Il primato di Cardiologia in vetta alla classifica dell’eccellenza sanitaria in Italia fra 1300 centri
di Padova Nord
Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti
Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza
DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.
La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.
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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico
A Vigodarzere scoppia la polemica sulle spese per l’asilo nido, le minoranze: “Opera pagata solo in parte”, il sindaco contesta i conteggi, Comuni alle prese con gli imprevisti della rendicontazione
L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul
TRASPORTO SCOLASTICO, È SCONTRO A CADONEGHE
A scuole già iniziate, il servizio di trasporto per gli studenti non è ancora partito. Botta e risposta tra Scacco e Schiesaro
Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider
Veneto2
Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.
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Nasce il Comitato Nuova Mobilità Padova Nord
Un gruppo di cittadini, associazioni, comitati storici e ex amministratori locali si è unito per affrontare la piaga della viabilità a nord di Padova. Lunedì 22 settembre, nella sala municipale La Brenta è nato ufficialmente il Comitato Nuova Mobilità Padova Nord, che mira a risolvere l’ingorgo quotidiano che blocca migliaia di persone tra lo snodo della Castagnara e il ponte di Limena. Chiara Borgato, nominata portavoce del neonato Comitato, ha dichiarato: “Un’iniziativa che nasce da cittadini uniti per dare respiro più grande ai problemi locali. Ogni giorno i ritardi paralizzano cittadini e imprese”. Il coordinamento, che include Fabrizio Callegaro, Renato Giacometti, Antonio Rubega e Francesco Vezzaro, ha già avviato una massiccia raccolta firme per chiedere alla Regione Veneto l’impegno a progettare le due opere infrastrutturali ritenute cruciali: un nuovo collegamento stradale tra Cadoneghe e la tangenziale e un nuovo ponte di collegamento tra Limena e Vigodarzere, essenziale per fluidificare i flussi di traffico e garantire un accesso diretto tra il casello di Padova Ovest e i comuni a Nord. Il Comitato ha sottolineato come l’attuale chiusura del ponte del Terraglione stia esasperando ulteriormente la situazione. L’obiettivo è portare le firme al prossimo Consiglio regionale che si insedierà dopo le elezioni di novembre, con l’obiettivo di ottenere il finanziamento di un progetto per la nuova viabilità a nord di Padova. La mobilitazione dei cittadini non è passata inosservata, suscitando la reazione della consigliera regionale Elisa Cavinato. “Troppo facile puntare sulla Regione senza conoscere le procedure – dichiara la consigliera Cavinato –. Si parla di costruire due ponti sul Brenta, ma chi guida il comitato ha effettivamente approfondito questo progetto?”. Nonostante le riserve procedurali, ha comunque ribadito la sua disponibilità a collaborare per condividere progetti e iniziative sostenibili, per il bene di tutti, con concretezza.
La portavoce Borgato annuncia
Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.
La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.
Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.
Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.
La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.
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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.
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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).
Il consigliere Scacco attacca l’amministrazione e il sindaco Schiesaro risponde
Pulmini fermi e accuse incrociate: bufera sul trasporto scolastico
Èpolemica a Cadoneghe sul trasporto scolastico. Le lezioni sono iniziate ormai da settembre, ma il servizio non è ancora partito. Il consigliere d’opposizione Enrico Scacco parla di una “scelta politica deliberata” e accusa il sindaco Marco Schiesaro di aver mentito ai cittadini. Il primo cittadino smentisce: il servizio non è stato cancellato, ma riorganizzato per renderlo sostenibile. Scacco non usa mezzi termini: “A scuola iniziata, la novità per le famiglie di Cadoneghe è che si trovano prive di un servizio fondamentale: il trasporto scolastico”, attacca. “Il servizio non c’è perché è stato tagliato. Non ci sono i soldi, perché i fondi sono stati tolti dal bilancio, con il voto di tutti i consiglieri di maggioranza”.
L’opposizione punta il dito anche contro gli atti ufficiali della giunta: “La delibera del 15 settembre, firmata dal sindaco, riporta nero su bianco che il trasporto scolastico è soppresso, come indicato anche nel DUP 2025–2027”.
Parole dure, a cui si aggiunge la contestazione sulle motivazioni tecniche: “Hanno provato a scaricare la responsabilità sugli uffici comunali, parlando di fantomatiche ragioni tecnico-amministrative. Questa è una balla”. L’affondo finale: “Abbiamo un sindaco bugiardo, che mente ai suoi cittadini. L’unica cosa che vogliono sono servizi che funzionino”.
Il sindaco Marco Schiesaro respinge tutte le accuse: “Cadoneghe ha sempre avuto il trasporto scolastico e anche quest’anno
abbiamo deciso di riconfermarlo”, chiarisce. Il mancato avvio a settembre sarebbe legato all’impossibilità di utilizzare BusItalia: “A maggio ci è stato comunicato che non era possibile, perché, trattandosi di minori, BusItalia non si assumeva la responsabilità”. Nel frattempo, l’amministrazione ha investito per ampliare i servizi integrativi: “Con non poche difficoltà, l’amministrazione ha trovato un ritaglio di spesa pubblica, poco sopra i 20.000 euro”, destinati a pre e post scuola. A settembre è poi arrivata la delibera per riattivare il trasporto comunale: “Abbiamo ripristinato il trasporto scolastico comunale, il famoso pulmino giallo. E non solo: lo abbiamo potenziato, ampliato, allargato”.
Negli ultimi anni, l’utilizzo del servizio è calato significativamente: si è passati da circa 130–140 potenziali utenti a una platea reale di circa 70–100 bambini. Da qui la necessità di ripensare l’organizzazione per garantirne la sostenibilità economica. Schiesaro sottolinea anche l’alto costo del servizio per le casse comunali: “Il trasporto scolastico costa circa 135.000 euro all’anno. Il costo reale per ogni bambino è di circa 2.000 euro, mentre la famiglia ne paga circa 235–250. Quindi il Comune copre circa l’80%”. Per queste ragioni, l’amministrazione ha deciso di rivedere il modello, puntando a un nuovo progetto che favorisca l’autonomia dei ragazzi e delle famiglie, per rendere il servizio più efficiente.
Schiesaro esprime frustrazione per il ritardo nel lancio: “Volevo che partisse entro settembre, al
massimo i primi di ottobre. Ma tecnici e revisori hanno richiesto più tempo per una variazione di bilancio a ottobre/novembre”. E infine, la smentita più netta: “Non esiste alcuna ragione logica per cui dovrei eliminare un servizio così importante. L’amministrazione ha dato un atto di indirizzo chiaro agli uffici: mantenere e rafforzare il trasporto scolastico”.
Giulia Turato
Due nuovi agenti rafforzano la Polizia Locale
Dopo le prime sei assunzioni annunciate a settembre, il Comune di Cadoneghe prosegue con il percorso di potenziamento della macchina amministrativa. Dal
il prossimo anno, tra contratti a tempo indeterminato e determinato, oltre a progressioni interne per valorizzare il personale già in servizio. L’obiettivo è rafforzare
dato il benvenuto ai nuovi agenti a nome di tutta l’Amministrazione comunale. Ma se c’è chi inizia un nuovo percorso, c’è anche chi saluta dopo anni di lavoro e di vita
primo ottobre, due nuovi volti in divisa hanno preso ufficialmente servizio nella squadra della Polizia Locale: Devi Bellotto e Gianmarco Salviato. Un ingresso che si inserisce nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) 2025–2027, che prevede quindici nuove assunzioni all’interno del Comune entro
l’organico con nuove competenze e garantire servizi più efficienti, moderni e vicini alle esigenze della cittadinanza. “Un rinforzo importante che ci permette di avere maggiore presenza sul territorio e di garantire più sicurezza e vicinanza ai cittadini”, ha dichiarato il sindaco Marco Schiesaro, che ha
spesi a servizio dell’ente. Nelle scorse settimane, l’Amministrazione ha salutato tre dipendenti storiche che, dopo un’intensa carriera, hanno raggiunto il traguardo della pensione. Un turnover che guarda al futuro, con uno sguardo sempre più attento e vicino alle esigenze dei cittadini. (g.t.)
