Centrale 118 Rovigo premiata tra le migliori d’Europa nella gestione dell’ictus
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
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Marco Dolfin:
“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
L’INVERNO DEMOGRAFICO SI ABBATTE SUL VENETO
NASCITE IN COSTANTE CALO, LA POPOLAZIONE INVECCHIA
Porto Tolle si confronta con una popolazione sempre più anziana, con previsioni allarmanti che mettono a rischio la sostenibilità sociale e sanitaria del territorio
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
RINASCITA A CA’ VENDRAMIN:
Grazie al Pnrr, l’ex idrovora simbolo della trasformazione del Delta del Po si dota di nuove infrastrutture inclusive
MANILDO LANCIA LA SFIDA PER IL VENETO: “CREARE FUTURO, ALTERNATIVA CONCRETA”
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
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CDalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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Adrikà: quando il cinema racconta la storia
Si chiama Adrikà, e porta con sé tutta la forza evocativa del cinema unita alla profondità dell’archeologia. Un progetto unico in Veneto, pensato per far dialogare passato e presente attraverso documentari, incontri, spettacoli, laboratori e visite guidate. Ma anche per rilanciare, grazie al linguaggio visivo, l’identità storica e culturale del territorio. “Adrikà è un festival che nasce dal basso, dalla voglia della città di riscoprire la sua anima storica” – spiega Alberta Facchi, direttrice del Museo. “Un progetto pensato insieme al Circolo del Cinema Carlo Mazzacurati, che ha voluto fortemente questa rassegna, coinvolgendo anche le scuole, protagoniste nella scelta del nome e nella produzione di contenuti. Adrikà è un nome breve, ma pieno di significati. Nasce da un gioco linguistico che combina le parole Adria – Delta – Rassegna – Internazionale –Kino – Archeologico” aggiunge la direttrice Facchi. Sarà Porto Tolle a ospitare il 5 settembre il primo evento in calendario. Protagonista Michele Stefanile, archeologo subacqueo di fama internazionale, autore di documentari per Bbc, National Geographic e History Channel. Coordina la Scuola di Archeologia Subacquea del Centro Sub Campi Flegrei e racconterà le sue esplorazioni nei fondali mediterranei, tra relitti, antichi porti e città sommerse. Il viaggio proseguirà verso Loreo, in quello che fu l’antico insediamento di Mansio Fossis, punto di snodo per commercianti e viaggiatori. Durante la serata,organizzata per il prossimo 11 settembre, si terrà una proiezione speciale con l’intervento di Simonetta Bonomi, archeologa di fama nazionale, già direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Adria e ora alla guida di importanti progetti di valorizzazione culturale. Il cuore del festival sarà ad Adria, dal 12 al 14 settembre.
Guendalina
Ferro
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Interventi. Sport, sicurezza e inclusione al centro dell’agenda amministrativa
Lavori in corso e partecipazione attiva per una città più vivibile
‘C
antieri aperti’ e ‘partecipazione attiva’ sembrano essere le parole chiave del primo scorcio dell’amministrazione
targata Mario Mantovan. Il primo sopralluogo alla Cittadella dello Sport, cronoprogramma alla mano, ha segnato un momento simbolico e operativo importante: accompagnato dall’assessore Giovanni Siviero e dal consigliere delegato ai lavori pubblici Mauro Siviero, il sindaco ha visitato il cantiere insieme ai tecnici comu-
ferimento per lo sport cittadino. Nel frattempo, proseguono anche i lavori di rifacimento della segnaletica stradale in via Mantovana, via Mazzini e via Giuliani. Un intervento mirato a migliorare la sicurezza viaria, che il primo cittadino ha voluto seguire personalmente, sottolineando quanto “una buona segnaletica possa fare la differenza tra disordine e sicurezza”. Un altro fronte caldo è quello della viabilità sulla statale Romea, dove si attende
nali, ai rappresentanti dell’impresa esecutrice e della ditta subappaltatrice. “Il lavoro da fare è ancora tanto – ha confessato – ma stiamo monitorando minuziosamente ogni fase. Con impegno e costanza contiamo di consegnare l’opera entro dicembre 2025”. La Cittadella sarà uno spazio moderno e funzionale, destinato a diventare punto di ri-
da tempo la realizzazione di una rotatoria in un punto critico per la sicurezza; dopo un recente incontro con ANAS, sono partite le operazioni preliminari, tra cui gli espropri e la bonifica bellica. “La Romea è una strada pericolosa – ha spiegato il sindaco – e l’intervento sarà fondamentale anche per lo sviluppo della nostra zona industriale”. Anche Piazza
Marconi è interessata da lavori di manutenzione, con il rifacimento del porfido e dei marciapiedi. Tra le opere già completate spicca invece la riqualificazione del pontile vicino alla piscina comunale, a lungo segnalato come area degradata, ad oggi messo in sicurezza e restituito alla cittadinanza come luogo di svago e relax. Sul fronte della sicurezza urbana, il Comune ha intensificato la collaborazione con l’Arma dei Carabinieri grazie ad un
recente incontro con il comandante provinciale, Col. Edoardo Campora, che ha ribadito l’importanza di un dialogo costante per affrontare i fenomeni criminali locali: “Solo unendo le forze possiamo garantire tutela e tranquillità ai cittadini” ha affermato ancora Mantovan. Grande attenzione anche all’inclusione, con l’inaugurazione del parco giochi accessibile al Centro Murazze, realizzato grazie alla sinergia tra Comune, Acras e Rotary
L’istruzione che cambia la vita: chiusura del progetto in Sri Lanka
Si è tenuto presso la biblioteca comunale di Porto Viro l’incontro conclusivo del progetto promosso dal Gruppo Missionario San Giusto a favore dell’istruzione in Sri Lanka con il supporto del VIS di Roma (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo). L’iniziativa, avviata nel 2022 e finanziata con circa 68mila euro a fondo perduto, ha permesso a 31 9 giovani di frequentare gli Istituti Tecnici Don Bosco, ricevendo borse di studio, orientamento professionale e spesso l’unico pasto della giornata.
“È la prima volta che sosteniamo un progetto esclusivamente educativo - ha spiegato la presidente Bruna Ravazzolo - senza il coinvolgimento di aziende o macchinari; abbiamo investito solo sulla formazione dei ragazzi, con benefici che hanno toccato anche le loro famiglie”. All’incontro sono state riportate le parole di padre Viraj Chamara, portavoce dei Salesiani
Club. “Ogni bambino ha diritto al gioco – ha detto il sindaco –ed è nostro dovere creare spazi adatti a tutti”. Infine, in chiave ambientale, la sigla di un protocollo d’intesa con l’associazione Plastic Free e l’impegno formale alla lotta all’abbandono dei rifiuti e alla promozione di una cultura ecologica: un passo importante per rendere Porto Viro una città più pulita e responsabile.
di Don Bosco in Sri Lanka: “Siamo profondamente grati per l’aiuto ricevuto, le borse di studio hanno sollevato le famiglie dal peso economico e permesso ai ragazzi di concentrarsi sullo studio, acquisendo competenze fondamentali per il loro futuro”. Una nazione povera, appesantita dal periodo Covid, in cui uno stipendio medio si aggira sui 70 dollari mensili. Per
ricordare come l’istruzione possa essere la chiave per spezzare il ciclo della povertà durante l’evento Riccardo Tessarin del gruppo missionario ha mostrato foto e diapositive e letto sei lettere mandate dai ragazzi cingalesi. Presenti in sala il sindaco Mario Mantovan, il vice Adam Ferro, l’assessore ai sociali Giovanni Siviero ed il parroco don Gianluca Brisotto. (f.p.)
Fabio Pregnolato
Comune di Porto Viro
AGOSTO 2025
Il 5 settembre la magia della
Notte Bianca delle Biblioteche
Una serata gratuita tra arte, neve, musica e immaginazione per tutte le età
Venerdì 5 settembre 2025, la Biblioteca comunale di Porto Viro si prepara a vivere una serata speciale con la Notte Bianca delle Biblioteche, l’iniziativa promossa ogni anno dall’Amministrazione provinciale di Rovigo e dal Sistema Bibliotecario Provinciale (SBP), che coinvolge l’intera rete delle biblioteche del territorio in un unico grande evento culturale diffuso.
Il tema scelto quest’anno da Porto Viro è la “NEVE”, scelto come filo conduttore in vista delle prossime Olimpiadi invernali, e sarà declinato attraverso un ricco programma di attività artistiche, creative e performative, tutte a partecipazione gratuita. La serata prenderà il via con l’inaugurazione di un murales sulla facciata d’ingresso della biblioteca: un’opera di arte urbana pensata per rendere ancora più accogliente e bella la sede bibliotecaria, e per sottolineare il ruolo della biblioteca come spazio vivo e aperto alla comunità.
A seguire, i più piccoli saranno protagonisti con un laboratorio pittorico a tema “neve”, curato dalla Biblioteca ragazzi La Bottega di Pinocchio, che stimolerà fantasia e creatività tra pennelli e colori.
Il pubblico sarà poi invitato a prendere parte a un breve corteo simbolico
fino alla sala convegni, dove verrà inaugurata una mostra pittorica realizzata dal Collettivo Poetico Ultimo Rosso di Ferrara, con opere ispirate al bianco, alla leggerezza e alla profondità del tema scelto.
