laPiazza del Miranese Sud - Dicembre 2025

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I cinque ospedali

dell’Ulss 3 Serenissima ricevono il premio dei 3 Bollini Rosa

Le sfide di Stefani

Nel momento in cui stiamo scrivendo si stanno completando tutte le verifiche degli eletti e poi potrà, finalmente, partire il nuovo consiglio regionale del Veneto. E dovrà essere una partenza decisamente a tutta velocità perché c’è un bilancio da approvare senza il quale l’azione amministrativa, di fatto, sarebbe fortemente rallentata se non, addirittura, in stallo.

Le sfide che attendono il neo presidente Alberto Stefani sono molte e gravose. Il Veneto che è chiamato a governare sta manifestando delle fragilità che, almeno in parte, sono inedite. Il sistema produttivo, infatti, mai come in questa fase vive inquietudini importanti. Gli indicatori, ormai da un po’ di tempo, dicono che la “locomotiva d’Italia” potrebbe fermarsi da un momento all’altro. Altro fronte particolarmente caldo è quello sanitario. In Veneto la sanità, per la qualità delle prestazioni erogate, continua a essere un’eccellenza, ma la ripresa post covid sembra essere più faticosa del previsto, tra liste d’attesa che scorrono sempre troppo lentamente e un numero crescente di cittadini che rinuncia alle cure perché non può permettersi di rivolgersi alle strutture private.

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del Miranese Sud

Giovanni Manildo:

“Presenza rafforzata”; due seggi per Szumski: “La nostra impresa”

Assemblea Confindustria: chiesta l’attenzione del Governo ma mancano autocritica e contenuti

NATALE 2025 DA VIVERE

Spinea “Natale 2025”, un mese di eventi, tradizioni, musica e magia. A Mirano, un programma diffuso che abbraccia tutto il territorio.

La riflessione sul Natale di monsignor Dino

Libri e fumetti “made in Veneto” la nostra top 10 delle uscite 2025

MUSON VECCHIO, IL MAXI-PIANO DA 25 MILIONI CHE CAMBIA LA SICUREZZA

Oltre 47 ettari destinati a casse di espansione e 660 mila metri cubi di capacità d’invaso per ridurre il rischio e garantire riserve idriche nei periodi di siccità

REGIONE: SI APRE L’ERA DI ALBERTO STEFANI DOPO IL SUCCESSO AL LAVORO SULLA GIUNTA

I primi impegni e le promesse da mantenere: “Gli assessori dovranno occuparsi delle loro materie, non delle beghe politiche”

Il Veneto che verrà

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

L a vittoria di Alberto Stefani segna nella nostra regione un punto di svolta soprattutto generazionale. A 33 anni, il neo-presidente entra nella storia del Veneto e dell’Italia come il più giovane governatore in carica, raccogliendo l’eredità di Luca Zaia dopo una campagna che ha delineato continuità ma anche la ricerca di nuovi stili e linguaggi, di un nuovo modo di porsi sulla scena politica, almeno in questa fase.

Servizi alle pagg. 8 e 9
Servizio a pag. 15
Servizio

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A Spinea ritorna il controllo di vicinato

Molta gente alla presentazione alla cittadinanza in comune del progetto di Controllo del Vicinato, iniziativa che si inserisce nel quadro delle azioni di prevenzione e sicurezza sul territorio. Il Sindaco Franco Bevilacqua ha sottolineato: “Lo scopo dell’incontro è illustrare il progetto alla luce del protocollo esistente della Prefettura, che fornisce indicazioni precise in materia. Perché questa attività possa realizzarsi è fondamentale la partecipazione attiva dei cittadini”, mentre il Comandante della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni del Miranese, Stefano Sorato, ha evidenziato che: “I furti sono diminuiti rispetto agli anni precedenti, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia. Ogni giorno svolgiamo controlli dalle 17 alle 19 su tutto il territorio con 4-5 pattuglie. Al momento non abbiamo ricevuto segnalazioni particolari, ma chiediamo ai volontari del Controllo del Vicinato di indicarci le zone più a rischio, così da poter intensificare i controlli”. Il responsabile provinciale dell’Associazione Controllo del Vicinato, Walter Codognotto, ha poi spiegato il funzionamento dell’Associazione: “Il Controllo del Vicinato si fonda su tre parole: osservare, ascoltare e chiamare. Non è un presidio mobile del territorio, non comporta rischi né addestramento, e non significa controllare il vicino. I tre pilastri sono coesione sociale, eliminazione delle vulnerabilità ambientali e comportamentali, e segnalazioni qualificate alle forze dell’ordine”. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto e di sensibilizzazione, volto a rafforzare la collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini, nella convinzione che la sicurezza sia un bene comune da tutelare insieme.

Il Veneto che verrà

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Ora la prova è nella partita per la composizione della giunta e nelle promesse programmatiche, a partire dai piani “giovani, sociale, lavoro, ambiente” più volte richiamati, che già tracciano priorità differenti rispetto al passato. Il voto, netto e ampio nei numeri, con percentuali che certificano una larga affermazione del centrodestra, sebbene il centrosinistra abbia recuperato terreno, ha un doppio significato: legittima il nuovo corso ma mette anche in luce tensioni interne alla coalizione e il rischio di una leadership troppo dipendente da equilibri nazionali. Il giovane presidente del Veneto dovrà governare tenendo insieme ambizioni locali e logiche di partito, senza perdere la capacità di ascoltare un territorio variegato e a tratti scettico. Tocca all’opposizione farsi pungolo e stimolo affinché le criticità della nostra regione non passino sotto silenzio. La forte astensione, la più alta in assoluto, è un monito da non dimenticare o sottovalutare. Fuori dai palazzi, il cambiamento generazionale è già visibile: nelle imprese alla ricerca soprattutto di personale qualificato che verrà a mancare nei prossimi anni, nelle scuole che chiedono di modernizzare programmi e legami con il mondo del lavoro, nelle amministrazioni comunali alle prese con le difficoltà di far quadrare i conti e nuove forme di partecipazione. Ma il ricambio porta con sé criticità non banali: la necessità di costruire esperienza, il rischio di sottovalutare complessità amministrative, la tentazione di soluzioni “facili” per problemi strutturali come infrastrutture, sanità e scuola. Il Veneto che verrà non sarà automaticamente migliore solo perché guidato da una generazione nuova: servono visione a medio termine, competenze e capacità di mediazione. Occorrerà investire in formazione professionale, sostenere le PMI nella transizione tecnologica, rafforzare i servizi sociali e creare percorsi di alternanza scuola-lavoro che non siano slogan ma progetti misurabili, guardare all’ambiente con maggiore consapevolezza.

Se Stefani e la sua squadra sapranno trasformare l’urgenza del rinnovamento in progetti concreti, il Veneto potrà trarne beneficio. Altrimenti rischieremo il solito corto circuito: giovani alla guida, vecchi problemi. E il vero cambiamento resterebbe solo una promessa elettorale.

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Istruzione. Presentata all’Expo il nuovo corso in Scienze Umane

Il Liceo Majorana si mette in mostra tra nuove offerte formative

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irano ha vissuto, nelle scorse settimane, una doppia occasione per entrare ancora più a fondo nel mondo di uno dei suoi principali poli scolastici del territorio, il Liceo Majorana-Corner. Da un lato l’orientamento per chi sta scegliendo il proprio futuro, dall’altro un esercizio pubblico di pensiero critico che parla alla città intera. Due momenti diversi, un unico filo rosso: mostrare una scuola capace di innovare senza rinunciare alla sostanza, e di coinvolgere le famiglie come la comunità. Dalle 18.00, negli spazi dell’istituto, è andata in scena l’expo dedicata agli studenti delle scuole medie e ai loro genitori.

Un appuntamento pensato per accompagnare le scelte in una fase delicata, quando le domande sono molte e il bisogno di chiarezza è grande. Laboratori, incontri, informazioni: l’occasione per toccare con mano l’offerta formativa e ca-

pire come il liceo accompagni i ragazzi lungo un percorso coerente, rigoroso e allo stesso tempo aperto al mondo. Il Majorana-Corner conferma i suoi indirizzi storici — scientifico tradizionale, scientifico delle scienze applicate, linguistico e classico — e introduce una novità che allarga l’orizzonte: l’indirizzo di Scienze Umane.

Un corso di studi che intreccia psicologia, pedagogia, sociologia e filosofia per formare studentesse e studenti capaci di leggere la complessità sociale, decifrare i comportamenti, comprendere i contesti. Una proposta che risponde a una domanda crescente di competenze relazionali e di comprensione dei fenomeni umani, oggi centrali tanto nella scuola quanto nel lavoro. Saper ascoltare, argomentare, mediare: abilità che diventano valore aggiunto in ogni ambito e che questo indirizzo promette di coltivare con metodo

e continuità. La giornata si è poi allargata alla città.

Al Teatro di Villa Belvedere, infatti, ha debuttato in pubblico la “Disputa filosofica”, una sfida dialettica tra due squadre di studenti chiamate a confrontarsi sul tema “La guerra è giustificabile?”. Domanda scomoda, scelta non a caso: un terreno che costringe a pesare le parole, distinguere i piani, tenere insieme principi e realtà. L’iniziativa, nata anni fa in collaborazione con l’Università di Padova e finora ospitata tra le mura dell’istituto, ha compiuto così un passo ulteriore: portare all’esterno un metodo di lavoro basato su argomentazioni, repliche e rispetto dell’avversario. Non una gara di slogan, ma un laboratorio pubblico di ragionamento. Sul palcoscenico, la lezione antica della retorica diventa pratica contemporanea: tesi, confutazioni, domande puntuali, ascolto reciproco. È in questo esercizio che

si forma il pensiero critico, antidoto alle semplificazioni e garanzia di un confronto civile, tanto più necessario quando l’attualità brucia. Tra esposizione dell’offerta formativa e disputa aperta alla cittadinanza, il Majorana-Corner ha mostrato un’idea di scuola che

apre le porte e allena la mente. Un invito alla comunità a partecipare, informarsi, discutere. Perché scegliere un indirizzo di studio è decidere un cammino, e imparare a confrontarsi è costruire insieme il terreno su cui percorrerlo.

Chiuso per due mesi per manutenzione il ponte ciclopedonale sul Muson Vecchio

Il Muson Vecchio attraversa Mirano come una linea d’acqua paziente, sinuosa, che da secoli accompagna la vita agricola e urbana del territorio. Le sue sponde, oggi percorse da piste ciclabili molto frequentate, rappresentano una delle arterie verdi più amate dai cittadini: un corridoio naturale dove sportivi, famiglie e pendolari si muovono tra campi e centri abitati seguendo il ritmo lento del fiume. Proprio lungo questo tracciato si trova il ponte ciclopedonale in legno che collega via Refosso Vallone e via Scortegaretta, un’opera divenuta nel tempo parte integrante della quotidianità miranese. Dopo anni di utilizzo e l’usura inevitabile degli agenti atmosferici, la struttura necessita ora di una manu-

tenzione straordinaria, avviata dall’amministrazione comunale per restituirle piena efficienza e sicurezza. Gli interventi, della durata prevista di circa sessanta giorni, riguarderanno il ripristino degli elementi lignei deteriorati, la sistemazione delle parti metalliche, la verifica delle fondazioni e una generale opera di rinnovo estetico. L’obiettivo è restituire un ponte più solido, più sicuro e soprattutto più durevole, in grado di sostenere il crescente flusso di pedoni e ciclisti che quotidianamente attraversano il Muson Vecchio. Per consentire l’esecuzione dei lavori, il ponte sarà chiuso al transito a partire dal 6 novembre e fino al completamento delle operazioni. La chiusura comporterà

qualche inevitabile disagio, soprattutto per chi utilizza il percorso come collegamento veloce tra il centro e le frazioni, ma rappresenta un passaggio necessario per migliorare un’infrastruttura che negli ultimi anni si è rivelata fondamentale per la mobilità dolce e la fruizione del paesaggio fluviale. Il Muson Vecchio, con la sua storia e il suo fascino discreto, resterà così accessibile attraverso un ponte rinnovato, capace di valorizzare

Riccardo Musacco
ancora di più uno dei percorsi naturalistici più suggestivi di Mirano. (r.m.)

