laPiazza di Rovigo_Agosto25

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Centrale 118 Rovigo premiata tra le migliori d’Europa nella gestione dell’ictus

Marco Dolfin:

“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.

Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.

Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.

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battocchioimpianti@libero.com

Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”

Madri che lasciano il lavoro, famiglie che rinunciano a nuovi figli. La crisi delle “culle vuote” non è solo una questione di numeri, ma di scelte difficili e mancanze strutturali

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Novità per tutte le tasche, la mobilità urbana in Veneto a basse emissioni

Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”

Fino al 31 ottobre, con una probabile proroga, la città sarà più sorvegliata per fronteggiare l’emergenza sicurezza

MANILDO LANCIA LA SFIDA PER IL VENETO: “CREARE FUTURO,

Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”

CDalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.

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Pablito salva un bimbo e riceve il riconoscimento del Comune

Grazie all’intervento di Pablito Marzolla, un bambino di tre anni ha ripreso a respirare. Il Comune lo premia come simbolo di speranza e responsabilità civica

Un gesto semplice, istintivo, ma che ha fatto la differenza tra la vita e la morte. Con prontezza e sangue freddo, Pablito Marzolla ha salvato un bambino di tre anni che stava soffocando a causa di una caramella gommosa. Un intervento risolutivo, compiuto con lucidità e competenza, grazie alle manovre di disostruzione pediatrica apprese e messe in atto con precisione. E così, in apertura del Consiglio Comunale, la città di Rovigo ha voluto dirgli “grazie”, consegnandogli un riconoscimento simbolico per il suo coraggio. A consegnare il premio è stata la sindaca Valeria Cittadin, affiancata dal presidente del Consiglio comunale Mattia Moretto, che ha espresso parole di grande stima a nome dell’intera comunità. «Un esempio per tutta la comunità – ha dichiarato la sindaca – . A nome della città di Rovigo, grazie Pablito per il tuo coraggio e per aver ricordato a tutti noi quanto sia importante sapere come intervenire in situazioni di emergenza. Alla luce dei fatti tristi che stiamo vivendo in questi giorni, Pablito rappresenta una luce di speranza. È un cittadino di cui siamo orgogliosi». Il salvataggio è avvenuto nei giorni scorsi, in un contesto quotidiano trasformato in un attimo in scena di emergenza. Ma Pablito, presente sul posto, non ha esitato: ha agito con fermezza, applicando correttamente le tecniche di disostruzione. Il bambino è tornato a respirare. È vivo grazie a un cittadino che ha saputo come intervenire. L’Amministrazione comunale ha voluto cogliere l’ occasione non solo per celebrare un atto eroico, ma anche per rilanciare un messaggio forte: la formazione può salvare vite.

Guendalina Ferro

di Rovigo

Valeria Cittadin ha consegnato a Pablito un riconoscimento simbolico

Dalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.

Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.

Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.

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L’emergenza. Dopo il vertice straordinario in Prefettura disposti più controlli e più forze dell’ordine a pattugliare la città

Omicidi e violenza: Rovigo diventa zona rossa fino al 31 ottobre

Il sottosegretario Molteni annuncia un piano straordinario per Rovigo, classificata come zona rossa. Più agenti in stazione e nei punti critici, ridotto il CAS.

D allo scorso 1 agosto fino al 31 ottobre,Rovigo è ufficialmente classificata come “zona rossa”. Una decisione senza precedenti, presa dopo una serie di episodi violenti che hanno scosso profondamente la città nelle ultime settimane, culminati con un omicidio che ha riacceso il dibattito sulla sicurezza urbana.

L’annuncio è arrivato dal sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni, giunto da Roma per un vertice straordinario in Prefettura. Due ore di confronto con il prefetto, il questore, la sindaca e i vertici delle Forze dell’Ordine locali, per varare un piano di intervento straordina-

rio.

“L’obiettivo è restituire sicurezza e fiducia ai cittadini”, ha dichiarato Molteni al termine dell’incontro.

Il piano prevede un significativo rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, in particolare nella stazione ferroviaria –dove gli agenti della Polfer passeranno da 4 a 8 – e nelle aree più sensibili del centro, come Piazza Matteotti. Saranno intensificati i pattugliamenti, con controlli mirati nelle zone già segnalate per episodi di degrado e criminalità.

Tra le misure annunciate anche un ridimensionamento del Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS), ritenuto in alcuni

casi un punto di criticità per la tenuta sociale del territorio.

Il provvedimento rientra in una più ampia strategia nazionale di sicurezza urbana, ma

Crivellari: “La repressione da sola non basta”

“La repressione da sola non è sufficiente, senza un lavoro quotidiano e necessario sul fronte dell’integrazione e della risposta da dare alle situazioni di marginalità sociale” afferma il consigliere comunale Diego Crivellari nel proprio intervento in consiglio comunale.

“Siamo sicuri che creare un clima da assedio sia funzionale al miglioramento della qualità della vita della nostra città? E quanto potrà durare, poi, questa situazione di emergenza? Parlare di nuova stagione per la sicurezza e, contemporaneamente, mettere fine al Sistema di accoglienza e integrazione dopo 24 anni equivale a ignorare il problema, è pensare di risolvere il problema nascondendo la testa sotto la sabbia. Stessa cosa si può dire per la rinuncia al contributo destinato alla lotta contro il caporalato, una piaga che – come sappiamo – riguarda anche territori come il nostro ed è particolarmente insidiosa nell’ambito

dell’agricoltura.”

rappresenta una risposta diretta e mirata alla situazione di emergenza vissuta dalla città. Molteni ha sottolineato che il Governo “non intende lasciare

“Ancora in merito alle zone rosse, poi, nonostante il sottosegretario della Lega Molteni abbia ribadito come “il Veneto sia una delle regioni dove sono state più adottate e come siano risultate gradite dai cittadini”, ci permettiamo di esprimere i nostri dubbi e le nostre perplessità: nel merito perché ci pare uno strumento che, eventualmente, potrebbe adattarsi alle dimensioni e alla criticità endemiche di ben altri contesti metropolitani, ma anche perché troppo alto è il rischio – specialmente se la misura è destinata ad essere reiterata – di creare “ghettizzazioni” e situazioni di esclusione. Occorrerebbe piuttosto rovesciare la questione e, per prevenire realmente nuovi gravi episodi, tornare ad investire nell’assistenza e nei servizi pubblici, eliminando o almeno circoscrivendo il più possibile l’area dell’emarginazione e dell’esclusione.”

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sole le comunità locali di fronte al moltiplicarsi degli episodi criminali” e ha ribadito che lo Stato è pronto a fare la sua parte per ristabilire legalità e ordine.

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delle nascite, disagio giovanile, silenzi stituzionali: il futuro a Rovigo è già in emergenza

“N on si può creare un servizio se non si conosce il servizio”. Parte da qui, da una consapevolezza tecnica e sociale, la visione di Nadia Bala, assessora alle politiche giovanili e alla famiglia del Comune di Rovigo. E il punto di partenza non è casuale: la denatalità, tema delicato che tocca anche Rovigo. “I numeri a volte sono sfalsati – spiega – perché molte donne rodigine partoriscono fuori provincia, e i dati di quei bambini vengono assegnati dall’ospedale dove nasce il figlio. Solo a fine anno riusciamo ad avere un quadro reale”. Ma proprio a partire da quei numeri arriva l’impegno dell’amministrazione per sostenere la natalità e le famiglie con strumenti concreti: bonus, card, progetti, ascolto e presenza costante. Un fronte che Bala affronta con determinazione è quello delle famiglie con minori con disabilità. “Nel solo Comune di Rovigo, secondo i dati di maggio, ci sono 322 minori con disabilità, mentre in tutta la provincia il numero supera i 1.240,

e mancano ancora circa 70 certificazioni all’appello. Sono numeri importanti, che vanno ascoltati”.-informa l’assessora. “Una famiglia che ha già un figlio con disabilità - fisica o intellettiva - e sceglie di avere un secondo figlio compie un vero atto di coraggio - prosegue l’Assessora -. Perché quel figlio richiede presenza costante, spesso di entrambi i genitori. In molti casi le madri sono costrette a lasciare il lavoro. Ecco perché la disabilità non può essere una responsabilità solo familiare: deve diventare una responsabilità pubblica”.

