Un amore che salva due vite, l’incredibile storia del trapianto di rene a Padova
del Camposampierese Est
Marco Dolfin:
“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
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Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
L’INVERNO DEMOGRAFICO SI ABBATTE SUL VENETO NASCITE IN COSTANTE CALO,
LA POPOLAZIONE INVECCHIA
Luci e ombre nella provincia padovana. Nei comuni del camposampierese, come Trebaseleghe, si combatte per tenere aperte le scuole e attrarre nuove famiglie
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
MANCA POCO ALLA FIERA DEI MUSSI DI TREBASELEGHE
Dal 29 agosto all’8 settembre un ricco programma tra tradizioni, sport, gastronomia e musica
MANILDO LANCIA LA SFIDA PER IL VENETO: “CREARE FUTURO, ALTERNATIVA CONCRETA”
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
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CDalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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Nessuno spreco
Assicurati che i rubinetti di casa siano dotati di frangigetto per diminuire la quantità di acqua in uscita senza diminuire la resa.
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Controlla la presenza di eventuali perdite dai rubinetti e dagli scarichi del wc. Un rubinetto che gocciola può perdere fino a 5 litri al giorno.
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Condanna per l’atto vandalico alle panchine
Qualche settimana fa, due panchine nel parcheggio di via Enrico Fermi a Trebaseleghe, accanto alle scuole comunali, sono state imbrattate con bombolette spray. Non si tratta di panchine qualsiasi: quelle panchine erano state sistemate e decorate nel 2024 dai ragazzi del progetto “Ci Sto A(f)fare Fatica!”, un’iniziativa rivolta ai giovani per educarli al senso civico, alla cittadinanza attiva e al rispetto del bene comune. I messaggi colorati riportati sulle panchine parlavano di pace, solidarietà e impegno contro la violenza sulle donne.
“Un gesto cretino, espressione di stupidità e codardia – ha commentato con fermezza il sindaco Antonella Zoggia –. È un insulto al lavoro dei nostri giovani, un’offesa ai valori che questa amministrazione cerca ogni giorno di coltivare. Chi compie atti simili non merita di far parte della nostra comunità”.
Le indagini sono già in corso. La Polizia Locale e i Carabinieri stanno esaminando le registrazioni delle telecamere presenti nella zona per risalire ai responsabili. Anche sui social non si è fatta attendere la reazione dei cittadini, molti dei quali segnalano da tempo il degrado del piazzale: luogo di ritrovo serale, spesso teatro di schiamazzi, sporcizia, bottiglie rotte, auto parcheggiate fuori dagli spazi e incuria generale. “È facile distruggere – ha aggiunto il sindaco – ma costruire richiede cuore, impegno e senso civico. Chi ha scelto di rovinare il lavoro fatto con passione dai nostri giovani, dovrà assumersi le proprie responsabilità. La comunità non starà a guardare in silenzio. Chi ha sbagliato venga a chiedere scusa e a rimediare: ne va del rispetto di tutti”.
Redazione Padova
Trebaseleghe, Zoggia: “Un gesto codardo contro i valori della nostra comunità”
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Viabilità. Ottenuti 2,5 mln di euro per il secondo stralcio con il quale si arriverà fino a via San Giuliano
Terminato il primo stralcio dei lavori di messa in sicurezza di via Roma sud Sp34
Anche se inaugurata da poco, l’opera della messa in sicurezza di via Roma sud - primo stralcio - che prevedeva l’allargamento della carreggiata, realizzazione della pista ciclopedonale, realizzazione della fognatura nera e sostituzione della rete idrica nel tratto della strada, nei 2 anni di lavori non sono mancate difficoltà e complicanze. Il costo complessivo dell’intervento al termine dei lavori è ammontato a 2.618.000,00 euro, di cui 1.350.000 euro a carico dell’Ente gestore Bacino Brenta ed Etra SpASb, mentre per i lavori di modifica e ampliamento dei sottoservizi connessi
al ciclo idrico integrato dal valore di 1.268.000 euro sono stati destinati a carico del Comune di Borgoricco, per i quali sono stati ottenuti i cofinanziamenti della Regione del Veneto e della Provincia di Padova rispettivamente di 300.000 euro e 200.000 euro, per l’allargamento della sede stradale e realizzazione del percorso ciclopedonale.
Ripercorrendo le tappe, per quanto riguarda i prossimi lavori - secondo stralcio - che, a febbraio era stato firmato un accordo fra la Provincia di Padova e i Comuni di Borgoricco e Campodarsego grazie al quale sono
stati ottenuti 2.500.000 euro a fondo perduto, la seconda parte dei lavori prevede il completamento e il collegamento mediante pista ciclopedonale lungo tutto il Cardo massimo, succedendo all’ultimazione del Decumano massimo avvenuto durante il precedente mandato, con l’intervento lungo via Desman.
“L’inaugurazione della prima parte appena terminata - dichiara il Sindaco Pedron Gianluca - oltre alla valorizzazione della gloriosa storia del graticolato romano, Borgoricco compie un grande salto nel futuro, verso la sostenibilità, la sicurezza e
Elena Cavazzina è Miss Graticolato Romano
Crederci sempre, questo è il motto di Elena Cavazzina, 21 anni di Tribano. Lo scorso anno, arrivata seconda nella medesima manifestazione, pochi giorni fa Elena Cavazzina, nel teatro del centro culturale Aldo Rossi a Borgoricco, è stata incoronata come miss Graticolato Romano, allo storico concorso di bellezza andato in scena all’interno della sagra del Pomodoro, organizzata dalla Pro
loco e condotto dallo storico duo Enrico Pegoraro e Fabiola Dalla Bona. Il vicesindaco Riccardo Michelazzo, alla fine dell’esibizione, ha incoronato al primo posto Elena Cavazzina, al secondo posto miss Proloco Borgoricco Giada Dalan, 19 anni di Camposampiero, terza posizione miss Valigeria Roncato Julia Bellati, 15 anni di Mirano e quarta posizione miss Centuriazione Rete Casa
Shantel Nicole Fields, ventenne italo - americana di Borgoricco. Impegnato a Roma, il parlamentare ed ex sindaco Alberto Stefani si “scusa” per non essere stato presente al momento delle premiazioni: “Dispiace non essere con voi - dice -. Il concorso celebra bellezza eleganza e personalità, valorizzando la meravigliosa scenografia del teatro Aldo Rossi. Un ringraziamento ad organizzatori,
l’avanguardia infrastrutturale. Un ringraziamento a tutti gli attori che hanno permesso la realizzazione di tutto questo e un ringraziamento an-
che alla Vice Presidente della Regione Veneto Elisa De Berti”.
“Un’opera strategica integrata frutto della collaborazione tra istituzioni con una buona visione d’insieme amministrativa - sottolinea il vicesindaco con delega ai Lavori Pubblici Riccardo Michelazzo - che, grazie al prossimo completamento del secondo stralcio, verrà permesso il collegamento trasversale partendo da Padova, fino ad arrivare ai confini con la provincia di Venezia. Un’opera, dunque, che disegna il futuro di Borgoricco, più sicuro, più connesso e più sostenibile”.