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“Natale è Mirano”, un programma diffuso che abbraccia tutto il territorio

M irano accende la magia del Natale con un programma ricco e diffuso, capace di trasformare la città e le sue frazioni in un grande palcoscenico di festa, incontro e tradizione. Fino all’Epifania, il centro storico, viale delle Rimembranze, piazza Errera, piazze e luoghi delle frazioni si animeranno di eventi, laboratori, musica, spettacoli, mercatini, iniziative di solidarietà e momenti dedicati alle famiglie. Il programma è stato presentato dal sindaco Tiziano Baggio, dal vicesindaco Maria Giovanna Boldrin, dall’assessora alle politiche per la cultura Maria Francesca Di Raimondo, e quello per le famiglie Federico Caldura con i rappresentanti delle frazioni e delle associazioni tra cui Pro Loco Mirano, Confcommercio del Miranese, Motobabbo, Forum del volontariato,Comitato “Aldo Moro”, Oxford School Mirano. La “Carovana di Natale” ha attraver-

sato a fine novembre le frazioni di Vetrego, Ballò, Scaltenigo, Campocroce e Zianigo portando un messaggio di gioia e partecipazione. Le domeniche di dicembre saranno il filo conduttore di “Natale è… Mirano”: ogni settimana la piazza ospiterà dalle 9 mercatini diversi con la presenza di associazioni del territorio, laboratori creativi, spettacoli itineranti, concerti, attività per bambini e momenti di solidarietà. Le domeniche miranesi si trasformeranno in occasioni speciali, attese da famiglie, giovani e adulti, per vivere la magia del Natale. Non mancheranno gli appuntamenti come: il Motobabbo con la consegna dei doni ai bambini di Casa Nazareth, le attività della Casetta di Babbo Natale anche al sabato con le iniziative proposte dall’Oxford School (dalle 16,30 il 13 e il 20 dicembre), il coinvolgimento degli Osti di Mirano con l’iniziativa del 7 dicembre dell’associazione

“Osti in Giro” per raccolta fondi, fino al grande arrivo il 21 dicembre, nel pomeriggio dalle 15 di Babbo Natale e Mamma Natale accompagnati dalla Funkasin Street Band. A chiudere l’anno sarà il concerto del 31 dicembre organizzato in piazza, a seguire, la giornata dell’Epifania con la Befana e le sue aiutanti. Accanto al programma di piazza, il Natale di Mirano si arricchisce della rassegna “Natale è… Cultura” che porta appuntamenti di grande qualità artistica. Il Coro Croda Rossa, la Filarmonica di Mirano, il prestigioso Russian Classic Ballet con il “Lago dei Cigni”, il tradizionale Concerto di Capodanno del 1° gennaio (dalle 17 del primo gennaio al Teatro di Villa Belvedere) e il Concerto di Natale dell’istituto musicale “Gabrieli” daranno vita a un percorso culturale che impreziosisce il clima delle feste e offre ai cittadini occasioni di grande valore. Il programma degli eventi

Il sindaco Tiziano Baggio:”Sarà occasione per rafforzare la comunità”

“Natale è Mirano” non è soltanto un calendario di eventi: è un momento in cui la nostra comunità si riconosce, si ritrova, si racconta e si offre ai visitatori che accoglieremo con calore”. A dirlo è il sindaco Tiziano Baggio. “Ogni anno - dice Baggio - il Natale diventa un tessuto di luci, suoni, tradizioni e incontri che valorizza la nostra identità e il nostro territorio. “Natale è Mirano” crea occasioni di socialità, sostiene il commercio locale e rende il nostro territorio attrattivo per chi viene da

fuori e riscaldante per chi lo vive ogni giorno. È un progetto che nasce dalla collaborazione tra Comune, associazioni, operatori economici e cittadini. A tutti va il mio ringraziamento, perché insieme rendiamo Mirano un luogo dove la cultura, la bellezza e la partecipazione non sono parole astratte, ma esperienze concrete”. “Il Natale - dichiara il vicesindaco Maria Giovanna Boldrin - il è il momento dell’anno in cui Mirano diventa davvero una comunità: le famiglie, le associazioni, le frazioni, i volontari.

con tutti gli orari nel dettaglio è nel sito del Comune. Gli allestimenti contribuiranno a trasformare Mirano in un vero villaggio natalizio: la pista di ghiaccio e il villaggio in viale delle Rimembranze, il grande albero, la Casetta di Babbo Natale e il “Palco delle Stelle” nell’ovale della piazza, il giardino di Natale con una giostra dello spettacolo viaggiante in Piazza Errera. Alessandro Abbadir

Tutti partecipano, tutti contribuiscono, tutti portano qualcosa di proprio. Abbiamo voluto un programma che parlasse a tutti, che riempisse la città di occasioni di incontro e di sorrisi”. ”Ogni anno - dichiara invece l’assessora alle politiche culturali Maria Francesca Di Raimondo - il Natale a Mirano esprime un altissimo valore di comunità. Un valore che si estrinseca nella possibilità di stare insieme, condividendo emozioni e bellezza, abbattendo barriere e differenze”. (a.a.)

Natale da vivere/2. Il Comune con il sindaco Franco Bevilacqua presenta il programma

Spinea Natale 2025, un mese di eventi, tradizioni, musica e magia

E’ ricco il calendario degli eventi dedicati al Natale 2025 a Spinea che è stato realizzato in collaborazione con associazioni, parrocchie, biblioteche, scuole, commercianti e realtà del territorio. Un programma diffuso che fino all’11 gennaio 2026, animerà piazze, quartieri. Fino al 10 gennaio sarà aperta poi la pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza Fermi. In passato la pista era stata allestita prima nel parcheggio della stazione e poi alla tensostruttura della parrocchia di Santa Bertilla, ma la nuova collocazione è voluta dal Comune per proporre piazza Fermi come luogo centrale per gli eventi di queste festività. “Il Natale è da sempre un momento di comunità, incontro e condivisione - commenta il sindaco Franco Bevilacqua. Anche quest’anno Spinea si presenta con un programma ricco, diffuso e partecipato, che valorizza il lavoro delle associazioni, delle parrocchie, delle scuole, dei commercianti. Invito le famiglie, i bambini, i giovani e gli anziani a vivere insieme le nostre piazze e i nostri quartieri, perché il vero senso delle festività è lo stare insieme”. Ma ecco il programma. A Crea fino all’8 dicembre ci sarà la festa di

quartiere “El Sagron”. L’8 dicembre l’accensione dell’albero di Natale in piazza Fermi. Il 12 dicembre “Accendiamo l’albero di Natale” alle 16.30 al Graspo d’Uva, con gli allievi della scuola Mantegna. Il 13 in Piazza Cortina alle 15,30 “Natale che magia” uno spettacolo di mago-clown. Non mancheranno vin brulè e assaggi gastronomici dei commercianti. Alle 20,45 concerto Gospel nella chiesa di Santa Bertilla. Domenica 14 dicembre dalle 15 mercatini di Natale in Piazza Fermi che si ripeteranno dal 19 al 24 dicembre. Dalle 15 stand gastronomici, musica e esibizioni acustiche live. Il 21 dalle 16 “Ciara Stea” nella chiesa di Crea. In piazza Fermi stesso giorno, alle 12,30: 100 metri di spritz offerti dai locali, Pro Loco e associazioni di quartiere e alle 15 spettacoli per bambini. Ci sarà poi mercoledì 31 dicembre “Capodanno sul Ghiaccio”, una serata speciale per salutare il nuovo anno. Il 5 gennaio “La Befana arriva a Crea” alle 20,30. Il 6 a Fornase animazioni con “Aspettando la Befana”. Ci saranno durante il periodo iniziative didattiche e per famiglie: l’ addobbo dell’Albero della Pace il 10 dicembre con la partecipazione di 43 classi del territorio. E poi :”Un

Natale Stellare in Biblioteca”, laboratori scientifici per bambini fra il 2 e il 16 dicembre. Il 13 dicembre alle 17 all’Oratorio Santa Maria Assunta, “Poesie Notturne, concerto Poetico”, con Cristina Bellemo (voce) e Anna Campagnaro (violino). E poi altri spettacoli per bimbi e iniziative culturali. Il 18 Aperitivo di Natale ore 17.30 alla scuola Dieffe di Spinea. Il 21 alle 15 con partenza dalla Chiesa di Crea, la “Cantata della Chiara Stella”. Il 29 “Dov’è finito Babbo Natale?”, spettacolo per pupazzi della Compagnia Officine Duende alle 16. Non mancherà “I Presepi nella terra dei Tiepolo – Natale 2025”, una mostra diffusa organizzata da Amici dei Presepi Spinea, Vita in Piazza Caselle e Città di Venezia. I presepi saranno esposti nella chiesa di Santa Bertilla, nella Biblioteca-Oratorio Villa Simion, all’entrata del Municipio e sul sagrato di San Leonardo. Alessandro Abbadir

La riflessione sul Natale di monsignor Dino Pistolato

Natale, quale il senso della festa? Quale lo spirito giusto con cui affrontare questo periodo? Sulla questione interviene monsignor Dino Pistolato parroco di Gambarare ed ex direttore della Caritas di Venezia. “Un elemento che colpisce sempre di più - dice monsignor Pistolato - è la presenza delle diverse luminarie, addobbi e prodotti del natale consumistico che arrivano sempre più anticipatamente, così che il mercato fa la parte da leone in una “vicenda” che proprio non ha nulla a che vedere con il consumismo, anzi”. “Cosa può voler dire Natale oggi? Accanto al concetto del Figlio di Dio che si fa uomo tra gli uominisottolinea - è riconoscere il valore fondamentale che sta in ogni persona, a partire dai più piccoli, gli esclusi, quelli chiamati ultimi, agli occhi degli uomini, ma che Dio fa suoi mettendosi proprio tra di

loro: nasce in una stalla tra un bue ed un asino e i primi visitatori sono dei pastori che non erano proprio degli stinchi di santi. Se si perde questo fondamento o lo si traduce con un “buonismo isterico”, fatto di acquisti, regali inutili, pranzi spropositati o vacanze ad ogni costo all’estero o in montagna, capite che nessuno ha più in memoria il perché si festeggia il 25 dicembre, anzi, proprio non interessa e caso

mai si riscopre il solstizio d’inverno, il babbo natale con le renne, ed altre simili tradizioni “pagane”. Eppure san Francesco, ricorda monsignor Pistolato “quando volle riprodurre nel presepio la nascita del Dio Bambino lo rappresentò dentro la vita reale del tempo, senza fronzoli, luci o altro, perché tra gli uomini Dio voleva stare, non in un pacchetto regalo. Dio-connoi, l’Emmanuele, dentro di noi, in cammino con noi, che sorride e che piange; che soffre con noi fino al morire con noi”. “Ritornare al Natale - ricorda don Dino - vuol dire ritornare alla semplicità, alla condivisione, alla solidarietà, alla sussidiarietà. Dobbiamo ritrovare lo stile della prossimità rompendo il muro di solitudine che sta impoverendo il mondo, ci sta isolando l’uno dall’altro, ci sta rendendo sconosciuti anche dentro le nostre case”. (a.a.)

Dal 2 dicembre all’11 gennaio Spinea propone un Natale diffuso: pista sul ghiaccio, mercatini, spettacoli, laboratori, concerti e iniziative nei quartieri. Un programma costruito con associazioni, scuole, parrocchie e realtà locali per valorizzare piazze, comunità e tradizioni

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Monsignor Dino Pistolato

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L’iniziativa. Ospite dello scrittore Paolo Tonello Serena Cappellozza

Torna l’usanza del “Far filò”

Ombre e nebbia hanno davvero avvolto Mirano, e non solo per la stagione. L’Autunno, con il suo giallo di foglie e il rosso del fuoco, hanno fatto da palcoscenico a un’iniziativa culturale che ha unito vino, libri e memoria. Al Glamping Canonici di San Marco, nell’Antico Stalo appena restaurato, si è svolto infatti nelle scorse settimane “Ombre e Nebbia”, un aperitivo letterario davanti al caminetto che hanno rimesso in circolo il gesto antico del filò, la conversazione lenta e condivisa. Ideato e condotto dallo scrittore Paolo Tonello, l’evento ha chiamato a raccolta lettori, curiosi e appassionati di gialli, offrendo calici e storie alla luce bassa delle braci. Il debutto di sabato 22 novembre ha portato in stalla Serena Cappellozza con “Il valore delle cose”, edito da Sellerio. Nel dialogo con Tonello, l’autrice ha accompagnato il pubblico all’interno di una trama dove l’indagine si intreccia alla biografia, e la sua protagonista, Mirna Pagani, ha sfilato come un filo teso tra i doveri del mestiere e i nodi della vita. A fine incontro, dediche e scambi hanno prolungato la conversazione oltre l’orario, dentro un brusio fitto di domande e memorie. Giovedì 27 novembre Fulvio Ervas sarebbe dovuto tornato anch’egli a Mirano con “L’insalvabile” per i tipi di Marsilio. Purtroppo l’appuntamento con lo scrittore inventore dell’Ispettore Stucky è saltato all’ultimo. Nella sua ultima fatica, l’autore ha riportato al centro Luana Bertelli, poliziotta di Marghera. Tra le pieghe del racconto appaiono paesaggi industriali e acqua grigia, ma anche la perseveranza di una donna che comanda con fermezza e sa esporsi alla fragilità. Il pubblico ha seguito il filo degli indizi come si segue un gesto domestico: ripetuto, misurato, tenace. “Ombre e Nebbia” ha dichiarato fin dal titolo la sua doppia anima: nel veneziano, le ombre del vino; nel giallo, la foschia del mistero. Il rimando al filò contadino — quando la sera ci si radunava in stalla a scaldarsi con il tepore degli animali, filando e raccontando — ha offerto la chiave dell’iniziativa. Lì infatti dove un tempo le donne filavano lana e storie, ora si sono

filati indizi, con nuove protagoniste: ispettrici che reclamano il proprio nome al femminile, determinazione nel comando e capacità d’amare. Tra caminetto e bicchieri, la tradizione è risorta senza scenografia: per contiguità di gesti, per tessitura di voci. Anche il “filo” organizzativo ha viaggiato lontano. Da Palermo è arrivata la concessione del logo Sellerio, che ha affiancato la copertina blu di Cappellozza a nomi come Montalbano, Schiavone e Monterossi; da Venezia. Alla fine, la stalla restaurata ha restituito allo sguardo il cambiamento di un secolo: il lavoro invisibile delle donne, la loro fatica di tenere insieme casa e professione, il

passo avanti di protagoniste che indagano il mondo senza smettere di abitarlo. Uscendo nella foschia, con in tasca una dedica e in mente una trama, i presenti hanno avuto la sensazione che il

giallo, a Mirano, avesse davvero il colore dell’autunno. E che, almeno per due sere, il mistero fosse stato un modo condiviso di stare vicini.

