Tecnologia, al via gli sportelli Ulss 7 per l’assistenza digitale gratuita
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
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Marco Dolfin:
“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
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Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
Meno bambini significa meno classi, meno servizi, meno investimenti. A Bassano il calo delle nascite si riflette in modo diretto su scuola, sanità, trasporti e spazi pubblici
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
DELLA PEDEMONTANA, ARRIVA LO STORICO
Lega e centrodestra parlano di promessa mantenuta, mentre il PD chiede chiarezza sui tempi e mette in guardia da usi elettorali della notizia
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
CDalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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“Restituire la memoria”: in mostra i tesori restaurati
della Biblioteca Civica
Un patrimonio di inestimabile valore torna a risplendere grazie alla mostra “Restituire la memoria. Manoscritti, codici e volumi restaurati della Biblioteca Civica”, allestita nella Biblioteca cittadina dal 29 luglio al 18 ottobre 2025. L’esposizione, voluta e curata dall’Assessorato alla Cultura, restituisce al pubblico alcuni tra i documenti più preziosi del fondo antico della Biblioteca, sottoposti negli ultimi anni a delicati interventi di restauro sotto la supervisione della Soprintendenza Beni Archivistici e Librari del Veneto. A illustrare il progetto è Giada Pontarollo, assessore alla cultura: “Un’occasione unica per mostrare il lavoro silenzioso e prezioso svolto per la tutela del nostro patrimonio librario: ogni volume racconta una parte di storia bassanese e universale”. Sono undici i volumi selezionati, databili tra il XV e il XIX secolo, che raccontano l’evoluzione del pensiero umano attraverso parole, immagini, scoperte e memoria. Tra i più straordinari spicca un codice miniato del Quattrocento, l’Officium Beatae Mariae Virginis, e un Herbolario volgare stampato a Venezia nel 1522, pietra miliare della farmacopea rinascimentale, accompagnato da 150 xilografie botaniche. Cinque dei volumi in mostra provengono direttamente dalla biblioteca personale di Antonio Canova, donati nel 1853 dal fratellastro Giambattista Sartori Canova. Nel campo scientifico, spicca la prima traduzione in italiano della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, stampata a Venezia nel 1543, dono di Giambattista Brocchi, figura chiave nella fondazione della biblioteca. A raccontare la storia locale è invece il manoscritto ottocentesco di Giambattista Baseggio, Arme delle famiglie di Bassano, fonte fondamentale per lo studio delle dinastie cittadine. Tra i documenti più straordinari esposti, spicca il Libro secondo di dare e avere della famiglia Da Ponte, noto anche come Libro dei conti della bottega dei Bassano, un registro contabile che copre il periodo dal 1511 al 1580, inclusi i decenni cruciali del passaggio tra Francesco il Vecchio e il figlio Jacopo. Il manoscritto documenta con precisione oltre 160 opere d’arte, offrendo una finestra senza precedenti sul funzionamento economico e organizzativo di una bottega rinascimentale.
Redazione Bassano
Manoscritti,
codici e volumi tra il Quattrocento e l’Ottocento
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Redazione:
La svolta. Il Governo approva il Ddl per il Tribunale della Pedemontana con sede a Bassano
Tribunale della Pedemontana, il Governo dà il via libera: “Giustizia più vicina ai cittadini”
L a giustizia si prepara a tornare nel cuore della Pedemontana veneta, a Bassano del Grappa. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il disegno di legge per il riordino della geografia giudiziaria, che prevede la nascita del Tribunale della Pedemontana, con sede a Bassano del Grappa. Si tratta di un passaggio atteso da anni, che coinvolge un’ampia fascia del territorio tra le province di Vicenza, Treviso e Padova.
Ad annunciare per primo la novità è stato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: “Lega e Governo mantengono le promesse – dichiara –: grazie all’approvazione del testo, la giustizia si fa più efficiente e più vicina ai cittadini. Oltre alla stabilizzazione dei tribunali abruzzesi e delle sezioni distaccate di Ischia, Lipari e Porto Ferraio, in Veneto nascerà il nuovo Tribunale della Pedemontana, con competenza su un territorio vasto e tra i più produttivi d’Europa. Bene così, ora la palla passa al Parlamento”. Poco dopo arriva il commento del sindaco di Bassano del Grappa, Nicola Finco, che ha appreso la notizia direttamente dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini: “Accogliamo con grande soddisfazione l’approvazione del disegno di legge. È un risultato che premia anni di battaglie portate avanti da sindaci, operatori del diritto e cittadini. Il ritorno del tribunale non rappresenta solo un fatto simbolico, ma un passo concreto verso una giustizia più vicina, efficiente ed equa. Ringrazio il Governo, in particolare il Ministro Nordio e il
Sottosegretario Ostellari. Mi auguro che si proceda rapidamente all’approvazione definitiva”.
