laPiazza dell'Alta Padovana - Ottobre2025

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Il primato di Cardiologia in vetta alla classifica dell’eccellenza sanitaria in Italia fra 1300 centri

dell’Alta Padovana

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

L’inchiesta racconta come le risorse europee stiano cambiando la quotidianità dei cittadini, tra efficienza energetica, innovazione digitale e nuove sfide di gestione

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

UN NUOVO PIANO DI PROTEZIONE CIVILE PER CARMIGNANO E FONTANIVA

Analisi dei rischi, mappa delle criticità e linee guida operative: il Piano diventa uno strumento concreto per la sicurezza e la formazione della comunità

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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Al via i lavori per la nuova pista ciclopedonale

Con la posa simbolica della prima pietra e l’inserimento di una capsula del tempo, ieri è stato inaugurato l’inizio dei lavori per la nuova pista ciclopedonale lungo la S.P.16 – San Giovanni, un’infrastruttura strategica che collegherà il centro del paese con la zona più a nord del territorio comunale. Alla cerimonia erano presenti il Sindaco Eric Pasqualon, il Vicesindaco Andrea Bombonati, il Senatore Antonio De Poli, il parroco don Fabio Ziliotto, che ha impartito la benedizione, e numerosi cittadini. All’interno della capsula del tempo, un messaggio rivolto alle generazioni future ha simbolicamente racchiuso lo spirito del progetto: un’opera pensata per unire, favorire il benessere e testimoniare l’impegno verso un futuro sostenibile. Finanziato con 1.230.000 euro di fondi comunali, con un contributo della Provincia di Padova, l’intervento rientra in un piano più ampio di mobilità sostenibile. La nuova pista, lunga 850 metri e larga 3 metri, sarà a doppio senso di marcia e fisicamente separata dalla sede stradale da un’aiuola rialzata, garantendo così maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti. Come sottolineato dal Sindaco Pasqualon e dal Vicesindaco Bombonati, la nuova ciclabile rappresenta un tassello fondamentale per completare la rete ciclabile del territorio, con particolare attenzione anche alla frazione di Camazzole. “Nonostante le difficoltà economiche, continuiamo a investire in infrastrutture che migliorano la qualità della vita e riducono l’impatto ambientale”, hanno dichiarato. A congratularsi con l’Amministrazione anche il Senatore Antonio De Poli, che ha definito il progetto “un esempio concreto di buona politica, capace di coniugare sicurezza, sostenibilità e attenzione al benessere delle persone”.

Posata a prima pietra e una capsula del tempo

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

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Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.

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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

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Redazione Padova

Un nuovo inizio. Il Sindaco: “Uno di noi. In carcere si è comportato bene, e questo è stato riconosciuto”

“Grazie, Mattarella”: la città accoglie il ritorno in famiglia di Massimo Zen

“Massimo ha sbagliato, ma non è un criminale”: il sindaco Pierobon non ha dubbi a riguardo.

L a notte fatale del 22 aprile 2017, lo sparo nel buio e la morte di Manuel Major in ospedale. Poi le minacce alla famiglia Zen, il processo e la sentenza e infine la grazia di Mattarella. La vicenda di Massimo Zen ha fatto

discutere a lungo e forse nessuno, lui compreso, avrà mai un quadro completo di quanto successo. Ciò che è sicuro, almeno secondo Luca Pierobon, sindaco di Cittadella, è che il suo concittadino è sempre stato un uomo onesto, che, per la natura del suo difficile mestiere, si è trovato in una situazione estremamente complicata nella quale andava presa una decisione. E per quella decisione, si trova ora a ricostruire i cocci della propria vita. Per il primo cittadino, non poteva che parlarsi di legittima difesa, forse eccessiva, ma la sentenza del 2021 parla di omicidio volontario, che è ben diverso. Giusta quindi, secondo Pierobon, la grazia parziale con-

cessa da Mattarella: “Non è pericoloso, non è uno che tornerebbe a delinquere. Zen può restituire alla collettività lavorando, non restando in cella”. E nella decisione del Presidente della Repubblica hanno posto fiducia anche

gli esponenti dell’opposizione, che per mezzo della Capogruppo del Partito Democratico Paola Lolato hanno definito “conclusa nel migliore dei modi la dolorosa vicenda di Massimo Zen”. Quello che ha patito la guardia giurata durante la prigionia è difficile da immaginare. “È chiaro che un’esperienza di oltre due anni di carcere segna profondamente. Per chi non è abituato a delinquere, anche un solo giorno dietro le sbarre è un trauma, figuriamoci più di due anni”, insiste il Sindaco. Ma per sua fortuna, Massimo ha al suo fianco la propria famiglia, gli amici e un’intera comunità che lo sostengono, pronti a tendergli la mano e ad accompa-

gnarlo nella sua strada di redenzione: “Chi commette un errore simile in una grande città, magari senza una rete affettiva, avrebbe vita molto più dura, ma per Zen ci vorrà comunque del tempo prima che tutto venga superato”. Il ruolo dei Cittadellesi in tutto ciò è fondamentale, spiega Pierobon, che racconta con voce commossa l’interesse dei concittadini nella vicenda dell’ex ranger: “Ho visto cittadini molto vicini a lui e a sua moglie Franca. Sono andato a trovarlo tre volte in carcere, e molti mi chiedevano di portargli i loro saluti. C’è stata grande solidarietà”. La prossima tappa di questa storia passerà per il canile San Francesco di Zola, dove Zen sarà impegnato in lavori socialmente utili in un ambiente per lui ideale. Massimo è sempre stato

un grande amante dei cani e l’ultima disgrazia che si è abbattuta sulla sua vita è stata la scomparsa del suo adorato Igor, che si è spento pochi giorni prima che il padrone venisse rimesso in libertà. Lavorare al canile potrà anche servirgli per esorcizzare il dolore della perdita.

Oltre alla vicenda umana di Massimo Zen, il sindaco si è voluto soffermare anche sulla questione carceraria, che in Italia risulta da tempo estremamente problematica: “Qui in Veneto abbiamo ottimi esempi di realtà riabilitative, come la pasticceria Giotto del Carcere Due Palazzi. Chi lavora lì impara un mestiere e contribuisce al proprio mantenimento, ma oggi chi viene sorpreso a rubare spesso non va in galera, e questo è un problema”.

Secondo il primo cittadino, infatti, troppi delinquenti riescono a evitare la prigionia, e molti altri invece ne abusano: “Molti entrano ed escono dal carcere come se fosse casa loro. Io sono dell’idea che chi sta in carcere, soprattutto se è un delinquente abituale, dovrebbe contribuire a pagarsi la detenzione”. Pene più severe per i reati contro la persona e il patrimonio, l’obbligo di lavorare quando si è in prigione e la detenzione nel paese d’origine per i criminali stranieri, sostiene Pierobon, renderebbero molto più efficace la funzione deterrente della pena, senza intaccare quella riabilitativa, e soprattutto farebbero sentire i cittadini più al sicuro, disincentivando notevolmente il ricorso alla legittima difesa.

Meno disagi grazie alla sinergia tra comuni ed ETRA

Volgono al termine i lavori per l’estensione della rete fognaria nera in via Guizze San Pietro (S.P. 44), al confine tra i comuni di Camposampiero e Loreggia, dove alcune zone erano ancora sprovviste di un servizio essenziale. Le nuove condotte sono state posate e gli allacciamenti eseguiti: manca solo il completamento del manto stradale d’usura, che sarà realizzato dopo il naturale assestamento del terreno. A eseguire le opere è stata la Brenta Lavori S.r.l. di Vigonza, per un importo complessivo di circa 1 50 mila euro, su incarico di ETRA S.p.A. Società Benefit, gestore del Servizio Idrico Integrato per il Consi-

glio di Bacino Brenta. L’intervento ha previsto la posa di una nuova fognatura a gravità con predisposizione per gli allacciamenti alle abitazioni, dando finalmente risposta a una richiesta attesa da anni. “Un’opera fondamentale per i nostri cittadini – hanno commentato le sindache Manuela Marangon (Loreggia) e Katia Maccarone (Camposampiero) – che siamo riusciti a realizzare grazie alla collaborazione tra enti, nonostante un contesto progettuale complesso”. Il progetto assume un’importanza strategica anche perché si inserisce in un contesto più ampio: l’area interessata rientra nel piano della Provincia di Pa-

dova per l’“Adeguamento Stradale della S.P. 44”, che prevede l’allargamento della carreggiata e la realizzazione di una pista ciclabile sul lato sud della strada. Proprio in previsione di questo cantiere, l’estensione della fognatura è stata anticipata e portata avanti in tempi brevi, per evitare sovrapposizioni e limitare i disagi futuri alla popolazione e alle imprese locali. “Quello di Camposampiero e Loreggia – sottolinea Flavio Frasson, presidente di ETRA – è un caso virtuoso: la sinergia tra Comuni, Provincia ed Etra ha permesso di pianificare al meglio, limitando l’impatto sui cittadini e ottimizzando tempi e risorse”.(r.p.)

