Veneto, cambio al vertice, Benazzi nuovo Commissario
Fabrizio Boron:
“Svolta storica, daremo un solido futuro al Veneto”
IE’ quasi certo, al voto il 23 novembre
l tempo scorre e di convocazione di elezioni regionali non si vede neppure l’ombra. Tutto ormai lascia presagire che la consultazione che chiamerà al voto i veneti per eleggere il nuovo consiglio regionale e soprattutto il tanto atteso nuovo presidente si terrà il prossimo 23 novembre ovvero la data ultima possibile.
A fissare la data delle elezioni dovrà essere, così stabilisce la legge, l’attuale amministrazione, quindi il decreto di indizione porterà la firma del Presidente Zaia e, appunto, non potrà andare oltre il 23 novembre. Il fatto che si arrivi all’ultimo giorno utile, evidentemente, non nasconde le forti tensioni che si vivono nella maggioranza attualmente al governo della regione Veneto. La difficoltà, dunque, a trovare una sintesi tra riunioni sul territorio e vertici romani è palpabile e sta producendo questo continuo slittamento.
Nei giorni scorsi il Ministro e Segretario della Lega, Matteo Salvini ha provato a rompere gli indugi e a lanciare la candidatura di un suo fedelissimo, il giovane e brillante segretario veneto del partito, Alberto Stefani. Una proposta, questa, che ha trovato, immediatamente, il via libera del presidente Luca Zaia e del Sindaco di Treviso, Mario Conte.
a pag. 23
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Turismo e agricoltura, un anno positivo, ma preoccupano i tagli Ue al primario
A Padova investimento milionario per le superiori, tra ristrutturazioni e nuove costruzioni, non mancano gli aiuti per le famiglie, ci si interroga sugli effetti del calo demografico
Intanto Agsm Aim ha messo a segno la maxi fornitura di gas per la Pubblica Amministrazione
Scuola sotto pressione
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
I l suono della prima campanella in classe quest’anno è arrivato in un contesto di speranze e di preoccupazioni per la scuola veneta. Da un lato ci sono le immissioni in ruolo disposte dall’Ufficio scolastico regionale: più di 4.000 docenti assunti, di cui 950 di sostegno, rappresentano un segnale positivo dopo anni di contenziosi e supplenze frequenti. È una boccata d’ossigeno che può dare maggiore stabilità alle classi e migliorare la continuità didattica.
Valentina Martelli, visione creativa italo-americana nel mondo dei media
Arriva l’autunno, tra atmosfere accoglienti, colori caldi e ambienti da vivere in sicurezza
Trasporti pubblici, rigenerazione urbana, sicurezza idraulica, parchi: il punto con il vice sindaco Micalizzi
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Nuovo vertice in via Rismondo
L’Arma dei Carabinieri rinnova alcuni incarichi, tra veterani di lunga data e giovani promettenti
“Ero già stato a Padova in gita con la scuola e mi aveva colpito la bellezza della città.” Dall’ammirazione per il patrimonio storicoartistico alla gestione della sicurezza e al controllo della criminalità il passo non è affatto breve, ma il Colonnello Simone Pacioni, presentandosi ai giornalisti e ai cittadini di Padova, assicura che l’impegno per la sicurezza della provincia sarà la sua priorità.
Romano, ha una moglie e una figlia adolescente che lo hanno accompagnato in questa avventura veneta, supportandolo in tutto e per tutto, come racconta orgoglioso. Il Colonnello inizia la sua avventura nell’Arma a soli 15 anni, gli studi alla Nunziatella, poi l’Accademia di Modena e la Scuola Ufficiali a Roma.
La sua carriera inizia proprio in Veneto, alla Scuola per Marescialli e Brigadieri di Vicenza, prima di assumere vari incarichi lungo tutto lo Stivale. Dopo il Corso di Alta Formazione a Roma, un periodo al Comando Generale, fino ad arrivare ad oggi, con la nomina a Comandante Provinciale della città del Santo.
“Intendo proseguire il lavoro iniziato dal mio predecessore: sarò aperto al dialogo, alla vicinanza verso i cittadini e alla collaborazione con le altre istituzioni” garantisce il Colonnello Pacioni. L’incontro è anche l’occasione per introdurre tre nuovi colleghi che lo affiancheranno nel lavoro sul territorio: dalla Sicilia arrivano due veterani dell’Arma, i Maggiori Luigi Di Puorto e Paolo Li Vecchi. Di Puorto sarà diretto collaboratore di Pacioni, mentre Li Vecchi, che ha già prestato servizio per 8 anni prima a Padova e poi in Polesine, è chiamato a dirigere la Compagnia di Abano Terme. Ultimo ma non meno importante è il Tenente Luca Capogna: appena 25enne, il talentuoso militare sarà il nuovo Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile di Padova.
Si presenta il Comandante Pacioni
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Dall’altro, però, gli addetti ai lavori continuano a segnalare buchi importanti: nonostante le nuove assunzioni, all’appello dell’avvio d’anno mancano ancora alcune centinaia di insegnanti, con particolari difficoltà nelle primarie e in alcune discipline scientifiche. Il risultato pratico è che in molte scuole si prevedono ancora orari ridotti o ricorsi massicci alle supplenze, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’apprendimento e organizzazione per le famiglie.
L’Ufficio scolastico regionale ha intensificato le comunicazioni e le operazioni di assegnazione delle cattedre in queste settimane: si sono susseguiti provvedimenti e incontri per coordinare le ultime nomine prima dell’inizio delle lezioni. Questo lavoro “dietro le quinte” è cruciale, ma non può sostituire una programmazione strutturale a medio termine e, soprattutto, continuare a lasciare nella precarietà centinaia di insegnanti che ogni autunno devono attendere le chiamate degli istituti per sapere dove e quanto lavoreranno.
Accanto alle difficoltà di organico pesa il capitolo del caroscuola. Le famiglie venete si trovano a fare i conti con spese sempre più consistenti: libri di testo che in alcuni casi superano i 300 euro a studente alle medie e arrivano a sfiorare i 500 euro nei licei, trasporto scolastico che incide sensibilmente nei bilanci di chi vive fuori dai centri urbani, rette delle mense che non fanno che crescere per effetto dell’inflazione.
Una parte di queste spese è alleggerita dai contributi regionali o comunali, buoni libro, agevolazioni per le tariffe, borse di studio, ma la coperta è corta e la disparità tra territori anche vicini resta evidente. Alcuni municipi riescono a garantire sostegni significativi, altri faticano a trovare le risorse, creando un mosaico di opportunità che non sempre assicura equità.
Il punto politico è chiaro: le soluzioni tampone non bastano più. Servono politiche che affrontino il problema alla radice, piani di reclutamento più stabili, formazione continua che risponda ai bisogni delle scuole locali, incentivi per trattenere i docenti nei territori più fragili e, parallelamente, interventi più strutturati a sostegno delle famiglie. La scuola non è solo organici e cattedre: è anche accessibilità economica, condizioni che permettano a ogni ragazzo di iniziare l’anno senza pesi eccessivi sulle spalle dei genitori.
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Facciamo
il
punto. Il vicesindaco Andrea Micalizzi
sugli interventi in corso e sulle prospettive per la città
“Padova cambia volto, stop al consumo di suolo viabilità integrata, opere sostenibili e inclusione”
Dal trasporto pubblico ai parchi, dalla sicurezza idraulica agli alloggi per studenti: Padova si trasforma grazie a investimenti record PNRR
Padova è al centro di una vera e propria rivoluzione. Sono moltissimi i cantieri aperti che, pur creando non pochi disagi, stanno rendendo maggiormente moderna una città che si sta distinguendo per vitalità nel panorama veneto e non solo.
Facciamo il punto con il vicesindaco Andrea Micalizzi che, giorno dopo giorno, segue con attenzione lo sviluppo dei lavori e che, avendo ideato gli interventi, ci illustra quale impatto queste opere avranno su tutti i cittadini.
“Padova è il cuore del Veneto, una città che guida la crescita economica, dei servizi e delle opportunità per i suoi cittadini e le imprese. – afferma Micalizzi - È una città universitaria che accoglie migliaia di giovani talenti da ogni parte del mondo e che grazie a loro si rigenera continuamente. La sfida è mantenere e rafforzare questa centralità nel Nord Est e in Italia, investendo per costruire una città sempre più forte, moderna, inclusiva e sostenibile. Lo dico con orgoglio: in questa fase storica Padova è la città che nel Veneto sta investendo di più e che in Italia riceve il maggior contributo PNRR pro capite. Un “modello Padova” è possibile”.
Una partita decisiva si gioca sulla mobilità, è realistico l’obiettivo di renderla efficiente, sostenibile e integrata con i territori circostanti della Provincia?
“Le nuove linee del tram non
sono pensate solo per Padova, ma per l’intera area metropolitana: la linea Est-Ovest collegherà Vigonza a Rubano, ma stiamo anche lavorando per prolungare quella di Voltabarozzo fino a Legnaro, e vogliamo estendere la Guizza fino a Maserà e la linea di Pontevigodarzere verso Cadoneghe o Vigonza. A lavori conclusi Padova avrà il sistema di trasporto pubblico più efficiente del Veneto. Oggi il trasporto locale muove 100.000 persone al giorno, di cui 33.000 con il tram Nord-Sud. Con le nuove linee la sola rete tranviaria trasporterà 145.000 passeggeri. Dove il tram è già attivo il traffico è calato del 35%: meno auto, meno inquinamento, più qualità della vita. A questo si aggiungono 20 milioni investiti in piste ciclabili. Padova è la prima città italiana per uso della bici — il 23% degli spostamenti urbani — ma puntiamo a crescere ancora. Mobilità sostenibile, sicurezza stradale e abbattimento delle barriere architettoniche fanno parte della stessa idea di città: una Padova per tutti e inclusiva”. La città ha dovuto fare i conti con allagamenti e danni da maltempo, quali le soluzioni?
“Abbiamo lavorato sulla sicurezza idrogeologica e gli ultimi eventi metereologici ci dimostrano che dobbiamo continuare a farlo. Con fondi PNRR sono stati infatti investiti insieme ad AcegasApsAmga, circa 18 milioni per potenziare condotte e manutenzioni, una ci-
fra enorme per migliorare la rete. Ma come stiamo assistendo non solo a Padova, i cambiamenti climatici corrono più veloci degli interventi, e il margine guadagnato rischia di non bastare. I Comuni fanno la loro parte, ma la difesa idraulica ha precise competenze e dipende in gran parte da Regione e Governo, che gestiscono canali e fiumi che sono gli invasi dove le reti delle città scaricano le acque. Servono investimenti coordinati e di grande scala, perché senza un piano nazionale di rinforzo delle difese idrauliche rischiamo di vanificare i progressi”.
Si parla di rigenerazione urbana ma Padova ha la più alta percentuale di consumo di suolo, che fare?
“Il Piano degli Interventi che abbiamo approvato ha ridotto drasticamente il consumo di suolo: circa 4 milioni di metri quadrati tolti all’edificabile e restituiti a verde e servizi. Era necessaria un’inversione di rotta. Ma va corretta la nuova Legge regionale sul consumo di suolo che oggi limita solo il residenziale e lascia troppe deroghe, a scavalcando le competenze dei Comuni.
Intanto Padova cambia volto. La nuova Questura in via Anelli, in fase di progettazione, sarà presidio di sicurezza e occasione di rilancio per i quartieri Stanga, Mortise e San Lazzaro. All’Arcella il nuovo centro culturale e la piazza verde mostrano come le periferie possano diventare nuove centralità. Lo stesso vale per la piazza delle Cave, per Pontecorvo, per i parchi della Guizza, per l’ampliamento del parco Iris e del parco Milcovich. All’ex Caserma prandina stiamo conclu-
dendo un grande progetto di rigenerazione che prevede la realizzazione di un grande parco urbano nella splendida cornice delle Mura del ‘500. Quartieri che si rigenerano significano una città che cresce nel suo insieme”.
Guardando all’Università e agli studenti, quali risposte date a chi chiede alloggio e servizi?
“Abbiamo bisogno di più alloggi per studenti e giovani famiglie: oggi trovare casa a Padova è difficile, e senza un piano per l’abitare che sostenga i soggetti più fragili rischiamo di lasciare indietro molte persone e perdere un’opportunità enorme. Su questo il Pnrr ci sta consentendo di sistemare e creare nuovo patrimonio abitativo, ma serve fare di più insieme ad Ater che gestisce una fetta importante di questo settore”.
In conclusione, che futuro im-
magina per la città?
“Padova non è un’isola. Le politiche urbanistiche e di mobilità devono guardare oltre i confini comunali. Per questo stiamo lavorando per estendere il tram ai comuni della cintura, ma anche proposto alla Regione progetti per opere fondamentali che vanno concretizzate: dal collegamento nord verso Vigodarzere e Cadoneghe per superare il nodo della Castagnara, al potenziamento della Valsugana e della SR308, fino ai collegamenti a ovest con Vicenza e a sud con i Colli Euganei. Sono assi vitali per il nostro tessuto produttivo e per lo sviluppo turistico, che sta battendo ogni record e rappresenta un volano di immagine e attrattività per tutta la città. Il nostro compito è guidare queste trasformazioni tenendo insieme qualità urbana, inclusione sociale e sostenibilità”.
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Scuola a Padova, stop agli smartphone ma non ai rincari: tra divieti e stangata sulle mense
Apartire dal nuovo anno scolastico, una novità importante riguarda gli asili nido e le scuole dell’infanzia di Padova: per insegnanti ed educatori sarà vietato l’uso di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici durante l’orario di lavoro. L’obiettivo del Comune è creare un ambiente educativo più sereno, dove i bambini da 0 a 6 anni possano crescere senza le distrazioni digitali che troppo spesso influenzano la nostra quotidianità.
