ilVicenza - Ottobre2025

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L’influenza è già tra noi, parte la campagna di vaccinazione in tutta l’Ulss 8 Berica

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Vicenza con il fiato sospeso per rispettare i tempi imposti dal Piano, 63 i progetti da portare a termine per un investimento di 54 milioni, Possamai: “Impegnati a lasciarci alle spalle una fase di immobilismo”

Oltre ventimila visitatori per l’apertura dell’area verde Inizia la fase più delicata legata a viabilità e parcheggi

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Veneto2

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

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S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

Servizi alle pagg. 8 e 9
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VENETO | 23-24 NOVEMBRE 2025

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Il Comune ottiene 400 mila euro per la nuova pista ciclabile

Un nuovo tassello andrà ad arricchire i percorsi ciclopedonali della prima periferia vicentina. Il Comune ha infatti incassato un contributo di poco più di 400 mila euro per la realizzazione di uno stralcio del percorso che collega il centro città all’Oasi degli stagni di Casale, attraverso la direttrice di strada Casale. La ciclabile, per la cui realizzazione il Comune, dal canto suo, ha stanziato quasi 150 mila euro, si snoderà dall’Innovation Hub a via Martiri delle Foibe. L’inizio dei lavori è previsto tra gennaio e febbraio del 2026.

Il progetto complessivo riguarda la realizzazione di un nuovo tratto di ciclabile lungo Strada di Casale, asse storico di collegamento tra la città di Vicenza e il territorio rurale, oggi servito in maniera inadeguata e disomogenea dal punto di vista della mobilità dolce. L’intervento permetterà di mettere in sicurezza pedoni e ciclisti in un’area molto frequentata, non solo dai residenti ma anche da sportivi e famiglie che nel fine settimana scelgono di raggiungere la zona naturalistica per passeggiare o praticare attività all’aperto.

La nuova pista sarà dotata di adeguata illuminazione, segnaletica orizzontale e verticale, parapetti di protezione nei tratti più esposti e aree di sosta con panchine e rastrelliere per le biciclette. L’obiettivo è favorire una mobilità sostenibile e connettere in modo sicuro il centro cittadino con un’area di grande pregio ambientale, valorizzando al contempo l’accesso all’Oasi “Stagni di Casale”, gestita dal WWF, dove si possono osservare numerose specie di uccelli acquatici e dove ogni anno si svolgono iniziative di educazione ambientale.

Parallelo a questo percorso si sviluppa anche la ciclabile “Casarotto” lungo viale della Riviera Berica, in collegamento con Longare, che in prospettiva potrà costituire, insieme al nuovo tratto di Casale, un anello verde per la mobilità dolce a sud della città. Un investimento, dunque, non solo infrastrutturale ma anche ambientale e turistico, che punta a rafforzare il sistema di percorsi ciclabili di Vicenza e a rendere la città sempre più accessibile e vivibile nel segno della sostenibilità.

Un nuovo tratto di pista unirà il centro all’Oasi di Casale

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it<

Finalmente aperto il Parco della Pace

Con oltre 20 mila visitatori e più di cento eventi, l’inaugurazione del Parco della Pace è stata un grande successo. Ora per il Comune inizia la fase più delicata: la gestione dei 630 mila metri quadrati e la risoluzione dei problemi legati a parcheggi e viabilità

Archiviata con grande successo e con la partecipazione di oltre 20 mila persone la tanto attesa inaugurazione del Parco della Pace, avvenuta nell’ultimo fine settimana di settembre, l’amministrazione comunale ora ha di fronte a sé la parte più difficile, che è quella della gestione della grande area verde di 630 mila metri quadrati di superficie.

Le giornate d’inaugurazione del Parco hanno già mostrato uno dei punti deboli, ben noto al Comune, che è quello dei parcheggi. Non a caso nelle tre giornate inaugurali sono state rinforzate le corse degli autobus e previste apposite navette. L’invito di recarsi in bicicletta è stato per lo più ascoltato, ma anche gli attraversamenti pedonali dalla pista ciclabile ai cancelli della grande area hanno mostrato non poche criticità. Lecito, dunque, chiedersi cosa potrebbe succedere nel caso, come ipotizzato, dovessero svolgersi grandi eventi nella zona interna dov’è posizionata la vecchia pista dell’aeroporto vicentino.

Un grande successo, quello delle due giornate inaugurali, dovuto anche ai 100 eventi più o meno grandi: dibattiti, workshop, proposte culturali, naturalistiche, sportive, musicali e artistiche che sono state offerte ai visitatori che si sono succeduti nell’arco delle due giornate e che

hanno coinvolto soprattutto le famiglie.

Molto toccante è stata inoltre la partecipazione del sindaco di Betlemme, Maher Cannavati, a tanti degli eventi e in particolare a “Sindaci per la Pace” di Anci, a cui hanno preso parte 150 primi cittadini in vista della marcia Perugia Assisi. Il sindaco di Betlemme era stato invitato a Vicenza per il rinnovo del Patto di fratellanza tra le due città. «Il taglio del nastro non è stata solo un’inaugurazione – ha commentato il sindaco Giacomo Possamai -, ma il compimento di un percorso iniziato nel 2011, fatto di attese, discussioni, critiche e speranze. Il più grande risultato non è stato quello di aprire i battenti del parco, ma aver portato la città a crederci e a viverlo con gioia ed entusiasmo, senza dimenticarne le origini. Siamo consapevoli che ora arriva la grande sfida della gestione, ma siamo anche certi che da ieri questo luogo è entrato nel cuore dei cittadini e nella storia di questa città». Chiaro il riferimento di Possamai all’origine di questo luogo che è il frutto di una compensazione con lo Stato per la costruzione della Caserma americana Del Din, con cui confina e che si staglia di fronte agli occhi dei visitatori non appena si varcano i cancelli. Molti i movimenti, allora chiamati “No Dal Molin” dal nome dell’aeroporto, che si sono opposti per anni

all’ampliamento della base Usa, con manifestazioni, ricorsi, presidi, incontri e scontri con le forze dell’ordine. Non secondario anche l’accenno alla gestione, i cui costi annuali sono stati sti-

mati sull’ordine dei 600/700 mila euro. A tal fine si sta lavorando alla costituzione di una apposita fondazione. Il Parco, in conclusione, potrà essere giudicato con uno sguardo volto in lontananza, perché solo nei prossimi anni si potrà dire se questa “eredità” che è passata e passerà di amministrazione in amministrazione, sarà una carta vincente o un peso insostenibile.

Un’oasi verde alle porte cittadine

Il Parco della Pace è un’area verde recintata di 630 mila metri quadrati a nord di Vicenza, pensato per offrire a tutti un luogo di relax, incontro e condivisione. Ideale per passeggiate, attività all’aria aperta e momenti di tranquillità, grazie alla presenza di percorsi e ampie aree verdi. Sono presenti panchine, giochi per bambini, aree picnic e spazi dedicati a eventi culturali e attività sportive. Vi sono due aree dedicate allo sgambettamento dei cani che nel resto del parco devono es-

sere portati al guinzaglio. L’area comprende oltre 8 km di sentieri pedonali, con passerelle, guadi, stradine e percorsi ciclabili in terra battuta. Ci sono collinette, isole, prati alti e fioriti, prati rasati per lo sport, prati umidi, un prato selvaggio, boschi con alberi e arbusti, un sistema di canali lungo oltre 9 km che raccorda laghetti e zone umide. Nel parco si possono osservare numerose specie animali selvatiche, tra cui folaghe, aironi, garzette, cormorani, cavaliere d’Italia,

lepri, caprioli, tartarughe, rane, libellule e pesci.