Nel 2024 il Comune ha introdotto un bonus nuovi nati, misura che sarà riproposta anche quest’anno, ma in una versione aggiornata. “Stiamo analizzando se la formula adottata ha davvero aiutato le famiglie, così da calibrare meglio entro fine anno per i nati del 2025”. Accanto al bonus, l’assessora punta alla creazione di una card per beni di prima necessità destinata alle famiglie con figli piccoli, in collaborazione con i commercianti.

“Vorremmo che attraverso questa card si possano acquistare a prezzi calmierati prodotti per l’infanzia. Alcune aziende si sono dimostrate favorevoli, altre più dubbiose. Ma è nostro dovere far comprendere l’urgenza di questa iniziativa”. Da settembre due progetti cardine prenderanno forma per i giovani. Il primo è il ripristino dell’Informagiova-

ni, con sede in centro città, che sarà nuovamente finanziato e riaperto. Il secondo è l’istituzione della Consulta dei Giovani, il cui avviso pubblico è previsto per fine settembre, “con l’obiettivo di dare ai ragazzi uno spazio di dialogo costante con l’amministrazione, dove poter avanzare proposte, condividere bisogni, partecipare davvero”. Altra no-

Quando i bambini non nascono più: Mardimago prova a invertire la rotta

Un investimento pensato per i giovani e il futuro della comunità. È in fase di aggiudicazione l’intervento di riqualificazione che porterà alla nascita, entro il 2026, del nuovo Centro Multifunzionale per Minori e Anziani nel cuore della frazione di Mardimago. I lavori, all’ex scuola elementare di via Papa Giovanni XXIII, prenderanno ufficialmente il via a settembre, come annunciato dall’assessora alle Politiche Sociali Nadia Bala, che sottolinea come il progetto miri a creare “una struttura inclusiva e stimolante, dove minori e anziani possono imparare, divertirsi e interagire, contribuendo così al benessere delle

due fasce di età e alla coesione sociale della comunità”. Finanziato con 161mila euro dal Gal (Gruppo di Azione Locale) e con un cofinanziamento da parte del Comune di Rovigo, il centro sarà uno spazio innovativo, inclusivo, accessibile a tutti e pensato per accogliere bambini e ragazzi in un ambiente stimolante e creativo, senza dimenticare il coinvolgimento attivo della popolazione anziana. Al centro del progetto c’è la volontà di promuovere competenze, benessere e socialità: il nuovo centro offrirà laboratori di coding e programmazione, attività teatrali, orto didattico, educazione ambientale e dopo-

vità rivolta ai giovani, sarà il lancio di una campagna antidroga nelle scuole medie e superiori, coinvolgendo il Sert e i servizi sociali - annuncia l’assessora: “Molti ragazzi che frequentano le scuole superiori restano in città anche al pomeriggio - sottolinea Bala - ma spesso non trovano attività da fare. Questo aumenta il rischio di devianza, isolamento, uso di sostanze o ingresso in gruppi sbagliati”. “Purtroppo l’uso di sostanze tra i giovani è in aumento. E non possiamo fingere che non sia un problema. Credo che saremo tra i primi Comuni a promuovere una campagna di questo tipo con risorse proprie”. Al centro della visione dell’assessora c’è un’idea chiara: i bisogni delle persone vanno ascoltati e presi in carico. “Non devono essere solo le famiglie a farsi carico di figli, disabilità o disagio. È la parte pubblica che deve prendersi la responsabilità. L’Ulss, l’Inps, le scuole, i ministeri: ognuno deve fare la propria parte”. Guendalina Ferro

scuola, ma anche spazi per giochi da tavolo e videogiochi che favoriscano l’interazione e l’apprendimento tra pari. Non mancheranno momenti di lettura, sport all’aria aperta, laboratori di lingua inglese e iniziative di sensibilizzazione a corretti stili alimentari. “L’obiettivo – sottolinea Bala – è costruire un luogo in cui i giovani possano trovare opportunità di crescita, formazione e socializzazione, in un contesto protetto ma aperto al territorio. Un progetto intergenerazionale che dà risposta concreta alle esigenze delle famiglie e stimola il protagonismo dei ragazzi”. (g.f.)

L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro

L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile

F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.

Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?

La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.

Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?

figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.

I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?

Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva

gici della fertilità.

C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?

Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.

È possibile mitigare l’inverno demografico?

C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”

Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo

enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-

Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.

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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa

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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie

giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è

La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono

sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.

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L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci

In arrivo a Rovigo un nuovo Playground tra sport, arte e cultura

Uno spazio multifunzionale per sport, eventi culturali e aggregazione giovanile

Il Comune di Rovigo è tra i 59 enti selezionati a livello nazionale nell’ambito del bando ministeriale “Sport illumina”, promosso da Sport e Salute S.p.A. e si è aggiudicato un finanziamento di 200 mila euro per la realizzazione di un Playground innovativo. Un progetto che unisce sport, arte e cultura, con un’attenzione particolare al mondo giovanile e al valore dell’aggregazione sociale.

L’iniziativa è stata presentata dall’assessore allo Sport Andrea Bimbatti.

La nuova piastra sorgerà nelle vicinanze della stazione ferroviaria, un punto strategico della città, facilmente raggiungibile, che sarà trasformato in uno spazio vivo e aperto a tutti, pensato per promuovere il benessere, l’inclusione e la partecipazione attiva della cittadinanza.

Il Playground non sarà solo una struttura sportiva, ma una vera e propria “piastra urbana” multifunzionale: accoglierà attività motorie e sportive libere, eventi culturali e momenti di socialità, con un forte impatto anche sul piano della riqualificazione urbana.

La realizzazione della struttura sarà a cura di Sport e Salute, che presenterà il progetto al Comune per l’approvazione. La gestione sarà affidata per 6 anni a Sport e Salute.

Il progetto è volto alla realizzazione di spazi creativi capaci di attirare e interagire con i ragazzi e non solo, trasformando i Playground in luoghi di incontro, socializzazione e attrazione turistica, promuovendo inclusività, sana competizione e creatività, connettendo anche diverse fasce d’età.

Soddisfazione anche dal sindaco

Valeria Cittadin. “Siamo orgogliosi di essere tra i Comuni vincitori del bando nazionale. Questo risultato è il frutto di un lavoro di squadra e di una visione chiara: fare di Rovigo una città sempre più attenta alle nuove generazioni e alla qualità della vita urbana. La vicinanza alla stazione rappresenta anche un’opportunità di rilancio per tutta la zona”.

L’opera dovrebbe essere realizzata nell’arco di qualche mese.

“Questo progetto – dichiara l’assessore Bimbatti -, rappresenta un grande passo avanti per la nostra città. Abbiamo creduto fin da subito nel potenziale di questo bando perché risponde a un’esigenza concreta: creare spazi per i giovani, ma che siano anche luoghi di comunità per tutti. Il playground sarà un simbolo di inclusione e vitalità, dove sport, arte e cultura dialogheranno tra loro in modo spontaneo e naturale”.

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L’intervento, una nuova casa per gli skater di Rovigo Un nuovo skatepark al parco Maddalena. Si è conclusa la ristrutturazione dell’area destinata agli amanti dello skate ma non solo. La pista presenta nuove rampe, pavimentazione verde e nuovi spazi dove fare attività sportiva, ma anche punto di aggregazione per i giovani. Soddisfazione da parte dell’assessore allo Sport Andrea Bimbatti. “Siamo felici – ha detto -, di restituire alla città un impianto nuovo e moderno, atteso da tempo. Un luogo di aggregazione e sport, dove coltivare le proprie passioni in sicurezza. Il progetto è stato voluto dalla precedente amministrazione, noi abbiamo investito ulteriori risorse per le resine e ne metteremo altre per l’illuminazione, così i ragazzi potranno usufruirne maggiormente anche d’inverno. Un ringraziamento all’associazione di Rovigo Skateboard, che voluto fortemente questo progetto e all’ingegner Matteo Cappellozza che ha seguito i lavori.

