laPiazza delle Terme - Ottobre2025

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Il primato di Cardiologia in vetta alla classifica dell’eccellenza sanitaria in Italia fra 1300 centri

delle Terme Euganee

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

Cosa c’è dietro ai milioni delle grandi opere, la burocrazia della rendicontazione il più grande ostacolo insieme al fattore tempo

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

Sorto nel cuore del Parco Urbano Termale, il Thermal Forum prende il posto del vecchio Pala Magnolia e diventa manifesto della nuova identità cittadina

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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per evitare che controllati, attraverso botteghe dell’usato sul

Presso i Centri del riuso saranno presenti operatori formati la commerciabilità e le possibilità di riutilizzo dei

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Nasce l’Ecosistema del benessere senior

Ad Abano torna d’attualità il tema dei servizi dedicati agli anziani, una fascia di popolazione sempre più significativa: oggi in città sono 5.900 i cittadini over 65, di cui circa 2.800 sotto i 74 anni e 2.900 oltre questa soglia, su un totale di 20.600 abitanti. Numeri che raccontano la necessità di un sistema strutturato di risposte. Il sindaco Federico Barbierato ha ricordato in questi giorni come già nel 2018 fosse stato fatto un tentativo di portare una casa di riposo ad Abano, con una richiesta formale alla Regione Veneto. Un progetto rimasto senza seguito a causa della mancanza di “quote”, cioè del sostegno economico necessario per abbattere i costi delle rette e permettere alle famiglie di accedere al servizio. Se la casa di riposo resta un obiettivo da conquistare, nel frattempo Abano compie un passo avanti con la nascita di “Ecosistema Anziani”, progetto finanziato dalla Regione Veneto con 42.500 euro nell’ambito del Bando Invecchiamento Attivo. L’iniziativa mette al centro i cittadini over 65 e nasce dal lavoro condiviso con Croce Rossa, Lilt, Auser, Virtus Abano e altre associazioni del territorio. Volano del progetto sarà il servizio InformAnziani, con uno sportello aperto ogni mercoledì mattina al Crc di via Donati per orientare e accompagnare i cittadini. A questo si affiancherà lo Sportello Sociale Mobile, pensato per raggiungere a domicilio le persone più fragili, riducendo i rischi di isolamento. Il calendario delle attività, da settembre 2025 a luglio 2026, prevede alfabetizzazione digitale, iniziative di prevenzione sanitaria e motoria, laboratori di stimolazione cognitiva, pranzi comunitari, soggiorni e spazi di aggregazione. Sarà avviata una cabina di regia per coordinare gli interventi e una serie di podcast che raccoglieranno esperienze e racconti, creando una libreria digitale della memoria collettiva. Federico Franchin

Sportello

informativo, servizio mobile e podcast contro l’isolamento

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.

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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

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Redazione: Direttore

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Turismo. L’assemblea European Historic Thermal Towns Association riunisce 52 città di 19 paesi

Le Terme storiche europee tracciano la rotta del termalismo

T re giorni di confronto internazionale, momenti istituzionali all’hotel Millepini e una visione chiara per il futuro: l’assemblea annuale di EHTTA, l’European Historic Thermal Towns Association, ha portato a Montegrotto Terme 52 città termali di 19 Paesi, riunite per discutere strategie, sostenibilità e riconoscimento istituzionale. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Riccardo Mortandello, presidente dell’associazione dal 2023, che ha ribadito la necessità di far arrivare la voce del termalismo storico nelle istituzioni europee, affinché questo patrimonio venga riconosciuto non come semplice offerta di wellness commerciale, ma come un unicum capace di integrare salute scientificamente provata, eredità culturale riconosciuta dall’UNESCO e tradizione millenaria.

Mortandello ha spiegato come le terme storiche si distinguano da qualsiasi altra forma di turismo del benessere. Non solo relax momentaneo, ma un sapere consolidato che affonda le radici nella medicina antica e che ancora oggi offre cure idropiniche, fangoterapia e trattamenti inalatori con indicazioni terapeutiche precise per diverse patologie. Accanto alla dimensione sanitaria c’è quella culturale e architettonica, con un patrimonio che va dalle terme romane ai grandi alberghi della Belle Époque. A rendere unico il termalismo europeo, ha aggiunto, è poi la continuità storica: gli stessi luoghi in cui i romani praticavano le cure termali sono ancora oggi sede di attività riconosciute e scientificamente validate, a testimonianza di un’autenticità che nessun altro

modello al mondo può vantare. Durante i lavori sono state condivise esperienze significative provenienti da diversi Paesi. Dal Belgio, il sindaco di Spa Nicolas Tefnin ha raccontato come la città, patrimonio UNESCO, sia riuscita a mantenere vivi i propri edifici storici trasformandoli in luoghi dove il visitatore può respirare eleganza e tradizione insieme all’esperienza termale contemporanea. Dalla Grecia, Markos Danas ha portato i dati di un settore in piena crescita, con un milione di visitatori nei 32 stabilimenti nazionali e una strategia che punta a integrare il termalismo con agriturismo ed enogastronomia, per proporre esperienze complete e radicate nel territorio. Dalla Catalogna, Isidre Pineda, sindaco di Caldes de Montbui e vicepresidente di EHTTA, ha illustrato la formula che ha trasformato la sua cittadina nella “capitale termale di Barcellona”: collaborazione tra pubblico e privato, innovazione per attrarre la clientela giovane e un coinvolgimento diretto della popolazione locale. Il direttore generale dell’associazione, Simone Zagrodnik, ha delineato invece le prospettive future, che passano per campagne promozionali coordinate con grandi marchi turistici e un’intensificazione dell’attività di lobbying a Bruxelles, così da intercettare fondi destinati alla ristrutturazione degli edifici storici e all’uso sostenibile delle acque termali. Il tema della sostenibilità è stato al centro dell’intervento di Mortandello, che ha insistito sulla necessità di investire nell’innovazione ambientale. Recupero del calore, gestione circolare delle risorse idriche reflue e riduzione

dell’impatto ecologico non sono solo obiettivi tecnici, ma strumenti per rafforzare l’immagine di autenticità e responsabilità delle terme storiche. Montegrotto, con il suo modello di integrazione tra tradizione curativa e innovazione tecnologica, punta a conquistare una clientela consapevole, attenta alla sostenibilità e alla qualità delle cure.

Un ruolo fondamentale in questa prospettiva è svolto dal progetto GreenSPAS, co-finanziato da Interreg Europe per il periodo 2024-2028, che vede Montegrotto Terme tra i partner principali insieme a Francia, Austria, Portogallo e Polonia. L’obiettivo è migliorare la sostenibilità delle città termali europee, trasformandole in laboratori della transizione ecologica. L’associazione non è solo parte del progetto, ma riveste il ruolo di “Advisory Partner”, segno del peso crescente che EHTTA ha assunto nel panorama continentale.

La rete delle città storiche termali, riconosciuta come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa,

si propone di promuovere un’identità condivisa e di valorizzare il patrimonio non solo come attrattiva turistica, ma come leva di sviluppo sostenibile. Oltre alle attività istituzionali, EHTTA promuove progetti culturali e di divulgazione innovativi, come la serie televisiva Amazing Spa Towns o la celebrazione della Giornata Europea del Patrimonio Termale, che ogni ottobre mette in luce aspetti poco conosciuti delle città associate. Importante anche l’attività scientifica, con pubblicazioni di ricerca che aiutano a ridefinire il concetto di spa e a fondare su basi solide le strategie operative dei diversi territori. L’Italia riveste un ruolo di primo piano con sei città storiche termali – Montegrotto, Acqui, Montecatini, Salsomaggiore, Telese e Viterbo – e la presidenza affidata a Mortandello ha rafforzato la centralità del nostro Paese. Il sindaco di Montegrotto ha voluto sottolineare l’approccio partecipativo adottato nel suo territorio, con incontri regolari insieme agli operatori locali per discutere la stra-

tegia geotermica comunale e per tradurre concretamente sul piano locale i progetti europei. “I benefici della nostra adesione alla rete – ha ricordato – sono tangibili: accesso privilegiato a finanziamenti, visibilità globale attraverso canali di promozione internazionale, scambio continuo di conoscenze scientifiche e soprattutto la possibilità di migliorare concretamente le pratiche sostenibili. Montegrotto dimostra come la partecipazione attiva a queste reti internazionali generi risultati misurabili in termini ambientali, turistici e di benessere per la comunità”. L’assemblea di Montegrotto ha così consacrato la città veneta come vero e proprio hub del termalismo europeo. La presenza dei rappresentanti di tutta la rete EHTTA e la qualità del dibattito hanno confermato che il termalismo storico non è solo una tradizione da custodire, ma una risorsa viva e strategica per il futuro dell’Europa, capace di coniugare salute, cultura e sostenibilità in un’unica esperienza.

