Un amore che salva due vite, l’incredibile storia del trapianto di rene a Padova
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
Marco Dolfin:
“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
L’INVERNO DEMOGRAFICO
SI ABBATTE SUL VENETO
Gli anziani sono il triplo del ragazzi, boom dei nuclei familiari con una o due persone, Conselve investe sugli aiuti alle coppie giovani tra bonus, sconti e agevolazioni per i servizi all’infanzia
Novità per tutte le tasche, la mobilità urbana in Veneto a basse emissioni
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
Un nuovo spazio di accoglienza per le persone con disabilità arricchisce e amplia i servizi del “polo sociale” di Conselve
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
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CDalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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Studenti eccellenti, nuove regole per le borse di studio
Tornano le borse di studio per gli studenti eccellenti di Conselve, dalla scuola secondaria di primo grado, per tutti la scuola media, alle superiori e fino alla laurea. Con delle novità, come spiega l’assessore all’istruzione Stefania Mastellaro: “Le borse di studio per le scuole superiori sono state estese anche alle studentesse e agli studenti che frequentano qualsiasi istituto scolastico. Fino allo scorso anno invece potevano partecipare solo gli iscritti agli istituti superiori di Conselve. Avevamo ricevuto delle segnalazioni a questo proposito, ma non potevamo fare diversamente perché il disciplinare non ce lo permetteva.
Da quest’anno - continua Mastellaro - siamo riusciti ad apportare tutte le modifiche del caso e permettere a tutti gli studenti conselvani di accedere alle borse di studio; le uniche condizioni sono la residenza a Conselve e il voto da 95/100 in su. Inoltre abbiamo inserito anche i diplomi triennali e quadriennali, permettendo di accedere alle borse di studio anche agli studenti che frequentano le scuole professionali”.
Per accedere alle borse di studio bisogna fare richiesta all’ufficio socioculturale del Comune. Il bando è stato pubblicato sul sito del Comune di Conselve con tutti gli estremi e i moduli per fare richiesta. Per quanto riguarda i premi di laurea “Città di Conselve”, potranno accedere i residenti a Conselve che hanno conseguito una laurea magistrale nel 2024 con un punteggio da 105 in su. “Questo è un premio che ho fortemente voluto - aggiunge l’assessore Mastellaro - per dare un riconoscimento economico, ma soprattutto morale, alle eccellenze del nostro Comune. Anche in questo caso bisognerà fare domanda all’ufficio socioculturale con apposito modulo”. Durante la Fiera ci sarà la consueta serata dedicata alla consegna delle borse di studio ai ragazzi delle medie e delle superiori, mentre per i laureati si andrà alle festività natalizie.
Nicola Stievano
Possono partecipare anche gli iscritti
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Conselvano
L’opera. Grazie ad un finanziamento regionale da 200 mila euro e al possibile contributo del GSE
Palamascagni, al via la riqualificazione: meno consumi, più comfort e poca spesa
La struttura sarà rinnovata nel 2026. Interventi mirati all’efficienza energetica e all’isolamento acustico renderanno l’impianto più sostenibile e vivibile
I
l Palamascagni, cuore pulsante dello sport conselvano, sarà completamente rinnovato grazie a un contributo regionale. Il Comune ha infatti ottenuto un finanziamento di 200mila euro nell’ambito di un bando promosso dalla Regione Veneto per la ristrutturazione, l’adeguamento e il miglioramento degli impianti sportivi di proprietà pubblica. I lavori partiranno nell’estate del 2026, in concomitanza con la pausa dei campionati, per essere ultimati entro l’inizio della nuova stagione sportiva. Un intervento importante, atteso da tempo, che interesserà uno degli impianti più grandi e frequentati del territorio. Il progetto, che ha un costo complessivo di 340mila euro, sarà cofinanziato dal Comune con 140mila euro, ma l’amministrazione sta lavorando per azzerare l’impatto sul bilancio comunale. Come spiega il consigliere delegato allo Sport e alle Politiche Giovanili, Luca Bissacco, si punta infatti a recuperare l’intera quota attraverso gli incentivi del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), grazie alla natura degli interventi previsti, orientati in larga parte all’efficientamento energetico.
Ma non si tratta solo di risparmio energetico. Il progetto prevede anche il miglioramento dell’isolamento acustico, una misura pensata per ridurre l’impatto sonoro dell’attività sportiva sull’area residenziale che circonda il
palazzetto. “L’impianto si trova nel cuore di un quartiere abitato – sottolinea Bissacco – e intervenire sull’acustica significa non solo migliorare l’esperienza di chi lo utilizza, ma anche rispettare il benessere dei residenti”.
Il restyling del Palamascagni si inserisce in una strategia più ampia di valorizzazione degli impianti sportivi locali. Dopo l’intervento di riqualificazione dell’illuminazione al campo sportivo San Lorenzo, l’amministrazione sta progettando ulteriori lavori per migliorare tutte le strutture presenti nel territorio.
L’obiettivo è chiaro: offrire spazi moderni, funzionali e accessibili per favorire la pratica sportiva a tutte le età.
In quest’ottica, il Comune di Conselve sta completando l’iter per diventare ufficialmente un “Comune Attivo” dell’Ulss 6, entrando così nella Rete Regionale dei Comuni Attivi, che promuove uno stile di vita sano attraverso la pratica quotidiana dell’attività fisica e la realizzazione di progetti concreti per la salute della popolazione.
L’adesione alla rete rappresenta un ulteriore passo verso un modello di città che mette al centro il benessere delle persone, attraverso politiche di promozione della salute e la creazione di un ambiente favorevole alla socialità.
“Lo sport non è solo competi-
zione – aggiunge Bissacco – ma anche educazione, salute e partecipazione. Investire sugli impianti significa costruire una comunità più attiva e partecipe”.
Sul fronte degli impianti sportivi entro l’anno partirà la costruzione del nuovo palazzetto dello
sport accanto alle nuove scuole in via Traverso. Costerà 2,7 milioni di euro e il Comune, dopo aver ricevuto un contributo statale da 700 mila euro partecipando al bando “Sport e Periferie 2023”, ha chiesto un mutuo da due milioni di euro all’Istituto per il Cre-
Clima rovente in sala consiliare, polemiche per lo stop e il rinvio
Troppo caldo per il consiglio comunale, la seduta viene rinviata non senza polemiche. Le alte temperature del mese scorso hanno mandato in tilt il sistema audio nella sala consiliare di palazzo Zen e costretto alla sospensione e al rinvio della seduta. Così l’inconveniente tecnico ha contribuito a rendere ancora più “rovente” il clima politico e il dibattito fra maggioranza e opposizione in consiglio. Nella prima seduta una volta emersi i problemi all’impianto di registrazione audio i capigruppo hanno deciso di rinviare il consiglio dopo aver votato gli argomenti che avevano caratteristiche di urgenza. Sono stati così discussi e approvati
i primi punti, che riguardavano l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, insieme alle risposte alle prime due interrogazioni, una sulla carenza di medici di base sul territorio e l’altra sulla sicurezza del territorio. Inoltre sono stati tratti il piano economico finanziario 2025 validato dal Consiglio di Bacino Padova Sud le tariffe Tari sui rifiuti e alcune variazioni di bilancio. “Abbiamo scelto il rinvio - ha spiegato il sindaco Umberto Perilli - per dare la possibilità a tutti i cittadini di seguici attraverso i canali di comunicazione che in questi anni di amministrazione abbiamo scelto di utilizzare proprio per garantire la massima trasparenza”. Critiche
dito Sportivo, ad un tasso super agevolato che di fatto azzera gli interessi. Il cantiere dovrà aprire entro l’anno affinché i lavori possano concludersi entro il 2026, quando saranno ormai pronte anche le nuove scuole.
dal gruppo di minoranza “Noi per Conselve”. “Anche stavolta questa maggioranza è vittima di se stessa - ha evidenziato Melania Bortoletto - e del suo stesso miope regolamento che impedisce altre forme di video ripresa del consiglio. Non sono bastate le migliaia di euro spesi per un sistema che dopo tre anni ancora non funziona. Non sono bastati nemmeno i nostri appelli per ritornare, come in passato, alle video riprese ritornare ad un passato di videoriprese in autonomia, un sistema a costo zero e più democratico. Il problema tecnico ha fatto saltare i nervi alla maggioranza che ha dimostrato poca lucidità nelle risposte alle nostre interrogazioni”.