Il nuovo skatepark rappresenta un passo concreto verso la valorizzazione degli spazi urbani dedicati allo sport e al tempo libero, in particolare per le nuove generazioni.

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L’iniziativa. Il sindaco ha firmato l’ordinanza “Antidegrado”

Pugno di ferro dell’amministrazione

N o ai bivacchi, no alla vendita da parte dei locali pubblici di bevande da asporto in bottiglie di vetro e di alcolici dopo le 21, no all’uso improprio di panchine posando i piedi sulla seduta, no all’utilizzo di biciclette e monopattini sotto i portici cittadini. Sono i principali contenuti dell’ordinanza siglata dal sindaco Valeria Cittadin, denominata “Antidegrado”, volta a garantire il decoro, la sicurezza e la vivibilità degli spazi pubblici cittadini.

Entrando nel dettaglio, l’ordinanza prevede il divieto di consumare alimenti e bevande seduti al suolo nei luoghi pubblici o aperti al pubblico passaggio dei centri abitati o comunque sostandovi in modo da ostruire la normale circolazione pedonale. Il divieto non si applica negli spazi dedicati di aree verdi, giardini e parchi, ove esistenti; è al-

tresì vietato consumare alimenti e bevande in contenitori di vetro, ceramica, terracotta o comunque non mono uso, al di fuori degli spazi in concessione, quali plateatici ai pubblici esercizi; è vietato vendere o somministrare per asporto alcolici e bevande in bottiglie di vetro prive di tappo o bicchieri in vetro, così favorendo il consumo sul suolo pubblico; alle attività commerciali e agli artigiani è vietato vendere alcolici o bevande in bottiglie in vetro prive di tappo (durante tutta la giornata), nonché, dopo le ore 21, vendere alcolici di qualsiasi gradazione.

Inoltre, l’ordinanza, come ha spiegato il sindaco, affiancata dall’assessore alla Sicurezza Michele Aretusini -, riporta al rispetto di alcune regole già previste dal Regolamento comunale e della Polizia Locale, come l’utilizzo corretto dell’arredo ur-

bano, il divieto di girare a torso nudo, il divieto di circolare sotto i portici con bici e monopattini, il divieto di lasciare rifiuti, il divieto di chiedere elemosina su aree pubbliche o aperte al pub-

blico, il divieto di lasciare le deiezioni di animali su strade, piazze, marciapiedi e aree verdi.

“Questa ordinanza – ha dichiarato il sindaco –, nasce dalla necessità di tutelare la qualità della

Abbattimento delle barriere architettoniche nella scuola Donatoni

Quarantamila euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche nella scuola Donatoni di via Mameli. Si tratta di un finanziamento dalla Regione Veneto ottenuto dal Comune di Rovigo. L’intervento rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso di ammodernamento e inclusività degli edifici scolastici cittadini.

Lo comunica l’Assessore ai Lavori Pubblici Lorenzo Rizzato, che ha seguito in prima persona l’iter per l’ottenimento del contributo e che, fin dal primo giorno del suo incarico, ha posto grande attenzione alla riqualificazione del patrimonio scolastico comunale:

“E’ un intervento importante, che non solo migliora l’accessibilità della scuola Donatoni, ma che si inserisce in un più ampio programma di investimenti che stiamo portando avanti da mesi per ren-

dere le nostre scuole più moderne, sicure, inclusive ed efficienti” - ha dichiarato Rizzato -.

Numerosi sono infatti i cantieri già avviati o in fase di progettazione in diverse zone della città: tra questi, gli interventi di efficientamento energetico nelle scuole del quartiere San Bortolo, alla scuola primaria Duca d’Aosta (quartiere San Pio), e nella scuola elementare Maini nella frazione di Borsea, solo per citarne alcuni.

“Ogni intervento è un tassello di una visione più ampia: vogliamo che ogni scuola di Rovigo diventi un luogo all’altezza delle esigenze di studenti, insegnanti e famiglie. Il contributo della Regione – ha concluso l’assessore Rizzato -, ci consente di proseguire con determinazione su questa strada”.

Soddisfazione anche da parte del Sindaco Valeria Cittadin, che ha così commentato:

“Ho sempre creduto nel valore della scuola come luogo di crescita e formazione. Interventi come questo sono fondamentali per garantire pari opportunità a tutti e rispecchiano la visione di una città attenta ai bisogni delle persone, a partire dai più piccoli. Per me, che arrivo dal mondo scolastico, è una soddisfazione particolare vedere questi risultati concreti”.

L’ottenimento del finanziamento conferma l’efficacia dell’azione amministrativa intrapresa e rafforza il legame tra Comune e Regione nella condivisione dell’obiettivo comune: una scuola pubblica di qualità, accessibile e proiettata verso il futuro.

vita dei cittadini e promuovere un uso responsabile e rispettoso degli spazi pubblici. Riceviamo quotidianamente segnalazioni e lamentale, vogliamo ridare dignità e decoro alla nostra città. Questa ordinanza è a 360°, coinvolge tutte le forze dell’ordine che controlleranno tutto il territorio, al di là delle “zone rosse”. Il nostro obiettivo è rendere Rovigo una città sempre più ordinata, sicura e accogliente”. Sulla stessa linea d’onda l’assessore Aretusini: “Purtroppo assistiamo e ci riferiscono di situazioni che vanno arginate. Desideriamo ridare a Rovigo il volto di città dove vige il decoro e dove si può vivere in serenità”.

L’ordinanza resterà in vigore fino al 31 agosto, ma come già annunciato dal sindaco, sarà prorogata. I trasgressori dovranno pagare una sanzione da 25 a 500 euro.

La nomina. L’imprenditore siederà nel Consiglio Generale dell’Ente

Fondazione Cassa di Risparmio Carlo Scabin nuovo consigliere

I

l Consiglio Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha nominato, su terna di candidati designati dal Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Carlo Scabin nuovo Consigliere Generale dell’Ente.

Classe imprenditoriale e lunga esperienza nel settore agroalimentare, Scabin è un volto noto del mondo confindustriale: Vicepresidente di Confindustria Veneto Est dal 2024 con delega sul territorio di Rovigo, guida inoltre il Gruppo Merceologico Agro, Ittico, Molitorie e Zootecniche dell’associazione. Dal 2025 siede anche nel Consiglio Generale di Confindustria nazionale. “Il mio ingresso sarà in punta di piedi – ha dichiarato ai microfoni di radio Veneto24 – perché prima di tutto voglio conoscere personalmente i colleghi del Consiglio, a partire dal presidente, la cui figura rappresenta un punto di riferimento etico e sociale per la Fondazione”. Scabin ha sottolineato l’importanza di comprendere le idee e gli obiettivi già in atto all’interno dell’ente, per costruire un percorso condiviso e costruttivo. “Ringrazio il presidente e tutto il Consiglio e

le persone che hanno riposto fiducia in me. Le aspettative sono elevate, e questo rappresenta un forte stimolo per non deludere”. L’impegno di Scabin si inserisce in un contesto di rinnovamento anche per Confindustria Veneto, organismo nato dalla fusione delle realtà provinciali di Treviso, Padova, Venezia

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e Rovigo. “Stiamo lavorando per superare i confini territoriali e creare sinergie efficaci su tutto il territorio regionale. Rovigo, in particolare, ha un potenziale strategico notevole, non solo dal punto di vista logistico, ma anche nel settore manifatturiero, ed è fondamentale valorizzarlo”.

