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Istituto Oncologico Veneto, una tecnica mini invasiva migliora la qualità della vita dei pazienti

della Bassa Padovana

Economia, il sottosegretario

Massimo Bitonci annuncia

semplificazioni e nuove risorse per il mondo delle imprese

Numeri in crescita e grandi nomi per la nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto “Cartellone di alto livello”

Centrosinistra con Manildo.

Centrodestra a guida Lega o Fdi?

La marcia verso le prossime elezioni regionali è quantomeno incerta. Prima la querelle sul terzo/quarto mandato per il presidente Zaia, poi quella sullo spostamento a primavere 2026 delle elezioni, ora il braccio di ferro tra Lega e Fdi per garantirsi la guida del centrodestra. Ora che ormai la prospettiva di una ricandidatura a presidenze per Zaia è definitivamente tramontata e che anche la data delle elezioni è chiara - ovvero entro il 23 novembre 2025, con il 16 come giornata più probabile – è tempo di alleanze e candidature. Questa volta sembra che, almeno per quello che riguarda la strategia, i ruoli si siano invertiti. Il centrosinistra, solitamente in ritardo a causa dei numerosi litigi tra alleati, ha già scelto il proprio candidato mettendo insieme una coalizione molto più ampia di quella di cinque anni orsono. Mentre il centrodestra è in preda alla confusione determinata dalla contrapposizione interna. Andiamo con ordine.

Il centrosinistra ha eletto a proprio alfiere un nome fuori dal giro dei soliti noti: Giovanni Manildo, già sindaco di Treviso dopo una storica vittoria contro Giancarlo Gentilini che sembrava essersi allontanato dalla politica attiva. Un nome a sorpresa, in un certo senso, uscito dal cilindro del Partito Democratico che ha trovato il consenso di tutta la coalizione e che potrebbe, addirittura, allargare il perimetro a Azione di Carlo Calenda.

I big della musica sul palco del Castello a Este Monselice si prepara per la giostra della Rocca, numerose le iniziative tra luglio e agosto in città

Il giallo dell’estate: con “La ghenga degli storti” Romero svela il cuore nero del Nordest

La Piazza Academy forma giovani talenti nella comunicazione e nella pubblicità

A ESTE L’ESTATE DIVENTA SINONIMO DI RESTYLE CITTADINO

Dal centro storico agli impianti sportivi, dalle scuole all’edilizia sociale: investimenti milionari e progetti Pnrr ridisegnano l’assetto urbano

A Treviso il segretario veneto Stefani convoca oltre 400 amministratori e detta la linea: “Saremo protagonisti”

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SChi inquina paga

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

ono passati più di 12 anni da quando si sentì parlare per la prima volta di Pfas e di inquinamento delle falde e dell’acqua potabile che arriva direttamente nelle nostre case. Ora la sentenza della Corte d’Assise di Vicenza, con la condanna di 11 ex dirigenti della Miteni per disastro ambientale, avvelenamento doloso delle acque destinate al consumo umano e altri gravi reati mette un punto fermo che dovrebbe anche essere un monito: chi inquina paga.

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Riduzione degli orari negli sportelli Cup

Nuovo ridimensionamento degli orari per gli sportelli Cup nei distretti della Bassa Padovana: da cinque a tre giorni di apertura a settimana e solo due giorni per lo sportello prenotazioni dell’ex ospedale di Monselice. Dopo la chiusura della cassa con operatore, l’Usl ha comunicato i nuovi orari in vigore sino al 12 settembre. A Este lo sportello sarà operativo lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 15, mentre a Monselice resterà aperto martedì e giovedì, sempre nella stessa fascia oraria. “Un’ulteriore riduzione del servizio” commenta il consigliere comunale Francesco Miazzi, che dallo scorso autunno denuncia la progressiva perdita di servizi negli ex ospedali della Bassa. “Il timore di utenti e operatori è che questa riduzione sia il preludio a una scelta definitiva. Le informazioni raccolte indicano che le riduzioni servono a garantire le ferie del personale nei Cup” continua Miazzi, sottolineando però che non risultano tagli simili nell’Alta Padovana e a Padova Centro. “Da novembre abbiamo lanciato pubblicamente l’allarme su una riorganizzazione voluta dall’Usl nei vari distretti. Se ne è parlato anche nei Consigli comunali di Este e Monselice, dove erano arrivate rassicurazioni sul mantenimento degli sportelli”. Il consigliere registra una seria preoccupazione tra personale e cittadini: “Il servizio è gestito da cooperative o società, con 120-150 operatori coinvolti. Secondo fonti sindacali, la riorganizzazione degli attuali sportelli contempla circa 45 esuberi”. Il Cup è un riferimento essenziale per centinaia di utenti, soprattutto anziani o persone con disabilità che hanno difficoltà a raggiungere l’ospedale di Schiavonia: “Non possiamo più accettare scelte imposte dall’alto: chiediamo che i Sindaci facciano sentire la loro voce per impedire che questa riduzione diventi definitiva” conclude Miazzi.

Il consigliere Miazzi pone l’attenzione

sui servizi

Chi inquina paga

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

La sentenza di Vicenza rappresenta infatti un precedente importante, perché per la prima volta viene riconosciuta la responsabilità penale diretta di chi ha inquinato consapevolmente. Il verdetto risuona come un potente monito e potrebbe rappresentate un importante punto di svolta nella lotta per la tutela ambientale e la salute pubblica, riconoscendo precise responsabilità penali. Dopo cinque anni di processo e 1 34 udienze 11 ex dirigenti dell’azienda chimica Miteni di Trissino – tra cui manager dei colossi internazionali Mitsubishi e ICIG che hanno rilevato l’azienda– sono stati condannati a pene complessive per 141 anni di reclusione, venti in più di quanto richiesto dal pubblico ministero. Quattro gli imputati assolti. Riconosciuti anche risarcimenti milionari al Ministero dell’Ambiente, alla Regione, Arpav, società idriche, Comuni e cittadini. Probabilmente vi saranno successivi pronunciamenti negli ulteriori gradi di giudizio, qualcosa potrà cambiare, ma c’è un punto fermo che sarà difficile scalfire o mettere in discussione.

Per oltre cinquant’anni dallo lo stabilimento di Trissino sono state riversate nelle falde sostanze perfluoroalchiliche, i Pfas per l’appunto. Per decenni sono state usate in più ambiti, dai primi anni Duemila però alcune hanno smesso di essere usate perché si sono rivelate potenzialmente cancerogene e tossiche, a seconda dell’esposizione.

Questi “veleni eterni” si sono insinuati silenziosamente nel suolo, nell’aria e, in modo particolarmente insidioso, nelle falde acquifere, contaminando l’acqua potabile di centinaia di migliaia di cittadini tra le province di Vicenza, Padova e Verona. Un’area di circa 200 chilometri quadrati venne classificata “zona rossa” nella quale, attraverso decine di migliaia di campionamenti, era stata riscontrata la presenza di valori particolarmente elevati di Pfas. Ci sono voluti anni e anni di battaglie e di perseveranza per arrivare a questo pronunciamento che rappresenta ora un nuovo punto di partenza all’insegna di una maggiore attenzione e sensibilità verso gli aspetti ambientali di svariate attività. E senz’altro va riconosciuta la tenacia con cui le “Mamme No Pfas” hanno lottato misurandosi con ostacoli e impedimenti di ogni genere. In questi anni, insieme agli altri movimenti ambientalisti, hanno dovuto combattere tra mille difficoltà, ora il loro sacrificio è stato ripagato, anche se resta l’amarezza per le gravi conseguenze sulla salute di centinaia di migliaia di persone e sull’ambiente.

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La storia. Un viaggio simbolico per ricordare un bambino speciale e supportare la ricerca scientifica

Il viaggio dei sassi di Leonardo: un racconto di amore e ricordo che attraversa il mondo

U n piccolo sasso azzurro con il nome “Leonardo” è arrivato fino a Kyoto, in Giappone. Ora riposa tra i jizo, le sculture votive dedicate ai bambini morti prematuramente, circondato da berrettini intrecciati e una stuoia rossa. È uno dei quasi mille sassi colorati che raccontano la storia di Leonardo Zanin, un bambino di nove anni mancato il 18 aprile scorso a causa di una rara malattia. Ogni sasso porta il suo nome e un messaggio: “Leo è stato qui”. È il modo con cui mamma Francesca e papà Alessandro hanno scelto di farlo viaggiare ancora, idealmen-

te, nel mondo che non ha fatto in tempo a conoscere. Leonardo era un bambino solare, fantasioso, gentile. Amava la compagnia degli altri e aveva una grande curiosità per tutto ciò che lo circondava. La malattia lo ha colpito a soli sei anni e non gli ha lasciato scampo, ma la sua breve vita ha lasciato un’impronta profonda. Così, nel dolore della perdita, i suoi genitori hanno deciso di fondare l’associazione “Un sasso per Leonardo” per sostenere la ricerca, aiutare altre famiglie e tenere vivo il ricordo del loro figlio. “Pochi giorni dopo la sua scomparsa una collega

mi ha regalato un sasso dipinto con un bambino vestito di rosso. Era lui” racconta la mamma. “Quel disegno è diventato il logo dell’associazione. Da lì è nata l’idea di far viaggiare i sassi, ognuno diverso, con cuori, arcobaleni, coccinelle, personaggi delle fiabe”. Chi li trova può fotografarli e inviare lo scatto alla pagina Facebook dell’associazione. I fondi raccolti servono a sostenere enti come Città della Speranza, AIL e Fondazione Giovanni Celeghin, ma anche un progetto concreto sul territorio: l’affitto di un appartamento nel quartiere Carmine di Monselice,

in collaborazione con Caritas, per accogliere gratuitamente i familiari dei bambini ricoverati all’ospedale di Schiavonia. Uno spazio protetto e dignitoso, dove trovare un po’ di sol-

Completata la nuova Cavana, pronta a rilanciare sport e turismo

Ultimi colpi di remo per chiudere il cerchio di funzionalità e gestione della Cavana, il ricovero per barche in stile veneziano lungo le sponde del canale Bisatto. Sono terminati i lavori per il posizionamento delle bricole e di alcuni accorgimenti per migliorarne la fruizione ed entro l’estate la struttura sarà affidata alla Remiera Euganea che se ne prenderà

cura, garantendone l’uso e manutenzione. Si sono infatti conclusi gli ultimi interventi per rendere la struttura pienamente operativa: si tratta di opere per un valore di circa 20mila euro che comprendono l’installazione delle bricole per l’ormeggio, ballatoi laterali per l’alaggio e l’attracco, parabordi metallici e bitte lungo il molo sottostante. “I tempi si sono

allungati per via della complessità tecnica” spiega la sindaca Giorgia Bedin. “Ma ora siamo pronti con la Remiera Euganea, incentiveremo lo sport sulle acque e il turismo fluviale attraverso una struttura funzionale e originale. Un nuovo tassello che completa la riqualificazione dell’area attorno a Campo della Fiera” conclude la prima cittadina. (g.z.)

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lievo durante un percorso difficile. Sul sito www.unsassoperleonardo.it si possono trovare tutte le iniziative e i modi per contribuire.

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Eventi estivi/1. Entra nel vivo il ricco cartellone di eventi che fa della città centro d’attrazione

Este d’Estate palcoscenico internazionale con Anastacia, Venditti, Mika e Fabri Fibra

Dal cinema alla danza, dal teatro alle mostre: una lunga stagione di appuntamenti diffusi, accessibili e gratuiti: “La cultura unisce e valorizza il nostro patrimonio”

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’estate 2025 a Este entra nel vivo con un cartellone che si estende fino all’autunno, offrendo una programmazione ampia e trasversale per cittadini e visitatori. Dopo un inizio di stagione già ricco, è con l’arrivo dell’Este Music Festival, dal 20 al 28 luglio, che la città si conferma punto di riferimento per gli eventi culturali nel cuore dei Colli Euganei.

“Este d’Estate 2025”, promossa dal Comune, è un progetto culturale diffuso, pensato per coinvolgere cittadini, famiglie e visitatori in una proposta variegata e di qualità, che attraversa tutti i linguaggi dell’arte e tutti i luoghi del territorio. “La rassegna estiva – afferma il Sindaco Matteo Pajola – è un’occasione di crescita e divertimento. Este si conferma città viva, dove la cultura unisce e valorizza il patrimonio”.

Aggiunge l’Assessore alla Cultura Luigia Businarolo: “La nostra visione è quella di una cultura che esce dai luoghi tradizionali e incontra le persone nei quartieri, nelle piazze, nelle frazioni.

Con Este d’Estate 2025 vogliamo fare della città un teatro diffuso, accessibile e vitale, dove ogni cittadino possa sentirsi parte attiva della comunità attraverso l’arte, la musica, il cinema, la parola e lo spettacolo”.

ta e pensata per tutti. Un’offerta culturale a cielo aperto che valorizza la città, promuove la socialità e consolida il ruolo di Este come polo culturale del territorio. Il palco dell’Anfiteatro del Castello Carrarese con Este Music Festival ospita artisti di fama nazionale e internazionale con date già sold-out da tempo: il 20 luglio con Coma_Cose, seguiti da Anastacia (21 luglio), Mika (22), Andrea Pucci (23), Antonello Venditti (24), Finley (25), Fabri Fibra (26), The Kolors (27) e Goran Bregovic a chiudere lunedì 28. Il festival, organizzato da DuePunti Eventi, prevede apertura cancelli alle 19.00 e inizio concerti alle 21.30.