La decisione nasce da un confronto tra l’amministrazione, i dirigenti scolastici e gli educatori. Il provvedimento si basa anche su ricerche scientifiche che dimostrano come la presenza costante degli smartphone, anche se in sottofondo, possa condizionare lo sviluppo dei più piccoli. Come ha sottolineato il Comune, nidi e scuole dell’infanzia devono rimanere “luoghi in cui prevalgono relazioni autentiche, l’ascolto
e l’attenzione dell’adulto”. La misura si allinea quindi con le raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione e con il codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Si mira a un vero e proprio “silenzio digitale”, che promuova un ambiente libero dai condizionamenti della tecnologia, dove la relazione educativa sia al centro di tutto.
Il nuovo anno scolastico porta con sé anche un’altra novità, meno positiva per le famiglie: l’aumento dei costi per le mense. Nelle scuole dell’infanzia, l’incremento previsto è di circa il 5%. I dati dello scorso anno mostrano l’importanza del servizio: sono stati erogati oltre un milione di pasti, di cui la maggior parte nelle scuole, servendo un totale di 8712 persone tra bambini e adulti. Per le scuole dell’infanzia si registra, quindi, un incremento medio del 5%, con due eccezioni: la fascia di reddito più bassa (0-4.000
euro) passerà da 2 a 5 euro al mese, mentre il servizio merenda subirà un aumento contenuto, da 10 a 11 euro. Per quanto riguarda primarie e medie, i rincari saranno più consistenti soprattutto per le fasce di reddito più alte. Le categorie soggette al pagamento del servizio mensa aumenteranno infatti da 3 a 6. In concreto, il costo massimo di un pasto salirà da 4,81 a 5,20 euro alle elementari e da 5,42 a 6,10 euro alle medie. Negli asili nido e in alcune scuole dell’infanzia, i pasti dovranno essere preparati nelle cucine interne affidate a ditte esterne o gestite direttamente dal comune. Intanto proseguono i cantieri degli edifici scolastici finanziati da fondi Pnrr come la sala polifunzionale all’interno della primaria Lombardo Radice a Brusegana. Per la mensa della scuola Manin alla Madonna Incoronata i tempi si allungano. Un problema questo che attanaglia un Comune su quattro in tutta la provincia di Padova, compresa la revisione del servizio scuolabus per gli iscritti. Ma solo le stesse amministrazioni che per fronteggiare le spese delle famiglie dovuto ai rincari cercano di limitare al massimo l’impatto. C’è da sottolineare anche che dove si registrano rialzi quasi sempre si tratta di adeguamenti Istat o di correzioni dopo anni di blocco.
L’intervento. Enrico Ghion, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Padova
“La scelta sarà fra scuole con pluriclassi o meno plessi. Per l’inclusione
la Giovanni XXIII esempio da
“N el giro di un quinquennio, al massimo un decennio assisteremo ad un crollo della natalità che porterà a ripensare radicalmente al modello della scuola come è stata impostata dal dopoguerra in poi“. A dirlo è Enrico Ghion, presidente dell’Anp (Associazione Nazionale Presidi) del padovano. “Il crollo delle iscrizioni- spiega Ghion - è nettissimo alle scuole elementari e alle scuole primarie di secondo grado (le medie) mentre lo è ancora in maniera non del tutto evidente alle superiori”. Per Ghion, ci si troverà perciò davanti soprattutto
alle scuole elementari, al dilemma se creare delle pluriclassi e quindi lasciare aperti più edifici o concentrare in meno scuole gli alunni, dando loro un servizio didattico migliore. “Sono dell’idea - dice - che sia preferibile di gran lunga concentrare in meno scuole più alunni e mantenere classi diverse per ogni anno di età, che creare sistemi pluriclasse cioè classi uniche con bambini di diverse età. E’ sicuramente un vantaggio anche dal punto di vista economico. Tenere aperto un edificio per pochi alunni infatti necessita comunque di costi energetici
seguire”
e di personale che devono per forza esserci per far funzionare la struttura”. Ghion poi affronta il problema del divieto dei cellulari in classe per il quale il governo ha previsto quest’anno una stretta. “Ritengo che sia necessaria una limitazione - dice - ma va detto anche che il cellulare e il suo accesso a internet rappresenta sempre più uno strumento importante in tema di ricerca a scuola. Serve anche in questo da parte delle scuole della flessibilità, per una scuola che cambia”.
Infine il problema dei bambini stranieri nelle scuole. “Se ci sono gli strumenti e i progetti di inclusione, accoglienza e integrazione - spiega Ghion - questi bambini e bambine, non sono un problema ma una risorsa. Ad esempio a Padova, vicino al Centro Giotto, in un quartiere in cui le famiglie straniere sono numerose, la elementare Giovanni XXIII è diventata da tempo un esempio didattico da seguire”. (a.ab.)
Sara Busato
Enrico Ghion
Superiori: palestre, laboratori e ristrutturazioni Dalla Provincia maxi investimento da 85 milioni
L a Provincia di Padova si prepara a rivoluzionare il proprio sistema scolastico con un ambizioso piano di investimenti da oltre 85 milioni di euro. L’obiettivo è chiaro: modernizzare gli edifici, renderli più funzionali e adatti alle esigenze di studenti e insegnanti. A guidare il progetto è il consigliere provinciale Luigi Alessandro Bisato, che sottolinea l’importanza di creare “istituti superiori funzionali, attraenti e performanti”. Un piano per immaginare un sistema scolastico padovano più moderno, funzionale e vicino alle esigenze di studenti e insegnanti. È questa la strategia messa in campo dalla Provincia di Padova, seguita direttamente dal consigliere delegato Alessandro Bisato. “Stiamo investendo molto sulle scuole – ha commentata il consigliere provinciale - vogliamo che gli istituti superiori siano funzionali, attraenti e performanti. Abbiamo in programma una serie di interventi che hanno come prospettiva fondamentale quella di rendere efficiente e razionale l’utilizzo degli ambienti scolastici”. Un imponente programma di interventi infrastrutturali interesserà nei prossimi anni diversi istituti scolastici cittadini, con risorse provenienti in gran parte dal Pnrr. Il progetto più significativo riguarda il nuovo Marconi-Bernardi, con un investimento stimato in 39 milioni di euro. L’obiettivo è la completa riqualificazione del plesso di via Manzoni, che ospita sia l’Istituto Tecnico Marconi che il Professionale Bernardi. Costruito a partire dagli anni ’50, l’edificio ha visto di recente un primo adeguamento sismico sull’ala nord-ovest, ma necessita ora di una ristrutturazione complessiva, in particolare dei laboratori. Un altro cantiere di rilievo è quello del nuovo Marchesi, che sorgerà nell’ex Configliachi di via Reni, per un costo stimato di 15 milioni di euro. Le demolizioni sono già iniziate lo scorso luglio. Dopo decenni di attesa, parte anche l’intervento per il Selvatico, finanziato con 13,5 milioni di euro: l’istituto d’arte tornerà a essere suddiviso tra la storica sede di largo Meneghetti e quella di via Belzoni. Le scadenze del Pnrr im-
pongono la conclusione dei lavori entro giugno 2026. Previsti inoltre 2 milioni di euro per il trasferimento dell’indirizzo odontotecnico del Ruzza in via Cave, all’interno del convitto Magarotto, dove verranno realizzati nuovi laboratori in circa 18 mesi. Interventi anche sul fronte sportivo: il liceo artistico Modigliani beneficerà dell’efficientamento delle aule e della costruzione di una nuova palestra, che potrà accogliere temporaneamente anche gli studenti del Selvatico; un’ulteriore palestra è prevista all’istituto agrario San Benedetto da Norcia. In totale, i fondi del Pnrr destinati al territorio ammontano a 45 milioni di euro, ai quali potrebbero aggiungersi i 39 milioni del nuovo Marconi-Bernardi. L’impegno complessivo dell’amministrazione provinciale arriverebbe così a sfiorare gli 85 milioni di euro. “Questo progetto è solo uno dei tanti su cui la Provincia di Padova sta lavorando per garantire scuole più moderne, sicure e sostenibili su tutto il territorio. L’obiettivo è razionalizzare e ridurre i costi di sedi prese in affitto e dei mezzi di trasporto noleggiati per portare i ragazzi nelle palestre”, prosegue Bisato. “Nel lungo periodo le scuole saranno organizzate in plessi con tutti i servizi, anziché in diverse succursali.”
Nuovo Marconi-Bernardi, 39 milioni di euro destinati alla completa riqualificazione del plesso di via Manzoni che necessita di una ristrutturazione complessiva, in particolare dei laboratori. Un altro cantiere di rilievo è quello del nuovo Marchesi, che sorgerà nell’ex Configliachi di via Reni, per un costo stimato di 15 milioni di euro
Oltre alla ristrutturazione e all’ammodernamento degli istituti, la Provincia di Padova sta concentrando i suoi sforzi su altri due fronti cruciali per la riqualificazione del sistema scolastico: l’efficientamento energetico e l’adeguamento antisismico.
La Provincia sta conducendo
una diagnosi energetica su tutti i plessi scolastici. L’obiettivo è individuare i punti deboli e definire gli interventi necessari a ridurre i consumi e, di conseguenza, i costi di gestione. “Con i progetti pronti, andremo a chiedere fondi al governo”, ha spiegato il consigliere Alessandro Bisato. Questa strategia permetterà di accedere a finanziamenti statali per avviare progetti mirati e sostenibili. Un altro asse di investimento riguarda la ristrutturazione degli edifici più datati per adeguarli alle norme antisismiche più recenti. La sicurezza degli studenti e del personale è una priorità assoluta e gli interventi mirano a garantire che tutti gli istituti siano conformi agli standard di sicurezza più elevati. “Abbiamo investito molto per garantire edifici sicuri, sostenibili e all’avanguardia, al servizio della crescita delle nuove generazioni. - conclude Alessandro Bisato, delegato alla pubblica istruzione - Stiamo investendo in sicurezza, efficienza energetica e qualità degli spazi educativi, offrendo agli studenti e al personale un ambiente adeguato ai bisogni di oggi e alle sfide del futuro”.
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Sara Busato
Il complesso dell’istituto Marconi e il vice presidente della Provincia Luigi Alessandro Bisato
La città che cambia
Mobilità. Intanto è stata riaperta al traffico via San Marco a Ponte di Brenta
Tram, avanti tutta con i nuovi cantieri In Via Anelli il punto strategico del Sir2
In via Falloppio si apre la seconda fase dei lavori per la piattaforma tranviaria del Sir3, in direzione nord verso la stazione. Dopo gli interventi estivi tra via Morgagni e la rotonda di via San Massimo, la cantierizzazione viene spostata sul lato opposto della carreggiata, mantenendo il doppio senso di circolazione
P roseguono i lavori per la realizzazione delle nuove linee del tram. Con la riapertura delle scuole diversi cantieri strategici avviati durante l’estate stanno giungendo a conclusione. Tra questi, gli interventi presso la Stazione, a Ponte di Brenta, all’incrocio Garibaldi (già terminato) e lungo la linea Sir1.
Sulla linea Sir2 Rubano–Vigonza, i cantieri si spostano in via Anelli. Da lunedì 8 settembre sono iniziate le operazioni per la realizzazione della piattaforma tranviaria nel tratto compreso tra via Grassi e via Bonaventura da Peraga. In questa zona sarà istituito un divieto di sosta permanente. L’obiettivo è mantenere il doppio senso di marcia, ma, se necessario, potranno essere introdotti sensi unici temporanei. È previsto anche un limite di velocità a 30 km/h. I lavori proseguiranno fino a metà novembre, per poi spostarsi su via Bonaventura.
A inizio mese Corso Milano è stato chiuso interamente al traffico tra via Dante e Riviera Mussato. Sono state fatte le nuove asfaltature e rifacimenti del manto stradale, in vista della riapertura del doppio senso di circolazione sull’intero corso.
sessore alle mobilità Andrea Ragona - Tra i primi nuovi cantieri in partenza c’è via Anelli, punto strategico della linea Sir2, e stiamo definendo in questi giorni i dettagli per procedere con la terza e quarta fase dei lavori a
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In via Falloppio si apre la seconda fase dei lavori per la piattaforma tranviaria del Sir3, in direzione nord verso la stazione. Dopo gli interventi estivi tra via Morgagni e la rotonda di via San Massimo, la cantierizzazione viene spostata sul lato opposto della carreggiata, mantenendo il doppio senso di circolazione. La conclusione è prevista entro dicembre.
“Come promesso siamo in dirittura d’arrivo con tutti i cantieri strategici avviati quest’estate e siamo pronti per avviare una nuova fase. - commenta l’as-
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Ponte di Brenta, dove è già partito il lavoro di posa della rotaia che ci ha permesso di riaprire la circolazione su via San Marco.” È stata riaperta al traffico in entrambe le direzioni via San Marco a Ponte di Brenta, nel tratto compreso tra la rotatoria con via Dante di Nanni e il semaforo di piazza Barbato. La riapertura è arrivata con qualche giorno di anticipo rispetto alla data prevista del 9 settembre, grazie anche all’introduzione di un turno notturno nei cantieri. I lavori proseguiranno sia verso Padova sia in direzione Vigonza. Sul lato ovest, le opere interesseranno la rotatoria tra via San Marco e via Dante di Nanni e il tratto fino al civico 95, con deviazioni obbligatorie per chi proviene dal centro di Ponte di Brenta. Sul lato est, invece, i cantieri occuperanno la carreggiata nord per tratti di circa 80 metri, con circolazione a senso unico alternato regolato da semafori e movieri. Il cronoprogramma prevede la prosecuzione degli interventi fino a dicembre. Sono iniziate le operazioni di test per il rientro in servizio della linea Sir1. Le prime prove hanno riguardato i tratti tra il capolinea della Guizza e Prato della Valle, e tra il capolinea e Bassanello. In questa fase vengono verificate in particolare le nuove batterie al litio titanato installate su tutti i mezzi. Nel fine settimana i test si estenderanno all’intera linea, compresi i nuovi scambi di Corso Garibaldi e della Stazione.