Sulla stessa linea anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Ringrazio il Governo per la coerenza dimostrata e per aver mantenuto la parola data: con il via libera al Tribunale della Pedemontana si apre un nuovo corso per la giustizia in Veneto. Quello che da anni era una cattedrale nel deserto tornerà a essere un presidio reale ed efficace, in un’area tra le più dinamiche d’Europa. Ringrazio il Ministro Nordio, il Sottosegretario Ostellari, e il sindaco Finco, con cui mi sono confrontato più volte”.
Entusiasta anche Alberto Stefani, deputato e segretario della Liga Veneta: “Avanti con l’istituzione del Tribunale della Pedemontana, con relativa Procura della Repubblica. Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il provvedimento per istituire il nuovo tribunale con sede a Bassano, che coinvolgerà i comuni dell’area pedemontana tra Bassano, Vicenza, Padova e Treviso. In attesa del dibattito parlamentare, siamo soddisfatti: per i veneti risultati concreti e poche chiacchiere”.
A commentare la notizia anche il Partito Democratico di Bassano, per voce della segretaria cittadina Maria Di Pino, avvocata ed ex componente del Consiglio dell’Ordine: “Dopo tanti anni di attese e non pochi proclami potremmo essere giunti all’avvio di una vera svolta. Andrà letto naturalmente il testo della legge delega, che darà il via a un iter comunque lungo. Il governo ha
tutti i numeri per procedere velocemente, come ha già fatto su questioni meno condivisibili. Attendiamo gli sviluppi di questo primo passo, sperando che le giornate definite storiche siano davvero tali, e non si rivelino solo cronache pre-elettorali”.
E conclude: “Bassano merita di essere la sede di un presidio di giustizia irrinunciabile, sia per le persone che per le imprese. Lo è stata storicamente e deve tornare ad esserlo”.
Tra i primi a battersi per il ritorno del tribunale figura anche Confartigianato di Bassano. Il presidente Sandro Venzo ricorda il lungo percorso: “Noi con il gruppo del comitato siamo partiti 13 anni fa in questa battaglia, quindi ci sentiamo i fondatori del comitato del tribunale, anche se avevamo perso ormai ogni speranza. Poi si è aperta questa finestra con questo governo di centrodestra e tramite sia il sottosegretario Ostellari sia il sottosegretario Del Mastro e poi con l’incontro con il ministro Nordio si sono riaperte le
speranze e adesso c’è il disegno di legge. I dati dicono che prima della chiusura del tribunale di Bassano le cause duravano metà che nel resto d’Italia. Era un tribunale che portava a casa ogni anno un milione di euro di utili come redditività. Quindi sopprimerlo, secondo noi, è stato uno svantaggio pazzesco”.
Soddisfazione espressa anche da Massimo Bitonci, deputato cittadellese della Lega e sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy: “Un passo fondamentale per dare risposte concrete a un territorio tra i più attivi del Paese. Il nuovo tribunale è il frutto di un lavoro corale e rappresenta un presidio efficiente, essenziale per garantire tempi rapidi e certezza del diritto in una delle zone più produttive d’Italia”.
La Pedemontana Veneta è infatti una delle aree economiche più importanti d’Europa.
Si estende tra le province di Vicenza, Padova e Treviso e ospita oltre 90.000 imprese attive in settori chiave come manifattu-
ra, meccanica, moda, agroalimentare e servizi. Oltre 350.000 lavoratori sono impiegati tra industria e terziario in un sistema produttivo ad alta intensità di innovazione ed export. Una macchina economica che oggi potrà contare, se il Parlamento darà l’ok definitivo, su un supporto giudiziario dedicato. L’istituzione del tribunale, che troverà sede in un immobile già ristrutturato e pronto a essere operativo, contribuirà a ridurre i tempi della giustizia civile e penale, aumentando la competitività delle imprese e la sicurezza per i cittadini. Non solo: permetterà anche un contrasto più efficace ai reati economici e commerciali, oggi tra i principali fattori di rischio in un contesto così ricco e dinamico.
“Il ritorno di un presidio giudiziario a Bassano – conclude Bitonci – è una conquista di civiltà istituzionale. Giustizia vicina significa tutela dei diritti, certezza per chi investe e difesa del tessuto economico e sociale”.
Paola
Bigon
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Emergenza
natalità. Inchiesta sul calo delle nascite e le contromisure dell’amministrazione
Demografia al minimo, reazione al massimo: ecco il piano di Bassano per le famiglie
In un’Italia che invecchia e fa sempre meno figli, anche i comuni di medie dimensioni come Bassano del Grappa si trovano a fare i conti con le conseguenze del calo demografico. Le culle vuote non sono solo un dato statistico, ma una realtà che incide profondamente sulla tenuta del tessuto sociale, economico e scolastico del territorio. Nel 2024 a Bassano sono nati appena 239 bambini; nei primi sei mesi del 2025, solo 118. Numeri che parlano chiaro e che proiettano scenari preoccupanti per il prossimo futuro.
