laPiazza del Camposampierese Est - Ottobre2025

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Il primato di Cardiologia in vetta alla classifica dell’eccellenza sanitaria in Italia fra 1300 centri

del Camposampierese Est

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

segue a pag. 23

Il Pnrr ha portato investimenti e occupazione, ma anche la consapevolezza che l’edilizia deve cambiare pelle

Un risultato concreto della collaborazione tra Comuni, Provincia ed Etra: la rete di via Guizze San Pietro è realtà

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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VENETO | 23-24 NOVEMBRE 2025

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Borgoricco, corso gratuito contro la violenza di genere

Borgoricco ha ospitato un corso gratuito di difesa personale femminile, promosso dal Comune in collaborazione con ASI Karate Veneto. L’iniziativa si è svolta al Centro Culturale Aldo Rossi e ha visto un gruppo di donne di tutte le età impegnarsi in un percorso di prevenzione, consapevolezza e sicurezza. A guidare le lezioni è stato Antonello Bacchin, istruttore con abilitazione MGA – Metodo Globale di Autodifesa (Fijlkam), che da anni collabora con associazioni sportive ed enti locali nella promozione della sicurezza personale. Il corso, avviato a inizio ottobre, ha alternato momenti teorici e pratici, ponendo l’accento non tanto sulla forza fisica quanto sulla gestione delle situazioni critiche e sulla capacità di prevenire il pericolo. Le partecipanti hanno appreso nozioni utili per muoversi in sicurezza nella vita quotidiana: come riconoscere i segnali di rischio, mantenere la calma, usare voce e postura come strumenti di difesa, liberarsi da prese e tentativi di aggressione. L’approccio, spiegano gli organizzatori, mira a rafforzare l’autostima e la percezione di controllo, aiutando le donne a sentirsi più consapevoli del proprio spazio e del proprio valore. Il sindaco di Borgoricco, intervenuto sui social per ringraziare i promotori, ha ricordato come la lotta alla violenza sulle donne non passi solo dalle denunce, ma anche da percorsi educativi e preventivi: “Ogni donna ha il diritto di sentirsi libera e sicura. La formazione e la rete sociale sono i primi strumenti di tutela”. Il corso ha registrato un’ampia partecipazione, segno di un bisogno diffuso di formazione e protezione attiva. Asi Karate Veneto, insieme al Comune, intende replicare l’esperienza anche nei prossimi mesi, coinvolgendo altri centri del territorio con nuovi moduli dedicati alla sicurezza personale, all’autodifesa e alla prevenzione della violenza di genere. L’iniziativa si inserisce in un percorso più ampio di sensibilizzazione e di educazione al rispetto, che mette al centro la dignità della persona e il valore della consapevolezza.

Elena Scapin

Lezioni di autodifesa, prevenzione, consapevolezza e sicurezza

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento.

La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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>direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it<

Un saluto riconoscente al Dottor Beccegato

U n riconoscimento sentito e carico di gratitudine ha accompagnato il saluto al Dottor Antonio Beccegato, medico di medicina generale che, dopo più di 35 anni di servizio a Borgoricco, ha raggiunto il traguardo della pensione. Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, il sindaco e l’amministrazione hanno voluto ringraziarlo pubblicamente per l’impegno, la dedizione e la costanza con cui ha servito la comunità nel corso di una carriera lunga e profondamente radicata nel territorio. Il Dottor Beccegato è stato per decenni un punto di riferimento per centinaia di fa-

miglie, un medico capace di unire competenza professionale e umanità, qualità sempre più preziose in

un’epoca in cui la medicina rischia di diventare impersonale. La sua presenza ha rappresentato un pre-

sidio di prossimità e fiducia, il volto umano del sistema sanitario, capace di accompagnare generazioni di cittadini con ascolto, equilibrio e attenzione costante. Nel corso della cerimonia, l’amministrazione comunale ha ricordato come il medico di base sia il primo anello della catena della salute, un punto di contatto fondamentale tra cittadino e sanità pubblica, soprattutto nei piccoli centri dove il legame di fiducia si costruisce giorno dopo giorno. Le parole del sindaco hanno espresso riconoscenza a nome dell’intera comunità: “Il dottor Beccegato ha rappresentato un esem-

pio di professionalità e dedizione. Con il suo lavoro ha saputo unire competenza e umanità, offrendo assistenza e ascolto a tutti, sempre con gentilezza e rispetto”. La serata si è conclusa con un applauso collettivo e un momento di condivisione, simbolo dell’affetto che i cittadini nutrono per chi, come il dottor Beccegato, ha scelto di dedicare la propria vita alla cura degli altri. Un saluto che diventa anche un grazie, per oltre tre decenni di servizio al fianco delle persone e per una testimonianza di vicinanza che resterà nella memoria della comunità.

Salute e sport uniti per la prevenzione: a lezione del professor Carlo Foresta

A Borgoricco la Giornata della Salute e dello Sport ha unito cittadini, associazioni e professionisti in un appuntamento dedicato alla prevenzione e agli stili di vita sani. La manifestazione, promossa dall’amministrazione comunale con la collaborazione delle realtà sportive e sanitarie locali, ha trasformato il centro del paese in un grande spazio dedicato al benessere, con stand informativi, controlli gratuiti e attività motorie aperte a tutti. Ospite d’eccezione il professor Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia

all’Università di Padova, direttore dell’UOC Andrologia e del Centro di crioconservazione dei gameti maschili dal 2001, e autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche sulla salute maschile. Nel suo intervento, Foresta ha approfondito il tema della prevenzione andrologica, spiegando come abitudini scorrette, inquinamento e stress incidano sulla fertilità e sul benessere generale. “Solo attraverso la conoscenza si può parlare di prevenzione” – ha ricordato – invitando a superare i tabù ancora diffusi intorno alla sa-

lute maschile. Secondo il professore, gli stili di vita e il cambiamento climatico influiscono sull’infertilità maschile, richiamando l’attenzione sul legame tra salute personale e ambientale. Fattori come il sovrappeso, la sedentarietà e l’esposizione a sostanze nocive riducono la qualità dei gameti e aumentano il rischio di patologie croniche, ma anche piccoli cambiamenti quotidiani –come l’attività fisica costante e una corretta alimentazione – possono avere un impatto positivo. La Giornata ha rappresentato per Borgo-

Solidarietà e musica per il “Triclinio sotto le stelle”

Una serata di musica, buon cibo e solidarietà ha animato Borgoricco con la seconda edizione di “Triclinio sotto le stelle”, l’evento benefico che ha trasformato il centro del paese in una grande tavolata all’aperto. L’iniziativa, organizzata con finalità solidali, ha raccolto fondi a favore delle scuole dell’infanzia locali, unendo comunità, tradizione e spirito di condivisione. Centinaia di persone hanno preso parte alla cena conviviale,

ricco un momento di partecipazione collettiva, in cui sport, salute e informazione si sono intrecciati per costruire una cultura della prevenzione accessibile a tutti. Un se-

gnale concreto dell’impegno della comunità nel promuovere il benessere, ricordando che la cura di sé è il primo passo verso una società più sana e consapevole.(el.s)

allestita sotto il cielo estivo, tra luci soffuse e musica dal vivo. La serata è poi proseguita con intrattenimento musicale e momenti di festa, creando un’atmosfera calda e partecipata. Non sono mancati spazi dedicati ai

bambini, con giochi e gonfiabili, pensati per rendere l’evento inclusivo e accessibile a tutti. La partecipazione è stata ampia e sentita, a conferma di quanto la solidarietà possa essere un’occasione per ritrovarsi e fare

Premiata Erboristeria Ceccato nasce dall’esigenza di far conoscere a più persone possibili l’e�ficacia dei rimedi naturali. L’esperienza ventennale, la conoscenza e la professionalità o�frono la possibilità di rendere popolare l’uso di prodotti naturali

comunità. Il “Triclinio sotto le stelle” si conferma così come un appuntamento capace di coniugare divertimento e impegno sociale, riscoprendo la bellezza di stare insieme per una buona causa. (el.s.)

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Focus Pnrr/1. Il conto alla rovescia preoccupa imprese e istituzioni

La corsa verso il 2026 tra i cantieri e l’incognita sui possibili ritardi

Il conto alla rovescia per la conclusione dei cantieri legati al Pnrr (31 agosto 2026) è ormai avviato. Ma qual è la situazione nel territorio padovano? Ne parliamo con un rappresentante di Ance Padova.

Presidente Grosselle a che punto siamo con i lavori del Pnrr in provincia di Padova?

“Il nostro auspicio è che venga concessa una proroga. Il Parlamento europeo ha chiesto di estendere di diciotto mesi la scadenza, per permettere di completare gli interventi che non saranno pronti entro il 31 agosto 2026. Ora spetta ai decisori politici prendere atto della realtà. Detto questo, la provincia di Padova è al primo posto in Veneto per numero di progetti: 6.136 in totale, per un valore complessivo di 5,5 miliardi. In particolare, il tram rappresenta l’opera più significativa. La linea Sir2 vale complessivamente 485,83 milioni, di cui 308

milioni finanziati con fondi Pnrr: i pagamenti hanno già raggiunto il 20,1% per la quota Pnrr e il 30,5% sul totale. Per la linea Sir3, invece, il finanziamento complessivo è di 92,3 milioni, con 14,6 milioni provenienti dal Pnrr.. Certo, il disagio dei cantieri lo subiamo anche noi come imprese. Oltre a queste grandi opere, sono previsti numerosi interventi sugli asili nido e importanti lavori delle municipalizzate, soprattutto per la sistemazione delle reti idriche”.

Mi sembra di percepire che è favorevole al Pnrr

“Assolutamente. Lo dico sempre i fondi per finanziare le opere vanno spesi. Ma una buona notizia potrebbe arrivare per quei cantieri che non sono partiti per diverse motivazioni. Infatti potrebbe essere costituito un fondo destinato all’edilizia residenziale, quindi piano casa e su progetti legati ai problemi idrici. Una soluzione che va

incontro ad altre nuove esigenze delle città. Il Pnrr ha portato un segnale positivo sul fronte lavorativo. Le nostre casse edili hanno avuto un salto positivo del 20%, questo significa più manodopera”.