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Focus PNRR/1. Il vice presidente della Provincia Daniele Canella lancia l’allarme sulle criticità
Comuni schiacciati da carenza di risorse, burocrazia e mancanza di personale tecnico
“Gli enti locali si trovano a rispondere di ritardi che non dipendono da loro, come i risvolti legali del codice degli appalti. C’è una discrepanza tra la realtà operativa e le stringenti normative imposte dall’Unione Europea”
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si avvicina alla sua scadenza naturale di giugno 2026, ma il percorso verso il traguardo resta costellato di ostacoli. A sottolinearlo è Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova, che in un’ampia riflessione analizza le criticità del sistema e le ripercussioni che queste stanno avendo sugli enti locali.
“Il Pnrr come tutti sanno dovrebbe terminare a giugno 2026 – ha ricordato Canella –. Come Provincia partecipiamo alla cabina di regia istituita in Prefettura, così come avviene in tutte le prefetture d’Italia. I problemi conclamati ormai sono sempre gli stessi, a partire dalla difficoltà di gestione delle tempistiche. C’è una discrepanza tra la realtà operativa e le stringenti normative imposte dall’Unione
Casa della
Europea”.
Secondo Canella, le amministrazioni, e in particolare i piccoli Comuni, si trovano schiacciati tra burocrazia, carenza di risorse e sovraccarico dei professionisti: “Penso solo alle difficoltà per ottenere pareri, superare vincoli, reperire risorse aggiuntive. Tutte le opere attese da anni si sono concentrate negli ultimi tre, generando un intasamento enorme per gli studi professionali. Architetti, ingegneri e tecnici impegnati in progettazione, direzione lavori, rendicontazione e collaudi sono stati saturati di impegni. Questo ha inevitabilmente generato ritardi che si sommano a quelli dovuti alla mancata programmazione nella pubblica amministrazione”.
Un altro nodo irrisolto riguarda la scarsità di personale negli enti:
“Gli uffici tecnici sono vuoti perché non si è preparato un adeguato ricambio generazionale. Negli anni della spending review sono stati tagliati molti posti nelle amministrazioni locali e oggi ne paghiamo le conseguenze. Da un lato i professionisti sono oberati, dall’altro gli enti non hanno personale sufficiente per seguire i progetti con la necessaria rapidità”.
A complicare il quadro si aggiunge la normativa sugli appalti, che rallenta la sostituzione delle aziende quando queste abbandonano i cantieri: “Abbiamo vissuto direttamente casi in cui i lavori non andavano avanti. Il codice degli appalti prevede procedure lunghe e complesse, con inevitabili risvolti legali. È una situazione paradossale, perché gli enti locali si trovano a dover rispondere di ritardi che non dipendono da loro”.
Nonostante tutto, Canella rivendica con orgoglio l’impegno del territorio: “Mi sento di dire che i tecnici, i dirigenti e i professionisti che operano negli enti sono stati quasi degli eroi. Dopo anni di
Comunità di Limena in dirittura d’arrivo, pesano le incognite su gestione e occupazione
E’ ormai in dirittura d’arrivo la Casa della Comunità di Limena in via Cabrelle, dal costo di 2,4 milioni di euro, dei quali 1,6 milioni di euro di contributo Pnrr, pagati al 50% (dato di giugno). I lavori, assicura l’Uls 6 Euganea, sono ormai alle fasi conclusive e l’apertura rispetterà il cronoprogramma previsto. Le Case di Comunità dovranno costituire un punto di riferimento continuativo per i cittadini che possono accedere gratui-
tamente alle prestazioni sanitarie erogate. Le strutture garantiscono assistenza sanitaria primaria e attività di prevenzione. Saranno presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tra cui tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali. Non mancano però le criticità: in più occasioni i sindacati
blackout delle grandi opere pubbliche hanno trovato soluzioni, lavorato giorno e notte e portato comunque a uno stato di avanzamento accettabile”.
Per la Provincia di Padova, spiega, gli impegni assunti sono stati rispettati: “Quello che competeva a noi l’abbiamo adempiuto. Se ci sono allungamenti delle scadenze, non dipendono dai nostri uffici né dalle scelte politiche locali, ma da fattori esterni che definirei ‘sistema Italia’, con regole e procedure non allineate a quelle europee”.
L’appello finale è rivolto al go-
dei medici e degli infermieri hanno espresso preoccupazione che le Case di Comunità rischino di diventare “scatole vuote” per la mancanza di personale medico e infermieristico, il rischio di una gestione inefficiente, e il possibile spostamento dell’attività medica verso studi privati, anziché diventare centri efficienti per la sanità pubblica. La vera sfida, pertanto, sarà gestire al meglio queste strutture pagati con i milioni del Pnrr. (n.s.)
verno: “Spero ci sia una presa di coscienza per distinguere le responsabilità: se un ente appaltante o realizzatore sbaglia, è giusto intervenire. Ma laddove, come nella stragrande maggioranza dei casi, gli enti hanno fatto il loro dovere, servono risorse aggiuntive per completare i lavori”. Conclude Canella: “Affronteremo i prossimi mesi con consapevolezza e responsabilità. L’obiettivo resta consegnare le opere alla collettività rispettando le tempistiche per quanto dipende da noi”.
Nicola Stievano
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Scoppia la polemica sul nuovo asilo nido, guerra di cifre fra maggioranza e minoranza
AVigodarzere si infiamma la polemica attorno al nuovo asilo nido comunale, un intervento da 1,8 milioni di euro inserito nel piano triennale delle opere pubbliche. I consiglieri del Partito Democratico Stefano Spreafichi e Paolo Vallerin contestano la versione dell’amministrazione, secondo cui il progetto sarebbe in gran parte coperto dai fondi del PNRR. “In realtà – affermano – solo il 40% delle risorse arriva da Roma, mentre più della metà sarà a carico del Comune”. Una chiave di lettura che però viene contestata dall’amministrazione comunale, che ritene scorretta la chiave di lettura adottata dalla minoranza.
Secondo l’opposizione, la spesa comunale aumenta considerevolmente tra arredi, recinzioni e opere esterne, a fronte di poco più di un milione di euro coperto dal contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al punto da portare il costo complessivo a due milioni e mezzo di euro. “Non mettiamo in dubbio l’importanza del progetto – spiegano Spreafichi e Vallerin –ma serve chiarezza sui conti. Non si può affermare di aver ottenuto il nido grazie ai fondi del Pnrr quando i numeri raccontano altro. Manca una pianificazione economica trasparente: si interviene a lavori avviati con continue variazioni di bilancio”.
Il cantiere è già operativo e dovrebbe concludersi entro il 2026, ma la contestazione riguarda soprattutto la gestione finanziaria dell’opera. Per il PD, però, il problema resta nella gestione delle risorse: “Non mettiamo in discussione l’utilità del progetto, ma la mancanza di pianificazione economica – ribadiscono i consiglieri di minoranza –. Le spese per servizi essenziali come mense e asili vanno programmate in modo organico, non con aggiustamenti a lavori avviati”. Il sindaco Aldolfo Zordan replica bollando come “sterile” la polemica sollevata dall’opposizione: “Lo stanziamento aggiuntivo di 230 mila euro serve al miglioramento della viabilità e degli spazi esterni , ovvero dall’incrocio con via Cà Pisani fino all’ingresso dell’Asilo: un’area pedonale esterna per garantire maggiore sicurezza sia in ingresso che in uscita ai bambini con i loro genitori, un nuovo marciapiede, una nuova distribuzione degli spazi a parcheggio ed il rifacimento dell’asfaltatura. Complessivamente un’area di circa 2.400,00 mq. All’interno di questa progettualità sarà
Basta un contenzioso
rivista anche parte della recinzione esistente con un miglioramento della sistemazione dell’area a verde dell’area esclusiva dell’Asilo”. Altri 80 mila euro saranno invece destinati agli arredi e alle attrezzature della cucina. “Non c’è stato nessun errore di progettazione – precisa il sindaco –. Abbiamo le risorse necessarie e la disponibilità finanziaria, è normale completare un intervento di questa portata e importanza con fondi propri. Il Comune copre solo il 34% della spesa per la costruzione vera e propria dell’asilo, mentre il 66% (e non il 40) è finanziato dal PNRR. Inoltre, l’asilo sarà inserito nel piano di zona dell’Ulss 6, il che garantirà contributi importanti per la gestione e la riduzione delle rette”.
