laPiazza di Adria - Ottobre2025

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Ottobre rosa: fitto calendario in tutto il territorio polesano, con oltre sessata eventi tra vari incontri tematici

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

Dietro la ristrutturazione di un vecchio edificio pubblico si nasconde una sfida più grande: costruire un nuovo modello abitativo per la disabilità

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

Sullo sfondo, tensioni politiche, scambi duri in aula e la richiesta di una strategia condivisa per la difesa dell’ambiente

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Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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Al via il Controllo del Vicinato a Bottrighe

Dal 20 ottobre anche Bottrighe sarà coperta dal progetto del Controllo del Vicinato, un’iniziativa che rafforza la collaborazione tra cittadini e istituzioni per la sicurezza del territorio. Il percorso è stato definito lo scorso 23 settembre in Prefettura, alla presenza del prefetto e dei rappresentanti delle forze dell’ordine, e in questi giorni il Comune ha formalizzato gli atti propedeutici. La Polizia Locale ha già provveduto all’installazione della segnaletica verticale nelle aree interessate.

L’annuncio ufficiale è arrivato in Consiglio comunale, dove l’assessore alla Sicurezza Giorgio D’Angelo ha sottolineato: “Ritengo questo passo un fatto importante e di grande supporto alle forze di polizia. I volontari del Controllo del Vicinato saranno vere e proprie sentinelle del territorio, preziose per monitorare i cosiddetti fattori di rischio ambientale. Come assessorato, insieme alla Polizia Locale, stiamo già lavorando per costituire altri gruppi in città e nelle frazioni. Ringrazio fin d’ora i cittadini che hanno deciso di dedicare il loro tempo a questa iniziativa”.

D’Angelo ha aggiunto che nelle prossime settimane riprenderanno gli incontri nelle varie frazioni, per informare la popolazione e favorire la nascita di nuovi gruppi di vicinato. Il progetto del controllo del vicinato, già attivo in altri comuni del Veneto, punta a consolidare il legame tra istituzioni e comunità, migliorando sicurezza e prevenzione grazie alla partecipazione attiva dei residenti.

L’assessore Giorgio

D’Angelo annuncia in Consiglio comunale

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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Politica. Dibattito in consiglio comunale, al centro la salute dei cittadini e l’ambiente

Approvata la mozione del sindaco, respinta quella dei Cinque Stelle

Due mozioni a confronto, entrambe contrari ai Pfas, ma con approcci diversi. La maggioranza respinge quella dei Cinque Stelle e viene approvato all’unanimità l’atto del sindaco, più contestualizzato sul territorio

N el corso dell’ultima seduta del consiglio comunale di Adria, uno dei temi principali è stato quello dei Pfas, sostanze chimiche pericolose per la salute. Sono state discusse due mozioni, entrambe a favore di una legge che metta al bando queste sostanze: la prima, scritta dai cinque stelle e presentata dal consigliere Lamberto Cavallari, e la seconda, proposta dal sindaco Massimo Barbujani, con un testo più ampio e contestualizzato alle esigenze del territorio. Il tema è strettamente

collegato all’inceneritore di Loreo. Il consigliere Enrico Bonato (Ibc) ha sottolineato l’importanza del principio di precauzione, vista la scarsa conoscenza degli effetti dei Pfas sull’uomo, e ha evidenziato il principio di prossimità, ricordando che “i fanghi dovrebbero essere trattati dove vengono prodotti. “Mi auguro che politicamente si porti avanti la difesa del territorio anche con commissioni temporanee, strumenti utili per studiare strategie comuni a tutela dell’ambiente” - ha sottolineato

Bonato.

La consigliera Sandra Passadore (FdI) ha rilevato che la maggioranza non ha ancora preso una posizione chiara sull’inceneritore, preoccupazione condivisa anche dal consigliere Giorgio Zanellato (PD): “Si conosce molto poco sugli effetti dei Pfas e il pericolo è sostanziale. Dobbiamo prendere una posizione chiara. Molti comuni e cittadini hanno già presentato osservazioni, il nostro territorio è troppo esposto per nuovi insediamenti”.

Il sindaco Massimo Barbujani ha ribadito la contrarietà dell’amministrazione sull’inceneritore di Loreo: “Abbiamo partecipato a tutte le riunioni, organizzato incontri con il comitato locale e presentato osservazioni formali.

La Pro Loco ha presentato il Numero Unico 2025

Il Ridotto del Teatro Comunale di Adria ha fatto da cornice alla presentazione del Numero Unico 2025, l’attesa pubblicazione del Settembre Adriese. L’edizione di quest’anno si propone come un vero e proprio viaggio nel tempo, tra ricorrenze, personaggi e storie che intrecciano vita civile, culturale e religiosa della città. Si parte da un secolo fa, con il portale della Cattedrale e la Grotta di Lourdes inaugurati durante il Giubileo, per arrivare al 1955 con l’apertura del Centro di Addestramento Professionale, tappa fondamentale per la formazione locale, fino a eventi più recenti, come l’inaugurazione del Museo Diocesano della Cattedrale proprio nel 2025.

Non mancano pagine dedicate a figure che hanno lasciato un segno nella comunità: dal femminicidio di Anna Vecchi, avvenuto nel 1925, al ricordo del tenore adriese Florindo

Andreolli, nato nello stesso anno, che portò la musica cittadina oltre i confini locali. Ampio spazio è stato dato anche ai 90 anni del Teatro Comunale e all’inizio dei lavori della cupola della Chiesa della Tomba. Un capitolo speciale celebra il 60esimo anniversario della Pro Loco, insieme al 50° della Fidas Pados e al 60° del Gruppo Folcloristico I Bontemponi, mentre interviste e testimonianze di cittadini, volontari e protagonisti culturali arricchiscono la narrazione: perché la memoria non è fatta solo di date, ma soprattutto di persone ed emozioni condivise. La serata ha assunto un valore simbolico particolare: novant’anni fa veniva inaugurato il Teatro Comunale, mentre sessant’anni fa nello stesso Ridotto nasceva ufficialmente la Pro Loco di Adria. Durante l’evento, il Sindaco di Adria ha annunciato la prossima consegna della benemerenza “Adria Rico-

Qualsiasi iniziativa futura ci vedrà in prima fila. Non siamo stati spettatori, ma attenti e responsabili”. Il dibattito si è acceso con l’intervento del consigliere Luca Trombini della lista Bobo Sindaco, che ha definito la mozione dei Cinque Stelle “demagogica e non concreta”. Cavallari ha replicato:

noscente” alla Pro Loco per il suo 60esimo anniversario, accolto da un lungo applauso del pubblico. Ampio spazio è stato dedicato al ricordo dell’inaugurazione del Teatro Comunale del 1935, con interventi di Alessandro Ceccotto, Leonardo Bonato e Giovanni Battista Scarpari, che hanno offerto prospettive storiche, architettoniche e familiari sul simbolo culturale della città. Marco Maran, direttore del Museo Diocesano, ha illustrato il capitolo dedicato al Museo all’interno del Numero Unico, sottolineando il valore della memoria e della valorizzazione del patrimonio culturale. A portare il proprio saluto anche Roberto Marangoni, per il Gruppo Folcloristico Bontemponi & Simpatica Compagnia, anch’esso in festa per i 60 anni di attività.

Il Numero Unico 2025 è stato dedicato al prof. Livio Crepaldi, già consigliere della Pro

“Qui non si tratta di votare una mozione o l’altra per motivi politici, ma di votare sul principio. Entrambi gli atti sono contrari ai Pfas. Non votare la prima è pura demagogia”. Durante la discussione, Bonato ha chiesto al presidente dell’Ato e del Consiglio di Bacino Polesine, Federico Simoni, la sua posizione in merito all’inceneritore di Loreo. Simoni ha sottolineato di non avere competenze specifiche in materia. Al termine dei due punti all’ordine del giorno, la maggioranza ha respinto la mozione presentata da Cavallari, mentre l’atto del sindaco Barbujani, più articolato e contestualizzato sul territorio, è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale

Guendalina Ferro

Loco dal 1966 al 1975, recentemente scomparso, e all’ing. Alberto Cuberli, volontario instancabile dell’associazione, venuto a mancare lo scorso novembre. Un tributo a tutti i volontari che nel tempo hanno dato un contributo prezioso alla vita della Pro Loco. La serata si è conclusa con la consegna simbolica di una copia del Numero Unico al Sindaco e il ringraziamento a tutti i volontari, collaboratori e sponsor che hanno reso possibile la pubblicazione, confermando come la cultura e la memoria siano un patrimonio condiviso dalla comunità. (g.f.)

