laPiazza del Conselvano - Settembre 2025

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Istituto Oncologico

Veneto, cambio al vertice, Benazzi nuovo Commissario

Fabrizio Boron:

“Svolta storica, daremo un solido futuro al Veneto”

RITORNO

IE’ quasi certo, al voto il 23 novembre

l tempo scorre e di convocazione di elezioni regionali non si vede neppure l’ombra. Tutto ormai lascia presagire che la consultazione che chiamerà al voto i veneti per eleggere il nuovo consiglio regionale e soprattutto il tanto atteso nuovo presidente si terrà il prossimo 23 novembre ovvero la data ultima possibile.

A fissare la data delle elezioni dovrà essere, così stabilisce la legge, l’attuale amministrazione, quindi il decreto di indizione porterà la firma del Presidente Zaia e, appunto, non potrà andare oltre il 23 novembre. Il fatto che si arrivi all’ultimo giorno utile, evidentemente, non nasconde le forti tensioni che si vivono nella maggioranza attualmente al governo della regione Veneto. La difficoltà, dunque, a trovare una sintesi tra riunioni sul territorio e vertici romani è palpabile e sta producendo questo continuo slittamento.

Nei giorni scorsi il Ministro e Segretario della Lega, Matteo Salvini ha provato a rompere gli indugi e a lanciare la candidatura di un suo fedelissimo, il giovane e brillante segretario veneto del partito, Alberto Stefani. Una proposta, questa, che ha trovato, immediatamente, il via libera del presidente Luca Zaia e del Sindaco di Treviso, Mario Conte.

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Turismo e agricoltura, un anno positivo, ma preoccupano i tagli Ue al primario

CLASSE

Crollo inesorabile della popolazione scolastica, a Conselve in sette anni persi 165 studenti, ma ci sono famiglie da sostenere sul fronte delle spese, interventi e progetti edilizi

Intanto Agsm Aim ha messo a segno la maxi fornitura di gas per la Pubblica Amministrazione

Scuola sotto pressione

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

I l suono della prima campanella in classe quest’anno è arrivato in un contesto di speranze e di preoccupazioni per la scuola veneta. Da un lato ci sono le immissioni in ruolo disposte dall’Ufficio scolastico regionale: più di 4.000 docenti assunti, di cui 950 di sostegno, rappresentano un segnale positivo dopo anni di contenziosi e supplenze frequenti. È una boccata d’ossigeno che può dare maggiore stabilità alle classi e migliorare la continuità didattica.

Valentina Martelli, visione creativa italo-americana nel mondo dei media

La scienziata padovana Elisabetta Boaretto guida il team di studio sulla diga di Siloe

Non passa la mozione di sfiducia, dibattito acceso, orna l’ipotesi del controllo di vicinato in alcune zone

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Zls allargata alla Bassa Padovana, proposta di Confapi

La Bassa Padovana guarda con interesse alla Zona logistica semplificata (Zls). Nel corso Fiera di Sant’Agostino a Conselve, la tavola rotonda promossa da Confapi Padova ha rilanciato l’idea di estendere a questo territorio i benefici oggi riservati a Venezia e Rovigo. La proposta, avanzata dal vicepresidente di Confapi Franco Pasqualetti, è stata accolta positivamente da più parti: semplificazioni burocratiche, incentivi fiscali e aree franche doganali, hanno ricordato i promotori, potrebbero sostenere le imprese locali nei settori chiave della meccanica, dell’agroalimentare e della logistica. Il sindaco di Conselve Umberto Perilli non ha dubbi: “Se colleghiamo la Zls al Padovano, dove c’è un tessuto imprenditoriale solido, può diventare un volano straordinario per l’economia”. Perilli ha richiamato anche la necessità di una regia comune tra Comuni, dopo la chiusura del Cosecon, l’organismo che in passato aveva coordinato lo sviluppo industriale dell’area. Sulla stessa linea la sindaca di Monselice Giorgia Bedin, che ha invitato a “superare i confini amministrativi e costruire una rete di Comuni che condividano obiettivi e strumenti”. Anche la consigliera regionale di Forza Italia Elisa Venturini ha appoggiato la proposta e confermato la vicinanza al territorio per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Il sindaco di Montagnana Gian Paolo Lovato ha legato il tema alla carenza di infrastrutture: “Montagnana dimostra come cultura, turismo e impresa possano convivere, ma non possiamo contare solo sulle nostre forze. La SR10 deve diventare a doppia corsia”. Dal sindaco di Este Matteo Pajola un sì con un appunto: “Non servono soluzioni temporanee, ma misure strutturali e un vero potenziamento delle infrastrutture. E occorre far sentire la nostra voce: con le elezioni regionali ormai prossime, l’auspicio è che l’area della Bassa riesca a esprimere un proprio rappresentante a Palazzo Ferro Fini”. A chiudere i lavori il vicepresidente vicario di Confapi Giovanni Manta: “Le imprese chiedono regole semplici e interlocutori certi. Confapi è pronta a promuovere un’intesa programmatica che trasformi il confronto in progetti concreti”. (n.s.)

Trova consensi tra i sindaci del territorio l’idea di estendere l’area

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Dall’altro, però, gli addetti ai lavori continuano a segnalare buchi importanti: nonostante le nuove assunzioni, all’appello dell’avvio d’anno mancano ancora alcune centinaia di insegnanti, con particolari difficoltà nelle primarie e in alcune discipline scientifiche. Il risultato pratico è che in molte scuole si prevedono ancora orari ridotti o ricorsi massicci alle supplenze, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’apprendimento e organizzazione per le famiglie.

L’Ufficio scolastico regionale ha intensificato le comunicazioni e le operazioni di assegnazione delle cattedre in queste settimane: si sono susseguiti provvedimenti e incontri per coordinare le ultime nomine prima dell’inizio delle lezioni. Questo lavoro “dietro le quinte” è cruciale, ma non può sostituire una programmazione strutturale a medio termine e, soprattutto, continuare a lasciare nella precarietà centinaia di insegnanti che ogni autunno devono attendere le chiamate degli istituti per sapere dove e quanto lavoreranno.

Accanto alle difficoltà di organico pesa il capitolo del caroscuola. Le famiglie venete si trovano a fare i conti con spese sempre più consistenti: libri di testo che in alcuni casi superano i 300 euro a studente alle medie e arrivano a sfiorare i 500 euro nei licei, trasporto scolastico che incide sensibilmente nei bilanci di chi vive fuori dai centri urbani, rette delle mense che non fanno che crescere per effetto dell’inflazione.

Una parte di queste spese è alleggerita dai contributi regionali o comunali, buoni libro, agevolazioni per le tariffe, borse di studio, ma la coperta è corta e la disparità tra territori anche vicini resta evidente. Alcuni municipi riescono a garantire sostegni significativi, altri faticano a trovare le risorse, creando un mosaico di opportunità che non sempre assicura equità.

Il punto politico è chiaro: le soluzioni tampone non bastano più. Servono politiche che affrontino il problema alla radice, piani di reclutamento più stabili, formazione continua che risponda ai bisogni delle scuole locali, incentivi per trattenere i docenti nei territori più fragili e, parallelamente, interventi più strutturati a sostegno delle famiglie. La scuola non è solo organici e cattedre: è anche accessibilità economica, condizioni che permettano a ogni ragazzo di iniziare l’anno senza pesi eccessivi sulle spalle dei genitori.

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La sicurezza divide il consiglio comunale: scontro tra maggioranza e opposizione

L’amministrazione ha respinto la proposta e confermato la fiducia al consigliere delegato Casella. “Abbiamo valutato la possibilità di istituire il controllo di vicinato e siamo pronti a supportare i cittadini, se vorranno intraprendere questa iniziativa”

AConselve la sicurezza è diventata il tema caldo del dibattito politico. Il consiglio comunale è stato teatro di uno scontro acceso tra maggioranza e opposizione, con accuse reciproche e visioni contrapposte sullo stato della città.

Dai banchi della minoranza, il gruppo “Noi per Conselve” ha presentato due mozioni: la prima per chiedere la sfiducia al consigliere delegato alla sicurezza Marco Casella, la seconda per sollecitare l’attivazione di una pattuglia serale della polizia locale. Una richiesta motivata, secondo i proponenti, dall’aumento di episodi di criminalità, dai furti agli atti vandalici, fino ad aggressioni che – denunciano – avrebbero alimentato la preoccupazione dei cittadini.

La maggioranza ha fatto muro intorno al consigliere Casella, bocciando la mozione di sfiducia e confermando la fiducia al delegato e alla polizia locale. La capogruppo Maria Chiara Zampieri ha difeso con forza l’operato dell’amministrazione, rivendicando risultati concreti e una collaborazione costante con le forze dell’ordine. «I dati ufficiali ci dicono che Conselve è tra i comuni più sicuri della Bassa Padovana, soprattutto per quanto riguarda i reati contro il patrimonio» ha dichiarato. Zampieri ha ricordato

gli incontri avuti con i residenti di zone considerate più sensibili – via Monte Grappa, via Olmo e l’area della Monselice-Mare – e le misure già adottate: intensificazione dei pattugliamenti, valutazione di un sistema di controllo di vicinato e la vigilanza sull’ex Hotel Oasi, per il quale adesso è attiva una custodia che dovrebbe garantire una maggiore attenzione.

Sul fronte organizzativo, l’amministrazione ha messo in evidenza il potenziamento del corpo di polizia locale, con l’assunzione del comandante e di due nuovi agenti, oltre agli investimenti sulla rete di videosorveglianza e ai progetti di educazione alla legalità rivolti alle scuole. «Non trascuriamo alcuna segnalazione dei cittadini» ha ribadito Zampieri, sottolineando come prevenzione e presidio del territorio restino priorità dell’attività di governo.

Ma l’opposizione non si è arresa e ha scelto di portare la questione oltre i confini comunali, scrivendo direttamente al Prefetto di Padova. I consiglieri Nicolas Destro e Melania Bortoletto, in una lettera formale, hanno denunciato «una crescente insicurezza e l’indifferenza dell’amministrazione comunale nonostante le numerose segnalazioni».

Nel mirino soprattutto l’ex Hotel Oasi, definito «luogo di degrado

urbano, rifugio e base di attività illecite».

Ancora più duro l’intervento di Carlo Capuzzo, capogruppo di “Idea Comune”, che ha puntato il dito sulla recrudescenza di episodi legati allo spaccio di droga. «Non possiamo minimizzare segnali così evidenti – ha affermato –. Serve un cambio di passo vero e una leadership politica forte. La responsabilità della gestione della sicurezza ricade anche sul consigliere Casella, ma finora non abbiamo visto risultati convincenti».

Il destino dell’ex Hotel Oasi resta uno dei nodi più controversi. Se da un lato l’amministrazione rivendica di aver rafforzato i controlli, dall’altro l’opposizione chiede interventi drastici per ini-

bire gli accessi all’edificio, in attesa della sua messa all’asta.

Lo scontro in consiglio fotografa una realtà in chiaroscuro: da un lato le rassicurazioni dell’amministrazione, dall’altro la per-

L’omaggio a Mario Balielo: “Un uomo delle istituzioni, attento alle persone”

“Mario Balielo è stato una persona importante per la Comunità conselvana. La profonda commozione quando ho saputo della sua dipartita mi ha portato a ricordare tanti momenti vissuti insieme nell’istituzione scolastica dagli anni ’90 in poi”. Con queste parole Federica Silvoni, assessore al bilancio, ha voluto ricordare la figura di Balielo, sindaco di Conselve ed ex presidente della casa di riposo scomparso lo scorso luglio e ricordato le scorse settimane con una commemorazione in municipio.

