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Sicurezza in Pronto

Soccorso: braccialetti anti aggressione per il personale sanitario

di Castelfranco

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

segue a pag. 19

Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

Investimenti significativi, ma resta la sfida di mantenere qualità, sostenibilità e accessibilità nel tempo, carenza di abitazioni per le famiglie

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

MOBILITÀ CASTELLANA: NASCE IL NUOVO DEPOSITO MOM

Su 22mila metri quadrati, il nuovo centro Mom potrà ospitare fino a 74 autobus e garantirà rifornimenti in tempi record grazie al Gnl

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Veneto2

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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Bruna Pietrobon è la nuova “Miss Nonna Italiana”

ÈBruna Pietrobon, 86 anni di Castelfranco Veneto, la vincitrice della seconda edizione di “Miss Nonna Italiana: Una Vita Vissuta con Amore”, svoltasi il 2 ottobre al Centro Servizi alla Persona “Domenico Sartor”. L’iniziativa, edizione speciale del celebre concorso nazionale, ha trasformato la passerella in un momento di festa, emozione e stimolo cognitivo per le ospiti delle residenze per anziani del territorio. Bruna, premiata con fascia, corona e fiori, è stata scelta per eleganza e simpatia tra venti concorrenti provenienti da Castelfranco, Treviso, Feltre, Rossano Veneto e Trebaseleghe. Accanto a lei, sul podio, Igina Pilotto detta “Gina”, 93 anni, e Imelda Zanatta, 86. Assegnate anche le fasce di Miss Nonna Sprint ad Anna Fanti della Residenza Zalivani ISRAA di Treviso e di Miss Simpatia a Claudia De Girardi, 99 anni, del Centro “A. Brandalise” di Feltre. Momento toccante la partecipazione della stilista Milenka Puntel, oggi ospite del nucleo Alzheimer del Sartor, che ha realizzato accessori insieme alla famiglia e alle altre signore. Durante l’evento, aperto dai saluti istituzionali del presidente Maurizio Trento e della direttrice Elisabetta Barbato, si sono alternate sfilate, musica dal vivo e balli di coppia, in un clima di entusiasmo e condivisione. “Questo progetto – ha commentato Barbato – non è semplice intrattenimento, ma una nuova forma di cura che restituisce dignità, relazioni e sorriso”. Sulla stessa linea il presidente Trento: “Le Rsa possono essere luoghi di vita, creatività e comunità, non solo di assistenza”. Tra applausi e commozione, la nuova Miss Bruna ha salutato il pubblico con semplicità: “Sono felice, ho due figli e quattro nipoti che mi vogliono bene. Mi piace la moda e questa giornata resterà nel mio cuore”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Castelfranco Veneto, conferma come la bellezza, declinata con sensibilità, possa diventare un autentico strumento di cura e benessere.

Redazione Castelfranco

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.

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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

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Canali scolmatori e nuova cassa di espansione per salvaguardare il centro cittadino

L ’ondata di maltempo che ha colpito la Castellana il 23 settembre scorso e che ha provocato il rapido aumento del torrente Avenale, ha confermato ancora una volta gli scenari registrati nelle alluvioni del 2024. Sempre più spesso, infatti, si registrano ingenti quantità di pioggia caduta in tempi molto brevi e concentrata nell’area tra Castelfranco e Riese Pio X, ossia a sud delle casse di espansione realizzate negli scorsi anni per contenere le acque dell’Avenale e dei suoi affluenti. Il 23 settembre scorso il torrente ha superato anche la seconda soglia, fermandosi a 1 metro e 83 centimetri e rimanendo all’interno degli argini. Merito anche dei recenti interventi messi in campo dall’amministrazione, tra i quali l’apertura di una quarta paratia di emergenza alla “busa delle moneghe”, all’angolo sud-ovest del fossato del castello. Un’apertura, realizzata nel novembre 2024, che permette di incrementare di 3500 litri al secondo la capacità di scarico dell’Avenale nella roggia Brentella e da lì al torrente Muson. La scampata alluvione si è registrata nei giorni in cui il consiglio comunale ha approvato una variazione al bilancio per inserire nel programma del 2026 dei lavori pubblici la realizzazione di una vasca d’espansione a nord della Sr53, in corrispondenza della rotatoria di Villarazzo. Un’opera da 5 milioni di euro e una capacità prevista tra i 70mila e i 100mila metri cubi, per la quale il Comune presenterà al Ministero degli Interni l’istanza per la richiesta

dei contributi statali volti a finanziare interventi per la messa in sicurezza del territorio.

Un progetto che si accompagna ad altre due opere, strettamente collegate tra loro, messe in campo dal Consorzio Piave, già anticipate nei mesi scorsi e che ora entrano nella fase esecutiva. Il primo è il canale scolmatore, l’infrastruttura da 415mila euro, lunga qualche decina di metri, che collegherà il Muson con la cassa di espansione per la quale il Comune chiederà il contributo. Il secondo è il canale diversore, lungo 1,5 chilometri e completamente riprogettato, che metterà direttamente in collegamento l’asta dell’Avenale (dopo la sua confluenza con il Roi) con il canale scolmatore. Un intervento da 1 milione e 800mila euro che, unito allo scolmatore, permetterà di deviare dall’Avenale quasi 200mila metri cubi d’acqua prima che il Muson raggiunga il suo livello critico. “Si sta andando in una direzione che aumenta la sicurezza idraulica della città – commenta il sindaco Stefano Marcon – Riguardo al piano che ha prodotto il Consorzio di bonifica Piave che prevede quattro casse di espansione, la cui somma della capienza è attorno ai 500mila metri cubi, abbiamo dato priorità alla cassa lungo la Sr53, per poter intercettare le acque del torrente Roi, il principale corso che manda in sofferenza Bella Venezia, riversandole su questa cassa di espansione, nel caso in cui lo scarico sul Muson non possa essere attivato”. Secondo le stime del consorzio, l’in-

tero sistema, con il canale e le quattro casse di espansione in progetto, permetterà di assorbire completamente i fenomeni estremi registrati lo scorso anno. Delle 4 casse, oltre a quella lungo la Sr53 che riguarda un’area privata, le altre tre si trovano su aree di proprietà del comune di Castelfranco e riguarderanno l’Avenale a nord di Bella Venezia e il Brenton vicino alla via Postumia.

Questione piscina: opposizione accusa, il sindaco rimanda la scelta a fine anno

Il progetto della nuova piscina comunale di Castelfranco Veneto torna a far discutere. Nel Documento unico di programmazione 2026-2028, l’opera non compare più tra gli interventi previsti, nonostante nei mesi scorsi il sindaco Stefano Marcon avesse parlato della possibilità di accendere un mutuo da 4 milioni di euro a inizio 2026. A sollevare il caso è Sebastiano Sartoretto, capogruppo di Castelfranco Merita, che chiede chiarezza sul futuro dell’impianto di via Redipuglia. La struttura, realizzata alla fine degli anni Sessanta, è stata più volte al centro delle cronache per problemi strutturali: l’episodio più grave risale a settembre 2024, quando il controsoffitto degli spogliatoi crollò, costringendo alla chiusura dell’impianto e a lavori di messa in sicurezza, conclusi con

la riapertura nel febbraio successivo. A dicembre 2024 il sindaco aveva annunciato la possibilità di finanziare il nuovo complesso natatorio grazie alla scadenza, nel 2026, di un investimento in Buoni obbligazionari comunali. Il mutuo, unito ad altri contributi, intercettati anche dall’attuale gestore Redipuglia Sport Center (in capo all’Aeep), avrebbe dovuto coprire il primo stralcio del progetto da 1 3 milioni di euro complessivi. Nella programmazione comunale, tuttavia, non c’è più traccia della piscina. Sartoretto chiede spiegazioni: “Serve chiarezza sulla direzione che intende prendere l’amministrazione. Dopo un anno di discussioni, la piscina sparisce dal Dup. State facendo il gioco delle tre carte in vista delle elezioni”.

Marcon replica: “Non c’è mai stata una posta per la piscina

nel bilancio comunale. Abbiamo tolto l’unica presente, di 1 milione e 200mila euro dell’efficientamento energetico, perché non lo faremo sull’attuale impianto. Sono state fatte diverse ipotesi di collaborazione con l’Aeep, per la ricerca di fondi, ipotizzando diversi percorsi per cercare di trovare delle risorse. Inseriremo una voce specifica per la realizzazione della piscina, nel momento in cui avremo la possibilità di chiedere un nuovo mutuo. Quindi se ne riparla a fine anno”. (l.s.)