Parallelamente, Este continua a proporre appuntamenti diffusi, accessibili e gratuiti. Il cinema nelle frazioni, curato da Euganea Movie Movement, porta la magia del grande schermo in quartieri e località limitrofe: “If – Gli amici immaginari” (20 luglio, Prà d’Este), “La storia del Frank e della Nina” (27 luglio, Pilastro) e “Kung Fu Panda 4” (10 agosto, Deserto d’Este) sono solo alcune delle proiezioni programmate.

intrattenimenti a tema. Da segnalare in particolare lo show delle fontane danzanti e la serata revival “anni ’90” che il 24 luglio chiuderà la rassegna.

Ampio spazio alla cultura e alla divulgazione, con proiezioni, concerti, visite guidate e spettacoli nei luoghi simbolo della città. Il ciclo “Frammenti di passato” propone percorsi tematici tra archeologia e storia locale, con tappe al Duomo di Santa Tecla, alla necropoli romana e alle torri del Castello Carrarese. L’offerta museale si arricchisce con la mostra “Ci vuole un fiore” ai Giardini del Castello, visitabile fino al 31 agosto.

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Con oltre tre mesi di programmazione, Este d’Estate si conferma una rassegna ricca, partecipa-

Tornano anche le aperture serali dei negozi con “Shopping al chiar di luna”, in programma ogni giovedì di luglio: le serate del 3, 10, 17 e 24 luglio vedono il centro storico animarsi tra vetrine accese, spettacoli, musica dal vivo e

Anche il Museo Atestino apre le porte per alcuni appuntamenti serali come il 9 e il 30 agosto con visite guidate a cura dello staff. Ad agosto non mancano gli appuntamenti per famiglie e bambini: letture animate nei quartieri curate dal gruppo Panta Rei, il teatro con “Un burattino meraviglioso” (5 agosto), lo spettacolo itinerante “Sotto le stelle di Giotto” (2 agosto) con Teatro Ortaet e l’evento “Este in Wonderland”, musical Disney live previsto il 29 agosto all’Anfiteatro del Castello.

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L’osservazione astronomica torna protagonista con “Notti di stelle”, doppio appuntamento l’8 e il 30 agosto, a cura di Astronomitaly. Il ciclo “Cinema d’autore” al Chiostro di San Francesco prosegue ogni giovedì sera: tra i titoli proposti “Viale del tramonto”, “Il cielo sopra Berlino”, “Asfalto che scotta” e una proiezione a sorpresa il 28 agosto.

Settembre si apre con l’Euganea Film Festival (dal 5 all’8 settembre), tra proiezioni, incontri e laboratori diffusi in tutta la città. Se-

guono la Festa dello Sport (13-14 settembre), la Festa della Patrona Santa Tecla (23 settembre), e la Festa Europea (26-29 settembre), momento di incontro con le città gemellate.

A chiudere la stagione, tra fine settembre e inizio ottobre, concerti, mostre e due eventi molto attesi: il festival pianistico “Bartolomeo Cristofori” (13 settembre) e l’EtnoFilmFest (4-5 ottobre), rassegna di cinema etnografico a cura di Etnodramma.

Nicola Stievano
Sopra, un concerto a Este e, sotto, Anastacia

Quarant’anni di Giostra della Rocca Monselice celebra il suo Medioevo

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onselice si prepara a vivere uno dei momenti più attesi dell’anno: dal 12 al 21 settembre prrimo torna la Giostra della Rocca, che celebra quest’anno la sua quarantesima edizione. Una cifra simbolica per una manifestazione che, dal 1986, è riuscita a coniugare tradizione storica, partecipazione popolare e spettacolo, radicandosi profondamente nel tessuto cittadino. Il centro storico si trasformerà ancora una volta in un borgo medievale animato da figuranti in costume, sbandieratori, artigiani, musici e cavalieri, con le nove contrade pronte a contendersi il palio attraverso gare di abilità e momenti di grande impatto scenico.

Nata per rievocare il passaggio dell’imperatore Federico II a Monselice nel 1239 e l’influenza politica di Ezzelino III da Romano, la Giostra è oggi un progetto culturale corale, costruito attorno alla memoria storica e al senso di comunità. L’impianto della manifestazione si ispira infatti al Medioevo trecentesco, epoca a cui si rifanno sia gli abiti che le ambientazioni, ricostruite con cura filologica grazie al lavoro di storici, volontari e associazioni locali. Il cuore dell’evento è la sfida tra le nove contrade cittadine – Ca’ Oddo, Carmine, San Bor-

tolo, San Cosma, La Torre, San Giacomo, Monticelli, Marendole e San Martino – che partecipano a una serie di competizioni che si svolgono nell’arco di dieci giorni, culminando nella spettacolare giostra a cavallo, la Quintana. Il programma dell’edizione 2025 si apre venerdì 12 settembre con la tradizionale cena medievale in Piazza Mazzini, un momento conviviale che segna ufficialmente l’inizio delle celebrazioni. Seguiranno le prime gare: sabato 13 si terranno la staffetta e il tiro con l’arco, prove di forza, resistenza e precisione che vedranno gli atleti contradaioli misurarsi per accumulare punti preziosi. Domenica 14 sarà una delle giornate più intense, con il mercatino medievale, il torneo di scacchi e la spettacolare corsa delle macine, prova che richia-

ma il lavoro pesante dei mugnai medievali. Lunedì 15 andranno in scena gli scacchi viventi, suggestiva rappresentazione in costume che unisce arte teatrale e tradizione.

Nella seconda parte della manifestazione, la città sarà attraversata da cortei, esibizioni e nuove sfide. Particolarmente attesa è la Tenzone dei Tamburi, in programma giovedì 18 settembre, in cui i gruppi dei tamburini delle contrade si sfidano in piazza con esibizioni ritmiche e coreografiche. Anche in questo caso, il punteggio assegnato influisce sulla classifica finale. Domenica 21 settembre sarà la giornata conclusiva, nonché il momento più solenne e spettacolare dell’intera manifestazione. In mattinata si terrà il grande corteo storico, con oltre 400 figuranti in costume che sfilano lungo le vie del centro per rievocare l’arrivo dell’imperatore Federico II. Nel pomeriggio, allo stadio comunale, andrà in scena la Quintana, la prova regina della Giostra. I cavalieri delle nove contrade si affronteranno in una competizione equestre che richiede abilità, precisione e coraggio: l’obiettivo è centrare, al galoppo, tre anelli di diametro decrescente, simbolo del valore e dell’onore contradaiolo.

Estate di incontri all’ombra della Rocca da “Parole d’Autore” all’omaggio ai “Dandies”

Il cuore dell’evento, grazie all’impegno di tanti volontari, è la sfida tra le nove contrade cittadine che partecipano a una serie di competizioni nell’arco di dieci giorni, fino alla spettacolare giostra a cavallo, la Quintana

L’estate a Monselice ha richiamato centinaia di persone in piazza Mazzini per li appuntamenti con i grandi scrittori italiani: “Parole d’Autore”, promossa da Comune, Biblioteca e Associazione Cuore di Carta, ha portato sotto la Rocca Marino Bartoletti, Emilio Casalini e Patrizia Laquidara. I prossimi appuntamenti il 21 luglio con Alberto Pellai che presenta i suoi libri “Allenare alla vita” e “Pronti al grande salto” e il 29 luglio Andrea Vitali con il romanzo “La profezia del povero Erasmo”. La sera del 24 luglio, invece, Piazza Mazzini ospiterà la magia del tango argentino. Anche ad agosto non mancheranno le

proposte per vivere la città: dal 25 al 31 in Campo della Fiera atmosfera a stelle e strisce con l’American Food Festival e il 30 agosto alla Loggetta il Circolo Filatelico propone la mostra e il concerto sui Dandies con uno speciale annullo filatelico. I Dandies sono un gruppo storico del beat italiano, originario di Monselice. Sono conosciuti per la loro configurazione musicale tipica degli anni ‘60, con due chitarre, basso e batteria, ispirata ai Beatles. Agli inizi di settembre, dal 4 al 7 spazio al gusto con la rassegna enogastronomica “Magna e Tasi” in piazza Mazzini, mentre Villa Pisani ospiterà l’Euganea Film

Festival dal 4 al 14. “All’inizio del mese - aggiunge l’assessore Stefano Peraro - inizieranno gli attesi giubilei tematici. Settembre è il mese dedicato al giubileo dello sport: il 4 settembre ci sarà festa dello sport piazza della Vittoria e piazza San Marco, il 12 settembre l’aperitivo con il campione del mondo di ciclismo Paolo Bettini al cinema Corallo, e il 13 settembre la pedalata sempre in compagnia di Bettini. Il 14 settembre è in programma la gara di gravel mentre il 26 settembre ci sarà l’incontro con il giornalista Sky Federico buffa. Il 16 settembre sarà nostro ospite il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo”.

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Cava Solana, scattano le richieste di chiarimento su lavori in corso

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ezzi pesanti carichi di trachite, sbancamenti, apporto di materiali terrosi misti a plastica e asfalto, manufatti in calcestruzzo armato. Cosa sta succedendo a cava Solana, l’area ai piedi del Monte Ricco, a ridosso del passaggio a livello di via Sottomonte? A porsi la questione sono stati diversi cittadini, allarmati dal continuo passaggio di camion negli ultimi mesi. Alcuni di loro hanno documentato il via vai con foto e video, inviati ai componenti della Comunità dell’Ente Parco Colli Euganei e al consigliere comunale Francesco Miazzi.

contenente plastica, sedimenti stradali e anche strani materiali liquidi”. Un metodo, denunciano Miazzi e Bergamin, già visto in cava Pozzetto, dove il Piano Cave prevedeva una riqualificazione ambientale e il potenziamento dei processi biogenetici: “Invece, sempre da immagini satellitari, si nota come l’area, dopo essere stata riempita di terreno di dubbia provenienza, sia stata trasformata in un uliveto”. La componente della Comunità del Parco e il consigliere comunale hanno segnalato la questione ai Forestali e al Comune di Monse-

lice e ora sono in attesa di capire i risvolti. Lo stesso presidente del Parco Colli, Alessandro Frizzarin, conferma che sono in corso delle verifiche: “Quando svolto dal

SCARICA L’APP RADIO VENETO2 4 Ascolta su www.veneto24.it Il caso. Segnalazioni di cittadini e consiglieri spingono Parco e Comune ad avviare

privato diverge dalle prescrizioni dell’ente, stiamo approfondendo la questione nelle sedi opportune”.

Al via il progetto “Bike to work & school”

Da qui è partito un accesso agli atti al Parco e al Comune, che ha messo in luce numerose irregolarità, già segnalate alle autorità competenti. L’area di cava, abbandonata da decenni e vincolata dal Piano Cave del Parco Colli, è stata acquistata lo scorso anno da un imprenditore della zona, già proprietario anche di cava Pozzetto, finita in passato sotto i riflettori degli ambientalisti e del Corpo Forestale per alcune irregolarità nella gestione. Anche per cava Solana, secondo Miazzi e Christianne Bergamin, la situazione ha aspetti poco chiari: “Non ci risulta che all’interno della cava sia stato autorizzato alcunché. La richiesta di permesso per costruire un impianto di lavaggio a ruote per mezzi d’opera è stata archiviata, in quanto il direttore del Parco non l’ha autorizzata ritenendola non compatibile con il Piano Ambientale. Eppure, dal materiale fotografico si vede chiaramente il cantiere in corso” spiegano “lo stesso diniego è stato espresso per l’allargamento della strada di servizio interna alla proprietà, eppure è stata allargata. Il Parco ha bloccato anche le modifiche morfologiche e colturali dell’area, ma i lavori sono comunque in corso”. Secondo quanto previsto dal Piano Cave, inoltre, nell’area vige il divieto di apporto e asporto di materiale: “Da Google Maps si vede invece chiaramente che in cava erano presenti tantissimi blocchi di trachite, che ora sono spariti. Al loro posto ci sono enormi sversamenti di terreno,

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Approvata all’unanimità dal Consiglio comunale la mozione per incentivare la mobilità sostenibile attraverso il progetto “Bike to work & bike to school – Più pedali più guadagni”, presentata dai consiglieri di centrosinistra con l’obiettivo di ridurre il traffico veicolare che soffoca quotidianamente alcune aree della città, in particolare nelle ore di punta. L’azione si inserisce nel più ampio percorso avviato dal Comune a partire dal 2022, con l’adesione alla rete dei Comuni ciclabili di Fiab, la federazione italiana ambiente e bici, impegno confermato anche per il prossimo triennio. Un’adesione che prevede il versamento di una quota annua di 1700 euro e che richiede agli enti locali di adottare politiche attive per la promozione della mobilità alternativa. Il territorio comunale dispone attualmente di 18,561 km di piste ciclabili, di cui 8,52 km costituiti dall’anello dei Colli e secondo il report Fiab di quest’anno, il tasso di motorizzazione a Monselice ha raggiunto i 716 veicoli ogni 1000 abitanti, con un aumento del 4% rispetto ai 688 rilevati nel 2023. Un dato che impone per i consiglieri Francesco Miazzi, Giannino Scanferla e Niccolò Ruffin, un cambio di passo. Tra gli impegni previsti nella mozione: adottare buone pratiche da altri comuni virtuosi, istituire quanto prima le zone 30 in centro e vicino a scuole e parrocchie, attivare le “strade scolastiche” per garantire maggiore autonomia agli studenti, aprire un ufficio biciclette e un punto punzonatura per l’identificazione dei mezzi. Prevista infine la promozione di nuove piste ciclabili tramite fondi regionali e nazionali e la verifica della presenza di rastrelliere sicure nei punti strategici della città. (g.z.)