“Una volta avuta conferma dalla famiglia della messa di trigesimo che si sarebbe tenuta a Conselveaggiunge Silvoni - ho immaginato

da subito un momento di ricordo libero per Mario. In collaborazione con la Parrocchia di Conselve e altri cittadini interessati, come Luciano Sguotti, abbiamo condiviso l’idea che alla cerimonia religiosa segua un momento laico, plurale, aperto a chiunque volesse ascoltare o portare il suo ricordo, in uno modo molto semplice, come era lui. Sono intervenuti colleghi di scuola, ex alunni, amministratori ed altri ancora. Mario è stato un vice direttore visionario, pratico, con mille risorse, e tenace in un modo per niente sfrontato. Ironico al punto giusto senza mai scadere nell’offesa. Sempre pronto ad approfondire ma poi ad agire per l’in-

cezione di insicurezza diffusa tra i cittadini. Un tema che, con l’autunno alle porte, promette di restare al centro del confronto politico locale.

novazione e il miglioramento della scuola. Il suo agire pedagogico aveva sempre al centro la persona in crescita con grande attenzione sociale. Abbiamo vissuto nella comunità scolastica della Direzione Didattica di Conselve momenti intensi, di rinnovamento didattico e pedagogico, una meraviglia e per molti versi una stagione unica”, conclude Silvoni.

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Focus scuola/1. A risentirne maggiormente l’infanzia e la primaria, con una contrazione delle classi

Popolazione scolastica, un crollo inesorabile

In sette anni 165 iscritti in meno a Conselve

L’assessore Silvoni: “Dietro quei numeri ci sono famiglie da sostenere e un futuro da custodire. Rispondiamo con maggiori investimenti”

I l dato più eloquente sta nei registri delle scuole conselvane: nel 2018 gli alunni erano 1.130, nell’anno scolastico che si è appena concluso invece 965 . In appena sette anni la popolazione scolastica di Conselve ha perso 165 studenti, almeno il 15% Un calo che colpisce in particolare la fascia 0-6 anni, direttamente legata all’andamento delle nascite. La fotografia scattata dall’assessore al bilancio Federica Silvoni parte dai numeri: “Nel 2010 a Conselve erano nati 95 bambini. Nemmeno 15 anni dopo, nel 2024, i nuovi nati sono stati appena 51, quasi la metà. Un simile e inesorabile calo non può non riflettersi sulle iscrizioni».

Alla scuola dell’infanzia, ad esempio, si è passati da 250 iscritti nel 2017 a 174 nel 2024 (circa un terzo in meno). Anche la primaria è scesa da 527 a 416 bambini nello stesso periodo, mentre la secondaria di primo grado è passata da 320

a 278 alunni. “Non è un fenomeno isolato – spiega Silvoni – ma la conferma che la denatalità nazionale sta incidendo profondamente anche sul nostro territorio e porterà ad un numero inferiore anche di classi”. Di fronte a questa tendenza, l’amministrazione comunale non resta a guardare e cerca di andare incontro alle famiglie attraverso un pacchetto di misure a sostegno di chi ha figli in età scolare. La più significativa riguarda il nido “Il Girasole”: con 29.677 euro di fondi, il Comune finanzia voucher per abbattere le rette. Il contributo coprirà fino al 100% del costo per i nuclei con Isee fino a 12 mila euro, e resterà comunque al 50% anche per chi supera i 50 mila euro. «Abbiamo scelto un criterio universale – sottolinea l’assessore – perché il sostegno alla genitorialità deve raggiungere tutti, seppur in misura diversa».

Confermato poi lo “Spazio gio-

co”: due ore pomeridiane aggiuntive (dalle 16 alle 18) che accoglieranno dieci bambini tra i 12 e i 36 mesi, seguiti da educatori qualificati. Costo dell’operazione: 24 mila euro, a retta invariata. “È una risposta concreta alle esigenze dei genitori che lavorano – aggiunge Silvoni – e un modo per potenziare la capacità recettiva della struttura”.

Accanto ai servizi, ci sono gli investimenti strutturali: circa 32 mila euro per nuove giostrine esterne al nido, cofinanziate dalla Regione, e oltre 1,5 milioni di euro per la ristrutturazione completa della scuola dell’infanzia statale, con cappotto, infissi nuovi e pannelli solari. Intanto avanzano i lavori dei due nuovi edifici scolastici – primaria e secondaria – per un valore complessivo di quasi 10 milioni di euro coperti dal Pnrr.

mensa costa da 2,50 a 4,10 euro a pasto a seconda dell’Isee, mentre il trasporto scolastico ha una tariffa standard di 50 euro al mese, ridotta a 25 per i fratelli e scontata del 50% per le famiglie con redditi fino a 8 mila euro.

Infine, attenzione alle tariffe: la

“La scuola è una priorità assoluta per questa amministrazione –sot-

Nuove scuole alla sfida del calendario, resta da sciogliere il nodo della viabilità

C’è aria di ottimismo in municipio, dove viene ribadito che i lavori delle nuove scuole primaria e secondaria di primo grado procedono secondo cronoprogramma e, nonostante qualche imprevisto tecnico, non hanno subito particolari ritardi. Anzi, nel caso della primaria, il cantiere è persino in anticipo: l’impresa conta di consegnare l’edificio già entro la fine di quest’anno. “Da scadenza Pnrr – spiega il sindaco Umberto Perilli – i lavori dovranno concludersi entro l’estate del 2026. Gli alunni inizieranno

l’anno scolastico 2026-2027 nei due nuovi plessi”.

Mentre la costruzione procede a ritmo sostenuto, l’amministrazione comunale lavora anche sul fronte della viabilità, un aspetto particolarmente sentito e dibattuto. L’obiettivo è garantire un accesso sicuro e scorrevole alla futura cittadella scolastica di via Traverso, che ospiterà migliaia di studenti di tutte le età: dai piccoli dell’asilo nido fino ai ragazzi delle scuole superiori. “Stiamo valutando interventi di razionalizzazione

della circolazione – aggiunge Perilli – con l’allargamento di alcuni tratti di carreggiata, la realizzazione di marciapiedi e una nuova viabilità interna collegata agli ingressi dei plessi”.

In particolare è allo studio una modifica della viabilità di via Traverso e via Vettorato. L’amministrazione intende trasformare l’attuale pista ciclabile in fascia di parcheggio temporaneo, così da consentire a genitori e accompagnatori di far salire e scendere i ragazzi in sicurezza. Contestualmente, la

tolinea Stefania Mastellaro, assessore all’istruzione –. I numeri ci dicono che gli alunni diminuiscono, ma noi rispondiamo investendo di più, per garantire a ogni bambino le stesse opportunità e rendere Conselve un territorio amico delle famiglie”.

Nicola Stievano

ciclabile verrà spostata di qualche decina di metri e integrata in un nuovo percorso che collegherà via Beggiato con la secondaria di primo grado.

Tra le ipotesi, anche una regolamentazione più stringente del traffico nelle ore di punta (7.30-8.30) e la creazione di aree di sosta temporanea per agevolare i flussi. “La strada è privata e ne discuteremo con i proprietari – conclude il sindaco – ma l’obiettivo resta garantire sicurezza e funzionalità alla cittadella scolastica”. (n.s.)

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al sistema

Focus scuola/2. A Tribano progetti educativi, servizi e investimenti, anche sul fronte edilizio

Il calo demografico si fa sentire in classe, dal nido alle medie gli studenti sono 351

ATribano il nuovo anno scolastico 2025/2026 si apre con 351 studenti distribuiti tra nido, infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Una comunità scolastica vivace che, nonostante il calo demografico che tocca anche il territorio, continua a crescere grazie a progetti educativi, servizi e investimenti messi in campo dal Comune.

Il sindaco Massimo Cavazzana sottolinea l’impegno dell’amministrazione: “La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un presidio di comunità. Per questo, anche quest’anno, abbiamo scelto di sostenere famiglie e studenti con contributi concreti e servizi innovativi”.

Tra i numeri più significativi, l’asilo nido comunale Il Grillo Parlante ospiterà una trentina di bambini dai 3 mesi ai 3 anni, con una progettazione educativa personalizzata e attività outdoor a contatto con la natura. La scuola dell’infanzia Madonna di Fatima accoglierà 80 piccoli alunni, mentre alla primaria Edmondo De Amicis siederanno tra i banchi 145 bambini. Alla secondaria Don Paolo Galliero gli iscritti saranno 107.

Accanto all’attività didattica, il Comune ha confermato i servizi di ingresso anticipato e uscita posticipata per agevolare i genitori che lavorano, oltre al doposcuola

attivo fino alle 17:30. “Sappiamo quanto la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro sia una sfida quotidiana – spiega Cavazzana – e vogliamo che nessuna famiglia si senta sola”.

Sul fronte delle risorse, l’amministrazione ha stanziato oltre 26 mila euro di contributi all’asilo nido, e 32.640 euro alla scuola dell’infanzia più altri 160 euro a bambino, per un minimo di ulteriori 12.800 euro. Altri 8.500 euro vanno all’Istituto Comprensivo, mentre è di 15 mila euro il contributo al doposcuola. Non mancano le borse di studio per meriti scolastici, civili e di volontariato, pensate per riconoscere l’impegno dei ragazzi non solo sui libri, ma anche nella comunità.

Il nuovo anno parte anche con investimenti in edilizia scolastica: ristrutturazioni, adeguamenti antincendio, nuovi laboratori e spazi per il benessere degli studenti, per

Bovolenta, inaugurato il nuovo asilo: accoglierà fino a venti bambini

Sono già 18 le iscrizioni al nuovo asilo nido comunale inaugurato a Bovolenta, una struttura che rappresenta un investimento importante per il futuro del paese. Il nido potrà accogliere fino a venti bambini in un ambiente sicuro, moderno e ricco di stimoli educativi.

Confermati doposcuola, ingressi anticipati e borse di studio per meriti scolastici e civili. Oltre 190 mila euro per interventi strutturali e contributi diretti alle scuole. I primi giorni dedicati all’accoglienza, con laboratori, sport e attività per favorire la socializzazione

un totale di quasi 190 mila euro. Nel dettaglio 124 mila euro vanno alla ristrutturazione energetica dell’auditorium, 35 mila per il completamento dell’intervento anticendio e del laboratorio cutina e altri 30 mila per la riqualificazione del piazzale scolastico. “Stiamo costruendo scuole accoglienti, sicure e sostenibili – commenta il sindaco – perché il futuro dei nostri ragazzi passa anche attraverso la qualità degli ambienti in cui crescono”.

Infine, i primi giorni di scuola sono stati dedicati al progetto Accoglienza: quattro giornate con laboratori, sport e visite guidate per favorire la socializzazione e smorzare l’ansia dei più piccoli. “Il ritorno sui banchi – conclude Cavazzana – non è solo un rito annuale, ma un momento di comunità. Vogliamo che ogni bambino e ragazzo di Tribano inizi l’anno con entusiasmo e fiducia”. (n.s.)

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La sindaca Anna Pittarello, dopo il taglio del nastro, ha sottolineato il valore dell’opera: “Il nido è un luogo pensato per accogliere, educare e far crescere i nostri bambini. È un presidio fondamentale per le famiglie, ma anche un investimento sul futuro della comunità».

La nuova struttura è stata realizzata grazie ai fondi Pnrr, con un

costo complessivo di circa 400 mila euro, e trova posto nell’edificio che già ospitava le scuole medie. ll calo delle iscrizioni ha portato ad una riorganizzazione degli spazi dell’edificio. Al piano rialzato sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione per adeguare gli spazi alle esigenze dei più piccoli, garantendo ambienti luminosi e funzionali al nido. Al piano superiore invece trovano posto i bambini della scuola dell’infanzia. Nell’edificio che ospita la primaria hanno trovato posto anche le classi delle medie. L’apertura del nido comunale, ricorda ancora il sindaco, risponde a un bisogno concreto della po-

polazione: offrire un servizio educativo qualificato che consenta di conciliare meglio tempi di lavoro e genitorialità. Pittarello ha concluso ricordando come l’investimento non sia rivolto solo alle famiglie di oggi, ma rappresenti un tassello per rendere Bovolenta più attrattiva anche in futuro. “Il nostro obiettivo – ha detto – è offrire servizi che rendano il paese accogliente per chi sceglie di viverci e crescerci dei figli”.