Leonardo Sernagiotto
Stefano Marcon

Città di Castelfranco Veneto

Emozioni a teatro:

la stagione 2025/26

di

al Teatro Accademico

Castelfranco Veneto

Si aprono i sipari sulla Stagione Teatrale 2025/26 del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto. Dal 5 novembre saranno disponibili i nuovi abbonamenti per una rassegna tra prosa e danza con grandi nomi del panorama nazionale, promossa dal Comune di Castelfranco Veneto – Assessorato alla Cultura in collaborazione con Arteven. La stagione si apre il 27 e 28 novembre con Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard, con Francesco Pannofino, Francesco Acquaroli e Paolo Sassanelli: un Amleto rivisitato tra comicità e teatro popolare. Seguono spettacoli come Le Quattro Stagioni (12 dicembre), Il Medico dei Pazzi (16 gennaio), La Scuola dei Mariti e delle Mogli (29 gennaio), Giulietta e Romeo (10 febbraio) e Momenti di trascurabile (in)felicità (20 febbraio). La stagione prosegue con

Tutti gli uomini che non sono (28 febbraio), La Signora delle Camelie (12 marzo) e si chiude con Lisistrata (31 marzo e 1 aprile). Inizio spettacoli ore 20.45

Per bambini e famiglie tornano le domeniche a teatro alle 16.30 con titoli divertenti e istruttivi per tutte le età, come In viaggio con il Piccolo Principe, Cuor di Coniglio e Storia di una gabbianella e di un gatto.

Una stagione ricca di emozioni, risate e riflessioni, pronta a coinvolgere tutti gli amanti del teatro, grandi e piccoli.

ABBONAMENTI

Programma A (n. 6 spettacoli) € 125,00

Programma B (n. 5 spettacoli) € 105,00

BIGLIETTI

posti centrali intero € 26,00; ridotto € 24,00 (under 30 e over 65) posti laterali intero € 18,00; ridotto € 15,00 (under 30 e over 65)

CELEBRAZIONI PER IL 50° DI RIAPERTURA DEL TEATRO ACCADEMICO 1975-2025

Nel cinquantesimo anniversario della riconsegna del Teatro Accademico alla Città dopo i lavori di riqualificazione che permetto ora di godere a pieno

della struttura, l’Amministrazione comunale ha studiato una serie di eventi.

• Domenica 26 ottobre Open day Teatro Accademico; visite guidate gratuite del Teatro con prenotazione obbligatoria a partire dalle ore 14.30

• Mercoledì 29 ottobre “La lotta di Hercole con Acheloo” divertimento drammatico di Agostino Steffani, Conservatorio di Musica “A. Steffani”

• Harmonia Ruris, Festival internazionale musicale, direttore artistico Giovanni Andrea Zanon 8, 14, 29 novembre e 5 dicembre ore 19.00

27A e 28B novembre 2025

Francesco Pannofino, Francesco Acquaroli Paolo Sassanelli

ROSENCRANTZ E GUILDENSTERN SONO MORTI

12 dicembre 2025

COB Compagnia Opus Ballet LE QUAT TRO STAGIONI

16 gennaio 2026

Gianfelice Imparato IL MEDICO DEI PAZZI

29 gennaio 2026

Theama Teatro LA SCUOLA DEI MARITI

E DELLE MOGLI

10 febbraio 2026

Rober to Latini, Federica Carra

GIULIET TA E ROMEO

Stai leggero nel salto

20 febbraio 2026

Francesco Piccolo e Pif

MOMENTI DI TRASCURABILE (IN)FELICITÀ

28 febbraio 2026

Paolo Calabresi TUT TI GLI UOMINI CHE NON SONO

12 marzo 2026

Giovanni Or toleva LA SIGNORA DELLE CAMELIE

31A marzo e 1B aprile 2026

Lella Costa LISISTRATA

in transizione dopo il Pnrr: ben 247mila le case mancanti

’edilizia italiana naviga in acque incerte. Archiviata la stagione dei grandi boom postSuperbonus e in attesa che si esaurisca l’onda lunga del PNRR nel 2026, il settore si prepara a un 2025 di “transizione” verso un ciclo più moderato. Come confermano da Ance Rovigo Treviso, la vera sfida non è però solo il rallentamento degli investimenti, ma l’incapacità strutturale di rispondere a un’emergenza sociale crescente: la drammatica carenza di alloggi adatti ai nuovi, e sempre più piccoli, nuclei familiari italiani.

Il comparto delle costruzioni affronta una fase di incertezza, stretta tra l’effetto trainante degli investimenti pubblici e il rischio di un rallentamento post-Pnrr. Ottaviano De Biasi, Presidente di Ance Rovigo Treviso, ha tracciato il quadro, sottolineando che tutte le imprese stanno vivendo una

situazione di incertezza a causa delle tensioni geopolitiche, con ripercussioni sulla crescita e sulle esportazioni che al momento restano contenute.

Il mercato delle costruzioni, che ha tempi più lenti, continua ad essere sostenuto in Italia dalle opere pubbliche per effetto del Pnrr, un impulso destinato però ad esaurirsi nel 2026.

In negativo, invece, si collocano gli interventi di riqualificazione, in particolare in alcuni segmenti come distribuzione, finiture ed efficientamento energetico. Questo calo si mantiene intorno a un -10% dopo gli eccezionali picchi registrati con i superbonus, risultando quindi un ridimensionamento fisiologico. Il mercato delle nuove costruzioni residenziali mostra segnali modesti, mentre una certa vitalità emerge dall’edilizia non residenziale, con settori come la logistica in forte spinta.

Dal degrado alla rinascita (a caro prezzo)

Proseguono i lavori di recupero e valorizzazione della Barchessa degli Strepiti, edificio di proprietà dell’Università di Padova, in comodato d’uso al Comune di Castelfranco, collocato all’ingresso occidentale di Parco Bolasco. Grazie ai fondi Pnrr, 3,3 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 216mila euro da risorse comunali e circa 291mila euro dal Fondo opere indifferibili, l’edificio ospiterà la sede dell’Osservatorio Regionale per il Paesaggio, con l’obiettivo di studiare e valorizzare il rapporto tra ambiente, benessere e comunità. All’interno dei circa 1.200 metri quadrati del complesso sorgeranno spazi moderni e versatili: sale per mostre, eventi e conferenze, aule per attività forma-

Nonostante le difficoltà, i livelli complessivi del settore restano ancora ben più alti rispetto a quelli del 2019 e anche il mercato immobiliare mostra segni positivi.

Il Vice Presidente Vicario, Alex Saggia, conclude l’analisi con una riflessione prospettica. A suo parere, il 2025 sarà un anno di transizione per il mercato delle costruzioni, che vedrà una progressiva uscita dalla fase di boom e l’ingresso in un ciclo più moderato.

La vera emergenza, come si legge nell’ultimo rapporto Cresme, non è solo il rallentamento degli investimenti, ma la difficoltà del sistema edilizio nel rispondere alla domanda reale di abitazioni, un problema rilevato anche nel territorio dell’associazione.

Tra il 2018 e il 2023, la popolazione italiana è diminuita, ma le famiglie sono aumentate di oltre 714.000 unità, con una notevole crescita dei nuclei familiari più

tive e ludiche, uffici, spazi di accoglienza e ristoro, bookshop e zone di socialità. Tutti gli ambienti saranno progettati per essere flessibili e modulabili, così da ospitare sia grandi gruppi che attività più raccolte, adattandosi alle diverse esigenze culturali e didattiche. Con il termine lavori previsto per metà del 2026, la Barchessa diverrà dunque un punto di incontro dedicato alla cultura e alla condivisione, raggiungibile dal percorso ciclo-pedonale tra via Ospedale e il viale d’accesso a villa Parco Bolasco. Inaugurata nel settembre 2024, la pista ciclabile è stata resa possibile grazie a un investimento di 1 milione e 150mila euro, dei quali 950mila provenienti dai fondi Pnrr. Un progetto che

piccoli. Questo nuovo fabbisogno è stato in gran parte disatteso e, anche con le stime più ottimistiche del Cresme, mancano almeno 247mila case. L’Italia è oggi uno dei Paesi europei con il peggior rapporto tra nuove costruzioni e crescita delle famiglie. A questa carenza si aggiunge l’inadeguatezza delle tipologie edilizie rispetto alla domanda reale, con nuclei familiari più piccoli, giovani e

ha visto anche la realizzazione di un parcheggio da oltre 50 stalli, all’imbocco ovest della pista ciclabile, utile sia per la vicina sede dell’istituto alberghiero Maffioli, ospitato nell’entrata vecchia dell’ospedale, sia per le attività della poco distante Piazza Giorgione e delle vie limitrofe. “Sono molto felice di questo importante intervento sulla Barchessa degli Strepiti – ha dichiarato il sindaco Stefano Marcon – Saranno restituiti alla città 1.200 metri quadrati di spazi interni e nuove aree esterne. Con la riqualificazione della Barchessa, dell’ex ospedale e con la pista ciclabile, completiamo la rigenerazione di un’intera area della città in pieno centro storico”. (l.s.)

anziani, che richiedono soluzioni più flessibili, sostenibili e accessibili. La questione della domanda abitativa e dell’housing sociale, le politiche energetiche, la gestione del territorio, la mancanza di lavoratori e l’esaurirsi della spinta del Pnrr confermano la necessità di uno scenario strategico di medio periodo basato su una forte spinta innovativa del settore.