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U na corsa ad ostacoli piena di incognite, fino all’agognato traguardo. “Il Pnrr rappresenta per Montegrotto Terme un’opportunità straordinaria di trasformazione del territorio, nonostante richieda un impegno considerevole da parte dei nostri uffici”, spiega il sindaco Riccardo Mortandello nel fare il punto dei due più importanti interventi in corso nella città sampietrina.

“Per il micronido comunale “La Casa dei folletti” di via Caposeda - aggiunge - la parte complessa, come stanno evidenziando tutte le pubbliche amministrazioni, è la rendicontazione. Il fabbricato ospitante è stato oggetto di opere strutturali che hanno riguardato il miglioramento del comportamento sismico e la messa a norma. I lavori hanno avuto una durata di 389 giorni, quadro economico totale è di oltre 778 mila euro, di cui 634 mila di finanzia-

mento PNRR, ossia l’82%, mentre il restante importo è stato finanziato con fondi propri del Comune”. L’appalto è in fase di rendicontazione sul portale Regis, una rendicontazione definita «laboriosa e lunga» dall’ufficio tecnico comunale. L’esecuzione dei lavori ha comportato la necessità di trasferire il servizio del Micronido in una struttura temporanea, pensata ad hoc per i più piccoli. E’ stata posata anche la pavimentazione in linoleum, più confortevole ed implementate le strutture a gioco nell’area esterna.

Sono partiti a metà settembre anche i lavori per la realizzazione della rete di teleriscaldamento con l’uso delle acque termali reflue, un’opera dal valore complessivo di 5,5 milioni di euro che rappresenta uno dei progetti più ambiziosi del comune in campo ambientale ed energetico.

“In questo caso però c’è una dif-

ficoltà in più - continua il sindaco - Montegrotto Terme non era stata inizialmente destinataria dei fondi, è stata ripescata solo un anno dopo. Abbiamo colto comunque l’opportunità di dare concretezza a un progetto di cui si parla da 60 anni e siamo riusciti con non poche difficoltà a procedere con la progettazione esecutiva fino all’apertura del cantiere a metà settembre. Un anno di ritardo, in progetti che devono essere obbligatoriamente chiusi entro il 2026 è un grosso gap, ma siamo fiduciosi di farcela”.

L’opera è finanziata per 4,3 milioni di euro con il PNRR e per 1,2 milioni con risorse proprie del Comune. Il lavori nella zona centrale proseguiranno fino a metà di marzo 2026. La rete di teleriscaldamento si estenderà per circa 1,5 chilometri e sfrutterà le acque reflue degli stabilimenti termali locali. Il sistema, basato su

pompe di calore installate in un fabbricato tecnico situato in via Liviana, fornirà acqua calda a 70°C attraverso tubazioni sotterranee isolate.

Inizialmente il servizio interesserà una dozzina di edifici pubblici strategici, tra cui il municipio, l’ufficio tecnico, il micronido comunale, la scuola Vivaldi, il patro-

Gli artigiani critici: “Investimenti importanti, ma non sempre in grado di generare un impatto reale sull’economia

“Il PNRR ha consentito a molti piccoli Comuni di avviare investimenti importanti, ma non sempre si è riusciti a orientare le risorse verso interventi capaci di generare un reale impatto sull’economia locale”: questa la riflessione di Gianluca Dall’Aglio, Presidente di Confartigianato Imprese Padova. “Penso, ad esempio, ai temi dell’energia e della viabilità, - aggiunge - che per le nostre imprese restano prioritari. Sui costi energetici, da tempo chiediamo di rafforzare il fotovoltaico sui tetti dei capannoni con misure

mirate: sarebbe stata un’occasione concreta per alleggerire le bollette e aumentare l’autonomia delle aziende. Allo stesso modo, la viabilità presenta ancora nodi irrisolti: ci sono aree con grande traffico che abbiamo segnalato più volte, oppure tratti stradali che attendono da anni un completamento o un adeguamento”. Un altro tema che non può essere trascurato per gli artigiani padovani è quello della prevenzione rispetto agli eventi atmosferici estremi. “Non vediamo interventi

Ventilazione

Installazione

nato, l’asilo Santa Maria Assunta e l’edificio Auser. Il progetto prevede anche l’installazione di impianti fotovoltaici per garantire l’autoconsumo energetico del sistema. In una seconda fase del progetto si sta valutando la possibilità di consentire l’allaccio alla rete anche per gli edifici privati. Nicola Stievano

locale”

strutturali in questo ambito, eppure le nostre imprese sono molto preoccupate: presto dovranno sostenere il costo di una polizza catastrofale, senza che siano stati messi in campo strumenti di mitigazione del rischio”. Infine, osserva Dall’Aglio, le risorse potevano essere utilizzate anche per potenziare la ricerca e lo sviluppo di tecnologie avanzate. “Oggi, invece, siamo costretti a dipendere dall’estero, e questo si traduce in un deficit di competitività che pesa fortemente sulle aziende artigiane. Il risultato

Gianluca Dall’Aglio, presidente Confartigianato Padova

è che, pur avendo mobilitato risorse ingenti, il PNRR rischia di non rispondere davvero alle esigenze

del sistema produttivo diffuso, che rappresenta la spina dorsale del Paese”.

La burocrazia incombe su cantieri e progetti “Opportunità che non possiamo sprecare”

Ad Abano Terme fondi del Pnrr stanno disegnando una nuova mappa di interventi, ma il cammino non è privo di ostacoli. Procedure complesse, verifiche continue, regole sempre più rigide: la macchina amministrativa si trova a dover conciliare la corsa contro il tempo con una mole di adempimenti senza precedenti.

All’orizzonte c’è la scadenza della primavera 2026, entro la quale tutti i lavori dovranno essere conclusi e la documentazione dovrà essere in ordine.

“I progetti stanno procedendo secondo i tempi stabiliti – spiega il sindaco Federico Barbierato –. Non nascondo che il percorso non è stato semplice: parliamo di procedure complesse, di verifiche continue e di cantieri che devono rispettare regole stringenti. Ma l’amministrazione sta lavorando con determinazione per non disperdere un’opportunità irripetibile”.

L’elenco degli interventi è lungo e tocca tutti i settori chiave della città. Sul fronte della digitalizzazione (Missione 1), il Comune ha ottenuto oltre 280 mila euro per migrare al cloud, adottare SPID e CIE, potenziare PagoPA e App IO, e rendere più accessibili gli avvisi

pubblici. Un passo necessario per modernizzare la macchina comunale, ma anche uno dei più delicati dal punto di vista tecnico e burocratico.

Sul piano della transizione ecologica, il progetto da 1,23 milioni di euro per l’efficientamento energetico e miglioramento sismico dell’ex condominio Mignon e quello da 999 mila euro per i contenitori intelligenti dei rifiuti testimoniano la volontà di unire sicurezza, sostenibilità e innovazione.

Il cuore sociale del PNRR abanese batte invece nella riconversione dell’ex Circolo Ufficiali in un Polo integrato per l’infanzia (oltre 3 milioni di euro) e nella futura struttura coperta del Parco Urbano Termale, destinata a diventare uno spazio di aggregazione e cultura.