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L’assessore Andrea Ragona
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Arcella.
La struttura ha ormai sostituito la vecchia palazzina ex Coni, investimento da 8,5 milioni
Il Centro Culturale DU30 prende forma “Piazza Azzurri d’Italia luogo di socialità”
Al piano terra ci sarà un’ampia piazza parzialmente coperta, oltre a uno spazio pensato per i bambini dai 6 ai 14 anni con una biblioteca dedicata, fortemente richiesta dalle famiglie del quartiere. Al secondo piano troveranno posto la biblioteca per adulti e ragazzi e gli spazi espositivi
I l Centro Culturale DU30, in costruzione all’Arcella, ha ormai sostituito la vecchia palazzina ex Coni, da tempo in stato di degrado. La struttura, progettata dagli studi Settanta7 Studio Associato e Studio Perillo, si sviluppa su quattro piani per una superficie complessiva di circa 2000 metri quadrati. Il progetto prevede al piano terra un’ampia piazza parzialmente coperta, collegata in continuità con Piazza Azzurri d’Italia, oltre a uno spazio pensato per i bambini dai 6 ai 14 anni con una biblioteca dedicata, fortemente richiesta dalle famiglie del quartiere. Sempre al piano terra sorgeranno anche un bar, una grande caffetteriaristorante e i locali di servizio. Al secondo piano troveranno posto
la biblioteca per adulti e ragazzi e gli spazi espositivi, mentre al terzo sono previsti una terrazza e due appartamenti destinati alle residenze d’artista. Infine, all’ultimo piano, una torretta ospiterà altri nove piccoli appartamenti a destinazione variabile.
“Piazza Azzurri d’Italia diventerà un luogo che diventerà un punto di riferimento per la cultura e la socialità. - commenta il vicesindaco Andrea Micalizzi - E’ l’immagine di una città che sta cambiando”
L’amministrazione comunale si è distinta per la capacità di intercettare finanziamenti che stanno consentendo la realizzazione di nuove opere e la riqualificazione di diverse zone della città. L’inve-
stimento complessivo ammonta a 8,5 milioni di euro (finanziato dal PNRR), ai quali si aggiungono 500.000 euro destinati alla riqualificazione della piazza. Investimento che non rappresentano solo un investimento sul piano urbanistico, ma segnano un passo avanti per la valorizzazione e il rilancio del quartiere Arcella, con un focus su spazi dedicati alla cultura, al verde e alla socialità. La conclusione dei lavori è fissata per marzo 2026, con l’obiettivo di completare l’allestimento degli arredi entro la fine dello stesso anno o, al più tardi, all’inizio del 2027.
L’assessore alla cultura Andrea Colasio ha evidenziato come il nuovo centro, insieme al Configliachi, al ridisegno di Piazza Azzurri d’Italia e alla riqualificazione dell’ex Area Valli, stia contribuendo a creare quello che viene definito il nuovo “centro identitario” di San Carlo e dell’Arcella, luoghi pensati come poli culturali e di socialità. Colasio ha ricordato che il DU30 è dedicato a Gastone Rinaldi, primo Compasso d’Oro italiano, la
cui azienda Rima aveva sede proprio in questa zona. L’assessore ha inoltre sottolineato come la struttura rappresenti un raro esempio di edificio nato appositamente per ospitare funzioni culturali, a differenza di altre realtà cittadine che hanno riconvertito complessi storici. Questo fa del DU30 un segno concreto di rigenerazione architettonica e urbanistica, oltre che un punto di riferimento di architettura contemporanea.
Il vicesindaco Andrea Micalizzi ha messo in rilievo il valore simbolico dell’intervento, spiegando che l’edificio segna il passaggio da un luogo abbandonato e degradato a un polo centrale per la comunità.
Studenti universitari senza casa: in città quasi mille esclusi dagli alloggi Esu
Con l’inizio del nuovo anno accademico torna in primo piano l’emergenza abitativa per gli universitari di Padova. Nonostante i circa 1.500 posti disponibili nelle residenze pubbliche Esu, la richiesta supera di gran lunga l’offerta: 983 studenti idonei sono rimasti esclusi dall’assegnazione e saranno costretti a cercare un alloggio nel mercato privato, dove i prezzi sfiorano spesso i 500-600 euro mensili.
A lanciare l’allarme è l’Udu Padova, sindacato studentesco da anni in prima linea sulla questione. Secondo Matteo Greggio Miola, rappresentante eletto nel Consiglio di Amministrazione dell’Esu, la situazione è frutto di una crisi strutturale aggravata da anni di tagli all’edilizia universitaria:
“Dopo decenni di disinvestimenti regionali e la decisione del governo di dirottare i fondi del PNRR dalla residenzialità pubblica a quella privata, il risultato è che centinaia di studenti idonei si ritrovano senza un tetto. Così vengono meno le pari opportunità e il diritto allo studio diventa un privilegio per pochi”.
Le graduatorie per le matricole e per gli studenti degli anni successivi sono già state pubblicate, ma gli scorrimenti saranno possibili solo in caso di rinunce o mancato versamento delle caparre. Di fatto, molti studenti si arrendono in partenza e ripiegano su soluzioni private per paura di non avere un alloggio prima dell’inizio delle lezioni.
Ha aggiunto che la scelta di realizzare un centro culturale proprio all’Arcella rappresenta la volontà di costruire una città più equilibrata, in cui i quartieri non siano solo zone residenziali ma luoghi vivi e pulsanti.
Il DU30 non sarà soltanto un edificio moderno, ma un tassello centrale nella trasformazione urbana e sociale dell’Arcella. Con i suoi spazi aperti, le biblioteche, le residenze per artisti e le aree dedicate alla comunità, il nuovo centro culturale ambisce a diventare non solo un luogo di incontro e creatività, ma anche un simbolo di rigenerazione per tutto il quartiere.
Sara Busato
“Il meccanismo degli scorrimenti dà l’illusione di una soluzione, ma non risolve il problema strutturale – continua Greggio Miola –. L’anno scorso gli esclusi erano 1.041, oggi 983: il calo è minimo e i progetti futuri non bastano, soprattutto in un ateneo come quello padovano che continua a crescere”.
Il punto, per Udu, è politico: manca una strategia nazionale seria sulla residenzialità pubblica studentesca. “Continueremo ad avere un sistema in cui le opportunità dipendono dalla Regione in cui si studia – afferma il rappresentante –. Non è accettabile che il diritto allo studio venga garantito in modo così diseguale su base territoriale”. (d.b.)
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L’intervista. Il presidente della Consulta 5A Mandria Armistizio e Voltabrusegana
Andrea Caenazzo tira le somme “Viabilità e sicurezza i temi caldi”
V iabilità, manutenzione delle strade e sicurezza, rischio di allagamenti: la Consulta 5A comprende i rioni Mandria, Armistizio e Voltabrusegana.
Il territorio compreso è uno dei più piccoli della città ed è un nodo viabilistico centrale nella zona a Sud di Padova. Dal giugno dello scorso anno Andrea Caenazzo è presidente della Consulta.
“E’ stata una esperienza assolutamente positiva”, racconta il presidente della 5A. “Ho trovato dei consulterei molto aperti al dialogo, lavoriamo tutti per il bene del quartiere al di là degli schieramenti. Un bel clima e tanta collaborazione, ma anche tante sfide perché non è sempre facile per le Consulte farsi sentire”. Come sono i rapporti con l’amministrazione comunale?
“Molto buoni. Si sta facendo un gran lavoro per capire che ruolo possono avere le Consulte di quartiere a livello decisionale. Ho trovato l’assessore Benciolini e anche gli altri assessori molto disponibili al dialogo. Ovviamente a livello di quartieri ci sono delle priorità; le Consulte sono un pò uno “scudo” tra la cittadinanza che ha problemi concreti e l’amministrazione che deve giostrarsi con i problemi generali della città”.
Nel vostro territorio il Bassanello è uno dei
nodi principali della viabilità.
“Abbiamo partecipato a una serie di incontri alla luce dello studio per snellire il traffico. Il Comune sta trattando per acquisire lo stabile della Chiesa vecchia per fare i primi lavori. Vedremo nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi”.
Il progetto riguarda anche la percorribilità per i ciclisti?
Abbiamo avviato una raccolta di firme rivolta e residenti ma anche a non residenti per chiedere la realizzazione di una pista ciclabile che colleghi i due rioni di Paltana e Vol-
tabrusegana. Attualmente l’unico percorso esistente è la strada di via Decorati al Valore Civile, che è stretta, non allargabile a causa delle abitazioni presenti su ambo i lati e necessariamente a doppio senso, in quanto è l’unica via di comunicazione per il traffico automobilistico. Percorrere via Decorati in bicicletta è particolarmente pericoloso per queste ragioni. Il progetto sarà discusso nei prossimi mesi con l’assessore Ragona e il vicesindaco Micalizzi.
La Consulta ha segnalato anche problemi riguardo alla sicurezza riguardo i furti nella abitazioni.
Dal quartiere Mandria ci sono arrivate segnalazioni per quanto riguarda la sicurezza: da inizio anno diverse abitazioni sono state prese di mira dai ladri in particolare in via Concordi, colpita più volte complice anche la mancanza di illuminazione.
Quali le priorità su cui intervenire?
Assolutamente l’asfaltatura: abbiamo delle strade che sono un colabrodo. E poi la sistemazione a livello idrogeologico, storicamente la Paltana è nota per questo. E’ necessario intervenire prima che si arrivi con l’acqua alla gola. E questo accade puntualmente ogni volta che che ci sono pioggia abbondanti”.
Diego Buonocore
Ciclabile di via Salboro, via allo studio di fattibilità, percorso da 2,3 chilometri Via libera al progetto di fattibilità tecnico economica della nuova ciclovia di via Salboro, che collegherà i due assi ciclabili di via Guizza Conselvana e via Bembo fino a via Lago Dolfin con la recente pista realizzata al confine con Ponte San Nicolò e di creare un nodo intermodale con la linea tramviaria SIR 1.Il progetto prevede la realizzazione di un percorso ciclabile e pedonale lungo circa 2 chilometri e 300 metri, con piste ciclabili sia mono che bidirezionali, in sede propria e rialzata, dotate di nuova illuminazione e segnaletica.Si tratta di un intervento dal valore complessivo di 1 milione di euro che il Comune di Padova ha candidato al bando del Ministero delle Infrastrutture. “In occasioni di incontro con i cittadini ho raccolto la necessità di migliorare la sicurezza stradale in via Salboro”, ha dichiarato il vicesindaco Andrea Micalizzi, “da qui è nato l’impegno a progettare quest’opera e a reperire i finanziamenti che ci servono. Con questo intervento rispondiamo a un’esigenza concreta di sicurezza stradale e di sviluppo della ciclabilità nella zona sud della città. Via Salboro è una strada molto utilizzata, anche da chi si muove tra Padova, Ponte San Nicolò e Albignasego: offrire percorsi protetti a pedoni e ciclisti significa ridurre il rischio di incidenti, migliorare la qualità della vita dei quartieri e favorire la mobilità sostenibile”. (d.b.)
Andrea Caenazzo, presidente della Consulta 5A
L’iniziativa. L’assessore Margherita Cera ha incontrato i presidenti delle Consulte per raccogliere indicazioni
Digitale più facile e accessibile, oltre tremila agli incontri e ai corsi organizzati nei quartieri
Più di 3mila persone, in maggioranza anziani, hanno partecipato finora ai percorsi di facilitazione digitale organizzati dal Comune di Padova che si sono tenuti nei quartieri. “Abbiamo raggiunto oltre la metà dell’obiettivo di 4800 persone coinvolte”, ha commentato l’assessora Margherita Cera, che ha tra le sue competenza, tra le altre, le materie di Innovazione e Transizione
Digitale e i Progetti Comunitari.
“Molto positivi sono stati i corsi sull’uso dello smartphone per gli anziani che si sono tenuti presso la Casa di quartiere all’Arcella: finora sono stati tenuti due corsi, ciascuno con la presenza di 50 iscritti”.
Come si è svolta la collaborazione delle Consulte di Quartiere per questi progetti di formazione digitale?
“Casa Arcella è uno dei sei punti fisici dove le attività si svolgono e si svolgeranno nel coso di tutto l’anno. L’obiettivo generale del Progetto “Rete di servizi di facilitazione digitale” è legato all’accrescimento delle competenze digitali diffuse per favorire l’uso autonomo, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie. Ho incontrato i presidenti delle Consulte e da loro sono venute indicazioni sulle tematiche da affrontare: alcuni hanno chiesto corsi
indirizzati alle famiglie sull’uso dei device elettronici, quindi come educare bambini, genitori e nonni all’uso delle tecnologie. Un’esigenza per gli anziani ma anche per le famiglie che ci chiedono un aiuto per capire come rendere fruibile la tecnologia ai bambini senza che ne diventino succubi. Su questo tema presso la Consulta centro abbiamo tenuto un incontro a cui hanno partecipato oltre cento persone”.