Dazi: ci costano quasi quanto il ponte di Messina

Con aliquota al 15%, danno al sistema economico italiano tra i 14/15 miliardi l’anno. CGIA ottimista: il 92% dei prodotti italiani venduti in USA sono di media/alta qualità. Rivolti a clienti con redditi elevati, questi ultimi potrebbero continuare ad acquistarli lo stesso, nonostante i rincari Secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA l’applicazione dell’aliquota al 15 per cento decisa le settimane scorse in Scozia tra i presidenti Trump e von der Leyen dovrebbe causare all’Italia un danno, almeno nel breve termine, tra i 14/15 miliardi di euro all’anno. Un importo che, in linea di massima, corrisponde al costo che nei prossimi anni sosterrà il nostro bilancio statale per realizzare la più grande opera pubblica di sempre: vale a dire il ponte sullo Stretto di Messina.

Un danno, quello causato dalle politiche protezionistiche statunitensi, che, secondo la stima della CGIA, racchiude sia gli effetti diretti (mancate esportazioni), sia quelli indiretti (riduzione margine di profitto delle imprese che continueranno a vendere nel mercato USA, costo delle misure di sostegno al reddito degli addetti italiani che perderanno il posto di lavoro, trasferimento delle imprese o di una parte delle produzioni verso gli USA, il trade diversion, etc.). Oltre a queste due fattispecie è stata tenuta in considerazione anche quella congiunturale (legata alla svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro).

L’elezione.

Consorzi di Bonifica: Virginia Taschini nel Comitato Esecutivo Nazionale di ANBI

Il Polesine protagonista a Roma

Il Veneto torna a essere rappresentato nel cuore decisionale della bonifica italiana. Segnale di una crescente attenzione verso le esigenze e le potenzialità delle aree marginali

Virginia Taschini, presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po, è stata eletta nel Comitato Esecutivo nazionale di ANBI, diventando l’unica rappresentante del Veneto nell’organismo di vertice dell’associazione che riunisce i consorzi di bonifica italiani.

Il Veneto torna a essere rappresentato nel cuore decisionale della bonifica italiana. È infatti Virginia Taschini, presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po, la nuova componente del Comitato Esecutivo nazionale di ANBI, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione.

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L’elezione è avvenuta nelle scorse settimane a Roma, nel corso dell’assemblea nazionale dell’organismo che coordina 142 consorzi distribuiti su tutto il territorio italiano. Taschini, 45 anni, imprenditrice agricola di Ariano nel Polesine, è l’unica veneta nel ristretto gruppo di otto membri che affiancherà per il prossimo quadriennio il presidente Francesco Vincenzi, riconfermato alla guida dell’associazione.

Il Comitato Esecutivo di ANBI è l’organo incaricato di deliberare su strategie operative, attuazione dei programmi, bilanci e relazioni con i soci. Una funzione di regia e indirizzo fondamentale, a

cui da oggi il Veneto torna a contribuire con una propria rappresentante, dopo un’assenza prolungata.

“Assumo questo ruolo con entusiasmo e un forte senso di responsabilità – ha dichiarato Taschini subito dopo l’elezione – sia nei confronti di Anbi, sia nei confronti del Veneto e del Delta del Po. Vivo e lavoro in quella che viene definita un’‘area interna’: la sensibilità e le competenze maturate in questo territorio così unico e fragile saranno messe al servizio di idee e progetti utili a tutto il sistema della bonifica.”

Soddisfazione e orgoglio anche nelle parole di Alex Vantini, presidente di ANBI Veneto e del Consorzio di Bonifica Veronese: “È una notizia molto importante per il nostro sistema regionale, che dopo anni torna ad avere una propria voce nell’organo esecutivo di ANBI.”

Il nome di Virginia Taschini si era già distinto nei giorni scorsi, con l’elezione lo scorso 8 luglio nel Consiglio Nazionale di ANBI, accanto ai veneti Fabrizio Bertin, presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, e Andrea Pegoraro, presidente del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale. Membro di diritto del Consiglio è lo stesso Vantini, in qualità di presidente regionale.

L’ingresso della presidente del Delta del Po nel Comitato Esecutivo rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche il segnale di una crescente attenzione verso le esigenze e le potenzialità delle aree marginali, come il Polesine, che oggi chiedono e meritano un ruolo centrale nelle strategie nazionali per la gestione dell’acqua, la tutela del suolo e la sostenibilità ambientale.

Guendalina Ferro

Plastic Free all’animazione di Grignano Polesine

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Plastic Free con il referente Paolo Gasparetto ha incontrato 50 bambini nella scuola dell’infanzia e nido integrato “S. Maria Assunta”, facendogli conoscere le attività che l’associazione porta avanti.Attentissimi e curiosi i piccoli partecipanti hanno seguito con attenzione video, foto e guardato gli oggetti recuperati durante le raccolte di pulizia ambientale, a testimonianza di quanto sia pericoloso l’inquinamento da plastica. Creare consapevolezza dell’importanza che anche i piccoli gesti, come raccogliere le bottiglie e non lasciare rifiuti, che ognuno di noi può fare per il bene dell’ambiente, degli animali e della nostra salute, è il messaggio che Plastic Free porta avanti, partendo proprio dai più piccoli.

“Grazie al patrocinio del Comune di Rovigo con l’assessore

Andrea Denti che ci ha permesso di ricevere da Acque Venete il generoso dono di una borraccia per ciascun bambino – ha detto Anna Nicoli coordinatrice del Progetto Scuole Veneto – abbiamo realizzato un bel momento di promozione e di conoscenza dell’ambiente che ci circonda e di cosa possiamo fare per mantenerlo bene. Complimenti al gruppo animatrici coordinate

dall’insegnante Valentina Gobbo e da Chiara Previato che ci ha invitati ed ha offerto il suo prezioso supporto tecnologico”. Soddisfazione anche dall’assessore Denti. “L’iniziativa di Plastic Free, promossa nell’ambito dell’animazione estiva a Grignano Polesine, è un segnale concreto dell’attenzione che la nostra comunità dedica alla sostenibilità e alla salvaguardia del territorio”.

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L’iniziativa. Rovigo è “città universitaria e per gli studenti universitari”

Il Consiglio comunale si impegna per una città a misura di studente

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ovigo è stata ufficialmente proclamata “Città universitaria e per gli studenti universitari”. Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità la mozione proposta dal consigliere di maggioranza, nonché rappresentante della Provincia con delega all’università, Edoardo Lubian.

Valorizzazione, promozione abitativa, formativa, sportiva e sociale: questi i punti chiave delle proposte presentate alla giunta, nell’anno dei festeggiamenti per il trentennale del Consorzio universitario rodigino.

Parole di orgoglio dal sindaco Valeria Cittadin che lo ha definito: “Un traguardo importante. Una proposta che non è solo simbolica, ma segna l’inizio di una nuova fase per Rovigo, proiettandola verso una città che vuole davvero essere vicina agli studenti, crescere con loro, innovare e offrire”.

“I trent’anni che si celebrano nel 2025 – ha esordito Lubian - non sono solo un numero ma una generazione di studenti, un presidio formativo che ha saputo radicarsi, un’opportunità da cogliere. Da qui nasce la mozione sottoscritta da più colleghi: una proclamazione che non è solo una dichiarazione ma un atto concreto. Gli studenti non sono solo ospiti temporanei ma parte viva e fondamentale di questa comunità”.

con la richiesta di maggiori estensioni e convenzioni con negozi e enti dispensatori di eventi culturali/sociali.