Sara Busato

Focus PNRR/2. L’intervento risponde alla mancanza delle prestazioni per l’infanzia

Carenza di servizi per i più piccoli ed elevati costi di accesso, che fare?

La mancanza di asili nido e di servizi per l’infanzia è uno dei temi ricorrenti che riguardano anche Castelfranco e la Castellana. Diverse sono le voci che sottolineano come anche nel nostro territorio i servizi siano insufficienti, sebbene in linea con la media veneta e provinciale, come osservato dal Coordinamento Volontariato della Castellana: “La mancanza di sufficienti posti di asilo nido e di asilo, abbinata all’elevato costo di accesso al servizio, è un grave problema educativo, economico, culturale e alla fine sociale che limita sia i bambini che le loro famiglie ed in particolare le donne ed il loro diritto di autonomia”. Per supplire a questa mancanza, il Comune di Castelfranco è riuscito ad ottenere i fondi Pnrr per la realizzazione di un nuovo asilo nido comunale, realizzato in via Enego ed entrato in funzione all’inizio di quest’anno scolastico. Per la realizzazione della nuova struttura, il Comune ha ottenuto un finanziamento europeo da 1 milione e 840 mila euro, a cui sono stati aggiunti 610mila euro di risorse comunali e 184 mila euro di fondi per opere indifferibili da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, per un totale di 2 milioni e 634 mila euro. Il nuovo asilo, con circa 870 metri quadrati di superficie coperta, si sviluppa su un unico

piano fuori terra e si caratterizza per gli spazi moderni, luminosi e funzionali delle aule interne, che si affacciano direttamente sull’ampio giardino. La struttura vede nuclei funzionali ben definiti, per poter accogliere bambini dai 3 mesi ai 3 anni, divisi in lattanti nell’area micronido e divezzi e semi-divezzi nell’asilo nido. Attualmente la capienza del nido è di 42 posti, dei quali 12 per la sezione lattanti, ma è previsto per il futuro un aumento dell’offerta. Lo spazio connettivo dell’asilo, come le aule, è in continuità visiva col verde al contorno: tutti i locali del nuovo asilo sono conformi alle normative vigenti in materia di salubrità, illuminazione e aerazione naturale. L’edificio sarà inoltre “Nzeb” (Nearly Zero Energy Building, edificio a energia quasi zero), con energia elettrica generata dall’impianto fotovoltaico e senza consumo di gas naturale. Il nuovo edificio ha permesso inoltre il tem-

poraneo spostamento degli alunni della limitrofa scuola dell’infanzia di Largo Asiago, dove sono iniziati i lavori di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. Interventi che vedranno anche una ristrutturazione della struttura, realizzata nel 1978, per permettere il raddoppio della capienza, venendo incontro alle richieste della cittadinanza, potendo ospitare molti più bambini. Nell’ultimo anno scolastico, sono stati 76 i bambini della scuola dell’infanzia (di cui 61 residenti in città), che fanno di Largo Asiago uno degli istituti dell’infianzia più frequentati di Castelfranco. I lavori, che vedranno tra gli altri la realizzazione di un cappotto esterno, la sostituzione dei serramenti e interventi sugli impianti, sono finanziati per 1 milione di euro dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e da 1 milione e 200 mila euro da risorse comunali.

Leonardo Sernagiotto

Castelfranco e il “tesoro” del Pnrr: dove finiscono i milioni?

Oltre al nuovo asilo nido, Castelfranco ha ottenuto altri fondi del Pnrr volti all’edilizia scolastica, che sono stati investiti per la realizzazione di due nuove mense scolastiche. La prima è a servizio della scuola primaria “C. Colombo”, in via Verdi, a fianco della scuola media Sarto. Si tratta di un nuovo fabbricato, con una superficie di 305 metri quadrati, di cui 205 di mensa e spazi di servizio e 95 di portici. La struttura offre un centinaio di posti per le cinque classi a tempo pieno della scuola, che ora possono godere di un ambiente ampio e luminoso di 300 metri quadrati, di cui 205 destinati alla mensa e agli spazi di servizio, mentre i restanti 95 sono occupati dai portici. L’intervento ha avuto un costo complessivo di 708mila euro, finanzia-

to per 380mila euro dal Pnrr e per 290mila euro con risorse comunali. Anche la scuola primaria “F.M. Preti” di Salvatronda ha visto la realizzazione di una nuova mensa, per un investimento di circa 480mila euro, dei quali 300mila da finanziamento Pnrr. L’accesso alla mensa è diretto: gli alunni vi accedono dall’interno del plesso scolastico mediante una pensilina di collegamento con la nuova co-

struzione.

A pochissima distanza dalla scuola di Salvatronda è stata inoltre riqualificata la piazza frazionale, intervento anch’esso finanziato da fondi europei, per un totale di 620mila euro (di cui 101 mila da risorse comunali). I lavori hanno permesso la messa in sicurezza dell’incrocio tra via Lovara e via Centro e la realizzazione di nuovi parcheggi, ma anche interventi di maggior decoro, tra cui una nuova recinzione della scuola Preti, un miglioramento dei marciapiedi (rifatti in porfido) e un maggiore risalto sia del cippo gromatico, antica testimonianza della centuriazione romana, sia del bagolaro secolare, monumento vivente a cui i cittadini di Salvatronda sono molto legati. (l.s.)

Con un investimento complessivo di 2,6 milioni di euro, il Comune apre un nido Nzeb a basso impatto energetico. La struttura accoglierà 42 bambini e rappresenta una risposta concreta alle esigenze delle famiglie e delle donne del territorio

Sintoniz

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Trasporto. Officina entro il 2026 e soluzioni green per un trasporto pubblico più efficiente e sostenibile

Nuovo deposito Mom: “Ora il terminal bus e un servizio di autobus urbano”

Degrado e ratti in Borgo Pieve

U n passo decisivo verso un trasporto pubblico più moderno, efficiente e sostenibile nella Castellana. Il 3 ottobre è stato inaugurato il nuovo deposito della Mom (Mobilità di Marca) in via delle Forche, una struttura che per dimensioni e dotazioni si colloca come secondo polo logistico del trasporto pubblico provinciale, subito dopo quello di Treviso. L’area, estesa su 22mila metri quadrati, potrà accogliere fino a 74 autobus, oltre a 60 posti auto per i conducenti e una palazzina di servizio destinata a uffici e spazi operativi. Il nuovo complesso consentirà una gestione più razionale dei mezzi, riducendo tempi e costi di spostamento, ma rappresenta anche un salto tecnologico grazie a impianti di ultima generazione.

Tra i punti di forza, spicca l’impianto per il rifornimento di gas naturale liquefatto (Gnl), realizzato da Tecnogas: con un serbatoio da 60mila litri e quattro erogatori, consente di rifornire completamente un autobus in soli cinque minuti, contro le molte ore richieste dai sistemi tradizionali. Il deposito dispone inoltre di un impianto per il rifornimento di gasolio (tre cisterne da 30mila litri ciascuna), garantendo la massima versatilità operativa. Non manca l’attenzione all’ambiente: il sito è dotato di impianto fotovoltaico da 6 kW/h, sistema di raccolta e riciclo delle acque provenienti dall’autolavaggio e una vasca di laminazione per le acque piovane, che assicura l’invarianza idraulica e riduce l’impatto sul territorio. Entro il 2026 è prevista anche la realizzazione di una nuova officina meccanica, così da eliminare la necessità di spostare i mezzi fino all’attuale officina in affitto di via dei Prai: un risparmio economico e ambientale, grazie alla diminuzione dei trasferimenti a vuoto.

L’investimento complessivo ammonta a 4,4 milioni di euro, di cui 1,1 milioni finanziati dalla Regione Veneto, mentre la parte restante è stata sostenuta direttamente da Mom. Al momento il deposito sarà utilizzato principalmente per il rifornimento dei mezzi, che verranno posteggiati stabilmente nell’area solo dopo il completamento del nuovo termi-

nal bus vicino alla stazione ferroviaria.

