laPiazza di Adria - Settembre 2025

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Medicina territoriale, è attivo il primo ambulatorio infermieristico

Fabrizio Boron:

“Svolta storica, daremo un solido futuro al Veneto”

RITORNO

IE’ quasi certo, al voto il 23 novembre

l tempo scorre e di convocazione di elezioni regionali non si vede neppure l’ombra. Tutto ormai lascia presagire che la consultazione che chiamerà al voto i veneti per eleggere il nuovo consiglio regionale e soprattutto il tanto atteso nuovo presidente si terrà il prossimo 23 novembre ovvero la data ultima possibile.

A fissare la data delle elezioni dovrà essere, così stabilisce la legge, l’attuale amministrazione, quindi il decreto di indizione porterà la firma del Presidente Zaia e, appunto, non potrà andare oltre il 23 novembre. Il fatto che si arrivi all’ultimo giorno utile, evidentemente, non nasconde le forti tensioni che si vivono nella maggioranza attualmente al governo della regione Veneto. La difficoltà, dunque, a trovare una sintesi tra riunioni sul territorio e vertici romani è palpabile e sta producendo questo continuo slittamento.

Nei giorni scorsi il Ministro e Segretario della Lega, Matteo Salvini ha provato a rompere gli indugi e a lanciare la candidatura di un suo fedelissimo, il giovane e brillante segretario veneto del partito, Alberto Stefani. Una proposta, questa, che ha trovato, immediatamente, il via libera del presidente Luca Zaia e del Sindaco di Treviso, Mario Conte.

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CLASSE FRA MILLE

Turismo e agricoltura, un anno positivo, ma preoccupano i tagli Ue al primario

Valentina Martelli, visione creativa italo-americana nel mondo dei media

Con 402 iscritti in meno e 13 cattedre tagliate, la scuola polesana riflette un’emergenza demografica strutturale che pesa sulla riorganizzazione dei plessi e sugli investimenti affrontati dagli enti locali

NUOVI INGRESSI E ASSUNZIONI PER SUPERARE LE CRITICITÀ NEGLI UFFICI

Mentre l’Amministrazione potenzia il personale e rilancia i servizi, la vicenda di “Mario” continua a generare polemiche

ENERGETICA

Intanto Agsm Aim ha messo a segno la maxi fornitura di gas per la Pubblica Amministrazione

Scuola sotto pressione

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

I l suono della prima campanella in classe quest’anno è arrivato in un contesto di speranze e di preoccupazioni per la scuola veneta. Da un lato ci sono le immissioni in ruolo disposte dall’Ufficio scolastico regionale: più di 4.000 docenti assunti, di cui 950 di sostegno, rappresentano un segnale positivo dopo anni di contenziosi e supplenze frequenti. È una boccata d’ossigeno che può dare maggiore stabilità alle classi e migliorare la continuità didattica.

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Restauro in corso per Villa Mecenati

SScuola sotto pressione

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Dall’altro, però, gli addetti ai lavori continuano a segnalare buchi importanti: nonostante le nuove assunzioni, all’appello dell’avvio d’anno mancano ancora alcune centinaia di insegnanti, con particolari difficoltà nelle primarie e in alcune discipline scientifiche. Il risultato pratico è che in molte scuole si prevedono ancora orari ridotti o ricorsi massicci alle supplenze, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’apprendimento e organizzazione per le famiglie.

L’Ufficio scolastico regionale ha intensificato le comunicazioni e le operazioni di assegnazione delle cattedre in queste settimane: si sono susseguiti provvedimenti e incontri per coordinare le ultime nomine prima dell’inizio delle lezioni. Questo lavoro “dietro le quinte” è cruciale, ma non può sostituire una programmazione strutturale a medio termine e, soprattutto, continuare a lasciare nella precarietà centinaia di insegnanti che ogni autunno devono attendere le chiamate degli istituti per sapere dove e quanto lavoreranno.

Accanto alle difficoltà di organico pesa il capitolo del caroscuola. Le famiglie venete si trovano a fare i conti con spese sempre più consistenti: libri di testo che in alcuni casi superano i 300 euro a studente alle medie e arrivano a sfiorare i 500 euro nei licei, trasporto scolastico che incide sensibilmente nei bilanci di chi vive fuori dai centri urbani, rette delle mense che non fanno che crescere per effetto dell’inflazione.

Una parte di queste spese è alleggerita dai contributi regionali o comunali, buoni libro, agevolazioni per le tariffe, borse di studio, ma la coperta è corta e la disparità tra territori anche vicini resta evidente. Alcuni municipi riescono a garantire sostegni significativi, altri faticano a trovare le risorse, creando un mosaico di opportunità che non sempre assicura equità.

ono partiti a fine luglio e si concluderanno entro ottobre i lavori di restauro conservativo di Villa Mecenati, storica sede del Conservatorio di musica “Buzzolla” di Adria. Un intervento che non è solo architettonico, ma anche simbolico: un recupero che intreccia cultura, eredità morale e inclusione. “Il recupero armonioso della villa è un sogno che si avvera, nel rispetto e nella memoria storica dei coniugi Ferrante e Rosita Mecenati”, ha dichiarato Luciano Fantinati, presidente della Fondazione Mecenati Il primo stralcio dell’intervento riguarda due elementi chiave: il rifacimento completo del tetto, che si estende su una superficie di circa 370 metri quadrati, con l’inserimento di un pannello isolante termico e membrana bituminosa e l’installazione di un ascensore a supporto del superamento delle barriere architettoniche. L’esecuzione dei lavori è affidata alla ditta Edil Esseti di Chioggia, selezionata tramite una procedura competitiva tra diverse imprese, valutate anche sulla base dell’affidabilità, dell’esperienza e della solidità tecnica. Grazie al ribasso d’asta ottenuto, sarà possibile ampliare l’intervento anche alla facciata principale della villa, con il ripristino degli intonaci e delle tinteggiature. “Potremo così riportare Villa Mecenati al suo antico splendore – ha sottolineato Fantinati – in piena sintonia con la missione della Fondazione e con la collaborazione attiva del Conservatorio”. Il progetto, curato dall’architetto Scarpari, che ne è anche direttore dei lavori, è stato reso possibile grazie a un finanziamento chirografario decennale concesso da Bancadria Colli Euganei, senza quindi ipoteca sull’immobile. “Ringrazio in particolare il presidente Mauro Giuriolo – ha aggiunto Fantinati – per aver creduto in questa operazione. Le rate mensili saranno coperte in modo sostenibile grazie agli affitti degli alloggi riservati agli studenti del Conservatorio”. “Il restauro di Villa Mecenati non è solo un’opera edilizia – sottolinea Fantinati - è un investimento nella cultura, nell’accessibilità e nella qualità della formazione musicale, che andrà a beneficio di studenti, docenti e di tutto il personale del “Buzzolla ”. Guendalina

La storica sede sarà riqualificata per un importo di 200mila euro

Il punto politico è chiaro: le soluzioni tampone non bastano più. Servono politiche che affrontino il problema alla radice, piani di reclutamento più stabili, formazione continua che risponda ai bisogni delle scuole locali, incentivi per trattenere i docenti nei territori più fragili e, parallelamente, interventi più strutturati a sostegno delle famiglie. La scuola non è solo organici e cattedre: è anche accessibilità economica, condizioni che permettano a ogni ragazzo di iniziare l’anno senza pesi eccessivi sulle spalle dei genitori.

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Verso le Elezioni 2025

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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale. (In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

Politica. Resta aperto il caso del cittadino a cui fu negata la residenza

Rafforzati gli uffici: nuovi ingressi, lavori pubblici e polizia locale

Nuove assunzioni ad Adria rilanciano i servizi comunali. Ma il caso del cittadino “Mario”, escluso da cure e residenza, apre un fronte politico: chieste dimissioni dell’assessore Baratella e si muove un comitato cittadino

“D a febbraio stiamo cercando di colmare le varie criticità negli uffici comunali, specie negli uffici di anagrafe e servizi demografici”, ha annunciato il sindaco Massimo Barbujani. “Diversi gli arrivi, ma ci saranno altre figure che, per mobilità, si sposteranno vicino a casa. Stiamo lavorando per rimpiazzarli”. Dal 1 agosto sono entrate in servizio nuove unità per coprire vuoti in anagrafe, urbanistica, lavori pubblici e altri uffici. Un’operazione che segue un periodo difficile: “Tutto si è fermato con la scomparsa del nostro segretario comunale Antonino Fortuna — prosegue il sindaco — poi abbiamo avuto una ripresa con la dottoressa Acquaviva e ora un’accelerazione con il dottor Petrillo”. Tra i nuovi ingressi figurano: Silvia Pensotti (manutenzioni e patrimonio), Oriana Tiengo (urbanistica), Rita Franzoso (ufficio scolastico), Belinda Berti e Nicola Albertin (servizi demografici), Mora Letizia (ambiente), Silvia Barella (lavori pubblici), Matteo Donà (Suap). Per la polizia locale sono entrati in servizio Ilaria Cipriani, Mirco Bertaggia e Chiara Maria De Giuli. A settembre arriveranno due figure di peso: il nuovo dirigente ai lavori pubblici, l’ingegner Alberto Moscardi, classe 1966, con esperienze nei comuni di Rovigo, Porto Viro e

Sant’Urbano (PD), e un nuovo segretario comunale. Il rafforzamento della struttura amministrativa avviene mentre resta aperto il dibattito politico sul caso “Mario”(nome di fantasia): un cittadino scomparso lo scorso maggio, al quale per mesi sono stati negati la residenza e, di conseguenza, l’accesso al medico di base e alle cure sanitarie. Una vicenda ricostruita nei vari step, nel corso di un incontro pubblico in piazzetta Marino Marin, dai consiglieri comunali di minoranza Giorgio Zanellato (PD), Enrico Bonato e Sandra Moda (Ibc).Un’occasione , durante la quale è emersa la richiesta delle dimissioni dell’assessore ai Servizi Sociali Giselda Baratella. A distanza di settimane, la risposta del sindaco resta la stessa: “Ogni cosa a suo tempo”, rinviando ogni decisione a settembre. Nel frattempo, in città si sta formando un comitato spontaneo per la tutela dei diritti, con l’obiettivo di impedire che quanto accaduto a “Mario” si ripeta. Il gruppo spontaneo di cittadini, ha diffuso una nota attraverso la quale non esclude una petizione popolare per chiedere le dimissioni dell’assessore Baratella. “Sarebbe auspicabile — si legge nel documento — una presa di posizione netta anche dalle altre forze politiche di minoranza. Invitiamo la mag-

gioranza a una seria riflessione. Servono impegni concreti per sostenere la moglie e il figlio di Mario, promuovendo progetti socio-assistenziali e momenti di socialità utili alla loro piena integrazione nella comunità”. A settembre, l’Amministrazione si trova quindi di fronte a un doppio banco di prova: rilanciare efficienza e servizi della macchina comunale e dare una risposta politica chiara su una vicenda che ha colpito la sensibilità di molti adriesi.