Giovani volontari hanno ripulito le scuole prima dell’inizio delle lezioni

L’intervista. Riccardo Roscigno, 23 anni, racconta la sua esperienza di scuola

“Gli studi fra Belgio e Olanda e subito il lavoro, porto l’Italia nel cuore ma non penso di tornare”

R

iccardo Roscigno ha 23 anni, è cresciuto a Conselve e nel 2018, terminato il secondo anno di liceo scientifico, si è trasferito all’estero con la mia famiglia e ha completato gli studi liceali alla Scuola Europea di Laeken, a Bruxelles, in Belgio. Non è più tornato in Italia, e ha proseguito gli studi universitari in Olanda, dove vive ormai da cinque anni.

Perché l’Olanda?

Dopo aver terminato la scuola europea mi sono trovato davanti a una delle prime vere scelte della mia vita: cosa fare del mio futuro? Tornare in Italia, dove avevo amici, parenti, insomma un posto che conoscevo bene...un “posto sicuro”, oppure rimanere fuori dai confini italiani e continuare quell’avventura iniziata quasi per necessità? Ero combattuto. Da una parte la nostalgia e la voglia di tornare “a casa”, dall’altra la sensazione di essere fortunato ad avere l’opportunità di costruire un percorso diverso da molti italiani. Quella fortuna si trasformò presto in speranza, in grinta, in voglia di esplorare nuovi territori, in intraprendenza. Alla fine ho scelto di proseguire su quella strada e di andare all’estero a studiare. Avevo deciso di farlo in inglese, ma ho scartato l’Inghilterra proprio in quel periodo, nel 2020, con l’arrivo della Brexit. Cinque anni fa mi sono trasferito a Groningen, in Olanda, dove ho completato sia la laurea triennale che la magistrale in ingegneria biomedica.

Che differenze ha trovato con l’Italia?

dei professori per le materie di fisica e matematica. In Olanda, l’università accoglie lo studente, lo guida, e difficilmente crea quel clima di pressione che in Italia molti mi raccontano di vivere. L’armonia che si crea permette agli studenti di imparare, e aiutare le famiglie a supportarli economicamente facendo qualche lavoretto part-time. Per me lo studio non è mai stato fonte di ansia: l’ho sempre considerato un privilegio, un dono. Un sentimento che nei Paesi Bassi è fiorito ancora di più, e che non so se avrebbe avuto lo stesso spazio se fossi rimasto in Italia. Perché ha scelto di rimanere in

Olanda?

Ora vivo in Olanda, non più come studente ma come lavoratore. Dopo

l’università ho trovato lavoro come ingegnere dello sviluppo presso Philips, a Drachten. Non mi hanno fatto

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Nonostante Belgio e Olanda siano due paesi diversi, ho trovato molte somiglianze tra loro, soprattutto nel modo in cui viene vissuta l’istruzione: climi sereni, organizzati e reattivi alle richieste da parte degli studenti. Non posso dire lo stesso quando confronto queste esperienze con la scuola italiana: lì le differenze mi sono sembrate più evidenti. La più grande riguarda il rapporto tra studenti e docenti. All’estero non ho mai percepito “gradini” o distanze: insegnanti e studenti erano sullo stesso piano, senza mancanza di rispetto, senza preferenze, senza superiorità. Questo approccio, insieme all’organizzazione scolastica molto ben strutturata, rendeva difficile rimanere indietro con lo studio. Riuscii non solo a studiare con il sorriso ma anche a lavorare come assistente

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scappare. Hanno deciso di investire sulle mie qualità e capacità dopo aver svolto un tirocinio di 6 mesi. Mi ha reso molto felice e appagato degli sacrifici fatti fino ad allora. Rimanere, tuttavia, non è stata una scelta semplice: significa stare lontano dalla mia famiglia e dagli affetti in Italia. Ho deciso di restare perché l’Olanda è un paese che accoglie chiunque, dove integrarsi è sorprendentemente semplice, anche senza conoscere subito la lingua. È un paese che sostiene davvero chi studia e chi lavora, con agevolazioni sanitarie, immobiliari e sociali che rendono la vita più accessibile e serena. Qui tutto funziona in maniera regolare: chi lavora è tutelato, i cittadini rispettano le regole, i servizi pubblici e privati sono efficienti e non richiedono attese infinite. In Olanda nessuno ti giudica, e tutti hanno la possibilità di sentirsi valorizzati, indipendentemente dal fatto di essere olandesi o stranieri.

Se ne avesse la possibilità tornerebbe in Italia?

L’Italia rimane casa, il luogo degli affetti e delle radici. Ci tornerei volentieri per la famiglia, per gli amici e per la cultura che porto sempre dentro di me. Ma dal punto di vista delle opportunità professionali e della qualità dei servizi, al momento mi sento più libero e più supportato in Olanda.

Ai suoi coetanei consiglia un’esperienza di studio o lavoro all’estero?

Sì, assolutamente. Vivere all’estero ti cambia dentro: ti apre la mente, ti mette alla prova e ti rende indipendente. Non è facile: significa sacrificare la vicinanza agli affetti, adattarsi a nuove abitudini e spesso ricominciare da zero. Non è una penalità, ma un’arma. E per aggiungere una nota positiva e di ambizione: si dice sempre che gli italiani all’estero abbiano una marcia in più, e dopo tutto è vero. Se quella stessa determinazione la si porta in un paese dove le opportunità esistono davvero per tutti, allora sì che si può fare una grande carriera “Andate all’estero per il vostro futuro: non per il “voi” di oggi, ma per il “voi” di domani”. Tutto questo lo devo alla mia famiglia che mi ha dato la possibilità di scegliere e mi ha sempre sostenuto.

Nicola Stievano

Rafforzati i legami con Torcy e Jászberény: nuove prospettive e idee per il gemellaggio

C onselve rinnova il suo impegno nel più che trentennale percorso di gemellaggio con le città di Torcy, in Francia, e Jászberény, in Ungheria. Il legame è ormai di lunga durata e dura dal 1993. Nel corso di oltre trent’anni questo sodalizio ha dato vita a scambi culturali, sportivi e sociali coinvolgendo studenti, famiglie, associazioni e amministratori. “Per questa edizione della Fiera di Sant’Agostino abbiamo deciso – spiega il sindaco Umberto Perilli – di cambiare metodo: invece degli inviti tradizionali organizzeremo un weekend interamente dedicato alle delegazioni straniere. Sarà un modo per riservare più attenzione ai nostri ospiti, senza il turbinio degli impegni istituzionali legati alla fiera”. Una precisazione che arriva dal municipio dopo alcune critiche sollevate dall’opposizione sul mancato invito delle delegazioni alla Fiera. Il sodalizio, sottolinea l’amministrazione, è destinato invece a rafforzarsi. Nel frattempo, il mese scorso una delegazione conselvana ha partecipato alla fiera cittadina di Jászberény. In precedenza era rientrato il gruppo di studenti della scuola

media “Niccolò Tommaseo” che con alcune mamme che hanno preso parte a un intenso programma di scambi a Torcy. “I rapporti con la città francese, ripresi dopo un lungo oblio – sottolinea Perilli – sono oggi costanti e ottimi. L’accoglienza che i nostri ragazzi hanno ricevuto è stata calorosa e ricca di esperienze formative. Durante una delle loro feste, i nostri amici francesi hanno addirittura servito il prosecco della Cantina di Conselve, che il Comune aveva inviato come segno di amicizia e di convivialità”.

Sul fronte francese, negli ultimi mesi non sono mancati momenti significativi anche con Jászberény: a Natale una delegazione sportiva conselvana ha partecipato a un importante festival locale, mentre lo scorso aprile il sindaco Perilli è stato in Ungheria

per il conferimento della cittadinanza onoraria a Sergio Grappeggia, riconosciuto per il suo trentennale impegno nel promuovere e sostenere il gemellaggio. Un riconoscimento prestigioso che premia la dedizione con la quale Grappeggia ha seguito il gemellaggio. Le iniziative, sottolinea l’amministrazione, guardano anche al futuro e alle nuove generazioni. “Il progetto di gemellaggio – spiega la consigliera con delega Maria Chiara Zampieri –prevede che i nostri studenti, accompagnati da un genitore, possano vivere esperienze nei centri estivi delle città gemellate, mentre Conselve ricambierà ospitando gli studenti francesi e ungheresi nei propri centri e nelle famiglie del Comitato per il Gemellaggio”. Un percorso che continua ad arricchirsi di esperienze, con l’obiettivo di consolidare rapporti di amicizia autentica tra comunità diverse, ma unite da valori comuni. “In autunno – conclude Perilli – organizzeremo un incontro con Torcy e Jászberény per confrontarci su progetti e prospettive. Vogliamo che questo legame cresca e diventi sempre più solido nel tempo”.

Primo raduno provinciale delle associazioni combattentistiche e d’arma con corteo, fanfara e riconoscimenti

Una giornata di memoria e riconoscenza ha animato il centro cittadino con il primo raduno provinciale delle Associazioni combattentistiche e d’arma, organizzato dal Comune con Assoarma Padova e Camposampiero. Un lungo corteo di uomini e donne in divisa, accompagnato dalla fanfara dei Bersaglieri di Padova “Achille Formis”, ha sfilato tra applausi e curiosità dei cittadini. Durante la cerimonia sono state consegnate alcune targhe di riconoscimento a figure che si sono distinte per il servizio prestato alla comunità. Il tenente Alberto Calore, carabiniere con esperienza in missioni internazionali, e il colonnello della Guardia di Finanza Marco Menegazzo sono stati premiati per la loro dedizione e professionalità. Un momento particolarmente emozionante ha riguardato Luigi Picello, 96 anni, da oltre quattro decenni iscritto all’Associazione combattenti e reduci, che ha ricevuto il tributo del pubblico come simbolo vivente della memoria storica. Un riconoscimento è stato consegnato anche ai familiari di Renato Luise, fondatore del gruppo Alpini di Conselve, ricordato come figura centrale per la comunità locale. Sono stati inoltre insigniti il maggiore Carmelo Recupero, comandante della compagnia Carabinieri di Abano, e il tenente della Guardia di Finanza di Piove di Sacco Giovanni Felice, insieme a Lorenzo Gianvito del servizio controllo dell’Aeronautica Militare di Abano. A completare la rosa dei premiati il maresciallo Marco Giuliano, il capo fanfara dell’Associazione Bersaglieri Valerio Gadaletta e il colonnello Aldo Palmitesta, rappresentante di Assoarma Padova. Messaggio elettorale a pagamento

INCARICHI

Consigliere Regionale

Componente

II Commissione Ambiente Trasporti e Infrastrutture, Difesa del Suolo Lavori Pubblici.

Componente

V Commissione Sanità e Sociale

Boron 5 anni in Regione tra ascolto e presenza, tra la gente per la gente

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

INTERROGAZIONI CON RISPOSTA

RISOLUZIONI

DI MANDATO

Realizzazione nuova PEDIATRIA e NUOVO OSPEDALE PADOVA (PADOVA EST), Potenziamento ULSS 6 EUGANEA con investimenti su ospedale Piove di Sacco e Schiavonia (nuovo bunker radioterapia) per una centralità bassa Padovana, SOSTEGNO PERSONALE SANITARIO con incremento ed adeguamento fondi contrattuali (riequilibrio di quelli dell’Azienda Sanitaria di Padova), NUE 112 richiesta istituzione numero unico urgenze. Sostegno AEROPORTO ALLEGRI come scalo sa-

ATTI ISPETTIVI SU AMBIENTE, SANITÀ E SOCIALE, per un controllo maggiore dell’operato delle aziende sanitarie e delle istituzioni nel territorio.

ORDINE DEL GIORNO IN CONSIGLIO REGIONALE

ATTI SOTTOSCRITTI

ANIMALI:

PDL (progetto di legge) per la loro tutela e integrazione nel mondo delle terapie complementari come la pet therapy, PDL (progetto di legge): disposizione per la presenza di animali presso le sedi istituzionali, PDL (progetto di legge) ippoterapia adiuvante alle terapie per l’autismo.

Centro demenze CRIC sull’Alzheimer sostegno e potenziamento, IOV sostegno e potenziamento dell’operatività su Padova, richiesta apertura centro diagnosi genetica pre impianto PGT.