Pensiamo anche, ha continuato

Lubian: “Alla residenzialità e mobilità studentesca, la Provincia sta già lavorando per favorire e agevolare i collegamenti con le sedi universitarie, lo stesso vale per gli eventi, come prossimo Festival Universitario. In termini fattivi, proposta anche l’installazione di segnaletica urbana e visiva per rendere immediatamente riconoscibile di Rovigo come città universitaria, nonché nuove convenzioni anche nell’am-

bito dell’inserimento lavorativo dei giovani studenti e neo-laureati. Sono intervenuti anche gli assessori Erika De Luca, Nadia Bala e Lorenzo Rizzato. Bala ha com-

mentato: “In merito ai temi sociali all’interno del Cur, in questi mesi abbiamo cominciato ad instaurare numerosi rapporti per la promozione abitativa e residenziale con l’Università di Padova, nonché fattivi progetti con l’ateneo di Ferrara, tra questi anche un concorso dedicato alle scuole superiori”. Ha concluso Rizzato: “Sono stato rappresentante degli studenti universitari, è un tema che mi sta naturalmente a cuore, stiamo portando avanti con la Provincia, la convenzione per l’inserimento lavorativo degli studenti a breve verrà presentata in Comune”. Costruire un tessuto

Concretamente, la mozione approvata ha incentrato il campo attuativo in nove azioni prioritarie, molte delle quali già oggetto di lavoro. Tra queste: la creazione di un ecosistema integrato tra Università, territorio e mondo sportivo, attraverso la sottoscrizione di protocolli d’intesa con le rappresentanze provinciali e regionali di Federazioni e enti sportivi, e la promozione dell’accesso degli studenti alle attività motorie e sportive, con l’utilizzo condiviso degli impianti. Altro punto proposto, quello di creare una consulta universitaria del territorio, di un luogo dedito all’ascolto tra istituzioni comunali, provinciali e del Cur. Anche la “University Card” (l’attuale carta che dà accesso a benefici speciali su tutti i prodotti e servizi forniti dagli esercizi della città convenzionati con il Cur) è stata oggetto della proposta di miglior valorizzazione,

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sociale, culturale, economico e abitativo che induca a ospitare e far restare gli studenti, il sunto del punto che, senza contrari e astenuti, è stato approvato e mira già al prossimo appuntamento in programma, il Primo Festival Universitario di Rovigo, il 25-26-27 settembre 2025.

A settembre due corsi per tecnici e operatori gratuiti

Proseguono le attività formative promosse da Laboribus con il sostegno del Comune. L’assessore alle Politiche del lavoro, Nadja Bala, annuncia che a settembre prenderanno il via due corsi gratuiti e retribuiti pensati per favorire l’inserimento o il reinserimento lavorativo di disoccupati residenti in Veneto.

I corsi attivati sono «Tecnico di amministrazione e contabilità» e «Operatore alle macchine», ciascuno con un massimo di otto posti disponibili. La fase di selezione è già partita in questi giorni. Il programma del corso per Tecnico di amministrazione e contabilità prevede tre moduli da 40 ore ciascuno: formulazione del bilancio, trattamento delle operazioni fiscali e previdenziali, gestione della contabilità generale.

Per chi sceglierà di formarsi come Operatore alle macchine, il percorso didattico include verifiche preliminari agli interventi di scavo e demolizione (30 ore), conduzione di macchinari per scavi (30 ore) e demolizioni (30 ore), oltre a un modulo di manutenzione ordinaria dei mezzi per movimento terra (30 ore).

Entrambi i corsi includono un tirocinio formativo di tre mesi in un’azienda del settore, localizzata nella provincia di Rovigo. Ai partecipanti sarà riconosciuto un rimborso spese di 500 euro al mese, a condizione che venga frequentato almeno il 70% delle ore previste dal progetto formativo. Possono candidarsi alla selezione tutti i maggiorenni disoccupati residenti in Veneto. L’iniziativa punta a favorire l’acquisizione di competenze immediatamente spendibili sul mercato del lavoro e a rafforzare il legame tra formazione e impresa nel territorio.

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Il

Contributo.

Il Veneto ricorda Matteotti, la Regione investe sul futuro della Casa Museo

35 mila euro per la conservazione della Casa Museo a Fratta Polesine Il 35 della

Il contributo servirà a realizzare interventi strutturali urgenti e attività culturali di grande rilievo

L a Regione del Veneto conferma il proprio impegno nella salvaguardia della memoria storica stanziando un contributo di 35 mila euro per la conservazione e valorizzazione della Casa Museo di Giacomo Matteotti a Fratta Polesine. L’annuncio è stato dato dall’assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari, che ha sottolineato l’importanza di preservare i luoghi simbolici e il ricordo dei protagonisti della storia democratica italiana.

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«Con questo intervento – ha dichiarato Corazzari – vogliamo rinnovare il nostro impegno nel custodire e promuovere la memoria di Giacomo Matteotti, un protagonista della vita politica veneta e nazionale in anni cruciali per la democrazia italiana. La Casa Museo è un luogo di testimonianza viva e intendiamo sostenerla nel suo ruolo culturale e civile». Il finanziamento, previsto da una delibera di Giunta Regionale, andrà al Comune di Fratta Polesine, ente gestore dell’edificio di proprietà dell’Accademia dei Concordi. Il contributo servirà a realizzare interventi strutturali urgenti e attività culturali di grande rilievo.

Tra i lavori previsti figurano l’installazione di un nuovo impianto di climatizzazione per il secondo piano della casa-museo e la manutenzione straordinaria del vano ascensore, due operazioni fondamentali per assicurare accessibilità e sicurezza ai visitatori. Una parte del finanziamento sarà inoltre destinata all’organizzazione dell’incontro “Centenario dell’uccisione di Giacomo Matteotti – 80° anniversario della Liberazione – Letteratura, memoria e resistenza: incontri per raccontare il coraggio di chi ha lottato per la

libertà”, evento che si propone di riflettere sul ruolo della memoria nella costruzione della coscienza democratica. Previsto anche l’aggiornamento e la manutenzione del sito web ufficiale della casamuseo.

L’iniziativa si inserisce nel contesto delle celebrazioni per il centenario della tragica morte di Giacomo Matteotti, assassinato il 10 giugno 1924, e conferma la volontà della Regione di mantenere viva la memoria di uno dei simboli più alti della lotta per la libertà e contro ogni forma di totalitarismo.

Zico investe sui giovani: cinema e teatro per una cultura che cresce

Non solo schermo, ma anche sipario. Il Cinema Teatro Duomo si prepara a una stagione di svolta, inaugurando a settembre la sua quinta stagione sotto la gestione della cooperativa sociale Zico, con una duplice missione: rilanciare il cinema per i più giovani e portare in città una nuova proposta teatrale, pensata per un pubblico curioso, giovane e pronto a lasciarsi sorprendere.

A darne notizia è Francesco Casoni, portavoce di Zico, che annuncia importanti investimenti sul cinema per bambini e ragazzi. Un settore che, dopo alcune stagioni promettenti, ha mostrato segni di affaticamento, ma che ha saputo recentemente riaccendersi: lo dimostrano i numeri del cinema estivo per famiglie, con oltre 380 spettatori in due serate dedicate ai più piccoli. “Vogliamo ripartire da qui – spiega Casoni – facendo tesoro di un entusiasmo che esiste

e va coltivato.”

Accanto a loro, racconta Valentina Guglielmo, cresce anche una presenza giovanile più autonoma: adolescenti e ragazzi che frequentano la sala come luogo di incontro, di visione e di socialità, spesso nel cuore del centro storico. Un piccolo ma importante segnale di controtendenza, in un’epoca dominata dalla fruizione domestica e digitale dei contenuti.

Non a caso, anche quest’anno, le scuole saranno partner centrali del progetto culturale. Nella stagione 2024/25 sono stati circa 2.000 gli studenti coinvolti nelle proiezioni scolastiche, molte delle quali legate a temi educativi e civili: dalla Giornata della Memoria alla grande richiesta per il film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Un’esperienza che unisce didattica, partecipazione e abitudine alla visione collettiva.