La consigliera Passadore propone più controlli

“Negli ultimi giorni e mesi, anche nella nostra città, stiamo assistendo a un fenomeno allarmante: episodi di violenza giovanile, spesso alimentati dall’abuso di alcol. Aggressioni ai passanti, risse tra gruppi di ragazzi e comportamenti antisociali stanno minando la serenità e il senso di sicurezza della nostra comunità”. Si legge nella nota ufficiale della consigliera Sandra Passadore, Capogruppo di Fratelli d’Italia. “Non possiamo permettere che le nostre strade diventino terreno di scontro e degrado – sottolinea Passadore –. Le istituzioni hanno il dovere di reagire, non solo con fermezza, ma anche con lungimiranza”. La ricetta proposta da Fratelli d’Italia mette insieme sicurezza e politiche sociali. Da un lato una presenza più costante e visibile delle

forze dell’ordine nei luoghi e negli orari più critici; dall’altro investimenti per offrire ai ragazzi alternative reali: attività sportive, culturali e formative capaci di allontanarli dall’ozio e dall’abuso di alcol. Fondamentale anche l’idea di una città più viva e partecipata, con piazze e quartieri animati da eventi culturali, musicali e sportivi in grado di rafforzare il senso di comunità. “Una città viva – ricorda Passadore – è una città più sicura”. “Come capogruppo di Fratelli d’Italia - conclude Passadore - mi impegno a portare queste proposte nelle sedi

istituzionali, affinché la nostra città torni a essere un luogo sicuro, accogliente e capace di valorizzare le nuove generazioni”. (g.f.)

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Guendalina Ferro

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Focus scuola/1. Saldo negativo di 402 studenti e 13 cattedre in meno, la scuola cerca riscatto

Polesine, banchi più vuoti e fuga di talenti

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ono 23.608 gli studenti iscritti alle scuole statali di ogni ordine e grado in provincia di Rovigo per l’anno scolastico in corso. Un dato che, però, conferma la tendenza negativa: rispetto allo scorso anno si contano 402 alunni in meno, dopo il già pesante calo di 388 unità registrato nel 2023/24. Il decremento riguarda soprattutto le scuole primarie e secondarie di secondo grado, che segnano un saldo negativo di 200 iscritti. Seguono le scuole medie con 110 alunni in meno, e la scuola dell’infanzia, che perde 95 iscritti. Le conseguenze non si fanno attendere: il calo demografico ha portato al taglio di 13 cattedre, riducendo l’organico docente a 2.092 unità complessive, a cui si aggiungono circa 400 insegnanti di sostegno. Resta invece stabile il personale amministrativo, tecnico e ausi-

liario (Ata), che conta circa 800 addetti tra primarie e secondarie. Un quadro che conferma le difficoltà del sistema scolastico polesano, stretto tra crisi demografica e riduzione delle risorse. Negli ultimi anni la provincia ha visto partire sempre più giovani, soprattutto laureati. Il fenomeno dell’emigrazione giovanile dal Polesine continua a crescere, confermandosi una delle criticità più gravi per il territorio. Ogni anno circa tremila diplomati lasciano le scuole superiori della provincia, ma meno di 800 scelgono di rimanere. Tra chi prosegue gli studi universitari, solo una minoranza torna a vivere stabilmente in provincia dopo la laurea. Il numero di under 35 che hanno lasciato Rovigo e il Polesine è passato dai 47 casi del 2011 ai 192 del 2024, un incremento costante che evidenzia una tendenza ormai strutturale.

Ancora più preoccupante è la composizione di questo esodo: oltre il 61% di chi parte è laureato, segnale che la perdita riguarda in modo particolare giovani con alta formazione. Il quadro si intreccia con i dati sul lavoro. Nel 2024 il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto il 15,6%, a fronte di una media regionale del 10,9%. Anche l’indicatore dei cosiddetti Neet – giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano – fotografa una situazione più critica rispetto al resto del Veneto: 17,5% contro una media del 10,5%. Tra le cause la mancanza di lavoro qualificato, ben retribuito e compatibile con la vita privata. A questo si aggiungono la scarsità di alloggi in affitto e un contesto sociale poco stimolante, che spinge molti a cercare altrove condizioni migliori. Poi ci sono radici storiche: il Polesi-

Addio smartphone in classe: ad Adria il modello degli armadietti elettronici

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, gli istituti superiori delle province polesane si preparano a dire addio all’uso libero dei telefoni cellulari in classe, allineandosi alle regole già in vigore nelle scuole elementari e medie. La circolare ministeriale dello scorso giugno ha evidenziato gli effetti negativi di un uso eccessivo dello smartphone su salute, benessere e rendimento scolastico degli studenti, lasciando agli istituti ampia autonomia nella gestione delle modalità di applicazione. Tra le soluzioni adottate, l’istituto Cipriani-Colombo di Adria rappresenta un modello all’avanguardia:

grazie ai fondi del Pnrr, in due dei tre plessi scolastici erano già stati installati armadietti porta cellulari con chiusura elettronica, un sistema partito come sperimentazione e ora consolidato. Il terzo plesso, per motivi di costi, sarà oggetto di ulteriori valutazioni, ma l’impegno è quello di uniformare le modalità di gestione in tutta la scuola. L’iniziativa non si limita a un intervento logistico: l’istituto punta anche a un percorso educativo, volto a stimolare negli studenti una maggiore consapevolezza sull’uso corretto del digitale e a ridurre comportamenti dannosi o distrattivi durante le lezio-

ne resta un territorio rurale, incapace di valorizzare le competenze dei laureati. Un territorio che si conferma così una delle aree più fragili della regione per quanto riguarda la capacità di trattenere e valorizzare le nuove generazioni. Il suono della campanella ha segnato l’inizio del nuovo anno scolastico, ma dietro l’entusiasmo dei primi giorni si cela un dato che non può passare inosservato: il calo de-

ni. Il contesto nazionale conferma l’urgenza di interventi simili. I dati delle prove Invalsi mostrano un aumento della quota di studenti delle superiori con scarse competenze in italiano e matematica, fenomeno che viene attribuito anche alla crescente presenza dei dispositivi mobili nella vita scolastica. Con l’inizio delle lezioni, la scuola di Adria si propone come un modello che coniuga sicurezza, organizzazione e educazione digitale, preparando gli studenti a un utilizzo più consapevole della tecnologia e a un rientro in aula meno “digitale” e più concentrato sullo studio. (s.b.)

gli studenti. Meno presenze tra i banchi, corridoi più silenziosi, un segnale che riflette i cambiamenti demografici del territorio. La sfida, ora, è trasformare questa diminuzione in un’occasione di rinnovamento: ripensare il ruolo dell’istruzione e restituire alla scuola quella centralità che da sempre rappresenta il cuore pulsante della comunità polesana.

Focus scuola/2. Dietro l’inaugurazione, quali risposte concrete per famiglie e bambini?

Nido “Magicabula” milionario: favola educativa o spot da PNRR?

Un investimento di oltre due milioni di euro, finanziato con i fondi del Pnrr, ha permesso alla comunità di Adria di riavere a disposizione un asilo nido moderno, sicuro e sostenibile. Il nuovo edificio di via Bettola, che ospita il nido Magicabula, è stato realizzato secondo i più avanzati standard antisismici ed energetici ed è classificato Nzeb (Nearly Zero Energy Building), cioè a consumo energetico quasi nullo. La struttura è pronta ad accogliere sessanta bambini dai tre mesi ai tre anni, ampliando l’offerta educativa rispetto al precedente stabile che disponeva di 45 posti. L’obiettivo dell’amministrazione è di incrementare ulteriormente la capienza fino a 75 posti nei prossimi anni, rispondendo così alle crescenti esigenze delle famiglie del territorio. Il nuovo asilo nido non rappresenta solo un modello di sostenibilità ed efficienza energetica, ma anche un esempio di attenzione alle famiglie. Durante la demolizione del vecchio edificio, costruito nel 1978, il servizio educativo non è mai stato interrotto: per un mese i piccoli alunni sono stati ospitati nei locali della scuola dell’infanzia Gregnanin dell’Istituto comprensivo Adria Uno, garantendo così continuità e

serenità alle famiglie. Per consentire il trasloco e l’organizzazione degli spazi nella nuova sede, il servizio sarà sospeso solo nei primi quattro giorni di luglio. L’Amministrazione comunale, riconoscendo l’eccezionalità della situazione, ha inoltre previsto l’azzeramento della retta per le famiglie che decideranno di non far frequentare i propri figli durante l’intero mese. Un’ulteriore misura di supporto ha riguardato la mensa: poiché la scuola Gregnanin non dispone di cucina interna, il Comune si è attivato per garantire la preparazione e la fornitura dei pasti tramite un ente esterno, così da non interrompere il servizio di refezione. Il nuovo edificio del nido Magicabula è stato progettato nel pieno rispetto delle più recenti norme antisismiche e offre ambienti accoglienti, luminosi e funzionali. Tra i punti di

forza spiccano un atrio polivalente di 80 metri quadrati, ideale per attività collettive, e un ampio giardino esterno, che permetterà ai bambini di trascorrere tempo all’aria aperta in totale sicurezza. La struttura è stata concepita con un’attenzione particolare al benessere e alla crescita dei più piccoli. Fiore all’occhiello la cucina interna, con una cuoca dedicata alla preparazione quotidiana di menù settimanali freschi ed equilibrati, studiati per garantire una dieta varia e salutare. Con l’inaugurazione del nuovo nido Magicabula, Adria compie un passo importante verso un futuro più sostenibile e a misura di famiglia. Un investimento che non si traduce soltanto in muri e servizi, ma in un segnale concreto di attenzione alle nuove generazioni e alla qualità della vita della comunità.

Il nuovo Magicabula: un esempio virtuoso di edilizia scolastica moderna o un’eccezione che conferma il ritardo del sistema? Un’inchiesta sul rapporto tra investimenti pubblici, inclusione e sostegno alle famiglie

Il rientro sui banchi si conferma un duro colpo per le tasche delle famiglie italiane. Secondo le stime accompagnare un figlio al primo anno delle scuole superiori può costare più di 1.300 euro. Una cifra che comprende libri, corredo scolastico e ricambi, e che si somma alle spese sostenute durante l’estate, mettendo ulteriormente in difficoltà i bilanci domestici. Il capitolo più pesante resta quello dei libri di testo: già lo scorso anno la spesa media superava i 715 euro e le proiezioni per il 2025 non offrono prospettive migliori. In generale, si registra un aumento medio del 5%: i libri rincarano del 3,8%, la cancelleria del 6,1%, mentre gli articoli di cartoleria sono l’unico segmento in lieve calo, con un -4,1%. In

questo quadro cresce il ricorso al mercato dell’usato, che permette risparmi consistenti, fino al 50% rispetto al nuovo. Per esempio, per una prima liceo classico l’acquisto di testi e vocabolari può arrivare a 500 euro, ma con l’usato la spesa si riduce a circa 350 euro. Anche la grande distribuzione si muove per venire incontro alle famiglie: sempre più supermercati propongono sconti fino al 15% sui testi nuovi.

A ciò si aggiunge l’espansione del mercato online, dove le piattaforme dedicate allo scambio di libri registrano un aumento esponenziale di utenti, confermandosi una valida alternativa per contenere i costi. Un ritorno a scuola che, tra rincari e sacrifici, somiglia sempre più a una corsa a ostacoli per

Sara Busato

Scuola, la stangata continua: con libro, corredo e cancelleria si va a oltre a mille euro

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le famiglie. La sfida ora è trovare soluzioni concrete e durature: dal potenziamento del mercato dell’usato al sostegno delle piattaforme di scambio, passando per politiche pubbliche capaci di alleggerire un peso che, anno dopo anno, rischia di trasformare il diritto allo studio in un lusso. (s.b.)