Nicola Stievano
per bloccare tutto Zanovello: “Preoccupazione anche per i collaudi”
Il vicesindaco di Vigodarzere Roberto Zanovello, che fa parte della cabina di regia provinciale sul PNRR istituita dal Prefetto, lancia un segnale di attenzione sui tempi di rendicontazione delle opere finanziate. “Stiamo monitorando costantemente l’avanzamento dei progetti - spiega -. A Vigodarzere siamo sicuri di terminare i lavori entro metà 2026, così come nel complesso nella nostra regione la situazione non è drammatica, anche se l’imprevisto che allunga i tempi può essere sempre dietro l’angolo. Guardando dunque al quadro complessivo, in particolare fuori dal Veneto, è legittimo chiedersi se tutti riusci-
ranno a rispettare le scadenze per consegna e collaudo”.
Le principali criticità, sottolinea Zanovello, riguardano proprio la fase di rendicontazione e la rigidità delle tempistiche fissate a livello europeo. “Sono in discussione eventuali proroghe – precisa – perché basta un contenzioso con un’impresa, un’eventualità tutt’altro che remota, per bloccare i lavori e sforare i termini. I distinguo sono tanti e non sempre sono addebitabili a carenze delle amministrazioni locali”.
In provincia di Padova, 48 Comuni su 104 hanno ottenuto fondi soprattutto per progetti legati al sistema scolastico, alcuni di im-
porti piuttosto elevati. “La preoccupazione generale – aggiunge il vicesindaco – è che il termine dei collaudi, fissato tra maggio e giugno, venga rispettato. Nei nostri incontri con il Ministero abbiamo posto diverse questioni operative, soprattutto sulle modalità di rendicontazione”.
Zanovello evidenzia anche un altro problema: “Alcuni fondi PNRR non sono stati utilizzati per rinunce dei beneficiari e non sono stati riassegnati. È un tema che riguarda tutte le cabine di regia. Nonostante ciò, i Comuni che hanno mantenuto gli impegni stanno portando avanti i lavori e utilizzando le risorse assegnate”. (n.s.)
Spreafichi e Vallerin: “Non si può affermare di aver ottenuto l’asilo grazie al Pnrr perché i numeri dicono altro”. Zordan replica: “E’ normale che per una simile opera si affianchino interventi migliorativi, visto che abbiamo le risorse”
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Il nuovo nido di Vigodarzere in costruzione
Cadoneghe
Economia. L’espansione permetterà di creare fino a mille nuovi posti di lavoro
Unox City arriva in città: un cuore industriale di 130mila metri quadri
C on una cerimonia che ha coinvolto oltre mille persone tra dipendenti, clienti e istituzioni, è stato ufficialmente inaugurato Unox City, il nuovo polo industriale dell’azienda padovana Unox, leader nella produzione di forni professionali per i settori della ristorazione, del retail, della pasticceria e della panificazione. Uno spazio di 130.000 metri quadrati, realizzato nell’area industriale tra Cadoneghe e Campodarsego, destinato a diventare un nuovo modello di innovazione e sostenibilità. Con un investimento di oltre 100 milioni di euro, integra in un’unica area stabilimenti produttivi, Logistic Hub, Innovation Hub ed Experience Hub, segnando un passo fondamentale nella crescita del Gruppo.
Da oltre 35 anni, Unox mantiene tutti i processi produttivi all’interno di aziende del gruppo in provincia di Padova, dalla lavorazione della lamiera alla produzione di componenti elettronici e plastici, detergenti e teglie. Una scelta adottata fin dagli anni ’90, quando molte altre realtà optavano per la delocalizzazione, che ha permesso a Unox di investire sul territorio creando una filiera locale e integrata, in grado di far fronte alle crisi globali delle supply chain e guadagnare quote di mercato. “Unox City è il coronamento di una strategia che ci ha portato a mantenere in Italia la nostra filiera produttiva, rafforzando un sistema industriale verticalmente integrato e creando nuove opportunità di lavoro e crescita”, ha dichiarato il presidente e fondatore Enrico Franzolin.
Pur saldamente radicato nel territorio, il Gruppo guarda con ambizione oltre i confini nazionali: “Unox City rappresenta il punto di partenza per una nuova fase di internazionalizzazione” – ha spiegato Nicola Michelon, Amministratore Delegato di Unox – “abbiamo avviato la produzione nel nostro nuovo plant negli Stati Uniti, primo all’estero, tassello fondamentale di una strategia che vede l’Italia al centro della nostra rete globale”. Parte di un piano che prevede 12 impianti produttivi in Italia, il polo di Cadoneghe è pensato per ospitare fino a 1.800 occupati rispetto agli attuali 800, rafforzando il tessuto industriale e sociale dell’area. Tutte le
fasi sono state seguite dall’amministrazione comunale, che ne ha riconosciuto il valore occupazionale, infrastrutturale e ambientale. Il progetto si è intrecciato fin da subito con lo sviluppo urbano del territorio, portando alla realizzazione di opere pubbliche come la nuova rotatoria sulla SR 307, il parcheggio da 450 posti e collegamenti ciclabili.
“L’inaugurazione di Unox City è un momento straordinario per Cadoneghe: un progetto che unisce innovazione, sostenibilità e crescita occupazionale”, ha affermato il sindaco Marco Schiesaro. “È la prova di come impresa e istituzioni pos-
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sano rendere il territorio competitivo e attrattivo”, ha sottolineato Leopoldo Destro, past president di Confindustria Veneto Est e delegato per Trasporti, Logistica e Industria del turismo. Entrando dal lato nord, Unox City rivela l’Innovation Hub: 20.000 metri quadrati di laboratori e uffici dedicati a ricerca e sviluppo, dove oltre 120 addetti lavorano ogni giorno per immaginare il futuro dei forni professionali. Tecnologia e benessere camminano insieme, con spazi ergonomici e zone relax pensati per stimolare creatività e innovazione. All’ingresso sud si trova l’Experience Hub, uno spazio vivo fatto di cucine dimostrative, aree test e sale dedicate alla formazione. Qui prende forma anche Unox Casa, la divisione dedicata al mercato residenziale di lusso, con un esclusivo showroom in arrivo, dove architetti, designer e clienti potranno scoprire soluzioni esclusive per portare l’eccellenza Unox nelle cucine di alto livello. Un hub all’avanguardia, ma anche un modello di sostenibilità: il 99% del fabbisogno energetico è coperto da fonti rinnovabili, grazie a 6 MW di potenza fotovoltaica distribuita tra Cadoneghe, Vigodarzere e Rovigo. Oltre 23.000 nuove piante e sistemi di recupero delle acque meteoriche completano un progetto che coniuga innovazione e rispetto per l’ambiente. “Il Veneto si conferma una terra capace di innovare sul fronte energetico. L’impegno di Unox nella produzione da rinnovabili è un esempio concreto di transizione energetica”, ha dichiarato Roberto Marcato, Assessore allo Sviluppo Economico ed Energia della Regione Veneto. Giulia Turato
Riacceso l’autovelox di Poncia
dopo le verifiche ministeriali
L
’autovelox installato in località Poncia, a Curtarolo, è stato riattivato. Spento a marzo 2025 per una necessaria pausa di verifiche normative, la sua riaccensione si è resa indispensabile per la sicurezza stradale, soprattutto dopo i risultati allarmanti emersi dalle recenti rilevazioni, con oltre 300 superamenti di velocità in venti giorni. La riattivazione del velox segue una fase di monitoraggio che ha confermato la pericolosità del tratto stradale e il sindaco Martina Rocchio non nasconde la preoccupazione, citando dati significativi: “In soli venti giorni di verifiche – illustra il sindaco Rocchio – sono emersi oltre 300 superamenti di velocità, toccando picchi di 115 Km anche in orari diurni. Capite che la situazione è preoccupante”. Questi rilievi, effettuati dall’8 agosto senza l’emissione di sanzioni, sono serviti esclusivamente a fini statistici e di verifica, evidenziando un alto tasso continuativo di infrazioni in un tratto dove il limite è di 50 km/h, in un’area residenziale. “Qui non è questione di fare cassa – prosegue il sindaco – ma di rispettare i limiti di velocità per tutelare la vita ed evitare epiloghi drammatici. Ad evidenziare la necessità del dispositivo su un tratto di strada di 50 chilometri orari in area residenziale è la verifica
eseguita in agosto e le richieste avanzate dai residenti, che ci hanno segnalato l’elevata velocità di tanti mezzi in quel tratto di strada”. L’autovelox, che era entrato in funzione il primo febbraio 2023, era stato spento lo scorso marzo per uniformarsi alle verifiche normative richieste a livello ministeriale. Queste verifiche hanno interessato tutti i dispositivi gestiti dalla Federazione dei Comuni del Camposampierese. La riattivazione del velox di Curtarolo ha richiesto un iter separato rispetto agli altri dispositivi della Federazione, poiché dal primo agosto il Comune ha intrapreso un nuovo percorso istituzionale, costituendo assieme ai Comu-
ni di Piazzola sul Brenta e Limena il nuovo distretto di polizia locale Medio Brenta, che ha preso in carico la gestione del dispositivo e dell’intera rete di videosorveglianza territoriale. L’Amministrazione ringrazia la Federazione dei Comuni del Camposampierese per il lavoro svolto in sinergia. L’autovelox di Poncia ha una storia che risale al luglio 2021, quando fu installato per la prima volta. Inizialmente, il dispositivo richiedeva la presenza della Polizia Locale per il rilevamento delle infrazioni, ma successivamente, in seguito a un decreto prefettizio, è stato collocato in maniera permanente.
