Centrale 118 Rovigo premiata tra le migliori d’Europa nella gestione dell’ictus
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
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Marco Dolfin:
“Nessun vento
elettorale può scalfire l’identità della Lega”
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Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
L’INVERNO DEMOGRAFICO
SI ABBATTE SUL VENETO
NASCITE IN COSTANTE CALO, LA POPOLAZIONE INVECCHIA
L’aumento dei residenti è quasi interamente dovuto alla popolazione straniera. È davvero un’inversione di rotta o solo una tregua temporanea?
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
BARBUJANI
PRESENTA
IL PIANO PER STRADE, SICUREZZA E SERVIZI
Tra le novità anche il potenziamento dell’illuminazione, l’apertura del nuovo nido a settembre e iniziative per i giovani e la cultura
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C ’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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Il cantiere CNV riparte dall’innovazione green
Un nuovo passo in avanti per il Cantiere Navale Vittoria, ora CNV srl, che si aggiudica una commessa di prestigio per la mobilità sostenibile nella laguna di Venezia. L’azienda, storicamente radicata ad Adria (Ro), ha infatti vinto la gara bandita da AVM – Azienda Veneziana della Mobilità per la progettazione e costruzione di due moto battelli foranei ibridi destinati ad ACTV, la società del gruppo che gestisce il trasporto Pubblico passeggeri via acqua. Il contratto, dal valore complessivo di 7,2 milioni di euro, prevede la consegna entro due anni di due unità navali di nuova generazione, lunga 31 metri, con una stazza lorda di circa 140 tonnellate e una velocità massima di 11 nodi a pieno carico. Si tratta di traghetti serie 400-H dotati di un sistema di propulsione ibrida, progettato per rispondere alle più recenti normative in materia di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. “Siamo molto lieti di questo risultato – ha dichiarato Francescomaria Tuccillo, amministratore delegato di CNV – che per noi rappresenta un riconoscimento importante, arrivato solo pochi mesi dopo il nostro insediamento. Averlo ottenuto proprio da un committente veneziano, nella laguna dove affondano le nostre radici, ha un valore simbolico e strategico. La gara non è stata semplice, ma la competenza tecnica, l’innovazione metodologica e il lavoro di squadra hanno fatto la differenza. Questi continueranno a essere i pilastri del nostro percorso industriale”. Soddisfazione anche da parte della Regione Veneto, che attraverso l’assessore al Lavoro Valeria Mantovan, ha seguito da vicino l’evoluzione del cantiere nei mesi più difficili. “A metà febbraio – ricorda Mantovan – avevamo annunciato la cessione dello storico cantiere adriano a CNV srl, chiudendo un lungo e complesso processo di salvataggio. Oggi apprendiamo con soddisfazione della vittoria in questa gara pubblica per la realizzazione di due moto battelli ibridi per ACTV. È un primo segnale concreto della ripartenza produttiva”. Secondo l’assessore, il successo è “il risultato del nuovo modello manageriale, capace di valorizzare le competenze interne e rilanciare la capacità tecnica dell’azienda”.
Guendalina Ferro
7,2 milioni per due unità ibride nella laguna di Venezia
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Opere. Il Comune annuncia un vasto piano di opere pubbliche per il centro e le frazioni
La città riparte dai cantieri: in arrivo asfaltature, marciapiedi e rotatorie
U n pacchetto di opere pubbliche interesserà nei prossimi mesi il centro e le frazioni di Adria. Asfalti, marciapiedi, illuminazione pubblica e due nuove rotatorie sono al centro del piano annunciato dal sindaco Massimo Barbujani, che fa il punto sui cantieri in fase di avvio e quelli pronti a partire. “Il piano degli asfalti – spiega il sindaco – prevede un investimento di 350mila euro e riguarderà alcune delle arterie più trafficate e bisognose di manutenzione: via Don Sturzo a Valliera, un tratto di via Curicchi (davanti alla Cmp), via Curiel a Bottrighe, un tratto di via Ragazzi del ’99, il tratto di Riviera Sant’Andrea all’altezza del Centro Servizi Anziani, Riviera Canareggio (dal ponte del Passatore a via dei Sette Camini), via Dante nei pressi del Liceo Bocchi e infine i tratti di salita e discesa del ponte di via Chieppara”.
Anche i marciapiedi saranno oggetto di intervento, con lavori in programma in via Scarpa a Bottrighe, via Arzeron (vicino alle scuole del centro), ex Riformati, via Papa Giovanni, viale Risorgimento e via Marconi. In quest’ultima, saranno spostati due lampioni nei pressi dell’incrocio con la SP45, per agevolare le manovre dei mezzi pubblici in direzione Cavarzere. Al centro del dibattito vi è anche la tanto attesa rotatoria all’incrocio tra la SR516 (da Cavarzere), la SR443 (da Rovigo), la SP45 verso il mare e la SR495. “Grazie a un finanziamento regionale di 260mila euro e a 400mila euro stanziati dal Comune – annuncia Barbujani –l’opera, dal valore complessivo di 660mila euro, partirà nel 2025. I primi documenti risalgono addi-
rittura al 2010. Ora siamo pronti a realizzarla”.
Entro l’anno sarà invece realizzata una rotonda sperimentale con new jersey all’incrocio tra viale Risorgimento e via Malfatti, per facilitare l’uscita dei mezzi pesanti dalla zona artigianale e scoraggiare l’alta velocità. “Per quest’opera – precisa il sindaco –mettiamo a disposizione 200mila euro di fondi comunali”. Previsti anche interventi di potenziamento dell’illuminazione pubblica per un totale di 150mila euro nelle frazioni di Bellombra, Fasana, Ca’ Emo e Valliera, sulla base delle richieste pervenute dai delegati frazionali su indicazione dei cittadini. Sarà proprio dalle frazioni che prenderà il via, a settembre, un ciclo di incontri pubblici con i residenti. “Partiremo da Bellombra – annuncia il sindaco – dove ci confronteremo con i cittadini sulla possibilità di trasformare in piazza il parcheggio davanti alla chiesa, raccogliendo idee, esigenze e proposte prima di prendere una decisione”.
Sul fronte dei servizi, il sindaco comunica l’apertura del nuovo asilo nido, pronta per settembre: “Abbiamo investito 112mila euro per l’acquisto di nuovi arredi e per rendere gli spazi accoglienti e funzionali. La struttura potrà accogliere 60 bambini, 15 in più rispetto alla capienza del vecchio nido”.
“In occasione della Notte Bianca delle Biblioteche, il 5 settembre, è in programma a Palazzo Cordella – sede dell’associazione Polesine Terra Emersa – la presentazione del backstage del progetto “Il Cinema in Polesine” –annuncia il sindaco. Realizzato con il
Liceo Bocchi-Galilei nell’ambito dei PCTO e del programma InclusiON, il progetto è frutto del lavoro dei ragazzi ed è coordinato da Silvia Nonnato, presidente dell’associazione Polesine Terra Emersa. “Si tratta di un lavoro corale
- spiega a margine Silvia Nonnato - nato per contrastare la dispersione scolastica, favorire l’inclusione sociale e valorizzare il linguaggio del cinema come strumento educativo, in particolare per i giovani con background migratorio di seconda e terza generazione”.
“Un’iniziativa importante - sottolinea il sindaco - che si inserisce nel ricco programma delle biblioteche comunali, in rete con il sistema bibliotecario provinciale e rafforza il ruolo di Palazzo Cordella come centro di produzione culturale”. “Oltre alla Notte Bianca, il calendario degli eventi si arricchisce di ulteriori appuntamenti di rilievo. Il 12 settembre - prosegue
il primo cittadino -, l’auditorium Mecenati ospiterà un incontro pubblico sul tema delle mafie, con la partecipazione dell’onorevole Rita Dalla Chiesa e del sostituto procuratore Luca Tescaroli, protagonista della lotta alla criminalità organizzata.
