Mattarella per i 75 anni di Medici con l’Africa Cuamm a Padova
Giovanni Manildo:
“Presenza rafforzata”; due seggi per Szumski: “La nostra impresa”
Le sfide di Stefani
Nel momento in cui stiamo scrivendo si stanno completando tutte le verifiche degli eletti e poi potrà, finalmente, partire il nuovo consiglio regionale del Veneto. E dovrà essere una partenza decisamente a tutta velocità perché c’è un bilancio da approvare senza il quale l’azione amministrativa, di fatto, sarebbe fortemente rallentata se non, addirittura, in stallo.
Le sfide che attendono il neo presidente Alberto Stefani sono molte e gravose. Il Veneto che è chiamato a governare sta manifestando delle fragilità che, almeno in parte, sono inedite. Il sistema produttivo, infatti, mai come in questa fase vive inquietudini importanti. Gli indicatori, ormai da un po’ di tempo, dicono che la “locomotiva d’Italia” potrebbe fermarsi da un momento all’altro. Altro fronte particolarmente caldo è quello sanitario. In Veneto la sanità, per la qualità delle prestazioni erogate, continua a essere un’eccellenza, ma la ripresa post covid sembra essere più faticosa del previsto, tra liste d’attesa che scorrono sempre troppo lentamente e un numero crescente di cittadini che rinuncia alle cure perché non può permettersi di rivolgersi alle strutture private.
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NATALE 2025 DA VIVERE INSIEME: PROTAGONISTI
Padova si illumina e si veste a festa, decine gli eventi fino all’Epifania, attenzione ai più bisognosi, si moltiplica la solidarietà
Assemblea Confindustria: chiesta l’attenzione del Governo ma mancano autocritica e contenuti
Libri e fumetti “made in Veneto” la nostra top 10 delle uscite 2025
Il vicesindaco esporta in Regione il “modello Padova”, Mosco raccoglie i frutti di anni di politica e di impegno MICALIZZI E MOSCO FANNO IL PIENO DI VOTI E
REGIONE: SI APRE L’ERA DI ALBERTO STEFANI
I primi impegni e le promesse da mantenere: “Gli assessori dovranno occuparsi delle loro materie, non delle beghe politiche”
Il Veneto che verrà
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
L a vittoria di Alberto Stefani segna nella nostra regione un punto di svolta soprattutto generazionale. A 33 anni, il neo-presidente entra nella storia del Veneto e dell’Italia come il più giovane governatore in carica, raccogliendo l’eredità di Luca Zaia dopo una campagna che ha delineato continuità ma anche la ricerca di nuovi stili e linguaggi, di un nuovo modo di porsi sulla scena politica, almeno in questa fase.
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Torre degli Anziani, Padova ammirata da 47 metri di altezza
Dopo oltre un anno di restauri, la Torre degli Anziani ha riaperto al pubblico dallo scorso 10 dicembre, offrendo per la prima volta nella sua lunga storia la possibilità di raggiungere la sommità e ammirare da 47 metri d’altezza un panorama unico sulla città, dai Colli Euganei alle Prealpi. L’accesso avviene attraverso una nuova scala interna di 190 gradini, che sostituisce quella lignea settecentesca ormai pericolante. Le visite sono contingentate a 20 persone per turno, precedute dalla proiezione di un filmato introduttivo nella nuova saletta multimediale allestita alla base della Torre.
Per ragioni strutturali non è stato possibile installare un ascensore, ma un sistema di telecamere permette anche alle persone con difficoltà motorie di osservare in tempo reale il panorama dalla sala video. Le visite saranno gratuite fino al 6 gennaio, con prenotazione obbligatoria; dal giorno seguente entreranno in vigore le tariffe, variabili dai 6 ai 12 euro, con riduzioni per gruppi, studenti e residenti. La Torre degli Anziani, nota anche come Torre Bianca o Torre Civica, è il più antico edificio civico sopravvissuto a Padova, risalente al XIII secolo. Rischiò la demolizione nel 1938 a causa di gravi lesioni, ma fu salvata l’anno successivo grazie a un intervento innovativo dell’ingegner Forlati. Il recente restauro ha previsto consolidamenti, il recupero delle strutture lignee, il rifacimento della copertura e un nuovo sistema di scale che consente di raggiungere la terrazza panoramica a 44 metri. L’assessore alla Cultura Andrea Colasio definisce la riapertura “un’operazione culturale di grande valore”, sottolineando come la Torre rappresenti la storia civile della città e la libertà comunale conquistata nel Medioevo. Il ritorno alla fruizione pubblica, aggiunge, è un tassello fondamentale nella valorizzazione del patrimonio storico padovano.
Sara Busato
Per la prima volta aperta al pubblico, gratuitamente con prenotazione fino al 6 gennaio
Il Veneto che verrà
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Ora la prova è nella partita per la composizione della giunta e nelle promesse programmatiche, a partire dai piani “giovani, sociale, lavoro, ambiente” più volte richiamati, che già tracciano priorità differenti rispetto al passato. Il voto, netto e ampio nei numeri, con percentuali che certificano una larga affermazione del centrodestra, sebbene il centrosinistra abbia recuperato terreno, ha un doppio significato: legittima il nuovo corso ma mette anche in luce tensioni interne alla coalizione e il rischio di una leadership troppo dipendente da equilibri nazionali. Il giovane presidente del Veneto dovrà governare tenendo insieme ambizioni locali e logiche di partito, senza perdere la capacità di ascoltare un territorio variegato e a tratti scettico. Tocca all’opposizione farsi pungolo e stimolo affinché le criticità della nostra regione non passino sotto silenzio. La forte astensione, la più alta in assoluto, è un monito da non dimenticare o sottovalutare. Fuori dai palazzi, il cambiamento generazionale è già visibile: nelle imprese alla ricerca soprattutto di personale qualificato che verrà a mancare nei prossimi anni, nelle scuole che chiedono di modernizzare programmi e legami con il mondo del lavoro, nelle amministrazioni comunali alle prese con le difficoltà di far quadrare i conti e nuove forme di partecipazione. Ma il ricambio porta con sé criticità non banali: la necessità di costruire esperienza, il rischio di sottovalutare complessità amministrative, la tentazione di soluzioni “facili” per problemi strutturali come infrastrutture, sanità e scuola. Il Veneto che verrà non sarà automaticamente migliore solo perché guidato da una generazione nuova: servono visione a medio termine, competenze e capacità di mediazione. Occorrerà investire in formazione professionale, sostenere le PMI nella transizione tecnologica, rafforzare i servizi sociali e creare percorsi di alternanza scuola-lavoro che non siano slogan ma progetti misurabili, guardare all’ambiente con maggiore consapevolezza.
Se Stefani e la sua squadra sapranno trasformare l’urgenza del rinnovamento in progetti concreti, il Veneto potrà trarne beneficio. Altrimenti rischieremo il solito corto circuito: giovani alla guida, vecchi problemi. E il vero cambiamento resterebbe solo una promessa elettorale.
Centrosinistra.
Da vicesindaco a consigliere regionale
Micalizzi recordman di preferenze porta in Regione il “modello Padova”
“Il risultato regionale, pur nella sconfitta ampiamente prevista, è positivo sotto molti aspetti e ci offre una base solida da cui ripartire con lucidità e determinazione. Il centrosinistra si è presentato unito e, con la candidatura di Manildo, è avanzato di molti punti. In particolare, il Partito Democratico ha dato una buona prova: dove siamo radicati, dove è forte la presenza dei nostri amministratori e dove il rapporto con le comunità è continuo e credibile, il consenso è cresciuto. Questo ci conferma in modo chiaro che investire sul territorio è la strada giusta e quella che dobbiamo continuare a percorrere.
Ha dato risultati importanti anche la qualità della nostra lista, che ha lavorato con grande generosità e spirito unitario: abbiamo aumentato in modo consistente il numero complessivo delle preferenze e questo ha determinato un miglior risultato per il PD.” Così Andrea Micalizzi, già vicesindaco di Padova, commenta con lucida determinazione il risultato delle elezioni regionali.
“Ora – aggiunge - si apre una fase in cui intendiamo concentrarci sulle molte questioni decisive per il futuro del Veneto. Il primo grande tema è la sanità: serve un sistema più vicino alle persone, serve tornare a investire sulla sanità pubblica e sulla sanità di territorio, sostenere la presenza dei medici di base nelle comunità, intervenire in modo efficace per ridurre le liste d’attesa e mettere in campo politiche concrete di prevenzione e di sostegno alle fragilità, dagli anziani alle persone con disabilità. Un altro capitolo fondamentale riguarda le infrastrutture, un ambito in cui il Veneto è sostanzialmente
fermo da quindici anni. È necessario avviare una nuova stagione di investimenti e di visione, superando la logica del campanile. Da qui vedo alcune priorità: dal potenziamento della SR308 e della Valsugana, al completamento della Monselice–Mare, fino alla riorganizzazione dell’accesso a nord di Padova. A tutto ciò va affiancato un deciso sviluppo di un sistema di trasporto pubblico più evoluto, capace di collegare i territori, migliorare la sostenibilità e rendere il Veneto più competitivo”. “Va inoltre evidenziato il risultato della città di Padova – conclude - dove il centrosinistra prevale pur in uno scenario complessivo difficile. Questo dato conferma il radicamento delle forze politiche e civiche a sostegno del Sindaco Giordani, premia il buon lavoro dell’Amministrazione Comunale e rappresenta una base importante in vista delle prossime elezioni amministrative: un segnale di fiducia che ci sprona a proseguire nel lavoro intrapreso”.
Centrodestra. E’ stata la più votata della Lega dopo Zaia Mosco fa il pieno di consensi: “Premiato il costante impegno”
Eleonora Mosco stata la più votata della Lega e della compagine di centrodestra a Padova, escluso il capolista Zaia, presente in tutte le province. Forte di questo consenso Mosco, consigliere comunale dell’opposizione nonché consigliere comunale, entra ora in Consiglio Regionale. “E’ merito dell’ottimo risultato che sono riuscita a portare a casa, proprio nella mia città, Padova - commenta -. E’ un risultato che ripaga l’impegno di tredici anni di attività prima in maggioranza poi in opposizione ma che ha messo sempre al centro la volontà di trovare delle soluzioni o di dare delle risposte alle tante segnalazioni ai tanti problemi che mi sono arrivati dai cittadini. Un impegno portavo avanti anche in Provincia, che continuerà dai banchi del Consiglio Regionale”. Ma quali saranno i principali ambiti sui quali la neo eletta intende lavorare? “Sicuramente il sociale e lo sport, ma anche il lavoro e l’innovazione. L’aspetto sociale abbraccia tutte le età, dai giovani agli anziani. Pensiamo alla necessità di creare le giuste opportunità perché i giovani possano rimanere a Padova e trovare le opportunità e i servizi che consentano loro di crearsi una famiglia e una casa. Quintiliano diceva che i giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere, ecco noi quelle fiaccole le vogliamo accenderle creando opportunità e servizi. Dobbiamo pensare anche agli anziani nell’ottica dell’invecchiamento attivo,”.
Non mancherà l’impegno per l’innovazione nelle imprese e per agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con percorsi formativi e studi adeguati.
Mosco mette poi l’accento su quale sarà il suo approccio: “Sono per una politica della concretezza e non dell’urlo, del lungimiranza e non della polemica. E’ lo stile positivo e propositivo che ha adottato Alberto Stefani”. L’intelligenza artificiale, aggiunge “non è nemico da abbattere o un antagonista dell’uomo ma semplicemente un una leva, utile per creare innovazione per amplificare anche il il lavoro umano. Altro aspetto chiave sarà la sicurezza e la necessità di arginare il fenomeno delle baby gang puntando sulla lotta alla dispersione scolastica, sullo sport e sul coinvolgimento dei giovani. Infine non mancherà l’attenzione sul fronte della viabilità e della mobilità per Padova e provincia, dai parcheggi scambiatori ai percorsi ciclabili. “Sono pronta ad intraprendere questa nuova sfida in Regione - conclude - con l’impegno e la determinazione che ho sempre messo nella mia attività politica”.