Cristina Salvato
Doposcuola e scuole rinnovate per attrarre nuove coppie
A Curtarolo la parola d’ordine è famiglia, un focus che sta dando risultati concreti nell’attrarre nuovi nuclei. Nonostante il sindaco Martina Rocchio riconosca il generale calo demografico che tocca la comunità di circa 7.200 abitanti, i dati sui servizi scolastici indicano una tendenza positiva: il costante aumento di iscrizioni e l’arrivo di nuove coppie che scelgono Curtarolo per vivere. Tra gli interventi di punta spicca l’istituzione del bonus economico che sostiene le spese delle famiglie residenti con bambini tra 0 e 3 anni che utilizzano i servizi: un aiuto che ha raggiunto oltre 50 domande lo scorso anno scolastico. A supporto dell’educazione è stato introdotto il doposcuola a Santa Maria di Non, un servizio di aiuto compiti con una quarantina di adesioni immediate. Importanti risorse sono state destinate anche alla riqualificazione delle strutture esistenti. Grazie a un incentivo a fondo perduto di quasi 524 mila euro dal Gse (Gestore dei servizi energetici), sono stati messi a nuovo i tetti delle scuole primarie (Anna Frank e Cappellari compresa la palestra). I lavori estivi di efficientamento energetico garantiranno strutture sicure, riducendo le bollette e risolvendo i problemi di infiltrazioni. L’amministrazione si è concentrata anche sulla fascia degli adolescenti e sui loro genitori. Iniziative come “Genitorialità 2.0” e “Adolescenza ferita: ritrovarsi”, una serie di incontri formativi, hanno offerto strumenti per affrontare le sfide educative moderne. L’obiettivo è duplice: sostenere i genitori nella loro sfida educativa e dire ai ragazzi che non sono soli. (CRI.S.)
Elezioni Regione Veneto 23-24 novembre 2025
, una padovana che ha scelto di impegnarsi per la propria terra. di Villanova di Camposampiero ho imparato che il cambiamento nasce dall’ascolto. nel settore dell’arredamento, che il futuro si costruisce con visione e concretezza. Oggi mi candido per portare Padova al Centro del Veneto: più forte, più protagonista e più unita.
Sportello antiviolenza. Il servizio offre ascolto, sostegno psicologico e consulenza legale
Firmato l’accordo tra il Comune e il Centro Veneto Progetti Donna
Il Comune di Limena, l’Associazione Centro Veneto
Progetti Donna e la Cooperativa Rel.Azioni Positive rafforzano la loro collaborazione nell’ambito delle attività a favore di donne e minori in situazioni di violenza e maltrattamento
Adonna sappia di non essere sola e che nel nostro territorio esistono risorse e persone pronte ad accoglierla e a camminare al suo fianco verso un futuro libero da paura e sopraffazione”.
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pre a Limena lo sportello antiviolenza, riconosciuto dalla Regione del Veneto, un servizio gratuito, attivo tutti i mercoledì dalle ore 14.00 alle 16.00, che fornisce informazioni, ascolto e sostegno alle donne italiane e straniere, anche in presenza di minori, che vivono situazioni di violenza e disagio personale e familiare. “È una iniziativa assolutamente fondamentale – sottolinea il sindaco Stefano Tonazzo – nel proseguo del nostro impegno quotidiano nel contrasto alla violenza alle donne”.
Le operatrici dello sportello, professioniste esperte sul tema della violenza contro le donne, forniranno informazioni, accoglienza, supporto psicologico, consulenza legale e accompagnamento ai servizi del territorio alle donne che vi si rivolgono nel totale rispetto della loro privacy e delle loro scelte, in un percorso di autonomia che possa facilitare la fuoriuscita dalla violenza.
La collaborazione tra il Centro Veneto Progetti Donna e l’Amministrazione di Limena era già stata formalizzata nel 2020 attraverso una Convenzione finalizzata a promuovere azioni di prevenzione e contrasto della violenza e del maltrattamento intrafamiliare e di supporto a favore di donne e minori che chiedono aiuto.
Ad agosto 2025 è stato firmato un Accordo Integrativo alla Convenzione, che prevede l’apertura di uno sportello antiviolenza nel territorio del Comune di Limena.
“Con l’apertura dello sportello antiviolenza a Limena – afferma il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Cristina Turetta – l’amministrazione comunale ribadisce la volontà di tenere sempre alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne. È nostro dovere garantire un punto di riferimento sicuro e qualificato per chi vive situazioni di difficoltà, offrendo ascolto, sostegno e accompagnamento in un percorso di uscita dalla violenza. Vogliamo che ogni
“Lo sportello di Limena – sottolinea Mariangela Zanni, presidente del Centro Veneto Progetti Donna – rappresenta la concretizzazione di una collaborazione pluriennale con l’amministrazione comunale, in particolare con l’assessore Turetta, che ha sempre promosso la conoscenza del Centro antiviolenza e la diffusione di una cultura del rispetto e della parità di genere all’interno del territorio attraverso diverse iniziative di sensibilizzazione e formazione. Questa presenza costante e attiva è fondamentale per restituire a tutte le donne un territorio un senso di fiducia nel momento in cui sentano di chiedere aiuto”.
“Lo sportello antiviolenza di
Limena – ricorda Eleonora Lozzi, presidente della Cooperativa Rel. Azioni Positive – così come tutti i nostri sportelli sul territorio provinciale sono luoghi dove le donne che si trovano in difficoltà a causa della situazione di violenza che hanno vissuto o stanno vivendo possono trovare ascolto e supporto. Operatrici esperte e formate sono lì per accogliere i loro dubbi e le loro necessità, nel totale rispetto della loro privacy, mettendo sempre al centro i bisogni e i vissuti che le donne portano. Il percorso di fuoriuscita dalla violenza viene definito insieme e sono le donne a decidere quali passi intraprendere e quali no, nel pieno rispetto della loro autodeterminazione”. Per ulteriori informazioni o per richiedere un appuntamento è possibile chiamare il numero verde gratuito 800814681.