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Nicola Canella
Massimo Zen Luca Pierobon

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Focus Pnrr/1. Investimenti in opere pubbliche e digitalizzazione, a Fontaniva settimane febbrili

Ecco dove finiscono i fondi della rinascita

Il Comune di Fontaniva sta vivendo una fase di intensa trasformazione grazie ai fondi del Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che stanno permettendo all’amministrazione di concretizzare interventi strategici sul territorio, dalle scuole alle infrastrutture viarie, passando per lo sport e la digitalizzazione. Opere che, come sottolinea il sindaco Alberto Trento, “non sono soltanto cantieri, ma rappresentano un investimento diretto sulla qualità della vita dei cittadini, sul futuro dei nostri ragazzi e sulla sostenibilità ambientale”.

Uno degli interventi più rilevanti già completati riguarda via Tito Livio, nel tratto compreso tra via Fornaci e via Molino. Qui, con un costo di 230mila euro interamente finanziati, si è provveduto al rifacimento del marciapiede con nuove mattonelle autobloccanti e all’allargamento della carreggiata, consentendo il doppio senso di marcia in sicurezza. “Si trattava di un punto

critico – spiega Trento – che presentava notevoli problemi di sicurezza. Ora la strada è più ampia e fruibile per tutti, in particolare per chi si muove a piedi e in bicicletta”.

Un altro capitolo importante riguarda le scuole. Il plesso “Cesare Battisti” è stato oggetto di un progetto di efficientamento energetico e riqualificazione interna da 250mila euro, che ha interessato pavimenti, controsoffitti, impianti e arredi. “Non parliamo solo di lavori edilizi – ricorda il sindaco – ma della possibilità di consegnare agli studenti e al personale ambienti più salubri, confortevoli e funzionali”.

Sul fronte scolastico, è in corso anche un cantiere strategico: la nuova mensa per la primaria “Cesare Battisti”, finanziata con 500mila euro dal Pnrr. La struttura, sviluppata su un unico piano e capace di accogliere 220 alunni, sarà NZEB (a energia quasi zero) e risponderà ai criteri ambientali minimi. “Si tratta di un investimento che va oltre la

scuola – sottolinea Trento – perché creerà uno spazio moderno, sicuro e anche flessibile, da utilizzare pure per attività extrascolastiche”. La consegna è prevista entro aprile 2026.

Importanti anche gli interventi di efficientamento energetico, a partire dalla scuola primaria “Fabio Filzi”, dove si è provveduto al rifacimento dell’impianto di riscaldamento per un valore complessivo di 150mila euro, e al centro sportivo comunale (palatenda e bocciofila in via dei Ciliegi), dove con 70mila euro si è adeguato l’impianto di illuminazione, riducendo i consumi e migliorando la fruibilità serale. “Ridurre i costi energetici – commenta il sindaco – significa liberare risorse che possono essere reinvestite nei servizi alla comunità”.

Accanto ai lavori materiali, il Comune di Fontaniva ha colto l’occasione del Pnrr per accelerare sul fronte della digitalizzazione. Con oltre 350mila euro complessivi di

contributi, l’ente ha realizzato un nuovo sito internet accessibile, ha reso operativi i servizi online tramite SPID e CIE, ha avviato l’adesione all’app IO e alla piattaforma delle notifiche digitali, oltre a progetti per la migrazione in cloud e per l’interoperabilità dei dati tramite la Piattaforma Digitale Nazionale. “Molti cittadini magari non se ne accorgono subito – spiega Trento –ma dietro questi progetti c’è la possibilità di accedere ai servizi comunali da casa, di risparmiare tempo, di avere un rapporto più semplice e

Grossele (Ance): la difficile corsa verso il 2026 tra cantieri, incognite e

Il conto alla rovescia per la conclusione dei cantieri legati al Pnrr (31 agosto 2026) è ormai avviato. Ma qual è la situazione nel territorio padovano? Ne parliamo con un rappresentante di Ance Padova.

Presidente Grosselle a che punto siamo con i lavori del Pnrr in provincia di Padova?

“Il nostro auspicio è che venga concessa una proroga. Il Parlamento europeo ha chiesto di estendere di diciotto mesi la scadenza, per permettere di completare gli interventi che non saranno pronti entro il 31 agosto 2026. Ora spetta ai decisori politici prendere atto della realtà. Detto questo, la provincia di Padova è al primo posto in Veneto per nu-

mero di progetti: 6.136 in totale, per un valore complessivo di 5,5 miliardi. In particolare, il tram rappresenta l’opera più significativa. La linea Sir2 vale complessivamente 485,83 milioni, di cui 308 milioni finanziati con fondi Pnrr: i pagamenti hanno già raggiunto il 20,1% per la quota Pnrr e il 30,5% sul totale. Per la linea Sir3, invece, il finanziamento complessivo è di 92,3 milioni, con 14,6 milioni provenienti dal Pnrr.. Certo, il disagio dei cantieri lo subiamo anche noi come imprese. Oltre a queste grandi opere, sono previsti numerosi interventi sugli asili nido e importanti lavori delle municipalizzate, soprattutto per la sistemazione delle reti idriche”.

Mi sembra di percepire che è favo-

revole al Pnrr

“Assolutamente. Lo dico sempre i fondi per finanziare le opere vanno spesi. Ma una buona notizia potrebbe arrivare per quei cantieri che non sono partiti per diverse motivazioni. Infatti potrebbe essere costituito un fondo destinato all’edilizia residenziale, quindi piano casa e su progetti legati ai problemi idrici. Una soluzione che va incontro ad altre nuove esigenze delle città. Il Pnrr ha portato un segnale positivo sul fronte lavorativo. Le nostre casse edili hanno avuto un salto positivo del 20%, questo significa più manodopera”.

L’edilizia sta cambiando, ma è cambiata anche la mentalità

“La strada è segnata: serve un nuo-

trasparente con la pubblica amministrazione. È una forma di innovazione che si traduce in quotidiano benessere”.

L’insieme delle opere finanziate dal Pnrr per Fontaniva compone un quadro articolato: sicurezza stradale, scuole più moderne e sostenibili, impianti sportivi efficienti, servizi digitali per i cittadini. Un percorso che, secondo l’amministrazione, “non si esaurisce con i cantieri, ma costruisce le basi per una comunità più sicura, sostenibile e attenta ai bisogni delle persone”.

“Il Pnrr – conclude Trento – è stata un’occasione importante per il nostro Comune. Abbiamo saputo intercettare risorse e trasformarle in progetti concreti. L’obiettivo è semplice: migliorare Fontaniva, rendendola un luogo dove si vive meglio, con più servizi, più sicurezza e più opportunità per le nuove generazioni”.

possibili ritardi

vo modo di costruire. Ce lo richiedono la legge sul consumo di suolo e, soprattutto, i cambiamenti climatici. Non conta solo cosa realizziamo, ma anche come lo facciamo. L’obiettivo è una città a 15 minuti, più vivibile sul piano sociale e più sostenibile dal punto di vista ambientale. Il Pnrr rappresenta un primo passo in questa direzione, ma al governo chiediamo una programmazione più ampia e continuativa, evitando di intervenire solo in situazioni di emergenza”.

Come immagina il futuro dei centri abitati?

“La parola chiave è rigenerazione. Non si tratta solo di un aspetto tecnico, ma soprattutto culturale. Rigenerare vuol dire intervenire sull’esi-

stente senza cancellare la memoria del passato, ma guardando al futuro. È necessario riqualificare il territorio da un punto di vista ambientale e sociale. Gli edifici devono essere funzionali, belli e inclusivi. Gli spazi verdi, invece, sono fondamentali per dare respiro alle città e a chi le abita. L’obiettivo è creare centri urbani sempre più inclusivi e a misura di cittadino, con particolare attenzione ai giovani e al problema abitativo: esistono molti appartamenti vuoti, chiusi, che vanno ristrutturati e riportati a nuova vita. È essenziale utilizzare al meglio lo spazio già disponibile, anche attraverso servi”.

Sara Busato

Carmignano di Brenta, 1,3 milioni

PNRR per la nuova Casa della Comunità dell’Alta Padovana

S otto la pioggia torrenziale che ha sancito la fine dell’estate metereologica, è stata inaugurata la nuova Casa della Comunità dell’Alta Padovana. Carmignano di Brenta accoglie con entusiasmo questo importante passo avanti nell’ambito dei servizi al cittadino e dell’assistenza socio-sanitaria. La struttura, fortemente voluta dall’Ulss 6, è stata realizzata grazie a un investimento da 1.3 milioni di euro e offre 1000 metri quadrati di servizi sanitari ai 20mila cittadini di Carmignano di Brenta, Gazzo Padovano, Grantorto e San Pietro in Gu. Incluso nelle 20 strutture approvate per i fondi del Pnrr del territorio padovano, l’edificio vedrà un ulteriore ampliamento a gennaio che permetterà di estendere il servizio ai 4mila abitanti di Fontaniva. Il direttore dell’Ulss6 Paolo Fortuna ha aperto la cerimonia con i saluti istituzionali e i ringraziamenti alla moltitudine di persone e associazioni che hanno reso possibile la realizzazione della struttura, che amplia il presidio già esistente aumentando i servizi offerti e aprendo agli utenti l’area verde che circonda l’edificio.