Come sta reagendo l’amministrazione comunale? Quali strumenti ha a disposizione un ente locale per contrastare una dinamica tanto ampia quanto strutturale?
In questa inchiesta abbiamo raccolto le risposte dell’assessore alle politiche sociali Marina Bizzotto, che racconta le strategie messe in
campo per sostenere le famiglie, difendere il diritto alla genitorialità e preparare la città alle sfide che il declino demografico impone.
I dati demografici mostrano un calo delle nascite. Quali strategie sta adottando il Comune di Bassano per affrontare il declino demografico?
“Anche a Bassano stiamo osservando un calo delle nascite, in linea con quanto accade a livello nazionale. È una dinamica sociologica complessa, che un Comune da solo non può certo invertire, ma stiamo facendo la nostra parte. Abbiamo attivato tutte le misure possibili per sostenere le famiglie, con particolare attenzione alla maternità. Parliamo di incentivi scolastici, bonus alla nascita, contributi per gli asili nido e per la partecipazione ai centri estivi, oltre a misure di sostegno per il pagamento degli affitti. Sono interventi concreti che
mirano a creare un contesto più favorevole per chi desidera mettere su famiglia, consapevoli che il sostegno deve essere continuo e strutturato”
Il calo demografico si fa sentire anche nelle scuole. Ce ne può parlare?
“Sì, purtroppo il problema si riflette in modo diretto anche sul sistema scolastico. Lo scorso anno, in città, sono nati solo 239 bambini, e nei primi sei mesi del 2025 i nuovi nati sono stati 118. Se proiettiamo questi numeri fino al 2029/2030, stimiamo una diminuzione di circa
Il nuovo volto della natalità nel Bassanese
Calano le nascite, ma cresce la cura: l’ospedale di Bassano investe nei primi giorni di vita. L’Unicef ha confermato la certificazione di “Ospedali Amici delle Bambine e dei Bambini” agli ospedali San Bassiano di Bassano del Grappa e Alto Vicentino di Santorso. Ma c’è una novità: per la prima volta, il riconoscimento è stato esteso anche alla Comunità del territorio bassanese, che comprende servizi sanitari e sociali extraospedalieri. Entrambi gli ospedali avevano già ottenuto il riconoscimento negli anni passati: Bassano, in particolare, è stato il primo in Italia, nel 2001. Per mantenere
la certificazione, le strutture sono soggette a periodiche rivalutazioni. Le valutatrici Unicef hanno visitato i reparti, esaminato la documentazione e intervistato mamme, donne in gravidanza e operatori sanitari. Le valutatrici hanno lodato l’approccio delle strutture, che valorizza le competenze materne e neonatali con un linguaggio chiaro e inclusivo. È stata riconosciuta la qualità dell’assistenza, soprattutto per quanto riguarda l’allattamento, il supporto alla genitorialità e l’integrazione tra i diversi professionisti coinvolti nel percorso nascita. San Bassiano si è distinto per gli incontri di accompa-
gnamento alla nascita, la continuità assistenziale per donne fragili, e l’organizzazione che consente alle madri ricoverate in altri reparti di non essere separate dal proprio neonato. Il riconoscimento alla Comunità riguarda non solo i servizi Ulss 7 Pedemontana ma anche le iniziative di enti locali, come farmacie e biblioteche, che supportano l’allattamento e la genitorialità. In un momento storico in cui le nascite diminuiscono, offrire un’accoglienza di qualità e un sostegno concreto nei primi giorni di vita significa costruire una comunità più attenta, solidale e vicina alle nuove generazioni. (s.b.)
409 alunni nella scuola primaria, l’equivalente di 24 classi in meno. Per la scuola secondaria di primo grado parliamo invece di una riduzione di circa 157 studenti, pari a 7 classi. A questo si aggiunge un altro tema importante: gli edifici scolastici. Dobbiamo valutare attentamente le strutture che abbiamo a disposizione e gli interventi necessari per renderle sicure, moderne e adeguate a una didattica che è in continua evoluzione. Non abbiamo la pretesa di avere già tutte le risposte, ma vogliamo aprire un dialogo costruttivo. L’obiettivo è essere pronti, con idee e progetti concreti, nel caso si presentino opportunità di contributi o finanziamenti da cogliere”.
Esistono politiche specifiche per incentivare le giovani coppie?