Fanny Xhajanka
Cresce il polmone verde grazie ad un progetto regionale
La Regione Veneto, nell’ambito del progetto “Interventi selvicolturali finalizzati alla compensazione della riduzione di superficie boscata”, redatto dall’Unità Organizzativa Servizi Forestali, ha inserito anche Limena tra i Comuni che beneficeranno dell’espansione di alcune aree dedicate alle piantumazioni di alberi, opera che verrà realizzata nella prossima stagione invernale e in quella primaverile. “Siamo orgogliosi di poter ospitare nel nostro territorio diverse zone adibite a bosco – afferma il consigliere incaricato all’ambiente Lorenza Sartori – perché crediamo che piantare
alberi sia la soluzione più naturale e benefica per contrastare la lotta al cambiamento climatico e per restituire alla natura un po’ di quel che le abbiamo tolto. L’area coinvolta dall’ampliamento, grazie allo stanziamento regionale, è situata tra via Magarotto e via Breda, era un campo agricolo situato tra la zona industriale, il Brenta e il Canale Brentella con una superficie totale di quasi 4 ha. L’area è molto interessante perché rappresenta una zona cuscinetto tra la zona industriale di Limena e le abitazioni con un corridoio importante di continuità con un’altra superficie semi-boscata di un
quartiere green nelle vicinanze. Lo scopo specifico del bosco è di tipo naturalistico, piantumato durante tre eventi successivi tra il 2020 e il 2024 con specie autoctone, tipiche della pianura. Verrà così rinfoltito il bosco di Limena con alberi disposti a linee sinuose e ripristinato uno stagno con una sponda digradante per promuovere la presenza di specie vegetali e faunistiche acquatiche. Su un’altra porzione di bosco verranno piantumate specie mediterranee come leccio, carpino nero, roverella, frassino ossifillo, a linee dritte e verrà rimboschita una nuova area di 3.300 mq”. (f.x.)
Limena - Vigodarzere
Inaugurato l’ampliamento della comunità alloggio Don Franco Tescari
Un nuovo, significativo traguardo per la solidarietà e l’inclusione è stato tagliato a Vigodarzere: qualche settimana fa sono stati inaugurati la ristrutturazione e l’ampliamento della comunità alloggio “Don Franco Tescari” gestita dalla Fondazione Irpea. L’intervento, avviato nel corso del 2024, ha permesso a Casa Tescari di rinnovarsi e di incrementare la sua capacità ricettiva, arrivando ad accogliere fino a dieci persone con disabilità, che ci vivono in autonomia insieme ad alcuni operatori che ne coordinano le attività quotidiane. L’obiettivo primario è stato garantire maggiore benessere, comfort, accessibilità e sicurezza sia agli ospiti che agli operatori, ai familiari e ai numerosi volontari. La storia della comunità alloggio affonda le radici in un impegno ventennale della comunità di Vigodarzere. Nata nel Giubileo del 2000 per volontà dell’allora parroco don Franco Tescari, nel 2004 Casa Tescari (a lui intitolata) fu ceduta in usufrutto a Fondazione Irpea per creare un contesto domestico pro-
tetto per l’autonomia abitativa. Dal 2017 è diventata uno dei primi esempi nel Veneto di comunità residenziale per persone con disabilità. L’intervento di ristrutturazione ha rappresentato un salto di qualità. È stata ricostruita la parte ad uso magazzino e realizzata una nuova porzione di fabbricato. Al piano terra sono stati ricavati una cucina/ dispensa e uno spogliatoio per il personale. Al primo piano, invece, sono stati aggiunti un disimpegno, una camera doppia con bagno e un bagno assistito.
Grazie alla piattaforma elevatrice già installata, l’intera comunità alloggio è pienamente accessibile a persone con ridotta capacità motoria. Sono state migliorate in modo significativo le condizioni di sicurezza degli impianti, di igiene, l’efficienza energetica dell’edificio e, di primaria importanza, la sicurezza statica e sismica. L’opera ha beneficiato del contributo della Regione Veneto. Attorno a Casa Tescari gravità una vera e propria “grande famiglia allargata”: oltre ai residenti, la comunità è supportata
quotidianamente da dieci operatori, un’educatrice e numerosi volontari.
Fondazione Irpea, presieduta da Margherita Miotto, ha espresso la propria profonda gratitudine a tutte le autorità, le istituzioni e la comunità che hanno partecipato all’evento, tra cui il vescovo monsignor Claudio Cipolla e il sindaco di Vigodarzere Adolfo Zordan. Un doveroso riconoscimento è andato anche a tutti i professionisti e le aziende che hanno curato l’opera, agli operatori, ai volontari e agli ospiti della comunità, che con pazienza e collaborazione hanno reso possibile il completamento dell’opera senza interruzioni del servizio. Cristina Salvato
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Limena, al via ad ottobre il progetto
“La Salute è di Casa”
Riparte ad ottobre l’iniziativa “La Salute è di Casa” per la terza età promossa dal Comitato Uisp Padova per contrastare l’isolamento e la sedentarietà dopo il Covid-19, attraverso esercizi motori di gruppo e momenti di comunità, nei quartieri Del Medico e Arcobaleno. Il progetto, nato grazie al finanziamento del 2020 del bando della Regione del Veneto con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, prosegue grazie a risorse Uisp in co-partecipazione con l’amministrazione comunale di Limena.
“Anche quest’anno – afferma il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Cristina Turetta – grazie al sostegno dell’amministrazione comunale e alla grande partecipazione dei cittadini nei quartieri Del Medico e Arcobaleno, riparte il progetto “La Salute è di Casa”. È un’iniziativa a cui tengo molto perché mette in primo piano l’importanza della socialità e del benessere, creando amicizie, momenti di condivisione e sorrisi. Grazie di cuore ai cittadini che continuano a partecipare con entusiasmo, all’insegnante Alessandra Moreschi per la passione e la dedizione, alla presidente del Comitato Uisp Padova Monica Fiorese, che con visione e determinazione lo ha reso possibile”. “Importantissima è la collaborazione con l’amministrazione comunale – spiega la presidente del Comitato Uisp Padova Monica Fiorese – che ha creduto nel progetto e che ha contribuito alla messa in rete delle risorse. Grazie all’assessore ai servizi sociali di Limena Cristina Turetta che ha deciso di dare continuità all’esperienza con Uisp Padova, sostenendo la promozione della salute e valorizzando gli spazi di prossimità, quali presidi di incontro e confronto. Uisp Padova intende promuovere anche alcune uscite giornaliere ed ha in previsione per la prossima estate un soggiorno di una settimana con un ricco programma di attività volto a valorizzare differenti esperienze motorie, tra camminate in montagna, attività nei parchi e in piscina”. (f.x.)
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Vigodarzere
Commovente la cerimonia che ha ripercorso quattro decadi di
La Pro Loco compie quarant’anni
Grazie al suo supporto sono state recuperate tradizioni e informazioni storiche dimenticate
L a Pro Loco di Vigodarzere ha festeggiato il significativo traguardo dei quarant’anni di attività: un’occasione per onorare l’impegno costante nella promozione della cultura e delle tradizioni locali. Domenica 21 settembre la cerimonia ha preso il via con l’alzabandiera presso la suggestiva cornice di villa Zusto, seguita dai saluti delle autorità presenti. Il presidente in carica, Ivano Ranzato, visibilmente emozionato, ha espresso la sua profonda gratitudine a tutti i soci e ai volontari che, in quattro decenni, hanno dedicato tempo ed energie alla comunità. Ranzato è una figura chiave, essendo stato anche premiato a sorpresa dai volontari con una targa come “anima della Pro Loco” e per aver contribuito a fondarla.