Nicola Stievano
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Emergenza natalità. I bambini in età scolare sono meno della metà rispetto agli anziani
Inverno demografico e sfide sociali a Conselve: crollano le nascite e la popolazione invecchia
C
onselve non è immune al fenomeno dell’inverno demografico che colpisce l’Italia. I numeri parlano chiaro: se nel 2011 i residenti erano 10.307, al 31 dicembre 2023 il dato si è fermato a 10.012 per poi scende nel 2024 a 9.962, il più basso dell’ultimo ventennio. Ancora più preoccupante è il saldo naturale: nell’ultimo anno ci sono stati solo 51 nati contro 117 decessi, con una perdita di 66 unità. A compensare, solo in parte, il calo delle nascite è il saldo migratorio positivo (+16), ma la tendenza è ormai consolidata.
La popolazione si sta invecchiando: gli over 65 sono 2.520, mentre i bambini in età prescolare (0-5 anni) sono appena 384 e i ragazzi fino al 14 anni si fermano 815. Un dato che riflette la difficoltà delle giovani coppie a mettere al mondo figli, tra precarietà lavorativa e costi crescenti. “Invertire questa tendenza è complicato, perché le ragioni sono profonde e di natura socioeconomica - spiega Federica Silvoni, assessore al bilancio. “Non basta un bonus per convincere le
famiglie a fare figli, ma il nostro obiettivo è rendere Conselve più attrattivo per le coppie giovani e sostenere chi i bambini li ha già o sta pensando di averne”.
Le cause del calo delle nascite, tuttavia, vanno oltre i confini comunali. A pesare sono il costo della vita, la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, la precarietà occupazionale, soprattutto femminile, e un modello sociale che ritarda sempre di più la scelta di diventare genitori. A Conselve, come altrove, i bambini sono meno e le famiglie più piccole: oltre il 61% dei nuclei è formato da una o due persone.
Nonostante gli sforzi, il quadro resta complesso. “Non ci illudiamo di poter invertire da soli la curva demografica” ammette Silvoni. “Servirebbero politiche nazionali strutturali, ma noi facciamo la nostra parte: più servizi, tariffe sostenibili, spazi educativi di qualità. Non sono solo spese, ma investimenti per il futuro della comunità”.
Proprio per venire incontro alle famiglie e alle giovani coppie il Comune ha messo in campo una
serie di misure. “Abbiamo introdotto il bonus bebè simbolico di 200 euro e soprattutto contributi consistenti per l’abbattimento delle rette del nido” sottolinea Silvoni. Il bando prevede voucher che coprono dal 100% al 50% della retta in base all’Isee, garantendo un sostegno anche ai redditi più alti. “Così tutti ne usufruiscono, perché è previsto dai finanziamenti e perché vogliamo che il servizio sia accessibile a tutti”.
Un’altra novità è lo “spazio gioco” pomeridiano: due ore in più al nido “Il Girasole” dalle 16 alle 18 senza aumento della retta. “È un servizio pensato per conciliare vita familiare e lavoro – aggiunge l’assessore – e resterà gratuito per due anni. Abbiamo investito 24mila euro per attivarlo”.
Inoltre, sono stati realizzati interventi sugli spazi educativi. «Abbiamo fatto due ampliamenti al nido con investimenti da 270mila e 300mila euro, gestiti in collaborazione con la cooperativa Le Fate, aumentando così i posti disponibili”.
Il sostegno alle famiglie passa anche dalla scuola. La scuola
dell’infanzia statale è stata completamente rinnovata con lavori di efficientamento energetico e migliorie per oltre un milione e mezzo di euro. Per la primaria e la secondaria di primo grado sono in corso i lavori per due nuovi edifici per un investimento complessivo di quasi 10 milioni. “Non è solo edilizia – precisa Silvoni – ma un progetto per garantire ai nostri ragazzi strutture moderne, sicure e sostenibili”.
Accanto agli interventi strut-
Negli ultimi dodici anni il Conselvano ha perso più di tremila abitanti
Nel 2013 la popolazione complessiva del Conselvano sfiorava i 58 mila abitanti, ora galleggia intorno a quota 55 mila con la prospettiva di un’ulteriore flessione nei prossimi anni, visto l’attuale trend delle nascite a Conselve come negli altri centri del territorio. Se nel 2013 le nascite erano quasi 500, già quattro anni dopo erano scese sotto quota 400 per arrivare a circa 350 negli ultimi anni. Nel frattempo i decessi, poco meno di 500 nel 2014, dieci anni dopo hanno superato quota 650. In compenso il saldo migratorio, negativo fra il 2014 e il 2020, ha ripreso è tornato in territorio positivo nell’ultimo triennio, ma
si tratta di un valore piuttosto variabile. Altri indicatori significativi sono l’indice di invecchiamento, vale a dire il rapporto fra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15, una forbice che si è via via allargata superando la media provinciale. Anche l’indice di sostituzione, cioè il rapporto fra i sessantenni che stanno andando in pensione e i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, è cresciuto. Questi dati, insieme e a molti altri, sono riportati nella relazione al nuovo Pati del Conselvano, il piano di assetto urbanistico del territorio, al quale le amministrazioni comunali stanno lavorando.
turali, ci sono le agevolazioni sui servizi: tariffe ridotte per la mensa scolastica, con pasti a 2,50 euro per le fasce Isee più basse, e trasporto a prezzi calmierati (450 euro l’anno per un figlio, con riduzioni per fratelli e sconti Isee). Anche sul fronte sport e tempo libero, il Comune ha rinnovato impianti e promuove attività ricreative per contrastare la povertà educativa, dai centri estivi ai laboratori in biblioteca.
Nicola Stievano
“L’inverno demografico è un fenomeno che ricalca la tendenza regionale e nazionale- spiega Massimo Cavazzana, sindaco di Tribano nonché vice presidente nazionale dell’Anci - ma che ovviamente solleva non poche preoccupazioni fra noi amministratori anche sul fronte della programmazione degli interventi urbanistici: la popolazione sta invecchiando e gli anziani sono sempre più numerosi, così come le famiglie con due soli componenti, ormai circa la metà del totale. C’è poi la necessità di sostenere le nostre famiglie, le coppie giovani con figli e le nuove generazioni in generale”. (n.s.)
L’intervista. La psicologa Fortunata Pizzoferro sul
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
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Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Salicornia apre le porte: otto nuovi posti letto nella terza comunità
E’ frutto di un investimento frutto di un investimento da oltre un milione di euro. Accoglierà in modo stabile o temporaneo, ampliando le opportunità di vita indipendente grazie a una rete di servizi integrati
U n nuovo spazio di accoglienza per le persone con disabilità arricchisce il “polo sociale” di Conselve. La cooperativa sociale Alambicco ha inaugurato “Salicornia”, la terza comunità alloggio realizzata in trent’anni di attività sul territorio, una casa accogliente e funzionale che offre 8 nuovi posti letto e si inserisce in un progetto più ampio di inclusione e vita autonoma. Il nome scelto, “Salicornia”, richiama l’asparago di mare usato in passato per insaporire i cibi senza sale: un simbolo di resilienza e adattamento, valori che rappresentano bene lo spirito di questa nuova struttura. “Salicornia è una casa con un cuore, nel cuore del Conselvano”, ha sottolineato Marco Tirabosco, direttore della cooperativa.
La nuova comunità si affianca alle due già attive – una delle quali aperta nel 2014 nella frazione di Palù – che ad oggi hanno ospitato 67 persone con disabilità, offrendo 22 posti letto complessivi, di cui 27 per soggiorni stabili e 40 per accoglienze temporanee. Con gli 8 nuovi posti di “Salicornia”, l’offerta abitativa si amplia, confermando il ruolo di Alambicco come punto di riferimento per l’inclusione sociale e l’autonomia.
La struttura si inserisce nel centro servizi di Alambicco, un vero e proprio hub dell’inclusione, che ogni giorno accoglie oltre 70 persone tra centri diurni, serre, laboratori di ceramica, piscina riabilitativa e attività di agricoltura sociale. Non un punto di arrivo, ma un crocevia di progettualità e servizi, che guarda anche alla cura domiciliare e a modelli innovativi di vita indipendente.
presenza dei sindaci e delle autorità locali, Tirabosco ha richiamato un motto latino che racchiude il senso dell’intero progetto: “Nessuno da solo sa abbastanza, citando Plauto. È nella relazionalità e nella reciprocità che troviamo la forza per costruire risposte nuove e condivise ai bisogni delle persone. Chiunque di noi vive meglio a casa propria. ma non possiamo dimenticare che
L’inaugurazione della comunità alloggio al Palù
il territorio necessita anche di proposte abitative per chi, stabilmente o temporaneamente, non possono
più vivere nel proprio domicilio”. Elvio Tasso, presidente di Anfass Conselve ha concluso: “L’obiettivo da noi condiviso, è che questo Centro servizi continui a creare le condizioni affinché ogni persona, a seconda del livello di ciascuno e con l’aiuto degli educatori e degli operatori, possa provvedere a se stessa con l’auspicio che in futuro si possano offrire altre soluzioni innovative di vita indipendente come il co-housing abitativo, con l’opportuna assistenza di figure professionali in grado di facilitare percorsi di vita di qualità”.