PDL (progetto di legge): incentivazione del trattamento e recupero rifiuti speciali industriali pre-

SICUREZZA STRADALE

Sostegno alla realizzazione e potenziamento di infrastrutture strategiche per il territorio e per il mondo produttivo come: SR10 (Monselice -Montagnana) e SR 308 (Padova Castelfranco), messa in sicurezza della strada Valsugana Padova Cittadella, rilancio progetto grande raccordo anulare di Padova (GRA) per decongestionare via Chiesanuova (Padova) e via della Provvidenza (Rubano) con la realizzazione del tracciato tram. Richiesta avvio lavori circonvallazione Onara-Tombolo Cittadella già autorizzata e finanziata nel 2010 .

PROMOZIONE TERRITORIO: PDL (progetto di legge) promozione bacino termale Colli Euganei come area di attrazione turistica ad indirizzo sanitario terapeutico.

messaggio

Il caso. L’avviso esplorativo prevede la concessione in uso o la vendita

Ex base di lancio, via alle offerte tra le polemiche sul bosco tagliato

L

’ex zona di lancio di San Siro, 148 mila metri quadrati di terreno a Bagnoli viene messa ufficialmente sul mercato. L’amministrazione comunale ha pubblicato un avviso esplorativo che apre la porta a due scenari: concessione in uso o addirittura vendita, se dovessero arrivare proposte adeguate. È un passaggio che segna la svolta di un’area acquisita dal Demanio nel 2016 e rimasta finora senza un destino preciso.

Nell’avviso si parla chiaramente di progetti “innovativi e compatibili con il territorio”, capaci di coniugare sviluppo e rispetto dell’ambiente. Energia rinnovabile, mobilità sostenibile, gestione efficiente delle risorse, riduzione dei rifiuti e tutela della biodiversità: queste le linee guida indicate dal Comune. Nelle scorse settimane era trapelata l’ipotesi di un maxi impianto fotovoltaico a terra in cambio di 600 mila euro ma al momento non ci sono conferme ufficiali.

Una certezza riguarda invece la fascia meridionale lungo lo scolo Monselesana, dove è previsto il nuovo bosco di pianura del progetto “Boschi e siepi che rinascono”, pensato per ripristinare le 1.500 piante abbattute per errore l’anno scorso.

Ed è proprio qui che scoppia la polemica politica.

Secondo l’opposizione, infatti, l’intervento rischia di ridurre il progetto originario a una semplice fascia verde di appena 22 mila metri quadrati, molto meno del bosco inizialmente annunciato.

“Il progetto viene snaturato – accusa Giampiero Pasquato, capogruppo di Viviamo Bagnoli –: da un vero bosco a una fila di alberi, un’operazione che impoverisce l’idea e tradisce le promesse”. Il consigliere chiama in ballo anche l’ex sindaco Roberto Milan, oggi consigliere di maggioranza : “Ci chiediamo cosa

La casa dello storico Chino rivive nel segno dell’arte e della cultura

L’antica dimora affacciata su piazza Marconi 47, già dimora dello storico locale Giovanbattista Chino, è tornata a vivere nel segno dell’arte. L’edificio, acquistato e restaurato dal veronese Massimiliano Enrique Costa, produttore vinicolo e cultore d’arte, ha infatti ospitato la mostra “Dal ‘500 a Gelindo Baron”, visitabile gratuitamente fino al 31 agosto.

ne pensa, visto che era stato promotore e convinto sostenitore dell’iniziativa del bosco di pianura: ora ha cambiato idea e si accontenta di una fascia alberata?”. Il futuro dell’ex zona di lancio appare così sospeso tra ipotesi di sviluppo sostenibile e accuse di arretramento ambientale. Per il Comune è l’occasione di attrarre investimenti e dare un nuovo volto a un’area rimasta inutilizzata per anni. Per l’opposizione, invece, il rischio è quello di sacrificare un intervento di valenza ambientale già avviato per far spazio ad operazioni che lasciano sul terreno non pochi dubbi.

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L’esposizione ha offerto un’inedita carrellata nella storia dell’arte, con opere che spaziavano dal

Cinquecento

fiammingo fino

all’astrattismo lirico di Gelindo Baron, pittore veneziano classe 1948, conosciuto e apprezzato anche a livello internazionale.

Baron, presente

all’apertura, ha affiancato Costa nell’accogliere i visitatori e nel raccontare il suo percorso creativo, dagli esordi fino alle opere più recenti.

Le sale della villa hanno accolto quadri dell’Ottocento italiano, tele fiamminghe e altre opere di pregio provenienti dalla collezione privata dei Costa, in un dialogo originale con i lavori di Baron. «Abbiamo voluto costruire un percorso che attraversa i secoli e mette in relazione tradizione e modernità», aveva spiegato Costa, che negli ultimi anni ha trasformato la casa di Chino in un luogo di incontri culturali e artistici.

La mostra è stata arricchita dalla presenza dell’assessore alla cultura Loris Roncon, che ha sottolineato il valore simbolico di quella dimora per la comunità di Bagnoli. L’intenzione di Costa è di continuare a farne un punto di riferimento stabile per l’arte e la cultura, un vero e proprio cenacolo per artisti e appassionati.

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– sottolinea il sindaco Negli ultimi anni ci ha sostenuto ciali, contribuendo a rendere più forte la

È qui che il concetto di “scintilla” diventa

fetti concreti e duraturi. Una scintilla che accende non solo le strutture, ma anche il senso di appartenenza, creando servizi

si sono aggiunti 7.500 euro da parte del Comune, è stato possibile concretizzare un intervento che non si limita a ristrutturare ma innova. Per una realtà come Galzignano non si tratta solo di un progetto educativo: è una scelta strategica che rafforza l’attrattività del territorio e la coesione sociale. «Fondazione Cariparo dimostra una sensibilità particolare verso

pio di come Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo interpreti il proprio

cia alle amministrazioni locali, sostenere chi sceglie di investire nel capitale umano Con gesti che possono talvolta sembrare piccoli, ma che

Nuova rotatoria, si accorciano i tempi

Il Comune di Cartura ha avviato le procedure urbanistiche e di esproprio per la realizzazione di una doppia rotatoria all’intersezione tra SP 92 e SP 17. Prevista la demolizione dell’ex bar per consentire il rispetto dei parametri progettuali

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ulteriori forme di finanziamento.

rocede l’iter della doppia rotatoria all’intersezione tra le strade provinciali 92 e 17, i cui lavori l’amministrazione comunale di Cartura spera possano iniziare nella primavera 2026. A inizio agosto il consiglio comunale ha adottato la variante al Piano degli Interventi, che prevede la modifica del grado di protezione dell’edificio dell’ex bar, posto nelle vicinanze dell’incrocio (sulla sinistra in direzione Padova). L’operazione è propedeutica alla demolizione dello stabile, a sua volta necessaria per fare posto alla rotatoria, che altrimenti non rientrerebbe nei parametri costruttivi. Nella stessa seduta consiliare, con successiva deliberazione è stato adottato il vincolo preordinato all’esproprio. Trascorsi i previsti tempi di legge, i due atti potranno essere approvati, così da consentire al Comune di procedere con espropri e accordi bonari con i privati per la cessione delle aree rientranti nel progetto della rotatoria.

Proprio la questione degli espropri ha sollevato le perplessità dei due gruppi di opposizione consiliare “Rinnovo nella continuità” e “Riattiviamo impegno per Cartura”, che hanno presentato un’interrogazione congiunta. “In linea di principio non siamo contrari

alla realizzazione dell’opera che era anche nel nostro programma –riporta il testo dell’interrogazione delle minoranze - siamo perplessi e contrari sulle modalità con cui sono stati gestiti i rapporti con gli espropriati, per i quali non sono state considerate le legittime richieste che rischiano, tra le altre cose, di penalizzare le attività presenti in loco”.

La futura rotatoria avrà una forma allungata, aggregando di fatto due rotonde. L’anello di circolazione avrà una larghezza di 8 metri con raggio della rotatoria di 15,5 metri. Il costo preventivato dell’opera ammonta a 940 mila euro. Il Comune può contare su un contributo di 200 mila euro della Provincia di Padova; la spesa restante dovrebbe essere affrontata con risorse accantonate dall’ente, anche se è al vaglio il ricorso a

“Le finalità dell’intervento sono la messa in sicurezza e il miglioramento delle infrastrutture della viabilità comunale-provinciale attraverso la ridefinizione dell’attuale incrocio attraversato dalle Sp 17 e Sp 92 mediante realizzazione di una doppia rotatoria – commenta il sindaco Serenella Negrisolo -. I benefici sono di ordine non solo comunale, ma per tutto il territorio. Da non dimenticare il beneficio a livello ambientale derivante dal rendere scorrevole l’incrocio, eliminando le colonne di auto ferme in determinati momenti della giornata, che alzano il livello di Pm10; ricordiamo che il centro storico del paese è attraversato dalla Sp 17 che porta al casello dell’autostrada Terme Euganee”.

Francesco Sturaro

Famiglie in festa al centro parrocchiale

Da quattro anni, in prossimità dell’inizio delle lezioni scolastiche, la parrocchia di Cartura e il Circolo Noi del centro parrocchiale organizzano una festa dedicata alle famiglie. È un’occasione per salutare l’estate e augurare buon anno scolastico non solo agli studenti e al personale della scuola, ma anche a genitori e familiari dei ragazzi. Un evento che in breve tempo è diventato un appuntamento fisso, un momento di aggregazione intergenerazionale molto partecipato dalla comunità. Inizialmente la festa, la cui prima edizione si è tenuta nel 2022, si chiamava “Family night” e si svolgeva in una sola serata. Dal 2024 è stata aggiunta un’altra giornata e la denominazione della manifestazione è cambiata in “Family game weekend”. L’edizione di quest’anno si è tenuta il 5 e 6 settembre, richiaman-

do nel centro parrocchiale molte famiglie carturane. Nel “Giardino di Marco” - l’area verde del patronato intitolata all’educatore Marco Sanavio scomparso nel 2022 a seguito di un incidente stradale - grandi e piccini hanno potuto partecipare agli appuntamenti sportivi e aggregativi proposti nella due giorni come il calcio balilla umano con squadre di cinque persone, il torneo di green volley “Ciao Stea” (in ricordo di Marco Sanavio) con formazioni miste di

quattro atleti e poi le attività promosse dal gruppo animatori Acr, il tennistavolo con “Quei del ping pong e Mirko”. Come in ogni festa che si rispetti non sono mancati cibo, musica e balli. Nella serata del 6 settembre si è tenuta anche l’ormai tradizionale “benedizione degli zaini” impartita dal parroco don Giuseppe Sinigaglia; un atto di saluto e augurio, molto sentito dalla comunità, rivolto principalmente agli studenti e al personale scolastico. (f.s.)

L’eccezionale

Nubifragio di agosto: sott’acqua ampie zone del territorio

N ella prima mattinata del 21 agosto un violento nubifragio ha riversato sul territorio comunale di Due Carrare diversi decimetri di pioggia. Alle 8 alcune zone, come l’incrocio tra via Palazzina e via Cuccara, erano coperte da 60-70 centimetri d’acqua.

“Poco prima, alle 5.30 la strada era praticamente asciutta mentre gli scoli fin dalla sera prima erano stati svuotati viste le previsioni. Stessa cosa si può dire per moltissime altre vie del territorio – spiega il sindaco Davide Moro – Due Carrare e, in particolare, Cornegliana sono i territori più bassi della zona e l’acqua deve essere pompata dentro al canale Vigenzone per seguire poi il flusso verso Cartura e Bovolenta e così verso il mare”.

Le zone di Due Carrare più vessate dal nubifragio sono state Terradura, Chiodare, Cornegliana e il centro paese attorno a via IV Novembre e via Torresin. Di fronte all’emergenza i volontari del locale gruppo comunale di Protezione Civile sono intervenuti prontamente, supportati da Vigili del Fuoco e colleghi di altri gruppi comunali di protezione civile. Alcuni

giovani hanno dato il loro contributo, preparando sacchi di sabbia per le arginature. “Viste le previsioni, il Centro Operativo Comunale era stato attivato dalle 18 del 20 agosto – ricorda Moro –: questo significa che tutti i volontari della protezione civile erano pienamente operativi fin dal giorno prima. Alle ore 15 del 22 agosto è stata dichiarata la fine dell’emergenza”.