L’iniziativa. Una serata di racconti, immagini e memorie per celebrare l’identità diffusa della città

“Adria, città delle meraviglie Otto frazioni, mille storie”

N el suggestivo cortile della Fondazione Franceschetti e Di Cola, la Pro Loco di Adria ha aperto una finestra speciale sulle anime nascoste della città, presentando la serata “Adria, città delle meraviglie – otto frazioni, mille storie”. Un progetto che nasce dal desiderio di dare voce ai luoghi che spesso restano fuori dalla narrazione ufficiale: le frazioni di Adria, scrigni di memorie, tradizioni e piccoli grandi tesori. A fare gli onori di casa, il segretario della Fondazione Lucia Tiozzo, alla quale ,la presidente della Pro Loco Letizia Guerra ha rivolto un sentito ringraziamento per il sostegno che ha reso possibile l’iniziativa. Il cuore della serata è stato la proiezione di tre brevi video ispirati al Numero Unico dello scorso anno: un viaggio fatto di volti, dettagli, aneddoti e scorci capaci di raccontare la ricchezza diffusa del territorio. A realizzarli, Samuele e Sabrina di Qual Buon Veneto, che durante la presentazione hanno sottolineato: “Parlare del territorio, raccontarlo, è un dovere ma anche un onore. Per noi è stata una delle esperienze più belle, non solo per il progetto in sé, ma per l’accoglienza ricevuta”. Dopo le immagini, la presidente della Pro Loco ha dato voce ad alcuni protagonisti dei racconti filmati: Mauro Crepaldi, appassionato collezionista, e Luciano Fantinati, rappresentante dell’Associazione Memoriale Comandante Umberto Maddalena di Bottrighe. L’evento, inserito nella rassegna Arte al chiaro di luna della Fondazione Franceschetti e Di Cola, ha visto anche la presentazione del nuovo pieghevole “Adria, città delle meraviglie – otto frazioni, mille storie”: una guida pratica e una mappa da portare con sé, arricchita da un QR code che consente di rivedere i video con un semplice smartphone. Non solo immagini: la serata ha regalato anche un’anteprima delle borse ufficiali del progetto, disponibili in numero limitato presso la sede della Pro Loco, in cambio di una donazione responsabile a sostegno delle attività dell’associazione, soprattutto in vista del 60° anniversario di fondazione. «Ogni contributo ci aiuterà a continuare a raccontare, valorizzare e custo-

dire la bellezza del nostro territorio», ha ricordato la presidente. Il pubblico è stato infine coinvolto attraverso un questionario online, dal quale è emerso un alto gradimento per i video e un suggerimento ricorrente: coinvolgere sempre di più giovani e scuole. ” I filmati sono già disponibili sul canale YouTube dell’Associazione e presto troveranno spazio anche sul nuovo sito della Pro Loco, -rende noto la presidente Guerracontinuando così a far viaggiare le storie delle frazioni oltre la serata stessa”.

Libera.Mente, un evento per la salute mentale

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n occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che ricorre il 10 ottobre, ad Adria sarà organizzato un evento dal respiro corale e partecipato: LIBERA.MENTE –“Salute mentale tra ricerca, lavoro e comunità”. L’iniziativa, in programma sabato 11 ottobre 2025, è sostenuta da Palcoscenico di Emozioni, AITSAM, Comunità Terapeutica Corte Guazzo, CSA Centro Servizi Anziani e AULSS 5 Polesana. L’obiettivo è chiaro: abbattere barriere e pregiudizi che ancora oggi, troppo spesso, circondano chi vive fragilità di carattere sanitario o sociale, trasformando la salute mentale in un tema di comunità, capace di unire ricerca, lavoro, arte e relazioni umane. A rendere speciale la giornata sarà la straordinaria partecipazione della CLU –Cooperativa Sociale Lavoratori Uniti Franco Basaglia di Trieste, realtà di riferimento a livello nazionale per i suoi progetti di cura e lavoro inclusivi. Non mancheranno momenti di alto profilo culturale: la Prof.ssa Alessandra Simonelli, docente dell’Università di Padova, terrà una Lectio Magistralis confrontandosi con professionisti ed esperti del territorio. Il programma di LIBERA.MENTE si articolerà in più momenti e spazi cittadini.Ore 11.00, Piazzetta San Nicola: presentazione dei prodotti realizzati dagli ospiti della Comunità Terapeutica Corte Guazzo, accompagnata dalle ballerine della Scuola di Danza Classica e Moderna di Adria.Ore 17.00, Casa delle Associazioni (via Dante): saluti istituzionali e conferenza della Prof.ssa Simonelli con il Dott. Ric. Gaia Spicciarelli.Ore 18.15: incontro con la vicepresidente Donatella Grizon e i lavoratori della CLU, coordinato dal Dott. Ric. Marco Roccato.Ore 20.00, Teatro Pertini (via Corridoni): cocktail di benvenuto.Ore 21.00: grande spettacolo serale con le formazioni musicali “Ukulele Lovers” e “Orchestrina Strambiforte” di Alessandro Tessarin, insieme alle performance degli allievi del corso di teatro della Comunità Corte Guazzo, ballerini e artisti locali. Tutti gli eventi saranno gratuiti e aperti alla cittadinanza. “Un impegno –sottolineano Maurizio Turatti, Mauro Colombo, Ferruccio Donà e Gianni Ravarro, promotori dell’iniziativa – dettato dalla volontà di dare voce e dignità a chi troppo spesso resta invisibile”. (g.f.)

La sentenza. Conclusa la controversia tra il Csa di Adria e l’Ipab Danielato di Cavarzere

Il Consiglio di Stato chiude la vertenza

Ora è veramente finita. La lunga disputa legale tra il Centro Servizi Anziani di Adria e l’Ipab Danielato di Cavarzere si è conclusa con una netta vittoria per l’ente adriese. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso dell’Ipab cavarzerana, confermando la sentenza del Tar del Veneto che già nel 2022 aveva riconosciuto la legittimità della decisione del CSA di Adria di risolvere la convenzione con l’Ipab Danielato per grave inadempimento, a partire dal 1° gennaio 2020. Di conseguenza, la struttura adriese non dovrà corrispondere i 90.768,73 euro richiesti dall’Ipab di Cavarzere per presunta risoluzione anticipata della convenzione, che era originariamente prevista in scadenza al 31 dicembre 2022. Il Consiglio di Stato ha sancito un punto chiave della controversia, dichiarando che: “l’inadempimento rispetto all’impegno concordato trova conferma dai concomitanti impegni assunti dalla medesima persona presso altre strutture (Ipab Francesco Beggiato di Conselve e Ipab Opera Pia Francesco Bottoni di Papozze

come da deliberazioni n. 16/2019 e n. 13/2019), con la evidente conseguenza che una pluralità di strutture presso cui lo stesso dott. Badiale era chiamato a svolgere la propria attività lavorativa, incideva in termini evidenti sulla effettiva possibilità di mantenere gli impegni assunti e non modificati a seguito di tali ulteriori incarichi. In definitiva, la valutazione svolta dalla sentenza impugnata risulta, oltre che logicamente fondata e motivata, basata sulle risultanze in atti. In ragione di quanto esposto il ricorso in appello deve essere respinto.”

Una motivazione che chiude definitivamente ogni dubbio sull’operato del precedente Consiglio di Amministrazione del CSA di Adria, presieduto da Simone Mori e composto da Graziella Braghin, Simonetta Menini, Mauro Colombo e Daniela Pasquali (quest’ultima oggi ancora in carica). Il gruppo, all’epoca dei fatti, prese una decisione difficile ma necessaria, nel pieno dell’emergenza pandemica.

La rottura con Danielato riguardava la condivisione della figura del Direttore, prevista da una

convenzione avviata nel 2016 e progressivamente estesa ad altre strutture (da tre a cinque), senza che fosse mai redatto un nuovo atto ufficiale di modifica. Inoltre, la convenzione veniva puntualmente disattesa. La decisione del vecchio CdA ricevette il plauso dei lavoratori e del Consiglio Comunale, allora guidato dal sindaco Omar Barbierato, anche se non mancarono le critiche da chi oggi siede in maggioranza nel governo cittadino. L’ex presidente Mori –si legge

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in una nota ufficiale - ha voluto esprimere gratitudine all’Avv. Ludovica Bernardi e allo Studio Legale Garofalo di Padova, per il supporto ricevuto in questi anni difficili. Ha inoltre sottolineato che solo un Consiglio coeso e indipendente dalla politica può garantire risultati solidi per il bene dell’Ente: “La politica deve supportare il Csa, non cercare di comandarlo.” Mori ha anche ricordato l’importanza di ritornare quanto prima alla piena capienza di 200 ospiti, come previsto dal

piano di rientro approvato dalla Regione tramite il Crite (Commissione regionale per l’investimento in Tecnologia ed Edilizia) Mori chiude con un auspicio: che le consigliere Romani, Pasquali e Campioni trovino piena condivisione nel CdA con Rossi e Casellato, “perché l’Ente ha bisogno di unità e non di fratture interne, soprattutto in un momento in cui i nodi economici post-pandemia ed energetici restano ancora da sciogliere”. Guendalina Ferro

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Simone Mori

Il progetto. Mostra, cena e spettacolo per ricordare Arnaldo Cavallari

La città rilancia “Buon compleanno Ciabatta”

T orna a settembre “Buon compleanno Ciabatta”, il progetto dedicato ad Arnaldo Cavallari, l’inventore del celebre pane nato nel 1982. L’iniziativa, promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Accademia del Pane Arnaldo Cavallari, si svolgerà tra settembre e dicembre e combina memoria, cultura e gastronomia. L’esposizione, a ingresso libero e visitabile per tre mesi, ripercorrerà la vita di Cavallari come imprenditore e sportivo, dalle innovazioni nel settore della panificazione alla carriera agonistica. Nella stessa giornata, la Galleria Braghin ospiterà una cena-buffet a base di pane Ciabatta, curata dall’Accademia, che gestirà gli incassi per coprire parte delle spese. Entro fine anno, il calendario prevede uno spettacolo al Teatro Comunale con la partecipazione di un artista di rilevanza nazionale. Il Comune sostiene l’iniziativa mettendo a disposizione spazi e attrezzature – teatro comunale, galleria degli artisti, sedie e tavoli – e stanziando un contributo straordinario di 5mila euro, da liquidare al termine delle ini-

ziative previa rendicontazione delle spese. Nato a Fiesso Umbertiano nel 1932 e scomparso ad Adria nel 2016, Arnaldo Cavallari ha ideato la Ciabatta insieme al panificatore Francesco Favaron. Ma la sua storia va oltre il pane: inventore di altri prodotti come la “Ciabatta Natura” e il “Pane Toscano Natura”, Cavallari è stato anche un appassionato sportivo. Campione universitario di automobilismo nel 1954, vinse diversi campionati italiani rally, la Mitropa Cup nel 1965 e il Trofeo Internazionale Rally nel 1966. Nel 1977 fondò il Panathlon Club di Adria, promuovendo iniziative culturali e di solidarietà. Tra le curiosità, detiene il record del panino più lungo del mondo (4.381 metri, 1988) e nel 2004 ha pubblicato il libro “Una vita al sole”. Con la delibera della Giunta comunale del 9 ottobre 2024, l’area prospiciente il Canal Bianco, di fronte al Teatro Comunale, è stata intitolata “Passeggiata dei Cavallari”, a testimonianza della rilevanza locale e nazionale di un uomo che ha saputo unire innovazione, sport e impegno civico.

