma soprattutto: vogliamo vincere. Non sarà facile, ci sono squadre forti, ma tutto dipende da noi. Dovremo essere squadra”. E il sogno?

per lui e la voglia di non fermarsi. Un’arma importante dei trevigiani è inoltre la forza della panchina. Sta diventando un fattore, infatti, l’abilità dei cambi di Gorini, con partite vinte nella ripresa proprio grazie ad alcune intuizioni del tecnico. Per ultimo Petrovic è stato mattatore nella gara vinta nel finale contro il Brian Lignano. Il croato, colpo da 90 del mercato trevigiano, ha vissuto un avvio a rilento, complice qualche acciacco fisico. Nell’ultimo incontro è arrivata però la scintilla con il primo gol in campionato: una risorsa in più per il Treviso. La sfida al Cjarlins è lanciata: sarà un duello tutto da vivere. (s.p.)

“Vincere il campionato. Poi voglio vincere anche la Serie C nell’arco di qualche anno. Dobbiamo sognare. Treviso merita palcoscenici importanti”. Ambizione e fame per il gigante di Treviso: la caccia al campionato è partita. Stefano Parpajola

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”.

Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

I candidati/3. Chi sono gli sfidanti, intanto Da

Re getta l’amo al centrodestra

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto, Zumski e Damiano scendono in campo

L

a corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Fabio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli

interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente

la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali”. Intanto Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa, oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra. Dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza.

Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi

sulle cure domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. Lorenzo Damiano si presenta con i “Pescatori di Pace – Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gravemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza.

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Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano
Fabio Bui

L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Teatrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con

residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fatti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia.

La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo

una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni.

Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di compagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione. Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi at-

tori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltotto ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi di-

Movimento 5 Stelle

sponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”. Madeleine Palpella

DUn ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

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motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre

Con l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acqui- in Austria, casa madre di Despar

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a febbraio 2026 infatti prenderà il via la nuova edizione del percorso formativo e che includerà una decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita dell’imprenditore offrendogli competenze, visione d’insieme e capacità di adattamento in uno scenario in continua evoluzione.

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1 prenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

dita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno. Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

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Braccialetti anti-aggressione per il personale sanitario

Un piccolo braccialetto per difendere chi ogni giorno si prende cura degli altri. L’Ulss 2 Marca Trevigiana lancia la prima fase di sperimentazione dei braccialetti anti-aggressione destinati al personale dei Pronto Soccorso, dove si concentra il maggior numero di episodi di violenza contro operatori sanitari e amministrativi. Lo ha annunciato a Treviso il direttore generale Francesco Benazzi, affiancato dal direttore sanitario Stefano Formentini, dal responsabile dei Sistemi Informativi Roberto Da Dalt e dalla responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Carla Polo.

Un piccolo braccialetto per difendere chi ogni giorno si prende cura degli altri. L’Ulss 2 Marca Trevigiana lancia la prima fase di sperimentazione dei braccialetti antiaggressione destinati al personale dei Pronto Soccorso, dove si concentra il maggior numero di episodi di violenza contro operatori sanitari e amministrativi.

Lo ha annunciato oggi a Treviso il direttore generale Francesco Benazzi, affiancato dal direttore sanitario Stefano Formentini, dal responsabile dei Sistemi Informativi Roberto Da Dalt e dalla responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Carla Polo. «I nostri operatori lavorano spesso in condizioni difficili – ha spiegato Benazzi – e questi dispositivi sono pensati per farli sentire più sicuri, garantendo un intervento tempestivo in caso di pericolo». La distribuzione iniziale prevede 120 braccialetti, che

saranno consegnati nei prossimi giorni agli operatori dei Pronto Soccorso. In base ai risultati della sperimentazione, l’uso sarà esteso anche ad altri contesti ad alta criticità, come i Servizi per le Dipendenze, l’Area Psichiatrica, Pronto Soccorso pediatrici e i Consultori familiari. I dispositivi sono compatti, leggeri e progettati per resistere all’uso quotidiano in ambiente ospedaliero. Sono dotati di:

• Tasto SOS: invia immediatamente la posizione GPS alla control room attiva 24/7, che effettua una verifica diretta e, se necessario, allerta le Forze dell’Ordine e l’Unità operativa coinvolta.

• Tasto verde: consente la comunicazione vocale con la centrale e la registrazione di messaggi.

• Monitoraggio dei parametri vitali: battito cardiaco, pressione e temperatura sono costantemente controllati. In caso di anomalie, viene inviato un allarme automatico.

• Sensore di caduta o perdita di coscienza, con avviso immediato alla centrale operativa.

• Batteria a lunga durata, resistenza a polvere e liquidi, adatti a turni lunghi e ambienti ad alta intensità.