I corsi di facilitazione digitale sono stati anche occasione di incontro tra persone di diverse generazioni.
“Infatti i corsi sono tenuti da giovani facilitatori, quindi questi incontri sono stati anche occasione di incontro e di dialogo tra persone di generazioni diverse. Questi ragazzi sono stati reclutati in parte grazie a una collaborazione con l’Università di Padova. Quindi
possiamo dire che i percorsi di facilitazione digitale hanno contribuito a fare rete su molti aspetti”.
Un altro settore in cui l’assessorato ha lavorato molto è quello dei finanziamenti europei che hanno contribuito a finanziare molti progetti per i quartieri.
“Solo per i progetti FESR 20212027 il Comune di Padova ha ricevuto più di 21 milioni di euro; altri finanziamenti sono arrivati e arriveranno da fondi diretti UE. In questo momento i fondi europei sono necessari per portare avanti i progetti e lo saranno soprattutto in futuro, con la fine del PNNR nel 2026, visto che i bilanci degli enti pubblici sono in difficoltà per i mancati trasferimenti e gli alti costi dell’energia. Per questo stiamo potenziando l’ufficio centrale di coordinamento e tutti referenti nei singoli settori”.
Diego Buonocore
Riflettori sul commercio di vicinato con le iniziative autunnali
“I corsi sono tenuti da giovani facilitatori, quindi questi incontri sono stati anche occasione di incontro e di dialogo tra persone di generazioni diverse. Questi ragazzi sono stati reclutati in parte grazie a una collaborazione con l’Università di Padova”
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Un autunno ricco di iniziative in centro città e nei quartieri per far rivivere le piazze e le attività commerciali di vicinato. Il Comune di Padova ha promosso dieci iniziative di animazione che si svolgeranno da settembre a novembre in collaborazione con le associazioni di categoria e i negozi di prossimità. Ogni iniziativa è stata finanziata con 3mila euro oltre a ulteriori agevolazioni in servizi. “Queste iniziative”, ha commentato l’assessore al commercio Antonio Bressa, “contribuiscono a valorizzare il commercio di vicinato, che è fondamentale per la vitalità e il presidio positivo dei quartieri, e offrono occasioni di intrattenimento ai cittadini”.
Il 1 4 settembre in Piazza Eremitani si è tenuto il Festival di illustrazione e narrazione “Autori in città”, mentre il 19 ottobre è in programma “Libri, Castagne e altre Magagne”, promossa dall’associazione Pel di Carota. Diverse iniziative interesseranno i quartieri della città: il 5 ottobre in Piazzale Firenze alla Sacra Famiglia scenderanno in strada “Le Botteghe d’Autunno”, a cura di Atelie54 e Confesercenti; il 27 settembre e il 18 ottobre, all’ Arcella è in programma “Tutti in Piazza, autunno in Piazza Buonarroti”. In Piazza Severi, nel quartiere Santa Rita si terrà la manifestazione “Germogli Urbani, Arte, Libri e Natura”, organizzata da Teatro
Invisibile. Il 27 settembre in Piazza Barbato è prevista Buskers e il 24 ottobre a Voltabarozzo si svolgerà la prima edizione di “Slow Friday”,realizzata da Ascom. A queste iniziative si aggiungono gli appuntamenti tradizionali in centro città: ““El Biologico in Piassa” il 5 ottobre, il “Ghetto in Fiore” il 12 ottobre e il “Salone dei Sapori”, dal 5 al 12 ottobre, con eventi nelle piazze centrali, Sotto il Salone e al Caffè Pedrocchi. La chiusura di stagione è prevista per il 9 novembre in Piazza dei Frutti con un percorso dedicato ai saporI autunnali che culmina nella degustazione “San Martino a Padova”, in collaborazione con i pubblici esercizi. (d.b.)
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Il caso. Interviene Marco Nimis, coordinatore dell’Unione degli Universitari di Padova e senatore accademico
Universitari in difficoltà tra semestre filtro e sanità sotto pressione: l’appello di Udu
“Ai tirocinanti vengono affidate responsabilità che non dovrebbero ricadere su chi è ancora in formazione. Troppo spesso i giovani finiscono a coprire mansioni essenziali senza alcuna retribuzione”
I l nuovo semestre filtro è iniziato e, come previsto, sta già mostrando tutte le sue fragilità.
Lezioni in presenza non garantite, didattica ridotta alla sola preparazione del test, studenti lasciati in una condizione di incertezza che non è né formativa né giusta, strutture incapaci di accogliere la grande quantità di persone coinvolte: questa è la fotografia del nuovo sistema.
«Il semestre filtro – dichiara Marco Nimis, coordinatore dell’Unione degli Universitari di Padova e senatore accademico – non rappresenta una risposta adeguata ai bisogni formativi degli studenti. Ci troviamo davanti a un modello che crea precarietà, invece che costruire percorsi di studio solidi e inclusivi».
Intanto, sul fronte sanitario, il presidente Zaia continua a sostenere che in Veneto la situazione sia sotto controllo. La realtà, però, appare diversa: i pronto soccorso sono in difficoltà, gli ospedali soffrono per la carenza di personale e le risorse pubbliche si dimostrano insufficienti. A ciò si aggiungono scelte che riducono l’accessibilità alle cure, come l’esclusione della mappatura dei nei dalle prestazioni prescrivibili.
«Un esame di prevenzione oncologica fondamentale – prosegue Nimis – viene così trasformato in un servizio a pagamento, costringendo chi non può permetterselo a rinunciare. Non è accettabile proclamare l’eccellenza della sanità veneta mentre, di fatto, si limita la prevenzione e si aumentano le disuguaglianze».
del lavoro.
«A questo – aggiunge Nimis –si somma il problema dei tirocinanti, ai quali vengono affidate responsabilità che non dovrebbero ricadere su chi è ancora in formazione. Troppo spesso i giovani finiscono a coprire mansioni essenziali senza alcuna retribu-
zione, trasformando il tirocinio in una forma di sfruttamento mascherato».
«La sanità – conclude Nimis –non si rafforza con slogan o con
semestri filtro. Servono investimenti strutturali, stabili e urgenti, per tutelare davvero cittadini, professionisti e studenti».
Enrico Caccin
La crisi del sistema sanitario non riguarda solo i pazienti, ma anche chi ci lavora. Medici, infermieri e operatori sanitari sono spesso sottopagati, con turni massacranti e senza tutele adeguate. Una condizione che non solo mette a rischio la qualità delle cure, ma mina la dignità stessa
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Tornano i Welcome Days, due settimane di eventi per accogliere gli studenti internazionali
Dal 22 settembre al 5 ottobre l’Università di Padova apre le porte alle centinaia di studentesse e studenti provenienti da tutto il mondo che arrivano in città grazie ai programmi di mobilità internazionale. Sono i Welcome Days, giornate pensate per offrire informazioni pratiche, momenti di socialità e occasioni per scoprire l’ateneo e la città.
L’appuntamento inaugurale sarà il 22 settembre ai Giardini dell’Arena, con la Welcome Fair: un evento pomeridiano e serale che riunirà stand informativi sui servizi universitari, attività culturali, sportive e musicali, oltre alla partecipazione dei volontari di ESN Padova (Erasmus Student Network). Un primo momento di festa e incontro per rompere il ghiaccio e iniziare a costruire nuove relazioni.
Il programma prevede incontri informativi online, utili per orientarsi tra procedure, opportunità e servizi, ma anche eventi sociali in presenza, pensati per favorire l’integrazione nella comunità universitaria. A chi non potrà seguire in diretta, l’ateneo mette a disposizione registrazioni e materiali tramite Mediaspace e Google Drive.
Non mancano le occasioni per scoprire la città: grazie alla collaborazione con ESN, gli studenti potranno partecipare a tour guidati tra le vie e i monumenti di Padova, ma anche visitare gratuitamente Palazzo Bo e i musei universitari, dall’Orto botanico al Museo della Natura e dell’Uomo.
«I Welcome Days – spiegano dall’Università – non sono solo un momento di orientamento, ma un modo per costruire comunità e sentirsi subito parte di Padova». Un’occasione che conferma l’impegno dell’ateneo nel valorizzare la dimensione internazionale: ogni anno sono oltre 2.000 gli studenti e le studentesse in mobilità che scelgono di vivere un semestre o un anno sotto le torri del Bo. (e.c.)
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– sottolinea il sindaco Negli ultimi anni ci ha sostenuto ciali, contribuendo a rendere più forte la
È qui che il concetto di “scintilla” diventa
fetti concreti e duraturi. Una scintilla che accende non solo le strutture, ma anche il senso di appartenenza, creando servizi
si sono aggiunti 7.500 euro da parte del Comune, è stato possibile concretizzare un intervento che non si limita a ristrutturare ma innova. Per una realtà come Galzignano non si tratta solo di un progetto educativo: è una scelta strategica che rafforza l’attrattività del territorio e la coesione sociale. «Fondazione Cariparo dimostra una sensibilità particolare verso
pio di come Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo interpreti il proprio
cia alle amministrazioni locali, sostenere chi sceglie di investire nel capitale umano Con gesti che possono talvolta sembrare piccoli, ma che
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Serie B. Intanto contratto blindato fino
al
2028 per il mister Matteo Andreoletti
Il calciomercato una scommessa d’amore
Padova, 14 nuovi acquisti per il ds Mirabelli
Padova, Padova, è una scommessa d’amore. Tu chiamami e ti vestirò come una stella sul Santo. Ci perdonerà Cremonini per averlo parafrasato e storpiato, ma il direttore sportivo del Calcio Padova Massimiliano Mirabelli sembra aver agito mosso dal romanticismo per comporre il puzzle della nuova squadra messa a disposizione di mister Matteo Andreoletti.
Bastano tre nomi per intenderci: Papu Gomez, Daniele Baselli e Kevin Lasagna. I top player dell’estate patavina sono un nostalgico tuffo nel passato. Basta chiudere gli occhi ed immaginarli muoversi sui campi di Serie A. In questo modo sarà possibile sentirsi un po’ più giovani e lasciarsi cullare dalle giocate che in passato avevano deliziato i palati più fini. Ma la vita e il calcio sono presente e non solo ricordi, e il futuro si scrive oggi. Ecco perché si parla di
scommesse d’amore: se verranno vinte, Padova potrà divertirsi. Si tratta infatti di tre giocatori che sono un potenziale lusso per la Serie B.
Non più giovanissimi sono anche Ghiglione e Barreca: due laterali alla corte di Andreoletti. Il primo è un’ex promessa del Genoa, classe 1997. L’altro, del 1995, nel 2018 fu acquistato dal Monaco per 10 milioni di euro quando vestiva la maglia del Torino. Per entrambi si prospettava una carriera diversa. A Padova per rilanciarsi e cambiare la propria storia. Si tratta di promessa d’amore, invece, quella della scelta dei giovani: Seghetti, una dinamite ex Perugia, un 2004 frizzante che punta e salta l’uomo, con coraggio: caratteristica rara nel calcio di oggi. Acquistato a titolo definitivo. Poi ci sono Di Maggio, Harder e Villa, presi in prestito rispettivamente da Inter, Fiorentina e
Juventus. Sono pronti a iniziare a scrivere il loro nome nel mondo del pallone. Hanno talento.
Pastina e Sgarbi in difesa: chili e forza bruta per la retroguardia patavina. La scommessa d’amore sarà quella di non far rimpiangere l’ex leader Delli Carri, ceduto al Monza. Una grossa eredità per gli ex Benevento e Cosenza.
In amore ogni tanto bisogna separarsi: così Mattia Fortin, il guardiano della porta biancoscudata, è stato ceduto al Lens: resterà, però, un altro anno nella squadra della città che lo ha lanciato. Al suo fianco i nuovi acquisti: il 2002 Sorrentino e il 2005 Mouquet.
A chiudere, uno dei primi squilli della sessione estiva: Jonathan Silva, un brasiliano a Padova. In prestito dal Torino, un 2004 di estro e fantasia.
Il migliore acquisto, però, probabilmente non riguarda il campo, ma la panchina. La conferma
di mister Andreoletti è il colpo da 90 del mercato. Blindato con un contratto fino al 2028, il tecnico lombardo, tra i migliori emergenti del panorama calcistico italiano, è stato convinto a credere ancora nel progetto. Ha scelto la via del sentimento dopo un anno straordinario.
Con un budget praticamente nullo Mirabelli ha seguito l’unico
Petrarca, parla coach Jimenez: “Ricominciamo con fiducia, parola d’ordine continuità”
Victor Jimenez è ormai un simbolo del Petrarca. Solo conoscendolo si può comprendere il segreto della sua longevità tra le fila dei tuttoneri. L’argentino porta con sé quel calore tutto sudamericano: fa sentire l’altro a suo agio con educazione e rispetto, quasi a fargli venire la voglia di lottare ai suoi ordini al servizio della maglia nera. E con questo atteggiamento, da sei stagioni, è il faro di una delle più importanti realtà d’Italia. Non sorprende, dunque, che i suoi siano disposti a buttarsi nel fuoco per lui: è un uomo che sa spingere i giocatori oltre i propri limiti. Lottare per lui, oltre che per una maglia così blasonata, viene dunque inevitabilmente più naturale.
Per Victor Jimenez questi colori sono un qualcosa di speciale: “Allenare questa squadra è un onore e una responsabilità. Rappresentare una società come il Petrarca è importante per me, ma soprattutto entusiasmante”.
