Intervento innovativo all’Ospedale dell’Angelo: ricostruita la lingua di una trentenne
del Miranese Nord
Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti
Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza
DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.
La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.
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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico
Polo di aggregazione a Martellago, i lavori non sono ancora stati completati. Il centrosinistra chiede chiarimenti.
A Salzano è attesa la sistemazione della Filanda Romanin Jacur. Parla la project manager Maria Trombetta
L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul
VIA AI CANTIERI PER LA PISTA CICLABILE SCORZÈ–VENEZIA
Approvata la gara d’appalto per il prolungamento della ciclabile che da Trivignano si estenderà fino a Peseggia
Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider REGIONALI, AL VIA LA
Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.
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Le biblioteche si rinnovano
Quattordici biblioteche della Città Metropolitana di Venezia hanno attivato un nuovo servizio di biblioteca digitale sulla piattaforma MediaLibraryOnLine (MLOL), uno dei network più importanti in Italia per il prestito e la condivisione di contenuti digitali attraverso le biblioteche. La rete, di cui fanno parte anche Dolo, Marcon, Martellago, Mirano, Noale, Pianiga, Santa Maria di Sala, Scorzè e Spinea, offrirà agli utenti il prestito digitale di migliaia di titoli che potranno essere scaricati e letti ovunque gratuitamente tramite una App sul rproprio smartphone o tablet oppure sul proprio pc o e-reader. Il nuovo servizio, che mette a disposizione gli ebook di tutti i maggiori editori e gruppi editoriali italiani, va ad affiancarsi alla precedente piattaforma Rete Indaco consultabile dal catalogo Bimetrove che resterà comunque attiva garantendo così ai lettori una scelta vastissima tra novità librarie, classici e titoli messi già a disposizione nel corso degli ultimi dieci anni.
Per accedere al nuovo servizio sarà necessario essere iscritti ad una delle biblioteche aderenti e accedere al portale apposito con le credenziali ricevute. Il prestito ha una durata di 14 giorni ed è consentito scaricare o prenotare due ebook al mese per utente.
A spiegare le novità, l’Assessore alla Cultura della Città di Noale
Claudio Manente: “Il nuovo servizio di Biblioteca Digitale va ad integrare quello di Edicola Digitale che conta già numerosissimi utenti delle Biblioteche del Veneziano. L’accessibilità dell’informazione e la promozione della lettura sono gli elementi caratterizzanti la mission del gruppo Biblioteche del Veneziano che hanno deciso in sinergia di aprire le proprie raccolte fornendo strumenti di condivisione delle risorse e sviluppando nuovi servizi”.
Migliaia di ebook gratuiti, prestito di 14 giorni e
Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.
La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.
Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.
Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.
La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.
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ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.
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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).
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Massimo Tonizzo
Una commissione speciale per l’ex ospedale cittadino
Un’idea destinata a rimettere al centro il destino dell’ex ospedale di Noale arriva da Michele Celeghin, ex primo cittadino della città dei Tempesta e capogruppo della lista civica “Michele Celeghin Sindaco”: un emendamento al DUP 2026–2028 per istituire una Commissione straordinaria chiamata ad aprire una discussione pubblica e partecipata sulla riconversione delle aree dismesse. La struttura, di grande valore storico e identitario, da anni giace inutilizzata nel cuore della città, diventando un vuoto urbano che interroga amministratori e cittadini. Non un fulmine a ciel sereno: già nel primo Consiglio comunale un emendamento approvato all’unanimità – con il sostegno anche di Officina e Civica Democratica – aveva impegnato l’amministrazione a percorrere la strada della partecipazione. La nuova proposta si inserisce in quel solco, sostituendo il “tavolo di trattativa” previsto nel DUP con un organismo regolato dal regolamento comuna-
le, dotato di mandato chiaro, tempi definiti e trasparenza. In altre parole, un luogo istituzionale capace di tenere insieme ascolto, competenze e responsabilità. “Leggo il DUP e vedo apparire improvvisamente parole come ‘accordi pubblicoprivato’ relativi evidentemente a snaturare la destinazione socio-sanitaria degli immobili. È evidente –afferma Celeghin – che l’argomento va affrontato in maniera collegiale. Gli immobili frutto dei lasciti dei noalesi devono mantenere un utilizzo a favore della comunità, evitando le solite speculazioni edilizie”. Parole che segnano il perimetro politico dell’iniziativa: aprire, sì, a modelli di gestione sostenibili, ma senza smarrire la finalità pubblica del bene. Nelle intenzioni del proponente, la Commissione dovrà valorizzare il patrimonio comune, costruire scenari sostenibili e comparare opzioni alternative: servizi socio-sanitari di prossimità, spazi per le associazioni, luoghi per giovani e anziani, funzioni culturali e
formative. Con un principio guida: prima di essere dell’ULSS, quell’ospedale apparteneva idealmente ai noalesi. Da qui l’idea di un percorso che preveda sopralluoghi, audizioni, una mappatura puntuale di proprietà, vincoli e costi, fino a ipotesi progettuali con stime economiche e benefici attesi. L’obiettivo è riportare il confronto alla luce del sole: documenti accessibili, cronoprogramma pubblico, criteri di valutazione esplicitati. Solo così, sostiene il capogruppo, si potrà evitare che la partita scivoli in un negoziato opaco e sbilanciato, dove la parola “valorizzazione” si traduce in rendita immobiliare. Coinvolgere scuole, ordini professionali, mondo del volontariato e Ulss significherebbe allargare il raggio delle soluzioni e rafforzarne la fattibilità. Ma l’ex ospedale è solo uno dei dossier che approderanno in Consiglio. Celeghin porterà anche i disagi creati dal recente taglio ai trasporti scolastici, che ha messo in difficoltà molte famiglie
tra coincidenze saltate e tempi di percorrenza allungati. E tornerà la questione aperta dopo la chiusura dello sportello Inps di Dolo: per ottenere una pratica o una visita, sempre più anziani sono costretti a spostarsi a Mestre, con costi e ostacoli che scoraggiano proprio chi avrebbe più bisogno di assistenza. Urbanistica, servizi, welfare: il filo rosso è la ricucitura tra istituzioni e comunità. La Commissione straordinaria, se nascerà, potrà essere banco di prova di un metodo: decisioni condivise, regole chiare e un esito che restituisca spazi e servizi, favorendo socialità, assistenza e inclusione. Per Noale, l’ex ospedale
Da quattro a tre scuolabus: famiglie in rivolta per attese fino a un’ora
Difficoltà per il trasporto scolastico da e per Noale con la riduzione all’arrivo del nuovo anno scolastico degli scuolabus, che sono scesi da quattro a tre come da delibera di inizio 2025. Le conseguenze si sono viste immediatamente all’apertura delle scuole con ragazzi che si vedono costretti a presentarsi in fermata anche tre quarti d’ora prima dell’effettivo inizio delle lezioni e che al ritorno si trovano ad arrivare a casa anche dopo un’ora abbondante di attesa e viaggio, tra le ovvie proteste dei genitori, che ora chiedono al comune delle risposte precise e una rapida solu-
zione. “Il taglio delle corse - spiega un rappresentante dei genitori - è stato imposto senza nessun confronto con le famiglie e con poco preavviso dall’avvio delle scuole. Molte famiglie hanno dovuto letteralmente rivoluzionare i loro orari mattutini ed i figli a loro volta si trovano con il disagio di intere ore perse settimanalmente al riposo la mattina e alle attività extrascolastiche al pomeriggio. Ovviamente capiamo la riorganizzazione del servizio per ottimizzare le risorse, ma chiediamo che questo non interferisca con la vita delle famiglie e dei bambini. Serve una revisione urgente dei
percorsi, servono corse aggiuntive nelle ore più critiche. Vogliamo sia aperto un tavolo di confronto con i genitori”. Dal sindaco Stefano Sorino arriva la risposta: “Il contratto d’appalto con il fornitore precedente era in scadenza il 30 giugno 2025 e l’appaltatore ha comunicato che non era intenzionato a garantire la proroga. Data quindi l’urgenza di individuare un nuovo fornitore, abbiamo optato per l’affidamento diretto individuando un fornitore disponibile. Si è cercato di ottimizzare i percorsi ma stiamo lavorando per una soluzione affidabile”.(m.t.)
potrebbe tornare a essere non un relitto del passato, ma il cantiere di un nuovo patto civico. Sull’argomento pronta è arrivata l’apertura da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Sorino. Il consiglio comunale di Noale ha dato il via libera infatti ad una commissione straordinaria a riguardo. La prima riunione si terrà prossimamente con l’incarico di studiare la valorizzazione degli spazi dell’ex struttura sanitaria. “Credo che sia una proposta condivisibile – ha dichiarato il primo cittadino - La maggioranza voterà a favore”.