I dati illustrano un fenomeno preoccupante. Solo nei Pronto Soccorso dell’Ulss 2, da gennaio–agosto 2025 si sono già registrate 188 aggressioni, a fronte delle 199 dell’intero 2024. Il 30% di questi episodi è rappresentato da violenze fisiche. Nel dettaglio, il Pronto Soccorso dell’ospedale di Treviso è

il più colpito, con 78 casi nel 2025 (contro i 74 dell’anno precedente). Seguono Conegliano (57), Oderzo (26), Castelfranco (14), Montebelluna (9) e Vittorio Veneto (4).

Il totale delle aggressioni agli operatori dell’Ulss 2 segna un calo rispetto al 2024, ma resta comunque allarmante:

• 2024: 852 aggressioni totali

• 2025 (dato aggiornato al 31 agosto): 672. Il distretto di Treviso continua a registrare i numeri più elevati.

«La sicurezza del personale è una priorità – ha concluso Benazzi –. Con questi braccialetti vogliamo offrire una risposta concreta e innovativa a un problema che mina il benessere e la serenità di chi lavora ogni giorno al servizio della salute pubblica».

La Geriatria del Ca’ Foncello premiata per la telemedicina

La Geriatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso si distingue a livello nazionale per l’uso innovativo della telemedicina nella cura dei pazienti più anziani. Il reparto, diretto dal dottor Andrea Rossi, ha ricevuto il premio per le migliori comunicazioni orali durante il Congresso nazionale dell’Accademia di Geriatria, svoltosi nei giorni scorsi a Genova. Il riconoscimento è andato a una ricerca che dimostra come il monitoraggio a distanza possa migliorare sensibilmente la gestione dello scompenso cardiaco negli ultraottantenni. Lo studio, presentato dal dottor Nicola Confortin, ha illustrato i risultati di un ambulatorio di telemedicina attivo dal 2023 al Ca’ Foncello, nato per seguire i pazienti dopo la dimissione ospedaliera. Coordinato dai medici Gianpaolo Daniele, Annalisa Graceffa e Leonardo Melchiori, il progetto ha coinvolto 120 pazienti con un’età media di 89 anni, seguiti per due anni attraverso un sistema di controlli e contatti a distanza. L’obiettivo era valutare se questo approccio potesse ridurre i casi di ricovero e la mortalità rispetto alle cure tradizionali. I numeri parlano chiaro: il monitoraggio tramite telemedicina ha permesso di ridurre le riospedalizzazioni per scompenso cardiaco del 78% e la mortalità del 77% entro dodici mesi. «Questo premio è il risultato del lavoro di un’équipe che crede nella medicina del futuro – commenta il dottor Rossi –. La telemedicina è una risorsa fondamentale per garantire cure efficaci e personalizzate anche ai pazienti più fragili, tutelando al tempo stesso la loro autonomia e sicurezza».

La donazione. La struttura sanitaria avrà un posto per far divertire e sognare i piccoli pazienti della Marca

Al Ca’ Foncello apre la Sala dei Colori per portare la magia del grande schermo ai bimbi ricoverati

Il reparto di pediatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso ha aperto oggi le porte a un nuovo angolo di serenità: la “Sala dei Colori”, un piccolo cinema pensato per i bambini ricoverati e le loro famiglie. L’iniziativa, resa possibile grazie a una donazione dell’imprenditore Pietro Geremia e di sua moglie Anna Maria, porta per la prima volta in Veneto un grande schermo

e momenti formativi per il personale sanitario, con l’obiettivo di migliorare empatia e lavoro di squadra.

Quarant’anni di cardiochirurgia al Ca’ Foncello

all’interno di una struttura ospedaliera. La sala nasce da un gesto speciale: gli sposi, in occasione del loro matrimonio, hanno chiesto agli invitati di contribuire alla creazione dello spazio invece di fare regali tradizionali. Il risultato è un luogo pensato per regalare momenti di evasione, immaginazione e allegria ai piccoli pazienti.

La sala, realizzata nello spazio liberato da alcuni servizi trasferiti alla Cittadella della Salute, è dotata di uno schermo di 9 metri quadrati e 28 poltrone, con una fila di sedute rimovibili per carrozzine e letti. Oltre alle proiezioni di intrattenimento, ospiterà rassegne tematiche

Francesco Benazzi ha definito la sala un esempio concreto di come la generosità possa trasformare un ospedale in un luogo di gioia: “Il loro regalo rafforza il legame tra Ulss e territorio e dimostra che la cura può passare anche attraverso gesti di solidarietà e umanità”.

Pietro Geremia ha spiegato il senso del progetto: “Abbiamo voluto restituire al territorio ciò che ci ha dato, sostenendo la sanità pubblica e offrendo ai bambini e alle loro famiglie un luogo accogliente dove ritrovare un po’ di leggerezza”. La moglie Anna Maria ha aggiunto: “Veder prendere vita questa sala, sapendo che potrà regalare sorrisi a chi ne ha più bisogno, è il dono più bello che potessimo immaginare”.

Alessandro Preziosi ha commentato: “Il cinema alimenta speranza e condivisione, restituendo un senso di colore e luce all’interno dell’ospedale”.

