“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
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Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
L’INVERNO DEMOGRAFICO SI ABBATTE SUL VENETO
NASCITE IN COSTANTE CALO, LA POPOLAZIONE INVECCHIA
L’area del Miranese nord in difficoltà punta a potenziare i servizi. Il sindaco di Noale Stefano Sorino:“Abbiamo trovato soluzioni per le scuole delle frazioni”
MANILDO LANCIA
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
SCORZÈ,TELECAMERE E CONTROLLO TARGHE SULLE PRINCIPALI VIE D’ACCESSO
Con un investimento iniziale di 100 mila euro, l’amministrazione avvia l’installazione di dispositivi per il monitoraggio veicolare
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
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CDalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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La tassa di soggiorno divide i Comuni
Polemiche per la prevista nascita della Fondazione Turismo Riviera e Miranese, che sta scatenando accesi dibattiti nel territorio a livello soprattutto politico. Al centro delle polemiche resta soprattutto l’imposta di soggiorno, con la scelta divisa tra chi nelle amministrazioni locali intende introdurla per finanziare l’attività turistica e chi invece preferirebbe optare per il no. Sta sollevando critiche la nascita della Fondazione Turismo Riviera e Miranese, il nuovo ente che nelle intenzioni si occuperà di promuovere in modo coordinato il turismo nei Comuni della Riviera del Brenta e del Miranese con l’obiettivo di dotare il territorio di uno strumento condiviso per valorizzare le risorse culturali, paesaggistiche e ricettive, favorendo strategie comuni e interventi strutturati.
Forti perplessità sull’introduzione della tassa di soggiorno arrivano però da varie realtà, tra le quali la vicesindaca di Martellago e assessore al Turismo Monica Cornello. “Non abbiamo tutti la stessa attrattiva turistica - spiega la sua posizione - E qui da noi ad esempio nessuno, pur avendone la possibilità, ha mai voluto investire seriamente in una struttura ricettiva alberghiera. Ne valuteremo quindi seriamente l’opportunità. Un buon amministratore deve partire da dati concreti, non da suggestioni o ipotesi”.
Di parere opposto, il sindaco di Mirano Tiziano Baggio: “L’introito derivante dalla tassa di soggiorno servirà per migliorare la visibilità e l’attrattività del nostro territorio” - spiega - I fondi raccolti saranno destinati a migliorare l’esperienza dei turisti e a sostenere i servizi legati al turismo, come la manutenzione delle infrastrutture o la promozione della destinazione in chiave digitale. Questa operazione non intende gravare sui nostri concittadini, ma piuttosto valorizzare ciò che abbiamo da offrire ai visitatori”.
Massimo Tonizzo
Presentata
la Fondazione per il rilancio turistico
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
<
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Sicurezza sul lavoro. Florin Busu, dipendente interinale, è morto dopo essersi sentito male in azienda
Morto un operaio alla Zincol: scoppia la bufera su sicurezza e diritti
E state non certo delle più facili per i lavoratori a Noale, con anche una tragedia mortale a turbare gli animi. Un operaio della Zincol, Florin Busu, si è sentito male in azienda ed è purtroppo mancato poche ore dopo a casa e in seguito al fatto il sindacato Slai Prol Cobas ha indetto uno sciopero che ha riguardato l’ultima ora del primo turno e la prima ora del secondo turno. A spiegare la situazione, Paolo Dorigo per il Coordinamento Provinciale Slai Prol Cobas: “Florin Busu, operaio rumeno dipendente della agenzia interinale Umana si è sentito male, ed ha avvertito il responsabile dello stabilimento del fatto, ma è stato lasciato solo sulla panchina posta di fronte all’ufficio, all’entrata dello stabilimento finché alle 17 è stato accompagnato da due colleghi a casa sua, dove è mancato poco dopo le 19. Slai Prol Cobas porterà l’esposto in Procura della Repubblica di Venezia. Chiamiamo all’unità operaia tutti i lavoratori e rivendichiamo il diritto sindacale e la libertà di scelta dei lavoratori”. I sindacati hanno dato anche la disponibilità ad essere sentiti dalla Magistratura: “Dovrà essere l’Autorità giudiziaria a stabilire come si sono svolti i fatti, ma ci permette comunque di denunciare sia la prassi aziendale di non chiamare le autorità sanitarie nei casi di necessità, sia l’anomalia dell’accompagnamento a casa ben quattro ore topo l’insorgere dello stato di necessità”. Non solo questo dramma, però, a
scuotere il lavoro Noalese. Il sindacato aveva indetto lo sciopero anche per l’azienda di pulizie industriali Key Service spa, in appalto per lo stabilimento Vis industrie Alimentari Spa di Noale in strada degli Ongari. Le motivazioni sono richieste salariali e di riorganizzazione degli orari e dei carichi di lavoro per i 15 lavoratori dell’azienda di servizi che lavorano quasi sempre di notte. “Chiediamo un aumento di livello contrattuale - spiegano - in considerazione degli anni di servizio e della qualità del lavoro. L’importo calcolato del mese del Tfr deve corrispondere all’imponibile fiscale del mese. Facciamo richiesta inoltre di concessione buono pasto di 8 euro per ogni giorno di servizio ai lavoratori”. Lo sciopero, poi, è stato revocato dagli stessi sindacati dopo che, al termine di una serrata trattativa con l’azienda, sono state accolte tutte le rivendicazioni avanzate. “Kay Service” - ha chiuso il caso per Slai Prol Cobas, Paolo Dorigo - “conferma l’applicazione della maggiorazione notturna del 30% per il personale impiegato nell’appalto Vis e riconoscerà il terzo livello a sette lavoratori. Infine sulla richiesta dei buoni pasto a 8 euro, l’azienda riconosce buoni pasto del valore di 5 euro. I buoni verranno erogati dal 1 settembre prossimo al 31 dicembre in un periodo sperimentale di 4 mesi”. Per una verifica dell’accordo le parti si incontreranno ancora a gennaio 2026.
Massimo Tonizzo
Trionfo di “Voci Contemporanee” tra tradizione e modernità
Buon successo per il rinnovato festival letterario di Noale, che con la sua quindicesima edizione ha sancito la nascita di “Voci Contemporanee”, la nuova identità del NoaleFestival, tradizionale appuntamento letterario estivo della città.
“Un’evoluzione - ha commentato l’assessore alla Cultura Claudio Manente - che non è semplice mutamento di nome, ma segno concreto di una visione rinnovata, frutto della sinergia tra persone, competenze e sensibilità accomunate da un sincero amore per la cultura. Il progetto rinnovato, è nato dal desiderio di offrire alla cittadinanza e agli ospiti della nostra città una proposta culturale che sia al tempo stesso radicata nel territorio e aperta alla contemporaneità. Al centro di questa nuova edizione abbiamo dunque inserito gli autori veneti, voce viva e plurale della nostra
regione, protagonisti di otto incontri che si sono snodati lungo l’estate in un formato originale e coinvolgente”.