Dopo la semifinale persa contro Rovigo lo scorso anno, il coach non cerca alibi ma energie nuove: “Le sconfitte devono motivare. Ripartiamo con la voglia di fare meglio. L’anno scorso è stato un campionato combattuto. Nessun rimprovero ai miei, abbiamo lavorato bene. Certo, ci sono stati degli errori, ma da quelli si impara”.
Il Petrarca riparte da un’ossatura collaudata, a cui si sono aggiunti volti nuovi: “Ab-
biamo ringiovanito la rosa e ora la squadra è più bilanciata rispetto alla scorsa stagione. L’inizio di quest’anno è stato positivo, i nuovi si sono inseriti bene, sia dal punto di vista umano che sportivo. Merito anche dei nostri senatori, che li hanno accolti con grande disponibilità”.
Il piano di Jimenez è chiaro: “Dobbiamo essere più continui. Puntiamo a restare in zona playoff con maggiore stabilità e sicurezza rispetto all’anno scorso. La Coppa Italia? “Vogliamo essere competitivi”.
Un pensiero va infine ai tifosi: “L’anno scorso ci hanno dato una spinta straordinaria. Vogliamo restituire quel sostegno, trasmettere emozioni in campo e riportare
scenario possibile: scommettere su un potenziale amore. I cosiddetti “nomi”, in cerca del rilancio e i giovani di belle speranze a caccia del lancio. 14 nuovi acquisti per disegnare il Padova del ritorno in Serie B, sei anni dopo l’ultima volta. Un mercato romantico e suggestivo. Saranno questi gli ingredienti giusti?
Stefano Parpajola
tanta gente al Plebiscito”. Jimenez è pronto a guidare il Petrarca ancora una volta spinto da una grande voglia di rivincita. La ricetta del nuovo percorso? La continuità al centro di tutto. (s.p.)
Massimiliano Mirabelli, ds del Calcio Padova
Victor Jimenez @instagram Petrarca Rugby
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Ormai appare quasi certo: le elezioni regionali saranno il 23 novembre
Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare anche in Veneto, l’azionista di maggioranza della coalizione non ha respinto l’ipotesi ma ha gettato, con il segretario regionale dei meloniani, Luca De Carlo, molta acqua sugli entusiasmi leghisti sostenendo che nulla sarebbe ancora deciso e che le “fughe in avanti” non fanno bene al rapporto tra alleati. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, soltanto una decina di giorni prima, Flavio Tosi segretario regionale di Forza Italia che aveva dichiarato come fosse giusto e naturale che il candidato presidente del Veneto per il centrodestra fosse scelto da Fratelli d’Italia in quanto partito traino dell’intera coalizione.
L’ennesimo vertice romano dello scorso 10 settembre non ha prodotto alcuna fumata bianca: il dossier candidature delle regionali resta ancora chiuso e nessuna
decisione è stata presa. Nel mentre il tempo stringe e il nervosismo e tangibile. Le associazioni di categoria venete, cosa mai accaduta con questa forza, hanno protestato in modo vibrante contro queste eterne trattative che, di fanno, stanno paralizzando da mesi la regione in un momento nel quale l’economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo locale il quale, viceversa, avrebbe bisogno di risposte e sostegni urgenti e tangibili.
L’altro fatto inedito per il Veneto è quanto accade nel centrosinistra. Per la prima volta gli sfidanti hanno individuato ormai da tempo in Giovanni Manildo il candidato presidente, non sono attraversati dalle tipiche polemiche, ma anzi stanno conducendo una campagna elettorale molto puntuale per tutto il Veneto. Anche
la coalizione, per la prima volta, è al completo e molte delle forze politiche che la compongono hanno, addirittura, già presentato, in ogni provincia, i candidati consiglieri provinciali.
A questo punto appare difficilissimo fare pronostici: il Veneto, storicamente, ha sempre premiato il centrodestra e il giudizio sull’amministrazione uscente è più che positivo, ma la confusione e le tensioni che si respirano, il ritardo con il quale si stanno scegliendo candidato presidente e liste e l’uscita di scena di Zaia stanno stancando fette, anche importanti di elettorato, che potrebbero trovare “consolazione” nel moderato Manildo che, dal canto suo, continua il suo tour per il Veneto e, evidentemente, non ha nessuna fretta di scoprire chi sarà il suo principale competior.
Autonomia energetica. Agsm Aim conquista sei lotti Consip da 577 milioni standard metri cubi
Pubbliche amministrazioni, maxi-fornitura di gas
Il fatturato previsto supera i 600 milioni di euro
Intanto sul fronte del “federalismo energetico” continua il pressing sul Governo sul rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali
Un passo concreto verso l’autonomia energetica che molti invocano. Il gruppo veronese Agsm Aim Energia ha messo a segno un’importante operazione a livello nazionale, aggiudicandosi sei lotti della gara Consip GN17 per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel biennio 2025-2026. L’assegnazione consentirà alla società di fornire oltre 577 milioni di standard metri cubi (Smc) di gas, con un fatturato stimato attorno ai 620 milioni di euro.
I lotti conquistati da Agsm Aim coprono una vasta area geografica che va dalla Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con il Lotto 1 per pro proseguire con Milano (lotto 2), il resto della Lombardia (lotto 3), Toscana, Umbria e Marche (lotto 6), Puglia e Basilicata (lotto 10) e l’intero territorio nazionale (lotto 12).
Una delle principali novità di questa convenzione è la possibi-
lità, per le Pubbliche Amministrazioni aderenti, di stipulare contratti di durata biennale (oltre alla classica annualità), mantenendo una struttura di prezzo variabile, elemento cruciale in un mercato energetico ancora volatile.
Agsm Aim ha inoltre ottenuto un secondo successo strategico con l’aggiudicazione del Lotto 1 della gara bandita dal consorzio Viveracqua, realtà che riunisce dodici gestori idrici pubblici del Veneto. In questo caso, la fornitura riguarda energia elettrica in bassa tensione per un volume complessivo di circa 150 GWh annui nel triennio 2026-2028, con un valore stimato di 151,5 milioni di euro.
Il contratto prevede la possibilità, per i consorziati, di scegliere energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più centrali nella gestione pubblica.
A completare il quadro, Agsm Aim ha vinto anche ulteriori forniture per 20 GWh di energia elettrica destinate ad altre utility del Nord Italia, attraverso gare competitive recenti. Le recenti aggiudicazioni confermano il ruolo di Agsm Aim come player di primo piano nel mercato energetico nazionale, capace di competere in contesti ad alta complessità e con elevati volumi, sia sul fronte del gas naturale che dell’energia elettrica, con una crescente attenzione ai principi di efficienza e sostenibilità.
Intanto resta aperta più che mai la questione del “federalismo energetico”, invocato da più parti, che ha portato alla mobilitazione di un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – impegnato a chiedere al Governo una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore. Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali.
Ancora la scorsa primavera Federico Testa, presidente di AIM
- AGSM, ha lanciato una sfida a tutte le società di servizi e alla politica del nord Italia: preparare un importante piano industriale per concorrere alle gare nazionali di concessioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Un vero e proprio federalismo energetico, perché che una gestione della rete direttamente sul territorio comporterebbe efficienza, investimenti e calo delle bollette per famiglie e aziende. Invece nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un articolo che proroga automaticamente la concessioni, in scadenza nel 2029 e 2030, a Enel per i prossimi vent’anni su tutto il territorio nazionale quindi senza previsioni di gare. Intanto la
politica ha colto appieno il senso della proposta del manager scaligero: in Conferenza Stato - Regioni, infatti, i governatori stanno chiedendo di cancellare quanto lo Stato Centrale ha inserito in Legge di Bilancio e di consentire lo svolgimento delle gare senza proroghe automatiche a Enel.
“Su questo fronte la Regione può giocare un ruolo importante - ribadisce Testa - perché quella sull’energia e l’idroelettrico è una partita che solo in Veneto vale 6-700 milioni all’anno, somma che ora viene sottratta alla Regione. Noi siamo prontissimi a fare a nostra parte e a continuare il pressing su enti e istituzioni per arrivare al risultato”.
Federico Testa, presidente Agsm Aim
L’intervista. Il consigliere regionale del Gruppo Misto è componente della Commissione Sanità
Il personaggio. Eccellenza italo-americana nel mondo dei media: “Creo ponti tra Los Angeles e mondi lotani”
Fabrizio Boron: “Siamo ad una svolta storica,
il centrodestra unito per il futuro del Veneto”
Comunicare dal Veneto a Hollywood: la visione creativa di Valentina Martelli
“Per la nostra sanità lavoriamo su personale, organizzazione e liste d’attesa. Pubblico e privato devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche”
L a politica veneta si prepara a una svolta storica con il nuovo governo che uscirà dalle elezioni regionali. A parlare di questa fase cruciale e delle sfide che attendono la Regione è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Misto e componente della Commissione Sanità, che guarda con attenzione ai prossimi mesi elettorali e ai nodi ancora irrisolti in ambito sanitario.
Consigliere Boron, dopo quindici anni di governo Zaia il Veneto si prepara a un cambio di rotta. Sarà davvero una svolta storica?
Sì, siamo davanti a un passaggio epocale. L’epoca di Luca Zaia, durata quindici anni, si conclude perché la legge nazionale prevede il limite dei due mandati consecu-
tivi. Avremo un nuovo presidente e anche un nuovo consiglio regionale. Non è solo un fatto politico, ma anche istituzionale: i cittadini vedranno cambiare un punto di riferimento che è stato stabile per molto tempo. Alcuni lo vivranno con incertezza, altri con curiosità. Io credo che sia l’occasione per rigenerare energie nuove e per ribadire il valore di un Veneto governato con responsabilità e competenza. Il centrodestra si presenterà unito, offrendo un candidato autorevole, capace di garantire continuità ma anche di introdurre elementi di rinnovamento. È un momento che va affrontato con coraggio e con serietà”.
Non abbiamo ancora né la data
delle elezioni né il nome del candidato del centrodestra. Quanto dovremo attendere per avere certezze?
Sulla data la responsabilità è del presidente uscente. La scadenza per la convocazione è il 23 settembre, e si potrà votare fino al 23 novembre. Quindi non ci sono dubbi: entro l’autunno i veneti sceglieranno il nuovo presidente. Per quanto riguarda il candidato, comprendo la curiosità e anche la pressione del centrosinistra, che insiste molto su questo punto. Io sono convinto che il tavolo nazionale deciderà in tempi brevi. Non è una scelta banale, perché serve una persona che sappia unire e che abbia esperienza amministrativa e sensibilità politica. Non basta il carisma: bisogna conoscere bene la macchina regionale. Sono convinto che il nome arriverà a breve e che sarà quello giusto per portare avanti il lavoro fatto in questi anni. La sanità è il tema più sentito
Regione verso l’esercizio provvisorio, ma è polemica
Calzavara: “Atto di responsabilità”, il Pd: “Conseguenza del rinvio del voto”
La Giunta regionale del Veneto ha dato il via libera agli inizi di settembre al disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio 2026, un passo necessario per assicurare la continuità dei servizi pubblici durante il periodo elettorale e fino all’insediamento della nuova Giunta. Il ddl sarà esaminato con urgenza dal Consiglio regionale ma intanto si infiamma il dibattito politico. L’esercizio provvisorio permette di garantire il funzionamento della Regione dal 1° gennaio 2026 fino all’approvazione del nuovo bilancio, comunque non oltre il 30 aprile, assicurando tutte le spese obbligatorie e quelle relative a sanità, fondi europei, PNRR, emergenze e interventi urgenti sul territorio veneto.
“Con questo provvedimento tuteliamo servizi essenziali
dai veneti. Lei è stato presidente della Commissione Sanità e ora ne è componente: quali sono le priorità?
La prima riguarda il personale. Oggi viviamo una carenza di medici e infermieri che rischia di compromettere la qualità dei servizi. Non basta formarne di più: bisogna trattenere quelli che già abbiamo. E per farlo servono condizioni di lavoro migliori, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Troppi nostri professionisti scelgono il privato o addirittura l’estero. È una perdita che non possiamo permetterci.
La seconda criticità riguarda le liste d’attesa. I cittadini lamentano tempi troppo lunghi per visite ed esami, e questo crea frustrazione e, a volte, rinuncia alle cure. Io sono convinto che il problema sia in gran parte organizzativo: la macchina va riorganizzata, sfruttando meglio le potenzialità di pubblico e privato convenzionato. Abbia-
mo una struttura pubblica forte eccellente e abbiamo un sistema privato convenzionato accreditato altrettanto forte e altrettanto eccellente. Queste due gambe del sistema sanitario veneto devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche. Se pubblico e privato remano in direzioni diverse, a rimetterci è solo il cittadino. È qui che dobbiamo intervenire con decisione. (r.r.)
e investimenti strategici per il Veneto, evitando rischi legati a una gestione provvisoria limitata”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara. “Si tratta di un segno di responsabilità e buon governo che ci permette di affrontare serenamente la fase di transizione istituzionale.” Calzavara ha sottolineato come, a differenza di altre regioni in procinto di votare, il Veneto abbia scelto la strada della programmazione, rafforzando così le garanzie per cittadini e servizi pubblici. “Finalmente la Giunta sembra essersi decisa – commenta invece capogruppo del Pd Vanessa Camani –. Lo chiedevamo da giorni, per evitare, almeno, di trascinare il Veneto nella gestione bloccata del bilancio per i primi mesi della nuova legislatura. Certo rimane il vincolo della gestione del bilancio limitata dell’esercizio provvisorio per un tempo lungo, causato dalla scelta scellerata di spostare il voto a fine novembre”. Secondo l’esponente del Partito Democratico il provvedimento è la diretta conseguenza della decisione di rinviare la data delle elezioni regionali. “Zaia venga in aula e se ne assuma la responsabilità politica davanti al Consiglio”.