Riccardo Musacco
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Polo di aggregazione, i lavori PNRR non sono ancora stati completati
Cantieri chiusi, invece per asilo nido riforestazione e impianti sportivi
S ono diversi gli interventi pubblici che sono stati realizzati o saranno fatti a Martellago con i fondi Pnrr. Fra i principali c’è la realizzazione di un polo di aggregazione a fini sociali-culturali a Maerne e Martellago capoluogo per il quale è stato assegnato un fondo di 1.540.000 euro. “L’interventospiega il sindaco Andrea Saccarola - interessa le due ex Pro Senectute di via Guardi e via Lazio, è finanziato per 2.500.000 mila euro, in parte con fondi Pnrr e in parte con fondi comunali. I lavori sono iniziati il 28 marzo scorso, stanno proseguendo in entrambi i cantieri. Per quanto riguarda via Guardi è stato realizzato il getto delle fondazioni del marciapiede e, a breve, si procederà con l’installazione delle casserature per il getto delle strutture in elevazione. In via Lazio, invece, sono terminate le
attività di bonifica del materiale contenente amianto e si procederà con la demolizione del fabbricato”. Fondi Pnrr sono stati assegnati anche per l’adeguamento degli impianti sportivi in 2 stralci. Per il primo per il quale sono stati assegnati 1 milione e 117.000 euro, i lavori sono ultimati a luglio 2024 ed è stato approvato il certificato di collaudo tecnico amministrativo, ed è stata presentata la Scia della Pratica di Prevenzione Incendi e quella per l’agibilità al pubblico spettacolo, con coinvolgimento del Coni, pompieri e Usl. Al secondo, relativo al rifacimento della pista di atletica sono stati assegnati 880 mila euro. I lavori di rifacimento della pista sono stati ultimati a fine maggio di quest’anno. L’intervento integralmente finanziato nell’ambito del Pnrr, prevedeva il rifacimento della pista e l’ade-
guamento normativo di alcune pedane oltre alla fornitura di tutte le attrezzature necessarie all’omologazione da parte della Fidal. “Pur non essendo ancora stato avviato il servizio di incremento del numero degli utenti da 50 a 60, previsto a partire dal prossimo gennaio - dice il sindaco - si sono conclusi i lavori di ampliamento dell’asilo nido “Il pulcino” a Maerne, finanziato per 435.600 euro con fondi Pnrr e per 274.400 euro con fondi propri del bilancio comunale. Il nuovo volume è stato realizzato in aderenza al lato ovest dell’edificio esistente e delimitato da ampie superfici vetrate, con aperture che consentiranno ai bambini di avere un rapporto diretto con il giardino esterno nei periodi di bella stagione. A nord si affacciano invece l’aula per attività a tavolino, i servizi igienici e la nuova mensa”. Infine per il progetto di forestazione dell’area di Martellago sono stati assegnati 218.567 euro. L’intervento finalizzato alla sicurezza
Opposizione, scatta l’interrogazione per chiedere chiarezza
Proprio sulla questione dell’avanzamento dei lavori per la realizzazione del polo aggregativo a Maerne e Martellago capoluogo arriva la presa di posizione del consigliere di opposizione Alessio Boscolo che nelle scorse settimane ha presentato una interrogazione ad hoc. “Interrogo il sindaco - spiega Boscolo - per sapere lo stato di fatto delle opere finanziate tramite fondi Pnrr. Si vuol sapere su quale sia attualmente lo stato dei
cantieri e lavori delle opere e se si garantiranno le tempistiche previste”.
“Fra gli obbiettivi previsti - sottolinea per l’opposizione Boscolo - c’era entro il 31 dicembre 2024, l’ erogazione del 30% delle risorse sulla base dei Sal rendicontati da parte dei soggetti attuatori dei Piani degli investimenti per progetti di rigenerazione urbana nelle aree metropolitane e entro il 30 giugno 2026 il: completamento delle azioni di pianificazione integrata nelle
del territorio, intesa come mitigazione dei rischi idrogeologici con interventi di prevenzione e di ripristino, salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, ha interessato una superficie complessiva di circa 5 ettari, con
città metropolitane”. Alessio Boscolo nell’interpellanza ricorda tra l’altro al primo cittadino gli altri step delle opere collegate al Pnrr: entro fine 2022 l’ entrata in vigore del Piano di investimenti per progetti di rigenerazione urbana nelle aree metropolitane; entro settembre 2023 l’aggiudicazione dei contratti pubblici da parte dei soggetti attuatori dei Piani degli investimenti per progetti di rigenerazione urbana nelle aree metropolitane. (a.a.)
la messa a dimora di almeno 1000 alberi per ettaro. I lavori di piantumazione sono terminati a primavera 2023 ed è iniziato il piano di manutenzione quinquennale del bosco. Alessandro Abbadir
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Il consigliere Alessio Boscolo
Focus PNRR/2. Interviene l’ingegner Maria Trombetta, Project Manager
“Le difficoltà maggiori le hanno avute spesso i piccoli Comuni”
“Il Pnrr? In difficoltà sono andati non di rado i piccoli Comuni che non avevano le strutture e le competenze dal punto di vista tecnico, progettuale e gestionale per affrontare una sfida così importante per il loro territorio. Siamo stati però proprio a loro di supporto, aiutandoli a superare via via le difficoltà ”. A dirlo è Maria Trobetta ingegnere edile che partecipa attivamente al pool di lavoro “Progetto 1000 Esperti” come Project Manager Pnrr della Regione Veneto presso la Città Metropolitana di Venezia. “Il Veneto - spiega l’ingegner Trombetta - in questa partita ha avuto una altissima percentuale di finanziamenti intercettati, il 90 % dei casi che si tradurranno in nuove opere e interventi. Si tratta di una percentuale in linea con gli standard delle regioni europee. Lo staff di cui faccio parte è stato istituito oltre 4 anni fa con la nascita del Pnrr, in seguito all’emergenza della pandemia di Covid 19. Fu istituita una cabina di regia in Regione Veneto, guidata dalla dottoressa Vidotti, una cabina di regia regionale che ha sede sia a Palazzo Balbi che in un altro edificio a
Venezia. Io sono stata destinata con altri colleghi all’area del Veneziano. Come esperti abbiamo affiancato quindi Comuni, enti, e la Città Metropolitana di Venezia per poter portare a termine i progetti dando indicazioni sotto diversi aspetti. Lo staff in questi anni ha lavorato completando via via varie fasi previste. Da un lato si è concentrato sul fatto che bisognava aiutare i Comuni o le Province a reperire risorse anche attraverso la corretta adesione ai bandi. Si sono controllati i lavori e le progettazioni, la loro realizzazione. Ora la fase verso cui ci avviamo, dopo la conclusione delle opere che è prevista al massimo per la primavera 2026, è quella della rendicontazione”. Una volta completate le opere infatti per non perdere i finanziamenti sarà importante documentare ed allegare tutto il lavoro fatto, certificando altresì di aver scrupolosamente aderito a tutte le normative e che le opere rientrano in quelle previste dal Pnrr, seguendo tutti i passaggi previsti. Il tutto sarà caricato in piattaforme di gestione entro la data del 30 giugno 2026, per non perdere i finanziamenti europei.
L’ingegner Maria Trombetta
“Non tutte le opere sono proseguite con lo stesso ritmo - conclude l’ingegner Trombetta. Ci sono opere che sono già concluse, altre che si concluderanno nei prossimi mesi. In tanti progetti gli enti locali hanno integrato con fondi propri, i finanziamenti Pnrr“. In alcuni casi i Comuni spesso quelli più piccoli, rendendosi conto che non ce l’avrebbero fatta a concludere i lavori nei tempi utili, hanno preferito rinunciare ai fondi e a programmare e finanziare gli interventi ora, cercando così altre risorse e spostando i lavori più in là nel tempo.