Con questa nuova formula, dunque, il festival si è confermata occasione che piace mol-
to al pubblico, spaziando in ambiti e temi sempre differenti, e raccogliendo l’interesse di una platea sempre eterogenea, grazie anche alla direzione artistica stata affidata all’esperta giornalista Sara Zanferrari, che si è prodigata per offrire alla cittadinanza e agli ospiti della Città di Noale una proposta culturale al tempo stesso radicata nel territorio e aperta alla contemporaneità.
Tutti molto partecipati gli otto incontri, quattro dei quali si sono svolti in orario preserale, ospitati da esercizi e realtà locali, esperimento che ha avuto a sua volta successo e che potrebbe diventare una costante già dalla prossima confermatissima edizione. Applausi e affluenza al massimo, come era logico attendersi, soprattutto per il musicista Toni Pagliuca che ha presentato la sua biografia. (m.t.)
Alessia Malvestio, una delle ospit
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Emergenza natalità. L’inverno demografico colpisce Noale, Scorzè, Martellago e Salzano
Il Miranese fa i conti con il crollo delle nascite: scuole a rischio chiusura, famiglie in fuga
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
L’area del Miranese nord e cioè quella dei Comuni di Salzano, Noale, Scorzè e Martellago che fa parte del comprensorio della Riviera e del Miranese, da anni subisce la crisi demografica che si è manifestata anche nei Comuni limitrofi del veneziano trevigiano e padovano. A cercare di dare una risposta al fenomeno è Andrea Martellato presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 3. “In questo momento - dice Martellato - grazie alla nascita degli Ats ( Ambito Territoriale Sociale) è possibile coordinare politiche in grado di mitigare l’inverno demografico con cui saremo costretti a fare
i conti nei prossimi decenni. Vanno coordinati interventi dei Comuni per potenziare servizi come gli asili nido, i bonus per chi fa figli, il taglio del costo dei trasporti scolastici. Si pensi poi che chi ha bambini e usa pannolini (o pannoloni per persone incontinenti) ci sono dei servizi con dei contenitori ad hoc che evitano di scaricare il rifiuto in un normale bidone del secco, pagando cioè il costo dello sversamento. Servono ovviamente molte risorse, ma è importante riuscire a monitorare una situazione che da anni va in una precisa direzione quella dell’invecchiamento della popolazione. Ci
vorranno decenni per invertire la tendenza”. In questo territorio, Noale ad esempio è una città che per ragazze e ragazzi è luogo di aggregazione, ma questa anche se attrattiva per i giovani sta cercando di affrontare e gestire il fenomeno dell’inverno demografico. A dare risposte per il suo territorio è il sindaco Stefano Sorino sentito per Veneto 24. “Noi cosa pensiamo di fare? Si chiede Sorino. Noi affrontiamo questo problema cercando di creare ed offrire dei servizi. Dei servizi legati soprattutto alla famiglia, alle giovani famiglie che vogliono, costruirsi una vita insieme. Stiamo lavorando proprio per valorizzare quelle che sono le scuole primarie, gli asili e gli asili nido. Su questo punto proprio ci tengo a evidenziare alcuni aspetti. Noale ha tre frazioni, due di queste frazioni rischiavano di perdere la scuola elementare proprio per un calo demografico, legato ai servi-
zi. Una di queste scuole precisamente si trova a Cappelletta che è una delle frazioni in questione. Il problema in questo caso era ed è legato al tempo pieno. Quindi le famiglie con i bambini piccoli li portavano da un’altra parte, perché non c’era il servizio mensa”. La soluzione grazie all’impegno del Comune di Noale alla fine è arrivata. “Noi - conclude Sorino - siamo riusciti, e lo stiamo portando avanti e lo svilup-
Il tributarista di Noale De Franceschi: “Sempre più over 75 soli”
“Su 1.992 over 75 residenti a Noale, ben 948 vivono da soli. Quasi il 50% della fascia più fragile della popolazione è sola. Nel dettaglio: 763 sono donne, 185 uomini”. A sottolineare questi dati (fonte Istat) è il noto tributarista di Noale Alberto De Franceschi. “I dati - dice De Franceschi - diventano ancora più rilevanti se inseriti nel quadro generale: i residenti a Noale nel 2023 erano 16.169. Gli over 75 rappresentano oltre il 12% della popolazione. Sarebbe utile estende-
re l’analisi anche alla fascia 65-75, spesso già in condizioni di fragilità economica, sociale o sanitaria. Che cosa ci dicono questi numeri? Che abbiamo una comunità che invecchia, e che nel silenzio delle statistiche cresce una domanda latente di servizi, attenzioni, dignità”. Per De Franceschi però si è fatto poco.
“Non c’è - dice - nessun piano pubblico serio per l’invecchiamento attivo. E poi: nessun incentivo per negozi e servizi di prossimità. Nessuna rete concreta per affron-
tare la solitudine e il bisogno. Chi si occupa oggi di portare una spesa a queste persone? Chi le aiuta con farmaci, visite, incombenze quotidiane? Qualche volontario. Qualche familiare. E quei pochi negozianti di vicinato che ancora fanno delivery, rischiando di chiudere nell’indifferenza totale. Ed è a loro che mi riferisco quando parlo di valore sociale delle botteghe. Serve una nuova visione. Che metta al centro la persona e non il consenso”. (a.a.)
peremo nei prossimi mesi, a creare una mensa e quindi abbiamo già avuto, le iscrizioni sufficienti per la prima elementare, cosa che l’anno scorso invece non c’era stata. In un’altra frazione invece abbiamo garantito il tempo pieno, offrendo tre progetti di cultura, sport e musica, sempre per i bambini che affronteranno prima e seconda elementare tutto a spese del Comune”.
Alessandro Abbadir
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L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Tanti i progetti inclusivi pensati per i più piccoli
N oale in primo piano per i progetti legati al sociale e all’inclusività. Non si fermano nemmeno con l’estate le iniziative che la città dedica a chi si trova in situazioni di bisogni particolari. Tra gli esempi, spicca - ed è stato segnalato come metodo positivo di compartecipazione anche dalla stessa Asl che si è recata in visita - il centro estivo organizzato all’interno della scuola primaria Vittorino da Feltre. Il centro estivo di Noale, gestito dalla Cooperativa Agorà, nell’ambito del progetto inclusivo promosso dalle amministrazioni dei 17 comuni della Riviera del Brenta e del Miranese, in collaborazione con l’Azienda Ulss 3 Serenissima, accoglie una ventina di bambini, alcuni dei quali con fragilità di grado lieve e medio, seguiti con attenzione e competenza da un personale attivo e disponibile. Il campo si è rivelato un ottimo successo, nonostante il meteo non abbia permesso di sfruttare in pieno gli spazi esterni e l’atmosfera è stata a detta dei familiari dei partecipanti, sempre serena e coinvolgente, con attività pensate per stimolare la partecipazione di tutti i bambini.
scolastico, i doposcuola (svolgimento dei compiti) attivi nei pomeriggi non impegnati dai rientri scolastici e attivati sia in collaborazione con Enti pubblici e privati sia autonomamente. Non solo centri estivi, però, per la città, ma anche l’impegno delle scuole stesse. Dopo il buon riscontro dell’anno scolastico appena concluso, l’Istituto Comprensivo IC. Elisabetta “Betty” Pierazzo si prepara a confermare il piano per l’Inclusione anche per il 2025-26. “La scuola - spiegano i responsabili - persegue l’inclusione di tutti gli alunni, intesa come di-
sponibilità all’accoglienza e alla strutturazione di ambienti di apprendimento adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie peculiarità. La scuola
deve essere capace di garantire il pieno esercizio del diritto allo studio, creando i presupposti per il successo scolastico”.