La serata culminerà nel cortiletto interno della biblioteca, che per l’occasione si trasformerà in uno spazio poetico e coinvolgente, grazie a un mix di musica dal vivo, performance teatrali e pittoriche che emozione-
ranno il pubblico di tutte le età. A chiudere l’evento, un momento magico: fiocchi di neve che scenderanno dal cielo, tra dolci assaggi e sorrisi condivisi, per concludere insieme una serata all’insegna della cultura, della fantasia e della bellezza. Ingresso libero. Un’occasione da non perdere per vivere la biblioteca in modo nuovo, sorprendente e creativo, tra arte, emozione e partecipazione.
Mario Mantovan Sindaco di Porto Viro
Il Sindaco traccia un primo bilancio dell’attività amministrativa
A sessanta giorni dall’insediamento, il nuovo Sindaco ha voluto condividere con i cittadini un primo bilancio delle attività avviate. Un inizio improntato alla concretezza, alla cura del territorio e alla sicurezza degli spazi pubblici. «Sin dal primo giorno – afferma il primo cittadino – abbiamo voluto dare un segnale chiaro: riportare attenzione e ordine laddove per troppo tempo era mancata la cura. Abbiamo messo al centro il decoro urbano, cominciando dalla manutenzione ordinaria, dalla pulizia delle strade, dalla sistemazione delle aree verdi e da piccoli ma significativi interventi che stanno restituendo dignità ai vari angoli della nostra città.»
Uno degli interventi più significativi ha riguardato piazza Marconi, cuore simbolico e funzionale della comunità, dove è stata avviata un’operazione di messa in sicurezza con il rifacimento della pavimentazione sconnessa.
È stata poi risistemata la pavimentazione in legno del pontile sul collettore vicino alla piscina e reinstallato due lampioni abbattuti da oltre un anno. Si è riconfermata in Consiglio Comunale la mozione contro l’inceneritore di Loreo.
«Non si tratta solo di interventi materiali – sottolinea il sindaco – ma anche di un cambiamento di passo culturale: restituire ai cittadini spazi sicuri, puliti e accoglienti significa rafforzare il senso di appartenenza e la partecipazione attiva alla vita della nostra comunità.»
Il sindaco ha poi annunciato che, dopo questa prima fase dedicata all’emergenza decoro, nei prossimi mesi l’amministrazione si concentrerà su temi strategici.
«Siamo solo all’inizio – conclude – ma il nostro impegno è quotidiano e determinato. Continueremo a lavorare con trasparenza e in ascolto dei cittadini.»
“Non chiuderemo”: l’urlo silenzioso di Rosolina
contro l’estinzione dei piccoli comuni
ARosolina, nonostante un leggero calo delle nascite registrato negli ultimi anni, la situazione demografica si mantiene stabile, senza segnali allarmanti. Il fenomeno, in linea con il trend nazionale, non incide in maniera significativa sull’organizzazione dei servizi scolastici, che restano vitali e ben frequentati.
Un quadro positivo arriva proprio dal mondo della scuola. L’asilo nido comunale accoglie attualmente 30 bambini, di cui 6 nuovi iscritti: un dato che conferma come il servizio continui ad essere un punto di riferimento importante per le giovani famiglie del territorio. Segnali incoraggianti anche dalla scuola dell’infanzia statale, dove si registra un incremento delle iscrizioni: da 36 a 44 bambini, con un aumento
di otto unità rispetto all’anno precedente.
Il territorio comunale ospita due scuole primarie: una nel centro cittadino e l’altra nella frazione di Volto. Proprio in quest’ultima sede, sono attive tre classi per un totale di 52 alunni, a conferma della vivacità scolastica anche nelle zone più periferiche. A rafforzare questa rete scolastica arrivano anche importanti investimenti, grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Grazie al Pnrr abbiamo investito molto nel piano delle opere pubbliche, in particolare sulle scuole – commenta l’assessora all’istruzione Sara Biondi. “In particolare i fondi sono stati destinati al miglioramento sismico ed energetico del polo scolastico Aldo Moro di Volto di Rosolina e al secon-
do stralcio della sostituzione dei serramenti alla scuola Marin Sanudo il Giovane”.
L’assessora rassicura anche sul futuro dei plessi scolastici: “Anche se il calo demografico è leggero, da parte dell’amministrazione non c’è nessuna intenzione di chiudere scuole o spostare studenti in altri edifici. Anzi, stiamo lavorando per ampliare l’orario scolastico, così da facilitare la vita delle famiglie e rendere i servizi ancora più accessibili”.
Una novità importante riguarda anche gli studenti delle scuole superiori. Da quest’anno, i ragazzi di Rosolina Mare e Cà Morosini possono contare su un servizio di trasporto pubblico più efficiente. La linea 4 di Arriva Veneto, che collega Rosolina a Chioggia, ha introdotto una nuova fermata, pensata per
facilitare gli spostamenti degli studenti che frequentano gli istituti scolastici della città lagunare. In un panorama nazionale dove molte realtà minori faticano a mantenere i propri servizi educativi, Rosolina si distingue per una rete scolastica
attiva, partecipata e in costante evoluzione. Un segno concreto dell’impegno della comunità nel garantire alle nuove generazioni un futuro solido, a partire dall’istruzione.
Sara Busato
Porto Tolle, sfide demografiche e sostenibilità dei servizi sociali in un comune sempre più anziano
Porto Tolle, nel cuore del Delta del Po, si conferma come il comune veneto con la più alta percentuale di anziani: quasi un residente su tre ha superato i 65 anni. Lo rivela uno studio dello Spi Cgil Veneto, che ha analizzato i dati demografici dei comuni con oltre 5mila abitanti, tracciando un quadro preoccupante per il futuro. Oggi, 2.832 residenti di Porto Tolle, pari al 31% della popolazione, hanno più di 65 anni. Ma il dato è destinato a impennarsi: le proiezioni indicano che entro il 2033
gli over 65 saranno il 39%, per arrivare a quasi la metà (44%) della popolazione nel 2043. Questo trend, se da un lato è specchio dell’aumento dell’aspettativa di vita, dall’altro solleva seri interrogativi sulla sostenibilità dei servizi sociali e sanitari. Attualmente in Veneto ci sono 195 anziani ogni 100 bambini tra 0 e 14 anni, un rapporto che salirà a 303 anziani ogni 100 giovani entro il 2043. La situazione è particolarmente critica in un comune vasto come Porto Tolle, con i suoi 207
km² e una popolazione di 9mila abitanti dispersi, molti dei quali anziani e soli in zone isolate. Gli ultraottantenni, la fascia più fragile, spesso non autosufficienti o affetti da patologie croniche, rappresentano una sfida enorme per l’assistenza. L’invecchiamento della popolazione non è un problema isolato: in provincia di Rovigo gli over 65 sono già 63mila su 235mila residenti, con proiezioni di oltre 75mila entro il 2043. A ciò si aggiunge la fuga dei giovani, un fenomeno che colpisce i centri
rurali in cerca di opportunità lavorative. Il tentativo di rilanciare turismo e servizi a Porto Tolle si scontra con la carenza
di risorse, aggravata dalla chiusura della centrale Enel che un tempo garantiva entrate stabili. (s.b.)
L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
L’evento.
Grande partecipazione e successo per Sedimenta - Il Microfestival
S i è concluso con grande entusiasmo il microfestival ‘Sedimenta’, svoltosi recentemente nella piazza di Ca’ Cappellino a Porto Viro. Tre serate di arte, musica live, aperitivi conviviali e partecipazione che hanno saputo trasformare la frazione in un centro pulsante di cultura e relazioni. Soddisfatta l’assessore alla cultura del Comune di Porto Viro, Marialaura Tessarin: “L’affluenza di pubblico è stata significativa: tanti cittadini, famiglie, giovani e curiosi hanno scelto di partecipare dimostrando un desiderio forte di incontrarsi, condividere e riscoprire il proprio territorio attraverso lo sguardo dell’arte contemporanea”.
Aruta e Valentina Furian – per aver saputo interpretare il nostro paesaggio e restituircelo con delicatezza e intensità e alla rete dei partner locali, che ha sostenuto con entusiasmo il progetto fin dalle sue prime fasi: la Pro Loco di Contarina, l’Associazione Apicoltori del Delta del Po e l’APS Associazione Nazionale Reparti Giovani Esploratori, per la loro collaborazione concreta e appassionata. ‘Sedimenta’ non è un punto di arrivo, ma un inizio: un seme che speriamo possa dare vita a nuovi percorsi culturali per Porto Viro e il Delta del Po”.
Tre giovani portoviresi nel campo dell’orologeria da polso
Tre giovani startupper portoviresi hanno dato vita ad un brand con sede in città, in via Roma. Fabio Moretto, Federico Marchesini e Luca Marchiori hanno avuto un’idea tanto semplice quanto geniale: progettare orologi di alta gamma ispirati ai colori, alla natura e all’identità del nostro Delta del Po. “Una bellissima storia di ingegno e passione – ha riflettuto il sindaco Mario Mantovan ricevendoli in municipio - Orologi pensati qui, disegnati con la passione per il nostro territorio e poi assemblati in Svizzera, patria dell’alta orologeria. Un connubio perfetto tra creatività locale e qualità internazionale. Auguro a questa nuova realtà un grande futuro, pieno di soddisfazioni e successi.