Riqualificazione urbana. Lavori resi possibili grazie anche al Pnrr

In arrivo la rivoluzione verde per una città più sostenibile

È

un’estate davvero “bollente” per Este, non solo per le temperature ma soprattutto per il fermento dei cantieri che stanno trasformando la città. Decine di interventi, resi possibili anche grazie ai fondi del Pnrr, stanno cambiando il volto urbano nel segno della rigenerazione, dell’innovazione e dell’attenzione al benessere collettivo.

Importanti gli interventi su Viale Fiume e Via Cesare Battisti, due assi alberati strategici che saranno rinnovati con nuovi marciapiedi, asfalto rifatto, illuminazione Led, attraversamenti luminosi e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Sono inoltre previste ulteriori asfaltature in diversi punti della città.

Sul fronte sociale, si stanno realizzando due nuovi alloggi per persone con disabilità in via Argine Restara, finanziati con risorse Pnrr (Missione 5 – Inclusione e Coesione). Sono in corso anche lavori di riqualificazione e miglioramento energetico in numerosi alloggi Erp.

Anche il settore educativo beneficia di investimenti consistenti: l’ampliamento dell’asilo nido comunale “Arcobalena” è in pieno svolgimento e porterà 30 nuovi posti in spazi sostenibili e moderni. Grande attenzione anche per l’impian-

tistica sportiva: dopo il rifacimento dello stadio comunale e della pista di atletica, il relamping dell’impianto e la riapertura delle palestre Zanchi e San Francesco, partirà a breve il relamping del PalEste. Intanto proseguono i lavori per i nuovi spogliatoi della piscina comunale e sono già stati affidati gli interventi per il nuovo “Terzo Tempo” allo Stadio Augusteo di Rugby.

Si guarda anche al futuro con la progettazione del nuovo parco tra via Olmo e via Salute, il cui iter progettuale è in fase conclusiva. “È in corso un piano ambizioso di investimenti in infrastrutture, servizi, ambiente, scuola, sport e inclusione sociale. La città vive un momento positivo di cambiamento – dichiara il sindaco Matteo Pa-

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jola –. Investiamo risorse con serietà, programmazione e visione per migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere Este ancora più attrattiva per famiglie, imprese e visitatori”. Il periodo estivo rappresenta la finestra operativa più favorevole per velocizzare i lavori, cercando al contempo di ridurre i disagi per i residenti e per la viabilità. “Dal 2022 a oggi – conclude il sindaco – in città si sono aperti e chiusi oltre 50 cantieri di importo rilevante, per un valore complessivo di decine di milioni di euro. Non si tratta solo di sviluppo economico, ma di un cambiamento anche estetico e funzionale che migliorerà la qualità della vita dei nostri concittadini”.

Giada Zandonà

La diocesi di Padova piange don Andrea Albertin

La diocesi di Padova è stata duramente colpita dalla prematura e improvvisa morte di don Andrea Albertin, avvenuta nella mattinata di martedì 1 luglio, nella casa di spiritualità a Vittorio Veneto. Don Andrea Albertin, presbitero della Diocesi di Padova e rinomato biblista, aveva 48 anni ed era nato il 13 settembre 1976 a Este. Ordinato sacerdote il 3 giugno 2001 nella Cattedrale di Padova, don Albertin aveva dedicato la sua vita alla formazione teologica e alla pastorale. Attualmente ricopriva il ruolo di direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose (Issr) di Padova e insegnava Sacra Scrittura nella Facoltà teologica del Triveneto, oltre che all’Issr di Padova e all’Istituto di Liturgia pastorale di Santa Giustina. Parallelamente, collaborava attivamente con le parrocchie del Bassanello, Guizza e Santa Teresa di Gesù Bambino nella collaborazione pastorale Bassanello. Al momento del malore, don Albertin stava partecipando a un corso di esercizi spirituali a Vittorio Veneto. Nonostante il pronto intervento del Suem, purtroppo non è stato possibile salvarlo. (r.p.)

Riqualificazione. Il murales sarà preservato con un intervento delicato

L’area “Riccio” rinasce come

Officina della Conoscenza

Lavori in corso all’area San Girolamo: il vecchio edificio viene demolito nelle parti instabili e selezionato per il riuso, sotto la guida dell’ing. Gambarotto. Il progetto darà vita a un polo di innovazione con coworking, foresteria, verde e parcheggi gratuiti

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U

n grande telo di protezione sul murales del Riccio di Bordalo II, calcinacci e operai al lavoro, mattoni accatastati con la targhetta della parte di struttura a cui appartengono, tetti in legno abbattuti, strutture di mattoni portanti tra le murature restanti. Così appare oggi il cantiere da 3 milioni di euro per la riqualificazione dell’area San Girolamo, conosciuta da tutti come “Riccio”. Da alcuni mesi gli operai, guidati dall’ingegnere Dario Gambarotto, stanno cambiando il volto dell’area che da ex deposito delle corriere diventerà un’“Officina della Conoscenza”, con parcheggi e spazi verdi. Lo spazio, di circa 1300 metri quadrati, sarà un luogo di cultura, svago, formazione e lavoro, che ospiterà laboratori di co-working, startup innovative e anche alcuni appartamenti da mettere a disposizione come foresteria per le numerose attività che verranno proposte. Ad oggi il cantiere si è concentrato sull’abbattimento delle parti cedevoli della struttura esistente, che mostra muri di varie fattezze e materiali, rivelando interventi di

costruzione e ricucitura dall’Ottocento sino agli anni ’80. I tetti in legno e lamiera sono stati eliminati e una parte dei materiali che si potevano recuperare ora è al vaglio dei lavoratori per essere riutilizzati nella ricostruzione, come disposto dalla soprintendenza. La parte di copertura vicino al murales del Riccio, invece, deve ancora essere sottoposta a questa lavorazione, data la delicatezza dell’intervento: “Abbiamo coperto da subito l’opera d’arte per tutelarla dal cantiere” sottolinea Gambarotto “ora predisporremo una particolare impalcatura che ci permetterà di eliminare il tetto, cadente e fatiscente, adiacente al “Riccio”. Sarà un’operazione complessa da eseguire con cura e attenzione”. L’ingegnere sottolinea come il cronoprogramma dei lavori proceda puntuale e a pieno ritmo: “Abbiamo avuto un confronto anche con i residenti, dato che sono molte le abitazioni adiacenti. Uno degli interventi più lunghi è stato quello del recupero dei materiali, della loro divisione per categoria e catalogazione. A seguire, un altro intervento impor-

tante è la messa in sicurezza del fabbricato che, come si vede oggi, è spezzettato nelle parti. Verrà successivamente ricostruito anche attraverso una costruzione interna molto particolare nella zona del “Riccio””. Il sindaco Matteo Pajola sottolinea come questo cantiere cambi il volto di un’area degradata che aveva bisogno di una nuova destinazione: “Abbiamo trovato persone veramente capaci per questo intervento e tra meno di un anno potremmo restituire alla città un luogo di cultura, di verde, di arte e anche uno spazio di parcheggi gratuiti”. Il sindaco evidenzia anche l’importanza simbolica del progetto: “È un intervento che riqualifica non solo un’area, ma il modo stesso in cui immaginiamo la città del futuro”.

Giada Zandonà

L’opposizione denuncia lo spreco di fondi e programmazione

“Il Piano opere pubbliche è dannoso e illude. Si tratta di una follia che indebita il Comune”. Questa la denuncia della consigliera di opposizione Roberta Gallana, critica nei confronti della gestione delle risorse e della realizzazione delle opere pubbliche.

“Il sindaco Matteo Pajola ha investito 27 milioni di euro in cantieri in 8 mesi. Sono molto preoccupata per i gravi ritardi dell’amministrazione, che ha dimostrato una totale inerzia nella gestione delle risorse e nella realizzazione delle opere pubbliche”. La consigliera sottolinea come la sua precedente amministrazione avesse lasciato nelle casse comunali 27 milioni di euro provenienti da fondi europei e statali. Un tesoretto destinato a progetti cruciali per lo sviluppo della città: “In questi quattro anni abbiamo assistito solamente a continui rinvii e a una lentezza esasperante nell’avvio dei cantieri” continua Gallana. “Si stan-

no sperperando milioni di euro e stanno raccontando fandonie ai cittadini. Ci viene ripetuto che tutto sarà pronto fra otto mesi, ma la realtà è ben diversa”. Secondo l’opposizione sono stati iniziati alcuni cantieri, ma in modo disordinato e inefficiente: “Si perde tempo prezioso e, soprattutto, si mette a rischio la corretta esecuzione dei lavori. L’amministrazione è in balia delle imprese costrut-

trici, il sindaco sta sperperando i soldi dei contribuenti. I costi delle opere sono lievitati a dismisura a causa di questi continui rinvii e della loro incapacità di gestire i progetti. La conseguenza? Stanno indebitando il Comune con mutui aggiuntivi, scaricando il peso di questa inefficienza sulle future generazioni”. Gallana, assieme alla collega Lucia Mulato, chiede trasparenza e risposte concrete sui tempi e sui costi di questi progetti: “I cittadini meritano rispetto e serietà. Ci stanno raccontando la favola che in soli otto mesi riusciranno a realizzare opere per 27 milioni di euro. Questa non è programmazione, è pura fantasia. Chiediamo un rendiconto preciso su come questi ritardi stiano impattando sulle casse comunali. Non permetteremo che Pajola comprometta il futuro finanziario della nostra città per coprire le proprie mancanze”. concludono le consigliere. (g.z.)

Roberta Gallana

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Bilancio partecipato. L’assessora Bertazzo ringrazia volontari, parrocchie e comitati

Idee dai cittadini per trasformare la città, quartiere dopo quartiere

Piccoli interventi, grandi risultati. È questa la filosofia che guida il Bilancio Partecipato di Este, iniziativa che anche nel 2025 riparte con una nuova chiamata alle idee: dal 1 al 20 luglio, cittadini e comitati di quartiere potranno presentare proposte per migliorare la città, partendo dai bisogni concreti del territorio. A guidare il progetto, ancora una volta, è l’assessora alle Politiche Partecipative Erika Bertazzo, che in questi mesi ha percorso ogni angolo del comune per verificare di persona i risultati degli interventi passati e raccogliere nuove istanze. “Non parliamo di opere spettacolari – sottolinea – ma di azioni puntuali, tangibili, che rispondono a necessità reali e quotidiane. Per noi amministrare significa ascoltare”. E in effetti, guardando ai lavori già realizzati, si può parlare di un vero mosaico di micro-trasformazioni che stanno cambiando il volto dei quartieri. A Schiavonia, ad esempio, una piccola area verde ha ritrovato dignità con un lampione, una fontanella, nuova recinzione e segnaletica rinnovata. A Motta, l’illuminazione è migliorata in via Cortona, dove è nato anche un percorso pedonale sicuro. A Prà, i bambini hanno a disposizione nuove giostre. In Este NuovaMeggiaro, oltre a cestini e giochi in via Soster, è nata una rete di volontari, supportata

con corsi e materiali dal Comune stesso. Il progetto coinvolge praticamente ogni zona del comune: dal Pilastro-Salute, dove la nuova segnaletica protegge i pedoni, a Deserto, che guadagna punti luce e portabici. E non manca l’attenzione alla sicurezza in centro, con nuove telecamere nel parcheggio del Patronato Redentore. Simboli di una città che non lascia indietro nessuna frazione. Un

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ruolo centrale lo giocano anche Parrocchie, associazioni sportive, comitati di cittadini e volontari: “Senza il loro contributo – sottolinea l’assessora – non avremmo potuto fare nulla. Sono il vero motore del cambiamento. Ringrazio loro, così come assessori e consiglieri che mi hanno supportata in questo percorso”.