Guendalina Ferro

La passata senza sale di Laura Beltrami premiata con una stella al Great Taste

Una passata di pomodoro capace di conquistare il palato esperto dei giudici internazionali, senza bisogno di sale né fronzoli. Solo pomodori locali, lavorati con cura artigianale e rispetto della materia prima: è così che Laura Beltrami, imprenditrice di Adria e titolare del marchio Laura B. Naturalmente, ha ottenuto una stella al Great Taste 2025, tra i più prestigiosi concorsi a livello internazionale dedicati al gusto e all’agroalimentare. Nel suo piccolo laboratorio sotto casa, Laura trasforma frutta e verdura in conserve e sughi naturali. La passata premiata nasce da pomodori a km 0, lavorati senza sale, per esaltare al massimo l’essenza del prodotto. “Voglio che chi la assaggia senta solo il pomodoro”, afferma Laura, che crede in una cucina pulita, essenziale, autentica. Il suo percorso è iniziato nel 2016 a Donada di Porto Viro, con un primo laboratorio annesso al negozio di ortofrutta, alimentato dai raccolti dell’azienda agricola di famiglia. Poi, nel 2021, la scelta di tornare alle origini con un’attività a misura di vita familiare, ad Adria. La sua formazione all’istituto alberghiero di Adria le ha dato le basi tecniche per sperimentare e perfezionare ricette che oggi parlano di territorio e qualità. Associata a Confartigianato Polesine, Laura è l’emblema di un artigianato che guarda al futuro senza rinunciare alla verità delle cose semplici. (g.f.)

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Elena Passadore “Bontempone Onorario”

Le tre S-cioptà

a cura di Roberto Marangoni

> L’acqua màrsa le pale del mulin

> Le sùche le và dov can ghè bosgati

> Ogni Santo merita la so candela

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SPO 24 DIRETTA

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ogni campo, ogni emozione. Live

Dirette dai campi delle principali

e aggiornamenti in tempo reale

’insegnante Elena Passadore, presidente della Fondazione Bocchi di Adria, è “Bontempone Onorario”. Nella motivazione si evidenzia che è “Amica da molti anni dell’associazione, che segue spesso anche in trasferte, per stima reciproca con i suoi componenti e per contribuire, collaborando attivamente, alla promozione delle iniziative di solidarietà dei Bontemponi”. Passadore ha ringraziato commossa tutti gli amici del gruppo di Bottrighe. Il conferimento di ciò si è svolto durante la 18^ edizione della serata “Tra gusto & folklore” all’insegna dell’allegria, delle tradizioni, della cultura e della solidarietà, svoltasi recentemente ai piedi del Canalbianco, presso l’azienda agrituristica “La Salute” di Adria. Il gruppo folkloristico è stato organizzatore e protagonista nel parco, tra le maestose piante della tenuta di Cà Garzoni. Oltre settanta i partecipanti per gustare le specialità della gastronomia polesana, intervallate dalle cante e ballate dei Bontemponi, che han-

no saputo divertire tutti anche con alcuni siparietti molto coinvolgenti. Ottima la cura dei dettagli dove ognuno aveva il segnaposto personalizzato ed i menù con le indicazioni delle materie prime prodotte dall’azienda, preparati come sempre da Nicola Donà, fonico e segretario dell’associazione. Tra i commensali Dorina Burattin e Antonio Marcato della gemellata pro loco “Vita d’altri tempi” di Correzzola, che propongono nelle piazze 25 antichi mestieri, una delegazione della gemellata banda cittadina di Porto Viro con Doriano Mancin,

Il camino abbattuto: memoria tradita per una centrale mai accesa

già sindaco della sua città, tra i fondatore del complesso bandistico, lo storico Nerino Albieri, Antonio Ferri e Paola Maddalena di Grugliasco, originari di Corbola e Bottrighe, organizzatori di eventi polesani nella città piemontese, Giovanni Ranzato e Alessia Leccioli, rispettivamente direttore e organista del coro polifonico Città di Adria. Alla signora Paola Zago, padrona di casa insieme al figlio Fabio Crepaldi, i Bontemponi le hanno infine donato un omaggio floreale.

Roberto Marangoni

Era il 2005, giusto vent’anni fa, quando venne abbattuto il camino dell’ex zuccherificio di Bottrighe. La popolazione, amaramente, si poneva l’interrogativo e non comprendeva tale abbattimento, considerato e confermato da tanti operai del vecchio opificio, che quel camino era in un ottimo stato di conservazione, per questo aveva ragione di esistere. Quello storico camino che rappresentava un emblema per il paese, esistente sin dal 201 4, anno di messa in funzione dello stabilimento. Basti pensare che in settantasette anni di attività,

questa fabbrica aveva dato lavoro a migliaia di persone, operai ed impiegati, fissi e stagionali, senza parlare dell’indotto che aveva coinvolto imprese, ditte e industrie varie. Per molti la soppressione del camino fu ritenuta un’offesa, un autentico dispetto alla storia e alle tradizioni di Bottrighe, cancellate dalle ruspe. In seguito si venne a conoscere che tale operazione sarebbe servita per fare posto ad una centrale elettrica alimentata a metano, progettata per essere costruita nel medesimo sito, ma che mai andò in funzione e oggi giace

Raduno dei coscritti del 1966

Felice rimpatriata per coscritti 1 966 di Bottrighe che si sono ritrovati, con gioia ed emozione, per festeggiare il loro cinquantanovesimo anno. Una piacevole e divertente serata sull’onda dei ricordi, soprattutto scolastici ed altri momenti d’infanzia della gioventù bottrighese, in anni davvero spensierati. La conviviale, svoltasi al ri-

storante Cippa’s di Villadose, guidato dalla famiglia del bottrighese Stefano Andreotti, si è conclusa con il tradizionale taglio della torta ed i brindisi. Alla festa, causa vari impegni di lavoro e famigliari, hanno partecipato una piccola parte dei tanti coscritti invitati, che però hanno promesso ed assicurato di non mancare per ritrovarsi nel

lì, come una cattedrale nel deserto. Fatto sta, che in altri zuccherifici e fornaci dismessi, questi camini, in molti casi, non sono stati affatto eliminati, ma recuperati per rimanere simbolo di archeologia industriale. Parimenti si sarebbe mantenuta la memoria, la cui storia appartiene alle genti del posto. (r.m.)

prossimo raduno, previsto entro la fine di ottobre. Con grande entusiasmo hanno partecipato Michele Bardella, Barbara Marangoni, Daniela Piombo, Enrica Roncon, Giuseppe Schibuola, Simonetta Trombin, Patrizia Vicentini e Fabrizio Romani, delegato del sindaco per Bottrighe, anch’esso della classe di ferro 1966. (r.m.)

Dopo 128 anni chiude l’antica osteria Pivaro

Esono arrivati anche i 128 anni per l’antica osteria “Pivaro” di Bottrighe che ha deciso di chiudere i battenti. Gli ultimi gestori Mariagrazia e Galliano, vista l’età che avanza, hanno deciso di interrompere l’attività. Il locale di via Vittorio Veneto, nel quartiere “Cào d’sota”, è sorto infatti nel 1897 ed è stato un punto di riferimento per l’intera comunità. A gestirlo, ininterrottamente, è la stessa famiglia, i Pivaro, un record tramandato da generazioni. Nei primi tre anni, alla fine dell’Ottocento, il locale di proprietà di Filomena Pavanello, moglie del barcaiolo Carlo Pivaro, era stato aperto in un edificio posto a distanza di un isolato dall’attuale. Con la scomparsa di Carlo e con il denaro ricavato dall’assicurazione delle sue tre barche, fu acquistato l’edificio di otto stanze che ospita oggi l’antico esercizio. Nella tipica osteria si vendevano anche coloniali, sali e tabacchi, ed era denominato “La stradina”. Nel 1923 subentra Teresa, figlia nubile dei coniugi Pivaro. Nel 1946, con la sua scomparsa, la gestione viene affida-

ta al fratello Costante sposato con Vittorina Schibuola, la stessa che ne assumerà la titolarità nel 1967, a seguito della morte del marito. Vittorina scompare nel 1988, ma già dal 1984, l’azienda passa alla figlia Mariagrazia, che sino ad oggi, con l’aiuto del fratello Galliano e del marito Gentile Girotti, l’hanno gestita. Si intrecciano quindi fatti e personaggi nella storia di questo esercizio, nel quale si poteva anche mangiare. Nel 1951, con l’alluvione del Po, i coniugi Pivaro rimasero sempre sul posto perché l’acqua arrivava a 50 centimetri di altezza rispetto alla zona bassa di via Dante dove l’acqua toccava i 2,70 metri. Oggi il locale è conosciuto per osteria “da Costante”, i più anziani lo chiamano ancora “da Filomena”. A chiudere l’attività una festa con tanti clienti e affezionati concittadini, tra brindisi, specialità culinarie e divertimento. Festa che ha visto il sindaco Massimo Barbujani con il suo delegato Fabrizio Romani, consegnare a Mariagrazia e Galliano una pergamena di ringraziamento in quadro, per la lunga e pre-

ziosa attività. Momenti di allegria e altrettanti di commozione. Luci spente per sempre? Ci stanno pensando, intanto si godranno le ferie. Interessante idea sarebbe quella di poter riaccendere le cucine, proponendo i piatti tipici di allora. Chissà se un giorno ci penserà Paola, figlia di Mariagrazia, che assieme al marito Franco sono apprezzati cuochi diplomati all’istituto alberghiero. Roberto Marangoni

“Amici della Condor” dieci anni di amicizia e ricordi

Da dieci anni, ogni 12 luglio, un gruppo di amici si ritrova per ricordare il dottor Andrea Bisco, consolidando un legame che il tempo non ha mai spezzato. Bisco era stato un medico di base molto conosciuto, non solo ad Adria. Era apprezzato per il suo lavoro che svolgeva, oltre che con grande professionalità, anche con umiltà e semplicità, sempre al servizio delle persone. Aveva anche voluto creare un gruppo di amici che, con la scusa della comune passione del calcio, potesse trovarsi per condividere momenti di allegria e spensieratezza. Questa tradizione, nata da un gruppo storico, rimasto nel tempo, coinvolge oggi anche altri compagni. Ogni anno, il gruppo si ritrova per portare i fiori in cimitero, in un gesto intenso e carico di affetto verso il medico. Un momento sentito che riunisce tutti coloro che, uniti dalla passione per il calcio amatoriale e per il calcetto, hanno visto in Andrea un punto di riferimento e custodiscono con affetto il ricordo della Condor Amatori, la squadra che lui stesso fondò con passione e dedizione e che quest’anno celebra il suo quarantennale, un’eredità viva nel cuor di chi l’ha seguita o ne ha fatto parte. Nel corso della visita è stato rivolto un saluto ed un pensiero ad altri membri della Condor, Paolo Vergendo e Mauro Frigato, che riposano nello stesso cimitero. Inoltre un pensiero affettuoso è stato dedicato anche a Sergio Nalin e Giuseppe Gattuso, che in quel momento non erano raggiungibili, ma sempre vivi nella memoria di tutti. La serata è poi proseguita con una cena conviviale tra racconti, aneddoti, ricordi e risate, un modo per sentirsi ancora squadra, come un tempo. Tutti indossavano la maglietta con il logo “Amici della Condor” offerta da Adriauto. La serata si è conclusa con la promessa di rivedersi ancora, come a voler tenere vivo, anno dopo anno, quel filo invisibile che unisce amicizia, memoria e passione. (r.m.)