Alessandro Abbadir
A Salzano attesa la sistemazione della Filanda Romanin Jacur
A Salzano l’intervento più rilevante dal punto di vista del Pnrr è il lavoro di restauro della ex Filanda Romanin-Jacur, e all’interno della cosiddetta “Sala della Trattura”, ovvero il grande salone presente al primo piano del corpo di fabbrica della Filanda, con una serie di interventi mirati al suo recupero e la sua rifunzionalizzazione a sala polifunzionale, per un importo complessivo di oltre 2 milioni e 400 mila euro. I lavori sono in corso e termineranno nel 2026. Si tratta di uno degli edifici che potranno avere una nuova vita grazie ai finanziamenti europei. L’obiettivo è farlo diventare uno spazio polifunzionale a disposizione della comunità. Il progetto nasce dalla volontà del Comune di Salzano di dar corso a quanto necessario al raggiungimento alla piena funzionalità e agibilità della “Sala della Trattura” che si trova al piano primo del
corpo centrale della ex filanda. “Il complesso, unitamente alla Villa Donà delle Rose ed al parco, è vincolato e meritava di essere recuperato - ha detto il sindaco del paese Luciano Betteto - e per il quale si avvia una ristrutturazione, consentirà una piena fruizione nell’ambito della rigenerazione urbana. Un edificio in disuso che tornerà a vivere e ad essere punto di riferimento per associazioni e residenti”. Soddisfatto anche l’assessore ai lavori pubblici Claudio Bottacin che ricorda le notevoli difficoltà
nel reperire le risorse finanziarie necessarie per eseguire interventi manutentivi sugli edifici storici del nostro territorio, fondamentali per preservarne l’integrità e il valore culturale. Un ringraziamento per il sindaco Betteto va, poi “ai nostri uffici tecnici che, nonostante i ritardi con cui gli enti superiori che gestiscono i bandi e i conseguenti tempi brevi messi a disposizione dei Comuni per la realizzazione delle numerose pratiche, sono riusciti a portare a Salzano oltre 3 milioni di euro”. (a.a.)
“La fase verso cui ci avviamo, dopo la conclusione delle opere che è prevista per la primavera 2026, è quella della rendicontazione”
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La decisione. La delega viene restituita al sindaco e si apre un caso politico
De Marchi lascia la delega al turismo
Il consigliere Francesco De Marchi lascia la delega al Turismo per mancata convocazione a un evento di settore: tensioni con la collega Mazzetto e imbarazzo nella maggioranza del sindaco Sorino
I l delegato al Turismo di Noale rimette il proprio mandato per una mancata convocazione, e la maggioranza in consiglio si trova ad affrontare una non prevista difficoltà interna. Ai ferri corti sono andati due consiglieri della stessa maggioranza, Francesco De Marchi e Lidia Mazzetto, a causa dell’invito a un convegno a Lazise. Il problema tra i due è nato quando il consigliere delegato al turismo Francesco De Marchi ha improvvisamente rinunciato formalmente alla sua delega perchè, come ha spiegato alla sua maggioranza, non era stato avvertito del fatto che in rappresentanza di Noale a un importante convegno del settore turismo a Lazise non era stato delegato lui ma era andata un’altra consigliera delegata, Lidia Mazzetto, ex vicesindaco con la prima giunta Andreotti, che già a Noale era stata ampliamente criticata nell’ultimo periodo per alcune proteste collegate alla riorganizzazione del trasporto scolastico. “Ho scoperto dal sito del comune - spiega la sua rinuncia lo stesso consigliere De Marchi - che al convegno sul turismo era andata Lidia Mazzetto, che voglio ricordare ha la delega all’istruzione e agli eventi culturali, non al turismo che invece era di mia competenza. Di quel convegno, a cui avrei gradito partecipare perchè si trattava di una serie di incontri incentrati proprio solo sul turismo, ne ho invece scoperto l’esistenza solo successivamente proprio dal sito del comune. Visto quello che è accaduto e il mancato avviso, credo sia opportuno rinunciare a questa delega, dato che il compito mi pare sia già svolto da un’altra persona”. Francesco De Marchi ha comunque subito precisato che la rinuncia alla delega al turismo non comporta nè il lasciare il posto da consigliere nè ovviamente l’abbandono della maggioranza stessa.
Se dalla maggioranza intanto non arrivano commenti, nem-
meno personali da parte della seconda consigliera coinvolta, a intervenire è ovviamente l’opposizione, che segnala negativamente le “marette” tra delegati. “De Marchi - scrive in una nota il gruppo di opposizione Impegno Comune - Consigliere delegato al turismo, ha rimesso la delega al sindaco Stefano Sorino. Si tratta di un
evidente segno di disagio. Spiace constatare che dopo oltre un anno dall’insediamento Noale sia ancora ferma con una maggioranza in difficoltà”. Ai cittadini, però, la questione sembra interessare poco o nulla. “Mi pare sia un problema totalmente politico e poco pratico legato alla visibilità - uno dei primi commenti on-line sulla questione - Noale al convegno era rappresentata da un suo esponente? Sì, ed è questo quello che a mio parere conta. Che poi si sia trattato di un delegato invece di un altro sarà forse il sindaco a dover dare a loro delle spiegazioni su quanto
successo, ma la città era presente e questo è quello che interessa a noi residenti”.
Massimo Tonizzo
Moniego inaugura il nuovo polo per l’infanzia
Festa grande a Moniego per tutta la comunità con l’inaugurazione ufficiale del nuovo Polo e del giardino della Scuola dell’Infanzia “Sacra Famiglia”, dedicato alla memoria di Annamaria Cosmo e Flora Mason. Il nuovo Polo per l’infanzia rappresenta un modello innovativo: una struttura unica che integra servizi educativi e scolastici da 0 a 6 anni, creando un percorso continuo per bambini e famiglie. Questo sistema, nato per condividere risorse, spazi e progettualità, si sviluppa in rete con altri enti del territorio, come biblioteche, associazioni e servizi sociali, così da offrire opportunità educative, sostegno e inclusione. La Regione Veneto ha promosso la nascita di questi poli con la delibera n. 1306 del 14 novembre 2024, istituendo un registro
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regionale per le strutture di eccellenza che coniuga educazione, cura e comunità. La proposta per un asilo nido integrato a Moniego, nata da alcuni anni grazie all’impegno dei residenti e del comune, si era posta come base di partenza l’obiettivo di fornire un ambiente educativo e accogliente che favorisca lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini, contribuendo così al benessere della comunità locale. L’evento di inaugurazione, iniziato con la celebrazione della santa messa e la benedizione degli zainetti dei bambini e ragazzi di tutte le scuole della frazione di Moniego, ha vissuto un momento di forte commozione per il ricordo di Annamaria e Flora, due donne speciali che tanto si sono spese per la Comunità e alle quali la scuola è stata dedicata. Il parroco don Paolo Furlan, e la coordinatrice Laura Bortolato, alla presenza del vice Sindaco Claudio Manente e dell’assessore alle Politiche per il Sociale Lorenza Barina, hanno consegnato un attestato di riconoscimento alle famiglie Cosmo e Mason e a quanti hanno collaborato con la scuola per la manutenzione e il miglioramento dell’Istituto. (m.t)
Francesco De Marchi
La serata. Incontro con Mario Raffaelli per capire cosa significhi costruire la pace
Una serata con l’ex parlamentare
N on è mai semplice parlare di pace senza cadere nella retorica. Lo sa bene Mario Raffaelli, politico, diplomatico e mediatore di lungo corso, che lo scorso 26 settembre è stato a Martellago, ospite dell’associazione culturale Progresso Civico con il patrocinio del Comune, per presentare il suo ultimo libro Si fa presto a dire Pace (Marcianum Press). Il titolo è volutamente provocatorio. “Si fa presto a dire pace” – spiega Raffaelli – perché non basta predicarla o sventolare slogan, marce e firme, per quanto nobili possano sembrare. La pace, al contrario, è un processo lungo e complesso che richiede la costruzione di contesti nuovi: istituzioni solide, garanzie condivise, condizioni economiche favorevoli. In altre parole, strumenti capaci di trasformare il conflitto da scontro armato a confronto politico. Raffaelli parla con cognizione di causa. Da parlamentare, sottosegretario agli Esteri e poi come inviato speciale, ha lavorato in alcuni dei teatri più complessi del mondo: Mozambico, Somalia, Corno d’Africa, Nagorno Karabakh. È stato tra i protagonisti della storica mediazione che nel 1990 portò il governo mozambicano e i ribelli della Renamo a deporre le armi, accanto al cardinale Matteo Zuppi, Andrea Riccardi e Jaime Gonçalves della Comunità di Sant’Egidio. Quel negoziato, spesso citato come “modello Mozambico”, dimostrò che la diplomazia può