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Un progetto ambizioso, reso possibile grazie a un grande impegno collettivo: 1 milione e 235 mila euro il costo dell’opera, finanziata con 335 mila euro dai soci sovventori della cooperativa, 100 mila dai soci lavoratori, 500 mila attraverso un finanziamento agevolato della Legge Marcora e 300 mila euro dalla Fondazione Cariparo. Durante l’inaugurazione, alla
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Dopo il 100 alla maturità Silvia in prima linea per il futuro dell’agricoltura
Silvia Breda, 19 anni anni, di Conselve, una volta concluso gli esami di maturità con il massimo dei voti all’istituto Duca degli Abruzzi di Padova e, dopo i festeggiamenti per il meritato 100, è volata a Bruxelles insieme ai giovani agricoltori padovani e veneti per protestate davanti alla Commissione Europea. E’ già impegnata nell’azienda agricola di famiglia ma, al pari dei coetanei, è preoccupata per il futuro del settore primario e per questo insieme ai giovani di Coldirettiti ha manifestato a Bruxelles. “Lavoro nell’azienda vitivinicola e cerealicola di famiglia, - racconta Silvia Breda - ma con i tagli dell’UE e l’introduzione del fondo unico è a rischio il futuro non solo delle nostre imprese ma dell’agricoltura stessa. Io mi sono appena affacciata al mondo del lavoro e voglio impegnarmi per dare un domani stabile e concreto al nostro settore, a partire dal nostro territorio”. Durante la protesta a Bruxelles, si è svolto un gesto eclatante che ha visto anche Silvia protagonista: i giovani agricoltori hanno abbandonato sulla piazza gli stivali di gomma, segno del lavoro nei campi, un gesto dal valore simbolico per denunciare il rischio concreto di perdere il proprio impiego, che non rappresenta solo un dramma personale ma un danno per l’intera collettività, in termini di sicurezza alimentare, presidio del territorio e sostenibilità. Le nuove generazioni dei campi dicono no al piano della Commissione Ue di accorpare le risorse per l’agricoltura in un fondo unico, con il rischio concreto per i cittadini europei di avere meno cibo disponibile e più cannoni. Una scelta che cade peraltro in un momento delicato, considerato lo spettro dei dazi del 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sulle merci dell’Unione, a partire dall’agroalimentare.
“Siamo stati a Bruxelles non solo per difendere l’agricoltura di oggi,aggiunge Marco Vergerio, vice delegato dei giovani di Coldiretti Padova - ma anche per garantire un futuro a chi ha appena iniziato o sta per iniziare il proprio percorso imprenditoriale nei campi. Molti giovani hanno scelto di scommettere sulla terra, e noi non possiamo permettere che l’Europa li abbandoni proprio adesso”.
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Il caso. Il gruppo consiliare di minoranza ha depositato una mozione
San Siro, il bosco mai nato: spunta l’ipotesi fotovoltaico
L
’area dell’ex base di San Siro torna al centro della scena politica locale. A quasi un anno dal danneggiamento delle 1.500 piantine del cosiddetto “bosco di pianura”, messe a dimora per un progetto di riforestazione, il terreno comunale potrebbe ora cambiare completamente destinazione: è in discussione la sua cessione per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra.
A sollevare il caso è il gruppo di minoranza “Viviamo Bagnoli”, che ha depositato una mozione in vista del prossimo consiglio comunale. Secondo i consiglieri, l’amministrazione starebbe trattando con soggetti privati per la vendita dell’area – circa 12 ettari complessivi – in cambio di 600 mila euro. Al momento non ci sono conferme ufficiali dal sindaco, ma l’argomento potrebbe essere discusso a breve in aula.
«Non è solo una questione ambientale –spiega il gruppo consiliare –. Qui si tratta anche di onorare impegni sottoscritti con chi, come la cooperativa Il Tarassaco e decine di volontari, ha investito tempo, risorse e fiducia in un progetto che doveva essere di comunità. Ci aspettiamo chiarezza, e se il Comune intende abbandonare l’iniziativa lo dica apertamente».
Il progetto “Alberi al posto dei missili” era
stato promosso nel 2022 con l’obiettivo di restituire alla collettività uno spazio simbolicamente importante, trasformando un’ex area militare in bosco. Ma ad agosto 2023, durante uno sfalcio, la quasi totalità delle piantine venne tagliata accidentalmente, perché non visibili nell’erba alta. L’episodio lasciò perplessi cittadini e associazioni.
In seguito, il Comune aveva garantito un intervento di verifica in primavera e una nuova piantumazione in autunno. Ma da allora non si è più visto alcun cantiere. Il presidente del Tarassaco, Matteo Cesaretto, ha
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più volte sollecitato chiarimenti, ricevendo in risposta generiche rassicurazioni e ipotesi di modifiche logistiche per facilitare la manutenzione.
Ora l’ipotesi di un cambio radicale di destinazione accende il confronto politico. “Viviamo Bagnoli” ha chiesto che entro un mese venga presentato un piano dettagliato per il ripristino dell’area, con la sostituzione delle piantine. In caso contrario, si parla già di possibili azioni legali per inadempienza e danno erariale.
Nicola Stievano
Gli aerei che hanno fatto la storia protagonisti del Flyparty
Anche quest’anno tutti con il naso all’insù per ammirare gli aerei e gli ultraleggeri d’epoca che hanno fatto la storia del volo, ma anche jeep della seconda guerra mondiale e del conflitto in Vietnam in occasione del Flyparty all’Aviosuperficie “Dominio di Bagnoli”. Dal 2019 il campo da volo di Bagnoli ospita la kermesse dell’Historical Aircraft Group dedicata agli aerei storici ancora in grado di volare e anche in questa occasione un folto pubblico ha seguito le evoluzioni dei piloti e ammirato i velivoli restaurati.
“Quello che si è visto in questa occasionecommenta Andrea Rossetto, vice presidente dell’Historical Aircraft Group e gestore dell’aviosuperficie - è l’essenza della bellezza del volo storico. Formazioni consolidate, dove l’amicizia e la fiducia sono il collante che tiene gli aerei così vicini, formazioni “inventate” che ci hanno permesso di ammirare un velivolo incredibile come il Picchio, esibizioni uniche come quella interpretata dalla Jonathan collection di Giancarlo Zanardo, la presenza delle autorità locali e del presidente dell’Aeroclub d’Italia, Stefano Arcifa che ci ha onorato della sua presenza e che ringrazio per le belle parole, i tantissimi ragazzini di tutte le età che salutavano gli equipaggi aggrappati alle transenne. Un grazie infinito a chi si impegna ogni anno per questa festa, i soci Hag che vengono in volo con i propri velivoli e in auto per contribuire attivamente alla macchina organizzativa, i performer che hanno tenuto con il naso all’insù il numerosissimo pubblico e tutti coloro che hanno contribuito al successo di questo evento”.
Quel che resta delle piante nell’ex base di San Siro
Il caso. Accolta la richiesta di sospensiva di una delle ditte escluse dalla gara d’appalto
Bretella, nuovo ricorso al Tar slitta l’apertura del cantiere
C
olpo di scena, l’inaugurazione della nuova bretella nord non si è tenuta il 31 luglio scorso, come già annunciato, a causa di un nuovo ricorso al Tar Veneto. La Provincia di Padova ha reso noto che l’inizio dei lavori della “Variante Nord alla strada provinciale n. 35 a Bovolenta” è stato sospeso, a seguito della richiesta di sospensiva accolta dal Tribunale Amministrativo Regionale. Il ricorso è stato presentato da una delle ditte escluse dalla gara d’appalto, e ora bisognerà attendere la decisione definitiva dell’autorità giudiziaria.
E’ saltata dunque la cerimonia simbolica che l’amministrazione comunale aveva immaginato per la fine di luglio e, soprattutto, slitta l’apertura del cantiere che avrebbe dovuto partire le scorse settimane.