Il 26 settembre, all’Hotel Stella d’Italia, durante la cena di gala, il Comune consegnerà tre benemerenze civiche: una all’imprenditore Nicola Gennari, una al commerciante Giovanni Giacomelli, e una al giovane imprenditore Mauro Trombini, che ha rilanciato lo storico Bacaro dei Cordari, oggi frequentato da più generazioni”. Guendalina Ferro
Il vicesindaco Simoni fa il punto sulle priorità
Un milione di euro per opere pubbliche: è quanto deliberato nell’ultima seduta del consiglio comunale di Adria, tenutasi a fine luglio. Al centro del provvedimento, come sottolinea il vicesindaco Federico Simoni, c’è la realizzazione della nuova rotatoria tra via Emanuele Filiberto e via Monsignor Pozzato, uno snodo viario importante in direzione Rovigo-Cavarzere e il mare. L’opera, da 660mila euro, sarà finanziata per 400mila euro con fondi comunali, mentre 260mila euro arrivano da un contributo della Regione Veneto. “Una priorità dell’agenda politica dell’amministrazione Bobo 4 vedrà la luce” afferma il Vice Sindaco “Sempre in tema di viabilità, sono 350mila euro le risorse destinate a nuove asfaltature e alla relativa segnaletica orizzontale, che par-
tiranno da settembre” prosegue Simoni. Altro intervento non più rimandabile riguarda la sistemazione del tetto dell’edificio di piazza Bocchi che ospita gli uffici dei Servizi Sociali. L’amministrazione ha stanziato 100mila euro per ripristinare una copertura ormai compromessa da anni, a causa di gravi infiltrazioni d’acqua. Il fabbricato, infatti, è destinato a diventare la sede dell’Ambito Territoriale Sociale ATS-Ven 19, ovvero l’aggregazione dei comuni del Distretto 2, che gestiranno in modo associato i servizi rivolti a minori, famiglie, anziani e persone in difficoltà. 12mila euro saranno invece impiegati per il servizio di pulizia delle caditoie tramite Acquevenete, essenziale per prevenire allagamenti in caso di temporali sempre più violenti e improvvisi. Capitolo
cultura: 60mila euro andranno alla progettazione di una serie di interventi destinati a valorizzare il teatro comunale, con lavori su acustica, impianto di riscaldamento, infissi e poltroncine. 42mila euro sono destinati al progetto “GreenUp”, un’area didattica all’aperto in località Piantamelon, cofinanziata con la Fondazione Cariparo. L’iniziativa si inserisce lungo il nuovo tracciato ciclabile Ven.To. (Venezia-Torino), recentemente inaugurato a Cavanella Po dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Non mancano poi gli investimenti in tecnologia e istruzione: 20mila euro saranno destinati all’acquisto di nuovi computer e attrezzature informatiche per gli uffici comunali, mentre 3mila euro serviranno ad arricchire il patrimonio librario della biblioteca comunale. (g.f.)
Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul
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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
Stranieri in aumento, italiani in calo: il caso Adria
Contro la tendenza nazionale di calo demografico, Adria registra un’inversione di rotta e torna a crescere, trainata soprattutto dall’aumento della popolazione straniera. Al 31 dicembre dello scorso anno, i residenti complessivi del comune hanno raggiunto quota 18.668: 9.123 uomini e 9.540 donne, con un saldo positivo di quasi 300 unità rispetto all’anno precedente. A contribuire in maniera significativa a questo risultato è stato l’incremento degli abitanti di origine straniera, che sono aumentati di 278 unità nell’arco di dodici mesi. Un dato che fa riflettere e che, pur rappresentando un segnale positivo per il territorio, non cancella le preoccupazioni di fondo legate alla denatalità. Ne è consapevole anche il sindaco, che commenta con realismo: “Se mi chiede se esiste
una soluzione vera, le rispondo che da soli possiamo fare ben poco - commenta il primo cittadino Massimo Barbujani -. I Comuni possono attuare inizia-
tive locali, ma è difficile andare oltre certi limiti. Serve un piano nazionale significativo sulla natalità. Penso a tutte quelle famiglie che ogni giorno faticano a
L’inchiesta sull’inverno demografico in città
La popolazione sale di quasi 300 unità: boom di residenti stranieri. Cala la mortalità, lieve aumento delle nascite. Dopo anni di costante declino, la città di Adria segna un’importante inversione di tendenza nel suo andamento demografico. Al 31 dicembre 2024, la popolazione residente ha raggiunto quota 18.668 abitanti, registrando un aumento di 298 unità rispetto all’anno precedente. Un dato significativo, soprattutto se confrontato con il saldo negativo nel 2023. La ripresa demografica è quasi interamente attribuibile al contributo dell’immigrazione. Il numero di residenti stranieri è cresciuto di 278 unità, rappresentando ora oltre il
10% della popolazione totale. Un incremento che si riflette anche nell’aumento delle comunità straniere passate da nove nel 2023 a quindici nel 2024. Nonostante la crescita complessiva, l’età media della popolazione adriese rimane elevata. Gli ultrasessantacinquenni costituiscono oltre il 30% dei residenti, mentre gli adulti tra i 30 e i 65 anni rappresentano più del 50%.
Per quanto riguarda le fasce più giovani, si contano 676 bambini in età prescolare (0-6 anni), 1.128 tra i 7 e i 14 anni e 2.461 giovani tra i 15 e i 29 anni. Il 2024 ha visto un leggero aumento delle nascite, con 89 nuovi nati rispetto ai 77 dell’anno precedente. Tuttavia, questo dato rimane
ben al di sotto della media dell’ultimo decennio, evidenziando una natalità ancora altalenante. Un’altra buona notizia arriva dal fronte della mortalità: i decessi sono scesi a 204, in diminuzione rispetto al 2023. Ciononostante, il saldo naturale (nati meno morti) rimane negativo, con 115 decessi in più rispetto alle nascite Il vero fattore determinante per la ripresa demografica di Adria è il saldo migratorio positivo. Nel 2024, la città ha accolto 800 nuovi residenti. Ciò si traduce in un saldo netto positivo di +413 unità, confermando che l’immigrazione rappresenta oggi il principale motore di crescita demografica per il territorio adriese. (s.b.)
conciliare lavoro, carriera e vita familiare. E poi c’è il tema cruciale della casa: anche su questo servono misure concrete a livello statale”.
Nel frattempo, l’amministrazione Barbujani prosegue sul fronte del sostegno abitativo, puntando su una politica rafforzata di edilizia residenziale pubblica. È stata approvata una nuova delibera che amplia le percentuali di alloggi destinati a giovani, coppie e famiglie in difficoltà, con l’intento di rendere Adria sempre più attrattiva per chi desidera costruirsi un futuro sul territorio. Tra le principali novità, l’aumento delle quote riservate a giovani under 35, a coppie appena sposate o prossime al matrimonio, e a famiglie monogenitoriali. La delibera si avvale delle possibilità previste dalla Legge regionale, distribuendo gli alloggi ERP secondo
criteri precisi: il 10% riservato alle Forze dell’ordine; 8% agli under 35; 8% alle coppie sposate da meno di tre anni o in procinto di sposarsi entro dodici mesi; 8% alle famiglie composte da un solo genitore con figli a carico; 10% destinato ai casi di emergenza abitativa. La misura si inserisce nel quadro delle opportunità offerte dalla normativa regionale e si accompagna alla partecipazione a bandi per l’efficientamento energetico degli alloggi popolari, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’abitare. Adria, insomma, riesce oggi a tenere il passo, ma guarda con attenzione – e con una certa apprensione – al futuro demografico. Come molte realtà locali, chiede alla politica nazionale di affrontare il nodo natalità con strumenti adeguati e strutturali.