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Boom edilizio finito, case introvabili

L’edilizia italiana affronta un 2025 di transizione: rallentano i bonus e incombe la fine del PNRR, ma la vera emergenza resta la carenza di alloggi per famiglie sempre più piccole

L’edilizia italiana naviga in acque incerte. Archiviata la stagione dei grandi boom post-Superbonus e in attesa che si esaurisca l’onda lunga del PNRR nel 2026, il settore si prepara a un 2025 di “transizione” verso un ciclo più moderato. Come confermano da Ance Rovigo Treviso, la vera sfida non è però solo il rallentamento degli investimenti, ma l’incapacità strutturale di rispondere a un’emergenza sociale crescente: la drammatica carenza di alloggi adatti ai nuovi, e sempre più piccoli, nuclei familiari italiani. Il comparto delle costruzioni affronta una fase di incertezza, stretta tra l’effetto trainante degli investimenti pubblici e il rischio di un rallentamento post-PNRR. Ottaviano De Biasi, Presidente di Ance Rovigo Treviso, ha tracciato il quadro, sottolineando che tutte le imprese

stanno vivendo una situazione di incertezza a causa delle tensioni geopolitiche, con ripercussioni sulla crescita e sulle esportazioni che al momento restano contenute.

Il mercato delle costruzioni, che ha tempi più lenti, continua ad essere sostenuto in Italia dalle opere pubbliche per effetto del PNRR, un impulso destinato però ad esaurirsi nel 2026. In negativo, invece, si collocano gli interventi di riqualificazione, in particolare in alcuni segmenti come distribuzione, finiture ed efficientamento energetico. Questo calo si mantiene intorno a un -10% dopo gli eccezionali picchi registrati con i superbonus, risultando quindi un ridimensionamento fisiologico. Il mercato delle nuove costruzioni residenziali mostra segnali modesti, mentre una certa vitalità emer-

ge dall’edilizia non residenziale, con settori come la logistica in forte spinta. Nonostante le difficoltà, i livelli complessivi del settore restano ancora ben più alti rispetto a quelli del 2019 e anche il mercato immobiliare mostra segni positivi. Il Vice Presidente Vicario, Alex Saggia, conclude l’analisi con una riflessione prospettica. A suo parere, il 2025 sarà un anno di transizione per il mercato delle costruzioni, che vedrà una progressiva uscita dalla fase di boom e l’ingresso in un ciclo più moderato.

La vera emergenza, come si legge nell’ultimo rapporto Cresme,

Un milione per riqualificare la città, ma il cantiere slitta

I lavori di riqualificazione urbana ad Adria, finanziati con le strategiche risorse del Pnrr, procedono a ritmo serrato. L’Amministrazione comunale ha dato un segnale forte, approvando il secondo stato di avanzamento lavori (Sal) e liquidando oltre 130mila euro alla ditta esecutrice, la Costruzioni Edilferro Srl di Porto Viro. L’intervento, dal valore complessivo di un milione di euro, è destinato a ridisegnare il volto della città e delle frazioni. Il focus è sulla creazione di percorsi pedonali, spazi aggregativi, nuove aree verdi e arredi urbani in prossimità di chiese e monumenti

storici. L’obiettivo primario del Comune è duplice: contrastare il degrado e la marginalità sociale e creare luoghi più accessibili, inclusivi e sostenibili per la comunità. Il progetto, sostenuto dai fondi europei NextGenerationEU, ha preso il via nel 2023 ma non è stato esente da difficoltà. L’iter è stato complesso, segnato dalla rinuncia del primo direttore dei lavori per motivi di salute e da una sospensione temporanea del cantiere, necessaria per elaborare una variante migliorativa del progetto. La direzione è ora saldamente affidata all’architetto Alberto Casetta, il quale

non è solo il rallentamento degli investimenti, ma la difficoltà del sistema edilizio nel rispondere alla domanda reale di abitazioni, un problema rilevato anche nel territorio dell’associazione. Tra il 2018 e il 2023, la popolazione italiana è diminuita, ma le famiglie sono aumentate di oltre 714.000 unità, con una notevole crescita dei nuclei familiari più piccoli. Questo nuovo fabbisogno è stato in gran parte disatteso e, anche con le stime più ottimistiche del Cresme, mancano almeno 247mila case. L’Italia è oggi uno dei Paesi europei con il peggior rapporto tra nuove co-

ha certificato il nuovo avanzamento dei lavori, pari a oltre 107mila euro di opere già realizzate. La conclusione del cantiere, inizialmente prevista per la fine del 2024, è stata prorogata. La decisione si è resa indispensabile per consentire il completamento della variante tecnica senza generare oneri economici aggiuntivi. Nel frattempo, per garantire la continuità operativa, il Comune ha deciso di anticipare la liquidazione con fondi propri, in attesa del terzo acconto ministeriale da 400mila euro, la cui richiesta è stata formalizzata lo scorso aprile. (s.b.)

struzioni e crescita delle famiglie.

A questa carenza si aggiunge l’inadeguatezza delle tipologie edilizie rispetto alla domanda reale, con nuclei familiari più piccoli, giovani e anziani, che richiedono soluzioni più flessibili, sostenibili e accessibili. La questione della domanda abitativa e dell’housing sociale, le politiche energetiche, la gestione del territorio, la mancanza di lavoratori e l’esaurirsi della spinta del PNRR confermano la necessità di uno scenario strategico di medio periodo basato su una forte spinta innovativa del settore.

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Focus PNRR/2. Un intervento da decine di milioni, tra sfide tecniche e partecipazione delle comunità

Un viaggio nei mega cantieri del Delta finanziati dal Pnrr

Il fiume Po in Veneto si prepara a un’ampia trasformazione all’insegna della sicurezza idraulica e della rinaturazione del suo ambiente grazie al progetto “Rinaturazione Po” finanziato dal Pnrr e coordinato da Aipo, Nei primi giorni di agosto sono iniziati, infatti, i lavori di due cantieri significativi destinati ad aumentare la sicurezza idraulica. Il primo interesserà i Comuni di Corbola e Papozze, con un investimento di 15,1 milioni di euro. Il secondo si svilupperà nei territori di Porto Tolle e Porto Viro, per un importo di 13,3 milioni. Gli interventi, della durata di circa un anno, consistono nell’inserimento di diaframmi fino a 30 metri di profondità all’interno degli argini maestri. L’obiettivo è prevenire i pericolosi fenomeni di filtrazione durante le piene, garantendo così maggiore stabilità e resistenza delle arginature. I lavori saranno eseguiti con attenzione al contenimento dei disagi per i residenti. Accanto agli imponenti interventi strutturali per la sicurezza, un vasto programma di rinaturazione mobilità decine di milioni di euro nel Delta, con opere attualmente in fase di progettazione esecutiva. Queste azioni ambientali mirano a ricre-

are l’equilibrio naturale del Po: si spazia dalla riforestazione alla riqualificazione di lanche e rami abbandonati, dal recupero generale dell’ambiente fluviale al cruciale controllo delle specie vegetali alloctone invasive.

I fondi stanziati sono suddivisi in lotti significativi che toccano diversi comuni: milioni di euro sono destinati ad azioni di riqualificazione a Porto Tolle, a cui si aggiungono altri interventi che interessano l’area compresa tra Porto Tolle e Porto Viro. Specifici lavori ambientali sono previsti nella frazione di Donzella (Porto Tolle) e un altro importante investimento è focalizzato sull’area di Tramontana-Rosolina.

Un ulteriore progetto, attualmente all’esame della Conferenza dei servizi, riguarda la riattivazione e riapertura di rami abbando-

Lavori per l’autonomia dei disabili

Un vecchio edificio storico che fu sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza rinasce ad Adria per diventare una “Casa dell’Autonomia” per persone con disabilità. Il Comune ha infatti liquidato il primo Stato di Avanzamento Lavori per la ristrutturazione dell’alloggio, un intervento cruciale che rientra nel Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), nell’ambito della misura “Inclusione e Coesione” e del progetto “Percorsi di autonomia”. L’intervento, del valore complessivo di 59.516,76 euro, fa parte di un piano più ampio, finanziato con fondi europei NextGenerationEu, per un totale di 400mila euro condiviso con il Comune di Porto Tolle, con Adria in veste di capofila L’immobile interessato, situato in Vicolo delle

Scuole n. 4, è un suggestivo edificio ottocentesco che, dopo aver ospitato il Commissariato fino al 1988,

sarà completamente trasformato in gruppi appartamento accessibili. L’obiettivo è chiaro: favorire la vita indipendente delle persone con disabilità, grazie a ambienti senza barriere e a progetti di vita personalizzati. I lavori, avviati a

nati e la creazione di nuovi rami fluviali nella zona dell’Isola della Batteria a Porto Tolle, per un importo lordo di milioni di euro. Questa azione è mirata a ricostituire la dinamica naturale del fiume e a migliorare l’assetto morfologico del paesaggio fluviale.