Redazione Padova

Incentivi locali per una transizione ecologica concreta e quotidiana

Mentre a livello nazionale si discute se reintrodurre o meno gli incentivi auto, con il Governo costretto a correre ai ripari dopo il flop dei fondi Pnrr per le colonnine, Este va per la sua strada. E lo fa da anni. È l’unico Comune della Bassa Padovana, e tra i pochi in Veneto, a mettere a disposizione un fondo proprio per sostenere la mobilità elettrica. Cinquemila euro, anche per il 2025, per chi sceglie di viaggiare a emissioni zero o rottama un mezzo inquinante. Un piccolo contributo, ma costante, che riflette una precisa visione politica. “La mobilità urbana è uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile e del miglioramento della qualità dell’aria” spiega il sindaco Matteo Pajola. Per questo, a differenza di altri enti locali che hanno abbandonato il tema, Este rilancia. Il contributo varia in base al mezzo acquistato e alla rottamazione: 200 euro per una ebike, 300 per un ciclomotore elettrico, 500 per un’auto ibrida e 600 per un’auto elettrica. L’incentivo vale solo in caso di sostituzione di un vecchio veicolo. Ma l’amministrazione, attenta all’ecologia, si dice pronta ad aumentare il fondo, o ad ampliare il raggio d’azione degli incentivi, in base al numero di richieste. Un aiuto simbolico, forse, ma concreto, in un contesto in cui pochi sembrano crederci davvero, e che negli anni ha contribuito a costruire una coscienza ambientale diversa, più sensibile alle sfide del presente. “Perché la transizione ecologica non passa solo dai grandi piani strategici, ma anche da scelte locali, quotidiane” conclude il primo cittadino. (g.z.)

L’assessora alle politiche partecipative Erika Bertazzo

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system, per un totale di 29 nuovi “occhi elettronici” distribuiti strategicamente in diversi punti della città.

L’iniziativa riguarda una più amplia implementazione che coinvolge tutti i comuni che aderiscono alla convenzione del servizio di Polizia Locale S.A.P.L.E (Lozzo Atestino, Vo’, Baone, Cinto Euganeo, Sant’Elena), nei quali saranno posizionate ulteriori telecamere, oltre alle 29 atestine.

Commenta il Sindaco Matteo Pajola: «Questo importante intervento dimo-

ste dei cittadini che chiedono maggiore tutela e prevenzione.

L’installazione di queste 29 nuove telecamere, posizionate in punti strategici della città e delle frazioni, renderà ancora più ef cace il supporto fornito alle Forze dell’Ordine, nella loro importante attività di indagine e prevenzione.

Questa iniziativa renderà la nostra città ancora più sicura, vivibile e attenta al benessere della propria comunità. Continuiamo su questa strada, con im-

predatori e truffatori o presenze “pericolose” in città e e nelle territorio.»

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I nuovi dispositivi sono stati posizionati nei seguenti punti:

la Casa delle Associazioni

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•Via G. Ferro, in zona Artigianale

•Via Stazie Bragadine

•Via Rana Cà Mori

•Frazione di Motta, di fronte alla chiesa e alla fermata del bus

•Rotatoria di accesso alla frazione di Schiavonia

•Cimitero di Prà

•Piazzale Cà Pesaro in prossimità del-

•Via Europa

•Via Vicenza

•Rotatoria “Ragazzi della Folgore”

•Parco pubblico di Via Soster

•rotatoria SR10 (all’altezza dell’Istituto Manfredini), dove è prevista l’implementazione dell’apparato esistente.

I 5 lettori targa system permetteranno l’identi cazione automatica dei veicoli in transito, contribuendo alla prevenzione di furti e reati, nonché al sup-

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porto in caso di indagini da parte delle autorità.

I lavori di installazione sono in corso e si concluderanno entro il mese di luglio. Una volta attivi, i dispositivi saranno integrati nel sistema di videosorveglianza comunale già esistente. Il prossimo passo nell’implementazione della videosorveglianza locale riguarderà l’installazione di 5 telecamere posizionate su luoghi sensibili, dove e frequente l’abbandono di ri uti.

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Cenni storici sulle bonifiche fatte nella bassa padovana

N

el Medioevo i frati Benedettini bonificarono molti territori; successivamente furono i patrizi Veneziani che ispirati dalle loro tecniche misero a coltura vasti appezzamenti acquitrinosi. Ad imprimere una svolta fondamentale a tale processo di riordino idraulico, promosso dall’Ordine dei Benedettini, finalizzato alla tutela della risorsa idrica e alla difesa dalle inondazioni, fu la Serenissima Repubblica di Venezia che, tra il XV e il XVII secolo, provvide a “istituzionalizzare” in forme consortili i già radicati concetti di associazione fra soggetti utilizzatori e beneficiari delle acque superficiali incanalate. I primi grandi interventi riconducibili alla Serenissima, il cui scopo era proteggere la laguna e l’attività portuale dalle torbide del Piave. La costruzione dell’Argine di San Marco, sulla destra Piave, da Ponte di Piave alla laguna risale alla prima metà del ’500. L’altra grande opera è il Taglio di Re, per allontanare la foce del Piave da Jesolo, aprendo un altro alveo per riuscire a far defluire le acque.

La bonifica del Gorzon fu sicuramente la più imponente attuata dalla Serenissima, e prese avvio con l’insediamento a Este di uno dei tre Provveditori del Magistrato alle Acque della Repubblica. Le spese a cui i Veneziani dovettero far fronte erano elevate, ma l’incremento del valore dei terreni risanati superava la tassazione imposta dagli amministratori, anche per via di varie esenzioni fiscali di cui furono beneficiari.

per l’attuazione di un circoscritto intervento di bonifica si riunivano gruppi di interessati e ne pagavano le spese.

Lo strumento operativo messo in atto fu il Consorzio il cui principio fondamentale era la sopportazione delle spese dai proprietari delle terre che ne avessero tratto beneficio, fossero o meno d’accordo. La contribuzione era detta Campadego, come il libro in cui veniva registrata, e il peso dei singoli Interessati nelle decisioni del Consorzio era calcolato in base all’estensione della loro proprietà.

I lavori di bonifica delle paludi dei cosiddetti laghi di Vighizzolo, Vescovana, Cuori, Griguola e Grotaro, presero avvio nel 1558 da est con il taglio dell’intestatura dell’argine del Gorzone nell’odierna zona denominata Taglio di Anguillara; tale primo intervento fece già defluire verso il mare le paludi di Griguola e Grotaro. L’ultimo atto fu la realizzazione del sottopasso delle Tre Canne che permise la formazione dell’asta Fratta-Gorzone delineando il doccione di sgrondo dell’ultima grande palude, il lago di Vighizzolo.

Gli attuali Consorzi di Bonifica sono il risultato dell’evoluzione del primitivo “Consorzio degli Interessati”, concetto nato nel 1500, in cui

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Giulia Massetto torna con “Io, che non vivo”

L’autrice estense Giulia Massetto, 37 anni, ci riporta nella sua Locoscuro con il secondo lavoro nato dalla sua penna: “Io, che non vivo”. Il romanzo, dalle tinte grottesche ma assai romantico, narra della svolta nella vita di Ilenia Campese, giovane donna morta tre volte, ma che vive una vita ordinaria scandita dai doveri. Fra il lavoro alla tabaccheria del centro e il suo appartamento che pare sprigionare un’aura benevola, un improvviso colpo di fulmine stravolge la sua bizzarra esistenza. Massetto ambienta le sue narrazioni in un paese di pianura immaginario, ma a noi molto vicino, già esplorato attraverso i dodici racconti weird illustrati dal monselicense Luca

Valandro all’interno del suo primo lavoro, “Vieni a Locoscuro”, pubblicato nel 2020 dalla casa editrice salernitana Eretica Edizioni e riproposto di recente in una nuova veste. Le storie narrate dall’autrice mettono a nudo con sincerità l’orrore della quotidianità, il lato più oscuro dell’amore e della psiche umana. Molti suoi racconti sono presenti in antologie e riviste di genere, fra le quali Racconti dal Profondo, Esecranda, Parossismo. Massetto vive a Este, è mamma, esploratrice urbana e ha un suo personale progetto fotografico dal titolo “Urbex Footsteps” che gestisce sul social network Instagram. Tra le sue attività, è cofondatrice del primo collettivo italiano horror tutto al femminile, Coven Riunito. Questa progettualità per lei è diventata una seconda famiglia nella quale si muove e lavora per dare visibilità a tutte le donne che, con penne, inchiostri e altre forme d’arte, fanno dell’horror il loro principale canale di comunicazione. (g.z.)

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Lago di Vighizzolo, particolare tratto dalla mappa del Retratto del Gorzon

Storia cittadina

Il percorso/2. I monaci benedettini trasformarono paludi in campagne fertili con lavoro e

Benedettini e patrizi: i pionieri della terraferma

Cominciamo con il dire che il corso del fiume Adige in epoca romana, non è come quello che conosciamo noi oggi; l’odierno corso risalirebbe alla “rotta della Cucca” nell’attuale località di Veronella dove, a causa di una piena eccezionale, si sarebbe verificato nel 589 d.c. l’episodio di disalveamento del fiume che, dalla precedente direttrice seguita (Montagnana, Este, Monselice e Conselve) si spostò verso sud di parecchi chilometri in quello che è all’incirca il suo alveo attuale.

I benedettini

gli argini che potessero portare un beneficio diretto alla sua possessione.

I veneziani

Il patriziato veneto cominciò a considerare l’investimento di ca-

I benedettini furono i primi ad occuparsi della pianura Veneta: l’attività dei monaci e dei loro coloni fu essenzialmente un’opera di trasformazione fondiaria, cioè di bonifica e dissodamento che cambiò intere pianure e vallate, (come la pianura meridionale padovana), in fertili campagne. Sembra che per la prima volta (prima metà del duecento), sia stato costituito sul territorio un Consorzio per le Acque tra il monastero di S. Giustina e alcuni nobili signori padovani che detenevano estese possessioni vicine nella bassa pianura. Iniziarono così le bonifiche di vasti territori paludosi e vallivi di un’ampia area posta tra il Bacchiglione e l’Adige, con mezzi e metodi che saranno poi presi come esempio dai primi Consorzi della Repubblica Veneta, sorti circa trecento anni più tardi. L’impegno dei Benedettini nel recupero delle terre dalle acque avveniva in modo efficace perché l’organizzazione e la gestione del lavoro era considerata al disopra degli interessi personali che aveva rovinato altri progetti privati nelle zone circostanti. La bonifica dei singoli poderi, (principalmente con la “forza della vanga”) consisteva nel trasportare la terra dai luoghi più bassi a quelli più alti: nei primi, si scavavano i canali di scolo intercomunicanti e a forma di reticolo per assicurare il deflusso delle acque stagnanti nei canali collettori principali. In queste bonifiche molti uomini persero la vita a causa di annate particolarmente piovose verificatesi tra il 1460 e il 1470, unitamente a frequenti epidemie di malaria. L’esito di tanto lavoro e sacrificio diede degli ottimi riscontri negli anni a venire con la registrazione di tanti contratti di affittanze. In essi, veniva inserito l’obbligo per il colono di asciugare e di sgomberare tutte le fosse e

pitali in beni fondiari per la cui realizzazione era tuttavia necessario avviare un piano di bonifica di vastissime aree paludose, malsane e incolte. Il precursore e interprete di questa nuova mentalità fu un colto umanista verso il 1540: Alvise Corner; egli aveva sostenuto con successo in un discorso fatto alla Serenissima che la bonifica dei terreni incolti e improduttivi andava fatta perché nella terraferma veneta tra campagne aride e paludi egli aveva stimato che vi erano non meno di duecentomila poderi incolti e che questa avrebbe garantito la sicurezza economica della Repubblica per non dipendere da mercati lontani la cui importazione del grano continuava ad accre-

scere il suo costo. Sulla scorta delle tesi di Corner, lo stato veneziano decise di accentrare su di sé, il controllo di tutte le acque della terraferma dichiarate di diritto pubblico e sottoposte alla giurisdizione dei Provveditori sopra i beni inculti appositamente costituiti. Nel 1562, vennero istituiti i primi consorzi di bonifica (i retratti); in quegli anni si diffuse anche la moda dei patrizi veneziani di avere una “propria villa” lungo il corso del fiume per soggiornarvi nel periodo estivo, lontano dalle calure veneziane. Con l’aumentare dei fondi bonificati, sono così cresciute le produzioni agricole a cui seguì l’aumento del prezzo dei terreni. L’incremento cerealicolo dei terreni prosciugati

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ridusse di molto il deficit commerciale della Serenissima e le bonifiche si inserirono come un balsamo nutriente per l’economia veneta. Accanto ai successi ci furono anche degli insuccessi come quelli del biennio 1558 – ’59 in cui si verificarono numerosi allagamenti dovuti alla cattiva regolamentazione delle acque a sud dei colli Euganei per i quali la Repubblica di Venezia provvide con l’impiego massiccio di uomini e mezzi, a bonificare la zona di Monselice facendo scavare il canale Gorzone che scaricò una grande massa di acqua verso valle allagando i terreni del Monastero di Correzzola causando numerosi danni alle coltivazioni e alle abitazioni dei contadini. Questo canale venne costruito tra il 1557 e il 1572, quale prosecuzione del fiume Fratta e, dopo 70km di percorso, consentì alle acque provenienti dal lago di Vighizzolo (ora scomparso) e quelle stagnanti sulle bassure di Pozzonovo, Stroppare e Stanghella di raggiungere il mare Adriatico, dopo essere confluite nel Brenta nei pressi di Chioggia. Nella seconda metà del cinquecento, la Repubblica veneta per favorire opere di bonifica vantaggiose e segnalate come tali dai Provveditori al Senato e da questo approvate, incoraggiò l’iniziativa privata invitando tutti i comproprietari interessati a riunirsi in un consorzio per l’esecuzione dei lavori. Le somme necessarie per il compimento delle opere di bonifica, venivano ripartite tra i vari consorziati; il criterio generale era la commisurazione del contributo al miglioramento effettivo goduto dalla terra. Le bonifiche furono eseguite in modo massiccio nella seconda metà del cinquecento e nel primo decennio del seicento. Si stima che nel solo padovano furono guadagnati alle colture circa 100.000 campi, distribuiti per lo più nei territori oltre il Bacchiglione e ai piedi dei Colli Euganei. Nel corso dei decenni del secolo successivo tra inondazioni e alterne vicende, si arriva all’avvento della bonifica meccanica realizzata per volere di Lodovico Melzi d’Eril nella seconda metà dell’ottocento. Vennero utilizzate, prime nel loro genere in provincia di Padova delle macchine idrovore della Società Aventi Pilly di Ferrara: con questi impianti fra il 1857-‘58 si recuperarono circa 2000 ettari di palude.