Sara Busato
L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Solidarietà. La Fondazione Franceschetti e Di Cola aiuta le famiglie in difficoltà
Distribuiti oltre 600 pacchi con beni alimentari e per l’igiene personale
La Fondazione Franceschetti e Di Cola rinnova per l’undicesimo anno il suo impegno verso le famiglie in difficoltà.
Fratelli d’Italia chiede chiarezza per le dimissioni del CSA
L a solidarietà non si misura con le parole, ma con i gesti. E la Fondazione Franceschetti e Di Cola lo dimostra da undici anni, attraverso un progetto che ha ormai assunto un ruolo essenziale per il territorio: 600 pacchi solidali distribuiti anche nel 2025 a famiglie in difficoltà, con beni di prima necessità, prodotti alimentari e per l’igiene personale e domestica. Due i momenti chiave della distribuzione: venerdì 13 giugno e venerdì 11 luglio, presso la sede della fondazione in via Cavallotti ad Adria, con il supporto operativo di una rete fittissima di parrocchie e associazioni di volontariato sparse nelle diocesi di Chioggia, AdriaRovigo e di Padova. Tra le realtà coinvolte: la Cattedrale di Adria, la parrocchia della Tomba, San Vigilio e il Centro Aiuto alla Vita sempre ad Adria; la parrocchia di Cà Emo – Botti Barbarighe –Fasana e la Comunità cristiana sinodale di Pettorazza Grimani, Papafava, Bottibarbarighe e Cà Emo; l’associazione ODV Anziani di Loreo; Ariano Polesine e Corbola; l’Unità Pastorale di Rottanova e San Giuseppe Foresto; Boscochiaro, San Gaetano e Villaggio Busonera; il centro Salesiani di San Giusto a Porto Viro e l’Emporio ODV Solidarietà Delta di Porto Tolle.A queste si affiancano: la Caritas vicariale della zona di Agna, Pontelongo e San Pietro Dolfina di Cavarzere (provincia di Venezia); la parrocchia di Arzegrande (diocesi di Padova); il Centro di solidarietà Anna Depuis Onlus di Chioggia; e l’Unità Pastorale di Codevigo, Cambroso, Rosara e Santa Margherita.Una mappa della solidarietà che conferma, ancora una volta, come il volontariato e le comunità religiose del territorio sappiano rispondere con generosità ai bisogni crescenti di chi è più fragile. “Ogni anno ci auguriamo di non dover ripetere questo gesto, ma la realtà ci dice che il bisogno è sempre più diffuso – ha dichiarato il presidente della Fondazione, Marco Bonal-
do – Quello che all’inizio sembrava un intervento d’emergenza, oggi è diventato un progetto strutturato di aiuto economico. Finché le risorse lo permetteranno, noi ci saremo”. Bonaldo ha poi voluto esprimere un sentito ringraziamento al Consiglio di Amministrazione della Fondazione, al segretario Lucia Tiozzo, e ai tanti volontari che, nelle parrocchie e nei centri di distribuzione, rendono possibile ogni
anno questo piccolo miracolo di altruismo organizzato. Una catena di solidarietà silenziosa ma efficace, che testimonia la forza della comunità e la capacità di rispondere con azioni concrete a un bisogno che purtroppo non accenna a diminuire. Un pacco
può sembrare poco, ma per molte famiglie è un segno prezioso di attenzione, dignità e speranza. E in questa direzione, la Fondazione Franceschetti e Di Cola continua a camminare.
Guendalina Ferro
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Stanno facendo discutere le recenti dimissioni della presidente del Centro Servizi Anziani (Csa) di Adria, Elisa Romani, che ha lasciato l’incarico pur rimanendo all’interno del Consiglio di Amministrazione (CdA). Una decisione che arriva dopo il passo indietro di un altro membro del CdA, e che ha suscitato preoccupazione tra cittadini, operatori e famiglie degli ospiti della struttura. Trattandosi di incarichi assegnati politicamente dall’amministrazione comunale di maggioranza, non si è fatta attendere la reazione del gruppo consiliare d’opposizione di Fratelli d’Italia. I consiglieri comunali Simone Ceccarello e Sandra Passadore hanno presentato un’interrogazione urgente rivolta al sindaco e alla giunta, chiedendo chiarezza sulla situazione e risposte puntuali. Nell’atto, i consiglieri ricordano il ruolo fondamentale del Csa per il territorio e ribadiscono l’urgenza di garantire stabilità, trasparenza e continuità gestionale. Quattro i punti su cui Fratelli d’Italia chiede un confronto immediato: Le motivazioni ufficiali che hanno portato alle dimissioni nel CdA dell’IPAB; Se l’amministrazione fosse a conoscenza della situazione e se abbia avviato un dialogo con i vertici dell’Ente; Quali azioni urgenti intenda mettere in campo per assicurare la piena operatività della struttura e la nomina del nuovo presidente; Lo stato attuale del CSA, sotto il profilo economico, gestionale e occupazionale. I consiglieri hanno chiesto che la questione venga discussa con urgenza in aula consiliare, con risposta orale, per garantire massima trasparenza e rassicurare la cittadinanza sul futuro della struttura. In attesa di una presa di posizione ufficiale da parte del sindaco e della giunta, è arrivata intanto una comunicazione da parte del Consiglio di Amministrazione del CSA, che ha chiarito le motivazioni delle dimissioni della presidente Elisa Romani. In una nota ufficiale, l’Ente ha spiegato che la decisione della Presidente è stata presa per motivi personali, legati a nuovi impegni che renderebbero difficile garantire la disponibilità di tempo e di energie richieste dal ruolo. “Per questa ragione – si legge – la presidente ha scelto di rimettere il mandato, pur restando all’interno del Consiglio di Amministrazione in qualità di consigliere”. (g.f.)