Riccardo Musacco

Rinnovato l’appuntamento con la Cena dell’Oca per parlare di Pace

Si è rinnovato a Mirano anche nel 2025 l’appuntamento con l’ormai tradizionale Cena dell’oca, organizzata dal Circolo Acli di Mirano e ospitata nelle scorse settimane nella sala polivalente della parrocchia San Leopoldo Mandic, in via Wolf Ferrari. Un evento nato nel 2015 con l’intento di riunire, attorno all’oca – cibo tipico dei giorni di San Martino e tra i pochi condivisi da cristiani, ebrei e musulmani – tre rappresentanti autorevoli delle religioni monoteiste per un dialogo dedicato alla pace. Un’idea che aveva assunto un significato ancora più profondo quando, a pochi giorni dalla prima edizione, la tragedia del Bataclan aveva scosso l’Europa, rendendo quella serata un simbolo di resistenza al clima di paura. Negli anni successivi il Circolo Acli aveva scelto di proseguire con

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determinazione questo percorso, trasformando la Cena dell’oca in un momento atteso di convivialità e riflessione, capace di richiamare la comunità intorno ai valori del dialogo, della solidarietà e della condivisione. Anche nel 2025 l’appuntamento aveva voluto essere un segnale forte in un contesto internazionale segnato da tensioni e conflitti vicini e lontani. L’invito, ribadito dagli organizzatori, è stato quello di tornare a parlare di pace, di riaffermare la necessità di costruire ponti e custodire quel senso di umanità che unisce oltre ogni appartenenza. Un obiettivo incarnato dalla seconda parte della serata: dopo la cena, alle 21, si è tenuto l’incontro con Antonio Silvio Calò, presidente della Fondazione Venezia per la ricerca sulla Pace e Cittadino europeo dell’anno 2018 per l’esperienza di accoglienza condivisa con la sua famiglia. Il professore ha guidato i presenti in una riflessione sulla pace come patto tra persone, sul suo radicamento nella quotidianità e sulla possibilità di costruirla “dal basso”, attraverso le scelte concrete di ciascuno. Un messaggio che ha suggellato una serata capace, ancora una volta, di unire tradizione e impegno civile. (r.m.)

Celebrati i 50 anni di storia del teatro

M

irano ha ripercorso cinquant’anni di storia teatrale in un pomeriggio intenso e partecipato. Lo scorso sabato 29 novembre infatti, il Teatro Villa Belvedere ha ospitato il convegno “Oui, Oui, ICI! 1975–2025. Dalla Biennale ai teatri indipendenti”, un evento promosso dal Comune e patrocinato dall’Università Ca’ Foscari e dallo IUAV di Venezia. Una sala gremita ha accolto studiosi, artisti e cittadini desiderosi di riscoprire un capitolo decisivo della cultura teatrale italiana, nato proprio a Mirano mezzo secolo fa. Ad aprire i lavori è stata l’Assessora alla Cultura Maria Francesca Di Raimondo, che ha ricordato l’importanza del legame tra il territorio e la straordinaria esperienza del 1975: l’anno in cui, grazie alla visione di Luca Ronconi e al sostegno del sindaco Giancarlo Tonolo e di Carlo Ripa di Meana, Mirano divenne teatro di sperimentazione internazionale. Fu allora che Jerzy Grotowski, chiamato da Ronconi alla Biennale Teatro, attivò nella Barchessa di Villa “XXV Aprile” un laboratorio

destinato a segnare un’intera generazione. Una stagione culminata nella celebre “Scientific Session”, che vide a Mirano personalità come Peter Brook, Alessandro Fersen, Fernando Taviani, Ferruccio Marotti e lo stesso Ronconi. Il convegno ha seguito proprio questo filo rosso, interrogando il ruolo del teatro d’avanguardia ieri e la condizione dei teatri indipendenti oggi. I docenti Piermario Vescovo (Ca’ Foscari) e Monica Centanni (IUAV) hanno presentato il volume di Engramma dedicato al “Cantiere Ronconi”, offrendo un quadro approfondito della stagione riformatrice del maestro. Un contributo che ha restituito, con rigore accademico e passione critica, la ricchezza di un momento che trasformò il modo di fare teatro in Italia. Particolarmente atteso l’intervento di Mario Esposito, organizzatore del convegno e testimone diretto del laboratorio di Grotowski del 1975. Le sue parole hanno restituito il clima febbrile di quei giorni: l’idea che il teatro potesse essere un motore di cambiamento socia-

le, la forza della ricerca fisica e vocale, la relazione quasi rituale tra attore e spettatore. A dialogare con lui, Marco Duse, attore e regista, oggi alla guida della compagnia Farmacia Zooè e della rassegna “Molecole”, che ha portato la discussione sul presente: sulle sfide delle compagnie indipendenti, sulla necessità di spazi stabili, su un pubblico che cambia e che chiede linguaggi nuovi. La

proiezione di alcuni frammenti del documentario “75 – Biennale Ronconi Venezia” di Jacopo Quadri ha offerto al pubblico un ponte visivo tra passato e presente, ricordando la potenza visionaria di quella edizione della Biennale. A chiudere la giornata, la compagnia Farmacia Zooè ha proposto uno Workshop di Movimento Creativo condotto da Marco De Rossi. Un laboratorio che, tra esercizi fisici e

pratiche di improvvisazione, ha fatto rivivere ai partecipanti lo spirito delle avanguardie degli anni Settanta. Mirano, ancora una volta, si è scoperta luogo di memoria viva e di rinnovata progettualità culturale. Un passato rivoluzionario che continua a interrogare il presente e, forse, a indicare nuove strade per il futuro del teatro nei territori.

Riccardo Musacco

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Un Natale all’insegna della condivisione e dello spirito di comunità.

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Dopo il notevole successo riscontrato lo scorso anno, sarà riproposta tutti i gior“Brick Christmas”, tagonisti assoluti saranno i mattoncini Lego, che da sempre fanno divertire bamNon mancheranno laboratori, giochi e attività ludico-ricreative per stimolare la fantasia e la creatività dei ragazzi. Ma il Paese del Natale sarà soprattutto uno spazio di incontro per la comunità, offrendo proposte pensate per ogni età e interesse: tombole e giochi tradizionali,

Cto in questi giorni la certi cazione

La novità di quest’anno è il Capodanno

di più diventando ospitale anche nei mesi

Se il Parco Urbano sarà il cuore delle Feste, lo spirito del Natale e le sue tradizioni animeranno tutto il territorio di Cavallino-

me la magia delle Festività tra luci, musica, profumi e sorrisi.

Tutti i giorni dalle 15 alle 21.30, e nei ne settimana dalle 10.30 alle 22.00, sarà possibile visitare “Mercatini e sapori”, i mercatini di Natale che proporranno nei vari stand artigianato locale, creazioni natalizie e dolci tradizionali. Presenti una selezione di food truck, che offriranno ai visitatori un percorso tra sapori e tradizioni, in un’atmosfera calda e luminosa che saprà incantare grandi e piccini.

cuore pulsante delle Festività. Come Amministrazione», spiega il sindaco Roberta Nesto, «vogliamo continuare a investire nelle manifestazioni per rafforzare il legame che unisce la nostra comunità e offrire al territorio spazi di incontro, nei quali anche le associazioni locali saranno protagoniste con le loro iniziative. Sono tante le occasioni per vivere Cavallino-Treporti nel periodo delle Feste. Non siamo solo una destinazione balneare, ma una località che sta crescendo e che sta sempre

“Lail presepe in laguna opera dell’artista Francesco Orazio, con più di 400 statue in compensato marino posizionate sullo specchio acqueo che si affaccia sugli 8 km della pista ciclopedonale a sbalzo più lunga d’Europa, lungo via Pordelio. Inoltre, sempre tra le inizia“L’arte

Si tratta di un percorso diffuso tra le frazioni per scoprire le Natività realizzate dalle parrocchie e dalle famiglie, che aprono i cancelli delle loro anche il “berolon”, come viene chiama-

Presentato il Piano per la messa in sicurezza del Muson Vecchio

U n progetto ambizioso e atteso da anni potrebbe segnare una svolta nella gestione del rischio idraulico del Muson Vecchio e mettere in sicurezza Mirano e gli altri comuni attraversati. Nelle scorse settimane il Consorzio di bonifica Acque Risorgive ha presentato alla Città Metropolitana di Venezia il progetto di fattibilità tecnico-economica che delinea una strategia complessiva di messa in sicurezza e rinaturalizzazione del corso d’acqua. Una proposta articolata, dal valore complessivo di 25 milioni di euro, che punta a intercettare risorse attraverso i futuri bandi dei programmi di investimento pubblico e, soprattutto, nell’ambito della programmazione europea delle Politiche di coesione 2028-2034. Il piano ha già raccolto la piena adesione dei Comuni attraversati dal Muson Vecchio o interessati dalle sue dinamiche idrauliche. Oltre a Mirano, Camposampiero, Loreggia, Massanzago, Noale, Salzano e Santa Maria di Sala. Tutte amministrazioni che in passato hanno dovuto fare i conti con esondazioni e allagamenti e che oggi guardano con favore

a un intervento capace di affrontare in modo strutturale le criticità del territorio. Il progetto prevede opere mirate e complementari: la realizzazione di un nuovo by-pass del mulino di Loreggiola, tre casse di espansione nei comuni di Loreggia, Santa Maria di Sala e Salzano, l’efficientamento del nodo idraulico di Camposampiero e l’adeguamento del by-pass del mulino di Mazzacavallo, punto nevralgico tra Santa Maria di Sala, Noale e Massanzago. I nuovi bacini di laminazione, cuore operativo dell’intervento, interesseranno complessivamente oltre 47 ettari, offrendo una capacità di invaso superiore ai 660 mila metri cubi: numeri che, secondo i tecnici, potranno ridurre in maniera sensibile il rischio idraulico nelle aree circostanti.

“Si tratta di un progetto importante – sottolinea il presidente di Acque Risorgive, Federico Zanchin – non solo perché aumenta la sicurezza idraulica, ma perché permette di immagazzinare acqua nei nuovi bacini e renderla disponibile nei periodi siccitosi”. Un beneficio prezioso in un territorio dove le precipitazioni, sempre più

irregolari, alternano fasi estreme di abbondanza e siccità. A ciò si aggiunge un rilevante valore ambientale: le nuove aree umide fungeranno da zone di fitodepurazione e, allo stesso tempo, creeranno habitat ecologici in un contesto fortemente antropizzato. Soddisfatto anche il sindaco di Mirano, Tiziano Baggio, che ricorda come il tema sia stato al centro delle tre edizioni del Festival dell’Acqua: “Questo progetto rappresenta un passo concreto verso la sicurezza idrogeologica. Proprio dal confronto avviato durante il Festival è nata la scelta dei Comuni dell’IPA del Miranese di finanziare lo studio preliminare da cui oggi deriva il PFTE. Ora serve determinazione nella ricerca dei fondi”.

Riccardo Musacco

Nasce un comitato di cittadini

Parte da Campocroce di Mirano il percorso del neonato Comitato “Insieme per una viabilità rispettosa degli abitanti”, una nuova realtà civica apartitica e senza fini di lucro che punta a riportare al centro dell’attenzione pubblica i disagi legati alla sperimentazione viaria in corso sulle arterie minori della zona. Il gruppo, composto da una trentina di soci, si propone di promuovere incontri pubblici, tavoli di confronto, momenti di ascolto dei cittadini, raccogliere firme e realizzare eventi informativi, curando anche il rapporto con la stampa locale e regionale. A guidare il Comitato è un Consiglio di Gestione formato dal presidente Marino Dalle Fratte, dalla vicepresidente Lorenza Cavinato e dai consiglieri Edoardo Cavinato, Lorenzo Visentin, Renato Bertolini ed Erika Gazzola. L’iniziativa nasce dopo l’affollato incontro pubblico dello scorso settembre, culminato in oltre quattrocento firme raccolte in due mesi. Le criticità emerse riguardano in particolare il traffico congestionato in via Bollati, soprattutto nelle fasce scolastiche, e problemi alla rete di scolo in via Porara e via Aldo Moro. A cinque mesi dall’avvio della sperimentazione – che interessa via Cavin di Sala, via Bollati, via Rio e via Pianiga – i cittadini denunciano quotidianamente un aumento di situazioni percepite come pericolose o confuse. Prima della costituzione del Comitato, alcuni residenti avevano incontrato sindaco e vicesindaco per illustrare le difficoltà vissute, ma il confronto non ha prodotto risultati. L’amministrazione ha infatti ribadito la necessità di basarsi sui dati delle rilevazioni, una risposta che molti hanno percepito come distante dai problemi concreti. Sulla vicenda interviene il sindaco Tiziano Baggio, che respinge parte delle critiche: “Non si capisce cosa significhi traffico congestionato a fronte di una riduzione dei transiti dell’80%. Oggi registriamo circa 3.000 passaggi al giorno rispetto ai 5.000 del periodo precedente e, da maggio, non si sono verificati incidenti”. Baggio invita a considerare la questione da più prospettive, ricordando che “la sicurezza stradale è la priorità” e che ogni valutazione definitiva avverrà alla scadenza della sperimentazione. “Un comitato dovrebbe rappresentare tutte le situazioni, non solo alcune. Più sicurezza e meno incidenti valgono qualche disagio. Comunque, vedremo a fine sperimentazione”. (r.m.)