Fino a un milione per opere e dieci piantine per famiglia

Sicurezza, scuole e viabilità al centro della richiesta fondi del Comune di Pettorazza Grimani. Intanto parte l’adesione al progetto regionale per donare alberi alle famiglie

U

n’occasione di rilievo per dare risposte concrete al territorio. Il Ministero dell’Interno ha aperto i termini per la richiesta di contributi destinati ai Comuni per le annualità 2026-2027-2028, con un pacchetto complessivo di 1,265 miliardi di euro. Anche l’Amministrazione comunale di Pettorazza Grimani si sta muovendo in queste settimane per definire le priorità da inserire nella domanda di partecipazione, con la possibilità di richiedere fino a un massimo di un milione di euro, cifra riservata ai Comuni sotto i 5.000 abitanti. Le risorse ministeriali potranno essere impiegate per la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, per la riqualificazione di strade, ponti e viadotti, e per interventi sugli edifici pubblici, con particolare attenzione agli istituti

scolastici, dove oltre alla sicurezza si guarda anche all’efficientamento energetico. In queste settimane l’amministrazione, insieme agli uffici comunali, è al lavoro per perfezionare la proposta, che dovrà riportare il costo totale delle opere candidate, poiché il bando non specifica ancora l’eventuale quota economica a carico dei Comuni.

“Si tratta di una grande opportunità – spiegano l’amministrazione

Comunale – per affrontare alcune delle problematiche più urgenti del nostro territorio e programmare interventi che abbiano ricadute concrete sulla qualità della vita dei cittadini”. L’amministrazione

Comunale punta anche a rendere il territorio più verde e sostenibile infatti ha aderito al progetto regionale per la riqualificazione ambientale e il miglioramento dei

servizi ecosistemici, promosso dalla Regione del Veneto e attuato da Veneto Agricoltura in base alla legge regionale 14/2024. L’iniziativa prevede la fornitura gratuita di giovani alberelli e arbusti autoctoni ai Comuni della pianura veneta, da destinare sia alla forestazione urbana sia alla distribuzione diretta ai cittadini.

Grazie a questa adesione, ogni nucleo familiare di Pettorazza Grimani potrà prenotare fino a dieci

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piantine. La consegna avverrà nel periodo autunnale, considerato il più favorevole per l’attecchimento delle nuove piante. Sarà il Comune stesso a occuparsi della gestione e distribuzione del verde. “Con questa iniziativa – sottolinea l’Amministrazione – vogliamo confermare il nostro impegno nella tutela dell’ambiente, nella valorizzazione del verde e nella costruzione di una comunità attenta al futuro”.

Guendalina Ferro

Giuseppe Raminelli spegne 100 candeline

Un secolo di vita, un patrimonio di esperienze che appartiene a tutta la comunità. Venerdì 16 agosto il signor Giuseppe Raminelli ha festeggiato i suoi 100 anni, circondato dall’affetto dei familiari e con la visita del Presidente del Consiglio comunale, Fortunato Sandri, che ha portato a nome del sindaco

Massimo Barbujani e dell’intera

Amministrazione comunale un messaggio di auguri e riconoscenza. Raminelli è una figura ben nota ad Adria: uomo elegante nei modi e nel carattere, stimato per la sua correttezza e il suo impegno civico. Di origini francesi, ha intrecciato lungo il corso della sua vita momenti di lavoro e di servizio alla comunità, ricoprendo anche incarichi di rilievo. Negli anni ’90 fu segretario della Croce Verde, un impegno che ne testimonia la volontà di mettersi al servizio degli altri. Il traguardo dei 100 anni è stato così anche l’occasione per riconoscere il valore simbolico della sua storia personale, che rappresenta memoria viva e identità collettiva per la città. “Che possa continuare a vivere con salute, serenità e circondato dall’affetto dei suoi cari”, l’augurio espresso dall’Amministrazione comunale, che ha voluto sottolineare il significato di questo straordinario anniversario. (g.f.)

Petorazza Grimani

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L’edizione. Oltre 500 tra agonisti e camminatori per la prima notturna

Podismo, “Su e so per i ponti” ad Adria un successo di partecipazione

L a trentesima edizione della “Su e so per i ponti” manifestazione podistica organizzata dall’associazione Podisti Adria, ha visto la partecipazione di oltre 500 persone tra la prova agonistica di 7 chilometri e i camminatori in quella ludica per le strade di Adria che hanno accolto i partecipanti all’imbrunire.

“E’ stato un gran bel vedere piazza Cavour, invasa da atleti, corridori professionisti e amatoriali, donne, uomini e bambini, tutti uniti per la passione del podismo, dice il presidente Giovanni Cattozzi. Siamo arrivati a numeri record, oltre cinquecento persone con una pro-

va di circa 7 km entrata nella storia, per la prima notturna, unendo sport e spettacolo in tutt’uno che continua ad attirare podisti da tutte le regioni. Voglio ringraziare tutto il direttivo dei podisti Adria, Riccardo Cordella, Davide Silvestrin, Floriano Finotello, Antio Barchetta e Valeriano Cassetta, Giulia Crepaldi e Laura Parise per la segreteria organizzativa, oltre ai volontari, forze dell’ordine e soprattutto la Croce Verde di Adria sempre disponibile per questi eventi”.

A livello assoluto nel maschile è stato Daniele Turco della Vicenza Marathon, con il tempo di 21’,38”,

secondo Andrei Neagu dell’Avis Taglio di Po che ha anticipo il compagno di squadra Brahim Taleb terzo. Nel femminile ha vinto Caterina Mangolini dell’Atletica Delta Ferrarese con il tempo di 25’,31”, seconda Nadya Chubak (Lughesina) terza Sara Bragante, della Run It. Nelle categorie maschili veterani, anni 50-64, successo di Michele Bedin (Nova Athletics) e di Paolo Toscano (Spak 4 Padova) tra gli over 65. Il trofeo del gruppo più numeroso è andato all’Avis Taglio di Po, davanti alla Run It e ad Al.Ba. Pallacanestro di Adria. Hanno partecipato anche i gruppi Salcus, At-

letica Corri Ferrara, Camminatori per caso Ceregnano, Libero, Run Card, Gruppo Porto Tolle, Marathon Cavalli Marini. La cerimonia di premiazioni si è svolta davanti al teatro comunale con la presenza dell’assessore regionale Valeria Mantovan, del sindaco di Adria

Massimo Barbujani, dell’assessore ai servizi sociali di Adria Donatella Baratella, del presidente di Bancadria Colli Euganei Mauro Giuriolo, oltre che il presidente dei Podisti Adria e presidente del Csi di Rovigo Giovanni Cattozzi. Cristiano Aggio

Adriese calcio e Real Pontecchio, un progetto condiviso per il settore giovanile

Una nuova ed inedita collaborazione tra Adriese e il Real Pontecchio calcio. È quella che è stata sottoscritta tra il neopresidente dei granata Emanuele Mancin e Osvaldo Fedini, presidente del Real Pontecchio società che da poco ha anche in gestione il campo sportivo di Guarda Veneta e che svolge attività di base e ha iscritto una formazione Giovanissimi provinciale. Obiettivo della collaborazione la valorizzazione del settore giovanile con l’obiettivo di formare nuovi calciatori nel territorio del medio polesine. Un accordo cercato dal neoresponsabile del

settore giovanile adriese, Luca Boldrin, l’anno scorso allenatore dei Giovanissimi Provinciali del Rovigo con i quali poi è stato promosso nei regionali. “E’ un accordo che mi rende veramente orgoglioso, dice Boldrin. Stiamo cercando di creare interazioni con il territorio per cercare di rendere famiglie e ragazzi sempre più orgogliosi del nostro lavoro. Pontecchio è una realtà in forte crescita, fin da subito ho trovato persone corrette e disponibili. Condivideremo metodologie di lavoro, formazione e impianti sportivi. Tutto questo con un solo obiettivo: la crescita dei

L’Adriese rafforza l’attacco:

L’U.S.D. Adriese 1906 ha ufficialmente comunicato l’arrivo di tre nuovi attaccanti che arricchiranno il reparto offensivo della prima squadra in vista della stagione 2025/2026. Con queste novità, mister Pedriali e il direttore sportivo Simeoni puntano a combinare esperienza e freschezza per affrontare il campionato con rinnovata ambizione. Il primo nome è quello di Matteo Gozzerini, punta centrale classe 2000, triestino di nascita, alto 1,77 m. Gozzerini porta con sé

nostri ragazzi”. Fabrizio Lago è il direttore sportivo del Real Pontecchio. “Abbiamo voluto fortemente questa collaborazione e con l’aiuto del responsabile del settore giovanile blu-granata, Luca Boldrin, è potuta diventare realtà. Siamo orgogliosi che ad una società storica sia piaciuto il nostro progetto e ci abbia scelto come partner nel medio Polesine. Stiamo cercando di creare un nuovo polo calcistico e per farlo abbiamo bisogno di modellare un nostro Dna offrendo una proposta diversa che metta al centro i giovani. Ora dobbiamo

dimostrare col lavoro e con l’entusiasmo di poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati attraverso strategie condivise e con l’aiuto di nuove risorse”. (c.a.)

confermati gli arrivi di Gozzerini, Cescon e Camerotto

anni di esperienza in Serie D, con passaggi da Figline, Rende, Lornano Badesse, Scandicci, Chieri e Certaldo, oltre a un’esperienza all’estero con il Bangor City in Galles. Capace di giocare in più ruoli offensivi, promette di aggiungere imprevedibilità e dinamismo all’attacco dell’Adriese. Andrea Cescon, seconda punta classe 2002, arriva dal Calvi Noale dopo aver maturato la propria crescita tra i giovani del Pordenone. Dotato di tecnica e senso tattico, Cescon ha confer-

mato in Serie D di essere un elemento offensivo moderno e completo, pronto a fare la differenza in zona gol. Infine, la giovane promessa Matteo Camerotto, classe 2006, proveniente dalla Juniores U19 del Calcio Sandonà, ha impressionato nella scorsa stagione con gol decisivi. Camerotto rappresenta il progetto di valorizzazione dei giovani talenti veneti portato avanti dall’Adriese, guardando al futuro della squadra con ottimismo. (r.r.)

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Ormai appare quasi certo: le elezioni regionali saranno il 23 novembre

Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare anche in Veneto, l’azionista di maggioranza della coalizione non ha respinto l’ipotesi ma ha gettato, con il segretario regionale dei meloniani, Luca De Carlo, molta acqua sugli entusiasmi leghisti sostenendo che nulla sarebbe ancora deciso e che le “fughe in avanti” non fanno bene al rapporto tra alleati. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, soltanto una decina di giorni prima, Flavio Tosi segretario regionale di Forza Italia che aveva dichiarato come fosse giusto e naturale che il candidato presidente del Veneto per il centrodestra fosse scelto da Fratelli d’Italia in quanto partito traino dell’intera coalizione.