Il progetto ‘Sedimenta’, realizzato con la Cooperativa Spazi Padovani e sostenuto dalla Fondazione CDP, ha rappresentato molto più di un evento culturale: è stato un vero e proprio processo partecipativo e rigenerativo, che ha visto il coinvolgimento di artisti, associazioni locali, realtà nazionali e, soprattutto, della comunità. Nella rete di partner nazionali l’associazione non profit GAI Giovani Artisti Italiani, la rete ‘Lo Stato dei Luoghi’ e il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova con il corso in Scienze per il Paesaggio che mira a formare esperti capaci di interpretare, valorizzare e tutelare i paesaggi. Le residenze artistiche e le installazioni diffuse nel territorio, così come le performance teatrali e i concerti, hanno saputo parlare al cuore delle persone, risvegliando memorie, domande, visioni. In particolare le residenze d’artista hanno consentito agli artisti invitati di soggiornare nel territorio per un periodo prolungato, esplorando e mescolandosi al contesto ed entrando in relazione con le persone che vivono, abitano e attraversano le aree del Delta. “Abbiamo creduto fin da subito in questa proposta – ancora Tessarin - e abbiamo lavorato con passione e convinzione perché riteniamo che la cultura debba essere accessibile, inclusiva e capace di creare legami. Il successo di ‘Sedimenta’ ci conferma che la strada è quella giusta: fare rete, valorizzare i luoghi meno centrali, ascoltare le voci del territorio, investire sull’arte come strumento di cittadinanza attiva. Un ringraziamento agli artisti in residenza – Arianna Pace, Edoardo
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Sono certo che porteranno, con orgoglio, il nome del Delta del Po lontano. Noi ne siamo orgogliosi e sosterremo sempre l’imprenditoria locale”. Mark & Mors, questo il nome del brand, nasce da un’idea imprenditoriale e da una profonda passione per l’orologeria. Al centro di questa avventura ci sono i tre fondatori: un esperto di orologeria, un agente di commercio e un talentuoso designer proveniente dalla celebre Motor Valley modenese. “Il nostro designer – si legge nella presentazione - con oltre dieci anni di esperienza nella progettazione e realizzazione di componenti per alcune delle automobili più veloci e iconiche del mondo, ha lasciato un segno indelebile nel settore dell’automotive di lusso. Il suo talento e la capacità di trasformare idee in realtà, unite alla visione degli altri due fondatori, hanno dato vita a qualcosa di straordinario: Opera Viva, un diver professionale disponibile nelle tre versioni Blue Wake, Red Dawn e Night Sea”. (f.p.)
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Fabio Pregnolato
Ambiente.
Il finanziamento è parte dei 14 milioni di euro stanziati per il Delta
Trecentomila euro per il dragaggio della Laguna del Canarin
L a Regione, con un decreto dello scorso maggio, ha attribuito al Comune di Porto Tolle un contributo di 300.000 euro destinato alla vivificazione ambientale del Delta del Po. Il finanziamento rientra in una dotazione annuale destinata agli interventi in ambito lagunare nei Comuni di Porto Tolle, Porto Viro e Rosolina, per la salvaguardia dell’ecosistema e della produttività ittica locale. Il progetto presentato dal Comune di Porto Tolle, candidato al bando regionale con scadenza il 12 maggio scorso, riguarda il dragaggio della laguna del Canarin, un intervento prioritario per ripristinare l’idrodinamicità e contrastare il degrado ambientale causato, negli ultimi anni, dalla proliferazione del granchio blu, che ha portato alla quasi totale moria di vongole veraci e novellame. La scelta del sito è il risultato di un confronto con il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine OP, soggetto portavoce delle esigenze del comparto ittico, e con il Consorzio di Bonifica, che sarà anche attuatore degli interventi previsti dai Fondi di Sviluppo e Coesione (Fsc), con una dotazione complessiva di 14 milioni di euro per il Delta. “La laguna del Canarin – spiega l’assessore alla pesca Tania Bertaggia – era tra le più
produttive del territorio e oggi necessita di interventi urgenti e coordinati. L’obiettivo è ricostruire un ambiente marino idoneo alla molluschicoltura e alla tutela della biodiversità”. Il dragaggio sarà avviato non appena completato l’iter autorizzativo da parte degli enti preposti. Intanto, il Comune può già vantare risultati concreti: nei due anni 2024 e 2025 sono stati ottenuti 600.000 euro complessivi, che si sommano ai 150.000 euro del 2023, portando il totale a 750.000 euro. Le prime risorse –450.000 euro – sono state già rendicontate e impiegate per interventi di scavo nella Sacca di Scardovari, località Santa Giulia, conclusi nel 2024. I nuovi fondi saranno integralmente destinati al Canarin, area considerata strategica per la ripartenza del settore. L’assessore Bertaggia ha voluto infine rivolgere un ringraziamento particolare all’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Porto Tolle: “Un team che lavora con impegno, seguendo con rigore le procedure dei bandi regionali e l’esecuzione dei lavori. È anche grazie a loro se possiamo intercettare risorse vitali per il nostro territorio”.
Guendalina Ferro
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Riconoscimento internazionale per Il miele di Barena e quello di Amorpha
Il miele Polesano continua a conquistare il mondo. E lo fa con il bis firmato Apicoltura Marangon, l’azienda di Gina Imperatrice e Alessio Marangon, che anche per il 2025 ottiene le ambite stelle del Great Taste Award, il più prestigioso concorso gastronomico internazionale con sede a Londra. Non una, ma due stelle, assegnate rispettivamente al miele di Barena e al miele di Amorpha, due eccellenze che parlano la lingua della laguna, degli argini e delle fioriture spontanee. Un premio che conferma per il terzo anno consecutivo la qualità e l’originalità della produzione di questa piccola realtà di Porto Tolle, autentica ambasciatrice dei sapori Polesani. Il miele di Barena, frutto delle arnie portate nelle Valli di Chioggia, è salino, balsamico, iodato, quasi a raccontare il respiro della laguna in un cucchiaino. Il miele di Amorpha, invece, arriva dagli argini del Po, dove la pianta americana – diventata ormai parte del paesaggio fluviale – offre un nettare ricco, profumato, delicatamente fruttato. Entrambi sono prodotti ottenuti con il metodo del nomadismo, che porta le api a seguire le fioriture nei diversi territori del Delta, in perfetto equilibrio tra tradizione agricola e sostenibilità. Una pratica antica, ma sempre più attuale, in tempi di biodiversità da salvaguardare e di ritorno alle produzioni autentiche. A rendere ancora più significativa questa edizione 2025 del Great Taste, c’è una novità storica: per la prima volta i prodotti italiani sono stati valutati direttamente in Italia, da una giuria di esperti che ha degustato alla cieca i campioni. Questo per valorizzare le eccellenze locali e conoscere più da vicino il contesto di produzione. Soci di Coldiretti Rovigo e presenti nel circuito di Campagna Amica, i Marangon portano così avanti un’idea di apicoltura che è anche racconto di paesaggi e persone, del Delta del Po. (g.f.)
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Pesca. L’iniziativa mira a ridurre l’inquinamento marino riciclando le reti utilizzate nella mitilicoltura
Prosegue il Progetto Life Muscles
AScardovari il mare incontra l’economia circolare. Prosegue con risultati tangibili il progetto europeo Life Muscles, finalizzato a ridurre l’impatto ambientale delle cosiddette “reste” – le calze in plastica utilizzate nella mitilicoltura – attraverso il loro recupero, riciclo e riutilizzo. Il progetto, coordinato da Legambiente e sostenuto da Rom Plastica, è stato avviato anche nel Comune di Porto Tolle, nelle marinerie di Pila e Scardovari, con l’obiettivo di trasformare un rifiuto in una risorsa. Presso l’area portuale di Scardovari si è svolto un incontro operativo per fare il punto sull’avanzamento delle attività. Hanno partecipato l’Assessore alla Pesca Tania Bertaggia, il Presidente del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine Paolo Mancin, il Vicepresidente Manuel Crepaldi, il Presidente della Cooperativa Ca’ Tiepolo Andrea Natali, i rappresentanti di Rom Plastica – tra cui l’ingegner Calore e Massimo Granini – insieme a diversi pescatori del territorio. I numeri parlano chiaro: 30 tonnellate di materiale plastico usato sono state recuperate da Rom Plastica, che ora sta granulando il materiale per produrre nuove retine in propilene 100% riciclato, destinate ai miticoltori di Lido, Pellestrina, Pila, Scardovari, La Spezia e Cagnano. Sono inoltre in fase di sperimentazione anche reti in bioplastica completamente green.
“Life Muscles è un progetto importantissimo per la sostenibilità ambientale – ha
l’Assessore Bertaggia – considerato che permette di riutilizzare più volte nel ciclo produttivo della mitilicoltura la stessa plastica, che non verrà più conferita e trattata come rifiuto ma diventa materia per la produzione di retine nuove in un’ottica di green economy”. L’Assessorato ha infatti sostenuto sin dall’inizio il progetto, facilitandone l’avvio attraverso le necessarie autorizzazioni e l’utilizzo delle aree di stoccaggio presso i porti di Scardovari e Pila. Un plauso particolare , l’assessore alla pesca lo ha rivolto alla Capitaneria di Porto, nelle persone di Monica Clementi e Marco
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Olivieri, per il supporto operativo che ha permesso il concreto avvio della raccolta delle reti. Dalla parte industriale arriva un impegno a lungo termine. “Le attività continueranno oltre la fine del progetto – ha spiegato l’ingegner Calore per Rom Plastica – poiché la sinergia creata con l’amministrazione comunale, la Capitaneria di Porto e ovviamente i miticoltori ha permesso di dar vita rapidamente a un ottimo esempio di economia circolare mirata all’abbattimento dell’inquinamento marino e dei costi”.
