laPiazza del Miranese Sud_Agosto25

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del Miranese Sud

Assistenza sanitaria:

attivo il 116 117, nuovo punto di riferimento

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.

Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.

Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.

segue a pag. 21

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Marco Dolfin:

“Nessun vento

elettorale può scalfire l’identità della Lega”

L’INVERNO DEMOGRAFICO SI ABBATTE SUL VENETO

Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”

Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”

NASCITE IN COSTANTE CALO, LA POPOLAZIONE INVECCHIA

Popolazione stabile a Spinea, cresce la fascia adulta e anziana, calano i minori. Sostegno alle famiglie, Mirano punta ad offrire più servizi. La natalità nel 2024 vede un leggero miglioramento

MANILDO LANCIA

FONDAZIONE TURISMO RIVIERA E MIRANESE, È GIÀ SCONTRO SULLA TASSA DI SOGGIORNO

Duro attacco del capogruppo Baldan: “Serve trasparenza, non un carrozzone”. Replica il sindaco Baggio: “Sarà un’opportunità per rilanciare in chiave moderna”

Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”

CDalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.

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La tassa di soggiorno divide i Comuni

Polemiche per la prevista nascita della Fondazione Turismo Riviera e Miranese, che sta scatenando accesi dibattiti nel territorio a livello soprattutto politico. Al centro delle polemiche resta soprattutto l’imposta di soggiorno, con la scelta divisa tra chi nelle amministrazioni locali intende introdurla per finanziare l’attività turistica e chi invece preferirebbe optare per il no. Sta sollevando critiche la nascita della Fondazione Turismo Riviera e Miranese, il nuovo ente che nelle intenzioni si occuperà di promuovere in modo coordinato il turismo nei Comuni della Riviera del Brenta e del Miranese con l’obiettivo di dotare il territorio di uno strumento condiviso per valorizzare le risorse culturali, paesaggistiche e ricettive, favorendo strategie comuni e interventi strutturati.

Forti perplessità sull’introduzione della tassa di soggiorno arrivano però da varie realtà, tra le quali la vicesindaca di Martellago e assessore al Turismo Monica Cornello. “Non abbiamo tutti la stessa attrattiva turistica - spiega la sua posizione - E qui da noi ad esempio nessuno, pur avendone la possibilità, ha mai voluto investire seriamente in una struttura ricettiva alberghiera. Ne valuteremo quindi seriamente l’opportunità. Un buon amministratore deve partire da dati concreti, non da suggestioni o ipotesi”.

Di parere opposto, il sindaco di Mirano Tiziano Baggio: “L’introito derivante dalla tassa di soggiorno servirà per migliorare la visibilità e l’attrattività del nostro territorio” - spiega - I fondi raccolti saranno destinati a migliorare l’esperienza dei turisti e a sostenere i servizi legati al turismo, come la manutenzione delle infrastrutture o la promozione della destinazione in chiave digitale. Questa operazione non intende gravare sui nostri concittadini, ma piuttosto valorizzare ciò che abbiamo da offrire ai visitatori”.

Presentata la Fondazione per il rilancio turistico

Dalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.

Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.

Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.

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Fondazione Turismo Riviera e Miranese, scintille a Mirano sulla sua creazione

L a nascita della Fondazione

Turismo Riviera e Miranese sta scatenando accesi dibattiti nel territorio. Al centro della polemica c’è l’imposta di soggiorno, misura che diverse amministrazioni locali intendono introdurre per finanziare l’attività turistica e promuovere la regione. Tuttavia, i dubbi non mancano. Matteo Baldan, capogruppo di Fratelli d’Italia a Mi-

rano, ha espresso durissime critiche: “Un ente così concepito non apporterà alcun beneficio al turismo locale, ma si limiterà a imporre nuove tasse. Preoccupa l’uso di queste risorse, che potrebbero coprire buchi di bilancio piuttosto che sostenere lo sviluppo turistico. È fondamentale garantire che la gestione delle risorse sia equa tra i comuni coinvolti”. E il problema è questo – prosegue Baldan –L’ente dovrebbe occuparsi di fare promozione del territorio vasto, di attivare meccanismi virtuosi che abbiano ricadute sul sistema turismo, e non essere un volano

per la riscossione di nuove gabelle da girare alle amministrazioni. La risposta del sindaco di Mirano, Tiziano Baggio, non si è fatta attendere. Secondo Baggio, l’istituzione della fondazione è un’opportunità per promuovere il territorio in modo innovativo e coordinato, seguendo un modello già adottato in altre regioni del Veneto. “La logica è quella di gestire la destinazio-

ne, non di creare un carrozzone. L’introito derivante dalla tassa di soggiorno servirà per migliorare la visibilità e l’attrattività del nostro territorio”, ha dichiarato il sindaco, sottolineando che non ci saranno sprechi di denaro. La questione della tassa di soggiorno resta uno dei punti più controversi. Baggio ha spiegato che si tratta di una misura ormai comune in molte destinazioni turistiche e che i fondi raccolti saranno destinati a migliorare l’esperienza dei turisti e a sostenere i servizi legati al turismo, come la manutenzione delle infrastrutture o la promo-

zione della destinazione in chiave digitale.

“Questa operazione non intende gravare sui nostri concittadini, ma piuttosto valorizzare ciò che abbiamo da offrire ai visitatori”, ha aggiunto. Il dibattito mette in evidenza il delicato equilibrio tra il desiderio di promuovere il territorio e le preoccupazioni riguardo

alla gestione delle risorse. La richiesta di Baldan di includere nella fondazione una rappresentanza significativa degli operatori turistici locali trova un parziale riscontro nelle rassicurazioni di Baggio, che ha garantito una governance partecipativa tra enti pubblici e privati. Mentre si lavora alla costituzione formale della fondazione, resta

da vedere se riuscirà a superare le critiche e dimostrare la propria efficacia nel rilancio del turismo locale. Certo è che il cammino verso una gestione integrata e condivisa del patrimonio turistico del territorio appare complesso, ma imprescindibile per garantire una crescita sostenibile e inclusiva.

I due aceri della piazza spostati all’ombra di

viale delle Rimembranze

All’ombra dei maestosi alberi di viale delle Rimembranze, a Mirano, sono stati trasferiti i due aceri palmati che, fino a poco tempo fa, impreziosivano l’ovale di Piazza Martiri a Mirano. Questi esemplari di “Acer Palmatum” erano stati posizionati accanto al monumento al Partigiano durante le celebrazioni del 25 aprile e 1 maggio. Iniziativa del Comune, l’obiettivo era arricchire l’arredo urbano, fornendo un tocco di colore e natura durante gli eventi commemorativi. I cittadini e i visitatori hanno potuto apprezzarli nel loro massimo splendore fino al noto passaggio del “Giro d’Italia Woman”, evento che ha attirato l’attenzione su questo prezioso angolo della città. La decisione di spostare temporaneamente gli alberi in una zona più ombreggiata non è stata presa alla leggera. Le temperature estive, infatti, sono in aumento e l’area pavimentata in trachite rischia di amplificare il calore, rendendo il soggiorno degli aceri nella piazza poco soste-

nibile. La nuova sistemazione, ai margini di viale delle Rimembranze, permetterà alle piante di resistere meglio alle condizioni climatiche attuali, garantendo loro un ambiente più fresco e favorevole alla crescita. Si tratta, tuttavia, di una soluzione temporanea. Con l’arrivo dell’autunno, il Comune prevede di riportare le piante nel cuore di Piazza Martiri, restituendo alla comunità e ai visitatori quella visione suggestiva che ormai è diventata parte integrante del panorama

cittadino. Questo spostamento non rappresenta solo un accorgimento dal punto di vista botanico, ma sottolinea anche la cura e l’impegno delle amministrazioni locali verso la tutela e la valorizzazione del verde urbano, un bene prezioso e sempre più raro nelle città moderne. In attesa del loro ritorno in piazza, gli aceri palmati continuano a rappresentare un simbolico legame tra natura e memoria storica, arricchendo con la loro presenza il volto di Mirano. (r.m.)