Fino ad allora, resterà in funzione la sede di via Bordignon. “Si tratta di un investimento strategico – ha commentato Giacomo Colladon, presidente di Mom –che si aggiunge ai progetti di rinnovo della flotta, con 133 nuovi mezzi solo quest’anno. Grazie al nuovo impianto Gnl, abbiamo potuto convertire a gas naturale una parte significativa dei nostri autobus, riducendo emissioni e consumi”. Soddisfatto anche il presidente della Provincia, Stefano Marcon, che guarda al futuro:

“Con il nuovo deposito e il terminal bus in arrivo, si chiuderà un cerchio. Castelfranco potrà finalmente sperimentare nuove linee urbane, suburbane o a chiamata.

Rispetto al passato, la città ha due strutture che chiedono più mobilità locale, come lo Iov e la nuova sede del Conservatorio”.

Leonardo Sernagiotto

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Borgo Pieve è una delle vie più frequentate di Castelfranco, principale asse di collegamento con la stazione ferroviaria per chi proviene dalla parte ovest di Castelfranco. A metà della via, ben visibili due edifici in abbandono, uno dei quali coperto d’edera. Un residente ha segnalato la situazione al Comune, affermando di aver notato girovagare dei ratti provenienti da quell’edificio e chiedendo di disporre gli interventi necessari per la salvaguardia del decoro e dell’igiene pubblica. Il caso, reso pubblico sui social, ha acceso il dibattito sullo stato del quartiere, tra segnalazioni di degrado, polemiche e richieste di riqualificazione. I due immobili, di proprietà dell’Ipab e centro per l’infanzia “Umberto I”, da anni attendono una soluzione. Il presidente Domenico Battiloro chiarisce: “Procediamo periodicamente alle operazioni di derattizzazione e contro gli insetti nocivi. L’ultimo intervento è stato effettuato a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico. Non si scherza con la salute dei bambini”. Sul– ammette Pavin – “i rapporti con altri enti rallentano spesso i tempi”. La viabilità è al centro anche delle proteste di via Puccini, arteria di collegamento tra Borgo Pieve e viale della stazione. Il comitato locale, rappresentato da Matteo Battocchio, denuncia l’assenza di risposte da parte del Comune: “In via Puccini la situazione è critica, con 1.200 transiti nei giorni feriali e mancanza di sicurezza per pedoni e ciclisti”. Il traffico, sottolinea, aumenterà con i nuovi complessi residenziali e il futuro terminal bus. Il comitato, che conta oltre 70 residenti, ha presentato al Comune proposte per la sicurezza e la viabilità dell’intera area , chiedendo di rivedere gli accessi del compendio ex Passazi-Celeghin. “Non siamo contrari al recupero edilizio – precisa Battocchio – ma il carico urbanistico grava solo su via Puccini. Esiste un varco di 9 metri su Borgo Pieve che permetterebbe di distribuire meglio i flussi”. (l.s.)

Treville vince l’antico gioco del pallone

N onostante la pioggia, l’edizione 2025 del Palio di Castelfranco può essere considerata un successo di pubblico e spettacolo. Quella che doveva essere un’edizione di passaggio verso l’appuntamento del 2026, ha visto infatti una vivace presenza di pubblico, che ha visitato l’accampamento medievale, con taverne, armigeri e giochi di una volta, ma ha anche assistito alle partite dell’antico gioco del pallone. Un Palio, quello del gioco del pallone, ritornato dopo sette anni di assenza e che ha visto il trionfo di Treville, dopo una combattutissima finale giocata contro Borgo Padova-San Giorgio e vinta per solo mezzo punto di scarto (14 e mezzo a 14). Nella versione per ragazzi, il “Baeon dei cei” ha visto invece la vittoria di Borgo Bassano. Si è confermato invece un appuntamento molto avvincente il “Palio dei cei”, che alla sua seconda edizione ha registrato un entusiasmo da parte della cittadinanza, tanto che gli organizzatori hanno alzato il limite di iscrizioni da 80 a 100 partecipanti.

Domenica 14 settembre è stata dunque un’esplosione di divertimento, colori e risate, con 10 squadre, formate da 10 bambini ciascuna, che si sono confrontate in tre prove: il tiro alla fune, la corsa con i sacchi e

la caccia al tesoro storica. Un Palio che alla fine ha visto vincitrice la squadra del Gufo Bianco, rappresentante il borgo di Villarazzo. In attesa del Palio del Castel d’Amore del 2026, quest’anno i borghi cittadini si sono invece confrontati con il Torneo del Forziere, una prova di arcieria storica, dove ad ognuno dei 14 borghi è stato assegnato, estraendolo a sorte, un arciere. Dopo il corteo storico dei consoli, con nobili, popolani, armati, musici e sbandieratori, gli arcieri si sono sfidati sull’erba del quadrante nordovest. A trionfare è stato Gavino dei Rossi, per San Floriano, che nella finale a tre ha sconfitto Alex dei Carron per Campigo (secondo) e Milva dei Rech per Treville (terza). Il Palio 2025 ha infine premiato alcune novità introdotte dal punto di vista logistico. L’aver concentrato tutte le postazioni del Palio, comprese le taverne, unicamente

sul settore nord-occidentale del castello, si è infatti rivelata una scelta apprezzata dal pubblico, come confermato da Gianmaria Pizzolato, presidente dell’associazione Palio: “Erano alcuni anni che stavamo studiando questa soluzione, per la quale abbiamo ricevuto moltissimi complimenti. Una formula giudicata interessante, che piace e che continuerà anche nel prossimo futuro”. In merito alle gare, Pizzolato aggiunge: “Vi è stato un grandissimo successo di partecipanti. Riguardo all’antico gioco del pallone, si vedeva che dopo anni di stop c’era la voglia di essere presenti, di giocare e di veder giocare. Per il “Palio dei cei”, i bambini si sono divertiti, sentendosi inoltre parte del Palio. Diversi genitori stanno già iscrivendo i propri figli all’edizione del prossimo anno”.

Leonardo Sernagiotto

Cane intrappolato tra gli arbusti salvato dai Vigili del Fuoco

Un’altra operazione di salvataggio si è conclusa con successo a Castelfranco Veneto, dove i Vigili del Fuoco sono riusciti a liberare un cane che era rimasto intrappolato tra i rami di alcuni arbusti all’interno di un parchetto comunale in via Abruzzo. Tutto è iniziato quando un residente della zona, sentendo il costante lamento del cane, ha deciso di intervenire. Dopo aver cercato di capire la causa della sofferenza dell’animale, l’uomo ha prontamente chiamato il numero di emergenza dei Vigili del Fuoco. La segnalazione è stata subito presa in carico e, poco dopo, la squadra del distaccamento di Castelfranco Veneto si è mobilitata per raggiungere il luogo e soccorrere il povero cane. L’animale, bloccato tra i rami di un cespuglio, non riusciva a muoversi e sembrava in difficoltà da diversi giorni. Grazie alla tempestività dell’intervento e alla competenza del personale, il cane è stato liberato senza danni. Dopo averlo messo al sicuro, i Vigili del Fuoco hanno rintracciato il proprietario, che è stato prontamente avvisato per il rientro dell’animale. Un salvataggio che ha suscitato grande sollievo nella comunità, dimostrando ancora una volta come la prontezza e la collaborazione tra cittadini e autorità possano fare la differenza in situazioni delicate. Il cane, finalmente in salvo, è stato restituito al suo affezionato padrone, che ha potuto riabbracciarlo sano e salvo. (r.c.)

Aperto il camminamento delle mura insieme la torre del Giorgione

U n nuovo gioiello culturale arricchisce il già prezioso scrigno del centro storico di Castelfranco. Ora è infatti possibile godere di una superba vista sulla città dall’alto delle mura di nord-est e della torre del Giorgione. È stato inaugurato il percorso che consentirà a cittadini e turisti di percorrere il camminamento di ronda, realizzato in epoca della Serenissima sulle mura medievali. L’accesso avviene da Casa Pastrello, in vicolo Montebelluna, per poi attraversare un cortile interno e salire in quota attraverso la torre. Da lì, è poi possibile percorrere un tratto del lato nord e del lato est, per una lunghezza totale di oltre un centinaio di metri, e accedere alla cima della torre. Impagabile la vista che si gode dall’alto, con una visuale sul centro storico, piazza Giorgione e, sullo sfondo, il monte Grappa. Nel corso dell’inaugurazione molto partecipata dalla cittadinanza, il sindaco Stefano Marcon ha dichiarato: “Oggi scriviamo una pagina storica per Castelfranco dando accesso alle mura del nostro castello. Non si tratta solo di un’apertura fisica, ma di un gesto simbolico che restituisce alla comunità un patrimonio identitario che ci appartiene da secoli. È il risultato di un lavoro di squadra e di una visione chiara: rigenerare e valorizzare il cuore della città, perché diventi sempre più un luogo di cultura, turismo e socialità. Questo è solo il