L’opera era stata affidata a un raggruppamento temporaneo di imprese formato da Ecovie di Albignasego e Costruzioni Generali Girardini di Sandrigo, vincitrici dell’appalto da 3 milioni e 340 mila euro con un ribasso del 21,5%. Il progetto esecutivo prevede una bretella lunga 900 metri, sul lato sud dell’argine del Bacchiglione, con due rotatorie agli estremi per connettere la nuova strada con le provinciali esistenti.
Obiettivo dichiarato: liberare il centro di Bovolenta, racchiuso tra gli argini, dal traffico
I lavori di spostamento dell’idrovora, propedeutici alla costruzione della nuova strada
pesante e dalle code quotidiane, evitando la strettoia del ponte in ferro. Un progetto a lungo inseguito dall’attuale sindaca Anna Pittarello, che contava di concluderlo entro la primavera 2026, in tempo per chiudere il mandato con un’opera simbolo. Una prospettiva che a questo punto sfuma. “Abbiamo impiegato dieci anni per arrivare fin qui – aveva ricordato – tra ricorsi, aggiornamenti, aumenti dei costi e lunghe procedure. Purtroppo chi ha bloccato il progetto non paga le conseguenze”.
Non è il primo ostacolo infatti per questa infrastruttura: negli anni si erano già registrati esposti da parte di residenti della zona, preoccupati per i rischi idraulici legati al traccia-
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to della variante. Agli inizi di settembre sarà in discussione proprio il ricorso presentato al Tribunale superiore delle Acque a Roma da alcuni proprietari dei terreni che insistono sul tracciato della nuova bretella. Viene contestato il fatto che la strada camionabile è costruita in una zona a rischio idraulico e particolarmente fragile.
Ma la Provincia ribadisce la volontà di realizzare l’opera, non appena sarà possibile. Intanto sono praticamente conclusi i lavori per lo spostamento dell’idrovora Isola di Bovolenta, un intervento propedeutico all’avvio del cantiere e alla costruzione della bretella nord. Nicola Stievano
Commosso saluto a Rosanna Zanettin, “professoressa contadina”
Era conosciuta come la “professoressa contadina” e stimata per la sua schiettezza e passione che metteva nel lavoro come nell’impegno civile. Rosanna Zanettin, 77 anni, figura nota a Bovolenta e a Padova si è spenta nella sua casa di via Ceola, circondata dai familiari, dopo aver affrontato con coraggio una malattia scoperta un anno fa. “Aveva espresso il desiderio di restare a casa fino alla finem, e così è stato, circondata dai suoi cari- racconta il fratello Paolo. - E’ sempre stata una persona molto attiva, amante della natura e dello sport ma sopratutto dell’insegnamento, al quale ha dedicato 47 anni della sua vita” Zanettin ha lasciato infatti un segno profondo in centinaia di studenti: prima al liceo Nievo, poi all’università di Padova dove ha insegnato letteratura romanza, infine negli istituti Marconi e Natta. «I miei studenti sono stati il mio ossigeno», ripeteva spesso. Instancabile e appassionata, amava la natura, lo sport e le Olimpiadi, che aveva seguito in giro per il mondo. Ha collaborato con l’Accademia Petrarca Rugby come tutor educativo e, insieme al fratello, gestiva una piccola azienda agricola. Nel 2014 si era candidata a sindaco, guidando una lista civica dedicata alla cultura e all’ambiente. Lascia un’eredità fatta di passione, tenacia e impegno civile.
Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul
Vene t o 2 4 passa al sistema di ultim a gener a zione DAB che permette di as coltare an c h e la ra d io con una qualità audio pe r fe t ta .
to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
L’iniziativa. La manifestazione è ideata dall’associazione Sugar Factory Cagnola
L’area dell’ex zuccherificio ravvivata
dalla Sugar Summer Fest
Musica, giovani talenti, cibo di strada e solidarietà: è questa la formula dello “Sugar Summer Fest”, il festival che accende le serate di luglio nell’area dell’ex zuccherificio di Cartura. Organizzato dalla Sugar Factory Cagnola, l’evento mira a rivitalizzare il territorio e sostenere la Croce Rossa
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V alorizzare un’area storica di Cartura, quella dell’ex zuccherificio, senza tralasciare l’aspetto solidale, è questa la finalità dell’associazione Sugar Factory Cagnola e della manifestazione estiva “Sugar Summer Fest”, che il sodalizio organizza da due anni nella prima metà di luglio. “L’associazione è stata costituita nel 2024 allo scopo di far rivivere l’area dell’ex zuccherificio – spiega Massimo Campanaro, presidente della Sugar Factory che conta una trentina di soci -. Il nostro intento è di valorizzare quest’area. È un piazzale molto grande che si presta molto bene a ospitare manifestazioni e momenti di aggregazione. Abbiamo pensato di vivacizzare quest’area promuovendo degli eventi, il particolare lo Sugar Summer Fest, e di raccogliere al contempo fondi per il Comitato di Due Carrare della Croce Rossa”. Lo Sugar Summer Fest è un evento patrocinato dal Comune di Cartura e articolato in più serate che, come si evince dal motto dell’associazione “La musica è lo zucchero della vita”, ha proprio nella musica il suo filo conduttore. L’animazione musicale della manifestazione, aperta da Paolo Zanarella il “pianista fuori posto”, è stata affidata anche quest’anno esclusivamente a Dee-Jay, tra cui
alcuni giovanissimi carturani, che hanno proposto ogni sera un genere diverso. Se la musica è stata la grande protagonista dello Sugar Summer Fest, non sono mancate le attrazioni di contorno: giochi e truccabimbi, artisti di strada, esibizioni di ballo, mercatino dei ragazzi e lo spazio dedicato all’auto tuning. La parte ristorazione della manifestazione non è stata curata direttamente dall’associazione Sugar Factory, ma delegata a una serie di food truck, veicoli attrezzati per la preparazione e la vendita di cibo e bevande e a birrifici locali. Come l’anno scorso l’intero ricavato dell’evento è destinato alla Croce Rossa - Comitato di Due Carrare, anch’essa coinvolta nello Sugar Summer Fest. Nel 2024 i mille euro raccolti hanno contribuito all’acquisto di un automezzo uti-
lizzato per le finalità dell’organizzazione di volontariato. “Di sagre e manifestazioni ce ne sono tantissime nella zona – commenta Paola Ernesti Moro, presidente della Croce Rossa Comitato di Due Carrare, il cui territorio di competenza comprende quattordici comuni tra cui Cartura -, ma lo Sugar Summer Fest è un evento unico, perché non abbraccia alcuna bandiera; è un evento della popolazione, proprio quello che Croce Rossa rappresenta, essendo di tutti e per tutti”. La Croce Rossa ha contribuito alla manifestazione garantendo il servizio di assistenza sanitaria e proponendo il banchetto di “face painting” per i bimbi e lo stand informativo rivolto, in particolare, ai giovani sulle malattie sessualmente trasmissibili.
Francesco Sturaro
Ragazzi esempio di cittadinanza attiva
Per una settimana, dodici giovani di Cartura tra i 14 e i 17 anni sono stati impegnati nel progetto “Ci sto? Affare fatica”, promosso dal Comune con il concorso della Cooperativa sociale Giovani e Amici. Sotto la guida di un tutor e di un adulto “tuttofare”, tra fine giugno e inizio luglio hanno ridipinto le panchine rosse (simbolo dell’impegno alla sensibilizzazione contro la violenza di genere), sistemato la staccionata e alcune giostrine del parco dei Giardini dell’Arena. Come premio per il loro lavoro, i dodici ragazzi, riconoscibili dalla loro maglietta rossa, hanno ricevuto un buono fatica del valore di 50 euro spendibile negli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa. Esperienza consolidata nei pa-
esi limitrofi, il progetto “Ci sto?
Affare fatica” è stato proposto quest’anno per la prima volta ai giovani di Cartura. “I ragazzi hanno lavorato con entusiasmo – commenta il sindaco Serenella Negrisolo -. La risposta è stata positiva sia dal punto di vista delle attività sia dal punto di vista della socialità. I cittadini hanno
apprezzato questa iniziativa riconoscendone l’utilità dal punto di vista sociale, progetto che non ha coinvolto solo le famiglie interessate, ma tutta la comunità. Non avevo dubbi sull’utilità di una simile iniziativa – prosegue il primo cittadino -; ne ho avuto conferma quando ho visto i ragazzi all’opera. Si è creato un bel rapporto anche con l’handyman, una persona in pensione che si è resa disponibile gratuitamente a insegnare ai ragazzi il mestiere. Erano poi seguiti da una tutor, una giovane ragazza che li ha coordinati. Un’esperienza sicuramente da ripetere, che ha messo in evidenza come, trovando un interesse in comune, si possono far convivere serenamente più generazioni. (f.s.)