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La svolta. Un accordo che rafforza la collaborazione tra le due istituzioni
Firmata una nuova convenzione
tra Comune e Conservatorio
Èstata ufficialmente firmata la nuova convenzione tra il Comune di Adria e il Conservatorio di musica “Antonio Buzzolla”. Un accordo che segna una svolta nei rapporti tra le due istituzioni, ponendo fine a una precedente intesa ormai superata e sancendo un rapporto finalmente paritario, stabile e orientato alla crescita culturale del territorio. Un atto significativo, che regola l’utilizzo condiviso di due spazi simbolo della cultura cittadina: il Teatro Comunale di Adria e l’Auditorium Mecenati in viale Umberto Maddalena. A illustrare i dettagli dell’accordo è stato il presidente del Conservatorio, l’avvocato Giuseppe Carinci: “Questo atto non si limita a regolare l’uso del Teatro Comunale e dell’Auditorium Pertini, ma riconosce formalmente il ruolo del Conservatorio quale istituzione culturale di riferimento per il nostro territorio e del teatro quale luogo primario di diffusione musicale”. La nuova convenzione
tra Comune di Adria e Conservatorio “Antonio Buzzolla” stabilisce un uso condiviso di due spazi importanti per la vita culturale cittadina. Il Conservatorio avrà a disposizione il Teatro Comunale per tre eventi istituzionali annuali: la cerimonia di apertura dell’anno accademico (l’ultimo sabato di novembre), il concer-
to di Capodanno e il concerto di chiusura (la prima domenica di giugno). Al contempo, il Comune potrà avvalersi dell’Auditorium Mecenati per sei appuntamenti annuali. Il direttore del Conservatorio, Paolo Zoccarato, ha commentato: “Pur disponendo di un auditorium moderno, vero e proprio laboratorio per i nostri
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studenti, è fondamentale poter contare anche su un teatro storico, prestigioso, che consenta agli allievi di esprimere al meglio il loro potenziale artistico in un contesto professionale. Questo ci permette di realizzare pienamente la nostra terza missione: restituire al territorio, sotto forma di concerti e iniziative, il frutto del nostro lavoro didattico e musicale”. Il Teatro Comunale, infatti, con i suoi circa 870 posti, rappresenta un luogo di grande prestigio e storia; mentre l’Auditorium Mecenati, con circa 180 posti, offre un ambiente funzionale e tecnicamente all’avanguardia, perfetto per concerti, eventi didattici e attività quotidiane. L’accordo prevede inoltre l’eliminazione delle spese ordinarie di utilizzo: il Conservatorio potrà usufruire gratuitamente del Teatro Comunale, evitando così di sostenere le spese vive per ogni apertura, che ammontano a circa 5.000 euro; il Comune potrà utilizzare l’Auditorium Mecenati
– di proprietà del Conservatorio – senza alcun costo di gestione, beneficiando di una struttura moderna, efficiente e sostenibile. Il sindaco di Adria, Massimo Barbujani, ha espresso grande soddisfazione per il traguardo raggiunto: “È un accordo fortemente evoluto, che definisce in maniera precisa tutti gli aspetti di una collaborazione che da quasi cento anni promuove cultura nella nostra città. Ringrazio l’assessore Giorgio Crepaldi per il lavoro svolto, insieme al direttore Paolo Zoccarato e al presidente Carinci per la parte del Conservatorio”. Nell’occasione il direttore del conservatorio ha annunciato del recente accordo firmato con la diocesi di Adria-Rovigo, che permetterà agli studenti del Buzzolla di esercitarsi e tenere concerti sull’organo storico custodito nella vicina cattedrale di Adria, ampliando ulteriormente l’offerta formativa e concertistica.
Guendalina Ferro
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Il ricordo. L’eredità di un visionario polesano: tra politica, economia e impegno sociale
Enrico Martinolli, l’eredità a dieci anni dalla scomparsa
Quando, a distanza di anni dalla scomparsa si ricorda una persona cara, viene naturale l’esclamazione “sembra ieri!” man mano che il tempo trascorso dall’evento si allontana sempre più. Ebbene, pur essendo deceduto da circa dieci anni, il ragioniere Enrico Martinolli è ancora ricordato dagli adriesi con grande rispetto e simpatia per le iniziative intraprese a favore della città e del territorio. Nome storico del commercio adriese, negli anni sessanta e settanta del secolo scorso fu uno dei personaggi più influenti nel mondo politico, sociale ed economico. Sotto certi aspetti si può dire che fu un uomo geniale che non limitò la sua attività alla sola area d’influenza commerciale delle sue aziende famigliari, ma con pari impegno e fervore dedicò molte sue energie ad iniziative destinate a migliorare settori fondamentali dell’economia polesana. Ricordiamo tutti la SPLA (Società Produttori Latte Adria) di cui fu cofondatore nel 1955, tra le prime centrali sorte nel Veneto, poi confluita (1961) nella più articolata cooperativa l’Adriatica. Così come ricordiamo con ammirazione la mitica Fama, moderna società per la produzione di mobi-
li costituita con i fratelli che, per molti anni diede lavoro a decine di operai qualificati nel settore. Dopo una breve esperienza di amministrazione pubblica seguita al conseguimento del diploma di ragioniere e perito commerciale (anni 1956-1958), durante il quale si distinse come consigliere comunale, assessore alle Fi-
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nanze e vicesindaco nella giunta Cester, assunse la presidenza dell’Ascom locale che guidò con competenza dal 1977 al 1999, diventando punto di riferimento della categoria. Martinolli si è però distinto anche in altri settori come ad esempio la scuola, per dare al territorio un istituto tecnico commerciale come il “Giovanni Maddalena” di Adria di cui resse il consiglio di amministrazione dal 1961 al 1973. Membro della terza commissione Tributaria del Veneto, diede il suo apporto anche a consigli di amministrazione bancari operanti nella zona. Nell’omelia funebre pronunciata in Cattedrale, monsignore Mario Furini ne rimarcò la spiritualità definendo il Martinolli “uomo saggio ed operoso, ma soprattutto uomo di fede”. In lui, ricordò l’arciprete, “fu sempre prioritario il valore della famiglia condiviso con la moglie Maria Pia”, prematuramente scomparsa nel 2007. Qualche anno fa, con un prezioso atto di omaggio alla memoria, i figli Marco, Federica e Alessandra si sono accollati l’onere del restauro di un “Graduale cinquecentesco” a foliazione continua, appartenente all’Archivio Capitolare della Cattedrale perché rimanga a testimonianza perenne del loro affetto.
Roberto Marangoni
Concluso il corso di italiano per donne straniere
Si è concluso con la consegna degli attestati e una colorata degustazione di piatti tipici il corso di lingua italiana promosso dall’Organizzazione di Volontariato “Effatà!”, dedicato a donne di origine straniera. Un progetto di inclusione sociale e culturale che ha coinvolto 34 corsiste per cinque mesi, con due lezioni a settimana e un approccio personalizzato in base ai diversi livelli di conoscenza della lingua. Il corso, avviato a gennaio, è stato reso possibile grazie al contributo della Parrocchia di Carbonara, dello Sportello delle Opportunità, del Circolo Noi Carbonara, della Fondazione della Banca del Monte di Rovigo e della Caritas Diocesana. Le lezioni sono state curate da un gruppo di volontarie – Donatella Cominato, Laura Braghin, Novella Franceschi, M. Beatrice Pizzo e M. Letizia Portieri – impegnate non solo nell’insegnamento, ma anche nella creazione di un clima accogliente e collaborativo. Fondamentale anche la presenza della mediatrice culturale Hanane Ben Mohamed, della cooperativa “La Bussola Multiservizi Socio-Culturale” di Rovigo, che ha facilitato la comunicazione e la comprensione reciproca. Il progetto ha previsto anche incontri informativi su temi sanitari rivolti alle donne, con una specialista che ha illustrato i servizi offerti dal sistema sociosanitario, e una visita guidata al Museo Archeologico Nazionale. (g.f.)