Endrius Salvalaggio
giuria e pubblico per mantenere viva una tradizione che unisce comunità, cultura e spettacolo. Auguro alle concorrenti un’esperienza ricca di emozioni, con l’augurio di sentirsi se stesse, con semplicità e autenticità”. “Non mi sembra vero di essere arrivata prima alla manifestazione di miss Graticolato Romano - ha detto Elena Cavazzina -, il mio sogno però è quello di diventare una presentatri-
Inaugurazione della prima mostra fotografica di Silvano Coletto
In una mattinata ricca di eventi alla 48ma Sagra del Pomodoro di Borgoricco, presso le sale del centro culturale Aldo Rossi, è stata inaugurata con grande emozione di familiari, amici ed amministratori, la prima Mostra Fotografica “Silvano Coletto”. Silvano Coletto nato il 3 marzo 1947 a Villanova di Camposampiero, nel 2012 si è trasferito nel Comune di
Borgoricco, dove, con gentilezza e disponibilità si è fatto conoscere dalla Comunità. Per tutta la sua età lavorativa è stato un abile falegname fino al raggiungimento della pensione. La passione per la fotografia però, lo ha accompagnato per tutta la sua vita. Non amava le foto in posa, ma coglieva l’attimo, oppure aspettava che quell’attimo accadesse per fotografa-
re i paesaggi in cui la luce colorava gli scatti e li illuminava. Sapeva cogliere l’essenza delle piccole cose che nelle foto raccontano, a chi le guarda, di sentimenti, colori e bellezza. Il sole, la luna, la pioggia, il vento, la luce sono elementi costanti che ispirano e cambiano la vista del paesaggio, rendendo poesia le foto impresse nell’obiettivo. Persona riservata e di poche
ce oppure una conduttrice televisiva, sfilare per importanti brand”. (e.s.)
parole, ma coerente a tutto quello in cui credeva, che fosse la sua famiglia, il lavoro, la politica e le sue passioni. “Un signore d’altri tempi fra gentilezza, disponibilità e passione - ha spiegato il vicesindaco Riccardo Michelazzo -. Una mostra ed un concorso fotografico per tener vivo il ricordo di Silvano e dare continuità alla sua grande passione: la fotografia”. (e.s.)
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Emergenza
natalità. Classi prime che non si formano, identità locali a rischio
Trebaseleghe contro il declino: il Comune sfida la crisi delle nascite
ATrebaseleghe, piccolo comune del Padovano, il calo delle nascite non è più solo un dato statistico, ma una realtà che si riflette nei corridoi vuoti delle scuole, nei plessi delle frazioni che rischiano la chiusura, e nelle comunità locali che vedono affievolirsi il ricambio generazionale.
“Una scuola che chiude non è solo un servizio che si perde, ma un presidio sociale che si spegne”, avverte il sindaco Antonella Zoggia. In questa intervista esclusiva, racconta le misure messe in campo e la sfida di costruire una comunità viva, nonostante i numeri.
I dati demografici mostrano un calo delle nascite: che strategie sta mettendo in campo il Comune per contrastare il declino demografico?
“Anche Trebaseleghe registra un calo delle nascite, in linea con la tendenza nazionale, pur mantenendo un buon rapporto tra anziani e giovani. Si tratta di una dinamica sociologica complessa che un Comune da solo non può invertire, ma stiamo facendo la nostra
parte: viene attivata ogni misura che possa sostenere le famiglie, e in particolare la maternità. Come incentivi scolastici, bonus maternità, contributi per gli asili nido e i centri estivi, sostegni per gli affitti”. Il problema si ripercuote anche nelle scuole?
“Sì, il calo di nascite si riflette direttamente sull’organizzazione del sistema scolastico locale: nel capoluogo, siamo passati da cinque a quattro classi prime, ma la situazione è ancora più delicata nei plessi della scuola primaria delle frazioni – Sant’Ambrogio, Silvelle e Fossalta – dove essendoci un’unica sezione, negli ultimi anni, tre classi prime non si sono formate per mancanza di numeri. La formazione delle classi non dipende dal Comune, ma dalle norme scolastiche nazionali: 15 è il numero minimo di bambini previsti per far partire una classe prima, con alcune eccezioni in caso di disabilità. Il rischio è di arrivare alla chiusura di plessi storici che, oltre a fornire un servizio educativo, rappresentano un presidio sociale e culturale
per le nostre comunità locali. Da amministratore considero questa perdita molto più grave rispetto al risparmio economico per cui vengono accorpate le classi. Una scuola che chiude è un pezzo di identità e di solidarietà che si perde”.
Ci sono politiche specifiche per incentivare le giovani coppie a mettere su famiglia nel territorio?
Agevolazioni economiche per i neogenitori?
“Il Comune aderisce a tutte le misure regionali e statali disponibili, diffondendole con una comunicazione puntuale e facilitandone l’accesso. Il vero investimento che stiamo facendo come Amministrazione è sulla qualità della vita: scuole nuove grazie a 18 milioni di investimenti PNRR, riqualificazione urbana, spazi pubblici pensati per famiglie, equilibrio tra servizi e aree residenziali tranquille, coesione sociale e sicurezza”.
Come il Comune sta affrontando il problema dello spopolamento di alcune aree del territorio?
“Trebaseleghe non vive un calo di popolazione. Anzi, abbiamo
mantenuto stabilità anche durante il periodo Covid, attestandosi su 13mila abitanti. Il problema è il calo delle nascite, che si fa sentire nelle frazioni dove si rischia la chiusura di servizi educativi per l’infanzia. La sfida è più educativa e sociale che demografica in senso stretto”.
Esistono progetti per attrarre nuove famiglie o cittadini da altre città o paesi?
“Sì, il nostro modello punta a
Nascite in crescita nella Ulss 6 Euganea: segnali di fiducia ritrovata
Dopo anni di incertezza legati alla crisi economica e alla pandemia, arriva un segnale di speranza dalla provincia di Padova: il numero delle nascite torna a crescere. Nel 2024, gli ospedali dell’Ulss 6 Euganea hanno registrato un vero e proprio record, con 3.106 bambini venuti alla luce, 171 in più rispetto all’anno precedente, pari a un aumento del 6%.
Un dato che testimonia non solo
un’inversione di tendenza demografica, ma anche una rinnovata fiducia delle famiglie nel futuro. L’aumento delle nascite è diffuso in tutto il territorio. Agli Ospedali Riuniti Padova Sud, nel corso del 2024, si sono registrati 901 parti, in crescita rispetto agli 895 del 2023. A Camposampiero, dove si concentra il maggior numero di nascite dell’intera Ulss, i nuovi nati sono stati 1.329, contro i
1.198 dell’anno precedente, con un incremento netto di 131 unità. Anche a Cittadella il trend è positivo: 876 neonati nel 2024, contro gli 842 del 2023. Dietro a questi numeri c’è il lavoro quotidiano e altamente qualificato degli operatori sanitari: medici, ostetriche, pediatri e anestesisti che garantiscono assistenza, sicurezza e umanità nei percorsi nascita. La qualità dell’accoglien-
za nei reparti, unita all’organizzazione efficiente dei servizi, sta rafforzando la fiducia delle famiglie e rendendo gli ospedali padovani un punto di riferimento anche per i territori limitrofi. L’obiettivo, ora, è consolidare questo segnale positivo nel 2025, alimentando un clima sociale ed economico favorevole alla natalità. Un trend demografico in crescita, infatti, non è solo un in-
rendere Trebaseleghe attrattiva coniugando qualità dei servizi, sicurezza, vivibilità e identità. Non vogliamo essere considerati solo una periferia: ci impegniamo a essere una comunità riconoscibile, accogliente, con scuole moderne, servizi efficienti e un territorio che non ha perso il suo legame umano. È questo mix che può convincere nuove famiglie a scegliere di vivere qui”.
dicatore sanitario, ma anche uno specchio della salute complessiva di un territorio e della speranza con cui le persone guardano al futuro. (s.b.)