Non meno importanti gli inter-

venti dell’ULSS 6 Euganea, con la Casa della Comunità da 2,6 milioni, e quelli della Provincia di Padova, che investirà oltre 10 milioni nell’ampliamento e nella sicurezza dell’Istituto Alberghiero Pietro d’Abano.

“Abbiamo scelto di orientare la programmazione su ciò che davvero segna il futuro della nostra comunità: la salute, con la nuova Casa di Comunità e i servizi sociosanitari; il turismo, con investimenti che qualificano l’accoglienza e l’immagine della città termale; e che renderanno Abano più moderna, sicura e vivibile.Sono scelte strategiche che guardano oltre l’immediato, perché il PNRR non è solo una serie di cantieri: è la possibilità di costruire le basi della città di domani”.

Nicola Stievano

La nuova Casa di Comunità di Abano pronta a inizio 2026: “Un presidio moderno per 40mila cittadini”

Sarà inaugurata nei primi mesi del 2026 la nuova Casa di Comunità di Abano Terme, un presidio sanitario moderno e multifunzionale destinato a servire un bacino di oltre 40.000 abitanti dei comuni di Abano, Montegrotto e Torreglia. Il costo dell’intervento è di 2 milioni e 640 mila euro, dei quali 1,6 milioni dal Pnrr. L’Usl 6 Euganea conferma che i lavori stanno proseguendo secondo il calendario. La struttura, in fase di completamento nei pressi dell’asilo nido Prati Colorati, offrirà servizi sanitari e sociali integrati: medici di famiglia e pediatri con orari estesi, assistenza h24 o h12 anche nei giorni festivi, continuità assistenziale per bisogni urgenti non differibili, diagnostica di base, telemedicina, psicologi e assistenti

sociali. “Sarà una risposta reale ai bisogni di salute quotidiani dei cittadini - spiega il sindaco Barbierato - un luogo aperto, vicino e umano, dove la prevenzione, la cura e l’ascolto si incontrano. Si tratta di un investimento concreto sulla qualità della vita e sul futuro del nostro territorio”. Tra le priorità, la presa in carico dei pazienti cronici e fragili, con monitoraggi programmati per ri-

durre gli accessi in ospedale e migliorare la continuità delle cure. Previsti anche servizi per turisti, studenti fuori sede e attività di educazione alla salute. “Abbiamo creduto fin dall’inizio - conclude il sindaco - nella sanità territoriale come pilastro del futuro. Questa Casa di Comunità sarà il simbolo di una nuova medicina di prossimità, che mette davvero la persona al centro”. (n.s.)

Mentre i progetti procedono e si moltiplicano i cantieri, l’amministrazione affronta le difficoltà di un percorso complesso ma decisivo: digitalizzazione, scuola, ambiente e salute al centro degli interventi in corso in questi mesi

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La copertura del Parco Urbano Termale

Colli Euganei a 6 Zampe: tornano le camminate di gruppo insieme a Fido

N on c’è niente di più rigenerante di una passeggiata immersi nei colori della natura. E i Colli Euganei, da questo punto di vista, sono sempre una garanzia. Ma l’esperienza acquista un valore ancora più speciale se condivisa con il proprio amico a quattro zampe. È questo lo spirito di Colli Euganei a 6 Zampe, un progetto nato dalla sinergia tra Sara Angeli e Alice Dal Toso, che unisce escursionismo dog-friendly ed educazione cinofila, in un percorso pensato per il benessere del binomio uomo-cane. Sara è guida ambientale escursionistica iscritta ad Aigae e, dal 2015, gestisce la community Facebook In Viaggio con Fido, dedicata a chi ama esplorare il mondo in compagnia del proprio cane. Dall’incontro con Alice, istruttrice cinofila e fondatrice di Ospitalità Bestiale, nel 2023 prende forma il progetto, che l’anno scorso ha ottenuto l’importante riconoscimento di sottoscrivere la Carta Europea del Turismo Sostenibile del Parco Re-

gionale dei Colli Euganei. “Non è una semplice passeggiata”, spiega Alice, “ma un’esperienza condivisa che coinvolge il fisico, con salite e terreni vari, e la mente, con percorsi che stimolano l’adattamento e l’esplorazione”. Un’attività educativa oltre che ricreativa, pensata per apportare un valore aggiunto in termini di qualità, sicurezza e benessere del binomio.

Alice prende parte alle escur-

sioni in veste di istruttrice cinofila: “Prima di partire, dedichiamo un’ora al riscaldamento fisico del cane. Serve a valutarne il grado di salute e a fornire indicazioni utili ai proprietari per affrontare i sentieri in completa sicurezza”. Durante le uscite, Alice osserva e interpreta i comportamenti dei cani, aiutando i partecipanti a evitare fraintendimenti che possono portare a problemi comportamentali. L’obiet-

tivo è sviluppare consapevolezza, fiducia e competenze pratiche nei contesti più diversi, tra sentieri, nuovi stimoli e interazioni con altri cani. Le escursioni offrono anche un’occasione per riconnettersi con la natura, ridurre lo stress e promuovere il benessere psicofisico. Sara e Alice conoscono profondamente il territorio dei Colli Euganei, che vivono e frequentano da anni sia per passione che per la-

voro. Questo legame permette loro di organizzare escursioni che valorizzano non solo il Parco Regionale, ma anche aree limitrofe come la Lessinia e le Prealpi Vicentine. Le uscite si svolgono in piccoli gruppi dog-friendly, pensati per essere accessibili a tutti e attenti alle esigenze di ogni binomio. La terza edizione autunnale di Colli Euganei a 6 Zampe prevede tre escursioni, tutte medio-facili e della lunghezza di circa sei chilometri. Il primo appuntamento è domenica 19 ottobre, con un’escursione sul Monte Cinto, a Cinto Euganeo. A seguire, domenica 9 novembre, l’itinerario attraverserà le Terre Bianche di Luvigliano di Torreglia. L’ultima uscita è prevista per domenica 23 novembre, sul Monte Cecilia, a Baone. Tre occasioni per immergersi nella bellezza dei Colli Euganei insieme a Sara, con i consigli cinofili di Alice per vivere al meglio le escursioni e rafforzare il legame con il proprio compagno di avventure.

Ecco il Thermal Forum, il nuovo “spazio” cittadino

Da fine settembre Abano Terme può contare su un nuovo simbolo: con una serata di festa che ha richiamato un pubblico numerosissimo, è stato inaugurato il Thermal Forum, moderna struttura polifunzionale che sorge all’interno del Parco Urbano Termale. L’evento ha segnato il definitivo passaggio dal vecchio Pala Magnolia, ormai inagibile, a un edificio concepito come manifesto della nuova identità cittadina. Fin dalle prime fasi progettuali, l’Amministrazione comunale ha fissato una visione chiara: la nuova costruzione doveva incarnare i valori fondanti di Abano, città internazionale del benessere, capace di coniugare tradizione e innovazione. La scelta è stata quella di interpretare la città come luogo dello “Star Bene”, un concetto che si esprime nel verde urbano, nella mobilità dolce, nella qualità paesaggistica e nella salute intesa come bene collettivo.