Frabrizio Boron
Turismo e agricoltura, Federico Caner: “Un Veneto che cresce tutto l’anno”
Turismo e agricoltura, due settori chiave per il Veneto, anche dal punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura e turismo Federico Caner.
Assessore, possiamo tracciare un bilancio della stagione estiva 2025?
Direi che è stata una stagione molto positiva, sia in generale per tutta la regione, sia per il settore balneare che, alla vigilia dell’estate, era considerato un po’ a rischio per le polemiche sui rincari dei prezzi. In realtà la stagione è andata molto bene anche al mare. Oggi il turismo in Veneto non si concentra più solo in pochi mesi, ma continua durante tutto l’anno. Questo è possibile grazie alla varietà delle mete: non ci sono soltanto mare, montagna o lago – che già da soli hanno stagioni lunghe – ma anche città d’arte che forse è meglio visitare proprio nei mesi meno caldi, come ottobre e novembre, periodi perfetti per apprezzarle con più calma.
Quindi un Veneto che si può vivere 365 giorni l’anno?
Esattamente. Anche perché oltre alle città d’arte ci sono mostre di altissimo livello che arricchiscono l’offerta culturale e turistica. E poi c’è un settore che sta crescendo in modo significativo: il cicloturismo.
Lei va in bicicletta?
Sì, vado in bicicletta sia per sport che per turismo. E c’è una buona notizia che riguarda Padova: siamo riusciti a portare qui la fiera internazionale del cicloturismo, dal 2026 e per tre anni consecutivi. Non è stato facile perché c’erano altri concorrenti, ma ci siamo riusciti. È un evento importante perché proprio sul cicloturismo stiamo investendo molto: in Veneto abbiamo quasi 2.000 chilometri di piste ciclabili attrezzate.
Qualche esempio concreto?
La Treviso-Ostiglia, sulla quale stiamo facendo grandi investimenti, ma non solo: ci sono tante altre direttrici sul territorio. Il cicloturismo è una forma di vacanza sostenibile, con valori economici rilevanti: il ciclo-turista medio ha circa quarant’anni, viaggia spesso con la famiglia e spende più di un turista tradizionale. Inoltre in Vene-
to abbiamo un indotto legato alla bicicletta molto forte, con aziende che producono componentistica apprezzata a livello internazionale.
Veniamo all’altro ambito di sua competenza: come sta il settore agricolo veneto?
Il settore primario è fondamentale e strettamente collegato al turismo. Non si fa turismo in una regione dove si mangia male o si beve male. Il Veneto può contare su tantissimi prodotti tipici e a denominazione, soprattutto nel lattiero-caseario. La montagna, in particolare, ci regala prodotti di
qualità che vanno tutelati. E preservare pascoli e prati non è solo una questione agricola: serve anche a difendere il territorio da frane e dissesti idrogeologici.
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A fine mese torna “Caseus” a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Esatto. Caseus era nato come rassegna dei formaggi veneti, poi si è allargato a livello nazionale e oggi ha un carattere internazionale. Noi abbiamo una varietà di formaggi che pochi Paesi al mondo possono vantare: dai prodotti di malga ai freschi, dagli stagionati al Grana Padano. Anche i francesi, che pure hanno il loro Camembert, non possono competere con la nostra varietà.
Quindi agricoltura e turismo viaggiano insieme?
Assolutamente. In un periodo in cui a livello internazionale è sempre più difficile produrre cibo, è fondamentale essere autosufficienti. Investire in agricoltura non significa solo sostenere l’economia, ma anche salvaguardare la nostra identità.
Arriviamo al tema dei tagli europei alla PAC. Come si sta muovendo la Regione Veneto?
Ascoltaci in tutto il Veneto in
team, guidato da Erion “Gianni”. Oltre ai gelati, deliziamo con semifreddi, granite siciliane, crepes e molto altro, rendendo ogni momento speciale.
Noi sosteniamo le aziende agricole, in particolare quelle montane: pur rappresentando il 18% del totale, ricevono quasi il 40% degli investimenti regionali, proprio per le ragioni di cui parlavamo. Ma sosteniamo anche i giovani agricoltori. Il problema è che a livello europeo stiamo passando da 360 miliardi a meno di 300: una riduzione pesantissima. E invece servirebbe il contrario.
Perché?
Perché produrre in modo sostenibile, con attenzione all’ambiente e al biologico, costa di più e non sempre il mercato riconosce questo valore. L’Europa dovrebbe investire di più, non meno. Negli Stati Uniti investono circa 1.000 miliardi, noi scendiamo a 300. È una differenza enorme.
C’è spazio anche per le donne in agricoltura?
Sempre di più, e questa è una notizia positiva. Le donne sono il motore della nostra società, oltre che delle famiglie. Donne e giovani sono il futuro dell’agricoltura veneta.
Federico Caner
Il personaggio. Eccellenza italo-americana nel mondo dei media: “Creo ponti tra Los Angeles e mondi lotani”
Comunicare dal Veneto a Hollywood: la visione creativa di Valentina Martelli
V alentina Martelli, giornalista, conduttrice e ideatrice di progetti internazionali, nel 2005 ha lasciato una carriera solida in Italia per trasferirsi a Los Angeles. Lì ha fondato ITTV International Forum, TechInEntertainment e Showrunner Lab. Martelli lavora per costruire ponti tra mondi lontani, dall’Italia agli USA, passando per il Medio Oriente, sempre con un obiettivo chiaro: mettere in contatto persone, idee e talenti per creare progetti che abbiano un impatto reale. Ho incontrato Valentina a Venezia in occasione dell’82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata.
Allora Valentina, nel 2005 ti sei trasferita a Los Angeles: com’è cambiata la tua vita?
La Los Angeles di vent’anni fa, quando sono arrivata io, non è certo la Los Angeles di oggi. Mi sono trasferita per una scelta d’amore, in un momento molto forte della mia carriera, quando ero conduttrice di telegiornali e inviata all’estero. Ho lasciato tutto per affrontare una nuova sfida: raccontare all’Italia un’America che non fosse solo quella delle celebrità e dell’intrattenimento, ma anche delle storie, delle idee, delle contraddizioni, degli Italiani che come me si erano trasferiti. Los Angeles è una megalopoli che però ha la dimensione di un quartiere. Mi piace dire che Milano sta a New York come Los Angeles sta a Roma. Io ho vissuto in entrambe, Milano e Roma, e avevo giurato di smettere di guidare, sognando una città con mezzi pubblici funzionali… invece eccomi qui, in mezzo al traffico cali-
forniano! Voglio però essere critica: fino a qualche anno fa, ti svegliavi con l’energia di inventare qualcosa di nuovo. Dopo il Covid e gli scioperi che hanno colpito l’industria dell’intrattenimento, oggi si respira un’aria diversa, con un’economia difficile e molta incertezza. Ma Los Angeles rimane un luogo in cui l’innovazione è sempre dietro l’angolo. Devi imparare a conoscerla. E poi o la ami follemente o la detesti. A prescindere però ti entra sottopelle.
Una delle tue creature più interessanti è ITTV International Forum. Ce ne vuoi parlare?
ITTV nasce proprio da Los Angeles, nel 2018. È frutto di un’osservazione, quella del contesto. In un’epoca in cui Netflix e Amazon stavano rivoluzionando il modo di fruire i contenuti, mancava un luogo dove parlare di coproduzioni, distribuzione, storytelling globale. E così è nata l’idea di creare un forum che fosse un ponte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Oggi ITTV è cresciuto: è diventato internazionale, con partecipanti da Canada, Israele, America Latina, Emirati e naturalmente Europa. Accanto a ITTV è nato anche TechInEntertainment, che esplora il rapporto tra tecnologia e contenuto: intelligenza artificiale, blockchain, immersive media. Il nostro obiettivo è quello di connettere, raccontare, costruire visioni condivise.
ITTV ha siglato una partnership con Dubai International Content Market (DICM). Cosa significa per te questa espansione in Medio Oriente?
È una partnership bidirezionale. Da un lato, per noi significa aprire una finestra su un mercato in grande
fermento, come quello degli Emirati Arabi, sempre più interessati alla cultura, alla tecnologia, all’intrattenimento. Dall’altro, per DICM, collaborare con ITTV è un modo per affacciarsi sul mercato americano, in un contesto strategico e selezionato. In un momento in cui il settore audiovisivo è ancora in fase di ricostruzione post-pandemia, creare sinergie tra ecosistemi diversi è fondamentale. ITTV diventa così una piattaforma che unisce mondi, genera progetti, costruisce relazioni. Tra i tuoi progetti c’è anche lo Showrunner Lab. Come prepari i nuovi talenti alle sfide del racconto televisivo e cinematografico internazionale?
Lo Showrunner Lab, che insieme a Cristina Scognamillo ho fondato con Fondazione Sistema Toscana, nasce dall’esigenza di formare una figura che in Italia ancora non esiste in modo strutturato: lo showrunner. È il punto di riferimento di una serie, come un regista lo è per un film. Deve conoscere tutti gli aspetti di una produzione, non solo quelli creativi. Credo fortemente che la nuova generazione debba essere preparata
a lavorare in contesti globali, senza dimenticare la propria identità. Peccato che negli ultimi due anni non siamo riuscite ad organizzarlo. Gli stiamo cercando una nuova “casa”. Vivi tra California e Italia. Che sfide e ispirazioni trovi nel conciliare un’identità globale?
È un equilibrio continuo, spesso difficile, ma anche straordinariamente ricco. La California è sempre stata un laboratorio del futuro. Oggi, con l’impulso dell’intelligenza artificiale, si sta reinventando di nuovo, anche se vive una crisi profonda, specie a Los Angeles. Vedremo come la città saprà rilanciarsi in vista delle Olimpiadi del 2028. Dall’altra parte, l’Italia mi dà profondità, bellezza, visione. Dopo ventidue anni qui, mi sento ancora profondamente italiana, ma dentro di me vive anche un’anima americana. Sono parte di una comunità globale che cerca di ridisegnare il futuro, non solo dell’intrattenimento, ma della nostra società. Un futuro “challenging”, come dicono qui, ma anche pieno di possibilità.
Com’è il Veneto visto dagli USA? Come ci vedono gli americani?
Il Veneto è associato, ovviamente, a Venezia — che resta uno dei luoghi più iconici al mondo — ma oggi è anche sinonimo di prosecco! Non esiste ristorante qui che non abbia almeno una bottiglia in carta. Ma oltre a questo c’è molto di più: il nostro spirito imprenditoriale, la qualità del lavoro, l’attenzione alla cultura e alla bellezza. Gli americani ci guardano con ammirazione e curiosità, anche se spesso attraverso un filtro un po’ romantico. Sta a noi raccontare un’Italia e un Veneto contempora-
nei, capaci di innovare, di stupire, di essere competitivi nel mondo. Prima di salutarci, puoi anticiparci qualcosa sull’edizione 2025 di ITTV International Forum?
Il 2025 è l’anno del cambiamento. ITTV e TechInEntertainment si rinnovano trasformandosi in esperienze più selettive, più curate, più strategiche. Meno eventi generalisti, più momenti riservati: executive labs, private salons, attivazioni culturali internazionali. Continueremo a essere presenti a Venezia, come abbiamo fatto anche in queste settimane, durante la Mostra, con panel dedicati, e a Los Angeles in autunno, ma con un taglio ancora più visionario. Parleremo di distribuzione globale, produzioni glocal, immersive media, e nuove opportunità di business alla luce delle sfide dell’AI. Ma soprattutto, continueremo a dare spazio a chi ha qualcosa di autentico da dire: talenti capaci di unire creatività e impatto, con la voglia di costruire — insieme — il futuro dell’intrattenimento.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Valentina Martelli
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Despar Nord lancia Stickermania: un’avventura
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donati a più di 2.300 scuole, Despar Nord rinnova il suo impegno con Scuolafacendo 2025/2026, il progetto nazionale a sostegno dell’istruzione. Dal 15 settembre al 19 ottobre 2025, nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar, ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine Stickermania contenente un “Buono Scuola” che potranno destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. I buoni potranno essere consegnati direttamente alle scuole o caricati sul sito del progetto www.scuolafacendo.com e sull’app dedicata. In più, tramite l’App Despar Tribù sarà possibile convertire i propri Punti Cuore in ulteriori buoni fino al 16 novembre.
Per ogni Punto Cuore che i clienti convertiranno tramite l’App Despar Tribù, Despar Nord ne regalerà uno aggiuntivo.
Quest’anno Scuolafacendo si arricchisce inoltre di un’iniziativa speciale: il contest creativo “Gli Eroi del Buon Cibo”, realizza-
tivo gratuito di Despar pensato per le scuole primarie e dedicato ai corretti stili di vita e alla sana alimentazione. Il concorso invita le classi a realizzare un disegno e/o un racconto il cui protagonista sia un supereroe che combatte la cattiva alimentazione, promuovendo l’importanza di una dieta sana ed equilibrata.
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Le scuole, attraverso la raccolta dei buoni, avranno la possibilità di scegliere strumenti e materiali didattici da uno speciale catalogo che include oltre 60 articoli per arricchire gli ambienti scolastici e la didattica. Il progetto è rivolto alle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, pubbliche e paritarie.
Con Stickermania, Scuolafacendo e Le Buone Abitudini, Despar Nord conferma il proprio impegno per scuola, territorio e comunità, valorizzando educazione, sostenibilità e attenzione alle persone.