IDRAULICI – CALDAIE – POMPE DI CALORE – CLIMA
Sara Busato
Antonella Zoggia
L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
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Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Camposampiero
L’ordine del giorno. Visentin:
“Ogni giorno muoiono bambini, donne e malati. È tempo di agire”
Il comune chiede la fine della guerra a Gaza
I
l Consiglio Comunale di Camposampiero ha approvato un ordine del giorno che chiede la cessazione immediata delle ostilità nella Striscia di Gaza e il rispetto del diritto umanitario internazionale. Una presa di posizione chiara, in linea con i principi della Costituzione italiana e con lo Statuto comunale, che riconosce la pace come diritto fondamentale dei popoli.
Il documento si apre con il riconoscimento della tragedia del 7 ottobre 2023, quando Hamas ha compiuto un attacco armato contro la popolazione civile israeliana, provocando oltre mille morti, numerosi feriti e centinaia di ostaggi. In risposta a quell’azione, lo Stato di Israele ha dato avvio a una campagna militare su larga scala nella Striscia di Gaza. Accorato l’intervento della capogruppo di “Camposampiero Più – La città che vive”, Eleonora Visentin: “Non possiamo tacere - dice -. Vivere nella nostra quotidianità, sedersi a tavola e guardare i nostri figli non è più possibile senza pensare a quella disperazione, a quel apocalisse umanitaria. Non è più guerra: è punizione collettiva, è annientamento di un popolo che muore di fame, di sete, di bombe”. Visentin ha chiesto con forza che l’Italia eserciti ogni possibile pressione politica e diplomatica sul governo israeliano per sbloccare immediatamente l’accesso agli aiuti alimentari e affidarne la gestione alle organizzazioni internazionali. Ha infine invocato
un cessate il fuoco duraturo e una soluzione politica al conflitto.
Anche il consigliere Angelo Giacomazzi è intervenuto con un’analisi storica e geopolitica. Ha ricordato che la questione palestinese ha origini ben precedenti al 7 ottobre e che la disperazione alimenta il fondamentalismo. Ha sollevato interrogativi sull’operato dell’intelligence israeliana e denunciato il sistematico accanimento contro il sistema sanitario palestinese. Il consigliere ha portato all’at-
tenzione dell’aula l’esperienza dei “Sanitari per Gaza Veneto”, gruppo nato in risposta alle atrocità documentate sul campo.
Endrius Salvalaggio
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Un nuovo traguardo per lo sport cittadino
Sancito lo storico sodalizio, guidato da Marco Salvalaggio, il Tennis Club Lotario Monti, che ha inaugurato i nuovi spogliatoi e la nuova club house presso il Centro Sportivo di Via Giorgione a Camposampiero. Si tratta di un ulteriore tassello nel progetto di valorizzazione iniziato alcuni anni fa con la copertura del campo 2, la realizzazione della club house attigua ai vecchi spogliatoi, la sistemazione dell’area esterna e, più recentemente, con il terzo campo in cemento che si è aggiunto ai due in terra rossa. Al taglio del nastro il sindaco Katia Maccarrone ha ringraziato la società per il forte impegno nella realizzazione di importanti e costosi investimenti, con cui hanno saputo valorizzare l’impianto comunale del tennis in modo significativo.
Da più di mezzo secolo a Camposampiero il Tennis Club Monti rappresenta lo “sport dei gesti bianchi” con intraprendenza e spirito imprenditoriale, avendo sempre quale obiettivo principale la promozione del tennis alla cittadinanza di Camposampiero ed in particolare ai giovani tutti. “L’inaugurazione della nuova club house è la testimonianza di una collaborazione fra pubblico privato che funziona. Non posso che ringraziare il direttivo del Tennis Club Monti per gli ingenti investimenti economici e per la passione e tenacia con cui promuove il tennis, soprattutto tra i giovani” sottolinea l’assessore allo sport Attilio Marzaro.
Il Comune di Camposampiero, proprietario dell’area, sostiene il club con un contributo annuo per il settore giovanile, uno dei fiori all’occhiello del Monti, che vanta una validissima e frequentata scuola del tennis. Con la realizzazione dei nuovi spogliatoi si libera lo spazio della vecchia club house che, dall’autunno, verrà messa a disposizione dell’associazionismo per corsi e attività fisica leggera. (e.s.)
Eleonora Visentin
Santuari Antoniani. Un addio colmo di gratitudine e nuovi inizi
Salutati con affetto della comunità padre Valentino e padre Nicola
Qualche settimana fa l’Amministrazione Comunale di Camposampiero, insieme alle realtà parrocchiali ed associative della Città di Camposampiero, ha voluto rivolgere un sentito ringraziamento ed un saluto ufficiale a Padre Valentino Maragno, da 12 anni rettore dei Santuari Antoniani e guardiano del Convento, e a Padre Nicola Zuin, da cinque anni direttore della Casa di spiritualità. Dal prossimo settembre padre Valentino andrà al convento e Basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari di Venezia, lo ha deciso il Capitolo Provinciale Ordinario che si è tenuto proprio a Camposampiero nel mese di aprile e ha definito numerosi spostamenti e nuove nomine. Gli succederà come rettore Fernando Spimpolo, già parroco di Sant’Antonino all’Arcella di Padova e poi dalla Comunità S. Francesco di Monselice.
Nicola Zuin, direttore della Casa di Spiritualità dal 2020, sarà trasferito a Longiano (Forlì-Cesena). Al suo posto arriverà p. Antonio Bertazzo.
“Padre Valentino è stato un riferimento importante per Camposampiero ed il territorio. Sono tantissimi i progetti – sottolinea il sindaco Katia Maccarrone – i momenti, le intense relazioni di questi anni. Come Comune lo ringraziamo in particolare per la
rete di aiuto sociale verso i più fragili di cui è stato un grande promotore. Con padre Nicola Zuin la collaborazione è stata altrettanto preziosa. I Santuari Antoniani sono una realtà imprescindibile e fondamentale per la nostra città. Salutiamo entrambi con affetto e grande stima, per la loro preziosa opera ma soprattutto per la loro umanità”.
Con riconoscenza padre Valentino Maragno incoraggia i presenti ad essere “in-
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stancabile pellegrini di fede e di speranza, continuando a camminare insieme, con il vangelo nel cuore e la carità nelle opere”.
“Con i piedi per terra e lo sguardo verso al Signore, nostra comune meta, vi saluto tutti e, dalla bella Basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, dove dal prossimo settembre mi trasferirò, vi ricorderò al Signore” conclude frate Valentino Maragno. Endrius Salvalaggio
Un programma in bike immersi nel verde
“Visit Camposampierese 2025” è un progetto di valorizzazione dell’Alta Padovana che, partito nel 2023, ha saputo conquistare il pubblico con un ricco cartellone di eventi e visite guidate. Cittadini e turisti avranno nuovamente l’opportunità di immergersi nel cuore della
storia, della cultura e del paesaggio locale nella fascia oraria dalle 19:30 alle 22:30. Tutti i percorsi sono accessibili, con tracciati semplici e adatti anche a ciclisti non esperti. È obbligatorio dotarsi di bicicletta in buono stato, giubbetto catarifrangente e luci funzionanti. Ogni serata prevede una piacevole pausa conviviale lungo il tragitto e la firma della manleva all’arrivo. Dal 13 settembre al 26 ottobre, sono previsti 15 appuntamenti tra visite guidate a piedi e in bicicletta e approfondimenti culturali. Un’occasione unica per riscoprire le tradizioni e l’autenticità di questa affascinante area del Veneto. “Visit Camposampierese” rappresenta uno strumento fondamentale della strategia di rebranding e sviluppo di tutta l’area del Camposampierese, che punta a consolidare il turismo lento, in forte crescita negli ultimi anni accanto al turismo business. (e.s.)