Sara Busato
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Eleonora Mosco
Andrea Micalizzi
NATALE A PADOVA TUTTI I MEZZI PER TE! Sintoniz zati
Natale da vivere /1. Oltre 60 luoghi tra piazze, palazzi storici e quartieri stanno brillando grazie alle nuove luminarie
Padova si accende e si anima: tra musica luci, spettacoli, mercatini e grandi eventi
La notte di Capodanno si terrà l’atteso spettacolo in Prato della Valle, dove mille droni, accompagnati dalla musica, coloreranno il cielo notturno sopra la Basilica di Santa Giustina, in un evento inedito e spettacolare
Per gestire l’aumento di traffico e facilitare gli spostamenti, il Comune ha messo in campo un pacchetto di misure dedicate, puntando con decisione sull’uso del trasporto pubblico
I l periodo natalizio trasforma le città in scenari luminosi e suggestivi: le strade si accendono, le piazze si animano e l’atmosfera si riempie di musica, colori e momenti di condivisione. Tra mercatini, spettacoli, installazioni e appuntamenti culturali, il Natale diventa così l’occasione per vivere la città sotto una luce nuova, più calda e accogliente. Padova si prepara, anche quest’anno, a offrire un ricco calendario di eventi per far vivere a residenti e visitatori tutta la magia delle feste. Dal 22 novembre oltre 60 luoghi tra piazze, palazzi storici e quartieri stanno brillando grazie alle nuove luminarie: Palazzo Moroni, la Loggia Amulea, il Teatro Verdi, i 49 alberi del Prato della Valle e decine di installazioni diffuse. Accese anche le decorazioni curate dai commercianti, realizzate con il contributo del Comune e della Camera di Commercio. Il grande albero firmato Cherry Bank: 12 metri di luci calde e un allestimento dedicato al progetto “HARK!”, con opere originali del writer Cento Canesio, ha dato il via al Natale Padovano con lo slogan scelto “ Sotto un cielo di meraviglie”. La cerimonia è stata
accompagnata da un flash mob musicale e si è conclusa con il concerto gratuito di Alexia, offerto da Camera di Commercio e Venicepromex. Poi dal 5 dicembre le facciate di Piazza delle Erbe, della Frutta, dei Signori e del Duomo si sono trasformate in un percorso luminoso: proiezioni ispirate al cielo notturno e a suggestioni cosmiche avvolgeranno i palazzi storici con giochi cromatici e dettagli dorati.
Il trenino bianco è tornato a percorrere il centro storico fino al 6 gennaio, con corse dedicate nei giorni feriali e festivi. Dall’11ª edizione del Villaggio Eremitani, con Casa di Babbo Natale, giostre e chalet gastronomici, ai laboratori creativi dedicati al riuso e all’upcycling, fino alle bancarelle diffuse nelle principali piazze e vie del centro. In Piazza Capitaniato torna “Natale Artigiano” con 40 espositori. Anche quest’anno fino al 25 gennaio si pattina su una pista ellittica di 1200 mq in Prato della Valle, aperta tutti i giorni, con orari prolungati durante le festività. Venerdì 19 dicembre Piazza Garibaldi diventerà un dancefloor a cielo aperto con il concerto gratuito degli Eiffel 65, band iconica degli anni 2000, in
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un grande evento aperto a tutti. E poi l’appuntamento con la seconda edizione di “Un Natale in famiglia”, il ricco contenitore di eventi culturali, artistici e musicali dedicati alle famiglie, in programma al Centro Culturale Altinate San Gaetano fino al 4 gennaio. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di offrire un’alternativa di qualità durante le festività, proponendo musica, teatro, laboratori e attività creative che invitano grandi e piccoli a condividere esperienze culturali in modo intelligente e piacevole. Tra le principali novità di quest’anno spicca lo spazio del “Baratto”, allestito nell’Agorà del San Gaetano a partire dai giorni successivi al Natale: un’area dedicata ai bambini dove sarà possibile scambiare giocattoli e, perché no, anche i doppi ricevuti sotto l’albero.
Inoltre, la notte di Capodanno si terrà l’atteso spettacolo in Prato della Valle, dove mille droni, accompagnati dalla musica, coloreranno il cielo notturno sopra la Basilica di Santa Giustina, in un evento inedito e spettacolare per la città. Il programma si chiuderà il 6 gennaio con la tradizionale Befana in Prato, che vedrà animazione, musica, lo spettacolo dei Vigili del Fuoco e la distribuzione delle calze ai più piccoli.
Per gestire l’aumento di traffico e facilitare gli spostamenti, il Comune ha messo in campo un pacchetto di misure dedicate, puntando con decisione sull’uso del trasporto pubblico. Sono stati riorganizzati alcuni dei cantieri principali del centro storico, in particolare nelle aree di piazza Insurrezione e piazza Garibaldi, per rendere più agevole l’accesso alla città. I pan-
nelli a messaggio variabile, in città e in tangenziale, sono stati sincronizzati per indicare con chiarezza parcheggi scambiatori gratuiti e linee di collegamento. Tre pannelli mobili integreranno l’informazione nei giorni di maggior afflusso. Torna l’abbonamento trimestrale agevolato: in appena 24 ore sono stati venduti 5.073 abbonamenti, con un investimento comunale di circa 400 mila euro. Quasi mille sono nuovi utenti, molti dei quali studenti.
Due navette gratuite collegheranno il Park Fiera Nord e il Park Colli con il centro nelle giornate festive e prefestive fino alla vigilia. Il Park Colli sarà sempre gratuito, mentre il Park Fiera lo sarà nei giorni di attivazione del servizio. Sconti del 30% sulle strisce blu tramite EasyPadova e tariffa ridotta alla Prandina, dove sono stati aggiunti 75 posti temporanei. Gratuiti anche gli scambiatori Guizza e Pontevigodarzere dal 9 al 24 dicembre. Un calendario così ricco, affiancato da un sistema di servizi per la mobilità, conferma la volontà dell’Amministrazione di rendere il Natale un momento di festa
accessibile e sostenibile per tutti. Tra luci, musica, tradizioni e nuovi spettacoli tecnologici, Padova è pronta ad abbracciare residenti e visitatori in un clima di stupore e partecipazione.Un “cielo di meraviglie” che, per oltre un mese, trasformerà la città in un palcoscenico diffuso, dove adulti e bambini potranno ritrovare il piacere di vivere insieme la magia delle feste.
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Un pranzo per tutti: la Comunità di Sant’Egidio chiama a raccolta i volontari della solidarietà
La Comunità di Sant’Egidio rilancia anche quest’anno l’invito a vivere un Natale davvero per tutti, aprendo le adesioni ai volontari che desiderano partecipare ai tradizionali Pranzi di Natale con i poveri, alle feste e alle distribuzioni solidali previste in città nei giorni attorno al 25 dicembre. Attraverso un modulo online — da compilare preferibilmente entro giovedì 18 dicembre — cittadini, famiglie e giovani potranno indicare la propria disponibilità a collaborare nell’organizzazione dei diversi momenti di festa che coinvolgeranno anziani, bambini, migranti, senza fissa dimora, rom e sinti: amici con cui la Comunità condivide la vita durante tutto l’anno. Una volta chiuse le iscrizioni, i volontari verranno contattati direttamente dai responsabili dei vari servizi. Nel frattempo, la macchina della solidarietà si mette in moto già nei primi giorni del mese: fino al 18 dicembre, dal lunedì al venerdì, dalle 17 alle 19, sarà possibile consegnare regali nuovi presso la Chiesa dell’Immacolata, in via Belzoni 71. I doni verranno poi confezionati nella Casa dell’Amicizia, in via Santa Maria in Conio 12, durante quattro serate dedicate.
Il cuore dell’iniziativa resta però il tradizionale Pranzo di Natale, che si svolgerà il 25 dicembre in diversi luoghi simbolici della città: dalla Chiesa dell’Immacolata alla Basilica del Santo, fino ai vari quartieri di Padova grazie alla collaborazione con comunità locali e gruppi di volontari. Un appuntamento che, da anni, riunisce centinaia di persone che altrimenti trascorrerebbero il Natale nella solitudine o nella difficoltà.
La Comunità di Sant’Egidio invita inoltre la cittadinanza alla Marcia della Pace in occasione della
LIX Giornata Mondiale della Pace, in programma giovedì 1 gennaio 2026, con partenza alle 15.30 da Palazzo Moroni e un percorso che attraverserà le vie del centro. I dettagli saranno comunicati nei prossimi giorni.
In un tempo segnato da incertezze e fragilità, Sant’Egidio ricorda che la solidarietà non è solo un gesto natalizio, ma un modo concreto per costruire comunità: un invito a trasformare la città in un luogo dove nessuno sia lasciato indietro - a Natale e oltre.
Sara Busato
I numeri: a Padova un inverno di consumi vivace, qualità, benessere e ristorazione trainano la spesa
Padova guarda con fiducia al trimestre più importante per il commercio. A dirlo è l’indagine sui consumi invernali 2025 di Confcommercio Veneto e Unioncamere Veneto, che fotografa un clima positivo anche in città, dove il tessuto commerciale continua a dimostrarsi dinamico e resiliente. La ricerca, condotta su un campione regionale rappresentativo, segnala come i padovani si preparino a investire soprattutto in abbigliamento, calzature e accessori, settore indicato dal 70% degli intervistati. Molto forte anche la ristorazione, che coinvolge il 67% dei consumatori: un dato particolarmente rilevante per una città come Padova, dove l’offerta
gastronomica continua ad attirare residenti, studenti e visitatori.
Cresce in modo evidente il comparto del benessere, con il 64% dei cittadini orientato a dedicare budget a cura della persona, palestre e estetica: un segnale che premia un settore in forte sviluppo anche nel territorio padovano. Buona la tenuta del mondo del libro (55%), mentre quattro padovani su dieci investiranno in prodotti per la casa e il 39% in articoli sportivi.
L’aspetto più significativo riguarda però la ricerca della qualità, scelta dal 61% dei veneti - e anche a Padova la tendenza è confermata dai negozianti del centro e dei quartieri: i consumatori si mostrano selettivi e premiano professio-
nalità, competenza e prodotti di valore. A trarne beneficio è soprattutto il commercio tradizionale, che mantiene un ruolo centrale: il 67% degli acquisti avverrà infatti nei negozi fisici, con una prevalenza degli esercizi di prossimità nei quartieri.
I saldi rimangono appuntamenti cruciali. Il 47% degli intervistati ha approfittato delle offerte di fine novembre del Black Friday, mentre per i saldi invernali cresce la propensione alla spesa nell’abbigliamento e nella ristorazione. Ottimismo anche sul fronte del turismo: privilegiata la montagna, ma le città d’arte - Padova inclusaraccolgono un significativo 25% di preferenze. (s.b.)
Il pranzo di Natale, in vari luoghi della città, è un appuntamento che, da anni, riunisce centinaia di persone che altrimenti trascorrerebbero il Natale nella solitudine o nella difficoltà.
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Il pranzo di Natale nella chiesa dell’Immacolata di via Belzoni
Tram. Al Maxxi di Roma dirigenti e assessore Ragona hanno
Sistema Smart unica opera pubblica alla ribalta nazionale, il cantiere prosegue a ritmo serrato
A regime, la nuova infrastruttura sarà in grado di movimentare 12.000 passeggeri l’ora, pari a 144.000 al giorno e circa 20 milioni all’anno, con frequenze fino a 22 passaggi ogni ora e 450 corse quotidiane
rocede a ritmo serrato il cantiere del Sistema SMART di Padova, uno degli interventi più avanzati e monitorati del PNRR in ambito mobilità. Ad oggi, sui 23,5 chilometri complessivi delle linee Sir2 e Sir3, ne sono già stati realizzati 15,7, accompagnati da 49 nuove fermate e 15,5 chilometri di piste ciclabili di adduzione. La nuova rete potrà contare su 33 mezzi, tre officine, quindici sottostazioni elettriche e due depositi. Una macchina che coinvolge mediamente 234 addetti al giorno, sette imprese, 80 subappalti e quasi 200 subaffidamenti, affiancati dal personale del Comune, da APS Holding e da tecnici esterni: numeri che restituiscono la dimensione di un’opera strategica per la città.
Il quadro complessivo, considerando anche Sir1, porta il Sistema SMART a sviluppare 35 chilometri distribuiti su otto linee, servite da 55 mezzi. A regime, la nuova infrastruttura sarà in grado di movimentare 12.000 passeggeri l’ora, pari a 144.000 al giorno e circa 20 milioni all’anno, con frequenze fino a 22 passaggi ogni ora e 450 corse quotidiane.
“Tra gli elementi sicuramente positivi della nostra sfida PNRR c’è la grossa e forte coesione che si è creata tra tutte le strutture e gli enti che stanno lavorando per questo progetto. - evidenza Diego Galiazzo, Rup - Il sistema SMART è una grandissima sfida, forse la più grande che la città di Padova abbia affrontato, ma grazie alla sinergia costruita e all’obiettivo comune stiamo andando avanti rispettando i tempi previsti.”
È in questo contesto che Padova è stata chiamata a Roma, al Museo MAXXI, per partecipare all’evento “Infrastruttura Ventisei – L’ultimo miglio del PNRR”, organizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A rappresentare l’amministrazio-
ne comunale c’erano l’assessore alla Mobilità Andrea Ragona, il RUP Diego Galiazzo e il dirigente Antonio Zotta.