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Riccardo Musacco
Matteo Baldan
Tiziano Baggio

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Stabilità apparente, declino reale: Spinea in bilico tra vecchiaia e culle vuote

L

’analisi dei dati Istat più recenti conferma un quadro di stabilità demografica per il Comune di Spinea: nel 2024 i residenti sono 27.676, valore in linea con quelli degli ultimi anni. Questa stabilità è il risultato di un equilibrio tra diversi fattori: il saldo naturale resta negativo, con 180 nati e 303 decessi nel 2024, ma viene compensato da immigrazione da altri comuni e dall’estero. Dal 2020 a oggi si evidenziano però importanti variazioni interne alle fasce di età. È in leggera flessione la popolazione minorenne (0–17 anni), che scende da 4.233 a 4.091. In controtendenza, invece, cresce la fascia 18–29 anni, ovvero quella degli studenti delle scuole superiori e universitari, che passa da 3.052 a 3.253. Aumenta significativamente anche la fascia dai 56

anni in su, arrivando complessivamente a oltre 11.000 persone. Si conferma dunque una tendenza all’invecchiamento della popolazione. Anche la presenza straniera si mantiene stabile intorno all’11–12% del totale, con 3.155 residenti nel 2024. Questo equilibrio è il risultato del bilancio tra i nuovi ingressi e le acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di residenti di lungo corso. Le comunità più numerose provengono da Romania, Moldova, Albania, Bangladesh e Kosovo. Rimane costante anche la dimensione media dei nuclei familiari, con 2,2 componenti per famiglia. Ci sono però anche altri dati da analizzare. Significativo infatti è il dato sui matrimoni: nel 2023 ne sono stati celebrati solo 39, contro i 95 del 2004. A calare sono soprattutto i matrimoni religiosi, scesi

da 59 a 4 in vent’anni. Già nel 2011 si era registrata la parità tra matrimoni religiosi e civili, ma oggi sono i secondi a prevalere nettamente, includendo sempre più spesso seconde nozze. Interviene infine il sindaco del paese Franco Bevilacqua che fa una analisi della situazione. “I numeri ci restituiscono - spiega il primo cittadino del Comune del Miranese - un’immagine di Spinea come città stabile e attrattiva, capace di mantenere la propria popolazione anche in un contesto nazionale di calo demografico. Ma l’invecchiamento e il calo delle nascite ci pongono di fronte a nuove sfide: dobbiamo rafforzare i servizi alla persona, incentivare le politiche per la famiglia e rendere la città sempre più dinamica e a misura di giovani. L’integrazione, inoltre, rimane un punto di

forza su cui vogliamo continuare a lavorare con convinzione”. Anche Spinea insomma si trova a dover affrontare dinamiche che sono presenti in tutto il ter-

ritorio nazionale e che necessitano per essere mutate di politiche coordinate a tutti i livelli non solo locali.

Sostegno alle famiglie tra le urgenze, il Comune di Mirano punta ad offrire più servizi

Dal 2013-2014, per la prima volta dall’Unità d’Italia, il paese ha iniziato a perdere popolazione, con un aumento delle persone inattive e in pensione rispetto ai giovani in formazione. Le attuali tendenze demografiche avranno ripercussioni economiche e sociali profonde, dalla sostenibilità del sistema sanitario alla crescente domanda di assistenza domiciliare. Per contrastare questa tendenza, il Comune di Mirano sta investendo concretamente nelle politiche di conciliazione. “È in corso - sottolinea il sindaco

Tiziano Baggio - la costruzione di un nuovo asilo nido pubblico a Zianigo, il cui investimento principale è finanziato tramite fondi Pnrr integrati con risorse comunali, mentre i costi di gestione saranno sostenuti interamente con fondi del bilancio comunale. La struttura offrirà 50 posti a partire dall’anno educativo 2026/2027.

Inoltre, il successo del servizio di pre e post scuola, che ha raccolto oltre 200 iscrizioni, conferma la necessità di continuare a puntare sulla flessibilità degli orari per supportare concretamente

le famiglie. Nei prossimi anni si valuterà l’estensione e la stabilizzazione di questo servizio anche per altri ordini scolastici”. Sono attualmente allo studio ulteriori misure, tra cui la revisione delle politiche tariffarie per garantire una maggiore equità e favorire in particolare le famiglie numerose. Sebbene questi interventi non possano risolvere completamente il problema, rappresentano passi concreti per fare di Mirano un punto di riferimento territoriale nel sostegno alle famiglie. (a.a.)

Alessandro Abbadir
Il centro di Spinea

L’intervista.

psicologa Fortunata Pizzoferro

L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile

F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione .

Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?

Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune.

I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?

Anche in questo caso i fattori sono

molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biologici della fertilità.

C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?

Sì, il desiderio di avere figli è anco-

ra forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.

È possibile mitigare l’inverno demografico?

Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.

Nicola Stievano

La città che perde madri: a Mirano il minimo storico di nascita

C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”

“I dati sulla natalità, anche nel Comune Mirano, evidenziano una tendenza preoccupante, pur con qualche segnale di speranza”. A dirlo il sindaco del paese Tiziano Baggio. Nel 2023 i nuovi nati sono stati solo 146, il minimo storico degli ultimi 40 anni, in forte calo rispetto ai 179 del 2019 (prima della pandemia) e ai 211 del 2017. Tuttavia, nel 2024, il dato mostra un leggero miglioramento, con 155 nuovi nati e un tasso di fecondità risalito a 3 figli ogni 100 donne in età fertile. Questo miglioramento, sebbene ancora da confermare come inversione di tendenza, può essere in parte attribuito, secondo il

Comune, agli sforzi dell’amministrazione comunale nel sostenere le politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia. “La crisi demografica - spiega l’ente locale - avrà comunque inevitabili conseguenze sulle iscrizioni scolastiche nei prossimi anni, portando a una ridistribuzione degli studenti nelle scuole del territorio. In passato, il sistema scolastico doveva far fronte all’alta natalità costruendo nuovi edifici scolastici e affrontando spesso problemi di sovraffollamento. Oggi, al contrario, il problema principale sarà quello di preservare le scuole nelle periferie come elementi vitali della comu-

nità, mentre nelle aree centrali si apriranno opportunità per riorganizzare l’offerta educativa e liberare spazi per attività sociali e pubbliche innovative”. È necessario tuttavia comprendere per il Comune, che la situazione demografica di Mirano riflette un trend nazionale, segnato non solo dal calo delle nascite ma anche dalla diminuzione strutturale delle donne in età fertile. Questo fenomeno, definito “trappola della natalità”, comporta che periodi prolungati di bassa natalità riducano il numero delle giovani donne, alimentando ulteriormente il circolo vizioso del calo demografico. (a.a.)

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La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa

L’evento.