L’intervista. Il consigliere regionale leghista traccia un bilancio di fine legislatura
Pan: “Agricoltura, eccellenza veneta da non penalizzare con folli politiche green”
I
n questa legislatura in fase di conclusione, Giuseppe Pan, capogruppo di Liga Veneta per Salvini Premier in Consiglio Regionale, parla anche del settore primario e di ambiente. Due temi molto importanti e correlati, su cui porta l’esperienza sia da assessore regionale all’Agricoltura che da docente di agronomia.
Consigliere, l’agricoltura è uno dei fiori all’occhiello del Veneto e del Padovano. Cosa la rende un comparto di eccellenza?
“Il comparto agricolo del Veneto è molto importante ed è rappresentato da 85.000 imprese e 65.000 addetti, con un PIL intorno agli 8 miliardi. Ne fanno parte filiere di punta come il settore vitivinicolo, i cereali, l’ortofrutta e gli ortaggi. Abbiamo colture specializzate, in particolare il settore vitivinicolo con le nostre importanti Doc e Docg: dall’Amarone al Valpolicella, dal Soave al Prosecco fino al Pinot Grigio. Se ci focalizziamo sulla provincia di Padova, soprattutto sull’Alta Padovana, spicca l’allevamento, in primis delle vacche da latte; attività, quest’ultima, favorita dalla presenza di prati-pascoli e di un’agricoltura specializzata, a partire dai territori di Gazzo, San Pietro in Gu e Cittadella, rientrati nelle produzioni dell’Asiago. Aggiungiamo la zona dei Colli Euganei, dove
si producono vini d’eccellenza, dai rossi bordolesi allo spumante Doc e ai Moscati; come pure un olio d’oliva considerato tra i migliori in Italia e all’estero per qualità”.
Proprio di recente, tuttavia, la Commissione Europea ha proposto di ridurre i fondi per la Politica Agricola Comune (Pac). Quali sono i maggiori fattori di rischio e cosa propone per contrastarla?
“Questa è un’altra scelta scellerata dell’Unione Europea, che negli anni ha già ridotto gli investimenti nel primario, spostando l’attenzione soprattutto sulle politiche ecologiche più rigide e radicali. Ricordo però che gli agricoltori fanno “green” da sempre:
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non sono certo loro a inquinare, bensì altri settori come quello industriale. Eppure, proprio in questo ambito si gioca direttamente e indirettamente il futuro del primario, non solo veneto ma nazionale. Molti prodotti coltivati in Veneto non sono competitivi rispetto a quelli importati da Stati esteri, in particolare le commodities e i cereali, dove i costi di produzione sono più bassi e le regole meno stringenti. Se non sosteniamo questo comparto, anche con la Pac - che non è la soluzione ma un aiuto fondamentale - andremo incontro a un futuro molto difficile. La cosa migliore che può fare l’Ue è tornare sui propri passi. Invece di spendere 800 miliardi per un esercito europeo, si possono usare parte di quelle risorse per sostenere il settore primario, che dà da mangiare alla popolazione”.
Di recente ha fatto approvare una legge sulla caccia. Perché la definisce “di buon senso”?
“Abbiamo modificato la precedente legge regionale sulla caccia, in particolare quella da appostamento con richiami vivi. Ci sono state troppe multe e contenziosi nati da controlli poco chiari sugli anelli identificativi degli uccelli. Ho voluto fare chiarezza, introducendo un registro elettronico, un sistema
di autocertificazione e un anello regionale inamovibile con codice univoco, come una targa. Chi controlla e chi è controllato potrà verificare con un’app la regolarità del possesso. È un modo per contrastare il bracconaggio e i traffici illegali. Ma anche per tutelare chi segue le regole”.
L’ambiente è una priorità ma esistono però delle criticità. Da una parte, le norme Ue che lei accusa di essere pura ideologia. Dall’altra, le esigenze di un territorio che presenta un tessuto artigianale e industriale come pochi altri al mondo..
“L’imposizione di regimi energetici troppo rigidi rischia di danneggiare famiglie e imprese. I campi fotovoltaici occupano aree agricole in modo incontrollato. E il divieto di motori termici penalizza chi non può permettersi il passaggio a nuove tecnologie. Per non parlare del fatto che portare ogni casa a una classe energetica alta è costosissimo, specie per giovani e famiglie. Servono incentivi intelligenti, non speculazioni come quelle viste col Superbonus 110%. L’Europa impone, ma poi ti lascia solo. E nel nostro territorio, con il suo patrimonio edilizio storico, adeguarsi è molto più complesso che altrove. Non si possono applicare ovunque le stesse regole”
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Territorio. Anche quest’anno un grande successo per il progetto “Ci sto affare fatica!”
Venti ragazzi riqualificano parchi e spazi pubblici
Anche nell’estate 2025 il Comune di Massanzago ha ospitato la quinta edizione del progetto coinvolgendo venti giovani tra i 14 e i 19 anni nella cura e valorizzazione degli spazi pubblici
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nche in questa estate 2025 ha preso il via il progetto “Ci sto a(f) fare fatica!”, giunto nel comune di Massanzago alla sua quinta edizione. Una ventina tra ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni residenti nel Comune hanno dedicato tutte le mattine, per due settimane, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30, il loro tempo, la loro voglia ed entusiasmo per la cura dei beni pubblici nel comune di Massanzago. Il progetto “Ci sto a(f)fare fatica!” porta con sè risultati importanti per l’amministrazione; quest’anno l’iniziativa è stata coordinata dall’assessora Sabina Bertato, mentre le ragazze e i ragazzi sono stati seguiti dalle tutor Alessandra Lula e Sofia Utanti e dai due instancabili handymen (volontari con esperienza) Diego Longo ed Elio Zecchin, che hanno guidato i giovani volontari e hanno contribuito a rendere più bello e più pulito il territorio di Massanzago. L’amministrazione comunale ha sottolineato il lavoro di squadra che è stato fatto, mettendo in campo risorse e tempo per l’ottima riuscita, anche per questa edizione, del progetto a cui l’amministrazione ha sempre investito e ha creduto mol-
to. La cura del bene comune si è concretizzata in lavori di manutenzione che quest’anno hanno interessato il parco di Villa Baglioni e le frazioni. In particolare a Massanzago sono stati realizzati interventi di pulizia del roseto e di varie aree del parco di villa Baglioni, carteggiati e riverniciati la staccionata, tutti gli elementi in legno e le panchine dei parchi a gioco di via Vivaldi, via suor A. Frasson, via C. Goldoni e via Tiepolo. Nella frazione di Sandono l’attività che ha coinvolto ragazze e ragazzi si è caratterizzata nella ripulitura della fascia verde ingresso cimitero e percorso ciclabile da via Dese a via papa Giovanni XXIII, carteggiatura e riverniciatura e deco-
razione artistica della bacheca, panchine e tavolo dei parchi a gioco in via Giovanni XXIII. Mentre a Zeminiana si è provveduto alla sistemazione delle aiuole fronte centro Contin, e la riverniciatura e decorazione artistica delle panchine e degli elementi in legno dei parchi a gioco di via della Pieve e via Crosato. Per i venti giovani che hanno partecipato al progetto e per i loro tutor un premio finale chiamato “buono-fatica” spendibile presso in una delle attività commerciali del territorio, elemento che pone altresì in risalto la valorizzazione delle attività commerciali di Massanzago, coinvolte anch’esse nel progetto.