primo passo di un percorso che ci porterà ad arricchire ulteriormente l’esperienza di visita e a far riscoprire a tutti il valore unico del nostro castello”. Costati complessivamente 1 milione e 290 mila euro, di cui 880 mila finanziati dal Ministero della Cultura, i lavori per il recupero e il restauro delle mura, durati un anno e mezzo, hanno visto il consolidamento strutturale e l’installazione di parapetti e passerelle. Un’apertura molto attesa e che ha dovuto affrontare diverse problematiche di natura tecnica, ma anche burocratica, dato che nei secoli si sono stratificate proprietà private. Il progettista Filippo Antonello sottolinea: “Abbiamo optato per un approccio conservativo, a tratti archeologico, volto a mantenere ogni pietra, irrego-

larità e imperfezione della struttura”. Le mura sono visitabili dal mercoledì alla domenica, e l’ingresso è gratuito per i residenti di Castelfranco. Con due torri già accessibili (Torre del Giorgione e Torre Civica, con l’annessa Casa del Trombetta), l’obiettivo è ora rendere visitabili anche le altre due torri già restaurate, ossia quella di nord-ovest e quella di sud-est. Per la prima, è già stato approvato il progetto di accessibilità grazie all’accordo pubblico-privato con la proprietà di villa Barbarella. Per la torre di sud-est, invece, si sta procedendo con il progetto esecutivo che permetterà il recupero della Casa del Giardiniere, nuovo spazio comunale da cui sarà possibile l’accesso alla torre. Leonardo Sernagiotto

La città piange Franco Torresan, colonna dello sport e dell’impegno civico Una comunità intera in lutto per la scomparsa di Mirco Graziotto, 56 anni, figura molto conosciuta e amata a Castelfranco Veneto, non solo per la sua gentilezza ma anche per il suo straordinario talento musicale. È morto mercoledì 1 ottobre all’Istituto Oncologico Veneto, portato via da una malattia fulminea che non gli ha lasciato scampo. Anche se non era musicista di professione, Graziotto è sempre stato considerato uno dei batteristi e percussionisti più dotati della zona. La sua passione per la musica era nata fin da ragazzo, quando suonava in chiesa a Salvatronda durante le funzioni più solenni. Da lì in poi, il ritmo è sempre rimasto parte della sua vita. Parallelamente al lavoro alla Castelmac, dove era entrato da giovane e dove era molto stimato, non ha mai smesso di suonare. Negli ultimi 15 anni, Graziotto era entrato a far parte dei Bassano Blues Spiritual, una formazione musicale con un repertorio soul e gospel, attiva anche nel sociale. Graziotto lascia un vuoto profondo in chi lo ha conosciuto. A piangerlo sono la moglie Mariella, i figli Mattia e Manuele, e la madre Giuseppina. L’ultimo saluto si è tenuto nella chiesa parrocchiale di Salvatronda, il luogo dove tutto era cominciato, tra una batteria, un leggio e una fede incrollabile nella musica come linguaggio universale. (r.c.)

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Il castellano dietro il più grande reattore elettrico per la conversione del metano

Gianluca Pauletto sta progettando in Germania il cuore del maxi impianto per la produzione di syngas rinnovabile

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l più grande reattore elettrico per la conversione di metano al mondo nasce dall’ingegno di un cervello castellano in fuga. La tedesca Sypox, tra i cui fondatori figura l’ingegnere castellano Gianluca Pauletto, classe 1992, è stata scelta dal colosso svizzero Clariant come partner per la costruzione, in Germania, di un maxi impianto di syngas rinnovabile, operativo dal 2026. Un investimento totale da 300 milioni di euro, che consentirà di produrre 150 tonnellate al giorno di gas di sintesi ottenuto da miscele contenenti metano — come gas naturale, biogas o gas di discarica — da cui, a sua volta, si possono ricavare idrogeno, metanolo e combustibili sintetici. “Di questo nuovo impianto – spiega Pauletto – noi realizzeremo il cuore tecnologico, con un reformer alimentato da 10 megawatt di corrente elettrica. La produzione di syngas è un procedimento altamente energivoro, che richiede temperature molto elevate, di solito raggiunte bruciando combustibili fossili. La nostra tecnologia, invece, utilizza

corrente elettrica per arrivare agli 800-900 gradi necessari. Se l’energia proviene da fonti rinnovabili, l’intero processo si decarbonizza”.

Nata nel 2021 a Frisinga, in Baviera, Spypox ha ricevuto fin da subito un finanziamento dal Ministero dell’Economia tedesco, che ne ha riconosciuto il potenziale nel campo della decarbonizzazione industriale. “A differenza di altre start-up, non abbiamo mai chiesto fondi a investitori esterni – racconta Pauletto –. Abbiamo scelto di crescere in modo organico, solo grazie al fatturato. Negli ultimi anni c’è stato un grande entusiasmo per l’idrogeno, ma molte aziende che hanno inseguito quella strada non sono sopravvissute”. Oggi Sypox conta 15 persone provenienti da diversi Paesi, con un’età media di 30 anni. “Diversi membri del team arrivano dall’Università di Padova, dove mi sono laureato e con cui collaboriamo ancora per alcuni progetti di ricerca, in particolare sulla sicurezza dei processi produttivi”, aggiunge Pauletto. E

sul ritorno in Italia, l’ingegnere non nasconde un po’ di nostalgia: “Ho lasciato l’Italia otto anni fa. Dopo esperienze in Spagna, Germania e Canada, mi sono trasferito a Monaco di Baviera, poco prima di fondare l’azienda. L’idea di tornare mi è venuta più volte, magari per creare qualcosa di simile a Castelfranco. Ma per ora resto qui: in Germania credono davvero nello sviluppo delle nuove tecnologie e investono molto. In Italia, purtroppo, sarebbe più difficile realizzare progetti di questo tipo”.

Leonardo Sernagiotto

Nuovo sportello del Gruppo Hera in città

Un ufficio rinnovato, attento all’ambiente ma con un forte legame territoriale. Alla presenza del sindaco Stefano Marcon, è stata presentata questa mattina la nuova veste dello sportello del Gruppo Hera a Castelfranco Veneto, in piazza della Serenissima. Un ambiente luminoso, accogliente, con soluzioni innovative pensate sia per il risparmio energetico, sia per un miglior comfort di clienti e dipendenti, ad esempio con la presenza di pannelli e arredo fonoassorbente. Uno sportello condiviso anche con Ats - Alto Trevigiano Servizi, per agevolare il cittadino, offrendo nello stesso luogo la possibilità di gestire più servizi (energy e acqua), con risparmio di tempo. Il gruppo Hera, terzo operatore in Italia dopo Eni ed Enel con oltre 4 milioni di clienti, possiede oltre 250 sportelli in tutta Italia. Di questi, 60 appartengono ad EstEnergy (società del grup-

po Hera), compreso quello di Castelfranco. L’ufficio ha tuttavia anche una forte impronta territoriale: non solo una parete è occupata da una panoramica sul castello di Castelfranco, ma gli stessi dipendenti provengono dal territorio, un fattore umano per essere più vicini al territorio. “Questo è uno sportello molto importante – commenta Filippo Boraso, responsabile customer operations di Estenergy – Castelfranco è un territorio storico dove siamo presenti da sempre con Ascotrade, poi fusa con Estenergy, e dove vogliamo continuare ad esserci. Il gruppo Hera ha una dimensione ormai nazionale, perché copriamo quasi tutte le province d’Italia, ma vogliamo avere una forte connotazione territoriale, che è la nostra origine. Per questo stiamo continuando ad investire nei territori come qui a Castelfranco, dove abbiamo rinnovato lo spor-

tello, rendendolo più moderno e accogliente per i nostri clienti. Ci teniamo che il nostro cliente quando viene da noi trovi una casa accogliente. Un nuovo ufficio attento ai consumi, un messaggio che diamo anche ai nostri clienti, attraverso le soluzioni che offriamo, quali condizionatori, caldaie, pompe di calore, tutto chiaramente ad alta efficienza e a basso consumo, in modo tale da ridurre quello che è in generale l’impatto di carbonio”. A disposizione dei clienti oggi un’ampia sala d’attesa e quattro postazioni operatore, in cui il personale Hera gestisce anche le pratiche del servizio idrico, per conto del gestore locale ATS – Altro Trevigiano Servizi. In occasione dell’inaugurazione, ai clienti che sottoscrivono un nuovo contratto è riservato un bonus di 30 euro per ogni fornitura attivata allo sportello. La promozione è valida fino al 28 ottobre 2025. (l.s.)