L’iniziativa. La comunità parrocchiale festeggia la scuola dell’infanzia paritaria fondata nel 1945
Gli 80 anni della “Sacro Cuore”
Compie ottant’anni la scuola dell’infanzia paritaria Sacro Cuore della parrocchia di Carrara Santo Stefano. Un anniversario festeggiato dalla comunità parrocchiale coinvolgendo le famiglie dei bambini frequentanti la scuola. “Il 15 giugno abbiamo celebrato l’ottantesimo della scuola in maniera molto semplice, con una giornata pensata per la comunità e per le famiglie dei bambini della Sacro Cuore – spiega Filippo Desolei a nome del Comitato di gestione della scuola dell’infanzia di cui è vicepresidente -. Al mattino c’è stata la messa di ringraziamento concelebrata dal nostro parroco don Francesco Greco e dal delegato diocesano alla scuola dell’infanzia don Marco Piva. Quindi ci siamo ritrovati per il pranzo comunitario, supportati dal gruppo sagra della parrocchia. Nel pomeriggio la festa è proseguita con giochi e momenti di intrattenimento per i bimbi e le famiglie”.
Per l’ottantesimo della scuola, frequentata nell’ultimo anno scolastico da una settantina di bambini, è stata allestita anche
una mostra fotografica che ne ripercorre la storia. La mostra, curata dallo storico Paolo Valandro, dal comitato di gestione della “Sacro Cuore”, da nonna Marilena responsabile del gruppo nonne della scuola e da don Francesco, è stata riproposta anche alla tradizionale sagra di fine luglio inizio agosto.
L’asilo fu realizzato con il contributo dei parrocchiani a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, sotto la guida dell’allora parroco don Sebastiano Bortignon, adibendo allo scopo una porzione dell’antico complesso abbaziale. I lavori, iniziati nel marzo 1944 e sospesi poco dopo per carenza di manodopera e difficoltà di approvvigionamento dei materiali, si conclusero nel settembre 1945; il 21 ottobre dello stesso anno la scuola fu inaugurata e affidata alla gestione delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice. Per rispondere alle esigenze didattiche, nei decenni seguenti l’edificio scolastico subì vari ampliamenti.
La “Sacro Cuore”, oltre alle consuete sezioni per bambini dai 3 ai 5 anni, dispone di una
sezione primavera per bimbi dai 24 ai 36 mesi. Nel suo ambito è stato anche avviato da qualche anno il servizio doposcuola per i ragazzini della primaria e della secondaria di primo grado.
“La scuola Sacro Cuore è una realtà che negli anni ha riscosso un costante gradimento da parte dei genitori, anche per la sua apprezzatissima sezione primavera – commenta l’asses-
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sore all’Istruzione Gino Favero -. È un piacere unirmi alle felicitazioni per i suoi ottant’anni ed è naturale augurarle di proseguire le attività per almeno altrettanti. La nostra amministrazione comunale continuerà a sostenere con convinzione le locali scuole dell’infanzia paritarie, preziosissime risorse in una regione povera di alternative pubbliche”.
Francesco Sturaro
Servizi sociali a supporto delle situazioni di fragilità
Sono 147 le cartelle personali prese in carico nel 2024 dalle assistenti sociali in servizio nel Comune di Due Carrare. Si tratta di 147 fascicoli contenenti problematiche ed esigenze di anziani non autosufficienti, minori e famiglie in difficoltà, persone disabili o che vivono ai margini della società. “L’apertura di una cartella sociale è il culmine di un processo che si articola in varie fasi: il colloquio d’aiuto; la visita domiciliare, che permette di conoscere la persona nel suo ambiente di vita; il lavoro d’équipe e gli incontri di rete; la documentazione che rende tracciabile e condivisibile l’azione professionale – spiega l’assessora al Sociale, Angela Lava -. A volte la parte più difficile è iniziare: affinché la progettualità abbia successo è necessario che la richiesta di aiuto e supporto arrivi dall’individuo direttamente interessato, che vi sia coscienza di trovarsi in uno stato di bisogno o fragilità da cui non si riesce a uscire da soli”. Per rispondere alle esigenze di chi si trova in situazione di fragilità sociale spesso è fondamentale la collaborazione tra più realtà: Comune, servizi di psichiatria, forze dell’ordine, tribunale, tribunale dei minori, consultorio. In altri casi, invece, le persone o le famiglie hanno bisogno solo di un sostegno economico. Nel 2024 il Comune ha stanziato circa 40 mila euro di fondi propri a integrazione delle rette delle case di riposo e come compartecipazione a spese di ospedale di comunità o contributi per utenze, affitto, spese mediche. “Più del 60% degli aiuti sono erogati in favore di anziani e famiglie, sia in termini di sussidi che di servizi – conclude Lava -. Sono, assieme ai disabili, quell’utenza silenziosa e ignorata dalla superficialità del comune sentire”. (f.s.)
Lorenzo Giacometti firma l’abito nuziale
di Lauren Sanchez per il matrimonio dell’anno
cami delicati e le finiture impeccabili. Ogni punto è stato pensato per valorizzare la figura della sposa e per creare un abito che fosse al tempo stesso elegante e confortevole. Il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, orgoglioso del concittadino, ha detto: “Quando si ha una passione o un obiettivo da raggiungere, le priorità cambiano e si diventa padroni del proprio destino. Congratulazioni a Lorenzo Giacometti che grazie alla sua tenacia, alle sue capacità e al costante impegno nel mondo della moda, ha raggiunto i più alti livelli della sar-
SCARICA L’APP RADIO VENETO2 4 Ascolta su www.veneto24.it L’evento. Il giovane ha partecipato alla preparazione del
A l matrimonio dei coniugi Bezos, che ha calamitato l’attenzione di tutto il mondo, c’era anche un po’ di Tribano visto che il lunghissimo, vestito a sirena di Lauren Sancez, che segue la sua silhouette e viene addolcito da un collo alto, da un corsetto e da 180 bottoni ricoperti di chiffon è stato realizzato dalla maison Dolce & Gabbana dove lavora Lorenzo Giacometti, trentenne di origini tribanesi. Proprio così, nella squadra dei sarti che hanno realizzato l’abito c’era anche Lorenzo Giacometti, nato e cresciuto a Tribano, anche se da una decina d’anni vive a Milano, dopo aver concluso gli studi superiori presso l’istituto Ruzza di Padova ed essersi specializzato in una Accademia di Alta Moda del capoluogo meneghino. Lorenzo è stato immortalato dalla rivista Vogue, nella foto di Tierney Gearon, la celebre rivista di moda che ha seguito e documentato tutta la lunga preparazione del matrimonio dell’anno che si è celebrato a Venezia a fine giugno. Il sindaco Cavazzana ha fatto girare fin da subito lo scatto fotografico sui social: Lorenzo è ripreso di fianco alla futura sposa ed è diventato subito orgoglio per tutta la comunità dove vivono i genitori e il fratello. Si sa che Giacometti lavora da una decina d’anni presso Dolce & Gabbana e lo stesso Domenico Dolce era tra gli invitati vip al matrimonio. Il processo di creazione dell’abito è stato lungo e meticoloso. La Maison ha iniziato con incontri approfonditi con la signora Bezos, ascoltando le sue preferenze, i desideri e le aspettative. Da qui è nata l’idea di un abito che unisce eleganza senza tempo e modernità, con dettagli ricercati e un taglio impeccabile. La scelta dei tessuti è stata fondamentale: lino pregiato, seta e pizzi delicati, tutti selezionati con cura per garantire comfort e raffinatezza. Il risultato finale è stato un vestito che incarna la perfezione sartoriale, con linee fluide e dettagli sofisticati. La lavorazione artigianale si distingue per la precisione e l’attenzione ai particolari, come le cuciture invisibili, i ri-
toria internazionale”. Roberto Bazzarello, consigliere di minoranza aggiunge: “Ci sono sempre meno giovani che si impegnano nel settore dell’artigianato e la
storia di Lorenzo dimostra che con la passione e l’impegno si possono ottenere risultati importanti”.