Guendalina Ferro
Nuova squadra di fiduciari per rilanciare lo sport
Un nuovo team per una nuova fase dello sport in provincia. È pronta la nuova squadra di fiduciari del Coni Rovigo, chiamata a consolidare e rilanciare la rete territoriale dell’ente olimpico nel Polesine. A presentare la nuova formazione, tra conferme e volti nuovi, è il delegato provinciale Lucio Taschin, fresco di riconferma alla guida del comitato rodigino.
“La nuova squadra si compone soprattutto di figure giovani – ha spiegato Taschin –nella logica di quel processo di rinnovamento che ho annunciato fin dal mio rinnovo.
Parliamo di persone motivate, già inserite nel tessuto sportivo del territorio, che ora si mettono a disposizione per ascoltare e dialogare con i nostri interlocutori principali: le associazioni sportive, i sindaci, gli assessori. Sono certo che porteranno quella freschezza e quell’entusiasmo che da tempo contraddistingue ogni nostra iniziativa”. Attualmente i fiduciari sono sette, ma l’organico è destinato ad ampliarsi presto con altri due ingressi previsti per Lendinara e dintorni e per l’area di Porto Viro–Porto Tolle, ancora scoperte. (g.f.)
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Porto
dichiarato
Lucio Taschin
Comune di Porto Tolle INFORMA
AGOSTO 2025
Porto Tolle Celebra la Giornata Mondiale per la Prevenzione dell’Annegamento.
Venerdì 25 luglio, nella cornice della spiaggia di Barricata, Porto Tolle ha celebrato la Giornata Mondiale per la Prevenzione dell’Annegamento, ricorrenza promossa a livello globale e condivisa in contemporanea dalle 246 località italiane insignite della Bandiera Blu.
L’iniziativa ha offerto l’occasione per ribadire con orgoglio un importante traguardo ottenuto nei mesi scorsi: la conferma per il sesto anno consecutivo della Bandiera Blu alle spiagge di Barricata, Boccassette e Conchiglie. Un riconoscimento che premia non solo la qualità delle acque e la sostenibilità ambientale, ma anche l’impegno congiunto di enti pubblici, operatori del turismo e volontari.
All’evento erano presenti il sindaco Roberto Pizzoli, il vicesindaco e assessore al turismo Raffaele Crepaldi, la consigliera Silvia Siviero, Massimo Fidelfatti per CNA e il personale dello IAT di Porto Tolle. A supportare l’iniziativa erano
presenti la Polizia Locale, la Protezione Civile, la Capitaneria di Porto, la Squadra Nautica della Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, la Cooperativa Fra Militi Volontari della Croce Verde e gli istruttori della FISA – Federazione Italiana Salvamento Acquatico, delegazione di Rovigo.
L’attività, dal titolo “Al Mare in Sicurezza”, si è svolta con il prezioso supporto del Bagno Celeste, che ha ospitato l’evento con grande disponibilità. In programma, una serie di dimostrazioni pratiche di salvataggio. “Con il supporto della Polizia di Stato, dei volontari della Croce Verde, della Protezione Civile e della FISA – ha dichiarato Crepaldi – abbiamo dimostrato quanto il nostro territorio sia efficiente
e preparato, sensibilizzando cittadini e turisti sui temi della sicurezza balneare”.
Le simulazioni curate dalla FISA hanno riprodotto scenari complessi e realistici: il ribaltamento di una barca a vela con un bambino a bordo, un incendio in mare con passeggero incosciente e il salvataggio di un bagnante in difficoltà.
“La Bandiera Blu – ha aggiunto Crepaldi – non è un semplice simbolo, ma il frutto di un impegno quotidiano che coinvolge amministrazione, uffici, operatori, forze dell’ordine e comunità locale”.
Il sindaco Roberto Pizzoli ha sottolineato come la giornata assuma un valore ancora maggiore “a poche ore dall’ottenimento della Bandiera Spighe Verdi, ulteriore conferma del nostro cammino verso un modello di sviluppo sostenibile e responsabile”.
Marco Falconi, istruttore FISA per mare e moto d’acqua, ha evidenziato l’importanza della formazione: “Il ruolo del bagnino richiede preparazione, serietà e gran-
de senso di responsabilità. Ogni anno formiamo giovani pronti ad affrontare emergenze reali e a salvare vite”.
Anna Mancin, istruttrice FISA per piscine, ha raccontato i percorsi di formazione attivi tutto l’anno: “Offriamo corsi di salvataggio per mare, piscina e lago, compresa la formazione BLSD anche pediatrica, e collaboriamo con le scuole per avvicinare i ragazzi a questa professione fondamentale per la sicurezza pubblica. C’è bisogno di un ricambio generazionale”. Il vicesindaco Crepaldi ha infine rivolto un ringraziamento alla DE SERVICE SRL, che ogni estate impiega i ragazzi brevettati nei servizi di salvataggio lungo i litorali, contribuendo anche alla valorizzazione del lavoro giovanile, e al Bagno Celeste, per l’ospitalità e il sostegno all’intera manifestazione.
“Che la nostra Bandiera Blu – ha concluso – continui a sventolare alta, come segno di un impegno concreto per un mare più sicuro, accogliente e rispettato”.
Sindaco Pizzoli Roberto
Piazza Ciceruacchio,
Pesca. Il punto con il commissario straordinario Enrico Caterino ospite a Radio Veneto24
Granchio blu, il Delta del Po cerca il riscatto
tra contenimento e nuove opportunità
Il granchio blu minaccia il Delta del Po, colpendo la pesca locale. Il commissario Caterino avvia misure di contenimento e riconversione, puntando su catture mirate e difese per i molluschi. Intanto cresce l’interesse commerciale: il crostaceo diventa risorsa economica e culinaria.
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ono passati quasi due anni dall’arrivo del granchio blu atlantico nelle acque del Delta del Po, una presenza che ha messo in ginocchio uno dei principali distretti ittici del Veneto. Oggi, però, la risposta all’emergenza sembra essere entrata in una fase più strutturata, tra misure di contenimento, piani di monitoraggio e un’inaspettata riconversione: trasformare la minaccia in opportunità. Lo ha spiegato con chiarezza il commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, Enrico Caterino, ospite della trasmissione “Buongiorno Veneto” su Radio Veneto24. “Eradicare questa specie è impossibile – ha dichiarato Caterino – dobbiamo imparare a conviverci, contenendone la diffusione e mitigando i danni alle attività produttive”.
Il piano d’azione predisposto dal commissario prevede catture mirate, avviate lo scorso aprile, con un’attenzione particolare alle femmine cariche di uova, nella speranza di interrompere o rallentare il ciclo riproduttivo del crostaceo. I
risultati, almeno nei primi mesi, indicano una crescita nei quantitativi pescati rispetto al 2024, con l’eccezione di aprile, mese in cui la cattura è stata inferiore di circa due terzi rispetto all’anno precedente. Parallelamente, si lavora alla protezione degli allevamenti di molluschi, attraverso recinzioni e barriere difensive, misure che hanno dato risultati incoraggianti nelle fasi iniziali di sperimentazione. “L’obiettivo principale – ha precisato Caterino – è salvaguardare la biodiversità e, soprattutto, i vivai di venericoltura”. C’è però anche un risvolto positivo, inatteso fino a poco tempo fa. Il granchio blu, già apprezzato in Paesi come gli Stati Uniti, sta diventando un
prodotto ricercato anche sulle nostre tavole. “L’ho acquistato e assaggiato personalmente – ha raccontato Caterino – ha una polpa ottima, molto simile all’aragosta”. Il mercato, intanto, si muove: una società dello Sri Lanka è pronta ad avviare le attività di lavorazione e esportazione del crostaceo direttamente dal Polesine, dimostrando che la filiera può essere riconvertita e generare nuove opportunità economiche per il territorio. L’exploit del granchio blu è il risultato di una combinazione di fattori ambientali, spiegano gli esperti: alluvioni, innalzamento delle temperature e variazioni nella salinità delle acque hanno creato un habitat perfetto per la proliferazione del crostaceo, che può deporre milioni di uova per ogni ciclo riproduttivo. “Siamo di fronte a una vera e propria tempesta perfetta – ha concluso il commissario – ma il nostro compito ora è quello di adattarci, proteggere gli operatori locali e, se possibile, trarre qualcosa di buono da una crisi senza precedenti”.