Massimo
Tonizzo
La cooperativa sociale Agorà Onlus è nata nel gennaio del 2003 a Noale e, nel corso di questi anni, è cresciuta impegnandosi in diversi settori e contesti. Nel suo percorso la cooperativa ha attuato il suo scopo sociale offrendo al territorio servizi legati al campo dell’educazione e dell’ambiente. “Cerchiamo di proporre - spiegano i responsabili - Centri estivi in adeguate strutture per l’infanzia per bambini di tutte le fasce di età. Ogni proposta si inserisce in un contesto proprio con una programmazione dedicata e con personale adeguatamente formato. I bambini vengono coinvolti in momenti di gioco e di laboratorio e inoltre possono scegliere di dedicarsi allo sport”. Attualmente Cooperativa Agorà gestisce inoltre per i bambini fino ai 3 anni l’asilo Micronido Giocolibrì Noale, servizio autorizzato e accreditato dalla Regione Veneto, e per i bambini dai 3 agli 11 anni il servizio di accoglienza anticipata e posticipo
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Il gruppo Cosmo festeggia 65 anni
Grande festa per il gruppo Cosmo, l’azienda di Noale operativa nei settori delle costruzioni, demolizioni e smaltimento rifiuti che ha compiuto a luglio i 65 anni di attività. Un traguardo festeggiato alla presenza di diversi ospiti istituzionali tra cui l’assessore regionale Francesco Calzavara, Elena Bonafè di Confindustria, i sindaci di Noale, Salzano, Martellago e Scorzè, autorità civili e religiose, forze dell’ordine, clienti e fornitori e naturalmente, gli oltre duecento dipendenti. “Senza di loro - ha detto il fondatore del Gruppo, Claudio Cosmo - oggi non saremo qui a festeggiare la nostra costante crescita iniziata nel 1960, quando nostro papà Gino diede avvio
all’attività. Il primo grazie lo dobbiamo a loro, che ci hanno permesso e ci permettono di essere presenti nei cantieri più importanti del Nord Italia e ci hanno accreditato presso società pubbliche e private come un’azienda affidabile”. L’evento è stata anche l’occasione per annunciare la nascita della Fondazione intitolata ad Anna e Mauro, sorella e fratello impegnati in azienda e venuti a mancare prematuramente, che sorgerà nell’edificio, in via Fornace per ospitare il museo della civiltà contadina. “Il gruppo Cosmol’intervento del sindaco di Noale, Stefano Sorino - E’ per la città un esempio, perché ha saputo coniugare profitto e sostegno al territorio. A questa azienda dobbiamo molto perché dimostra di essere fortemente radicata nella sua terra”. “Noi preferiamo - la risposta di Fabio Cosmo - Parlare di persone, di opere realizzate, di cantieri avviati. Ciò a cui teniamo è l’unione della famiglia, quel senso di unità che poi trasferiamo all’interno dell’azienda, dove è la squadra a vincere sempre”. (m.t.)
Il servizio. Una storica gelateria locale ha segnalato problemi logistici per l’assenza di bidoni
Tarip, la nuova raccolta rifiuti preoccupa i commercianti
I l passaggio dalla TARI alla TARIP, ossia Tariffa Rifiuti Puntuale, un sistema di calcolo della tassa sui rifiuti che mira a rendere il pagamento più equo e proporzionale alla quantità di rifiuti effettivamente prodotta da ciascuna utenza, ha creato non poche problematiche ad alcune attività commerciali a Martellago. È il caso ad esempio della storica gelateria da Simone, a Olmo, di Simone Valotto e Giulia Bevilacqua, marito e moglie i quali hanno scritto a Veritas, gestore del servizio e al Comune. La storica gelateria artigianale a Olmo di Martellago, insignita dei due coni Gambero Rosso che può vantare il Maestro Artigiano della Regione Veneto Simone Valotto, si trova da mesi in una situazione paradossale legata al conferimento dei rifiuti. Fino a ottobre 2024, grazie a un accordo tra Comune e Veritas, i rifiuti venivano ritirati ogni mattina direttamente davanti all’attività, consapevoli del fatto che la gelateria non dispone di spazi privati né interni né esterni
per posizionare i bidoni. A marzo 2025, con la riapertura stagionale, è emerso che il servizio di raccolta quotidiana era stato sospeso senza alcuna soluzione alternativa. Da allora, la socia titolare Giulia Bevilacqua ha inviato tre PEC – in data 27 maggio, 17 giugno e 11 luglio – al Comune e a Veritas, chiedendo la concessione gratuita di suolo pubblico per posizionare i bidoni, un incontro congiunto tra Comune, Veritas e attività, al fine di trovare una collocazione idonea (ad esempio in un parcheggio adiacente), oppure, in alternativa, un adeguamento della tariffa, vista l’impossibilità di utilizzare il servizio da “grandi produttori” pur continuando a pagarlo regolarmente. Il Comune, dal canto suo, ha provveduto a posizionare un piccolo cestino pubblico, ma questo si è rivelato del tutto insufficiente a gestire i rifiuti prodotti dalla clientela, costringendo la gelateria a utilizzare cassonetti stradali destinati alle utenze domestiche, che presto non saranno più accessibili a cau-
sa del nuovo sistema a chiavetta riservato ai residenti. Attualmente la gelateria paga la tariffa da “grande produttore”, ma non ha accesso a un servizio corrispondente, né è autorizzata a conferire i rifiuti in altra forma. Una situazione di completo stallo che rischia di sfociare in una potenziale interruzione di pubblico servizio e in violazioni igienico-sanitarie non volute ma inevitabili. La titolare,
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Giulia Bevilacqua ha dichiarato: “Abbiamo sempre collaborato con spirito costruttivo. Abbiamo stima del Sindaco Andrea Saccarola, che reputiamo una figura pragmatica e volenterosa, ma un Sindaco da solo non può risolvere tutto se le altre figure preposte non si assumono le proprie responsabilità. Ora è necessario agire”. Veritas ha risposto alla segnalazione che non è di sua competenza concedere
occupazioni di suolo pubblico ma che sarebbe stato effettuato un sopralluogo Dal Comune, spiegano i titolari della gelateria, è giunta un’apertura al dialogo e l’assicurazione sulla posa di ulteriori cestini pubblici in loco. Si valuterà insieme poi la posizione più funzionale e condivisa, nel rispetto sia del decoro urbano che delle reali esigenze operative. Riccardo Musacco
La riorganizzazione. L’assessore Faggian: “faremo ulteriori verifiche”
Ex centro civico di Olmo: altri 100mila euro in bonifiche
Per il Comune di Martellago doveva essere un’operazione di risanamento finanziario e valorizzazione del patrimonio pubblico ma rischia di trasformarsi in una grana da centomila euro. L’ex centro civico di via Selvanese, a Olmo, recentemente venduto dal Comune alla società So.ge.di.co. di Marghera per 855.003 euro, si sta rivelando una vera e propria “tegola” per l’amministrazione Saccarola. Dopo la scoperta di una cisterna interrata contenente residui di gasolio, sono infatti emerse tracce di amianto all’interno dell’edificio. La vicenda affonda le radici in un lungo iter di alienazione iniziato anni fa. Il complesso, costruito negli anni ‘70, era da tempo inutilizzato. Nonostante la perizia del 2022 ne stimasse il valore in 950mila euro, l’immobile è stato messo all’asta con uno sconto del 10% –come previsto da un atto di indirizzo regionale –per accelerarne la vendita e finanziare l’acquisto dell’ex Giardino San Stefano. Al terzo tentativo, l’asta è andata a buon fine con una sola offerta, quella della So.ge.di.co., che si è aggiudicata l’immobile per poco più del prezzo base. Ma durante le operazioni di liberazione dell’area, sono emerse le prime criticità ambientali. Prima il ritrovamento della cisterna interrata per il riscaldamento – messa in sicurezza con un intervento da 25mila euro – poi la scoperta, attraverso analisi commissionate a una ditta specializzata, di
fibre di amianto nei muri e nei pavimenti. A quel punto la Giunta si è trovata costretta a intervenire nuovamente, approvando una variazione urgente al bilancio per stanziare altri 75.700 euro, da destinare come indennizzo all’acquirente per la bonifica del materiale pericoloso. L’opposizione è sul piede di guerra. Durante l’ultimo consiglio comunale il consigliere Alessio Boscolo del gruppo InSIeme ha ricostruito tutta la vicenda parlando senza mezzi termini di “svendita del patrimonio pubblico”. “Che in un edificio degli anni ‘70 si potesse trovare amianto o una cisterna interrata non è certo un evento imprevedibile ma evidentemente a nessuno è venuto in mente di verificare prima dell’asta. Ci sono anche questioni procedurali che andranno approfondite.