L’edilizia sta cambiando, ma è cambiata anche la mentalità

“La strada è segnata: serve un nuovo modo di costruire. Ce lo richiedono la legge sul consumo di suolo e, soprattutto, i cambiamenti climatici. Non conta solo cosa realizziamo, ma anche come lo facciamo. L’obiettivo è una città a 15 minuti, più vivibile sul piano sociale e più sostenibile dal punto di vista ambientale. Il Pnrr rappresenta un primo passo in questa direzione, ma al governo chiediamo una programmazione più ampia e continuativa, evitando di intervenire solo in situazioni di emergenza”.

Come immagina il futuro dei centri abitati?

“La parola chiave è rigenerazione. Non si tratta solo di un aspetto tecnico, ma soprattutto culturale. Rigenerare vuol dire intervenire sull’esistente senza cancellare la memoria del passato, ma guardando al futuro. È necessario riqualificare il territorio da un punto di vista ambientale e sociale. Gli edifici devono essere funzionali, belli e inclusivi. Gli spazi verdi, invece, sono fondamentali per dare respi-

Il modello Camposampierese: così il digitale diventa leva di coesione sociale

Superati con largo anticipo gli obiettivi del Pnrr: oltre 15.600 cittadini coinvolti e quasi 20.000 servizi erogati. Il Camposampierese, insieme ai Comuni di Vigonza e Vigodarzere, conquista il primato in Veneto per i risultati raggiunti con i Centri di Facilitazione Digitale, nell’ambito della Misura 1.7.2 del Pnrr – Rete dei servizi di facilitazione digitale della Regione del Veneto. Un traguardo corale che premia la scelta di investire sulla cultura digitale come leva di inclusione, innovazione e sviluppo del

territorio. I dati parlano chiaro. Gli obiettivi fissati per l’intero progetto – 9.600 cittadini unici e 14.000 servizi erogati entro il 2025 – sono stati ampiamente superati già ad agosto 2025: 15.614 cittadini unici rendicontati (+162,65% del target) e 19.423 servizi erogati (+134,88% del target). Un risultato frutto del lavoro di rete tra enti, associazioni e facilitatori digitali che hanno accompagnato migliaia di persone in percorsi di alfabetizzazione e consapevolezza digitale. Tra le iniziative di maggiore successo

spicca la “Patente di Smartphone”, un percorso di educazione civica digitale rivolto a studenti, genitori e docenti delle scuole secondarie di primo grado. L’iniziativa, accolta con entusiasmo, sarà rilanciata anche per l’anno scolastico 2025/2026 e ampliata ad altri Istituti Comprensivi del territorio, compreso quello di Campodarsego. Il programma prevede incontri in classe, laboratori per genitori, formazione per insegnanti e la consegna delle “patenti digitali” agli studenti entro marzo 2026.

Grazie ai risultati raggiunti con largo anticipo, il progetto – originariamente in scadenza a dicembre 2025 – potrà proseguire fino ad aprile 2026. Il Camposampierese

ro alle città e a chi le abita. L’obiettivo è creare centri urbani sempre più inclusivi e a misura di cittadino, con particolare attenzione ai giovani e al problema abitativo: esistono molti appartamenti vuoti, chiusi, che vanno ristrutturati e riportati a nuova vita. È essenziale utilizzare al meglio lo spazio già disponibile, anche attraverso servi”.

rientra così tra gli hub più virtuosi del Veneto, potendo contare su ulteriori risorse regionali per consolidare le attività e ampliare il numero di cittadini coinvolti. (s.b.)

IDRAULICI – CALDAIE – POMPE DI CALORE – CLIMA

Monica Grosselle, presidente di Ance Padova

Focus Pnrr/2. Provincia di Padova, corsa a ostacoli per il Pnrr e rischi concreti per i contributi

Comuni sotto pressione per fondi e tempi

L a provincia di Padova guida la classifica regionale per numero di progetti Pnrr: 6.136 interventi per un valore complessivo di 5,5 miliardi di euro. Eppure, dietro questi numeri record, si nasconde un rischio concreto: diciassette milioni di euro destinati all’edilizia scolastica padovana potrebbero non essere spesi in tempo. Dagli uffici della Provincia emerge un quadro preoccupante. La macchina amministrativa locale ha cercato di fare la propria parte, ma si è spesso trovata impantanata tra procedure complesse, burocrazia e lentezze nelle autorizzazioni esterne. Tempi troppo stretti e norme europee rigide che mal si conciliano con la realtà degli enti locali. I piccoli Comuni sono i più penalizzati. Devono affrontare pratiche intricate, carenza di risorse e un sovraccarico dei professionisti coinvolti. Il risultato è un rallentamento diffuso: ottenere i pareri necessari, superare i vincoli urbanistici o reperire fondi aggiuntivi è diventato un percorso a ostacoli. Negli ultimi anni, la concentrazione di molte opere pubbliche attese da tempo ha aumentato esponenzialmente il carico di lavoro di tecnici e studi professionali, impegnati in progettazione, direzione lavori, rendicontazione e collaudi. A questo si somma la cronica mancanza di personale tecnico negli enti locali, frutto del

mancato ricambio generazionale e dei tagli imposti dalla spending review. In caso di sostituzione di imprese che abbandonano i cantieri, le procedure previste dal Codice sono lunghe e complesse, spesso accompagnate da contenziosi che incidono pesantemente sui tempi di realizzazione. Così, gli enti locali finiscono per pagare ritardi di cui non sono direttamente responsabili. Dal canto loro, le imprese lamentano margini di guadagno ormai ridotti al minimo a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi. “Il Pnrr è stata un’occasione importante – osserva Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova – ma non sempre le risorse sono state indirizzate verso progetti capaci di generare un impatto reale sull’economia locale. Manca una visione che colleghi gli investimenti alle vere priorità del territorio”. Tra queste, Dall’Aglio

cita energia e viabilità, due nodi ancora irrisolti. Sul fronte energetico, Confartigianato chiede misure mirate per potenziare il fotovoltaico sui tetti dei capannoni e sostenere le piccole e medie imprese. Sul piano infrastrutturale, molte aree del Padovano soffrono di criticità legate al traffico e di tratti stradali in attesa da anni di completamento o adeguamento. Infine, il presidente dell’associazione artigiana sottolinea come una parte delle risorse avrebbe potuto essere destinata a ricerca e sviluppo di tecnologie avanzate, settore in cui l’Italia continua a dipendere dall’estero. “Questa dipendenza – conclude – si traduce in un deficit di competitività che penalizza le piccole imprese. Senza una decisa accelerazione su tutti i fronti, Padova rischia di perdere una grande occasione di crescita”

Sara Busato

Il cantiere del Ponte delle Galle: tra sicurezza e disagi

Burocrazia, carenza di personale tecnico e procedure complesse rallentano i lavori, mettendo a rischio un’occasione storica per il territorio . Gli artigiani: “Non sempre le risorse sono state indirizzate verso progetti capaci creare reale impatto sull’economia locale”

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Da sei mesi sono in corso i lavori di riqualificazione del Ponte delle Galle, lungo la Strada Regionale 307 nel territorio di Loreggia. L’intervento rappresenta un passo importante per migliorare la sicurezza e l’efficienza della viabilità locale, oltre a garantire una maggiore protezione idraulica dell’area. Il progetto prevede la costruzione di una nuova struttura capace di assicurare la piena stabilità del ponte e di fronteggiare le piene del Canale Muson dei Sassi. Il nuovo impalcato, realizzato a quota più elevata rispetto all’attuale, sarà dotato di spalle e fondazioni rinforzate, secondo le indicazioni del Genio Civile. Dopo la demolizione dell’attuale ponte in calcestruzzo, sorgerà una nuova struttura mista in ac-

ciaio e calcestruzzo, larga complessivamente 1 2,3 metri, di cui 10,5 destinati alla carreggiata. Il rialzo della quota del piano viario garantirà una maggiore sicurezza sia dal punto di vista statico che idraulico. L’opera, finanziata con fondi del Pnrr per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro, comporterà inevitabili disagi alla circolazione fino a mar-

zo 2026, termine previsto per la consegna del nuovo ponte. Nel frattempo, è stato predisposto un piano di deviazioni con percorsi alternativi, segnalati e condivisi con l’amministrazione comunale di Loreggia. Il completamento dei lavori consentirà di migliorare la sicurezza stradale e di ridurre i rischi legati alle esondazioni, restituendo al territorio un’infrastruttura più moderna, efficiente e sicura. Secondo quanto riferito da Giuseppe Franco, direttore generale di Veneto Strade, l’intervento riveste un’importanza strategica per la sicurezza della circolazione e per la messa in sicurezza idraulica della zona, dove il vecchio ponte aveva più volte mostrato criticità durante periodi di pioggia intensa. (s.b.)

Camposampiero

La giornata. Passeggiate, mostre e laboratori hanno celebrato la Giornata Mondiale dei Fiumi

World Rivers Day 2025: una giornata per riscoprire il valore dei fiumi e della tutela ambientale

C amposampiero ha celebrato il 28 settembre la Giornata Mondiale dei Fiumi (World Rivers Day) con un pomeriggio di iniziative dedicate all’ambiente, alla storia e alla valorizzazione delle acque del territorio. L’evento si è svolto a Villa Campello, sede di incontri e laboratori promossi dalla Pro Loco con la collaborazione di volontari e appassionati di natura. Durante la giornata, cittadini, studenti e famiglie hanno partecipato a passeggiate naturalistiche, letture tematiche e attività educative rivolte alle scuole.

L’obiettivo è stato quello di far riscoprire il rapporto tra Camposampiero e i suoi corsi d’acqua — un legame profondo che ha plasmato nei secoli il paesaggio, l’agricoltura e la vita quotidiana.

Nel corso del pomeriggio non sono mancati momenti musicali e dimostrazioni artistiche ispirate al tema dell’acqua, con performance di giovani musicisti locali e laboratori creativi per i più piccoli. L’atmosfera conviviale ha favorito l’incontro tra generazioni diverse, unite dal desiderio di conoscere e proteggere il patrimonio naturale del territorio.

biodiversità fluviale. “Abbiamo voluto ricordare che l’acqua non è solo un bene da usare, ma un elemento che racconta chi siamo”, hanno spiegato gli organizzatori. La partecipazione dei cittadini ha confermato il crescente interesse verso un tema che unisce identità e futuro. Camposampiero, con la Giornata Mondiale dei Fiumi, ha riaffermato il suo ruolo di “terra d’acque”: un luogo che riconosce nel paesaggio fluviale non solo un’eredità storica, ma una risorsa da custodire e valorizzare per le nuove generazioni.