“La nuova Casa della Comunità offrirà prestazioni sanitarie h24, 7 giorni su 7, con servizi specifici per l’infanzia e gli anziani - spiega Fortuna - creando un ponte tra il progetto originale di un asilo nido e i bisogni di un territorio la cui popolazione continua a invecchiare”. Entrando nello specifico dei servizi offerti, a quelli già presenti si aggiungono un ambulatorio per la Continuità Assistenziale Diurna, il Punto Unico di Accoglienza, uno sportello CUP e altri due ambulatori per il Servizio Età Evolutiva

e per la Neuropsichiatria Infantile, quest’ultimo operato da figure specializzate per garantire un servizio a tutto tondo: un neuropsichiatra infantile, uno psicologo, un fisioterapista, un logopedista e un assistente sociale di riferimento.

Sarà inoltre presente una sala riunioni messa a disposizione per le associazioni di volontariato locali. Anche Eric Pasqualon, sindaco di Carmignano di Brenta, è intervenuto: “Si tratta di un’inaugurazione storica che integra la sanità territoriale con una struttura di prossimità, vicina alla popolazione e dalla forte presenza sul territorio. Stiamo parlando di un nuovo approccio alla sanità che mette al centro il cittadino”. Il primo cittadino ha ricordato che questo progetto è il punto di arrivo di un progetto intrapreso quasi vent’anni fa, con l’apertura dell’UTAP, l’Unità Territoriale di Assistenza al Territorio, nel 2006. Un altro elemento determinante è stata la grande partecipazione dimostrata da medici e infermieri del territorio, che ha reso possibile implementare servizi specializzati che rappresentano un unicum per la regione, al

di fuori dei grandi centri abitati e di ospedali come quello di Borgo Roma a Verona e il Ca’ Foncello di Treviso. “Non siamo partiti da zero, - conclude Pasqualon - ma è stata una trasformazione per la quale le fondamenta gettate in passato sono state fondamentali”. L’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, ha voluto ripercorrere la strada che ha portato alla nascita della Casa di Comunità: “La pandemia del 2020 ha cambiato il modo in cui viviamo e spazi come questo rispondono all’esigenza di offrire un presidio territoriale che affianca le grandi strutture sanitare con un’esperienza personalizzata a 360 gradi per i cittadini. L’obiettivo era averne 95 sul territorio regionale, ma sfruttando realtà pre-esistenti come quella di Carmignano siamo riusciti a portare questa cifra a 99”. Tra gli altri interventi che hanno interessato l’Alta Padovana, l’assessore ha voluto ricordare l’istituzione del corso di infermieristica da poco avviato a Cittadella, che punta a rispondere alla carenza di personale che da anni macchia la nostra rete sanitaria: il nuovo personale specializzato e le Case della Comunità di Carmignano e Vigonza, aperta questa estate, mettono sul piatto nuove risorse fondamentali per offrire un servizio consono alla qualità che da sempre contraddistingue il territorio veneto.

La conferma arriva anche dal senatore Antonio De Poli, presente alla cerimonia: “Strutture come questa permettono di soddisfare i bisogni dei cittadini quando e come sopraggiungono, aiutando a rendere la sanità veneta l’eccellenza che tutti conosciamo”.

Nicola Canella

L’inchiesta esplora come la collaborazione tra Ulss, Comuni e volontariato abbia creato un sistema che potrebbe diventare un laboratorio per la nuova sanità territoriale italiana

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Fiera Franca: la storia che fa la Storia

94 anni di storia, oltre 200 bancarelle e un’intera città mobilitata: la Fiera Franca è l’evento più importante del calendario cittadellese e una delle più importanti sagre del Padovano. Passeggiando tra gli stand gastronomici o costeggiando lo storico mercato del bestiame del lunedì, ci si può tuffare in un’atmosfera che sa di nostalgia dal fascino antico, mentre il mercato delle macchine agricole e l’immancabile luna park segnano l’incontro tra modernità e tradizione rurale.

Ma come fa una sagra di paese ad avere un successo così duraturo e continuato? Come fa a vivere il crollo dell’Impero Romano d’Oriente, la scoperta dell’America e l’allunaggio senza perdere lo smalto di un tempo o cadere nell’oblio? Il segreto sono delle solidissime fondamenta storiche, una visione lungimirante delle amministrazioni che si sono susseguite nei secoli e la passione di una città sempre desiderosa di crescere e migliorarsi.

Ma facciamo un passo indietro, alla metà del XII secolo. Cittadella deve ancora nascere e la realtà urbana più importante dell’Alta Padovana (la Città del Santo esisteva già da oltre due millenni) è il borgo di Onara. Il paese ospita già un’importante fiera il cui punto di forza è l’assenza di dazi per chi entra ed esce, uno “spazio franco”, per l’appunto. Se al giorno d’oggi ci si lamenta del fisco, all’epoca infatti era un problema ancora più serio, poiché le tasse sul commercio erano spese fisse applicate all’ingresso e all’uscita dalla città senza tenere in conto dei differenti contesti economici delle persone, mentre quelle annuali erano calcolate sulla totalità dei patrimoni anziché sui guadagni effettivi. E il concetto di welfare non era nemmeno nella sua fase embrionale, anzi, rispetto al millennio precedente si erano fatti notevoli passi indietro, quindi le tasse finivano tutte nelle tasche dei potenti o a finanziare gli eserciti. Va da sé che la possibilità di commerciare senza incombere nei dazi fosse estremamente allettante e che una fiera che ne fosse esentata avesse il successo assicurato. Inoltre, la fiera si svolge a fine Ottobre, quando il freddo incombe e rifornirsi di cibo e strumenti è fondamentale in vista degli inverni glaciali che al giorno d’oggi sono

solo un ricordo lontano. Per mettere le cose in prospettiva, durante il medioevo era frequente che il fiume Po ghiacciasse in inverno e secondo alcune testimonianze la Laguna di Venezia poteva scende-

re a temperature tali che i bacini acquitrinosi venivano attraversati via carro.

Ma alla vigilia del XIII secolo, Padova decide di espandersi verso nord-est, entrando in conflitto con

Treviso e la Serenissima. Serve una roccaforte fortificata dalla quale guidare l’espansione e allo stesso tempo proteggersi dalle incursioni nemiche. Nasce così Cittadella, imponente fortezza resa inespugnabile dalle mura alte 15 metri. Il borgo diventa rapidamente una piccola ma vivace metropoli medievale, brulicante di vita e ricca di nuove opportunità. La Città del Santo decide di investire sulla nuova fortezza e sposta qui la Fiera Franca di Onara. L’evento si afferma subito come una tappa fondamentale dei commercianti veneti e il suo successo è tale che persino Venezia, negli anni della sua occupazione, decide di mantenere i privilegi economici della fiera. Quasi quat-

tro secoli dopo, nel 1593, vengono stabilite aree specifiche per i vari ambiti commerciali, consolidando la fiera nella sua conformazione attuale. In epoca moderna, poi, agli spazi commerciali si sono aggiunte forme d’intrattenimento come il tradizionale spettacolo pirotecnico che ogni anno chiude l’evento o l’area dedicata al luna park, trasformando l’antico mercato medievale nell’evento totalizzante che conosciamo oggi, capace di trasformare per tre giorni la città in un grande mercato a cielo aperto e invadere le strade con un’aria di festa e divertimenti. Uno spettacolo per i visitatori e un grande motivo d’orgoglio per i locali.