La città cornice unica per il Giro d’Italia Women

I

Al Rifugio Climatico inaugurata la Bibliocabina “Vittorio Arrigoni”

l 10 luglio ha segnato una data storica per la città di Mirano, che per la prima volta si è trasformata in un palcoscenico del Giro d’Italia Women. Un evento che ha unito sport, cultura e partecipazione popolare, coinvolgendo tutta la comunità in un’atmosfera vibrante di entusiasmo e orgoglio. Dalle prime luci dell’alba, il cuore di Mirano ha iniziato a prendere vita con l’apertura del Villaggio di Tappa, accogliendo appassionati e curiosi desiderosi di vivere da vicino le emozioni di una gara ciclistica d’eccellenza. Le vetrine dei negozi, rigorosamente tinte di rosa, hanno fatto da cornice a una giornata dove il rosa è stato sinonimo di festa e celebrazione dello sport femminile. Alle 9.55 il gruppo Soroptimist ha dato il via ufficiale alle celebrazioni, seguito dalle esibizioni della Filarmonica di Mirano e le proposte realizzate dalla Pro Loco Mirano. Poco dopo, la presentazione del trofeo e i calorosi saluti istituzionali hanno concluso questo avvio simbolico, preparandosi all’apice dell’evento: lo start della gara alle 11.40. Con eccitazione palpabile, le cicliste hanno preso il via da Piazza Martiri della Libertà, attraversando poi le località di Scaltenigo e Campocroce, in un percorso che si è snodato attraverso varie cittadine fino a giungere nel padovano, a Monselice, con un circuito finale da brivido. La corsa è stata seguita con passione sia dai residenti sia dai tanti visitatori accorsi per l’occasione, creando un serpentone di tifosi lungo tutto il tragitto. I piccoli spettatori hanno avuto un ruolo attivo nella cerimonia: accanto al Municipio, gadget e regali sono stati distribuiti in un’atmosfera di gioia e condivisione, coinvolgendo grandi e piccini in questa straordinaria giornata. E mentre il sole illuminava le strade, i disegni e i progetti creati dai giovani nei Centri Estivi adornavano il percorso, rendendo l’evento ancor più speciale. In contemporanea, grazie alla copertura mediatica organizzata, gli spettatori da casa hanno potuto seguire la gara su RaiSport HD e successivamente su Rai2, unendosi virtualmente a un evento che ha conferito ulteriore prestigio a Mirano. Per il sindaco Tiziano Baggio, grande appassionato di ciclismo e

la vice Maria Giovanna Boldrin, la giornata non ha rappresentato solo un successo in termini sportivi, ma anche un’occasione per sottolineare l’importanza del ciclismo come simbolo di impegno, sacrificio e spirito di squadra. Il Giro d’Italia Women a Mirano non è stato solo un evento sportivo, ma un momento di unione e partecipazione che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi vi ha preso parte. Un appuntamento che, senza dubbio, resterà nella memoria collettiva della città, celebrando l’eccellenza femminile e l’amore per il ciclismo.

E’ stata inaugurata a Mirano la Bibliocabina “Vittorio Arrigoni”, parte integrante del “Rifugio climatico di Mirano”, un progetto che unisce sostenibilità, socialità e cultura. All’evento, tenutosi presso il Centro civico Masenello, hanno partecipato diverse personalità, tra cui il sindaco Tiziano Baggio e l’assessora alle Politiche per la rigenerazione urbana Elena Spolaore, oltre alle associazioni che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa. La Bibliocabina non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di aggregazione e accoglienza, che arricchisce il Rifugio climatico già costituito dal Centro civico e dal Parco Rabin nel quartiere Aldo Moro. Questo spazio è stato designato dal Comune come un luogo sicuro e

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accogliente in cui rifugiarsi in ogni condizione climatica. La sua funzione si estende oltre la protezione fisica, diventando un punto focale per relazione, informazione e dialogo. Il trasferimento e l’installazione della Bibliocabina in via Paganini, ora proprietà comunale, sottolineano l’impegno di Mirano verso la comunità. L’assessora Spolaore ha dichiarato: “Siamo una città capace di grandi eventi, ma anche di prenderci cura delle piccole azioni comunitarie. L’inaugurazione della Bibliocabina è un esempio di come volontariato e associazionismo possano trasformare un’idea in realtà”. Un progetto realizzato grazie alla collaborazione di enti come il Cesvitem, Fiab Mirano, Legambiente Miranese e molti altri.

L’inaugurazione è stata anticipata da una pedalata per la pace organizzata da FIAB ed Emergency, che ha unito i comuni di Mira, Spinea e Salzano. Questo evento testimonia una rete di iniziative, sempre più ampia, per una comunità inclusiva e solidale. Nei mesi di luglio e agosto, il Centro civico resterà aperto grazie ai volontari, culminando il 24 luglio con un incontro estivo sul tema “Caldo e salute”, con sessioni a cura della Croce Rossa Venezia e dell’Associazione Diabetici del Miranese. (r.m.)

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Riqualificazione. Risultato di un progetto guidato dall’artista Thomas Brazzolotto

Il circo prende vita sui muri di Zianigo

Come riqualificare il muro ormai in degrado di un edificio pubblico coniugando arte, inclusione ed educazione per i bambini. A Zianigo, frazione di Mirano, i piccoli partecipanti del “Circus Summer Camp 2025” hanno trasformato la parete esterna della scuola per l’infanzia “Zanetti Meneghini” di Zianigo in un’opera d’arte collettiva. Un murales vivace e coinvolgente è stato infatti inaugurato nelle scorse settimane dal sindaco di Mirano, Tiziano Baggio, e dalle assessore Maria Francesca Di Raimondo ed Elena Spolaore, divenendo un simbolo tangibile di partecipazione e spirito comunitario. Il murales è il risultato di un progetto guidato dall’artista Thomas Brazzolotto, esperto di street art e graffiti, e realizzato assieme al collaboratore Michele Mattiazzi. L’iniziativa è stata promossa dalla Scuola di circo “Circo Volante”, in collaborazione con la palestra Zianigo Insieme A.s.d. e la parrocchia di Zianigo, grazie al supporto dell’Amministrazione comunale. Sviluppato nel contesto del Summer Camp, il laboratorio ha coinvolto giovani artisti in quattro giornate di lavoro creativo, tra il 7 e il 17 luglio. I piccoli, guidati da Brazzolotto, hanno prima preparato la parete e creato i bozzetti sul tema circense, per poi trasformare i disegni in un murales ricco di vita e dinamismo, che ora abbellisce la scuola di Zianigo. Il Sindaco Baggio, nel suo

intervento, ha elogiato l’impegno di tutte le entità coinvolte, sottolineando come progetti di questo tipo rappresentino un intreccio virtuoso tra arte, cittadinanza attiva e partecipazione. “Iniziative così - ha commentato Baggio - costruiscono valore per la comunità nel promuovere l’arte e un coinvolgimento diretto dei giovani cittadini”. Thomas Brazzolotto ha spiegato l’importanza di sensibilizzare i ragazzi verso l’arte di strada come strumento di riqualificazione urbana. “Questo progetto - ha affermato - è pensato per ispirare i giovani, di età compresa tra i 5 e i 16 anni, ad avere cura del proprio ambiente e a sviluppare un sen-

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so civico duraturo, dimostrando che con l’unione e l’impegno collettivo si possono abbellire anche gli angoli più trascurati”. Il murales, che ora cattura l’attenzione di chi transita per la zona, rappresenta anche un messaggio di speranza e collaborazione. Un esempio di come, attraverso la creatività e l’impegno comunitario, si possano trasformare spazi ordinari in opere straordinarie, capaci di ispirare ed educare. La scuola “Zanetti Meneghini” non è più solo un luogo di formazione infantile, ma anche un simbolo di arte e condivisione per tutta Mirano.