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Particolare della grande carta del territorio padovano disegnata nel 1534 da Nicolò dal Cortivo

L’iniziativa. In Provincia la proposta di istituire un comitato scientifico stabile

Un parco delle acque per la Grande Padova dalla visione alla proposta operativa e condivisa

S

i è svolta nella Sala di Consiglio di Palazzo Santo Stefano, la conferenza pubblica “Un Parco delle Acque per la Grande Padova”, promossa dall’Ufficio Cultura della Provincia di Padova in collaborazione con il Gruppo Coordinamento Parco Mura e Acque.

L’iniziativa ha rappresentato un importante momento di confronto multidisciplinare tra Università, Ordini professionali, Soprintendenza, rappresentanti istituzionali e associazioni cittadine, per riportare al centro dell’agenda pubblica il tema della valorizzazione del sistema idraulico e paesaggistico del territorio padovano e veneto centrale.

“È tempo di superare la logica della frammentazione amministrativa e progettuale. Serve una governance integrata, con la Provincia a svolgere il ruolo di cabina di regia sovracomunale, per met-

tere a sistema le tante iniziative in corso e dare coerenza e visione strategica a un progetto di scala vasta,” ha dichiarato l’arch. Vittorio Spigai.

La conferenza ha ribadito l’urgenza di istituire un Comitato scientifico stabile, che coordini la raccolta e la sistematizzazione del vasto patrimonio di studi, mappe, progetti e ipotesi sviluppate negli ultimi decenni da studiosi, enti pubblici e associazioni. Da questo lavoro potrà nascere un Gruppo operativo di giovani ricercatori, incaricato di affiancare gli enti locali nella definizione di piani condivisi, sostenibili e coerenti con le sfide ambientali e culturali del nostro tempo.

Grande rilievo è stato dato al ruolo delle associazioni cittadine, che da anni, spesso in solitudine, si battono per la tutela e la promozione del sistema delle mura e delle acque di Padova.

La conferenza ha riconosciuto in modo chiaro il loro apporto come motore di conoscenza, partecipazione e cittadinanza attiva, sottolineando l’importanza di includerle in ogni fase del processo decisionale e progettuale.

“La valorizzazione del paesaggio idraulico e del patrimonio culturale non può più prescindere da una governance partecipata, che coinvolga istituzioni, esperti e cittadini in un lavoro corale.” ha aggiunto Spigai.

L’obiettivo ora è trasformare questo momento di ascolto e visione in azioni operative, attraverso la ricerca di risorse, la definizione di strumenti organizzativi e il consolidamento di un’alleanza interistituzionale che metta al centro l’acqua come risorsa strategica per l’ambiente, il turismo, la cultura e l’identità del territorio.

Vincenzo Gottardo

Ciliegie padovane, buone ma poche: la stagione chiude con un raccolto dimezzato

È un bilancio amaro quello che chiude la stagione delle ciliegie in Provincia di Padova. Piogge torrenziali e infestazioni parassitarie hanno messo in ginocchio le coltivazioni locali, confermando una tendenza negativa già osservata su scala regionale. Un prodotto di eccellenza, rinomato e apprezzato, che però fa i conti con il clima sfavorevole.

Le precipitazioni primaverili, particolarmente intense nei Colli Euganei, hanno causato la spaccatura di oltre il 50% dei frutti nelle varietà precoci. In soli due giorni sono caduti 52 mm di pioggia, compromettendo anche le prospettive per le varietà tardive. Il maltempo ha colpito duramente una superficie già limitata: dei 1.700 ettari coltivati a ciliegie in Veneto, solo una minima parte è situata tra Padova e Venezia, con la grande maggioranza nella provincia di Verona.

Ma la pioggia non è stata l’unica minaccia. L’elevata umidità ha favorito la diffusione della Drosophila suzukii, il cosiddetto moscerino asiatico, e della cimice asiatica, già attiva da maggio dopo un inverno insolitamente mite. Entrambi gli insetti hanno aggravato le perdite, attaccando soprattutto i frutti già danneggiati.

“La ciliegia è una coltura fragilissima, sempre più esposta agli estremi climatici”, commenta Carlo Belotti, direttore di Coldiretti Padova - servono azioni immediate: monitoraggio fitosanitario, varietà resistenti, e sostegni economici concreti”. Tra le soluzioni allo studio: coperture protettive anti-pioggia, diversificazione varietale e un maggiore coordinamento con enti come Veneto Agricoltura e i Consorzi Fitosanitari. Intanto, le associazioni agricole invocano misure di compensazione per salvare un comparto già duramente provato negli ultimi anni. (v.g.)

Come si integra il nuovo parco con il territorio padovano

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Centrosinistra con Manildo. Centrodestra a guida Lega o Fdi?

Il segretario regionale del PD, Andrea Martella nella sua relazione all’assemblea dei Democratici del Veneto, dove il via libera a Manildo è stato votato da oltre il 90% degli aventi diritto, lo ha definito un “federatore, capace di garantire un importante gioco di squadra e una nuova prospettiva per il buon governo del Veneto sulla scia di quanto sta accadendo in moltissime città”. Della partita, a differenza di cinque anni fa, ci sarà anche il Movimento 5 Stelle e, come detto, sembrerebbe prossima ad arrivare Azione.

Nel centrodestra i due principali partner di governo stanno adottando strategie opposte pur avendo lo stesso obiettivo ovvero quello di indicare il candidato presidente. FDI, che pur non nasconde le sue ambizioni di partito più votato nella nostra regione, preferisce una tattica maggiormente attendista. Poche dichiarazioni, silenzio da parte della base, nessuna iniziativa pre – elettorale. Completamente diverso, come detto, il comportamento della Lega. I segretari delle sezioni trevigiane hanno votato un documento

La convention. A Treviso

nel quale si chiede di “correre da soli” cioè con la lista della Lega, una civica di Zaia e una di amministratori. E proprio in materia di amministratori il vertice leghista ha mostrato i muscoli lo scorso 5 luglio quando a Treviso ha convocato tutti i propri amministratori locali per un vertice che ha fatto molto discutere. Al momento sembra che la scelta sia tra il Segretario Regionale della Lega, l’onorevole Alberto Stefani e il Senatore di FDI, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon. Nonostante il ribollire, reale o strategico, della base sembra che una spaccatura del centrodestra non si possa concretizzare: troppi gli equilibri che rischierebbero di subire contraccolpi in tantissime amministrazioni e nel Governo stesso. Dal canto suo Forza Italia non ci sta a fare la comparsa e, infatti, a livello regionale il Segretario Flavio Tosi continua la sua campagna di accreditamento e di allargamento del partito non risparmiando critiche all’amministrazione Zaia e predicando elementi di discontinuità; magari spera di essere proprio lui il proverbiale terzo tra i due

litiganti.

E a proposito di Zaia, cosa andrà a fare il Presidente di Regione più amato d’Italia? Le ipotesi sul suo futuro si sono sprecate: qualcuno lo vede Ministro in un possibile rimpasto di Governo, qualcuno Sindaco di Venezia, altri vicepresidente nel caso in cui la Lega corresse da sola o Presidente di una qualche grande Azienda a partecipazione pubblica come, ad esempio, Leonardo. Il leader della Lega, Matteo Salvini starebbe, invece, pensando per Zaia un futuro di primo piano: capolista della Lega in tutti i collegi delle Regionali per tirare il partito, un anno e mezzo a fare il consigliere per poi entrare dalla porta principale a Roma. In primavera 2027, infatti, si terranno le elezioni politiche e Zaia potrebbe essere eletto in parlamento e nominato responsabile di un Ministero di primo piano, forse proprio quello dei trasporti oggi in mano a Salvini; se entrasse ora direttamente al Governo, infatti, dovrebbe accontentarsi di un ruolo di secondo piano e senza portafoglio: troppo poco per uno come Zaia.

La Lega guarda all’appuntamento elettorale “Saremo protagonisti, no alle corse solitarie”

Il salone del Museo di Santa Caterina a Treviso, gremito, ha accolto, lo scorso 5 luglio, la convention della Lega convocata dal segretario Alberto Stefani per fare il punto della situazione prima delle elezioni regionali e cogliere spunti dagli amministratori del Carroccio sul territorio. Erano infatti oltre 400 tra sindaci, assessori e consiglieri da tutto il Veneto che hanno assiepato la platea, ospiti del padrone di casa, il sindaco Mario Conte, con l’obiettivo di difendere dagli attacchi anche degli alleati di centrodestra quanto fatto negli ultimi 15 anni dall’amministrazione Zaia (grande assente all’appuntamento trevigiano) e rilanciarsi uniti verso le prossime consultazioni. Numerosi gli interventi sul palco da parte dei vari esponenti locali, da Eleonora Mosco, consigliera provinciale a Padova che ha rimarcato l’importanza del sostegno alle imprese del territorio a Nicola Finco, sindaco di Bassano

che ha sottolineato la necessità di intervenire sul welfare per aiutare i giovani a trovare una casa e fare figli oltre a sostenere anziani e fragili. A tirare le somme è stato lo stesso segretario Stefani che nel discorso conclusivo ha ribadito che “La Lega non è contro nessuno, nel senso che siamo aperti a una coalizione di governo a livello nazionale, a livello regionale, a livello locale. Però è anche vero che la Lega a livello territoriale ha una classe dirigente molto importante e noi non possiamo esimerci da costruire un programma elettorale che parta dalle comunità locali. Non siamo qui per lanciare candidature per lanciare corse in solitaria. Siamo qui però per costruire il futuro del Veneto e non c’è nessuno come gli amministratori che può darci il migliore contributo per costruire il programma amministrativo dei prossimi anni. Secondo me la politica deve fare questo, non deve litigare sui nomi e non deve

litigare per beghe interne. Deve fare questo, deve costruire programmi, deve lanciare idee, deve risolvere problemi”.

L’assessore regionale alla cultura e allo sport Cristiano Corazzari ha ribadito l’importanza del legame con i territori: “Incontri come questi servono a definire le linee programmatiche, senza tradire le radici del nostro modello di buon governo”. L’obiettivo è continuità, radicamento e una Lega protagonista nel cen-

trodestra. Corazzari ha ribadito che “La storia e l’identità del movimento non si svendono” e che il Veneto “Non può permettersi di disperdere un patrimonio politico costruito in anni di amministrazione efficace”. Anche l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin ha sottolineato il ruolo centrale degli amministratori locali, “sentinelle del territorio” e ha evidenziato le sfide future della sanità: tecnologia e prossimità, ma anche carenza di

personale e invecchiamento della popolazione. Il capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova ha riaffermato la volontà di mantenere l’unità del centrodestra, pur lanciando un avviso agli alleati “Serve rispetto reciproco, altrimenti ogni opzione è aperta”. Temi centrali della campagna: sanità, sicurezza e ambiente. Messaggio chiaro: la Lega vuole restare protagonista, forte della sua rete territoriale.

Riccardo Musacco

Il segretario Alberto Stefani

L’intervista. Il sottosegretario rilancia il ruolo degli amministratori locali nella prossima sfida elettorale in Veneto

Bitonci: “Semplificazioni per le imprese, in ascolto del territorio verso le regionali”

N

el cuore di un’estate calda non solo per le temperature ma anche per le sfide economiche, abbiamo incontrato l’onorevole Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Con la sua lunga esperienza istituzionale e un forte radicamento nel territorio veneto, Bitonci ci si è soffermato sugli interventi più recenti a favore delle piccole e medie imprese (PMI), con uno sguardo particolare alle realtà produttive del Nordest, ma anche sullo scenario politico.

Onorevole Bitonci, quali sono stati i principali interventi del vostro dicastero a sostegno delle PMI, motore dell’economia del nostro territorio?

Abbiamo messo in campo misure concrete, a partire dalla legge annuale per le PMI, approvata per la prima volta in Consiglio dei Ministri. È un provvedimento che sto seguendo in prima persona, con audizioni ancora in corso, e che punta a semplificare la vita di imprese e artigiani. Tra i punti centrali c’è la riforma del mondo del credito e dei confidi, fondamentale per rilanciare il sostegno finanziario alle micro e piccole aziende.