“Stiamo introducendo diverse misure concrete a sostegno delle giovani famiglie. Ad esempio, ab-
biamo stanziato un milione e mezzo di euro per coprire parte delle quote degli asili nido, un aiuto importante che alleggerisce il peso economico per chi ha figli piccoli. Lo stesso vale per le mense scolastiche: l’obiettivo è sostenere le famiglie in un momento in cui si trovano spesso ad affrontare difficoltà che non dipendono direttamente dall’amministrazione. Stiamo inoltre investendo nel trasporto pubblico scolastico, con un incentivo di 170mila euro, e abbiamo previsto contributi anche per le quote dei centri estivi, che sono spazi fondamentali sia per i bambini che per l’equilibrio familiare. Queste sono solo alcune delle azioni che stiamo portando avanti con un obiettivo chiaro: evitare l’aumento delle tariffe dei servizi e sostenere concretamente chi sceglie di costruire il proprio futuro qui”.
Sara Busato
L’intervista.
psicologa Fortunata Pizzoferro
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Più controlli sulle acque sotterranee Etra: “Rete sicura e costantemente controllata”
In risposta alle nuove linee guida in materia di tutela della risorsa idrica, sono iniziate in queste settimane le attività di rilevamento nei Comuni serviti da ETRA S.p.A. Società benefit, gestore del servizio idrico integrato nelle province di Vicenza, Padova e Treviso. Tra questi anche Bassano del Grappa, dove le operazioni si sono concentrate dal 28 luglio all’8 agosto nei quartieri Sant’Eusebio, Angarano, XXV Aprile, Rondò Brenta, Marchesane, San Bassiano, Quartiere Firenze, Santa Croce, Centro Storico, Borgo Zucco, Merlo, San Fortunato e Quartier Prè.
L’obiettivo è quello di individuare nuovi punti di monitoraggio delle acque sotterranee, rafforzando il controllo ambientale ancor prima della captazione, ossia prima che l’acqua arrivi ai pozzi o alle sorgenti utilizzate per la distribuzione. Sebbene l’acqua potabile distribuita da ETRA sia di ottima qualità e pienamente conforme alle normative italiane ed europee, si punta a intensificare le misure di prevenzione e di tutela.
Per farlo, ETRA ha affidato allo studio geologico Sinergeo Srl il compito di condurre un’analisi idrogeologica dettagliata del territorio. L’indagine prevede rilievi sul campo e l’uso di modelli analitici per individuare i punti più significativi da sottoporre a monitoraggio. Ai cittadini proprietari di pozzi autonomi potrà essere richiesto di fornire informazioni utili, come la profondità e, se disponibile, la stratigrafia del pozzo. I siti ritenuti idonei potranno poi essere monitorati in modo continuativo, tramite campionamenti periodici: i risultati saranno messi a disposizione gratuitamente, su richiesta, degli stessi proprietari.
temente controllata e sicura”.
Il gestore spiega infatti che tutti i campioni prelevati nella rete acquedottistica risultano conformi ai limiti di legge previsti dal Decreto Legislativo 18/2023 e successive modifiche. I controlli sono eseguiti sia da ETRA – nel proprio laboratorio accreditato UNI EN ISO 17025 e in quelli di altri gestori – sia dall’Azienda sanitaria locale, attraverso ARPAV.
A testimoniare l’attenzione per la salute pubblica, sono oltre 90.000 le analisi effettuate ogni anno sulle acque erogate, che prendono in esame parame-
L’iniziativa arriva in un momento in cui l’attenzione pubblica sulla qualità dell’acqua è particolarmente alta, anche a seguito di notizie televisive che hanno sollevato interrogativi sul servizio idrico bassanese. In questo contesto, ETRA ha voluto chiarire con fermezza la propria posizione, assicurando che “l’acqua erogata in tutto il territorio servito è costan-
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tri chimici, fisici e microbiologici secondo un piano di monitoraggio concordato con l’ASL. Inoltre, ETRA ricorda che dal 2013 monitora regolarmente anche la presenza di PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche finite spesso al centro di polemiche negli ultimi anni.
“Effettuiamo 270 campioni all’anno per la ricerca dei PFAS – precisa l’azienda – e nessun superamento dei limiti è stato mai rilevato nell’acqua distribuita. Diversamente, sarebbe stata emessa un’ordinanza e la popolazione informata tempestivamente”. ETRA tiene anche a ribadire che il giudizio sull’idoneità dell’acqua al consumo umano spetta esclusivamente all’Azienda sanitaria locale, che si basa non su una singola analisi, ma su una valutazione complessiva a lungo termine, integrata da ispezioni e verifiche sugli impianti e sulle infrastrutture.