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La “Serata d’Onore” incanta e raccoglie fondi per una buona causa
Le tre S-cioptà
a cura di Roberto Marangoni
> Del bel tempo e dlà bona zente non se-se stufa mai
> Dlè volta nà bùsia salva la vrìtà
> Chi davanti el t’leca, drio te sgàfa
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Tutto esaurito al parco della scuola materna per la 34^ “Serata d’Onore” del gruppo folk “Bontemponi” in collaborazione di Aribo e Fidas. Applauditissimo il sodalizio nei canti e balli polesani, per dare il via ai festeggiamenti del 60° di fondazione. Così per gli ospiti, l’arpista Camilla Frigato, il baritono Feng Yuangeng ed il basso Ai Xinlong accompagnati al pianoforte da Alessia Leccioli. Con Valeria Cittadin, sindaco di Rovigo, madrina della serata, si è svolta la tradizionale cerimonia, alternata da momenti di commozione, per i 6.648,11 euro raccolti dal gruppo durante le iniziative degli ultimi dodici mesi, comprese quelle natalizie (babbi natale e befana), più i 1.200,90 euro raccolti durante la stessa. Donazioni quindi alla Lega Italiana Lotta ai Tumori, dedicata al comune di Villanova Marchesana, in memoria di Adriano Beccati, all’Ail in ricordo di Antonio Boni, alla “Parent Project”, dedicata al comune di Crespino, in memoria di Gianni Vettorello, a “Mosaico Friends” in memoria di Fabio Birolo, ad “Un cuore, un mondo”, dedicata al comune di Ariano Polesine, in memoria di Gino Navicella e alla scuola materna in memoria
Via G. Garibaldi, 27 - Cavarzere VE per aiutare a scegliere la dieta giusta per il proprio animale
di Walter Rizzati. Altresì l’avvenuta consegna di una borsa di studio a Camilla Frigato, studentessa del Polo Tecnico di Adria. Presenti Elio Agostoni, neurologo di fama mondiale, Alessandra Protti responsabile sclerosi multipla del Niguarda di Milano, Vladimiro Vida primario di cardiochirurgia pediatrica di Padova, l’oncologa Milena Gusella, il senatore Bartolomeo Amidei, gli assessori regionali Cristiano Corazzari e Valeria Mantovan, il
parroco don Massimo Barison, il vicesindaco Federico Simoni, il delegato Fabrizio Romani, oltre a sindaci e assessori di Ceregnano, Crespino, Corbola, Ariano, Villanova Marchesana, Loreo, Porto Tolle, Gavello, Pettorazza e Porto Viro. Sottolineata l’encomiabile attenzione del gruppo per la solidarietà. A Carla Bizzaro l’8° Premio “La Colonna”. Gran finale con l’inno “Oh! Bottrighe” ed i fuochi d’artificio. Roberto Marangoni
Rossella Canato è Cavaliere della Repubblica Italiana
La dottoressa Rossella Canato, originaria di Bottrighe, laurea in giurisprudenza presso l’università degli studi di Bologna, dirigente superiore della Polizia di Stato, dopo aver ricoperto diversi ed importanti incarichi presso la Questura di Rovigo, per poi assumere quello di Vicario del Questore di Ferrara, ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella. La consegna, dalle mani del Prefetto di Rovigo Franca Tancredi, è avvenuta nel Salone del Grano di Rovigo in occasione della 79^ Festa della Repubblica. “La dottoressa Canato - si legge nella nomina - si è distinta per le encomiabili
capacità organizzative, di interazione e alto senso di coesione che le hanno permesso di rag-
giungere sempre brillantemente gli obiettivi prefissati”. Canato aveva iniziato la sua brillante carriera dopo aver superato il primo corso femminile per vice commissario istituito per la prima volta nel 1 985. Arrivò alla questura rodigina dopo un periodo alla scuola allievi agenti di Trieste, ricoprendo diversi ruoli dirigenziali e per un lungo periodo anche quello di Capo di Gabinetto. Il riconoscimento alla dottoressa Rossella Canato, che vive da anni a Rovigo, ha rappresentato motivo di grande orgoglio per tutta la comunità di Bottrighe, dove vivono i suoi più stretti famigliari e dove molti la ricordano e mantengono rapporti di stima e amicizia. (r.m.)
Rossella Canato
I cantieri. Bottacin: “Decine di milioni di euro investiti nel Delta per aumentare la sicurezza del territorio”
Aipo guida gli interventi di sicurezza idraulica del Po
Icantieri sono già partiti nei primi giorni di agosto, ma i lavori entreranno a pieno ritmo operativo da ottobre. Obiettivo: concludere tutti i lavori entro l’estate 2026. È il cronoprogramma dell’Investimento PNRR “Rinaturazione dell’area del Po”, illustrato nella sala Federighi del Comune di Adria alla presenza di istituzioni locali e regionali. Ad aprire ufficialmente i lavori della mattinata è stato il sindaco di Adria, Massimo Barbujani, che ha voluto ringraziare AIPo per l’iniziativa, ricordando “il legame indissolubile tra Adria e il fiume Po”. Nel corso della mattinata, le relazioni tecniche sono state affidate al Direttore di AIPo, Gianluca Zanchelli, e alla dirigente e RUP del progetto Mirella Vergnani, che hanno illustrato nel dettaglio l’avanzamento dei lavori. Due importanti interventi finalizzati all’incremento della sicurezza idraulica (“linea PT”) verranno realizzati a Corbola, Papozze e Mazzorno Sinistro(Scheda 49) e Porto Tolle, Porto Viro (scheda 52), consistenti in opere di protezione arginale mediante diaframma-
ture nel corpo degli argini maestri, con importi – rispettivamente - di 15,1 e di 13,3 milioni di euro. I lavori dureranno circa un anno e sarà dedicata grande attenzione a ridurre al minimo i disagi alla viabilità veicolare durante le operazioni di cantiere. Altri interventi sono in corso di progettazione esecutiva - con già approvato il Progetto di fattibilità tecnico-economica in Conferenza dei Servizi - e riguardano la “linea R”, ossia interventi di riforestazione, ambientali/naturalistici, riqualificazione di lanche e rami abbandonati, controllo specie vegetazionali alloctone invasive. Questi interessano le aree di Ariano nel Polesine (Scheda 48), per un importo lordo da quadro economico di 4,8 milioni; Corbola, Papozze e Mazzorno Sinistro di Adria(scheda 49), per 9,5 milioni; l’area di circa 39 ettari dell’Ansa di Volta Vaccari, situata al km 645 del fiume Po nel comune di Porto Tolle (Scheda 50), per 1,5 milioni; Ca’ Margherita a Porto Tolle e Ca’Pisani a Porto Viro (scheda 52), per 13,2 milioni; Donzella - Porto Tolle (scheda
53) per 12,5 milioni; Tramontana a Rosolina per 1,6 milioni di euro. Un ulteriore intervento attualmente all’esame della Conferenza dei Servizi riguarda invece la “linea M” (interventi idraulico – morfologici) ed è finalizzato alla riattivazione e riapertura di rami abbandonati e apertura nuovi rami fluviali nell’area di circa 900 ettari dell’ Isola della Batteria e Oasi di Ca’ Mello a Porto Tolle (scheda 51) per un importo (sempre lordo da quadro economico) di 4,5 milioni di euro. A chiudere la mattinata è stato Gianpaolo Bottacin, Presidente del Comitato di In-
dirizzo di AIPo Assessore regionale veneto all’Ambiente, Clima, Protezione civile, Dissesto idrogeologico, che ha ricordato:“ Oggi è l’occasione opportuna per ricordare che stiamo parlando di decine di milioni di euro spesi nel Delta per aumentare la sicurezza del territorio e l’incolumità pubblica, che sono prioritari rispetto ad altri pur importanti aspetti. Gli interventi previsti si aggiungono ai 78 milioni di euro che Regione Veneto ha investito nel territorio della provincia di Rovigo sempre per incrementare la sicurezza idraulica”
Guendalina Ferro
Matteo Cesaretto entra nella Fondazione “El Tamiso”
Matteo Cesaretto, presidente dell’associazione Il Tarassaco, entra a far parte del Consiglio Direttivo della neonata Fondazione El Tamiso, emanazione della storica cooperativa biologica padovana che ha da poco celebrato quarant’anni di attività. La Fondazione si propone come nuovo attore culturale nel panorama agroalimentare italiano. Obiettivo dichiarato: rafforzare e diffondere i valori di un’agricoltura sana, etica e consapevole. Non solo produzione biologica, ma anche educazione alimentare, cura del paesaggio, tutela del suolo, promozione della nutraceutica (termine che nasce dalla fusione dei termini “nutrizione” e “farmaceutica”) e, soprattutto, equità tra generazioni. Una visione che Cesaretto conosce bene e che da anni coltiva attraverso Il Tarassaco. “Sono onorato – dichiara Matteo Cesaretto – di essere stato coinvolto in questa avventura. È il segno evidente di come il lavoro fatto in questi anni dalla nostra associazione abbia toccato corde sensibili. Una tappa di una collaborazione già significativamente avviata. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di contaminare e, allo stesso tempo, di contaminarci, attraverso esperienze, pratiche e condivisione”.(g.f.)