Le relazioni tecniche hanno messo in luce l’intenso lavoro della struttura tecnica e amministrativa di Aipo, impegnata nell’attuazione delle opere secondo le stringenti tempistiche previste dal Pnrr, il cui termine ultimo è fissato per marzo 2026.

Tutta l’operatività avviene in stretta sinergia con gli altri enti pubblici coinvolti e con un costante confronto con i portatori di interesse locali, per assicurare che gli interventi rispondano in modo efficace alle esigenze dei territori.

Sara Busato

Con 28 milioni dal Pnrr partono i lavori sul Po veneto: sicurezza idraulica e rinaturazione al centro di un progetto che coinvolge Corbola, Papozze, Porto Tolle e Porto Viro

marzo, si avviano alla conclusione nei prossimi mesi. Un progetto gemello è in fase di realizzazione anche nel territorio di Porto Tolle, completando così l’investimento territoriale. L’amministrazione ha sottolineato come investire sull’autonomia delle persone con disabilità sia fondamentale per la dignità e la qualità dell’intera comunità. L’opera, quindi, non va vista semplicemente come un lavoro edilizio, ma come un vero e proprio atto di giustizia sociale, dimostrando che il PNRR può concretamente cambiare la vita delle persone, se gestito con serietà e visione. Il progetto rappresenta, infatti, un modello concreto di inclusione sociale, costruito su misura per rispondere alle reali esigenze delle persone con disabilità. (s.b.)

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”Seminari Insieme”: un nuovo cammino condiviso con le diocesi

Il Seminario diocesano resta un punto di riferimento per la formazione dei futuri presbiteri, ma cambia volto per rispondere alle nuove sfide della società e della Chiesa. Non chiude, dunque, ma si ripensa: un passaggio importante, che guarda a una formazione più comunitaria, in rete con altre diocesi del Triveneto. Negli ultimi tempi è emersa la necessità di “proporre un cammino insieme alle Diocesi di Padova, Vicenza e Chioggia” per favorire una vita comunitaria autentica e una preparazione più solida. “Il progetto a cui noi vescovi abbiamo lavorato – ha detto il vescovo della diocesi Adria-Rovigo Pierantonio Pavanello – cerca di mettere insieme la possibilità di una vita comunitaria significativa, almeno per la parte centrale dell’itinerario formativo (all’incirca quattro anni), che per forza di cose dovrà essere interdiocesana, con il radicamento nella vita diocesana”. Questa scelta, definita “Seminari insieme”, non corrisponde al modello classico di seminario interdiocesano o regionale diffuso in altre parti d’Italia, ma si inserisce nella continuità di un percorso già avviato: da cinquant’anni i seminaristi di Rovigo frequentano gli studi teologici a Padova e, da qualche anno, condividono momenti di formazione umana e spirituale.

La vita comunitaria residenziale sarà ospitata presso l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Padova), mentre la fase propedeutica (uno o due anni iniziali) e quella finale (gli ultimi due anni prima dell’ordinazione) resteranno affidate alle singole diocesi. Durante l’iter formativo è previsto anche un anno di esperienza in contesti differenti – comunità di accoglienza, missioni all’estero o altre realtà pastorali – per ampliare lo sguardo e vivere modelli di Chiesa diversi. Per la Diocesi di Adria-Rovigo, nel prossimo anno i giovani in formazione saranno tre: uno al propedeutico e due al primo anno di Seminario. “Le singole diocesi – precisa Pavanello – rimangono soggetti attivi e fondamentali della formazione dei futuri presbiteri e pertanto è necessario che vi siano persone e luoghi che si facciano carico di questo

servizio. Nella nostra diocesi quindi il Seminario, come luogo, e il Rettore con una piccola comunità di preti rimangono necessari come centro per la pastorale vocazionale, come luogo per la formazione negli anni della fase propedeutica, come punto di riferimento in Diocesi anche per il resto dell’itinerario”. Un invito forte alla comunità arriva dalle parole del vescovo: “Invito tutti a rinnovare l’impegno per le vocazioni al ministero presbiterale e per il Seminario diocesano: tutti desideriamo poter avere dei preti che servano le nostre comunità e che ci aiutino a cammina-

re verso il Signore”. Il Seminario, dunque, cambia nella forma, ma resta fedele nella sostanza, accompagnando i giovani in un percorso

che unisce radicamento diocesano, esperienza comunitaria e apertura al mondo.

Agnese Sturaro trionfa alle Olimpiadi della Matematica Mentale

Un volto nuovo, appena tredicenne, ma già capace di brillare sul palcoscenico internazionale. Agnese Sturaro, studentessa della scuola media Buzzolla di Adria, ha conquistato il titolo di “Champion” alle Olimpiadi della Matematica Mentale disputate a Valencia, imponendosi in una competizione che ha visto sfidarsi oltre 300 ragazzi e ragazze da tutto il mondo, tra cui sei italiane. Velocità, precisione, concentrazione: queste le qualità che hanno portato Agnese in vetta alla classifica, regalando orgoglio e visibilità non solo alla sua scuola, ma alle comunità di Adria e di Chioggia. Dietro al successo c’è anche una storia familiare che parla di radici e multiculturalità. Figlia dell’avvocato Antonio Sturaro e di madre ucraina, Agnese è cresciuta

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in un ambiente dove passione, impegno e apertura al mondo sono valori quotidiani. Non sorprende, quindi, che la tredicenne sappia esprimersi in russo, ucraino e inglese, oltre a padroneggiare i dialetti chioggiotto e adriese: un bagaglio linguistico che riflette un’identità ricca e curiosa. Ma la sua non è solo una mente matematica. Agnese coltiva anche il talento musicale: studia pianoforte al Conservatorio Buzzolla di Adria ed è stata recentemente premiata in una masterclass a Chioggia, riconoscimento che ne conferma la versatilità, segno di una vivacità che sa unire studio, cultura e passione per la musica. La disciplina che l’ha consacrata a Valencia ha radici lontane: la matematica mentale, nata in Giappone, si basa sull’uso dell’abaco e sull’allenamento a visualizzarlo mentalmente. Un metodo che sviluppa capacità straordinarie di calcolo rapido, ma che soprattutto potenzia memoria, concentrazione e problem solving, diventando uno strumento educativo prezioso anche oltre la matematica. In un tempo in cui si lamenta spesso il calo d’interesse verso le materie scientifiche, la storia di Agnese è un messaggio limpido e potente: i giovani hanno voglia di studiare, di crescere e di sorprendere, quando trovano sostegno e motivazione. (g.f.)

Guendalina Ferro
Vescovo Pierantonio Pavanello

La rassegna. “Palcoscenico di Emozioni

Al via la stagione artistica al Teatro Pertini

I

l Teatro Pertini, situato nel complesso residenziale del Centro Servizi Anziani della città etrusca, riapre le sue porte inaugurando la stagione artistica 2025/2026, curata da Palcoscenico di Emozioni, pronta a offrire al pubblico esperienze culturali e artistiche di alto livello. Dopo la pausa estiva, la rassegna conferma la sua attenzione alla qualità dei progetti e alla professionalità degli artisti, valorizzando sia produzioni interne sia collaborazioni con interpreti di prim’ordine. Non solo spettacoli, ma anche formazione: i corsi di teatro riprenderanno dal 16 ottobre 2025, offrendo a tutti i partecipanti l’opportunità di approfondire l’arte della recitazione e di coltivare le proprie ambizioni artistiche e sociali. Tra gli eventi più attesi della stagione spiccano: 11 ottobre – Libera.Mente: in occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale, l’evento propone concerti serali con Ukulele Lovers e Strambiforte di Alessandro Tessarin. 8 novembre – Casanova: Sinfonia d’Amore: spettacolo teatrale prodotto da Palcoscenico di Emozioni per il terzo centenario della nascita di Giacomo