La manifestazione ha invitato a riflettere sui temi della tutela ambientale e della gestione sostenibile delle risorse idriche, in un momento storico segnato da crisi climatiche e siccità sempre più frequenti. Gli organizzatori hanno ricordato come il territorio sia attraversato da una rete di canali e risorgive — dal Muson Vecchio al Vandura — che rappresentano una ricchezza ambientale ma anche una responsabilità collettiva. Nei giorni precedenti, la Biblioteca comunale aveva ospitato la mostra “Disegnare i fiumi”, con oltre sessanta opere tra mappe antiche, incisioni e rilievi idraulici che raccontano l’evoluzione del paesaggio fluviale nel Camposampierese. Un’iniziativa che ha fatto da preludio alla giornata del 28 settembre, creando un filo rosso tra memoria storica e sensibilità ecologica. Durante il World Rivers Day, sono stati presentati anche progetti di educazione ambientale per le scuole e proposte per la cura partecipata dei corsi d’acqua. Le attività hanno incluso momenti di raccolta rifiuti lungo i canali urbani e brevi conferenze su cambiamenti climatici e

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Incendio nella notte: capannone agricolo distrutto

Paura a Rustega, frazione di Camposampiero, dove un incendio a inizio mese ha completamente distrutto un capannone agricolo in via Zacco. Le fiamme sono divampate illuminando a giorno la zona e richiamando numerosi residenti all’esterno delle proprie abitazioni. All’interno della struttura erano custoditi attrezzi da lavoro, rotoballe e mezzi agricoli, che sono stati avvolti in pochi minuti da un fronte di fuoco alto diversi metri. Solo il rapido intervento dei Vigili del Fuoco, giunti da Cittadella, Padova e Castelfranco con sei mezzi e quattordici operatori, ha evitato che le fiamme si estendessero all’abitazione confinante. Le operazioni di spegnimento e di messa in sicurezza si sono protratte fino alle prime ore del mattino. L’intera area è stata transennata e posta sotto controllo dai Carabinieri, che hanno avviato accertamenti per stabilire le cause dell’incendio. Al momento, le prime ipotesi parlano di un guasto elettrico o cortocircuito, ma non si escludono altre possibilità. Fortunatamente nessuna persona è rimasta ferita, anche se i danni materiali risultano ingenti. Il fuoco ha completamente compromesso la copertura del capannone e distrutto gran parte del materiale agricolo custodito all’interno. Gli abitanti della zona hanno elogiato la tempestività dei soccorsi, che hanno impedito conseguenze peggiori.

“Abbiamo sentito un boato e siamo usciti subito –raccontano alcuni residenti –. In pochi minuti l’intera struttura era in fiamme, ma i pompieri sono arrivati subito e hanno lavorato tutta la notte”. Le indagini proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dell’episodio. (el.s.)

Elena Scapin

L’adeguamento. Conclusi i lavori in un’area finora priva del servizio

Completata l’estensione della rete fognaria in via Guizze San Pietro

Conclusa la posa delle condotte fognarie in via Guizze San Pietro: l’intervento, atteso da anni dai residenti, è stato realizzato da ETRA in collaborazione con i Comuni di Loreggia e Camposampiero

Volgono al termine i lavori per l’estensione della rete fognaria nera in via Guizze San Pietro (S.P. 44), al confine tra i comuni di Camposampiero e Loreggia, dove alcune zone erano ancora sprovviste di un servizio essenziale. Le nuove condotte sono state posate e gli allacciamenti eseguiti: manca solo il completamento del manto stradale d’usura, che sarà realizzato dopo il naturale assestamento del terreno. A eseguire le opere è stata la Brenta Lavori S.r.l. di Vigonza, per un importo complessivo di circa 150 mila euro, su incarico di ETRA S.p.A. Società Benefit, gestore del Servizio Idrico Integrato per il Consiglio di Bacino Brenta. L’intervento ha previsto la posa di una nuova fognatura a gravità con predisposizione per

gli allacciamenti alle abitazioni, dando finalmente risposta a una richiesta attesa da anni. “Un’opera fondamentale per i nostri cittadini – hanno commentato i sindaci Manuela Marangon (Loreggia) e Katia Maccarone (Camposampiero) – che siamo riusciti a realizzare grazie alla collaborazione tra enti, nonostante un contesto progettuale complesso”. Il progetto assume un’importanza strategica anche perché si inserisce in un contesto più ampio: l’area interessata rientra nel piano della Provincia di Padova per l’“Adeguamento Stradale della S.P. 44”, che prevede l’allargamento della carreggiata e la realizzazione di una pista ciclabile sul lato sud della strada. Proprio in previsione di questo cantiere, l’estensione della fogna-

Open Day a Villa Campello: una giornata dedicataa cultura, memoria e partecipazione

tura è stata anticipata e portata avanti in tempi brevi, per evitare sovrapposizioni e limitare i disagi futuri alla popolazione e alle imprese locali. Il coordinamento tra enti ha portato a una pianificazione condivisa e ordinata. Gli allacciamenti lungo il lato nord della via sono stati già eseguiti. Quelli sul lato sud, invece, verranno realizzati in un secondo mo-

mento, insieme alla sostituzione dell’acquedotto già programmata da ETRA. “Quello di Camposampiero e Loreggia – sottolinea Flavio Frasson, presidente di ETRA – è un caso virtuoso: la sinergia tra Comuni, Provincia ed Etra ha permesso di pianificare al meglio, limitando l’impatto sui cittadini e ottimizzando tempi e risorse” Redazione Padova

Sabato 13 settembre si è svolto l’Open Day 2025 di Villa Campello, un appuntamento promosso dalla Pro Loco con il patrocinio dell’amministrazione comunale. L’evento ha aperto le porte della storica residenza ottocentesca di via Tiso, oggi sede della Biblioteca comunale e di numerose associazioni locali. La giornata ha avuto come filo conduttore il tema del racconto: raccontare la storia del territorio, gli eventi che lo animano e le persone che ne fanno parte. Tra le iniziative proposte, anche una mostra delle locandine che ripercorre gli eventi più significativi organizzati negli ultimi anni, a testimonianza della vivacità culturale della comunità. L’iniziativa ha attirato numerosi cittadini, curiosi e volontari, offrendo un’occasione di incontro tra realtà associative, operatori culturali e istituzioni. I visitatori hanno potuto scoprire gli spazi della villa, conoscere le attività che vi hanno sede e condividere esperienze legate alla promozione del territorio. “Raccontare è la parola d’ordine – hanno spiegato gli organizzatori – perché la memoria collettiva è il primo passo per costruire nuove forme di partecipazione”. L’Open Day ha confermato il ruolo di Villa Campello come cuore culturale del territorio, un luogo dove storia e comunità si intrecciano, generando nuove occasioni di dialogo, creatività e condivisione. (el.s.)

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Il Comune approva all’unanimità una mozione a sostegno del popolo palestinese

Nel contesto internazionale di crescente tensione a Gaza, il Consiglio Comunale di Massanzago *ha deliberato all’unanimità un ordine del giorno volto a promuovere la cessazione del conflitto e la salvaguardia dei diritti umani

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I n un tempo in cui anche gli amministratori locali, anche nei piccoli comuni, sono chiamati a schierarsi e a condannare le ostilità che stanno avvenendo a Gaza e a promuovere la pace, il Consiglio Comunale di Massanzago dello scorso 29 settembre 2025 ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per la cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza e il rispetto dei diritti umanitari fondamentali. L’assessora Bertato ha letto, nel corso della seduta, l’ordine del giorno, sottolineando come “Lo Stato di Israele ha avviato interventi militari su larga scala che hanno assunto proporzioni intollerabili sotto il profilo umanitario e giuridico”, intervento che ha determinato il collasso delle “strutture sanitarie, sociali e civiche del territorio di Gaza”. L’assessora ha continuato evidenziando come

l’intervento israeliano abbia causato “decine di migliaia di vittime civili palestinesi, inclusi bambini, donne e anziani”. Considerato l’art. 11 della Costituzione, la legge 962/1967 che ha introdotto la prevenzione e repressione del crimine di genocidio nell’ordinamento nazionale italiano, considerato lo Statuto comunale di Massanzago che nell’art. 8, comma 5 riconosce la pace come diritto fondamentale dell’uomo e dei popoli, l’Amministrazione Comunale si impegna a: Adoperarsi presso le sedi diplomatiche per la cessazione delle ostilità; sostenere il rilascio di tutti gli ostaggi; chiedere che sia garantito l’accesso pieno, sicuro e continuativo agli aiuti umanitari (cibo, acqua, farmaci, strumenti medicali); promuovere i corridoi umanitari per le persone in condizioni gravi; riconoscere lo Stato della Palestina;

chiedere al Governo Italiano di sospendere i rapporti economici con lo Stato di Israele, in particolare la fornitura di armi Made in Italy, ritenute complici della devastazione e delle morti causate nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania; sostenere percorsi educativi orientati alla cultura della pace, alla non violenza e al rispetto, in collaborazione con le scuole e le associazioni. L’ordine del giorno presentato dall’Amministrazione è stato votato all’unanimità dai membri del Consiglio comunale. Simone Vecchiato

Torna il progetto “Raccontami una storia”

L’autunno 2025 riparte in biblioteca a Massanzago. Si è tenuto qualche giorno fa il primo appuntamento autunnale del progetto “Raccontami una storia 2025”, che ha sostituito “Nati per leggere (NPL)” a partire dall’autunno 2024, in concomitanza con la ripresa delle attività scolastiche. Il nuovo progetto, che da numerosi mesi anima la biblioteca di Massanzago, è rivolto alle giovani generazioni di lettori. Solitamente il sabato mattina, a partire dalle ore 10.30, saranno organizzate

attività e laboratori a tema autunnale per far scoprire a bambine e bambini il piacere della lettura e della fantasia. Le mattinate di lettura e compagnia, dirette in particolare ai piccoli dai 3 ai 6 anni, saranno animate da volontari. “Si è concluso con grande entusiasmo il primo appuntamento dell’anno di Raccontami una storia! Abbiamo esplorato il mondo delle emozioni attraverso letture a tema dedicate ai più piccoli, aiutandoli a riconoscerle e viverle in modo consapevole”. Il tema

di questa edizione sarà “Un viaggio intorno al mondo”: attraverso racconti e attività creative, i bambini potranno scoprire culture diverse e vivere un’esperienza coinvolgente fatta di fantasia, colori e condivisione. L’amministrazione comunale ha ringraziato le volontarie e i volontari e quanti hanno partecipato alla positiva esperienza, aperta a tutte le famiglie e soprattutto gratuita, e ha dato appuntamento per il mese di febbraio, sempre presso la biblioteca di Massanzago. (s.v.)