Il progetto ha saputo valorizzare alcuni cardini: il legame millenario con l’acqua termale, già nota in epoca romana per le proprietà terapeutiche; l’integrazione con il paesaggio dei Colli Euganei, oggi patrimonio Unesco; la necessità di spazi di aggregazione per cittadini e turisti. Da questi presupposti è nato un edificio leggero e arioso, con una copertura ispirata al profilo dei Colli, un segno d’acqua che attraversa l’intera struttura e una piena integrazione con il parco firmato dall’architetto Portoghesi. Il Thermal Forum è moderno, sostenibile, accessibile, inserito nella rete della mobilità lenta. Lo spazio interno, flessibile e modulabile, è pronto a ospitare spettacoli, concerti, conferenze ed eventi culturali, diventando nuovo polo di riferimento per la città. “Alla conclusione dei lavori, l’Amministrazione ha scelto di attribuire un nome e un’identità visiva coerenti con la funzione e il contesto”, ha spiegato al sindaco Federico Barbierato. “È nato così Thermal Forum, denominazione che unisce l’elemento fondante delle acque termali al valore universale dell’incontro. Ad accompagnarlo un logo essenziale, in cui due segni dominano: la copertura sinuosa che richiama i Colli Euganei e una base orizzontale che rappresenta l’acqua, fondamento

della storia euganea. I colori verde e azzurro evocano natura e terme, mentre il font Gotham, scelto per solidità e chiarezza, conferisce durata istituzionale. Il payoff Green Urban Future completa il marchio con un messaggio proiettato al domani”. Il risultato è una sintesi visiva e architettonica: memoria e paesaggio da un lato, innovazione e vocazione urbana dall’altro”. Il Thermal Forum si presenta così non solo come nuova casa degli eventi, ma come simbolo di una città che intende rafforzare la propria identità internazionale, connettendo natura e cultura, tradizio-

ne e futuro”, ha concluso il primo cittadino che all’inaugurazione ha chiamato con sé anche la consigliere regionale del partito democratico Vanessa Camani e il vice-

presidente della provincia Daniele Canella e ieri sera grande show dei comici di Zelig per l’inaugurazione ufficiale degli eventi.

La corsa al 2027 si apre tra sussurri, alleanze e possibili colpi di scena “La circostanza che nell’ultima tornata elettorale le previsioni fossero decisamente favorevoli alla riconferma del sindaco in carica, che aveva il vantaggio di venire da un primo mandato, ha avuto come conseguenza la mancanza di candidature fortemente sorrette dai corpi politici di riferimento. Logica previsione vuole che alle prossime consultazioni lo scenario sarà decisamente differente, posto che l’impossibilità di riproporsi, per il sindaco uscente, lascerà ampio spazio alla contesa”. Luigi Ciccarese, capogruppo di opposizione, guarda alle comunali del 2027. “Pur mancando ancora due anni alle amministrative, lo scenario aponense da tempo ormai è popolato di sussurri e grida, di

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possibili candidati in pectore e di notizie di corridoio che lasciano ampio spazio all’immaginazione, sia per i possibili pretendenti al trono che avranno voglia di sfidarsi, sia soprattutto per le potenziali alleanze politiche che si andranno a configurare”, dice. “Due anni sono ancora lunghi da trascorrere, e la politica ci ha abituato a scelte di campo che si perfezionano nell’ultimo semestre prima del voto, e soprattutto a colpi di scena dell’ultim’ora, che scompaginano la piazza e tradiscono ogni previsione. Per tale ragione, rimango perplesso ogni qualvolta sento parlare di potenziali candidati che intendono gettarsi nella mischia: preferisco lasciare spazio all’immaginazione tentando di individuare quali saranno, invece, le sorprese all’orizzonte. A chi mi chiede pronostici e spoiler, rispondo che per quanto mi riguarda continuo ad esercitare con passione il mandato conferitomi di consigliere d’opposizione, auspicando che chi mi ha dato fiducia tre anni fa, possa ritenersi soddisfatto dell’impegno e del lavoro che profondo in tale veste. Tutto il resto è noia”.(f.f.)

Luigi Ciccarese

Barbierato: “Servono fondi per gli invasi”

Dopo 8 milioni di danni nel 2021, il sindaco di Abano

Barbierato chiede di mettere la sicurezza idraulica al centro dell’agenda politica. “Non servono annunci ma cantieri veri”. Fondi e competenze ci sono, manca la volontà di fare della difesa idrogeologica una priorità nazionale.

“N egli ultimi anni i nostri territori hanno mostrato con chiarezza tutta la loro vulnerabilità di fronte al cambiamento climatico. Eventi estremi, bombe d’acqua, alluvioni improvvise e corsi d’acqua che esondano con frequenza crescente: non si tratta più di episodi eccezionali, ma di una nuova normalità con cui dobbiamo convivere”. Così il sindaco di Abano Federico Barbierato sul rischio idraulico alle Terme. “Solo in un giorno, quel famoso ottobre 2021 ad Abano terme abbiamo registrato oltre 8 milioni danni per cittadini e imprese”, spiega il primo cittadino. “Eppure, nonostante la gravità del tema, la politica continua a muoversi con lentezza e frammentazione, lasciando scoperti cittadi-

ni, imprese e comunità locali. La sicurezza idraulica dovrebbe essere trattata per quello che è: un’emergenza strutturale e prioritaria, al pari delle grandi opere infrastrutturali di cui tanto si parla. Perché senza difese adeguate contro il rischio idrogeologico, ogni investimento rischia di essere vanificato da un’alluvione che in poche ore cancella anni di lavoro”. Gli strumenti non mancano. “Ci sono i fondi strutturali europei, pensati proprio per rafforzare la resilienza dei territori; ci sono le competenze tecniche di consorzi di bonifica, università e centri di ricerca. Quello che manca è la scelta politica di mettere la sicurezza idraulica al centro dell’agenda. Mi sarei aspettato – e credo non solo io – che il famoso

Pnrr, cogliesse questa urgenza. Invece, pur con i suoi miliardi di euro, il tema della difesa idraulica è rimasto marginale. Un’occasione persa, perché mai come ora serviva un piano straordinario di messa in sicurezza, coordinato e capillare, capace di guardare al futuro e non solo di rincorrere le emergenze. Oggi paghiamo decenni di ritardi, di opere incompiute, di interventi tampone mai risolutivi. Eppure i segnali sono chiari: i bacini di laminazione funzionano, gli argini rinforzati fanno la differenza, la manutenzione costante dei corsi d’acqua riduce i rischi”. Serve solo la volontà di passare dalle parole ai cantieri, dai convegni alle opere. “È il momento che Governo e Regione diano un segnale concreto. Non con annunci, ma con stanziamenti certi, cronoprogrammi vincolanti e procedure snelle. È il momento di investire davvero sul territorio, perché la sicurezza idraulica non è un capitolo di spesa, ma un investimento in futuro, in competitività e in qualità della vita. Ai

nostri amministratori locali, ai sindaci che ogni giorno sono in prima linea, chiediamo di continuare a fare pressione, di non abbassare la voce. Ma la responsabilità finale spetta alla politica nazionale Non possiamo più permetterci promesse a vuoto”. E allora l’appello è

semplice: “Mettete la sicurezza idraulica al primo posto. Usate i fondi strutturali, riallocate le risorse, costruite un piano straordinario. Perché la fragilità del territorio è sotto gli occhi di tutti e il tempo, purtroppo, non è infinito”. Federico Franchin

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Federico Barbierato

Notiziario del Comune di Abano Terme - OTTOBRE 2025

abano terme NEWS

Cari concittadini, siamo lieti di informarvi che, a partire dal 9 ottobre, prenderà avvio un nuovo ciclo di incontri gratuiti rivolti a neomamme e neopapà.

L’iniziativa ha l’obiettivo di accompagnare i genitori nei primi mesi di vita del bambino, favorendo la relazione genitore-figlio e offrendo occasioni di condivisione con altre famiglie. Con viva cordialità.

Il Sindaco L’Assessore ai Servizi Educativi Federico Barbierato Virginia Gallocchio

IL PROGRAMMA PREVEDE:

• Un corso di “Massaggio neonatale” – il giovedì mattina presso l’Asilo nido “Prati Colorati”, in orario da definire insieme ai partecipanti;

• Un corso di “Movimento e gioco” – il giovedì mattina presso l’Asilo nido “Prati Colorati”, in orario da definire insieme ai partecipanti;

• L’iniziativa “Casetta Verde”, uno spazio dove potersi incontrare e condividere l’esperienza di essere diventati genitori – ogni giovedì pomeriggio dalle ore 16:00 alle ore 18:00, presso l’Asilo nido “Prati Colorati”.

La partecipazione è completamente gratuita. L’iniziativa è promossa dal Comune di Abano Terme – Settore Servizi Educativi nell’ambito del progetto “Crescere Insieme”.

• PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI

è possibile contattare il Settore Servizi Educativi ai seguenti recapiti: 049 82 45 265 o all’interno: 267 crescereinsieme@abanoterme.net

Confidiamo che questa proposta possa rappresentare un momento prezioso di incontro, crescita e sostegno per le famiglie della nostra comunità.

Ingresso libero e gratuito!!

!Tremate Tremate! Le streghe son tornate! e non solo le STREGHE, ma anche VAMPIRI, FANTASMI, SCHELETRI, RAGNI E RAGNATELE, MOSTRI e ZUCCHE , UN LABIRINTO INFESTATO...

Halloween sta per tornare ad ABANO TERME. In Isola Pedonale il PIÙ BEL HALLOWEEN DI PIAZZA con COREOGRAFIE da paura, incontri inaspettati, photoset, artisti, spettacoli, guranti, animazioni, expo gotica e tanto altro...

Messaggio pubbliredazionale
Città di Abano Terme

Al via la rivoluzione del centro sportivo comunale in via del Santo

Con un investimento di 2,2 milioni di euro, parte il maxi progetto di riqualificazione del centro sportivo comunale: due nuovi campi, tribune moderne, spogliatoi e illuminazione all’avanguardia. Obiettivo: accogliere al meglio i 200 giovani calciatori del territorio entro l’inizio del campionato 2026/2027

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ue campi completamente nuovi, tribune moderne e una progettazione razionale degli spazi: è questo il futuro del centro sportivo di via del Santo a Montegrotto Terme, che grazie a un investimento di 1,8 milioni di euro da parte del Comune si trasformerà in una struttura all’avanguardia. Il progetto prevede una rotazione di 90 gradi dell’attuale disposizione dei campi, una scelta tecnica che permetterà di ottimizzare l’utilizzo degli spazi disponibili. Il campo principale sarà realizzato in erba artificiale, soluzione che metterà fine ai problemi di fango che hanno caratterizzato tanti incontri negli ultimi anni. Il secondo campo, destinato agli allenamenti, manterrà invece l’erba naturale ma sarà completamente rifatto con nuovo sottofondo, sistema di drenaggio e irrigazione. “Gli interventi prevedono la sistemazione del campo esistente da allenamento in erba naturale, con la realizzazione di un nuovo sottofondo, un nuovo impianto di drenaggio ed irrigazione e la riqualificazione dell’impianto di illuminazione”, spiega l’assessore alla Programmazione urbanistica Luca Fanton. La nuova disposizione degli spazi consentirà inoltre di realizzare in futuro un terzo campo per l’allenamento dei pulcini, anche se di dimensioni non regolamentari, e di rivedere completamen-

te la struttura degli spogliatoi. Le vecchie tribune, ormai non più rispondenti ai criteri di sicurezza e funzionalità, saranno demolite e sostituite da gradinate moderne per il pubblico. Tutto l’impianto di illuminazione verrà rifatto, così come le recinzioni e i fondi dei campi. I lavori, già iniziati per la parte relativa alla recinzione, riprenderanno in autunno, ed è in dirittura d’arrivo la gara d’appalto gestita dalla Provincia di Padova per individuare la ditta che realizzerà i lavori. Una volta assegnati, i lavori richiederanno circa 9 mesi per essere completati, con l’obiettivo ambizioso di avere tutto pronto per l’inizio del campionato 2026/2027. Nel frattempo i ragazzi dell’ASD Calcio Montegrotto giocheranno nel campo di via Lachina, rimesso a nuovo dopo anni di abbandono. L’Amministrazione ha investito per rimetterlo in ordine con nuovi spogliatoi, illumi-

nazione moderna e tutti gli allacciamenti necessari. Un intervento che è stato completato già durante l’estate, permettendo così alla società di non fermare mai l’attività, nemmeno durante i lavori principali. Il progetto rappresenta la risposta alle lunghe attese della società ASD Calcio Montegrotto e delle famiglie che da anni chiedevano interventi strutturali sui campi sportivi comunali.

“Si tratta - spiega l’assessore Duilio Fasolato - di un’opera destinata a dotare il Comune di Montegrotto di un impianto sportivo per il calcio che risponda ai bisogni dei circa 200 ragazzi che praticano questo sport, una riqualificazione che impegna una spesa di 2.2 milioni di euro di cui 1,8 milioni di euro finanziato con credito sportivo coni cui dovranno aggiungersi altri 700.000 mila euro per i nuovi spogliatoi”.

La città come modello europeo di energia pulita

Montegrotto Terme si conferma un laboratorio all’avanguardia per la sostenibilità ambientale e l’utilizzo intelligente delle risorse naturali. Dal 7 al 9 ottobre 2025, la città termale dei Colli Euganei ha ospitato delegazioni da diversi Paesi europei nell’ambito del progetto GreenSPAS, finanziato dal programma Interreg Europe. L’obiettivo: conoscere da vicino il sistema di teleriscaldamento geotermico basato sul riutilizzo delle acque termali reflue, un’iniziativa che dal 2026 riscalderà 1 2 edifici pubblici. Il progetto, unico nel suo genere in Europa, sfrutta il calore residuo delle acque termali già utilizzate a scopo sanitario. Una soluzione che rispetta

la rigida normativa regionale sulla tutela del bacino termale, ma al tempo stesso valorizza un patrimonio naturale straordinario. “Montegrotto è l’unico luogo dove il calore delle acque, a fine ciclo, viene recuperato e impiegato per scopi energetici – ha spiegato il sindaco Riccardo Mortandello –. È il frutto di anni di studio e lavoro tecnico, ora diventato un caso di studio internazionale”. (r.p.)

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Montegrotto

Trasporti. La scelta del digitale scatena proteste

Anziana contro il Qr Code alle fermate

Niente più orari cartacei alle fermate, solo un QR code da inquadrare con lo smartphone. È questa la novità introdotta da Busitalia Veneto che, se da un lato vuole modernizzare il servizio, dall’altro sta creando disagi soprattutto tra i cittadini più anziani. A Montegrotto Terme la protesta è già scoppiata. “Gli anziani non sanno usare i QR code, molti non hanno neppure il cellulare” sbotta Carla Del Ponte, 88 anni, residente in piazza I Maggio. Qualche settimana fa, dopo aver fatto la spesa al mercato a km zero di Coldiretti in corso Terme, ha atteso invano un autobus per rientrare a casa. Non sapendo gli orari e non potendo consultarli, ha aspettato a lungo alla fermata. Alla fine, stanca e demoralizzata, ha affrontato a piedi la salita fino alla sua abitazione.

“Ho fatto la strada con grande fatica – racconta – solo perché non avevo un’informazione semplice che un tempo era scritta sul tabellone. A questa età ogni passo pesa, eppure sono stata costretta a tornare da sola a casa senza sapere quando sarebbe arrivato il bus”. La signora non si limita a parlare del suo episodio personale, ma denuncia un problema più ampio: “Io non sono l’unica. Tantissime persone della mia età vivono la stessa situazione.

Non tutti hanno lo smartphone, e anche chi lo possiede non sempre è in grado di usarlo per leggere un QR code. In questo modo ci sentiamo esclusi, come se il trasporto pubblico non fosse più pensato per noi. Io non voglio dipendere da mio nipote o dai vicini per muovermi: sono sempre stata autonoma, e non intendo rinunciare alla mia indipendenza”. Carla racconta di aver contattato Busitalia per protestare.