davvero cambiare il corso della storia. Non perché i nemici diventino amici, ma perché si crea un equilibrio che consente di restare diversi senza ricorrere più alla violenza. Un metodo che Raffaelli mette a confronto con altre esperienze internazionali, da quelle in Nagorno Karabakh fino al ruolo dell’Italia nel Corno d’Africa. Il libro non è solo memoria, ma anche un avvertimento per il presente. “Gli interessi divergenti non spariscono con gli appelli alla fratellanza” scrive Raffaelli, ricordando che l’Europa ha conosciuto secoli di guerre e solo dopo la Seconda guerra mondiale è riuscita a garantire ottant’anni di stabilità, grazie alla creazione di istituzioni comuni a partire dall’acciaio e dal carbone. “Non siamo di-
ventati più buoni: è cambiato il contesto”. Ecco allora la lezione che l’autore porta a Martellago: la pace non è un’utopia, ma neppure un dono spontaneo. È il frutto di una paziente costruzione collettiva, fatta di diplomazia, compromessi, pressioni economiche e responsabilità politica e in cui l’Europa deve avere un ruolo centrale. Un lavoro che richiede visione e tenacia, lontano dagli slogan e vicino ai dossier concreti. In tempi in cui i conflitti tornano a bussare alle porte dell’Europa, l’incontro con Mario Raffaelli diventa un’occasione preziosa per riflettere sul fatto che la pace, oggi più che mai, non è mai data una volta per tutte, ma va costruita ogni giorno. Riccardo Musacco
A Maerne, avanza il progetto del nuovo supermercato nell’area verde
A Maerne di Martellago i mezzi sono già al lavoro in via Stazione: al posto dell’area alberata sorgerà un nuovo supermercato Lidl. La notizia riaccende una frattura che in paese cova da mesi. I comitati denunciano la perdita di un polmone verde e accusano la proprietà e l’azienda di non aver ascoltato la comunità: “Lidl non ha ritenuto utile rispondere a oltre 2.200 cittadini che hanno firmato per mantenere almeno un ricordo di quell’area”, ricordano dal comitato, richiamando le politiche europee sulla sostenibilità e il principio del consumo di suolo zero. Il terreno, già di Agostino Busatto, scomparso a marzo, ospitava una fascia alberata poco curata ma con esemplari di pregio: su questo il consiglio comunale aveva approvato una mozione per salvare almeno alcune piante. Il sindaco Andrea Saccarola rivendica un risultato: “Trattando con la proprietà siamo riusciti a ottenere che si salvino otto alberi dell’area privata in cui si costruirà. Il resto erano arbusti nati spontaneamente. Va ricordato che si tratta di un accordo di vendita tra privati anche se una parte è e resterà comunale dove sorgerà il parcheggio, aperto e comodo perché prossimo alla stazione”. Una posizione che però non convince l’opposizione. “La proprietà non ha trovato una controparte determinata,” attacca il consigliere Alessio Boscolo. “Non è solo una vicenda tra privati. È sembrato un ‘porte aperte’ a Martellago. Ci auguriamo che almeno questo serva a risolvere la annosa criticità idraulica lì presente in via Cavino”. Intanto il cantiere avanza. E con esso il confronto, non solo su un progetto commerciale, ma su quale idea di città debba prevalere tra esigenze di sviluppo e tutela del verde urbano. (r.m.)
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Mercato settimanale, si cambia disposizione dei banchi
AMartellago cambia il volto del mercato settimanale. Dal 10 ottobre tredici banchi su settanta lasceranno la storica cornice di piazza Bertati per trovare posto nella vicina via Friuli. La decisione è stata annunciata dal sindaco Andrea Saccarola, che sottolinea come la nuova disposizione miri a rendere l’esperienza di acquisto più scorrevole e soprattutto più sicura, sia per i visitatori sia per gli operatori. Le attività coinvolte sono quelle di articoli per la casa e per la persona: dai banchi di borse e ombrelli a quelli di tendaggi, intimo, abbigliamento e calzature, fino agli espositori di cinture e biancheria. Una riorganizzazione che non toglie nulla all’offerta complessiva, ma che redistribuisce meglio gli spazi. “Si tratta di un processo che è iniziato tre anni fa su una richiesta degli ambulanti stessi - spiega l’assessore al Commercio Lionello Endrio Corò - si trovavano in difficoltà in piazza perché un po’ tagliati fuori anche per il calo di lavoro e ci hanno chiesto uno spostamento. Abbiamo fatto una cosa partecipata con loro, con i cittadini e con tutti i commercianti vicini. All’inizio erano un po’
dubbiosi, ma dopo hanno accettato tutti. Sarà comunque un’azione partecipata e sperimentale per sei mesi”. Il rovescio della medaglia riguarda la viabilità. Qualche disagio per automobilisti e residenti è inevitabile. “Saremo presenti sul posto - insiste Corò - sarà una questione di abitudine, abbiamo strade alternative per quanto riguarda la viabilità, via Trento, via Roma, un po’ di disagio iniziale ci sarà perché sicuramente qualcuno non sarà stato avvisa-
to, però siamo lì proprio per affiancare i cittadini”. “Per me - conclude Corò - la disposizione così è molto più lineare, è stata molto apprezzata all’epoca e già adesso a chi ne stiamo parlando la nuova disposizione dovrebbe piacere. L’inizio come sempre fa sempre paura, le qualsiasi novità fa paura, ma per me non dovrebbero esserci problemi. Ad ogni modo saremo lì per intervenire anche per eventuali modifiche”.
Riccardo Musacco
Il Comune sempre più attivo nel campo della sicurezza
Martellago rafforza il presidio del territorio: con oltre cento telecamere è oggi il Comune più sorvegliato del Miranese. Lo ha ricordato il sindaco Andrea Saccarola nel partecipato incontro sui furti in abitazione tenutosi nelle scorse settimane. Sono 16 i dispositivi leggono le targhe alle principali porte d’accesso, 72 sono di pura videosorveglianza, 12 proteggono le scuole e 5 le isole ecologiche. Nel pacchetto sicurezza anche mobilità e decoro: varati il Piano urbano del traffico, quello delle ciclabili e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Sostituiti 4.458 punti luce con Led di ultima generazione e creati attraversamenti pedonali luminosi, con ampliamento della rete e rifacimento della segnaletica. Quattro le rotatorie: in corso i lavori tra via Morosini e Castellana, a breve quelle con via Fornace e all’ingresso degli impianti sportivi; davanti al cimitero di Maerne intervento cofinanziato al 50% dalla Città metropolitana. Sul fronte operativo partiranno servizi fino alle 22 con nuove moto, autovelox automatici in alcune vie e un presidio notturno interforze su Miranese e Riviera; l’invito è a denunciare anche i tentati furti. La Protezione civile (342 5055389) ha ricordato il numero h24. Presentata la nuova polizza comunale: più tutele — assistenza animali, furto al bancomat, responsabilità civile fino a 5 mila euro — costo a 69 euro, prima erano 25 ma in agenzia, normalmente il costo sarebbe intorno ai 200 Euro. Il Controllo di vicinato, il più storico del Miranese e ormai quasi capillare, si riunisce con assiduità al centro civico di Olmo. Per la protezione civile comunale, il responsabile Cristiano Serena ha offerto consigli pratici, Raffaella Stellon ha richiamato la forza del vicinato attivo. Chiusura della serata con le risposte del comandante Stefano Sorato: “La sicurezza si costruisce insieme”, ha concluso il primo cittadino. (r.m.)
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La polemica. L’associazione e i comitati contestano i magazzini vicino all’oasi
Scontro sull’ex Fornace Cavasin: Legambiente contro il progetto
Preoccupazioni per l’impatto ambientale, il traffico pesante e il consumo di suolo. Dura accusa al Comune per il mancato dialogo e il silenzio sulla proposta di gestione dell’Oasi
Ex Fornace Cavasin è’ scontro aperto a Salzano fra Legambiente i comitati Fronte dell’Oasi Lycaerna e il Comune sul progetto di realizzazione di magazzini destinati al deposito e stoccaggio merci nella zona che si trova nelle vicinanze dell’area ambientale.