Casanova, con musica d’epoca dal vivo, soprano Elene Sanadze, e coreografie della Scuola di danza classica e moderna di Adria. 22 novembre – Black Spectrum: concerto dedicato alla storia della Black Music americana, dagli iconici Louis Armstrong e Stevie Wonder a Michael Jackson e Prince. 13 dicembre – BRM & Marzia Lucchetta: una serata pop/rock nazionale e internazionale con l’eclettica interpretazione di Marzia Lucchetta affiancata dai BRM. 20 dicembre – Altrove: tributo a Ultimo: debutto al Pertini con la voce e la band che reinterpretano il repertorio di Ultimo. 10 gennaio 2026 – Andrea Poltronieri interpreta Lucio Dalla: un concerto celebrativo con arrangiamenti e sonorità uniche, dedicato al grande artista bolognese. 24 gennaio 2026 – Cani Sciolti interpreta De André: rivisitazione del repertorio di Fabrizio De André, accompagnata da video, foto e narrazioni inedite. 7 febbraio 2026 –Duo Opositae: Federica Rossi al pianoforte e Federica Biondi al vibrafono in un concerto di musica classica tra atmosfere moderne e tradizionali. 21 febbraio 2026 – Compagnia Teatrale

Tanbarelo: commedia veneta d’autore con musica d’epoca dal vivo. 14 marzo 2026 – Sere..nate: opera prima di Silvia Trevisan, commedia musicale che esplora i sentimenti più profondi della cultura italiana. 28 marzo 2026 – Battiato Classic: tributo a Franco Battiato con arrangiamenti originali, eseguiti da musicisti del territorio e la voce di Raffaella Mori. La stagione del Teatro Pertini si propone così come un vero e proprio viaggio tra musica, teatro e arte, con proposte capaci di emozionare, far riflettere e coinvolgere il pubblico di tutte le età.

Guendalina Ferro

Fabio Benetti (FdI): “ll Polesine al centro del mio impegno”

“Il mio impegno parte da qui: portare la voce del Polesine in Veneto. Per un Polesine che vuole crescere”. Con queste parole Fabio Benetti di Fratelli d’Italia annuncia la sua candidatura al Consiglio Regionale del Veneto, una scelta maturata – spiega – “per mettere a disposizione del Polesine e dei polesani la passione per la politica che coltivo con impegno fin da giovanissimo”. Imprenditore radicato nel territorio e amministratore con esperienza, Benetti sottolinea la sua volontà di coniugare competenza, onestà e concretezza in un progetto politico che abbia al centro le persone e lo sviluppo del territorio. “Vivo del mio lavoro – afferma – ma credo profondamente nell’importanza di una politica di qualità, capace di migliorare la vita dei cittadini, sostenere le imprese che creano occupazione e costruire occasioni di progresso”. Già impegnato in ruoli rappresentativi nel Comune di Rovigo e nella Provincia, Benetti evidenzia come queste esperienze gli abbiano permesso di “confrontarsi ogni giorno con le esigenze dei cittadini, che chiedono risposte e soluzioni reali a problemi concreti”. Sul fronte sanitario, Benetti punta a una rete di servizi “accessibile e vicina ai cittadini, che non lasci indietro nessuno”. “Il Polesine – aggiunge – ha una popolazione che invecchia sempre di più: è indispensabile garantire una sanità pubblica efficiente, radicata sul territorio”. La sicurezza è un altro pilastro del suo impegno: “Va potenziata la dotazione delle forze dell’ordine e della polizia locale, realizzando sistemi integrati di videosorveglianza e presidiando con costanza periferie e punti sensibili. La sicurezza è un diritto di tutti”. Per quanto riguarda agricoltura e settore primario, Benetti difende la vocazione naturale del Polesine: “È una terra che non va snaturata. Occorre sostenere economicamente le imprese agricole e difendere le nostre filiere anche a livello europeo”. Benetti guarda anche a un Polesine più connesso e moderno, puntando su infrastrutture, trasporti e servizi sostenibili: “Le reti efficienti sono la base per creare nuove occasioni di rilancio e crescita economica”. Grande attenzione, infine, al tema ambientale: “Non voglio che la nostra terra diventi la discarica della regione. Serve una gestione dei rifiuti equa, che non pesi in modo eccessivo sui cittadini e rispetti l’ambiente”.

Addio a Mattia, il piccolo guerriero di 7 anni

Èun dolore che ha colpito tutta la comunità quello per la scomparsa del piccolo Mattia Restuccia, morto a soli 7 anni a seguito delle gravi ferite riportate in un incidente stradale lo scorso 12 settembre. La città di Adria e il comune calabrese di Joppolo, paese d’origine del bambino, hanno proclamato lutto cittadino, un gesto simbolico che unisce vicinanza, cordoglio e sostegno alla famiglia. La tragedia ha avuto luogo in via Emanuele Filiberto, all’incrocio tra via Peschiera e la SR443: Mattia era in bicicletta con la madre quando una Saab, condotta da un 70enne di Cavarzere, li ha travolti da dietro. Nell’impatto, madre e figlio sono stati sbalzati a terra. Secondo le ricostruzioni, il veicolo non era assicurato e il conducente non avrebbe avuto una patente valida. La mamma, Genny Cavallaro, 47 anni, sebbene ferita, è stata dimessa poche ore dopo, mentre Mattia, in condizioni disperate, è stato elitrasportato all’ospedale di Padova. Un intervento urgente nella notte non è bastato a salvarlo: il piccolo è spirato pochi giorni dopo, poco prima del suo settimo compleanno, il 22 settembre. La madre ha deciso per l’espianto degli organi I funerali, celebrati nel giorno del compleanno di Mattia, si sono svolti nella catte-

drale di Adria, con una bara coperta di rose bianche. La cerimonia è stata resa possibile grazie anche alla raccolta fondi dell’associazione Don’t Forget Me. Il lutto cittadino è stato proclamato sia dal comune di Adria e sia di Joppolo, nel Vibonese. A celebrare la messa è stato Don Fabio Finotello, lo stesso sacerdote che aveva officiato il funerale del padre di Mattia, Pasquale Restuccia, morto lo scorso 24 maggio all’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria. Il ricordo del bambino ha coinvolto l’intera comunità. La Pro Loco di Adria, ha dedicato la camminata all’alba partita dal quartiere di Ca’ Cima fino all’Ostello Amolara al piccolo Mattia. Anche lo sport ha reso omaggio il giorno prima

dei funerali: prima della partita tra Adriese e Treviso, i tifosi hanno osservato un minuto di silenzio e gli ultras granata hanno esposto uno striscione con scritto “Ciao Piccolo Mattia”. All’esterno dello stadio, grazie all’iniziativa dei tifosi, sono state raccolte offerte generose per sostenere la famiglia. Gesti di affetto sono arrivati anche dalle attività locali: il bar Spiffero ha esposto uno striscione dedicato al piccolo, mentre i compagni di classe della seconda elementare della scuola Giovanni Pascoli, hanno preparato cartelloni e disegni per ricordare il loro amico, oltre ai palloncini bianchi liberati al termine del funerale.

Guendalina Ferro

Niccolò Guidi svela i segreti del cielo profondo

Oltre cento persone hanno partecipato alla serata dedicata all’astrofotografia presso la Casa delle Associazioni di Adria, rimanendo affascinate dal racconto di Niccolò Guidi e dal suo viaggio tra le meraviglie del cielo profondo. Guidi ha condotto il pubblico alla scoperta dei segreti della fotografia astronomica, illustrando l’evoluzione delle tecniche e degli strumenti utilizzati nel corso degli anni. Ma più di tutto, chi era presente ha percepito l’amore e la passione che Guidi nutre per questo universo ancora poco conosciuto. Le immagini proiettate, frutto delle sue osservazioni, hanno conquistato tutti per la loro bellezza e suggestione. L’approccio leggero ed empatico del relatore ha stimolato numerosi interventi e domande, a testimonianza dell’interesse suscitato. L’iniziativa rientrava nelle attività promosse dal Movimento Civico Impegno per il Bene Comune. La responsabile del gruppo Giovani di Ibc, Lisa Marin, e il Coordinatore Simone Donà hanno ringraziato Niccolò per aver condiviso con la comunità e con i giovani una tematica così particolare, e hanno espresso gratitudine al pubblico per la partecipazione attiva. Niccolò Guidi ha concluso il suo racconto con una riflessione che ha conquistato il pubblico:“ Il deepsky mi ha insegnato che la pazienza e la passione trasformano il buio in luce. E spero che, alzando gli occhi al cielo, possiate sentirvi anche voi, almeno per un istante, viaggiatori nell’infinito”. (g.f.)