Quarant’anni di interventi, di vite salvate e di progressi continui. L’Unità di Cardiochirurgia dell’ospedale Ca’ Foncello ha festeggiato ieri un traguardo straordinario: 26mila operazioni eseguite dal 1985 a oggi, con risultati che l’hanno resa un’eccellenza del Veneto e del panorama nazionale. Il primo intervento fu l’8 maggio 1985, da allora il reparto ha saputo crescere grazie all’innovazione tecnologica e alla professionalità delle équipe, fino a raggiungere oggi una media di circa 800 operazioni l’anno. Un percorso che ha visto al timone tre grandi nomi: il professor Carlo Valfrè, fondatore e pioniere della cardiochirurgia moderna, il dottor Elvio Polesel e l’attuale direttore, Giuseppe Minniti. Alla cerimonia celebrativa erano presenti i protagonisti di questa storia, affiancati dai colleghi delle altre unità e dalla direzione sanitaria. «La Cardiochirurgia trevigiana è parte integrante del sistema virtuoso delle cardiochirurgie venete», ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Zaia, in un messaggio inviato agli operatori. «Grazie alla lungimiranza dei primari e all’impegno delle équipe, oggi è considerata un’eccellenza assoluta». Il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, ha ricordato come l’attività del reparto non si fermi alla sala operatoria: «Siamo gli unici in Italia ad avere un percorso riabilitativo completo per i pazienti dopo l’intervento. È il frutto di un lavoro di squadra che parte dalla Cardiologia e prosegue fino alla riabilitazione». Commovente anche il ricordo della moglie di Polesel, Nadia Vedovelli, che ha testimoniato la dedizione totale del marito: «I pazienti erano la sua priorità assoluta, non esistevano sabati o domeniche». Il professor Valfrè, che negli anni ’80 fu tra i protagonisti del primo trapianto di cuore in Italia a Padova, ha sottolineato come la forza del reparto sia «la collaborazione tra discipline diverse, coordinate in un lavoro comune». Infine, l’attuale direttore Minniti ha voluto ringraziare i predecessori e le équipe: «Siamo nani sulle spalle di giganti. Senza le conoscenze e l’esperienza trasmesse dai pionieri non saremmo quello che siamo oggi». Secondo i dati nazionali più recenti, la cardiochirurgia trevigiana è l’unica in Veneto a raggiungere i massimi livelli di qualità sugli interventi più delicati, dalle valvuloplastiche ai bypass coronarici, con tassi di mortalità tra i più bassi in Italia. Un primato che conferma, ancora una volta, il ruolo del Ca’ Foncello come punto di riferimento per migliaia di pazienti non solo delle province di Treviso e Belluno, ma di tutto il Paese.

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Futuro

Sostenibile: Giovani protagonisti al Summit del Mare

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“Dalla

parte dei giovani: 17 obiettivi per un mondo sostenibile. Giovani protagonisti del futuro –Educazione, Innovazione, Partecipazione”

i giovani e metterli al centro delle politiche locali», menta

prossimo 17 ottobre. Nato nel 2022, il

del litorale. «In un momento storico così

costa veneta il litorale più sostenibile d’Italia, il cui atto nale si terrà nella prima spiaggia veneta, con l’obiettivo di mettere al centro le nuove generazioni considerate le vere protagoniste del cambiamento, portatrici di idee innovative e promotrici di una cultura della sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. «Il turismo deve essere una risorsa per tutti e siamo molto eri di questo progetto di Costa, arrivato alla quarta annualità con 450 stakeholders coinvolti, 80 Awards consegnati, e tanti progetti locali sviluppati nel litorale. Anche quest’anno l’obiettivo che ci siamo pre ssati è importante per la nostra comunità: coinvolgere sempre più

li, generare valore, stimolare idee, creare opportunità», aggiunge Alberto Ballarin, assessore del Comune con delega al turismo. «Coinvolgere attivamente le nuove generazioni, offrendo loro possibilità di crescita personale e professionale, è una s da che non possiamo rimandare. Rendere i nostri territori non solo più accoglienti per i visitatori, ma soprattutto più vivibili e stimolanti per chi li abita tutto l’anno, è la chiave per invertire la rotta. Continuiamo ad impegnarci af nché le future generazioni rimangano nei territori e non siano costrette a cercare altrove quello che qui non riescono a trovare: prospettive, ducia, futuro».

è distinto anche durante il Summit del Mare.

«Attraverso il progetto virtuoso del “Patentino” abbiamo formato oltre tremila cittadini di tutte le età, costruendo un modello di formazione che ha saputo unire competenza e identità locale», continua l’Amministrazione comunale di Cavallino-Treporti. «Con oltre 45 appuntamenti tra corsi e seminari che prenderanno avvio con il mese di novembre, quest’anno abbiamo voluto dare l’opportunità a tutti di avvicinarsi alle progettualità della Costa veneta con il Summit del Mare».

Il Summit del Mare, ti, rappresenterà anche il primo degli eventi aperti alla

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