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La fiera oggi: appuntamento dal 25 al 27 ottobre

Anche quest’anno la Fiera Franca torna a Cittadella per la sua 431esima edizione e, dopo lo straordinario successo dell’anno scorso, la Giunta Comunale ha deciso di anticipare l’apertura al sabato mattina. Si parte quindi sabato 25 ottobre alle 10.30 con l’inaugurazione dell’area Camper in via Tofana di Rozes, mentre un’ora dopo aprirà i battenti in via Riva dell’Ospedale il mercato delle macchine agricole, appuntamento immancabile per allevatori e agricoltori, ma capace di soddisfare anche la curiosità degli appassionati di motori e di bricolage. A mezzogiorno si terrà l’ultimo evento inaugurale, quando sarà aperta al pubblico anche l’aera EXPO nel parcheggio di Villa Rina. Le 231 bancarelle autorizzate, di cui 91 dedicate a cibo e bevande, resteranno aperte fino a lunedì sera. E sarà proprio lunedì, alle 9.00 del mattino, che verrà inaugurata l’Antica Fiera del Bestiame nei pressi del cimitero. L’evento si chiuderà con il tradizionale spettacolo di fuochi d’artificio, in programma per le 21.45, dopodiché i visitatori saranno liberi di godersi anche la vita serale del borgo medievale, con i locali che rimarranno aperti fino alle 2.00 di notte. (n.c)

Terza età. In cinque Comuni parte la quarta edizione

Torna “Valgo– Anziani Protagonisti”

Più di un progetto: una vera rete tra Comuni per valorizzare il ruolo attivo delle persone over 65 nella comunità. È questo lo spirito della quarta edizione di “Valgo – Anziani Protagonisti”, presentata ufficialmente venerdì 3 ottobre nella sala consiliare del Municipio di Carmignano di Brenta, capofila dell’iniziativa insieme ai Comuni di Fontaniva, Gazzo, Grantorto e San Pietro in Gù. Il progetto – che potenzialmente si rivolge a oltre 6.500 anziani, più del 20% della popolazione del territorio coinvolto – mira a promuovere benessere fisico, mentale e sociale attraverso attività pensate per stimolare movimento, creatività e relazioni. Alla conferenza stampa erano presenti i sindaci dei cinque Comuni: Eric Pasqualon (Carmignano di Brenta), Ornella Leonardi (Gazzo), Fiorenzo Cappellari (Grantorto), Alberto Trento (Fontaniva, con il consigliere Marchetti) e Paolo Polati (San Pietro in Gù), insieme all’assessore alle Associazioni di Carmignano Alberto Lucietto. Il calendario delle attività per l’autunno-inverno 2025 propone un ampio ventaglio di opportunità: dalla ginnastica posturale all’acquagym in acqua termale, dal ricamo ai laboratori teatrali. Il progetto non si limita al miglioramento fisico, ma punta anche a combattere l’isolamento sociale e a prevenire i problemi legati alla sedentarietà, grazie a momenti di condivisione e relazione. Nelle precedenti edizioni, il progetto

ha ottenuto un riscontro molto positivo con oltre 600 iscritti complessivi. Un successo che conferma il bisogno – e la voglia – di iniziative dedicate a questa fascia d’età. Il costo complessivo del progetto è di oltre 25.000 euro, finanziato direttamente dai cinque Comuni in base alle attività programmate sui rispettivi territori. In particolare, il Comune di Carmignano di Brenta ha stanziato 5.000 euro, confermando la volontà di investire nel benessere e nella qualità della vita dei cittadini più anziani. “Siamo orgogliosi di riproporre un’iniziativa che negli anni è diventata un punto di riferimento”, ha dichiarato il sindaco Eric Pasqualon. “VALGO non è solo

un elenco di attività, ma un vero percorso di valorizzazione della persona, pensato per mantenere attivi corpo e mente, coltivare legami sociali e sentirsi parte integrante della comunità”. I colleghi sindaci Leonardi, Cappellari, Trento e Polati hanno ribadito l’importanza del lavoro di squadra tra enti locali: “Ringraziamo Carmignano di Brenta per il coordinamento. Questo progetto è un esempio concreto di buona amministrazione e partecipazione, che valorizza il ruolo degli anziani e costruisce un tessuto sociale più forte e solidale”.

Redazione Padova

65 anni d’amicizia tra Carmignano e Albbruck

Cinque mila euro dalla Regione Veneto per rafforzare un legame che dura da più di sei decenni. Il Comune di Carmignano di Brenta ha ottenuto un contributo regionale destinato a sostenere le attività legate al gemellaggio con Albbruck, la cittadina tedesca con cui condivide un rapporto speciale giunto quest’anno al 65esimo anniversario, il più longevo della provincia di Padova. Lo scorso luglio, oltre cinquanta cittadini carmignanesi hanno partecipato alla trasferta ad Albbruck, tra momenti ufficiali, eventi culturali e conviviali. Dalla cerimonia istituzionale alla tradizionale fiaccolata, fino agli scambi di doni – tra cui una scultura simbolica dell’unione dei due paesi e prodotti tipici dei rispettivi territori – l’incontro ha confermato la solidità di un legame che continua a rinnovarsi di anno in anno. Il contributo permetterà di ampliare le attività culturali, sociali e sportive legate al gemellaggio, favorendo la partecipazione dei cittadini e aprendo nuove opportunità di incontro. Particolare attenzione sarà dedicata alle nuove generazioni, perché siano consapevoli della storia del gemellaggio e ne portino avanti i valori di amicizia, collaborazione e solidarietà. Il sindaco Eric Pasqualon ha commentato: “Ricevere questo sostegno proprio nell’anno del 65º anniversario è motivo di grande orgoglio per la nostra comunità. Il gemellaggio con Albbruck è un patrimonio di esperienze e relazioni che ci arricchisce tutti. Grazie al contributo regionale, potremo continuare a organizzare scambi, eventi e iniziative che mantengono vivo questo legame”. (r.p.)

Elezioni Regione Veneto 23-24 novembre 2025

, una padovana che ha scelto di impegnarsi per la propria terra. di Villanova di Camposampiero ho imparato che il cambiamento nasce dall’ascolto. nel settore dell’arredamento, che il futuro si costruisce con visione e concretezza. Oggi mi candido per portare Padova al Centro del Veneto: più forte, più protagonista e più unita.

Territorio. Un investimento da 48mila euro per migliorare prevenzione e sicurezza

Presentato il nuovo Piano di Protezione Civile

Il nuovo Piano di Protezione Civile, frutto della collaborazione tra i Comuni di Carmignano e Fontaniva, definisce ruoli, procedure e aree di intervento per affrontare in modo coordinato eventuali situazioni di rischio

ÈSintoniz zati sul

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche radio con una qualità audio per fetta.

stato presentato, nella Sala Consiliare del Municipio di Carmignano di Brenta, il nuovo Piano Comunale di Protezione Civile, il documento strategico che definisce l’organizzazione e il coordinamento delle azioni da attuare in caso di emergenze sul territorio dei Comuni di Carmignano di Brenta e Fontaniva. All’incontro hanno partecipato il Sindaco di Carmignano di Brenta Eric Pasqualon con l’Amministrazione comunale, il Sindaco di Fontaniva Alberto Trento, il coordinatore del gruppo comunale di Protezione Civile Giovanni Dal Zuffo e il vice coordinatore Claudio Naldo. Il nuovo Piano è stato realizzato anche grazie al Bando Regionale DGR 1498 del 29 novembre 2022, che ha previsto contributi per l’aggiornamento dei piani comunali e intercomunali di protezione civile. L’investimento complessivo ammonta a 48.000 euro, di cui 11.000 coperti da fondi regionali. mIl documento, elaborato con il supporto di tecnici ed esperti del settore, analizza i principali rischi presenti nel territorio – tra cui rischio idrogeologico, sismico, incendi e fenomeni meteorologici estremi – e stabilisce con chiarezza le procedure operative, i ruoli e le responsabilità di istituzioni, forze dell’ordine e associazioni di volontariato. Sono inoltre individuate le aree di emergenza e le modalità di

allerta e comunicazione da attivare in caso di necessità. “Si tratta di un documento fondamentale – ha sottolineato il Sindaco Eric Pasqualon – perché garantisce prontezza di risposta e sicurezza per i cittadini. La protezione civile non riguarda solo i soccorritori, ma l’intera comunità. Per questo il Piano sarà reso pubblico e condiviso con tutti i cittadini”.

Il Piano nasce con l’obiettivo di prevedere, prevenire e gestire le situazioni di emergenza, sia naturali che causate dall’uomo, attraverso una conoscenza approfondita del territorio e strumenti facilmente consultabili. Il Sindaco Pasqualon ha inoltre espresso riconoscenza verso il Gruppo Comunale di Protezione Civile, parte del distretto dell’Alta Padovana che comprende anche Cittadella, Galliera Veneta, Tombolo, San Martino di Lupari, Grantorto, Gazzo e San Pietro in Gu. “Negli ultimi anni – ha ricordato – i volontari hanno dato un contributo fondamentale, dalla

gestione della pandemia alle emergenze climatiche come la grandinata del 19 luglio 2023 e la tromba d’aria del 1° aprile scorso. Come Amministrazione continueremo a sostenerli: lo scorso anno abbiamo donato un nuovo mezzo per potenziare l’efficienza operativa durante le emergenze”. Il Vicesindaco e Assessore alla Protezione Civile Andrea Bombonati ha aggiunto: “La protezione civile non è solo emergenza, ma cura del territorio e responsabilità condivisa. Il nuovo Piano è uno strumento concreto per garantire sicurezza e prevenzione a beneficio di tutti”. Infine, il Sindaco di Fontaniva Alberto Trento ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra: “Questo Piano rappresenta un patto di responsabilità collettiva. Ringrazio i tecnici, gli uffici comunali e i gruppi di volontari per l’impegno e la professionalità dimostrati in un progetto che tutela la sicurezza dell’intera comunità”.