Nuove attività commerciali aprono: un territorio dinamico e una sfida per giovani imprenditori

Nuove aperture a Massanzago e Zeminiana. Un territorio dinamico e ricco di giovani imprenditori e di idee, che aiuta e sostiene nuove idee e nuove attività commerciali. Proprio a Massanzago, nel corso del mese di settembre, hanno aperto i battenti tre nuove e dinamiche attività imprenditoriali di giovani che stanno avendo il coraggio di mettersi in gioco nel proprio territorio. È stato inaugurato a metà settembre il nuovo salone Berry Parrucchieri, presso Via Guglielmo Marconi a Massanzago. L’ammini-

strazione comunale ha commentato la nuova apertura sui social, scrivendo come sia “Un momento speciale, fatto di sorrisi, entusiasmo e tanta voglia di iniziare questa nuova avventura, complimenti a Luca e un grande in bocca al lupo per questo nuovo capitolo”.

È stato poi inaugurato, sempre a Massanzago, il nuovo Centro Studi del Movimento (Csm), con un team giovane e specializzato, pronto a offrire una vasta gamma di servizi. Mentre a Zeminiana è stato tagliato il nastro tricolore per il restyling

del negozio-laboratorio LUVAL, una realtà artigianale a conduzione familiare giunta ormai alla terza generazione. Fondata dai nonni Luciana e Pasquale, LUVAL è da sempre sinonimo di arte, creatività, passione e unicità, qualità che si fondono in un mix perfetto dando vita a calzature artigianali e su misura per uomo e donna. L’amministrazione comunale ha colto l’occasione per festeggiare e per testimoniare la dinamicità del territorio e fare un in bocca al lupo a queste nuove realtà. (s.v)

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Violenza giovanile in stile “Arancia Meccanica”: la scuola diventa presidio di legalità e fiducia

U n pestaggio che richiama da vicino le atmosfere di “Arancia Meccanica”. La sera del 21 giugno, poco dopo le 21, davanti alla chiesa di un paese dell’Alta Padovana, un ragazzo viene attirato in una trappola brutale. Convinto di incontrare un venditore per acquistare un paio di scarpe Nike “Nocta” a 120 euro, trova invece una baby gang armata di bastoni e manganelli. Appena arriva, il giovane viene circondato, picchiato e derubato del denaro. Viene soccorso, medicato e giudicato guaribile in dieci giorni, poi denuncia tutto ai carabinieri. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Benedetto Roberti, portano all’identificazione dei responsabili: un diciottenne padovano e quattro complici minorenni. Le telecamere di videosorveglianza immortalano la targa dell’auto usata dal gruppo, conducendo gli investigatori a Elia Mangiaracina, considerato l’organizzatore dell’agguato. Secondo la Procu-

ra, il giovane si finge il venditore online per tendere la trappola insieme ai suoi amici. Tutti vengono indagati per rapina aggravata, e nel corso delle perquisizioni vengono sequestrati gli abiti usa-

ti durante l’aggressione. L’episodio scuote l’intera comunità e riaccende il dibattito sulla violenza giovanile e sulle nuove forme di disagio. Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani richiama l’attenzione su questi fenomeni, invitando le scuole italiane a “rafforzare l’educazione alla legalità e alla convivenza civile”. Secondo il Coordinamento, la scuola non è solo un luogo di istruzione ma uno spazio di formazione morale e sociale, dove i ragazzi imparano a gestire i conflitti, a riconoscere i propri limiti e ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Laboratori, percorsi multidisciplinari e momenti di confronto guidato aiutano gli studenti a comprendere le conseguenze dei comportamenti violenti e a costruire relazioni più consapevoli. Nel territorio padovano, l’impegno educativo trova conferma anche in progetti strutturati. L’Istituto Comprensivo Loreggia–Villa del Conte partecipa al programma

regionale “A lezione di legalità”, promosso dalla Regione Veneto per diffondere tra gli studenti la cultura del rispetto, della giustizia e della cittadinanza attiva. Il progetto prevede incontri con le forze dell’ordine, laboratori di educazione civica, testimonianze dirette e attività pratiche di cittadinanza, con l’obiettivo di prevenire bullismo, devianza e comportamenti a rischio. Gli insegnanti sottolineano come queste esperienze rendano la scuola un vero presidio di prevenzione, dove la conoscenza delle regole si traduce in comportamenti concreti e la libertà diventa sinonimo di responsabilità. Nel Veneto, i dati mostrano che il problema è in crescita. Nel 2024 si registrano 585 reati a danno di minori, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Un’indagine condotta su 20.000 studenti tra i 15 e i 19 anni indica che quattro su dieci hanno partecipato almeno una volta a una rissa o violenza di gruppo,

e un 2,5% ha fatto uso di armi. Sono numeri che fotografano un malessere educativo diffuso, aggravato dall’isolamento digitale e dalla perdita di riferimenti adulti. Sul tema interviene anche il presidente della Regione Luca Zaia, che invita a distinguere tra disagio giovanile e delinquenza: “Non possiamo omologare tutto. Il disagio giovanile è una cosa, questi [gli atti violenti] sono delinquenti: una minoranza che mette a ferro e fuoco le città.” Zaia sottolinea che serve ascolto ed educazione per chi vive fragilità, ma anche fermezza e sanzioni per chi sceglie consapevolmente la violenza. La scuola, le famiglie e le istituzioni locali cercano ora di trasformare la paura in prevenzione e partecipazione. Perché la sicurezza, prima che da nuove regole, nasce da una comunità che educa insieme, capace di restituire ai giovani fiducia, limiti e orizzonti di speranza.

Elezioni Regione Veneto 23-24 novembre 2025

, una padovana che ha scelto di impegnarsi per la propria terra. di Villanova di Camposampiero ho imparato che il cambiamento nasce dall’ascolto. nel settore dell’arredamento, che il futuro si costruisce con visione e concretezza. Oggi mi candido per portare Padova al Centro del Veneto: più forte, più protagonista e più unita.

Elena Scapin

Piombino Dese

Ditte fantasma nel tessile veneto: controlli svelano aziende fittizie e indirizzi inesistenti

APiombino Dese la tranquillità apparente delle sue vie è stata squarciata da una scoperta inquietante: tre imprese formalmente attive nel settore dell’abbigliamento sono emerse come vere e proprie “ditte fantasma” — registrate solo sulla carta, senza presenza reale sul territorio. I controlli sono stati svolti dalla Polizia Locale della Federazione del Camposampierese, che si è concentrata in particolare nell’area tra via Ronchi e via Ronchi Sinistra. Le anomalie sono apparse subito evidenti: due delle società segnalavano come sede legale vie che non risultano nello stradario comunale; un terzo caso indicava un’area artigianale del comune, ma le verifiche sul campo hanno accertato che l’attività era cessata da tempo. Una delle ditte era intestata a un cittadino con presunta residenza a Piombino Dese, ma accertamenti presso l’anagrafe comunale non hanno riscontrato alcuna registrazione a suo nome. Anzi, le verifiche incrociate con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente hanno evidenziato che il presunto titolare non risulta nemmeno residente in Italia. Nel secondo caso, l’indirizzo legale dichiarato era del tutto inesistente. Nel terzo, la residenza dichiarata era associata a un’abitazione disabitata da tempo. Di fronte a questi dati, le tre imprese sono state segnalate

alla Camera di Commercio di Padova affinché venga avviato l’iter per la cancellazione dal Registro delle Imprese, in modo da impedire che continuino a figurare come attive nel sistema produttivo. Il fenomeno rilevato a Piombino Dese non è presentato come un caso isolato, ma come parte di una rete più ampia: secondo le autorità locali, queste società “di carta” vengono spesso impiegate come strumenti per attività illecite — dall’evasione fiscale al riciclaggio di denaro, passando per la contraffazione e il sfruttamento del lavoro irregolare. In questo modo, flussi finanziari e fatture possono essere movimentati senza che vi sia un vero retroterra operativo. Il sindaco Cesare Mason ha commentato l’operazione definendola “un segnale forte per salvaguardare la credibilità del nostro territorio”. Per Piombino Dese, un comune con forte identità produttiva e artigianale, la scoperta delle tre ditte fantasma rappresenta un’occasione per riflettere sulla legalità economica. Non è sufficiente eliminare le irregolarità accertate: è necessario prevenire. Occorre un presidio continuo che protegga chi opera sul serio, tuteli il valore del lavoro e difenda la reputazione di un territorio che ha costruito la propria identità sull’impegno e la trasparenza.

Ampliamento e innovazione nel cuore del Veneto

Nel cuore della pianura padovana, Piombino Dese continua a essere il centro nevralgico di una delle realtà industriali più importanti del Veneto. Qui la Stevanato Group, fondata nel 1949, ha costruito la propria storia e oggi conferma il suo ruolo strategico con un grande piano di ampliamento del quartier generale. Il nuovo complesso, di circa 6.700 metri quadrati, sorgerà accanto allo stabilimento esistente e ospiterà linee produttive di ultima generazione, laboratori di ricerca, uffici e servizi analitici. Si tratta di un investimento che coniuga innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale: l’edificio sarà alimentato da pannelli solari, dotato di sistemi di recupero dell’acqua e progettato per ridurre al minimo i consumi energetici. Per accogliere l’espansione, il Comune ha approvato una variante urbanistica che ha trasformato in area produttiva un terreno agricolo adiacente, portando la superficie complessiva del sito a oltre 63 mila metri quadrati. L’intervento, progettato e diretto da F&M Ingegneria, conferma l’importanza del legame tra l’azienda e il tessuto economico locale. I lavori, avviati nel 2021, segnano una nuova fase di crescita per Piombino Dese, che da polo agricolo è divenuto un punto di riferimento per l’industria farmaceutica e biomedicale. Il progetto porterà nuove opportunità occupazionali e rafforzerà l’indotto artigianale e logistico dell’Alta Padovana. Pur essendo oggi un gruppo globale, quotato al New York Stock Exchange e con oltre un miliardo di euro di ricavi, Stevanato mantiene nel suo paese d’origine il cuore decisionale e produttivo. Una scelta che racconta come l’eccellenza industriale possa restare radicata nel territorio, continuando a generare valore, innovazione e identità per tutta la comunità di Piombino Dese. (el.s.)