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L’incontro. Il coraggio e l’eredità di un eroe dell’aeronautica italiana raccontati tra storia e memoria
Bottrighe ricorda l’impresa di Maddalena, l’aviatore della Tenda Rossa
N el giorno in cui, nel 1928, decollò dalla Groenlandia per salvare l’equipaggio del dirigibile Italia, Bottrighe ha scelto di rendere omaggio al comandante Umberto Maddalena, figura storica e simbolo di coraggio. Un evento culturale, promosso dall’Associazione Memoriale Comandante Umberto Maddalena, ha riportato al centro l’eredità dell’uomo e il suo straordinario contributo all’aeronautica italiana. A introdurre l’incontro sono stati Alberto Bergo, Vicepresidente, e Luciano Fantinati, segretario dell’associazione. Proprio Fantinati ha annunciato una nuova e ampia raccolta di immagini
legge nel suo diario di bordo – l’ammiraglio Casanova annunciò ai giovani ufficiali che la Marina aveva bisogno di uomini capaci di “navigare nel cielo”: era il 1915. Fu così che Maddalena si avvicinò al mondo dell’aeronautica, conseguendo i primi brevetti da pilota. La sua impresa più celebre resta quella del 20 giugno 1928, quando insieme a Pierluigi Penso partirono dalla Groenlandia con due idrovolanti per cercare l’equipaggio disperso del dirigibile Italia, guidato dal generale Umberto Nobile. Durante il volo Maddalena filmò dall’alto la famosa Tenda Rossa e contribuì a
guidare con precisione i soccorsi successivi. Quelle immagini fecero il giro del mondo e Maddalena, per il suo coraggio e la determi-
nazione dimostrata in condizioni estreme, fu insignito della medaglia d’oro al valor aeronautico, la più alta onorificenza del tempo per chi
e documenti, attualmente in fase di elaborazione, che confluirà nel volume “Umberto Maddalena. La vita, le imprese e le gesta eroiche di un figlio illustre di Bottrighe”. Un contributo significativo è arrivato da Letizia Guerra, presidente della Pro Loco di Adria, che ha mostrato al pubblico una rara copia originale del libro scritto da Maddalena nel 1931: “Lotte e vittorie sul mare e nel cielo”, edito da Mondadori con prefazione del ministro dell’Aeronautica di allora, Italo Balbo. Un testo che racconta in prima persona la vocazione marinara dell’autore, nata tra le acque del Po e dell’Adige, e la sua passione per il volo. Il racconto è poi entrato nel cuore della storia: Umberto Maddalena, nato a Bottrighe nel 1894, primogenito di cinque figli, trascorse l’infanzia a Pettorazza Grimani. Dopo aver frequentato il Nautico “Paolo Sarpi” di Venezia e aver navigato fin oltre l’equatore, approdò all’Accademia Navale di Livorno, dove – come si
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serviva nei cieli. Oggi, la celebre Tenda Rossa è conservata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, testimone tangibile di una delle operazioni di soccorso più straordinarie della storia. “Il nome del Maddalena vive ancora – prosegue la presidente della pro loco – il suo esempio continua a parlarci e ci insegna che da un piccolo paesello possono nascere grandi storie: l’audacia, la passione e il senso del dovere sono valori senza tempo”. Guerra ha anche proposto l’organizzazione di camminate culturali nei luoghi legati alla vita dell’aviatore, coinvolgendo associazioni e istituzioni. Lo storico Valentino Zaghi ha inserito Maddalena e gli altri otto eroi di Bottrighe nel contesto storico del Ventennio fascista, ricordando le imprese di Arduino Bizzarro, Cinzio Cassetta, Mansueto Marchiori, Narciso Gambalunga, Tersilio Crivellari, Erminio Fioravanti e Silvano Bolzoni. Proprio di fronte all’edificio comunale che oggi ospita il busto dell’aviatore e la Biblioteca di Babele, sono state posate recentemente le targhe d’inciampo dedicate a questi eroi, tra cui Maddalena stesso: segni concreti di una memoria civica condivisa. Durante l’incontro, Fantinati ha ricordato l’eco internazionale del nome di Umberto Maddalena, citando il Villaggio Maddalena in Libia, la celebrazione annuale in Brasile con una messa in sua memoria e l’iniziativa dell’Aeronautica Militare Italiana che ha commissionato un volume dedicato ai grandi aviatori italiani, tra cui figura proprio Maddalena. A concludere, Gilberto Maddalena, pronipote dell’aviatore e presidente dell’associazione, ha ribadito l’impegno a raccogliere i fondi per realizzare Il progetto del “Memoriale Umberto Maddalena e gli otto eroi di Bottrighe” nella dimora natale dell’aviatore. “Continueremo a lavorare con determinazione – ha detto – per trasformare quel luogo simbolico in uno spazio di memoria, aperto alla cittadinanza e alle future generazioni”. A tutti i presenti è stata distribuita la ristampa del volume dedicato agli eroi di Bottrighe, da tempo esaurito dopo la distribuzione nelle scuole.
Guendalina Ferro
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Umberto Maddalena
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Educazione Cinofila. MyDog ha riunito istituzioni, volontari e cittadini
Cani protagonisti assoluti sul blu carpet
L a seconda edizione di MyDOG, andata in scena in Corso Mazzini, ha registrato un numero importante di pubblico e di partecipanti. Famiglie, bambini e appassionati hanno risposto all’appello di un’iniziativa che, ancora una volta, ha saputo coniugare intrattenimento, educazione e amore per gli animali. Protagonisti assoluti dell’evento sono stati loro: i cani, portatori silenziosi di fedeltà, gioia e intelligenza. La manifestazione è stata organizzata da un gruppo di giovani volontari, con il sostegno di Adria Shopping e il patrocinio del Comune, che hanno saputo costruire una serata coinvolgente e ben ritmata, in cui ogni momento ha avuto un significato preciso.
Il messaggio centrale dell’edizione 2025 è stato chiaro: i cani non sono solo compagni di vita, ma attori silenziosi di sicurezza, salvataggio, inclusione e memoria. Dalla passarella allestita per l’occasione, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha richiamato l’attenzione sul fenomeno dell’abbandono, raccontando storie accadute. A seguire, l’educatrice cinofila Veronica Ferrarese ha condotto un laboratorio interattivo per insegnare a grandi e piccoli come approcciarsi in modo corretto a un amico a quattro zampe, contribuendo così a una cultura della relazione e del rispetto.
Emozione e ammirazione hanno poi accompagnato la dimostrazione operativa dell’Unità Cinofila della
Polizia di Stato, arrivata da Bologna. Le esibizioni hanno mostrato l’efficacia dell’addestramento in situazioni di ordine pubblico, mettendo in evidenza il legame tra cane e agente. La testimonianza personale del Questore di Rovigo, presente all’evento insieme al Commissario Capo della Polizia di Adria, ha rafforzato il significato umano di una serata che ha voluto parlare anche alla coscienza.