Redazione Padova

In arrivo un nuovo agente per rafforzare i controlli sul territorio

Dal prossimo 1 novembre il Comune di Carmignano di Brenta potrà contare su un rinforzo per la Polizia Locale. A unirsi al corpo operativo sarà Filippo Castellan, vincitore del concorso pubblico per un posto a tempo pieno e indeterminato. Grazie a questa nuova assunzione, il numero di agenti passerà da quattro a cinque, aumentando la presenza sul territorio. Negli ultimi mesi l’Amministrazione comunale ha già intensificato i controlli serali e notturni, vigilando in particolare le zone più sensibili del paese e garantendo la sicurezza durante eventi e manifestazio-

ni pubbliche, nell’ambito del progetto “Carmignano Sicura”. “L’arrivo di Castellan rappresenta un passo importante per rafforzare la nostra Polizia Locale – spiega il sindaco Eric Pasqualon –. Più agenti significa poter coprire meglio il territorio, rendere il servizio più efficiente e garantire maggiore sicurezza a tutti i cittadini” Il potenziamento dell’organico permetterà di organizzare turni più articolati, assicurando controlli continui nelle ore serali e nei weekend, e una presenza costante nei principali luoghi di aggregazione del paese. Secondo il sindaco, la presenza visibi-

le degli agenti non serve solo a prevenire comportamenti pericolosi o incivili, ma anche a rafforzare il rapporto diretto con i cittadini. Inoltre, continueranno i controlli su viabilità, documenti di circolazione, rispetto delle regole ambientali e contrasto all’abbandono dei rifiuti, grazie anche alla collaborazione con le altre forze dell’ordine. “Il nostro obiettivo è costruire un paese più sicuro, accogliente e vivibile – conclude Pasqualon –. L’assunzione del nuovo agente va in questa direzione: più presenza, più attenzione, più sicurezza per tutti”.

Redazione Padova

Comune di CARMIGNANO DI BRENTA

Una programmazione strategica per lo sport:

Negli ultimi mesi l’Amministrazione comunale di Carmignano di Brenta ha avviato un percorso organico di pianificazione ed investimento sugli impianti sportivi comunali, con l’obiettivo di costruire una visione di lungo periodo capace di garantire strutture moderne, sicure e accessibili a tutti.

Un impegno che si traduce in una serie di progetti concreti – dal Palazzetto dello Sport di via Boschi al Palatenda comunale, fino al complesso sportivo “Carmenta” di via Trento – pensati per partecipare a bandi e ottenere contributi che consentano di realizzare nel tempo interventi significativi senza gravare sulle finanze comunali.

La strategia perseguita si fonda su una programmazione strategica: predisporre progetti tecnicamente avanzati, completi e coerenti con le normative vigenti, così da essere pronti a cogliere le opportunità di finanziamento offerte da enti pubblici e fondazioni.

Il primo passo di questo percorso riguarda il Palazzetto dello Sport di via Boschi, oggetto di un pro- getto da 410.000 euro vol-

to a migliorare la sicurezza, l’accessibilità e l’efficienza energetica dell’edificio. L’intervento prevede adeguamenti alle norme antincendio, la realizzazione di percorsi separati per atleti e pubblico, il rifacimento di spogliatoi e servizi igienici in chiave inclusiva e il potenziamento dei sistemi di rilevazione incendi. È prevista inoltre una riqualificazione energetica con nuovi serramenti, pannelli isolanti e impianti a maggiore rendimento, per una palestra più confortevole, sostenibile e a misura di comunità.

Parallelamente, è in corso la progettazione per la riqualificazione del Palatenda comunale, utilizzato quotidianamente sia dalle scuole sia dalle associazioni sportive. L’Amministrazione parteciperà a un bando della Fondazione Cariparo per un importo di 62.500 euro, finalizzato all’adeguamento antincendio e all’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI). È inoltre allo studio la possibilità di sostituire il telone di copertura e di intervenire sugli impianti tecnici, così da migliorare la durabilità e la funzionalità complessiva della struttura.

Un altro tassello fondamentale della programmazione riguarda il progetto “Car-

menta 100”, dedicato alla riqualificazione dell’area sportiva di via Trento. Si tratta di un piano di interventi coordinati e realizzati per stralci funzionali, che prevede la ristrutturazione della struttura esistente, la costruzione di un nuovo blocco spogliatoi accessibile, la riqualificazione del campo principale con nuove torri faro a LED e il restauro dell’area spettatori, dotata di nuovi servizi igienici, bar e seggiolini sugli spalti. Il progetto include anche la realizzazione di un campo in erba sintetica conforme ai regolamenti sportivi nazionali e di un’area parcheggio con pavimentazioni drenanti e spazi verdi di compensazione ambientale.

Questi interventi rappresentano un investimento complessivo per il futuro dello sport a Carmignano di Brenta: non solo opere edilizie, ma una visione che mette al centro la qualità, la sicurezza e la sostenibilità delle strutture sportive, a beneficio di cittadini, scuole e associazioni. Attraverso la partecipazione ai bandi e una progettazione attenta, l’Amministrazione comunale intende proseguire in questo percorso di crescita, consapevole che lo sport rappresenta un motore fondamentale di aggregazione, benessere e coesione sociale.

Progetto di fattibilità per lo stadio Carmenta 100
Progetto di fattibilità per lo stadio Carmenta 100

Silvia Fattore: “Il Veneto deve tornare a correre

Basta inerzia, servono investimenti e coraggio”

Già sindaco di Villanova di Camposampiero e manager d’azienda, Fattore lancia un appello per un Veneto più competitivo e innovativo.

“Fermiamo l’emigrazione dei giovani e investiamo su infrastrutture e servizi per gli anziani: così si costruisce il futuro”

“D a sindaco e da imprenditrice ho sperimentato in questi anni di impegno politico e aziendale quanto le scelte della Regione impattino sulla competitività dei territori e la qualità di vita delle famiglie. I ritardi accumulati ad esempio sui collegamenti ferroviari, le mancate infrastrutture viarie pesano sui cittadini veneti, a tutto danno della competitività del territorio. Ci siamo raccontati negli ultimi vent’anni che eravamo eccellenti senza renderci conto che il Veneto è andato avanti più per inerzia che per capacità di innovare e competere. Occorre rimettere il piede sull’acceleratore”. Lo dice con alle spalle l’impegno di sindaco di Villanova di Camposampiero e nel presente la responsabilità

di manager in azienda Silvia Fattore, 52 anni, candidata di punta della lista Uniti per Manildo per Padova e Provincia.

Silvia Fattore nella scorsa tornata elettorale delle Europee ha raccolto il consenso di 2.550 preferenze. “Farò appello ai padovani che hanno voglia di più concretezza che chiacchiere, facendo appello alle migliori energie di questa regione che troppo spesso si è illusa che piccolo fosse sempre bello e che si potesse affrontare le sfide di questo secolo con le metriche del ‘900”.

Antidoto ad una certa nostalgia del passato secondo Silvia Fattore può essere lavorare per far emergere i giovani laureati e diplomati che troppo spesso sono quasi costretti ad emigrare verso Milano,

quando va bene se non all’estero. “Una delle mie battaglie sarà quella di fermare l’emigrazionespiega Silvia Fattore - in ogni famiglia veneta c’è un figlio o un nipote che deve trasferirsi a centinaia

di chilometri dalla città che lo ha visto crescere, diplomarsi e laurearsi. Un’emorragia di competenze che non possiamo più permetterci. Il primo atto che depositerò in Consiglio regionale sarà quello di

indirizzo verso il Governo veneto e nazionale perchè si investa sul futuro qui e adesso dei nostri ventenni. Così si ferma il declino e si garantisce prosperità al Veneto anche in questi decenni difficili e di grandi cambiamenti”.

Contemporaneamente occorre ripensare alle politiche per gli anziani, con un occhio di riguardo ai non autosufficienti.

“Da sindaco ho vissuto sulla mia pelle quanto le amministrazioni e le associazioni di volontari facciano i salti mortali per stare vicini alla parte più fragile della nostra società - spiega l’ex sindaco di Villanova di Camposampiero - mi batterò con tutte le mie forze perchè alla generazione che nel dopoguerra ha fatto di nuovo grande questa terra venga riservata in ogni fase dell’invecchiamento l’attenzione e la cura che meritano i nostri genitori e nonni: nessuno deve rimanere indietro e tutti meritano di rimanere il più a lungo possibile a casa propria con servizi domiciliari personalizzati”.