I 5 ingressi del parco, accessibile anche alle biciclette, sono facilmente raggiungibili attraverso la rete delle piste ciclabili cittadine. Lungo strada Sant’Antonino, dove si affacciano 3 ingressi, sono presenti due parcheggi per le automobili e un’area camper.

La fermata dell’autobus della linea 9 del trasporto pubblico SVT si trova proprio davanti all’accesso principale del parco, in strada Sant’Antonino 59.

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Focus PNRR/1. Sono 63 i progetti attuati o in via di ultimazione per un investimento totale di quasi 54 milioni di euro

Vicenza con il fiato sospeso: sprint finale per i cantieri del Pnrr

I l Comune di Vicenza sta partecipando all’attuazione del Pnrr con la realizzazione di 62 progetti e di un progetto finanziato nell’ambito del Piano nazionale complementare (Pnc), per un importo totale di quasi 54 milioni di euro, a cui si aggiungono oltre 3 milioni di cofinanziamento con risorse proprie del Comune. Il 77,5% delle risorse proviene direttamente dal Pnrr europeo (41,7 milioni), a cui si aggiungono 8 milioni da fondi statali e regionali e 3,9 milioni messi a disposizione dal Comune.

Vicenza ad oggi è in linea con gli obiettivi fissati: infatti, secondo i dati forniti dall’amministrazione, con riferimento alla data del 30 giugno scorso, la spesa effettivamente già sostenuta ammonta a 22,5 milioni di euro, pari a quasi il 54% del valore complessivo degli interventi, che sfiora i 54 milioni di euro. L’obiettivo è completare tutti i cantieri nei prossimi otto

mesi, garantendo la completa rendicontazione entro la scadenza di giugno 2026.

Tra gli interventi già portati a termine risultano: la fornitura di 10 autobus elettrici per il trasporto urbano sostenibile (4,5 milioni); il recupero e la valorizzazione dell’area archeologica della Basilica Palladiana; il recupero del Giardino Salvi e della Loggia del Longhena; la rigenerazione di parte del Parco di Campo Marzo, in particolare del Parco dell’Ippodromo e viale Verdi.

Sul fronte dell’istruzione, sono numerosi i cantieri avviati per un totale di oltre 8,1 milioni di euro.

I lavori riguardano i nuovi asili nido di via Turra e di San Lazzaro, la manutenzione straordinaria dell’asilo nido “Piarda”, oltre alla riconversione in mensa degli spazi della scuola primaria “Vittorino da Feltre”.

Nel settore dell’inclusione sociale e dello sport, quasi 4 milioni

di euro sono stati destinati a opere come l’area sportiva del Parco della Pace e il rinnovato campo Perraro. Tra i progetti ancora in fase esecutiva ci sono: il nuovo Centro per l’Impiego (2,3 milioni); l’infrastruttura per l’alimentazione degli autobus elettrici in viale Fusinieri (3 milioni); il progetto di rigenerazione urbana dell’ambito Campo Marzo –viale Roma (2,1 milioni); la manutenzione straordinaria del palazzo del Territorio (quasi 1,5 milioni); l’adeguamento del palazzetto dello sport, con nuovi spogliatoi e sistema antincendio.

Un’ulteriore parte delle risorse è destinata alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e al

sostegno a soggetti fragili e disabili, sempre nel quadro delle missioni previste dal Pnrr.

La pagina dedicata nel sito del Comune

“Il Pnrr cambia la città”, è il titolo dell’argomento speciale che si trova nel sito del Comune, nel quale è possibile approfondire tutti i progetti in corso di attuazio-

Il sindaco Possamai: «Un’opportunità unica per trasformare Vicenza»

«Abbiamo voluto raccogliere la sfida del Pnrr – spiega il sindaco Giacomo Possamai -, come opportunità di trasformazione e sviluppo di una città, che per troppo tempo ha subìto una sorta di immobilismo. I 63 progetti che abbiamo attivato e dei quali abbiamo informato la popolazione con una serie di incontri nelle circoscrizioni, riguardano tutti i settori chiave su cui si fonda la strategia del Pnrr: mobilità sostenibile, inclusione sociale e rigenerazione urbana, asili nido, digitalizzazione e innovazione e, infine, ma non ultimo, lo sport. Questa è un’opportunità unica per trasformare Vicen-

za e renderla più sostenibile, inclusiva e moderna. Il cronoprogramma dei lavori presenta un bilancio positivo: dei 63 interventi programmati, 30 risultano già completati, di cui 24 in fase di rendicontazione, e 33 sono attualmente in corso.

Tuttavia, i cantieri del Pnrr non sono gli unici, perché stiamo lavorando utilizzando anche risorse del bilancio comunale, acquisite attraverso bandi e mutui. Uno degli interventi più significativi che ci aspetterà nei prossimi anni è certamente quello che riguarda la nuova Biblioteca Bertoliana, che sorgerà nell’ex scuola Giuriolo: un

progetto scelto con l’obiettivo di dare una sede all’altezza di una delle biblioteche più antiche d’Italia, costruendo attorno a essa un nuovo polo culturale. Inoltre la città sta vedendo una ripresa anche sul fronte degli investimenti privati: riaperture come il cinema Roma, l’ex tribunale che verrà trasformato in un hotel a 4 stelle, attività nuove nei quartieri come la pasticceria di San Lazzaro al posto di un distributore di benzina dismesso o l’autorimessa che arriverà a San Silvestro, credo siano segnali di fiducia verso un’amministrazione che vuole essere parte attiva nei processi di rigenerazione».

ne a Vicenza e seguire il loro stato di avanzamento (https://www. comune.vicenza.it/Argomenti/ Speciali/IL-PNRR-CAMBIA-LACITTA).

Ad ogni intervento è dedicata una scheda illustrativa, dove sono indicati descrizione e scopo, l’importo finanziato, l’avanzamento del progetto e i contatti.

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Ulss 8 Berica: Case e Ospedali di comunità in dirittura d’arrivo

Grazie al Pnrr, con un finanziamento di 27,5 milioni di euro, oltre a 6 milioni di contributi regionali e da altre fonti, l’Ulss 8 Berica ha costruito e sta costruendo quattro ospedali e nove case di comunità che serviranno a rafforzare l’assistenza territoriale. A rassicurare sulle tempistiche è il direttore generale della Berica, Patrizia Simionato: «Tutti i cantieri stanno procedendo secondo il cronoprogramma e dovremmo riuscire a chiudere in anticipo di tre mesi, quindi entro marzo 2026». La speranza di tutti è che una volta ultimati tutti gli edifici vi sia personale sanitario sufficiente per renderli realmente operativi e al servizio dei cittadini.

Le Case di Comunità Si tratta di strutture che rimangono aperte 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con l’intento di sgravare gli accessi ospedalieri. L’unica “Casa” attualmente operativa è quella di Lonigo, ed è l’esempio di come saranno strutturate le altre otto: servizi di accettazione, Guardia medica, Punti prelievo, ambulatori per le cure primarie, per gli interventi di salute pubblica e per le attività specialistiche, ma anche servizi rivolti all’infanzia, adolescenza e famiglia, oltre a uffici per l’Assistenza domiciliare integrata e il Punto unico di accesso che si occuperà

della presa in carico delle persone con problemi sanitari e sociosanitari complessi. Tra le nuove figure anche l’Infermiere di comunità.