Spazio anche alla Scuola Triveneta Cani Guida, che ha offerto ai partecipanti la possibilità di sperimentare cosa significhi essere accompagnati da un cane addestrato: un momento silenzioso e intenso, che ha svelato la straordinaria empatia e competenza di questi animali. Allo stesso modo, la presenza del Gruppo Cinofilo da
Il viceallenatore dell’Under 16 degli azzurri del calcio è l’adriese Matteo Barella
Matteo Barella, 53enne adriese, è stato nominato viceallenatore dell’Under 16 dell’Italia allenata da Manuel Pasqual. Barella, è reduce da un’esperienza in Under 19 allenata da Alberto Bollini, che è stato confermato e che avrà come nuovo vice il vicentino Christian Maggio, già assistente tecnico in Under 21. Le nuove nomine sono state comunicate dal presidente Figc Gabriele Gravina, che ha confermato come coordina-
tore delle nazionali giovanili maschili della Figc Maurizio Viscidi, che avrà inoltre il compito di rapportarsi con il ct Gennaro Gattuso e con il neotecnico dell’Under 21 Silvio Baldini per il collegamento con le nazionali di vertice. L’allenatore polesano comincerà questa nuova avventura azzurra dal primo di agosto con il primo incontro tecnico dei nuovi allenatori azzurri al centro federale di Coverciano il primo di agosto, per
poi affrontare la prima amichevole il 26 agosto a Roma contro l’Inghilterra e poi a settembre volare in Spagna per un torneo amichevole. A settembre, inoltre, Barella sosterrà gli esami finali e la discussione della tesi del corso Uefa Pro, ovvero il massimo livello di formazione per un tecnico e che consente di poter guidare tutte le squadre, incluse quelle partecipanti ai massimi campionati europei. Barella, laureato in scienze motorie
Al Tennis Padel Adria si sono concluse le pre-quali IBI 2026
Si sono conclusi presso il circolo Tennis Padel Adria gli incontri delle pre-quali IBI 2026 di Roma, un torneo che rappresenta un importante passo per gli atleti che intendono accedere al tabellone regionale e competere su due distinti fronti. Il primo obiettivo è l’accesso al tabellone nazionale IBI, riservato al vincitore.
Il secondo riguarda invece la possibilità di entrare nel draw di terza categoria, sia per il singolo che per il doppio. I vincitori delle finali regionali si qualificheranno, inoltre, per le finali nazionali di quarta categoria. Alcuni giocatori, inoltre, potrebbero addirittura competere nei draw di seconda e terza categoria, ottenen-
do così la possibilità di accedere alle pre-quali BNL degli Internazionali d’Italia. Si tratta di un traguardo estremamente ambizioso. Questi i risultati dei giocatori della provincia di Rovigo che hanno superato questa prima importante fase disputata ad Adria. Nel singolare maschile Andrea Milani (under 18 del CT Rovigo),
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Soccorso “Gli Angeli”, operativo in collaborazione con la Protezione Civile, ha mostrato un volto meno noto ma fondamentale del lavoro canino: quello dell’aiuto nelle emergenze. Il gran finale è stato affidato all’attesissima sfilata amatoriale, trasformando Corso Mazzini in un tappeto blu – il “peloso blue carpet” – dove ogni coppia umano-cane ha sfilato tra applausi e flash, sotto l’obiettivo dei fotografi professionisti del Circolo Fotografico Focus. L’atmosfera si è arricchita grazie alla generosità degli sponsor e alla distribuzione di gadget e premi, culminando con una ricca lotteria che ha premiato dodici fortunati, tra cui il vincitore di una vacanza in montagna.
Guendalina Ferro
ad Urbino, attualmente con in tasca un patentino di Uefa A di ‘Allenatore Professionista di Seconda Categoria’, ha sempre allenato il settore giovanile. Prima a Padova, dove ha allenato per cinque stagioni, dai Giovanissimi, fino alla Berretti, poi Spal (Under 15), Chievo Verona (Under 16), Academy dell’ Udinese, facendo anche un’esperienza con una prima squadra, avendo allenato per quattro mesi nella stagione 2019-2020, il
Delta Porto Tolle in serie D. Con Barella, a mettersi in tasca il cosiddetto Master allenatori, tra gli altri, l’ex centrocampista del Napoli, Marek Hamsik, il nuovo tecnico dell’Empoli, Guido Pagliuca, Fabio Pisacane, neo tecnico del Cagliari, Cesc Fabregas riconfermato mister del Como, l’ex giocatore di Lazio, Roma, Inter e Manchester City, Aleksandar Kolarov e Marco Landucci secondo di Allegri al Milan. (c.a.)
si è aggiudicato la finale per ritiro del suo avversario Luca Berton (CT Don Bosco-No Way) a causa di problemi alla schiena. Nel singolare femminile vittoria dell’esperta Laura Contiero (CT Don Bosco-No Way), che ha battuto in due set la giovane Benedetta Zamarco (under 16 del CT Rovigo) con il risultato di 6-3, 6-3. Nel dop-
pio femminile successo per la coppia Sandra Cappato e Martina Slaviero (CT Don Bosco-No Way), che hanno sconfitto Vanessa Zanellati e Margot Bellan con il punteggio di 6-2, 6-4. Alla cerimonia di premiazione è intervenuto il vicepresidente regionale e presidente del circolo Tennis Padel Adria Nicola Martinolli. (c.a.)
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segue da pag. 1
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve
unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”.
Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
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Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
Il personaggio
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio.
Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
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sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
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che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Matteo Ribon
• Chi è Giacomo Brunoro
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Medicina Generale, il Veneto spinge per la riforma: approvato il disegno di legge
Un passo decisivo verso il riconoscimento universitario della Medicina Generale arriva dal Veneto, dove il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge statale n. 27 per la riforma dei corsi di formazione dei futuri medici di base. La proposta, che ora sarà trasmessa al Parlamento nazionale, ridisegna il percorso formativo, attribuendo pieno valore accademico a una specializzazione sempre più cruciale per il sistema sanitario.
Il cuore del provvedimento è la nascita di un Dipartimento integrato Università–Servizio sanitario regionale, un organismo che, sotto il coordinamento del Ministero dell’Università e della Salute, includerà in modo strutturato le aziende sanitarie all’interno della rete formativa, con particolare attenzione ai tirocini sul territorio.
Promossa dalla vicepresidente della commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon (PD), e sostenuta trasversalmente da consiglieri di maggioranza e opposizione, l’iniziativa vuole colmare un vuoto normativo e culturale, offrendo pari dignità accademica alla Medicina Generale rispetto alle altre specializzazioni. «Non è solo un cambiamento formale, ma una
riforma strutturale della formazione e dell’organizzazione della medicina territoriale», ha sottolineato Bigon.
Tra le novità principali, anche la nuova denominazione del corso, che diventerà “Medicina Generale di Comunità e Cure Primarie”, per sottolineare il ruolo chiave del medico di base all’interno della sanità di prossimità. Il corso avrà durata quadriennale, con un percorso di transizione nella fase iniziale, e garantirà agli specializzandi borse di studio equiparate a quelle previste per le altre discipline mediche.
Apprezzamento è arrivato anche dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e la necessità di superare l’attuale assetto formativo: «La sfida vera oggi è rafforzare le cure primarie. Non possiamo che sostenere questa proposta». La riforma punta quindi a formare professionisti con competenze cliniche e organizzative avanzate, in grado di affrontare le nuove esigenze della popolazione e contribuire al rilancio della sanità pubblica, partendo proprio dal territorio. Con l’approvazione in Regione, ora la palla passa al Parlamento.