Il rapporto dei contatori delle pompe degli impianti idrovori di Ponte di Riva in località Santo Stefano e del Sostegno Madonetta in località Cornegliana attesta l’ingente mole d’acqua caduta. In meno di 2 giorni sono stati pompati più di 1 milione e 200 mila metri cubi d’acqua. “Lo stadio di San Siro a Milano ha un volume di 1 milione di metri cubi – rimarca il sindaco –. In meno di due giorni è come se avessimo svuotato tutto lo stadio di San Siro più un altro 20%. Questa acqua proveniva principalmente da Due Carrare e una quota dagli sfiori di Maserà e Albignasego, comuni anch’essi colpiti dall’alluvione”.

Nei giorni seguenti al nubifragio i gruppi consiliari di minoranza “Due

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione si sta adoperando in maniera attiva per realizzare alcuni interventi strutturali per aumentare la sicurezza idraulica nella zona del Comune di Due Carrare.

Carrare per il Futuro” e “Liberi…Amo Due Carrare” hanno incontrato il sindaco per affrontare la problematica delle esondazioni, sempre più frequenti nel territorio comunale. “Dopo ampia discussione sullo stato di fatto della rete idraulica, le sue criticità strutturali e manutentive – riporta una nota delle compagini consiliari – i gruppi presenti hanno concordato di promuovere l’approvazione di una mozione consiliare per invitare gli enti preposti: Consorzi e Regione a provvedere con urgenza a inquadrare la localizzazione/costruzione di alcune possibili vasche di laminazione di piccola entità”.

Francesco Sturaro

Maestra Debora trent’anni alla San Pio Non era ancora diciassettenne la carrarese Debora Moro, quando nel settembre 1995 iniziava il suo servizio alla scuola dell’Infanzia paritaria San Pio X di Terradura. Sono trascorsi trent’anni e la maestra Debora, come è universalmente conosciuta nella comunità, continua a svolgere il suo lavoro sempre con lo stesso entusiasmo, la stessa passione e la stessa emozione di allora. Con sua somma sorpresa, il primo giorno di questo nuovo anno scolastico, la maestra Debora è stata accolta dalle colleghe e dal personale della scuola con uno striscione celebrativo e una raccolta di fotografie, che ne ripercorrevano il trentennale percorso di educatrice alla San Pio X. Un momento semplice, ma molto sentito, carico di affetto e di stima. “Questa è una di quelle storie che sanno di poesia, una storia che racconta di una scelta lunga trent’anni – dichiara la coordinatrice della scuola dell’Infanzia di Terradura, Savinia Fruet – L’11 settembre 1995 quasi diciassettenne Debora Moro inizia il suo lavoro nella scuola dell’infanzia San Pio X di Terradura e nel tempo diventa per tutta la comunità ‘la maestra Debora’. La scuola è cresciuta insieme a lei e in questi anni la sua passione per questo lavoro ha contribuito a renderla un posto speciale per molti. Grazie maestra Debora per quel tuo inconfondibile sorriso, per quello sguardo sempre curioso e desideroso di imparare, per quelle braccia che sanno dare abbracci così forti”. I bambini, di cui trent’anni fa la neo maestra Debora si era presa cura, oggi sono i genitori dei suoi piccoli allievi. “Maestra Debora - commenta il sindaco Davide Moro - è un bell’esempio di dedizione, di passione, di attaccamento positivo al suo lavoro e di impegno verso la comunità”. (f.s.)

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Quest’area è già da tempo attenzionata nella programmazione di intervento consortile a causa delle criticità ricorrenti. Il Consorzio di bonifi ca Bacchiglione ha ideato e progettato tre interventi che attendono di essere realizzati per potenziare la sicurezza in quest’area. Gli eccezionali eventi meteo del mese scorso hanno sottolineato ulteriormente la necessità di intervenire per far fronte alle criticità presenti, attraverso il potenziamento degli impianti presenti al fi ne di aumentare le portate. Tre sono gli interventi previsti: il potenziamento dell’impianto di sollevamento di Chiodare, il potenziamento dell’impianto idrovoro Madonnetta e il potenziamento dell’impianto idrovoro di Ponte di Riva. Il primo intervento verrà portato in consiglio comunale alla fi ne di questo mese per l’approvazione da parte

dei soggetti convolti che cofi nanziano il progetto, il Consorzio di bonifi ca Bacchiglione, il Comune di Due Carrare e Acque Venete. I lavori prevedono il potenziamento dell’impianto idrovoro già esistente con l’installazione di una pompa più grande, con una portata di 100 litri al secondo, l’installazione di un gruppo elettrogeno di emergenza e l’adeguamento dei quadri di comando e telecontrollo. Il secondo progetto invece, prevede il potenziamento dell’impianto idrovoro Madonetta con l’installazione di una nuova pompa con portata di 2000 litri al secondo che si andranno ad aggiungere alla portata attuale di 7000 litri al secondo. Il progetto è già stato presentato in Regione e si sta attendendo una risposta positiva al progetto e i fi nanziamenti necessari per dare il via ai lavori. Infi ne, l’ultima opera già presentata nelle linee di azione di gennaio 2025 prevede il progetto di potenziamento dell’impianto idrovoro Ponte di Riva con l’installazione di una nuova pompa di 2000 litri al secondo e l’adeguamento della cabina di media tensione. Il potenziamento dell’impianto di Ponte di Riva ha una spesa complessiva di euro 2.500.000,00 ed è necessario trovare dei fi nanziamenti che permettano di intervenire in tempi brevi. «Siamo al corrente delle forti criticità di questa zona che è stata fortemente colpita dalle eccezionali precipitazioni negli ultimi anni e stiamo utilizzando tutte le nostre risorse per intervenire nel più breve tempo possibile

potenziando le strutture esistenti – afferma Silvano Bugno, Presidente del Consorzio di bonifi ca Bacchgilione -. La manutenzione ordinaria viene eseguita con regolarità, ma questa non è suffi ciente a garantire la sicurezza di una zona fortemente soggetta a situazioni di emergenza. Credo che a seguito degli importanti eventi di agosto sia necessario trovare i fi nanziamenti per realizzare questi interventi fondamentali e non più rinviabili per questo delicato territorio». Due Carrare: pronti i

CONSORZIO DI BONIFICA Bacchiglione
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Approvata la variante urbanistica relativa al progetto del polo logistico

N

ella seduta di agosto il consiglio comunale ha approvato la variante urbanistica relativa al progetto del polo logistico da 150mila metri quadrati lungo la Monselice-Mare. Una decisione che ha scatenato la protesta dell’opposizione e dei comitati, convinti che il progetto sia “contrario alla logica ambientale e al buon senso urbanistico”. Per l’amministrazione si tratta di un passaggio fondamentale di un iter avviato oltre due anni fa: si apre ora il confronto con il privato sul merito del progetto, e sarà in quella sede che si discuteranno puntualmente i vari aspetti tecnici e ambientali. In una sala gremita di cittadini contrari al Polo Logistico il consigliere di minoranza Roberto Bazzarello ha attaccato duramente il sindaco e la maggioranza evidenziando un iter amministrativo poco trasparente e pieno di errori, chiedendo il ritiro del punto all’ordine del giorno. A nulla è valso l’intervento, la maggioranza ha deciso di votare a favore dando il via libera all’iter di realizzazione del Polo Logistico. Durante la seduta consiliare, l’architetto Antonio Bugin ha illustrato in modo approfondito e dettagliato l’intero per-

corso tecnico-amministrativo seguito, chiarendo ogni passaggio normativo e confermando la piena legittimità dell’operato dell’amministrazione. “Va ricordato che l’area interessata dall’intervento è da sempre a destinazione industriale – spiega il sindaco Massimo Cavazzana - e che l’amministrazione ha scelto fin da subito la strada del confronto; tuttavia, chi oggi si oppone al progetto non ha mai portato alcuna argomentazione valida o proposta alternativa in grado di bloccare o modificare l’iter, né sul piano politico né su quello giuridico. Uno degli elementi più rilevanti dell’accordo è il riconoscimento economico di 832mila euro da parte del privato al comune di Tribano, cifra importante che verrà destinata a opere, manutenzioni e servizi per la collettività”. Diversa l’opinione della minoranza: “Pur rispettando il diritto di costruire del privato, derivante dall’edificabilità dell’area, riteniamo che questa vicenda sia stata gestita in modo fallimentare dal punto di vista amministrativo, politico e comunicativo” ha dichiarato Roberto Bazzarello“Abbiamo riscontrato numerosi errori che dimostrano un iter

che non è affatto trasparente e rispondente alle norme. Nonostante non abbiate preso atto della decadenza dell’accordo pubblico-privato perché lo considerate ancora valido non si capisce perché abbiate approvato in Giunta un nuovo documento che viene inserito nella fase di approvazione della variante nonostante non fosse presente in fase di adozione. Dal punto di vista politico non è stata colta l’occasione per dare disponibilità al privato di poter vedere approvata la variante chiedendo però rassicurazioni per la comunità dal punto di vista idraulico, di traffico e ambientale.

Cristina Lazzarin

Al via il progetto esecutivo Green Up Sta per essere approvato il progetto esecutivo Green Up finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo a cui faranno seguito i lavori. Il progetto interesserà principalmente l’ area

“Caporali” acquisita a patrimonio comunale nel 2024 . È un’ area di complessivi 26.773 mq, limitrofa agli impianti sportivi comunali e all’area del centro parrocchiale. L’ area, per la maggior parte designata a zona residenziale di espansione, sarà ora destinata, per volontà dell’amministrazione comunale, a verde, parco, attività sportive e a strutture pubbliche . Il progetto ha come obiettivo trasformare un’area edificabile in un’area finalizzata alla “mitigazione ambientale” che promuova la sensibilizzazione alla sostenibilità e ai sani stili di vita. Sì collegherà con il Parco Falcone e Borsellino in area industriale, con il parco comunale e “ storico” della Magnolia e con l’area boscata e l’area umida di via Deledda. Il progetto prevede principalmente: la piantumazione di alberi e arbusti melliferi; la tutela dei pronubi con due casette e la realizzazione di un’arnia con nucleo d’api completo; la connessione ecologica e attrezzature naturalistiche tra parchi, torretta birdwatching e una casetta sugli alberi; la mobilità sostenibile e un’area dedicata all’educazione stradale limitrofa al Parco Falcone e Borsellino e l’acquisto di bici per bambini ma anche per fasce deboli. Sarà inoltre promosso l’uso delle energie rinnovabili e l’educazione ambientale. Il progetto prevede l’investimento di 97.800 euro di cui 68.400 finanziati dalla Fondazione a fondo perduto. I lavori partiranno in autunno. (c.l.)

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Padova fa i conti con l’emergenza abitativa

“Entro il 2030 serviranno 7.500 nuovi alloggi”

N e avevamo parlato su queste pagine qualche mese fa nel nostro “Dentro la notizia”, ora l’argomento torna prepotente. Padova, infatti, rischia una vera emergenza abitativa: entro il 2030 serviranno almeno 7.500 nuovi alloggi per famiglie, giovani coppie e studenti. Non è un numero astratto, ma il fabbisogno stimato da architetti, ingegneri e costruttori per far fronte a una domanda crescente che riguarda anche un’altra fascia sempre più fragile: gli anziani soli. L’allarme lanciato in questi giorni da Ordini professionali e associazioni di categoria fotografa una realtà già sotto pressione: nella nostra provincia oggi affittare o acquistare una casa è diventato proibitivo per ampie fasce di popolazione.

Secondo gli ultimi dati, una famiglia padovana con meno di 18.500 euro annui spende oltre il 35% del proprio reddito per il mutuo o per l’affitto. Il 56% delle famiglie denuncia spese eccessive per

il mantenimento dell’abitazione.

Il risultato è che il diritto alla casa, pilastro della vita civile, si trasforma in un privilegio riservato a chi dispone di redditi medio-alti. Gli esperti indicano più cause: una legge urbanistica ormai datata, iter burocratici lunghi e incerti, scarsa disponibilità di edilizia popolare, prezzi alimentati da speculazioni immobiliari e un patrimonio abitativo obsoleto – il 55% degli immobili residenziali di Padova è stato costruito prima del 1980. A ciò si aggiunge la crescita della popolazione universitaria e l’arrivo di lavoratori stranieri, che rendono la pressione sul mercato ancora più forte.