Riccardo Musacco

Approvato il nuovo albo delle Associazioni

Il Comune di Mirano ha dato il via libera all’approvazione dell’Albo comunale delle Associazioni, includendo ben 122 enti no-profit operanti in svariati settori. Un traguardo che non solo evidenzia la varietà del panorama associativo locale, ma testimonia anche il suo ruolo cruciale nel tessuto sociale cittadino. L’Albo, che copre i trienni 2023-2026 e 2024-2027, oltre ad aggiungere nuove iscrizioni per il triennio 2025-2028, rappresenta una fotografia puntuale delle attività no-profit di Mirano. Le 122 associazioni coinvolte spaziano tra cultura, sport, assistenza sociale, tutela ambientale, sanità, educazione, rigenerazione urbana e persino il sostegno agli ex combattenti. Scorrendo le pagine dell’Albo, facilmente consultabile sul sito ufficiale del Comune, si nota la ricchezza di proposte e iniziative. Da ogni scheda informativa emerge non solo la descrizione dettagliata delle attività svolte, ma anche tutti i dati di contatto per chi desidera unirsi a questi progetti o partecipare attivamente. L’aggiornamento dell’Albo è effettuato in ottemperanza al “Regolamento comunale sulla partecipazione, l’associazionismo, il terzo settore, la sussidiarietà ed il volontariato civico”. In tale contesto normativo, la durata dell’iscrizione per ogni associazione è fissata a tre anni, a partire dal 1° luglio successivo alla richiesta. (r.m.)

Progetto. Spazi di socializzazione e resilienza contro il caldo estremo

Fioriscono le attività del Rifugio Climatico

N

egli ultimi anni gli effetti nefasti del cambiamento climatico in corso si fanno sentire in modo sempre più pesante sull’uomo e l’ambiente. Le ondate di calore estivo hanno sollevato la preoccupazione di molte città, spingendo le amministrazioni locali a trovare soluzioni creative per proteggere i cittadini dalle temperature estreme. Tra queste, una delle iniziative più interessanti è stata la creazione di rifugi climatici, spazi progettati per offrire sollievo durante i periodi di caldo intenso, apici delle problematiche indotte dai cambiamenti climatici.

Proprio a Mirano, il progetto “Rifugio climatico” è stato ufficialmente avviato il 22 aprile scorso, rappresentando un esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici, organizzazioni non governative e la comunità locale. Questo programma ha coinvolto vari spazi urbani, tra cui parchi, biblioteche e centri sociali, adattandoli per garantire un comfort termico ottimale. Nel cuore del quartiere Aldo Moro, il Centro Civico Masenello e il Parco Rabin sono diventati il fulcro di queste attività, offrendo un ambiente sicuro e accogliente non solo per sfuggire al caldo, ma anche per creare nuove opportunità di socializzazione e apprendimento. In questo complesso, eventi di sensibilizzazione su come il cambiamento climatico influisce sulla salute hanno visto la partecipazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e della Croce Rossa, tra gli altri. Un momento particolarmente toccante è stato l’inaugurazione della Bibliocabina “Vit-

torio Arrigoni”, dedicata al giornalista scomparso, che simboleggia sia un omaggio alla sua passione per la pace sia un invito a praticare umanità nella vita quotidiana. Questo piccolo spazio di lettura è diventato un simbolo di resilienza e di comunità unita, esortando i cittadini a “restare umani” anche nei momenti più difficili. Oltre a promuovere la socialità e la cultura, il Rifugio Climatico di Mirano è stato concepito

per educare le persone all’importanza di comportamenti sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Attraverso attività come “Pedaliamo per la pace”, il progetto ha incoraggiato la mobilità sostenibile, con l’installazione di una colonnina per la manutenzione delle biciclette accanto alla nuova bibliocabina. I rifugi climatici di Mirano non rappresentano solo una risposta immediata alle emergenze climatiche, ma anche un modello di sviluppo urbano sostenibile, volto a rendere le città più vivibili e resistenti agli effetti del riscaldamento globale.

Riccardo Musacco

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Federico Vivian è il primo “Alfiere della Città”

La cittadina di Mirano ha celebrato per la prima volta, nelle scorse settimane, una figura simbolica di grande valore civico: l’”Alfiere della Città di Mirano”. Questo prestigioso riconoscimento è stato istituito per onorare giovani cittadini che si sono distinti per impegno, solidarietà e senso civico. Durante le celebrazioni del Festival del Volontariato tenutosi in piazza Martiri, la comunità ha visto premiato Federico Vivian, un giovane di spicco nel panorama del volontariato locale. La cerimonia di conferimento, segnata da un’atmosfera di emozione e partecipazione, è stata condotta da prominenti personalità della comunità miranese. Presenti sul palco per consegnare l’attestato di benemerenza erano il Sindaco Tiziano Baggio, l’Assessore alle Politiche sociali Francesco Venturini e il presidente del Forum Terzo Settore e Volontariato, Paolo Morlotti. La scelta di Federico Vivian, socio del Circolo Noi “Giuseppe Favaretto” Aps, non è stata casuale: il giovane è stato riconosciuto come esempio vivente di altruismo e cittadinanza attiva, un modello da seguire per le nuove generazioni. Ma cosa significa essere un Alfiere della Città di Mirano? Ricevendo questo titolo, Federico non solo vede onorato il proprio impegno, ma diventa anche simbolo e ambasciatore delle virtù civiche di Mirano. Il suo nome verrà iscritto nell’Albo degli Alfieri, un registro destinato a tenere viva la memoria di chi ha saputo distinguersi nel servizio alla comunità. Questo nuovo titolo di benemerenza mira a incoraggiare e riconoscere quei giovani cittadini che contribuiscono a valorizzare e rafforzare il tessuto sociale attraverso il volontariato e l’impegno civico. L’iniziativa dell’Amministrazione Comunale rappresenta un segno tangibile di quanto la società locale creda nel potenziale e nel valore delle nuove generazioni. (r.m.)

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Sicurezza stradale. Il consigliere di minoranza all’attacco della Giunta

Massimo Iovine: “Basta incidenti!

La viabilità dev’essere una priorità”

Massimo Iovine propone interventi urgenti sulla viabilità a Santa Maria di Sala, tra cui rotatorie e un tavolo intercomunale, per migliorare sicurezza, vivibilità e sviluppo del territorio.

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anta Maria di Sala si trova ad affrontare una situazione viabilistica che non può più essere ignorata. Massimo Iovine, consigliere comunale di opposizione, candidato sindaco per la coalizione Civica Insieme, che riunisce sotto il suo ombrello i simboli di Pd, M5S, Avs e +Europa, ha posto la questione della viabilità tra le sue priorità. In un recente consiglio comunale, tre punti cruciali hanno riguardato questo tema, alimentando un accesissimo dibattito sui rischi e le opportunità delle attuali scelte amministrative. “I tragici incidenti stradali che hanno scosso il nostro comune nelle ultime settimane (in particolare quello del giovanissimo centauro salese Giammarco Valerio ndr) non sono che un macabro promemoria della necessità di agire con urgenza. Non possiamo più limitarci a esprimere il nostro cordoglio; è tempo di passare dalle parole ai fatti”, ha affermato Iovine. La chiave risiede, secondo il consigliere, nell’implementazione di interventi infrastrutturali mirati, come la realizzazione di rotatorie in incroci notoriamente pericolosi. Questi accorgimenti non sono soltanto un mezzo per

moderare la velocità, ma rappresentano anche una strategia per garantire sicurezza nelle immissioni da arterie secondarie. Tuttavia, Iovine mette in guardia: ogni intervento locale può innescare effetti a catena che travalicano i confini del singolo comune. L’esempio del senso unico di via Bollati, imposto da un’amministrazione comunale limitrofa, evidenzia l’interconnessione dei territori e gli effetti diretti sulle dinamiche di traffico di Santa Maria di Sala. È in questa complessità che risiede la sua critica più acuta all’amministrazione attuale: un immobilismo che rischia di relegare il comune a semplice “bad company” della viabilità intercomunale. La vi-

sione di Iovine va oltre le singole rotatorie; egli auspica un confronto sistematico non solo con le amministrazioni limitrofe, ma anche con enti sovracomunali come la Città metropolitana e la Regione. L’idea è quella di costituire un tavolo permanente dedicato alla viabilità, che dia vita a un Piano del traffico generale e condiviso.