Un mese indimenticabile tra tornei, teatro e ciclismo
È stato un luglio ricco di sport, cultura, emozioni e tanti eventi nel territorio del comune di Massanzago che, assieme alla storica Sagra del Melone, hanno contribuito ad animare l’estate del territorio coinvolgendo tutte le cittadine e cittadini. Qualche settimana fa si è infatti svolto il Gran Prix 2025, un importante e partecipato torneo di volley che ha visto in campo 60 squadre e oltre 300 atleti. I match di pallavolo si sono svolti all’interno del campo da calcio di Massanzago, all’interno del quale sono stati allesti-
ti circa una dozzina di appositi campi da gioco. L’amministrazione comunale ha voluto ringraziare Pette per la gestione e l’organizzazione delle giornate, durante la domenica è stata premiata la squadra vincente. Tra i vari appuntamenti culturali che hanno animato il parco di Villa Baglioni si segnala lo spettacolo teatrale dal titolo “Il primo bambino su Marte”, della compagnia teatrale “Pantarei”, uno degli appuntamenti più emozionanti della rassegna “Tra Parco e Stelle”, promossa dal Tavolo della Cultu-
ra della Federazione dei Comuni del Camposampierese, di cui l’amministrazione comunale di Massanzago è viva partecipe. Si è infine svolto anche il 14° Trofeo Trattoria alla Pecorella, 7ª prova del Torneo delle Province di 2ª serie, organizzato dalla ASD Società Ciclistica Massanzago: una mattinata di che ha movimentato il territorio di Massanzago con appassionati di bici, che tra colori e fatiche hanno gareggiato nell’appuntamento agonistico con entusiasmo e una grande partecipazione. (s.v.)
Conclusa con successo anche l’edizione 2025 del Grest
Anche quest’anno la parrocchia di Massanzago, Sandono e Zeminana e il gruppo di volontari ha condotto bambine e bambini, ragazze e ragazzi nel percorso del Grest 2025, che si è concluso lo scorso luglio nel piazzale della chiesa S. Pio X, con molta festa, nostalgia e un arrivederci per il prossimo anno. L’esperienza del Grest di Massanzago consente di poter condividere, conoscere e stare assieme anche durante l’estate, divenendo un
punto di riferimento per le famiglie di Massanzago, Sandono e Zeminiana. Quest’anno il Grest si è sviluppato nell’arco di tre settimane e ha coinvolto circa 160 ragazze e ragazzi, con tanti animatori di cui 60 giovani e una ventina di adulti accompagnati e seguiti da Don Loris Gallina in collaborazione con Don Giovanni Marcon e Don Germino Zamprogna. Durante la serata di chiusura i giovani hanno ballato con bans e giochi e sono stati proiettati in
chiesa dei video di tutte le attività che si sono svolte in questa ricca edizione del Grest. Per l’amministrazione comunale presente l’assessora Sabina Bertato la quale ha portato i saluti della Sindaca e di tutta l’Amministrazione Comunale ringraziando affettuosamente tutti i giovani partecipanti, gli organizzatori e gli animatori che gratuitamente hanno donato il loro tempo e le loro energie per la realizzazione di questo Grest. (s.v.)
Simone Vecchiato
Politiche sociali. Eventi, progetti di orientamento e iniziative per coinvolgere le nuove generazioni
La politica scende in campo e si organizza: i giovani protagonisti del cambiamento
Èla politica a dover andare verso i giovani, avvicinando le istituzioni al loro mondo e non pretendere il contrario. Ne è convinta l’Amministrazione comunale di Loreggia, che ha voluto portare fuori dal “Comune” la cerimonia di consegna della Costituzione ai neo diciottenni, mentre in contemporanea sta promuovendo azioni di educazione civica nei luoghi di ritrovo e raccolta fondi. “Con la consegna delle Costituzioni abbiamo voluto sottolineare l’attenzione nei confronti dei giovani perché sono il domani del nostro Paese. Nella Costituzione italiana – spiega la neo consigliera alle politiche giovanili Celeste Menegazzo – sono riportati i diritti e doveri dell’essere cittadini, e ci viene indicata la giusta strada per essere costruttori di scelte importanti per la propria vita e per la società civile”. “Grazie alla collaborazione con l’associazione di giovani Straight to Fight – spiega la sindaco Manuela Marangon – per il terzo anno consecutivo è stato dato vita all’evento “Stelle in campo”. Eventi benefici per ricordare il loro amico Samuele Cavallin, mancato nel 2022 e la mamma di due ragazzi di Loreggia. Ragazzi e associazione hanno lavorato mesi per organizzare un Torneo di calcio 5+1 e musica dal vivo, realizzando una bellissima festa di due giorni, partecipatissi-
ma, che ha permesso di raccogliere 24mila euro, fondi poi destinati alle attività dello Iov e della Città della Speranza”. Per i giovani, ragazzi e ragazze dai 14 ai 35 anni, è attivo il progetto “Esisto, di scelta in scelta” che offre colloqui di orientamento individualizzati e gratuiti. Allo sportello, disponibile su appuntamento, si possono trovare informazioni e supporto per le scelte in ambito lavorativo, di studio, ecc. ecc. Per un colloquio, e fino al prossimo mese di novembre, è sufficiente scrivere a giovanipolitiche@retemaratanatha.it
“Pensiamo sia importante anche uscire dai ‘palazzi della politica’ e incontrare le persone e i giovani lì dove vivono e hanno i loro interessi. A questo proposito anticipo che nel mese di settembre l’amministrazione comunale proporrà una serie di incontri in diversi luoghi del territorio aperti a tutti. Mi auguro possa essere un’occasione per condividere idee e proposte, e faccio un invito particolare a partecipare ai giovani e ai ragazzi, che potranno vivere una prima esperienza di partecipazione attiva alla gestione del nostro Comune. Per essere aggiornati sul luogo ed orari, basta tenere sott’occhio il portale comunale” conclude il primo cittadino.