“Mi hanno risposto di mandare una mail, ma mi pare una presa in giro. Io la mail non la so scrivere, e nemmeno tante persone della mia generazione. La mia richiesta è semplice: vogliamo che tornino i cartelli con gli orari, chiari e leggibili. È una questione di rispetto per i cittadini, e soprattutto per gli anziani che hanno diritto a un’informazione accessibile”. Busitalia, da parte

sua, difende la scelta, parlando di una svolta tecnologica necessaria. “Un QR code a portata di smartphone – spiegano dall’azienda – consente di visualizzare facilmente gli orari di passaggio delle linee, sia programmati che in tempo reale. Grazie alla localizzazione satellitare dei bus, gli utenti possono ottenere informazioni precise e tempestive direttamente in fermata”. La sperimentazione è stata avviata su alcune direttrici principali, come Padova-Bassano, Padova-Este e Padova-Sottomarina, e l’obiettivo dichiarato è quello di estende-

re rapidamente il sistema a tutta la rete. Dopo l’aggiornamento dell’app “Busitalia Veneto”, arricchita da nuove funzionalità, l’azienda prosegue dunque con

decisione sulla strada della digitalizzazione, parlando di un servizio “più smart, affidabile e sostenibile”.

Raddoppia la casetta del Parco Mostar

Un nuovo spazio per i giovani di Montegrotto Terme sta per prendere forma al Parco Mostar. L’amministrazione comunale ha deciso di investire su un progetto di ampliamento del centro giovanile già presente nell’area verde, con l’obiettivo di renderlo un vero punto di riferimento per la fascia d’età dai 18 ai 30 anni, che finora non ha avuto spazi dedicati. L’intervento prevede l’ampliamento dell’attuale struttura in legno, che sarà affiancata da un nuovo edificio dello stesso materiale e collegata attraverso un portico o una pergola. Non solo: sono in programma anche nuovi arredi e attrezzature per rendere lo spazio più accogliente e funzionale.

L’idea è quella di creare un luogo capace di ospitare attività culturali, ricreative e formative,

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favorendo l’incontro, l’inclusione e la partecipazione attiva dei ragazzi. La spesa complessiva per la realizzazione del progetto è di circa 410mila euro. Una parte sarà coperta grazie ai fondi europei destinati allo sviluppo delle aree rurali attraverso il GAL Patavino, mentre il resto sarà finanziato direttamente dal Comune. L’obiettivo è concludere i lavori entro poco più di un anno, così da poter restituire alla città uno spazio vivo e moderno già nel 2026. In passato il Parco Mostar era salito alle cronache per la presenza di balordi e per i numerosi atti vandalici compiuti da qualche ragazzo. Ora la musica pare decisamente cambiata. “Con questa iniziativa Montegrotto Terme scommette sui giovani, offrendo loro un luogo dove esprimersi e crescere insieme”, spiega il sindaco Riccardo Mortandello. “Il Parco Mostar, già punto naturale di aggregazione, diventerà così anche un laboratorio di idee e opportunità, capace di arricchire la vita sociale e culturale della comunità”. (f.f.)

La realtà. La società coniuga formazione, competizione e inclusione

Atletica Vis Abano: passione, giovani talenti e risultati in pista

A d Abano Terme l’atletica leggera non è solo uno sport, ma una tradizione che unisce generazioni e comunità: lo dimostra l’Atletica Vis Abano, realtà storica nata nel 1957 e oggi punto di riferimento per gli sportivi di tutte le età. Con oltre 280 atleti tesserati e una sede allo Stadio delle Terme di Monteortone, la società coniuga formazione, competizione e inclusione, promuovendo valori di impegno, costanza e collaborazione. Negli ultimi mesi, gli atleti visiani hanno saputo distinguersi in diverse competizioni regionali. Tra i risultati più significativi spicca il giovane Francesco Fogar, che ai Campionati Regionali di Bassano del Grappa ha corso i 100 metri in 11”74, confermandosi uno dei talenti emergenti della velocità veneta. Accanto a lui, Mattia Be-

retta e altri atleti delle categorie Allievi e Cadetti hanno portato a casa piazzamenti importanti, contribuendo a consolidare la reputazione della società a livello regionale. Il 25 aprile 2025, poi, la Vis ha organizzato il Campionato Regionale di Staffette ad Abano Terme, evento che ha coinvolto centinaia di giovani e che ha messo in luce non solo le capacità atletiche, ma anche il lavoro di squadra e la passione per lo sport. L’attenzione verso i giovani è una delle priorità della società. Dai sei anni in poi, bambini e ragazzi possono avvicinarsi all’atletica attraverso corsi strutturati, che spaziano dalla velocità al salto in lungo, dal lancio del martello ai 3000 metri siepi. Allenatori qualificati seguono passo passo ogni atleta, aiutandolo a crescere sia sul piano fisico sia

sul piano umano. Non manca, inoltre, l’impegno nell’inclusione: la Vis propone corsi di preparazione atletica per concorsi militari, allenamenti dedicati a persone con esigenze particolari e programmi personalizzati per garantire a tutti la possibilità di praticare sport in sicurezza. Non solo competizione, dunque: l’Atletica Vis Abano è anche un luogo di socialità, dove si imparano disciplina, rispetto e amicizia. I record sociali della società raccontano la storia di successi costruiti con costanza, passione e dedizione, ma ciò che più conta è la capacità di far sentire ogni atleta parte di una grande famiglia. Il calendario 2025-2026 prevede nuove gare, raduni e attività formative, per continuare a offrire esperienze sportive di qualità a giovani e adulti. Sul sito ufficiale

Tanti i successi e le nuove sfide per il 2025

La ginnastica a Montegrotto Terme sta vivendo una stagione di grande fermento e soddisfazioni, con le società locali che continuano a distinguersi in ambito regionale e nazionale. Il 2025 si è aperto con risultati significativi e un crescente interesse per questa disciplina. Un evento di rilievo è stato il Torneo Gold

Italia A/J/S, svoltosi il 22 marzo 2025 a Montegrotto Terme. Atlete provenienti da diverse regioni si sono sfidate in categorie di alto livello, mostrando preparazione e determinazione. Tra i risultati spiccano le performance di Anna Latini, con un punteggio di 16.700, e Camilla Casarotto, che ha ottenuto 17.050 punti, confermando l’eccellenza delle ginnaste locali . Anche la società Aurora Monte-

grotto ASD ha fatto parlare di sé, con le sue ginnaste che hanno raggiunto vertici importanti. In particolare, alcune atlete hanno ottenuto brillanti risultati a Rimini, dimostrando il valore del lavoro svolto a livello locale .

Un altro momento significativo è stato il Campionato Italiano Insieme Gold Allieve, che si è tenuto il 13 giugno 2025 al Palaghiaccio di Folgaria (TN). Le atlete di Montegrotto Terme hanno partecipato con impegno e passione, portando a casa risultati che testimoniano la qualità della formazione ricevuta. Questi successi non sono frutto del caso, ma del costante impegno delle società locali nel promuovere la ginnastica come disciplina formativa e aggregante. Le strutture

della società e sulla pagina Facebook è possibile seguire tutti gli aggiornamenti, scoprire i prossimi eventi e, per chi desidera, iscriversi ai corsi. L’Atletica Vis Abano dimostra così come uno sport individuale, come l’atletica leggera, possa diventare stru-

come il Palazzetto dello Sport di Montegrotto Terme offrono spazi adeguati per allenamenti e competizioni, favorendo la crescita degli atleti e l’organizzazione di eventi di rilievo. Il 2025 si preannuncia come un anno di consolidamento e nuove sfide per la ginnastica a Montegrotto Terme. Con il supporto delle istituzioni e la passione delle società, la città continua a essere un punto di riferimento per gli appassionati e gli atleti della disciplina. Per chi desidera avvicinarsi a questa disciplina, le porte delle società locali sono sempre aperte, offrendo corsi per tutte le età e livelli. La ginnastica a Montegrotto Terme rappresenta un’opportunità per crescere, divertirsi e raggiungere traguardi importanti. (f.f.)

mento di crescita collettiva, promuovere la cultura dello sport e valorizzare il territorio, offrendo a ciascun atleta la possibilità di superare i propri limiti e di sentirsi parte di una comunità viva e appassionata.