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ha
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il nuovo
corso nuovo e coerente con ciò che avevano già costruito. Oggi quell’intuizione è diventata realtà, con un progetto capace di unire la cura
Se c’è un momento che Michela ama più di tutti, è quello della progettazione. Quando i fici, immaginare i colori, i loro occhi cambiano espressione. La casa smette di essere un’idea astratta e diventa una realtà tangibile, pronta ad accogliere una nuova fase della vita. È in quell’istante che la professionalità si intreccia con l’emozione, perché una casa non è mai solo
Un altro punto di forza di Immobiliare PER è il radicamento nel territorio padovano. Le aree di riferimento sono Limena, Cittadella, Abano, Selvazzano, Vigodarzere e altre località vicine. Operare in un contesto circoscritto consente to e un cantiere seguito con continuità. È un valore che i clienti riconoscono e apprezzano, perché significa avere sempre un interlocutore
significa dare nuova vita a uno spazio esistente, trovare la casa giusta è il primo passo per costruire il futuro. Da qui, la decisione di dar vita a Immobiliare PER, un progetto che parte
tempo. Questo approccio integrato permette di evitare ciò che spesso scoraggia chi cerca casa: decine di visite inconcludenti, immobili senza reale potenziale, preventivi che lievitano strada facendo. Con Immobiliare PER, ogni proposta è frutto di un’analisi tecnica approfondita: struttura, impianti, spazi, possibilità di trasformazione. Solo ciò che ha un futuro reale entra a far parte
Come spesso accade, le idee nascono dalle esperienze quotidiane. Michela e Filippo ricordano ancora con un sorriso la battuta di una cliente, dopo la ristrutturazione del suo bagno: “La prossima volta mi trovate anche la casa, vero?”. Una frase detta quasi per gioco, che col tempo si è trasformata in una visione concreta. Non un salto nel vuoto, ma l’avvio di un per-
“Immobiliare PER è come un viaggio in treno. Sali, ti siedi e arrivi a destinazione senza . Ed è to: off rire alle persone un percorso lineare e sicuro, dall’individuazione dell’immobile alla consegna delle chiavi, senza interruzioni né
Immobiliare PER è una realtà nuova, ma già solida nelle sue fondamenta. Non è solo un marchio, ma una promessa: PER ristrutturare. PER trovare casa. PER semplificare la vita a chi cerca un nuovo inizio. E sempre, con le persone giuste al fianco.
Autunno in casa: colori caldi e atmosfere accoglienti per la nuova stagione
Con l’arrivo dell’autunno la casa cambia pelle: gli spazi tornano a raccoglierci, i colori si scaldano, i materiali puntano su comfort e naturalezza. Dopo mesi di vita all’aperto cresce la voglia di ambienti avvolgenti, da vivere con lentezza. Le tendenze del 2025 confermano il ritorno ai toni della terra – mattone, terracotta, sabbia, senape – e al verde bosco, in dialogo con beige e grigi caldi. La palette crea uno sfondo rassicurante su cui inserire accenti più intensi, come il blu notte o il bordeaux, per dare profondità a salotti e zone pranzo. I tessuti diventano protagonisti. Plaid in lana, coperte in cashmere rigenerato, cuscini in velluto e bouclé aggiungono volume e comfort tattile, mentre tende in lino pesante filtrano la luce senza chiudere gli spazi. Cresce la scelta responsabile: legni certificati, vernici a bassa emissione, rivestimenti riciclati o di origine vegetale raccontano un progetto d’interni attento all’ambiente e alla salute domestica.
L’illuminazione è la leva più efficace per cambiare atmosfera. Le giornate più corte richiedono luci calde e diffuse: lampade da tavolo e piantane con dimmer regolabile consentono di modulare l’intensità in base ai momenti – lavoro, relax, lettura – evitando zone d’ombra. Molto di tendenza le strisce LED nascoste su boiserie e retro mensole, che disegnano la stanza senza abbagliare.
Funzionalità e accoglienza si incontrano nei mobili multifunzionali: tavoli estensibili per cene improvvisate, divani modulari che si riconfigurano, poufcontenitore e scrivanie a scomparsa per chi lavora da casa. L’obiettivo è uno: ottenere flessibilità senza rinunciare al carattere. L’autunno è anche il momento per riorganizzare: svuotare, selezionare, riallestire wall system e librerie con oggetti significativi e pochi pezzi d’autore.
La natura resta protagonista. Piante robuste come ficus, monstera, felci e sansevieria portano verde e
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qualità dell’aria nelle stanze; nei balconi bastano lanterne, candele e plaid tecnici per vivere l’outdoor anche con qualche grado in meno. Un tappeto flatweave in fibra resistente protegge i pavimenti esterni e scalda visivamente l’insieme.
Infine, il fascino del second hand design: recuperare un tavolo vintage, rinfrescare una credenza con una vernice opaca o cambiare le maniglie di una cassettiera regala carattere e sostenibilità, con budget contenuti. Un mix di nuovo e riuso, classico e contemporaneo, che rende unico ogni interno.
Autunno significa rallentare e prendersi cura degli spazi. Con pochi interventi mirati – luce, tessili, ordine, verde – la casa diventa un rifugio su misura, pronto ad accogliere relazioni, lavoro e tempo per sé. In camera da letto, copripiumini in percalle e coperte stratificate danno comfort senza pesare; in cucina, note in ottone scaldano neutri. Una candela al legno di cedro firma l’ambiente con un profumo caldo.
Domotica. Dalla porta d’ingresso ai sensori, la casa diventa più sicura e facile da gestire
Sicurezza smart: videocitofoni, serrature e allarmi intelligenti rendono la casa più sicura e autonoma
La casa sicura è oggi più smart: allarmi wireless, videocitofoni intelligenti e serrature digitali si integrano con la domotica e si gestiscono dallo smartphone. Sicurezza accessibile e sempre connessa
La sicurezza in casa non è più un lusso ma una necessità quotidiana. Oggi i sistemi di allarme sono più accessibili, semplici da installare e profondamente integrati con la domotica: si controllano da smartphone, inviano notifiche e dialogano con luci, serrature e videocamere.
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Progettazione di interni
Fornitura superfici gres, legno, resine e resilienti
Il punto di partenza è spesso il videocitofono intelligente, che permette di vedere chi suona, interagire da remoto e registrare i passaggi sospetti. A questo si affiancano telecamere interne ed esterne con visione notturna e rilevazione del movimento; i modelli più evoluti distinguono persone, animali e veicoli, riducendo i falsi allarmi. Per chi vive in condominio, mini-cam a batteria e campanelli video sono soluzioni non invasive e facili da spostare.
I kit antifurto wireless combinano sensori magnetici su porte e finestre, sensori volumetrici, sirene interne ed esterne e una centrale con SIM o connessione Internet. L’installazione è spesso alla portata di un tecnico abilitato in poche ore, senza tracce nei muri. La presenza di batteria tampone e canale cellulare garantisce continuità anche in caso di blackout o di rete assente.
Piccoli
Le serrature smart consentono l’accesso con codice, app o impronta, creano chiavi virtuali temporanee per ospiti e notificano ogni apertura. L’integrazione con l’illuminazione permette scenari automatici: le luci perimetrali che si accendono al passaggio, o in caso di allarme, agiscono da deterrente. Anche i sensori di perdite d’acqua, fumo e monossido si collegano alla stessa piattaforma e proteggono la casa dai rischi non intenzionali.
Un consiglio pratico: prima dell’acquisto, valutare copertura Wi-Fi, autonomia delle batterie e qualità delle app. È utile scegliere dispositivi certificati, aggiornabili nel tempo e compatibili con i principali ecosistemi domestici. Infine, non dimenticare le buone abitudini: porte e finestre chiuse, vicinato informato, niente foto delle vacanze in tempo reale. Per privacy e conformità, preferire salvataggi su cloud europei o registrazione locale su NAS; attivare l’autenticazione a due fattori e aggiornare il firmware. Utile anche segnalare l’area video e usare luci crepuscolari: spesso bastano a scoraggiare. Verifica periodica.
gesti, grande sicurezza: come proteggere casa senza spendere troppo
Non solo impianti: a volte sono le buone abitudini quotidiane a rendere la casa più sicura
Proteggere la propria abitazione non significa per forza investire subito in impianti sofisticati. Spesso bastano abitudini semplici e costanti. La prima regola è chiudere bene porte e finestre, anche per assenze brevi, evitando di lasciare chiavi di scorta in luoghi prevedibili. Un buon rapporto di vicinato aiuta: concordare il ritiro della posta e un giro di luci nelle serate di assenza riduce i segnali di casa vuota.
Utili ed economici i timer per le lampade: programmare accensioni a orari diversi simula la presenza. All’esterno, una luce crepuscolare o con sensore di movimento illumina ingressi e camminamenti, scoraggiando gli avvicinamenti. Anche videocitofoni e campanelli intelligenti dal costo contenuto possono notificare in tempo reale passaggi sospetti. Un’attenzione speciale va ai social: meglio condividere le foto delle vacanze a posteriori, senza indicare periodi di assenza. Dentro casa, non lasciare in vista scatole di prodotti costosi, documenti o dispositivi di valore; etichettare con discrezione i pacchi da smaltire evita di rivelare nuovi acquisti. Infine, ordine e manutenzione: serrature lubrificate, infissi in buono stato e allarmi della porta basculante del garage
funzionanti fanno la differenza. Con pochi gesti mirati – luci, orari, discrezione – la sicurezza quotidiana cresce senza gravare sul budget. Password Wi-Fi e router aggiornati restano essenziali per tutti.
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AmorBimbi si distingue perché priva di pesticidi, glifosato e residui di trattamenti chimici, con un contenuto di micotossine ridotto dell’80% rispetto al limite europeo. È il risultato di un percorso produttivo accuratamente controllato, dalla filiera corta del grano italiano alla molitura, fino al confezionamento. Ogni lotto viene analizzato e certificato per garantire la massima sicurezza igienico-sanitaria.
ce di soddisfare i gusti di grandi e piccoli, dagli appassionati delle pizze classiche agli amanti delle proposte più creative.
La filosofia del locale è racchiusa in una frase che accompagna da sempre il lavoro dei titolari: “Ognuno di noi è il risultato di ciò che mangiamo e di come mangiamo”. Una convinzione che si traduce ogni giorno nella scelta di ingredienti sani, sicuri e di qualità.
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a mangiar sano in cucina
“ciò
priva di pesticidi o glifosato e con l’80% in meno di micotossine rispetto al limite
na nata principalmente per lievitati dolci e salati, per il consumo sicuro, nella fascia
tore dunque sensibile ed ottima pertanto anche per un consumatore adulto, di ogni età. Per la nostra pizza utilizziamo la farina “AmorBimbi”, di grano tenero italiano, proveniente da “filiera corta” e processi certificati, frutto della collaborazione fra il Molino Moras di Trivignano (UD) attivo fin dal 1905 e l’Istituto Superiore della Sanità. Una farina innovativa per un sano cibo.
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Sanità veneta, cambio al vertice dello IOV: Bonavina
saluta, Benazzi nuovo Commissario
Cambio ai vertici dello IOV, l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS. Dal 1° settembre Francesco Benazzi, attuale direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, assumerà l’incarico di Commissario dell’istituto, succedendo a Maria Giuseppina Bonavina, in uscita per pensionamento. L’annuncio arriva direttamente dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha firmato oggi il decreto di nomina. Una decisione all’insegna della continuità e dell’esperienza. “È una staffetta tra due punte di diamante della sanità veneta”, ha sottolineato Zaia, ringraziando pubblicamente Bonavina per una carriera iniziata nel 1987 e sviluppatasi tra incarichi dirigenziali di primo piano in diverse aziende sanitarie del Veneto, compreso lo stesso IOV. “Con lei – ha aggiunto il Governatore – abbiamo avuto una guida autorevole, capace di affrontare sfide complesse con
lucidità, fermezza e visione”.
L’incarico affidato a Benazzi sarà svolto a titolo gratuito e si inserisce in un percorso già avviato: il manager trevigiano segue infatti da tempo la sede IOV di Castelfranco Veneto, operando in sinergia con l’istituto oncologico. “Non è solo un profilo tecnico di altissimo livello – ha sottolineato ancora Zaia – ma anche la persona giusta per garantire una visione complessiva e integrata dell’istituto. Lo ringrazio per la disponibilità e gli auguro buon lavoro”.
Apprezzamento per entrambi i manager è stato espresso anche dall’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin: “Un sincero grazie alla dottoressa Bonavina per l’impegno straordinario, e i migliori auguri a Benazzi per questo nuovo importante incarico”.
Redazione Salute
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L’ospedale di Padova pioniere della lotta all’epilessia
L’operazione è stata guidata dal professor Andrea Landi, insieme alle dottoresse Valentina Baro e Giulia Furlanis, mentre il paziente era seguito dal dottor Filippo Dainese. L’intervento è stato coordinato dalla squadra di Neurochirurgia Pediatrica e Funzionale diretta dal professor Luca Denaro. Il trattamento ha previsto l’impianto di uno stimolatore speciale, posizionato sotto la pelle e fissato al cranio, che invia piccoli impulsi elettrici al cervello per ridurre le crisi epilettiche. L’intervento è rapido, poco invasivo e richiede una degenza di appena due giorni. Già nelle settimane successive si può notare una diminuzione delle crisi di oltre la metà.
Il sistema utilizzato, chiamato EASEE, era già usato in Germania, Austria e Svizzera. Ora Padova è il primo centro italiano a sperimentarlo, rafforzando il ruolo della città come punto di riferimento per la ricerca medica e per la cura di malattie complesse.