A rafforzare ulteriormente le garanzie, ETRA ha predisposto il Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) anche per Bassano del Grappa, come previsto dalla normativa vigente. Si tratta di un documento strategico che analizza tutti i potenziali rischi nella filiera idropotabile, dalla fonte fino al contatore dell’utente finale, individuando misure preventive, investimenti, procedure di emergenza e piani di monitoraggio. Il PSA, come sottolinea il gestore, è uno strumento fondamentale per identificare e affrontare in anticipo eventuali criticità, e viene sviluppato in collaborazione con le autorità ambientali e sanitarie.
In definitiva, l’attività di monitoraggio prevista a Bassano del Grappa e negli altri Comuni dell’area ETRA si colloca all’interno di un sistema di vigilanza strutturato e costantemente aggiornato, con l’obiettivo non solo di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, ma di anticiparle. La qualità dell’acqua non è mai messa in discussione, ma la sfida futura sarà quella di renderla sempre più trasparente, monitorata e condivisa, coinvolgendo anche la cittadinanza nella costruzione di una cultura della prevenzione. Redazione Bassano
Superstrada Pedemontana Veneta: la Regione Veneto fa chiarezza sul caso PFBA nelle gallerie
L a Regione Veneto interviene con una nota ufficiale riguardo le segnalazioni sulla presenza di PFBA in alcune gallerie lungo il tracciato della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), per fare il punto sulle attività di controllo e le azioni intraprese.
Fin dall’inizio, ARPAV e gli organismi tecnici regionali hanno condotto rigorosi monitoraggi ambientali, costantemente aggiornando l’amministrazione regionale e coinvolgendo le autorità competenti. La Regione sottolinea la stretta collaborazione con la Procura di Vicenza, consolidata grazie alle indagini precedenti sui PFAS nel sito Miteni, un rapporto che continua con trasparenza ed efficacia.
Le analisi ambientali, attualmente oggetto di dibattito pubblico, sono state realizzate grazie al diretto impegno della Regione, che ha affidato ad ARPAV l’esecuzione dei rilievi in diversi punti del territorio, non solo limitati all’area della SPV.
In particolare, il ritrovamento di PFBA lungo la superstrada potrebbe derivare dall’utilizzo, nelle fasi di demolizione e costruzione, di un accelerante per
il calcestruzzo. Già nel 2021 la Regione ha ordinato al concessionario di sostituire questo prodotto con alternative più sicure.
Dal 2023 è attiva una conferenza di servizi, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), per il monitoraggio continuo dell’impatto ambientale.
In quest’ambito, tutte le acque raccolte dalle gallerie della SPV sono sottoposte a trattamento da parte di impianti gestiti da SIS, che sono pienamente operativi e sotto costante vigilanza.
Va ricordato che la SPV è soggetta fin dalla sua progettazione (2006) a una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nazionale. In seguito ai recenti riscontri,
la Regione ha trasmesso a luglio 2025 un aggiornamento approfondito dello studio di impatto ambientale al MASE, che verrà esaminato dalla commissione VIA nazionale.
Non solo la SPV: tracce di PFBA sono state rilevate anche in altre infrastrutture venete, non collegate alla superstrada, in particolare opere di ANAS, segnalando un possibile legame con le tecniche costruttive comunemente adottate nelle gallerie stradali e ferroviarie. Anche in questi casi, la Regione ha effettuato verifiche rigorose e tempestive, segnalando prontamente eventuali criticità ai soggetti competenti.
Paola Bigon
Il PD chiede verifiche e interventi urgenti: “Serve una risposta decisa per tutelare la salute pubblica”
La Regione Veneto chiarisce la presenza di PFBA nella SPV: monitoraggi ARPAV, azioni correttive dal 2021 e controlli in corso anche su altre infrastrutture, in collaborazione col MASE.
A sollevare la questione sono state la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani e la consigliera vicentina Chiara Luisetto, che nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Ferro Fini hanno presentato una mozione urgente rivolta alla Giunta regionale del Veneto. “I dati raccolti da ARPAV, già dal 201 8, indicano la presenza significativa di PFBA nelle acque superficiali in corrispondenza delle due gallerie”, ha spiegato Camani. “Anche le analisi del 2021 e quelle più recenti confermano livelli anomali di questa sostanza. È inaccettabile che un’infrastruttura già pesantemente costosa rischi ora di avere conseguen-
ze sulla salute dei cittadini”.
Le due esponenti dem hanno ricordato che è stato lo stesso concessionario dell’opera, SIS,
ad ammettere l’utilizzo di un additivo contenente PFBA nei materiali usati per la realizzazione delle gallerie.
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La consigliera Chiara Luisetto
Novità. Nuove regole condivise per rendere il centro storico più vivibile e sicuro
Firmato il Patto Civico per un centro storico vivibile e condiviso
L
a città guarda al futuro con un nuovo accordo tra istituzioni, commercianti e cittadini. È stato sottoscritto in Municipio il “Patto Civico per Bassano 2025/2026”, un’intesa tra Amministrazione comunale, Consiglio di quartiere Centro Storico, Confcommercio e gli esercenti della zona per garantire una convivenza armonica nel cuore della città.