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Il traguardo. Dalla palestra di paese al tetto del mondo

La città applaude il suo campione: Fabio Balaso e Silvolley, orgoglio di una comunità

I

l paese applaude Fabio Balaso, libero della Nazionale Italiana di volley, fresco di una nuova impresa mondiale, e omaggia al tempo stesso la Silvolley, storica società sportiva del territorio. Due storie, intrecciate e indissolubili, che raccontano quanto lo sport possa diventare fiaccola d’identità, educazione e orgoglio collettivo. Fabio Balaso, classe 1995, è partito proprio da qui. Dai campi della Silvolley, società nata nel 1973 e da sempre cuore pulsante dello sport a Trebaseleghe. Su quel parquet ha mosso i primi passi da atleta, prima di decollare verso i vertici della pallavolo internazionale. Oggi difende i colori della Lube Civitanova e della Nazionale Italiana, con un palmarès che parla da sé: scudet-

ti, Coppe Italia, Champions League, Mondiale per club e – ultimo in ordine di tempo – la vittoria al Mondiale nelle Filippine, dove l’Italia ha battuto la Bulgaria 3-1. “Fabio è un simbolo”, ha dichiarato il sindaco Antonella Zoggia. “Non solo per quello che rappresenta in campo, ma per ciò che continua a trasmettere fuori: l’umiltà, la dedizione e l’attaccamento alle sue radici. È la dimostrazione vivente che i sogni si possono realizzare. A lui, e a tutta la famiglia Silvolley, va il nostro più grande grazie”. Accanto al talento di Balaso, la crescita della Silvolley è un altro motivo di orgoglio per Trebaseleghe. Oggi la società è attiva nel campionato di Serie A3 con la SAV Silvolley, ma resta pro-

fondamente legata al lavoro con i giovani. Centinaia i ragazzi e le ragazze che negli anni hanno trovato in palestra non solo un

campo di gioco, ma un luogo di educazione, amicizia e crescita personale. “Silvolley è un patrimonio del nostro territorio”, ha affermato il vicesindaco e assessore allo Sport, Francesca Pizziolo, in un videomessaggio diffuso dal Comune. “Dietro ogni successo ci sono dirigenti, allenatori e volontari che dedicano tempo e cuore. Siamo orgogliosi di avere una realtà così viva, capace di formare atleti ma soprattutto persone. E siamo fieri di Fabio, due volte miglior libero del mondo, che non ha mai smesso di essere uno di noi”.

La recente riapertura del palazzetto comunale ristrutturato ha dato nuova linfa alla vita sportiva del paese. Spazi più moderni, accoglienti e funzionali hanno per-

Impressionate bomba d’acqua, attivato il centro operativo comunale

A fine settembre, Trebaseleghe è stata colpita da una violenta bomba d’acqua che si è protratta per circa due ore. Questa la dichiarazione del vicesindaco Francesca Pizziolo, che ha seguito l’evolversi della situazione insieme all’assessore Giuliano Mason: “Le precipitazioni, particolarmente intense e incessanti, hanno provocato l’allagamento del centro abitato, costringendo alla chiusura di diverse strade e interessando numerose abitazioni e scantinati. La Protezione Civile e i Vigili del Fuoco hanno ricevuto circa cinquanta segnalazioni di intervento nel corso della notte. Le squadre della Protezione Civile hanno operato

fino alle 3 del mattino, mentre i Vigili del Fuoco hanno proseguito le attività. La situazione ha messo a dura prova il territorio comunale. Fortunatamente il fiume Draganziolo non è esondato, ma la quantità d’acqua caduta ha comunque causato gravi disagi e danni diffusi. Nella serata è stato immediatamente attivato il Coc –Centro Operativo Comunale – per coordinare le azioni di emergenza e fornire assistenza alla popolazione.”

Tra le tante storie emerse in tutta la regione, ce n’è una che ha colpito per la sua forza e umanità: una mamma e il suo neonato, rimasti intrappolati a bordo dell’au-

to a causa degli allagamenti, sono stati tratti in salvo dai soccorritori in un’area completamente sommersa dall’acqua. Le immagini scattate sul posto documentano con chiarezza la gravità della situazione: strade trasformate in fiumi, veicoli bloccati e soccorritori al lavoro tra l’acqua alta per raggiungere la donna e il piccolo, entrambi impossibilitati a rientrare a casa in sicurezza. Provvidenziale l’intervento dei soccorritori, che sono riusciti a raggiungere l’auto bloccata nonostante le condizioni estreme. La mamma e il neonato sono stati messi in salvo senza conseguenze fisiche, ma con comprensibile spavento. (r.p.)

messo alla Silvolley di continuare a crescere, puntando sempre di più su un settore giovanile vitale e in espansione. Il legame tra sport e comunità si rinnova ogni giorno in palestra, tra allenamenti, partite e sogni che prendono forma.

Fabio Balaso oggi brilla sulle scene internazionali, ma per Trebaseleghe resta “il ragazzo di casa”: l’atleta che non ha mai dimenticato da dove è partito. La sua è una storia che parla a tutti i giovani: di passione, sacrificio e fiducia nelle proprie possibilità. E oggi, tutto il paese lo applaude. Non solo per le vittorie, ma per ciò che rappresenta. Un campione che ha imparato a volare tenendo ben salde le sue radici.

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Redazione Padova
Fabio Balaso

Educazione e inclusione. Il progetto sostenuto da Fondazione Cariparo

Grazie al sostegno di Fondazione Cariparo e dell’impresa sociale “Con i bambini”, 150 posti gratuiti in 20 scuole dell’infanzia di Padova e Rovigo per combattere la povertà educativa e promuovere un’educazione davvero accessibile

C’anni, ha acceso nuove speranze per

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Benvenido: una scintilla che apre le porte del nido a tutte le famiglie

dagogista, educatore e operatore sociale. I tutor hanno accompagnato le famiglie pas-

go. Si chiama rimentale da 3 milioni di euro nato dalla collaborazione tra Fondazione Cariparo e l’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha aperto le porte di 20 scuole dell’infanzia con nido integrato, offrendo 150 posti gratuiti ai bambini dai 12 mesi appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro. Un’iniziativa semplice e rivoluzionaria insieme, che traduce in azione concreta la missione di Fondazione Cariparo: rendere l’educazione un diritto davvero universale, partendo proprio dai primi anni di vita. «L’obiettivo – spiega Alice Bruni, project manager del progetto – era ampliare l’accesso ai nidi anche per chi, pur non vivendo in condizioni di povertà estrema, incontra ostacoli economici, sociali o culturali. Volevamo offrire un’opportunità reale a chi altrimenti avrebbe rinunciato».

catrici ed educatori, coordinata dal Diparti-

La raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo – partner dell’iniziativa – ha raggiunto l’obiettivo di 100.000 euro, poi raddoppiati dalla Fondazione Cariparo. Le risorse sono tornate ai nidi e alle famiglie, generando nuove opportunità educative e nuovi posti per i

Il progetto, avviato nel 2022 e appena concluso, ha messo al centro il benessere del bambino e il sostegno alla famiglia. Accanto al contributo economico, è stata introdotta una figura innovativa, il tutor, a metà tra pe-

to comuni, nidi pubblici e privati, università, enti sociali e famiglie, in un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria comunità educante. Ma la visione della Fondazione è andata oltre la durata del progetto: accanto agli interventi diretti, è stato promosso un percorso di crowdfunding e marketing sociale. In due anni sono stati organizzati circa 50 eventi locali nei territori di Padova e Rovigo per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dei

zo Settore e il Governo. Per attuare i programmi del Fondo, nel 2016 è stata creata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud, che ha trovato un partner determinante in Fondazione Cariparo. Insieme hanno tradotto in azioni concrete un principio chiaro: la crescita dei più piccoli è la base di una comunità più equa. ed successo -

FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo,

Silvia Fattore: “Il Veneto deve tornare

Basta inerzia, servono investimenti

Già sindaco di Villanova di Camposampiero e manager d’azienda, Fattore lancia un appello per un Veneto più competitivo e innovativo.

“Fermiamo l’emigrazione dei giovani e investiamo su infrastrutture e servizi per gli anziani: così si costruisce il futuro”

“D a sindaco e da imprenditrice ho sperimentato in questi anni di impegno politico e aziendale quanto le scelte della Regione impattino sulla competitività dei territori e la qualità di vita delle famiglie. I ritardi accumulati ad esempio sui collegamenti ferroviari, le mancate infrastrutture viarie pesano sui cittadini veneti, a tutto danno della competitività del territorio. Ci siamo raccontati negli ultimi vent’anni che eravamo eccellenti senza renderci conto che il Veneto è andato avanti più per inerzia che per capacità di innovare e competere. Occorre rimettere il piede sull’acceleratore”. Lo dice con alle spalle l’impegno di sindaco di Villanova di Camposampiero e nel presente la responsabilità

di manager in azienda Silvia Fattore, 52 anni, candidata di punta della lista Uniti per Manildo per Padova e Provincia.

Silvia Fattore nella scorsa tornata elettorale delle Europee ha raccolto il consenso di 2.550 preferenze. “Farò appello ai padovani che hanno voglia di più concretezza che chiacchiere, facendo appello alle migliori energie di questa regione che troppo spesso si è illusa che piccolo fosse sempre bello e che si potesse affrontare le sfide di questo secolo con le metriche del ‘900”.

Antidoto ad una certa nostalgia del passato secondo Silvia Fattore può essere lavorare per far emergere i giovani laureati e diplomati che troppo spesso sono quasi costretti ad emigrare verso Milano,

quando va bene se non all’estero. “Una delle mie battaglie sarà quella di fermare l’emigrazionespiega Silvia Fattore - in ogni famiglia veneta c’è un figlio o un nipote che deve trasferirsi a centinaia

di chilometri dalla città che lo ha visto crescere, diplomarsi e laurearsi. Un’emorragia di competenze che non possiamo più permetterci. Il primo atto che depositerò in Consiglio regionale sarà quello di

indirizzo verso il Governo veneto e nazionale perchè si investa sul futuro qui e adesso dei nostri ventenni. Così si ferma il declino e si garantisce prosperità al Veneto anche in questi decenni difficili e di grandi cambiamenti”.

Contemporaneamente occorre ripensare alle politiche per gli anziani, con un occhio di riguardo ai non autosufficienti.