L’appuntamento ha riunito alcune delle principali figure istituzionali nazionali ed europee: dal vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto al ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, passan-
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do per il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, l’ad di Ferrovie dello Stato Stefano Donnarumma e il coordinatore dell’Unità di Missione PNRR del MIT Davide Ciferri. La conclusione dei lavori è stata affidata al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Per analizzare punti di forza e criticità del PNRR, il MIT ha scelto quattro progetti ritenuti emblematici: la rigenerazione di Tor Bella Monaca a Roma, il Pinqua “Diamante di Begato” in Liguria, la Ciclovia dell’Acqua promossa da Acquedotto Pugliese e, come unica infrastruttura di trasporto rapido di massa, proprio il Sistema SMART padovano. «Il MIT ha ricevuto circa 40 miliardi dal PNRR: siamo il quarto Paese in Europa per finanziamenti, e Padova – solo per il tram – ha ottenuto circa mezzo miliardo. Essere qui è motivo di orgoglio», ha dichiarato l’assessore Ragona. «Siamo l’unica città invitata per illustrare un sistema di trasporto rapido di massa. Abbiamo chiesto sacrifici ai padovani, ma siamo davvero all’“ultimo miglio”: il Sir3 è praticamente concluso e sarà operativo nel 2026, mentre il Sir2 procede come da cronoprogramma». Padova guarda dunque agli ultimi mesi del PNRR con un cantiere che corre e un sistema che prende forma. L’obiettivo è uno: consegnare alla città un’infrastruttura capace di cambiare davvero le abitudini di chi si muove ogni giorno.
Sara Busato
Luciano Sardena
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Venezia it’s Christmas Time
Alberi di Natale, scenografie, luminarie e installazioni
arricchiscono le principali vie dello shopping del centro storico di Venezia, delle Isole, di Mestre, Campalto, Chirignago, Favaro, Gaz zera, Marghera, Tessera, Trivignano, Zelarino.
e vie limitrofe Piste di pattinaggio su ghiaccio a Venezia (campo San Polo), Mestre (piaz z a Ferretto) e Marghera (piaz z a Mercato) Concer ti, spettacoli, mostre, teatri.
c’è l’ombra della Camorra
La Polizia recupera preziosi per 400mila euro
Fra gli 11 arrestati un pregiudicato napoletano legato al clan del Rione Forcella. La tecnica era quella del finto carabiniere o avvocato, usata anche l’Intelligenza Artificiale
CVeneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche radio con una qualità audio per fetta.
’è l’ombra della Camorra sull’organizzazione sgominata dalla squadra mobile di Padova con 11 persone destinatarie di misure cautelari, di cui due ordinanze di custodia cautelare in carcere e 9 ordinanze di obbligo di dimora e firma quotidiana nella questura di residenza. Il promotore dell’associazione a delinquere finalizzata a estorsione, truffa ed altri reati ai danni di anziani residenti in Veneto ed altre regioni del Nord Italia, è infatti un pregiudicato di 32 anni, arrestato nella sua casa di Napoli, dove è noto per la partecipazione al clan camorristico del Rione Forcella. Giovanissimi gli organizzatori dell’associazione a delinquere, tra cui spicca una donna, di 22 anni, già con precedenti penali specifici, ed altri due ventenni a cui è stata prescritta anche l’obbligatorietà di rimanere in casa durante la notte,
Sono 15 gli episodi contestati alla banda, due a Padova ed i restanti tra Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia e Abruzzo.
nella sola provincia di Padova le truffe ai danni di anziani denunciate alle forze dell’ordine di cui 258 nel solo comune di Padova.
Un affare sempre più ghiotto quello delle truffe finalizzate a sottrarre agli anziani i gioielli d’oro, come ha ricordato il questore di Padova Marco Odorisio.
e confusione che le porta poi a consegnare i gioielli o i contanti ai truffatori”:
Nel corso dell’indagine sono stati recuperati gioielli d’oro e altri oggetti preziosi per un valore di oltre 400mila euro già restituiti ai legittimi proprietari. Sono 671
“L’oro oscilla sul listino ufficiale in torno ai 115 euro al grammo - spiega il questore Odorisio - mentre al mercato nero della ricettazione, vale, come emerso da altre indagini, intorno ai 75 euro al grammo. Gli anziani sono particolarmente vulnerabili agli appetiti di queste organizzazioni che utilizzano anche le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale per riprodurre le voci dei familiari e spingere quindi la vittima in uno stato di ansia
“La tecnica era quella del finto carabiniere o del finto avvocato -ha spiegato il Procuratore capo Angelantonio Racanelli - l’indagine è iniziata più di un anno fa, gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore dottoressa Claudia Brunno hanno individuato gli autori dei reati, trasfertisti dalla Campania, tra cui persone già condannate in primo grado per l’associazione a delinquere di stampo mafioso. La Procura aveva chiesto ordinanze ben più gravi ma il Gip ha deciso altrimenti in maniera del tutto autonoma, a conferma che l’appiattimento del Gip alle richieste sul Pubblico ministero è una mera fantasia”. (a.g.)
Il Gattamelata lascia il sagrato: un evento storico per la città
Sono state giornate di portata storica per Padova: dopo 85 anni dall’ultima rimozione, il gruppo bronzeo del Gattamelata è stato sollevato dal suo basamento davanti alla Basilica di Sant’Antonio e trasferito al piano terra dell’ex Museo Civico “Boito”, dove inizierà le analisi preliminari al restauro. L’intera operazione, complessa e delicata, è stata documentata in un video realizzato da Marco Borrelli, che ha seguito ogni fase del lavoro all’interno del cantiere. Per accogliere cavallo e cavaliere, gli ambienti del Boito sono stati adeguati e allestiti come laboratorio di restauro aperto ai visitatori.
Dopo tre anni di ponteggi e indagini, il monumento di Donatello ha lasciato il sagrato grazie alla sinergia tra restauratori, ingegneri
e tecnici specializzati, con il sostegno delle organizzazioni americane Friends of Florence e Save Venice, che continueranno a finanziare anche la fase successiva dell’intervento. Il cavaliere, circa 450 chili, e il possente destriero, 1.600 chili, sono stati movimentati con sistemi di sollevamento complessi e
costanti monitoraggi strutturali, coordinati dal restauratore Nicola Salvioli e supervisionati dalla Soprintendenza.
Nei prossimi mesi proseguiranno le analisi diagnostiche che permetteranno di definire il progetto di restauro da sottoporre all’approvazione della Soprintendenza. Questa è la terza rimozione del gruppo bronzeo dal XV secolo: era già avvenuto durante i due conflitti mondiali, quando l’opera fu messa al sicuro.
Realizzato da Donatello tra il 1447 e il 1453, il Gattamelata tornerà progressivamente al suo splendore grazie a un intervento che unisce competenze scientifiche internazionali e l’impegno delle istituzioni nel proteggere uno dei simboli più amati della città. (s.b.)
Razionalità ed energia
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I binari di una logistica sostenibile
Prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER)
Avviata da Interporto Padova, con un impianto fotovoltaico di 1MWp, la prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) della Zona Industriale. Condividerà l’energia prodotta con aziende, enti e in seguito cittadini usufruendo anche degli incentivi statali. Nel frattempo sono stati sostituiti 40.200 mq di pannelli solari dell’impianto storico con altri di ultima generazione. Questi investimenti candidano Padova a modello nazionale di transizione energetica.
consegne alle attività
La flotta di Cityporto
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CORTINA D’AMPEZZO, BELLUNO
L’intervista. Luciano Sardena, presidente della Consulta 6A Brusegana, Cave e Chiesanuova
“Serve il canale scolmatore per scongiurare il rischio allagamenti, rivoluzione con il tram
I
l territorio della Consulta 6A, che comprende i rioni Brusegana, Cave e Chiesanuova, sta cambiando in modo definitivo: la viabilità e l’accesso alla città da Ovest sarà completamente rivoluzionato. “Sono interventi che attendevamo da moltissimi anni e che avevamo incardinato nei programmi del nostro territorio”, dice il presidente della Consulta 6A, Luciano Sardena, unico tra i presidenti di Consulta al secondo mandato. “Invece di andare con l’automobile in centro perché è difficile parcheggiare, perché costa, credo che alla fine questa fosse la soluzione migliore, da Chiesanuova potremo arrivare a Vigonza in tram. In questo periodo stiamo soffrendo per la viabilità, ma mi sembra un costo necessario.
In queste settimane si sta lavorando anche ad altre infrastrutture, come il nuovo progetto di adeguamento della rete fognaria che interesserà il quartiere di Brusegana.
“E’ una zona interessata da allagamenti in caso di forti piogge, accade ogni volta: a Brusegana, via Sette Martiri, il rione Cave, via Stoppani, sono sempre state problematiche per gli allagamenti. Mio
padre mi racconta che via Pioveghetto era uno stagno dove si andava a pescare. Certo che bisogna risolvere questa situazione. In parte il Comune, e questo Micalizzi l’ha sempre detto, ha risolto con i soldi del PNRR ha fatto il bacino di laminazione, che riuscirà a convogliare tutte le acque al Bacchiglione. Evidentemente ancora non basta, ci vuole il canale scolmatore, che è di competenza della Regione, ed è un’opera grandiosa, che costa parecchio e i soldi non ci sono. Fino ad allora saremo sempre a rischio di finire sott’acqua”.
Ci sono problemi di viabilità anche sulla via dei Colli.
“Via del Colli è un pò in sofferenza per
quanto riguarda il traffico perchè è diventata la strada dove si scarica il traffico; a breve ci saranno delle asfaltature proprio in via dei Colli e abbiamo chiesto al Sindaco una via ciclopedonale che parta dal parcheggio scambiatore del tram di via Michelotti fino a via Eulero. Il progetto è sul tavolo del Sindaco: una ciclopedonale di qualche centinaia di metri che porti dal quartiere Santo Stefano fino al parcheggio del tram. Il Consiglio comunale deve fare una variazione al bilancio per inserire anche quest’opera nei programmi per l’anno prossimo”. Quale sarà il futuro della Caserma Romagnoli?
“A suo tempo abbiamo chiesto venisse risparmiata una casermetta da adibire come ricordo del campo di concentramento degli internati dalla Jugoslavia. La nostra richiesta è di avere un ulteriore polmone di verde in modo da ampliare il parco Brentelle. Bisogna vedere come si concluderà la vicenda dell’hub dei supermercati Alì a Camin, perché parte dei soldi per acquistare la Romagnoili dovrebbero venire proprio da quegli oneri di urbanizzazione”.
Diego Buonocore
Stop ai corsi del Cpia per alunni svantaggiati, raccolta firme e incontro con i genitori
I corsi del Cpia per alunni svantaggiati quest’anno non ripartono, ed i sette ragazzi che si erano pre iscritti verranno avviati negli istituti di scuola superiore con percorsi scolastici differenziati. I corsi erano diretti a offrire una seconda opportunità formativa ai ragazzi tra i 15 e i 17 anni che hanno abbandonato la scuola. Il progetto aveva già aiutato nel reinserimento scolastico o professionale 120 ragazzi. La notizia della chiusura del corso aveva suscitato vibrate proteste e la raccolta di 1200 firme in calce a una petizione intitolata: “La scuola è per tutte e per tutti”. La dirigente scolastica reggente del Cpia Nadia Vidale e il provveditore Roberto Natale hanno incontrato i genitori dei sette ragazzi pre iscritti e hanno presentato, come si legge nella nota diffusa dall’Ufficio scolastico provinciale, “ il ventaglio delle possibilità, di accoglimento personalizzato negli istituti di scuola superiore. “Si tratta di soluzioni diversificate che permetteranno agli studenti di conseguire la certificazione delle competenze acquisite o il passaggio alla classe successiva”. I referenti della scuola hanno evidenziato come il riavvicinamento dei ragazzi all’ambiente scolastico, sia più efficace, ai fini della loro inclusione, che una classe “speciale”. I genitori dei ragazzi si sono detti informati e disposti a valutare le varie opportunità, e che si rapporteranno ai singoli rappresentanti degli istituti. (d.b.)