Solo così, secondo Iovine, è possibile affrontare le sfide di un territorio che funge da nodo centrale tra Venezia, Padova e Treviso, ed è caratterizzato da una forte presenza industriale. In un comune dove il transito di mezzi privati e pesanti è notevole, si rende necessario rimettere la viabilità al centro non solo per una questione di sicurezza, ma anche per migliorare la qualità della vita dei cittadini. “Un intervento strutturale sulla viabilità non solo renderebbe Santa Maria di Sala più sicura, ma anche più vivibile e competitiva”, conclude Iovine. Un appello che punta a una Santa Maria di Sala non solo più sicura, ma anche più attrattiva, delineando un futuro in cui sicurezza e sviluppo vadano di pari passo.

Riccardo Musacco

Giovani si prendono cura del Bene Comune con “Ci sto Affare Fatica”

L’estate dei giovani di Santa Maria di Sala si arricchisce di un’opportunità preziosa per esplorare l’ attivismo civico e la partecipazione comunitaria grazie al rinnovato progetto “Ci Sto? Affare Fatica!”. Nato dalla sinergia tra il Comune e la Cooperativa Carovana, l’iniziativa si rivolge ai ragazzi del territorio desiderosi di dedicarsi alla cura del bene comune. L’obiettivo principale del progetto è quello di valorizzare l’importanza educativa e formativa dell’ impegno manuale, stimolando i partecipanti a trasformare il periodo estivo in un’occasione di crescita personale attraverso la cittadinanza attiva. Tra le finalità più ambiziose vi è l’insegnamento del “fare attraverso la fatica”, un

concetto che incoraggia i giovani a percepire l’attività manuale in maniera positiva e costruttiva. Inoltre, il progetto mira a promuovere lo sviluppo di capacità di lavoro di gruppo, favorendo il dialogo tra generazioni diverse. La struttura del programma prevede la formazione di gruppi composti da circa dieci ragazzi, ciascuno guidato da un tutor giovane e un handyman adulto. Questi team saranno impegnati in attività concrete secondo il ruolo loro assegnato, in un percorso formativo che culmina con l’assegnazione dei “buoni fatica”. Tali buoni, del valore di 50 euro (1 00 euro per i tutor), rappresentano una ricompensa simbolica per il loro impegno, spendibile nei negozi locali. Due

cicli di attività sono stati pianificati: dal 25 al 29 agosto e dal 1° al 5 settembre 2025, con sessioni mattutine dalle 8:30 alle 12:30. Le iscrizioni sono già aperte e dovranno essere effettuate esclusivamente online tramite il sito ufficiale o attraverso il QR code presente nella locandina del progetto. Per ulteriori dettagli, è possibile contattare l’Ufficio Servizi Sociali del Comune al numero 041487482, o la Segreteria della Cooperativa Carovana al numero 3476802785. Questo progetto rappresenta un’occasione unica per i giovani di contribuire attivamente al benessere della propria comunità, imparando nel contempo il valore e la soddisfazione del lavoro manuale e collettivo. (r.m.)

Massimo Iovine

Non si placa la polemica sul traffico di via Bollati

A Santa Maria Di Sala continuano le tensioni legate alla chiusura al traffico in doppio senso di marcia di via Bollati a Mirano, una decisione che ha causato pesanti ripercussioni sulla viabilità del comune salese, sovraccaricando le vie Rio e Pianiga. Questa complessa situazione è stata al centro di un recente confronto nel Consiglio Comunale, dove l’opposizione, guidata da Forza Italia con il consigliere Gianpietro Spolladore, ha cercato di portare avanti una mozione sostenuta da 326 firme raccolte tra i cittadini.

rappresenta il partito nel territorio - ricorda Spolladore - governa con la sinistra e non ha alcun titolo per parlare a nome di Forza Italia. La giustificazione dell’incremento di lavoro per la Polizia Locale e la promessa di impegni già in corso non hanno convinto l’opposizione e i cittadini, che si sentono traditi nei loro legittimi interessi”. Dal canto suo, Forza Italia ha voluto chiarire la propria posizione: “Il nostro obiettivo è ripristinare il doppio senso di marcia su via Bollati”, ha affermato il capogruppo locale del

partito. Un richiamo all’unità e alla coerenza di Forza Italia nel sostenere la viabilità locale, a dispetto delle tensioni politiche interne ed esterne. Nel frattempo, Arpi tenta di moderare i toni, sottolineando l’importanza di una collaborazione con Mirano per trovare una soluzione equa. “Stiamo dialogando per ospitare le loro necessità senza subire passivamente le loro scelte”, ha affermato. Il sindaco confida di poter arrivare a un accordo entro la fine dell’estate, che possa salvaguardare sia la sicurezza di via Bollati che alle-

viare il peso su via Rio. Mentre i riflettori restano puntati sulla giunta comunale e sulle possibili mosse future, i cittadini attendono risposte concrete. Il delicato equilibrio tra sicurezza stradale e vivibilità del territorio richiede un’azione condivisa e incisiva, che non può più essere rimandata. La questione di via Bollati resta una priorità in agenda, con la speranza che le amministrazioni coinvolte possano mettere da parte le divergenze politiche per il bene della comunità.

Andrea Wang, talento della “latte art”

In pochi forse conoscono la “Latte art”, ma dietro a quei disegni perfetti sulla schiuma di un cappuccino si nasconde una vera e propria disciplina artistica. A Caselle di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, questa passione ha trovato un talento d’eccezione: Andrea Tianyu Wang, 29 anni, originario della provincia cinese di Zhejiang e in Italia dal 2008. Oggi è lui a guidare il bar “Ea vecia de spade”, e con la sua maestria ha conquistato la scena nazionale della caffetteria. Andrea si è aggiudicato un onorevole secondo posto nell’ultima edizione dell’Espresso Italiano Champion, una competizione organizzata dall’Istituto Espresso Italiano che ogni anno richiama centinaia di baristi da tutto il mondo, pronti a sfidarsi a colpi di espresso e cappuccino perfetti. Dalla fase di

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Nonostante la pressione popolare, la mozione, che chiedeva interventi immediati per gestire il traffico su queste strade secondarie, è stata respinta dalla maggioranza. Il sindaco Alessandro Arpi, sollecitato a prendere una posizione forte, ha spiegato che l’amministrazione è già al lavoro sulla questione e ha invitato a un dialogo costruttivo con il Comune di Mirano, sottolineando come la vice sindaca di Mirano Maria Giovanna Boldrin é iscritta proprio a Forza Italia. Tuttavia, le sue parole non sono bastate a placare gli animi. Spolladore ha espresso disappunto nei confronti della maggioranza, criticandola per quella che ha definito una “scelta deludente e poco credibile”. “La vice sindaca di Mirano non

selezione locale alle finali nazionali, il percorso è lungo e selettivo, riservato ai veri professionisti del settore. Dopo la vittoria, nel 2024, in un altro importante concorso a Bergamo, una delle tappe del campionato “Latte Arte Grading Battle”, il giovane barman, recentemente, è risultato il migliore nelle selezioni in questo campo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia che si sono tenute a Gradisca d’Isonzo. Concorso che gli ha aperto le porte, per l’appunto, alle finali nazionali. Quest’anno la finale si è tenuta nella sede di Dersut Caffè a Conegliano e tra i sette finalisti c’era anche lui, Andrea, unico rappresentante veneto tra colleghi come Eric Venturi, Johnatan D’Auria e Giulia Ruscelli. Proprio quest’ultima si è aggiudicata il primo posto nella competizione nazionale, ma Andrea, con il suo secondo posto, ha comunque lasciato il segno. Alla fine infatti il buon Andrea ha dovuto cedere il passo solamente alla romagnola Ruscelli che si è aggiudicata il primo posto ma sicuramente, in futuro, il barista salese non demorderà e cercherà una rivincita. (r.m.)