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Ora si è andati a rogito con anche l’indicazione di dover sborsare ulteriori 75mila Euro dei cittadini più i 25mila già spesi per la cisterna?”. L’assessore ai Lavori Pubblici Luca Faggian ha cercato di rassicurare: “La somma non è ancora stata erogata, la delibera ha carattere cautelativo. Sono in corso accertamenti, anche sul piano giuridico, per capire se siano presenti vizi occulti”. Dopo un acceso dibattito che ha visto anche l’ex sindaco e consigliere di opposizione Marco Stradiotto attaccare la Giunta, accusandola di non avere tenuto ferma la posizione del Comune sull’argomento magari rinunciando di andare a rogito e trovare un accordo prima tra le parti, la delibera è passata con i soli voti della maggioranza.
Riccardo Musacco
Il comune in prima linea per la tutela degli animali
Una conquista di civiltà e sensibilità. Così il sindaco di Martellago, Andrea Saccarola, definisce l’approvazione del nuovo Regolamento per la tutela e il benessere degli animali da parte del Consiglio dell’Unione dei Comuni del Miranese. Un testo innovativo che pone le basi per una gestione più attenta, rispettosa e consapevole della presenza animale sul territorio. “È un grande risultato per tutto il Miranese – afferma Saccarola sui social – ma per me, come sindaco di Martellago, è motivo di particolare orgoglio sapere che il nostro Comune è stato tra i protagonisti nella stesura di questo documento. Ringrazio sentitamente l’OIPA, la Polizia Locale dell’Unione e tutti coloro che hanno contribuito con impegno e competenza”. Il nuovo regolamento, in linea con le più recenti normative in materia di tutela animale, riconosce finalmente lo status di “essere senziente” agli animali non umani, considerandoli parte integrante della famiglia. Un passo culturale prima ancora che normativo. “Questa tutela non è solo un dovere etico – conclude Saccarola – ma un modo per costruire una comunità più giusta, empatica e sostenibile. Ogni animale merita rispetto, protezione e amore. Con questo regolamento, facciamo un passo concreto in quella direzione”. (r.m.)
Martellago
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Rigenerazione urbana. Al via un intervento, finanziato con il Pnrr, atteso nel cuore del paese
Per l’ex Filanda Romanin-Jacur è l’ora dei lavori
Sarà restaurata la “Sala della Trattura”.
L’obiettivo è quello di farla diventare uno spazio polifunzionale a disposizione della comunità
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rosegue velocissimo l’insediamento dei vari cantieri in paese a Salzano per gli interventi finanziati con il Pnrr. Ad annunciarlo è il vicesindaco Claudio Bottacin. Ultimo, ma certamente il più prestigioso e atteso dall’intera comunità salzanese, è l’inizio dei lavori di restauro della ex Filanda Romanin – Jacur, la cosiddetta “Sala della Trattura”, ovvero il grande salone presente al primo piano del corpo di fabbrica della Filanda, con una serie d’interventi mirati al suo recupero e la sua rifunzionalizzazione a sala polifunzionale, per un importo complessivo di oltre 2 milioni e 400 mila euro. Si tratta di uno degli edifici che potranno avere una nuova vita grazie ai finanziamenti europei nell’ambito Sisus - Pr Veneto Fesr 2021-2027. Si tratta nello specifico dei “Lavori di restauro per messa in sicurezza ed efficientamento energetico del piano primo della ex filanda Romanin-Jacur - 1° Stralcio” grazie ai quali il Comune di Salzano potrà recuperare la struttura che si trova nel cuore del paese.
L’obiettivo è quello di farlo diventare uno spazio polifunzionale a disposizione della comunità. “Il progetto - spiega il vicesindaco Bottacin - nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di dar corso a quanto necessario
al raggiungimento alla piena funzionalità e agibilità della “Sala della Trattura” posta al piano primo del corpo centrale della ex filanda Romanin-Jacur”. Il complesso, unitamente alla Villa Donà delle Rose ed al parco, è vincolato. Sulla questione fa delle considerazioni anche il sindaco del paese. “Meritava di essere recuperata - dice il sindaco Luciano Betteto - e per la quale si avvia una ristrutturazione che consentirà una piena fruizione nell’ambito della rigenerazione urbana. Un edificio in disuso che tornerà a vivere e ad essere punto di riferimento per associazioni e residenti”. L’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco Bottacin ricorda poi “le notevoli difficol-
tà nel reperire le risorse finanziarie necessarie per eseguire interventi manutentivi sugli edifici storici del nostro territorio, fondamentali per preservarne l’integrità e il valore culturale”. “Un grande ringraziamento va - conclude il sindaco Betteto - va ovviamente ai nostri uffici tecnici che, nonostante i ritardi con cui gli enti superiori che gestiscono i bandi e i conseguenti tempi brevi messi a disposizione dei Comuni per la realizzazione delle numerose pratiche, sono riusciti a portare a Salzano oltre 3 milioni di euro”. Insomma ora si attende che la Filanda si rifaccia il look e possa divenire sempre più punto di riferimento del paese.