L’ennesimo vertice romano dello scorso 10 settembre non ha prodotto alcuna fumata bianca: il dossier candidature delle regionali resta ancora chiuso e nessuna

decisione è stata presa. Nel mentre il tempo stringe e il nervosismo e tangibile. Le associazioni di categoria venete, cosa mai accaduta con questa forza, hanno protestato in modo vibrante contro queste eterne trattative che, di fanno, stanno paralizzando da mesi la regione in un momento nel quale l’economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo locale il quale, viceversa, avrebbe bisogno di risposte e sostegni urgenti e tangibili.

L’altro fatto inedito per il Veneto è quanto accade nel centrosinistra. Per la prima volta gli sfidanti hanno individuato ormai da tempo in Giovanni Manildo il candidato presidente, non sono attraversati dalle tipiche polemiche, ma anzi stanno conducendo una campagna elettorale molto puntuale per tutto il Veneto. Anche

la coalizione, per la prima volta, è al completo e molte delle forze politiche che la compongono hanno, addirittura, già presentato, in ogni provincia, i candidati consiglieri provinciali.

A questo punto appare difficilissimo fare pronostici: il Veneto, storicamente, ha sempre premiato il centrodestra e il giudizio sull’amministrazione uscente è più che positivo, ma la confusione e le tensioni che si respirano, il ritardo con il quale si stanno scegliendo candidato presidente e liste e l’uscita di scena di Zaia stanno stancando fette, anche importanti di elettorato, che potrebbero trovare “consolazione” nel moderato Manildo che, dal canto suo, continua il suo tour per il Veneto e, evidentemente, non ha nessuna fretta di scoprire chi sarà il suo principale competior.

Autonomia energetica. Agsm Aim conquista sei lotti Consip da 577 milioni standard metri cubi

Pubbliche amministrazioni, maxi-fornitura di gas

Il fatturato previsto supera i 600 milioni di euro

Intanto sul fronte del “federalismo energetico” continua il pressing sul Governo sul rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali

Un passo concreto verso l’autonomia energetica che molti invocano. Il gruppo veronese Agsm Aim Energia ha messo a segno un’importante operazione a livello nazionale, aggiudicandosi sei lotti della gara Consip GN17 per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel biennio 2025-2026. L’assegnazione consentirà alla società di fornire oltre 577 milioni di standard metri cubi (Smc) di gas, con un fatturato stimato attorno ai 620 milioni di euro.

I lotti conquistati da Agsm Aim coprono una vasta area geografica che va dalla Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con il Lotto 1 per pro proseguire con Milano (lotto 2), il resto della Lombardia (lotto 3), Toscana, Umbria e Marche (lotto 6), Puglia e Basilicata (lotto 10) e l’intero territorio nazionale (lotto 12).

Una delle principali novità di questa convenzione è la possibi-

lità, per le Pubbliche Amministrazioni aderenti, di stipulare contratti di durata biennale (oltre alla classica annualità), mantenendo una struttura di prezzo variabile, elemento cruciale in un mercato energetico ancora volatile.

Agsm Aim ha inoltre ottenuto un secondo successo strategico con l’aggiudicazione del Lotto 1 della gara bandita dal consorzio Viveracqua, realtà che riunisce dodici gestori idrici pubblici del Veneto. In questo caso, la fornitura riguarda energia elettrica in bassa tensione per un volume complessivo di circa 150 GWh annui nel triennio 2026-2028, con un valore stimato di 151,5 milioni di euro.

Il contratto prevede la possibilità, per i consorziati, di scegliere energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più centrali nella gestione pubblica.

A completare il quadro, Agsm Aim ha vinto anche ulteriori forniture per 20 GWh di energia elettrica destinate ad altre utility del Nord Italia, attraverso gare competitive recenti. Le recenti aggiudicazioni confermano il ruolo di Agsm Aim come player di primo piano nel mercato energetico nazionale, capace di competere in contesti ad alta complessità e con elevati volumi, sia sul fronte del gas naturale che dell’energia elettrica, con una crescente attenzione ai principi di efficienza e sostenibilità.

Intanto resta aperta più che mai la questione del “federalismo energetico”, invocato da più parti, che ha portato alla mobilitazione di un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – impegnato a chiedere al Governo una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore. Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali.

Ancora la scorsa primavera Federico Testa, presidente di AIM

- AGSM, ha lanciato una sfida a tutte le società di servizi e alla politica del nord Italia: preparare un importante piano industriale per concorrere alle gare nazionali di concessioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Un vero e proprio federalismo energetico, perché che una gestione della rete direttamente sul territorio comporterebbe efficienza, investimenti e calo delle bollette per famiglie e aziende. Invece nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un articolo che proroga automaticamente la concessioni, in scadenza nel 2029 e 2030, a Enel per i prossimi vent’anni su tutto il territorio nazionale quindi senza previsioni di gare. Intanto la

politica ha colto appieno il senso della proposta del manager scaligero: in Conferenza Stato - Regioni, infatti, i governatori stanno chiedendo di cancellare quanto lo Stato Centrale ha inserito in Legge di Bilancio e di consentire lo svolgimento delle gare senza proroghe automatiche a Enel.

“Su questo fronte la Regione può giocare un ruolo importante - ribadisce Testa - perché quella sull’energia e l’idroelettrico è una partita che solo in Veneto vale 6-700 milioni all’anno, somma che ora viene sottratta alla Regione. Noi siamo prontissimi a fare a nostra parte e a continuare il pressing su enti e istituzioni per arrivare al risultato”.

Federico Testa, presidente Agsm Aim

Regione

Fabrizio Boron: “Siamo ad una svolta storica,

il centrodestra unito per il futuro del Veneto”

“Per la nostra sanità lavoriamo su personale, organizzazione e liste d’attesa. Pubblico e privato devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche”

L a politica veneta si prepara a una svolta storica con il nuovo governo che uscirà dalle elezioni regionali. A parlare di questa fase cruciale e delle sfide che attendono la Regione è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Misto e componente della Commissione Sanità, che guarda con attenzione ai prossimi mesi elettorali e ai nodi ancora irrisolti in ambito sanitario.

Consigliere Boron, dopo quindici anni di governo Zaia il Veneto si prepara a un cambio di rotta. Sarà davvero una svolta storica?

Sì, siamo davanti a un passaggio epocale. L’epoca di Luca Zaia, durata quindici anni, si conclude perché la legge nazionale prevede il limite dei due mandati consecu-

tivi. Avremo un nuovo presidente e anche un nuovo consiglio regionale. Non è solo un fatto politico, ma anche istituzionale: i cittadini vedranno cambiare un punto di riferimento che è stato stabile per molto tempo. Alcuni lo vivranno con incertezza, altri con curiosità. Io credo che sia l’occasione per rigenerare energie nuove e per ribadire il valore di un Veneto governato con responsabilità e competenza. Il centrodestra si presenterà unito, offrendo un candidato autorevole, capace di garantire continuità ma anche di introdurre elementi di rinnovamento. È un momento che va affrontato con coraggio e con serietà”.

Non abbiamo ancora né la data

delle elezioni né il nome del candidato del centrodestra. Quanto dovremo attendere per avere certezze?

Sulla data la responsabilità è del presidente uscente. La scadenza per la convocazione è il 23 settembre, e si potrà votare fino al 23 novembre. Quindi non ci sono dubbi: entro l’autunno i veneti sceglieranno il nuovo presidente. Per quanto riguarda il candidato, comprendo la curiosità e anche la pressione del centrosinistra, che insiste molto su questo punto. Io sono convinto che il tavolo nazionale deciderà in tempi brevi. Non è una scelta banale, perché serve una persona che sappia unire e che abbia esperienza amministrativa e sensibilità politica. Non basta il carisma: bisogna conoscere bene la macchina regionale. Sono convinto che il nome arriverà a breve e che sarà quello giusto per portare avanti il lavoro fatto in questi anni. La sanità è il tema più sentito

Regione verso l’esercizio provvisorio, ma è

polemica

Calzavara: “Atto di responsabilità”, il Pd: “Conseguenza del rinvio del voto”

La Giunta regionale del Veneto ha dato il via libera agli inizi di settembre al disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio 2026, un passo necessario per assicurare la continuità dei servizi pubblici durante il periodo elettorale e fino all’insediamento della nuova Giunta. Il ddl sarà esaminato con urgenza dal Consiglio regionale ma intanto si infiamma il dibattito politico. L’esercizio provvisorio permette di garantire il funzionamento della Regione dal 1° gennaio 2026 fino all’approvazione del nuovo bilancio, comunque non oltre il 30 aprile, assicurando tutte le spese obbligatorie e quelle relative a sanità, fondi europei, PNRR, emergenze e interventi urgenti sul territorio veneto.

“Con questo provvedimento tuteliamo servizi essenziali

dai veneti. Lei è stato presidente della Commissione Sanità e ora ne è componente: quali sono le priorità?

La prima riguarda il personale. Oggi viviamo una carenza di medici e infermieri che rischia di compromettere la qualità dei servizi. Non basta formarne di più: bisogna trattenere quelli che già abbiamo. E per farlo servono condizioni di lavoro migliori, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Troppi nostri professionisti scelgono il privato o addirittura l’estero. È una perdita che non possiamo permetterci. La seconda criticità riguarda le liste d’attesa. I cittadini lamentano tempi troppo lunghi per visite ed esami, e questo crea frustrazione e, a volte, rinuncia alle cure. Io sono convinto che il problema sia in gran parte organizzativo: la macchina va riorganizzata, sfruttando meglio le potenzialità di pubblico e privato convenzionato. Abbia-

mo una struttura pubblica forte eccellente e abbiamo un sistema privato convenzionato accreditato altrettanto forte e altrettanto eccellente. Queste due gambe del sistema sanitario veneto devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche. Se pubblico e privato remano in direzioni diverse, a rimetterci è solo il cittadino. È qui che dobbiamo intervenire con decisione. (r.r.)

e investimenti strategici per il Veneto, evitando rischi legati a una gestione provvisoria limitata”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara. “Si tratta di un segno di responsabilità e buon governo che ci permette di affrontare serenamente la fase di transizione istituzionale.” Calzavara ha sottolineato come, a differenza di altre regioni in procinto di votare, il Veneto abbia scelto la strada della programmazione, rafforzando così le garanzie per cittadini e servizi pubblici. “Finalmente la Giunta sembra essersi decisa – commenta invece capogruppo del Pd Vanessa Camani –. Lo chiedevamo da giorni, per evitare, almeno, di trascinare il Veneto nella gestione bloccata del bilancio per i primi mesi della nuova legislatura. Certo rimane il vincolo della gestione del bilancio limitata dell’esercizio provvisorio per un tempo lungo, causato dalla scelta scellerata di spostare il voto a fine novembre”. Secondo l’esponente del Partito Democratico il provvedimento è la diretta conseguenza della decisione di rinviare la data delle elezioni regionali. “Zaia venga in aula e se ne assuma la responsabilità politica davanti al Consiglio”.

Frabrizio Boron

Facciamo il punto. L’assessore regionale traccia un bilancio positivo della stagione estiva

Turismo e agricoltura, Federico Caner: “Un Veneto che cresce tutto l’anno”

T

urismo e agricoltura, due settori chiave per il Veneto, anche dal punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura e turismo Federico Caner.

Assessore, possiamo tracciare un bilancio della stagione estiva 2025?