Silvia Fattore

Avvicendamento presbiteriale tra saluti e nuovi inizi

F ontaniva ha vissuto nelle ultime settimane un momento importante per la vita religiosa e comunitaria: l’avvicendamento dei sacerdoti che guidano le parrocchie locali. Domenica 31 agosto la comunità ha salutato Don Andrea Mazzon, che dopo nove anni di servizio assume ora, insieme a Don Alessandro Pegoraro, la cura pastorale delle parrocchie dell’Unità pastorale “Caldogno – Villaverla”. Il sindaco Alberto Trento, a nome dell’Amministrazione comunale e dei cittadini, ha voluto esprimere gratitudine per l’impegno di Don Andrea: “Hai saputo abitare il tuo ruolo con sobrietà, attenzione e senso del servizio, facendo da ponte tra dimensione spirituale e civile. Il tuo ascolto verso i più fragili, il dialogo con le istituzioni e la cura dei beni della comunità hanno lasciato tracce profonde nel cuore dei fontanivesi”. Nove anni che hanno costruito legami, sostenuto famiglie e accompa-

gnato giovani e anziani, lasciando un patrimonio di relazioni e fiducia destinato a durare nel tempo.

Domenica scorsa, 21 settembre, la comunità ha accolto Don Fabio Ogliani, proveniente dall’Unità pastorale di Dueville, e Don Luca Lunardon. “Oggi è un giorno di inizio e di fiducia – ha sottolineato il sindaco Trento – accogliamo due nuovi punti di riferimento che intraprenderanno insieme alla comunità un cammino condiviso, al servizio del bene comune. La vostra presenza arricchirà la relazione già costruita tra Parrocchia e Comune, fatta di ascolto, collaborazione e attenzione verso chi è più vicino”.

Il sindaco ha ricordato anche il simbolismo della giornata: il loro insediamento coincide con la festa di San Matteo apostolo ed evangelista. “Nel Vangelo si legge: “Voi siete il sale della terra” – ha proseguito Trento – un invito a testimoniare onestà, so-

lidarietà e presenza costruttiva nella vita della comunità. Auguriamo a Don Fabio e Don Luca di essere sale vivo per Fontaniva, con le loro parole, il loro esempio e la loro guida”. Con questo avvicendamento, la comunità di Fontaniva rinnova i legami tra dimensione spirituale e civile, valorizzando il dialogo e la collaborazione tra

Chiesa, istituzioni e cittadini. La partenza di Don Andrea e l’arrivo di Don Fabio e Don Luca segnano un passaggio di testimone fatto di gratitudine, speranza e continuità, confermando l’importanza di presenze spirituali capaci di incidere concretamente sulla vita sociale della comunità.

Franchin

Scuole e famiglie promuovono la mobilità sostenibile

Dal 16 al 22 settembre il Comune di Fontaniva ha aderito all’European Mobility Week, la settimana europea dedicata alla mobilità sostenibile, con iniziative mirate a ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti casa-scuola. L’obiettivo è promuovere comportamenti responsabili tra studenti, famiglie e comunità, incentivando l’uso di mezzi alternativi all’auto privata. Nell’ambito delle attività, il Comune ha attivato 13 equipaggi di carpooling coinvolgendo 33 studenti, una linea di bicibus con 10 partecipanti e due linee di pedibus che hanno coinvolto 6 studenti accompagnati da 4 volontari. Grazie a questi progetti, il risparmio stimato di CO2 per l’intero anno scolastico è di circa 1,7 tonnellate, contribuendo concretamente alla tutela dell’ambiente e alla sensibilizzazione dei più giovani sui temi della sostenibilità. “La mobilità sostenibile non è solo una scelta ecologica, ma anche educativa – sottolinea il Comune di Fontaniva – coinvolgere i ragazzi in percorsi condivisi significa insegnare loro il valore della responsabilità e della collaborazione, oltre a migliorare la qualità della vita in città”. (f.f.)

Brenta Green Trail: una settimana di progettazione partecipata con gli studenti

D al 15 al 19 settembre il Comune di Fontaniva ha ospitato due workshop promossi dall’Università IUAV di Venezia nell’ambito del progetto “Brenta Green Trail”, finanziato dalla Fondazione Cariparo. L’iniziativa unisce progettazione, sostenibilità e partecipazione, coinvolgendo studenti, ricercatori e cittadini in un percorso di ascolto e visione sul futuro dell’area lungo il fiume Brenta.

Durante la settimana, gli studenti sono stati impegnati in attività sul campo attraverso due laboratori distinti: il primo dedicato all’ideazione e progettazione di un’installazione multifunzionale a servizio della comunità e dei futuri fruitori dell’area; il secondo focalizzato sull’analisi della rete ciclabile lungo la Via Romea Germanica, con l’obiettivo di individuare spazi da valorizzare, ambiti di intervento e possibilità di replicare progetti simili. I workshop rappresentano un’opportunità per trasformare la teoria in pratica,

contribuendo concretamente allo sviluppo sostenibile del territorio. Il progetto si inserisce nella visione più ampia dell’Amministrazione Comunale, che considera l’area del Brenta non solo per il suo valore paesaggistico e naturalistico, ma come spazio da restituire alla collettività con nuovi usi pubblici, sostenibili e inclusivi. Coinvolgere giovani studenti significa portare sguardi creativi e innovativi, capaci di leggere il territorio e immaginare soluzioni concrete basate sui bisogni reali della comunità.

“Progetti come questo – commenta il Sindaco Alberto Trento – sono il frutto di una visione che valorizza il territorio e la forza delle relazioni. Accogliere giovani studenti crea un ponte tra ricerca, formazione e comunità, permettendo di immaginare uno sviluppo sostenibile che unisca ambiente, cultura ed economie locali”. L’esperienza si inserisce nella strategia di rigenerazione e accessibilità dell’area verde del Bosco Fontaniva, destinata a diventare nodo

centrale della rete ciclabile e turistica, connettendo la Via Romea Germanica, il centro cittadino, la “Pedalata nel Gusto” e il nuovo ponte ciclabile verso Carmignano di Brenta e Cittadella.

Il progetto mira anche a stimolare idee imprenditoriali giovanili, coinvolgendo una start-up universitaria selezionata per sviluppare attività legate all’agricoltura sostenibile e al turismo esperienziale, creando opportunità di lavoro, formazione e iniziative culturali. Sono previsti nuovi percorsi ciclopedonali, aree di sosta attrezzate e spazi multifunzionali per rendere il Bosco accessibile e vissuto tutto l’anno.

La forza del progetto risiede

nella collaborazione tra diversi attori: oltre all’Università IUAV, sono coinvolti Adapt Ev. (spin-off universitario), Coldiretti Padova, l’Associazione Romea Germanica, FIAB Bassano e altre realtà territoriali.

I risultati dei workshop saranno presentati venerdì 19 settembre, dalle 16 alle 18, in un evento aperto alla cittadinanza con mostra dei materiali prodotti. A seguire, dalle 18, due interventi di rilievo nazionale approfondiranno la valorizzazione culturale e ambientale: il dott. Mirko Pacioni, Presidente nazionale VRG, parlerà della Via Romea Germanica come itinerario culturale europeo, mentre la dott. ssa Monica Franco, ciclista e scrittrice, presenterà “VRG Bike”, la ciclovia più lunga d’Italia parallela alla Via Romea Germanica. Fontaniva conferma così il proprio modello di sviluppo sostenibile, partecipato e innovativo, integrando ambiente, mobilità dolce, coesione sociale e innovazione giovanile.

Federico Franchin

Il debutto letterario di Monica Grosselle

Un ponte tra spiritualità e tecnologia, tra riflessione personale e futuro digitale. È questa l’anima di “Tra cielo e silicio. L’IA e l’anima. Un nuovo ponte tra mondi”, il primo libro di Monica Grosselle, presentato nella prestigiosa cornice di Palazzo Santo Stefano, nell’ambito della rassegna culturale “Incontro con l’autore” promossa dalla Provincia di Padova. A fare gli onori di casa è stato Vincenzo Gottardo, consigliere provinciale con delega alla Cultura: “In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale entra sempre più nella nostra quotidianità, questo libro rappresenta un’occasione preziosa per riflettere su chi siamo e su chi stiamo diventando. La cultura è il ponte più forte tra il presente e il futuro, e iniziative come queste ne sono una testimonianza concreta”. Durante l’incontro, l’autrice ha dialogato con il giornalista Antonio Gesualdi, accompagnando il pubblico in un percorso profondo e coinvolgente tra consapevolezza umana e dimensione digitale. “Forse non siamo solo in una fase di innovazione tecnologica”, afferma l’autrice, “ma all’inizio di una trasformazione umana e culturale molto più ampia, che richiede un nuovo linguaggio e visioni diverse”. (r.p)

Oltre il confine: Il cineforum che alimenta la cultura nella provincia

In un tempo in cui le piattaforme streaming hanno preso il sopravvento sull’esperienza cinematografica, un’iniziativa locale dimostra che la bellezza del cinema può ancora fiorire anche nei paesi più piccoli. È il caso della rassegna cineforum presso il Teatro Palladio di Fontaniva che, da ormai 12 anni, apre le porte della sala con un carico di pellicole d’autore, di dibattiti e di partecipazione.