I cantieri

Entro fine anno/gennaio 2026 daranno pronte le “Case” di Noventa Vicentina e Arzignano: la prima all’interno di uno stabile ristrutturato che fa parte del complesso ospedaliero (costo: 3 milioni e 600 mila euro; ad Arzignano nello stabile che già ospita la sede di Distretto, il Punto Prelievi e altri servizi (totale di spesa quasi un milione e 900 mila euro). A Valdagno è in corso la ristrutturazione dell’edificio del vecchio ospedale (oltre 3 milioni e 700 mila euro). A Sandrigo ristrutturazione dell’area di uno stabile di proprietà dell’Azienda,

dove hanno sede i poliambulatori e l’Unità riabilitativa territoriale (Urt) nell’Ipab Suor Diodata Bertolo (oltre 2 milioni e 800 mila euro). A Montecchio Maggiore ristrutturazione di un’area del vecchio ospedale (quasi 1 milione e 200 mila euro). A Camisano è prevista la costruzione di un nuovo fabbricato (quasi 2 milioni e 300 mila euro). A Longare ristrutturazione e riconversione della porzione di un antico edificio (3 milioni e 800 mila euro). Infine, a Vicenza, nella sede in corso San Felice (che ospiterà anche l’Ospedale di Comunità), l’intervento prevede la ristrutturazione completa di alcuni spazi già di proprietà dell’Azienda, per un valore di quasi 2 milioni e 800 mila euro.

Il calendario degli interventi e le prossime tappe

I sette ospedali di comunità (Odc), sono strutture socio-sanitarie destinate alle cure intermedie, non più ospedaliere come quelle riservate ai casi acuti, ma a quei pazienti che dopo le dimissioni hanno la necessità di essere ancora curati e assisiti prima della completa guarigione e del rientro a casa o nelle Rsa.

pletati i lavori di ristrutturazione (24 posti complessivi); a Valdagno all’ospedale San Lorenzo (18 posti) ed infine a Montecchio Maggiore nell’Ipab La Pieve (12 posti).

PNRR e contributi regionali finanziano la Berica per quattro ospedali e nove Case di Comunità, strutture aperte tutto il giorno con servizi sanitari e sociali. I lavori procedono secondo cronoprogramma e si prevede la chiusura dei cantieri entro marzo 2026

L’Usl Berica è già operativa da tempo con cinque strutture situate in diverse località del territorio, che garantiscono 78 posti letto complessivi: a Vicenza nell’Ipab a Monte Crocetta (12 posti letto); a Sandrigo nell’Ipab Suor Diodata Bertolo (12 posti); a Lonigo, che temporaneamente ospita anche l’ospedale di comunità di Noventa Vicentina, in attesa siano com-

Entro gennaio 2026 si concluderanno i lavori per un ulteriore Ospedale di Comunità a Vicenza, in corso San Felice, che prevede ulteriori 24 posti, per un importo complessivo di sei milioni di euro; idem per quello di Noventa Vicentina, che ne prevede altrettanti, per una spesa di quasi tre milioni di euro il cui termine dei lavori è previsto per la fine di marzo del 2026. Gli altri finanziamenti del Pnrr Sempre grazie ai finanziamenti previsti dal Pnrr e dal Fondo Sanitario Regionale (investimento complessivo di oltre 9 milioni di

euro), è stato concluso il percorso di ammodernamento tecnologico con l’installazione di numerose apparecchiature diagnostiche di ultima generazione, destinate agli ospedali dell’Ulss Berica. I cantieri ancora attivi Oltre ai lavori inerenti il Pnrr, l’Ulss 8 ha tutta una serie di altri cantieri attivi: la ristrutturazione e l’ampiamento di reparti e del chiostro al San Bortolo; il parcheggio Sud dov’è posta l’entrata del San Bortolo; la costruzione del San Bortolo 2; la piastra sopraelevata del parcheggio di San Francesco all’interno del San Bortolo; il nuovo ospedale di Montecchio Maggiore, del quale è stato da poco terminato il primo stralcio di lavori. (m.d.v.)

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Comune. Cambio gestione e recupero crediti dopo la rescissione del contratto Gps

C’è un nuovo gestore dei parcheggi comunali a pagamento

S

ta trovando una definitiva soluzione la questione dei parcheggi pubblici cittadini a pagamento, affidata dalla scorsa amministrazione, a seguito di una gara, alla società Gps (Global parking solutions Spa). Dopo la rescissione del contratto da parte del Comune, avvenuta lo scorso agosto, la situazione dei parcheggi cittadini a sbarra è andata progressivamente deteriorandosi anche a causa dell’incuria. Il Comune, nel frattempo, aveva chiesto alla Società arrivata seconda in graduatoria, Municipia Spa (Gruppo Engineering, con sede legale a Trento), se fosse stata interessata a subentrare.

Dopo una lunga serie di incontri tecnici, Municipia si è detta disponibile. «Stiamo lavorando al cambio di gestione – ha dichiarato l’assessore Cristiano Spiller -, verificando con una serie di incontri di approfondimento, in quali termini e con che tempistiche Municipia potrà prendere in mano le redini della questione. Per obbligo di legge chiunque subentri dovrà farlo alle precedenti condizioni contrattuali fissate per i nove anni di concessione». Considerato che con il 1° settembre gli anni di gestione di Gps sono tre, il subentro, dal punto di vista economico, dovrà essere tarato sui sei anni rimanenti.

uffici comunali hanno già avviato le pratiche per cercare di recuperare 1,9 milioni derivanti dalla clausola fideiussoria. Si tratta di una cifra che l’amministrazione non deve incassare da Gps, ma dall’assicurazione; pertanto, il cammino dovrebbe essere meno accidentato rispetto alla vertenza diretta con la società. «Se stimiamo in circa 1,2 milioni la valorizzazione delle infrastrutture installate da Gps, cifra che andrà comunque accertata al momento della riconsegna degli impianti –conclude Spiller -, il credito della società nei nostri confronti si ag-

gira sui 3,8 milioni di euro, per ottenere i quali ci muoveremo con l’avvocatura comunale e con l’attivazione di tutte le procedure a

tutela degli interessi dell’amministrazione, compresa l’eventuale istanza di liquidazione giudiziale della società concessionaria».

Con l’arrivo dell’inverno tornano i blocchi alla circolazione

Dal primo ottobre scorso e fino al 30 aprile del prossimo anno, sono tornate in vigore le disposizioni per le limitazioni della circolazione per i veicoli più inquinanti oltre alle modalità di accensione degli impianti di riscaldamento, che ricalcano sostanzialmente quelle emanate per la scorsa stagione invernale, con alcune novità. Blocco dei veicoli

Nel contempo è proseguita anche la parte legale di questa vicenda: «Il 24 settembre scorsoha comunicato Spiller – di fronte alla Camera di consiglio del Tar del Veneto, Gps ha rinunciato a procedere e quindi ha ritirato la propria richiesta di sospensiva contro i provvedimenti del Comune e quindi anche la rescissione del contratto, il che attesta la legittimità dei passi compiuti dall’amministrazione in questa direzione». Alla luce del ritiro della società dall’istanza cautelare e della conseguente cancellazione della causa, ora il Comune può concentrarsi sulla questione legale e sul recupero del credito legato alle somme che Gps deve ancora pagare a titolo di canone. Si tratta di tranche mai riscosse: al 31 agosto scorso il totale delle rate ammonta a quasi 6,9 milioni di euro più Iva. Nel frattempo, gli

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Il blocco degli euro 5 diesel, come disposto dalla Regione Veneto, avverrà in caso di allerta arancio o rossa e quindi c’è il via libera con il livello verde. Per la prima volta il blocco interessa i veicoli Gpl e Metano, privati e commerciali, con doppia alimentazione diesel o benzina: gli euro 0 e 1 non potranno circolare quando il livello è verde, in aggiunta gli euro 2 con livello arancio e rosso. Le limitazioni si intendono in vigore dalle 8.30 alle 18.30 nei tre livelli, verde, arancio e rosso e saranno sospese dal 15 al 28 dicembre indipendentemente dal livello di inquinamento; la sospensione continuerà dal 28 dicembre al 6 gennaio solo in caso di livello verde o arancione. Vietata la sosta con il motore acceso per tutti i veicoli in particolare nelle zone abitate, in corrispondenza di particolari impianti semaforici e di passaggi a livello.