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Luciano Sardena
Il 18 dicembre entra in vigore lo stop alla zona rossa in Stazione
Le forze dell’ordine hanno fatto presente che altre aree sensibili della città richiedono attività di prevenzione e controllo, “anche con l’impiego di risorse straordinarie”
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to presente che altre aree sensibili della città richiedono attività di prevenzione e controllo del territorio che saranno posti in essere “anche con l’impiego di risorse straordinarie”.
erminata la “sperimentazione” all’Arcella, il Prefetto Giuseppe Forlenza ha deciso di riproporre la “zona rossa” nell’area della stazione ferroviaria, dove sarà in vigore fino al 18 dicembre prossimo. In attesa di capire quali saranno i prossimi provvedimenti il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha reso noti i risultati del provvedimento che ha interessato, dal 19 maggio al 15 settembre un’ampia area del quartiere Arcella. In quel periodo sono state controllate 24.333 persone, adottati 58 ordini di allontanamento nei confronti di soggetti già noti per diversi reati. Nella nota diffusa dalla Prefettura si rileva che la “zona rossa” ha permesso di potenziare “in modo significativo ed efficace l’attività di prevenzione e contrasto di condotte illecite”. Il Prefetto ha deciso di riproporre la “zona rossa” nell’area della stazione ferroviaria, nella quale, nonostante i continui interventi, “permangono le maggiori criticità”. Il provvedimento riguarda la zona tra via d’Avanzo, viale Codalunga, via Tommaseo, via Goldoni e via Annibale da Bassano in vigore dal 18 settembre al 18 dicembre 2025. I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno fat-
La decisione di segnalare come “zona rossa” il quartiere Arcella era stata fortemente contestata dal sindaco Giordani, da commercianti e cittadini che avevano raccolto 1300 firme contro la misura e inviato la petizione al presidente Sergio Mattarella. Da indicazioni del Ministero dell’interno la “zona rossa” si applica ad “aree cittadine spesso connotate da condizioni di degrado urbanistico e sociale, unite a fenomeni di marginalità”: una definizione che, secondo i firmatari, non si
può riferire all’Arcella”.
“Molte sono state le proteste della società civile, enti del Terzo Settore, partiti, sindacati per un provvedimento che marginalizza e colpisce chi è più debole”, hanno scritto nella mozione che hanno presentato al consiglio comunale Chiara Gallani e Marta Nalin, consigliere di Coalizione Civica: “Spostare il problema invece di affrontarlo comporta un aumento della percezione di insicurezza. Il timore di chi non vuole la zona rossa è di perdere i frutti di questo lungo e faticoso lavoro, riportando il quartiere al centro di un racconto di paura che non ha nulla a che fare con la realtà”.
Diego Buonocore
Pseudoscienze e fake news in medicina: al coraggio di Francesca Russo il premio “Difesa della Ragione”
presenza avrebbe potuto conferire legittimità a messaggi in contrasto con l’evidenza scientifica”, ha dichiarato. Grazie a questa azione, la comunità scientifica l’ha sostenuta in massa, dimostrando come la difesa della ragione e dell’informazione corretta restino pilastri fondamentali della sanità.
nella scienza. “Difendere la ragione significa essere un punto di riferimento credibile”, ha affermato Russo, sottolineando che nella sanità pubblica, soprattutto in contesti delicati come le strategie vaccinali, non basta la competenza tecnica: serve anche una bussola etica.
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La dottoressa Francesca Russo, dirigente del Dipartimento Prevenzione della Sanità regionale, nel corso del Cicap Fest ha ricevuto il premio “Difesa della Ragione”, riconoscimento assegnato a chi si è distinto nella promozione del metodo scientifico e nella tutela della salute pubblica, Con le sue dimissioni dal Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni (NITAG) Francesca Russo ha voluto lanciare un segnale chiaro contro posizioni ritenute antiscientifiche.
Russo ha motivato la sua scelta come un gesto di responsabilità: “Non potevo normalizzare l’ingresso di esperti con posizioni potenzialmente pericolose; la mia
Il premio a Russo non è solo un riconoscimento simbolico, ma riflette anche il contesto di una Regione che da tempo investe con decisione nelle politiche di prevenzione. Il gesto di Francesca Russo non è solo personale ma istituzionale: testimonia come la responsabilità individuale, assunta con consapevolezza e trasparenza, possa rafforzare la fiducia
Il riconoscimento ottenuto al Cicap Fest diventa dunque simbolo e monito: per le istituzioni, per i tecnici, ma anche per i cittadini. In un tempo in cui le disinformazioni – da fake news a pseudoscienze – possono minare la salute pubblica, la scelta di mantenere “la barra dritta anche con posizioni scomode” risulta più che mai cruciale. (v.g.)
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L’etica gentile di PrimaMedica
“La salute è un patto etico: così nasce il nostro modello di cura”
In un panorama sanitario spesso schiacciato da protocolli rigidi e logiche aziendali, esistono realtà che scelgono di andare controcorrente. È il caso di padovano che in pochi anni si è affermato come punto di riferimento per qualità clinica, multidisciplinarietà ed etica professionale. Una struttura che non nasce soltanto per curare, ma per restituire valore alla relazione terapeutica.
pragmatismo gestionale e profonda sensibilità umana.
In soli quattro anni, PrimaMedica ha ricevuto un affetto crescente. «Molti pazienti ci hanno detto di aver trovato una dimensione familiare e un’attenzione rara» racconta il direttore.
Una sanità che mette al centro la persona
«Mettere al centro la persona e non il profitto: da qui nasce PrimaMedica» esordisce
I protocolli sono utili, ma non devono diventare gabbie: ogni paziente è unico e merita valutazioni sartoriali.
ce di abbracciare ogni fase del percorso di «Il nostro modello si fonda su tre pilastri» – per
2. Tecnologie diagnostiche aggiornate –scelte non per moda, ma per reale utilità – percorsi fluidi, meno at-
Oggi il centro comprende aree come Allergologia, Andrologia, Cardiologia, Dermatologia, Dietologia, Endocrinologia, Fisiatria e Fisioterapia, Ginecologia, Geriatria, Medicina Interna, Medicina integrata, Neurologia, Ortopedia, Oculistica, Orl, Pediatria, Psicologia, Reuma-
Una costellazione di discipline che dialogano fra loro, condividono approcci, costrupermettendo ai pazienti di avere risposte in tempi rapidi e
Il risultato è un ambiente in cui ogni figura professionale trova spazio e riconoscimento, e in cui ogni paziente percepisce atten-
Un obiettivo che non punta soltanto alla crescita dimensionale, ma alla costruzione di un ecosistema sanitario: una sanità che ascolta, che accompagna, che sa evolversi senza perdere la propria identità, che sfrutta la tecnosi
ed etico. Per questo abbiamo costruito una
Dott. Christian Marcolin
“Graduatorie Esu: quasi 2000 idonei senza borsa”
Matteo Greggio Miola: “Dietro questi numeri ci sono vite, famiglie, sacrifici, e l’ESU continua a rispondere in modo vago mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità”
C on la pubblicazione delle nuove graduatorie ESU, in Veneto esplode nuovamente l’emergenza: quasi duemila studenti idonei rimangono senza borsa e il diritto allo studio si trasforma, per migliaia di giovani, in un privilegio.
I numeri, impietosi, parlano chiaro: sono 1.957 gli esclusi dalla prima assegnazione 2024/25, cui si sommano i 1.812 idonei non beneficiari dell’anno precedente, ancora in attesa dei fondi mai stanziati da Regione Veneto.
All’assemblea organizzata da UDU Padova il 28 novembre al Polo di Psicologia, centinaia di studenti – e le loro famiglie –hanno raccontato cosa significhi vivere in questo limbo fatto di incertezza, affitti da pagare e nessuna garanzia sul futuro.
Oltre ai dati, infatti, sono le testimonianze a restituire la gravità della situazione: c’è chi non può aprire un conto corrente per bar-
riere bancarie, chi potrà mantenersi solo fino a febbraio, chi ha già dovuto interrompere gli studi e rientrare nel proprio Paese perché abbandonato da un sistema che promette ma non mantiene. Viene così alla luce, con chiarezza, un paradosso che il coordinatore di UDU Padova, Marco Nimis, denuncia da anni: il Veneto è l’unica regione italiana che, nonostante gli obblighi costituzionali, continua a definanziare il diritto allo studio, scaricando costi sociali enormi su famiglie, atenei e studenti stessi.
I rappresentanti dell’Unione degli Universitari lo ripetono con chiarezza: servono risposte immediate, non promesse vaghe.
Da questa premessa, l’intervento di Matteo Greggio Miola, rappresentante in CDA ESU, diventa un atto d’accusa diretto: “Queste persone avevano pieno diritto alla borsa. È inaccettabile che ogni anno il Veneto sia l’u-
nica regione a non riuscire a garantire ciò che spetta per legge. Dietro quei numeri ci sono vite, famiglie, sacrifici, e l’ESU continua a rispondere in modo vago mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità”.
Le storie emerse durante l’assemblea mostrano chiaramente che la crisi non riguarda solo gli studenti stranieri, ma colpisce in modo trasversale anche chi proviene da contesti italiani fragili, costringendo molti a scegliere se proseguire gli studi o rinunciare alla propria autonomia economica.
Secondo UDU Padova, quella della Regione non è una semplice inefficienza: è una scelta politi-
ca precisa. Una scelta che, anno dopo anno, crea studenti di “serie A” e “serie B”, alimentando differenze sociali e minando la funzione dell’università pubblica come strumento di emancipazione.
“Continueremo a mobilitarci in tutto il territorio - afferma Nimis in chiusura -. Non accetteremo che la Giunta Stefani prosegua sulla strada tracciata da Zaia, soprattutto ora che i fondi del PNRR stanno venendo meno. Il diritto allo studio non può essere un optional: lo garantite a tutti, oppure state violando la Costituzione. E noi non smetteremo di denunciarlo”.
Enrico Caccin
La replica dell’Esu: “I dati diffusi sono fuorvianti”
“Nell’esposizione dei dati, UDU si scorda che, nel computo delle risorse disponibili per le borse di studio, non sono stati ancora considerati i fondi PNRR che verranno trasferiti alla Regione per un valore complessivo di 9.670.000 euro e che saranno proporzionalmente distribuiti tra gli Atenei veneti”. A precisarlo è Giuseppe Maschera, Presidente di ESU Padova “Questi fondi, gli scorsi tre anni, erano già noti in sede di prima assegnazione delle borse, mentre quest’anno sono stati determinati solo di recente dal Consiglio UE. Ugualmente, non è computato il contributo regionale integrativo di quello già stanziato con il bilancio 2025, perché a carico del bilancio 2026, non ancora approvato dal Consiglio Regionale. Quanto alle mancate risposte lamentate dal rappresentante Udupuntualizza Maschera - è davvero curioso che, sdoppiandosi in due, il Greggio Miola dell’Udu accusi il Greggio Miola componente del Cda dell’Esu di mancate risposte. Sarebbe poi il caso che ricordasse a sé stesso che l’Esu non ha nessuna competenza sulla erogazione delle borse di studio universitarie, perché questa materia da sempre è assegnata all’Ateneo patavino, funzione che svolge egregiamente”.
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Questo Natale, al tuo menù ci pensiamo noi!
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La riflessione. Risse, scontri fra baby gang sintomo di un malessere che attraversa la nostra società
“Violenza e disagio giovanile, repressione e regole non bastano, servono lavoro di squadra e ascolto”
La risposta deve essere educativa prima che punitiva, preventiva prima che emergenziale. Ogni ragazzo deve sapere che i propri gesti hanno un peso, ma deve anche poter trovare adulti, luoghi e progetti capaci di accoglierlo
APadova e in provincia cresce la preoccupazione per i ripetuti episodi di violenza tra giovanissimi, spesso avvenuti in occasione di sagre, eventi o raduni spontanei. Risse, aggressioni e vandalismi che raccontano un disagio profondo, non più marginale ma diffuso, e che impone una riflessione collettiva. Non si tratta di pochi casi isolati: dietro questi comportamenti si intravede una frattura educativa, una difficoltà nel dare senso e direzione alla libertà dei più giovani. Le cosiddette baby gang o i gruppi di “maranza” non sono soltanto cronaca, ma il sintomo di un malessere che attraversa la nostra società. Ragazzi che cercano riconoscimento e apparte-
nenza, ma finiscono per trovarli in dinamiche di forza, in sfide registrate con il cellulare e diffuse sui social come trofei. L’immersione costante nel mondo digitale, unita alla mancanza di guide solide, alimenta una realtà parallela dove la trasgressione diventa spettacolo e le conseguenze appaiono irrilevanti.
Questo è il terreno su cui dobbiamo intervenire. Non basta la repressione, né servono soltanto nuove regole: serve un vero lavoro di squadra, tra istituzioni, scuola, famiglie e associazioni. La risposta deve essere educativa prima che punitiva, preventiva prima che emergenziale. Ogni ragazzo deve sapere che i propri gesti hanno un peso, che la li-
bertà implica responsabilità. Ma deve anche poter trovare adulti, luoghi e progetti capaci di accoglierlo, di ascoltarlo, di guidarlo verso una forma di crescita più consapevole.
Padova, in questo, ha un capitale umano e civico straordinario. Scuole, parrocchie, centri sportivi, associazioni e Comuni lavorano ogni giorno, spesso nel silenzio, per costruire percorsi di inclusione e sostegno. Tuttavia, la sfida oggi è creare una rete stabile e coordinata, un vero patto territoriale per i giovani, in cui la Provincia, la Regione, la Prefettura e il mondo della scuola si assumano insieme la responsabilità di agire in modo continuativo e strutturato.
Non possiamo lasciare soli i sindaci, che si trovano in prima linea a fronteggiare situazioni difficili con risorse limitate. Servono strumenti concreti: progetti di educazione civica, laboratori di cittadinanza attiva, spazi di socialità che diano ai ragazzi un
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senso di appartenenza positivo.