L’evento centrale della celebrazione è stata la proiezione del filmato “Vigodarzere oggi”: questo documentario ha ripercorso la storia dell’associazione e ha messo in luce il ricco patrimonio architettonico del paese, tra cui la certosa, il campanile, noto per essere uno dei più alti del Veneto, villa Mussato e villa Gomiero, le cui porte sono state eccezionalmente aperte ai visitatori per ammirarne le bellezze storiche.
A destare particolare interesse è stata la mostra curata dall’architetto Eleonora Frison, che ha svelato un aspetto poco noto della storia industriale locale. Attraverso foto inedite, la mostra ha raccontato la storia della Cines, un’antica fabbrica di pellicole cinematografiche ormai demolita. Questa fabbrica impiegava centinaia di operai e vendeva i suoi prodotti in tutta Europa. Il lungo capannone della Cines sorgeva nell’area che in seguito ospitò il deposito dell’Aeronautica, oggi un’area di proprietà comunale.
Nel corso della celebrazione, sono state consegnate delle targhe ricordo in segno di ringraziamento: un riconoscimento speciale è stato riservato agli ex presidenti dell’associazione. Un momento commovente è stato dedicato alla figura di Silvano Noventa, che ha guidato la Pro Loco per vent’anni, fino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel gennaio dell’anno scorso.
Il segretario Eligio Facchin ha ripercorso questi primi quarant’anni di storia della Pro Loco, ricordando che il primo presidente fu Flavio Bertoncin e che l’associazione conta mediamente circa sessanta soci. Tra le attività e le iniziative storiche e recuperate dalla Pro Loco si annoverano il Carnevale, che da tempo non veniva più organizzato, la Festa della Befana e la collaborazione con la parrocchia per l’organizzazione della Festa di San Martino. L’associazione ha organizzato per molti anni il Concorso Ippico Na-
zionale.
Infine, la Pro Loco collabora attivamente con l’amministrazione comunale nell’organizzazione di eventi e nell’apertura e chiusura
dei parchi pubblici, dimostrando un ruolo di supporto fondamentale per la vita sociale e civica di Vigodarzere.
Cristina Salvato
La biblioteca e la comunità fanno rete per la lettura
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È sempre dalla vostra parte e con il Sistema Servizi Cgil vi aiuta a risolvere i vostri problemi
Lega Piazzolese via della Roggia, 5/1 | 35016 Piazzola sul Brenta (PD) spi.piazzola@cgilpadova.it
Ascoltaci in tutto il Veneto
Lega Vigonza via S.Antonio, 67 | 35010 Vigonza spi.vigonza@cgilpadova.it
spi.camposampiero@cgilpadova.it
Lega Padova Nord (Limena, Vigodarzere) via Beato Arnaldo, 26 | 35010 Limena (PD) spi.limena@cgilpadova.it
A Vigodarzere si legge, e sempre di più. In biblioteca, a scuola, nei parchi, nelle case. Un fermento culturale che ha portato il Comune a ottenere il prestigioso riconoscimento di Città che legge, conferito dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci). Un titolo che premia l’impegno costante delle amministrazioni nella promozione di politiche pubbliche volte a incentivare la lettura. A rendere possibile questo importante traguardo è stata la sottoscrizione del Patto locale per la lettura, firmato dal Comune di Vigodarzere insieme all’Istituto Comprensivo, alle scuole dell’infanzia di Terraglione e Saletto e alla cartolibreria Fragole. Hanno aderito anche la Pro Loco, le associazioni
Fidas e TocToc
Famiglia APS, la cartolibreria
Leggermente e la Parrocchia di San Martino. Un’alleanza che favorisce una rete stabile tra enti pubblici, scuole e realtà del territorio per realizzare attività condivise. L’obiettivo? Rendere la lettura un’abitudine sociale diffusa, riconoscendola come un diritto fondamentale. Il Patto è aperto a nuove adesioni: chi fosse interessato può rivolgersi all’Ufficio Cultura del Comune. Cresce anche la biblioteca, con nuovi arredi e un’ampia offerta di volumi per bambini e ragazzi, tra fumetti, manga e libri ad alta leggibilità, per favorire l’accesso alla lettura e promuovere l’inclusione. Parallelamente, un fitto calendario di eventi – tra letture animate, incontri con autori, musica e teatro –arricchisce la proposta culturale, rendendo la biblioteca un luogo vivo e aperto alla comunità. I numeri parlano chiaro: negli ultimi tre anni gli iscritti sono aumentati del 21% e i prestiti del 30%. Progettualità, inclusione e valorizzazione della cultura sono i pilastri che guidano questo percorso, che sta dando frutti sempre più significativi. Un cammino che il Comune intende proseguire, insieme alla comunità. (g.t.)
e simboli delle eretiche del sapere: mostra evento
Le nove sezioni espositive sono concepite come dei portali iniziatici, attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso cheaffonda le proprie origini nei culti antichi
F
igure contrastate, percepite in modo diverso a seconda delle epoche, misteriose e paurose, le streghe sono le protagoniste della mostra-evento “Stregonerie. Iconografia, riti e simboli delle eretiche del sapere”.
La mostra, allestita alla Cattedrale ex Macello dal 24 ottobre al primo febbraio, è pensata per gettare una nuova luce su una figura spesso trattata in modo caricaturale e stereotipato, ma che può invece essere a diritto considerata come un simbolo contemporaneo di sapere, resistenza e rinascita.
Reduce del successo ottenuto nelle tappe di Monza e Bologna, la mostra organizzata da Vertigo Syndrome arriva a Padova con una curatela rinnovata sot-
to la guida dello storico dell’arte, scrittore e criminologo Andrea Pellegrino. Il risultato è un percorso espositivo ripensato nel concept che diventa una vera e propria esperienza immersiva e trasformativa.
Le nove sezioni espositive in cui si sviluppa il percorso sono concepite come dei portali iniziatici, passando attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso che parte dalle radici del mito, che affonda le proprie origini nei culti antichi, permettendoci di conoscere le prime narrazioni dalle quali ha avuto origine l’archetipo della strega. La seconda sezione è invece dedicata al corpo, elemento
che non si lascia normare ma che si muove piuttosto nel terreno del desiderio e della ribellione. Una dimensione diversa è quella cui si accede attraverso il terzo “portale”: la dimensione dell’oblio, in cui i saperi popolari, dalla medicina naturale alle pratiche magiche, assumono una propria dignità culturale. Proseguendo in questo viaggio si giunge alla sala del marchio, in cui si può approfondire come l’immagine demoniaca della strega sia stata costruita da precise dinamiche storiche e iconografiche, soffermandosi in particolare sulle miniature medievali e sulla propaganda inquisitoria. Interessante è vedere poi come la figura della strega si sia evoluta nel corso dell’Ottocento, epoca in cui guadagna una nuova considerazione sociale, e nell’epoca presente, in cui attraverso l’arte contemporanea la strega passa da creatura marginale a vero e proprio simbolo di autonomia, rinascita e potere culturale. Il percorso espositivo com-
prende incisioni, testi esoterici risalenti al Cinquecento e talismani di diverse epoche ed è arricchito da esperienze immersivi particolarmente suggestive. La prima permette al visitatore di vivere un processo per stregoneria avvento nel 1539, sedendo al banco degli imputati e empatizzando con la strega, conti-
Vigodarzere, al via la Rassegna Autunnale tra cultura, memoria e spettacolo
Si alza il sipario sulla Rassegna Autunnale 2025 promossa dal Comune di Vigodarzere, che accompagnerà la cittadinanza con cinque appuntamenti gratuiti tra novembre e dicembre, in un programma che intreccia riflessione, spettacolo e divertimento per tutte le età. Due serate intense apriranno novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Venerdì 14 novembre alle 20.45, a Villa Zusto, andrà in scena La forza di una donna, omaggio alla voce potente e alla storia tormentata di Mia Martini. Musica e racconti si alterneranno per raccontare il talento e le ferite di un’artista indimenti-
cabile. Nell’occasione saranno distribuite le candele dell’iniziativa Accendi il Cuore, da accendere simbolicamente il 25 novembre, con l’invito a condividere una foto sui social per dire “Basta alla violenza sulle donne!”. La riflessione prosegue con il secondo appuntamento, dedicato alle vittime di femminicidio e al dolore di chi resta. Venerdì 29 novembre, sempre a Villa Zusto, Vigodarzere sarà il primo Comune della provincia a ospitare la scrittrice Irene Vella, che presenterà il libro Era mia figlia, che raccoglie le voci dei familiari delle vittime, restituendo loro la dignità della memoria. A dicembre il tono si fa più leggero con tre ap-
nuamente pungolata da accuse e torture. La seconda, che conclude la mostra, si basa su un podio centrale su sui campeggia il Libro delle Ombre, normalmente usato dalle streghe ma che per l’occasione viene messo a disposizione dei visitatori per condividere pensieri e incantesimi personali. Francesca Tessarollo
puntamenti teatrali al Palacertosa, che porteranno allegria e spensieratezza nel periodo natalizio. Ad aprire le danze, giovedì 5 dicembre alle 20.45, sarà La scuola dei mariti e delle mogli di Theama Teatro, commedia brillante vincitrice del premio Arteven “Pierluca Donin”. Alla stessa ora, giovedì 19 dicembre, andrà in scena Truffe, Sbuffi e Baruffe della compagnia Teste Toste APS. Gran finale lunedì 30 dicembre alle 16.30 con La Scuola di Magia del Teatro Febo, spettacolo pensato per i più piccoli, tra magie buffe e tanto divertimento. Tutti gli eventi sono a ingresso libero, con prenotazione consigliata.(g.t.)