Ma la vera novità è il debutto te-

atrale. Per la prima volta, il Cinema Teatro Duomo ospiterà una stagione teatrale vera e propria, con una programmazione dal taglio “off”: spettacoli piccoli, sperimentali, ravvicinati al pubblico, mai visti prima a Rovigo. Un’operazione che non vuole competere con realtà affermate come il Teatro Sociale o il Teatro del Lemming, ma arricchire il paesaggio culturale cittadino offrendo nuove possibilità, nuovi linguaggi, nuovi pubblici. Il progetto punta in particolare ai giovani: accanto agli spettacoli, nasceranno anche laboratori teatrali per le scuole e per ragazzi, per vivere il teatro non solo da spettatori, ma anche da protagonisti. Il programma completo sarà presentato il 21 settembre in una serata speciale che vedrà la partecipazione di Natalino Balasso, artista poliedrico e molto amato, che darà simbolicamente il via a questa nuova avventura scenica. (g.f.)

L’intervista. I veterani del basket conquistano la Svizzera: emozioni e medaglie ai mondiali Fimba

Medaglia d’argento ai mondiali di maxibasketball per Giovanni Boniolo

D

ifficilmente Giovanni Boniolo dimenticherà l’esperienza dei mondiali di maxibasketball Fimba, riservati ai “veterani” dai 30 agli 80 anni, che si sono svolti in Svizzera per 10 giorni e che ha visto nel Canton Ticino quattrocento team da tutto il mondo e 6mila atleti, dalle donne over35 a over 60, agli uomini over 40 a quelli over 80. Perché Boniolo, 69 anni, ex presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, un passato importante nel basket, quando a 16 anni debuttò in prima squadra col Petrarca Basket (era il 1971), diventando in quell’anno il più giovane giocatore di serie A e B, in Svizzera con la casacca del Maxi Basket Milano, nella categoria M65+, ha conquistato la medaglia d’argento, miglior team italiano ed europeo della categoria, battuti in finale dai Chicago Challengers. “Più che di Chicago era una selezione Usa, dice Boniolo, una squadra fortissima, con 8 giocato-

ri oltre i due metri d’altezza, una guardia “cecchino” strepitoso di 1 metro e novanta, insomma, imbattibili”.

Prima di partire per la Svizzera aveva qualche dubbio sulla resistenza delle ginocchia. È andato tutto bene? “Direi di sì, ho saltato un paio di partite a qualificazione avvenuta, ma per il resto tutto ok. Anche perché il ritmo è stato tosto. In semifinale abbiamo battuto Brasile grazie alla intensità difensiva e lucidità in attacco ma contro gli extraterrestri americani non c’è stato nulla da fare, nonostante pressing tutto campo, marcature decise, insomma basket vero”. Perché il bello di questo campionato è che incarna l’idea che la passione per il basket trascende l’età offrendo una piattaforma a ex professionisti e giocatori amatoriali per continuare a praticare il gioco che amano. “Tutti gli americani che abbiamo incontrato in finale erano ex gio-

catori professionisti - continua Boniolo -, e sebbene anche noi abbiamo avuto un passato chi in serie A chi in B, abbiamo provato ad arginare mettendo in campo il nostro meglio, portandoci a casa, oltre ad una medaglia d’argento, emozioni, legami e ricordi che resteranno impressi nel tempo”. Niente medaglie per l’altro polesano Gabriele Varolo, che ha

Un compleanno speciale per l’Inter Club Rovigo Nerazzurra

A luglio l’Inter club Rovigo Nerazzurra ha festeggiato i 40 anni di attività. “Quaranta anni trascorsi al fianco e al servizio della Beneamata - dice il presidente Vanni Panin -, con la stessa incrollabile fede dei soci fondatori e una passione che va oltre ogni risultato”. Il club è nato nel lontano 7 luglio 1985 per mano di un gruppo di amici, uniti dalla stessa passione per il nerazzurro. Inter club che ha avuto varie sedi, da quella della fondazione in una pizzeria in via Badaloni, poi sede è stata un’altra pizzeria Etna, poi bar Borgato “da Arduino) in Commenda, vicino all’ex ospedale Maddalena, poi il bar Canazza di

fronte all’attuale Hotel Capital (entrambi i bar non esistono più), altra sede è stata all’Hotel Cristallo, fino all’ attuale presso Corte Benetti. Anno dopo anno il sodalizio cresce. Madrid, Manchester, Barcellona, Praga, Londra e Parigi sono solo alcune delle innumerevoli trasferte organizzate, accompagnate dall’immancabile striscione bianco lungo 20 metri impossibile da ignorare dietro la porta di San Siro. Oggi i tempi sono cambiati, quello striscione è diventato più piccolo ma è sempre presente e ben visibile sulle balaustre della Scala del calcio. Anniversario festeggiato con una serata dove, ancora una volta, l’Inter

partecipato al campionato Fimba in Svizzera, ma stesse emozioni. Varolo, 70 anni, ha indossato la casacca dell’Over sport Italy nella categoria M70+. “Ogni partitadice Varolo -, che ha sempre avuto la passione del basket, ma non ha mai raggiunto alti livelli, avendo iniziato con il basket a 25 anni, ha parlato di determinazione, di passione e di amicizia costruita

club ha abbracciato la solidarietà. “Siamo stati - continua Panin -, ospiti dell’associazione Pettirosso, avendo il piacere di conoscere più da vicino questa associazione che si occupa di ragazze/ragazzi con disabilità, e siamo rimasti molto colpiti da quanto impegno e amore ci mettono per aiutare queste persone “speciali”. Come già successo in altre occasioni, abbiamo fatto una donazione, ricavato dalle lotterie svolte durante la stagione e delle varie trasferte a Milano, per dare un sostegno non solo morale ai volontari che portano avanti con tanti sacrifici questa splendida associazione”. (c.a.)

canestro dopo canestro. E di una bella convivialità al di fuori delle partite con i tanti giocatori. Personalmente sono contento, perché ho avuto un ottimo minutaggio, per me, tutta esperienza”. E ora? “Ora obiettivo Europei Fimba che si svolgeranno il prossimo anno in Grecia e poi Mondiali Fimba 2027 questa volta in Brasile”.

Cristiano Aggio

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segue da pag. 1

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.

Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni

al voto.

Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,

con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.

Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra

Manildo lancia la sfida per il Veneto

“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”

“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”

Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.

“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato

nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.

Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-

ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo

volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.

Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)

Giovanni Manildo

Centrosinistra. Vanessa Camani, capogruppo Pd Consiglio regionale

“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”

Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.

Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.

Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.

Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.

In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di

integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.

Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova. Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.

Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista

“Serve unità, ma la Lega ha una identità spiccata”

Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.

Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.

A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.

Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,

potrebbe essere più difficile”.

Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.

Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.

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PRIMI CITTADINI

A cura di Vincenzo Gottardo

le interviste ai sindaci del Veneto dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35

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Vanessa Camani
Marco Dolfin

L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano

Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”

O

ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.

Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?

Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia

la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?

Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.

Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?

Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.

Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?

Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,

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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.

Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?

Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.

Il personaggio

L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore

“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”

“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”

D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?

Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-

cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.

Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?

È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.

Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?

Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma

sempre con l’ottica del “guardare avanti”.

A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?

Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.

Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?

Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali

che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor.

Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?

Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è

quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

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Matteo Ribon

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Auto, novità per tutte le tasche: ecco i nuovi modelli

Grande Panda, 500 Hybrid, Corsa-e: la mobilità urbana si rinnova.