Villa Farsetti torna a splendere

Le indagini tecniche confermano la stabilità di Villa Farsetti, consentendo di riaprire le sale del primo piano nord. Il Comune avanza ora con lavori prioritari su impianti e serramenti e valuta una nuova configurazione per la biblioteca

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Santa Maria di Sala Villa Farsetti torna ad attirare sguardi, studio e progettualità. Dopo anni di attenzioni discontinue, l’amministrazione comunale ha avviato un percorso strutturato per restituire alla storica dimora settecentesca un ruolo centrale nella vita culturale del territorio. A raccontarlo è il sindaco Alessandro Arpi, che conferma come il lavoro tecnico su uno dei simboli del comune stia entrando in una fase decisiva. “Si sono concluse le indagini statiche” spiega il sindaco, “svolte in collaborazione con il nostro tecnico Cartamantiglia, incaricato di verificare le condizioni dell’edificio”. Le analisi hanno dato un primo risultato positivo: le stanze del piano primo, lato nord, finora interdette per cautela, potranno riaprire. “Le verifiche – continua Arpi – hanno dimostrato l’assenza di criticità strutturali”. Un passaggio che permette di guardare con maggiore fiducia ai prossimi interventi. Tra le priorità individuate dall’amministrazione c’è la messa a regime dell’impiantistica e dei serramenti, per scongiurare infiltrazioni e garantire una protezione adeguata dell’immobile. Sono lavori considerati “primordiali”, necessari prima di qualunque ulteriore sviluppo funzionale. Nel frattempo è in corso anche una riflessione sul

futuro della biblioteca comunale, oggi ospitata in spazi giudicati troppo angusti. L’ipotesi è quella di una vera rivisitazione, capace di offrire aree studio più confortevoli, ambienti dedicati ai lettori più piccoli e locali archivistici adeguati. Le soluzioni allo studio sono diverse: dall’utilizzo delle storiche cedraie alla valorizzazione dei sottoportici adiacenti all’attuale biblioteca. “Stiamo valutando quale configurazione possa essere più funzionale e sostenibile” chiarisce il sindaco. Prosegue intanto anche la collaborazione con l’Università IUAV di Venezia, grazie al lavoro della dottoressa Di Resta. Nelle scorse settimane infatti Villa Farsetti ha accolto decine di studenti universitari che proseguiranno

il percorso di ricerca sull’edificio, sostenuto anche da una borsa di studio finanziata dal Comune per l’analisi dettagliata della villa. Un impegno che guarda già al 2026, quando sarà allestita una mostra aperta alla cittadinanza: un’occasione per presentare gli esiti delle ricerche, incluse le ricostruzioni tridimensionali che permetteranno di “entrare” virtualmente negli ambienti della villa. “Grazie a questo lavoro – conclude Arpi – stiamo finalmente costruendo una documentazione completa, che mancava totalmente all’ente. È un investimento culturale e identitario”. Villa Farsetti, dopo anni di attesa, sembra davvero avviata verso una nuova stagione.

Riccardo Musacco

L’Atletico Sala festeggia la vittoria di Eleonora Zecchinato alla Maratona di Palermo

Palermo ha reso onore al passo leggero di Eleonora Zecchinato, atleta dell’ Atletico Sala, che nelle scorse settimane ha scolpito il proprio nome nell’albo della Maratona di Palermo, fermando il cronometro a 3h01’43”. Una vittoria netta, maturata con testa e cuore, davanti all’altra italiana Giada Allasia e alla lituana Patkauskiene Salne: un podio internazionale, nobilitato da una condotta di gara coraggiosa e lucidissima. L’atleta di Salzano, in forza alla società salese, è arrivata sul traguardo raggiante, quasi incredula di fronte a un progresso che va oltre la semplice medaglia d’oro: il personal best abbassato di quasi mezz’ora racconta mesi di lavoro silenzioso, tabelle rispettate con disciplina, chilometri sotto la pioggia e albe rubate al riposo. “Non immagina-

vo di andare così forte”, ha detto con il sorriso di chi si è goduta ogni chilometro. “Oggi ho corso benissimo, mi sentivo bene: bellissimo il percorso e tanta gente a fare il tifo. Maratona di Palermo nel cuore”. Il tracciato palermitano, tra mare e pietra barocca, ha esaltato le sue qualità: ritmo costante, cambi di

passo misurati sulle pendenze e gestione lucida dei ristori. Dal primo all’ultimo metro Zecchinato ha controllato la gara, respingendo i tentativi di rimonta e trovando lo strappo decisivo sul finale. Nel box dell’Atletico Sala è festa grande. Lo staff parla di risultato costruito con metodo e pazienza, premio a una crescita costante. La società salese saluta un successo che valorizza il lavoro di squadra e conferma la solidità del progetto tecnico. La vittoria di Palermo è più di una fotografia bella da incorniciare: è il sigillo su una stagione di maturazione e nuove consapevolezze. Per Eleonora Zecchinato, oggi, non c’è solo la gioia del traguardo ma la certezza di aver alzato l’asticella. La strada riparte da qui, con il vento di Sicilia a spingerla verso nuove sfide. (r.m.)

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NATALE A PADOVA

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SOTTO UN CIELO DI MERAVIGLIE

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Maria di Sala

Politica. Il centro sinistra non si presenta, Forza Italia e le altre civiche escono dall’aula

Bagarre in Consiglio comunale sul Piano degli Interventi

ASanta Maria di Sala l’approvazione della Variante generale 22/A al Piano degli Interventi si è trasformata in una delle sedute consiliari più tese dell’ultimo anno. La maggioranza ha rivendicato l’importanza del provvedimento, definendolo un passaggio atteso da molti cittadini e presentandolo come un risultato ottenuto in pochi mesi di lavoro intenso. Secondo il sindaco Arpi, il nuovo Piano permetterà di sbloccare 165 pratiche rimaste in sospeso, alcune risalenti addirittura al 2019, offrendo finalmente risposte urbanistiche a famiglie che attendono da anni un via libera a piccoli interventi edilizi o alla riqualificazione di immobili agricoli dismessi. L’amministrazione annuncia già per febbraio una seconda tranche di varianti, quelle che richiedono la Valutazione di impatto ambientale. A fronte dell’autosoddisfazione della maggioranza, il centrosinistra ha deciso di non partecipare alla seduta per protesta, mentre Forza Italia – Lista Salese, Alternativa Civica e Progetto Rinascita Comune hanno scelto di abbandonare l’aula a metà discussione. Una decisione definita necessaria dai gruppi, che accusano la giunta di aver gestito l’intero iter con scarsa trasparenza e modalità ritenute politicamente inaccettabili. Le opposizioni sottolineano come molte pratiche siano state integrate oltre i termini previsti, come il dossier sia stato modificato più volte in corsa e come alcune valutazioni siano cambiate in modo ritenuto ingiustificato. Nel mirino anche la presenza in Consiglio di consiglieri-tecnici coinvolti nella predisposizione o gestione di alcune pratiche private, costretti durante la seduta a uscire e rientrare più volte per evitare il conflitto di interessi. Una scena che le minoranze definiscono indicativa di un problema strutturale: il rischio che professionisti incaricati di seguire richieste urbanistiche siedano allo stesso tempo nell’organo chiamato a giudicarle. Il capogruppo Gianpietro Spolladore ha richiamato in aula una sentenza del Consiglio di Stato che permette la votazione per parti separate solo in casi eccezionali, sottolineando come senza questa procedura la variante non avrebbe avuto i numeri per es-

sere approvata.

Le critiche non si fermano qui: documentazione ritenuta datata, pratiche in contrasto con le Norme tecniche operative, e una concentrazione considerata anomala di incarichi negli stessi professionisti seduti ai banchi del Consiglio. Le opposizioni affermano di essere entrate in aula per assumersi la responsabilità politica di denunciare pubblicamente queste criticità, scegliendo poi di non legittimare oltre un metodo che, a loro giudizio, riporta a logiche urbanistiche del passato.

La maggioranza, dal canto suo,

rivendica un lavoro corposo, rapido e utile alla cittadinanza. Le minoranze promettono battaglia, annunciando che continueranno a vigilare affinché le regole siano

uguali per tutti. Santa Maria di Sala, ancora una volta, si ritrova divisa su un tema che intreccia tecnica, politica e interessi del territorio.

Riccardo Musacco

La comunità di Stigliano celebra i 60 anni della sua Scuola dell’Infanzia

A Stigliano, frazione di Santa Maria Di Sala, una storia di comunità prende forma in una mattina di gennaio del 1965, quando tre suore dorotee varcano la soglia di un edificio ancora essenziale e gli danno un’anima. Non è solo l’apertura di un asilo, è la risposta concreta a un bisogno sentito, quello di offrire alle famiglie del paese un luogo dedicato alla prima infanzia. La comunità sostiene, accompagna, partecipa. Quella fiducia reciproca diventa il primo mattone di un percorso che, negli anni, farà di quella scuola un presidio educativo e sociale. Il tempo scorre e la struttura cambia con esso. Dalle mura degli anni Sessanta si passa a una ristrutturazione profonda nei primi Duemila: spazi

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Per il rifacimento dei vostri divani abbiamo predisposto il divano di cortesia per il tempo della lavorazione

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ripensati alla luce delle nuove esigenze didattiche, ambienti luminosi e sicuri, standard aggiornati, attenzione all’accessibilità. È un cambio di passo che non riguarda solo l’edilizia, ma l’idea stessa di scuola: laboratorio di cura e di apprendimento, capace di coniugare tradizione e innovazione. La svolta decisiva arriva diciannove anni fa con l’apertura del Nido Integrato Piccole Meraviglie. Lì si completa l’arco educativo, dalla primissima infanzia all’ingresso nella primaria, in un continuum che affianca le famiglie e accompagna i bambini nella crescita. Non un’isola, ma un ponte: tra generazioni, tra casa e scuola, tra esigenze concrete e prospettive educative. Un ascolto costante delle istanze del territorio ha guidato le scelte, evitando automatismi e privilegiando risposte su misura. Oggi la scuola dell’infanzia e il Nido Integrato Piccole Meraviglie sono più di un’istituzione: sono un punto di riferimento. Qui molti hanno mosso i primi passi, e qui tornano, da genitori, a riaffidare sogni e fiducia. La storia iniziata con tre suore e una comunità in cammino continua a raccontare Stigliano, con la stessa paziente ambizione: crescere insieme. (r.m.)

Questo Natale, al tuo menù ci pensiamo noi! Sintoniz zati

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Il piano. Le principali scelte strategiche per il centro città e le aree scolastiche

Via Roma al centro degli interventi per sicurezza, Tpl e ciclabilità

L

’Amministrazione Comunale di Spinea ha adottato la proposta di aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU). Si tratta di uno strumento di programmazione che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza e di efficienza d’uso delle strade e degli spazi pubblici urbani da parte di tutti i soggetti che li frequentano e condividono: pedoni, ciclisti, conducenti di autoveicoli in movimento e in sosta. La proposta - spiega il sindaco Franco Bevialcqua - è il risultato di un impegnativo lavoro di raccolta e analisi dei dati e di un percorso di

confronto e discussione sia interno all’Amministrazione sia con soggetti esterni portatori di interesse e cittadini. Il nuovo PGTU rinnova completamente lo strumento previgente risalente al 2004 ed è stato redatto sulla base delle linee di indirizzo approvate dalla Giunta comunale con deliberazione n. 42 del 13 marzo 2025. Tali linee si inseriscono nel solco già delineato nel 2019 con l’approvazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Il Piano è stato elaborato utilizzando i dati derivanti dal monitoraggio del PUMS, in coerenza con il redigendo Biciplan e

con il Piano di Abbattimento delle Barriere Architettoniche (PEBA). Le scelte strategiche del nuovo PGTU riguarderanno come punti principali la prosecuzione e rafforzamento delle azioni di contrasto all’incidentalità grave, la protezione e riqualificazione dei corridoi dell’accessibilità scolastica, la creazione di spazi di socialità e incontro, sia in ambiti centrali che periferici, la protezione e valorizzazione del Trasporto Pubblico Locale (TPL) lungo via Roma, il completamento e ri-funzionalizzazione del sistema dei percorsi ciclabili e la riorganizzazione della sosta in

La città premiata per la raccolta dei rifiuti

Il Comune di Spinea è stato premiato alla giornata conclusiva dell’Ecoforum Veneto 2025, l’appuntamento annuale promosso da Legambiente Veneto dedicato alla promozione dell’economia circolare e alla valorizzazione delle buone pratiche nella gestione dei rifiuti urbani. Come da tradizione, l’evento ha visto la consegna dei riconoscimenti ai Comuni “ricicloni” e “rifiuti free”, ovvero le amministrazioni che hanno saputo distinguersi per l’efficace contenimento del rifiuto urbano residuo

e per la qualità della raccolta differenziata. Spinea è rientrata tra i 211 Comuni “ricicloni” del Veneto, avendo mantenuto il rifiuto urbano residuo al di sotto degli 80 kg per abitante, obiettivo fissato dal Piano regionale dei rifiuti per il 2030. “Il riconoscimento ottenuto da Spinea è il frutto di un lavoro condiviso tra amministrazione, cittadini e operatori del settore - ha dichiarato il sindaco Franco Bevilacqua -. Continueremo a investire in politiche ambientali responsabili, promuovendo comportamenti virtuosi

La città premiata per la raccolta dei rifiuti

Crescita delle imprese agricole al femminile nel Miranese e in Veneto. Netta crescita per le imprese agricole al femminile nel Miranese, in linea con quanto avviene in tutto il Veneto. Il punto è stato fatto in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali a fine ottobre: in regione sono ormai oltre 12mila le imprese agricole femminili registrate. Nell’area del Miranese spicca la forte presenza femminile: quasi un quarto

delle aziende (precisamente il 22% del totale) ha una donna alla guida. In aumento soprattutto quelle condotte da under 40, con una crescita di quasi il 10% nell’ultimo biennio.