Elisa Seitzinger, Superego, arazzo
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Silvia Fattore: “Il Veneto deve tornare a correre Basta inerzia, servono investimenti e coraggio”
Già sindaco di Villanova di Camposampiero e manager d’azienda, Fattore lancia un appello per un Veneto più competitivo e innovativo.
“Fermiamo l’emigrazione dei giovani e investiamo su infrastrutture e servizi per gli anziani: così si costruisce il futuro”
“D a sindaco e da imprenditrice ho sperimentato in questi anni di impegno politico e aziendale quanto le scelte della Regione impattino sulla competitività dei territori e la qualità di vita delle famiglie. I ritardi accumulati ad esempio sui collegamenti ferroviari, le mancate infrastrutture viarie pesano sui cittadini veneti, a tutto danno della competitività del territorio. Ci siamo raccontati negli ultimi vent’anni che eravamo eccellenti senza renderci conto che il Veneto è andato avanti più per inerzia che per capacità di innovare e competere. Occorre rimettere il piede sull’acceleratore”. Lo dice con alle spalle l’impegno di sindaco di Villanova di Camposampiero e nel presente la responsabilità
di manager in azienda Silvia Fattore, 52 anni, candidata di punta della lista Uniti per Manildo per Padova e Provincia.
Silvia Fattore nella scorsa tornata elettorale delle Europee ha raccolto il consenso di 2.550 preferenze. “Farò appello ai padovani che hanno voglia di più concretezza che chiacchiere, facendo appello alle migliori energie di questa regione che troppo spesso si è illusa che piccolo fosse sempre bello e che si potesse affrontare le sfide di questo secolo con le metriche del ‘900”.
Antidoto ad una certa nostalgia del passato secondo Silvia Fattore può essere lavorare per far emergere i giovani laureati e diplomati che troppo spesso sono quasi costretti ad emigrare verso Milano,
quando va bene se non all’estero. “Una delle mie battaglie sarà quella di fermare l’emigrazionespiega Silvia Fattore - in ogni famiglia veneta c’è un figlio o un nipote che deve trasferirsi a centinaia
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di chilometri dalla città che lo ha visto crescere, diplomarsi e laurearsi. Un’emorragia di competenze che non possiamo più permetterci. Il primo atto che depositerò in Consiglio regionale sarà quello di
indirizzo verso il Governo veneto e nazionale perchè si investa sul futuro qui e adesso dei nostri ventenni. Così si ferma il declino e si garantisce prosperità al Veneto anche in questi decenni difficili e di grandi cambiamenti”.
Contemporaneamente occorre ripensare alle politiche per gli anziani, con un occhio di riguardo ai non autosufficienti.
“Da sindaco ho vissuto sulla mia pelle quanto le amministrazioni e le associazioni di volontari facciano i salti mortali per stare vicini alla parte più fragile della nostra società - spiega l’ex sindaco di Villanova di Camposampiero - mi batterò con tutte le mie forze perchè alla generazione che nel dopoguerra ha fatto di nuovo grande questa terra venga riservata in ogni fase dell’invecchiamento l’attenzione e la cura che meritano i nostri genitori e nonni: nessuno deve rimanere indietro e tutti meritano di rimanere il più a lungo possibile a casa propria con servizi domiciliari personalizzati”.
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Silvia Fattore
Educazione e inclusione. Il progetto sostenuto da Fondazione Cariparo
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Benvenido: una scintilla che apre le porte del nido a tutte le famiglie
Grazie al sostegno di Fondazione Cariparo e dell’impresa sociale “Con i bambini”, 150 posti gratuiti in 20 scuole dell’infanzia di Padova e Rovigo per combattere la povertà educativa e promuovere un’educazione davvero accessibile
C’dagogista, educatore e operatore sociale. I tutor hanno accompagnato le famiglie pas-
catrici ed educatori, coordinata dal Diparti-
La raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo – partner dell’iniziativa – ha raggiunto l’obiettivo di 100.000 euro, poi raddoppiati dalla Fondazione Cariparo. Le risorse sono tornate ai nidi e alle famiglie, generando nuove opportunità educative e nuovi posti per i
go. Si chiama rimentale da 3 milioni di euro nato dalla collaborazione tra Fondazione Cariparo e l’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha aperto le porte di 20 scuole dell’infanzia con nido integrato, offrendo 150 posti gratuiti ai bambini dai 12 mesi appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro. Un’iniziativa semplice e rivoluzionaria insieme, che traduce in azione concreta la missione di Fondazione Cariparo: rendere l’educazione un diritto davvero universale, partendo proprio dai primi anni di vita. «L’obiettivo – spiega Alice Bruni, project manager del progetto – era ampliare l’accesso ai nidi anche per chi, pur non vivendo in condizioni di povertà estrema, incontra ostacoli economici, sociali o culturali. Volevamo offrire un’opportunità reale a chi altrimenti avrebbe rinunciato».
Il progetto, avviato nel 2022 e appena concluso, ha messo al centro il benessere del bambino e il sostegno alla famiglia. Accanto al contributo economico, è stata introdotta una figura innovativa, il tutor, a metà tra pe-
tà, enti sociali e famiglie, in un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria comunità educante. Ma la visione della Fondazione è andata oltre la durata del progetto: accanto agli interventi diretti, è stato promosso un percorso di crowdfunding e marketing sociale. In due anni sono stati organizzati circa 50 eventi locali nei territori di Padova e Rovigo per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dei
zo Settore e il Governo. Per attuare i programmi del Fondo, nel 2016 è stata creata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud, che ha trovato un partner determinante in Fondazione Cariparo. Insieme hanno tradotto in azioni concrete un principio chiaro: la crescita dei più piccoli è la base di una comunità più equa.
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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza
In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così
I candidati/1. Centrosinistra compatto
dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,
Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto
Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.
“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.
Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione
passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.
L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.
ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.
I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani
Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.
“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.
Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.
Alberto Stefani
Giovanni Manildo
I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia
Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”
F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.
I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come
la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.
“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro
la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-
si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,
senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.
I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione
Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo
La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente
autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.
Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure
domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri
pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-
vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.
Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano
Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”
Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”
“N
oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.
“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il
metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila
euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.
Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.
“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-
stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.
Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.
L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani
Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto
Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”
Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.
Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-
atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.
“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.
“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-
ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.
Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-
pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.
Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-
to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.
Madeleine Palpella
Simone Contro, referente M5S in Veneto
L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi
L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità
Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”
L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale
Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?