Alessandro Abbadir
L’Oasi Lycaena chiude fino a fine anno
Bisognerà aspettare: l’oasi naturalistica Lycaena resterà chiusa almeno a fine anno. Il dato è emerso nelle scorse settimane dopo una serie di incontri fra il Comune di Salzano e la Città Metropolitana di Venezia e anche dopo un incontro ad hoc sul tema organizzato a Robegano a luglio con la presenza di Legambiente e del Comitato Fronte dell’Oasi. Il gruppo di opposizione Progetto Comune sulla questione chiede chiarezza. L’Oasi Lycaena prende nome dalla licena delle paludi (Lycaena dispar), una farfalla in forte declino in tutta Europa ma ben presente in questo sito. L’area è stata acquistata dalla Provincia di Venezia nel 2004 ed è stata oggetto di un’importante operazione di riqualificazione. È attraversata da due fiumi, il Mar-
zenego e il Rio Roviego. L’area è stata rinaturalizzata e l’intervento idraulico del Consorzio di Bonifica, avvenuto tra il 2006 e il 2009, insieme alla ricomposizione ambientale, hanno consentito l’incremento della biodiversità e la valorizzazione naturalistica dell’oasi. “Fino a fine anno - ribadisce il sindaco Betteto - di fatto non sarà attivata alcuna convenzione per la gestione dell’oasi naturalistica. Il
cancello principale di via Villetta resta chiuso. La convenzione alla fine del 2024 con la Città Metropolitana non è stata rinnovata”. Sul destino dell’Oasi ha chiesto chiarezza la consigliera comunale Maria Grazia Vecchiato. Intanto permangono anche le perplessità circa un progetto legato alla realizzazione di un polo logistico in via Villetta proprio a ridosso dell’Oasi, che è un’area protetta. (a.a.)
Territorio.
Il sindaco Luciano Betteto interviene insieme ai colleghi di Martellago, Noale e Mirano
“L’Unione dei Comuni porterà buoni servizi anche senza Spinea”
Isindaci di Mirano Tiziano Baggio, Martellago Andrea Saccarola, Noale Stefano Sorino e Salzano Luciano Betteto prendono atto dell’uscita dall’Unione dei Comuni del Comune di Spinea con il sindaco Franco Bevilacqua, a puntualizzano i risultati del loro operato.
“In dieci anni - spiegano i quattro sindaci - non c’è stato nessuno spreco di denaro e inefficienze, ma solo passi in avanti: nuove risorse, nuove attrezzature per la Polizia Locale e la Protezione Civile, nuove opportunità a beneficio della sicurezza idrogeologica del territorio, un servizio di polizia locale a sostegno di tutti e delle numerosissime manifestazioni, contributi per quasi 2 milioni ottenuti solo grazie alla gestione associata. E poi: investimenti realizzati con fondi propri dell’Unione derivanti dall’avanzo di amministrazione, tra i quali 510.000 stanziati per la nuova sede operativa di Spinea aperta in questi giorni (che però rimarrà a Spinea). Nel 2025 ci saranno sei assunzioni di vigili urbani (più uno acquisito da altra sede) e affidamento di uno studio finanziato dalla Regione per il miglioramento della governance dell’Unione”.
ad assicurare maggiore efficienza al servizio, un beneficio da cui i nostri 4 Comuni saranno esclusi”.
Netta la presa di posizione finale. “Come sindaci di Mirano, Noale, Martellago e Salzano - dicono - ribadendo il valore dell’esercizio in forma associata di alcune funzioni e della collaborazione fattiva tra i territori andando oltre il proprio particolare e ricordando che Unione dei Comuni non è solo “vigili”, ma anche Protezione Civile e tavolo di confronto permanente tra i sindaci, rassicuriamo i cittadini sul nostro impegno affinché a tutto il territorio siano garantiti i miglior servizi pos-
sibili. Un territorio in cui sono tantissimi gli eventi le manifestazioni che si svolgono in sicurezza proprio
grazie anche alla presenza della nostra polizia locale”.
Alessandro
Abbadir
Robegano si è tinta di rosa per il Giro d’Italia Femminile
Il Giro d’Italia Femminile ha fatto tappa quest’anno a Robegano, trasformando il paese in un tripudio di entusiasmo, colori e passione. Una giornata intensa, carica di adrenalina e grandi emozioni, che ha coinvolto l’intera comunità, riunita lungo le strade per sostenere le straordinarie atlete in gara.
A rendere questo evento ancora più speciale è stata la partecipazione di Giulia Vallotto,
I sindaci vanno nel dettaglio. “In quest’ultimo anno la giunta dell’Unione, composta dai sindaci dei Comuni associati - spiegano - riconoscendo la necessità di un cambiamento, ha dato seguito a un piano di miglioramento che ha portato, ad esempio, a una svolta nelle politiche per la gestione del personale assumendo in breve tempo sei agenti e acquisendo un ulteriore agente da altra sede e all’affidamento di uno studio per la revisione della governance complessiva e dell’organizzazione che darà i suoi frutti entro l’anno. Ci chiediamo per quale motivo non si sia aspettato ad esercitare il recesso almeno a conclusione del percorso di miglioramento intrapreso, così da verificarne l’esito. Ci chiediamo anche come sia possibile esercitare il recesso subito dopo aver concluso la realizzazione della nuovissima sede operativa di Spinea cui l’Unione ha contribuito con 510.000 di fondi propri di cui oltre 300.000 erogati pochi giorni fa: un progetto perseguito unitariamente nel corso degli anni, frutto di approfondite riflessioni e volto
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giovane promessa del ciclismo locale. A soli 21 anni, Giulia ha vissuto il suo primo, importante coinvolgimento nel Giro con una determinazione che ha colpito tutti. Impegno, tenacia e un sorriso sincero hanno raccontato meglio di mille parole la felicità di chi realizza un sogno cresciuto giorno dopo giorno, con fatica e dedizione.
La passione di Giulia per il ciclismo nasce da lontano: da bambina, in sella alla sua prima bicicletta, fino agli allenamenti intensi, alle prime gare, alle vittorie e alle sconfitte che l’hanno forgiata. E ora eccola lì, a rappresentare con orgoglio il suo paese su uno dei palcoscenici sportivi più prestigiosi d’Europa. Robegano ha risposto con calore e affetto: palloncini rosa, coccarde, bandiere, maglie e applausi senza fine hanno accompagnato il passaggio della corsa. “Giulia, ti sosteniamo e ti auguriamo di ottenere grandi risultati! Forza Giulia, il meglio deve ancora arrivare” ha scritto sui social la pagina “Cambiamo Salzano”. (r.v.)
Il nuovo sistema. Mestriner: “Priorità rispetto ad altri interventi”
Tecnologia contro i furti: parte il piano sicurezza
C
ontrastare furti e atti di microcriminalità attraverso un nuovo sistema di controllo: è l’obiettivo del nuovo progetto avviato dal Comune di Scorzè, che punta a potenziare la sicurezza sul territorio grazie all’installazione di telecamere e dispositivi di lettura targhe nei punti strategici della viabilità cittadina.