Negozi

Per quanto riguarda il riscaldamento rinnovato il provvedimento riguardane i negozi, che devono tenere le porte chiuse se il riscaldamento è acceso e se sono privi dei dispositivi a lama d’aria. Domeniche ecologiche

Quanto alle domeniche ecologiche coinvolgeranno ancora una volta in particolare i quartieri e i Consigli di quartiere, la prima si svolgerà consiglio di quartiere 1 il 19 ottobre e poi ogni ultima domenica del mese fino ad aprile, marzo escluso che seguirà la programmazione della StraVicenza.

Sanzioni

Per chi non rispetta le limitazioni alla circolazione è prevista una sanzione amministrativa da 168 euro a 678 euro. In caso di reiterazione della violazione nel biennio, scatta anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da 15 a 30 giorni.

Eccezioni

Consultare l’ordinanza al link https://www.comune.vicenza.it/ Novita/Avvisi/Inquinamentoatmosferico-riscaldamento-liquamiporte-negozi.

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La scelta. La città del Palladio è la prima in Veneto ad aderire alla rete nazionale

Vicenza sceglie di diventare “Città delle donne”

Il consiglio comunale di Vicenza ha approvato l’adesione alla rete nazionale “Le Città delle Donne”, diventando il primo capoluogo veneto a farlo. Il progetto punta a politiche inclusive per le donne, con linee guida su lavoro, salute, educazione, leadership e contrasto alla violenza. Il sindaco Possamai e la capogruppo Grimaldi sottolineano l’importanza di azioni concrete per città più giuste e paritarie

“Vicenza, Città delle donne”. Non è la versione in salsa berica del celebre film di Fellini, ma la proposta di delibera, approvata in consiglio comunale, che fa di Vicenza il primo capoluogo di provincia del Veneto ad aderire ufficialmente alla rete nazionale “Le Città delle Donne”, che mira a creare un sistema nazionale di buone pratiche per promuovere politiche urbane inclusive e azioni positive a favore del genere femminile. «Vogliamo che Vicenza diventi alleata delle donne», ha detto Ida Grimaldi, capogruppo della

Lista Possamai sindaco, nel presentare l’iniziativa a sua firma. Il progetto prevede l’adesione ad un Manifesto con 23 linee guida che riassumono le azioni da intraprendere in diversi ambiti, nell’arco di un triennio, tra i quali: il lavoro, il sociale, la salute e la medicina di genere (attivazione all’interno degli ospedali e delle cliniche di percorsi specifici per la salute delle donne), la leadership femminile, l’educazione al rispetto e il contrasto alla violenza. Vicenza, è stato detto nel corso della presentazione in consiglio comunale, ha tutti i re-

quisiti per entrare a pieno titolo in questo network: «In un tempo in cui la parità di genere è ancora lontana dall’essere realtà – ha sottolineato Grimaldi -, è fondamentale che le istituzioni locali si assumano una responsabilità concreta nel promuovere città più giuste, inclusive e attente ai bisogni delle donne. Molte delle azioni presenti nelle linee guida fanno già parte del nostro Dna

Niente più concorsi di bellezza patrocinati dal Comune

Se il voto in consiglio comunale all’adesione di Vicenza alla rete nazionale “Città delle donne” è stato praticamente unanime, ben altro destino è toccato successivamente ad un ordine del giorno della consigliera di maggioranza Benedetta Ghiotto con il quale s’invitava il Comune a non patrocinare più concorsi di bellezza e più in generale eventi che mercifichino l’immagine femminile. L’approvazione da parte della maggioranza ha scatenato non poche polemiche, rimbalzate anche a livello nazionale. I primi a criticare questa decisione i componenti di Fratelli d’Italia con il presidente cittadino Alessandro Benigno: «Siamo all’ennesima dimostrazione di ipocrisia e di politicamente corretto che non serve ai vicentini: la bel-

lezza non è una colpa da espiare, e non lo è nemmeno per una donna che decide liberamente di partecipare a un concorso o di valorizzare la propria avvenenza come una qualità al pari delle altre. Quand’è che smetteremo di demonizzare la bellezza femminile? Non se ne può più di provvedimenti intrisi di retorica neofemminista sessantottina, che nulla hanno a che vedere con le necessità concrete dei vicentini. Da destra abbiamo sempre sostenuto la meritocrazia, non il sesso o gli orientamenti come criterio». A dar man forte a Benigno anche l’europarlamentare Elena Donazzan che ha definito “triste” il provvedimento, sottolineando l’ipocrisia della sinistra, che da una parte demonizza i concorsi di bellezza e dall’altra patrocina

amministrativo grazie all’assessorato per le pari opportunità, alla commissione e alla consulta per le politiche di genere alla quale appartengono oltre 50 realtà territoriali, (che come ha detto l’assessore Isabella Sala, ha già avviato il percorso “Verso un piano della città per la parità e l’equilibrio di genere”, Ndr), così come anche l’introduzione di criteri premiali per le aziende

manifestazioni in cui, a suo parere, il corpo femminile viene “usato”. Da parte sua la proponente dell’ordine del giorno approvato dalla maggioranza ha ribadito alle critiche precisando che “non si vieta niente“, ma ci si limita a “orientare l’azione pubblica in coerenza con principi di uguaglianza e rispetto”. A respingere quelli che sono stati definiti “attacchi di Fratelli d’Italia”, anche Francesca Carli, segretaria Azione città di Vicenza: «Le istituzioni – ha detto -hanno il dovere di non prestare il proprio patrocinio a messaggi che possono rafforzare modelli discriminatori. La vera libertà non è lasciare che siano gli stereotipi a dettare legge, ma costruire una società che valorizzi ogni talento, ogni scelta, ogni persona».(m.d.v.)

certificate per la parità di genere nelle gare d’appalto». «L’iniziativa – ha chiosato il sindaco Giacomo Possamai – affronta temi che hanno a che fare con il ruolo delle donne nell’amministrazione pubblica e nella nostra società, sui quali vogliamo porre una forte attenzione, non solo sul piano istituzionale ma con azioni concrete».

Mauro Della Valle

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Università. Oltre tremila studenti, su un totale di cinquemila, e un organico di 75 docenti

La scommessa vinta dell’università a Vicenza

L ’importante compleanno è stato festeggiato al Teatro Comunale di Vicenza dove si sono ritrovati studenti, ex alunni, accademici e rappresentanti di istituzioni e imprese. “Noi ingegneri

tra studenti, ex studenti e mondo del lavoro. Oltre 3.000 studenti e un organico di 75 docenti: sono questi i numeri del corso di laurea in Ingegneria gestionale dell’Università degli studi di Padova

quasi 2.000 che frequentano le altre facoltà che oggi costituiscono il Polo universitario: i due corsi di laurea triennale e i tre corsi di laurea magistrale in economia (di cui uno interamente in lingua inglese)

gestionali! 35 anni fa un’idea, oggi un’identità, il domani da scrivere” è stato il titolo dell’evento nel corso del quale non si è voluto lasciare troppo spazio ai ricordi, quanto invece all’identità e al futuro. È stato lanciato il “Chapter alumni”, volto a rafforzare i legami

che 35 anni fa, nel 1990 ha trovato casa a Vicenza. Si tratta di tre corsi di laurea triennale, quattro di magistrale (anche o esclusivamente in lingua inglese) e due corsi di dottorato che coinvolgono complessivamente quasi 3.000 studenti. Che vanno sommati ai

dell’Università di Verona e i più recenti corsi di laurea triennale e di perfezionamento in Design dell’Università Iuav di Venezia, oltre al corso di laurea triennale in Sicurezza alimentare dell’Università di Padova.