Endrius Salvalaggio
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Romilda Caccin festeggia 100 anni
Ha raggiunto l’incredibile traguardo dei cento anni Romilda Caccin, nata nel 1925 a Rustega di Camposampiero e dagli anni 50’ residente a Loreggia. In salute e ancora lucida, ha festeggiato insieme alla sua numerosa famiglia, il sindaco Manuela Marangon e vicesindaco Chiara Andretta. Quinta di tredici fratelli, figlia di Toni Caccin, nato in Brasile da emigranti italiani alla fine dell’Ottocento, e di Regina Tonin, ha attraversato gli anni più bui della storia italiana. “Mentre non erano ancora rimarginate le ferite della Grande Guerra – ha raccontato il nipote Andrea, che ha tratteggiato le tappe della lunga vita della nonna - la lotta della Resistenza divenne sempre più cruenta. Nei giorni della Liberazione del 1945 in cui finalmente si guardava al futuro con ottimismo e speranza, mia nonna aveva quasi vent’anni. Con la guerra finalmente passata, nelle sere in cui intere famiglie si ritrovavano nei cortili in estate o nelle stalle d’inverno “a fare fiò”, aveva conosciuto Rino Pietrobon, di Loreggia, che ha poi sposato nel 1951. Andati ad abitare insieme, in una di quelle case di una volta, dove convivevano più famiglie e si era sempre in tanti, erano gli anni della ricostruzione del dopo guerra”. “Nonno Rino lavorava sodo alla fornace di mattoni - ripercorre ancora il nipote - mentre tu badavi contemporaneamente a casa, marito e campi. Arrivarono presto i figli Francesco, Silvano e Gabriele e, mentre gli anni passarono velocemente, il Veneto stava diventando meno agricolo e più industrializzato, la vita forse era meno dura di un tempo ma il legame con la terra mia nonna l’ha sempre sentito forte. I figli crebbero e iniziarono a lavorare fuori casa, poi si sposarono, mentre nonno è stato portato via da una malattia”. Il segreto di tanta longevità riportano sindaco, vicesindaco e nipote è “cogliere nella vita il meglio ed apprezzare tutto ciò che essa ha da offrire, di lieto come di arduo. Dal racconto di Romilda nulla è stato così facile, ma ha saputo sempre guardare avanti, con principi solidi e valori indiscutibili”. (e.s.)
Estate di cantieri per la sicurezza urbana
P roseguono gli interventi di manutenzione ordinaria e riqualificazione urbana promossi dal Comune di Piombino Dese, con particolare attenzione alle frazioni di Levada e Torreselle. Si tratta di lavori pubblici inseriti all’interno del Programma triennale 2025–2027, già pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto, che comprendono il rifacimento del manto stradale, la sistemazione dei marciapiedi, il potenziamento dell’illuminazione pubblica e l’adeguamento della segnaletica.
Gli interventi mirano a migliorare la sicurezza pedonale e veicolare, ridurre le criticità emerse nei mesi invernali e garantire un decoro urbano più coerente con gli standard di qualità abitativa che l’amministrazione si è posta come obiettivo.
In particolare, a Levada si interviene su alcune vie residenziali caratterizzate da pavimentazioni danneggiate e impianti di illuminazione ormai obsoleti, mentre a Torreselle sono previsti nuovi tratti di marciapiede, il rifacimento delle aiuole stradali e l’installazione di impianti a Led in zone finora poco servite, aumentando così la sicurezza anche nelle ore serali. Il Comune, attraverso il portale “Amministrazione Trasparente”, ha reso consultabili i bandi di gara e le determinazioni tecniche relative agli appalti in corso, permettendo ai cittadini di seguire in modo trasparente le diverse fasi progettuali, dall’approvazione all’assegnazione dei lavori.
articolato che non si limita agli interventi emergenziali, ma si inserisce in una visione strategica e progressiva della gestione territoriale. L’amministrazione sottolinea che, pur trattandosi di opere ordinarie, l’impatto concreto di questi lavori è tangibile nella vita quotidiana dei cittadini e rappresenta un segnale chiaro di attenzione verso le frazioni. Una riqualificazione diffusa, sobria ma essenziale, che punta a restituire continuità funzionale agli spazi urbani e a rinsaldare il legame tra amministrazione e comunità, promuovendo un senso di appartenenza e cura condivisa del territorio.
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Gli obiettivi dichiarati includono la promozione della mobilità dolce, l’incremento dell’efficienza energetica e il miglioramento dell’accessibilità nelle aree meno centrali del territorio comunale. Parallelamente, il Comune ha previsto anche l’avvio di nuove manutenzioni su immobili di edilizia popolare e spazi scolastici, con l’intento di estendere gradualmente il piano di rigenerazione urbana al patrimonio pubblico esistente, in un’ottica di valorizzazione e messa in sicurezza.
Secondo quanto indicato nella documentazione approvata e pubblicata sul Bur qualche settimana fa, si tratta di un piano
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Tracciati e ponti per la mobilità lenta
Nell’estate 2025 Piombino Dese consolida il proprio ruolo nella rete ciclabile veneta grazie al potenziamento del tracciato della Treviso–Ostiglia, ex linea ferroviaria oggi tra i percorsi cicloturistici più frequentati della regione. Il tratto che attraversa la frazione di Levada, già valorizzato nei mesi scorsi, è stato oggetto in luglio di interventi mirati sulla segnaletica orizzontale e verticale, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza nei punti d’accesso, in particolare in prossimità del centro storico e delle vie di collegamento alla SP40. Tra le opere concluse, anche il collaudo del ponte ciclopedonale sul fiume Dese, una struttura lunga 35 metri realizzata con pavimentazione drenante e percorsi separati per ciclisti e pedoni. Il ponte consente ora un passaggio sicuro tra le due sponde e collega direttamente l’area urbana con la ciclabile, rendendo più fluido il traffico lento e riducendo le interferenze con la viabilità automobilistica. In parallelo, sono state completate manutenzioni straordinarie lungo alcuni tratti urbani, comprese le vie di accesso alla Villa Cornaro, sito Unesco, dove la mobilità dolce è favorita da nuova segnaletica dedicata, attraversamenti pedonali rialzati e installazione di paletti dissuasori per evitare parcheggi impropri.
L’amministrazione comunale ha voluto puntare su interventi “di contesto”, funzionali non solo al traffico ciclabile turistico ma anche all’uso quotidiano della bici per scuola, lavoro e tempo libero. Crescono anche le iniziative di promozione territoriale legate alla ciclabilità: nel mese di luglio si sono svolte escursioni guidate e uscite serali lungo l’Ostiglia, con grande partecipazione da parte di residenti e visitatori. L’idea è far percepire la rete ciclabile come parte integrante della qualità urbana, non come servizio marginale. (e.s.)
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Elena Scapin
Piombino Dese
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Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul
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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
La manifestazione. Un evento ricco di celebrazioni, competizioni sportive, e gastronomia locale
Al via l’841esima Fiera dei Mussi: dal 29 agosto a lunedì 8 settembre
D al 29 agosto all’8 settembre a Trebaseleghe si accende l’841ma edizione della “Fiera dei Mussi”. Una delle manifestazioni più antiche in Veneto, profondamente legata alle radici contadine del territorio, ma capace di rinnovarsi ogni anno con nuove proposte. Il cuore simbolico e identitario della fiera sarà come sempre la giornata di domenica 7 settembre, con la storica mostra - mercato del bestiame con asini, bovini, cavalli, animali da cortile, esposizioni di macchinari agricoli e rievocazioni d’epoca con antichi mestieri e trebbiatura. A partire dalle 6.30, ci sarà la tradizionale colazione di trippa che darà il via ad una giornata intensa, seguita dall’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità, con majorettes, banda, sbandie-
Assegnati
Presso il punto vendita Alì di via Castellana a Trebaseleghe, si è svolta qualche settimana fa la prima cerimonia di consegna del contributo mensile di 1.000 euro, parte dell’iniziativa “We Love People”, progetto sociale della catena veneta Alì Supermercati che mira a sostenere le associazioni del territorio attraverso la scelta diretta dei clienti. A consegnare simbolicamente i premi, al fianco dei rappresentanti del punto vendita, erano presenti il Vice Sindaco Francesca Pizziolo e l’Assessore alle Politiche Sociali e alle Associazioni Rosanna Trevisan, che hanno
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ratori e associazioni del territorio. Il programma della fiera si articola in dieci giorni ricchi di eventi, pensati per coinvolgere tutta la comunità. Dal 25 ago-
sto al 6 settembre si disputa il 34esimo trofeo di bocce Città di Trebaseleghe, mentre dal 25 agosto all’8 settembre il Tennis Club ospita tornei singolari
e doppi, maschili, femminili e junior. Allo Stadio Scirea, dal 6 al 13 settembre, si giocherà l’ottavo torneo dell’Amicizia – Memorial Daniele Sottana. Grande attesa anche per la 30ma festa del camionista, in programma sabato 30 e domenica 31 agosto, tra sfilate, prove di abilità e festa popolare. Il 7 settembre, oltre alla fiera del bestiame, è prevista la prima edizione della cicloturistica “Mussi in Gravel” a cura della Società Ciclisti di Trebaseleghe.