Una comunità in lutto: addio a Davide e Manuela
Il piano, attualmente in fase di studio, rappresenta il primo passo verso un controllo elettronico più capillare, prendendo spunto anche dalle esperienze già avviate in altri comuni vicini. L’intento è chiaro: offrire strumenti più efficaci alle forze dell’ordine e alla polizia locale, aumentando la capacità di monitorare movimenti sospetti e veicoli in transito. Come sottolinea il sindaco di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner, si tratta di un investimento significativo: “Per l’amministrazione si tratterà di un impegno finanziario importante, circa 100 mila euro per il primo intervento, che riguarderà le strade di accesso principali al Comune”. Risorse che saranno stanziate nelle prossime variazioni di bilancio, con l’intenzione di rafforzare ulteriormente il sistema negli anni a venire: “Raggiungere l’obiettivo di dare un servizio ai cittadini del Comune in termini di maggiore sicurezza è prioritario rispetto ad altri interventi. Scorzè sarà più sicura con un controllo che via via verrà poi allargato”. A seguire il progetto sarà l’assessore Marco Pesce, che ne evidenzia l’importanza operativa: “È fondamentale dotare le forze di polizia di un controllo del territorio e l’amministrazione comunale si impegnerà in prima linea per realizzare un sistema integrato. Obiettivo primario è quello di eliminare il fenomeno della mancanza di assicurazioni dei mezzi in circolazione, oltre ad avere una banca dati sui passaggi veicolari in modo da identificare anche i veicoli rubati o utilizzati dalla criminalità”. Negli ultimi tempi anche a Scorzè si sono verificati episodi di furti, sia nelle case che diretti ad auto, garage e scantinati. “I furti a Scorzè non sono in realtà in aumento - precisa il sindaco - ma i colpi si sono fatti più localizzati, con alcune zone della città che sono state battute in modo ripetitivo, il che fa pensare
a furti non occasionali, ma spesso preparati”. In risposta, molti cittadini si sono organizzati autonomamente con gruppi di controllo del vicinato. “Bisogna anche dire, però, che quasi dappertutto i residenti si sono organizzati per tenere sotto controllo le zone ed avvertire immediatamente le forze dell’ordine, soprattutto tramite gruppi riuniti su Whatsapp”, prosegue Mestriner. Un modello di collaborazione che, secondo il sindaco, sta già dando buoni risultati: “Gruppi informali di controllo che, da quello che mi viene riferito, stanno funzionando bene e potrebbero es-
sere un ulteriore aiuto alle forze dell’ordine”. Il Comune scommette dunque su un percorso destinato ad ampliarsi nel tempo, con l’o-
biettivo di costruire una rete di sorveglianza efficiente, per rendere la città più sicura.
Davide Grosoli
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Peseggia e la comunità di Scorzè hanno salutato per l’ultima volta due loro concittadini, scomparsi tragicamente lo scorso 12 luglio: Davide Magnanini e Manuela Ghezzo, entrambi di 59 anni, morti a causa di un incidente stradale avvenuto mentre si trovavano in sella alla loro Harley Davidson. Un dolore che ha colpito duramente la comunità di Peseggia, dove risiedevano ed erano conosciutissimi. Il dramma è accaduto nel pomeriggio. Manuela e Davide si trovavano sulla strada regionale 43, in via Adriatico, la strada che dalla città di Jesolo conduce al Lido. Nei pressi della rotonda dell’Iper Tosano, la moto della coppia si è scontrata con un camion frigo guidato da un uomo di 44 anni, che poi ha colpito altre vetture,
ferendo quattro persone. Immediati i soccorsi, ma per i due motociclisti non c’è stato nulla da fare. Successivamente, nelle indagini per determinare le dinamiche dell’accaduto, è emerso che il guidatore del camion era in elevato stato di ebbrezza, ed è stato accusato di omicidio stradale. Un colpo durissimo per chi conosceva la coppia, molto nota nell’ambiente paesano di Scorzè, ma non solo. Davide Magnanini, camionista, e Manuela Ghezzo, casalinga, erano originari di Marghera e Mestre, ma vivevano a Peseggia da circa trent’anni, dove avevano cresciuto i figli Simone e Federico. Davide e Manuela erano una coppia attiva, affiatata, unita anche nella forte passione per le moto, ed erano parte del gruppo
“Harley coi fioi”, che organizza piccole uscite su due ruote. Una coppia dalle molte attività e passioni, che si era fatta apprezzare e ben volere da chiunque li avesse conosciuti. Per questo, il 18 luglio nella chiesa di Peseggia un’intera piazza, colma di gente, si è stretta nel dolore e nel ricordo, un ultimo omaggio a due persone unite da un legame fuori dal comune, che lasciano un enorme vuoto. (d.g.)
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Giovanni Battista Mestriner
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La rassegna. Presentata la Stagione di
Musica
da Camera Il Toniolo ritorna a essere la casa
della grande musica
Un cartellone importante con artisti di levatura internazionale e giovani promesse
Èarrivata all’importante traguardo della 40esima edizione la Stagione di musica da camera e sinfonica di Mestre del Teatro Toniolo, frutto della proficua collaborazione del Settore Cultura del Comune di Venezia con l’Associazione Amici della Musica di Mestre. La Stagione 2025/26, ideata dal direttore artistico Mario Brunello, comprende 11 concerti di grande levatura con artisti e formazioni musicali di fama internazionale, insieme a giovanissimi talenti che si stanno imponendo sulla scena musicale, protagonisti del ciclo intitolato 6 suonato?, inaugurato nel corso della Stagione 2022.23. Una stagione ricca e variegata, che anche quest’anno mira a stimolare la curiosità degli spettatori, offrendo all’ascolto una accurata selezione di musiche che vanno dai capolavori del repertorio classico ad opere eseguite per la prima volta in Italia, dalle incursioni nel jazz fino al rock e al pop. Si rinnova inoltre l’offerta di guide all’ascolto, ospitate nel Foyer del Teatro Toniolo, grazie alla partnership tra Associazione Amici della Musica di Mestre ed Università Popolare Mestre.
Il programma
• Il 28 ottobre, Enrico Dindo, violoncellista di fama internazionale, si esibisce con tre allievi del Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Un concerto che celebra il dialogo tra generazioni, esplorando brani di Hindemith, Weinberg, Britten e ajkovskij. Un’occasione
unica per immergersi nel suono caldo dei violoncelli e nella bellezza della musica condivisa.
•Il 5 novembre, Yuki Serino (violino) e Martin Nöbauer (fortepiano) debuttano con un progetto triennale dedicato all’integrale delle sonate per violino e fortepiano di Beethoven. Yuki Serino, giovanissimo talento del 2006, ne è anche la direttrice artistica, offrendo una prospettiva fresca e appassionata sull’opera del compositore. Una matinée speciale permetterà ai bambini delle scuole di avvicinarsi al genio di Beethoven.
• Il 15 dicembre, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Šostakóvi , sei pianisti straordinari (Maria Grazia Bellocchio, Muriel Chemin, Maria Perrotta, Pietro Rigacci, Roberto Russo, Massimo Somenzi) si uniscono per omaggiare i 24 Preludi e Fughe op. 87. “6x4=24” è un viaggio attraverso un universo sonoro che abbraccia ironia, malinconia e libertà creativa, restituendo tutta la complessità dell’artista.