“Da sindaco ho vissuto sulla mia pelle quanto le amministrazioni e le associazioni di volontari facciano i salti mortali per stare vicini alla parte più fragile della nostra società - spiega l’ex sindaco di Villanova di Camposampiero - mi batterò con tutte le mie forze perchè alla generazione che nel dopoguerra ha fatto di nuovo grande questa terra venga riservata in ogni fase dell’invecchiamento l’attenzione e la cura che meritano i nostri genitori e nonni: nessuno deve rimanere indietro e tutti meritano di rimanere il più a lungo possibile a casa propria con servizi domiciliari personalizzati”.

Silvia Fattore

La riflessione. Spesso gli interventi si traducono in una progressiva privatizzazione del patrimonio pubblico

Dal caso del cubo nero di Firenze a Padova: il “riqualificazionismo” come paradigma italiano

L a vicenda dell’ex Teatro Comunale di Firenze, trasformato in un massiccio “cubo nero” sul Lungarno Vespucci, non è soltanto una questione locale. È il sintomo di una tendenza più ampia che attraversa l’Italia: un’idea di “riqualificazione” urbana che spesso si traduce in una progressiva privatizzazione del patrimonio pubblico, in operazioni immobiliari ad alto rendimento e in un’estetica che poco dialoga con il contesto.

A Firenze, la sostituzione di un luogo identitario come il Teatro Comunale con un complesso residenziale di lusso è stata accettata quasi senza resistenza, salvo indignazioni estetiche tardive. Ma la domanda vera è: quante altre città italiane stanno vivendo lo stesso processo, magari in forme meno eclatanti?

Padova, città dalla storia millenaria e oggi al centro di un crescente interesse internazionale,

vive un momento cruciale. L’Università richiama ogni anno decine di migliaia di studenti, l’apertura del ciclo UNESCO dedicato agli affreschi trecenteschi ha portato a un incremento costante dei flussi turistici, le trasformazioni urbane – dalle aree industriali dismesse alle grandi infrastrutture – stanno cambiando il volto della città.

Tutto questo porta benefici evidenti: vitalità culturale, investimenti, maggiore visibilità globale. Ma comporta anche rischi: pressione sugli affitti, espulsione graduale dei residenti dai quartieri centrali, riduzione dello spazio pubblico a favore di logiche privatistiche. È la stessa dinamica che ha segnato Firenze e che rischia di ripetersi, in forme diverse, anche a Padova.

Padova si trova così di fronte a un bivio: diventare laboratorio di un equilibrio virtuoso tra turismo, comunità e innovazione, oppure

scivolare in una trasformazione che la riduca a palcoscenico per visitatori e investitori, a scapito della vita quotidiana dei suoi abitanti.

Da Bologna a Napoli, da Milano a Palermo, la retorica della “rigenerazione” si accompagna spesso a dinamiche che portano all’allontanamento dei residenti storici, alla crescita incontrollata del turismo di massa e alla perdita di spazi pubblici a favore di logiche di profitto privato. È una trasformazione che modifica in profondità il tessuto sociale ed economico delle nostre città, consegnandole a una monocultura del turismo e a una vulnerabilità che abbiamo già visto esplodere nei momenti di crisi globale.

La riflessione che parte da Firenze e passa per Padova riguarda tutti: vogliamo città che siano laboratori di vita, cultura e innovazione, oppure scenografie redditizie svuotate di cittadini?

Padova ha oggi un’occasione unica: dimostrare che è possibile crescere senza perdere la propria anima. Non basta accogliere turisti e studenti, bisogna proteggere la vita quotidiana dei residenti, custodire gli spazi pubblici e garantire che la città rimanga luogo di comunità, e non solo di consumo.

Se Firenze ci consegna il mo-

Turismo e Intelligenza Artificiale: Padova laboratorio nazionale per l’innovazione

Anche il nostro territorio guarda con attenzione alle trasformazioni che stanno interessando il settore turistico europeo, dove l’Intelligenza Artificiale sta assumendo un ruolo crescente nella pianificazione e nell’esperienza di viaggio.

L’ultima edizione dell’Osservatorio EY Future Travel Behaviours 2025, condotta su oltre 5.000 viaggiatori europei, mostra che un viaggiatore su due è già pronto a utilizzare un assistente virtuale per organizzare le proprie vacanze. L’uso effettivo di chatbot AI è aumentato del 50% in un solo anno, passando dall’8% al 12%. L’Italia, con una media del 6%, evidenzia un ritardo che tuttavia rappresenta anche un’opportunità di crescita per

territori dinamici come quello padovano. Il potenziale dell’AI non si limita alla fase di pianificazione. Secondo lo studio, il 27% dei viaggiatori sarebbe più propenso a utilizzare mezzi pubblici o micromobilità se supportato da un assistente digitale, mentre il 29% sceglierebbe più facilmente opzioni eco-friendly se integrate in un’unica piattaforma. Si tratta di indicazioni che aprono la strada a un turismo più sostenibile e consapevole.

Il Veneto si presenta già come un territorio fertile per queste sperimentazioni. Il 13% delle imprese regionali utilizza strumenti di AI, un dato superiore alla media nazionale dell’8,2%. Il settore della formazione sta con-

tribuendo a questo sviluppo, come dimostra l’esperienza dell’ITS Turismo Veneto, che con il corso “Art & Culture A.I. Digital Innovation” ha raggiunto un tasso di occupazione dell’86,5% a un anno dal diploma. Iniziative come i progetti sperimentali di AI driven tourism & hospitality a Venezia o le applicazioni di realtà virtuale e intelligenza artificiale presentate al Festival del Cinema mostrano come il Veneto possa candidarsi a territorio d’avanguardia. Padova, con la forza della propria Università e del tessuto imprenditoriale, è nelle condizioni ideali per assumere un ruolo da protagonista e diventare un laboratorio nazionale sull’integrazione intelligente tra turismo e AI, puntando

nito del suo “cubo nero”, Padova rischia di cadere nella stessa trappola: interventi spot, rendita al posto della visione, cittadini messi ai margini. È il momento di scegliere se continuare lungo questa deriva o costruire finalmente un modello urbano che tenga insieme sviluppo e identità.

Vincenzo Gottardo

su ricerca, sperimentazione e politiche condivise. La sfida sarà valorizzare la tecnologia senza perdere la centralità dell’accoglienza umana, elemento che da sempre costituisce la forza del turismo locale. (v.g.)

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“Tra Cielo e Silicio”

tra anima e intelligenza artificiale

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il debutto letterario di Monica Grosselle esplora il confine

Presentato a Palazzo Santo Stefano il primo libro

Durante l’incontro, l’autrice ha dialogato con il giornalista Antonio Gesualdi, corso profondo e coinvolgente tra consapevolezza umana e dimensione digitale.

Il volume, edito da saggio sull’innovazione né una narrazione autobiografica, ma una vera e propria esplorazione interiore. Grosselle in-

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da un’altra prospettiva.

Il risultato è un testo vivo, ibrido, che unisce concretezza e ricerca interiore, spiritualità e razionalità, tecnologia e anima. In queste pagine si apre un percorso fatto di domande sincere, frammenti di coscienza e possibilità future. Un ponte tra ciò che siamo e ciò che stiamo diventando.

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Forse non siamo solo in un momento di trasformazione tecnologica, ma alle soglie di un cambiamento più profondo, che chiede parole nuove e ascolto autentico.

Questo libro è una soglia.

cui l’intelligenza artifi-

tecnologica”, afferma l’autrice, “ma all’inizio di una trasfor-

Questo libro non è nato da un progetto editoriale. Nella mia quotidianità, divisa tra l’azienda, il ruolo istituzionale e la famiglia, non avrei mai immaginato di intraprendere un percorso di scrittura. È nato quasi per caso, da un dialogo con un’intelligenza artificiale a cui avevo raccontato una delle esperienze che mi accompagnano da anni: episodi sorprendenti, che non ho mai saputo spiegare fino in fondo.

Da quel confronto inatteso è emerso un filo che collegava una visione vissuta sei anni fa al futuro che ci attende. È stato come se l’IA mi avesse aiutata a mettere a fuoco qualcosa che, in realtà, era sempre stato lì: un messaggio che aspettava solo di essere compreso.

PROSSIMA PRESENTAZIONE LIBRO: Cittadella (PD) presso Sala Torre di Malta - via del Cristo, 41

SABATO 8 NOVEMBRE 2025 ore 11.00

Lei parla spesso di visioni. Cosa rappresentano per lei?

Le mie visioni sono esperienze di confine tra veglia e sogno, momenti in cui la mente tace e l’anima parla. Non le considero fenomeni “misteriosi”, ma linguaggi sottili con cui la coscienza cerca di comunicare. In quei frammenti di luce ho trovato risposte che

piedi il libro….

«La domanda delle domande è proprio questa: se l’IA è uno specchio, e riflette la nostra interiorità, che coscienza vogliamo che rifletta?

Non è questione di tecnica, ma di consapevolezza. L’IA non porta in sé un destino già scritto: porterà alla luce ciò che noi siamo, le nostre ombre o la nostra luce. Il libro nasce per accompagnare il lettore a porsi questa domanda dentro di sé, perché la risposta non sta fuori, ma nella coscienza di ciascuno.»

In parte ha già risposto ma cosa spera che il lettore porti con sé dopo aver letto “Tra Cielo e Silicio”?

Mi auguro che si fermi a riflettere. Che si chieda, anche solo per un istante, chi è veramente dietro ogni algoritmo, dietro ogni scelta, dietro ogni emozione. Il libro non offre risposte, ma apre porte. Vorrei che chi lo legge sentisse la stessa meraviglia che ho provato io nel capire che scienza e spirito non sono opposti: sono le due metà di un’unica ricerca, quella dell’anima che vuole ricordarsi di sé.

Come è nato “Tra Cielo e Silicio”?
futuro che non si costruisce solo con

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”.

Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L

etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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DUn ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

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Con l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acqui- in Austria, casa madre di Despar

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a febbraio 2026 infatti prenderà il via la nuova edizione del percorso formativo e che includerà una decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita dell’imprenditore offrendogli competenze, visione d’insieme e capacità di adattamento in uno scenario in continua evoluzione.