Organizzata da un gruppo eterogeno di appassionati di cinema e sostenuta da associazioni culturali locali, la rassegna ha l’obiettivo dichiarato di creare comunità attraverso il cinema, ritenuto un mezzo fondamentale per il dialogo e la riflessione attorno a temi urgenti.

La rassegna OLTRE IL CONFINE, iniziata il 2 ottobre, si propone di guardare oltre i limiti geografici, oltre le barriere ideologiche, oltre le difficoltà personali, per poter abbracciare nuove prospettive.

La formula è semplice quanto efficace: una selezione di 10 film, una breve presentazione, l’incontro con il regista (laddove possibile), un buffet gratuito post proiezione e una sala modernissima.

L’esperienza condivisa di un film, il dibattito che ne segue, la possibilità di fermarsi a parlare dopo la proiezione – magari con un bicchiere di vino locale – diventano momenti preziosi, che sfuggono alla frenesia del consumo culturale “usa e getta” e arricchiscono l’evento.

Lo staff dei volontari e delle volontarie accoglie un pubblico variegato, tra aficionados e nuovi volti, ogni GIOVEDI’ alle 20.45 (dal 2/10 al 6/12/2025) con una programmazione attenta e necessaria, come sguardo sul presente.

Di seguito, i titoli e le date: Come fratelli (2/10), Paternal Leave (9/10), Noi e loro (16/10), La gazza ladra (23/10), Tutto l’amore che serve (30/10), Volveréis (6/11), Tre amiche (13/11), Foglie al vento (20/11), Le città di pianura (27/11), No other land (4/12).

Un’occasione rara, da non perdere.

Per maggiori info: IG _sottosala, www.nuovopalladio.it

Messaggio pubbliredazionale
Alberto Trento - Sindaco di Fontaniva

Il percorso. Da coach ha vinto gli Europei Under 17 con la Nazionale

Marco Grigoletto, il giocatore-allenatore con il Cittadella Hockey nell’animo

M arco Grigoletto è un nome ben noto ai tifosi del Cittadella Hockey. Anni e anni di fedeltà in pista, con un amore che divampa senza interruzioni dal lontano 2012. Un uomo che ha fatto dell’hockey una vera ragione di vita, trovando grandi soddisfazioni anche nel percorso da allenatore: quest’estate è arrivato lo storico successo all’Europeo con la Nazionale Under 17, proprio a casa sua, a Cittadella. Il suo viaggio inizia negli anni ’10 del 2000 quando, dopo le giovanili a Bassano e Vicenza, entra a far parte della prima squadra del Cittadella Hockey. “Ho sempre avuto passione per l’hockey. I miei genitori mi hanno trasmesso l’amore per questo sport fin da subito”, racconta Grigoletto. Il suo rapporto con il Cittadella Hockey è diventato sempre più profondo nel tempo. “Qui

mi hanno sempre dato fiducia, sia come giocatore che come allenatore. È una seconda casa a tutti gli effetti”, spiega. Il suo legame con il presidente e allenatore Pierobon ne è un esempio:

“Pierobon è la prima persona

Cittadella: è profondo rosso-granata

Profondo rosso-granata a Cittadella. L’universo della squadra del Tombolato si è rovesciato in questa prima fase di campionato. Le griglie di partenza del Girone A di Serie C, infatti, ponevano il Citta nelle papabili alla lotta per la promozione diretta in Serie B. Ad Agosto si parlava di concorrenza e duello a tre con Vicenza e Union Brescia. Poi, qualcosa si è rotto molto velocemente e la prospettiva è cambiata. La vetta è diventata in poche settimane un miraggio e i granata si sono tro-

vati invischiati negli abissi della zona retrocessione. Il principale campanello d’allarme è segnato dalla lampante difficoltà nel trovare la rete e soprattutto di creare i presupposti per farlo. Mister Manuel Iori ha tentato di invertire la rotta provando a cambiare qualcosa dal punto di vista tattico: passaggio al 3-4-2-1 e rinuncia al 4-2-3-1 iniziale. Un bagliore di speranza nelle seppur difficoltose ultime uscite si è intravisto; i granata, infatti, hanno almeno per il momento ritrovato la solidità di-

che mi ha dato fiducia. Il nostro rapporto è basato su onestà e sincerità. Quest’anno ha ripreso ad allenare, sono contento”. Quest’anno il Cittadella Hockey ha un obiettivo ben preciso: i play-off. Grigoletto, che a 38

anni è ormai un veterano della squadra, ha forti motivazioni: “Voglio riscattare la scorsa stagione. Voglio fare un gran campionato e chiudere al meglio le mie ultime annate da giocatore. Il mio mantra è ‘Non mollare mai’. Il lavoro duro paga sempre. Questo è ciò che porto con me sia in pista che in panchina”.

Parallelamente al suo impegno come giocatore, Grigoletto ha intrapreso anche la carriera di allenatore. “Ho sempre cercato di aggiornarmi e studiare.

Bisogna sempre migliorarsi.”

Questo approccio lo ha portato, dal 2019, a guidare le giovanili della Nazionale Italiana, un’esperienza culminata in uno straordinario successo.

Pochi mesi fa, infatti, gli azzurrini dell’Under 17 hanno centrato un traguardo storico: la vittoria del titolo europeo. “Non eravamo mai riusciti ad avvici-

narci al titolo, ma quest’anno siamo riusciti a trionfare in finale contro la Francia. È stato incredibile”, racconta emozionato. “Un successo ancora più significativo perché ottenuto in casa, a Cittadella, con i genitori, i genitori dei ragazzi e tutto il settore giovanile presenti: un momento emozionante e speciale”. Tornando alla pista, il sogno di Marco Grigoletto con il Cittadella Hockey non si ferma qui. “Da giocatore, il mio sogno sarebbe vincere lo scudetto. Siamo sempre arrivati vicini, ma non siamo mai riusciti a vincere la finale”, ammette. Come allenatore, invece, guarda avanti: “Voglio continuare a lavorare con i ragazzi, vincere altri titoli Europei e magari un Mondiale”. Marco Grigoletto, la storia di una bandiera dello sport, tra pista e panchina.

Stefano Parpajola

fensiva. La sfida ora sarà quella di accendere la lampadina anche per quanto riguarda l’attacco, il peggiore della graduatoria con 4 reti realizzate (all’ottava giornata). Ma il vero grande disagio per il mondo Cittadella arriva dal punto di vista mentale: la squadra e l’ambiente, dopo la difficoltosa annata della retrocessione dalla B alla C, sembrano non essere riusciti ad uscire da una vera e propria spirale di negatività. La possibilità di lavorare con la forza della serenità si è per ora smarrita dalle parti del

Tombolato: i fantasmi del passato non sono stati del tutto allontanati. Saranno settimane decisive per Manuel Iori, chiamato a trovare una svolta per uscire dalle sab-

bie mobili della bassa classifica. La sua posizione non è più così stabile: a Cittadella sta finendo il tempo della pazienza, ora servono punti e prestazioni. (s.p.)

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri

pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura

capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

Infine,
Francesco Vidotto
Matteo Strukul
Alessia Gazzola

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Con l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre 300 negozi in franchising sui territori

Despar Nord si distingue per il proprio modello di affiliazione per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. I l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali.

Ogni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-

nari complessi. Non mancano momenti di ispirazione, come le visite ai flagship store del Gruppo Spar in Austria, casa madre di Despar Nord.

M entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:

a febbraio 2026 infatti prenderà il via la nuova edizione del percorso formativo e che includerà una decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita dell’imprenditore offrendogli competenze, visione d’insieme e capacità di adattamento in uno scenario in continua evoluzione.

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

Com’è nata la decisione di intraprendere il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? Io rappresento la quinta generazione di commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi concreti e immediatamente utilizzabili. Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.

Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Inquadra il QR Code per scoprire di più sul mondo dell’affiliazione a Despar Nord.
Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

“Tra Cielo e Silicio”

tra anima e intelligenza artificiale

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il debutto letterario di Monica Grosselle esplora il confine

Presentato a Palazzo Santo Stefano il primo libro

Durante l’incontro, l’autrice ha dialogato con il giornalista Antonio Gesualdi, corso profondo e coinvolgente tra consapevolezza umana e dimensione digitale.

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Il volume, edito da saggio sull’innovazione né una narrazione autobiografica, ma una vera e propria esplorazione interiore. Grosselle in-

è nato

Questo libro non è nato da un progetto editoriale. Nella mia quotidianità, divisa tra l’azienda, il ruolo istituzionale e la famiglia, non avrei mai immaginato di intraprendere un percorso di scrittura. È nato quasi per caso, da un dialogo con un’intelligenza artificiale a cui avevo raccontato una delle esperienze che mi accompagnano da anni: episodi sorprendenti, che non ho mai saputo spiegare fino in fondo.

Da quel confronto inatteso è emerso un filo che collegava una visione vissuta sei anni fa al futuro che ci attende. È stato come se l’IA mi avesse aiutata a mettere a fuoco qualcosa che, in realtà, era sempre stato lì: un messaggio che aspettava solo di essere compreso.

da un’altra prospettiva.