Il Veneto punta su citycar sostenibili e incentivi regionali per auto a basse emissioni

Il mercato dell’auto è in piena evoluzione, e a guidare la ripartenza sono soprattutto le citycar e i modelli accessibili, pensati per chi vive e si muove ogni giorno nelle aree urbane. Le esigenze sono cambiate: oggi si cercano vetture pratiche, compatte, economiche e sostenibili, ma anche con dotazioni tecnologiche di buon livello. E il Veneto non fa eccezione: tra fiere, concessionarie e promozioni locali, sono già numerose le novità approdate o in arrivo nei prossimi mesi. Una delle più attese è la Fiat Grande Panda, presentata ufficialmente a luglio e destinata a diventare protagonista nelle nostre strade. Lunga quattro metri esatti, con un look squadrato e moderno, porta con sé un’eredità storica ma tutta nuova nei contenuti. Sarà disponibile sia in versione mild hybrid che completamente elettrica, con batteria da 44 kWh e autonomia fino a 320 km nel ciclo WLTP. La versione elettrica promette zero emissioni e grande comfort, mentre la mild hybrid garantisce prezzi più bassi e versatilità. Secondo le prime stime, i prezzi partiranno da circa 20.000 euro per la versione ibrida e da 22.000 euro per quella elettrica, con possibilità di sconti e incentivi regionali. Restando in casa Fiat, fa il suo ritorno la 500 Hybrid, un modello che

coniuga lo stile iconico della piccola torinese con una motorizzazione efficiente e parsimoniosa. A fianco della versione 100% elettrica, la nuova 500 ibrida si rivolge a chi cerca una citycar dal prezzo contenuto, ma con il fascino delle forme retrò e l’affidabilità del marchio. Anche in questo caso, la proposta è pensata per l’ambiente urbano, con dimensioni compatte, cambio manuale e consumi ridotti.

Guardando ad altre proposte elettriche già presenti nei saloni veneti, spicca la Opel Corsa-e, una delle compatte elettriche più vendute del 2024 in Italia. Con una batteria da 50 kWh, offre un’autonomia di circa 337 km e una guida agile, perfetta per chi si muove quotidianamente in città ma non rinuncia a qualche uscita extraurbana. Il prezzo si aggira intorno ai 25.000 euro, con buona dotazione tecnologica già nelle versioni base.

Tra i marchi che puntano forte sul rapporto qualità-prezzo c’è anche MG, che ha rilanciato con successo in Europa la MG ZS. Si tratta di un SUV compatto, lungo 4,32 metri, con linee moderne e interni spaziosi. Nella versione benzina, con cambio manuale, parte da appena 16.990 euro: una cifra sorprendente per un modello che si propone come alternativa alle berline cittadine. È disponibile anche in variante elettrica, con un’autonomia che supera i 300 km.

Per chi cerca una soluzione low-cost nel mondo delle EV, resta valida la scelta della Dacia Spring, citycar elettrica dal design semplice ma funzionale. Con una batteria da 27,4 kWh e autonomia fino a 230 km, è pensata per chi usa l’auto quasi esclusivamente in ambito urbano. I prezzi, grazie agli incentivi, possono scendere anche sotto i 13.000 euro, rendendola una delle elettriche più economiche d’Europa. Infine, tra le novità che coniugano anima urbana e spirito avventuroso,

segnaliamo la Jeep Avenger, disponibile sia in versione a benzina che full electric. Con un’estetica da SUV e un’anima cittadina, è lunga poco più di 4 metri ed è adatta sia a chi vive in centro che a chi percorre strade extraurbane. I prezzi partono da circa 24.300 euro, rendendola competitiva nel suo segmento.

Da segnalare, per chi risiede in Veneto, l’attuale disponibilità di contributi regionali per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Il bando 2024–2026 prevede incentivi fino a 8.000 euro per la sostituzione di mezzi vecchi con modelli elettrici o ibridi di ultima generazione. Un’opportunità concreta per rinnovare la propria mobilità risparmiando e riducendo l’impatto ambientale.

Che si scelga un’auto elettrica, ibrida o a benzina, le proposte disponibili oggi in Veneto permettono di trovare la soluzione più adatta per ogni esigenza e per ogni portafoglio.

Citycar economiche. Hyundai i10, Kia Picanto e altre auto perfette per la città

Auto sotto i 20.000 euro: Uno sguardo alle scelte intelligenti già disponibili in Veneto

In un mercato dove i prezzi delle auto nuove sembrano aumentare ogni mese, trovare un modello valido sotto i 20.000 euro può sembrare un’impresa. Eppure, anche in Veneto, esistono ancora ottime soluzioni per chi cerca una vettura economica, affidabile e adatta all’uso quotidiano. Alcuni marchi hanno puntato forte su questo segmento, proponendo modelli che uniscono praticità e risparmio, senza rinunciare a comfort e sicurezza.

Partiamo dalla MG ZS, il SUV compatto che sta sorprendendo per prezzo e dotazioni. Disponibile con motore benzina da 106 cavalli e cambio manuale, offre spazio per la famiglia, bagagliaio capiente e uno stile moderno. Il tutto a partire da 16.990 euro chiavi in mano. In Veneto è già presente in diversi saloni, grazie alla rete dei concessionari MG in espansione. Per chi cerca una vera citycar, la Hyundai i10 è una delle scelte più razionali. Tre cilindri benzina, consumi contenuti e buona tenuta su strada: è l’ideale per chi si muove prevalentemente in città. Prezzo base: poco sopra i 15.000 euro, ma le promozioni in corso possono abbattere ulteriormente il costo.

Una proposta ormai collaudata è la Kia Picanto, sorella della i10 ma con un’estetica leggermente più grintosa. La versione base, sempre a benzina, parte da 14.800 euro circa. È perfetta anche per i neopatentati, grazie alla sua maneggevolezza e ai bassi costi di gestione.

Anche Citroën ha un modello che rientra nel budget: si tratta della C3 You, versione essenziale ma completa della popolare berlina francese. Il prezzo di listino parte da 13.750 euro, con motore benzina 1.2 da 83 cavalli. Non mancano ABS, ESP e sistema anticollisione.

Una menzione speciale va alla Dacia Sandero, tra le best seller in Italia per chi cerca il miglior rapporto qualità/prezzo. La versione Streetway parte da 11.900 euro, la Stepway (più alta e dall’aspetto crossover) da circa

13.800 euro. Motori benzina e bifuel, anche a GPL, che aiutano a risparmiare ulteriormente sul carburante. Per chi invece vuole puntare subito all’elettrico, sotto i 20.000 euro resta quasi solo una scelta: la Dacia Spring, disponibile in Veneto con prezzo di listino da 17.900 euro, ma facilmente abbattibile con incentivi statali o regionali. Certo, l’autonomia non è da record (circa 230 km), ma è sufficiente per l’uso urbano.

In un’epoca in cui risparmiare è diventato fondamentale, queste auto rappresentano un’opzione concreta per tornare a muoversi con mezzi nuovi, sicuri ed efficienti, senza dover spendere cifre da capogiro. E anche in Veneto le occasioni non mancano: basta cercare bene, approfittare delle promo e – se possibile – rottamare il vecchio per ottenere sconti ancora più interessanti.

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Medicina Generale, il Veneto spinge per la riforma: approvato il disegno di legge

Un passo decisivo verso il riconoscimento universitario della Medicina Generale arriva dal Veneto, dove il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge statale n. 27 per la riforma dei corsi di formazione dei futuri medici di base. La proposta, che ora sarà trasmessa al Parlamento nazionale, ridisegna il percorso formativo, attribuendo pieno valore accademico a una specializzazione sempre più cruciale per il sistema sanitario. Il cuore del provvedimento è la nascita di un Dipartimento integrato Università–Servizio sanitario regionale, un organismo che, sotto il coordinamento del Ministero dell’Università e della Salute, includerà in modo strutturato le aziende sanitarie all’interno della rete formativa, con particolare attenzione ai tirocini sul territorio. Promossa dalla vicepresidente della commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon (PD), e sostenuta trasversalmente da consiglieri di maggioranza e opposizione, l’iniziativa vuole colmare un vuoto normativo e culturale, offrendo pari dignità accademica alla Medicina Generale rispetto alle altre specializzazioni. «Non è solo un cambiamento formale, ma una riforma strutturale della formazio-

ne e dell’organizzazione della medicina territoriale», ha sottolineato Bigon.

Tra le novità principali, anche la nuova denominazione del corso, che diventerà “Medicina Generale di Comunità e Cure Primarie”, per sottolineare il ruolo chiave del medico di base all’interno della sanità di prossimità. Il corso avrà durata quadriennale, con un percorso di transizione nella fase iniziale, e garantirà agli specializzandi borse di studio equiparate a quelle previste per le altre discipline mediche.