Cristina Lazzarin
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L’eccellenza industriale che conquista i mercati globali
Il Sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, ha recentemente visitato la L.B. Plast Srl, accompagnato dalla Consigliera della Provincia di Padova Eleonora Mosco. Questo incontro ha rappresentato un’importante occasione per conoscere da vicino una delle realtà produttive più virtuose della Bassa Padovana. Fondata oltre trent’anni fa come piccola impresa artigianale specializzata nello stampaggio di materie plastiche, L.B. Plast si è evoluta nel tempo, diventando un punto di riferimento internazionale nella produzione di accessori idraulici per lavelli sintetici e in acciaio inox. La sua quota di export, che oggi raggiunge l’88% del fatturato, testimonia il successo e la crescita dell’azienda nel mercato globale. Il Sindaco Cavazzana ha sottolineato come L.B. Plast rappresenti un esempio concreto di tenacia, professionalità e capacità di imporsi in mercati altamente competitivi, spesso dominati da colossi internazionali come quelli cinesi e turchi. “La qualità dei prodotti, la flessibilità e l’attenzione al cliente sono i pilastri su cui questa azienda ha costruito il proprio successo. È un orgoglio per Tribano ospitare una realtà così dinamica e innovativa”, ha dichiarato il primo cittadino. Attualmente, l’azienda impiega 75 dipendenti e registra un fatturato di circa 15 milioni di euro. Recentemente, ha ampliato il proprio stabilimento produttivo in un’area strategica del territorio comunale, tra Viale Francia e Viale Germania. Il progetto, del valore complessivo di 830 mila euro, è stato sostenuto anche da un contributo a fondo perduto di 160 mila euro attraverso l’IPA della Provincia di Padova, a testimonianza dell’impegno delle istituzioni nel supportare le imprese locali. La Consigliera Mosco ha evidenziato come la L.B. Plast faccia parte di quel gruppo di imprese virtuose del territorio che hanno ottenuto il sostegno della Provincia di Padova grazie alla loro solidità e visione strategica. (c.l.)
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La tendenza. Flussi solidi, turismo diversificato e nuove strategie per le due destinazioni padovane
Padova e Colli Euganei crescono nel turismo: più arrivi insieme alle nuove sfide da affrontare
Nel 2024 numeri da record a Padova, tenuta per le Terme Euganee. Nel 2025 segnali positivi e strategie innovative per consolidare l’offerta e attrarre nuovi segmenti
Padova e il territorio delle Terme e Colli Euganei si confermano tra le aree trainanti del turismo veneto, mostrando numeri solidi nel 2024 e confermando la tendenza positiva nei primi mesi del 2025. È quanto emerge dai dati dell’Ufficio di Statistica della Regione Veneto su base ISTAT, che attestano la capacità delle due destinazioni di attrarre una domanda sempre più variegata e dinamica.
Il Sistema Turistico Locale di Padova ha raggiunto nel 2024 i massimi livelli degli ultimi sette anni: oltre 1 milione di arrivi e più di 2,3 milioni di presenze. Il flusso turistico si è distribuito in modo bilanciato tra mercato italiano e internazionale, con il 54,4% di ar-
rivi domestici e una quota estera in crescita, soprattutto nei mesi invernali. In forte espansione l’extra-alberghiero, che ha registrato +23,3% di arrivi e +16,4% di presenze, confermando le nuove abitudini di viaggio orientate alla flessibilità.
Nel primo quadrimestre del 2025 si contano già oltre 308mila arrivi e quasi 700mila presenze. Si rafforzano i flussi da Paesi extraeuropei come Cina, India, Brasile e Turchia, che si sommano ai consolidati mercati europei e statunitensi. A trainare la destinazione padovana è l’integrazione di cultura, turismo congressuale, accademico e medico, con il sito UNESCO “Urbs Picta” sempre più centrale per il posizionamento in-
ternazionale.
Situazione più stabile ma altrettanto rilevante per il Sistema Turistico Locale delle Terme e Colli Euganei, che nel 2024 ha registrato quasi 888mila arrivi e oltre 2,9 milioni di presenze. Pur con un leggero calo rispetto al 2023, il sistema termale si conferma solido, con una componente domestica dominante e una presenza internazionale orientata a soggiorni medio-lunghi. I mesi primaverili e autunnali continuano a garantire flussi consistenti, dimostrando l’efficacia della destagionalizzazione.
Nel 2025, nonostante un lieve calo nei primi due mesi dell’anno, l’area mantiene una buona tenuta con oltre 292mila arrivi e più di 824mila presenze fino ad aprile. Marzo e aprile in particolare hanno confermato volumi elevati, offrendo basi incoraggianti per i mesi estivi.
Il territorio termale guarda al fu-
turo con una nuova agenda strategica fondata su salute, sostenibilità e innovazione. Si punta a una revisione normativa nazionale, all’aggiornamento dell’offerta medica specialistica e alla creazione di una governance integrata attraverso una fondazione di partecipazione. La formazione e il lavoro nei comuni termali diventano priorità, con l’obiettivo di attrarre nuove
Carlo Scabin entra nel Consiglio Generale della Fondazione Cariparo
Il Consiglio Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha nominato, su terna di candidati designati dal Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Carlo Scabin nuovo Consigliere Generale dell’Ente.
Classe imprenditoriale e lunga esperienza nel settore agroalimentare, Scabin è un volto noto del mondo confindustriale: Vicepresidente di Confindustria Veneto Est dal 2024 con delega sul territorio di Rovigo, guida inoltre il Gruppo Merceologico Agro, Ittico, Molitorie e Zootecniche dell’associazione. Dal 2025
siede anche nel Consiglio Generale di Confindustria nazionale. “Il mio ingresso sarà in punta di piedi – ha dichiarato ai microfoni di radio Veneto24 – perché prima di tutto voglio conoscere personalmente i colleghi del Consiglio, a partire dal presidente, la cui figura rappresenta un punto di riferimento etico e sociale per la Fondazione”. Scabin ha sottolineato l’importanza di comprendere le idee e gli obiettivi già in atto all’interno dell’ente, per costruire un percorso condiviso e costruttivo. “Ringrazio il presidente e tutto il Consiglio e le persone che hanno riposto fiducia
in me. Le aspettative sono elevate, e questo rappresenta un forte stimolo per non deludere”. L’impegno di Scabin si inserisce in un contesto di rinnovamento anche per Confindustria Veneto, organismo nato dalla fusione delle realtà provinciali di Treviso, Padova, Venezia e Rovigo. “Stiamo lavorando per superare i confini territoriali e creare sinergie efficaci su tutto il territorio regionale. Rovigo, in particolare, ha un potenziale strategico notevole, non solo dal punto di vista logistico, ma anche nel settore manifatturiero, ed è fondamentale valorizzarlo”. (v.g.)
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professionalità e orientare i fondi europei verso la qualità dell’offerta e la continuità assistenziale. Le prospettive per l’ultima parte del 2025 appaiono positive: Padova e i Colli Euganei si candidano a diventare sempre più competitivi, capaci di coniugare bellezza, cultura e benessere in una proposta turistica articolata e sostenibile. Vincenzo Gottardo
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Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
segue da pag. 1
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
U
n bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve
unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”. Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio.
Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor.
Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Matteo Ribon
• Chi è Giacomo Brunoro
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Auto, novità per tutte le tasche: ecco i nuovi modelli
Grande Panda, 500 Hybrid, Corsa-e: la mobilità urbana si rinnova.
Il Veneto punta su citycar sostenibili e incentivi regionali per auto a basse emissioni
Il mercato dell’auto è in piena evoluzione, e a guidare la ripartenza sono soprattutto le citycar e i modelli accessibili, pensati per chi vive e si muove ogni giorno nelle aree urbane. Le esigenze sono cambiate: oggi si cercano vetture pratiche, compatte, economiche e sostenibili, ma anche con dotazioni tecnologiche di buon livello. E il Veneto non fa eccezione: tra fiere, concessionarie e promozioni locali, sono già numerose le novità approdate o in arrivo nei prossimi mesi. Una delle più attese è la Fiat Grande Panda, presentata ufficialmente a luglio e destinata a diventare protagonista nelle nostre strade. Lunga quattro metri esatti, con un look squadrato e moderno, porta con sé un’eredità storica ma tutta nuova nei contenuti. Sarà disponibile sia in versione mild hybrid che completamente elettrica, con batteria da 44 kWh e autonomia fino a 320 km nel ciclo WLTP. La versione elettrica promette zero emissioni e grande comfort, mentre la mild hybrid garantisce prezzi più bassi e versatilità. Secondo le prime stime, i prezzi partiranno da circa 20.000 euro per la versione ibrida e da 22.000 euro per quella elettrica, con possibilità di sconti e incentivi regionali. Restando in casa Fiat, fa il suo ritorno la 500 Hybrid, un modello che
coniuga lo stile iconico della piccola torinese con una motorizzazione efficiente e parsimoniosa. A fianco della versione 100% elettrica, la nuova 500 ibrida si rivolge a chi cerca una citycar dal prezzo contenuto, ma con il fascino delle forme retrò e l’affidabilità del marchio. Anche in questo caso, la proposta è pensata per l’ambiente urbano, con dimensioni compatte, cambio manuale e consumi ridotti.