Direi che è stata una stagione molto positiva, sia in generale per tutta la regione, sia per il settore balneare che, alla vigilia dell’estate, era considerato un po’ a rischio per le polemiche sui rincari dei prezzi. In realtà la stagione è andata molto bene anche al mare. Oggi il turismo in Veneto non si concentra più solo in pochi mesi, ma continua durante tutto l’anno. Questo è possibile grazie alla varietà delle mete: non ci sono soltanto mare, montagna o lago – che già da soli hanno stagioni lunghe – ma anche città d’arte che forse è meglio visitare proprio nei mesi meno caldi, come ottobre e novembre, periodi perfetti per apprezzarle con più calma.

Quindi un Veneto che si può vivere 365 giorni l’anno?

Esattamente. Anche perché oltre alle città d’arte ci sono mostre di altissimo livello che arricchiscono l’offerta culturale e turistica. E poi c’è un settore che sta crescendo in modo significativo: il cicloturismo.

Lei va in bicicletta?

Sì, vado in bicicletta sia per sport che per turismo. E c’è una buona notizia che riguarda Padova: siamo riusciti a portare qui la fiera internazionale del cicloturismo, dal 2026 e per tre anni consecutivi. Non è stato facile perché c’erano altri concorrenti, ma ci siamo riusciti. È un evento importante perché proprio sul cicloturismo stiamo investendo molto: in Veneto abbiamo quasi 2.000 chilometri di piste ciclabili attrezzate.

Qualche esempio concreto?

La Treviso-Ostiglia, sulla quale stiamo facendo grandi investimenti, ma non solo: ci sono tante altre direttrici sul territorio. Il cicloturismo è una forma di vacanza sostenibile, con valori economici rilevanti: il ciclo-turista medio ha circa quarant’anni, viaggia spesso

con la famiglia e spende più di un turista tradizionale. Inoltre in Veneto abbiamo un indotto legato alla bicicletta molto forte, con aziende che producono componentistica apprezzata a livello internazionale.

Veniamo all’altro ambito di sua competenza: come sta il settore agricolo veneto?

Il settore primario è fondamentale e strettamente collegato al turismo. Non si fa turismo in una regione dove si mangia male o si beve male. Il Veneto può contare su tantissimi prodotti tipici e a denominazione, soprattutto nel lattiero-caseario. La montagna, in particolare, ci regala prodotti di qualità che vanno tutelati. E preservare pascoli e prati non è solo una questione agricola: serve anche a difendere il territorio da frane e dissesti idrogeologici.

A fine mese torna “Caseus” a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Esatto. Caseus era nato come rassegna dei formaggi veneti, poi si è allargato a livello nazionale e oggi ha un carattere internazionale. Noi abbiamo una varietà di formaggi

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che pochi Paesi al mondo possono vantare: dai prodotti di malga ai freschi, dagli stagionati al Grana Padano. Anche i francesi, che pure hanno il loro Camembert, non possono competere con la nostra varietà.

Quindi agricoltura e turismo viaggiano insieme?

Assolutamente. In un periodo in cui a livello internazionale è sempre più difficile produrre cibo, è fondamentale essere autosufficienti. Investire in agricoltura non significa solo sostenere l’economia, ma anche salvaguardare la nostra identità.

Arriviamo al tema dei tagli europei alla PAC. Come si sta muovendo la Regione Veneto?

Noi sosteniamo le aziende agricole, in particolare quelle montane: pur rappresentando il 18% del totale, ricevono quasi il 40% degli investimenti regionali, proprio per le ragioni di cui parlavamo. Ma sosteniamo anche i giovani agricoltori. Il problema è che a livello europeo stiamo passando da 360 miliardi a meno di 300: una riduzione pesantissima. E invece servirebbe il con-

trario.

Perché?

Perché produrre in modo sostenibile, con attenzione all’ambiente e al biologico, costa di più e non sempre il mercato riconosce questo valore. L’Europa dovrebbe investire di più, non meno. Negli Stati Uniti investono circa 1.000 miliardi, noi scendiamo a 300. È una differenza enorme.

C’è spazio anche per le donne in agricoltura?

Sempre di più, e questa è una notizia positiva. Le donne sono il motore della nostra società, oltre che delle famiglie. Donne e giovani sono il futuro dell’agricoltura veneta.

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Federico Caner

Comunicare dal Veneto a Hollywood: la visione creativa di Valentina Martelli

V alentina Martelli, giornalista, conduttrice e ideatrice di progetti internazionali, nel 2005 ha lasciato una carriera solida in Italia per trasferirsi a Los Angeles. Lì ha fondato ITTV International Forum, TechInEntertainment e Showrunner Lab. Martelli lavora per costruire ponti tra mondi lontani, dall’Italia agli USA, passando per il Medio Oriente, sempre con un obiettivo chiaro: mettere in contatto persone, idee e talenti per creare progetti che abbiano un impatto reale. Ho incontrato Valentina a Venezia in occasione dell’82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata.

Allora Valentina, nel 2005 ti sei trasferita a Los Angeles: com’è cambiata la tua vita?

La Los Angeles di vent’anni fa, quando sono arrivata io, non è certo la Los Angeles di oggi. Mi sono trasferita per una scelta d’amore, in un momento molto forte della mia carriera, quando ero conduttrice di telegiornali e inviata all’estero. Ho lasciato tutto per affrontare una nuova sfida: raccontare all’Italia un’America che non fosse solo quella delle celebrità e dell’intrattenimento, ma anche delle storie, delle idee, delle contraddizioni, degli Italiani che come me si erano trasferiti. Los Angeles è una megalopoli che però ha la dimensione di un quartiere. Mi piace dire che Milano sta a New York come Los Angeles sta a Roma. Io ho vissuto in entrambe, Milano e Roma, e avevo giurato di smettere di guidare, sognando una città con mezzi pubblici funzionali… invece eccomi qui, in mezzo al traffico cali-

forniano! Voglio però essere critica: fino a qualche anno fa, ti svegliavi con l’energia di inventare qualcosa di nuovo. Dopo il Covid e gli scioperi che hanno colpito l’industria dell’intrattenimento, oggi si respira un’aria diversa, con un’economia difficile e molta incertezza. Ma Los Angeles rimane un luogo in cui l’innovazione è sempre dietro l’angolo. Devi imparare a conoscerla. E poi o la ami follemente o la detesti. A prescindere però ti entra sottopelle.

Una delle tue creature più interessanti è ITTV International Forum. Ce ne vuoi parlare?

ITTV nasce proprio da Los Angeles, nel 2018. È frutto di un’osservazione, quella del contesto. In un’epoca in cui Netflix e Amazon stavano rivoluzionando il modo di fruire i contenuti, mancava un luogo dove parlare di coproduzioni, distribuzione, storytelling globale. E così è nata l’idea di creare un forum che fosse un ponte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Oggi ITTV è cresciuto: è diventato internazionale, con partecipanti da Canada, Israele, America Latina, Emirati e naturalmente Europa. Accanto a ITTV è nato anche TechInEntertainment, che esplora il rapporto tra tecnologia e contenuto: intelligenza artificiale, blockchain, immersive media. Il nostro obiettivo è quello di connettere, raccontare, costruire visioni condivise. ITTV ha siglato una partnership con Dubai International Content Market (DICM). Cosa significa per te questa espansione in Medio Oriente?

È una partnership bidirezionale. Da un lato, per noi significa aprire una finestra su un mercato in grande

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fermento, come quello degli Emirati Arabi, sempre più interessati alla cultura, alla tecnologia, all’intrattenimento. Dall’altro, per DICM, collaborare con ITTV è un modo per affacciarsi sul mercato americano, in un contesto strategico e selezionato. In un momento in cui il settore audiovisivo è ancora in fase di ricostruzione post-pandemia, creare sinergie tra ecosistemi diversi è fondamentale. ITTV diventa così una piattaforma che unisce mondi, genera progetti, costruisce relazioni. Tra i tuoi progetti c’è anche lo Showrunner Lab. Come prepari i nuovi talenti alle sfide del racconto televisivo e cinematografico internazionale?

Lo Showrunner Lab, che insieme a Cristina Scognamillo ho fondato con Fondazione Sistema Toscana, nasce dall’esigenza di formare una figura che in Italia ancora non esiste in modo strutturato: lo showrunner. È il punto di riferimento di una serie, come un regista lo è per un film. Deve conoscere tutti gli aspetti di una produzione, non solo quelli creativi. Credo fortemente che la nuova generazione debba essere preparata

a lavorare in contesti globali, senza dimenticare la propria identità. Peccato che negli ultimi due anni non siamo riuscite ad organizzarlo. Gli stiamo cercando una nuova “casa”. Vivi tra California e Italia. Che sfide e ispirazioni trovi nel conciliare un’identità globale?

È un equilibrio continuo, spesso difficile, ma anche straordinariamente ricco. La California è sempre stata un laboratorio del futuro. Oggi, con l’impulso dell’intelligenza artificiale, si sta reinventando di nuovo, anche se vive una crisi profonda, specie a Los Angeles. Vedremo come la città saprà rilanciarsi in vista delle Olimpiadi del 2028. Dall’altra parte, l’Italia mi dà profondità, bellezza, visione. Dopo ventidue anni qui, mi sento ancora profondamente italiana, ma dentro di me vive anche un’anima americana. Sono parte di una comunità globale che cerca di ridisegnare il futuro, non solo dell’intrattenimento, ma della nostra società. Un futuro “challenging”, come dicono qui, ma anche pieno di possibilità.

Com’è il Veneto visto dagli USA? Come ci vedono gli americani?

Il Veneto è associato, ovviamente, a Venezia — che resta uno dei luoghi più iconici al mondo — ma oggi è anche sinonimo di prosecco! Non esiste ristorante qui che non abbia almeno una bottiglia in carta. Ma oltre a questo c’è molto di più: il nostro spirito imprenditoriale, la qualità del lavoro, l’attenzione alla cultura e alla bellezza. Gli americani ci guardano con ammirazione e curiosità, anche se spesso attraverso un filtro un po’ romantico. Sta a noi raccontare un’Italia e un Veneto contempora-

nei, capaci di innovare, di stupire, di essere competitivi nel mondo. Prima di salutarci, puoi anticiparci qualcosa sull’edizione 2025 di ITTV International Forum?

Il 2025 è l’anno del cambiamento. ITTV e TechInEntertainment si rinnovano trasformandosi in esperienze più selettive, più curate, più strategiche. Meno eventi generalisti, più momenti riservati: executive labs, private salons, attivazioni culturali internazionali. Continueremo a essere presenti a Venezia, come abbiamo fatto anche in queste settimane, durante la Mostra, con panel dedicati, e a Los Angeles in autunno, ma con un taglio ancora più visionario. Parleremo di distribuzione globale, produzioni glocal, immersive media, e nuove opportunità di business alla luce delle sfide dell’AI. Ma soprattutto, continueremo a dare spazio a chi ha qualcosa di autentico da dire: talenti capaci di unire creatività e impatto, con la voglia di costruire — insieme — il futuro dell’intrattenimento.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

A cura di Vincenzo Gottardo

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le interviste ai sindaci del Veneto dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35

Valentina Martelli

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Giacomo Miazzo è il nuovo direttore del 118 dell’Ulss 5

Polesana

Cambio al vertice della Centrale provinciale 118 dell’Ulss 5 Polesana: il dottor Giacomo Miazzo è ufficialmente il nuovo direttore del servizio di emergenza-urgenza. Succede a Federica Rossin, che ha guidato l’unità ad interim negli ultimi mesi. Classe 1982, originario di Padova, Miazzo vanta un solido curriculum nel campo dell’anestesia, della rianimazione e, soprattutto, della gestione dell’emergenza sanitaria. Laureato e specializzato con il massimo dei voti all’Università di Padova, ha costruito la sua carriera nella Centrale operativa Suem dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Padova, dove ha ricoperto incarichi sempre più rilevanti, fino a diventare sostituto responsabile della UOC. Nel frattempo, la Centrale 118 ha diffuso i dati relativi all’attività svolta sul

litorale di competenza tra giugno e fine agosto 2025. Complessivamente, 253 interventi sono stati effettuati nel periodo estivo, che si chiuderà il 15 settembre con la conclusione del presidio stagionale.