Apprezzamento è arrivato anche dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e la necessità di superare l’attuale assetto formativo: «La sfida vera oggi è rafforzare le cure primarie. Non possiamo che sostenere questa proposta». La riforma punta quindi a formare professionisti con competenze cliniche e organizzative avanzate, in grado di affrontare le nuove esigenze della popolazione e contribuire al rilancio della sanità pubblica, partendo proprio dal territorio. Con l’approvazione in Regione, ora la palla passa al Parlamento.

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IPAB IRAS di Rovigo: via al risanamento, azzerato il debito della struttura

Conti in ordine, debiti azzerati e basi solide per il rilancio. È questo il risultato presentato a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, in merito al piano di risanamento dell’IPAB IRAS di Rovigo, storica struttura socio-assistenziale per anziani non autosufficienti del Polesine. Dopo anni di difficoltà economiche e gestionali, la Regione Veneto annuncia la fine di una lunga fase di commissariamento iniziata nel 2016 e l’avvio di una nuova stagione per l’ente. «Si chiude una vicenda molto tribolata, ma con un esito positvo per tutti – ha dichiarato l’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin –. Abbiamo evitato il collasso dell’ente, mantenuto la gestione pubblica, tutelato gli ospiti e i lavoratori, e ora guardiamo al futuro con un piano solido e sostenibile». Al tavolo della conferenza stampa, insieme a Lanzarin, erano presenti l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari, il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin con l’assessore comunale Michele Aretusini, e il commissario straordinario dell’IPAB, avv. Tiziana Stella. L’IRAS, che gestisce 261 posti letto presso la sede di San Bortolo (con altri 100 previsti dal Piano di Zona), aveva accumulato un debito significativo. Il piano di risanamento prevede un’operazione finanziaria articolata: 1,8 milioni di euro versati dal Comune di Rovigo, 1,9 milioni dalla Regione Veneto e un saldo stralcio con i creditori per un totale di 5 milioni di euro di crediti inesigibili. Il bilancio dell’Ente è tornato in utile e l’intero piano sarà monitorato fino al 30 giugno 2028. «Casa Serena torna ora nella piena disponibilità del Comune – ha aggiunto Lanzarin –. San Bortolo potrà essere ampliato, anche grazie a 2 milioni del Fondo di Coesione stanziati dalla Giunta. È un risultato che vede tutti vincitori». Grande soddisfazione anche da parte del sindaco Cittadin: «Abbiamo risolto una vertenza che si trascinava da anni. Ringrazio la Regione e il commissario per l’ascolto e la collaborazione. L’attenzione alla nostra comunità e agli anziani è stata prioritaria». L’assessore Corazzari ha sottolineato l’importanza della sinergia istituzionale: «È stato un lavoro complesso ma necessario. Abbiamo garantito continuità nei servizi e sicurezza per i lavoratori. Chiudiamo una pagina difficile con senso di responsabilità». Conclude il commissario Stella: «Il bilancio è in equilibrio, i pagamenti sono garantiti, ora siamo pronti a ripartire con una visione chiara e concreta per il futuro dell’assistenza pubblica nel Polesine».

Riconoscimento internazionale. Centrale Operativa 118 di Rovigo, tra le migliori d’Europa nella gestione dell’ictus

Il 118 di Rovigo premiato con il “Diamond Status” per l’eccellenza nella gestione dell’ictus

La Centrale Operativa 118 SUEM di Rovigo raggiunge un nuovo traguardo: il prestigioso “Diamond Status” degli EMS Angels Awards, massimo riconoscimento a livello internazionale per la gestione preospedaliera dell’ictus. Il premio, conferito dalla società scientifica Angels Initiative, certifica l’eccellenza raggiunta dall’Azienda ULSS 5 Polesana nell’assistenza ai pazienti colpiti da ictus ischemico.

Il risultato, ottenuto sulla base dei dati raccolti nel mese di marzo nell’ambito del programma MonitorICTUS, sancisce un salto di qualità importante: dopo due riconoscimenti “Platinum” consecutivi, il SUEM 118 di Rovigo entra ora nell’élite europea dell’emergenza sanitaria. Si tratta infatti del livello più alto raggiungibile, riservato solo ai servizi capaci di garantire tempi rapidissimi d’intervento, comunicazione efficace con gli ospedali e procedure perfettamente collaudate. Dietro questo successo c’è un lavoro di squadra che coinvolge medici, infermieri, autisti-soccorritori e operatori delle postazioni territoriali, capaci di agire in modo coordinato ed efficiente nei momenti più critici. I criteri per ottenere il

“Diamond Status” sono severi: tempo medio sulla scena inferiore ai 25 minuti, preallerta dell’ospedale nel 95% dei casi sospetti, trasferimento del paziente a

una struttura “stroke-ready” sempre nel 95% dei casi, raccolta puntuale delle informazioni cliniche nei tempi richiesti. Parametri che, se rispettati, aumentano significativamente le probabilità di sopravvivenza e recupero dei pazienti.

“Ogni 30 minuti nel mondo un paziente colpito da ictus muore o rimane disabile per sempre perché non trattato nel modo giusto – ricorda l’Angels Initiative –. Servizi come il SUEM 118 di Rovigo sono essenziali in questa corsa contro il tempo”.

Soddisfazione da parte dei vertici aziendali. “Questo riconoscimento non è solo un premio formale, ma un attestato concreto della qualità dell’assistenza sanitaria offerta nel nostro territorio”, commenta il Direttore Sanitario, Carla Destro. “È la dimostrazione che preparazione, formazione continua e lavoro in rete fanno davvero la differenza”. A lei si unisce il Direttore Generale, Pietro Girardi: “Un grazie sentito a tutto il personale coinvolto nella gestione dell’emergenza ictus. Complimenti!”.

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Orgoglio Polesano: sei infermieri ULSS 5 conquistano la Laurea Magistrale con 110 e lode

Un traguardo accademico d’eccellenza per sei infermieri dell’Azienda ULSS 5 Polesana, che nei giorni scorsi hanno conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche presso l’Università di Ferrara, ottenendo tutti il massimo dei voti: 110 e lode. Un risultato che testimonia impegno, determinazione e profonda dedizione alla professione sanitaria.

I protagonisti di questo successo sono Giulia Mantovan (Pediatria Adria), Damiano Chinaglia (Coordinatore Emodialisi Rovigo e Trecenta), Silvia Zambello (Coordinatrice Rianimazione Rovigo), Emma Pregnolato (Coordinatrice Medicina Trecenta), Anna Orsetti (Oncologia Rovigo) e Silvia Vallati (Medicina Adria). Professionisti che hanno saputo conciliare un percorso di studio avanzato con le responsabilità quotidiane, in molti casi già legate a ruoli di coordinamento. Le tesi discusse si sono concentrate su tematiche di rilievo nell’ambito dell’organizzazione sanitaria, contribuendo allo sviluppo di modelli gestionali innovativi orientati alla qualità dell’assistenza e all’efficienza. Un contributo prezioso per l’intero sistema sanitario locale.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Dott. Simone Bedendo, Direttore facente funzione della UOC Direzione Professioni Sanitarie, dalla relatrice Erica Girotto e dal Dott. Aldo Zattarin: “Raggiungere un simile risultato è segno di una professionalità matura e orientata al miglioramento continuo. È motivo di orgoglio sapere che questi infermieri sono oggi punti di riferimento per tutta l’ULSS 5”. Il Direttore Generale, Dott. Pietro Girardi, ha voluto aggiungere il proprio plauso: “Questi infermieri rappresentano il miglior esempio di come la formazione avanzata possa tradursi in qualità e innovazione. A loro vanno i miei complimenti più sinceri”.

Questo risultato conferma l’importanza che l’ULSS 5 attribuisce alla crescita formativa del proprio personale, ritenendola leva strategica per una sanità moderna e centrata sulla persona.

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