E serve anche un accompagnamento per le famiglie, spesso disorientate di fronte a un cambiamento sociale e tecnologico che corre più veloce della loro capacità di gestirlo.
Il rischio, se non si interviene ora, è che la violenza diventi linguaggio quotidiano, un codice identitario tra adolescenti. Ma la vera appartenenza nasce dal sentirsi parte di una comunità, dal
sapere che la forza non è sopraffare, ma costruire insieme. Padova, città universitaria, laboratorio di cultura e solidarietà, può essere esempio di questa svolta. Serve una visione condivisa, fatta di ascolto, fermezza e coesione. Solo unendo le forze – istituzioni, famiglie, educatori e cittadini – potremo restituire ai nostri giovani la fiducia, il rispetto e la speranza che meritano. Vincenzo Gottardo
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La mostra. Opere della Collezione Centanini al Museo Eremitani fino all’8 marzo 2026
“Raccogliere bellezza”, straordinario viaggio attraverso cinque secoli d’arte e
U n viaggio attraverso cinque secoli d’arte e 70 capolavori: è ciò che permette di fare la mostra “Raccogliere bellezza - Opere della Collezione Centanini”, al Museo Eremitani dal 12 dicembre 2025 all’8 marzo 2026.
Un’occasione unica per ammirare la collezione d’arte donata dall’avvocato Pietro Centanini alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nel 2015 e che comprende opere realizzate dal Seicento in poi: un excursus nella storia dell’arte reso possibile dalla passione e dal gusto di Centanini e della moglie, capaci di accrescere la collezione familiare di pezzi pregevoli per dare ulteriore forza e qualità alla raccolta, avvalendosi anche dei consigli di alcuni dei più importanti esperti e mercanti d’arte attivi.
Alla collezione della storica famiglia di origini veneziane ma stabilitasi poi a Stanghella, venne aggiunta, nel corso degli anni, una serie di importanti acquisizioni da parte dell’avvocato, animato da una precoce passione e intuizione nel mondo dell’arte, tanto che le acquisizioni da parte sua iniziarono già durante il periodo in cui
era studente alla facoltà di Giurisprudenza a Padova. Rispetto alla collezione di famiglia, concentrata su opere realizzate fra il Seicento e l’inizio dell’Ottocento, le acquisizioni operate da Pietro Centanini si concentrarono maggiormente sul periodo successivo e sull’arte contemporanea, riuscendo ad ampliare una raccolta già molto vasta e qualitativamente valida. Le prime opere acquistate dall’avvocato includevano lavori di artisti veneti contemporanei quali come Bergamini, Dinon, Farina, Barbisan, ma anche opere di artisti cautamente innovativi come Breddo. Se l’arte contemporanea appariva come una grande passione per Pietro Centanini, le opere da lui acquistate testimoniano però un interesse che andava oltre i confini temporali: non mancò infatti di esplorare anche altri secoli e territori, aggiungendo alla raccolta di famiglia anche quadri realizzai nel Seicento e nel Settecento.
Fra questi, da ricordare la Madonna attribuita al Guercino, il paesaggio alla maniera di Salvator Rosa e il piccolo dipinto del Maggiotto.
Fu nel corso degli anni Ottanta che
l’interesse del collezionista si focalizzò maggiormente sull’Ottocento italiano. A questo periodo risalgono infatti le acquisizioni di quadri di Palizzi, De Nittis, Milesi, Lega, Signorini e Zandomeneghi, ma anche alcune opere del Novecento realizzate da artisti quali Guidi, Guttuso, Utrillo, Soffici, Chagall, Carrà, De Chirico, De Pisis e Sironi.
La mostra, curata da Alessia Vedova con la collaborazione scientifica di Elisabetta Vanzelli, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dai Musei Civici di Padova – Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.
Francesca Tessarollo
Le fotografie di Saul Leiter al San Gaetano: “Una finestra punteggiata di gocce di pioggia”
Saul Leiter, uno dei più raffinati maestri della fotografia del Novecento, è protagonista della mostra “Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia”. Inaugurata lo scorso 15 novembre, la mostra sarà visitabile negli spazi espositivi del Centro Culturale San Gaetano fino al prossimo 18 gennaio. Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, con la Saul Leiter Foundation e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Padova, la mostra, curata da Anne Morin, raccoglie oltre 126 fotografie in bianco e nero, 40 fotografie a colori, 42 dipinti, 5 riviste originali d’epoca e un documento filmico. Una collezione ampia e varia, capace di presentare ai visitatori un ritratto completo e complesso di un artista dallo sguardo profondo e mai banale, capace di trasformare momenti di vita quotidiana in visioni. Grande protagonista è NewYork, ma non la città grandiosa e moderna spesso rappresentata e fotografata, bensì una new York rarefatta e sognante, in cui dei dettagli minimi vengono trasformati in apparizioni di bellezza. Attraverso il percorso espositivo, i visitatori sono portati a comprendere il valore dell’opera di Leiter che, con le due scelte formali e il suo stile unico, seppe ridefinire il linguaggio fotografico del Novecento. La mostra permette di esplorare i diversi linguaggi e ambiti in cui si mosse il fotografo, dalla fotografia di strada alla pittura, senza dimenticare le immagini di moda, il tutto con un allestimento immersivo che dà la possibilità di osservare il mondo attraverso lo sguardo dell’artista, grazie a uno studio di luci e prospettive che permette di rivivere le sue modalità di inquadratura e composizione. (f.t.)
Rugby. Serie A Elite Petrarca, Marco Broggin: “Siamo in un nuovo ciclo”
”Vivo il rugby con leggerezza, questa è la mia forza, stagione promettente”
Classe 1998, da sette anni ha la maglia nera cucita addosso: “La pressione è per me una motivazione, non un peso”
M arco Broggin, classe ’98, oggi è un punto fermo del Petrarca. Sette anni di successi, gioie, ma anche delusioni con la maglia nera cucita addosso. Traguardi che, da padovano, assumono un valore ancora più profondo.
E pensare che agli inizi, quando giocava nel Rubano, il Petrarca era l’avversario da battere, il punto di riferimento da sfidare: “Da ragazzino avevo la rivalità addosso, volevo sempre vincere contro di loro. Poi, quando si è presentata l’occasione, ho capito che venire qui era la scelta giusta”.
La storia sportiva di Broggin comincia quasi per caso. “Ero alle elementari, arrivò un allenatore a fare una lezione di rugby a scuola. Mi disse che poteva essere il mio sport. Io ero timidissimo, titubante… Poi ho provato e tutto è iniziato”.
Il primo anno è un mix di emozioni: la pre-stagione con la prima squadra, il percorso con la Cadetta e l’esordio in Serie A Elite contro Mogliano. “Mi hanno accolto bene da subito, conoscevo già molti ragazzi. Poi, dall’anno dopo, è arrivato il salto definitivo”.
La sua crescita è graduale, senza ansie: “Ho sempre vissuto lo sport con la giusta tranquillità, passo dopo passo. Vivo tutto con serenità. Sono più agitato prima di un esame universitario che prima di una partita! La pressione per me è una motivazione, non un peso”.
Quest’anno il Petrarca, racconta, ha iniziato con un necessario periodo di assestamento: “Sono arrivati giovani innesti, serviva un po’ di rodaggio. Ora stiamo trovando la strada giusta. Le due vittorie ottenute contro Rovigo sono
state fondamentali. Se continuiamo così possiamo toglierci delle belle soddisfazioni”.
Con il coach Jimenez il rapporto è diretto, essenziale: “Poche parole, ma c’è intesa. A volte basta uno sguardo per capirci”. Tra i ricordi in maglia nera, due su tutti restano nel cuore del possente centro. Lo scudetto contro Rovigo, il primo della sua carriera:
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“Indimenticabile”. E la semifinale del 2024, sempre contro Rovigo, ma al Battaglini: “Forse il momento più intenso. Abbiamo dato tutto, ci abbiamo messo il cuore.
Era una finale anticipata”. Guardando ad ampio raggio, il rugby ha assunto un ruolo fondamentale nella vita di Broggin: “Mi ha aiutato a essere meno introverso, ad aprirmi. Ho imparato a
creare legami importanti. È uno sport che ti insegna valori veri come rispetto e lealtà”. Il futuro? Niente pressioni: “Prendo quello che arriva. Vivo con leggerezza”. Una leggerezza che mostra un modo sano di vivere lo sport: con impegno e dedizione, ma anche con il piacere di, semplicemente, giocare e divertirsi.
Stefano Parpajola
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è una mattina di lavoro come tante. Michela sta completando una proposta di ristrutturazione: sul monitor la pianta di un appartamento in revisione, sul tavolo i campioni necessari per definire le scelte con il cliente. Il suo metodo è chiaro fin da subito: partire dagli usi quotidiani della casa e costruire soluzioni reali, pensate per la vita concreta delle famiglie padovane.
La porta si apre e Filippo entra con una piastrella appena ritirata in cantiere, il passo rapido di chi ha già mezza giornata alle spalle. «Mattinata intensa» commenta, appoggiando il campione sul tavolo.
È uno scambio immediato, naturale. Lei pianifica, lui controlla sul campo. Un equilibrio che nasce dall’esperienza: anni di interventi, appartamenti trasformati, bagni ripensati da zero, esterni rifatti e attività commerciali riportate a nuova vita.
do iniziano a toccare le superfici reali capiscono subito cosa preferiscono. È un momento molto utile anche per chiarire costi, tempi e alternative. Meglio essere chiari subito, piuttosto che arrivare a metà strada con dubbi
Ristrutturare e abitare oggi a Padova e provincia:
un incontro con Michela e Filippo di Edilizia PER
Capita di cambiare strada
Sì, quando serve. Un progetto non è mai un blocco immobile: può evolvere.
A volte lo richiede proprio il cantiere. Magari scopriamo che una parete può reggere una soluzione più intelligente o che un impianto può essere migliorato con un intervento minimo.
In quei casi la cosa fondamentale è spiegare perché un’alternativa funziona meglio e cosa comporta. Le famiglie apprezzano molto quando comprendono le
A volte mi basta una sua foto o una sua nota vocale per capire che è meglio correggere un dettaglio o valutare una variante. L’obiettivo è evitare sorprese e arrivare alla fine con un lavoro coerente con ciò che
Edilizia PER segue una gamma ampia di lavori: ristrutturazioni di bagni, appartamenti completi, pavimentazioni esterne, piscine interrate e spazi commerciali. Un raggio d’azione che rispecchia le esigenze di famiglie e attività del territorio.
Approfittiamo del momento per fare alcune domande.
Il cantiere oggi: organizzazione, controllo e presenza
Filippo, cosa cercano oggi le persone quando si parla di cantiere?
Immobiliare PER: selezionare ciò
Il metodo: ascolto, materiali e scelte ragionate
influisce sulla vita di una famiglia.
Qual è il primo passo quando una famiglia vi affida un progetto?
Michela:
tante. Ogni casa ha una storia diversa: c’è chi lavora spesso da casa, chi ha bambini piccoli, chi ha un bagno minuscolo che vuole far respirare. Raccogliamo tutte queste informazioni e iniziamo a tradurle in soluzioni concrete. Poi si passa ai materiali. Molte persone arrivano con una cartella di immagini salvate online, ma quan-
Immobiliare PER è una realtà relativamente
Siamo molto selettivi. Vediamo tanti immobili in città e nei comuni vicini. Valutiamo posizione, esposizione, luminosità, distribuzione degli spazi e, ovviamente, lo stato degli impianti e delle strutture. Ci sono case che “parlano” al primo sguardo e altre che ri-
La consulenza bagno online:
Che in poco tempo si chiariscono molti dubbi
E chi lo desidera può ricevere anche una selezione dei materiali più adatti. La prenotazione si fa dal sito ed è un buon modo per partire con sicurezza,
Il mio compito è capire cosa è davvero realizzabile. Se un immobile permette un intervento sensato, allora ha potenziale. Se per ottenere un risultato buono
Quando troviamo la soluzione giusta decidiamo se ristrutturarla completamente e proporla pronta, oppure presentarla con un progetto che mostri chiaramente come può diventare. Tutti gli immobili diwww.ediliziaper.com, così chi cerca casa può farsi un’idea concreta prima an-
complicate con altri lavori. Come gestite
Con continuità e presenza. Aggiornamenti costanti, sopralluoghi programmati, spiegazioni chiare. La fiducia non si costruisce con i discorsi, ma con ciò che il
E con scelte reali, materiali veri, progetti ragionati. Una famiglia ha bisogno di capire, non di imma-
È fondamentale. Le differenze tra due materiali possono sembrare minime in foto, ma dal vivo cambiano tutto. Qui si confrontano texture, colori, formati e
E per noi è un supporto importante: possiamo valutare subito come una scelta si comporterà poi
Filippo: Con cantieri sempre più organizzati, efficienti e coordinati, perché la complessità tecnica cresce ogni anno.