I numeri:

• 8 codici bianchi (interventi non urgenti)

• 82 codici verdi (urgenze minori)

• 133 codici gialli (urgenze significative)

• 30 codici rossi (emergenze gravi)

• 8 attivazioni dell’elisoccorso, per i casi più critici

Il dottor Miazzo prende in carico una struttura strategica e altamente operativa, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente l’efficienza del sistema di emergenza territoriale nella provincia di Rovigo

Sanità polesana in affanno: carenze di personale

La sanità pubblica nel Polesine attraversa una fase critica, con una carenza strutturale di personale che rischia di compromettere la tenuta del sistema. A lanciare l’allarme sono le sigle sindacali Cgil Fp e Uil Fpl, che segnalano condizioni di lavoro al limite nei reparti ospedalieri dell’Ulss 5, soprattutto durante il periodo estivo, quando l’organico si riduce ulteriormente a causa delle ferie. Secondo i sindacati, la situazione ha raggiunto un punto tale da mettere a rischio la sicurezza degli operatori e dei pazienti. In molti casi, il personale è costretto a rinunciare a riposi e ferie, con turni che cambiano quotidianamente e un’organizzazione interna definita ormai caotica. Sempre più lavoratori fanno ricorso al supporto psicologico per affrontare lo stress e la fatica accumulati. Le pressioni, denunciano, vengono esercitate anche in modo informale, con rientri forzati e trasferimenti non sempre giustificati.

I problemi si estendono anche ai servizi interni, come il trasporto dei pazienti, che risulta fortemente ridimensionato per via della mancanza di personale. Le aree più colpite da queste carenze sono quelle mediche, geriatriche, l’ospedale di comunità e la riabilitazione.

Cgil e Uil stimano che sarebbero necessari almeno 50 operatori socio-sanitari (oss) e 30 infermieri per riportare la situazione a un livello di normalità. L’attuale gestione, secondo i sindacati, è priva di una pianificazione efficace e mostra un’assenza di visione a lungo termine, con interventi che sembrano rispondere più all’emergenza che a una strategia complessiva. Da parte dell’azienda sanitaria, il direttore generale Pietro Girardi ha assicurato l’imminente arrivo di nuove assunzioni, precisando che le procedure di selezione sono in fase avanzata. Tuttavia, ha anche sottolineato la difficoltà, a livello nazionale, di reperire personale qualificato, soprattutto infermieri e oss.

Intanto, la tensione nei reparti cresce e la fiducia del personale sembra incrinarsi. Per i sindacati è il momento di un cambio di passo, che non può prescindere da investimenti strutturali e da un maggiore impegno della Regione Veneto per rafforzare la sanità pubblica, da sempre presidio fondamentale soprattutto in territori come il Polesine.

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Il nuovo servizio. E’ previsto dalla riorganizzazione della medicina territoriale

Rovigo, da agosto è attivo il primo ambulatorio infermieristico in Cittadella socio-sanitaria

Al secondo piano del corpo C della Cittadella socio-sanitaria di Rovigo da lunedì 11 agosto 2025 ha aperto il primo ambulatorio infermieristico previsto dalla riorganizzazione della medicina territoriale. Il servizio sarà operativo dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 14.00, con l’obiettivo di garantire una presa in carico infermieristi-

delle cure e l’integrazione tra professionisti, in linea con le direttive ministeriali», sottolinea il direttore generale Pietro Girardi. «Per le prestazioni che lo richiedono, è necessaria la prescrizione del Medico di medicina generale».

Il direttore dei Servizi socio-sanitari Marcello Mazzo evidenzia che l’ambulatorio è pen-

ca integrata e tempestiva per i bisogni assistenziali primari.

L’accesso avviene direttamente in ambulatorio con impegnativa nelle fasce dedicate alla presa in carico: 8.00–9.00 e 13.00–14.00. Dopo il primo accesso, l’infermiere concorda con l’utente gli appuntamenti successivi.

«Questa attivazione è un passo importante per migliorare accessibilità e qualità dell’assistenza territoriale, favorendo la continuità

sato in particolare per i pazienti non inseriti in forme associative già dotate di supporto infermieristico o che incontrano difficoltà ad accedervi. Le prestazioni includono: iniezioni, medicazioni, bendaggi elastici, rimozione di suture, educazione e formazione del paziente e dei familiari per la gestione di presìdi protesici, stomie e piani terapeutici. Per informazioni: 0425 393677 (negli orari di apertura) oppure ambinf.rovigo@aulss5. veneto.

Farmacia dei Servizi: oltre 29.000 prestazioni in Veneto nei primi sette mesi del 2025

La “farmacia dei servizi” si conferma sempre più un punto di riferimento per i cittadini veneti. Nei primi sette mesi del 2025 sono state complessivamente 29.551 le prestazioni erogate dalle farmacie del Veneto, di cui 2.385 nelle farmacie del territorio dell’AULSS 5 Polesana.

I servizi hanno riguardato principalmente:

• screening per diabete non noto, ipertensione e colesterolo;

• esami di telecardiologia (elettrocardiogramma, holter cardiaco e pressorio);

• monitoraggio dell’aderenza terapeutica nei pazienti con diabete e BPCO.

L’iniziativa, prorogata fino a fine 2025 e sostenuta da un finanziamento regionale di 25,3 milioni di euro, offre a tutti i cittadini la possibilità di usufruire gratuitamente degli screening e degli esami di telecardiologia (su ricetta del medico di base).

La farmacia si conferma così un presidio sanitario di prossimità, in grado di offrire servizi di prevenzione e supporto terapeutico in un contesto di fiducia e vicinanza alla comunità.

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Adria, sette nascite in un giorno al Punto Nascita: record il 6 agosto

Il 6 agosto 2025 resterà una data speciale per il Punto nascita dell’Ospedale di Adria, dove in sole 24 ore sono venuti alla luce sette bambini. Un evento eccezionale, che ha portato gioia nei corridoi dell’ospedale e nei cuori delle famiglie. I nuovi arrivati si chiamano Bruno, Stella, Ambra, Neitan, Marco, Enrico e Ginevra: tutti sani e accolti con emozione dai loro genitori.

Un record che non è solo motivo di festa per la struttura sanitaria, ma anche un segno di speranza in un’Italia segnata dal calo delle nascite. «Ogni nascita è un miracolo, ma quando sette bambini arrivano nello stesso giorno diventa un evento che unisce e celebra la vita – sottolinea il direttore generale Pietro Girardi –. Siamo orgogliosi di offrire un’assistenza alla gravidanza e al parto che sostiene coppie e famiglie del territorio, garantendo che ogni nascita sia un momento speciale».

A confermare l’importanza di questa giornata è anche la direttrice dell’Unità operativa complessa, Federica Merlin: «Il Punto nascita di Adria serve un territorio interregionale ed è un luogo in cui si uniscono professionalità, dedizione e attenzione alle famiglie. La passione del nostro personale e il clima accogliente hanno reso possibile questo risultato straordinario». Sette nuove vite che rappresentano un futuro pieno di possibilità e che regalano ad Adria una giornata indimenticabile, capace di trasformarsi in simbolo di rinascita per l’intera comunità.

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Settembre regala molte materie prime interessanti. Prodotti estivi e autunnali, per una combinazione in grado di dare vita a ricetta molto sfiziose.

TAGLIATELLE AI FUNGHI

Un gran primo piatto facile da preparare. Con i funghi porcini o con un delizioso misto bosco, sono una ricetta classica e imperdibile della cucina d’autunno.

Ingredienti: 320 gr di tagliatelle fresche o pappardelle; 450 gr di funghi porcini; 200 ml circa di brodo vegetale; 2 spicchi d’aglio; olio extravergine; prezzemolo fresco; sale; pepe nero

Preparazione: In una padella trifolare i funghi, dopo averli puliti, con gli spicchi d’aglio sbucciati e leggermente schiacciati per tre massimo cinque minuti. Il tempo varia a seconda della dimensione o tipologia. I funghi devono risultare carnosi e intatti. Prendere metà dei funghi e frullarli insieme al brodo vegetale fino ad ottenere una crema vellutata. Dopo aver cucinato le tagliatelle, posatele direttamente in una padella con la crema di funghi e spadellare la pasta insieme ai funghi interi e una manciata di prezzemolo tritato.

POLPETTE DI PANE PISELLI E FORMAGGI

Un’ alternativa alle classiche polpette di carne. Un piatto tipico del recupero e della cucina contadina, con un gusto molto invitante. Perfette come secondo piatto o antipasto

Ingredienti: :600gr passata di pomodoro; 300gr patate; 200gr latte; 150gr piselli freschi; 100 g pane secco; 70gr Pecorino Dop; 70 gr Asiago Dop; 70 gr Montasio Dop; 2 uova; pangrattato; timo limone; aglio; zucchero; sale; olio extravergine di olive

Preparazione:Lessare le patate e scottare i piselli in acqua bollente salata. Rosolare in una padella uno spicchio di aglio con un filo di olio. Aggiungere la passata di pomodoro, un pizzico di sale e di zucchero e cuocere il sugo a fuoco basso. Tagliare a dadini i formaggi. Scaldare il latte, fino quasi a bollore, con uno spicchio di aglio e di timo. Dopo averlo intiepidito versare il latte sul pane raffermo precedentemente tagliato a cubetti. Schiacciare le patate e mescolatele con i formaggi, i piselli e il pane; unite le uova sbattute. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo con cui formare piccole polpettine. Cucinare al forno per 10 minuti a 200° gradi. Servire con il sugo, tiepido

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TORTA AI FICHI

La torta di fichi è il modo migliore per salutare la bella stagione. Questo dolce è facilissimo da preparare e buonissimo da mangiare.

Ingredienti: 250 g farina 00; 2 uova; 70 ml olio di semi; 400 g fichi freschi; 130 g zucchero di canna; 150 ml latte; 16 g lievito per dolci; 1 limone

Preparazione: In una ciotola mettere le uova e lo zucchero e montare con le fruste elettriche fino ad avere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere il latte e l’olio di semi e mescolare nuovamente senza creare grumi. Aggiungere la scorza di limone grattate. Incorporare la farina, un po’ per volta, e amalgamare con una spatola mescolando dal basso verso l’alto. Aggiungere il lievito. Unire i fichi sbucciati e tagliati a pezzi e amalgamarli all’impasto. Versare l’impasto in una tortiera imburrata e infarinata di 24 cm di diametro. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 30-35 minuti.

Rubrica a cura di Sara Busato

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