Guardando ad altre proposte elettriche già presenti nei saloni veneti, spicca la Opel Corsa-e, una delle compatte elettriche più vendute del 2024 in Italia. Con una batteria da 50 kWh, offre un’autonomia di circa 337 km e una guida agile, perfetta per chi si muove quotidianamente in città ma non rinuncia a qualche uscita extraurbana. Il prezzo si aggira intorno ai 25.000 euro, con buona dotazione tecnologica già nelle versioni base.
Tra i marchi che puntano forte sul rapporto qualità-prezzo c’è anche MG, che ha rilanciato con successo in Europa la MG ZS. Si tratta di un SUV compatto, lungo 4,32 metri, con linee moderne e interni spaziosi. Nella versione benzina, con cambio manuale, parte da appena 16.990 euro: una cifra sorprendente per un modello che si propone come alternativa alle berline cittadine. È disponibile anche in variante elettrica, con un’autonomia che supera i 300 km.
Per chi cerca una soluzione low-cost nel mondo delle EV, resta valida la scelta della Dacia Spring, citycar elettrica dal design semplice ma funzionale. Con una batteria da 27,4 kWh e autonomia fino a 230 km, è pensata per chi usa l’auto quasi esclusivamente in ambito urbano. I prezzi, grazie agli incentivi, possono scendere anche sotto i 13.000 euro, rendendola una delle elettriche più economiche d’Europa. Infine, tra le novità che coniugano anima urbana e spirito avventuroso,
segnaliamo la Jeep Avenger, disponibile sia in versione a benzina che full electric. Con un’estetica da SUV e un’anima cittadina, è lunga poco più di 4 metri ed è adatta sia a chi vive in centro che a chi percorre strade extraurbane. I prezzi partono da circa 24.300 euro, rendendola competitiva nel suo segmento.
Da segnalare, per chi risiede in Veneto, l’attuale disponibilità di contributi regionali per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Il bando 2024–2026 prevede incentivi fino a 8.000 euro per la sostituzione di mezzi vecchi con modelli elettrici o ibridi di ultima generazione. Un’opportunità concreta per rinnovare la propria mobilità risparmiando e riducendo l’impatto ambientale.
Che si scelga un’auto elettrica, ibrida o a benzina, le proposte disponibili oggi in Veneto permettono di trovare la soluzione più adatta per ogni esigenza e per ogni portafoglio.
Citycar economiche. Hyundai i10, Kia Picanto e altre auto perfette per la città
Auto sotto i 20.000 euro: Uno sguardo alle scelte intelligenti già disponibili in Veneto
In un mercato dove i prezzi delle auto nuove sembrano aumentare ogni mese, trovare un modello valido sotto i 20.000 euro può sembrare un’impresa. Eppure, anche in Veneto, esistono ancora ottime soluzioni per chi cerca una vettura economica, affidabile e adatta all’uso quotidiano. Alcuni marchi hanno puntato forte su questo segmento, proponendo modelli che uniscono praticità e risparmio, senza rinunciare a comfort e sicurezza.
Partiamo dalla MG ZS, il SUV compatto che sta sorprendendo per prezzo e dotazioni. Disponibile con motore benzina da 106 cavalli e cambio manuale, offre spazio per la famiglia, bagagliaio capiente e uno stile moderno. Il tutto a partire da 16.990 euro chiavi in mano. In Veneto è già presente in diversi saloni, grazie alla rete dei concessionari MG in espansione. Per chi cerca una vera citycar, la Hyundai i10 è una delle scelte più razionali. Tre cilindri benzina, consumi contenuti e buona tenuta su strada: è l’ideale per chi si muove prevalentemente in città. Prezzo base: poco sopra i 15.000 euro, ma le promozioni in corso possono abbattere ulteriormente il costo.
Una proposta ormai collaudata è la Kia Picanto, sorella della i10 ma con un’estetica leggermente più grintosa. La versione base, sempre a benzina, parte da 14.800 euro circa. È perfetta anche per i neopatentati, grazie alla sua maneggevolezza e ai bassi costi di gestione.
Anche Citroën ha un modello che rientra nel budget: si tratta della C3 You, versione essenziale ma completa della popolare berlina francese. Il prezzo di listino parte da 13.750 euro, con motore benzina 1.2 da 83 cavalli. Non mancano ABS, ESP e sistema anticollisione.
Una menzione speciale va alla Dacia Sandero, tra le best seller in Italia per chi cerca il miglior rapporto qualità/prezzo. La versione Streetway parte da 11.900 euro, la Stepway (più alta e dall’aspetto crossover) da circa
13.800 euro. Motori benzina e bifuel, anche a GPL, che aiutano a risparmiare ulteriormente sul carburante. Per chi invece vuole puntare subito all’elettrico, sotto i 20.000 euro resta quasi solo una scelta: la Dacia Spring, disponibile in Veneto con prezzo di listino da 17.900 euro, ma facilmente abbattibile con incentivi statali o regionali. Certo, l’autonomia non è da record (circa 230 km), ma è sufficiente per l’uso urbano.
In un’epoca in cui risparmiare è diventato fondamentale, queste auto rappresentano un’opzione concreta per tornare a muoversi con mezzi nuovi, sicuri ed efficienti, senza dover spendere cifre da capogiro. E anche in Veneto le occasioni non mancano: basta cercare bene, approfittare delle promo e – se possibile – rottamare il vecchio per ottenere sconti ancora più interessanti.
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Un amore che salva due vite: l’incredibile
storia di
un trapianto di rene a Padova
Da Bergamo a Padova per un trapianto di rene: non si tratterebbe di una novità, se non fosse per l’incredibile storia che si cela dietro questa operazione. Antonio Tomasoni, 54 anni, e Silvia Poletti, 53, sono una coppia bergamasca felicemente sposata dal 2008. Nel ‘90, dopo che i suoi reni avevano improvvisamente smesso di funzionare senza apparente motivo, Antonio aveva subito un trapianto che lo aveva rapidamente fatto tornare alla vita di sempre, quella di un segretario scolastico che ha sempre dedicato impegno e passione al proprio lavoro. Ma, come gli addetti ai lavori sanno bene, quello renale non è un trapianto che dura in eterno, e dopo oltre trent’anni, sono ricominciati i problemi per Tomasoni. Sua moglie Silvia si offre subito volontaria come donatrice e, nonostante le preoccupazioni di Antonio, terrorizzato all’idea di mettere la moglie in pericolo, decidono di rivolgersi all’Azienda Ospedaliera Università di Padova, una delle poche strutture che permettono di fare gli esami preliminari anche se il paziente non è ancora in dialisi, a differenza di strutture come quella di Bergamo.
La dialisi, infatti, è una salvezza, ma anche una mezza condanna, in questi casi, perché dopo anni di terapia cuore e polmoni rischiano di diventare troppo affaticati e di non reggere più la pressione di un trapianto.
In un primo momento sembra andare tutto bene, ma durante gli esami di compati-
bilità i medici fanno due scoperte, una estremamente positiva e l’altra drammatica. Se, da un lato, i due coniugi hanno l’incredibile fortuna di essere compatibili, dall’altro i reni di Silvia non sono così sani come si pensava. Oltre a due calcoli, l’équipe guidata dai professori Dal Moro (primario di Urologia) e Furian (direttrice della Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas) scopre una piccola neoformazione. Per dirla in termini semplici: Silvia ha un tumore.
In circostanze normali, questo avrebbe interrotto immediatamente il percorso pretrapianto, ma Furian decide di procedere comunque, riponendo massima fiducia nelle capacità della sua squadra e nelle tecnologie dell’ospedale di Padova. Il team della dottoressa Furian riesce a rimuovere la massa tumorale con un intervento mini-invasivo reso possibile da un robot all’avanguardia in dotazione al dipartimento, al quale fa seguito la delicata fase di asportazione del rene e rimozione dei due calcoli, affidata alle esperte mani del professor Dal Moro, che riesce a gestire la problematica senza intaccare in alcun modo l’organo, un vero e proprio miracolo della medicina moderna. L’intervento si è poi svolto senza intoppi e oggi, a distanza di alcuni mesi, Silvia Poletti è guarita completamente e anche il marito Antonio dice di stare benissimo, pronto a tornare al lavoro che ha sempre amato.