Michela: E con un rapporto ancora più diretto con le famiglie. I modi di abitare cambiano, così come le priorità. Il nostro obiettivo è rimanere un punto stabile: un percorso chiaro, professionale e seguito dall’inizio alla fine. Edilizia PER e Immobiliare PER sono oggi una presenza solida nel territorio: un luogo in cui progettazione e cantiere dialogano ogni giorno, per ristrutturare case che funzionano davvero nella vita quotidiana e accompagnare le famiglie con un metodo affidabile e concreto.
Edilizia PER Immobiliare PER
segue da pag. 1
Imprese, sanità, giovani
Il terzo tema che la Giunta Stefani è chiamato a prendere di petto è certamente quello dei giovani: dal Veneto ogni anno se ne vanno in molti, non solo all’estero ma anche verso Lombardia e soprattutto Emilia Romagna. Tra i fattori che producono questa emigrazione sembra esserci la scarsa vitalità del nostro territorio in termini sociali, occupazionali e di “prospettiva”. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi non riconoscono nel Veneto la possibilità di crescere, di cambiare, di essere al passo
e ambiente: le sfide che attendono Stefani
con la modernità e la velocità del tempo. Vero o falso che sia questo, in buona sostanza, è quello che rispondono quando li si interroga nel tentativo di analizzare le motivazioni alla base di questa “fuga” e, nel contempo, quando si cerca di capire perché in Veneto non arrivino giovani da altre regioni o stati europei in numero sensibili. Il quarto dossier urgente sul tavolo è quello ambientale. Il Veneto, per la propria posizione geografica, si trova in una delle aree con l’aria peggiore d’Europa. A questo
Il presidente eletto. Sociale, sanità e lavoro fra i temi
Stefani: “Giunta prima di Natale, gli assessori non faranno politica”
Incassata la netta vittoria alle urne, il presidente neo eletto della Regione Alberto Stefani si è subito messo al lavoro sulla composizione della squadra di governo che, come ha ribadito in più occasioni, sarà messa a punto prima di Natale. Sul toto-assessori, Stefani assicura che terrà conto dell’accordo pre elettorale di coalizione - cinque assessorati per Fratelli d’Italia, quattro per la Lega e uno per Forza Italia - ma l’aspetto più importante sarà quello della competenza specifica. “Una cosa che chiederò agli assessori sarà quella di non occuparsi di dinamiche politiche. - afferma - Chi entra in giunta farà l’assessore al cento per cento e si occuperà cento per cento della propria area di competenza, non di beghe politiche. Servono persone che conoscano il tema di riferimento e che possibilmente abbiano fatto anche il sindaco, un passaggio fondamentale che richiama anche l’importanza di rispondere ai cittadini. Sceglierò in base a questo, anche se in accordo con le segreterie di partito. Terrò per me invece la delega ai giovani”. Di fronte al successo elettorale Stefani prende un impegno preciso: “Chi fa politica deve rispondere delle proprie idee e delle proposte fatte. Abbiamo messo al centro della nostra agenda politica il tema del sociale, della sanità, del lavoro; l’abbiamo fatto con coraggio, tenendo conto di alcuni trend importanti che avremo davanti e abbiamo fatto sì che questi temi diventassero la parte centrale della nostra agenda amministrativa, del nostro programma”.
Sul fronte sanitario ha ribadito un concetto: “La priorità è e sempre dovrà essere la sanità pubblica, in quanto
diritto inalienabile dei cittadini. L’integrazione tra le due è inevitabile, ma la gerarchia non deve cambiare. In Veneto abbiamo il record negativo di accessi impropri al Pronto Soccorso e questo deve cambiare, perché si rischia di non poter gestire le vere emergenze. Alcune Ulss hanno già attivato dei percorsi di telemedicina per le pratiche meno urgenti (attraverso i numeri di assistenza 116 e 117) e intendo replicare questo modello su tutto il territorio regionale”. Per il mondo lavoro il governatore guarda ad una forte integrazione degli istituti di formazione professionale tecnica con le imprese, perché entro il 2030 mancheranno in Veneto 280mila lavoratori qualificati. Inoltre c’è la proposta di un tavolo anti burocrazia per agevolare le aziende. Quanto alle infrastrutture spicca la nuova holding autostradale entro il 2026, per riunire le attuali società del Triveneto e affrontare anche la questione Pedemontana. Sull’addizionale Irpef si deciderà in un secondo momento. Infine una promessa: “Farò il possibile per diventare il rappresentante di tutti i Veneti, anche quelli che non mi hanno votato”. (n.s.)
Il
si sommano i fenomeni, sempre più violenti, determinati dal cambiamento climatico che, trovando un terreno fortemente impermeabilizzato dalla grande cementificazione di tutti questi anni, producono gravi danni. Mentre ci si interroga, anche in modo un po’ morboso, su cosa farà Luca Zaia in futuro, il presidente Alberto Stefani sembra essere già al lavoro consapevole che il Veneto, oggi più che in altri momenti, deve ritrovare la forza per correre.
centronistra. Giovanni Manildo rivendica il risultato
“Il Veneto vuole l’alternativa”
Giovanni Manildo guardando al risultato elettorale sottolinea come i voti ottenuti segnino una svolta per lo schieramento progressista in Veneto. “Dopo anni di arretramento siamo risaliti, è la conferma che in Veneto c’è una parte del Paese che non si rassegna, che vuole un’alternativa, che crede in una politica capace di ascoltare e proporre”. Il candidato del centrosinistra sottolinea il frutto di un lavoro “serio e paziente”, costruito in oltre 120 giorni di campagna elettorale attraverso incontri, ascolto e la definizione condivisa di un programma basato su sette priorità. “Dopo quindici anni di arretramento – osserva – il centrosinistra rischiava la marginalizzazione. Oggi invece ritrova
spazio, voce e credibilità. Abbiamo piantato il chiodo decisamente più in alto”. Valutato positivamente, poi, il risultato ottenuto in città chiave come Padova e Venezia, dove la coalizione di centrosinistra si è imposta sugli avversari. Manildo non ignora però la forte astensione, ulteriore campanello d’allarme per la democrazia regionale che non va sottovalutato né ignorato: “L’affluenza in calo ci preoccupa e dovrebbe interrogare tutta la politica”. Secondo l’ex sindaco di Treviso, il voto conferma che i temi messi al centro della campagna – sanità pubblica, lavoro dignitoso, ambiente, casa, opportunità per i giovani – intercettano una domanda crescente nella società veneta. “Da qui si riparte, con
ancora più convinzione”, sottolinea. Il candidato racconta anche di aver chiamato il neo presidente Stefani per un augurio personale di buon lavoro. “Un gesto doveroso – spiega – ma il nostro impegno non finisce qui. Inizia ora un percorso più ampio: il Veneto ha bisogno di un’opposizione seria, costruttiva e determinata, e ha bisogno di una visione diversa. Noi ci saremo, ogni giorno, per dare voce a chi non ce l’ha”.
La sorpresa. “Resistere Veneto” raccoglie il 5,13%
Szumski esulta: “Abbiamo fatto l’impresa”
“R
esistere Veneto” entra in Regione con due consiglieri, risultato sopra le aspettative per la lista di Riccardo Szumski che supera il 5% con oltre 69 mila voti. L’ex sindaco di Santa Lucia di Piave definisce il traguardo raggiunto “un’impresa”. “Eravamo partiti con pochi mezzi ma tanta volontà e siamo riusciti a raccogliere 30mila firme. Da quel momento abbiamo capito che qualcosa si stava muovendo. L’arrivo dei volontari ha generato un entusiasmo crescente”. Il leader di Resistere Veneto guarda già all’attività in Consiglio regionale e illustra le
priorità del suo programma: “Ci batteremo per una sanità più vicina alle persone, dove i medici possano curare senza pensare solo ai risparmi. Ci occuperemo della montagna, del territorio e proporremo una moneta veneta basata su un credito Irpef trasformato in digitale. Sul tema dell’addizionale Irpef faremo una campagna forte per coinvolgere la popolazione che ha votato per l’autonomia”. Guardando al futuro non nasconde le difficoltà e così si rivolge ai propri sostenitori: “La partita sarà durissima, certo, ma noi scendiamo in campo. E la gio-
cheremo fino all’ultimo minuto, con la stessa passione che avete dimostrato ogni giorno. «Le grandi cose non si fanno da soli, e non si fanno per caso: si fanno insieme». Mai come oggi, queste parole descrivono ciò che abbiamo vissuto”.
Alla maggioranza 34 seggi, all’opposizione 17 Lega primo partito, seguono Pd e Fratelli d’Italia
ALBERTO STEFANI
LUCA ZAIA
GIORGIA BEDIN MATTEO PRESSI
DIEGO RUZZA
GIAMPAOLO TREVISI
ERIC PASQUALON
NICOLÓ MARIA ROCCO
FLAVIO BALDAN
ELISA DE BERTI LAURA BESIO JONATAN MONTANARIELLO JACOPO MALTAURO SONIA BRESCIANIN
CRISTIANO CORAZZARI STEFANO VALDEGAMBERI
ANNA LESO
ANNA MARIA BIGON
ALESSIO MOROSIN
ROSANNA CONTE
MANILDO
ELENA OSTANEL
FILIPPO RIGO
FRANCESCO RUCCO
CHIARA LUISETTO
ANTONIO MARCO DALLA POZZA
RICCARDO BARBISAN
ANDREA TOMANELLO
FILIPPO GIACINTI
ALESSANDRO DEL BIANCO
RICCARDO SZUMSKI
MANUELA LANZARIN
ROBERTO MARCATO
FRANCESCO CALZAVARA
VALERIA MANTOVAN
ANDREA MICALIZZI
DAVIDE LOVAT
ELISA VENTURINI
ALESSIA BEVILACQUA
ELEONORA MOSCO
ROBERTA VIANELLO
LUCAS PAVANETTO
MONICA SAMBO FLAVIO TOSI
MARCO ZECCHINATO
Il commento. L’assemblea generale con 2200 invitati al Centro Congressi in Fiera
Confindustria chiede attenzione al Governo ma non c’è traccia di autocritica né di contenuti
Nella sua relazione la presidente Paola Carron lamenta una “lenta perdita di competitività” e sottolinea il rischio “di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione”
“S ostenere l’industria significa sostenere l’Italia”. Ecco la frase più applaudita della relazione durata 26 minuti con cui Paola Carron ha inanellato una serie di lagnanze, qualche luogo comune come quello appunto virgolettato qui sopra e zero ricette. Un altro zero va alla autocritica: “buona parte della politica italiana guarda all’industria con diffidenza”. Ci chiediamo il perché? No. Paola Carron spiega che c’è stata “una lenta perdita di competitività”.
“Parla sulla liberazione di energie, puntare sui giovani, sulle donne” parole che riecheggiano dai comizietti di Landini a quelli della Schlein e crediamo anche in quelli di Szumski o Rizzo nelle stesse ore. “E’ una scelta casuale” disse la presidente Paola Carron a chi le chiedeva come mai l’assemblea a
poche ore dal voto in Veneto. C’era la stessa probabilità di beccare un numero secco alla roulette ma facciamo finta di credere che la Confindustria giochi a dadi. E’ uscito il numero per Paola Carron perché non si sa davvero immaginare cosa avrebbero potuto titolare i poveri cronisti se non “Confindustria Veneto Est sferza la politica, c’è una questione settentrionale”.
Chi scrive ha ascoltato tre volte il video disponibile sul sito di Confindustria. A parte la “visione di città di città” che sembra il titolo di una filastrocca di Gianni Rodari, rimane ben poco di profondo. Sarà per la lettura monocorde del gobbo digitale, sarà perché la luce azzurrina soffusa avrà mietuto chissà quante vittime tra i 2200 stanchi imprenditori e funzionari di Confindustria comandati a par-
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tecipare all’assemblea di struttura, ma, come recitava l’immortale Califano, “tutto il resto è noia” o qualcosa di poco distante. Giova ricordare l’occasione persa. All’assemblea annuale dalla bocciofila in su, il presidente prima di lagnarsi di ciò che non hanno fatto gli altri, di solito elenca cosa ha fatto lui assieme ai suoi collaboratori. Non c’è traccia di questo bilancio nei 26
passa
minuti di lettura del discorso della presidente. Ritorneremo fiduciosi l’anno prossimo.
“Rischiamo di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione” dice Paola Carron rivolgendosi al proprio presidente nazionale Orsini. “Attendiamo dal Governo il segnale di una volontà del Governo di agire qui ed ora”. Strano sarebbe che il Governo vo-
lesse invece dare il segnale di voler agire altrove e l’anno scorso. Insomma la rifondazione luogocomunista potrà valere sotto elezioni, sia per i candidati che per i presidenti. Poi a chi verrà dopo di noi il compito di porre sul piano storico il peso di un discorso che dopo tre volte strappa al massimo uno sbadiglio. Alberto Gottardo
Nel Salone della Basilica Palladiana torna a vivere Olimpichetto: la straordinaria ricostruzione della scena del Teatro Olimpico realizzata nel 1948 per portare l’ tournée tra Italia ed Europa.