Redazione Rovigo
Il comune chiede pari trattamento nella crisi del granchio blu
A tre anni dall’emergenza legata alla proliferazione del granchio blu, la pesca di Rosolina torna a chiedere attenzione. Pescatori e amministrazione accusano il commissario straordinario di adottare un approccio esclusivamente orientato a Porto Tolle, lasciando isolati e senza voce i loro rappresentanti. Secondo gli operatori del settore, sono già tre anni che “non siamo mai stati convocati né informati, il commissario agisce come se Rosolina non esistesse. Ma noi viviamo la stessa crisi, con le stesse perdite e le stesse difficoltà”. Una denuncia forte, basata sull’assenza di ordinanze specifiche per Rosolina e sulla mancata erogazione dei fondi promessi per i rimborsi di smaltimento del granchio blu. A fare da portavoce è l’assessore alla pesca, Sara Biondi, che sprona le istituzioni
a correggere la rotta e a includere Rosolina nei tavoli decisionali. “Stiamo facendo tutto il possibile per riportare l’attenzione su Rosolina, ma è inaccettabile che ci sia una gestione così sbilanciata”, commenta, rincarando: “I nostri pescatori meritano lo stesso ascolto e le stesse risposte. È
ora che le istituzioni regionali e nazionali si rendano conto che l’emergenza non si risolve con gesti unilaterali”. Alla denuncia delle disparità si aggiunge l’accusa di un potenziale uso elettorale dell’emergenza: “Temiamo che ci siano manovre in corso per recuperare consensi in vista delle prossime elezioni. Ma l’emergenza granchio blu non può diventare terreno di propaganda. Chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di tutelare tutti i territori, non solo quelli considerati strategici per qualche candidatura”. Ora Rosolina attende risposte concrete: inclusione nei prossimi incontri operativi, aggiornamenti ufficiali e pari dignità. “Non stiamo chiedendo favori – concludono i pescatori –chiediamo solo ciò che ci spetta: rispetto, trasparenza e pari dignità”. (g.f.)
Sara Biondi
Lavori
pubblici. Con i fondi Pnrr abbattute le barriere architettoniche
Completata la riqualificazione dell’ex idrovora Ca’ Vendramin
L ’ex idrovora di Ca’ Vendramin rappresenta un monumento vivo della bonifica del Delta del Po e simboleggia il riscatto di interi territori italiani un tempo segnati dalla malaria e dalle paludi. Oggi questo luogo apre le porte a tutti e si rinnova nella direzione dell’inclusività grazie a un intervento di valorizzazione reso possibile dai 420.000 euro messi a disposizione dal Ministero della Cultura attraverso il Pnrr misura M1C3 dedicata al patrimonio culturale per la prossima generazione. A dare l’annuncio è Virginia Taschini presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po che ha creduto in questa operazione anche come segnale di apertura al futuro e alla comunità. Ca’ Vendramin non è solo un museo ma un crocevia di storia, tecnologia e identità territoriale. Nato nel 1900 come primo e più importante impianto idrovoro dell’Isola di Ariano ha svolto un ruolo centrale nella trasformazione ambientale del Delta fino alla sua dismissione avvenuta negli anni Sessanta per via della subsidenza. Oggi, Ca’ Vendramin, è sede del Museo Regionale della Bonifica ed è utilizzato per convegni ed eventi di portata nazionale. Grazie al finanziamento Pnrr il Consorzio tramite la Fondazione Ca’ Vendramin ha potuto re-
alizzare una serie di interventi fondamentali per l’accessibilità e la valorizzazione architettonica. Tra questi la pavimentazione del percorso di ingresso che semplifica l’accesso e favorisce il deflusso delle acque meteoriche la creazione di rampe interne per facilitare l’accesso alle sale l’installazione di bussole a protezione degli ingressi e delle intemperie la predisposizione di sedute e fontanelle il restauro delle murature storiche e la piantumazione di alberi e arbusti. L’intera area è stata inoltre dotata di un nuovo impianto di illuminazione esterna e di un sistema di videosorveglianza. Un’azione che si inserisce nel percorso di rilancio del museo come luogo dinamico partecipato inclusivo e sostenibile. “Gli interventi forniscono un nuovo impulso alla valorizzazione di questo luogo che attraverso la Fondazione Ca’ Vendramin si candida a diventare un punto d’incontro e confronto nazionale sulle tematiche relative al rapporto tra uomo, acqua, ambiente e paesaggio – spiega Taschini, che assicura – Ca’ Vendramin continuerà ad essere un riferimento per gli abitanti del Delta del Po, con attività culturali e aggregative realizzate dai cittadini per i cittadini”.
Guendalina Ferro
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Mirko Porzionato, un 100 e lode che guarda al sociale
A soli 19 anni, Mirko Porzionato è già un esempio concreto di impegno, determinazione e senso civico. Tagliolese doc, si è diplomato con il massimo dei voti – 100 e lode – all’Istituto CiprianiColombo di Adria, coronando un percorso scolastico che ha saputo coniugare studio e partecipazione attiva alla vita della comunità. Ma quello di Mirko non è un successo solo tra i banchi. Oltre all’eccellenza scolastica, infatti, il giovane è segretario della Pro Loco di Taglio di Po, componente della Commissione per le Pari Opportunità del Comune e volontario dell’associazione “La tartaruga e la formica”, realtà che gestisce la biblioteca dei ragazzi di Adria. Un ragazzo con radici ben piantate nel territorio, capace di mettersi in gioco con entusiasmo e responsabilità. “Diplomarsi con 100 e lode per me è una grandissima soddisfazione – ha dichiarato Mirko –. È il risultato di tanto impegno costante in un percorso scolastico di crescita professionale, ma soprattutto personale. La mia esperienza al Cipriani-Colombo resterà una parte fondamentale della mia vita: per lo studio, certo, ma anche per le emozioni, le amicizie e le sfide affrontate in questi cinque anni. Dedico questo traguardo a chi ha sempre creduto in me: alla mia famiglia, ai professori, agli amici… e anche a me stesso, per non essermi mai arreso nonostante le difficoltà”. Il futuro? Mirko lo immagina nell’ambito sociale, iscrivendosi al corso di laurea in Scienze dell’educazione. “Mi piacerebbe lavorare con bambini o persone fragili – racconta –. Aiutarli mi fa stare bene. So che sarà un cammino impegnativo, ma è quello che sento più vicino a me”. Il riconoscimento per questo traguardo non è mancato. Al termine della Fiera del Carmine, la patrona di Taglio di Po, i volontari della Pro Loco hanno voluto omaggiare Mirko con una festa a sorpresa – torta inclusa – a testimonianza dell’affetto e della stima che il paese nutre per lui. Un giovane Mirko, che fa della gentilezza un punto di forza, dell’altruismo una scelta quotidiana, e dell’impegno una missione. (g.f.)
L’evento. Una serata speciale fatta di suoni, persone e impegno per il sociale
La Notte di Seve: quando la musica diventa memoria
Musica, ricordi e solidarietà per celebrare Severino Bissacco. Tra dj storici, istituzioni e presenze speciali, la frazione di Loreo si conferma comunità viva e generosa
Ci sono eventi che vanno oltre la musica, oltre il calendario e oltre il tempo. La Notte di Seve, che sabato scorso ha riempito il giardino di Tornova di suoni, emozioni e volti amici, è uno di questi. Un appuntamento nato per ricordare Severino Bissacco, dj amatissimo scomparso alcuni anni fa, ma che continua a vivere nel cuore di chi lo ha conosciuto – sul palco, in consolle, e nella vita quotidiana. Nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, Tornova si è stretta ancora una volta attorno al suo ricordo, grazie a un evento che è diventato molto più di una serata musicale: è un inno alla memoria, alla condivisione, alla solidarietà.
A riportare in vita il sound degli anni d’oro – quei mitici ’70 e ’80 che Severino sapeva animare nelle discoteche più note del territorio – sono stati i suoi storici compagni di mixer: Marco Pisetti, Gabrio Saia e Sid, protagonisti di un vero e proprio tuffo nella musica del passato. La loro presenza ha riacceso le emozioni di intere generazioni, trasformando Tornova in una pista da ballo a cielo aperto, fatta di sorrisi, ritmi e nostalgia.
La manifestazione, organizzata come sempre con passione dall’associazione American Dream, ha visto la collaborazione di Amici di Seve, Babbo&Friends e di una fitta rete di volontari, sponsor e supporter. Fondamentale anche il supporto della Pro Loco di Loreo, e la presenza istituzionale del sindaco Moreno Gasparini insieme ad assessori e consiglieri comunali.
sul palco tutte le figure simboliche dell’evento per un breve intervento: un gesto semplice, ma potentissimo, che ha svelato l’anima profonda di Tornova, piccola frazione capace di grandi cose. A chiudere la serata, dopo dj set, food & beverage serviti dalle instancabili 80’s dance girls e dai ragazzi di Babbo&Friends, ci ha pensato un colorato spettacolo pirotecnico,
salutato da un lungo applauso. Il ricavato dell’intera manifestazione, come sottolineato dal presidente di American Dream Association, Omar Mantoan, sarà destinato –
come da tradizione – a iniziative di solidarietà e beneficenza, a sostegno delle persone e realtà che ogni giorno affrontano difficoltà.
Guendalina Ferro
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Ristampati i volumi storici di Piergiorgio Bassan
Tra gli ospiti speciali della serata anche la cooperativa Emmanuel di Cavarzere, con i suoi operatori e ragazzi, e una presenza particolarmente significativa: Gino Cecchettin, padre di Giulia, oggi in prima linea con la fondazione a lei dedicata nella lotta contro il femminicidio. Un segnale forte, di una comunità che non solo ricorda, ma riflette, partecipa, si impegna.