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L’Oasi è un’area parte della rete Natura 2000 europea ed è riconosciuta come Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale, una zona protetta, sottolineano Legambiente e il Comitato di importante valore per la biodiversità, ed in particolare per il ripopolamento dell’avifauna selvatica. All’interno sono presenti specie di uccelli stanziali e migratori che utilizzano l’area come sito di riproduzione e sosta. Ma ecco la questione nel dettaglio. “Legambiente e il Comitato “Fronte dell’Oasi Lycaena”- spiegano gli attivisti in un comunicato congiunto - che rappresenta i cittadini di Salzano, intendono ribadire, le proprie perplessità in merito a questa proposta.
I nostri dubbi riguardano gli impatti che un’opera di questo tipo potrebbe avere sul delicato ecosistema, sia sulla sostenibilità e sull’aumento del traffico pesante che deriverebbe dallo stoccaggio
merci. I cittadini di Salzano siano informati in maniera chiara e trasparente”. “L’Oasi Lycaena deve - continuano i comitati - essere considerata un bene comune. Per questo chiediamo qualora gli enti sovraordinati come Regione, Città Metropolitana di Venezia, Soprintendenza delle belle arti e paesaggio concedessero la variante urbanistica richiesta dal Cst Logistica Trasporti S.r.l. per il progetto, è necessario vengano previste le necessarie opere di mitigazione a tutela dell’ambiente naturale specialmente della salute della cittadinanza che vive nelle aree limitrofe. Se questo progetto dovesse prevedere un consumo di suolo ulteriore rispetto ai fabbricati già esistenti ciò si inserirebbe in un contesto di già fragilità idrogeologica”. Poi un attacco diretto al Comune di Salzano. “Sottolineiamo
- concludono - come il confronto avuto con il sindaco Luciano Betteto non abbia ancora portato risposta, nonostante la manifestazione di volontà, presentata ufficialmente a luglio 2025 da Legambiente e dal Comitato “Fronte dell’Oasi Lycaena” di prendersi in carico la gestione dell’Oasi. La richiesta indirizzata al sindaco e ai funzionari della Città Metropolitana di Venezia, proprietaria dell’area, senza però aver ricevuto alcun riscontro. Teniamo ad evidenziare che ci risulta come la convenzione che la Città Metropolitana di Venezia ha sottoposto all’attenzione del Comune di Salzano non è minimamente onerosa e non prevede aggravio economico”. Insomma lo scontro sulla vicenda rischia di tenere infuocato il dibattito politico ancora per mesi.
Alessandro Abbadir
Avis, tutti i premiati della sezione salzanese
Si è tenuto a Salzano a inizio ottobre in Sala San Bartolomeo in Casa della Comunità per i festeggiamenti della Giornata del Donatore dell’Avis. E’ stato festeggiato anche con il Presidente Lucio Zamengo, la sua 100esima donazione. Con la benemerenza in rame: Nicoletta Anna Bertoldo, Riccardo Bison, Jamila Cocco, Anne Kall Dos Anjos Riccardo Masiero, Eros Mognato, Christian Morello, David Piazza, Martina Solivo, Gianni Spolaore. Con la benemerenza in argento Valentina Artuso Niccolò Bellini, Davide Casadoro, Sandro Libralesso, Sara Longo, Alberto Meneghello, Sara Pellizzon, Michele Piccinin, Eros Ragazzo, Elisabetta Saija Nicolò Stevanato, Mirco Vanin, Andrea Zorzetto. Con la benemerenza in argento dorato: Nicoletta Bolgan, Nathalie Francescato, Massimiliano Stocco. Con la benemerenza d ‘oro: Roberto Busato Maria Pavan, Stefano Pellizzon, Mariagrazia Peron, Stefano Scavezzon, Mattia Vergerio, Paolo Zerbetto. Con la benemerenza d’oro con rubino: Diego Agnoletto, Francesco Gambin, Christian Lamon, Gianluca Morelli, Andrea Pellizzon, Emanuele Semenzato, Denis Vaccaro, Matteo Vecchiato. Benemerenza in oro con rubino con
diamante: Umberto Balbo. I nuovi iscritti sono: Massimiliano Abbagliato, Monica Badalin, Alessandra Caldato, Giulia Chinellato, Gabriele Cuogo, Alice De Marchi, Martina De Santis, Francesco Iodice, Yari Lazzarin, Lisa Manganaro, Diana Masiero, Sofia Preo, Elisabetta Scapin, Francesca Scattolin, Alisea Sofia, Federico Spinello, Agnese Stevanato, Giulia Zamengo. (a.a.)
Il maltempo sferza l’area del miranese
Afine settembre il maltempo è imperversato per l’ennesima volta nell’area del Miranese con un fortissimo nubifragio costringendo i residenti alla conta dei danni. I Comuni più colpiti sono stati quelli di Mirano, Salzano, Spinea, Martellago e Noale e anche Scorzè. Le strade si sono trasformate in fiumi con case e negozi allagati. Sono caduti complessivamente dai 40 agli 80 millimetri d’acqua, che si sono concentrate in poche ore. Sono state oltre una cinquantina nel miranese le chiamate al 115, oltre una ventina gli interventi dei pompieri, altre decine di interventi sono stati fatti da parte delle protezioni civili dei vari Comuni. Sono andate sott’acqua strade, sottopassi abitazioni scantinati e seminterrati e anche attività commerciali e produttive con danni e stop delle produzioni. Senza contare gli inevitabili problemi alla viabilità il presidente della Regione uscente ha dichiarato lo stato di emergenza ed è partita così ufficialmente la conta dei danni per una even-
tuale richiesta risarcimenti.
Tra Martellago e Salzano si è registrata la situazione più difficile con il sottopasso di via Cavino che è rimasto chiuso per alcuni giorni. Nel territorio del Comune di Salzano sono andate sott’acqua una quindicina di strade con interventi in case per allagamenti in una decina di case. C’erano soprattutto diversi garage e piani terra allagati in via Oberdan. Via Villetta era completamente sommersa dall’acqua, con il rischio di finire nel fossato per chi non conosceva la strada. A Mirano insieme alle abitazioni sono andate sott’acqua però anche alcune attività produttive come un panificio- pasticceria in via Porara, che è rimasto allagato per la sesta volta nel giro di 18 mesi, e una vetreria in via Pigafetta, allagata per la seconda volta in un mese e per la quarta volta in un anno. Nel dettaglio poi si nota come a Mirano capoluogo sono andare sott’acqua ancora una volta le zone che erano finite allagate anche le volte precedenti in cui
c’erano stati dei nubifragi: l’area di via Wolf -Ferrari, quella di via Porara, quella di via Gramsci. A Noale sono andare sott’acqua via Ongari, via della Cerva, Piazza Don Antonio Bordignon, via Capitelmozzo, via Mondini, via Casoni, via Nievo, via Prati, via Giacomelli, via Piave. Si sono subito attivati i Coc, i Centri operativi comunali della Protezione civile. Gruppi di volontari si sono mossi subito in soccorso della po-
polazione, dove venivano richiesti interventi, in particolare per la distribuzione di sacchi di sabbia e per prosciugamenti. Nei giorni successivi il sindaco della città Metropolitana Luigi Brugnaro ha incontrato i sindaci del territorio dell’Unione dei Comuni Miranese presieduta dal sindaco di Salzano Luciano Betteto, e si sono discusse le strategie da affinare in caso di nuove emergenze. Alessandro Abbadir
Scolo Piovego e Rio Roviego saranno messi in sicurezza È terminata nel 2023 la prima parte dei lavori che hanno riguardato la realizzazione di una condotta in via Liguria a Salzano che consente di deviare parte delle portate generate dal bacino a nord di via Roma direttamente al fosso del cimitero mediante anche la pulizia e risezionamento del fossato di guardia di via Circonvallazione ( la strada provinciale n.35).“ A fine settembre è ufficialmente partita - spiega l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Salzano Claudio Bottacin - la seconda fase dei lavori di “difesa e messa in sicurezza del territorio da rischio idrogeologico-idraulico”. Questi nuovi ed ultimi interventi riguarderanno il ripristino della derivazione dal rio Roviego, un intervento teso al ripristino di una vecchia derivazione esistente che alimentava il fossato di via Cà Marcello e quindi lo scolo Piovego. Questi interventi, in sinergia, contribuiscono a un sistema idraulico più resiliente ed efficiente, in grado di rispondere alle sfide poste dagli eventi idrologici e dalle esigenze future del territorio. I lavori sono stati affidati alla ditta Canuto S.r.l. con sede a Silea (Tv). Il costo complessivo dell’intervento è di circa 174.000 euro, di cui circa 96.000 euro dalla Regione Veneto. “Ci auguriamo - spiega il sindaco Luciano Betteto - che questo intervento possa portare benefici concreti e visibili, restituendo al parco uno dei suoi elementi più caratteristici e amati dai cittadini. Attendiamo con fiducia un riscontro positivo, consapevoli dell’impegno messo in campo per raggiungere questo risultato”. (a.a)
Cantieri. Presto il via ai lavori che collegheranno la città a Venezia lungo un percorso sicuro e sostenibile
Via Ponte Nuovo, la pista ciclabile di Peseggia diventa realtà
L a pista ciclabile di via Ponte Nuovo a Peseggia di Scorzè sta finalmente per diventare realtà. Dopo anni di attese, la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori si è conclusa positivamente, aprendo la strada all’avvio dei cantieri. Un intervento molto atteso dalla cittadinanza, che consentirà ai ciclisti di percorrere in sicurezza un tratto finora sprovvisto di infrastrutture adeguate, collegando il territorio di Scorzè direttamente con il Comune di Venezia attraverso un itinerario ciclabile integrato con la rete esistente nella vicina municipalità di Chirignago-Zelarino.