In che modo i confidi stanno tornando a essere uno strumento utile?

Durante la pandemia, con le garanzie statali al 100%, i confidi erano stati messi da parte. Ma oggi, grazie alla riforma introdotta nel 2023 e potenziata quest’anno, possono rilasciare garanzie fino a 100.000 euro senza valutazione del merito di credito

da parte del gestore del Fondo. Questo ha quadruplicato il loro impatto sull’economia. Inoltre, stiamo lavorando per permettere loro di erogare anche servizi e microfinanziamenti diretti: un passo importante per rafforzare il tessuto produttivo diffuso.

Altro fronte su cui state intervenendo è quello dell’energia. Esatto. Dall’ 8 del mese è stato riaperto lo sportello per l’autoproduzione energetica, una misura che consente alle imprese di ottenere contributi, da 30.000 a 1 milione di euro, per installare pannelli fotovoltaici e batterie. Un incentivo importante per accompagnarle nella transizione energetica e ridurre i costi in bolletta.

Anche la cosiddetta “Transizione 5.0” è tra le priorità… Sì, si tratta di un pacchetto da 6,3 miliardi di euro, che sommato a Industria 4.0 porta il totale a quasi 1 3 miliardi. Purtroppo l’impianto europeo ha reso il percorso piuttosto burocratico, con certificazioni ex ante ed ex post. Ma con la legge di bilancio 2025 abbiamo introdotto semplificazioni, per esempio eliminando l’obbligo di dimostrare la riduzione dei consumi energetici quando si acquistano nuovi macchinari: è evidente che siano più efficienti. Abbiamo già raggiunto 1,390 miliardi di euro in prenotazioni, ma serve più tempo: per questo stiamo trattando con Bruxelles una proroga al 2026. Il credito d’imposta previsto resta uno strumento appetibile?

Assolutamente sì. Con Transizione 5.0 il credito può arrivare al

45% per investimenti in tecnologie, digitalizzazione, fotovoltaico e batterie. Anche Industria 4.0, che è stata riaperta, offre un credito d’imposta fino al 20%, con procedure più snelle grazie al fatto che sono fondi nazionali.

Sul fronte dei contratti di sviluppo, ci sono novità per le imprese del Nord?

Stiamo cercando nuove risorse per riaprire gli sportelli sospesi per esaurimento fondi. Le domande non sono andate perse, sono solo in graduatoria. Appena i fondi saranno reintegrati, si potrà procedere con l’erogazione.

Lei visita spesso le aziende venete. Qual è l’impressione che ne ricava?

Dedico almeno una giornata alla settimana alle visite presso realtà produttive sul territorio, oltre agli incontri che si svolgono a Roma con imprese e rappresentanze, focalizzati su diverse tematiche di competenza del Ministero. È un’attività che considero essenziale: mi permette di ascoltare problemi concreti e fornire risposte rapide, anche tramite incontri al ministero o call dirette. Molte imprese, ad esempio, non conoscono le agevolazioni disponibili. Per questo invio una newsletter mensile a tutte le associazioni di categoria con l’elenco delle misure attive.

Le aziende sono preoccupate per i dazi, soprattutto quelle esportatrici. Che segnali arrivano da Roma?

Il tema è molto sentito, specie in una regione come il Veneto, ad alto valore aggiunto. Ma io invito alla calma: le trattative in-

ternazionali porteranno probabilmente a dazi sotto il 10%, con un impatto contenuto, specie sui prodotti di alta gamma, come i vini veneti, per i quali il prezzo non è un tema determinante per l’acquirente. L’Amarone, per esempio, se aumenta di qualche dollaro, l’americano continuerà a comprarlo.

E sul caro energia?

Al momento, nonostante le tensioni mediorientali, non ci sono stati aumenti significativi nel prezzo del gas o del barile.

Ma il governo è pronto a intervenire, come già fatto in passato, qualora si verificassero nuovi rincari.

Uno sguardo infine alla politica: in autunno si vota per il rinnovo dell’amministrazione regionale del Veneto.

Ci stiamo preparando con grande attenzione. Il nostro segretario regionale, Alberto Stefani, ha avviato una fase di ascolto

con tutti i 450 amministratori della Lega in Veneto. È da lì che deve partire il programma: dai temi concreti per i veneti, non solo dai nomi. Serve ancora qualche settimana e poi ci sarà il nome del candidato, attorno al quale, ovviamente, verrà costruita una squadra, ma io penso che il tema più importante siano gli argomenti. Sanità, scuola, sport, imprese: costruiremo un programma condiviso, come movimento radicato nei territori, un movimento fatto di amministratori locali, consiglieri comunali, assessori, sindaci. Siamo il primo partito in Veneto come amministratori. La campagna elettorale inizierà ascoltando gli amministratori e le loro esigenze per creare il programma elettorale, quindi organizzeremo incontri con associazioni di categoria e con le aziende e i cittadini per discutere insieme del futuro del nostro Veneto.

Il sottosegretario Massimo Bitonci

L’intervista. Il senatore padovano traccia la rotta verso l’appuntamento autunnale con le urne

De Poli: “Alle regionali saremo uniti”

Senatore De Poli, parliamo di elezioni regionali. A che punto siamo? Come il centrodestra si presenterà alle prossime elezioni?

Ovviamente unito e coeso, come sempre. Ne sono assolutamente convinto. Le elezioni regionali sono a tutti gli effetti elezioni quasi politiche. In 70 anni, di fatto, le coalizioni al governo non si sono mai spaccate alle regionali. Quindi, in Veneto, l’unità del centrodestra resta un punto fermo. In un momento così delicato, servono responsabilità, ascolto e una visione condivisa per affrontare con efficacia le sfide che ci attendono, a partire dalle prossime scadenze elettorali. stiamo entrando nel vivo di una nuova stagione politica per il Veneto. Le elezioni regionali sono all’orizzonte e noi dell’UDC siamo pronti a fare la nostra parte, con spirito costruttivo e con quella serietà che ci viene riconosciuta sul territorio. Porteremo il nostro contributo dentro una coalizione di Centrodestra che vogliamo più forte e più attenta ai bisogni reali delle comunità.

Tensioni superate?

Sono dinamiche fanno parte di una discussione interna a una co-

alizione e rientrano nella normale dialettica politica. Però lancio un appello agli amici alleati del Centrodestra: negli ultimi mesi, forse, il tasso di litigiosità è stato eccessivo in alcune fasi. Per il bene del Veneto e dei veneti è ora di cambiare registro. Il rischio è che i cittadini si stanchino di queste continue prove di forza muscolari e tatticismi. Rischiamo di occupare troppo tempo a discutere di mandati e di nomi e, secondo noi, invece, bisogna dedicarlo ai problemi concreti che interessano i veneti. Qual è sarà il contributo dell’UDC?

Saremo presenti alle prossime Regionali, aperti al mondo delle civiche che oggi non si riconosce nell’offerta politica esistente, al volontariato e a tutti quei mondi che, come noi, si riconoscono nei i valori che fanno parte del Dna di noi veneti. Rappresentiamo i veneti del buonsenso, che chiedono risposte concrete. Noi non siamo quelli degli slogan, siamo quelli del lavoro quotidiano. Sarà una campagna lunga, e proprio per questo abbiamo deciso di partire subito, a testa bassa, pancia a terra, ascoltando i territori, raccogliendo

proposte e costruendo programmi credibili. Noi mettiamo al centro la persona, le famiglie, le imprese e i lavoratori, il mondo del volontariato e del terzo Settore, che rappresentano la vera ossatura del Veneto. E, ancora, sanità e sociale, i soggetti più fragili come anziani e persone con disabilità, i giovani. Dal 2011 al 2021 è aumentato del 517% il numero dei nostri giovani talenti “in fuga” all’estero: sono numeri preoccupanti anche perché le nostre imprese lamentano carenza di manodopera. Bisogna creare un terreno favorevole per le nostre aziende, con politiche in grado di attrarre investimenti. Non possiamo svendere i nostri gioielli all’estero.

Sanità e politiche sociali: come il Veneto dovrà affrontare le sfide dei prossimi anni legate anche ai nuovi cambiamenti demografici?

La sanità è la prima voce di spesa del bilancio regionale (82%). E’ vero, la sanità veneta resta un modello di efficienza a livello nazionale ma, detto questo, non possiamo cullarci sugli allori. I cittadini ci chiedono di orientare le azioni della regione affrontando priorità come riduzione delle liste di attesa,

carenza di personale e, soprattutto rafforzamento della sanità territoriale. E’ impensabile che oggi per fare una visita specialistica bisogni fare 50-60 km per raggiungere la struttura sanitaria indicata. Dobbiamo investire di più sulla sanità territoriale, rafforzando quella ospedaliera e, inoltre, si rende necessario e urgente il potenziamento della rete dei servizi sociali e dell’assistenza territoriale a tutela di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità. Le famiglie non vanno lasciate da sole. Siamo consapevoli che è meglio spendere oggi 10 per promuovere l’autonomia e l’indipendenza di chi è più avanti con l’età, piuttosto che spendere domani 10 volte tanto in cure e assistenza.

Capitolo infrastrutture: il Veneto soffre ancora di un gap rispetto

ad altre regioni, cosa bisogna fare?

C’è bisogno di un Piano infrastrutturale coerente, che non si fermi alle opere simboliche. Dietro questo Piano deve esserci una strategia capace di far fare un salto di qualità a questa regione che ha enormi potenzialità. Oltre alle grandi opere, certamente importanti, servono le piccole opere nei territori (Strada regionale 10, Sp47 Valsugana, Sr 308 etc ) per rimuovere i colli di bottiglia. Sennò il rischio è di avere la Pedemontana veneta ma senza un adeguamento delle arterie che si collegano ad essa.

Quali sono le caratteristiche che dovrà avere il prossimo candidato Governatore per il Centrodestra? Dobbiamo dare al Veneto una guida solida, concreta e all’altezza delle aspettative dei cittadini. La figura che verrà individuata dovrà essere sì espressione di equilibrio fra i partiti della coalizione, ma siccome la politica non è un bilancino fra sigle, questo equilibrio dovrà tenere conto delle istanze che arrivano dal basso. E, poi, soprattutto, oltre al nome, parliamo di contenuti programmatici. Ai veneti interessa la qualità delle risposte.

Teatro Stabile del Veneto, ecco la nuova stagione con un cartellone di primo livello

Il mondo del teatro si prepara a un entusiasmante capitolo con l’annuncio della stagione 2025/2026 del Teatro Stabile del Veneto. Questo nuovo progetto triennale rappresenta un inizio vibrante, un’opportunità per reinventare il paesaggio teatrale mettendo in risalto l’arte della narrazione e la maestria degli interpreti. La campagna di quest’anno, intitolata significativamente “Ogni storia ha il suo inizio” e curata dall’artista catalano Javier Jaén, cattura perfettamente lo spirito di un’epoca nuova, segnata da cambiamenti significativi ma anche da molte conferme. Il logo creato da Jaén consiste in una mela rossa formata da un serpente attorcigliato su sé stesso, simbolo, per l’appunto, del peccato originale da cui tutto è iniziato.

La stagione 25/26 è stata presentata a Venezia, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale dal presidente Gianpiero

Beltotto, dal direttore artistico Filippo Dini e dalla straordinaria Giuliana De Sio che con Dini aprirà il cartellone con “Il Gabbiano” di Cecov. Un programma che prevede 80 spettacoli, di cui 37 dedicati agli abbonati tra Venezia, Treviso e Padova. Un numero impressionante che promette di attirare un pubblico ancor più vasto, mettendo al centro

gli attori e le parole degli autori, sia classici che contemporanei. Tra le novità, 13 produzioni e coproduzioni pronte a solcare i palcoscenici europei. Brillanti inoltre i risultati dell’ultimo triennio. Dal 2022, il Teatro Stabile ha registrato un incremento del 21% nelle alzate di sipario, culminando nel 2024 con ben 553 giornate di spettaco-

lo tra Padova, Treviso e Venezia.

A queste si sommano 106 recite fuori dal Veneto, dimostrando la crescente influenza a livello nazionale. Il pubblico ha risposto con entusiasmo, con una crescita del 56% nelle presenze, superando le 175 mila nel 2024. Anche le vendite di biglietti e abbonamenti hanno raggiunto cifre record, con oltre 2,6 milioni di euro. Un incremento delle produzioni ha portato anche a un aumento degli artisti e dei tecnici coinvolti, con una crescita rispettivamente del 19% e del 38% nei contratti di scrittura.