I dati, divulgati da Cia Veneto in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali del 15 ottobre, mostrano che un cambio di passo è in atto. “Spesso nell’immaginario collettivo l’agricoltura viene associata

funzione dell’accessibilità ai servizi centrali attrattivi. Nel dettaglio, i lavori riguarderanno come primo punto di intervento lo snodo centrale di via Roma, area nella quale i livelli di traffico si sono mantenuti sostanzialmente costanti e troppo elevati. “L’importante intervento sul nodo di via Cattaneo - spiegano dal comune - ha aumentato la fluidità autoveicolare e ridotto la permeabilità trasversale, senza intervenire sulla qualità dello spazio pubblico, ma non è stata attuata una regolamentazione della sosta estensiva in grado di garantire elevati livelli di offerta a servizio del-

e servizi sempre più efficienti”. Spinea si conferma così tra le realtà più attente alla sostenibilità ambientale, contribuendo attivamente al raggiungimento degli obiettivi regionali: 84% di raccolta differenziata e contenimento del rifiuto residuo entro gli 80 kg pro capite entro il 2030. La decima edizione del rapporto “Comuni Ricicloni Veneto” ha evidenziato un miglioramento complessivo nella qualità della raccolta e nella precisione dei dati. I Comuni virtuosi in Veneto sono stati 303

le attività presenti e di recuperare spazi per altri utilizzi. Il PGTU deve riprendere e rafforzare tutti i possibili elementi che possono concorrere a ridurre la competitività dell’uso di via Roma quale itinerario di attraversamento senza tuttavia penalizzare il transito del TPL”.

(su 560 totali), di cui 92 “rifiuti free” con una produzione complessiva di rifiuto smaltito inferiore ai 75 kg per abitante. (m.t.)

soltanto agli uomini – sottolinea Michela Brogliato, presidente di Donne in Campo Cia Veneto – ma i numeri evidenziano una chiara inversione di tendenza, soprattutto dopo il Covid”. “Siamo chiamati a continuare a scommettere sull’imprenditoria femminile. Le donne non sono soltanto dedite alla cura: negli anni hanno acquisito competenze specifiche sulle diverse coltivazioni, come, e in taluni casi meglio, dei colleghi

maschi”.

“Nel nostro Dna: la promozione delle pari opportunità, dei diritti inalienabili dell’uomo, del multiculturalismo, e del rispetto della dignità di ogni persona”. Il settore è inoltre supportato da iniziative come il bando “Donne in campo”, che offre finanziamenti agevolati (mutui a tasso zero) e contributi a fondo perduto per progetti di sviluppo. (m.t.)

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Massimo Tonizzo

Eventi. Un mosaico di iniziative che unisce cultura, territorio e spirito natalizio

“Venezia. It’s Christmas Time”

è il calendario degli eventi natalizi

“V enezia. It’s Christmas Time”, è il calendario di iniziative promosso dal Comune, in collaborazione con Vela spa, che da fine novembre all’Epifania animerà centro storico, isole e terraferma. Un mosaico di appuntamenti pensato per famiglie, bambini, residenti e visitatori. A rendere magica l’atmosfera saranno 50 chilometri di luminarie e 26 installazioni tridimensionali, per un totale di oltre 4.000 elementi luminosi distribuiti in tutto il territorio: tutte luci LED a basso consumo.

Nel presentare il calendario, il sindaco Luigi Brugnaro ha ribadito il valore simbolico e comunitario dell’iniziativa: “Sarà un mese e più di appuntamenti per vivere insieme la magia del Natale, fino all’Epifania, tra atmosfere di luce, tradizione e stupore. Natale è un sogno che si accende, un’occasione in cui la bellezza incontra la gioia delle persone,

un viaggio tra luci, musica, arte e cultura, ma anche un momento per stare insieme, per sentirsi parte di una comunità unita, orgogliosa della propria storia e proiettata verso il futuro. Con “Venezia. It’s Christmas Time” vogliamo regalare alle famiglie, ai bambini, agli affetti più cari, ma anche ai visitatori un’occasione per ritrovarsi, per vivere le nostre piazze e le nostre calli, per respirare l’atmosfera autentica delle feste. È un modo per dire che Venezia è viva, accogliente e piena di energia, una città che sa emozionare e far sognare, sempre con il sorriso e con il cuore. Auguriamo a tutti di vivere un Natale veneziano indimenticabile”.

“La collaborazione con Comune di Venezia e Vela spa sulle iniziative che animano il Natale nel centro storico di Venezia e a Mestre è da anni un punto fermo per l’impegno della Camera di Commercio

Venezia e la sua terra si

È un abbraccio luminoso quello che, anche quest’anno, unisce Venezia, Mestre e tutto il territorio comunale, attraversato da oltre 50 chilometri di luminarie e da 26 installazioni tridimensionali, per un totale di più di 4.000 elementi luminosi, tutti realizzati con tecnologia LED a basso consumo. Un impegno importante, pensato per regalare ai cittadini un tempo di serenità, colori e meraviglia. La cerimonia di accensione del grande albero di Natale di Piazza Ferretto ha idealmente inaugurato la stagione delle feste, insieme all’apertura della pista di pattinaggio su ghiaccio e dei tradizionali mercatini natalizi con le casette in legno che propongono artigianato, sapori e tradizioni. Le amatissime installazioni luminose sono tornate ad animare le piazze e le strade: stelle comete,

di Venezia e Rovigo. – commenta il presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Massimo Zanon – Riconfermato, anche per quest’anno, il supporto del Gruppo Hera per quanto riguarda l’albero in Piazza San Marco. Musica, mercatini, luminarie e il trenino delle feste accompagneranno residenti e visitatori all’interno dell’Isola del Natale, che anche quest’anno coinvolgerà le comunità del Lido e di Pellestrina. Tra le iniziative che animano il Natale veneziano, c’è anche un appuntamento che parla direttamente al cuore della città. La mattina di giovedì 19 dicembre, al Fabbricato 16 di Santa Marta, sede dell’Accademia del Mare si riunirà l’Associazione Capitani di Navigazione Lagunare e sezione veneziana del Collegio Nazionale Capitani— cuore centrale del trasporto pubblico in laguna — per condividere gli auguri natalizi con i

accendono per le feste

pacchi dono, agrifogli, scoiattoli, tunnel di luce hanno trasformato Mestre in una vera fiaba urbana, per la gioia dei bambini e lo stupore dei passanti. Ma la scenografia natalizia si estende anche a Campalto, Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano e Zelarino, A Venezia, il Natale trova la sua espressione iconica in Piazza San Marco, dove il grande albero alto 15 metri — illuminato da un alternarsi di luci bianche calde e strobo bianco freddo e adornato con 200 stelle luminose — diventa il fulcro di un paesaggio che non smette mai di meravigliare. Ma l’incanto di San Marco trova il suo apice nelle Procuratie Vecchie, che tornano a risplendere con gli straordinari chandelier in vetro di Murano, cuore del progetto “Murano illumina il mondo”. Una collaborazio-

nuovi soci. Un momento semplice ma significativo, che ricorda il ruolo prezioso dei comandanti nella vita quotidiana di Venezia. Domenica 21 dicembre tornerà il Natale sull’acqua con l’undicesima edizione del Corteo Acqueo dei Babbi Natale, organizzato dal Comune con il Coordinamento delle Associazioni Remiere di Voga alla Veneta e l’Università Ca’ Foscari. Centinaia di Babbi

ne d’eccellenza tra The Venice Glass Week, Comune di Venezia e Camera di Commercio Venezia Rovigo, che porta nel “salotto più bello del mondo” un dialogo unico tra tradizione e sperimentazione. Per la terza edizione, dodici artisti internazionali hanno plasmato opere che sono insieme sculture, lampadari e narrazioni: cuori pulsanti, gabbie alate, dischi d’acqua, foglie di luce. Dodici installazioni che accompagneranno l’inverno trasformando ogni tramonto in una galleria d’arte a cielo aperto, dove la maestria muranese incontra la creatività contemporanea. Altre installazioni luminose troveranno spazio in vari punti della città, ampliando un percorso visivo che unisce poesia e identità. Il calore del Natale raggiunge anche le isole della laguna: Lido, Pellestrina, Murano, Bu-

Natale sfileranno sul Canal Grande dalle 10.30, partendo dalla Punta della Dogana e raggiungendo l’Erbaria a Rialto, dove alle 11 sono previste le premiazioni. L’evento sarà anticipato dalla tradizionale Regata dei Babbi di Natale alla Valesana. Il programma dettagliato degli eventi è disponibile sul sito e sui canali social di Venezia Unica.

Guendalina Ferro

rano, Sant’Erasmo e Vignole, tutte illuminate da addobbi e installazioni dedicati, in un percorso diffuso che abbraccia le comunità del territorio veneziano. (g.f.)

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Imprese, sanità, giovani

Il terzo tema che la Giunta Stefani è chiamato a prendere di petto è certamente quello dei giovani: dal Veneto ogni anno se ne vanno in molti, non solo all’estero ma anche verso Lombardia e soprattutto Emilia Romagna. Tra i fattori che producono questa emigrazione sembra esserci la scarsa vitalità del nostro territorio in termini sociali, occupazionali e di “prospettiva”. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi non riconoscono nel Veneto la possibilità di crescere, di cambiare, di essere al passo

e ambiente: le sfide che attendono Stefani

con la modernità e la velocità del tempo. Vero o falso che sia questo, in buona sostanza, è quello che rispondono quando li si interroga nel tentativo di analizzare le motivazioni alla base di questa “fuga” e, nel contempo, quando si cerca di capire perché in Veneto non arrivino giovani da altre regioni o stati europei in numero sensibili. Il quarto dossier urgente sul tavolo è quello ambientale. Il Veneto, per la propria posizione geografica, si trova in una delle aree con l’aria peggiore d’Europa. A questo

Il presidente eletto. Sociale, sanità e lavoro fra i temi

Stefani: “Giunta prima di Natale, gli assessori non faranno politica”

Incassata la netta vittoria alle urne, il presidente neo eletto della Regione Alberto Stefani si è subito messo al lavoro sulla composizione della squadra di governo che, come ha ribadito in più occasioni, sarà messa a punto prima di Natale. Sul toto-assessori, Stefani assicura che terrà conto dell’accordo pre elettorale di coalizione - cinque assessorati per Fratelli d’Italia, quattro per la Lega e uno per Forza Italia - ma l’aspetto più importante sarà quello della competenza specifica. “Una cosa che chiederò agli assessori sarà quella di non occuparsi di dinamiche politiche. - afferma - Chi entra in giunta farà l’assessore al cento per cento e si occuperà cento per cento della propria area di competenza, non di beghe politiche. Servono persone che conoscano il tema di riferimento e che possibilmente abbiano fatto anche il sindaco, un passaggio fondamentale che richiama anche l’importanza di rispondere ai cittadini. Sceglierò in base a questo, anche se in accordo con le segreterie di partito. Terrò per me invece la delega ai giovani”. Di fronte al successo elettorale Stefani prende un impegno preciso: “Chi fa politica deve rispondere delle proprie idee e delle proposte fatte. Abbiamo messo al centro della nostra agenda politica il tema del sociale, della sanità, del lavoro; l’abbiamo fatto con coraggio, tenendo conto di alcuni trend importanti che avremo davanti e abbiamo fatto sì che questi temi diventassero la parte centrale della nostra agenda amministrativa, del nostro programma”.

Sul fronte sanitario ha ribadito un concetto: “La priorità è e sempre dovrà essere la sanità pubblica, in quanto

diritto inalienabile dei cittadini. L’integrazione tra le due è inevitabile, ma la gerarchia non deve cambiare. In Veneto abbiamo il record negativo di accessi impropri al Pronto Soccorso e questo deve cambiare, perché si rischia di non poter gestire le vere emergenze. Alcune Ulss hanno già attivato dei percorsi di telemedicina per le pratiche meno urgenti (attraverso i numeri di assistenza 116 e 117) e intendo replicare questo modello su tutto il territorio regionale”. Per il mondo lavoro il governatore guarda ad una forte integrazione degli istituti di formazione professionale tecnica con le imprese, perché entro il 2030 mancheranno in Veneto 280mila lavoratori qualificati. Inoltre c’è la proposta di un tavolo anti burocrazia per agevolare le aziende. Quanto alle infrastrutture spicca la nuova holding autostradale entro il 2026, per riunire le attuali società del Triveneto e affrontare anche la questione Pedemontana. Sull’addizionale Irpef si deciderà in un secondo momento. Infine una promessa: “Farò il possibile per diventare il rappresentante di tutti i Veneti, anche quelli che non mi hanno votato”. (n.s.)

Il

si sommano i fenomeni, sempre più violenti, determinati dal cambiamento climatico che, trovando un terreno fortemente impermeabilizzato dalla grande cementificazione di tutti questi anni, producono gravi danni. Mentre ci si interroga, anche in modo un po’ morboso, su cosa farà Luca Zaia in futuro, il presidente Alberto Stefani sembra essere già al lavoro consapevole che il Veneto, oggi più che in altri momenti, deve ritrovare la forza per correre.

centronistra. Giovanni Manildo rivendica il risultato

“Il Veneto vuole l’alternativa”

Giovanni Manildo guardando al risultato elettorale sottolinea come i voti ottenuti segnino una svolta per lo schieramento progressista in Veneto. “Dopo anni di arretramento siamo risaliti, è la conferma che in Veneto c’è una parte del Paese che non si rassegna, che vuole un’alternativa, che crede in una politica capace di ascoltare e proporre”. Il candidato del centrosinistra sottolinea il frutto di un lavoro “serio e paziente”, costruito in oltre 120 giorni di campagna elettorale attraverso incontri, ascolto e la definizione condivisa di un programma basato su sette priorità. “Dopo quindici anni di arretramento – osserva – il centrosinistra rischiava la marginalizzazione. Oggi invece ritrova

spazio, voce e credibilità. Abbiamo piantato il chiodo decisamente più in alto”. Valutato positivamente, poi, il risultato ottenuto in città chiave come Padova e Venezia, dove la coalizione di centrosinistra si è imposta sugli avversari. Manildo non ignora però la forte astensione, ulteriore campanello d’allarme per la democrazia regionale che non va sottovalutato né ignorato: “L’affluenza in calo ci preoccupa e dovrebbe interrogare tutta la politica”. Secondo l’ex sindaco di Treviso, il voto conferma che i temi messi al centro della campagna – sanità pubblica, lavoro dignitoso, ambiente, casa, opportunità per i giovani – intercettano una domanda crescente nella società veneta. “Da qui si riparte, con

ancora più convinzione”, sottolinea. Il candidato racconta anche di aver chiamato il neo presidente Stefani per un augurio personale di buon lavoro. “Un gesto doveroso – spiega – ma il nostro impegno non finisce qui. Inizia ora un percorso più ampio: il Veneto ha bisogno di un’opposizione seria, costruttiva e determinata, e ha bisogno di una visione diversa. Noi ci saremo, ogni giorno, per dare voce a chi non ce l’ha”.