Gianpietro Spolladore

Territorio.

Il mercato potrebbe tornare in piazza

Prosegue il dibattito sul tema della riorganizzazione del mercato settimanale del sabato a Spinea e del suo possibile ritorno in Piazza Fermi ma anche in Piazza Marconi per garantire la collocazione di tutti gli attuali banchi: l’ipotesi è ora quella di un ritorno in fase sperimentale, ma in tempi non brevi. Sotto il profilo tecnico, è stato ribadito da progettista e direzione lavori che le superfici pedonali antistanti la villa del Maino – come i marciapiedi e il viale – non sono carrabili e pertanto non possono essere utilizzate per la collocazione dei banchi. Il dibattito ha coinvolto ovviamente anche gli operatori economici, con i banchi del mercato contrari in larga parte (75%) all’originario progetto di riqualificazione, senza prima un adeguato studio di riorganizzazione e che preferirebbero mantenere il mercato nell’attuale localizzazione di piazza Rosselli e vie limitrofe.

Di segno opposto invece la posizione della maggior parte dei commercianti di via Roma e piazza Fermi, che chiedono il ritorno del mercato nell’area originaria, penalizzati dallo spostamento e dalle difficoltà causate dai numerosi cantieri avviati sotto la gestione commissariale, tra cui quelli che hanno comportato la chiusura delle principali aree di parcheggio del centro.

do inclusione e trasparenza. Un iter che richiederà passaggi tecnici e politici; la sperimentazione comunque non potrà partire prima della conclusione dei lavori in via Matteotti, prevista per metà ottobre 2025. Sulla questione, accusata di contestazioni al progetto, arriva anche la risposta dell’ex sindaco Martina Vesnaver:

“ Appare chiaro che manchi la reale volontà politica di riportare il mercato in piazza Fermi. Si annuncia di voler perseguire una (lenta) sperimentazione logistica del mercato riorganizzato, ma le parole usate sembrano presagire già un fallimento”.

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A pesare potrebbe essere poi anche la petizione lanciata da una parte dell’opposizione, anche se per ora sono meno di mille le firme valide a sostegno del ritorno del mercato in piazza Fermi. L’Amministrazione ha comunque confermato l’intenzione di procedere con una fase di sperimentazione, come richiesto anche in Commissione, che tuttavia comporterebbe l’utilizzo di entrambe le piazze Fermi e Marconi. Una soluzione che presenta criticità, privando le principali aree di parcheggio per buona parte del sabato e determinando un probabile incremento dei costi per pulizia e raccolta rifiuti. Per avviare la sperimentazione sarà necessario redigere un piano dettagliato che preveda l’individuazione dei nuovi spazi, il rispetto della normativa vigente e la riassegnazione dei posteggi in base ad anzianità e settore merceologico, garanten-

gelati, deliziamo con semifreddi, granite siciliane, crepes e molto altro, rendendo ogni momento speciale.

Spinea esce dall’Unione dei Comuni

Il consiglio comunale di Spinea conferma quanto già anticipato negli ultimi mesi e la città dunque abbandona l’Unione dei Comuni del Miranese, seconda realtà a scegliere questa strada dopo Santa Maria di Sala. Chiare per il sindaco Franco Bevilacqua le motivazioni.

“Ritengo doveroso”, spiega il sindaco di Spinea, “Sottolineare ancora una volta che la nostra è una decisione ponderata, coerente con il mandato elettorale e frutto di un confronto ampio e trasparente con la maggioranza, con parte della minoranza e con le istituzioni.

Franco Bevilacqua

Comprendiamo che possa destare preoccupazione tra gli altri sindaci, ma riteniamo altrettanto legittimo valutare criticamente l’efficacia dello strumento dell’Unione”.

A seguire, ecco in sintesi i motivi: “La scelta nasce da criticità evidenti nella gestione del servizio di polizia locale. La carenza di organico, la difficoltà nel garantire una presenza tempestiva sul territorio e l’impossibilità di dare risposte adeguate alle istanze quotidiane dei cittadini hanno reso necessario un cambio di passo”. Di altro parere il resto dei sindaci dell’Unione, che evidenziano perplessità e preannunciano possibili reclami. “ È una delibera che non contiene alcuna motivazione specifica e alcuna analisi approfondita a supporto della decisione - dicono” Luciano Betteto, Sindaco di Salzano, Tiziano Baggio, Sindaco di Mirano, Andrea Saccarola, Sindaco di Martellago e Stefano Sorino, Sindaco di Noale - “ Ma semplicemente una generica affermazione sulla presunta inefficienza del servizio di Polizia Locale nell’ultimo anno. Nessuna altra motivazione è la dimenticanza del fatto che, proprio in questo periodo, il Presidente dell’Unione dei Comuni è stato proprio il Sindaco Bevilacqua, che aveva quindi le leve per poter introdurre i cambiamenti auspicati”.(m.t.)

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Massimo Tonizzo

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Cultura. Libri in prestito e iniziative green per premiare i cittadini ecoattivi

La biblioteca comunale promuove con successo sostenibilità e lettura

L a Biblioteca Comunale di Spinea, da sempre punto di riferimento culturale per il territorio, è diventata anche protagonista di una nuova iniziativa all’interno del progetto Ecoattivi, promosso da Confcommercio Venezia e Terraferma, dal Comune di Spinea e realizzato con il supporto tecnico di Achab Srl. Un progetto che premia i comportamenti sostenibili e valorizza il commercio locale, incentivando azioni che fanno bene all’ambiente e alla comunità. Nell’ambito di Ecoattivi, attivo a Spinea da gennaio, sono già stati

raggiunti numeri significativi: 623 iscritti, 199 Ecosconti da 10 euro utilizzati nei negozi aderenti e oltre

1.200.000 punti complessivamente raccolti grazie alla realizzazione di circa 14.000 azioni virtuose. Tra le azioni più apprezzate dai

Piano da 900.000 euro per via Matteotti

È stata presentata ai membri della Seconda Commissione la perizia di variante relativa all’intervento di riqualificazione di via Matteotti, redatta dal direttore dei lavori e approvata dal responsabile del Settore lavori pubblici del Comune di Spinea.