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Sostenibilità.
Despar Nord, l’impegno per la biodiversità cresce insieme ai territori
Difendere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori: per questo Despar Nord porta avanti iniziative concrete come le Case delle Api, il Bosco Diffuso e attività educative che coinvolgono scuole e realtà locali in un impegno continuativo
La tutela della biodiversità è una delle sfide decisive per la sostenibilità ambientale e Despar Nord ha scelto di contribuire con progetti concreti, continuativi e realizzati coinvolgendo i territori e le comunità in cui è presente attraverso progetti educativi, iniziative e interventi dedicati alla tutela e alla rigenerazione degli ecosistemi. Un impegno che si inserisce nel più ampio percorso di sostenibilità dell’Insegna dell’Abete e che prosegue in sinergia con le iniziative già avviate anche insieme al Consorzio Despar Italia, di cui l’azienda fa parte.
T ra le iniziative più significative portate avanti da Despar Nord, insieme al Consorzio Despar Italia, spiccano i progetti “Case delle Api Despar” e “Il Bosco Diffuso Despar” realizzati in partnership con PlanBee. In particolare “Case delle Api” è un’iniziativa nata nel 2025 con l’obiettivo di promuovere la biodiversità e contribuire concretamente a proteggere le api, insetti fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi grazie al loro
ruolo di principali impollinatori. Le attività degli alveari sono monitorate da apicoltori professionisti, che garantiscono il benessere delle colonie e forniscono aggiornamenti periodici sul loro stato di salute. Nei territori di Despar Nord le arnie sono state collocate a Codemondo di Reggio Emilia grazie alla collaborazione tra Despar Nord e l’Associazione Api Libere che ha messo a disposizione alcuni terreni di proprietà per ospitare i nuovi alveari collocati in una zona selezionata per il suo impatto positivo alla flora locale. Il legame con il territorio passa anche attraverso il Bosco Diffuso Despar, iniziativa nazionale avviata nel 2023, alla quale Despar Nord partecipa attivamente. Dopo i 400 alberi piantati tra Veneto ed Emilia-Romagna nelle prime due edizioni del programma, quest’anno l’azienda ha messo a dimora 250 nuovi alberi, presso i terreni di Feeducia, microazienda che pratica agricoltura rigenerativa a Colle Umberto in provincia di Treviso. Salici, querce, noccioli, ontani e acacie sono stati
piantati in una zona di infiltrazione dell’acqua, così da ridurre il rischio di detriti su proprietà confinanti, ricaricare la falda freatica da cui si attinge con il pozzo, proteggere il suolo e migliorare il ciclo dei nutrienti. A conferma dell’obiettivo sociale e di promozione della consapevolezza sui temi della sostenibilità e della tutela ambientale, il progetto ha visto la partecipazione degli alunni della scuola primaria “Giovanni Pascoli” di Colle Umberto che hanno preso parte alla
piantumazione. I nuovi alberi vanno così ad ingrandire la superficie del “Bosco Diffuso Despar” sui territori di riferimento dell’azienda dell’Abete, portando così a 650 gli alberi che compongono la superficie del Bosco Diffuso Despar.. A conferma del proprio impegno, l’azienda ha inoltre rinnovato per il 2025 anche il progetto di riforestazione sostenuto insieme a WOWnature attraverso le linee a marchio Econvivo e Verde Vera e ha inoltre dato vita al progetto
“Alla scoperta della biodiversità”, che ha visto l’avvio del primo laboratorio didattico presso l’azienda agricola trevigiana Moretto Farm coinvolgendo anche una scuola del territorio. Un mosaico di azioni, diverse ma complementari, che raccontano una visione condivisa: proteggere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori e delle comunità che li abitano. Despar Nord ha scelto di farlo, ogni giorno, insieme a chi quei territori li vive.
Al via il primo laboratorio didattico sulla biodiversità con Moretto Farm
Si è concluso giovedì 27 novembre, all’Interspar di Montebelluna, il primo laboratorio didattico sulla biodiversità promosso da Despar Nord. Il progetto ha coinvolto 38 alunni delle classi terze della scuola primaria “Ugo Foscolo” di San Gaetano – Montebelluna (TV) ed è stato sviluppato con Moretto Farm,
innovativa realtà agricola trevigiana specializzata in acquaponica e apicoltura sostenibile. Il percorso è iniziato il 4 novembre con la visita alla serra acquaponica dell’azienda agricola e alle sue arnie, in un ambiente pensato per sostenere le api e garantire loro fonti di nettare anche in momenti di scarsità, e ha
permesso agli alunni di approfondire i temi della biodiversità, dell’apicoltura, dell’acquaponica e del ruolo fondamentale delle api negli ecosistemi. Durante l’evento conclusivo all’Interspar di Montebelluna, i piccoli alunni sono diventati protagonisti presentando disegni e lavori ispirati alla visita e completando il percorso con un viaggio tra gli scaffali dedicato alla filiera del miele osservata in azienda. I loro disegni, che raccontano con freschezza e creatività quanto vissuto durante il laboratorio, sono poi stati esposti in una piccola mostra allestita in negozio, per essere condivisi con l’intera comunità e valorizzare il loro impegno. Moretto Farm, fondata da giovani imprenditori è oggi un esempio virtuoso di economia circolare e tutela della biodiversità grazie a produzioni di qualità e prive di chimica. La col-
laborazione con Despar Nord rientra nel progetto “Sapori del Territorio”, che valorizza le eccellenze agricole locali e microlocali. Questo primo laboratorio rappresenta solo l’inizio: nel 2026 Despar Nord
prevede infatti nuove attività con altre scuole e produttori del territorio, per diffondere una cultura ambientale che unisca innovazione, responsabilità e forte radicamento territoriale.
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ne prima ancora che sulla vetrina.
non è questione di numeri su una ricetta. L’applicazione delle lenti a contatto, morbide o semirigide, passa prima per la valutazione della cornea: niente improvvisazioni. Miopia, ipermetropia, astigmatismo o presbiopia trovano la loro risposta tecnica, ma i professionisti guidano passo dopo passo anche nell’uso quotidiano delle lenti. Una formazione vera e propria, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta.
E poi c’è il visual training, la parte più innovativa: esercizi mirati per allenare le funzioni visive quando il problema non è la diottria ma la fatica. Lettura che stanca, fastidio al computer, difficoltà a mantenere la concentrazione. Situazioni comuni. OPTIKROM propone percorsi
Un viaggio tra arte, turismo e valorizzazione del territorio.
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Rovigo, l’arte che fa sognare: a Palazzo Roverella la magia fotografica di Rodney Smith
Verona, Mantova, Ferrara, Torino, Milano e Venezia. Un flusso costante che ha trasformato Rovigo in una meta d’arte apprezzata
Accanto alle grandi rassegne dedicate alla fotografia e all’arte tra Otto e Novecento, Palazzo Roncale propone mostre gratuite che raccontano storie e personaggi del Polesine. Figure sorprendenti come Cristina Roccati, terza donna laureata al mondo, o l’esploratore Giovanni Miani, che partì alla scoperta delle sorgenti del Nilo. È un percorso culturale che arricchisce e incuriosisce, complementare alle grandi mostre di
Rodney Smith: eleganza, surrealismo e poesia della luce
La nuova mostra apre una finestra su un
Tra eleganza, immaginazione e poesia visiva, Rovigo accoglie una delle mostre più raffinate della stagione culturale italiana: “Rodney Smith. Fotografia tra reale e surreale”, la prima grande esposizione dedicata al celebre fotografo newyorkese nel nostro Paese. Un evento promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi, che conferma il ruolo ormai consolidato della città polesana come punto di riferimento nel panorama espositivo nazionale.
gurazione – l’esposizione rappresenta un
Rovigo capitale culturale: vent’anni di grandi mostre
Da quasi vent’anni, Palazzo Roverella e Palazzo Roncale attraggono visitatori da tutta Italia. «Rovigo è una piccola città, di 45 mila abitanti, ma con alcune esposizioni siamo riusciti a superare gli 88 mila visitatori», spiega Alessia Vedova di Fondazione Cariparo. I dati parlano di un pubblico che arriva non solo dal Veneto, ma anche da
La rassegna invita alla contemplazione, alla meditazione, alla scoperta di una sensibilità rara. Il pubblico sta rispondendo con entusiasmo.
Quando l’arte diventa motore di sviluppo
Il successo delle mostre non risponde solo a un obiettivo culturale, ma a una visione
ma ha intuito che l’arte può diventare un volano economico importante», sottolinea Vedova. È il caso di Rovigo, riscoperta negli ultimi anni per le sue atmosfere autentiche, la gastronomia locale, la vicinanza a luoghi unici come il Delta del Po, Fratta Polesine con Villa Badoer e la Casa Museo Matteotti, i percorsi fluviali e la splendida Rotonda, capolavoro seicentesco custodito nel cuore della città. Sono elementi che rendono Rovigo una
meta ideale per lo slow tourism, un turismo lento e consapevole che invita i visitatori a fermarsi più giorni, riscoprendo gusti, tradizioni e bellezze che altrove rischiano di perdersi nella frenesia. La mostra dedicata a Rodney Smith non è soltanto un evento culturale, ma un’esperienza emotiva che immerge il visitatore in un mondo sospeso tra realtà e fantasia. È un’occasione preziosa per scoprire – o riscoprire – Rovigo, una città che grazie alla visione della Fondazione Cariparo continua a crescere, innovare e aff ascinare.
Tendenze Arredamento 2026: la casa che racconta chi siamo
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uando si parla di casa, il 2026 porta con sé un cambiamento silenzioso ma evidente: abbiamo smesso di cercare ambienti perfetti e patinati, e abbiamo iniziato a desiderare spazi che ci somiglino davvero. Non stanze che impressionano chi entra, ma luoghi che accolgono chi ci vive. È questo lo spirito delle nuove tendenze d’arredo: una casa rifugio, autentica, intima, costruita intorno alle persone. Entrando dalla porta, i colori sono la prima cosa che parla. Le palette si fanno calde, pudiche, profondamente naturali: beige sabbia, terracotta bruciata, nocciola, verde muschio. Non è solo una questione estetica, ma di atmosfera. Sono tonalità che riducono il rumore visivo, accompagnano i ritmi lenti, rendono ogni stanza un luogo in cui il tempo sembra scorrere meglio.
Si afferma il ritorno dei materiali veri. Il legno non finge più di essere altro: mostra venature, nodi, imperfezioni. Le superfici ceramiche raccontano lavorazioni artigiane, mentre i tessuti, dal bouclé al lino pesante, invitano al tatto prima ancora che allo sguardo. Nel 2026 i mobili non devono sembrare nuovi, ma sinceri. Anche un oggetto vissuto, ereditato o recuperato acquista valore: porta con sé una storia e rende subito più caldo l’ambiente che lo accoglie.
Gli spazi diventano multifunzionali, ma senza perdere poesia. Un tavolo resta un tavolo, ma può essere anche scrivania, laboratorio, ritrovo serale. Un angolo in soggiorno si trasforma in piccola biblioteca con una poltrona comoda e una lampada bassa. Le case non sono più rigide, non hanno funzioni imposte: si
modellano sulle abitudini di chi le abita.
Si fanno strada anche gli “angoli personali”, un trend che nel 2026 esploderà: piccoli spazi dedicati a ciò che amiamo.
Può essere un ripiano con dischi e giradischi, un tavolino per le piante da interno, un angolo meditazione con tappetino e cuscini. L’estetica segue la vita, non il contrario.
Le pareti tornano a essere vissute: librerie piene ma ordinate, quadri non più allineati matematicamente, fotografie che raccontano la famiglia, ricordi di viaggio.
La casa 2026 è un diario aperto, non un
set fotografico. E per chi ama il minimalismo, questo non significa riempire: significa scegliere bene, selezionare ciò che davvero rappresenta.
La luce diventa protagonista. Non più solo lampade centrali, ma una costellazione di punti luminosi morbidi: piantane, abat-jour, lanterne, luci calde che disegnano la sera. L’obiettivo è creare ambienti che non abbagliano, ma abbracciano.
E poi c’è il verde. Le piante non sono semplici ornamenti: diventano elementi d’arredo a tutti gli effetti. Grandi foglie che riempiono un angolo spoglio, piccole succulente che fanno compagnia sulla scrivania, rampicanti indoor che addolciscono le linee rigide. Il 2026 sarà l’anno in cui natura e casa dialogheranno ancora di più.