La sorpresa. “Resistere Veneto” raccoglie il 5,13%
Szumski esulta: “Abbiamo fatto l’impresa”
“R

esistere Veneto” entra in Regione con due consiglieri, risultato sopra le aspettative per la lista di Riccardo Szumski che supera il 5% con oltre 69 mila voti. L’ex sindaco di Santa Lucia di Piave definisce il traguardo raggiunto “un’impresa”. “Eravamo partiti con pochi mezzi ma tanta volontà e siamo riusciti a raccogliere 30mila firme. Da quel momento abbiamo capito che qualcosa si stava muovendo. L’arrivo dei volontari ha generato un entusiasmo crescente”. Il leader di Resistere Veneto guarda già all’attività in Consiglio regionale e illustra le

priorità del suo programma: “Ci batteremo per una sanità più vicina alle persone, dove i medici possano curare senza pensare solo ai risparmi. Ci occuperemo della montagna, del territorio e proporremo una moneta veneta basata su un credito Irpef trasformato in digitale. Sul tema dell’addizionale Irpef faremo una campagna forte per coinvolgere la popolazione che ha votato per l’autonomia”. Guardando al futuro non nasconde le difficoltà e così si rivolge ai propri sostenitori: “La partita sarà durissima, certo, ma noi scendiamo in campo. E la gio-

cheremo fino all’ultimo minuto, con la stessa passione che avete dimostrato ogni giorno. «Le grandi cose non si fanno da soli, e non si fanno per caso: si fanno insieme». Mai come oggi, queste parole descrivono ciò che abbiamo vissuto”.

Alla maggioranza 34 seggi, all’opposizione 17 Lega primo partito, seguono Pd e Fratelli d’Italia

ALBERTO STEFANI
LUCA ZAIA
GIORGIA BEDIN
MATTEO PRESSI
DIEGO RUZZA
GIAMPAOLO TREVISI
ERIC PASQUALON
NICOLÓ MARIA ROCCO
FLAVIO BALDAN
ELISA DE BERTI
LAURA BESIO
JONATAN MONTANARIELLO
JACOPO MALTAURO
SONIA BRESCIANIN
CRISTIANO CORAZZARI
STEFANO VALDEGAMBERI
ANNA LESO
ANNA MARIA BIGON
ALESSIO MOROSIN
ROSANNA CONTE
GIOVANNI MANILDO
ELENA OSTANEL
FILIPPO RIGO
FRANCESCO RUCCO
CHIARA LUISETTO
ANTONIO MARCO DALLA POZZA
RICCARDO BARBISAN
ANDREA TOMANELLO
FILIPPO GIACINTI
ALESSANDRO DEL BIANCO
RICCARDO SZUMSKI
MANUELA LANZARIN
ROBERTO MARCATO
FRANCESCO CALZAVARA
VALERIA MANTOVAN
ANDREA MICALIZZI
DAVIDE LOVAT
ELISA VENTURINI
ALESSIA BEVILACQUA
ELEONORA MOSCO
ROBERTA VIANELLO
LUCAS PAVANETTO
MONICA SAMBO
FLAVIO TOSI
MARCO ZECCHINATO

Il commento. L’assemblea generale con 2200 invitati al Centro Congressi in Fiera

Confindustria chiede attenzione al Governo ma non c’è traccia di autocritica né di contenuti

Nella sua relazione la presidente Paola Carron lamenta una “lenta perdita di competitività” e sottolinea il rischio “di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione”

“S

ostenere l’industria significa sostenere l’Italia”. Ecco la frase più applaudita della relazione durata 26 minuti con cui Paola Carron ha inanellato una serie di lagnanze, qualche luogo comune come quello appunto virgolettato qui sopra e zero ricette. Un altro zero va alla autocritica: “buona parte della politica italiana guarda all’industria con diffidenza”. Ci chiediamo il perché? No. Paola Carron spiega che c’è stata “una lenta perdita di competitività”.

“Parla sulla liberazione di energie, puntare sui giovani, sulle donne” parole che riecheggiano dai comizietti di Landini a quelli della Schlein e crediamo anche in quelli di Szumski o Rizzo nelle stesse ore. “E’ una scelta casuale” disse la presidente Paola Carron a chi le chiedeva come mai l’assemblea a

poche ore dal voto in Veneto. C’era la stessa probabilità di beccare un numero secco alla roulette ma facciamo finta di credere che la Confindustria giochi a dadi. E’ uscito il numero per Paola Carron perché non si sa davvero immaginare cosa avrebbero potuto titolare i poveri cronisti se non “Confindustria Veneto Est sferza la politica, c’è una questione settentrionale”.

Chi scrive ha ascoltato tre volte il video disponibile sul sito di Confindustria. A parte la “visione di città di città” che sembra il titolo di una filastrocca di Gianni Rodari, rimane ben poco di profondo. Sarà per la lettura monocorde del gobbo digitale, sarà perché la luce azzurrina soffusa avrà mietuto chissà quante vittime tra i 2200 stanchi imprenditori e funzionari di Confindustria comandati a par-

tecipare all’assemblea di struttura, ma, come recitava l’immortale Califano, “tutto il resto è noia” o qualcosa di poco distante. Giova ricordare l’occasione persa. All’assemblea annuale dalla bocciofila in su, il presidente prima di lagnarsi di ciò che non hanno fatto gli altri, di solito elenca cosa ha fatto lui assieme ai suoi collaboratori. Non c’è traccia di questo bilancio nei 26

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minuti di lettura del discorso della presidente. Ritorneremo fiduciosi l’anno prossimo.

“Rischiamo di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione” dice Paola Carron rivolgendosi al proprio presidente nazionale Orsini. “Attendiamo dal Governo il segnale di una volontà del Governo di agire qui ed ora”. Strano sarebbe che il Governo vo-

lesse invece dare il segnale di voler agire altrove e l’anno scorso. Insomma la rifondazione luogocomunista potrà valere sotto elezioni, sia per i candidati che per i presidenti. Poi a chi verrà dopo di noi il compito di porre sul piano storico il peso di un discorso che dopo tre volte strappa al massimo uno sbadiglio.

Alberto Gottardo

Venezia , it’s Christmas Time

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21 NOVEMBRE 2025 - 6 GENNAIO 2026

Alberi di Natale, scenografie, luminarie e installazioni arricchiscono le principali vie dello shopping del centro storico di Venezia, delle Isole, di Mestre, Campalto, Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano, Zelarino.

Mercatino natalizio a Mestre in Piazza Ferretto e vie limitrofe. Piste di pattinaggio su ghiaccio a Venezia (campo San Polo), Mestre (piazza Ferretto) e Marghera (piazza Mercato). Concerti, spettacoli, mostre, teatri.

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Libri e fumetti “Made in Veneto, la Top 10 del 2025

Questo 2025 che sta per concludersi ci ha regalato tantissime opere firmate da autori ed autrici venete. Libri, fumetti, storie in cui perdersi e ritrovarsi e, soprattutto, con cui cercare di interpretare meglio un presente sempre più complesso e sfuggente. La letteratura, scritta o disegnata, resta infatti una bussola imprescindibile per capire la modernità, proprio grazie ai suoi tempi lenti che ci costringono a pensare, a ritornare indietro sulle pagine appena sfogliate, ad attivare sinapsi apparentemente dimenticate.

Come sempre a dicembre quindi vi propongo la mia personalissima Top10 dei libri e dei fumetti “Made in Veneto” pubblicati quest’anno, che è anche un’ottima “lista regalo” per il Natale che si avvicina. Ovviamente i titoli sono in ordine sparso, non ci sono primi o secondi in questa Top10 che vuole essere anche un invito a esplorare le diverse sfaccettature della produzione culturale della nostra regione che, alla faccia dei tanti lamentosi, riesce sempre a sorprendere.

Thrillerone.

NIENTE SUCCEDE PER CASO

Stefano Tamiazzo (Toshokan)

In un devastato mondo del futuro, dove le classi agiate vivono su una sorta di isola volante e i poveracci su una superficie ormai compromessa, si è sviluppata una forte diffidenza nei confronti della tecnologia, considerata responsabile della catastrofe.

L’ex maggiore

Hara si nasconde tra la popolazione comune e ripara resti di robot, ma i soldati gli danno la caccia. Un fumetto meraviglioso impreziosito da due storie brevi, disegni preparatori, illustrazioni a colori, approfondimenti e un’intervista all’autore. Un fumetto bello bello bello in modo assurdo. Fumettazzo.

LA GHENGA DEGLI STORTI, Fulvio Luna Romero (Marsilio Editori)

CHEO TALES, di Emanuele Apostolidis, Francesco Bellu e Federico Gardin (Beccogiallo edizioni)

Appena arrivata a Polis, dove l’archeologia è vietata, Dafne si ritrova con un amuleto misterioso lasciatole dal padre, scomparso anni prima. Insieme a Greta e Perry, scoprirà che nei sotterranei della città si cela un mondo nascosto di enigmi, miti... e un Oracolo pronto a guidarli contro i Titani. Perché certi miti non sono scomparsi. Sono solo in attesa... di essere risvegliati. Una storia fantastica per riscoprire il mito e le nostre radici. Avventuroso.

UNA FORESTA DI SCIMMIE, Andrea Pennacchi (Marsilio)

vorzio e nuove partenze, il viaggio sull’Orient Express segna la svolta che la porterà verso il successo. Un fumetto che vale quanto un viaggio sul leggendario Orient Express (ma costa molto meno). Misterioso.

DIVERSAMENTE SOLE, Francesca Chiesa (Edizioni Open)

LA CONGIURA DELLE VIPERE, Matteo Strukul (Newton Compton) Venezia, Seicento. I pirati Uscocchi minacciano la Serenissima mentre un giustiziere mascherato, lo Spettro di Venezia, colpisce nell’ombra. Tra complotti politici, una giovane profumiera in ascesa e l’enigmatica Invelenada, si intrecciano vendette e misteri attorno alla vera identità dello Spettro. Un romanzo storico che è più appassionante di una serie Netflix.

Andrea Rasic vive una vita normale a Gorizia, finché un’imboscata rivela le abilità letali del suo passato da Husky, membro della “ghenga degli storti”. Costretto alla fuga, riemergono i ricordi di un Veneto degli anni OttantaDuemila fatto di violenza, ambizioni e traffici. Braccato, Rasic cerca di capire chi lo vuole morto e perché. Praticamente “C’era una volta in Veneto” (e scusate se è poco). Criminale.

IL MITO DEL MINOTAURO. AR-

Will incontra a Venezia Shylock e Tubal, scoprendo ebrei reali e complessi, lontani dagli stereotipi dell’Inghilterra. Ma la faccenda della «libbra di carne» e la morte di Antonio complicano tutto. Andrea Pennacchi segue Will alle origini de Il mercante di

Venezia, mescolando fantasia, storia e teatro in un racconto sulle radici del Bardo. Perché Andrea Pennacchi non è solo un ottimo attore, ma un vero cantastorie. Sorprendente.

AGATHA CHRISTIE. LA REGINA

DEL GIALLO, Michele Botton e Angela Sancono (Beccogiallo)

Agatha Christie cresce in una famiglia benestante e sfida da subito le convenzioni, imparando a leggere da sola. Dopo un primo percorso musicale e il matrimonio con Archibald Christie, scopre la scrittura e si fa spazio nel romanzo poliziesco dominato dagli uomini. Tra lutti, di-

Un libro scomodo ma prezioso: non racconta storie a lieto fine, anzi, le storie che racconta appartengono al genere di quelle che non finiscono mai. Di tutte, una soltanto si risolve in una speranza di serenità. Delle altre si può solo dire che offrono un’unica amara rassicurazione: si svolgono in una realtà molto lontana dalla nostra. Un libro importante per provare a capire che non esiste solo l’Occidente. Doloroso.

IL VALORE DELLE COSE, Serena Cappellozza (Sellerio)

La detective Mirna Pagani, lavora in Laguna, all’ombra di Venezia e, pur essendo alle prese con una vita familiare al collasso, in questa sua prima apparizione letteraria è messa subito alla prova con un’indagine impossibile.

Un giallo classico che sarebbe perfetto per una serie tv. Giallazzo.

LA NOTTE HA IL SUO PROFUMO Marco Azzalini (Laurana)

Un’indagine in una città che non riesce a liberarsi del suo passato,

un gruppo di amici legati da un segreto indicibile, una canzone indimenticata, un amore spezzato, in una tensione crescente e ineluttabile che condurrà a un epilogo amaro e sorprendente, dove niente e nessuno sarà risparmiato. Un romanzo che lascia il segno e che racconta una città che ha paura di raccontarsi. Stordente.