Mauro Della Valle

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“Il talento porta lontano”

“Il talento porta lontano”, è il titolo dell’iniziativa dedicata all’orientamento scolastico-professionale, realizzata da Confartigianato e Confindustria con il contributo della Camera di Commercio, che per l’ottavo anno consecutivo, Confartigianato e Confindustria cercheranno di

dare una risposta concreta ad alunni, studenti e genitori spesso in difficoltà quando arriva il momento di decidere quale direzione prendere nel loro corso di studi. Nello scorso anno scolastico l’iniziativa ha visto la partecipazione di 64 istituti comprensivi, 7.500 studenti della terza media, 3.100 alunni della seconda media, 1.200 studenti delle superiori, 76 docenti, e quasi 400 genitori. Il progetto assume sempre più importanza alla luce delle mutate esigenze dei ragazzi, ma anche delle imprese, che di anno in anno faticano sempre più a trovare le competenze di cui hanno necessità. «Vogliamo aiutare ragazze e ragazzi, ma anche docenti e genitori – hanno detto Riccardo Barbato di Confartigianato e Ivan Tomasi di Confindustria -, a orientarsi senza stereotipi, partendo da attitudini, interessi reali e da un contatto diretto con un sistema imprenditoriale innovativo che ha bisogno di competenze. Il messaggio è semplice: informarsi, sperimentare, scegliere con consapevolezza. Il territorio c’è, le imprese ci sono: ora tocca a noi accompagnare i giovani a cogliere queste opportunità».

Arte. Un’intera

settimana di incontri, performance e dialoghi con grandi artisti e studiosi

Un nuovo festival in città: ARTis

Dal 10 al 16 novembre Vicenza diventerà, attraverso i suoi luoghi più prestigiosi e significativi, il palcoscenico di eventi performativi, workshop e incontri

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i svolgerà dal 10 al 16 novembre a Vicenza la prima edizione di ARTis – Festival dell’Arte. Al centro del Festival, l’incontro tra il pubblico e i grandi artisti italiani e internazionali. Il festival –hanno spiegato gli organizzatori -, «Vuole essere una grande festa dell’arte, una “piazza” aperta a tutti, che mette al centro l’artista, restituendo al pubblico la possibilità di comprendere l’arte contemporanea attraverso chi la rende viva, allo stesso tempo fruendo della città e del suo patrimonio in modo nuovo. La città di Vicenza diventerà, attraverso i suoi luoghi più prestigiosi e significativi, il palcoscenico di eventi performativi, workshop e incontri».

Numerosi e di elevato profilo gli ospiti: da Shirin Neshat (in video collegamento), regista, fotografa e artista iraniana tra le voci più influenti dell’arte contemporanea, a Ackroyd & Harvey, artisti visivi

britannici pionieri dell’arte ambientale, fino a Katharine Dowson in dialogo con Semir Zeki, neurobiologo di fama mondiale presso l’University College di Londra. Insieme ad Arcangelo Sassolino, Ugo Nespolo, Renata Boero, Marzia Migliora, Sabrina Mezzaqui, Nicola Samorì, Gian Maria Tosatti, Emilio Isgrò, Elena Ketra, Lucia Veronesi, Dunhill and O’Brien. Accanto a loro, voci autorevoli della critica e della storia dell’arte, tra cui Martin Kemp, Emerito Professore dell’Università di Oxford e massima autorità su Leonardo da Vinci, Bill Sherman, Direttore del Warburg Institute di Londra, Martin Gayford, tra i più noti narratori d’arte contemporanei, Demetrio Paparoni, Bartolomeo Pietromarchi, Flavio Caroli, Cristiana Collu, Chiara Bertola, Jacopo Veneziani, Vincenzo Trione, Vittorio Urbani e Laura Pugno. Tutti gli incontri sono a ingres-

so a libero. Le prenotazioni per le scuole sono attive tramite Scatolacultura: e-mail didattica.museivicenza@scatolacultura.it; telefono 320 4566228. Le prenotazioni per gli eventi saranno attive dal 24 ottobre sul sito https://artisfestival.it/ Pagine Social e sito ufficiali di ARTis: Sito: https://artisfestival.it/ FB: https://www.facebook.com/ artisfestivalofficial IG: https://www.instagram. com/artis_festival/

I progetti del Premio internazionale Dedalo Minosse in Basilica Palladiana

La relazione tra committenza e architetto è al centro del Premio internazionale alla committenza di architettura Dedalo Minosse, organizzato da Ala Assoarchitetti & Ingegneri, giunto alla sua XIII edizione che è in corso di svolgimento fino al 2 novembre in Basilica Palladiana. Si tratta dell’unico evento a livello internazionale che premia la committenza, sia pubblica sia privata e l’architetto o l’ingegnere libero professionista. L’esposizione presenterà i 70 progetti selezionati dalla Giuria, dei quali 25 premiati e gli altri inseriti in catalogo, provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo, che raccontano storie e percorsi che negli ultimi cinque anni hanno dato vita a realizzazioni di succes-

didature, di cui una ventina firmate da under 40. Dal 12 ottobre al 2 novembre, la Basilica Palladiana ospiterà anche due ulteriori percorsi espositivi, offrendo nuove prospettive sull’architettura contemporanea. Durante tutto il periodo della Mostra, sempre in Basilica Palladiana, la XIII edizione sarà animata dal Forum della Committenza: una ricca scaletta

Al via la 49esima Stagione

musicale

di appuntamenti tra seminari, sciplinari, aperti a professionisti e appassionati. Per la prima volta, il Premio Dedalo Minosse propone eventi ‘Fuori Forum’ in sedi decentrate, confermando la sua vocazione naturale a essere luogo d’incontro di persone e idee. Dopo il 2 novembre, la Mostra proseguirà in forma itinerante in vari luoghi in Italia e nel resto del mondo. (m.d.v.)

di “Incontri sulla tastiera”

Ha preso il via la 49^ Stagione musicale di Incontro sulla Tastiera, una delle rassegne culturali più longeve e prestigiose della città. Sono otto gli appuntamenti in programma il primo dei quali si è svolto il 14 ottobre scorso, mentre l’ultimo è programmato il 26 maggio 2026. Confermati gli ingredienti che ne hanno decretato il successo: attenzione ai giovani talenti, valorizzazione delle realtà musicali del territorio, originalità dei programmi e aperture a contaminazioni con altre arti come pittura, canto, jazz e musica corale. La rassegna si fregia della collaborazione della Fondazione Keyboard Trust di Londra. Info: Pantarhei 0444324442, biglietteria@tcvi.itwww.incontrosullatastiera.it

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La scommessa vinta di Luciano Padovani “Avviciniamo un pubblico più eterogeneo”

S

i è svolta a fine Settembre a Vicenza Danza D’Autunno, una nuova rassegna i deata a Luciano Padovani, direttore artistico della Compagnia Naturalis Labor in collaborazione con il Comune di Vicenza. Cinque giorni fitti di appuntamenti con la danza nazionale. Ne abbiamo approfittato per tracciarne il profilo. Muove i primi passi nel mondo della danza per caso, intorno ai vent’anni, l’età in cui i grandi danzatori contemporanei sono soliti approfondire la propria visione stilistica. La strada che imbocca Luciano Padovani è quella di fondare, nel 1988, insieme alla collega Francesca Mosele, una vera e propria “casa della danza”. Lo fa in occasione della partecipazione (e successiva vittoria) al “Concorso Internazionale di Coreografia Città di Cagliari”. Nasce così “Naturalis Labor”; una compagnia di danza contemporanea con l’obiettivo, come precisa lui stesso, di portare in scena un variegato repertorio tematico in Veneto.

Qual è stato il momento in cui ha capito che questa sarebbe stata la sua professione?