Giancluca Pauletto

L’intervista. Un importante traguardo per il giovane musicista Matteo Boischio alla guida dell’orchestra universitaria

Ex allievo dello Steffani è il nuovo direttore del Concentus Musicus Patavinus

D alle aule del Conservatorio Steffani alla guida di un’orchestra universitaria con oltre 40 anni di storia: è il percorso di Matteo Boischio, ex allievo dello storico istituto castellano, nominato lo scorso luglio direttore del Concentus Musicus Patavinus dell’Università di Padova.

“È stata una bellissima notizia, soprattutto perché è arrivata durante il mio percorso di studi al Conservatorio di Trieste – racconta Boischio –. Ricevere un incarico di direzione mentre si è ancora studenti è un evento più unico che raro. Accolgo con grande soddisfazione questa sfida: le aspettative sono molto alte e l’obiettivo è trasformare questa realtà in una grande istituzione, capace di rendere orgogliosi i suoi musicisti”.

Diplomato in composizione summa cum laude al Conservatorio Agostino Steffani sotto la guida del maestro Nicola Straffelini, nel 2023 Boischio intraprende ufficialmente il suo percorso di studi in direzione d’orchestra al Conservatorio Tartini di Trieste, dove si diploma a luglio scorso con il maestro Marco Angius. Ma è proprio al Conservatorio Steffani che muove i suoi primi passi, manifestando sin da subito una vicinanza viscerale alla direzione d’orchestra:

“L’esperienza di Castelfranco ha aperto le porte a tutto quello che è il mio essere musicista oggi. Ho frequentato lo Steffani per cinque anni, durante i quali mi sono formato non solo come compositore ma anche come strumentista e direttore di coro e orchestra. È stato un percorso decisivo, che mi ha dato una preparazione solida e mi ha permesso di incontrare docenti e colleghi determinanti per la mia crescita personale e artistica, offrendomi opportunità professionali e un sostegno costante. Conservo un ricordo bellissimo di quel periodo e sono molto legato al Conservatorio Steffani che, pur essendo una realtà di provincia, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli studenti di tutta la zona”. Decisivo per il suo percorso anche il contatto con il Teatro Accademico di Castel-

franco, con cui il Conservatorio Steffani collabora stabilmente. È qui che Boischio ha avuto modo di cimentarsi nella pratica della direzione:

“È stato il luogo in cui ho potuto confrontarmi direttamente con l’orchestra, non solo come compositore ma anche come esecutore e interprete. La mia prima laurea, infatti, l’ho conseguita presentando e dirigendo brani scritti da me stesso”.

Durante la sua formazione, Boischio ha maturato esperienze significative, vincendo nel 2024 il concorso World Grand Prix Inter-

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national Music Contest dirigendo i Lieder eines Fahrenden Gesellen di Mahler. A Trieste ha preso le redini dell’Ensemble Contemporaneo Tartini, guidando attività formative e concertistiche nel primo anno di studi e a maggio scorso ha debuttato nel repertorio operistico con “Il Giro di Vite” di Benjamin Britten al Teatro Verdi, ottenendo un grande successo di pubblico. Parallelamente ha approfondito la direzione d’orchestra e di coro con maestri come Francesco Ivan Ciampa e Francesco Lanzillotta, partecipando a masterclass a Milano e a Bergamo, approfondendo generi musicali che vanno dall’opera all’oratorio. Con la nomina al Concentus Musicus Patavinus, si apre un nuovo capitolo. Nato nel 1984 per volere del musicologo Giulio Cattin, il CMP è l’ensemble musicale ufficiale dell’Università di Padova, che da sempre promuove un’intensa attività concertistica e di ricerca. Articolato in diversi gruppi, riesce a spaziare dal canto gregoriano alla musica jazz, coprendo buona parte della produzione musicale occidentale. Nel corso della sua storia ha ospitato direttori, solisti e compositori di rilievo internazionale, imponendosi come un punto di riferimento nel panorama delle orchestre universitarie italiane. Accanto all’aspetto artistico e di ricerca, il Concentus si caratterizza anche per la forte dimensione formativa: gli studenti partecipano a prove e laboratori con cadenza settimanale che prevedono, durante l’anno accademico, esperienze e momenti performativi condivisi con il pubblico. L’obiettivo è riunire persone accomunate da valori condivisi e con lo stesso desiderio di fare musica insieme, diffondendo al tempo stesso la tradizione e la cultura sviluppate nell’ambito dell’Università. Una sfida che Boischio ha accolto con entusiasmo e con uno sguardo rivolto al futuro: “L’idea è di avere una stagione pronta a inizio ottobre, in cui verranno fissati gli impegni con l’orchestra, atti a renderla un’istituzione sempre più importante e radicata nel territorio”.

Giulia Turato
Matteo Boischio

Economia. CNA Treviso denuncia l’assenza di un portale per confrontare i preventivi e l’elevata IVA sulle polizze

Entro il 2026 obbligo di polizza contro calamità naturali

Il presidente di CNA Treviso, Gianpaolo Stocco, critica l’obbligo assicurativo contro le calamità: “Serve il portale promesso e va eliminata l’IVA al 22,5%, una tassa occulta per le imprese che già faticano ad adeguarsi”

I l presidente di CNA territoriale Treviso, Gianpaolo Stocco, lancia un allarme riguardo all’introduzione dell’obbligo assicurativo contro calamità naturali per le imprese: “Entro il 1° gennaio 2026 anche le piccole e microimprese dovranno stipulare un’assicurazione contro catastrofi e calamità. Ma manca ancora il portale promesso dal governo per consentire il confronto tra i preventivi dei contratti assicurativi. Inoltre, l’IVA al 22,5% su queste polizze rappresenta di fatto una nuova tassa occulta per tutte le imprese. Chiediamo invece l’allineamento alle condizioni fiscali previste per le polizze catastrofali per le case private: niente imposte e possibilità di detrarre i costi”.

La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, obbliga tutte le imprese a dotarsi di polizze contro rischi da inondazioni, alluvioni, terremoti e frane. Dopo alcune proroghe, l’obbligo per le medie imprese è scattato lo scorso ottobre, per le grandi imprese ad aprile 2025, mentre le piccole e microimprese dovranno adeguarsi entro gennaio 2026. Si stima che oltre 50.000 aziende trevigiane siano interessate, molte delle quali hanno già provveduto alla sottoscrizione.

Secondo Stocco, “l’introduzione dell’obbligo di polizza catastrofale è un provvedimento profondamente iniquo, sia dal punto di vista formale che sostanziale. Lo Stato scarica sulle imprese l’onere della propria inefficienza nella gestione del territorio. Sarebbe stato preferibile prevedere incentivi alla sottoscrizione e misure di alleggerimento fiscale. Al contrario, lo Stato ha introdotto un’IVA particolarmente gravosa, pari al 22,5%, molto più alta rispetto ad altre assicurazioni”.

CNA chiede quindi l’allineamento fiscale a quanto previsto per le polizze sugli immobili privati e la rapida realizzazione di

un portale online per il confronto delle offerte assicurative, simile a quello già disponibile per le polizze auto. “Senza questi interventi – conclude Stocco – tutelare le imprese dalle calamità naturali rischia di diventare una scusa per introdurre una nuova tassa occulta sul mondo produttivo”.

La sfida delle piccole imprese artigiane

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Per il rifacimento dei vostri divani abbiamo predisposto il divano di cortesia per il tempo della lavorazione

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La manodopera qualificata scarseggia, soprattutto tra le piccole imprese artigiane della Marca Trevigiana, dove oltre il 55% delle posizioni aperte è difficile da coprire. Per affrontare il problema alla radice, Confartigianato Imprese Marca Trevigiana lancia un nuovo progetto di employer branding, rivolto alle micro e piccole imprese, con l’obiettivo di rendere le aziende più attrattive per i potenziali lavoratori. Il progetto sarà presentato mercoledì 8 ottobre alle 18.30 alla Fornace di Asolo, con il contributo della Camera di Commercio TrevisoBelluno|Dolomiti e di EBAV, l’ente bilaterale dell’artigianato veneto. In questa occasione verrà svelata la nuova piattaforma digitale che guiderà le imprese nella costruzione di ambienti di lavoro collaborativi e capaci di trattenere il talento. «La carenza di manodopera è un freno allo sviluppo delle nostre aziende – afferma Armando Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana –. È tempo di risposte concrete: ecco perché abbiamo costruito una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per aiutare gli imprenditori a valorizzare la propria identità aziendale e ad attrarre risorse umane». Il progetto nasce da un confronto diretto con le imprese e mira a fornire strumenti semplici e concreti, adattabili a diverse realtà produttive, per affrontare una sfida che finora ha visto protagoniste solo le grandi aziende. «Non possiamo replicare i loro modelli – spiega il direttore Carlo Ceriana – ma possiamo creare un percorso su misura per le piccole imprese, capace di favorire una contaminazione tra settori e migliorare la reputazione del lavoro artigiano». Secondo i dati Excelsior, il 55,8% dei 46.000 lavoratori richiesti dalle MPI trevigiane è di difficile reperibilità. In particolare, il 61,2% della domanda riguarda operai specializzati e conduttori di impianti, seguiti da impiegati e tecnici (22,9%), professioni non qualificate (10,9%) e dirigenti (5,1%).