Elisa Cavinato, consigliere regionale della Lega – Liga Veneta, ha commentato: “Un intervento eccezionale che restituisce speranza ai pazienti e mette Padova ancora una volta all’avanguardia della medicina. Orgoglio veneto: la competenza e la professionalità dei nostri chirurghi hanno fatto la differenza”.
Innovazione. IRP Città della Speranza ottiene microscopio confocale “Spinning Disc” per HCI
A Padova il microscopio che rivoluziona la diagnostica oncologica pediatrica: una tecnologia unica in Italia
Un passo avanti fondamentale per la ricerca pediatrica in Veneto e in Italia: l’Istituto di Ricerca Pediatrica (IRP) Città della Speranza di Padova ha inaugurato oggi il nuovo microscopio confocale “Spinning Disc” per High Content Imaging, unico nel suo genere nel Paese destinato alla diagnostica avanzata.
Lo strumento, costato circa 300mila euro, è stato reso possibile grazie a una generosa donazione della Lions International Foundation, al contributo di BVR Banca Veneto Centrale e ad altre offerte della comunità a sostegno di Città della Speranza. Già operativo, il microscopio permette di analizzare un numero elevatissimo di campioni e di estrarre informazioni biologiche fondamentali grazie all’ausilio di software basati su intelligenza artificiale.
«Questo strumento rappresenta un salto di qualità nella diagnostica oncologica pediatrica – ha sottolineato l’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, presente all’inaugurazione
– e conferma il ruolo dell’IRP come centro di eccellenza nazionale e internazionale, migliorando la cura dei piccoli pazienti grazie alla personalizzazione delle terapie.»
Il microscopio consente inoltre di rafforzare la collaborazione con i 49 ospe-
dali pediatrici italiani aderenti all’AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica), ricevendo campioni per diagnosticare, caratterizzare e personalizzare le terapie delle malattie oncoematologiche.
Per il Direttore Scientifico dell’IRP, Prof. Eugenio Baraldi, «questa tecnologia di ultima generazione è fondamentale per implementare la medicina personalizzata, garantendo diagnosi precoci e l’utilizzo mirato delle terapie». Sulla stes-
sa linea il Presidente dell’IRP, Franco Masello, che ha auspicato la continuità del sostegno della Regione Veneto per il prossimo grande progetto della Seconda Torre della Ricerca.
I rappresentanti dei donatori, tra cui il Past Governatore Lions Enrico Barbato e il Vicepresidente vicario di BVR Flavio Stecca, hanno espresso entusiasmo per il contributo alla ricerca scientifica e per il sostegno concreto alle famiglie dei piccoli pazienti.
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Ospedali più sicuri, il Veneto approva la mozione per proteggere il personale sanitario
Un passo avanti concreto per tutelare chi lavora ogni giorno in corsia, spesso sotto pressione e, sempre più spesso, a rischio aggressioni. È stata approvata in Consiglio regionale del Veneto una mozione a tutela della sicurezza del personale sanitario all’interno degli ospedali, in particolare nei Pronto Soccorso, dove il fenomeno della violenza contro medici, infermieri e operatori è purtroppo in aumento.
A presentarla è stato Enoch Soranzo, vicepresidente del Consiglio Regionale, insieme ai colleghi Pavanetto, Casali, Formaggio e Razzolini. “Chi cura non deve avere paura. È inaccettabile che chi si dedica agli altri rischi la propria incolumità”, ha dichiarato Soranzo, sottolineando l’importanza di un segnale forte da parte delle istituzioni. La mozione impegna la Giunta regionale a:
• Effettuare una mappatura degli ospedali per identificare le strutture prive di adeguate misure di sicurezza;
• Definire un protocollo operativo con le Forze dell’Ordine, per garantire una presenza visibile nei reparti più sensibili;
• Promuovere percorsi formativi congiunti, sia per il personale sanitario (nella gestione di situazioni critiche), sia per le forze dell’ordine (con corsi di primo soccorso).
“Oltre alle leggi più dure già approvate a livello nazionale,” ha aggiunto Soranzo, “serve un lavoro capillare di prevenzione e collaborazione. La presenza delle forze dell’ordine può essere un deterrente immediato, ma serve anche dotare il personale di strumenti per affrontare situazioni di tensione senza lasciarli soli”.
L’obiettivo della mozione è chiaro: restituire serenità a chi lavora negli ospedali e, allo stesso tempo, rafforzare la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario. “Non possiamo più permettere che chi salva vite rischi la propria per colpa di atti di violenza.
Difendere chi ci cura non è solo una priorità politica, è una questione di civiltà”, ha concluso il vicepresidente.
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sioterapista si avvale anche dell’uso di particolari apparecchiature come l’elettrostimolazione, il biofeedback o di dispositivi come palloncini rettali e dilatatori per poter migliorare la percezione e la funzionalità della
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Sanità pubblica. Un anticorpo monoclonale protegge bambini vulnerabili e alleggerisce ospedali
Bronchiolite, in Veneto torna la campagna di prevenzione per i più piccoli: in calo i ricoveri del 70%
Lanzarin: “Un successo che ha già salvato centinaia di bambini
dai ricoveri”
Apartire da ottobre 2025, la Regione Veneto rilancia la campagna di profilassi contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), responsabile della bronchiolite nei bambini sotto l’anno di età. Dopo l’ottimo risultato della prima edizione, l’iniziativa si estenderà anche quest’anno a tutti i neonati nati durante la stagione virale (ottobremarzo) e a quelli più vulnerabili fino ai 24 mesi.
«Si tratta di un intervento preventivo fondamentale – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – che ha già dimostrato un impatto significativo sulla salute dei bambini e sulla riduzione dei ricoveri ospedalieri».
Introdotta nel 2024 grazie all’utilizzo di un anticorpo monoclonale specifico contro il VRS, la campagna ha segnato una vera svolta. Nei mesi invernali 2024/25 i ricoveri nei bambini sotto l’anno di vita si sono ridotti da 1.154 a 345, con un calo del 73%
delle giornate di degenza e una diminuzione del 79% dei passaggi in terapia intensiva neonatale. Nel primo anno di attivazione, sono state somministrate oltre 28.000 dosi: il 70,5% ai nati fuori stagione e l’83,5% a quelli nati nel periodo di maggiore esposizione. Un risultato reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra ospedali, pediatri di famiglia, servizi territoriali e famiglie.
«La risposta dei cittadini è stata eccezionale – aggiunge Francesca Russo, Direttrice della Prevenzione regionale – segno che le famiglie riconoscono il valore della preven-
La campagna sarà gratuita e su base volontaria, rivolta sia ai neonati che nasceranno tra ottobre 2025 e marzo 2026, sia ai bambini già nati ma considerati fragili fino ai due anni di età. La protezione offerta dall’anticorpo coprirà l’intera stagione virale, riducendo sensibilmente il rischio di complicazioni.
«Siamo di fronte a un esempio virtuoso di sanità pubblica – conclude Lanzarin – che con un investimento mirato riesce a proteggere i più piccoli, ridurre la pressione sugli ospedali e offrire maggiore serenità alle famiglie».
Presentato il progetto definitivo del Nuovo Ospedale di Padova Est: sarà il più grande polo sanitario d’Italia
Un passo decisivo verso la realizzazione del Nuovo Ospedale di Padova Est. Alla presenza del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, si è svolta la cerimonia di consegna del progetto definitivo del futuro polo sanitario. Il nuovo ospedale, una volta completato e affiancato al Giustinianeo, costituirà il più grande complesso ospedaliero d’Italia, con 1.700 posti letto e un’offerta di alta specialità in grado di attrarre pazienti da ogni parte del Paese e dall’estero. Un’infrastruttura pensata non solo come punto di riferimento per la sanità, ma anche come volano per l’economia e l’occupazione locale.
Sul fronte della mobilità, il progetto prevede interventi strategici come il potenziamento della Strada Regionale 308, la Strada del Santo, per cui la Regione ha già stanziato 50 milioni di euro, in particolare per l’allargamento del tratto compreso tra gli svincoli 18 e 19. Contestualmente, l’Assestamento di bilancio 2025, recentemente approvato dal Consiglio regionale, ha destinato ulteriori fondi alla sicurezza idraulica, alla rete viaria e al consolidamento degli argini nell’area destinata a ospitare il nuovo polo ospedaliero.
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Il dibattito. Il candidato presidente del centrosinistra denuncia l’aumento delle aggressioni al personale sanitario
Sanità veneta in crisi, Manildo lancia il suo piano: “Più sicurezza, più personale, più investimenti”
Aggressioni quotidiane e carenza di personale mettono sotto pressione la sanità veneta. Manildo propone sicurezza, fondi regionali maggiori, incentivi al personale e rafforzamento dei servizi territoriali
La sanità pubblica veneta è sotto pressione, tra aggressioni in aumento e carenza di personale. Giovanni Manildo, candidato presidente del centrosinistra per la Regione Veneto, lancia un forte allarme e presenta un pacchetto di proposte per affrontare la crisi.
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«Nel 2024, solo in Veneto, si sono registrate oltre 2.500 aggressioni ai danni di medici e infermieri, quasi otto ogni giorno», denuncia Manildo, sottolineando come queste violenze non siano più casi isolati ma la spia di un sistema che vacilla. La carenza di oltre 3.000 operatori sanitari, stipendi bassi e turni massacranti aggravano una situazione già difficile, spingendo molti a lasciare il servizio pubblico.
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Manildo propone un “piano straordinario di assunzioni” e un aumento strutturale dei fondi regionali per la sanità, equiparando il Veneto alle regioni più virtuose d’Italia. Sul fronte sicurezza, propone presidi fissi nei pronto soccorso, controlli agli accessi, tecnologie di sorveglianza e risarcimenti immediati per le vittime di aggressioni, oltre a un patto nazionale
tra Regioni e Ministero dell’Interno. «Proteggere chi cura è fondamentale per ricostruire un rapporto di fiducia con la comunità», afferma Manildo, che auspica anche la valorizzazione dei per-
corsi di carriera, incentivi per lavorare nei territori più fragili, e un rilancio della medicina territoriale. «La salute è un diritto e il Veneto deve garantire questo diritto a tutti».
Tornati dalle vacanze estive, attenzione agli incidenti in casa: consigli pratici per proteggere tutta la famiglia
In Veneto, gli incidenti domestici restano sottovalutati: cadute, ustioni e intossicazioni causano migliaia di accessi ospedalieri. Esperti raccomandano sicurezza su finestre, apparecchi elettrici e prodotti chimici
Con il ritorno dalle vacanze, molti cittadini del Veneto si ritrovano a dover fare i conti con un pericolo spesso sottovalutato: gli incidenti domestici. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, solo 7 persone su 100 considerano alto il rischio di infortunarsi in casa, mentre l’indagine PASSI stima che siano circa 26.000 gli adulti tra i 18 e i 69 anni residenti nel territorio dell’Ulss 6 Euganea che, nell’ultimo anno, hanno dovuto rivolgersi al medico di base o al Pronto Soccorso dopo un incidente domestico. L’estate porta con sé fattori che aumentano il rischio: più tempo libero, uso intensivo di apparecchi elettrici e dispositivi portatili, disattenzione dovuta al caldo, e bambini più liberi grazie alle vacanze scolastiche. Tra i pericoli più frequenti ci sono le cadute da finestre e balconi, soprattutto quando rimangono aperti per arieggiare la casa. Gli esperti raccomandano di installare blocchi di sicurezza e di evitare di posizionare mobili sotto le finestre.
Ustioni da ferri da stiro, piastre per capelli, barbecue o pentole calde rappresentano un altro rischio tipico dei mesi caldi: mai lasciare incustoditi questi oggetti quando sono in uso e mantenerli
lontani dai bambini. Anche l’elettricità può diventare pericolosa con l’uso intenso di ventilatori, climatizzatori e dispositivi portatili; è bene evitare prese multiple e non utilizzare apparecchi elettrici con mani bagnate o vicino a piscine. Avvelenamenti e intossicazioni, spesso causati da prodotti per la pulizia o repellenti per insetti, richiedono attenzione: i lavori in giardino andrebbero fatti evitando le ore più calde, utilizzando crema solare e repellenti. Il caldo accelera inoltre il deterioramento degli alimenti: frigorifero e scadenze vanno monitorati con cura.
Negli ultimi tre anni, gli accessi per incidenti domestici nei Pronto Soccorso di Cittadella, Camposampiero, Piove di Sacco, Schiavonia e Montagnana hanno rappresentato circa l’8% del totale, pari a circa 15.000 all’anno, con 1.000 casi che hanno richiesto il ricovero. Traumi, ustioni e intossicazioni restano le cause principali. “Si tratta di incidenti ‘della porta accanto’, spesso sottovalutati, ma che possono avere un forte impatto sul benessere di tutta la famiglia”, avverte il dr. Luca Sbrogio, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea.
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18:30 visita guidata a Y-40 The Deep Joy. 19:30 ingresso all’area termale con piscine e Spa.
2 0:30 proiezione delle animazioni più sorprendenti di Lago Film Fest tra commedia, fantascienza, sperimentale ed erotico.
APNEA
Sabato 27 Settembre - Giornata intera o solo serata
Dalle 9:00 ingresso all’area termale con piscine e Spa.
18:30 DJ set a bordo piscina.
20:00 intervento musicale a tema cinema del Duo Orvieto. 20:30 proiezione de Il Barbiere Complottista di Valerio Ferrara e C’è da ridere: selezione di corti comedy italiani da LFF. Nel pomeriggio visita guidata a Y-40. Realizzazione di un micrometraggio in acqua col regista Valerio Ferrara e live podcast. www.CINETERME.com
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