Obiettivo dell’accordo è trovare il giusto equilibrio tra socialità, cultura, divertimento e il rispetto per la bellezza, il decoro e la tranquillità del centro. “Fin dal nostro insediamento – ha dichiarato il Sindaco Nicola Finco – abbiamo lavorato per affrontare le difficoltà di convivenza tra chi vuole vivere il centro e chi lo abita. Questo Patto è il risultato di un confronto costruttivo tra tutte le parti, valido fino a fine 2026 e rinnovabile”.
Gli esercenti si impegnano al rispetto delle normative su inquinamento acustico, orari, spettacoli, suolo pubblico, somministrazione di alimenti e bevande. Dovranno garantire ordine e decoro, evitare assembramenti, mantenere la libertà di circolazione e assicurare la presenza di personale formato anche nei 30 minuti successivi alla chiusura. Saranno inoltre coinvolti come punti informativi turistico-culturali.
I residenti, rappresentati dal Consiglio di quartiere, parteciperanno agli incontri di monitoraggio e collaboreranno per la buona riuscita di eventi eccezionali, impegnandosi nel corretto conferimento dei rifiuti e nel rispetto delle regole.
L’Amministrazione si farà garante del rispetto degli accordi, attivando controlli, semplificando le procedure per le occupazioni stagionali e prevedendo incentivi, come uno sconto del 10% sul canone per chi
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seguirà le condizioni stabilite. “Vogliamo che il centro storico sia un salotto attrattivo e vivibile – ha sottolineato l’assessore alla sicurezza Alessandro Campagnolo – dove si possa ascoltare musica, bere un drink, passeggiare in sicurezza e riposare la notte. Gli esercenti hanno dimostrato grande disponibilità e consapevolezza del loro ruolo, fondamentale per il benessere collettivo”.
Redazione Bassano
Encomio a tre agenti della Polizia Locale per il salvataggio di un ragazzo disabile
Il Sindaco di Bassano del Grappa, Nicola Finco, e l’Assessore alla Sicurezza, Alessandro Campagnolo, hanno voluto esprimere un sentito ringraziamento a tre agenti della Polizia Locale per un intervento che ha evitato conseguenze potenzialmente gravi. In Municipio, alla presenza del Comandante Denis Tollio, è stato consegnato un attestato di encomio al Vice Commissario Claudio Sartori, all’Assistente Claudio Fabbro e all’Agente Michael Rossi. Il riconoscimento fa seguito all’intervento del 6 luglio, quando i tre agenti sono riusciti a ritrovare un ragazzo disabile che si era improvvisamente allontanato dai genitori. Ricevuta la segnalazione, la Centrale Operativa ha rapidamente elaborato le informazioni disponibili e, grazie al sistema di videosorveglianza, ha individuato il giovane, fornendo indicazioni decisive alle pattuglie sul territorio.
Il ragazzo è stato intercettato a circa due chilometri dal centro storico, mentre si dirigeva verso Marostica. Salito spontaneamente sull’auto di servizio, è stato riconsegnato ai genitori in sicurezza.
“Con questo gesto – ha dichiarato il Sindaco – vogliamo valorizzare l’umanità e la professionalità della nostra Polizia Locale, che ha dimostrato ancora una volta efficienza e spirito di servizio”. L’assessore Campagnolo ha sottolineato l’importanza del presidio del territorio e della prontezza operativa, definendo l’intervento “un esempio concreto di sicurezza al servizio della comunità”.
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Gli interventi. Il sindaco Finco: “Scelte necessarie davanti al calo delle nascite”
Scuola e futuro: al via la riorganizzazione scolastica con un tavolo tecnico permanente
Afronte di un inverno demografico sempre più evidente e della necessità di un adeguamento infrastrutturale degli edifici scolastici, l’Amministrazione comunale di Bassano ha avviato un’importante fase di riflessione e pianificazione. È questo il senso del Tavolo tecnico per la riorganizzazione scolastica, istituito nei mesi scorsi e già riunitosi quattro volte nella primavera 2025. Un organismo che, secondo il Sindaco Nicola Finco, diventerà permanente, con l’obiettivo di “accompagnare ogni anno, in modo condiviso, le scelte strategiche in materia di istruzione”.
L’iniziativa coinvolge rappresentanti del Comune, dei genitori, dei quartieri e i dirigenti scolastici, in un approccio partecipativo ritenuto da molti una prima esperienza di questo tipo a livello provinciale.