Federico Franchin

L’esposizione. Alla Cattedrale ex Macello fino al primo febbraio, curatore il criminologo Andrea Pellegrino

Stregonerie, tra iconografica, riti e simboli

delle eretiche del sapere: mostra evento

Le nove sezioni espositive sono concepite come dei portali iniziatici, attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso cheaffonda le proprie origini nei culti antichi

F igure contrastate, percepite in modo diverso a seconda delle epoche, misteriose e paurose, le streghe sono le protagoniste della mostra-evento “Stregonerie. Iconografia, riti e simboli delle eretiche del sapere”.

La mostra, allestita alla Cattedrale ex Macello dal 24 ottobre al primo febbraio, è pensata per gettare una nuova luce su una figura spesso trattata in modo caricaturale e stereotipato, ma che può invece essere a diritto considerata come un simbolo contemporaneo di sapere, resistenza e rinascita.

Reduce del successo ottenuto nelle tappe di Monza e Bologna, la mostra organizzata da Vertigo Syndrome arriva a Padova con una curatela rinnovata sotto la guida dello storico dell’arte, scrittore e criminologo Andrea Pellegrino. Il

risultato è un percorso espositivo ripensato nel concept che diventa una vera e propria esperienza immersiva e trasformativa.

Le nove sezioni espositive in cui si sviluppa il percorso sono concepite come dei portali iniziatici, passando attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso che parte dalle radici del mito, che affonda le proprie origini nei culti antichi, permettendoci di conoscere le prime narrazioni dalle quali ha avuto origine l’archetipo della strega. La seconda sezione è invece dedicata al corpo, elemento che non si lascia normare ma che si muove piuttosto nel terreno del desiderio e della ribellione. Una dimensione diversa è quella cui si accede attraverso il terzo “por -

Il Consorzio di bonifi ca Bacchiglione ha sottoscritto un accordo di programma con il comune di Abano Terme per l’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria della maglia idraulica nelle località di Monterosso e Monteortone. Gli interventi prevedono i lavori di espurgo del fondo, la pulizia che consiste nella rimozione di materiale depositato e il risezionamento delle arginature, dove necessario, degli scoli per 20 chilometri. Le fossature private hanno l’importante compito di fungere come primo invaso per raccogliere le acque meteoriche, allontanandole verso i canali di ricezione ed evitare di causare allagamenti alla rete viaria e alle zone urbanizzate. Il Comune di Abano Terme ha destinato 315 mila euro per la manutenzione dei fossati, che permetterà di risolvere le situazioni di criticità presenti in quest’area soggetta a frequenti allagamenti, attraverso il ripristino della sezione originaria degli scoli migliorando il deflusso delle acque e aumentando la sicurezza idraulica. I cantieri prenderanno il via a inizio del prossimo anno, nel 2026, e la conclusione è prevista per la primavera prossima. “Le fossature sono i primi

tale”: la dimensione dell’oblio, in cui i saperi popolari, dalla medicina naturale alle pratiche magiche, assumono una propria dignità culturale. Proseguendo in questo viaggio si giunge alla sala del marchio, in cui si può approfondire come l’immagine demoniaca della strega sia stata costruita da precise dinamiche storiche e iconografiche, soffermandosi in particolare sulle miniature medievali e sulla propaganda inquisitoria. Interessante è vedere poi come la figura della strega si sia evoluta nel corso dell’Ottocento, epoca in cui guadagna una nuova considerazione sociale, e nell’epoca presente, in cui attraverso l’arte contemporanea la strega passa da creatura marginale a vero e proprio simbolo di autonomia, rinascita e potere culturale. Il percorso espositivo comprende incisioni, testi esoterici risalenti al Cinquecento e talismani di diverse epoche ed è arricchito da esperienze immersivi particolarmente suggestive. La prima permette al visitatore di vivere un processo per stregoneria avvento nel

1539, sedendo al banco degli imputati e empatizzando con la strega, continuamente pungolata da accuse e torture. La seconda, che conclude la mostra, si basa su un podio centrale su sui campeggia il Libro delle Ombre, normalmente usato dalle streghe ma che per l’occasione viene messo a disposizione dei visitatori per condividere pensieri e incantesimi personali. Francesca Tessarollo

bacini di invaso e per questo devono essere in grado di svolgere la loro funzione in maniera effi ciente, facendo defluire l’acqua il più velocemente possibile verso i canali ricettori. Gli eventi meteo di fi ne agosto hanno sottolineato ancora una volta la necessità di intervenire a tutti i livelli – dichiara Silvano Bugno, Presidente del Consorzio di bonifi ca Bacchiglione-. L’investimento dell’amministrazione comunale è un segnale importante per il territorio, le cri-

ticità legate alla sicurezza idraulica sono problemi che riguardano tutti, dai privati cittadini alle istituzioni, per questo ringraziamo molto l’Amministrazione comunale per aver destinato questi fondi per le operazioni di manutenzione”. I lavori sulla maglia idraulica territoriale hanno l’obiettivo di favorire l’invaso delle acque nella rete idraulica minore e rendere repentino il deflusso verso valle. “Interventi di questo tipo sono fondamentali per garantire la

sicurezza in primis dei cittadini, ma anche delle zone urbane e della rete viaria. Gli eventi meteo che prima venivano defi niti eccezionali ora non lo sono più, e ci hanno dimostrato quanto il rischio idraulico sia reale per i cittadini – afferma Federico Barbierato, Sindaco del Comune di Abano Terme-. I lavori che andremo a realizzare rappresentano un passo importante per rafforzare la prevenzione contro possibili allagamenti e per un migliore funzionamento della rete idraulica locale”. Queste operazioni sono funzionali agli interventi che il Consorzio Bacchiglione vuole realizzare nella zona dei Colli Euganei per aumentare la sicurezza idraulica di quest’area soggetta a forti criticità, come la realizzazione dei quattro bacini multi – obiettivo e il nuovo scolo di collegamento Piovega -Menona, progetti pronti per essere realizzati ma che sono in attesa di ricevere i fi nanziamenti necessari per dare inizio ai cantieri.

CONSORZIO DI BONIFICA
Bacchiglione
Elisa Seitzinger, Superego, arazzo

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri

pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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Francesco Vidotto
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La crescita. Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre

DCon l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

Sintoniz zati sul

ne per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali. gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-

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in Austria, casa madre di Despar

entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.

Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.

decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita

cità di adattamento in uno scenario

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

imprese imprenditori

Educazione e inclusione. Il progetto sostenuto da Fondazione Cariparo

Grazie al sostegno di Fondazione Cariparo e dell’impresa sociale “Con i bambini”, 150 posti gratuiti in 20 scuole dell’infanzia di Padova e Rovigo per combattere la povertà educativa e promuovere un’educazione davvero accessibile

C’go. Si chiama rimentale da 3 milioni di euro nato dalla collaborazione tra Fondazione Cariparo e l’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha aperto le porte di 20 scuole dell’infanzia con nido integrato, offrendo 150 posti gratuiti ai bambini dai 12 mesi appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro. Un’iniziativa semplice e rivoluzionaria insieme, che traduce in azione concreta la missione di Fondazione Cariparo: rendere l’educazione un diritto davvero universale, partendo proprio dai primi anni di vita. «L’obiettivo – spiega Alice Bruni, project manager del progetto – era ampliare l’accesso ai nidi anche per chi, pur non vivendo in condizioni di povertà estrema, incontra ostacoli economici, sociali o culturali. Volevamo offrire un’opportunità reale a chi altrimenti avrebbe rinunciato».

Benvenido: una scintilla che apre le porte del nido a tutte le famiglie

dagogista, educatore e operatore sociale. I tutor hanno accompagnato le famiglie passo dopo passo, aiutandole non solo a ottenere il bonus nido, ma anche a orientarsi tra i servizi disponibili e a rafforzare il legame con le scuole e il territorio.

Fondamentale anche la formazione di educatrici ed educatori, coordinata dal Dipartimento FISSPA dell’Università di Padova, con il gruppo della professoressa Milani. Ogni nido coinvolto ha adottato un Piano Educativo Personalizzato (PEP), costruito insieme ai genitori, per adattare il percorso pedagogico alle esigenze specifiche di ogni bambino. Un approccio che mette in pratica l’idea di “educazione a misura di persona” promossa da Fondazione Cariparo, capace di coniugare inclusione, innovazione e qualità.

servizi per l’infanzia.

La raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo – partner dell’iniziativa – ha raggiunto l’obiettivo di 100.000 euro, poi raddoppiati dalla Fondazione Cariparo. Le risorse sono tornate ai nidi e alle famiglie, generando nuove opportunità educative e nuovi posti per i

Un risultato tangibile che conferma il valore di un approccio generativo: non un aiuto una tantum, ma un investimento duraturo in capitale umano e coesione sociale.

Il progetto, avviato nel 2022 e appena concluso, ha messo al centro il benessere del bambino e il sostegno alla famiglia. Accanto al contributo economico, è stata introdotta una figura innovativa, il tutor, a metà tra pe-

La rete costruita da Benvenido ha coinvolto comuni, nidi pubblici e privati, università, enti sociali e famiglie, in un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria comunità educante. Ma la visione della Fondazione è andata oltre la durata del progetto: accanto agli interventi diretti, è stato promosso un percorso di crowdfunding e marketing sociale. In due anni sono stati organizzati circa 50 eventi locali nei territori di Padova e Rovigo per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dei

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Per attuare i programmi del Fondo, nel 2016 è stata creata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud, che ha trovato un partner determinante in Fondazione Cariparo. Insieme hanno tradotto in azioni concrete un principio chiaro: la crescita dei più piccoli è la base di una comunità più equa.

FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800

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Dir. San.: Dott. Stefano Puggina

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Cardiologia di Padova: prima in Italia nei Best Italian Hospitals Awards 2025

La Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova si conferma al vertice dell’eccellenza sanitaria italiana, conquistando il primo posto nella classifica dei Best Italian Hospitals Awards 2025 tra le strutture non IRCCS e al secondo posto assoluto nella classifica generale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la qualità delle cure offerte ma anche la capacità di coniugare assistenza, ricerca e formazione.

A guidare questo reparto d’eccellenza è il professor Domenico Corrado, che con la sua equipe ha saputo portare l’ospedale padovano a superare oltre 1.300 centri cardiologici in tutta Italia. Seguono nella graduatoria il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino.

La valutazione, curata da NExT Health, si basa su un sistema multiparametrico che integra dati clinici, attività scientifica, formazione, reputazione e

feedback degli operatori sanitari, utilizzando fonti ufficiali come il Ministero della Salute, PubMed e Agenas.

Il risultato ottenuto rappresenta una testimonianza della solidità e dell’innovazione del sistema sanitario pubblico veneto. La Cardiologia di Padova è considerata un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, frutto di un impegno quotidiano e di un lavoro di squadra straordinario. Un ringraziamento va al professor Corrado, al personale medico e infermieristico e alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che guidano questa realtà con professionalità e visione. l riconoscimento sottolinea la qualità delle prestazioni assistenziali, l’intensa attività scientifica e formativa, elementi che fanno della Cardiologia padovana un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale delle malattie cardiovascolari.

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Padova: al via la campagna vaccinale contro la bronchiolite nei neonati

È partita nei giorni scorsi la campagna di prevenzione contro la bronchiolite nei neonati nei tre punti nascita dell’Ulss 6 Euganea: Cittadella, Camposampiero e Schiavonia. Ai primi piccoli pazienti della stagione 2025/2026 è stato somministrato l’anticorpo che, dopo anni di studi, si è rivelato capace di ridurre fino al 90% i ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale (VRS). Si tratta di un’infezione che colpisce soprattutto nei mesi freddi, da ottobre ad aprile, e che nei bambini molto piccoli può trasformarsi in polmonite o bronchiolite, con sintomi che partono da raffreddore e tosse e possono evolvere in difficoltà respiratorie. Nel Veneto, lo scorso inverno, oltre 28 mila neonati e lattanti sono stati protetti grazie a questo trattamento, con risultati definiti “storici” dagli specialisti: nell’Ulss 6 i ricoveri per bronchiolite sotto l’anno di vita sono calati del 65%.

La campagna proseguirà nei prossimi mesi: l’anticorpo viene somministrato sia ai neonati che affrontano la prima stagione fredda, direttamente nei reparti di maternità, sia ai bambini nati in primavera ed estate, tramite i pediatri di base. L’obiettivo, spiegano dall’azienda sanitaria, è quello di estendere la protezione a tutti i nuovi nati, riducendo così la pressione sugli ospedali e soprattutto i rischi per i più piccoli.

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Oculistica. L’equipe

Impiantata a Schiavonia la prima lente telescopica intraoculare del Veneto

Un passo importante per l’oculistica veneta arriva dagli Ospedali Riuniti Padova Sud, dove è stato impiantato per la prima volta nel Veneto un dispositivo telescopico intraoculare su un paziente con grave maculopatia degenerativa. L’intervento, eseguito dall’équipe dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice, segna un traguardo di rilievo nell’offerta di cure avanzate per le persone con disturbi visivi invalidanti.

La lente telescopica SING IMT™ (Implantable Miniature Telescope) funziona come un minuscolo sistema ottico impiantato all’interno dell’occhio. Attraverso un meccanismo di ingrandimento, consente di spostare le immagini su porzioni di retina ancora sane, migliorando la visione centrale e restituendo al paziente la possibilità di leggere, guardare la televisione o riconoscere i volti dei propri cari. “Si tratta di un dispositivo rivoluzionario, sia dal punto di vista fisico che tecnologico – spiega il dottor Lo Giudice –. In pratica è come avere un piccolo cannocchiale dentro l’occhio. Permette di sfruttare le aree retiniche non danneggiate, offrendo ai pazienti una chance concreta di recupero visivo”.

Non tutti però possono sottoporsi a

questo tipo di impianto. “È necessario un percorso di valutazione e di allenamento preliminare – aggiunge Lo Giudice – per verificare che il paziente riesca a utilizzare efficacemente la lente e che questa apporti un reale beneficio senza compromettere l’occhio”. Dopo l’intervento, il paziente segue un programma di riabilitazione visiva presso il centro regionale di Ipovisione, mirato a imparare a sfruttare al meglio il nuovo schema ottico. Un secondo intervento analogo è già in programma.

La maculopatia degenerativa è una delle principali cause di perdita della vista negli anziani: in Italia colpisce circa un milione di persone, e in Veneto si stima che siano decine di migliaia i cittadini affetti da forme più o meno gravi. Fino a oggi le terapie si concentravano su farmaci e programmi riabilitativi capaci di rallentare il decorso, ma raramente in grado di restituire una visione utile. L’innovazione introdotta a Schiavonia testimonia anche la capacità della sanità veneta di restare al passo con le tecnologie più avanzate. “Credo che il Veneto non abbia nulla da invidiare nemmeno a molti Paesi esteri – sottolinea il direttore –. La qualità della gestione dei pazienti, unita alla possibilità di accedere a tecnologie d’avanguardia, pone la nostra sanità tra le migliori in assoluto”.

Durante l’intervista a Radio Veneto24, Lo Giudice ha anche parlato dei problemi legati alla vista nell’era digitale. “L’uso prolungato di smartphone e computer può provocare secchezza oculare e affaticamento visivo. Consiglio sempre ai pazienti la regola del 20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, fare al-

meno 20 secondi di pausa per rilassare l’occhio”.

Infine, un messaggio di prevenzione: “Mai sottovalutare i segnali di allarme, come l’offuscamento della vista o le linee che appaiono ondulate su una pagina – ricorda Lo Giudice –. Basta una semplice prova: chiudere un occhio e verificare se le righe restano dritte. Se

non lo sono, è bene rivolgersi subito a uno specialista”. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud confermano così la loro vocazione all’innovazione in campo oftalmologico, offrendo ai cittadini veneti la possibilità di migliorare autonomia e qualità della vita grazie a tecnologie finora riservate a pochi centri internazionali.

Il Dottor Lo Giudice

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