Il progetto prevede la realizzazione di circa un chilometro e mezzo di nuovi percorsi ciclabili in tre Comuni: Venezia, Martellago e Scorzè. Attualmente, infatti, la pista che collega Trivignano a Venezia si ferma all’inizio di via Ponte Nuovo. Con il nuovo intervento, il tracciato sarà prolungato in due direzioni: verso Martellago, lungo via Morosini, e lungo la prosecuzione di via Ponte Nuovo, in direzione di Peseggia. Un piano di mobilità che cittadini e amministrazioni attendono da almeno dieci anni della Città Metropolitana di Venezia, ente responsabile dell’opera. Il Comune di Scorzè, in particolare, aveva più volte sollecitato l’intervento, sottolineando la necessità di mettere in sicurezza una strada stretta e molto trafficata, utilizzata quotidianamente. Al termine dei lavori, la via sarà percorribile in tutta tranquillità anche in sella a una bicicletta, riducendo sensibilmente i rischi e favorendo una mobilità sostenibile e meno inquinante.
La conclusione della gara d’appalto, avvenuta a fine settembre, segna dunque un passo decisivo: i lavori, secondo le previsioni, dovrebbero iniziare entro la fine di ottobre. L’amministrazione comunale guarda con entusiasmo al cantiere e alle prospettive di connessione che offrirà alla comunità.
“Finalmente potremmo andare in bicicletta a Venezia correndo in sicurezza su una pista ciclabile. Il collegamento significa poter andare all’ospedale, all’Auchan, in piazza Ferretto a Mestre, sul Ponte della Libertà... tutto in bicicletta. - ha scritto il sindaco di Scorzè Giovanni Mestriner in un post su Face-
book - Occorre ringraziare davvero Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia e Metropolitano e i suoi collaboratori: Brugnaro a differenza dei suoi predecessori ha dimostrato di preoccuparsi di un intero territorio e non solo del proprio Comune. È un grande risultato, per Peseggia, per Gardigiano e per tutto il nostro Comune”. Parole che sintetizzano bene l’entusiasmo e la soddisfazione per un progetto capace di unire territori, favorire la mobilità lenta e rendere finalmente sicura una via tanto importante quanto attesa dai residenti.
TAF Scorzè, un 50esimo anniversario da record
Un’annata speciale per la Taf Scorzè: nell’anno in cui ricorre il 50esimo anniversario della storia del movimento di tiro alla fune scorzetano, nato inizialmente come semplice gruppo di appassionati, arrivano alcuni eccellenti risultati. L’ultimo di questi, registrato ai campionati mondiali che si sono tenuti dal 4 al 7 settembre a Nottingham, in Inghilterra, dove la squadra di Scorzè ha guadagnato un prestigiosissimo quarto posto. Altrettanto si può dire dei traguardi conseguiti nei mesi precedenti: il 5 luglio, la squadra vince il 70esimo titolo italiano nella categoria 600 kg mista (composta da 6 uomini e 2
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donne), mentre il 19 luglio a Noventa di Piave arriva un altro titolo nazionale, vinto nella categoria 620 kg maschile. A completare l’annata memorabile, oltre alla consegna del premio San Marco ricevuto lo scorso 25 aprile, anche la Coppa Italia nella categoria 600 kg mista, aggiudicata nell’ultima stagione. Un orgoglio per la storica società, e per il suo presidente Pietro Cappelletto, che ringrazia gli sponsor e i sostenitori, oltre ad esprimere ovviamente la più grande riconoscenza agli atleti e allo staff per l’impegno e lo spirito di squadra dimostrati, “Ingredienti indispensabili per ottenere gli obiettivi e rinnovare la storia di questa blasonata società”. I componenti della TAF di Scorzè sono: Giacomo Aiolo, Davide Bellio, Chiara Berto, Maurizio Berto, Elvis Bortolin, Evans Boscolo, Nicola Cappelletto, Pietro Cappelletto, Giorgio Cappelletto, Matteo Di Dio, Simone De Rossi, Michel Fanchin, Alessia Marcato (della TAF Le Rondini), Stefania Miele, Giulio Panighel, Dritan Preci, Giorgio Rizzante, Giacomo Secchi, Dylan Sartor, Nicolò Silvestri, Mauro Tonetto, Maksym Zagnyeg. (d.g.)
Davide Grosoli
L’iniziativa. Oltre 120 volontari e 30 mezzi impegnati nei sette comuni del Distretto
Protezione Civile in azione: due giorni di esercitazioni nel miranese
S ette gruppi comunali, 120 volontari impegnati e oltre trenta mezzi operativi. Sono i numeri dell’esercitazione che ha coinvolto, il 27 e 28 settembre, l’intero Distretto del Miranese della Protezione Civile. Due giornate di simulazioni, addestramenti e momenti di formazione per rafforzare la capacità di risposta dei volontari, chiamati spesso a intervenire in situazioni critiche come quelle degli allagamenti.
Il Distretto del Miranese riunisce i gruppi di Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè e Spinea, tutti partecipanti all’iniziativa congiunta. Quest’anno il punto nevralgico dell’esercitazione è stato nel Comune di Scorzè, in Piazza Donatori di Sangue, dove è stato allestito il campo base. Qui, nella mattinata di sabato, si sono ritrovati tutti i volontari per la formazione delle squadre operative, poi distribuite sui vari scenari di emergenza simulati. Gli
organizzatori hanno spiegato che le squadre sono state composte da membri appartenenti a gruppi diversi, in modo da favorire la conoscenza reciproca e lo scambio di competenze. Nonostante la pioggia, gli interventi sono partiti regolarmente, concentrandosi sui principali rischi del territorio, in particolare quelli di tipo idraulico. Le simulazioni hanno previsto un’ampia gamma di attività: taglio alberi a Noale, monitoraggio argini a Mirano, utilizzo di idrovore a Scorzè e Martellago, pompe idrauliche in azione a Salzano, mentre al campo base i volontari si sono esercitati nel montaggio e smontaggio delle tende pneumatiche. Nel corso della mattinata si è svolto anche un modulo formativo dedicato a Gps, cartografia e topografia, organizzato in collaborazione con tre gruppi cinofili della provincia di Venezia. Le squadre sono poi rientrate al campo base, dove erano state predisposte le tende
per la notte, la sala radio, la segreteria operativa e la cucina da campo. Dopo la cena, per chi ha deciso di trattenersi anche durante la notte, è stato proposto un corso di primo soccorso a cura della Croce Gialla di Spinea. “È importante formare i volontari, addestrarli alle varie procedure di emergenza, ed è importante farlo tutti assieme, per
Campello Motors svela nella sua sede la nuova Jeep Compass
Tra tradizione e innovazione, la nuova Jeep Compass è andata in scena con una spettacolare presentazione nella sede mestrina di Campello Motors, svelata davanti a un pubblico numeroso. Presente all’evento anche Novella Varzi, alla guida del mercato Jeep Italia, che ha ricordato la doppia anima del marchio: americano per nascita, profondamente italiano per visione industriale. Dopo il caso Avenger, disegnata a Torino e incoronata Car of the Year, anche la nuova Compass nasce al Centro Stile di Torino e sarà prodotta a Melfi: una scelta che valorizza una filiera da oltre 5.000 addetti e una cura del dettaglio tutta italiana. Per Cam-
pello Motors la serata è anche l’occasione per ribadire il radicamento sul territorio: sei sedi operative tra Mestre (due), Mirano, Padova, Vigonza e Monselice, 14 marchi rappresentati e un’estensione nel mondo delle due ruote. Un modello d’impresa che, sottolineano dall’azienda, punta su serietà, affidabilità e solidità, ingredienti che fanno da cornice al debutto di un modello definito “inizio di un nuovo capitolo”, non un semplice restyling.