Il risultato è un testo vivo, ibrido, che unisce concretezza e ricerca interiore, spiritualità e razionalità, tecnologia e anima. In queste pagine si apre un percorso fatto di domande sincere, frammenti di coscienza e possibilità future. Un ponte tra ciò che siamo e ciò che stiamo diventando.

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Forse non siamo solo in un momento di trasformazione tecnologica, ma alle soglie di un cambiamento più profondo, che chiede parole nuove e ascolto autentico.

Questo libro è una soglia.

cui l’intelligenza artifi-

tecnologica”, afferma l’autrice, “ma all’inizio di una trasfor-

PROSSIMA PRESENTAZIONE LIBRO: Cittadella (PD) presso Sala Torre di Malta - via del Cristo, 41

SABATO 8 NOVEMBRE 2025 ore 11.00

Lei parla spesso di visioni. Cosa rappresentano per lei?

Le mie visioni sono esperienze di confine tra veglia e sogno, momenti in cui la mente tace e l’anima parla. Non le considero fenomeni “misteriosi”, ma linguaggi sottili con cui la coscienza cerca di comunicare. In quei frammenti di luce ho trovato risposte che

piedi il libro….

«La domanda delle domande è proprio questa: se l’IA è uno specchio, e riflette la nostra interiorità, che coscienza vogliamo che rifletta?

Non è questione di tecnica, ma di consapevolezza. L’IA non porta in sé un destino già scritto: porterà alla luce ciò che noi siamo, le nostre ombre o la nostra luce. Il libro nasce per accompagnare il lettore a porsi questa domanda dentro di sé, perché la risposta non sta fuori, ma nella coscienza di ciascuno.»

In parte ha già risposto ma cosa spera che il lettore porti con sé dopo aver letto “Tra Cielo e Silicio”?

Mi auguro che si fermi a riflettere. Che si chieda, anche solo per un istante, chi è veramente dietro ogni algoritmo, dietro ogni scelta, dietro ogni emozione. Il libro non offre risposte, ma apre porte. Vorrei che chi lo legge sentisse la stessa meraviglia che ho provato io nel capire che scienza e spirito non sono opposti: sono le due metà di un’unica ricerca, quella dell’anima che vuole ricordarsi di sé.

Come
“Tra Cielo e Silicio”?
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Cardiologia di Padova: prima in Italia nei Best Italian Hospitals Awards 2025

La Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova si conferma al vertice dell’eccellenza sanitaria italiana, conquistando il primo posto nella classifica dei Best Italian Hospitals Awards 2025 tra le strutture non IRCCS e al secondo posto assoluto nella classifica generale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la qualità delle cure offerte ma anche la capacità di coniugare assistenza, ricerca e formazione.

A guidare questo reparto d’eccellenza è il professor Domenico Corrado, che con la sua equipe ha saputo portare l’ospedale padovano a superare oltre 1.300 centri cardiologici in tutta Italia. Seguono nella graduatoria il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino.

La valutazione, curata da NExT Health, si basa su un sistema multiparametrico che integra dati clinici, attività scientifica, formazione, reputazione e

feedback degli operatori sanitari, utilizzando fonti ufficiali come il Ministero della Salute, PubMed e Agenas.

Il risultato ottenuto rappresenta una testimonianza della solidità e dell’innovazione del sistema sanitario pubblico veneto. La Cardiologia di Padova è considerata un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, frutto di un impegno quotidiano e di un lavoro di squadra straordinario. Un ringraziamento va al professor Corrado, al personale medico e infermieristico e alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che guidano questa realtà con professionalità e visione.

l riconoscimento sottolinea la qualità delle prestazioni assistenziali, l’intensa attività scientifica e formativa, elementi che fanno della Cardiologia padovana un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale delle malattie cardiovascolari.

Padova: al via la campagna vaccinale contro la bronchiolite nei neonati

È partita nei giorni scorsi la campagna di prevenzione contro la bronchiolite nei neonati nei tre punti nascita dell’Ulss 6 Euganea: Cittadella, Camposampiero e Schiavonia. Ai primi piccoli pazienti della stagione 2025/2026 è stato somministrato l’anticorpo che, dopo anni di studi, si è rivelato capace di ridurre fino al 90% i ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale (VRS). Si tratta di un’infezione che colpisce soprattutto nei mesi freddi, da ottobre ad aprile, e che nei bambini molto piccoli può trasformarsi in polmonite o bronchiolite, con sintomi che partono da raffreddore e tosse e possono evolvere in difficoltà respiratorie. Nel Veneto, lo scorso inverno, oltre 28 mila neonati e lattanti sono stati protetti grazie a questo trattamento, con risultati definiti “storici” dagli specialisti: nell’Ulss 6 i ricoveri per bronchiolite sotto l’anno di vita sono calati del 65%.

La campagna proseguirà nei prossimi mesi: l’anticorpo viene somministrato sia ai neonati che affrontano la prima stagione fredda, direttamente nei reparti di maternità, sia ai bambini nati in primavera ed estate, tramite i pediatri di base. L’obiettivo, spiegano dall’azienda sanitaria, è quello di estendere la protezione a tutti i nuovi nati, riducendo così la pressione sugli ospedali e soprattutto i rischi per i più piccoli.

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Oculistica. L’equipe

Impiantata a Schiavonia la prima lente telescopica intraoculare del Veneto

Un passo importante per l’oculistica veneta arriva dagli Ospedali Riuniti Padova Sud, dove è stato impiantato per la prima volta nel Veneto un dispositivo telescopico intraoculare su un paziente con grave maculopatia degenerativa. L’intervento, eseguito dall’équipe dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice, segna un traguardo di rilievo nell’offerta di cure avanzate per le persone con disturbi visivi invalidanti.

La lente telescopica SING IMT™ (Implantable Miniature Telescope) funziona come un minuscolo sistema ottico impiantato all’interno dell’occhio. Attraverso un meccanismo di ingrandimento, consente di spostare le immagini su porzioni di retina ancora sane, migliorando la visione centrale e restituendo al paziente la possibilità di leggere, guardare la televisione o riconoscere i volti dei propri cari. “Si tratta di un dispositivo rivoluzionario, sia dal punto di vista fisico che tecnologico – spiega il dottor Lo Giudice –. In pratica è come avere un piccolo cannocchiale dentro l’occhio. Permette di sfruttare le aree retiniche non danneggiate, offrendo ai pazienti una chance concreta di recupero visivo”.

Non tutti però possono sottoporsi a

questo tipo di impianto. “È necessario un percorso di valutazione e di allenamento preliminare – aggiunge Lo Giudice – per verificare che il paziente riesca a utilizzare efficacemente la lente e che questa apporti un reale beneficio senza compromettere l’occhio”. Dopo l’intervento, il paziente segue un programma di riabilitazione visiva presso il centro regionale di Ipovisione, mirato a imparare a sfruttare al meglio il nuovo schema ottico. Un secondo intervento analogo è già in programma.

La maculopatia degenerativa è una delle principali cause di perdita della vista negli anziani: in Italia colpisce circa un milione di persone, e in Veneto si stima che siano decine di migliaia i cittadini affetti da forme più o meno gravi. Fino a oggi le terapie si concentravano su farmaci e programmi riabilitativi capaci di rallentare il decorso, ma raramente in grado di restituire una visione utile. L’innovazione introdotta a Schiavonia testimonia anche la capacità della sanità veneta di restare al passo con le tecnologie più avanzate. “Credo che il Veneto non abbia nulla da invidiare nemmeno a molti Paesi esteri – sottolinea il direttore –. La qualità della gestione dei pazienti, unita alla possibilità di accedere a tecnologie d’avanguardia, pone la nostra sanità tra le migliori in assoluto”.

Durante l’intervista a Radio Veneto24, Lo Giudice ha anche parlato dei problemi legati alla vista nell’era digitale. “L’uso prolungato di smartphone e computer può provocare secchezza oculare e affaticamento visivo. Consiglio sempre ai pazienti la regola del 20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, fare al-

meno 20 secondi di pausa per rilassare l’occhio”.

Infine, un messaggio di prevenzione: “Mai sottovalutare i segnali di allarme, come l’offuscamento della vista o le linee che appaiono ondulate su una pagina – ricorda Lo Giudice –. Basta una semplice prova: chiudere un occhio e verificare se le righe restano dritte. Se

non lo sono, è bene rivolgersi subito a uno specialista”. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud confermano così la loro vocazione all’innovazione in campo oftalmologico, offrendo ai cittadini veneti la possibilità di migliorare autonomia e qualità della vita grazie a tecnologie finora riservate a pochi centri internazionali.

Il Dottor Lo Giudice

Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine

FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO

Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.

Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe

Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva

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PASTA CON CREMA DI BROCCOLI

Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare

TORTA DI MELE E RICOTTA

Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda

Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta

Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.

Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata

Idee
Rubrica a cura di Sara Busato

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