I dati non lasciano spazio a interpretazioni: 239 nati nel 2024,
118 nei primi sei mesi del 2025, con proiezioni che, da qui al 2030, indicano una diminuzione di oltre 400 alunni nella scuola primaria (circa 24 classi in meno) e 157 in meno nella secondaria di
primo grado (7 classi).
“La riduzione della popolazione scolastica – ha spiegato l’assessore Marina Bizzotto – si accompagna alla necessità di intervenire sugli edifici esistenti,
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per renderli più sicuri, funzionali e in linea con una didattica moderna”.
L’Amministrazione, pur consapevole della complessità del contesto, ha già messo sul tavolo proposte operative per affrontare le sfide a breve e lungo termine.
“Non pretendiamo di avere tutte le risposte – precisa Bizzotto – ma vogliamo arrivare preparati nel momento in cui si presenteranno opportunità di investimento o bandi pubblici”.
Tra i nodi più delicati affrontati, quello della scuola del quartiere Rondò Brenta, dove non partirà la prima classe nell’anno scolastico 2025/26. “Una decisione presa dall’Ufficio scolastico, non dal Comune – ha chiarito l’assessore – a fronte di appena 11 iscrizioni per una struttura che ospita complessivamente 68 bambini”.
L’Amministrazione però non intende rinunciare alla presenza scolastica in quell’area: l’idea
è trasferire lì la scuola montessoriana Pascoli, oggi ospitata in un edificio non più disponibile. “Sarà una proposta concreta –aggiunge Bizzotto – che valuteremo insieme alla dirigenza dell’IC3”.
I primi esiti del tavolo tecnico costituiranno la base per un documento di studio e indirizzo, che fotograferà punti di forza e criticità dei tre Istituti Comprensivi cittadini. Saranno coinvolti anche i poli dell’infanzia, in un disegno complessivo che punta a efficienza, sostenibilità e qualità didattica.
“Quella scolastica è una partita che riguarda il futuro dei nostri figli e quindi della comunità intera – ha concluso il Sindaco Finco –. Il tavolo tecnico sarà lo strumento attraverso cui affrontare con serietà, metodo e visione le scelte che il contesto attuale ci impone”.
Paola Bigon
Il sindaco Nicola Finco
Le
storie. Caterina, Gures
Marina
Talento e dedizione: tre studenti ENAIP raggiungono l’eccellenza nel percorso professionale
T
re storie, tre volti di un’eccellenza silenziosa che ENAIP Veneto ha voluto celebrare: “Complimenti a loro e alle famiglie che anni fa ci hanno scelto. Auguriamo un futuro carico di soddisfazioni professionali e personali ai centini e alle centine, senza dimenticare gli altri compagni che hanno condiviso con loro questo percorso”.
Impegno, responsabilità, talento. Sono le parole che meglio descrivono Caterina Oliva, Gures Bybeku e Marina Wang, i tre studenti della sede ENAIP Veneto di Bassano del Grappa che hanno concluso il proprio percorso triennale con il massimo dei voti. Tre storie diverse, ma accomunate dalla stessa passione e determinazione, che li hanno portati a ottenere la qualifica professionale con 100/100. Caterina Oliva, diplomata come Operatore delle vendite, si è distinta per l’eccellenza costante nel rendimento scolastico, unita a un forte senso di responsabilità. Puntuale, collaborativa, sempre pronta ad aiutare i compagni, Caterina è stata definita dai formatori una vera risorsa per il gruppo. La professoressa Gigliola Menegon, docente di contabilità aziendale, la descrive così: “Fin dal primo anno si è sempre resa disponibile nel portare avanti e approfondire i progetti anche da casa. Ha mostrato una naturale predisposizione per le competenze contabili e grande partecipazione nei laboratori di vetrinistica. Sono sicura che sarà una risorsa preziosa per chiunque lavorerà con lei”.
il desiderio di apprendere, la capacità di affrontare responsabilità e, soprattutto, per l’impegno nel superare le difficoltà linguistiche iniziali. Sempre il professor Berti la descrive così: “Ha dimostrato un interesse autentico e
una forte motivazione personale. L’impegno nel superare le difficoltà linguistiche è stato encomiabile e ha contribuito al successo del suo percorso formativo”.
Carrozzine e ausili, Luisetto (Pd): “E’ ingiusto far pagare chi ha disabilità”
Bassano può essere orgogliosa di questi giovani: Caterina, Gures e Marina rappresentano il valore della formazione professionale quando incontra talento, passione e buoni maestri.
Redazione Bassano
Gures Bybeku, qualificato come Operatore della ristorazione – preparazione degli alimenti e allestimento piatti, ha raggiunto il 100 grazie a un impegno costante e a una grande serietà. Pienamente coinvolto in tutte le attività scolastiche, è stato apprezzato per le sue doti di leadership e per la capacità di supportare i compagni. Il professor Andrea Berti sottolinea: “Ha sviluppato ottime attitudini professionali. Le sue qualità di leadership hanno generato un coinvolgimento positivo nella classe. Sempre disponibile e partecipe, si è distinto per la qualità del suo operato”.