La nuova Compass riprende un linguaggio stilistico più pulito, in continuità con Avenger, e lo traduce in proporzioni più razionali: più spazio a bordo, finiture curate, assistenza
uniformare le unità operative e sperimentare le attrezzature dei vari gruppi – ha detto Paolo Michieletto, coordinatore del Distretto – Ringrazio il Comune di Scorzè che ha messo a disposizione gli spazi, tutte le amministrazioni del Distretto, che hanno contribuito anche finanziariamente, senza il loro contributo sarebbe stato impossibile”.
alla guida di ultima generazione. In gamma, già ordinabili in anteprima, il Mild Hybrid da 145 CV e la versione Full Electric con autonomia dichiarata fino a 500 km; sono in arrivo il plug-in e il ritorno della trazione integrale, da sempre fiore all’occhiello del marchio.
Domenica, sono proseguite le esercitazioni con nuovi scenari d’emergenza fino all’ora di pranzo, seguiti dai saluti conclusivi dalle operazioni di smontaggio del campo, a chiusura di due giornate intense che hanno confermato lo spirito di collaborazione e la professionalità dei volontari del Miranese.
Davide Grosoli
“Sul fronte mercato - spiega Luca Dal Mas, responsabile commerciale della sede Campello Motors di Mestre Terraglio - il posizionamento annunciato “da 39.900 euro” apre la porta a un pubblico più ampio: dal nucleo familiare al cliente giovane, con l’aspirazione a diventare prima e unica auto di casa. I primi esemplari sono attesi tra novembre e l’inizio del nuovo anno, ma gli ordini non mancano già in questa fase di preview”. In uno scenario competitivo reso più duro dall’avanzata dei marchi cinesi, Compass sceglie la via dell’identità: un SUV che unisce tradizione e innovazione, prestazioni e sostenibilità, con radici italiane e ambizione globale.
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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza
In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così
I candidati/1. Centrosinistra compatto
dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,
Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto
Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.
“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.
Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione
passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.
L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.
ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.
I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani
Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.
“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.
Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.
Alberto Stefani
Giovanni Manildo
I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia
Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”
F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.
I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come
la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.
“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro
la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-
si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,
senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.
I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione
Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo
La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente
autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.
Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure
domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri
pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-
vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.
Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano
Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”
Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”
“N
oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.
“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il
metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila
euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.
Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.
“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-
stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.
Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.
L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani
Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto
Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”
Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.
Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-
atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.
“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.
“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-
ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.
Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-
pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.
Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-
to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.
Madeleine Palpella
Simone Contro, referente M5S in Veneto
L’iniziativa.
nuovo festival con
direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi
L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità
Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”
L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale
Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?
L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,
dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.
A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?
Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.
Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.
Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.
Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.
Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?
La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.
Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?
Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,
ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?
Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-
portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.
In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?
La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.
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A cura di Vincenzo Gottardo
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Infine,
Francesco Vidotto
Matteo Strukul
Alessia Gazzola
Futuro
Sostenibile: Giovani protagonisti al Summit del Mare
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“Dalla
parte dei giovani: 17 obiettivi per un mondo sostenibile. Giovani protagonisti del futuro –Educazione, Innovazione, Partecipazione”
i giovani e metterli al centro delle politiche locali», menta
prossimo 17 ottobre. Nato nel 2022, il
del litorale. «In un momento storico così
costa veneta il litorale più sostenibile d’Italia, il cui atto nale si terrà nella prima spiaggia veneta, con l’obiettivo di mettere al centro le nuove generazioni considerate le vere protagoniste del cambiamento, portatrici di idee innovative e promotrici di una cultura della sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. «Il turismo deve essere una risorsa per tutti e siamo molto eri di questo progetto di Costa, arrivato alla quarta annualità con 450 stakeholders coinvolti, 80 Awards consegnati, e tanti progetti locali sviluppati nel litorale. Anche quest’anno l’obiettivo che ci siamo pre ssati è importante per la nostra comunità: coinvolgere sempre più
li, generare valore, stimolare idee, creare opportunità», aggiunge Alberto Ballarin, assessore del Comune con delega al turismo. «Coinvolgere attivamente le nuove generazioni, offrendo loro possibilità di crescita personale e professionale, è una s da che non possiamo rimandare. Rendere i nostri territori non solo più accoglienti per i visitatori, ma soprattutto più vivibili e stimolanti per chi li abita tutto l’anno, è la chiave per invertire la rotta. Continuiamo ad impegnarci af nché le future generazioni rimangano nei territori e non siano costrette a cercare altrove quello che qui non riescono a trovare: prospettive, ducia, futuro».
è distinto anche durante il Summit del Mare.
«Attraverso il progetto virtuoso del “Patentino” abbiamo formato oltre tremila cittadini di tutte le età, costruendo un modello di formazione che ha saputo unire competenza e identità locale», continua l’Amministrazione comunale di Cavallino-Treporti. «Con oltre 45 appuntamenti tra corsi e seminari che prenderanno avvio con il mese di novembre, quest’anno abbiamo voluto dare l’opportunità a tutti di avvicinarsi alle progettualità della Costa veneta con il Summit del Mare».
Il Summit del Mare, ti, rappresenterà anche il primo degli eventi aperti alla
La crescita. Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide
L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre
DCon l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali
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ne per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-
forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali. gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-
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in Austria, casa madre di Despar
entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:
il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto
di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.
Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?
Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.
decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita
cità di adattamento in uno scenario
Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini
Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?
Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e
confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.
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All’Angelo ricostruita la lingua di un’infermiera trentenne con tessuti del suo stesso braccio
La medicina moderna ha un nuovo, straordinario successo: all’ospedale dell’Angelo di Mestre una giovane infermiera, Sara Trocani, ha visto ricostruita la sua lingua con un lembo del proprio braccio in un intervento durato sette ore e mezza, restituendole la possibilità di parlare, gustare e muovere la lingua come prima.
La diagnosi era spietata: carcinoma squamoso alla lingua, una neoplasia da asportare con urgenza. Ma Sara, trent’anni, infermiera e testimone di interventi simili durante il suo percorso di studi, si è trovata dall’altra parte, quella del paziente. “Mi sono disperata – racconta – perché temevo di non tornare più a parlare”. E invece, grazie a una chirurgia di altissima specializzazione guidata dal primario di Otorinolaringoiatria Doriano Politi e dal chirurgo plastico Eugenio Fraccalanza, la metà anteriore della sua lingua è stata rimossa e sostituita con un lembo libero rivascolarizzato prelevato dall’avambraccio sinistro. Questa tecnica microchirurgica, che consiste nel collegare arterie, vene e nervi del lembo al collo per garantire vitalità e sensibilità al nuovo tessuto, ha permesso di ottenere risultati sorprendenti: a distanza di pochi mesi dall’intervento, Sara ha riacquistato gusto, movimento e capacità di eloquio. “Sembra un miracolo, ma è il frutto della scienza e della collaborazione multidisciplinare”, spiegano i medici. Il percorso è stato arduo anche dal punto di vista psicologico, spiega Politi: “Ho imparato, grazie a Sara, che la comunicazione della diagnosi deve essere più attenta e umana. Per questo sto frequentando un corso specifico per migliorare il modo di annunciare cattive notizie”. Una riflessione nata da trent’anni di esperienza in oncologia e dalla forza di una giovane donna che ha saputo trasformare
la paura in coraggio. Originaria della Sardegna e laureata all’Università di Padova, Sara lavora al pronto soccorso tra Mestre e Treviso. “Ho affrontato radioterapia, chemioterapia e riabilitazione. È stato difficile diventare paziente dopo essere stata infermiera. Ora però guardo avanti: voglio tornare a fare sport, studiare lingue, viaggiare e vivere pienamente il mio lavoro”.