Sin dagli inizi mi dissero che ero molto portato, anche se non riconoscevo le doti che mi venivano attribuite. Fu però grazie a un’audizione per “La Fenice” di Venezia nei primi anni Ottanta, quando venni notato dall’allora presidente Carolyn Carson. Raggiunsi la fase finale della selezione e non fui scelto, ma Carolyn mi suggerì di andare a studiare a Parigi e New York. A Parigi, a partire dal 1983, ebbi l’opportunità di frequentare lezioni insieme agli attuali coreografi di punta che dominano il panorama francese. Fui estremamente influenzato dall’ambiente della “Nouvelle Vague” nella danza contemporanea che ebbe il suo momento di maggiore splendore proprio nel pieno degli anni Ottanta. Mi ritengo molto fortunato ad aver vissuto questo periodo storico. Parigi è stata la mia dimora come studente, ma sono cresciuto anche come coreografo.

Quale fu il momento cruciale per la Compagnia Naturali labor?

Pochi anni dopo la fondazione, quando nel 1991 avvenne il nostro debutto al Teatro Olimpico di Vicen-

za; lo spettacolo intitolato Ciel de Fer prevedeva sei danzatori e un coro dal vivo. Fu un episodio che segnò l’inizio di una nuova avventura artistica. Dobbiamo ringraziare il Comune di Vicenza che ha sempre creduto nel nostro potenziale.

Chi altro ha creduto nella sua visione?

“Arteven”, grazie al suo circuito regionale mirato e a scelte improntate allo sviluppo e alla creazione di nuovi centri per la danza ha reso il Veneto “un’isola felice”. Non posso non citare Francesca Lazzari, ex assessora alla cultura di Vicenza verso la fine degli anni Novanta e Rosa Scapin una figura centrale nella diffusione dei valori promossi da “Naturalis Labor”.

L’introduzione del tango nel 2006 è risultata una carta vincente per la compagnia

Si, questo stile così popolare e amato è ciò che ci ha permesso di raggiungere un’ampia fetta di pubblico e ottenere grande consenso tra gli amanti delle nostre coreografie.

Un momento importante è stata la nascita del festival “Visioni di

Nel 2018, in occasione del trentennale della compagnia, abbiamo deciso di iniziare un’opera di divulgazione della danza tramite questo festival annuale. Lo scopo era ed è quello di portare i valori di quest’arte in piazza, nelle strade e avvicinare un pubblico più eterogeneo, non più elitario come un tempo. Il festival si svolge nel territorio vicentino nel periodo estivo.

Qual è oggi il rapporto tra organizzatori di eventi e artisti?

È un confronto di orientamento a tratti difficoltoso ma indispensabile per soddisfare le esigenze di entrambi, spesso vincolate a fattori esterni sui quali i danzatori non possono esercitare alcun tipo di controllo. Ma

l’obiettivo rimane la divulgazione della cultura legata alla danza, dove la vera arte resiste alle mode del tempo, misurando la tradizione, ma non a discapito dell’innovazione. Quest’anno a “Visioni di Danza” lei ha debuttato come coreografo con una prima nazionale eseguita dalla sua compagnia

È un progetto a cui tengo molto On the Mountain: è un tributo alla disciplina alpinistica degli anni Cinquanta. La storia parla di cinque alpinisti che devono conquistare la vetta di una montagna ma sono bloccati dal freddo e dimostra come uniti, si possano affrontare le difficoltà della scalata, evidente metafora della vita: la cima è là che aspetta.

Marina Puviani

Danza”

Università.

Università. Studenti americani in arrivo per studiare

architettura nella città di Palladio

Vicenza

città universitaria: arriva

la Facoltà di Architettura della Virginia

Vicenza la

Nel Vescovado di Piazza Duomo trova casa la sede italiana dell’Università della Virginia. Intitolata a Mario di Valmarana, celebra mezzo secolo di collaborazione culturale tra Vicenza e il prestigioso ateneo statunitense

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L a Diocesi di Vicenza ospiterà la sede italiana della Facoltà di Architettura dell’Università della Virginia intitolata a Mario di Valmarana, che ha trovato posto nella centralissima Piazza Duomo, in Vescovado, in una parte del palazzo che fino a poco tempo fa ha ospitato i vescovi vicentini, rimasto vuoto dopo che il vescovo Giuliano Brugnotto ha deciso di trasferirsi al Centro “Onisto” nei pressi dell’ospedale di Vicenza.

L’occasione è particolarmente significativa perché coincide anche con i 50 anni da quando il vicentino prof. Mario Di Valmarana, docente in questa prestigiosa università, iniziò il programma di viaggi di studio per gli studenti americani a Vicenza. I corsi, che vedranno l’alternarsi di gruppi di 25 studenti dell’università della Virginia, saranno coordinati dal Centro studi Mario di Valmarana, diretto dal prof. Sherman. «Venezia e Vicenza, con la loro identità unica di crocevia globale – ha detto

Sherman -, offrono un laboratorio vitale per lo studio della vita e della cultura urbana». «Il Professor Mario Valmarana ha concepito questi programmi come un’estensione dell’Università - ha sottolineato invece il preside della Facoltà di Architettura, Malo A. Hutson -, affinché gli studenti potessero immergersi in un apprendimento esperienziale, impregnando di cultura la conoscenza: questo Centro porta avanti questi valori».

«Con l’apertura di questo campus – ha commentato il sinda-

“Il talento porta lontano”

“Il talento porta lontano”, è il titolo dell’iniziativa dedicata all’orientamento scolastico-professionale, realizzata da Confartigianato e Confindustria con il contributo della Camera di Commercio, che per l’ottavo anno consecutivo, Confartigianato e Confindustria cercheranno di dare una risposta concreta ad alunni, studenti e genitori spesso in difficoltà quando arriva il momento di decidere quale direzione prendere nel loro corso di studi. Nello scorso anno

scolastico l’iniziativa ha visto la partecipazione di 64 istituti comprensivi, 7.500 studenti della terza media, 3.100 alunni della seconda media, 1.200 studenti delle superiori, 76 docenti, e quasi 400 genitori. Il progetto assume sempre più importanza alla luce delle mutate esigenze dei ragazzi, ma anche delle imprese, che di anno in anno faticano sempre più a trovare le competenze di cui hanno necessità. «Vogliamo aiutare ragazze e ragazzi, ma anche docenti e genitori

co Giacomo Possamai - Vicenza scrive un nuovo capitolo della sua storia culturale e accademica. Gli studenti dell’Università della Virginia troveranno qui una sede stabile dove studiare architettura, nella città plasmata da Andrea Palladio, che il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto come “padre dell’architettura americana. Un tassello importante nel rafforzamento della vocazione universitaria di Vicenza».

Mauro Della Valle

– hanno detto Riccardo Barbato di Confartigianato e Ivan Tomasi di Confindustria -, a orientarsi senza stereotipi, partendo da attitudini, interessi reali e da un contatto diretto con un sistema imprenditoriale innovativo che ha bisogno di competenze. Il messaggio è semplice: informarsi, sperimentare, scegliere con consapevolezza. Il territorio c’è, le imprese ci sono: ora tocca a noi accompagnare i giovani a cogliere queste opportunità».