Ogni giorno, più di due nuovi contratti vengono firmati, dimostrando un settore in piena espansione e dall’enorme potenziale. Le produzioni per la stagione 25/26 comprendono opere classiche e nuove drammaturgie che esplorano i grandi capolavori con occhi moderni. Peppino Mazzotta continua il dialogo con i classici russi con una riscrittu-

ra di “Anime morte” di Gogol’, mentre Leonardo Lidi s’immerge nell’intenso mondo di Tennessee Williams con “La gatta sul tetto che scotta”. Le produzioni contemporanee si concentrano su temi di genere e potere, con opere di autrici come Ella Hickson e Julia May Jonas che esplorano il complesso universo delle relazioni umane. Marco Paolini, noto per il suo impegno nel teatro civile, inaugura il cartellone con “Bestiario idrico”. La stagione include anche spettacoli mattutini dedicati alle scuole superiori, sottolineando il ruolo educativo del teatro. L’assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari, ha espresso il suo sostegno appassionato per questa nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto, rilevando come l’offerta culturale di qualità sostenga non solo la crescita della comunità, ma anche l’economia e il turismo della regione. Riccardo Musacco

La presentazione della nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto

La novità. Con la nuova trasmissione il Gruppo Editoriale La Piazza porta l’informazione in TV

Carta, web, radio e ora anche televisione: è nato “Il Veneto in Diretta” su Telepadova

C on il debutto televisivo della trasmissione Il Veneto in Diretta, il Gruppo editoriale La Piazza taglia un traguardo importante e si distingue come l’unico editore in Veneto ad offrire informazione su tutti e quattro i media: carta, web, radio e ora anche TV. Un primato che riflette una crescita continua, radicata nel territorio e alimentata dalla volontà di dare voce alle comunità locali con strumenti sempre più efficaci, accessibili e fruibili gratuitamente.

La nuova trasmissione - in onda su 7Gold TelePadova la domenica alle 11.45 ed il mercoledì alle 11.30 - va ad aggiungersi a una rete informativa già solida e articolata. In oltre trent’anni di attività, La Piazza ha costruito un sistema editoriale che unisce il mensile cartaceo distribuito in tutta la regione, il quotidiano online LaPiazzaweb.it, l’emittente radiofonica Radio Veneto24 – prima e unica all-news interamente dedicata al Veneto – e ora

anche un appuntamento televisivo fisso, interamente prodotto dalla redazione del gruppo.

Il Veneto in Diretta è uno spazio settimanale pensato per raccontare la politica, l’economia, l’attualità, il lavoro e il sociale con lo stile che contraddistingue La Piazza: approfondito, concreto, vicino alle persone. Ogni puntata accoglie ospiti selezionati tra amministratori, esponenti del mondo imprenditoriale e rappresentanti della società civile, per affrontare con rigore e chiarezza i temi che toccano il territorio e le sue trasformazioni.

L’emittente 7Gold TelePadova è di certo molto affine, con i suoi 50 anni e con la sua forte attenzione ai temi editoriali del Veneto e del NordEst. Format prestigiosi e molto seguiti ne fanno l’emittente di riferimento in Veneto sia per qualità che per ascolti.

La scelta di entrare anche nel mondo della TV nasce da un’esigenza ben precisa: offrire una copertura informativa completa e

multicanale. In un momento storico in cui l’accesso alle notizie passa da molteplici piattaforme, il Gruppo La Piazza ha deciso di presidiare con coerenza ogni canale, mantenendo intatti i propri valori fondanti: informazione indipendente, servizio pubblico, at-

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tenzione costante al contesto locale. Quella televisiva non è solo una nuova vetrina: è la quarta gamba di un tavolo editoriale di un tavolo sempre più solido, che poggia sull’esperienza maturata in decenni di lavoro sul territorio. Un’evoluzione coerente con

i tempi, ma soprattutto con un obiettivo sempre chiaro: essere al servizio dei cittadini e dare visibilità a ciò che accade nei Comuni, nelle imprese, nei luoghi della cultura e della solidarietà. L’approdo in TV rafforza ulteriormente la posizione del gruppo come punto di riferimento per chi vuole comprendere il presente del Veneto, attraverso un’informazione chiara, trasparente e plurale. Il programma viene trasmesso da un’emittente prestigiosa come 7Gold Telepadova e rilanciato su tutti i canali digitali e social del gruppo, ampliando la sua diffusione. Con una redazione esperta, capace di coniugare linguaggi diversi e affrontare tematiche complesse con professionalità, La Piazza si conferma oggi un modello editoriale innovativo. L’unico in Veneto a parlare ai cittadini su carta, online, via radio e in TV. Un gruppo editoriale che cresce con il proprio pubblico. E che, su ogni media, sceglie di restare vicino al territorio.

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ta diventasse un punto di riferimento per

Molte delle attività si svolgono quando è ormeggiata, ma nei progetti di formazione avanzata – come quelli rivolti a studenti

mandosi in una nave-laboratorio capace di connettere ricerca scientifica, didattica e è

toraggio scientifico. Fondazione Cariparo, in sinergia con gli altri partner, punta a far

bile, una buona pratica che dimostra come un veliero del passato possa diventare il

E così, tra il legno restaurato dello scafo, la

tilla: quella della conoscenza che parte dal mare per cambiare il modo in cui viviamo il FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800

gazione di una barca lunga oltre 24 metri, con due alberi maestri e un’architettura che ne fa più un patrimonio da proteggere che un mezzo ordinario. Eppure, dopo una fase iniziale sperimentale, oggi Goletta è pienamente operativa e “quasi sempre impegnata”, come sottolinea Toffoli. L’entusiasmo delle scuole, il coinvolgimento degli enti locali e l’attenzione crescente al

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L’iniziativa. Un modo unico per trasmettere a giovani talenti i segreti di una professione ad alto valore aggiunto

È nata La Piazza Academy,

per formare i consulenti del futuro

L’iniziativa promossa dal Gruppo Editoriale La Piazza, in collaborazione con Forema, società di formazione di Confindustria Veneto Est, è pensata per formare nuovi talenti in un settore strategico come quello della comunicazione e della pubblicità

In un momento in cui tanti giovani cercano la propria strada nel mondo del lavoro, nasce un progetto ambizioso e concreto che punta a insegnare una vera professione: quella del consulente commerciale pubblicitario. È la nuova Academy promossa dal Gruppo Editoriale

La Piazza in collaborazione con Forema, società di formazione di Confindustria Veneto Est, pensata per formare nuovi talenti in un settore strategico come quello della comunicazione e della pubblicità.

Un percorso formativo artico-

lato, che unisce teoria e pratica, formazione in aula e tirocinio operativo, per imparare davvero l’arte della vendita pubblicitaria. Un mestiere che richiede preparazione, ascolto, visione strategica e capacità relazionali: competenze che possono essere apprese solo attraverso un’esperienza immersiva, accompagnata da professionisti del settore. Ecco perché La Piazza Academy non è solo un corso, ma una vera e propria fucina di competenze, dove i partecipanti vengono seguiti passo dopo passo nella costruzione di un futuro professionale

solido e concreto.

Il progetto nasce con un obiettivo chiaro: formare nuove figure commerciali capaci di valorizzare l’offerta editoriale e pubblicitaria di testate autorevoli ed innovative come La Piazza, il quotidiano digitale LaPiazzaweb.it e Radio Veneto24, la prima e unica radio all news del Veneto. Strumenti diversi, pubblici diversi, ma un unico comune denominatore: la capacità di raccontare il territorio e offrire alle imprese soluzioni efficaci per comunicare.

I tirocini previsti dall’Academy verranno infatti svolti all’interno di Give Emotions, la realtà che anima e coordina l’intero gruppo editoriale. Durante il periodo di tirocinio le giovani e i giovani selezionati saranno coinvolti in attività reali di vendita pubblicitaria, sia tramite contatto diretto che telefonico, imparando a costruire proposte personalizzate, a gestire una trattativa, un portafoglio clienti, a comprendere le esigenze del mercato e a lavorare per obiettivi.

Un’iniziativa che ha anche una forte valenza sociale. In un’epoca segnata da disoccupazione giovanile e precarietà diffusa, offrire a ragazze e ragazzi non solo una formazione, ma anche la possibilità di inserirsi concretamente nel mondo del lavoro rappresenta una risposta concreta. Non si tratta di stage astratti, ma di un’opportunità vera: chi saprà distinguersi avrà la possibilità di iniziare una carriera stabile e altamente remunerativa all’interno di una realtà solida, innovativa e in continua crescita.

“Crediamo sia doveroso – afferma l’editore Giuseppe Bergantin – investire nel futuro delle nuove generazioni, trasmettendo competenze autentiche e aprendo le porte del nostro mestiere. Non è un’operazione spot, ma l’inizio di un progetto strutturato, che si ripeterà almeno due volte all’anno, con l’obiettivo di formare una vera nuova generazione di consulenti pubblicitari. È un investimento su persone, territorio e qualità, come sempre abbiamo fatto in questi 31 anni”.

A rendere possibile tutto questo è la forza del Gruppo Editoriale La Piazza, una realtà radicata, autorevole e da oltre trent’anni punto di riferimento nel Veneto. Solo un gruppo con una visione imprenditoriale chiara e una struttura organizzativa consolidata può offrire una simile opportunità, garantendo ai partecipanti il supporto, la credibilità

e gli strumenti necessari per apprendere una professione complessa, ma ricca di soddisfazioni. La Piazza Academy è aperta a giovani motivati, desiderosi di mettersi alla prova e di imparare un mestiere vero. Nessuna esperienza pregressa è richiesta: contano l’attitudine, la voglia di crescere, la curiosità e il desiderio di lavorare a contatto con le persone, con spirito di iniziativa e passione.

In un mondo in cui tutto cambia rapidamente, la pubblicità resta uno degli snodi fondamentali per la vita delle imprese. Formare consulenti capaci di costruire relazioni e generare valore attraverso la comunicazione è una sfida ambiziosa, ma necessaria. Con questa Academy, Give Emotions e Forema scelgono di accettarla. E di aprire la strada a una nuova generazione di professionisti.

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Una nuova tecnica mini-invasiva dello IOV migliora la vita dei pazienti

All’Istituto Oncologico Veneto (IOV) è arrivata una nuova tecnica medica che migliora in modo significativo la qualità della vita dei pazienti oncologici con gravi problemi di stomaco causati dai tumori. Si chiama gastroenterostomia EUS-guidata ed è un trattamento mini-invasivo che permette di superare l’ostruzione gastrica – una condizione in cui il cibo non riesce più a passare normalmente dallo stomaco all’intestino a causa di un blocco. Questa nuova procedura viene eseguita tramite un’endoscopia, cioè senza operazioni chirurgiche tradizionali, ed è già stata sperimentata con successo su centinaia di pazienti in tutto il mondo. Secondo recenti studi, funziona meglio della chirurgia, comporta meno rischi, tempi di ricovero più brevi e una ripresa più rapida. “La cosiddetta ‘ostruzione dello stomaco’ – spiega il dottor Alberto Fantin, responsabile della Gastroenterologia dello IOV – è una delle conseguenze più frequenti e fastidiose nei pazienti con tumori avanzati del pancreas o di altri organi vicini. Provoca nausea, vomito, senso di pienezza, perdita di peso e rende impossibile alimentarsi normalmente. Nei casi più gravi può impedire di continuare le terapie oncologiche. Per questo è fondamentale intervenire in modo efficace e sicuro.” Fino a poco tempo fa, l’unica soluzione era un’operazione chirurgica per creare un passaggio alternativo tra stomaco e intestino. Una tecnica

efficace ma invasiva e con rischi, soprattutto per chi è già debilitato dalla malattia. Oggi, grazie alla gastroenterostomia EUS-guidata, è possibile ottenere lo stesso risultato senza bisturi. “È una tecnica che ha già dato ottimi risultati, con un successo superiore al 90% – continua il dottor Fantin –. I pazienti possono tornare ad alimentarsi più velocemente, restano meno giorni in ospedale e hanno meno complicazioni rispetto alla chirurgia classica.” La decisione di adottare questa innovazione è stata fortemente sostenuta dalla direzione dello IOV. “Abbiamo scelto di offrire questo intervento perché crediamo nel valore delle tecnologie che migliorano concretamente la cura delle persone – afferma la Direttrice Generale, Maria Giuseppina Bonavina –. È una procedura che riduce la sofferenza e consente una ripresa più rapida. A vent’anni dalla nascita dell’Istituto, il nostro obiettivo resta lo stesso: mettere sempre al centro il paziente, con cure moderne e umane.” L’Istituto Oncologico Veneto è oggi uno dei pochi centri in Italia a offrire questa procedura. Un’opportunità importante per i pazienti colpiti da tumori che rendono difficile o impossibile alimentarsi in modo normale. Con questa nuova tecnica, molti di loro potranno tornare a nutrirsi per bocca, affrontare meglio le terapie e vivere con maggiore dignità e sollievo.

Redazione Salute

Camposampiero ha inaugurato il nuovo Ospedale di Comunità

È stato inaugurato il nuovo Ospedale di Comunità di Camposampiero, il primo dei 22 interventi previsti nell’Ulss 6 Euganea e finanziati con fondi del PNRR. Un investimento complessivo di oltre 2 milioni di euro ha permesso la completa ristrutturazione del settimo piano del presidio ospedaliero, ora sede di un moderno reparto di cure intermedie, pensato come collegamento tra la fase di ricovero ospedaliero e il rientro a domicilio del paziente.