Se dovessimo riassumere la tendenza in una frase: la casa torna a essere un luogo dell’anima. Non risponde più alle mode, ma alle persone. Racconta chi siamo, cosa amiamo, come viviamo il quotidiano.
Il 2026 promette ambienti più caldi, più veri, più sensoriali. Case che non competono, ma accolgono. Case che non mostrano, ma parlano. Case che, finalmente, somigliano a noi.
do l’acqua scarseggia e l’emergenza diventa la necessità di vivifi care i corsi d’acqua. Il delicato equilibrio tra città e acqua è un tema di grande attualità che è stato riportato all’attenzione con gli ultimi eventi meteo che hanno interessato la zona di Padova tra agosto e settembre. Il Consorzio di bonifi ca Bacchiglione sta partecipando al tavolo operativo che è stato istituito con il Comune di Padova e AcegasApsAmg, con l’obiettivo di attuare un’azione coordinata sugli interventi prioritari, di rispettiva competenza, da eseguire in tempi brevi. Il Consorzio di bonifi ca Bacchiglione ha individuato degli interventi da realizzare nel territorio comunale al fi ne di aumentare la sicurezza idraulica e migliorare il deflusso delle acque per far fronte al verifi carsi di eventi meteo eccezionali. Infatti, oltre alle attività ordinarie di manutenzione sugli scoli di nostra competenza, sono stati individuati due interventi da eseguire che sono già stati inseriti all’interno della programma-
il deflusso delle acque. Il secondo progetto prevede la revisione e la manutenzione delle elettropompe installate negli impianti di Ca’ Nordio e Saracinesca, con l’obiettivo di rendere il sistema più affi dabile anche in condi-
re il funzionamento dell’impianto. «L’acqua per la città di Padova è un elemento fondamentale, e questo Consorzio è a conoscenza delle diverse criticità che sono presenti sul territorio e sta lavorando per trovare soluzioni effi caci
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bonifi ca Bacchiglione-. Alcune problematiche si ripresentano si ripresentano con regolarità, mettendo a dura prova il sistema idraulico. L’ obiettivo è chiaro: creare un dialogo costante tra le parti interessate per defi nire strategie di prevenzione e risposta condivise, non solo sul breve termine ma anche guardando alla resilienza futura del territorio». Al fi ne di realizzare interventi effi caci per la gestione del rischio idraulico è importante ribadire che le criticità di Padova non possono più essere affrontate da un unico soggetto: serve un’alleanza operativa tra Enti, una governance condivisa che innalzi il livello di prevenzione e rafforzi la capacità di reazione ai fenomeni estremi.
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A Padova l’Annual Meeting del Cuamm per celebrare 75 anni di sostegno a mamme e bambini
La Fiera di Padova ha ospitato l’assemblea nazionale del Cuamm - Medici con l’Africa, che quest’anno celebra il suo 75esimo compleanno. Molti gli ospiti d’eccezione, come i cantautori Daniele Silvestri e Niccolò Fabi e innumerevoli volti del mondo politico e religioso. Ma una figura emergeva dalla massa di grandi nomi: Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, con tutto il peso della sua carica istituzionale e la classe di una delle figure più stimate e rispettate del panorama politico nazionale. Nel suo intervento per celebrare i 75 anni di Medici con l’Africa Cuamm, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che l’anniversario rappresenta una ricorrenza felice non solo per l’organizzazione, ma per Padova, per l’Italia e soprattutto per le migliaia di persone che negli anni hanno ricevuto cure, formazione e sostegno grazie ai programmi del Cuamm nei territori più fragili dell’Africa. Mattarella ha messo in evidenza come il lavoro del Cuamm — svolto in contesti di povertà estrema e bisogno profondo — rappresenti un messaggio di pace e cooperazione in contrapposizione alle guerre, agli egoismi nazionali e alle nuove chiusure che caratterizzano il mondo di oggi. “Tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia e collaborazione”, ha ricordato, definendo l’azione del Cuamm una “preziosa provocazione” al servizio del bene comune. Mattarella ha sottolineato come, negli anni, il Cuamm abbia saputo unire testimonianza e organizzazione, costruendo un ponte di valore tra Italia e Africa proprio mentre i Paesi africani conquistavano indipendenza e protagonismo. Ha evidenziato inoltre che investire nello sviluppo dell’Africa è strategico per il futuro dell’Europa, richiamando il Piano Mattei e le recenti iniziative internazionali come il G20 di Johannesburg e la conferenza tra Unione Europea e Unione Africana. Il Presidente ha ricordato anche che fu Aldo Moro a riconoscere formalmente
il Cuamm come prima ONG sanitaria italiana, valorizzando il ruolo storico dell’organizzazione nel promuovere giustizia, dignità e rispetto della persona. Concludendo, Mattarella ha espresso un augurio: che il Cuamm continui a far crescere la consapevolezza del valore della dignità umana, “inviolabile e universale”, e ha affermato che la Repubblica è grata per questo impegno. 75 anni di aiuti umanitari per un continente che incarna rimorsi dell’Europa coloniale, come ha detto il direttore del Cuamm Don Dante Carraro. Un sostegno che non vuole sostituire ma affiancare l’Africa, come suggerisce il nome dell’associazione. Un messaggio semplice, intenso, pronunciato con emozione e gioia. Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha scelto di lanciare un appello forte e universale: continuare a lottare perché nessuna donna debba morire dando la vita. Don Dante ha ricordato un dato drammatico: «L’anno scorso in Africa sono morte 260.000 mamme di parto». Una cifra che definisce “uno scandalo che fa male al cuore”, il segno tangibile di una disparità globale che il Cuamm combatte da decenni sul campo, accanto alle comunità più fragili. Guardando al futuro, Carraro ha sottolineato che questo è il suo augurio più grande: che il lavoro del Cuamm prosegua senza sosta, con la speranza concreta di impedire che tragedie così evitabili continuino a ripetersi. La presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione, ha aggiunto, rappresenta un segnale potente: l’Italia cammina al loro
fianco, riconoscendo il valore e la necessità di questa missione umanitaria. “Tanta gente cammina con noi”, ha detto Carraro, ribadendo che la lotta per la salute materna non è una battaglia solitaria, ma un impegno collettivo. Per celebrare l’importante anniversario, la Fiera di Padova ha fatto da cornice a una passerella di grandi nomi della scena pubblica locale e nazionale.
L’iniziativa. Pneumococco e Fuoco di Sant’Antonio: nuove misure preventive per i 65enni
Vaccinazioni gratuite per i 65enni: Ulss 6 potenzia la prevenzione contro Pneumococco e Herpes Zoster
Nuova campagna Ulss 6 per i cittadini di 65 anni: vaccini gratuiti contro Pneumococco e Herpes Zoster, patologie che possono causare complicanze serie. Accesso libero senza prenotazione in tutte le sedi vaccinali aziendali
L’Ulss 6 Euganea attiva una nuova campagna di prevenzione dedicata ai cittadini di 65 anni, offrendo gratuitamente le vaccinazioni contro le malattie batteriche invasive da Pneumococco e contro le forme più gravi di Herpes Zoster, noto anche come Fuoco di Sant’Antonio. L’iniziativa segue le indicazioni della Regione Veneto e punta a proteggere una fascia di popolazione particolarmente esposta a queste patologie.
Gli over 65 e le persone con condizioni di salute fragili presentano infatti un rischio maggiore di sviluppare complicanze legate allo Pneumococco, batterio responsabile di meningiti, polmoniti, setticemie e otiti.
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Negli ultimi anni il patogeno ha mostrato una crescente resistenza agli antibioti-
ci comunemente utilizzati, rendendo più complesso il trattamento delle infezioni. La vaccinazione rappresenta oggi la principale forma di prevenzione, con comprovata sicurezza ed efficacia. Accanto alla protezione anti-pneumococcica, l’Ulss 6 propone anche la vaccinazione contro l’Herpes Zoster, infezione virale che provoca un’eruzione cutanea dolorosa e spesso ac-
compagnata da vescicole, con sintomi che possono durare fino a quattro settimane. Una persona su cinque sviluppa, dopo la guarigione, la nevralgia post-erpetica, un dolore persistente e difficile da trattare. Il vaccino consente di ridurre il rischio di malattia con un’efficacia superiore al 90% e può essere somministrato nella stessa seduta del vaccino antipneumococcico. Per facilitare l’adesione, l’Ulss 6 ha inviato a tutti i 65enni non ancora vaccinati una lettera informativa direttamente a casa. È previsto l’accesso libero presso qualsiasi sede vaccinale aziendale, senza necessità di prenotazione, per favorire una partecipazione ampia e immediata alla campagna preventiva.
Paola Bigon
Prende avvio la Scuola di Robotica Urologica
Via T. Minio 42/A PADOVA 049 616866 info@centrosstrinita.it www.centrosstrinita.it
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Ha preso ufficialmente avvio la Scuola di Robotica Urologica, diretta dal prof. Fabrizio Dal Moro, direttore dell’UOC Urologia dell’Azienda, un’iniziativa che consolida il ruolo di Padova come centro di riferimento nazionale e internazionale per la chirurgia robotica in campo urologico. Il progetto è stato cofinanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con un investimento di 190 mila euro, a sostegno dell’innovazione tecnologica e della formazione specialistica di alto livello. La chirurgia robotica in urologia rappresenta una delle più importanti rivoluzioni in ambito medico degli ultimi anni. I vantaggi per i pazienti sono significativi: riduzione dei giorni di degenza, minori complicanze, migliore recupero funzionale, limitazione o annullamento delle trasfusioni e risultati chirurgici più precisi. Nel solo 2024, l’équipe del prof. Dal Moro ha eseguito 717 interventi robotici, un dato in costante crescita dal 2021. Nei primi dieci mesi del 2025 gli atti operatori con robot hanno già raggiunto quota 830, confermando un trend in forte espansione. Padova detiene inoltre la casistica più
ampia in Veneto nella presa in carico di pazienti affetti da tumore della vescica, grazie alla tecnica chirurgica “VeSpa”. La Scuola di Specializzazione in Urologia di Padova ha ottenuto il sigillo di qualità dell’Ateneo ed è stata riconosciuta come centro di training europeo per la chirurgia dei tumori di prostata, reni e sistema urinario — un riconoscimento condiviso soltanto con altri tre ospedali italiani. Inoltre, il centro padovano è certificato SMART 4R per la chirurgia robotica mininvasiva, a conferma degli altissimi standard di sicurezza, precisione e formazione. Per il quarto anno consecutivo, la UOC Urologia dell’Azienda ha conquistato il primo posto a livello nazionale nella classifica stilata dal magazine Newsweek, che premia le migliori strutture ospedaliere per qualità dell’assistenza e innovazione clinica. In occasione del Congresso internazionale di urologia oncologica che si terrà a New York, sarà presentato un importante intervento di chirurgia robotica eseguito con successo dall’équipe del prof. Dal Moro. Si tratta di una nefrectomia parziale robotica, durante la quale è stata rimossa la porzione
di rene con lesioni tumorali preservando la parte sana dell’organo. Grazie alla visione tridimensionale ad altissima definizione e alla precisione dei bracci robotici, il paziente ha beneficiato di minore dolore post-operatorio, recupero più rapido, riduzione del sanguinamento, assenza di trasfusioni e degenza più breve. Con la nascita della Scuola di Robotica Urologica e il continuo successo dell’UOC diretta dal prof. Dal Moro, Padova si conferma un modello di eccellenza per la chirurgia robotica urologica, unendo tecnologia, competenza e formazione per offrire ai pazienti cure sempre più efficaci e personalizzate. (s.b.)
Adolescenti italiani in cerca di conforto nell’Intelligenza Artificiale
L’Intelligenza Artificiale sta diventando una sorta di rifugio emotivo per quasi la metà degli adolescenti italiani. Secondo la XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio, diffuso da Save The Children, il 41,8% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha cercato supporto tramite chatbot o strumenti digitali nei momenti di ansia, tristezza o solitudine. Oltre il 42% degli intervistati ha chiesto consigli all’IA su decisioni importanti della propria vita, attratti soprattutto dalla sua caratteristica di “non giudicare” (citata dal 12,4% degli utilizzatori). L’uso di queste tecnologie tra i ragazzi è quasi universale (92%), a fronte di un ricorso molto più limitato tra gli adulti (46,7%). Il report mette
in luce una crescente fragilità psicologica: solo la metà degli adolescenti dichiara un uso funzionale dei dispositivi, mentre il 47,1% ha subito episodi di cyberbullismo, rispetto al 31,1% del 2018. Inoltre, il 13% manifesta iperconnessione e oltre il 9% si isola volontariamente per motivi psicologici. Emergono differenze significative di genere: il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma tra le ragazze la percentuale scende al 50%, contro il 71% dei ragazzi. Ancora più marcato il divario emotivo: solo il 34% delle adolescenti gode di un buon equilibrio emotivo, rispetto al 66% dei coetanei maschi, uno dei gap più ampi in Europa.
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