La scommessa vinta dell’università a Vicenza

L’importante compleanno è stato festeggiato al Teatro Comunale di Vicenza dove si sono ritrovati studenti, ex alunni, accademici e rappresentanti di istituzioni e imprese. “Noi ingegneri gestionali! 35 anni fa un’idea, oggi un’identità, il domani da scrivere” è stato il titolo dell’evento nel corso del quale non si è voluto lasciare troppo spazio ai ricordi, quanto invece all’identità e al futuro. È stato lanciato il “Chapter alumni”, volto a rafforzare i legami

tra studenti, ex studenti e mondo del lavoro. Oltre 3.000 studenti e un organico di 75 docenti: sono questi i numeri del corso di laurea in Ingegneria gestionale dell’Università degli studi di Padova che 35 anni fa, nel 1990 ha trovato casa a Vicenza. Si tratta di tre corsi di laurea triennale, quattro di magistrale (anche o esclusivamente in lingua inglese) e due corsi di dottorato che coinvolgono complessivamente quasi 3.000 studenti. Che vanno sommati

ai quasi 2.000 che frequentano le altre facoltà che oggi costituiscono il Polo universitario: i due corsi di laurea triennale e i tre corsi di laurea magistrale in economia (di cui uno interamente in lingua inglese) dell’Università di Verona e i più recenti corsi di laurea triennale e di perfezionamento in Design dell’Università Iuav di Venezia, oltre al corso di laurea triennale in Sicurezza alimentare dell’Università di Padova. (m.d.v.)

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Serie C. Il Lane è stabile al comando della classifica

Vicenza: storia di un avvio da grande squadra

S pietato, solido, e soprattutto vincente: sono queste le caratteristiche del primo Vicenza di mister Fabio Gallo. I biancorossi hanno già lanciato un messaggio forte e chiaro al Girone A di Serie C. In otto giornate sono arrivate sette vittorie e un pareggio, ritmo da schiacciasassi con la prima vera mini fuga della stagione. Lasciate indietro le lombarde Lecco (-4) e, soprattutto, Union Brescia (-7), la principale avversaria del Lane. Il Cittadella, indicato ai nastri di partenza come una delle possibili concorrenti, è invischiato in piena zona play-out dopo un avvio da horror. Tutto, dunque, sembra apparecchiato per la corsa biancorossa verso la Serie C. Il vero avversario del Vicenza è il Vicenza stesso, questa è la netta sensazione dopo quello che ha raccontato il campo in questo primo scorcio di calcio giocato. Una media di due reti a partita e una difesa monstre con soli due gol concessi. Sembra

tutto perfetto.

Gli avanti di mister Gallo stanno rispondendo presenti: Nicola Rauti sta vestendo i panni del protagonista. Al classe 2000 cambia poco giocare da subentrante o da titolare, il risultato è sempre lo stesso, quello del gol(6). Quello più importante è stato il lampo che nel finale ha deciso la gara del derby con il Cittadella. In quel momento è cambiato l’universo mentale vicentino. Sfatato il tabù trasferta dopo lo scialbo 0-0 di Ospitaletto, sconfitta una rivale in una partita gestita con la mentalità da grande squadra. Così l’armata del Lane si è stappata a livello di testa e l’unico vocabolo conosciuto è stato quello della vittoria. C’è un dato che fa riflettere: 11 delle 16 reti realizzate sono arrivate nella ripresa. Segno di una panchina importantissima: Gallo, infatti, ha il privilegio di poter governare un reparto avanzato fuori categoria. Oltre al già citato Rauti, Capello, Morra, Stuckler e il

giovane Alessio rappresentano risorse di assoluto spessore. Un altro fattore da considerare è quello dello Stadio Romeo Menti: il Lane non perde tra le mura amiche dal lontano dicembre 2023. Un numero che fa rumore. Il pubblico vicentino è un ulteriore punto di forza per la squadra. Sul terreno casalingo si crea un’atmosfera difficilmente

Al via la 25esima edizione del torneo internazionale di scacchi

Torna a Vicenza il grande appuntamento con il torneo internazionale di scacchi “Città di Vicenza”, che nel 2025 festeggerà la sua 25esima edizione. Dopo il successo con il tutto esaurito dello scorso anno, la manifestazione internazionale si svolgerà da venerdì 24 a domenica 26 ottobre 2025. Oltre al torneo, che vedrà la partecipazione di giocatori e giocatrici da tutta Italia e da altre nazionalità, il programma prevede anche una simultanea aperta a tutte e tutti in programma sabato 25 ottobre alle ore 21.00 in Piazza delle Erbe, con il Maestro Jacopo Gennari. Gennari, che non ha mancato di ringraziare il consigliere comunale

Stefano Dal Pra Caputo per l’organizzazione dell’evento, sfiderà 15 giocatori in contemporanea.

“Dopo aver vinto la scommessa del ritorno nel 2024 – spiega Stefano Dal Pra Caputo, consigliere comunale e tra gli organizzatori del torneo – con una 24esima edizione che ha registrato il tutto pieno, la 25esima edizione nasce ancora una volta da un grande lavoro di squadra tra Circolo Scacchistico Vicentino Palladio, Biblioteca Bertoliana e Comune. Puntiamo a far crescere ulteriormente questo evento, che non solo promuove il gioco degli scacchi, ma porta anche un indotto positivo alla

spiegabile a chi non l’ha vissuta: il risultato, nella maggior parte dei casi, è quello della vittoria. “Non si usano i cellulari in spogliatoio, dobbiamo conoscerci e parlare tra di noi”. Si era presentato così Fabio Gallo in estate ai piedi del Monte Berico: una persona intelligente ed empatica con i suoi giocatori, prima di essere un otti-

mo allenatore. Reduce dall’esperienza vittoriosa con la Virtus Entella nella scorsa Serie C, il tecnico era stato chiamato a ricompattare un ambiente profondamente scosso dopo il duello perso contro i rivali storici del Padova. Per ora la missione è superata a pieni voti.

città”.

“Siamo felici che il torneo di scacchi torni in città dopo il successo della scorsa edizione – sottolinea l’assessore allo sport Leone Zilio –. Sarà ancora una volta un’occasione importante per far conoscere Vicenza ai tanti appassionati di questo sport, che richiede intelligenza, pazienza e capacità di visione”. Il torneo internazionale “Città di Vicenza”, organizzato dal Circolo Scacchistico Vicentino Palladio con il patrocinio del Comune di Vicenza e la collaborazione della Biblioteca Bertoliana, prevede tre giorni di sfide, momenti di divulgazione e attività per il pubblico. (r.v.)

Stefano Parpajola

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento. L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Alberto Stefani

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”.

Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è

Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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le interviste ai sindaci del Veneto

PRIMI CITTADINI

A cura di Vincenzo Gottardo

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

Ascoltaci in tutto il Veneto in

Infine,
Francesco Vidotto
Matteo Strukul
Alessia Gazzola

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DUn ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

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motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre

Con l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acqui- in Austria, casa madre di Despar

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a febbraio 2026 infatti prenderà il via la nuova edizione del percorso formativo e che includerà una decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita dell’imprenditore offrendogli competenze, visione d’insieme e capacità di adattamento in uno scenario in continua evoluzione.

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1 prenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

dita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno. Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

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Al via la campagna di vaccinazione antinfluenzale

Èpartita ufficialmente il primo ottobre la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2025/2026 dell’ULSS 8 Berica, che ha già ricevuto dalla Regione Veneto quasi 84.000 dosi, di cui oltre 80.000 già acquistate e in consegna a medici, pediatri e farmacie del territorio. Le prime somministrazioni sono già in corso, con un avvio anticipato di una settimana rispetto allo scorso anno.

«Vaccinarsi contro l’influenza è un gesto semplice ma fondamentale – sottolinea il Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica, Patrizia Simionato –. Ogni anno il virus influenzale causa migliaia di contagi, che nelle persone fragili spesso comportano l’ospedalizzazione e talvolta conseguenze più gravi. Il vaccino protegge noi stessi e chi ci sta intorno, riduce la diffusione del virus e alleggerisce il carico sugli ospedali. È sicuro, efficace e aggiornato ogni anno».

I dati diffusi dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) confermano l’urgenza della prevenzione: ogni anno nell’Unione Europea si registrano circa 40.000 decessi prematuri legati all’influenza, di cui 8.000 solo in Italia. Il 90% riguarda persone con più di 65 anni, in particolare affette da patologie croniche.