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Nuova vita per l’ex dopolavoro dello zuccherificio

Le tre S-cioptà

a cura di Roberto Marangoni

> Du gali in tun ponaro no i pol stare

> Dona e luna, ora serena e ora bruna

> El tempo, el culo e i siùri, i fà quel chi vol lùri

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ita nuova sull’ex dopolavoro dello zuccherificio? Sembrerebbe proprio di si. Imprenditori locali avrebbero la seria intenzione di acquisire l’edificio e non solo, ma anche l’attigua villa con parco, già abitazione dell’ultimo direttore dello stabilimento. Ciò, secondo il progetto, diventerebbe un centro sportivo polifunzionale, mentre la villa andrebbe ristrutturata ed utilizzata per eventi, convention, cerimonie. Se l’operazione andrà in porto, per Bottrighe significherebbe una rinascita, poiché già nella sua storia, il paese ebbe un lungo periodo di grande splendore, quale polo di attrazione per lo svago ed il divertimento. Il dopolavoro, che comprendeva bar, ristorante e sala teatrale, venne chiuso nel 1992, un anno dopo dalla chiusura dello zuccherificio. Inaugurato nel 1935, per oltre mezzo secolo fu luogo di autentica aggregazione. Prima del

secondo conflitto mondiale, oltre alla florida compagnia filodrammatica locale, vi furono rappresentazioni di famosi artisti. Ed ancora le indimenticabili veglie danzanti a tema, le serate liriche, teatrali, operette e rassegne corali. Negli anni ‘60 e 70’, la sala venne trasformata in “Joe Club”, una balera con pomeriggi danzanti e concerti con noti cantanti. L’edificio, con la sua ampia area verde, che comprendeva pure un campo da tennis, passò ad un privato. In più occasioni si era parlato di recupero e anche la nascita di una residenza sanitaria per anziani. Nel 2005 il comune

La scuola materna ricorda i volontari

approvò una seconda variante che trasformava l’area in turistico-ricettiva. Potevano essere così realizzati dei fabbricati ad uso abitativo e con il vincolo del recupero del dopolavoro, al quale era concesso anche un ampliamento, si sarebbero sviluppate attività ricettive e di ristorazione. Ciò avrebbe ridato decoro alla zona, ma non ci fu seguito. Ora sembra riaccendersi la speranza e la posizione è certamente idonea anche per il flusso turistico che arriva dalla strada Eridania, ovvero da una delle porte d’ingresso nell’area del Delta del Po. Roberto Marangoni

Commozione e riconoscenza nei confronti dei volontari scomparsi, persone sempre attive per la scuola materna “Umberto Maddalena” di Bottrighe. Nutrita partecipazione di familiari e concittadini nel parco della scuola durante la celebrazione della messa in ricordo degli indimenticabili volontari dello storico istituto di Bottrighe, che compie quest’anno il 97esimo di fondazione. Parole di affetto sono state espresse da Giuliana Fantinati e Luigi Bellan, membri del direttivo scolastico, che hanno sottolineato quanto importante sia stato e sia il contributo di disponibilità nei con-

fronti dell’asilo, chi per i vari piccoli lavori edili o elettrici, chi per l’amministrazione, chi per le varie attività. Durante l’omelia parole di riconoscenza da parte del parroco don Massimo Barison che ha espresso gratitudine nei confronti di tutti i volontari che sostengono ogni giorno l’asilo. Occasione per benedire l’avvio del nuovo anno scolastico ed i locali interessati ai recenti lavori di restauro come le nuove pavimentazioni della cucina, delle stanze attigue e la tinteggiatura dei locali. Oltre al salone, refettorio e dormitorio, sono state altresì climatizzate l’aula della materna e del doposcuola. Un plauso è stato infine esternato al Gruppo Sportivo Bottrighe, all’Associazione Ricreativa Bottrighese e al gruppo folk “Bontemponi”, per il continuo e generoso sostegno nei confronti della scuola. (r.m.)

Romea Ferroviaria, progetto dimenticato

La Romea Ferroviaria, dopo un ventennio di ipotesi, sembrava cosa fatta, ma ne sono trascorsi altri venti e nessuno più ne parla. Il progetto più fattibile, scelto per minore impatto ambientale, era stato presentato i primi anni duemila a Ferrara. In quell’occasione le amministrazioni provinciali, polesana e ferrarese, siglarono un accordo che puntava a creare il raccordo. Così, da Ferrara, le merci avrebbero raggiunto Adria per proseguire

verso nord con la Venezia-Tarvisio, verso est con Chioggia e verso ovest con Verona-Brennero. Adria sarebbe diventata snodo strategi-

co, anche se la linea sarebbe passata a due chilometri dalla stazione principale, creandone una seconda. Nello stesso, tra Adria e Codigoro, in 25 chilometri di tratta, 32 con i raccordi, venivano segnalate le stazioni intermedie di Bottrighe, Corbola, Ariano, Dune e Pontelagorino. Opera prevista in cinque anni. Da ciò il proseguimento per dare continuità al corridoio RomaOrte-Sansepolcro-Rimini-Ravenna e quindi Venezia. (r.m.)

Tre foto, un sogno: la ferrovia Adria-Ariano torna nei ricordi

S ono bastate tre foto storiche, postate sui social più visitati di Bottrighe e Corbola, che ritraggono stazioni e ponti della vecchia ferrovia AdriaAriano, per risvegliare, negli utenti, una lunga serie di commenti ed una gran voglia di ritorno di quel treno. Oggi un sogno? Chissà…mai dire mai. Era il 22 settembre 1927 quando vennero approvati e resi esecutivi i lavori per la costruzione di questa storica ferrovia che avrebbe collegato Adria e Ariano Polesine, passando per Bottrighe e Corbola. L’opera venne affidata alla Società Veneto Emiliana Ferrovie e Tramvie. Nonostante il tracciato della linea si sviluppasse in pianura, furono richiesti notevoli sforzi per la realizzazione dei numerosi ponti per l’attraversamento dei tanti corsi d’acqua presenti nel territorio, in particolare per quello sul fiume Po tra Bottrighe e Corbola. La ferrovia a scartamento ordinario fu inaugurata il 21 aprile 1933. La tratta si distaccava dalla stazione di Adria, verso Rovigo, impegnando da una curva secca che la portava direttamente verso sud, attraversando il Canalbianco, il collettore

Gavello-Dragonzo ed il Padano-Polesano. Raggiungeva quindi la stazione di Bottrighe, situata in fondo al viale di Villaggio San Francesco, oggi abitazione che conserva ancora le line architettoniche di allora. Questa era una stazione considerata di notevole importanza per il traffico delle merci, poiché nelle vicinanze di uno dei più importanti zuccherifici italiani. Sempre a Bottrighe, attraversando il sottopasso stradale di via Dante, un casello di fermata era in prossimità dell’argine del grande fiume, prima di attraversare il ponte sul Po e arrivare alla stazione di Corbola. Con un rettilineo proseguimento di 7 chilometri, la ferrovia raggiungeva la stazione capolinea di Ariano nel Polesine con intermedia fermata facoltativa a Crociarone. Alla Sveft vennero assegnate due locomotive a vapore, tre carrozze a carrelli da 62 posti ciascuna, tre carri chiusi e cinque aperti. Il 1 agosto 1937 la Società Veneta acquisì la linea, rappresentando una sorta di prolungamento della Mestre-Adria. Nel 1944, con il secondo conflitto mondiale, la linea venne interrotta per i notevo-

li danni causati dai bombardamenti delle truppe tedesche in ritirata. Andarono distrutte due delle cinque travate del ponte sul Po, gran parte della ferrovia e danneggiate gravemente le stazioni. La Società Veneta non se la sentì di ricostruire la tratta. In più occasioni si parlò di ricostruzione da parte dello Stato, ma rimasero solo progetti.