La sua storia è un messaggio di speranza per chi affronta la malattia: “La forza la si trova anche nei momenti più bui. Io ho scoperto una resilienza che non conoscevo, e voglio condividerla”.
Dolo, raddoppia la chirurgia robotica con il nuovo Da Vinci
Inaugurato da pochi giorni ma già a pieno regime, il secondo sistema di chirurgia robotica Da Vinci della ULSS 3 Serenissima rappresenta un nuovo capitolo nella sanità pubblica del Veneto. Dopo l’esperienza consolidata all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, la tecnologia robotica approda anche all’Ospedale di Dolo, dove medici e operatori sanitari stanno già eseguendo interventi complessi con il supporto di braccia meccaniche di ultima generazione. Il robot è stato installato il 9 settembre e già dal 10 settembre sono iniziati gli interventi. Gli orari di utilizzo sono intensi: dalle 8 alle 20, per interventi “in elezione”, cioè programmati. A guidare le operazioni è l’équipe della Chirurgia generale diretta dal dottor Mario Godina, affiancata da quella di Urologia guidata dal dottor Agostino Meneghini, con il supporto della squadra di Anestesia e Rianimazione diretta da Lorella Altafini e dagli infermieri di sala operatoria coordinati da Alberto Natin. Il sistema Da Vinci consente di affrontare operazioni complesse in ambiti come urologia, ginecologia e chirurgia oncologica (pancreas, fegato, stomaco, intestino), garantendo un livello di precisione irraggiungibile dalla mano umana. Il nuovo robot sarà utilizzato non solo da Dolo, ma anche da Chioggia e Mirano, mentre Mestre e Venezia continueranno a fare riferimento al Da Vinci dell’Ospedale dell’Angelo. Si rafforza così una programmazione multicentrica che valorizza le sinergie e rende la tecnologia realmente al servizio di tutti.
Tecnologia. Realtà virtuale e manichini iperrealistici per formare in sicurezza medici e operatori sanitari
Mestre, inaugurato il nuovo centro per la simulazione in emergenza-urgenza dell’Ulss 3
Un ambiente che riproduce fedelmente le situazioni più critiche dell’emergenza sanitaria, con manichini in grado di reagire come persone reali, una regia separata da vetri e sistemi di registrazione per analizzare ogni gesto, e persino la possibilità di entrare nella scena attraverso visori di realtà virtuale. È la nuova sala per la simulazione in emergenza-urgenza inaugurata dall’Ulss 3 Serenissima al Padiglione Rama di Mestre: un centro all’avanguardia destinato alla formazione di medici, infermieri e operatori sanitari, ma anche di professionisti esterni, enti e associazioni che operano nel settore. “Con questa struttura – spiega la direttrice Elisabetta Spigolon – potenziamo ulteriormente l’attività dell’Area Formazione Risorse Umane, in particolare nel campo dell’emergenza-urgenza. Qui gli operatori possono mettersi alla prova, in sicurezza, in scenari che riproducono le situazioni reali di soccorso, imparando a reagire prontamente e a lavorare in team”.
Nel centro, ogni esercitazione viene videoregistrata e analizzata nel debriefing finale: un momento di confronto che consente ai partecipanti di rivedere insieme le proprie azioni, migliorando sia le competenze tecniche (come intubazioni o rianimazioni) sia le cosiddette non technical skills, cioè comunicazione, gestione dello stress e capacità decisionali. “È un po’ come il simulatore di volo per i piloti – spiegano i dottori Gianluca Vianello e Giulia-
no Iadicicco –: un addestramento sicuro, ripetibile e di altissima efficacia, che aumenta la preparazione dei professionisti e la sicurezza dei pazienti”.
Tra le aree di specializzazione più innovative c’è quella dedicata alla simulazione neonatale: manichini iperrealistici capaci di piangere, muoversi, cambiare colorito e reagire come un neonato vero, per esercitazioni che coinvolgono il personale in scenari complessi da sala parto o pronto soccorso pediatrico.
La nuova sala è stata progettata come spazio polivalente e modulare, per adattarsi a diversi tipi di corsi e metodologie di simulazione. “Abbiamo curato la massima flessibilità – spiega la geometra Patrizia Tammone, responsabile tecnica del progetto – per rispondere a tutte le esigenze formative dell’Azienda sanitaria”.
Durante la presentazione al direttore generale Edgardo Contato, la dottoressa Spigolon
ha illustrato l’attività dell’Area EmergenzaUrgenza della UOSD Formazione Risorse Umane SFeRiS: ogni anno vengono realizzate quasi 200 edizioni di corsi base e retraining, 30 corsi intermedi per operatori dell’emergenza e 15 corsi avanzati rivolti a personale del Suem 118, dei Pronto Soccorso e delle Sale parto. A questi si aggiunge il corso METAL, riconosciuto a livello nazionale, dedicato a chi lavora in reparti non intensivi per riconoscere precocemente il paziente critico, oltre a corsi su guida sicura, sicurezza in acqua e uso di autorespiratori, spesso in collaborazione con i Vigili del Fuoco.
Il nuovo centro, operativo anche con aule dislocate a Chioggia, Dolo, Mirano e Venezia, rappresenta oggi uno dei poli formativi più avanzati del Veneto.
Tra le novità più recenti c’è l’introduzione di visori di realtà virtuale e sistemi di intelligenza artificiale, impiegati per la formazione immersiva nell’ambito del Progetto transfrontaliero AidMire, coordinato scientificamente dal primario Biagio Epifani. Grazie alla piattaforma Involve XR by Lumeto e ai visori Metaquest 3, gli operatori possono trovarsi nel cuore di scenari complessi di maxi-emergenza, controllati in tempo reale dagli istruttori in regia.
“Con la realtà virtuale – conclude la direttrice Spigolon – il nostro centro raggiunge il livello più alto di formazione: un passo decisivo verso un sistema sanitario sempre più preparato, innovativo e sicuro”
Al via la campagna vaccinale in Veneto contro i virus stagionali
Con l’arrivo dei mesi più freddi, il Veneto si prepara a fronteggiare la stagione dei virus respiratori, che ogni anno colpiscono migliaia di persone. Influenza, COVID-19, rinovirus e virus respiratorio sinciziale richiedono precauzioni semplici ma efficaci, soprattutto per chi è più vulnerabile. Gli esperti consigliano di lavarsi spesso le mani, usare soluzioni disinfettanti quando acqua e sapone non sono disponibili, evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, starnutire nel gomito e non riutilizzare fazzoletti sporchi. Fondamentale anche mantenere almeno un metro di distanza da chi manifesta sintomi come febbre, tosse o raffreddore, e prestare attenzione ai più piccoli evitando luoghi affollati. Mascherine e isolamento volontario in caso di sintomi respiratori restano strumenti preziosi per limitare la diffusione dei virus.
La vaccinazione rimane la difesa più efficace contro complicanze gravi, non solo respiratorie ma anche cardiovascolari. In Veneto, è possibile vaccinarsi contro l’influenza e il COVID-19 a partire dal 1° ottobre. Per i bambini più piccoli, invece, prosegue la campagna per proteggere i neonati e i bimbi nel primo anno di vita dal virus respiratorio sinciziale. Per chi desidera un appuntamento rapido, le ULSS regionali hanno organizzato due giornate speciali di vaccinazione: sabato 25 ottobre e sabato 29 novembre 2025. Durante questi “Vax Day” sarà possibile ricevere contemporaneamente i vaccini contro influenza e COVID-19, una pratica sicura che garantisce una protezione tempestiva.
Vaccinazioni e informazioni sono disponibili dal proprio medico di base, in farmacia o presso i servizi vaccinali delle ULSS. Per i più piccoli, i vaccini sono somministrati dal pediatra o nei servizi vaccinali territoriali; i neonati nati da ottobre possono ricevere la protezione direttamente in ospedale.
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tempestivamente eventuali lesioni maligne. Chiama per prenotare gli speciali pacchetti a tariffa dedicata.
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Dir. San.: Dott. Stefano Puggina
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Ottobre
Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine
FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO
Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.
Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe
Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva
PASTA CON CREMA DI BROCCOLI
Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare
TORTA DI MELE E RICOTTA
Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta
Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.
Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata
Rubrica a cura di Sara Busato
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