Anche il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Maria Teresa Padovan, evidenzia l’impegno organizzativo: «Abbiamo iniziato la distribuzione dei vaccini già la scorsa settimana, così da garantire un’ampia finestra temporale per l’adesione alla campagna». Come ogni anno, il vaccino è gratuito per le categorie più a rischio: over 60, bambini tra 6 mesi e 6 anni, donne

in gravidanza (dal secondo trimestre), persone con malattie croniche, diabetici, immunodepressi, pazienti in attesa di interventi chirurgici rilevanti e familiari o contatti stretti di soggetti fragili. Gratuità estesa anche ai donatori di sangue e a categorie professionali specifiche, come operatori sanitari, lavoratori dei servizi essenziali e addetti che operano a contatto con animali. Per favorire la partecipazione, l’azienda sanitaria ha organizzato due “Vax Day” – sabato 25 ottobre e sabato 29 novembre – con prenotazione obbligatoria sul portale https://prenotavaccino.regione.veneto.it/ulss8, attivo nei prossimi giorni. In parallelo prenderà il via anche la campagna di richiamo antiCovid, aggiornata alle ultime varianti. La vaccinazione è gratuita per le persone fragili, i loro familiari o caregiver, gli over 60, le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. Le due vaccinazioni – antinfluenzale e anti-Covid – potranno essere effettuate anche nella stessa seduta, senza necessità di intervalli temporali. La provincia diventa laboratorio regionale per un sistema integrato e personalizzato, al via dal 30 settembre il nuovo modello

Vicenza protagonista della sperimentazione della riforma sulla disabilità

Dal 30 settembre 2025 la provincia di Vicenza è diventata un banco di prova nella sperimentazione della nuova riforma sulla disabilità.

L’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, sottolinea che si tratta di “una riforma che cambierà il modo di riconoscere e affrontare la disabilità, mettendo al centro la persona e il suo progetto di vita. È un passo decisivo verso un sistema inclusivo, che valorizza le capacità di ciascuno e riconosce i bisogni individuali”. Con l’avvio del nuovo percorso, la provincia diventa “un laboratorio di innovazione sociale al servizio delle persone con disabilità e delle loro famiglie, anticipando i cambiamenti che dal 2027 interesseranno tutto il Veneto”.

La sperimentazione, iniziata il 1° gennaio 2025 in nove province italiane, si estende ora a Vicenza, dove sono attualmente 6.635 le persone seguite dai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. La riforma introduce procedure integrate, personalizzate e coordinate per una presa in carico realmente centrata sulla persona.

Tra le principali novità figurano un nuovo procedimento di valutazione affidato all’INPS, con sedi operative anche a Marostica e Thiene, e una valutazione multidimensionale potenziata che integra aspetti clinici, funzionali e sociali per definire il Progetto di Vita della persona. Saranno inoltre utilizzati strumenti innovativi come il WHODAS, che promuove una visione partecipata della condizione individuale e introduce il principio di accomodamento ragionevole, fondamentale per garantire pari opportunità. Il percorso coinvolgerà gli Ambiti Territoriali Sociali di Bassano del Grappa, Thiene, Arzignano e Vicenza, le Aziende ULSS 7 Pedemontana e 8 Berica, l’INPS regionale, oltre a scuole, Terzo Settore e servizi per l’inserimento lavorativo. Per monitorare l’implementazione sarà istituito un Gruppo di monitoraggio con il compito di seguire il processo, rilevare eventuali criticità e valorizzare le buone pratiche.

“A fronte di questo significativo percorso di cambiamento – conclude Lanzarin – la Regione sta progettando un piano formativo capillare rivolto a tutti i soggetti coinvolti. La formazione è l’elemento strategico per consolidare la riforma: solo condividendo conoscenze e rafforzando competenze potremo costruire una rete realmente integrata e partecipata, capace di garantire inclusione e pari opportunità a tutte le persone con disabilità”.

Crescono centri e risorse per chi si prende cura di persone fragili

1,8 milioni per il “Progetto Sollievo” a sostegno di anziani con Alzheimer e Parkinson

Più risorse per il “Progetto Sollievo”: la Regione Veneto investe 1,8 milioni per sostenere malati neurodegenerativi e famiglie. In dieci anni i centri sono passati da 106 a 226

Icentri di accoglienza sono passati da 106 a 226 in dieci anni, coinvolgendo oltre 2.500 volontari e più di 3.600 persone assistite

Un aiuto concreto per chi vive ogni giorno la fatica di accudire un familiare fragile. La Giunta regionale del Veneto ha deciso di aumentare i fondi destinati al “Progetto Sollievo”, l’iniziativa che offre sostegno alle persone con malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson, e sollievo alle famiglie che se ne prendono cura. L’investimento complessivo sale così a 1,8 milioni di euro, con un incremento di 200mila euro rispetto all’anno precedente. «Dal 2015 i centri sono più che raddoppiati – sottolinea l’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin – passando da 106 a 226, di cui 21 dedicati specificamente al Parkinson». Gli spazi, nati in via sperimentale nel 2013, accolgono

le persone per alcune ore alla settimana, offrendo attività di socializzazione e interventi mirati condotti da professionisti. Un servizio che, allo stesso tempo, permette ai caregiver di avere momenti di respiro e supporto.

Il progetto, parte integrante del Piano socio-sanitario regionale, oggi può contare sull’impegno di circa 2.500 volontari, di cui oltre 1.100 giovani, distribuiti in tutte le province venete. Sono più di 3.600 le persone assistite regolarmente, con una presenza capillare che tocca quasi tutte le

Ulss del territorio. In alcune aree, tuttavia, la domanda è superiore all’offerta e non mancano le liste di attesa.

Il nuovo finanziamento, valido fino al 31 dicembre 2026, verrà suddiviso tra le nove aziende sanitarie locali, con aumenti consistenti per la Marca Trevigiana, la Serenissima e la Scaligera. «Il riconoscimento e il radicamento che queste iniziative hanno saputo conquistare ci hanno spinto a potenziare le risorse – conclude Lanzarin – così da rispondere a una domanda che cresce di anno in anno».

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Il Veneto rafforza i Centri antiviolenza e le Case rifugio con nuove regole e un

piano triennale

La Regione proroga i requisiti minimi delle strutture esistenti e approva il Piano strategico 2025-2027 per garantire protezione, sostegno e percorsi di autonomia alle donne vittime di violenza Una nuova spinta contro la violenza sulle donne arriva dal Veneto. La Regione ha annunciato oggi il proseguimento del sostegno ai Centri antiviolenza e alle Case rifugio, grazie alla proroga dei requisiti minimi per un anno e all’approvazione del Piano strategico nazionale triennale 2025-2027.

L’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di questa giornata: “Il Veneto continua a essere in prima linea nella lotta contro la violenza di genere. Grazie a questa proroga, tutte le strutture presenti sul territorio mantengono il loro ruolo di presidio sicuro, offrendo accoglienza, ascolto e protezione alle donne e ai loro figli”.

Il nuovo Piano strategico si colloca in continuità con quello precedente 2021-2023 e prevede quattro linee di intervento principali: prevenzione, protezione e sostegno, perseguire e punire, assistenza e promozione. L’obiettivo è garantire non solo protezione immediata, ma anche percorsi di autonomia e rinascita per le vittime.

“Il nostro impegno – ha aggiunto Lanzarin – è che ogni donna in Veneto possa contare su un sistema capillare, stabile e affidabile. La proroga e il nuovo Piano rafforzano i servizi esistenti e aprono la strada a una futura Intesa definitiva con requisiti aggiornati, già valutati dalla Commissione interregionale per le politiche sociali”.

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