Marco Rumiz: il giovane capitano del Giorgione che parla da veterano

M arco Rumiz, difensore centrale classe 2001, è il nuovo capitano del Giorgione. Ha 24 anni ma parla già da leader navigato: quella fascetta al braccio è conseguenza naturale della sua innata leadership. Il trevigiano è tornato a Castelfranco con il massimo delle motivazioni: “La telefonata è arrivata in estate e ho colto subito l’occasione di tornare. L’ambiente lo conoscevo già, e non solo negli aspetti positivi, ma anche nelle difficoltà. Nonostante tutto, ero rimasto legato a questo club, e per me è una sorta di chiusura del cerchio, una sfida da portare a termine”.

L’incarico di capitano è, per Rumiz, motivo di grande orgoglio. “È un onore e un privilegio”, racconta. “Tutti sappiamo cosa rappresenta il Giorgione, è un club con storia e forte identità. Quando mi è stato proposto il ruolo, non ho esitato un attimo”.

Il capitano è consapevole che

la sua squadra ha seguito il filone della linea verde nella campagna di mercato estiva. “Siamo una squadra giovane, con poca esperienza in prima squadra. Io sono del 2001, quindi non sono il classico esperto”, ammette. “Voglio però che i ragazzi siano tranquilli, dobbiamo allenarci e giocare con il sorriso. Il calcio non deve diventare un peso, altrimenti diventa controproducente”.

D’altro canto Rumiz non ha dubbi: la squadra deve “bruciare le tappe” per riuscire a competere. “Non possiamo permetterci di crescere con calma, dobbiamo dare il massimo da subito. In campo pretendo molto da me stesso e dagli altri. Bisogna esserci con la testa, essere concentrati”, sottolinea. Le prime uscite stagionali hanno evidenziato un percorso che ha mostrato dei segnali di crescita. “Abbiamo avuto un inizio un po’ in ritardo con la preparazione, ma ci sono miglioramenti eviden-

ti. Stiamo lavorando e dobbiamo continuare su questa strada”. Il percorso calcistico di Marco Rumiz è stato di grande blasone. “Sono contento di ciò che ho fatto. Ho avuto occasioni incredibili nei settori giovanili di Vicenza e Cittadella”, riflette il capitano. La sua carriera, seppur giovane, è già piena di momenti importanti, piazze significative, e viaggi. “Ho vissuto

I campioni d’Italia programmano la nuova stagione

L’entusiasmo per la vittoria del campionato dello scorso anno è ancora palpabile, ma la stagione 2025/2026 è già nei pensieri dei Cavaliers Castelfranco. Dopo una cavalcata trionfale, in un anno che sembrava iniziato sotto una cattiva stella, il coach Scudiero è determinato a guardare al futuro. “Vincere è stato incredibile, ma non ci avrei mai scommesso per come era partito il nostro percorso. Nonostante tutto, ci siamo riusciti. La consapevolezza che possiamo ripeterci ora è molto forte”, afferma Scudiero. “Abbiamo sfatato il tabù delle finali perse e ora sappiamo di essere in grado di competere ai massimi livelli”. Con l’inizio del campiona-

to fissato per la fine di febbraio, la stagione 2025/2026 partirà ufficialmente il 20 ottobre: “Abbiamo una lunga preparazione davanti, è uno sport in cui si lavora molto”, spiega il coach. “Vogliamo che tutti i nuovi arrivati abbiano la possibilità di mettersi alla prova e di far parte del nostro progetto”. Se il gruppo base dei Castelfranco Cavaliers è stato confermato, ci sono alcune novità importanti. “Abbiamo convinto alcuni giocatori che pensavano di ritirarsi a continuare. Tuttavia, perderemo il nostro quarterback Lorenzo Piva”. Al suo posto arriva Lorenzo Ladisa, giovane talento di Mogliano, che dovrà adattarsi al nuovo ruolo. “Avremo bisogno

tante esperienze, sono andato via di casa da giovane e sono grato per tutto quello che ho avuto. Non ho alcun rimpianto”. Per quanto riguarda gli obiettivi della stagione, Rumiz rimane pragmatico e realistico. “Non facciamo proclami, l’obiettivo principale è la salvezza. Poi, tutto quello che verrà sarà guadagnato; ogni punto è importante. Dobbia-

di tempo, ma Ladisa è un ragazzo forte e talentuoso. Il suo inserimento sarà graduale, ma siamo fiduciosi”. Una delle novità più importanti di questa stagione riguarda il campo di gioco. “Abbiamo preso in gestione il campo di Sant’Andrea, un impianto che sarà il nostro nuovo quartier generale. Dopo tanti anni, possiamo finalmente dire che siamo pronti a ripartire in una nuova sede, che ci darà la possibilità di allenarci e giocare su un campo che risponde alle nostre esigenze”, annuncia

mo poi tenere la porta inviolata il più possibile”. L’obiettivo finale è chiaro: “A fine anno mi piacerebbe vedere i frutti del nostro lavoro. Salvare la categoria e mostrare il valore dei nostri giovani”. Mentalità concreta e parole da leader: il giovane veterano Marco Rumiz è pronto a provare a riportare il sole nell’universo Giorgione.

Scudiero. Nonostante la vittoria, l’allenatore mantiene alta la concentrazione. “Abbiamo i piedi per terra. Il successo ci ha dato conferma del nostro valore, ma l’obiettivo è fare il back-to-back. Vogliamo ripeterci”. (s.p.)

Stefano Parpajola
Coach dei Cavaliers Castelfranco Veneto, al centro Michele Scudiero foto @facebook Cavaliers

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri

pubblici.

Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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La crescita. Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre

DCon l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

Sintoniz zati sul

ne per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali. gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-

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in Austria, casa madre di Despar

entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.

Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.

decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita

cità di adattamento in uno scenario

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

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Braccialetti anti-aggressione per il personale sanitario

Un piccolo braccialetto per difendere chi ogni giorno si prende cura degli altri. L’Ulss 2 Marca Trevigiana lancia la prima fase di sperimentazione dei braccialetti anti-aggressione destinati al personale dei Pronto Soccorso, dove si concentra il maggior numero di episodi di violenza contro operatori sanitari e amministrativi. Lo ha annunciato a Treviso il direttore generale Francesco Benazzi, affiancato dal direttore sanitario Stefano Formentini, dal responsabile dei Sistemi Informativi Roberto Da Dalt e dalla responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Carla Polo. Un piccolo braccialetto per difendere chi ogni giorno si prende cura degli altri. L’Ulss 2 Marca Trevigiana lancia la prima fase di sperimentazione dei braccialetti anti-aggressione destinati al personale dei Pronto Soccorso, dove si concentra il maggior numero di episodi di violenza contro operatori sanitari e amministrativi. Lo ha annunciato oggi a Treviso il direttore generale Francesco Benazzi, affiancato dal direttore sanitario Stefano Formentini, dal responsabile dei Sistemi Informativi Roberto Da Dalt e dalla responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Carla Polo. «I nostri operatori lavorano spesso in condizioni difficili – ha spiegato Benazzi – e questi dispositivi sono pensati per farli sentire più sicuri, garantendo un intervento tempestivo in caso di pericolo». La distribuzione iniziale prevede 120 braccialetti, che saranno consegnati nei prossimi giorni agli operatori dei Pronto Soccorso. In base ai risultati della sperimentazione, l’uso sarà esteso anche ad altri contesti ad alta criticità, come i Servizi per le Dipendenze, l’Area Psichiatrica, i Pronto Soccorso pediatrici e i Consultori familiari. I dispositivi sono compatti, leggeri e progettati per resistere all’uso quotidiano in ambiente ospedaliero. Sono dotati di:

• Tasto SOS: invia immediatamente la posizione GPS alla control room attiva 24/7, che

effettua una verifica diretta e, se necessario, allerta le Forze dell’Ordine e l’Unità operativa coinvolta.

• Tasto verde: consente la comunicazione vocale con la centrale e la registrazione di messaggi.

• Monitoraggio dei parametri vitali: battito cardiaco, pressione e temperatura sono costantemente controllati. In caso di anomalie, viene inviato un allarme automatico.