A ESEQUIE AVVENUTE, Massimo Carlotto (Einaudi Stile Libero) In un inverno gelido del Nordest, l’Alligatore indaga sul rapimento di una donna che non viene liberata nemmeno dopo il pagamento del riscatto. Con Max la Memoria e Beniamino Rossini cerca la verità contro chi vuole insabbiare tutto. Un romanzo doloroso che riporta sulle scene un personaggio letterario che ha fatto la storia del noir. Gigantesco.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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Iniziative di Despar Nord per difendere la biodiversità e il futuro dei territori e delle generazioni future

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avanti iniziative concrete come le Case delle Api, il Bosco Diffuso e attività educative che coinvolgono

a tutela della biodiversità è una nibilità ambientale e Despar Nord ha scelto di contribuire con progetti concreti, continuativi e realizzati coinvolgendo i territori e le comunità in cui è presente attraverso progetti educativi, iniziative e interventi dedicati alla tutela e alla rigenerazione degli ecosistemi. Un impegno che si inserisce nel più ampio percorso di sostenibilità dell’Insegna dell’Abete e che prosegue in sinergia con le iniziative già avviate anche insieme al Consorzio Despar Italia, di cui l’azienda fa parte.

Despar Nord, l’impegno per la biodiversità cresce insieme ai territori

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T portate avanti da Despar Nord, insieme al Consorzio Despar Italia, spiccano i progetti “Case delle Api Despar” e “Il Bosco Diffuso Despar” realizzati in partnership con PlanBee. In particolare “Case delle Api” è un’iniziativa nata nel 2025 con l’obiettivo di promuovere la biodiversità e contribuire concretamente a proteggere le api, insetti fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi grazie al loro

ruolo di principali impollinatori. Le attività degli alveari sono monitorate da apicoltori professionisti, che garantiscono il benessere delle colonie e forniscono aggiornamenti periodici sul loro stato di salute. Nei territori di Despar Nord le arnie sono state collocate a Codemondo di Reggio Emilia grazie alla collaborazione tra Despar Nord e l’Associazione Api Libere che ha messo a disposizione alcuni terreni di proprietà per ospitare i nuovi alveari collocati in una zona selezionata per il suo impatto positivo alla flora locale. Il legame con il territorio passa anche attraverso il Bosco Diffuso Despar, iniziativa nazionale avviata nel 2023, alla quale Despar Nord partecipa attivamente. Dopo i 400 alberi piantati tra Veneto ed Emilia-Romagna nelle prime due edizioni del pro-

provincia di Treviso. Salici, querce, trienti. A conferma dell’obiettivo

“Giovanni Pascoli” di Colle Umpiantumazione. I nuovi alberi vanno così ad ingrandire la superficie del “Bosco Diffuso Despar” sui territori di riferimento dell’azienda dell’Abete, portando così a 650 gli alberi che compongono la superficie del Bosco Diffuso Despar.. conferma del proprio impegno, l’azienda ha inoltre rinnovato per il 2025 anche il progetto di riforestazione sostenuto insieme a WOWnature attraverso le linee a marchio Econvivo e Verde Vera

“Alla scoperta della biodiversità”, ratorio didattico presso l’azienda agricola trevigiana Moretto Farm coinvolgendo anche una scuola ni, diverse ma complementari, che raccontano una visione condivisa: proteggere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori e delle comunità che li abitano. Despar Nord ha scelto di farlo, ogni giorno, insieme a chi quei territori

Al via il primo laboratorio didattico sulla biodiversità con Moretto

Farm

bre, all’Interspar di Montebelluna, il primo laboratorio didattico sulla biodiversità promosso da Despar Nord. Il progetto ha coinvolto 38 alunni delle classi terze della scuola primaria “Ugo Foscolo” di San Gaetano – Montebelluna (TV) ed è stato sviluppato con Moretto Farm, api e garantire loro fonti di nettare anche in momenti di scarsità, e ha

protagonisti presentando disegni e lavori ispirati alla visita e completando il percorso con un viaggio tra gli scaffali dedicato alla filiera del miele osservata in azienda. I loro disegni, che raccontano con freschezza e creatività quanto vissuto durante il laboratorio, sono poi stati esposti in una piccola mostra allestita in negozio, per essere condivisi con l’intera comunità e valorizzare il loro impegno. Moretto Farm, fondata da giovani imprenditori è oggi un esempio virtuoso di economia circolare e tutela della biodiversità grazie a produzioni di qualità e prive di chimica. La col-

laborazione con Despar Nord rientra nel progetto “Sapori del Territorio”, che valorizza le eccellenze agricole locali e microlocali. Questo primo laboratorio rappresenta solo l’inizio: nel 2026 Despar Nord

prevede infatti nuove attività con altre scuole e produttori del territorio, per diffondere una cultura ambientale che unisca innovazione, responsabilità e forte radicamento territoriale.

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Tutti e cinque gli ospedali dell’Ulss

Rosa

Un risultato senza precedenti per l’Ulss 3 Serenissima: tutti e cinque gli ospedali della provincia di Venezia hanno ottenuto quest’anno la votazione massima dei 3 Bollini Rosa, il riconoscimento che premia le strutture più attente alla salute femminile. La cerimonia di consegna dei certificati di eccellenza si è svolta oggi a Roma, alla presenza dei rappresentanti della Fondazione Onda.

“Un en plein che ci permette di dire che gli ospedali dell’Ulss 3 lavorano quotidianamente per mettersi al servizio dei cittadini, e in particolare delle donne, e lo fanno meritando il massimo dei voti”, commenta Giovanni Carretta, Direttore sanitario dell’azienda.

I Bollini Rosa vengono assegnati ogni due anni e valutano servizi, attività e progetti dedicati alla salute femminile. Tra i criteri considerati vi sono la presenza di specialità cliniche con percorsi dedicati al genere, l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, l’accoglienza, la degenza, la prevenzione della violenza contro le

donne e la qualità dei servizi offerti. L’assegnazione è validata da un advisory board presieduto da Walter Ricciardi, professore di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che considera anche iniziative e progetti particolari delle strutture.

Sui circa 1.200 ospedali presenti in Italia, solo 145 hanno raggiunto il massimo dei voti. Tra questi ci sono tutti i presidi dell’Ulss 3 Serenissima: Mestre e Chioggia avevano già ottenuto l’eccellenza nel 2023, mentre Venezia, Mirano e Dolo hanno fatto quest’anno il salto dai 2 ai 3 Bollini Rosa. “Fieri del risultato – aggiunge Carretta – ringraziamo tutto il personale che in questi due anni ha operato al meglio. Il network Bollini Rosa non è una semplice competizione: offre alle donne del territorio opportunità concrete come gli (H)Open Day e le (H)Open Week, con servizi gratuiti e percorsi di prevenzione, diagnosi e cura in ottica di genere, e rappresenta uno strumento importante di orientamento per scegliere l’ospedale più adatto alle proprie esigenze”.

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Università: il corso di Medicina in inglese si trasferisce da Padova a Venezia

Sarà Venezia ad accogliere, già dal prossimo anno accademico 2025-2026, il corso di laurea in Medicine and Surgery della Scuola di Medicina dell’Università di Padova. La nuova sede è stata inaugurata questa mattina nella sala dei Novizi dell’Ospedale SS. Giovanni e Paolo, dove le lezioni e i tirocini si svolgeranno stabilmente. Il percorso universitario, interamente in lingua inglese come già avveniva a Padova, verrà trasferito negli spazi dello storico complesso ospedaliero veneziano, dotato in pochi mesi di aule e laboratori attrezzati per le attività didattiche e pratiche. Il numero di studentesse e studenti ammessi al primo anno sarà inizialmente di 100, con un incremento programmato fino a 600 iscritti entro il 2030, segnando un investimento importante nella formazione sanitaria della regione Veneto. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte la rettrice Daniela Mapelli, Luca Zaia, il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato e, per il Comune di Venezia, l’assessore al Sociale Simone Venturini. Presenti anche il presidente della Scuola di Medicina di Padova Angelo Paolo Dei Tos e l’ex assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin.

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A Cavarzere e Cona nasce la rete dei defibrillatori di comunità

ACavarzere e Cona la prevenzione ha preso forma grazie a un’idea semplice e radicale: portare conoscenza, responsabilità e strumenti salvavita direttamente nelle frazioni. L’associazione Il Cuore per Amico ha scelto di partire dal basso, coinvolgendo i comitati di zona e costruendo una rete di defibrillatori che sta già cambiando il modo in cui le comunità vivono la sicurezza sanitaria. Non un progetto teorico, ma un percorso fatto di incontri, impegni precisi e una partecipazione che cresce passo dopo passo.

Fin dall’inizio, l’associazione ha lavorato su più fronti: lezioni nelle scuole, formazione degli adulti e screening cardiologici gratuiti aperti ai cittadini dei due Comuni. L’obiettivo di fondo, però, è ancora più ambizioso: garantire che ogni frazione possa contare su un defibrillatore accessibile a qualsiasi ora, perché di fronte a un arresto cardiaco i primi minuti determinano la possibilità di sopravvivere. Una sfida che richiede risorse e collaborazione, molto più di quanto un singolo gruppo di volontari potrebbe sostenere da solo.

Per questo Il Cuore per Amico ha scelto la strada dell’alleanza con i comitati locali. Come spiega il presidente Giorgio Berto, l’associazione non può sostenere direttamente l’acquisto di tutti i dispositivi, ma può affiancare le comunità con un patto chiaro: ai comitati la spesa per il defibrillatore, all’associazione la teca protettiva, un corso gratuito per formare almeno dieci residenti e uno screening cardiologico aperto a tutta la popolazione della frazione. Una collaborazione trasparente che parte dalla consapevolezza che un DAE disponibile 24 ore su 24 è, a tutti gli effetti, un salvavita collettivo.

Il primo comitato a raccogliere la proposta è stato il XXI Maggio di Boscochiaro, che ha inaugurato il nuovo defibrillatore lo scorso 25 maggio nei pressi dell’ex canonica, punto facilmente riconoscibile e centrale per gli abitanti. Subito dopo, anche il Comitato Cinque Martiri di San Pietro ha concluso l’acquisto del dispositivo, che verrà installato sulla parete dell’edificio che ospita la farmacia. In entrambe le frazioni, l’associazione organizzerà i corsi di formazione e gli screening promessi, coinvolgendo una rete crescente di volontari e cittadini. Il progetto si alimenta grazie all’impegno dei comitati e al lavoro costante dei soci dell’associazione, sostenuto anche dalla “Campagna noci”, iniziativa che permette di raccogliere fondi per acquistare teche, organizzare corsi e mantenere attivi gli screening gratuiti. È una forma concreta di sussidiarietà:

l dolore alla spalla può trasformarsi in un tormento costante, limitando i movimenti più semplici e rendendo impossibili attività quotidiane come vestirsi, pettinarsi o persino abbracciare una persona cara. Spesso, anche il riposo diventa un lusso, con notti insonni causate da fi tte persistenti. Per farlo passare, si prova di tutto: farmaci, fisioterapia, osteopatia, infiltrazioni, senza ottenere un vero sollievo. Ma c’è un motivo preciso per cui nessun trattamento ha funzionato: nessuno ha trattato la vera causa del tuo dolore, cioè la Fascia.

ogni contributo si trasforma in strumenti e competenze che rimangono sul territorio. La rete, nel frattempo, continua a espandersi. Nuovi defibrillatori sono in arrivo a San Giuseppe, la porzione di Cavarzere situata sulla sinistra dell’Adige, e a Cantarana, frazione di Cona. Ogni nuova installazione aumenta la sicurezza di residenti, famiglie, studenti e attività commerciali, creando una mappa sempre più fitta di presidi accessibili e riconoscibili.

Ma il valore del progetto non si misura soltanto dal numero di teche posizionate. Un defibrillatore, da solo, non basta: serve una comunità informata, capace di intervenire, consapevole del proprio ruolo. La forza dell’iniziativa sta proprio in questo intreccio tra tecnologia, educazione e responsabilità condivisa.

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il corpo intero ne risente, provocando dolori muscolari e articolari. Ecco perché trattare la Fascia è fondamentale per risolvere il problema alla radice, piuttosto che limitarsi a tam-

Mirano celebra la Cardiologia interventistica: tra convegni e dirette dalle sale operatorie

Un ricordo, una celebrazione e due giorni di alta formazione scientifica. Le 27esime Giornate di Cardiologia Interventistica Miranese, in programma oggi venerdì 28 e sabato 29 novembre 2025 al Teatro Comunale di Mirano, si confermano uno degli appuntamenti più attesi nel panorama medico regionale. Il cartellone di quest’anno si apre con un momento particolarmente significativo: la consegna di una targa dedicata a Pietro Pascotto, nel decennale della sua scomparsa. A seguire, una lettura magistrale che renderà omaggio agli “eroi della medicina”, figure che hanno segnato la storia della cardiologia. Accanto ai momenti commemorativi, il convegno offrirà sei sessioni di approfondimento rivolte ai professionisti del settore, oltre alla già tradizionale diretta dagli ambienti operatori dell’ospedale di Mirano, durante la quale verranno trasmessi interventi cardiologici in tempo reale. La direzione scientifica è affidata al dottor Salvatore Saccà, responsabile della UOC di Cardiologia dell’ospedale miranese. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Ulss 3 Serenissima, il Comune di Mirano, il GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica), ANMCO Veneto e l’Associazione Cuore Amico.