Nel momento più intenso della serata, Mery, in rappresentanza di American Dream, ha chiamato
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prodotti per il giardinaggio e agricoltura fai da te.
In un’epoca in cui la storia locale sta vivendo una rinnovata stagione di studi e pubblicazioni, anche i territori più piccoli – spesso trascurati dalla grande storiografia – trovano oggi finalmente voce e dignità nella ricostruzione del passato. Eppure c’è chi, questo cammino, lo ha realizzato mezzo secolo fa, in tempi non sospetti, animato da una passione sincera e da una rara tenacia intellettuale. Parliamo del maestro Piergiorgio Bassan, figura cardine per la memoria storica di Loreo e di tutto il Basso Polesine. Studioso rigoroso e instancabile, Bassan ha speso anni tra archivi noti e dimenticati – da quello di Venezia ai depositi documentari di Adria, Rovigo, Loreo, fino a quelli della Lombardia – per riportare alla luce una storia secolare fatta di uomini, confraternite, dominazioni, legami profondi con la Serenissima. Il frutto di questa ricerca è racchiuso in tre opere fondamentali: Il Dominio Veneto nel Bassopolesine – vol. I e II e I Flagellanti della Santissima Trinità. Testi divenuti veri e propri capisaldi per chi si occupa di storia polesana, e custoditi gelosamente da generazioni di loredani. Autografati, spesso rilegati con cura, oggi rari e introvabili, questi volumi sono parte dell’identità di una comunità che ha saputo distinguersi per la fedeltà storica e culturale al proprio territorio. Ma grazie alla determinazione di due ex allievi del maestro – Andrea Bellato, giornalista, e Moreno Gasparini, sindaco di Loreo – le opere di Bassan tornano finalmente disponibili. Un desiderio che nasce dalla riconoscenza, dalla volontà di non lasciare che la memoria si disperda, ma anche dalla consapevolezza che preservare la storia è un atto di civiltà. La ristampa, oggi consultabile presso il Comune di Loreo, è molto più di una semplice iniziativa editoriale: è il segno tangibile di un legame umano e culturale che supera il tempo e restituisce valore a un’eredità troppo a lungo dimenticata. In un’Italia che spesso dimentica i suoi maestri, questa è una storia che merita di essere raccontata. Perché ci ricorda che i semi della cultura, se ben piantati, germogliano anche a distanza di decenni. E che la storia locale, quando è fatta con passione e rigore, è parte fondamentale della nostra identità collettiva.(g.f.)
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FESTA DEL RISO
Porto Tolle celebra il gusto e la tradizione. Torna la Festa del Riso dal 18 al 21 settembre 2025
Porto Tolle si prepara ad accogliere l’attesissima Festa del Riso, in programma nei giorni 18, 19, 20 e 21 settembre 2025 nella suggestiva cornice della Piazza delle Frazioni. L’evento, organizzato dall’Amministrazione Comunale – Assessorato alle politiche agricole in collaborazione con la Pro Loco di Porto Tolle, è un inno all’agricoltura, alla gastronomia e al patrimonio locale del Delta del Po. La festa prenderà il via con l’iconico Galà del Riso, in programma giovedì 18 settembre, durante il quale verrà servito un menù d’eccellenza realizzato dall’Associazione Cuochi del Polesine. I piatti, autentici e ricercati, esalteranno i sapori della terra e del mare, grazie all’utilizzo di ingredienti locali selezionati. Il servizio sarà curato dagli allievi dell’IPSAR Cipriani-Colombo di Adria, a dimostrazione della sinergia tra formazione e valorizzazione del territorio.
Il Galà del riso lascierà il posto nelle giornate successive allo stand gastronomico dove saranno proposti piatti a base di riso preparati dai comitati frazionali e da aziende locali quali l’Agriturismo Caprissio, immerso nel verde del Delta e noto per la sua cucina tradizionale e
creativa e l’Azienda Agricola Moretto, storica riseria del territorio che produce riso IGP, farine, biscotti e persino birra di riso. Verrà proposto un programma di intrattenimento e mercatini. Ogni serata sarà animata da musica dal vivo, spettacoli e momenti di convivialità. Sarà anche l’occasione per acquistare prodotti locali e artigianali, sostenendo le eccellenze del territorio. Oltre alla proposta enogastronomica e culturale, la Festa del Riso si configura come una straordinaria occasione per scoprire l’intero territorio del Comune di Porto Tolle, immerso nel cuore del Parco del Delta del Po Veneto, area di rilevanza internazionale riconosciuta come Riserva MaB UNESCO e sito della rete Natura 2000. Durante le giornate della manifestazione sarà possibile vivere esperienze uniche di Cicloturismo tra argini, valli e paesaggi lagunari, passeggiate a cavallo lungo percorsi naturalistici, turismo fluviale tra i rami del Po e le lagune costiere, birdwatching, escursioni guidate e visite nei centri ambientali
La Festa del Riso si conferma quindi non solo come celebrazione delle tradizioni agricole e culinarie, ma anche come punto di partenza per un viaggio autentico nella natura e nella cultura del Delta. La Festa del Riso è molto più di una sagra: è il simbolo della nostra identità, dell’orgoglio di una comunità che sa raccontarsi attraverso i suoi prodotti, il paesaggio e l’ospitalità.
Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul
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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
La
nomina. La nuova componente diventa l’unica rappresentante del Veneto
Virginia Taschini nel Comitato Esecutivo Nazionale di Anbi
Il Veneto torna a essere rappresentato nel cuore decisionale della bonifica italiana. È infatti Virginia Taschini, presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po, la nuova componente del Comitato
Esecutivo nazionale di Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione. L’elezione è avvenuta nel corso dell’assemblea nazionale dell’organismo che coordina 142 consorzi distribuiti su tutto il territorio italiano. Taschini, 45 anni, imprenditrice agricola di Ariano nel Polesine, è l’unica veneta nel ristretto gruppo di otto membri che affiancherà per il prossimo
quadriennio il presidente Francesco Vincenzi, riconfermato alla guida dell’associazione. Il Comitato
Esecutivo di Anbi è l’organo incaricato di deliberare su strategie ope-
rative, attuazione dei programmi, bilanci e relazioni con i soci. Una funzione di regia e indirizzo fondamentale, a cui da oggi il Veneto torna a contribuire con una propria rappresentante, dopo un’assenza prolungata. “Assumo questo ruolo con entusiasmo e un forte senso di responsabilità – ha dichiarato Taschini subito dopo l’elezione – sia nei confronti di Anbi, sia nei confronti del Veneto e del Delta del Po. Vivo e lavoro in quella che viene definita un’area interna: la sensibilità e le competenze maturate in questo territorio così unico e fragile saranno messe al servizio di idee e
Una chitarra, una voce, e il cuore di Albarella batte più forte
Succede che una sera d’estate, nella quiete elegante di Albarella, la musica riesca a fare esattamente ciò che dovrebbe: unire le persone, smuovere ricordi, accendere emozioni. È accaduto con il live di Armando Pisano, artista sardo che, con chitarre, armonica e tamburello ha trasformato una location suggestiva di Albarella in una grande festa collettiva.
In perfetto stile Bennato degli esordi, (chitarra, armonica e tamburello) l’artista sardo ha aperto la sua performance con uno dei brani iconici del cantautore napoletano, conquistando subito l’attenzione di un pubblico eterogeneo – famiglie, giovani, turisti – arrivato da ogni dove per ascoltare musica che racconta qualcosa. Il repertorio ha attraversato decen-
ni di canzone italiana: da Battisti ai Nomadi, passando per le grandi hit estive che hanno fatto ballare intere generazioni. Le versioni in inglese di celebri brani nostrani, reinterpretate con gusto e misura, hanno creato un ponte tra cultura popolare e melodia universale. Un momento particolarmente significativo è stato l’omaggio alla sua terra, con l’intramontabile
Successo per la 38esima edizione del DeltaBlues 2025
Grande successo per la 38esima edizione del Festival Internazionale DeltaBlues, il più longevo festival estivo musicale del Polesine, che anche quest’anno coniuga qualità artistica, valorizzazione del territorio e partecipazione diffusa. Ideato e diretto da Claudio Curina, con la collaborazione del Conservatorio “F. Venezze” e del Rovigo Jazz Club, il
festival offre un programma ricco e articolato, toccando diverse località della provincia. Coinvolgenti gli appuntamenti a Rovigo, al Parco Casalini, con il Musica Humana Ensemble e la straordinaria partecipazione del violoncellista olandese Ernst Reijseger, già protagonista anche la sera precedente con la giovane band vincitrice del Premio Mar-
co Tamburini, nel decennale della scomparsa del grande trombettista rodigino. Grande successo anche ad
progetti utili a tutto il sistema della bonifica”. Soddisfazione e orgoglio anche nelle parole di Alex Vantini, presidente di Anbi Veneto e del Consorzio di Bonifica Veronese: “È una notizia molto importante per il nostro sistema regionale, che dopo anni torna ad avere una propria voce nell’organo esecutivo di Anbi” Il nome di Virginia Taschini si era già distinto nei giorni scorsi, con l’elezione lo scorso 8 luglio nel Consiglio Nazionale di ANBI, accanto ai veneti Fabrizio Bertin, presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, e Andrea Pegoraro, presidente del Consor-
zio di Bonifica Veneto Orientale. Membro di diritto del Consiglio è lo stesso Vantini, in qualità di presidente regionale. L’ingresso della presidente del Delta del Po nel Comitato Esecutivo rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche il segnale di una crescente attenzione verso le esigenze e le potenzialità delle aree marginali, come il Polesine, che oggi chiedono e meritano un ruolo centrale nelle strategie nazionali per la gestione dell’acqua, la tutela del suolo e la sostenibilità ambientale.