Nicola Canella
La rivoluzione nella cura delle ferite complesse l’alleanza tra Padova e la pelle di merluzzo islandese
Negli ultimi anni la cura delle ferite complesse ha fatto un vero salto di qualità. Con quasi 3.500 interventi chirurgici eseguiti nel solo 2024 e un’équipe in costante espansione, l’unità di chirurgia plastica dell’Azienda Ospedale Università di Padova si conferma all’avanguardia in Italia nella sperimentazione per la ricostruzione dei tessuti. Fondamentale il supporto della Banca dei Tessuti di Treviso – la più grande del Paese – ma oggi lo sguardo si allarga anche all’Islanda. Da lì arriva un alleato sorprendente: la pelle di merluzzo, che sta dando risultati eccezionali nei trattamenti rigenerativi.
“Il vantaggio è quello di controllare il fondo della lesione - commenta il dottor Franco Bassetto, direttore Chirurgia Plastica - non dare una guarigione cicatriziale, ma rigenerativa e con caratteristiche della pelle simili a quelle dell’incidente”
Grazie alla pelle artificiale, ai bio-tessuti, ai tessuti ingegnerizzati e – soprattutto – a tecniche chirurgiche sempre più innovative, si è superato l’approccio tradizionale delle semplici medicazioni. Oggi si punta a una rigenerazione attiva dei tessuti, utilizzando matrici dermiche capaci di stimolare la guarigione in modo profondo ed efficace.
La Divisione di Chirurgia Plastica dell’Unità Operativa Complessa (UOC) ha registrato dati di attività di grande rilevanza. Annualmente, si contano mediamente 3.500 ricoveri, dei quali 1.700 avvengono in regime di day hospital. Nell’ultimo anno, sono stati presi in carico 173 bambini. Inoltre, le consulenze multidisciplinari effettuate nel corso dei dodici mesi ammontano a circa mille, mentre le prestazioni ambulatoriali superano le 25.000 unità. All’interno del reparto di Chirurgia Plastica operano 7 medici, coadiuvati da 38 medici specializzandi, 64 infermieri e 30 operatori socio-sanitari. (s.b.)
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Università di Padova. Nuovo polo a Cittadella per formare 50 futuri infermieri ogni anno
A Cittadella nasce il nuovo canale di Infermieristica
Cittadella rafforza il suo ruolo nella formazione sanitaria con l’attivazione, a partire dall’anno accademico 2025/2026, di un nuovo canale del Corso di Laurea in Infermieristica promosso dall’Università degli Studi di Padova. Il nuovo polo formativo, che potrà accogliere fino a 50 studenti, sarà ospitato all’interno di Palazzo Pretorio grazie alla collaborazione tra Ateneo, Ulss 6 Euganea e Comune di Cittadella. Un’iniziativa che mira a rispondere alla crescente domanda di infermieri e che si inserisce nel più ampio disegno di potenziamento dell’of-
degli studenti e dei professionisti sono intervenuti Carlos Meconcelli, iscritto al secondo anno, e Marioara Mary Starovici, infermiera in servizio presso il reparto di Neurologia. “La nuova sede di Cittadella è un investimento concreto sul futuro della nostra sanità – ha dichiarato il direttore Fortuna – e dimostra quanto sia strategica la collaborazione tra istituzioni pubbliche e accademiche. Grazie all’Università per aver accolto con entusiasmo la proposta e al Comune per aver messo a disposizione gli spazi necessari.” Il corso di laurea in Infermieristica della sede di Monselice,
ferta universitaria nelle aree decentrate. Il nuovo canale rappresenta un’estensione della sede di Monselice, già attiva dal 2012, e permetterà di portare a 151 i posti disponibili complessivamente per il corso. La sede di Cittadella, in particolare, offrirà un’opportunità formativa agli studenti dell’Alta Padovana e delle aree limitrofe, garantendo una formazione di qualità integrata con le esigenze del territorio. Gli studenti potranno svolgere i tirocini non solo nelle strutture ospedaliere dell’Ulss 6 Euganea, ma anche in undici strutture convenzionate della provincia di Padova, tra case di riposo, fondazioni, cooperative e case di cura. Il progetto è stato presentato ufficialmente all’Ospedale di Cittadella alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, del Direttore Generale dell’Ulss 6 Paolo Fortuna, del Prorettore dell’Università di Padova Paolo Sambo, del Presidente del Corso di Laurea Vincenzo Baldo e del Sindaco Luca Pierobon. A dare voce alla prospettiva
a cui afferisce il canale di Cittadella, conta oggi 263 iscritti, con una forte prevalenza femminile (80%), ma con un trend crescente di studenti uomini. Pur in un contesto nazionale di calo delle iscrizioni, la sede mantiene numeri solidi grazie anche alla possibilità di effettuare i tirocini vicino alla propria residenza, rendendo il percorso più sostenibile e compatibile con le esigenze personali. Dal 2012 a oggi sono circa 700 gli infermieri laureati a Monselice. La sede si è distinta inoltre per l’accoglienza di studenti stranieri nell’ambito del programma Erasmus e per la promozione di esperienze formative internazionali. Per conoscere meglio il percorso e ricevere informazioni sulle iscrizioni, sono previsti due Open Day a Cittadella il 28 e il 30 luglio, occasione utile per visitare gli spazi, incontrare docenti e studenti e scoprire le opportunità professionali offerte da una delle figure più richieste nel mondo del lavoro.
Paola Bigon
L’intelligenza artificiale cambia la sanità: Il convegno che ridisegna il futuro delle cure ospedaliere
La sfida dell’intelligenza artificiale in sanità: un nuovo approccio sistemico per migliorare qualità, sicurezza e continuità delle cure. La sanità contemporanea è alle prese con sfide sempre più complesse: dalla carenza di personale medico e infermieristico all’incremento della domanda di cure specialistiche, fino alla necessità di garantire continuità assistenziale anche in situazioni critiche. In questo scenario, l’Intelligenza Artificiale si profila come uno strumento potenzialmente rivoluzionario, in grado di ridefinire l’organizzazione e l’erogazione delle cure. Nasce da questa consapevolezza il convegno “La rete ospedaliera tra presente e futuro: come prepararsi all’implementazione dell’AI”, promosso dall’Azienda Ulss 6 Euganea, con la direzione scientifica del dottor Paolo Fortuna, Direttore Generale della stessa Ulss. «L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale in sanità non può essere improvvisata – sottolinea il dottor Fortuna –. È necessario un approccio sistemico che consideri tutti gli aspetti: infrastrutture, tecnologie, organizzazione, normative e soprattutto l’etica. Solo così sarà possibile affrontare davvero la trasformazione in atto». L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione Scuola di Sanità Pubblica e inserito nel calendario del World Health Forum Veneto, si avvale del sostegno di numerosi partner istituzionali, tra cui la Camera di Commercio, VenicePromex, Università di Padova, Fondazione Cariparo, Comune di Padova e Agenda Digitale del Veneto. L’agenda prevede una giornata di lavori intensa, con tavole rotonde, interventi e testimonianze di esperti provenienti dai mondi della sanità, della ricerca, del diritto e dell’impresa. Il “sold out” registrato conferma l’alta attenzione su un tema sempre più cruciale. «Abbiamo voluto fortemente questo appuntamento – aggiunge Fortuna –per offrire una piattaforma di confronto interdisciplinare. Professionisti di ambiti diversi, dall’informatica alla bioingegneria, dalla medicina al diritto, potranno condividere idee e soluzioni per un’implementazione concreta dell’AI negli ospedali. L’obiettivo è ambizioso: migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, ridurre i contenziosi, velocizzare diagnosi e trattamenti, ottimizzare le risorse e valorizzare l’aspetto riabilitativo, mantenendo sempre al centro i valori della medicina e la persona». Il dibattito si inserisce in un contesto normativo in evoluzione. Il 25 giugno scorso, il Disegno di Legge 1146 – che definirà il quadro normativo nazionale sull’Intelligenza Artificiale – ha superato un importante passaggio parlamentare, approvato con modifiche e ora in attesa del via libera definitivo dal Senato. Una volta concluso l’iter, il DDL 1146 diventerà la nuova legge italiana sull’AI. (s.b.)
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