• Sensore di caduta o perdita di coscienza, con avviso immediato alla centrale operativa.

• Batteria a lunga durata, resistenza a polvere e liquidi, adatti a turni lunghi e ambienti ad alta intensità.

I dati illustrano un fenomeno preoccupante. Solo nei Pronto Soccorso dell’Ulss 2, da gennaio–agosto 2025 si sono già registrate 188 aggressioni, a fronte delle 199 dell’intero 2024. Il 30% di questi episodi è rappresentato da violenze fisiche. Nel dettaglio, il Pronto Soccorso dell’ospedale di Treviso è il più colpito, con 78 casi nel 2025 (contro i 74 dell’anno precedente). Seguono Conegliano (57), Oderzo (26), Castelfranco (14), Montebelluna (9) e Vittorio Veneto (4).

Il totale delle aggressioni agli operatori dell’Ulss 2 segna un calo rispetto al 2024, ma resta comunque allarmante:

• 2024: 852 aggressioni totali

• 2025 (dato aggiornato al 31 agosto): 672. Il distretto di Treviso continua a registrare i numeri più elevati.

«La sicurezza del personale è una priorità – ha concluso Benazzi –. Con questi braccialetti vogliamo offrire una risposta concreta e innovativa a un problema che mina il benessere e la serenità di chi lavora ogni giorno al servizio della salute pubblica».

La Geriatria del Ca’ Foncello premiata per la telemedicina

La Geriatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso si distingue a livello nazionale per l’uso innovativo della telemedicina nella cura dei pazienti più anziani. Il reparto, diretto dal dottor Andrea Rossi, ha ricevuto il premio per le migliori comunicazioni orali durante il Congresso nazionale dell’Accademia di Geriatria, svoltosi nei giorni scorsi a Genova. Il riconoscimento è andato a una ricerca che dimostra come il monitoraggio a distanza possa migliorare sensibilmente la gestione dello scompenso cardiaco negli ultraottantenni. Lo studio, presentato dal dottor Nicola Confortin, ha illustrato i risultati di un ambulatorio di telemedicina attivo dal 2023 al Ca’ Foncello, nato per seguire i pazienti dopo la dimissione ospedaliera.

Coordinato dai medici Gianpaolo Daniele, Annalisa Graceffa e Leonardo Melchiori, il progetto ha coinvolto 120 pazienti con un’età media di 89 anni, seguiti per due anni attraverso un sistema di controlli e contatti a distanza. L’obiettivo era valutare se questo approccio potesse ridurre i casi di ricovero e la mortalità rispetto alle cure tradizionali.

I numeri parlano chiaro: il monitoraggio tramite telemedicina ha permesso di ridurre le riospedalizzazioni per scompenso cardiaco del 78% e la mortalità del 77% entro dodici mesi. «Questo premio è il risultato del lavoro di un’équipe che crede nella medicina del futuro – commenta il dottor Rossi –. La telemedicina è una risorsa fondamentale per garantire cure efficaci e personalizzate anche ai pazienti più fragili, tutelando al tempo stesso la loro autonomia e sicurezza».

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La donazione. La struttura

Al Ca’ Foncello apre la Sala dei Colori per portare la magia del grande schermo ai bimbi ricoverati

Un dono d’amore e solidarietà dà vita alla Sala dei Colori del Ca’ Foncello di Treviso: un piccolo cinema per i giovani pazienti del reparto di pediatria. Finanziata dagli sposi Pietro e Anna Maria Geremia, la sala unisce tecnologia e umanità per portare luce, sorrisi e condivisione in ospedale, promuovendo anche formazione e lavoro di squadra

Il reparto di pediatria dell’ospedale

Ca’ Foncello di Treviso ha aperto oggi le porte a un nuovo angolo di serenità: la “Sala dei Colori”, un piccolo cinema pensato per i bambini ricoverati e le loro famiglie. L’iniziativa, resa possibile grazie a una donazione dell’imprenditore Pietro Geremia e di sua moglie Anna Maria, porta per la prima volta in Veneto un grande schermo all’interno di una struttura ospedaliera. La sala nasce da un gesto speciale: gli

sposi, in occasione del loro matrimonio, hanno chiesto agli invitati di contribuire alla creazione dello spazio invece di fare regali tradizionali. Il risultato è un luogo pensato per regalare momenti di evasione, immaginazione e allegria ai piccoli pazienti.

La sala, realizzata nello spazio liberato da alcuni servizi trasferiti alla Cittadella della Salute, è dotata di uno schermo di 9 metri quadrati e 28 poltrone, con una fila di sedute rimovibili per carrozzine

e letti. Oltre alle proiezioni di intrattenimento, ospiterà rassegne tematiche e momenti formativi per il personale sanitario, con l’obiettivo di migliorare empatia e lavoro di squadra.

Francesco Benazzi ha definito la sala un esempio concreto di come la generosità possa trasformare un ospedale in un luogo di gioia: “Il loro regalo rafforza il legame tra Ulss e territorio e dimostra che la cura può passare anche attraverso gesti di solidarietà e umanità”.

Pietro Geremia ha spiegato il senso del progetto: “Abbiamo voluto restituire al territorio ciò che ci ha dato, sostenendo la sanità pubblica e offrendo ai bambini e alle loro famiglie un luogo accogliente dove ritrovare un po’ di leggerezza”. La moglie Anna Maria ha aggiunto: “Veder prendere vita questa sala, sapendo che potrà regalare sorrisi a chi ne ha più bi-

sogno, è il dono più bello che potessimo immaginare”. Alessandro Preziosi ha commentato:

Quarant’anni di cardiochirurgia al Ca’ Foncello: oltre 26mila interventi

Quarant’anni di interventi, di vite salvate e di progressi continui. L’Unità di Cardiochirurgia dell’ospedale Ca’ Foncello ha festeggiato ieri un traguardo straordinario: 26mila operazioni eseguite dal 1985 a oggi, con risultati che l’hanno resa un’eccellenza del Veneto e del panorama nazionale.

Il primo intervento fu l’8 maggio 1985, da allora il reparto ha saputo crescere grazie all’innovazione tecnologica e alla professionalità delle équipe, fino a raggiungere oggi una media di circa 800 operazioni l’anno. Un percorso che ha visto al timone tre grandi nomi: il professor Carlo Valfrè, fondatore e pioniere della cardiochirurgia moderna, il dottor Elvio Polesel e l’attuale direttore, Giuseppe Minniti. Alla cerimonia celebrativa erano presenti i protagonisti di questa storia, affiancati dai colleghi delle altre unità e dalla direzione sanitaria. «La Cardiochirurgia trevigiana è parte integrante del sistema virtuoso delle cardiochirurgie venete», ha sottolineato il presidente della Regione, Luca Zaia, in un messaggio inviato agli operatori. «Grazie alla lungimiranza dei primari e all’impegno delle équipe, oggi è considerata un’eccellenza assoluta».

Il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, ha ricordato come l’attività del reparto non si fermi alla sala

operatoria: «Siamo gli unici in Italia ad avere un percorso riabilitativo completo per i pazienti dopo l’intervento. È il frutto di un lavoro di squadra che parte dalla Cardiologia e prosegue fino alla riabilitazione». Commovente anche il ricordo della moglie di Polesel, Nadia Vedovelli, che ha testimoniato la dedizione totale del marito: «I pazienti erano la sua priorità assoluta, non esistevano sabati o domeniche». Il professor Valfrè, che negli anni ’80 fu tra i protagonisti del primo trapianto di cuore in Italia a Padova, ha sottolineato come la forza del reparto sia «la collaborazione tra discipline diverse, coordinate in un lavoro comune». Infine, l’attuale direttore Minniti ha voluto ringraziare i predecessori e le équipe: «Siamo nani sulle spalle di giganti. Senza le conoscenze e l’esperienza trasmesse dai pionieri non saremmo quello che siamo oggi». Secondo i dati nazionali più recenti, la cardiochirurgia trevigiana è l’unica in Veneto a raggiungere i massimi livelli di qualità sugli interventi più delicati, dalle valvuloplastiche ai bypass coronarici, con tassi di mortalità tra i più bassi in Italia. Un primato che conferma, ancora una volta, il ruolo del Ca’ Foncello come punto di riferimento per migliaia di pazienti non solo delle province di Treviso e Belluno, ma di tutto il Paese.

“Il cinema alimenta speranza e condivisione, restituendo un senso di colore e luce all’interno dell’ospedale”.

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Ottobre

Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine

FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO

Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.

Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe

Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva

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PASTA CON CREMA DI BROCCOLI

Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare

TORTA DI MELE E RICOTTA

Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda

Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta

Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.

Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata

Idee
Rubrica a cura di Sara Busato

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