L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,
dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.
A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?
Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.
Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.
Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.
Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.
Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?
La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.
Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?
Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,
ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?
Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-
portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.
In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?
La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.
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Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide
L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre 300 negozi in franchising sui territori
Con l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali
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forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali.
Vene t o 2
gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-
commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto
in Austria, casa madre di Despar
entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:
di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.
Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?
Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.
Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?
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Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini
Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e
confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.
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Cardiologia di Padova: prima in Italia nei Best Italian Hospitals Awards 2025
La Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova si conferma al vertice dell’eccellenza sanitaria italiana, conquistando il primo posto nella classifica dei Best Italian Hospitals Awards 2025 tra le strutture non IRCCS e al secondo posto assoluto nella classifica generale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la qualità delle cure offerte ma anche la capacità di coniugare assistenza, ricerca e formazione.
A guidare questo reparto d’eccellenza è il professor Domenico Corrado, che con la sua equipe ha saputo portare l’ospedale padovano a superare oltre 1.300 centri cardiologici in tutta Italia. Seguono nella graduatoria il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino.
La valutazione, curata da NExT Health, si basa su un sistema multiparametrico che integra dati clinici, attività scientifica, formazione, reputazione e
feedback degli operatori sanitari, utilizzando fonti ufficiali come il Ministero della Salute, PubMed e Agenas. Il risultato ottenuto rappresenta una testimonianza della solidità e dell’innovazione del sistema sanitario pubblico veneto. La Cardiologia di Padova è considerata un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, frutto di un impegno quotidiano e di un lavoro di squadra straordinario. Un ringraziamento va al professor Corrado, al personale medico e infermieristico e alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che guidano questa realtà con professionalità e visione.
l riconoscimento sottolinea la qualità delle prestazioni assistenziali, l’intensa attività scientifica e formativa, elementi che fanno della Cardiologia padovana un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale delle malattie cardiovascolari.
Padova: al via la campagna vaccinale contro la bronchiolite nei neonati
È partita nei giorni scorsi la campagna di prevenzione contro la bronchiolite nei neonati nei tre punti nascita dell’Ulss 6 Euganea: Cittadella, Camposampiero e Schiavonia. Ai primi piccoli pazienti della stagione 2025/2026 è stato somministrato l’anticorpo che, dopo anni di studi, si è rivelato capace di ridurre fino al 90% i ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale (VRS). Si tratta di un’infezione che colpisce soprattutto nei mesi freddi, da ottobre ad aprile, e che nei bambini molto piccoli può trasformarsi in polmonite o bronchiolite, con sintomi che partono da raffreddore e tosse e possono evolvere in difficoltà respiratorie. Nel Veneto, lo scorso inverno, oltre 28 mila neonati e lattanti sono stati protetti grazie a questo trattamento, con risultati definiti “storici” dagli specialisti: nell’Ulss 6 i ricoveri per bronchiolite sotto l’anno di vita sono calati del 65%. La campagna proseguirà nei prossimi mesi: l’anticorpo viene somministrato sia ai neonati che affrontano la prima stagione fredda, direttamente nei reparti di maternità, sia ai bambini nati in primavera ed estate, tramite i pediatri di base. L’obiettivo, spiegano dall’azienda sanitaria, è quello di estendere la protezione a tutti i nuovi nati, riducendo così la pressione sugli ospedali e soprattutto i rischi per i più piccoli.
Inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico di Padova, intitolata al Professor Rea
Da poco è stata inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, intitolata alla memoria del Professor Federico Rea, storica figura della chirurgia toracica e dei trapianti, noto per il suo impegno anche nella cura delle neoplasie polmonari. La cerimonia ha avuto un doppio momento simbolico: il taglio del nastro del reparto e la scopertura della targa commemorativa in ricordo del medico,
scomparso lo scorso luglio.
Presenti all’inaugurazione l’Assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova Giuseppe Dal Ben, e altre autorità, tra cui il Direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione Paolo Navalesi e la Magnifica Rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli.
Il nuovo reparto, di oltre 1.000 mq, è dotato di 11 posti letto, con strumentazioni all’avanguardia per la gestione di pazienti con insufficienza respiratoria, cardiorespiratoria, dialisi per insufficienza renale acuta e politraumi. Il progetto, che ha visto un investimento di 4,9 milioni di euro, si inserisce in un piano di potenziamento delle strutture sanitarie venete, mirato a rispondere alle sfide della sanità post-Covid.
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Oculistica. L’equipe
diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice raggiunge un traguardo di rilievo
Impiantata a Schiavonia la prima lente telescopica intraoculare del Veneto
Un passo importante per l’oculistica veneta arriva dagli Ospedali Riuniti Padova Sud, dove è stato impiantato per la prima volta nel Veneto un dispositivo telescopico intraoculare su un paziente con grave maculopatia degenerativa. L’intervento, eseguito dall’équipe dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice, segna un traguardo di rilievo nell’offerta di cure avanzate per le persone con disturbi visivi invalidanti.
La lente telescopica SING IMT™ (Implantable Miniature Telescope) funziona come un minuscolo sistema ottico impiantato all’interno dell’occhio. Attraverso un meccanismo di ingrandimento, consente di spostare le immagini su porzioni di retina ancora sane, migliorando la visione centrale e restituendo al paziente la possibilità di leggere, guardare la televisione o riconoscere i volti dei propri cari. “Si tratta di un dispositivo rivoluzionario, sia dal punto di vista fisico che tecnologico – spiega il dottor Lo Giudice –. In pratica è come avere un piccolo cannocchiale dentro l’occhio. Permette di sfruttare le aree retiniche non danneggiate, offrendo ai pazienti una chance concreta di recupero visivo”.
Non tutti però possono sottoporsi a
questo tipo di impianto. “È necessario un percorso di valutazione e di allenamento preliminare – aggiunge Lo Giudice – per verificare che il paziente riesca a utilizzare efficacemente la lente e che questa apporti un reale beneficio senza compromettere l’occhio”. Dopo l’intervento, il paziente segue un programma di riabilitazione visiva presso il centro regionale di Ipovisione, mirato a imparare a sfruttare al meglio il nuovo schema ottico. Un secondo intervento analogo è già in programma.
La maculopatia degenerativa è una delle principali cause di perdita della vista negli anziani: in Italia colpisce circa un milione di persone, e in Veneto si stima che siano decine di migliaia i cittadini affetti da forme più o meno gravi. Fino a oggi le terapie si concentravano su farmaci e programmi riabilitativi capaci di rallentare il decorso, ma raramente in grado di restituire una visione utile. L’innovazione introdotta a Schiavonia testimonia anche la capacità della sanità veneta di restare al passo con le tecnologie più avanzate. “Credo che il Veneto non abbia nulla da invidiare nemmeno a molti Paesi esteri – sottolinea il direttore –. La qualità della gestione dei pazienti, unita alla possibilità di accedere a tecnologie d’avanguardia, pone la nostra sanità tra le migliori in assoluto”.
Durante l’intervista a Radio Veneto24, Lo Giudice ha anche parlato dei problemi legati alla vista nell’era digitale. “L’uso prolungato di smartphone e computer può provocare secchezza oculare e affaticamento visivo. Consiglio sempre ai pazienti la regola del 20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, fare al-
meno 20 secondi di pausa per rilassare l’occhio”.
Infine, un messaggio di prevenzione: “Mai sottovalutare i segnali di allarme, come l’offuscamento della vista o le linee che appaiono ondulate su una pagina – ricorda Lo Giudice –. Basta una semplice prova: chiudere un occhio e verificare se le righe restano dritte. Se
non lo sono, è bene rivolgersi subito a uno specialista”. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud confermano così la loro vocazione all’innovazione in campo oftalmologico, offrendo ai cittadini veneti la possibilità di migliorare autonomia e qualità della vita grazie a tecnologie finora riservate a pochi centri internazionali.
Il Dottor Lo Giudice
Ingresso piscine termali, Spa e area termale
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