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Davide Raimondi Fasciaterapeuta, non un semplice fisioterapista, ma un esperto nel trattamento della Fascia, il tessuto connettivo che avvolge muscoli e articolazioni e che, se compromesso, può essere la radice del tuo dolore.

La Fascia è l’organo della coordinazione, il direttore d’orchestra del movimento (insieme al cervello): se non funziona correttamente,

La medicina tradizionale spesso ignora la Fascia. Le diagnosi comuni si concentrano sui sintomi, senza identificare la causa reale del dolore. Esami come RX, TAC e risonanze magnetiche non riescono a rilevare le disfunzioni della Fascia, e di conseguenza, i trattamenti convenzionali finiscono per essere inefficaci o temporanei. Ecco perché tutti continuano a soffrire nonostante le terapie. Il trattamento fasciale è differente. Agisce direttamente sulla causa del dolore, offrendo sollievo immediato, spesso già dalla prima seduta. A differenza di altre terapie, non ha bisogno di manipolazioni invasive o farmaci. Anche nei casi di dolore acuto, il trattamento può essere effettuato lavorando su zone lontane dal punto dolente, riducendo il fastidio in

Molti pazienti arrivano al Fasciaterapeuta anche dopo aver provato di tutto, senza successo. Ma trattando la Fascia, hanno finalmente trovato la soluzione definitiva. Durante la prima visita, si analizza a fondo la storia clinica e si valuta la vera origine del dolore, non solo

La Fascia non trattata può peggiorare il problema fino a renderlo cronico, limitando in modo irreversibile i tuoi movimenti e portandoti a soluzioni drastiche come la chirurgia. Intervenire subito significa evitare complicazioni e liberarsi finalmente dal dolore che sta condizionando la vita.

Il lutto. Era arrivato nel 2008 distinguendosi subito per la sua competenza e disponibilità

Addio al dottor Andrea Bonan, punto di riferimento per l’Oculistica di Mirano e Dolo

Scomparso il dottor Andrea Bonan, figura centrale dell’Oculistica di Dolo-Mirano. Chirurgo apprezzato e medico disponibile, lascia un vuoto profondo ma un esempio professionale duraturo

L’Oculistica del presidio ospedaliero di DoloMirano piange la perdita del dottor Andrea Bonan, scomparso il 26 novembre a 62 anni a seguito di una grave malattia. Laureato e specializzato in Oftalmologia all’Università di Padova, dopo un periodo all’Ospedale di Belluno, il dottor Bonan era arrivato alla struttura di Dolo-Mirano nel 2008, distinguendosi fin da subito per competenza e disponibilità, con particolare inclinazione all’attività chirurgica.

Con l’arrivo del dottor Romeo Altafini alla guida dell’Oculistica, Bonan è diventato un collaboratore insostituibile, contribuendo in maniera determinante al lavoro della squadra. “È stato uno specialista competente e disponibile nei confronti dei pazienti, sempre attento alle loro richieste. Considerava come propria seconda casa il Presidio Ospedaliero di DoloMirano, e in particolare la sala operatoria, dove svolgeva con passione gran parte della sua attività che lo ha portato a operare migliaia di persone”, ricorda il Primario Altafini.

Anche nell’ultimo periodo, nonostante la malattia, il dottor Bonan ha continuato a partecipare attivamente alla vita del reparto, offrendo sostegno e stimolo ai colleghi e dedicandosi alla formazione dei giovani specializzandi. “La sua perdita rappresenta un vuoto incolmabile, ma l’esempio nella ricerca clinica e nella precisione professionale rimarrà come eredità per tutti”, conclude il Primario, esprimendo anche le condoglianze della Direzione dell’Azienda sanitaria.

Tumore al seno, in Veneto 5.200 nuovi casi ogni anno: cure più efficaci grazie alla medicina di precisione

In Veneto il tumore al seno resta la neoplasia più diagnosticata, con circa 5.200 nuovi casi l’anno, ma la sopravvivenza supera il 90% a cinque anni grazie a terapie sempre più personalizzate. Di questo si è discusso al convegno allo IOV di Padova dedicato al tumore metastatico e alla medicina di precisione, nell’ambito della campagna della Fondazione Aiom. Al centro, il ruolo dei test molecolari che hanno rivoluzionato la classificazione del carcinoma, permettendo percorsi terapeutici mirati e nuovi farmaci capaci di superare le resistenze dei tumori ormonosensibili e Her2 negativi. Tra gli strumenti più innovativi emerge la biopsia liquida, esame del sangue che individua mutazioni come ESR1, utile per accedere a terapie di nuova generazione. Garantirne l’accesso, ha sottolineato la professoressa Valentina Guarneri, è una priorità regionale. Il territorio continua intanto a mobilitarsi con iniziative solidali e progetti di supporto alle pazienti

e il nostro Paese

A Padova l’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm per celebrare 75 anni di sostegno a mamme

La Fiera di Padova ha ospitato l’assemblea nazionale del Cuamm - Medici con l’Africa, che quest’anno celebra il suo 75esimo compleanno. Molti gli ospiti d’eccezione, come i cantautori Daniele Silvestri e Niccolò Fabi e innumerevoli volti del mondo politico e religioso. Ma una figura emergeva dalla massa di grandi nomi: Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, con tutto il peso della sua carica istituzionale e la classe di una delle figure più stimate e rispettate del panorama politico nazionale. Nel suo intervento per celebrare i 75 anni di Medici con l’Africa Cuamm, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che l’anniversario rappresenta una ricorrenza felice non solo per l’organizzazione, ma per Padova, per l’Italia e soprattutto per le migliaia di persone che negli anni hanno ricevuto cure, formazione e sostegno grazie ai programmi del Cuamm nei territori più fragili dell’Africa.

Mattarella ha messo in evidenza come il lavoro del Cuamm — svolto in contesti di povertà estrema e bisogno profondo — rappresenti un messaggio di pace e cooperazione in contrapposizione alle guerre, agli egoismi nazionali e alle nuove chiusure che caratterizzano il mondo di oggi. “Tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia e collaborazione”, ha ricordato, definendo l’azione del Cuamm una “preziosa provocazione” al servizio del bene comune. Mattarella ha sottolineato come, negli anni, il Cuamm abbia saputo unire testimonianza e organizzazione, costruendo un ponte di valore tra Italia e Africa proprio mentre i Paesi africani

conquistavano indipendenza e protagonismo. Ha evidenziato inoltre che investire nello sviluppo dell’Africa è strategico per il futuro dell’Europa, richiamando il Piano Mattei e le recenti iniziative internazionali come il G20 di Johannesburg e la conferenza tra Unione Europea e Unione Africana. Il Presidente ha ricordato anche che fu Aldo Moro a riconoscere formalmente il Cuamm come prima ONG sanitaria italiana, valorizzando il ruolo storico dell’organizzazione nel promuovere giustizia, dignità e rispetto della persona. Concludendo, Mattarella ha espresso un augurio: che il Cuamm continui a far crescere la consapevolezza del valore della dignità umana, “inviolabile e universale”, e ha affermato che la Repubblica è grata per questo impegno.

75 anni di aiuti umanitari per un continente che in-

carna i rimorsi dell’Europa coloniale, come ha detto il direttore del Cuamm Don Dante Carraro. Un sostegno che non vuole sostituire ma affiancare l’Africa, come suggerisce il nome dell’associazione. Un messaggio semplice, intenso, pronunciato con emozione e gioia. Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha scelto di lanciare un appello forte e universale: continuare a lottare perché nessuna donna debba morire dando la vita.

Don Dante ha ricordato un dato drammatico: «L’anno scorso in Africa sono morte 260.000 mamme di parto». Una cifra che definisce “uno scandalo che fa male al cuore”, il segno tangibile di una disparità globale che il Cuamm combatte da decenni sul campo, accanto alle comunità più fragili.

Guardando al futuro, Carraro ha sottolineato che questo è il suo augurio più grande: che il lavoro del Cuamm prosegua senza sosta, con la speranza concreta di impedire che tragedie così evitabili continuino a ripetersi. La presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione, ha aggiunto, rappresenta un segnale potente: l’Italia cammina al loro fianco, riconoscendo il valore e la necessità di questa missione umanitaria. “Tanta gente cammina con noi”, ha detto Carraro, ribadendo che la lotta per la salute materna non è una battaglia solitaria, ma un impegno collettivo. Per celebrare l’importante anniversario, la Fiera di Padova ha fatto da cornice a una passerella di grandi nomi della scena pubblica locale e nazionale.

Adolescenti italiani in cerca di conforto nell’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale sta diventando una sorta di rifugio emotivo per quasi la metà degli adolescenti italiani. Secondo la XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio, diffuso da Save The Children, il 41,8% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha cercato supporto tramite chatbot o strumenti digitali nei momenti di ansia, tristezza o solitudine. Oltre il 42% degli intervistati ha chiesto consigli all’IA su decisioni importanti della propria vita, attratti soprattutto dalla sua caratteristica di “non giudicare” (citata dal 12,4% degli utilizzatori). L’uso di queste tecnologie tra i ragazzi è quasi universale (92%), a fronte di un ricorso molto più limitato tra gli adulti (46,7%). Il report mette in luce una crescente fragilità psicologica: solo la metà degli adolescenti dichiara un uso funzionale dei dispositivi, mentre il 47,1% ha subito episodi di cyberbullismo, rispetto al 31,1% del 2018. Inoltre, il 13% manifesta iperconnessione e oltre il 9% si isola volontariamente per motivi psicologici. Emergono differenze significative di genere: il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma tra le ragazze la percentuale scende al 50%, contro il 71% dei ragazzi. Ancora più marcato il divario emotivo: solo il 34% delle adolescenti gode di un buon equilibrio emotivo, rispetto al 66% dei coetanei maschi, uno dei gap più ampi in Europa.

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Nel mese delle festività si moltiplicano i piatti che accompagnano pranzi e cene con famiglia e amici: al primo posto le ricette della tradizione e i sapori più tipici

MINI TORTE SALATE DI SFOGLIA CON ZUCCA E GORGONZOLA

Versioni monoporzione delle classiche torte salate, ideali per essere degustati sia come finger food gustoso o come un secondo piatto. Molto semplici da preparare e si realizzano utilizzando anche una base di pasta sfoglia pronta.

Ingredienti: 500 g di zucca; 300 g di Gorgonzola; 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare; 1 porro; q.b. di Sale Fine; q.b. di Pepe; q.b. di Olio Extravergine d’Oliva; q.b. di timo Preparazione: Pulire la zucca privandola della buccia, dei semi, dei filamenti e tagliarla a cubetti. In una padella con un filo d’olio rosolare il porro tagliato a rondelle. Una volta appassito aggiungere i cubetti di zucca, sala, pepe e fate cuocere fino a quando non risulteranno morbidi. Spegnete e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Foderare gli stampini per tortine con la pasta sfoglia, bucherellando il fondo con uno stuzzicadenti. Versare la zucca con i porri, i cubetti di gorgonzola e qualche fogliolina di timo. Cuocere in forno preriscaldato ventilate a 180° per circa 20-30 minuti

RAVIOLI DI GAMBERI E LIMONE

Un primo piatto della tradizione casalinga da preparare nelle occasioni speciali. Deliziosi ravioli di gamberi e limone: un ripieno raffinato dal gusto delicato

Ingredienti: : 2 Uova; 200 g di Farina 00; 400 g di Code di Gamberi; 280 g di Ricotta; 1 Scorza di Limone; 3 rametti di Timo; q.b. di Sale; q.b. di Pepe Bianco

Preparazione: Mettere in una ciotola la farina. Unite le uova leggermente sbattute e iniziate a mescolare, dapprima con una forchetta poi a mano. Quando l’impasto comincerà a rassodarsi, finite di lavorarlo in modo da ottenere un panetto liscio e omogeneo. Lasciatelo riposare sotto la ciotola capovolta per almeno un’ora prima di procedere con la preparazione. Nel frattempo, pulire i gamberi e tagliateli grossolanamente al coltello. In una ciotola mescolate gamberi, ricotta, la scorza grattugiata del limone, le foglioline di timo, sale e pepe Coprite il ripieno e trasferitelo in frigorifero. Recuperate l’impasto e dividetelo in due parti. Aiutandovi con la macchinetta per la pasta stendete su una delle due sfoglie il ripieno. Coprite con l’altra sfoglia, premendo bene i punti di contatto dell’impasto quindi con una rotella taglia pasta seghettata formate i ravioli.

SPEZZATINO DI MANZO CON CASTAGNE E VINO ROSSO

Ingredienti: 800 g di spezzatino di manzo; 200 g di castagne già lessate o al vapore; 1 cipolla grande; 2 carote; 1 costa di sedano; 1 spicchio d’aglio; 1 bicchiere di vino rosso corposo; 400 ml di brodo (vegetale o di carne); 1 rametto di rosmarino; 2 foglie di alloro, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro; Olio extravergine d’oliva; Sale e pepe q.b.

Preparazione: Tritare finemente cipolla, carote e sedano. Rosolarli in una casseruola con un filo d’olio fino a quando diventano morbidi. Aggiungere lo spezzatino e farlo dorare su tutti i lati. Unire l’aglio schiacciato. Versare il vino e lasciar evaporare l’alcol a fiamma vivace. Aggiungere il concentrato di pomodoro, il rosmarino, l’alloro e il brodo caldo. Coprire e lasciar cuocere a fiamma bassa per 1 ora e mezza circa, mescolando ogni tanto. Unire le castagne negli ultimi 20–25 minuti di cottura. Regolare di sale e pepe. Lo spezzatino dovrà risultare cremoso e la carne tenerissima.

Rubrica a cura di Sara Busato

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CORTINA D’AMPEZZO, BELLUNO

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