Il confronto con altre province venete è eloquente: a Venezia e Treviso la quota di reddito necessaria per un mutuo o un affitto resta altissima, ma a Padova i dati peggiorano rapidamente, con un indice di accessibilità abitativa che scivola sotto il 30%. Questo significa che sempre meno giovani

riescono a rimanere in città dopo gli studi e sempre più famiglie si spostano verso comuni limitrofi, con conseguenze sul tessuto sociale e sull’economia locale.

Il nodo casa, infatti, non riguarda solo la sfera privata ma tocca direttamente lo sviluppo economico: senza alloggi accessibili, le imprese faticano ad attrarre e trattenere lavoratori qualificati; l’università rischia di perdere studenti a favore di atenei più competitivi; gli anziani soli finiscono per gravare di più sul sistema di welfare. La mancanza di case, in altre parole, non è un problema di settore ma un fattore che incide sulla competitività dell’intero territorio.

Di fronte a questo scenario, le proposte non mancano. Si parla di semplificazione normativa, costruzioni in altezza, recupero e riconversione di edifici esistenti, sviluppo di modelli di co-living, fino alla creazione di un’Agenzia per l’Abitare che coordini le realtà

locali e favorisca politiche integrate. È un cambio di passo che molti invocano, perché l’alternativa è una città che rischia di diventare socialmente selettiva, “soltanto per i ricchi”, come ha ammonito la presidente di Ance, Monica Grosselle.

La questione abitativa, infatti, non è solo un tema tecnico o di mercato: è un nodo politico e culturale. Decidere di investire in nuove case, rigenerare quartieri, offrire soluzioni accessibili agli

Nasce a Monselice la nuova Bi-Elle Auto by Campello Motors

Una nuova realtà prende forma nel panorama dell’automotive veneto: a Monselice è stata ufficialmente inaugurata Bi-Elle Auto by Campello Motors che si è presentata alla città con un affollato evento fra musica, buon cibo, intrattenimento e il reveal in anteprima del nuovo suv SWM G01Pro. La serata celebrativa si è posta come il coronamento di un processo avviato mesi fa e culminato con l’acquisizione totale di Bi-Elle Auto da parte della Campello SPA, realtà di primo piano nel territorio e fra le più importanti a livello nazionale. “La prossimità è un fattore strategico per noi e Bi-Elle Auto è un ulteriore tassello verso il radicamento nel territorio – dichiara Alessandro Campello, Amministratore Unico di Campello SPA – che ora, con 6 sedi fra Mestre, Padova, Mirano, Vigonza e Monselice, è ancor più forte”. “La nostra

studenti e sostenibili per gli anziani significa ridisegnare il futuro di Padova. Significa scegliere se vogliamo una città inclusiva, capace di attrarre talenti e trattenere le famiglie, o una città che allontana chi non riesce a sostenere i costi. Oggi il rischio è chiaro: senza un piano straordinario la domanda crescerà e l’offerta rimarrà insufficiente, acuendo le diseguaglianze. Servono visione e coraggio politi-

Vincenzo Gottardo

politica è offrire a tutti la giusta soluzione per la propria mobilità – aggiunge Alessandro Campello – con l’intenzione di posizionarci in modo trasversale attraverso ampia offerta (nel complesso abbiamo oltre 1.000 auto sempre in pronta consegna), formule di acquisto esclusive in grado di adattarsi a tutte le esigenze e un servizio impeccabile. Il nostro obiettivo è chiaro: tornare ad essere il punto di riferimento per Monselice”. Campello Motors è leader nella mobilità a 360 gradi e persegue una visione ampia che si concretizza in un’offerta estremamente variegata capace di abbracciare auto, veicoli commerciali, scooter, moto e addirittura biciclette attraverso Campello Cycling. Il culmine della serata è stato il reveal della nuova SWM G01 Pro, un interessante suv super accessoriato disponibile a partire dal prezzo shock di 28.900 euro. Arrivato in Italia da poco, il marchio SWM si sta facendo strada velocemente nel mercato, perché risponde a diverse esigenze: auto spaziose (con una gamma che arriva anche a 7 posti), ideali per gli spostamenti quotidiani o per i lunghi tragitti, comode, robuste, super accessoriate, dal design accattivante e dal prezzo iper competitivo.

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Monica Grosselle, Ance Padova

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Ormai appare quasi certo: le elezioni regionali saranno il 23 novembre

Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare anche in Veneto, l’azionista di maggioranza della coalizione non ha respinto l’ipotesi ma ha gettato, con il segretario regionale dei meloniani, Luca De Carlo, molta acqua sugli entusiasmi leghisti sostenendo che nulla sarebbe ancora deciso e che le “fughe in avanti” non fanno bene al rapporto tra alleati. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, soltanto una decina di giorni prima, Flavio Tosi segretario regionale di Forza Italia che aveva dichiarato come fosse giusto e naturale che il candidato presidente del Veneto per il centrodestra fosse scelto da Fratelli d’Italia in quanto partito traino dell’intera coalizione.

L’ennesimo vertice romano dello scorso 10 settembre non ha prodotto alcuna fumata bianca: il dossier candidature delle regionali resta ancora chiuso e nessuna

decisione è stata presa. Nel mentre il tempo stringe e il nervosismo e tangibile. Le associazioni di categoria venete, cosa mai accaduta con questa forza, hanno protestato in modo vibrante contro queste eterne trattative che, di fanno, stanno paralizzando da mesi la regione in un momento nel quale l’economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo locale il quale, viceversa, avrebbe bisogno di risposte e sostegni urgenti e tangibili.

L’altro fatto inedito per il Veneto è quanto accade nel centrosinistra. Per la prima volta gli sfidanti hanno individuato ormai da tempo in Giovanni Manildo il candidato presidente, non sono attraversati dalle tipiche polemiche, ma anzi stanno conducendo una campagna elettorale molto puntuale per tutto il Veneto. Anche

la coalizione, per la prima volta, è al completo e molte delle forze politiche che la compongono hanno, addirittura, già presentato, in ogni provincia, i candidati consiglieri provinciali.

A questo punto appare difficilissimo fare pronostici: il Veneto, storicamente, ha sempre premiato il centrodestra e il giudizio sull’amministrazione uscente è più che positivo, ma la confusione e le tensioni che si respirano, il ritardo con il quale si stanno scegliendo candidato presidente e liste e l’uscita di scena di Zaia stanno stancando fette, anche importanti di elettorato, che potrebbero trovare “consolazione” nel moderato Manildo che, dal canto suo, continua il suo tour per il Veneto e, evidentemente, non ha nessuna fretta di scoprire chi sarà il suo principale competior.

Autonomia energetica. Agsm Aim conquista sei lotti Consip da 577 milioni standard metri cubi

Pubbliche amministrazioni, maxi-fornitura di gas

Il fatturato previsto supera i 600 milioni di euro

Intanto sul fronte del “federalismo energetico” continua il pressing sul Governo sul rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali

Un passo concreto verso l’autonomia energetica che molti invocano. Il gruppo veronese Agsm Aim Energia ha messo a segno un’importante operazione a livello nazionale, aggiudicandosi sei lotti della gara Consip GN17 per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel biennio 2025-2026. L’assegnazione consentirà alla società di fornire oltre 577 milioni di standard metri cubi (Smc) di gas, con un fatturato stimato attorno ai 620 milioni di euro.

I lotti conquistati da Agsm Aim coprono una vasta area geografica che va dalla Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con il Lotto 1 per pro proseguire con Milano (lotto 2), il resto della Lombardia (lotto 3), Toscana, Umbria e Marche (lotto 6), Puglia e Basilicata (lotto 10) e l’intero territorio nazionale (lotto 12).

Una delle principali novità di questa convenzione è la possibi-

lità, per le Pubbliche Amministrazioni aderenti, di stipulare contratti di durata biennale (oltre alla classica annualità), mantenendo una struttura di prezzo variabile, elemento cruciale in un mercato energetico ancora volatile.

Agsm Aim ha inoltre ottenuto un secondo successo strategico con l’aggiudicazione del Lotto 1 della gara bandita dal consorzio Viveracqua, realtà che riunisce dodici gestori idrici pubblici del Veneto. In questo caso, la fornitura riguarda energia elettrica in bassa tensione per un volume complessivo di circa 150 GWh annui nel triennio 2026-2028, con un valore stimato di 151,5 milioni di euro.

Il contratto prevede la possibilità, per i consorziati, di scegliere energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più centrali nella gestione pubblica.

A completare il quadro, Agsm Aim ha vinto anche ulteriori forniture per 20 GWh di energia elettrica destinate ad altre utility del Nord Italia, attraverso gare competitive recenti. Le recenti aggiudicazioni confermano il ruolo di Agsm Aim come player di primo piano nel mercato energetico nazionale, capace di competere in contesti ad alta complessità e con elevati volumi, sia sul fronte del gas naturale che dell’energia elettrica, con una crescente attenzione ai principi di efficienza e sostenibilità.

Intanto resta aperta più che mai la questione del “federalismo energetico”, invocato da più parti, che ha portato alla mobilitazione di un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – impegnato a chiedere al Governo una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore. Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali.

Ancora la scorsa primavera Federico Testa, presidente di AIM

- AGSM, ha lanciato una sfida a tutte le società di servizi e alla politica del nord Italia: preparare un importante piano industriale per concorrere alle gare nazionali di concessioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Un vero e proprio federalismo energetico, perché che una gestione della rete direttamente sul territorio comporterebbe efficienza, investimenti e calo delle bollette per famiglie e aziende. Invece nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un articolo che proroga automaticamente la concessioni, in scadenza nel 2029 e 2030, a Enel per i prossimi vent’anni su tutto il territorio nazionale quindi senza previsioni di gare. Intanto la

politica ha colto appieno il senso della proposta del manager scaligero: in Conferenza Stato - Regioni, infatti, i governatori stanno chiedendo di cancellare quanto lo Stato Centrale ha inserito in Legge di Bilancio e di consentire lo svolgimento delle gare senza proroghe automatiche a Enel.

“Su questo fronte la Regione può giocare un ruolo importante - ribadisce Testa - perché quella sull’energia e l’idroelettrico è una partita che solo in Veneto vale 6-700 milioni all’anno, somma che ora viene sottratta alla Regione. Noi siamo prontissimi a fare a nostra parte e a continuare il pressing su enti e istituzioni per arrivare al risultato”.

Federico Testa, presidente Agsm Aim

L’intervista. Il consigliere regionale del Gruppo Misto è componente della Commissione Sanità

Fabrizio Boron: “Siamo ad una svolta storica,

il centrodestra unito per il futuro del Veneto”

“Per la nostra sanità lavoriamo su personale, organizzazione e liste d’attesa. Pubblico e privato devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche”

L a politica veneta si prepara a una svolta storica con il nuovo governo che uscirà dalle elezioni regionali. A parlare di questa fase cruciale e delle sfide che attendono la Regione è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Misto e componente della Commissione Sanità, che guarda con attenzione ai prossimi mesi elettorali e ai nodi ancora irrisolti in ambito sanitario.

Consigliere Boron, dopo quindici anni di governo Zaia il Veneto si prepara a un cambio di rotta. Sarà davvero una svolta storica?

Sì, siamo davanti a un passaggio epocale. L’epoca di Luca Zaia, durata quindici anni, si conclude perché la legge nazionale prevede il limite dei due mandati consecu-

tivi. Avremo un nuovo presidente e anche un nuovo consiglio regionale. Non è solo un fatto politico, ma anche istituzionale: i cittadini vedranno cambiare un punto di riferimento che è stato stabile per molto tempo. Alcuni lo vivranno con incertezza, altri con curiosità. Io credo che sia l’occasione per rigenerare energie nuove e per ribadire il valore di un Veneto governato con responsabilità e competenza. Il centrodestra si presenterà unito, offrendo un candidato autorevole, capace di garantire continuità ma anche di introdurre elementi di rinnovamento. È un momento che va affrontato con coraggio e con serietà”.