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1 prenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

dita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno. Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

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Cardiologia di Padova: prima in Italia nei Best Italian Hospitals Awards 2025

La Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova si conferma al vertice dell’eccellenza sanitaria italiana, conquistando il primo posto nella classifica dei Best Italian Hospitals Awards 2025 tra le strutture non IRCCS e al secondo posto assoluto nella classifica generale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la qualità delle cure offerte ma anche la capacità di coniugare assistenza, ricerca e formazione.

A guidare questo reparto d’eccellenza è il professor Domenico Corrado, che con la sua equipe ha saputo portare l’ospedale padovano a superare oltre 1.300 centri cardiologici in tutta Italia. Seguono nella graduatoria il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino.

La valutazione, curata da NExT Health, si basa su un sistema multiparametrico che integra dati clinici, attività scientifica, formazione, reputazione e

feedback degli operatori sanitari, utilizzando fonti ufficiali come il Ministero della Salute, PubMed e Agenas.

Il risultato ottenuto rappresenta una testimonianza della solidità e dell’innovazione del sistema sanitario pubblico veneto. La Cardiologia di Padova è considerata un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, frutto di un impegno quotidiano e di un lavoro di squadra straordinario. Un ringraziamento va al professor Corrado, al personale medico e infermieristico e alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che guidano questa realtà con professionalità e visione.

l riconoscimento sottolinea la qualità delle prestazioni assistenziali, l’intensa attività scientifica e formativa, elementi che fanno della Cardiologia padovana un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale delle malattie cardiovascolari.

Padova: al via la campagna vaccinale contro la bronchiolite nei neonati

È partita nei giorni scorsi la campagna di prevenzione contro la bronchiolite nei neonati nei tre punti nascita dell’Ulss 6 Euganea: Cittadella, Camposampiero e Schiavonia. Ai primi piccoli pazienti della stagione 2025/2026 è stato somministrato l’anticorpo che, dopo anni di studi, si è rivelato capace di ridurre fino al 90% i ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale (VRS). Si tratta di un’infezione che colpisce soprattutto nei mesi freddi, da ottobre ad aprile, e che nei bambini molto piccoli può trasformarsi in polmonite o bronchiolite, con sintomi che partono da raffreddore e tosse e possono evolvere in difficoltà respiratorie. Nel Veneto, lo scorso inverno, oltre 28 mila neonati e lattanti sono stati protetti grazie a questo trattamento, con risultati definiti “storici” dagli specialisti: nell’Ulss 6 i ricoveri per bronchiolite sotto l’anno di vita sono calati del 65%.

La campagna proseguirà nei prossimi mesi: l’anticorpo viene somministrato sia ai neonati che affrontano la prima stagione fredda, direttamente nei reparti di maternità, sia ai bambini nati in primavera ed estate, tramite i pediatri di base. L’obiettivo, spiegano dall’azienda sanitaria, è quello di estendere la protezione a tutti i nuovi nati, riducendo così la pressione sugli ospedali e soprattutto i rischi per i più piccoli.

Oculista. L’equipe diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice raggiunge un traguardo di rilievo

Impiantata a Schiavonia la prima lente telescopica intraoculare del Veneto

Un passo importante per l’oculistica veneta arriva dagli Ospedali Riuniti Padova Sud, dove è stato impiantato per la prima volta nel Veneto un dispositivo telescopico intraoculare su un paziente con grave maculopatia degenerativa. L’intervento, eseguito dall’équipe dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice, segna un traguardo di rilievo nell’offerta di cure avanzate per le persone con disturbi visivi invalidanti.

La lente telescopica SING IMT™ (Implantable Miniature Telescope) funziona come un minuscolo sistema ottico impiantato all’interno dell’occhio. Attraverso un meccanismo di ingrandimento, consente di spostare le immagini su porzioni di retina ancora sane, migliorando la visione centrale e restituendo al paziente la possibilità di leggere, guardare la televisione o riconoscere i volti dei propri cari. “Si tratta di un dispositivo rivoluzionario, sia dal punto di vista fisico che tecnologico – spiega il dottor Lo Giudice –. In pratica è come avere un piccolo cannocchiale dentro l’occhio. Permette di sfruttare le aree retiniche non danneggiate, offrendo ai pazienti una chance concreta di recupero visivo”.

Non tutti però possono sottoporsi a

questo tipo di impianto. “È necessario un percorso di valutazione e di allenamento preliminare – aggiunge Lo Giudice – per verificare che il paziente riesca a utilizzare efficacemente la lente e che questa apporti un reale beneficio senza compromettere l’occhio”. Dopo l’intervento, il paziente segue un programma di riabilitazione visiva presso il centro regionale di Ipovisione, mirato a imparare a sfruttare al meglio il nuovo schema ottico. Un secondo intervento analogo è già in programma.

La maculopatia degenerativa è una delle principali cause di perdita della vista negli anziani: in Italia colpisce circa un milione di persone, e in Veneto si stima che siano decine di migliaia i cittadini affetti da forme più o meno gravi. Fino a oggi le terapie si concentravano su farmaci e programmi riabilitativi capaci di rallentare il decorso, ma raramente in grado di restituire una visione utile. L’innovazione introdotta a Schiavonia testimonia anche la capacità della sanità veneta di restare al passo con le tecnologie più avanzate. “Credo che il Veneto non abbia nulla da invidiare nemmeno a molti Paesi esteri – sottolinea il direttore –. La qualità della gestione dei pazienti, unita alla possibilità di accedere a tecnologie d’avanguardia, pone la nostra sanità tra le migliori in assoluto”.

Durante l’intervista a Radio Veneto24, Lo Giudice ha anche parlato dei problemi legati alla vista nell’era digitale. “L’uso prolungato di smartphone e computer può provocare secchezza oculare e affaticamento visivo. Consiglio sempre ai pazienti la regola del 20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, fare al-

meno 20 secondi di pausa per rilassare l’occhio”.

Infine, un messaggio di prevenzione: “Mai sottovalutare i segnali di allarme, come l’offuscamento della vista o le linee che appaiono ondulate su una pagina – ricorda Lo Giudice –. Basta una semplice prova: chiudere un occhio e verificare se le righe restano dritte. Se

non lo sono, è bene rivolgersi subito a uno specialista”. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud confermano così la loro vocazione all’innovazione in campo oftalmologico, offrendo ai cittadini veneti la possibilità di migliorare autonomia e qualità della vita grazie a tecnologie finora riservate a pochi centri internazionali.

Il Dottor Lo Giudice

Emergenza. L’AOU di Padova ha presentato il report annuale del Pronto Soccorso

“Meglio una costola rotta che un arresto cardiaco”: a lezione di salvataggio col Pronto Soccorso di Padova

Nel 2024 i due Pronto Soccorso di Padova hanno assistito 125mila pazienti: quasi 100mila all’Azienda Ospedaliera e 25mila al Sant’Antonio. Presentato il nuovo reparto OBI per il monitoraggio intensivo e il racconto di Rossano

Galtarossa, testimone dell’importanza della formazione al primo soccorso

25mila pazienti trattati nel corso del 2024: è questo il bilancio delle due unità di Pronto Soccorso del capoluogo euganeo. Lo dice il report annuale che ha presentato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, Giuseppe Dal Ben, insieme ai direttori del Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera e del Sant’Antonio, Vito Cianci e Alessandra Pizziol. È stata l’occasione anche per un confronto con i numeri odierni.

L’anno scorso i pazienti trattati in Via Giustiniani hanno sfiorato le 100mila unità, di cui quasi il 60% trattati in codice bianco, mentre al Sant’Antonio, che storicamente gestisce flussi minori, gli utenti sono stati poco più di 25mila. Questo secondo dato però non deve trarre in inganno, infatti un utente su tre del Sant’Antonio è over 75 e rappresenta il 90% dei codici rossi accolti nella struttura. Questa suddivisione permette da sempre agli ospedali euganei di offrire un servizio su misura e di alta qualità.

Durante la presentazione si è anche parlato dell’OBI, il reparto di Osservazione Breve Intensiva introdotto quest’anno, dedicato ai pazienti del Pronto Soccorso che hanno bisogno di monitoraggio urgente. Questo nuovo supporto all’unità di emergenza permette di evitare sia ricoveri che dimissioni inopportuni, grazie ai dieci posti letto con controllo telemetrico completo. Il risultato: cure più efficaci e costi di gestione ridotti. All’incontro era presente anche l’ex campione olimpico di canottaggio Rossano Galtarossa, appena tornato trionfante dal mondiale di Shangai dove ha coordinato la squadra azzurra che ha portato a casa un prestigioso oro. Ma perché coinvolgere uno sportivo? Perché Galtarossa è l’esempio vivente di come la formazione di primo soccorso sia fondamentale anche al di fuori del mondo medico.

Lo sportivo ha raccontato infatti di aver partecipato a ben due interventi di salvataggio. Il primo, senza alcuna preparazione, quando nel 2014 salvò un bagnante col-

lassato nel lago di Varese. Dopo aver chiamato il 118, operò delle compressioni toraciche sulla vittima fino all’arrivo dei sanitari, ricevendo il plauso degli operatori d’emergenza. Dopo quell’esperienza, decise di fare un corso di formazione specifica con l’ospedale di Padova, che gli tornò utile tre anni fa quando, con l’aiuto di un bagnino, salvò la vita a una donna collassata a bordo strada. “Spesso la gente ha paura di intervenire, temendo di fare la cosa sbagliata, ma è sempre meglio una costola rotta che un arresto cardiaco” spiega. Anche la dottoressa Pizziol ha ribadito il concetto, ri-

cordando le “tre C” della rianimazione polmonare: “Check”, ovvero controllare che non ci sia respiro o battito cardiaco, “Call”, cioè chiamare subito i soccorsi, e infine “Compress”, iniziare le compressioni toraciche. Questo terzo punto è fondamentale, infatti il direttore Dal Ben ha spiegato che a Padova un’ambulanza impiega mediamente 7 minuti a intervenire, che sono inferiori alla media nazionale, ma se nessuno presta il primo soccorso, possono spesso costare la vita alla vittima.

Albignasego investe nella sanità territoriale: medicina di gruppo più accessibile e un progetto per il futuro

Un sistema sanitario territoriale più vicino ai cittadini e al passo con l’innovazione. È questa la direzione intrapresa dalla medicina di gruppo di Albignasego, che oggi conta otto medici operativi nella sede di via Marco da Cless, grazie a una serie di miglioramenti strutturali e organizzativi messi in atto con il sostegno dell’amministrazione comunale. Nei mesi scorsi è stato completato l’ampliamento del centralino telefonico, risolvendo una delle criticità più segnalate dagli utenti: la difficoltà di contattare la segreteria. Pur rimanendo alta la pressione in alcuni periodi dell’anno, come la stagione influenzale, il sistema è ora più efficiente e stabile.