Lunedì 8 settembre, a chiusura, la celebrazione religiosa della natività con messa presieduta dal Vescovo Michele Tomasi, benedizione dei bambini e alle 23.30 ci sarà la cuccagna. Ogni sera sarà possibile degustare i piatti tipici locali nei tre punti ristoro attivi: Antica Fiera dei
i primi 1.000 euro a tre realtà locali con “We love people”
sottolineato l’importanza del legame tra imprese e comunità. “Il contributo delle associazioni è il cuore vivo del nostro territorio”, ha affermato Trevisan, “e iniziative come questa ci aiutano a valorizzarlo”.
I clienti dell’Alì di Trebaseleghe hanno scelto di destinare il contributo di luglio alle seguenti realtà: City For You, impegnata nella tutela ambientale e nella promozione della cittadinanza attiva, ha ricevuto 527 euro. Ateneo Terzo Valore APS, che propone attività educative e culturali per la terza età, ha ottenuto 318 euro. Novarte APS, associa-
zione culturale che promuove eventi artistici e formativi per tutte le età, ha ricevuto 155 euro. “We Love People”, attivo dal 2011, coinvolge 33 punti vendita tra Veneto ed Emilia Romagna, e ha già supportato 4.386 associazioni locali per un totale di 1.477.000 euro devoluti. “Questo progetto – ha dichiarato il presidente di Alì, Gianni Canella – nasce dal desiderio di ascoltare le esigenze del territorio e valorizzare le piccole realtà che fanno la differenza. Sono i cittadini stessi a decidere chi aiutare: un meccanismo semplice ma potente”. Il Sindaco Antonella
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Zoggia ha ringraziato il gruppo Alì per la sensibilità dimostrata, evidenziando come questa iniziativa dia nuova luce a quel
Mussi in Piazzale Fermi, Osti in Strada nell’area ex Locatelli e il Ristoratorio del Centro Giovanile, quest’ultimo attivo anche a pranzo la domenica e il cui ricavato andrà a sostegno delle opere parrocchiali. Non mancheranno infine i momenti musicali con tribute band, karaoke, concerti e spettacoli animeranno l’area spettacoli in Piazzale Fermi. “Grazie al lavoro delle associazioni, dei volontari e delle realtà economiche e culturali del paese - commenta il vicesindaco e coordinatore dell’evento Francesca Pizziolo - la Fiera dei Mussi si conferma anche quest’anno un grande appuntamento popolare, capace di unire memoria e festa, tradizione e futuro”.
patrimonio sociale fatto di volontariato, sport e cultura che anima la vita quotidiana della comunità. (r.p.)
Endrius Salvalaggio
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segue da pag. 1
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve
unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”.
Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
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Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
Il personaggio
L’intervista.
Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor.
Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
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Matteo Ribon
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Un amore che salva due vite: l’incredibile storia di
un trapianto di rene a Padova
Da Bergamo a Padova per un trapianto di rene: non si tratterebbe di una novità, se non fosse per l’incredibile storia che si cela dietro questa operazione. Antonio Tomasoni, 54 anni, e Silvia Poletti, 53, sono una coppia bergamasca felicemente sposata dal 2008. Nel ‘90, dopo che i suoi reni avevano improvvisamente smesso di funzionare senza apparente motivo, Antonio aveva subito un trapianto che lo aveva rapidamente fatto tornare alla vita di sempre, quella di un segretario scolastico che ha sempre dedicato impegno e passione al proprio lavoro. Ma, come gli addetti ai lavori sanno bene, quello renale non è un trapianto che dura in eterno, e dopo oltre trent’anni, sono ricominciati i problemi per Tomasoni. Sua moglie Silvia si offre subito volontaria come donatrice e, nonostante le preoccupazioni di Antonio, terrorizzato all’idea di mettere la moglie in pericolo, decidono di rivolgersi all’Azienda Ospedaliera Università di Padova, una delle poche strutture che permettono di fare gli esami preliminari anche se il paziente non è ancora in dialisi, a differenza di strutture come quella di Bergamo. La dialisi, infatti, è una salvezza, ma anche una mezza condanna, in questi casi, perché dopo anni di terapia cuore e polmoni rischiano di diventare troppo affaticati e di non reggere più la pressione di un trapianto.
In un primo momento sembra andare tutto bene, ma durante gli esami di compati-
bilità i medici fanno due scoperte, una estremamente positiva e l’altra drammatica. Se, da un lato, i due coniugi hanno l’incredibile fortuna di essere compatibili, dall’altro i reni di Silvia non sono così sani come si pensava. Oltre a due calcoli, l’équipe guidata dai professori Dal Moro (primario di Urologia) e Furian (direttrice della Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas) scopre una piccola neoformazione. Per dirla in termini semplici: Silvia ha un tumore.
In circostanze normali, questo avrebbe interrotto immediatamente il percorso pretrapianto, ma Furian decide di procedere comunque, riponendo massima fiducia nelle capacità della sua squadra e nelle tecnologie dell’ospedale di Padova. Il team della dottoressa Furian riesce a rimuovere la massa tumorale con un intervento mini-invasivo reso possibile da un robot all’avanguardia in dotazione al dipartimento, al quale fa seguito la delicata fase di asportazione del rene e rimozione dei due calcoli, affidata alle esperte mani del professor Dal Moro, che riesce a gestire la problematica senza intaccare in alcun modo l’organo, un vero e proprio miracolo della medicina moderna. L’intervento si è poi svolto senza intoppi e oggi, a distanza di alcuni mesi, Silvia Poletti è guarita completamente e anche il marito Antonio dice di stare benissimo, pronto a tornare al lavoro che ha sempre amato.
Nicola Canella
La rivoluzione nella cura delle ferite complesse l’alleanza tra Padova e la pelle di merluzzo islandese
Negli ultimi anni la cura delle ferite complesse ha fatto un vero salto di qualità. Con quasi 3.500 interventi chirurgici eseguiti nel solo 2024 e un’équipe in costante espansione, l’unità di chirurgia plastica dell’Azienda Ospedale Università di Padova si conferma all’avanguardia in Italia nella sperimentazione per la ricostruzione dei tessuti. Fondamentale il supporto della Banca dei Tessuti di Treviso – la più grande del Paese – ma oggi lo sguardo si allarga anche all’Islanda. Da lì arriva un alleato sorprendente: la pelle di merluzzo, che sta dando risultati eccezionali nei trattamenti rigenerativi.
“Il vantaggio è quello di controllare il fondo della lesione - commenta il dottor Franco Bassetto, direttore Chirurgia Plastica - non dare una guarigione cicatriziale, ma rigenerativa e con caratteristiche della pelle simili a quelle dell’incidente”
Grazie alla pelle artificiale, ai bio-tessuti, ai tessuti ingegnerizzati e – soprattutto – a tecniche chirurgiche sempre più innovative, si è superato l’approccio tradizionale delle semplici medicazioni. Oggi si punta a una rigenerazione attiva dei tessuti, utilizzando matrici dermiche capaci di stimolare la guarigione in modo profondo ed efficace.