•Il 19 gennaio la Banda Osiris presenta “Le Dolenti Note”, uno spettacolo esilarante che esplora il mestiere del musicista. Con la loro consueta abilità mimica e strumentale, la Banda Osirirs demolisce stereotipi e offre consigli provocatori. Tra musica classica e leggera, jazz e rock, lo spettacolo promette risate, emozione e una nuova prospettiva sul mondo delle sette note.
• Il 29 gennaio, la giovane violoncellista Maria Salvatori e il fortepianista Nicolas Margarit inaugurano un percorso triennale sull’integrale delle sonate per violoncello e fortepiano di Beethoven. Il primo concerto esplora le radici del repertorio, da Anton Kraft alla Sonata “Arpeggione” di Schubert, in attesa del grande anno beethoveniano nel 2027. Una matinée dedicata agli studenti del territorio offrirà un’introduzione appassionante al linguaggio musicale.
•l 12 febbraio l’Ottetto per archi op. 20 di Felix Mendelssohn-Bartholdy rivive grazie al talento degli studenti dell’Accademia Stauffer di Cremona. Un capolavoro di energia giovanile, esuberanza creativa e poesia senza tempo, interpretato da giovani musicisti già straordinari. Un’occasione preziosa per lasciarsi trasportare dall’entusiasmo e dalla magia della musica da camera.
• Il 18 marzo, l’Orchestra della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia torna ad incantare il pubblico. Custode di una tradizione musicale radicata nella storia italiana, la prestigiosa compagine orchestrale offrirà un programma che unisce eleganza, passione e perfezione esecutiva. Ogni concerto della Fenice è un’esperienza unica, un invito a sognare attraverso note che attraversano secoli di capolavori.
• Il 24 marzo si rinnova il concerto “borderline” con “Polyphony of Stones”, che vede protagonisti il polistrumentista Enzo Favata e gli straordinari Tenores di Bitti. Un viaggio sonoro unico che intreccia strumenti moderni con voci ancestrali e potenti della tradizione
sarda. Un incontro tra modernità e tradizione, capace di trasformare pietre millenarie in vibrazioni suggestive.
• Il 21 aprile, Cesare Bocci (voce narrante) e il Duo Saverio Mercadante (Rocco Debernardis al clarinetto e Leo Binetti al pianoforte) presentano “4/3/1943…Lucio Dalla!”. Un viaggio di musica e parole nella storia di uno dei più grandi cantautori italiani. Un omaggio all’artista eclettico che da jazzista si è trasformato in popstar, lasciando un’eredità musicale impareggiabile.
• Il 28 aprile, gran finale con il giovane pianista Giovanni Bertolazzi, vincitore del 2° premio al Concorso Internazionale “F. Liszt”
di Budapest. Il suo omaggio a Franz Liszt è un viaggio tra virtuosismo, poesia e passione, culminando nella monumentale Sonata in si minore. Un concerto imperdibile per immergersi nell’universo lisztiano fatto di eccessi e lirismo. •Il 26 aprile, fuori abbonamento, attesissimo concerto della GOM Giovane Orchestra Metropolitana, diretta da Pierluigi Piran. Un viaggio emozionante tra le grandi pagine della musica per il cinema, interpretate dall’entusiasmo e dal talento di quasi 100 giovani elementi. Una celebrazione di un percorso di crescita e passione, che porta sul palco le atmosfere indimenticabili delle colonne sonore più amate.
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segue da pag. 1
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
U
n bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”. Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
LEGNO MERAVIGLIA DELLA NATURA
Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
Il personaggio
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio.
Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
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sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
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che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Matteo Ribon
• Chi è Giacomo Brunoro
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116 117: il nuovo punto di riferimento per l’assistenza sanitaria
Dallo scorso 23 luglio è entrato ufficialmente in funzione il numero 116 117, il nuovo servizio attivo 24 ore su 24 per cure mediche non urgenti e bisogni sociosanitari. Tutti i cittadini e visitatori presenti nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima possono comporlo da telefono fisso o cellulare per ricevere assistenza, orientamento e informazioni sanitarie e sociali.
Il 116 117 sostituisce il servizio di guardia medica, ampliandone le funzioni e diventando la porta d’accesso principale alla medicina del territorio. Oltre a garantire la continuità assistenziale, consente di ricevere consulenze telefoniche, essere indirizzati verso i servizi sanitari e sociali più appropriati, o accedere alla guardia medica turistica in caso di necessità. Il servizio è gestito dalla nuova Centrale operativa 116 117 di Piazzale Giustiniani a Mestre, una struttura di 800 mq dotata di tecnologie all’avanguardia, sia in ambito sanitario che informatico ed ecologico. Coordinata dalla dottoressa Francesca Ferraretto, la centrale impiega un medico, un infermiere e 35 operatori tecnico-amministrativi, tutti formati per garantire risposte tempestive ed efficaci. Il centro è attivo 24 ore su 24 e ospita anche la Centrale operativa territoriale. L’investimento complessivo è stato di oltre 3,3 milioni di euro, finanziati da fondi PNRR, Regione Veneto e risorse Ulss 3. Chi chiama per un problema sanitario non urgente viene guidato da un operatore, che tramite domande mirate valuta la situazione. Se necessario, il medico o l’infer-
miere di centrale interviene con un consulto telefonico o un triage. In base alla valutazione, il paziente può essere indirizzato a una visita medica, anche domiciliare, entro la giornata o nelle due ore successive. Le Case della Comunità di Noale, Lido di Venezia e Favaro sono già attive per ricevere i pazienti inviati dalla centrale. Il numero è utile per sintomi lievi in orari notturni, festivi o prefestivi (es. febbre, eruzioni cutanee, reazioni alimentari), dubbi su terapie o sintomi che non richiedono intervento urgente, ricevere indicazioni su percorsi di assistenza sanitaria e sociale, accedere a servizi sociosanitari legati a disabilità o non autosufficienza, ricevere informazioni sanitarie generali o su servizi disponibili per i turisti. Non va invece utilizzato per le emergenze sanitarie (in questo caso si chiama il 118), per prenotazioni di visite o esami (numero CUP 041 844 844) o per segnalazioni e reclami (URP 041 86 94 692). Sono dunque quattro i numeri di riferimento per gli utenti dell’Ulss 3 Serenissima: 118 per le emergenze, 116 117 per l’assistenza sociosanitaria non urgente, 041 844 844 per il CUP e 041 86 94 692 per l’URP. «Dopo la fase sperimentale condotta nel Distretto 1 di Bassano del Grappa, oggi il 116 117 diventa operativo in tutta l’Ulss 3 – spiega l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin –. Entro giugno 2026 sarà attivo in tutto il Veneto. È un servizio rivoluzionario, pensato per facilitare l’accesso del cittadino alla medicina del territorio e garantire una presa in carico efficace e personalizzata dei bisogni di salute».