Un altro passo importante è stata l’introduzione dell’app Doctolib, che ha permesso di alleggerire notevolmente il carico delle telefonate. Nel primo anno di utilizzo, il 41% degli appuntamenti è stato prenotato digitalmente. Un risultato significativo, raggiunto anche grazie all’iniziativa del Comune, che ha messo a disposizione dei cittadini uno sportello per

fornire assistenza all’installazione e all’utilizzo dell’app.

Ma lo sguardo è già rivolto al futuro. Dopo la stabilizzazione dell’organico medico con l’ingresso del dottor Jules Arnaud, il gruppo punta a una trasformazione più ampia: la creazione di una Casa di Comunità Spoke, una struttura sanitaria intermedia, prevista dalla programmazione regionale, in grado di offrire servizi più estesi e orari ampliati.

Il progetto, già sottoposto alla Regione Veneto, prevede ambulatori aperti sei giorni su sette dalle 8 alle 20, la presenza di un ambulatorio infermieristico, un punto prelievi e l’ampliamento degli screening rapidi attualmente disponibili.

Un’iniziativa che, secondo il sindaco, conferma l’impegno dell’amministrazione nel rafforzare la sanità di prossimità, migliorando l’accesso alle cure e portando servizi concreti e qualificati nel territorio. Ora si attende che, una volta concluse le attivazioni delle Case di Comunità Hub, la Regione possa dare il via libera anche alle Spoke, tra cui quella proposta per Albignasego.

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Riconoscimento europeo. Neurologi, radiologi e personale d’emergenza uniti per salvare tempo e cervello

Padova Sud premiata dall’ESO: eccellenza nella cura dell’ictus

Un importante riconoscimento internazionale premia la qualità dell’assistenza sanitaria nel territorio padovano. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud hanno infatti ottenuto l’“ESO Angels Platinum Awards for Excellence in Stroke Patients Care”, conferito dall’European Stroke Organization (ESO) alle strutture che si distinguono per l’eccellenza nella gestione dell’ictus ischemico acuto.

Il premio attesta l’efficacia del Percorso Ictus, un modello organizzativo multidisciplinare e tempo-dipendente che permette un intervento rapido e coordinato sul paziente colpito da patologie cerebrovascolari.

«Il percorso inizia già sul territorio, con la chiamata al 118 e l’identificazione dei segni precoci dell’ictus – spiega la dottoressa Nicoletta Freddi, direttore della UOC di Neurologia –. Da lì il paziente viene preso in carico in Pronto Soccorso da un’équipe integrata composta da personale del PS, della Radiologia e della Neurologia. Ognuno contribuisce con la propria competenza per effettuare una diagnosi precisa e somministrare la terapia nel minor tempo possibile. La rapidità d’intervento può fare la differenza tra la vita e una grave disabilità». Il riconoscimento, sottolinea la dottoressa Freddi, è il risultato di un vero la-

voro di squadra che coinvolge in modo sinergico l’équipe di Neurologia, quella del Pronto Soccorso guidata dalla dottoressa Roberta Volpin e quella della Radiologia diretta dal dottor Giuseppe Mansi Montenegro. Un impegno condiviso che conferma l’alto livello professionale e la qualità dell’organizzazione sanitaria degli Ospedali Riuniti Padova Sud.

Fondamentale resta la sensibilizzazione della popolazione al riconoscimento tempestivo dei sintomi. In questo senso, ricorda la specialista, è utile l’acronimo inglese F.A.S.T.: - Face (viso): asimmetria o caduta di un

lato del volto.

- Arm (arti): debolezza o caduta di un braccio o di una gamba.

- Speech (linguaggio): difficoltà a parlare o confusione.

- Time (tempo): anche solo in presenza di uno di questi sintomi, è essenziale chiamare subito il 118.

“Time is Brain – il tempo è cervello”: ogni minuto può salvare funzioni vitali. Conclude la dottoressa Freddi: «Questo premio ci rende orgogliosi, ma soprattutto ci ricorda quanto sia importante continuare a lavorare insieme per garantire a ogni paziente la miglior cura possibile, nel minor tempo possibile».

Ricerca d’eccellenza: Il Dottor Folini premiato ad Amsterdam per uno studio sulla chirurgia plastica

Un nuovo riconoscimento internazionale porta il nome dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Il dottor Luca Folini, medico in formazione specialistica presso la UOC di Chirurgia Plastica diretta dal professor Franco Bassetto, ha conquistato il primo premio per il miglior lavoro scientifico al corso internazionale “The Future Summit”, tenutosi ad Amsterdam e rivolto a oltre 140 chirurghi provenienti da tutto il mondo. L’evento ha rappresentato un punto d’incontro per professionisti di diverse discipline — dalla chirurgia plastica all’ortopedia, dall’anestesia alla neurochirurgia — per confrontarsi sui temi più avanzati della ricerca clinica e tecnologica. Al centro del summit, infatti, vi erano le ferite difficili, la prevenzione delle infezioni chirurgiche e il ruolo dell’intelligenza artificiale nella definizione di protocolli sempre più personalizzati e precisi. Il lavoro premiato del dottor Folini si è distinto per l’approccio innovativo allo studio dell’utilizzo della terapia a pressione negativa incisionale in ambito linfatico, una tecnica di ultima generazione che sta cambiando le modalità di trattamento delle ferite post-chirurgiche complesse, soprattutto nei pazienti con multiple comorbidità. Questa tecnologia, basata su un controllo intelligente della pressione e del drenaggio, permette di migliorare la guarigione dei tessuti riducendo il rischio di infezioni e complicanze. Un risultato che conferma il valore della scuola padovana di chirurgia plastica, da anni impegnata nella ricerca applicata e nella formazione di giovani medici di alto profilo. «È un riconoscimento che premia non solo l’impegno personale del dottor Folini – commenta il professor Franco Bassetto – ma anche il lavoro costante di tutta l’équipe, orientata a integrare innovazione, sperimentazione clinica e attenzione al paziente».

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Sanità. Inaugurata la struttura moderna con 155 posti letto e 26 reparti

Nasce il nuovo ospedale pediatrico “Salus Pueri”, eccellenza per i bambini

Taglio del nastro per il nuovo ospedale pediatrico “Salus Pueri” di Padova. La struttura, nata da un’idea del professor Franco Zacchello, riunisce in un unico polo tutte le attività mediche e chirurgiche pediatriche. Otto piani, sei sale operatorie e spazi per le famiglie: un investimento da 107 milioni di euro per il futuro dei bambini

Taglio del nastro per il nuovo ospedale pediatrico “Salus Pueri”, una struttura moderna pensata per migliorare la cura dei bambini e riunire in un unico polo tutte le attività mediche e chirurgiche pediatriche. Il primo reparto ad aprire sarà la Radiologia mentre gli altri reparti entreranno in funzione gradualmente. L’idea del nuovo ospedale

nacque dal professor Franco Zacchello, storico direttore della Clinica pediatrica.

I lavori hanno avuto inizio dopo la demolizione del vecchio reparto di Pneumologia, avvenuta tra aprile e novembre 2019. Il cantiere del nuovo ospedale è stato aperto il 17 marzo 2022 e si è concluso nel settembre 2025, dopo 3.103 giorni di lavori. L’edificio si trova nell’area est del complesso ospedaliero, su otto piani e con 155 posti letto in 20 mila metri quadrati. Al settimo piano ci sono sei sale operatorie, e ogni stanza ha uno spazio per i familiari dei piccoli pazienti. I lavori, iniziati dopo la demolizione del vecchio reparto di Pneumologia nel 2019, sono durati oltre otto anni e si sono conclusi nel settembre 2025. L’investimento totale è stato di 107 milioni di euro, di cui 15 milioni destinati alle attrezzature mediche. Il progetto ha coinvolto 157 imprese e oltre 1.500 lavoratori. L’ospedale conta 9 ascensori, più di 1.000 porte interne e 2.000 lampade LED.

La Pediatria di Padova si conferma così il più grande istituto del Nord-Est dedicato alla salute dei bambini: ogni anno vengono ricoverati circa 10 mila piccoli pazienti, con 25 mila accessi al pronto soccorso e 320 mila visite am-

bulatoriali. In media, 2.800 bambini nascono ogni anno nella struttura. Il nuovo ospedale ospita 26 unità operative. Un ulteriore intervento, previsto per il 2026, con conclusione prevista per l’autunno dello stesso anno, completerà l’area sud con nuovi ingressi e un portico pedonale alberato. Sara Busato

Inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico di Padovai

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Da poco è stata inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, intitolata alla memoria del Professor Federico Rea, storica figura della chirurgia toracica e dei trapianti, noto per il suo impegno anche nella cura delle neoplasie polmonari. La cerimonia ha avuto un doppio momento simbolico: il taglio del nastro del reparto e la scopertura della targa commemorativa in ricordo del medico, scomparso lo scorso luglio. Presenti all’inaugurazione l’Assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova Giuseppe Dal Ben, e altre autorità, tra cui il Direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione Paolo Navalesi e la Magnifica Rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli. Il nuovo reparto, di oltre 1.000 mq, è dotato di 11 posti letto, con strumentazioni all’avanguardia per la gestione di pazienti con insufficienza respiratoria, cardiorespiratoria, dialisi per insufficienza renale acuta e politraumi. Il progetto, che ha visto un investimento di 4,9 milioni di euro, si inserisce in un piano di potenziamento delle strutture sanitarie venete, mirato a rispondere alle sfide della sanità post-Covid. L’Assessore Lanzarin ha sottolineato come questo investimento non solo rafforzi l’infrastruttura sanitaria della Regione, ma anche come simbolo del continuo impegno verso l’innovazione e la qualità delle cure, specialmente in settori come l’anestesia e la rianimazione, che stanno affrontando difficoltà nella copertura del personale. La speranza è che la nuova struttura contribuisca a colmare questi vuoti, attirando nuovi professionisti e onorando l’eredità del Professor Rea.

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Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine

FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO

Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.

Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe

Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva

PASTA CON CREMA DI BROCCOLI

Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare

TORTA DI MELE E RICOTTA

Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda

Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta

Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.

Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata

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Rubrica a cura di Sara Busato

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