Roberto Marangoni

I Rossi, 50 anni insieme, tanta solidarietà

Annalisa Tamiso di Adria ed il cavaliere ufficiale della Repubblica Eligio Rossi, originario di Bellombra, hanno raggiunto il traguardo di mezzo secolo insieme. Si sono sposati domenica 10 agosto 1975 nella chiesa di San Giacomo in Bellombra. Da allora risiedono nella città etrusca. Annalisa ha lavorato sino al pensionamento in un grande laboratorio di confezioni, Eligio, per tutta la vita, ha fatto il barbiere, terminando la sua attività lavorativa nel piccolo negozio di corso Vittorio Emanuele, a ridosso di Ponte Castello, in società con Romeo Bergo, amico da sempre. Persona assai nota nel volontariato, è stato una colonna dell’associazione nazionale Carabinieri in congedo, dove ha ricoperto per lungo tempo il ruolo di presidente locale, organizzando una miriade di feste ed iniziative di solidarietà. E anche in questa speciale ricorrenza ha avuto, insieme alla moglie, un pensiero a ciò, niente regali da amici e parenti, ma offerte che gli stessi sposi hanno poi devoluto all’associazione donatori cellule staminali “Danilo Ruzza” di Adria, alla Lega del Filo d’Oro di Osimo e a Telethon. Nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, istituto ex Canossiane di corso Garibaldi, hanno rinnovato il loro “sì” a cinquant’anni di distanza, durante una cerimonia religiosa officiata da padre Sergio, poi con le figlie Debora e Valentina, i generi Massimiliano e Federico, i nipoti Niccolò e Giacomo, parenti e amici hanno festeggiato a pranzo in un noto ristorante e l’immancabile torta con tanti brindisi. (r.m.)

L’evento. Celebrazione e doni per i piccoli alla presenza di famiglie e autorità

Il Comune ha dato il benvenuto ai nuovi nati

Prima edizione della Festa di Benvenuto per sei bambini e una bambina. Le autorità hanno consegnato omaggi per i piccoli cittadini e le loro famiglie

E’ stato un pomeriggio di festa, quello organizzato a fine settembre al centro civico di Pettorazza, per la prima edizione della “Festa di Benvenuto ai Nuovi Nati 2024”, ideata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Comitato biblioteca. L’iniziativa ha voluto celebrare i piccoli cittadini nati lo scorso anno – sette bambini e una bambina – insieme alle loro famiglie, in un momento che ha visto la partecipazione di autorità civili, militari e religiose, del mondo del volontariato locale e della scuola materna. “Ogni nascita è un evento che porta gioia e speranza – hanno sottolineato gli organizzatori – non solo per i genitori, ma per l’intera comunità, che accoglie un nuovo membro e si prepara a camminare con lui nel futuro”.

Ai genitori di ciascun bambino è stata consegnata una pergamena personalizzata, realizzata artigianalmente dai consiglieri comunali con dedizione e cura: i nomi erano scritti a mano da Ester Bettinelli e il documento era impreziosito dal timbro a secco del Comune. Il testo, firmato dal sindaco Andrea Grassetto, conteneva un augurio speciale affinché “il futuro si colori di speranza e promesse”, accompagnato da un invito ad affrontare la vita con coraggio, accogliendo i nuovi nati “a braccia aperte come cittadini di Pettorazza Grimani”.

A ciascuna famiglia è stato donato anche un libro illustrato, selezionato seguendo le linee guida del progetto nazionale “Nati per Leggere”, che da oltre venticinque anni promuove la lettura ad alta voce in famiglia. “Amare la lettura attraverso un gesto d’amore – è stato ricordato durante la cerimonia – significa sedersi accanto a un bambino e leggere con lui, coltivando affetto e stimolando sviluppo cognitivo, linguistico ed emotivo”.

A completare il gesto simbolico, anche un omaggio floreale

consegnato a ogni famiglia partecipante. La cerimonia, aperta dal vicesindaco Francesca Capuzzo, è stata arricchita dalle parole sentite di don Mario Bruson, che ha portato il suo messaggio di vicinanza e benedizione.

A rendere possibile la buona riuscita dell’iniziativa, ideata e condotta con passione dalla consigliera Sandra Davin, è

stato l’impegno condiviso dei consiglieri Valentina Concon, Andrea Tarozzo e Matteo Talpo, di Daniele Bologna del Comitato biblioteca e del personale co-

munale, che hanno contribuito all’organizzazione e alla riuscita di una giornata che resterà nel cuore delle famiglie.

Guendalina Ferro

“Come alberi sul fiume”, il libro dove le parole suonano come musica

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La rassegna estiva “Arte al chiaro di luna” ha ospitato una delle tappe più suggestive del suo programma: la presentazione del libro Come alberi sul fiume di Miranda Bovolenta, un’opera poetica intensa, costruita come un dialogo intimo e toccante tra due vite che si incontrano, si amano, condividono il cammino, fino all’inevitabile congedo segnato dalla morte. Ma non è stata una semplice presentazione: Bovolenta ha scelto di trasformare l’evento in una vera e propria performance artistica, intrecciando teatro, musica e immagini in un’unica esperienza emotiva condivisa. Al centro del giardino della Fondazione Franceschetti e Di Cola, due attori — Claudio Zanforlin (“Lui”) ed Enrica Pizzi (“Lei”) — hanno dato voce ai testi con delicatezza e intensità, mentre il tessuto sonoro veniva cucito in tempo reale dalle mani e dalle voci di giovani musicisti e interpreti: Tommaso Bego alle tastiere, le chitarre acustiche ed elettriche a dialogare con le voci di Alice Roccato, Annalisa Siviero, Monica Bonafè e Riccardo Bellan. Tra un verso poetico e una nota musicale, la voce fuori campo della stessa Miranda Bovolenta ha guidato il pubblico in questo viaggio emotivo, avvalendosi anche di immagini che scorrevano a evocare paesaggi interiori e stati d’animo. Un intreccio armonico tra parola, suono e visione: una “rete magica”, come è stata definita, che ha saputo unire diverse forme espressive in una narrazione coerente e profondamente umana. Il pubblico ha seguito la performance, lasciandosi coinvolgere da un’atmosfera evocativa, in cui poesia e musica si sono alternate e fuse in un dialogo senza tempo. Gli applausi a scena aperta, hanno accompagnato la serata come risposta spontanea a un’esperienza che ha saputo toccare corde emozionali. A chiudere l’evento, le parole di gratitudine di Lucia Tiozzo, Segretario della Fondazione, che ha ringraziato il pubblico per la partecipazione e si è complimentata con Miranda Bovolenta e con tutti gli artisti che hanno reso possibile quella che, più che una presentazione, è stata una testimonianza d’arte condivisa. (g.f.)

La squadra. Tra i progetti futuri spicca la richiesta di assegnazione dell’impianto sportivo comunale di Ca’ Cima

Bocar Juniors, la squadra che mostra al Polesine come si costruisce un futuro

C’è una squadra di calcio, nel cuore del Delta, che non si limita a insegnare come si gioca. Lo fa con metodo, cuore e visione. Si chiama Bocar, acronimo di Bottrighe, Corbola e Ariano nel Polesine, ed è oggi una delle realtà calcistiche più strutturate del Polesine. Con 268 tesserati nel vivaio, (dati FIGC 2024,dalle categorie dei Primi Calci fino all’Under 17), il Bocar rappresenta un modello sportivo e sociale, che mette al centro i giovani, le famiglie, e un’idea di sport accessibile, educativo e inclusivo. È anche per questo che il presidente Tito Livio Franzolin ha rilanciato, in occasione della presentazione della prima squadra , la richiesta di assegnazione dell’impianto sportivo comunale di Ca’ Cima, all’interno del parco Baden Powell in zona Coop. Un’esigenza concreta: i numeri in costante crescita non permettono più di accogliere nuove iscrizioni nel vivaio. A sostegno di questa richiesta anche Luca Pastorello, delegato provinciale FIGC: “Quando lo sport è serio, va sostenuto”.

La conferenza stampa non è stata solo l’occasione per presentare la nuova stagione calcistica. Nella

sala riunioni intitolata a Giuseppe Egidio Pellegrini – storico dirigente e figura simbolica del S. Vigilio – è stato ripercorso il cammino degli ultimi anni, a partire dal 2020, quando il Bocar è subentrato al S. Vigilio nella gestione dello stadio comunale “Giulio Bressan”. Tra i momenti chiave c’è la fusione con la società di Corbola, in cui il Bocar ha investito con decisione nel settore giovanile. Andrea Bardella, ex presidente del calcio Corbola, oggi vicepresidente del Bocar, rappresenta questo “matrimonio” sportivo e sociale, che ha ottenuto il pieno sostegno delle istituzioni, testimoniato dal vicesindaco di Corbola, Sara Crepaldi, e dall’assessore allo sport, Silvio Meggiorin. E poi i progetti formativi, come l’Evolution Programme della FIGC – portato avanti in sinergia con Pastorello – e il progetto Inter Grassroots Program, nato dalla collaborazione con l’Inter . A questi si affianca l’Accademia del calcio giovanile, una rete territoriale che coinvolge le società di Rosolina e Cavarzere. In tutto questo, c’è l’impronta di un ex calciatore appassionato come Franzolin, affianca-

to dal direttore generale Simone Chieregato. E come ogni squadra che vuole lasciare il segno, anche il Bocar ha i suoi simboli. Come il murales dell’abbraccio tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini allo stadio di Wembley, dipinto nel 2021 dall’artista internazionale di street art OZMO, in omaggio alla vittoria dell’Italia agli Europei di calcio nello stesso anno. Un’opera che ha proiettato Borgo Dolomiti su scala nazionale. “Presto – ha anticipato Franzolin, grande tifoso del Cagliari e di Gigi Riva – sempre con Ozmo, realizzeremo un murales dedicato a Gigi Riva in rovesciata”.