Spunta la luna dal monte, nella versione condivisa anni fa con Pierangelo Bertoli. Cantata in sardo, ha creato un silenzio rispettoso e attento, seguito da un applauso lungo e sentito. Nel corso della serata, gli spettatori sono stati coinvolti a tal punto da diventare parte dello spettacolo: chi si improvvisava corista, chi batteva le mani a tempo, chi si lasciava andare
a piccoli passi di danza. E alla fine, mentre le ultime note sfumavano nel silenzio e qualcuno chiedeva “Tornerà?”, restava una bella sensazione: aver condiviso un momento che ha fatto bene all’anima. Perché la musica dal vivo, quando è sincera, non ha bisogno di spettacolo: basta che parli al cuore. E quella sera, ad Albarella, il cuore ha battuto forte. (g.f.)
in piazza Oberdan, Giovanni Gnan & Back on Blues all’incrocio tra Corso Vittorio Emanuele II e Corso Mazzi-
ne
(g.f.)
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le interviste ai sindaci del Veneto
A cura di Vincenzo Gottardo
PRIMI CITTADINI
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Guendalina Ferro
di Adria con sonorità blues, funk e soul.
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Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve
unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”.
Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
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Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
Il personaggio
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor.
Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
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Matteo Ribon
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Auto, novità per tutte le tasche: ecco i nuovi modelli
Grande Panda, 500 Hybrid, Corsa-e: la mobilità urbana si rinnova. Il Veneto punta su citycar sostenibili e incentivi regionali per auto a basse emissioni
Il mercato dell’auto è in piena evoluzione, e a guidare la ripartenza sono soprattutto le citycar e i modelli accessibili, pensati per chi vive e si muove ogni giorno nelle aree urbane. Le esigenze sono cambiate: oggi si cercano vetture pratiche, compatte, economiche e sostenibili, ma anche con dotazioni tecnologiche di buon livello. E il Veneto non fa eccezione: tra fiere, concessionarie e promozioni locali, sono già numerose le novità approdate o in arrivo nei prossimi mesi. Una delle più attese è la Fiat Grande Panda, presentata ufficialmente a luglio e destinata a diventare protagonista nelle nostre strade. Lunga quattro metri esatti, con un look squadrato e moderno, porta con sé un’eredità storica ma tutta nuova nei contenuti. Sarà disponibile sia in versione mild hybrid che completamente elettrica, con batteria da 44 kWh e autonomia fino a 320 km nel ciclo WLTP. La versione elettrica promette zero emissioni e grande comfort, mentre la mild hybrid garantisce prezzi più bassi e versatilità. Secondo le prime stime, i prezzi partiranno da circa 20.000 euro per la versione ibrida e da 22.000 euro per quella elettrica, con possibilità di sconti e incentivi regionali. Restando in casa Fiat, fa il suo ritorno la 500 Hybrid, un modello che
coniuga lo stile iconico della piccola torinese con una motorizzazione efficiente e parsimoniosa. A fianco della versione 100% elettrica, la nuova 500 ibrida si rivolge a chi cerca una citycar dal prezzo contenuto, ma con il fascino delle forme retrò e l’affidabilità del marchio. Anche in questo caso, la proposta è pensata per l’ambiente urbano, con dimensioni compatte, cambio manuale e consumi ridotti.
Guardando ad altre proposte elettriche già presenti nei saloni veneti, spicca la Opel Corsa-e, una delle compatte elettriche più vendute del 2024 in Italia. Con una batteria da 50 kWh, offre un’autonomia di circa 337 km e una guida agile, perfetta per chi si muove quotidianamente in città ma non rinuncia a qualche uscita extraurbana. Il prezzo si aggira intorno ai 25.000 euro, con buona dotazione tecnologica già nelle versioni base.
Tra i marchi che puntano forte sul rapporto qualità-prezzo c’è anche MG, che ha rilanciato con successo in Europa la MG ZS. Si tratta di un SUV compatto, lungo 4,32 metri, con linee moderne e interni spaziosi. Nella versione benzina, con cambio manuale, parte da appena 16.990 euro: una cifra sorprendente per un modello che si propone come alternativa alle berline cittadine. È disponibile anche in variante elettrica, con un’autonomia che supera i 300 km.
Per chi cerca una soluzione low-cost nel mondo delle EV, resta valida la scelta della Dacia Spring, citycar elettrica dal design semplice ma funzionale. Con una batteria da 27,4 kWh e autonomia fino a 230 km, è pensata per chi usa l’auto quasi esclusivamente in ambito urbano. I prezzi, grazie agli incentivi, possono scendere anche sotto i 13.000 euro, rendendola una delle elettriche più economiche d’Europa. Infine, tra le novità che coniugano anima urbana e spirito avventuroso,
segnaliamo la Jeep Avenger, disponibile sia in versione a benzina che full electric. Con un’estetica da SUV e un’anima cittadina, è lunga poco più di 4 metri ed è adatta sia a chi vive in centro che a chi percorre strade extraurbane. I prezzi partono da circa 24.300 euro, rendendola competitiva nel suo segmento.
Da segnalare, per chi risiede in Veneto, l’attuale disponibilità di contributi regionali per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Il bando 2024–2026 prevede incentivi fino a 8.000 euro per la sostituzione di mezzi vecchi con modelli elettrici o ibridi di ultima generazione. Un’opportunità concreta per rinnovare la propria mobilità risparmiando e riducendo l’impatto ambientale.
Che si scelga un’auto elettrica, ibrida o a benzina, le proposte disponibili oggi in Veneto permettono di trovare la soluzione più adatta per ogni esigenza e per ogni portafoglio.
Citycar economiche. Hyundai i10, Kia Picanto e altre auto perfette per la città
Auto sotto i 20.000 euro: Uno sguardo alle scelte intelligenti già disponibili in Veneto
In un mercato dove i prezzi delle auto nuove sembrano aumentare ogni mese, trovare un modello valido sotto i 20.000 euro può sembrare un’impresa. Eppure, anche in Veneto, esistono ancora ottime soluzioni per chi cerca una vettura economica, affidabile e adatta all’uso quotidiano. Alcuni marchi hanno puntato forte su questo segmento, proponendo modelli che uniscono praticità e risparmio, senza rinunciare a comfort e sicurezza.
Partiamo dalla MG ZS, il SUV compatto che sta sorprendendo per prezzo e dotazioni. Disponibile con motore benzina da 106 cavalli e cambio manuale, offre spazio per la famiglia, bagagliaio capiente e uno stile moderno. Il tutto a partire da 16.990 euro chiavi in mano. In Veneto è già presente in diversi saloni, grazie alla rete dei concessionari MG in espansione. Per chi cerca una vera citycar, la Hyundai i10 è una delle scelte più razionali. Tre cilindri benzina, consumi contenuti e buona tenuta su strada: è l’ideale per chi si muove prevalentemente in città. Prezzo base: poco sopra i 15.000 euro, ma le promozioni in corso possono abbattere ulteriormente il costo.
Una proposta ormai collaudata è la Kia Picanto, sorella della i10 ma con un’estetica leggermente più grintosa. La versione base, sempre a benzina, parte da 14.800 euro circa. È perfetta anche per i neopatentati, grazie alla sua maneggevolezza e ai bassi costi di gestione.
Anche Citroën ha un modello che rientra nel budget: si tratta della C3 You, versione essenziale ma completa della popolare berlina francese. Il prezzo di listino parte da 13.750 euro, con motore benzina 1.2 da 83 cavalli. Non mancano ABS, ESP e sistema anticollisione.
Una menzione speciale va alla Dacia Sandero, tra le best seller in Italia per chi cerca il miglior rapporto qualità/prezzo. La versione Streetway parte da 11.900 euro, la Stepway (più alta e dall’aspetto crossover) da circa
13.800 euro. Motori benzina e bifuel, anche a GPL, che aiutano a risparmiare ulteriormente sul carburante. Per chi invece vuole puntare subito all’elettrico, sotto i 20.000 euro resta quasi solo una scelta: la Dacia Spring, disponibile in Veneto con prezzo di listino da 17.900 euro, ma facilmente abbattibile con incentivi statali o regionali. Certo, l’autonomia non è da record (circa 230 km), ma è sufficiente per l’uso urbano.
In un’epoca in cui risparmiare è diventato fondamentale, queste auto rappresentano un’opzione concreta per tornare a muoversi con mezzi nuovi, sicuri ed efficienti, senza dover spendere cifre da capogiro. E anche in Veneto le occasioni non mancano: basta cercare bene, approfittare delle promo e – se possibile – rottamare il vecchio per ottenere sconti ancora più interessanti.