Martellago, al via i lavori per la nuova Casa della Comunità
Sono partiti il 7 luglio i lavori di ristrutturazione e ampliamento della sede distrettuale di Martellago, che porteranno alla realizzazione della nuova Casa della Comunità, come previsto dal PNRR entro i primi mesi del 2026. Per garantire la continuità dei servizi durante l’intero periodo del cantiere, la Direzione dell’Ulss ha pianificato una riorganizzazione temporanea delle attività, individuando sedi alternative per alcune prestazioni.
A partire dal 2 luglio il servizio di Neuropsichiatria Infantile è stato trasferito al primo piano della Casa della Comunità di Noale. Resta invariata la modalità di accesso, tramite prenotazione attraverso il CUP aziendale al numero 041 844 844. Nella stessa data, anche i Corsi di Accompagnamento alla Nascita e lo Spazio 0-1, dedicato alle mamme con bambini fino a un anno di età, sono stati spostati nella Palestra Comunale di Piazza Vittoria, di fronte al Municipio. Le prenotazioni si effettuano contattando il CUP o la sede del Consultorio familiare al numero 041 5402446 (interno 3-1).
La Geriatria territoriale è stata trasferita presso il Distretto sociosanitario di Mirano, in via Miranese 16, e continua a garantire le visite domiciliari nel territorio di Martellago. La distribuzione diretta di preparati nutrizionali è ora affidata al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, attivo presso la Casa della Comunità di Noale al piano terra. L’attività di raccolta AVIS, infine, è stata spostata al Centro Civico di Olmo di Martellago, in via Damiano Chiesa 9, presso la sede AVIS MaerneOlmo. Nonostante l’avvio del cantiere, la sede distrettuale di Martellago continua a operare regolarmente per alcuni servizi. Restano attivi lo sportello amministrativo multifunzione, il punto prelievi (senza variazioni), il Consultorio familiare, il Servizio di Integrazione scolastica e il servizio di vaccinazioni pediatriche. Con questo intervento l’Ulss 3 Serenissima compie un passo importante verso la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, puntando su una struttura moderna e funzionale, capace di rispondere in modo più efficace e integrato ai bisogni della comunità.
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Il reparto. Occupa il secondo piano del nuovo Blocco est, investimento da 12 milioni di euro
Dolo inaugura la nuova Rianimazione: 9 posti letto e 2 mila metri quadri per la sanità del futuro
Un nuovo reparto di Rianimazione da 12 milioni apre all’ospedale di Dolo: 9 posti letto, spazi moderni e personale specializzato guidato dalla dottoressa Altafini
L’ospedale di Dolo dispone di una nuova Rianimazione, un reparto moderno e ampio che si estende su oltre 2 mila metri quadri e offre 9 posti letto completamente attrezzati.
L’investimento complessivo supera i 12 milioni di euro, con 9 milioni finanziati dalla Regione Veneto e 3 dall’Azienda Ulss 3 Serenissima. Il reparto, che occu-
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ospita già al piano terra il pronto soccorso inaugurato nel 2022, mentre al terzo piano è previsto il completamento della nuova Piastra operatoria. I lavori per la Rianimazione, iniziati nel giugno 2022 e conclusi nell’ottobre 2024, sono stati coordinati dall’Ufficio Tecnico dell’Ulss 3, guidato da Peter Francis Casagrande. La nuova terapia intensiva dispone di
demiche, portando i posti letto di terapia intensiva in Veneto a 840. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha evidenziato come questo investimento confermi l’impegno a mantenere e rafforzare le eccellenze ospedaliere venete, garantendo cure di qualità e tempestività anche nelle situazioni più critiche. Anche il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo
pa il secondo piano del nuovo Blocco est, rappresenta un passo decisivo nel rafforzamento della sanità pubblica locale. Qui presto si trasferiranno la dottoressa Lorella Altafini, primaria di anestesia e rianimazione, insieme ai suoi 16 specialisti, lasciando il vecchio reparto collocato tra i blocchi operatori. Il nuovo edificio
sette postazioni in un’area open space, con possibilità di isolamento, e due ulteriori letti in stanze separate, oltre a studi medici, ambulatori e una sala di accoglienza per i familiari. Questo intervento si inserisce nel piano regionale di riorganizzazione ospedaliera volto a potenziare la risposta alle emergenze pan-
Contato, ha sottolineato il valore di questa nuova struttura, frutto di volontà, competenza e collaborazione tra Regione, Azienda sanitaria e operatori. Con il pronto soccorso già attivo e la futura piastra operatoria in arrivo, Dolo si conferma un punto di riferimento sanitario per l’intero territorio.
Tumore alla prostata: il Veneto apre la strada alla terapia con radioligandi per i casi avanzati
in modo mirato solo le cellule tumorali, riconoscendole attraverso marcatori specifici espressi dal tumore stesso. I radioligandi, infatti, fungono da “cercatori molecolari” che trasportano radiazioni direttamente dove serve, preservando i tessuti sani e riducendo gli effetti collaterali.
Il tumore alla prostata è il più comune tra gli uomini veneti, con più di 3.000 nuovi casi ogni anno. Nonostante l’elevata qualità delle cure e una sopravvivenza a cinque anni superiore alla media nazionale, le forme più aggressive della malattia restano ancora oggi una sfida cruciale per oncologi e pazienti. Per questo, il Servizio Sanitario Regionale del Veneto ha introdotto una nuova e promettente terapia con radioligandi, un trattamento all’avanguardia che combina medicina nucleare e oncologia di precisione. L’obiettivo è offrire una nuova possibilità a quei pazienti che si trovano in stadio avanzato della malattia e che hanno già esaurito altre opzioni terapeutiche. Questa innovativa terapia – nota come RLT (Radioligand Therapy) – rappresenta un vero punto di svolta. Si basa sulla capacità di colpire
In pratica, diagnosi e cura si fondono in un’unica strategia terapeutica, aprendo la strada a trattamenti personalizzati, capaci di migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita dei pazienti oncologici. Quattro centri veneti attivati per la nuova terapia A rendere concreta questa innovazione sono quattro centri di eccellenza individuati dalla Regione Veneto, già operativi nella presa in carico dei pazienti attraverso team multidisciplinari:
• Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Pa-
dova
• IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
• Ospedale dell’Angelo di Mestre
• Ospedale San Bortolo di Vicenza
In questi presidi, urologi, oncologi, medici nucleari e altre figure specialistiche collaborano nella valutazione dei singoli casi, definendo percorsi di accesso strutturati e personalizzati per l’avvio della radioterapia mirata.
Con questa iniziativa, il Veneto consolida il suo ruolo di riferimento nazionale nella lotta contro il tumore alla prostata, puntando su innovazione, integrazione e qualità delle cure. Una scelta che guarda al futuro della sanità pubblica, dove la medicina di precisione e la personalizzazione dei trattamenti saranno sempre più centrali nel prendersi cura della persona e non solo della malattia.
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive
INVOLTINI
I ZUCCHINE GRIGLIATE
Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.
Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini
Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.
LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)
Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.
Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe
Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.
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CROSTATA DI LIMONE
Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.
Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo
Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro
Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.
Rubrica a cura di Sara Busato
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