Lo stadio oggi ospita 22 squadre, 315 calciatori, di cui una cinquantina iscritti all’Accademia. “Qui si

impara a giocare, ma anche a crescere”, racconta Franzolin. “Disciplina, alimentazione, riposo: lo sport è una scuola di vita. I ragazzi capiscono che con costanza e sacrificio, i risultati arrivano”. Non solo partite: ora il centro è attrezzato anche per ospitare cene di Natale e incontri tra famiglie. Un luogo vivo, dove il calcio è un pretesto per costruire legami. Presto sarà operativo anche un nuovo spazio chiamato “’90° Minuto”, in omaggio alla celebre trasmissione televisiva, una cabina di regia con vista sui campi e un bar dove poter commentare le partite. Tutto questo con risorse interne. “L’unico contributo pubblico ricevuto – sottolinea Franzolin – sono stati i 24mila euro della

La pedalata della solidarietà AIL di Simona Casana ha fatto tappa in città

La solidarietà può viaggiare anche in bicicletta. Lo ha dimostrato Simona Casana, volontaria della sezione AIL di Brescia, che venerdì scorso ha fatto tappa ad Adria, penultima città del suo tour tra Trentino e Veneto per incontrare le realtà provinciali dell’Associazione Italiana contro le Leucemie. Ad accoglierla, in località Baricetta, c’erano la presidente di AIL Rovigo ODV Laura Cassetta, i volontari rodigini e il presidente

dei Liberi Ciclisti Adria 2002 ASD Roberto Frigatti con i loro giovani atleti in maglia giallo-rossa. Sportivi e famiglie hanno accompagnato Simona e il marito fino al municipio, dove li attendeva il sindaco Massimo Barbujani. L’incontro con il primo cittadino è stato carico di significato: Simona ha avuto l’onore di firmare l’Albo d’Onore del Comune di Adria, gesto che ha suggellato il valore di una tappa che è andata oltre lo sport, tra-

sformandosi in un momento di comunità. Con emozione, Simona ha voluto ringraziare i volontari di AIL Rovigo ODV, i Liberi Ciclisti Adria e l’Amministrazione Comunale per la calorosa accoglienza e la sensibilità verso il mondo del volontariato. Il suo viaggio è proseguito il giorno successivo con l’arrivo a Venezia, ultima tappa di un percorso che ha saputo unire la forza dello sport all’impegno per chi lotta contro la malattia. (g.f.)

Regione Veneto, grazie all’assessore Corazzari, per l’impianto di Bottrighe”. Proprio l’assessore regionale allo sport, ha definito il Bocar “un modello positivo di sport di base, che svolge anche una funzione sociale. Il calcio è sport popolare, crea rete tra famiglie e territori. Va sostenuto, perché restituisce molto più di quanto riceve”. Il sindaco Barbujani ha così risposto alla richiesta dell’impianto comunale di Ca’ Cima : “Dovremo aspettare settembre, quando arriverà il nuovo segretario comunale. Il personale è ora impegnato con i progetti Pnrr, ma l’obiettivo è quello di accelerare l’iter e rispondere alle esigenze di una realtà sportiva in crescita”. Guendalina Ferro

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”.

Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri

pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

Francesco Vidotto
Matteo Strukul
Alessia Gazzola

Educazione e inclusione. Il progetto sostenuto da Fondazione Cariparo

Grazie al sostegno di Fondazione Cariparo e dell’impresa sociale “Con i bambini”, 150 posti gratuiti in 20 scuole dell’infanzia di Padova e Rovigo per combattere la povertà educativa e promuovere un’educazione davvero accessibile

C’anni, ha acceso nuove speranze per

Sintoniz zati

Benvenido: una scintilla che apre le porte del nido a tutte le famiglie

dagogista, educatore e operatore sociale. I tutor hanno accompagnato le famiglie pas-

go. Si chiama rimentale da 3 milioni di euro nato dalla collaborazione tra Fondazione Cariparo e l’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha aperto le porte di 20 scuole dell’infanzia con nido integrato, offrendo 150 posti gratuiti ai bambini dai 12 mesi appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro. Un’iniziativa semplice e rivoluzionaria insieme, che traduce in azione concreta la missione di Fondazione Cariparo: rendere l’educazione un diritto davvero universale, partendo proprio dai primi anni di vita. «L’obiettivo – spiega Alice Bruni, project manager del progetto – era ampliare l’accesso ai nidi anche per chi, pur non vivendo in condizioni di povertà estrema, incontra ostacoli economici, sociali o culturali. Volevamo offrire un’opportunità reale a chi altrimenti avrebbe rinunciato».

catrici ed educatori, coordinata dal Diparti-

La raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo – partner dell’iniziativa – ha raggiunto l’obiettivo di 100.000 euro, poi raddoppiati dalla Fondazione Cariparo. Le risorse sono tornate ai nidi e alle famiglie, generando nuove opportunità educative e nuovi posti per i

Il progetto, avviato nel 2022 e appena concluso, ha messo al centro il benessere del bambino e il sostegno alla famiglia. Accanto al contributo economico, è stata introdotta una figura innovativa, il tutor, a metà tra pe-

to comuni, nidi pubblici e privati, università, enti sociali e famiglie, in un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria comunità educante. Ma la visione della Fondazione è andata oltre la durata del progetto: accanto agli interventi diretti, è stato promosso un percorso di crowdfunding e marketing sociale. In due anni sono stati organizzati circa 50 eventi locali nei territori di Padova e Rovigo per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dei

zo Settore e il Governo. Per attuare i programmi del Fondo, nel 2016 è stata creata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud, che ha trovato un partner determinante in Fondazione Cariparo. Insieme hanno tradotto in azioni concrete un principio chiaro: la crescita dei più piccoli è la base di una comunità più equa. ed successo -

FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo,

Con l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre 300 negozi in franchising sui territori

Despar Nord si distingue per il proprio modello di affiliazione per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. I l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali.

Ogni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-

nari complessi. Non mancano momenti di ispirazione, come le visite ai flagship store del Gruppo Spar in Austria, casa madre di Despar Nord.

M entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:

a febbraio 2026 infatti prenderà il via la nuova edizione del percorso formativo e che includerà una decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita dell’imprenditore offrendogli competenze, visione d’insieme e capacità di adattamento in uno scenario in continua evoluzione.

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

Com’è nata la decisione di intraprendere il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? Io rappresento la quinta generazione di commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi concreti e immediatamente utilizzabili. Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.

Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Inquadra il QR Code per scoprire di più sul mondo dell’affiliazione a Despar Nord.
Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

Sintoniz zati

Vene t o 2 4 passa al sistema di ultim a gener a zione DAB che permette di as coltare an c h e la ra d io con una qualità audio pe r fe t ta .

CURE TERMALI

ALLE TERME C’È UN MONDO DA VIVERE

Stanza dei vapori termali con rituale scrub Trattamento vibrazionale di coppia

Al via la campagna antinfluenzale 2025-2026 dell’ULSS 5 Polesana

LUNEDÌ IL GIORNO DEL TUO EQUILIBRIO mezza pensione Vibrazionale

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Ottobre Rosa: il Polesine si illumina di prevenzione

Torna “Donne... Il Seno di Poi”: oltre 60 eventi in tutto il territorio per promuovere salute, consapevolezza e solidarietà.

Anche quest’anno, il Polesine tinge di rosa il mese di ottobre con un messaggio potente e necessario: la prevenzione salva la vita. Prende ufficialmente il via l’edizione 2025 di “Donne… Il Seno di Poi”, la rassegna di eventi promossa da ANDOS Rovigo (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), che accompagna il mese internazionale dedicato alla prevenzione del tumore al seno con un calendario fittissimo di appuntamenti.