Non abbiamo ancora né la data

delle elezioni né il nome del candidato del centrodestra. Quanto dovremo attendere per avere certezze?

Sulla data la responsabilità è del presidente uscente. La scadenza per la convocazione è il 23 settembre, e si potrà votare fino al 23 novembre. Quindi non ci sono dubbi: entro l’autunno i veneti sceglieranno il nuovo presidente. Per quanto riguarda il candidato, comprendo la curiosità e anche la pressione del centrosinistra, che insiste molto su questo punto. Io sono convinto che il tavolo nazionale deciderà in tempi brevi. Non è una scelta banale, perché serve una persona che sappia unire e che abbia esperienza amministrativa e sensibilità politica. Non basta il carisma: bisogna conoscere bene la macchina regionale. Sono convinto che il nome arriverà a breve e che sarà quello giusto per portare avanti il lavoro fatto in questi anni. La sanità è il tema più sentito

Regione verso l’esercizio provvisorio, ma è polemica

Calzavara: “Atto di responsabilità”, il Pd: “Conseguenza del rinvio del voto”

La Giunta regionale del Veneto ha dato il via libera agli inizi di settembre al disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio 2026, un passo necessario per assicurare la continuità dei servizi pubblici durante il periodo elettorale e fino all’insediamento della nuova Giunta. Il ddl sarà esaminato con urgenza dal Consiglio regionale ma intanto si infiamma il dibattito politico. L’esercizio provvisorio permette di garantire il funzionamento della Regione dal 1° gennaio 2026 fino all’approvazione del nuovo bilancio, comunque non oltre il 30 aprile, assicurando tutte le spese obbligatorie e quelle relative a sanità, fondi europei, PNRR, emergenze e interventi urgenti sul territorio veneto.

“Con questo provvedimento tuteliamo servizi essenziali

dai veneti. Lei è stato presidente della Commissione Sanità e ora ne è componente: quali sono le priorità?

La prima riguarda il personale. Oggi viviamo una carenza di medici e infermieri che rischia di compromettere la qualità dei servizi. Non basta formarne di più: bisogna trattenere quelli che già abbiamo. E per farlo servono condizioni di lavoro migliori, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Troppi nostri professionisti scelgono il privato o addirittura l’estero. È una perdita che non possiamo permetterci.

La seconda criticità riguarda le liste d’attesa. I cittadini lamentano tempi troppo lunghi per visite ed esami, e questo crea frustrazione e, a volte, rinuncia alle cure. Io sono convinto che il problema sia in gran parte organizzativo: la macchina va riorganizzata, sfruttando meglio le potenzialità di pubblico e privato convenzionato. Abbia-

mo una struttura pubblica forte eccellente e abbiamo un sistema privato convenzionato accreditato altrettanto forte e altrettanto eccellente. Queste due gambe del sistema sanitario veneto devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche. Se pubblico e privato remano in direzioni diverse, a rimetterci è solo il cittadino. È qui che dobbiamo intervenire con decisione. (r.r.)

e investimenti strategici per il Veneto, evitando rischi legati a una gestione provvisoria limitata”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara. “Si tratta di un segno di responsabilità e buon governo che ci permette di affrontare serenamente la fase di transizione istituzionale.” Calzavara ha sottolineato come, a differenza di altre regioni in procinto di votare, il Veneto abbia scelto la strada della programmazione, rafforzando così le garanzie per cittadini e servizi pubblici. “Finalmente la Giunta sembra essersi decisa – commenta invece capogruppo del Pd Vanessa Camani –. Lo chiedevamo da giorni, per evitare, almeno, di trascinare il Veneto nella gestione bloccata del bilancio per i primi mesi della nuova legislatura. Certo rimane il vincolo della gestione del bilancio limitata dell’esercizio provvisorio per un tempo lungo, causato dalla scelta scellerata di spostare il voto a fine novembre”. Secondo l’esponente del Partito Democratico il provvedimento è la diretta conseguenza della decisione di rinviare la data delle elezioni regionali. “Zaia venga in aula e se ne assuma la responsabilità politica davanti al Consiglio”.

Frabrizio Boron

Facciamo

il punto. L’assessore regionale traccia un bilancio positivo della stagione estiva

Turismo e agricoltura, Federico Caner: “Un Veneto che cresce tutto l’anno”

T

urismo e agricoltura, due settori chiave per il Veneto, anche dal punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura e turismo Federico Caner.

Assessore, possiamo tracciare un bilancio della stagione estiva 2025?

Direi che è stata una stagione molto positiva, sia in generale per tutta la regione, sia per il settore balneare che, alla vigilia dell’estate, era considerato un po’ a rischio per le polemiche sui rincari dei prezzi. In realtà la stagione è andata molto bene anche al mare. Oggi il turismo in Veneto non si concentra più solo in pochi mesi, ma continua durante tutto l’anno. Questo è possibile grazie alla varietà delle mete: non ci sono soltanto mare, montagna o lago – che già da soli hanno stagioni lunghe – ma anche città d’arte che forse è meglio visitare proprio nei mesi meno caldi, come ottobre e novembre, periodi perfetti per apprezzarle con più calma.

Quindi un Veneto che si può vivere 365 giorni l’anno?

Esattamente. Anche perché oltre alle città d’arte ci sono mostre di altissimo livello che arricchiscono l’offerta culturale e turistica. E poi c’è un settore che sta crescendo in modo significativo: il cicloturismo.

Lei va in bicicletta?

Sì, vado in bicicletta sia per sport che per turismo. E c’è una buona notizia che riguarda Padova: siamo riusciti a portare qui la fiera internazionale del cicloturismo, dal 2026 e per tre anni consecutivi. Non è stato facile perché c’erano altri concorrenti, ma ci siamo riusciti. È un evento importante perché proprio sul cicloturismo stiamo investendo molto: in Veneto abbiamo quasi 2.000 chilometri di piste ciclabili attrezzate.

Qualche esempio concreto?

La Treviso-Ostiglia, sulla quale stiamo facendo grandi investimenti, ma non solo: ci sono tante altre direttrici sul territorio. Il cicloturismo è una forma di vacanza sostenibile, con valori economici rilevanti: il ciclo-turista medio ha circa quarant’anni, viaggia spesso

con la famiglia e spende più di un turista tradizionale. Inoltre in Veneto abbiamo un indotto legato alla bicicletta molto forte, con aziende che producono componentistica apprezzata a livello internazionale.

Veniamo all’altro ambito di sua competenza: come sta il settore agricolo veneto?

Il settore primario è fondamentale e strettamente collegato al turismo. Non si fa turismo in una regione dove si mangia male o si beve male. Il Veneto può contare su tantissimi prodotti tipici e a denominazione, soprattutto nel lattiero-caseario. La montagna, in particolare, ci regala prodotti di qualità che vanno tutelati. E preservare pascoli e prati non è solo una questione agricola: serve anche a difendere il territorio da frane e dissesti idrogeologici.

A fine mese torna “Caseus” a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Esatto. Caseus era nato come rassegna dei formaggi veneti, poi si è allargato a livello nazionale e oggi ha un carattere internazionale. Noi abbiamo una varietà di formaggi

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che pochi Paesi al mondo possono vantare: dai prodotti di malga ai freschi, dagli stagionati al Grana Padano. Anche i francesi, che pure hanno il loro Camembert, non possono competere con la nostra varietà.

Quindi agricoltura e turismo viaggiano insieme?

Assolutamente. In un periodo in cui a livello internazionale è sempre più difficile produrre cibo, è fondamentale essere autosufficienti. Investire in agricoltura non significa solo sostenere l’economia, ma anche salvaguardare la nostra identità.

Arriviamo al tema dei tagli europei alla PAC. Come si sta muovendo la Regione Veneto?

Noi sosteniamo le aziende agricole, in particolare quelle montane: pur rappresentando il 18% del totale, ricevono quasi il 40% degli investimenti regionali, proprio per le ragioni di cui parlavamo. Ma sosteniamo anche i giovani agricoltori. Il problema è che a livello europeo stiamo passando da 360 miliardi a meno di 300: una riduzione pesantissima. E invece servirebbe il con-

trario.

Perché?

Perché produrre in modo sostenibile, con attenzione all’ambiente e al biologico, costa di più e non sempre il mercato riconosce questo valore. L’Europa dovrebbe investire di più, non meno. Negli Stati Uniti investono circa 1.000 miliardi, noi scendiamo a 300. È una differenza enorme.

C’è spazio anche per le donne in agricoltura?

Sempre di più, e questa è una notizia positiva. Le donne sono il motore della nostra società, oltre che delle famiglie. Donne e giovani sono il futuro dell’agricoltura veneta.

Federico Caner

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Archeologia. Ricostruita a Gerusalemme la storia del capolavoro idraulico

di 2800 anni fa

La scienziata padovana Elisabetta Boaretto guida il team di studio sulla diga di Siloe

La docente di Scienze Archeologiche al prestigioso

Weizmann Institute of Science in Israele è stata tra le protagoniste dello studio pubblicato sulla rivista internazionale PNAS che ha rivoluzionato la conoscenza dell’antica Gerusalemme

Una padovana al centro di una scoperta che ha fatto il giro del mondo. Elisabetta Boaretto, docente di Scienze Archeologiche al prestigioso Weizmann Institute of Science in Israele, è stata tra le protagoniste dello studio pubblicato sulla rivista internazionale PNAS che ha rivoluzionato la conoscenza dell’antica Gerusalemme. Grazie a raffinate analisi al radiocarbonio, il team internazionale guidato da Elisabetta Boaretto e Johanna Regev, con il contributo dell’Autorità israeliana per le Antichità e di altri studiosi, ha stabilito che la monumentale diga della Piscina di Siloe fu costruita intorno all’800 a.C., in piena età del Ferro, in risposta a una crisi climatica segnata da siccità e piogge torrenziali.

La diga, lunga almeno 19 metri e alta 11, era parte di un sistema idrico integrato che comprendeva la sorgente fortificata del Ghihon e i canali di convogliamento. Un’opera imponente, nata dall’urgenza di garantire alla città una riserva stabile d’acqua, capace di resistere alle inondazioni improvvise e di conservare le piogge per i mesi più aridi. «Siamo riusciti a datare queste grandi costruzioni con una precisione di dieci anni, tra l’809 e il 792 a.C., associandole al regno di Ioas o di suo figlio Amazia»,

ha spiegato Boaretto ai microfoni di Radio Veneto24. «Allora Gerusalemme stava crescendo rapidamente e senza infrastrutture adeguate le acque piovane sarebbero state disperse verso il Mar Morto. La diga fu una vera mossa urbanistica, pensata per raccogliere e conservare l’acqua nei periodi più secchi».

Il contesto climatico di quel periodo, noto come “minimo solare omerico”, era segnato da siccità durature alternate a violente “bombe d’acqua”, simili a quelle che oggi colpiscono anche l’Italia. «Se non pioveva, non c’era acqua. Oggi abbiamo desalinizzazione e acquedotti, ma tremila anni fa la sopravvivenza dipendeva da opere come questa», ha sottolineato la scienziata. La sua testimonianza mette in luce come le società del passato abbiano saputo affrontare i cambiamenti climatici con soluzioni ingegnose e di straordinaria lungimiranza.

Elisabetta Boaretto vive e lavora in Israele da quasi vent’anni, ma resta profondamente legata all’Italia. «Proprio la settimana scorsa ero con i colleghi di Firenze per studiare l’architettura romana di Ashkelon e programmare nuovi scavi. Ho molte collaborazioni con le università italiane», ha raccontato nell’intervista. Una carriera internazionale che

unisce ricerca scientifica, resilienza personale e radici venete ben salde.