IPAB IRAS di Rovigo: via al risanamento, azzerato il debito della struttura
Conti in ordine, debiti azzerati e basi solide per il rilancio. È questo il risultato presentato a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, in merito al piano di risanamento dell’IPAB IRAS di Rovigo, storica struttura socio-assistenziale per anziani non autosufficienti del Polesine. Dopo anni di difficoltà economiche e gestionali, la Regione Veneto annuncia la fine di una lunga fase di commissariamento iniziata nel 2016 e l’avvio di una nuova stagione per l’ente.
«Si chiude una vicenda molto tribolata, ma con un esito positivo per tutti – ha dichiarato l’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin –. Abbiamo evitato il collasso dell’ente, mantenuto la gestione pubblica, tutelato gli ospiti e i lavoratori, e ora guardiamo al futuro con un piano solido e sostenibile».
Al tavolo della conferenza stampa, insieme a Lanzarin, erano presenti l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari, il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin con l’assessore comunale Michele Aretusini, e il commissario straordinario dell’IPAB, avv. Tiziana Stella.
L’IRAS, che gestisce 261 posti letto presso la sede di San Bortolo (con altri 100 previsti dal Piano di Zona), aveva accumulato un debito significativo. Il piano di risanamento prevede un’operazione finanziaria articolata: 1,8 milioni di euro versati dal Comune di Rovigo, 1,9 milioni dalla Regione Veneto e un saldo stralcio con i creditori per un totale di 5 milioni di euro di crediti inesigibili. Il bilancio dell’Ente è tornato in utile e l’intero piano sarà monitorato fino al 30 giugno 2028.
«Casa Serena torna ora nella piena disponibilità del Comune – ha aggiunto Lanzarin –. San Bortolo potrà essere ampliato, anche grazie a 2 milioni del Fondo di Coesione stanziati dalla Giunta. È un risultato che vede tutti vincitori».
Grande soddisfazione anche da parte del sindaco Cittadin: «Abbiamo risolto una vertenza che si trascinava da anni. Ringrazio la Regione e il commissario per l’ascolto e la collaborazione. L’attenzione alla nostra comunità e agli anziani è stata prioritaria».
L’assessore Corazzari ha sottolineato l’importanza della sinergia istituzionale: «È stato un lavoro complesso ma necessario. Abbiamo garantito continuità nei servizi e sicurezza per i lavoratori. Chiudiamo una pagina difficile con senso di responsabilità».
Conclude il commissario Stella: «Il bilancio è in equilibrio, i pagamenti sono garantiti, ora siamo pronti a ripartire con una visione chiara e concreta per il futuro dell’assistenza pubblica nel Polesine».
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Riconoscimento internazionale. Centrale Operativa 118 di Rovigo, tra le migliori d’Europa nella gestione dell’ictus
Il 118 di Rovigo premiato con il “Diamond Status” per l’eccellenza nella gestione dell’ictus
La Centrale Operativa 118 SUEM di Rovigo raggiunge un nuovo traguardo: il prestigioso “Diamond Status” degli EMS Angels Awards, massimo riconoscimento a livello internazionale per la gestione preospedaliera dell’ictus. Il premio, conferito dalla società scientifica Angels Initiative, certifica l’eccellenza raggiunta dall’Azienda ULSS 5 Polesana nell’assistenza ai pazienti colpiti da ictus ischemico.
Il risultato, ottenuto sulla base dei dati raccolti nel mese di marzo nell’ambito del programma MonitorICTUS, sancisce un salto di qualità importante: dopo due riconoscimenti “Platinum” consecutivi, il SUEM 118 di Rovigo entra ora nell’élite europea dell’emergenza sanitaria. Si tratta infatti del livello più alto raggiungibile, riservato solo ai servizi capaci di garantire tempi rapidissimi d’intervento, comunicazione efficace con gli ospedali e procedure perfettamente collaudate. Dietro questo successo c’è un lavoro di squadra che coinvolge medici, infermieri, autisti-soccorritori e operatori delle postazioni territoriali, capaci di agire in modo coordinato ed efficiente nei momenti più critici. I criteri per ottenere il “Diamond Status” sono severi: tempo medio sulla scena inferiore ai 25 minuti, preallerta dell’ospedale nel 95% dei casi sospetti, trasferimento del paziente a
una struttura “stroke-ready” sempre nel 95% dei casi, raccolta puntuale delle informazioni cliniche nei tempi richiesti. Parametri che, se rispettati, aumentano significativamente le probabilità di sopravvivenza e recupero dei pazienti. “Ogni 30 minuti nel mondo un paziente colpito da ictus muore o rimane disabile per sempre perché non trattato nel modo giusto – ricorda l’Angels Initiative –. Servizi come il SUEM 118 di Rovigo sono essenziali in questa corsa contro il tempo”.
Soddisfazione da parte dei vertici aziendali. “Questo riconoscimento non è solo un premio formale, ma un attestato concreto della qualità dell’assistenza sanitaria offerta nel nostro territorio”, commenta il Direttore Sanitario, Carla Destro. “È la dimostrazione che preparazione, formazione continua e lavoro in rete fanno davvero la differenza”. A lei si unisce il Direttore Generale, Pietro Girardi: “Un grazie sentito a tutto il personale coinvolto nella gestione dell’emergenza ictus. Complimenti!”.
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Orgoglio Polesano: sei infermieri ULSS 5 conquistano la Laurea Magistrale con 110 e lode
Un traguardo accademico d’eccellenza per sei infermieri dell’Azienda ULSS 5 Polesana, che nei giorni scorsi hanno conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche presso l’Università di Ferrara, ottenendo tutti il massimo dei voti: 110 e lode. Un risultato che testimonia impegno, determinazione e profonda dedizione alla professione sanitaria. I protagonisti di questo successo sono Giulia Mantovan (Pediatria Adria), Damiano Chinaglia (Coordinatore Emodialisi Rovigo e Trecenta), Silvia Zambello (Coordinatrice Rianimazione Rovigo), Emma Pregnolato (Coordinatrice Medicina Trecenta), Anna Orsetti (Oncologia Rovigo) e Silvia Vallati (Medicina Adria). Professionisti che hanno saputo conciliare un percorso di studio avanzato con le responsabilità quotidiane, in molti casi già legate a ruoli di coordinamento. Le tesi discusse si sono concentrate su tematiche di rilievo nell’ambito dell’organizzazione sanitaria, contribuendo allo sviluppo di modelli gestionali innovativi orientati alla qualità dell’assistenza e all’efficienza. Un contributo prezioso per l’intero sistema sanitario locale.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Dott. Simone Bedendo, Direttore facente funzione della UOC Direzione Professioni Sanitarie, dalla relatrice Erica Girotto e dal Dott. Aldo Zattarin: “Raggiungere un simile risultato è segno di una professionalità matura e orientata al miglioramento continuo. È motivo di orgoglio sapere che questi infermieri sono oggi punti di riferimento per tutta l’ULSS 5”. Il Direttore Generale, Dott. Pietro Girardi, ha voluto aggiungere il proprio plauso: “Questi infermieri rappresentano il miglior esempio di come la formazione avanzata possa tradursi in qualità e innovazione. A loro vanno i miei complimenti più sinceri”.
Questo risultato conferma l’importanza che l’ULSS 5 attribuisce alla crescita formativa del proprio personale, ritenendola leva strategica per una sanità moderna e centrata sulla persona.
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive
INVOLTINI
I ZUCCHINE GRIGLIATE
Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.
Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini
Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.
LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)
Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.
Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe
Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.
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CROSTATA DI LIMONE
Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.
Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo
Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro
Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.
Rubrica a cura di Sara Busato
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