La Divisione di Chirurgia Plastica dell’Unità Operativa Complessa (UOC) ha registrato dati di attività di grande rilevanza. Annualmente, si contano mediamente 3.500 ricoveri, dei quali 1.700 avvengono in regime di day hospital. Nell’ultimo anno, sono stati presi in carico 173 bambini. Inoltre, le consulenze multidisciplinari effettuate nel corso dei dodici mesi ammontano a circa mille, mentre le prestazioni ambulatoriali superano le 25.000 unità. All’interno del reparto di Chirurgia Plastica operano 7 medici, coadiuvati da 38 medici specializzandi, 64 infermieri e 30 operatori socio-sanitari. (s.b.)
Università di Padova. Nuovo polo a Cittadella per formare 50 futuri infermieri ogni anno
A Cittadella nasce il nuovo canale del Corso di Laurea in Infermieristica
A partire dall’anno accademico 2025/2026, Cittadella ospiterà un nuovo percorso universitario per infermieri. Il corso, estensione della sede di Monselice, offrirà opportunità di formazione e lavoro per studenti dell’Alta Padovana
Cittadella rafforza il suo ruolo nella formazione sanitaria con l’attivazione, a partire dall’anno accademico 2025/2026, di un nuovo canale del Corso di Laurea in Infermieristica promosso dall’Università degli Studi di Padova. Il nuovo polo formativo, che potrà accogliere fino a 50 studenti, sarà ospitato all’interno di Palazzo Pretorio grazie alla collaborazione tra Ateneo, Ulss 6 Euganea e Comune di Cittadella. Un’iniziativa che mira a rispondere alla crescente domanda di infermieri e che si inserisce nel più ampio disegno di potenziamento dell’offerta universitaria nelle aree decentrate. Il nuovo canale rappresenta un’estensione della sede di Monselice, già attiva dal 2012, e permetterà di portare a 151 i posti disponibili complessivamente per il corso. La sede di Cittadella, in particolare, offrirà un’opportunità formativa agli studenti dell’Alta Padovana e delle aree limitrofe, garantendo una formazione di qualità integrata con le esigenze del territorio. Gli studenti potranno svolgere tirocini non solo nelle strutture ospedaliere dell’Ulss 6 Euganea, ma anche in undici strutture convenzionate della provincia di Padova, tra case di riposo, fondazioni, cooperative e case di cura. Il progetto è stato presentato ufficialmente all’Ospedale di Cittadella alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, del Direttore Generale dell’Ulss 6 Paolo Fortuna, del Prorettore dell’Università di Padova Paolo Sambo, del Presidente del Corso di Laurea Vincenzo Baldo e del Sindaco Luca Pierobon. A dare voce alla prospettiva degli studenti e dei professionisti sono intervenuti Carlos Meconcelli, iscritto al secondo anno, e Marioara Mary Starovici, infermiera in servizio presso il reparto di Neurologia. “La nuova sede di Cittadella
è un investimento concreto sul futuro della nostra sanità – ha dichiarato il direttore Fortuna – e dimostra quanto sia strategica la collaborazione tra istituzioni pubbliche e accademiche. Grazie all’Università per aver accolto con entusiasmo la proposta e al Comune per aver messo a disposizione gli spazi necessari.” Il corso di laurea in Infermieristica della sede di Monselice, a cui afferisce il canale di Cittadella, conta oggi 263 iscritti, con una forte prevalenza femminile (80%), ma con un trend crescente di studenti uomini. Pur in un contesto nazionale di calo delle iscrizioni, la sede mantiene numeri solidi grazie anche alla possibilità di effettuare i tirocini vicino alla propria residenza, rendendo il percorso più so-
stenibile e compatibile con le esigenze personali. Dal 2012 a oggi sono circa 700 gli infermieri laureati a Monselice. La sede si è distinta inoltre per l’accoglienza di studenti stranieri nell’ambito del programma Erasmus e per la promozione di esperienze formative internazionali. Per conoscere meglio il percorso e ricevere informazioni sulle iscrizioni, sono previsti due Open Day a Cittadella il 28 e il 30 luglio, occasione utile per visitare gli spazi, incontrare docenti e studenti e scoprire le opportunità professionali offerte da una delle figure più richieste nel mondo del lavoro.
Paola Bigon
L’intelligenza artificiale cambia la sanità: il convegno che ridisegna il futuro delle cure ospedaliere
La sfida dell’intelligenza artificiale in sanità: un nuovo approccio sistemico per migliorare qualità, sicurezza e continuità delle cure.
La sanità contemporanea è alle prese con sfide sempre più complesse: dalla carenza di personale medico e infermieristico all’incremento della domanda di cure specialistiche, fino alla necessità di garantire continuità assistenziale anche in situazioni critiche. In questo scenario, l’Intelligenza Artificiale si profila come uno strumento potenzialmente rivoluzionario, in grado di ridefinire l’organizzazione e l’erogazione delle cure.
Nasce da questa consapevolezza il convegno “La rete ospedaliera tra presente e futuro: come prepararsi all’implementazione dell’AI”, promosso dall’Azienda Ulss 6 Euganea, con la direzione scientifica del dottor Paolo Fortuna, Direttore Generale della stessa Ulss.
«L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale in sanità non può essere improvvi-
sata – sottolinea il dottor Fortuna –. È necessario un approccio sistemico che consideri tutti gli aspetti: infrastrutture, tecnologie, organizzazione, normative e soprattutto l’etica. Solo così sarà possibile affrontare davvero la trasformazione in atto».
L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione Scuola di Sanità Pubblica e inserito nel calendario del World Health Forum Veneto, si avvale del sostegno di numerosi partner istituzionali, tra cui la Camera di Commercio, VenicePromex, Università di Padova, Fondazione Cariparo, Comune di Padova e Agenda Digitale del Veneto. L’agenda prevede una giornata di lavori intensa, con tavole rotonde, interventi e testimonianze di esperti provenienti dai mondi della sanità, della ricerca, del diritto e dell’impresa. Il “sold out” registrato conferma l’alta attenzione su un tema sempre più cruciale. «Abbiamo voluto fortemente questo appuntamento – aggiunge Fortuna –
per offrire una piattaforma di confronto interdisciplinare. Professionisti di ambiti diversi, dall’informatica alla bioingegneria, dalla medicina al diritto, potranno condividere idee e soluzioni per un’implementazione concreta dell’AI negli ospedali. L’obiettivo è ambizioso: migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, ridurre i contenziosi, velocizzare diagnosi e trattamenti, ottimizzare le risorse e valorizzare l’aspetto riabilitativo, mantenendo sempre al centro valori della medicina e la persona». Il dibattito si inserisce in un contesto normativo in evoluzione. Il 25 giugno scorso, il Disegno di Legge 1146 – che definirà il quadro normativo nazionale sull’Intelligenza Artificiale – ha superato un importante passaggio parlamentare, approvato con modifiche e ora in attesa del via libera definitivo dal Senato. Una volta concluso l’iter, il DDL 1146 diventerà la nuova legge italiana sull’AI. (s.b,.)
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive
INVOLTINI
I ZUCCHINE GRIGLIATE
Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.
Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini
Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.
LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)
Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.
Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe
Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.
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CROSTATA DI LIMONE
Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.
Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo
Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro
Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.
Rubrica a cura di Sara Busato
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