La perizia, elaborata dal direttore dei lavori sulla base delle indicazioni fornite dalla giunta comunale nel gennaio 2025, ha l’obiettivo di

completare, per quanto possibile, l’intervento nei limiti dell’importo complessivo stanziato dal Comune, pari a 900.000 euro. Il documento prevede il rifacimento della condotta delle acque meteoriche, tiene conto degli oneri aggiuntivi dovuti all’impresa per effetto della normativa sull’Adeguamento prezzi, e riduce l’intervento al tratto compreso tra via Roma e via Donizetti per mantenere i costi

cittadini spiccano la mobilità sostenibile, con oltre 500.000 punti accumulati tramite spostamenti a piedi o in bicicletta, e i quiz settimanali sull’app, che hanno raccolto 200.000 punti. Un dato importante riguarda la spesa nei negozi di prossimità aderenti, che ha generato quasi 198.000 punti e ben 992 azioni registrate: 992 acquisti effettuati sotto casa, nel segno della sostenibilità e del supporto al tessuto commerciale locale. Anche la Biblioteca ha saputo interpretare con entusiasmo lo spirito del progetto. Oltre a essere uno degli Eco-

point attivi sul territorio, ha contribuito con 239 azioni equivalenti ad altrettanti libri presi in prestito da circa cinquanta lettori, per un totale di 23.900 punti accumulati. Ogni libro preso in prestito consente di ottenere 100 punti Ecoattivi, fino a un massimo di un prestito premiato a settimana. Proprio per stimolare ulteriormente la lettura, in occasione della stagione estiva è stato lanciato il gioco “I miei libri dell’estate”, un invito a ritagliarsi del tempo per leggere e condividere consigli di lettura. Per tutta l’estate, ogni volta che è stato resti-

tuito un libro e se ne è consigliato un altro, è stato messo un timbro alla tessera, con un dono a sorpresa a completamento. A questa iniziativa si è affiancata un’azione di rete che coinvolge direttamente gli esercenti aderenti al progetto Ecoattivi. Ogni negozio delle oltre trenta attività commerciali aderenti ha esposto il proprio “libro dell’estate”, contribuendo a diffondere il piacere della lettura tra i cittadini e ricordando che anche la frequentazione della Biblioteca è una delle azioni premiate da Ecoattivi.

nella somma finanziata. Il quadro comparativo redatto dal direttore dei lavori prevede opere aggiuntive per circa 245.000 euro (rifacimento della condotta delle acque meteoriche lato ovest e di un tratto lato est, non previsti nel progetto originario), a fronte di una riduzione di circa 376.000 euro per lo stralcio del tratto sud (via Donizetti – via D’Annunzio). Il risparmio, pari a circa 130.000 euro, verrà accan-

tonato per imprevisti e utilizzato per coprire i costi aggiuntivi dei prezzi dei materiali nei cantieri post-pandemia. Ad oggi, il Comune di Spinea ha impegnato su via Matteotti una somma complessiva superiore a 1.200.000 euro, di cui 900.000 euro per l’intervento principale di adeguamento viario e circa 300.000 euro come contributo per il rifacimento dell’acquedotto, cofinanziato da Veritas. (m.t.)

Vendita di 164 alloggi Erp: via libera dalla Giunta comunale di Venezia

La Giunta comunale di Venezia ha approvato l’avvio della procedura per la vendita di 164 appartamenti Erp situati a Spinea, nel complesso “San Remo”. La delibera, proposta dagli assessori Paola Mar (Patrimonio) e Simone Venturini (Politiche della residenza), è frutto di un accordo tra le amministrazioni di Venezia e Spinea, con

l’obiettivo di valorizzare il quartiere e offrire nuove opportunità ai residenti. Il piano prevede la possibilità per gli attuali inquilini di acquistare l’appartamento a un prezzo scontato del 20% rispetto al valore di mercato, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Gli alloggi liberi, invece, saranno venduti tramite procedura pubblica al prezzo

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stabilito da apposite perizie. L’iniziativa punta a favorire la responsa-

di Venezia acquistò immobili fuori dal proprio territorio, senza gestirli proventi serviranno per riqualificare le case popolari veneziane, a

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Massimo Tonizzo
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segue da pag. 1

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.

Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni

al voto.

Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,

con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.

Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra

Manildo lancia la sfida per il Veneto

“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”

“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”

Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.

“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato

nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.

Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-

ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo

volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.

Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)

Giovanni Manildo

Centrosinistra. Vanessa Camani, capogruppo Pd Consiglio regionale

“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”

U

n bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.

Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.

Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.

Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.

In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di

integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.

Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.

Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.

Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista

“Serve unità, ma la Lega ha una identità spiccata”

Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.

Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.

A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.

Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,

potrebbe essere più difficile”. Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.

Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.

LEGNO MERAVIGLIA DELLA NATURA

Vanessa Camani
Marco Dolfin

L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano

Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”

O

ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.

Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?

Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia

la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?

Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.

Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?

Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.

Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?

Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,

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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.

Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?

Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.

Il personaggio

L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore

“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”

“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”

D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?

Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-

cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.

Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?

È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.

Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?

Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma

sempre con l’ottica del “guardare avanti”.

A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?

Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.

Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?

Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali

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che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?

Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è

quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

Matteo Ribon
• Chi è Giacomo Brunoro

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116 117: il nuovo punto di riferimento per l’assistenza sanitaria

Dallo scorso 23 luglio è entrato ufficialmente in funzione il numero 116 117, il nuovo servizio attivo 24 ore su 24 per cure mediche non urgenti e bisogni sociosanitari. Tutti i cittadini e visitatori presenti nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima possono comporlo da telefono fisso o cellulare per ricevere assistenza, orientamento e informazioni sanitarie e sociali.

Il 116 117 sostituisce il servizio di guardia medica, ampliandone le funzioni e diventando la porta d’accesso principale alla medicina del territorio. Oltre a garantire la continuità assistenziale, consente di ricevere consulenze telefoniche, essere indirizzati verso i servizi sanitari e sociali più appropriati, o accedere alla guardia medica turistica in caso di necessità. Il servizio è gestito dalla nuova Centrale operativa 116 117 di Piazzale Giustiniani a Mestre, una struttura di 800 mq dotata di tecnologie all’avanguardia, sia in ambito sanitario che informatico ed ecologico. Coordinata dalla dottoressa Francesca Ferraretto, la centrale impiega un medico, un infermiere e 35 operatori tecnico-amministrativi, tutti formati per garantire risposte tempestive ed efficaci. Il centro è attivo 24 ore su 24 e ospita anche la Centrale operativa territoriale. L’investimento complessivo è stato di oltre 3,3 milioni di euro, finanziati da fondi PNRR, Regione Veneto e risorse Ulss 3. Chi chiama per un problema sanitario non urgente viene guidato da un operatore, che tramite domande mirate valuta la situazione. Se necessario, il medico o l’infer-

miere di centrale interviene con un consulto telefonico o un triage. In base alla valutazione, il paziente può essere indirizzato a una visita medica, anche domiciliare, entro la giornata o nelle due ore successive. Le Case della Comunità di Noale, Lido di Venezia e Favaro sono già attive per ricevere i pazienti inviati dalla centrale. Il numero è utile per sintomi lievi in orari notturni, festivi o prefestivi (es. febbre, eruzioni cutanee, reazioni alimentari), dubbi su terapie o sintomi che non richiedono intervento urgente, ricevere indicazioni su percorsi di assistenza sanitaria e sociale, accedere a servizi sociosanitari legati a disabilità o non autosufficienza, ricevere informazioni sanitarie generali o su servizi disponibili per i turisti. Non va invece utilizzato per le emergenze sanitarie (in questo caso si chiama il 118), per prenotazioni di visite o esami (numero CUP 041 844 844) o per segnalazioni e reclami (URP 041 86 94 692). Sono dunque quattro i numeri di riferimento per gli utenti dell’Ulss 3 Serenissima: 118 per le emergenze, 116 117 per l’assistenza sociosanitaria non urgente, 041 844 844 per il CUP e 041 86 94 692 per l’URP. «Dopo la fase sperimentale condotta nel Distretto 1 di Bassano del Grappa, oggi il 116 117 diventa operativo in tutta l’Ulss 3 – spiega l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin –. Entro giugno 2026 sarà attivo in tutto il Veneto. È un servizio rivoluzionario, pensato per facilitare l’accesso del cittadino alla medicina del territorio e garantire una presa in carico efficace e personalizzata dei bisogni di salute».