Sono 13 i Comuni coinvolti con incontri tematici che affronteranno la prevenzione da più angolazioni: dalla salute fisica a quella emotiva, dall’alimentazione all’uso dell’intelligenza artificiale in medicina, fino alla valorizzazione dell’estetica oncologica. Tutti eventi ad accesso gratuito, rivolti a donne e famiglie.

Tra i momenti più attesi, il Flash Mob del 1° ottobre in Piazza Vittorio Emanuele a Rovigo, con gli studenti di ENAIP Rovigo e Atelier Danza sulle note di “Basta Poco” di Giovì, per dire insieme “Stop al tumore al seno”.

Torna anche l’evento “Bellezza e Benessere in Fiera” il 19 ottobre nella sede ENAIP di Rovigo: oltre 40 espositori per un’esperienza immersiva tra trattamenti, sport, alimentazione e incontri con esperti.

Spazio alla danza anche con la rassegna “D come Danza, D come Donna”, in di-

verse città del Polesine, per parlare di cura del corpo e prevenzione attraverso il linguaggio del movimento.

Nel cartellone anche la rassegna artistica “La Donna nell’Arte”, che porta musica, poesia, scienza e mostre fotografiche nei teatri e negli spazi espositivi di Adria, Bosaro e Stienta. Momenti per riflettere sul corpo femminile, ma anche per raccontare storie di rinascita.

Torna il percorso “La Vista, bene prezioso” con controlli gratuiti della vista in varie sedi ANDOS e farmacie. In parallelo, “Ti Ascolto” offre test audiometrici gratuiti in 12 località del territorio. “Donne in Corsa – Life is Pink”, infine, coinvolgerà 34 Comuni in camminate, maratone, gite in bicicletta e tornei sportivi. Obiettivo: sensibilizzare sull’importanza del movimento e della corretta alimentazione, grazie anche ai rinfreschi “salutisti” a km zero proposti dopo ogni evento. Quest’anno ANDOS lancia anche “A colloquio con lo specialista”, un nuovo servizio di consulenza medica gratuita in diverse sedi comunali, per spiegare percorsi di prevenzione e diagnosi sempre più personalizzati. Prenotazioni al numero: 351 939 3566. Anche quest’anno, il progetto è sostenuto da Regione Veneto, Provincia di Rovigo, ULSS 5 Polesana, Istituto Oncologico Veneto, insieme a una rete di enti, associazioni e realtà del terzo settore che rappresentano l’anima di una comunità unita attorno alla salute delle donne.

Al via la campagna antinfluenzale 2025-2026 dell’ULSS 5 Polesana

È ufficialmente partita anche nel Polesine la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2025-2026, avviata in contemporanea su tutto il territorio regionale lo scorso 1° ottobre. L’ULSS 5 Polesana invita la popolazione ad aderire numerosa, seguendo lo slogan scelto a livello regionale:

“Proteggi te stesso, proteggi gli altri”.

«La vaccinazione rappresenta la più efficace strategia di prevenzione dell’influenza – spiega la direttrice della UOC Igiene e Sanità Pubblica, dr.ssa Federica Fenzi –. In Italia l’influenza causa ogni anno circa 8.000 decessi e incide fortemente sul sistema sanitario e socioeconomico, colpendo soprattutto le persone anziane e fragili. L’obiettivo della campagna è ridurre il rischio di malattia, ospedalizzazione e trasmissione del virus, ma anche i costi sociali. Vaccinarsi è un gesto di responsabilità e di valore etico verso l’intera comunità».

Per favorire la più ampia adesione, l’Azienda sanitaria organizzerà open day vaccinali in diversi punti del territorio, così da offrire a tutti l’opportunità di proteggersi in modo semplice e accessibile.

L’influenza – spiega l’ULSS 5 – è una malattia infettiva respiratoria a insorgenza brusca, con febbre elevata (≥38°C) e sintomi come cefalea, brividi, tosse, dolori muscolari e congestione nasale. I vaccini disponibili coprono tutti i ceppi virali attesi per questa stagione, incluso il virus di tipo B. Le somministrazioni possono essere effettuate tramite il proprio Medico di Medicina Generale, il Pediatra di Libera Scelta o presso le farmacie aderenti. Un impegno condiviso, conclude l’Azienda sanitaria, per difendere la salute di ciascuno e dell’intera comunità.

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Analisi di prima istanza

• Farmacista Vaccinatore Servizio su appuntamento di Psicologa in Farmacia

Misurazione pressione arteriosa

• Dermocosmesi

• Integratori per Sportivi

Presidi

Volontariato.

cura di persone fragili

1,8 milioni per il “Progetto Sollievo” a sostegno di anziani con Alzheimer e Parkinson

Più risorse per il “Progetto Sollievo”: la Regione Veneto investe 1,8 milioni per sostenere malati neurodegenerativi e famiglie. In dieci anni i centri sono passati da 106 a 226

Icentri di accoglienza sono passati da 106 a 226 in dieci anni, coinvolgendo oltre 2.500 volontari e più di 3.600 persone assistite

Un aiuto concreto per chi vive ogni giorno la fatica di accudire un familiare fragile. La Giunta regionale del Veneto ha deciso di aumentare i fondi destinati al “Progetto Sollievo”, l’iniziativa che offre sostegno alle persone con malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson, e sollievo alle famiglie che se ne prendono cura. L’investimento complessivo sale così a 1,8 milioni di euro, con un incremento di 200mila euro rispetto all’anno precedente. «Dal 2015 i centri sono più che raddoppiati – sottolinea l’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin – passando da 106 a 226, di cui 21 dedicati specificamente al Parkinson». Gli spazi, nati in via sperimentale nel 2013, accolgono

le persone per alcune ore alla settimana, offrendo attività di socializzazione e interventi mirati condotti da professionisti. Un servizio che, allo stesso tempo, permette ai caregiver di avere momenti di respiro e supporto.

Il progetto, parte integrante del Piano socio-sanitario regionale, oggi può contare sull’impegno di circa 2.500 volontari, di cui oltre 1.100 giovani, distribuiti in tutte le province venete. Sono più di 3.600 le persone assistite regolarmente, con una presenza capillare che tocca quasi tutte le

Ulss del territorio. In alcune aree, tuttavia, la domanda è superiore all’offerta e non mancano le liste di attesa.

Il nuovo finanziamento, valido fino al 31 dicembre 2026, verrà suddiviso tra le nove aziende sanitarie locali, con aumenti consistenti per la Marca Trevigiana, la Serenissima e la Scaligera. «Il riconoscimento e il radicamento che queste iniziative hanno saputo conquistare ci hanno spinto a potenziare le risorse – conclude Lanzarin – così da rispondere a una domanda che cresce di anno in anno».

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Il Veneto rafforza i Centri antiviolenza e le Case rifugio con nuove regole e un piano triennale

La Regione proroga i requisiti minimi delle strutture esistenti e approva il Piano strategico 2025-2027 per garantire protezione, sostegno e percorsi di autonomia alle donne vittime di violenza Una nuova spinta contro la violenza sulle donne arriva dal Veneto. La Regione ha annunciato oggi il proseguimento del sostegno ai Centri antiviolenza e alle Case rifugio, grazie alla proroga dei requisiti minimi per un anno e all’approvazione del Piano strategico nazionale triennale 2025-2027.

L’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di questa giornata: “Il Veneto continua a essere in prima linea nella lotta contro la violenza di genere. Grazie a questa proroga, tutte le strutture presenti sul territorio mantengono il loro ruolo di presidio sicuro, offrendo accoglienza, ascolto e protezione alle donne e ai loro figli”.

Il nuovo Piano strategico si colloca in continuità con quello precedente 2021-2023 e prevede quattro linee di intervento principali: prevenzione, protezione e sostegno, perseguire e punire, assistenza e promozione. L’obiettivo è garantire non solo protezione immediata, ma anche percorsi di autonomia e rinascita per le vittime.

“Il nostro impegno – ha aggiunto Lanzarin – è che ogni donna in Veneto possa contare su un sistema capillare, stabile e affidabile. La proroga e il nuovo Piano rafforzano i servizi esistenti e aprono la strada a una futura Intesa definitiva con requisiti aggiornati, già valutati dalla Commissione interregionale per le politiche sociali”.

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LO STAFF

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I PAZIENTI: VOI ... vi aspettiamo

Tutti i pagamenti sono finanziabili o dilazionabili senza richie sta di interessi

Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine

FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO

Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.

Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe

Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva

PASTA CON CREMA DI BROCCOLI

Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare

TORTA DI MELE E RICOTTA

Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta

Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.

Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata

Rubrica a cura di Sara Busato

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