Il Weizmann Institute, dove insegna e conduce i suoi studi, è una realtà di fama mondiale, che ha scelto l’inglese come lingua ufficiale per attrarre scienziati da ogni parte del globo. Una scelta che ne ha fatto un polo d’eccellenza in biologia, chimica, fisica e archeologia. Nonostante le difficoltà legate al contesto in cui opera, Boaretto continua a portare avanti la sua ricerca con determinazione. «Durante la guerra con l’Iran due missili hanno colpito l’istituto, distruggendo cinque edifici e anni di studi. La prima mossa fu recuperare i campioni biologici dai freezer: un gesto corale che racconta la forza della comunità scientifica». Il suo percorso testimonia come dalla scienza possano nascere ponti tra culture e risposte a sfide globali. La diga di Siloe,

costruita 2800 anni fa per garantire acqua a una città in crescita e fronteggiare gli effetti di un clima sempre più imprevedibile, oggi torna a parlarci grazie a una scienziata padovana che con il suo lavoro ha saputo dare voce al passato per illuminare il futuro.

La scoperta in breve

La diga di Siloe a Gerusalemme

• Datazione: costruita tra l’809 e il 792 a.C. grazie a nuove analisi al radiocarbonio.

• Dimensioni: circa 19 metri di lunghezza, 11 di altezza e 10 di larghezza.

• Funzione: raccogliere e conservare l’acqua della sorgente del Ghihon e delle piogge torrenziali, evitando che andasse dispersa nel Mar Morto.

• Contesto climatico: periodo segnato da siccità durature alternate a inondazioni improvvise, durante il cosiddetto “minimo solare omerico”.

• Significato storico: parte di un sistema idrico integrato che includeva sorgente fortificata, canali e tunnel, testimoniando la capacità delle società antiche di affrontare le sfide ambientali con opere ingegneristiche d’avanguardia.

• Pubblicazione: studio internazionale guidato da Johanna Regev ed Elisabetta Boaretto del Weizmann Institute of Science, uscito sulla rivista PNAS.

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Un dettaglio dello studio pubblicato dalla rivista PNAS
La ricercatrice Elisabetta Boaretto

Despar Nord lancia Stickermania: un’avventura

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donati a più di 2.300 scuole, Despar Nord rinnova il suo impegno con Scuolafacendo 2025/2026, il progetto nazionale a sostegno dell’istruzione. Dal 15 settembre al 19 ottobre 2025, nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar, ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine Stickermania contenente un “Buono Scuola” che potranno destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. I buoni potranno essere consegnati direttamente alle scuole o caricati sul sito del progetto www.scuolafacendo.com e sull’app dedicata. In più, tramite l’App Despar Tribù sarà possibile convertire i propri Punti Cuore in ulteriori buoni fino al 16 novembre.

Per ogni Punto Cuore che i clienti convertiranno tramite l’App Despar Tribù, Despar Nord ne regalerà uno aggiuntivo.

Quest’anno Scuolafacendo si arricchisce inoltre di un’iniziativa speciale: il contest creativo “Gli Eroi del Buon Cibo”, realizza-

tivo gratuito di Despar pensato per le scuole primarie e dedicato ai corretti stili di vita e alla sana alimentazione. Il concorso invita le classi a realizzare un disegno e/o un racconto il cui protagonista sia un supereroe che combatte la cattiva alimentazione, promuovendo l’importanza di una dieta sana ed equilibrata.

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Le scuole, attraverso la raccolta dei buoni, avranno la possibilità di scegliere strumenti e materiali didattici da uno speciale catalogo che include oltre 60 articoli per arricchire gli ambienti scolastici e la didattica. Il progetto è rivolto alle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, pubbliche e paritarie.

Con Stickermania, Scuolafacendo e Le Buone Abitudini, Despar Nord conferma il proprio impegno per scuola, territorio e comunità, valorizzando educazione, sostenibilità e attenzione alle persone.

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Venerdì 26 Settembre

18:30 visita guidata a Y-40 The Deep Joy.

19:30 ingresso all’area termale con piscine e Spa.

20:30 proiezione delle animazioni più sorprendenti di Lago Film Fest tra commedia, fantascienza, sperimentale ed erotico.

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Sabato 27 Settembre - Giornata intera o solo serata Dalle 9:00 ingresso all’area termale con piscine e Spa.

18:30 DJ set a bordo piscina.

20:00 intervento musicale a tema cinema del Duo Orvieto. 20:30 proiezione de Il Barbiere Complottista di Valerio Ferrara e C’è da ridere: selezione di corti comedy italiani da LFF. Nel pomeriggio visita guidata a Y-40. Realizzazione di un micrometraggio in acqua col regista Valerio Ferrara e live podcast. www.CINETERME.com € 39 a persona

Sanità veneta, cambio al vertice dello IOV: Bonavina saluta, Benazzi nuovo

Commissario

Cambio ai vertici dello IOV, l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS. Dal 1° settembre Francesco Benazzi, attuale direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, assumerà l’incarico di Commissario dell’istituto, succedendo a Maria Giuseppina Bonavina, in uscita per pensionamento.

L’annuncio arriva direttamente dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha firmato oggi il decreto di nomina.

Una decisione all’insegna della continuità e dell’esperienza. “È una staffetta tra due punte di diamante della sanità

veneta”, ha sottolineato Zaia, ringraziando pubblicamente Bonavina per una carriera iniziata nel 1987 e sviluppatasi tra incarichi dirigenziali di primo piano in diverse aziende sanitarie del Veneto, compreso lo stesso IOV. “Con lei – ha aggiunto il Governatore – abbiamo avuto una guida autorevole, capace di affrontare sfide complesse con lucidità, fermezza e visione”. L’incarico affidato a Benazzi sarà svolto a titolo gratuito e si inserisce in un percorso già avviato: il manager trevigiano segue infatti da tempo la sede IOV di Castelfranco Veneto, operando in si-

nergia con l’istituto oncologico. “Non è solo un profilo tecnico di altissimo livello – ha sottolineato ancora Zaia – ma anche la persona giusta per garantire una visione complessiva e integrata dell’istituto. Lo ringrazio per la disponibilità e gli auguro buon lavoro”.

Apprezzamento per entrambi i manager è stato espresso anche dall’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin: “Un sincero grazie alla dottoressa Bonavina per l’impegno straordinario, e i migliori auguri a Benazzi per questo nuovo importante incarico”.

Redazione Salute

L’ospedale di Padova pioniere della lotta all’epilessia

L’operazione è stata guidata dal professor Andrea Landi, insieme alle dottoresse Valentina Baro e Giulia Furlanis, mentre il paziente era seguito dal dottor Filippo Dainese. L’intervento è stato coordinato dalla squadra di Neurochirurgia Pediatrica e Funzionale diretta dal professor Luca Denaro.

Il trattamento ha previsto l’impianto di uno stimolatore speciale, posizionato sotto la pelle e fissato al cranio, che invia piccoli impulsi elettrici al cervello per ridurre le crisi epilettiche. L’intervento è rapido, poco invasivo e richiede una degenza di appena due giorni. Già nelle settimane successive si può notare una diminuzione delle crisi di oltre la metà.

Il sistema utilizzato, chiamato EASEE, era già usato in Germania, Austria e Svizzera. Ora Padova è il primo centro italiano a sperimentarlo, rafforzando il ruolo della città come punto di riferimento per la ricerca medica e per la cura di malattie complesse.

Elisa Cavinato, consigliere regionale della Lega – Liga Veneta, ha commentato: “Un intervento eccezionale che restituisce speranza ai pazienti e mette Padova ancora una volta all’avanguardia della medicina. Orgoglio veneto: la competenza e la professionalità dei nostri chirurghi hanno fatto la differenza ”.

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Sicurezza. Esperti Ulss 6 Euganea invitano a prevenire incidenti in abitazioni e giardini

Tornati dalle vacanze estive, attenzione agli incidenti in casa: consigli pratici per proteggere tutta la famiglia

Con il ritorno dalle vacanze, molti cittadini del Veneto si ritrovano a dover fare i conti con un pericolo spesso sottovalutato: gli incidenti domestici. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, solo 7 persone su 100 considerano alto il rischio di infortunarsi in casa, mentre l’indagine PASSI stima che siano circa 26.000 gli adulti tra i 18 e i 69 anni residenti nel territorio dell’Ulss 6 Euganea che, nell’ultimo anno, hanno dovuto rivolgersi al medico di base o al Pronto Soccorso dopo un incidente domestico.

L’estate porta con sé fattori che aumentano il rischio: più tempo libero, uso intensivo di apparecchi elettrici e dispositivi portatili, disattenzione dovuta al caldo, e bambini più liberi grazie alle vacanze scolastiche. Tra i pericoli più frequenti ci sono le cadute da finestre e balconi, soprattutto quando rimangono aperti per arieggiare la casa. Gli esperti raccomandano di installare blocchi di sicurezza e di evitare di posizionare mobili sotto le finestre.

Ustioni da ferri da stiro, piastre per capelli, barbecue o pentole calde rappresentano un altro rischio tipico dei mesi caldi: mai lasciare

incustoditi questi oggetti quando sono in uso e mantenerli lontani dai bambini. Anche l’elettricità può diventare pericolosa con l’uso intenso di ventilatori, climatizzatori e dispositivi portatili; è bene evitare prese multiple e non utilizzare apparecchi elettrici con mani bagnate o vicino a piscine. Avvelenamenti e intossicazioni, spesso causati da prodotti per la pulizia o repellenti per insetti, richiedono attenzione: i lavori in giardino andrebbero fatti evitando le ore più calde, utilizzando crema solare e repellenti. Il caldo accelera inoltre il deterioramento degli alimenti: frigorifero e scadenze vanno

monitorati con cura.

Negli ultimi tre anni, gli accessi per incidenti domestici nei Pronto Soccorso di Cittadella, Camposampiero, Piove di Sacco, Schiavonia e Montagnana hanno rappresentato circa l’8% del totale, pari a circa 15.000 all’anno, con 1.000 casi che hanno richiesto il ricovero. Traumi, ustioni e intossicazioni restano le cause principali.

“Si tratta di incidenti ‘della porta accanto’, spesso sottovalutati, ma che possono avere un forte impatto sul benessere di tutta la famiglia”, avverte il dr. Luca Sbrogio, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea.

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Emergenze in corsia, l’Usl 6 investe 4,2 milioni per rinforzare i Pronto soccorso

Per fronteggiare la cronica carenza di personale e garantire la continuità dei servizi nelle strutture di emergenza, l’Usl 6 Euganea ha stanziato oltre 4,2 milioni di euro. Una cifra destinata a coprire più di 60 mila ore di attività medica e infermieristica nei Pronto soccorso di Camposampiero, Cittadella, Piove di Sacco e nel Punto di Primo Intervento di Montagnana, nonché nel reparto di Anestesia e Rianimazione. L’azienda sanitaria ha appena pubblicato un bando pubblico rivolto a cooperative sanitarie per affidare questi servizi fondamentali. Dieci realtà del settore hanno risposto alla chiamata, confermando la necessità ormai strutturale di far ricorso all’esterno per colmare le lacune del sistema. Mariotto: “Serve ogni sforzo per garantire qualità e sicurezza”

Il direttore generale dell’Usl 6, Paolo Mariotto, ha spiegato che l’azienda sta mettendo in campo tutti gli strumenti disponibili per assicurare un’assistenza efficace e tempestiva, soprattutto nei presidi periferici, dove la difficoltà nel reperire professionisti è ancora più marcata.Mariotto ha evidenziato che, nonostante le criticità diffuse nel sistema sanitario nazionale, l’Usl 6 intende preservare la qualità dei servizi, anche affidandosi –temporaneamente – al supporto delle cooperative. L’obiettivo resta quello di coprire i turni essenziali nei reparti d’urgenza e nelle aree critiche, come l’anestesia e la rianimazione. Lavoro in appalto: una soluzione tampone o la nuova normalità?

L’affidamento esterno del personale medico e infermieristico, seppur efficace nell’immediato, solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine. Si tratta infatti di un modello che integra ma non sostituisce le assunzioni dirette, sempre più difficili a causa della penuria di candidati disponibili, in particolare nei Pronto soccorso, dove i ritmi e le condizioni lavorative restano tra le più stressanti.

La spesa prevista, pari a 4,2 milioni di euro, rappresenta un investimento ingente per un servizio che è però vitale per la sicurezza dei cittadini. Le cooperative selezionate avranno il compito di garantire non solo la presenza fisica di personale qualificato, ma anche la continuità e qualità delle prestazioni sanitarie, in un contesto in cui il sistema pubblico fatica a stare al passo con la domanda.

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