Martellago, al via i lavori per la nuova Casa della Comunità

Sono partiti il 7 luglio i lavori di ristrutturazione e ampliamento della sede distrettuale di Martellago, che porteranno alla realizzazione della nuova Casa della Comunità, come previsto dal PNRR entro i primi mesi del 2026. Per garantire la continuità dei servizi durante l’intero periodo del cantiere, la Direzione dell’Ulss ha pianificato una riorganizzazione temporanea delle attività, individuando sedi alternative per alcune prestazioni.

A partire dal 2 luglio il servizio di Neuropsichiatria Infantile è stato trasferito al primo piano della Casa della Comunità di Noale. Resta invariata la modalità di accesso, tramite prenotazione attraverso il CUP aziendale al numero 041 844 844. Nella stessa data, anche i Corsi di Accompagnamento alla Nascita e lo Spazio 0-1, dedicato alle mamme con bambini fino a un anno di età, sono stati spostati nella Palestra Comunale di Piazza Vittoria, di fronte al Municipio. Le prenotazioni si effettuano contattando il CUP o la sede del Consultorio familiare al numero 041 5402446 (interno 3-1).

La Geriatria territoriale è stata trasferita presso il Distretto sociosanitario di Mirano, in via Miranese 16, e continua a garantire le visite domiciliari nel territorio di Martellago. La distribuzione diretta di preparati nutrizionali è ora affidata al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, attivo presso la Casa della Comunità di Noale al piano terra. L’attività di raccolta AVIS, infine, è stata spostata al Centro Civico di Olmo di Martellago, in via Damiano Chiesa 9, presso la sede AVIS MaerneOlmo. Nonostante l’avvio del cantiere, la sede distrettuale di Martellago continua a operare regolarmente per alcuni servizi. Restano attivi lo sportello amministrativo multifunzione, il punto prelievi (senza variazioni), il Consultorio familiare, il Servizio di Integrazione scolastica e il servizio di vaccinazioni pediatriche. Con questo intervento l’Ulss 3 Serenissima compie un passo importante verso la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, puntando su una struttura moderna e funzionale, capace di rispondere in modo più efficace e integrato ai bisogni della comunità.

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Il reparto. Occupa il secondo piano del nuovo Blocco est, investimento da 12 milioni di euro

Dolo inaugura la nuova Rianimazione: 9 posti letto e 2 mila metri quadri per la sanità del futuro

Un nuovo reparto di Rianimazione da 12 milioni apre all’ospedale di Dolo: 9 posti letto, spazi moderni e personale specializzato guidato dalla dottoressa Altafini

L’ospedale di Dolo dispone di una nuova Rianimazione, un reparto moderno e ampio che si estende su oltre 2 mila metri quadri e offre 9 posti letto completamente attrezzati.

L’investimento complessivo supera i 12 milioni di euro, con 9 milioni finanziati dalla Regione Veneto e 3 dall’Azienda Ulss 3 Serenissima. Il reparto, che occu-

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ospita già al piano terra il pronto soccorso inaugurato nel 2022, mentre al terzo piano è previsto il completamento della nuova Piastra operatoria. I lavori per la Rianimazione, iniziati nel giugno 2022 e conclusi nell’ottobre 2024, sono stati coordinati dall’Ufficio Tecnico dell’Ulss 3, guidato da Peter Francis Casagrande. La nuova terapia intensiva dispone di

demiche, portando i posti letto di terapia intensiva in Veneto a 840. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha evidenziato come questo investimento confermi l’impegno a mantenere e rafforzare le eccellenze ospedaliere venete, garantendo cure di qualità e tempestività anche nelle situazioni più critiche. Anche il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo

pa il secondo piano del nuovo Blocco est, rappresenta un passo decisivo nel rafforzamento della sanità pubblica locale. Qui presto si trasferiranno la dottoressa Lorella Altafini, primaria di anestesia e rianimazione, insieme ai suoi 16 specialisti, lasciando il vecchio reparto collocato tra i blocchi operatori. Il nuovo edificio

sette postazioni in un’area open space, con possibilità di isolamento, e due ulteriori letti in stanze separate, oltre a studi medici, ambulatori e una sala di accoglienza per i familiari. Questo intervento si inserisce nel piano regionale di riorganizzazione ospedaliera volto a potenziare la risposta alle emergenze pan-

Contato, ha sottolineato il valore di questa nuova struttura, frutto di volontà, competenza e collaborazione tra Regione, Azienda sanitaria e operatori. Con il pronto soccorso già attivo e la futura piastra operatoria in arrivo, Dolo si conferma un punto di riferimento sanitario per l’intero territorio.

Tumore alla prostata: il Veneto apre la strada alla terapia con radioligandi per i casi avanzati

in modo mirato solo le cellule tumorali, riconoscendole attraverso marcatori specifici espressi dal tumore stesso. I radioligandi, infatti, fungono da “cercatori molecolari” che trasportano radiazioni direttamente dove serve, preservando i tessuti sani e riducendo gli effetti collaterali.

Il tumore alla prostata è il più comune tra gli uomini veneti, con più di 3.000 nuovi casi ogni anno. Nonostante l’elevata qualità delle cure e una sopravvivenza a cinque anni superiore alla media nazionale, le forme più aggressive della malattia restano ancora oggi una sfida cruciale per oncologi e pazienti. Per questo, il Servizio Sanitario Regionale del Veneto ha introdotto una nuova e promettente terapia con radioligandi, un trattamento all’avanguardia che combina medicina nucleare e oncologia di precisione. L’obiettivo è offrire una nuova possibilità a quei pazienti che si trovano in stadio avanzato della malattia e che hanno già esaurito altre opzioni terapeutiche. Questa innovativa terapia – nota come RLT (Radioligand Therapy) – rappresenta un vero punto di svolta. Si basa sulla capacità di colpire

In pratica, diagnosi e cura si fondono in un’unica strategia terapeutica, aprendo la strada a trattamenti personalizzati, capaci di migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita dei pazienti oncologici. Quattro centri veneti attivati per la nuova terapia A rendere concreta questa innovazione sono quattro centri di eccellenza individuati dalla Regione Veneto, già operativi nella presa in carico dei pazienti attraverso team multidisciplinari:

• Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Pa-

dova

• IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar

• Ospedale dell’Angelo di Mestre

• Ospedale San Bortolo di Vicenza

In questi presidi, urologi, oncologi, medici nucleari e altre figure specialistiche collaborano nella valutazione dei singoli casi, definendo percorsi di accesso strutturati e personalizzati per l’avvio della radioterapia mirata.

Con questa iniziativa, il Veneto consolida il suo ruolo di riferimento nazionale nella lotta contro il tumore alla prostata, puntando su innovazione, integrazione e qualità delle cure. Una scelta che guarda al futuro della sanità pubblica, dove la medicina di precisione e la personalizzazione dei trattamenti saranno sempre più centrali nel prendersi cura della persona e non solo della malattia.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive

INVOLTINI

I ZUCCHINE GRIGLIATE

Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.

Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini

Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.

LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)

Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.

Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe

Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.

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CROSTATA DI LIMONE

Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.

Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo

Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro

Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.

Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.

Rubrica a cura di Sara Busato

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