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Medicina Generale, il Veneto spinge per la riforma: approvato il disegno di legge
Un passo decisivo verso il riconoscimento universitario della Medicina Generale arriva dal Veneto, dove il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge statale n. 27 per la riforma dei corsi di formazione dei futuri medici di base. La proposta, che ora sarà trasmessa al Parlamento nazionale, ridisegna il percorso formativo, attribuendo pieno valore accademico a una specializzazione sempre più cruciale per il sistema sanitario.
Il cuore del provvedimento è la nascita di un Dipartimento integrato Università–Servizio sanitario regionale, un organismo che, sotto il coordinamento del Ministero dell’Università e della Salute, includerà in modo strutturato le aziende sanitarie all’interno della rete formativa, con particolare attenzione ai tirocini sul territorio.
Promossa dalla vicepresidente della commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon (PD), e sostenuta trasversalmente da consiglieri di maggioranza e opposizione, l’iniziativa vuole colmare un vuoto normativo e culturale, offrendo pari dignità accademica alla Medicina Generale rispetto alle altre specializzazioni. «Non è solo un cambiamento formale, ma una
riforma strutturale della formazione e dell’organizzazione della medicina territoriale», ha sottolineato Bigon.
Tra le novità principali, anche la nuova denominazione del corso, che diventerà “Medicina Generale di Comunità e Cure Primarie”, per sottolineare il ruolo chiave del medico di base all’interno della sanità di prossimità. Il corso avrà durata quadriennale, con un percorso di transizione nella fase iniziale, e garantirà agli specializzandi borse di studio equiparate a quelle previste per le altre discipline mediche.
Apprezzamento è arrivato anche dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e la necessità di superare l’attuale assetto formativo: «La sfida vera oggi è rafforzare le cure primarie. Non possiamo che sostenere questa proposta». La riforma punta quindi a formare professionisti con competenze cliniche e organizzative avanzate, in grado di affrontare le nuove esigenze della popolazione e contribuire al rilancio della sanità pubblica, partendo proprio dal territorio. Con l’approvazione in Regione, ora la palla passa al Parlamento.
IPAB IRAS di Rovigo: via al risanamento, azzerato il debito della struttura
Conti in ordine, debiti azzerati e basi solide per il rilancio. È questo il risultato presentato a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, in merito al piano di risanamento dell’IPAB IRAS di Rovigo, storica struttura socio-assistenziale per anziani non autosufficienti del Polesine. Dopo anni di difficoltà economiche e gestionali, la Regione Veneto annuncia la fine di una lunga fase di commissariamento iniziata nel 2016 e l’avvio di una nuova stagione per l’ente.
«Si chiude una vicenda molto tribolata, ma con un esito positivo per tutti – ha dichiarato l’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin –. Abbiamo evitato il collasso dell’ente, mantenuto la gestione pubblica, tutelato gli ospiti e i lavoratori, e ora guardiamo al futuro con un piano solido e sostenibile».
Al tavolo della conferenza stampa, insieme a Lanzarin, erano presenti l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari, il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin con l’assessore comunale Michele Aretusini, e il commissario straordinario dell’IPAB, avv. Tiziana Stella.
L’IRAS, che gestisce 261 posti letto presso la sede di San Bortolo (con altri 100 previsti dal Piano di Zona), aveva accumulato un debito significativo. Il piano di risanamento prevede un’operazione finanziaria articolata: 1,8 milioni di euro versati dal Comune di Rovigo, 1,9 milioni dalla Regione Veneto e un saldo stralcio con i creditori per un totale di 5 milioni di euro di crediti inesigibili. Il bilancio dell’Ente è tornato in utile e l’intero piano sarà monitorato fino al 30 giugno 2028.
«Casa Serena torna ora nella piena disponibilità del Comune – ha aggiunto Lanzarin –. San Bortolo potrà essere ampliato, anche grazie a 2 milioni del Fondo di Coesione stanziati dalla Giunta. È un risultato che vede tutti vincitori».
Grande soddisfazione anche da parte del sindaco Cittadin: «Abbiamo risolto una vertenza che si trascinava da anni. Ringrazio la Regione e il commissario per l’ascolto e la collaborazione. L’attenzione alla nostra comunità e agli anziani è stata prioritaria».
L’assessore Corazzari ha sottolineato l’importanza della sinergia istituzionale: «È stato un lavoro complesso ma necessario. Abbiamo garantito continuità nei servizi e sicurezza per i lavoratori. Chiudiamo una pagina difficile con senso di responsabilità».
Conclude il commissario Stella: «Il bilancio è in equilibrio, i pagamenti sono garantiti, ora siamo pronti a ripartire con una visione chiara e concreta per il futuro dell’assistenza pubblica nel Polesine».
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Riconoscimento internazionale. Centrale Operativa 118 di Rovigo, tra le migliori d’Europa nella gestione dell’ictus
Il 118 di Rovigo premiato con il “Diamond Status” per l’eccellenza nella gestione dell’ictus
La Centrale Operativa 118 SUEM di Rovigo raggiunge un nuovo traguardo: il prestigioso “Diamond Status” degli EMS Angels Awards, massimo riconoscimento a livello internazionale per la gestione preospedaliera dell’ictus. Il premio, conferito dalla società scientifica Angels Initiative, certifica l’eccellenza raggiunta dall’Azienda ULSS 5 Polesana nell’assistenza ai pazienti colpiti da ictus ischemico.
Il risultato, ottenuto sulla base dei dati raccolti nel mese di marzo nell’ambito del programma MonitorICTUS, sancisce un salto di qualità importante: dopo due riconoscimenti “Platinum” consecutivi, il SUEM 118 di Rovigo entra ora nell’élite europea dell’emergenza sanitaria. Si tratta infatti del livello più alto raggiungibile, riservato solo ai servizi capaci di garantire tempi rapidissimi d’intervento, comunicazione efficace con gli ospedali e procedure perfettamente collaudate. Dietro questo successo c’è un lavoro di squadra che coinvolge medici, infermieri, autisti-soccorritori e operatori delle postazioni territoriali, capaci di agire in modo coordinato ed efficiente nei momenti più critici. I criteri per ottenere il “Diamond Status” sono severi: tempo medio sulla scena inferiore ai 25 minuti, preallerta dell’ospedale nel 95% dei casi sospetti, trasferimento del paziente a
una struttura “stroke-ready” sempre nel 95% dei casi, raccolta puntuale delle informazioni cliniche nei tempi richiesti. Parametri che, se rispettati, aumentano significativamente le probabilità di sopravvivenza e recupero dei pazienti. “Ogni 30 minuti nel mondo un paziente colpito da ictus muore o rimane disabile per sempre perché non trattato nel modo giusto – ricorda l’Angels Initiative –. Servizi come il SUEM 118 di Rovigo sono essenziali in questa corsa contro il tempo”.
Soddisfazione da parte dei vertici aziendali. “Questo riconoscimento non è solo un premio formale, ma un attestato concreto della qualità dell’assistenza sanitaria offerta nel nostro territorio”, commenta il Direttore Sanitario, Carla Destro. “È la dimostrazione che preparazione, formazione continua e lavoro in rete fanno davvero la differenza”. A lei si unisce il Direttore Generale, Pietro Girardi: “Un grazie sentito a tutto il personale coinvolto nella gestione dell’emergenza ictus. Complimenti!”.
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Orgoglio Polesano: sei infermieri ULSS 5 conquistano la Laurea Magistrale con 110 e lode
Un traguardo accademico d’eccellenza per sei infermieri dell’Azienda ULSS 5 Polesana, che nei giorni scorsi hanno conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche presso l’Università di Ferrara, ottenendo tutti il massimo dei voti: 110 e lode. Un risultato che testimonia impegno, determinazione e profonda dedizione alla professione sanitaria. I protagonisti di questo successo sono Giulia Mantovan (Pediatria Adria), Damiano Chinaglia (Coordinatore Emodialisi Rovigo e Trecenta), Silvia Zambello (Coordinatrice Rianimazione Rovigo), Emma Pregnolato (Coordinatrice Medicina Trecenta), Anna Orsetti (Oncologia Rovigo) e Silvia Vallati (Medicina Adria). Professionisti che hanno saputo conciliare un percorso di studio avanzato con le responsabilità quotidiane, in molti casi già legate a ruoli di coordinamento. Le tesi discusse si sono concentrate su tematiche di rilievo nell’ambito dell’organizzazione sanitaria, contribuendo allo sviluppo di modelli gestionali innovativi orientati alla qualità dell’assistenza e all’efficienza. Un contributo prezioso per l’intero sistema sanitario locale.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Dott. Simone Bedendo, Direttore facente funzione della UOC Direzione Professioni Sanitarie, dalla relatrice Erica Girotto e dal Dott. Aldo Zattarin: “Raggiungere un simile risultato è segno di una professionalità matura e orientata al miglioramento continuo. È motivo di orgoglio sapere che questi infermieri sono oggi punti di riferimento per tutta l’ULSS 5”. Il Direttore Generale, Dott. Pietro Girardi, ha voluto aggiungere il proprio plauso: “Questi infermieri rappresentano il miglior esempio di come la formazione avanzata possa tradursi in qualità e innovazione. A loro vanno i miei complimenti più sinceri”.
Questo risultato conferma l’importanza che l’ULSS 5 attribuisce alla crescita formativa del proprio personale, ritenendola leva strategica per una sanità moderna e centrata sulla persona.
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