La nuova struttura, realizzata in 14 mesi di lavori, offre 12 posti letto distribuiti in quattro camere doppie e quattro singole, ed è operativa 24 ore su 24, sette giorni su sette. È destinata a pazienti non acuti, che necessitano di assistenza sanitaria continuativa ma non gestibile a casa. L’obiettivo è recuperare funzionalità compromesse – come la deambulazione, l’igiene personale o l’autonomia – e preparare il paziente al ritorno nella propria abitazione o in una struttura idonea. Il progetto, finanziato per 2 milioni dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per oltre 100mila euro dal GSE tramite il Conto Termico, ha previsto anche un importante intervento di riqualificazione energetica e di adeguamento antincendio. Oltre al “Corpo Degenze”, l’area rinnovata comprende anche un “Corpo Servizi” con tre ambulatori medici, una palestra riabilitativa, archivi sanitari e spazi per il personale. È stato inoltre creato un ambiente accogliente per l’ingresso di pazienti e visitatori. Durante la cerimonia, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin ha ricordato l’importanza del rafforzamento della sanità territoriale. Il Direttore generale dell’Ulss 6, Paolo Fortuna, ha sottolineato la soddisfazione per un’opera moderna e funzionale, che “porta cure appropriate sempre più vicine alle persone”. Per l’ingegner Emanuele Scarabel, Direttore dei Servizi Tecnici, “la ristrutturazione ha trasformato radicalmente lo spazio, rendendolo conforme ai più alti standard di sicurezza e funzionalità”.

Il dottor Matteo Ciuffreda, direttore del Distretto Alta Padovana, ha spiegato come l’assistenza venga garantita in stretta sinergia con le strutture ospedaliere e territoriali, tramite un piano assistenziale individualizzato costruito con il paziente e la sua famiglia.

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Il servizio. Presenti otto ambulatori, nuovi servizi e l’esordio dell’infermiere di famiglia

A Vigonza ha aperto la prima Casa della Comunità: un modello innovativo di sanità territoriale

Inaugurata a Vigonza la prima Casa della Comunità dell’Ulss

6 Euganea: 1.100 mq per servizi sanitari di base e assistenza integrata. Servirà 4 comuni, con ambulatori, consultori e infermieri di comunità. È il primo passo di un piano da 40 milioni per 20 nuove strutture

Èstato inaugurato a Vigonza, in via Paradisi, un nuovo presidio di salute pubblica che cambia il volto dell’assistenza territoriale: si tratta della Casa della Comunità, primo tassello di un piano ambizioso che prevede la realizzazione di 20 strutture simili tra Padova e provincia, grazie a un investimento complessivo che sfiora i 40 milioni di euro.

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L’edificio, ristrutturato e ampliato per un totale di 1.100 metri quadrati, è il frutto di un intervento da 1.306.000 euro, finanziato quasi interamente con fondi del PNRR. La Casa della Comunità servirà i cittadini di Vigonza, Villanova di Camposampiero, Campodarsego e Vigodarzere, offrendo servizi sanitari e socio-sanitari di base in un contesto moderno, accessibile e integrato.

Alla cerimonia del taglio del nastro hanno partecipato l’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, il Direttore generale dell’Ulss 6 Euganea Paolo Fortuna, il Sindaco di Vigonza Gianmaria Boscaro, oltre a numerosi sindaci del territorio, medici di base e rappresentanti istituzionali.

“La Casa della Comunità – ha dichiarato il DG Paolo Fortuna – è un nuovo modo di pensare la sanità: più vicina alle persone,

capace di offrire risposte coordinate e continuative. Qui, davvero, la salute è di casa”, ha commentato.

Uno degli elementi di maggiore innovazione è l’introduzione della figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, un professionista con competenze specifiche nella presa in carico di pazienti cronici, fragili e con bisogni complessi, in stretta collaborazione con medici di base, pediatri e specialisti.

La nuova struttura nasce dall’ampliamento e dalla riqualificazione del precedente distretto socio-sanitario, al quale sono stati aggiunti 254 metri quadrati. Il progetto, illustrato dall’ingegner Emanuele Scarabel, ha permesso la realizzazione di otto nuovi ambulatori, una sala d’attesa più funzionale, spazi tecnici e servizi accessibili per utenti e personale.

“La Casa della Comunità – ha spiegato il dottor Matteo Ciuffreda, direttore del Distretto Alta Padovana – è pensata per offrire un accesso semplice e coordinato a una vasta rete di servizi. Tutti i professionisti operano in sinergia per promuovere la salute, prevenire malattie e assistere pazienti cronici e fragili”.

I servizi offerti

L’offerta della struttura è ampia e articolata. Tra gli ambulatori attivi: Ginecologia, Cardiologia, Chirurgia, Allergologia, Endocrinologia, Dermatologia, Diabetologia, Oculistica, Ecografie ginecologiche e cardiologiche, Prelievi e prestazioni infermieristiche

Oltre a questo, trovano spazio: Consultorio familiare, Continuità assistenziale (ex guardia medica), Ambulatorio MMG (medici di medicina generale), Ambulatorio IFoC (infermiere di famiglia e comunità), Sportello CUP, Punto Unico di Accoglienza (PUA), Sala riunioni a disposizione del volontariato locale

Con questa prima apertura, l’Ulss 6 Euganea inaugura una nuova fase di sanità pubblica territoriale. I prossimi mesi vedranno la realizzazione di altre 19 Case della Comunità, con l’obiettivo di ridurre la pressione sugli ospedali e potenziare le risposte sanitarie a livello locale.

Malattie respiratorie gravi: la cura arriva a casa

Padova si conferma punto di riferimento nazionale nella cura delle patologie respiratorie. La UOC di Fisiopatologia Respiratoria dell’Azienda Ospedaliera, diretta dal professor Andrea Vianello, ha attivato un nuovo ambulatorio multidisciplinare dedicato alle malattie polmonari gravi. Si tratta di una struttura unica nel panorama regionale e tra le poche in Italia ad adottare farmaci biologici innovativi per il trattamento di queste patologie. Tra le malattie più comuni e invalidanti trattate nell’ambulatorio c’è l’enfisema polmonare, una condizione spesso causata dal fumo di tabacco e dall’inquinamento ambientale. Nelle fasi più avanzate può portare alla necessità di ossigenoterapia continua o addirittura al trapianto di polmoni. Si stima che l’enfisema sia responsabile del 55% dei decessi legati a disturbi respiratori.

A Padova i pazienti affetti da broncopneu-

mopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono circa 20.000, con un incremento del 20% negli ultimi cinque anni.

Attualmente sono dieci le persone in cura presso il nuovo ambulatorio, la metà delle quali provenienti da altre città. Il trattamento ha una durata di sette mesi e integra l’utilizzo della telemedicina per il monitoraggio a distanza e l’autosomministrazione dei farmaci biologici. I risultati ottenuti finora sono molto promettenti: significativa riduzione della dispnea, miglioramento dei parametri spirometrici e calo netto dei ricoveri dovuti a riacutizzazioni.

A testimoniare l’efficacia della nuova terapia è stato questa mattina il signor Fabio Schiavon, 69 anni, ex fumatore accanito – fino a 40 sigarette al giorno – e in cura per BPCO dal 2008. Dopo un anno particolarmente difficile, segnato da un ricovero in terapia intensiva, pertosse ed embolia polmonare, Schiavon ha raccontato la sua

esperienza con il farmaco biologico monoclonale.

“Da quando mi somministro la terapia in autonomia – ha spiegato – sono tornato a camminare, a muovermi, a vivere. La cura mi ha dato un grande giovamento. In passato, verso la fine dei 15 giorni dall’assunzione del farmaco, sentivo un peggioramento. Ora, invece, il miglioramento è continuo e stabile.”

Una testimonianza concreta di come l’uso di farmaci innovativi e l’integrazione della telemedicina possano fare la differenza nella qualità della vita dei pazienti affetti da gravi patologie respiratorie.

L’approccio adottato rappresenta un cambio di paradigma nella gestione della BPCO e delle malattie respiratorie gravi, aprendo la strada a una nuova modalità di presa in carico del paziente, più efficace, personalizzata e sostenibile.

Redazione Padova

Ospedale di Piove di Sacco, al via la gara per 23 milioni di euro

Il percorso di rinnovamento dell’Ospedale

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“Immacolata Concezione” di Piove di Sacco procede senza intoppi. E’ stato ufficialmente pubblicato in Gazzetta Europea il bando di gara per l’appalto integrato, che comprende progettazione e realizzazione dei lavori, per un valore complessivo di 23 milioni di euro. Il termine per la presentazione delle offerte è fissato al 31 agosto 2025.

Il progetto, inserito nel Programma straordinario di investimenti della Regione Veneto, prevede un intervento di adeguamento, riassetto e potenziamento della struttura sanitaria, che rappresenta un punto di riferimento per circa 163.000 abitanti. Tra le priorità indicate dall’Ulss 6 Euganea vi sono la messa in sicurezza antisismica e antincendio dell’edificio, fondamentali per garantire la continuità e la qualità dei ser-

vizi offerti. Negli ultimi mesi, il polo ospedaliero ha già beneficiato di investimenti per oltre 6 milioni di euro, con il completamento del nuovo reparto di Terapia Intensiva, l’allestimento di un modulo pre-triage, il potenziamento del Centro Operativo Territoriale (COT) e l’acquisto di apparecchiature tecnologicamente avanzate.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Ricette fresche e leggere, perfette da preparare per l’estate

PEPERONI RIPIENI VEGETARIANI

Un grande classico rivisitato in chiave vegetariana e leggera, perfetto per un antipasto sfizioso o una cena veloce durante la settimana. Un piatto versatile e saporito che possiamo servire in tanti modi.

Ingredienti: 2 peperoni grandi; 500 g patate; 500 g zucchine; 2 uova, 200g pomodorini, 150g provola cubetti, pangrattato, prezzemolo, olio d’oliva, sale fino, pepe Preparazione: Pelare le patate e grattugiarle in una ciotola e dopo averle lavate, asciugare e grattugiare anche le zucchine. Poi condire con un po’ di sale e lasciare riposare per circa 5-10 minuti, per far perdere alle verdure un po’ d’acqua di vegetazione. Aggiungere le uova, il sale, il pepe e mescoliamo bene. Unire pomodorini tagliati, la provola a cubetti, il prezzemolo tritato e mescolare per distribuire gli ingredienti in modo uniforme. Dopo averli ripuliti dai semini e dai filamenti bianchi, tagliare a metà i peperoni e metterli in una teglia foderata con carta forno. Farciamo i peperoni con il ripieno di verdure. Completiare con il pangrattato sulla superficie e con un filo d’olio, e cucinare in forno preriscaldato ventilato 180 °C per 35 minuti.

CAESAR SALAD ( SENZA POLLO)

La Caesar Salad è un’insalata storica, inventata negli anni ‘20 da uno chef italiano emigrato negli Stati Uniti. Da allora esportata ed apprezzata in tutto il mondo. Un piatto unico per un pranzo estivo o come antipasto Ingredienti: :2 cespi di lattuga, 1 spicchio d’aglio grande, 2 fette di pane bianco, 1 uovo grande, 1 limone, salsa Worcestershire2 cucchiai di parmigiano a cubetti o scaglie, olio extravergine di oliva sale e pepe nero q.b. Preparazione: Sfogliare la lattuga ed eliminare eventuali foglie esterne troppo dure, scegliere quelle interne più tenere. Tagliare il pane a fette alte 1 cm, eliminare la crosta e tagliare a quadretti. Mettere un cucchiaio di olio aromatizzato all’aglio in una pentola antiaderente e tostare i quadretti di pane a fuoco moderato. Nel frattempo, cuocere anche l’uovo. Al momento di servire disporre l’insalata in un’insalatiera, versare due cucchiai di olio e mescolare. Aggiungere il sale, il pepe macinato al momento, il succo di limone, la salsa Worchestershire e mescolate ancora. Assaggiate e correggete se necessario.

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GELATO ALLO YOGURT CON PISTACCHI

Ora che è iniziata l’estate, a chi non piace rinfrescarsi con un bel gelato? Meglio se leggero e nutriente: ecco il gelato con pistacchi. La ricetta prevede l’utilizzo dello yogurt greco al posto del latte. Facile da preparare, ideale per la merenda o per il post pranzo goloso

Ingredienti: 400 g di yogurt greco; 100 g di cioccolato fondente; 30 g di miele di acacia; 2 cucchiai di pistacchi al naturale. Per guarnire q.b. di pistacchi al naturale E mezza bacca di vaniglia

Preparazione: Tritare finemente il cioccolato fondente e i pistacchi, tenendoli da parte. In una ciotola inserire lo yogurt, il miele e i semi della vaniglia; montare gli ingredienti con le fruste elettriche pochi istanti. Aggiungere i pistacchi e il cioccolato e amalgama gli ingredienti. Una volta completato l’impasto, trasferirlo un contenitore adatto al freezer. Mescolare il composto con una forchetta ogni 30 minuti, ripetendo l’operazione per circa tre ore. Passato il tempo, tirare fuori dal freezer il gelato qualche minuto prima di servirlo, se necessario mescolare nuovamente per renderlo più cremoso.

Servite con pistacchi al naturale e una banchetta di vaniglia a piacere

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Rubrica a cura di Sara Busato

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TEATRO GOLDONI – VENEZIA

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