Marina Wang, anche lei diplomata nel settore ristorazione, ha ottenuto il massimo dei voti grazie a un percorso scolastico rigoroso, costellato da serietà, collaborazione e passione per il settore. Marina si è distinta per
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Un primo rimedio, ma non una soluzione strutturale. È questa la posizione della consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto sul caso del cittadino disabile bassanese che si era visto negare dall’Ulss 7 la sostituzione gratuita della batteria della carrozzina. Dopo l’interrogazione presentata dalla stessa Luisetto, la Regione ha dato indicazione all’Ulss di coprire il costo, superando così il diniego iniziale. Ma la consigliera avverte:
“L’intervento ha sanato una singola situazione, senza risolvere il problema a monte, che anzi peggiora”.
Il caso era emerso sollevando reazioni e polemiche. “La Giunta ha sì chiesto all’azienda sanitaria di intervenire, ma il Governo ha escluso dal nomenclatore il codice relativo a questo e ad altri ausili, rendendoli di fatto non più gratuiti”, spiega Luisetto. Una scelta che, secondo la consigliera, ricade direttamente sulle famiglie, già alle prese con difficoltà economiche e burocratiche. “In queste ore è emersa anche la denuncia sull’esclusione delle scarpe ortopediche per ragazzi con disabilità, che ora comportano una spesa di centinaia di euro a carico dei genitori”.
Luisetto non usa mezzi termini: “Lasciare sole le persone, costringerle a pagare ausili essenziali per la mobilità e la qualità della vita è il segno di un disinteresse profondo. È inutile parlare di assessorati o Ministeri per la disabilità se poi si tagliano strumenti fondamentali. È una vergogna dover lottare per ciò che dovrebbe essere garantito per diritto”.(r.b.)
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Caterina Oliva
Marina Wang
Gures Bybeku
Calcio. Un nuovo inizio per il centrocampista tra esperienza e voglia di vincere
Caccin al Bassano: “Tanti nuovi stimoli, questa è una grande piazza”
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na ventata di aria fresca ed esperienza da vendere: Giacomo Caccin, centrocampista di 28 anni, è uno dei colpi di prestigio del mercato del Bassano. Dopo aver vestito le maglie di Mestre, Cittadella, Renate, Padova ed Este, la mezzala ha scelto il giallorosso come nuova tappa della sua carriera.
“Ho scelto Bassano perché mi ha convinto il progetto e la voglia con cui mi hanno cercato: hanno insistito molto per portarmi qui – racconta Caccin –. Negli ultimi anni avevo sempre deciso, sin dalle prime fasi del
non solo esperienza, ma anche duttilità. “Sono una mezzala, ma negli anni ho fatto anche il mediano, posso giocare a due e a tre. A Cittadella avevo agito anche da terzino, ma non era il mio ruolo. In C ho non trovavo più spazio, così ho scelto di tornare in Serie D per giocare nella mia posizione naturale. In campo parlo tanto, cerco di dare ordine e guidare i compagni. Nello spogliatoio, però, non sono uno che alza la voce, preferisco il dialogo”. A Bassano, Caccin ritroverà diversi volti noti: “Ho già lavorato con mister Zecchin
a Mestre: mi ero trovato molto bene. Rincontrerò anche alcuni ex compagni come Marchiori, Stefanelli, Menato e Fasolo. Di questo gruppo mi hanno parlato tutti molto bene: me lo hanno descritto come sano e genuino. Penso di potermi inserire bene”. L’obiettivo personale? “Fare meglio dell’anno scorso: più gol, più assist – almeno 7 o 8 totali–e aiutare la squadra a migliorare. Voglio dare tutto, come sempre. Sono un generoso, non mi risparmio mai”. Il sogno? “Nella mia carriera non ho ancora vinto un campionato. Mi piacereb-
be riuscire a farlo, sono maturo, ho 28 anni. Magari, perché no, proprio qui a Bassano. Sarebbe straordinario riportare un giorno questa piazza in Serie C. L’obiettivo è quello di aprire un ciclo e crescere gradualmente con la società”. Il numero preferito? “L’8 o il 21, il giorno in cui sono nato”. Un idolo? “Da ragazzo mi piaceva molto Marchisio, una mezzala proprio come me”. Giacomo Caccin e la sua nuova vita a Bassano: entusiasmo e fame per far sognare i tifosi giallorossi.
Stefano Parpajola
mercato, di rimanere a Este. Quest’anno qualcosa è cambiato. Avevo bisogno di stimoli nuovi. L’ultima stagione è finita con tanta amarezza: puntavamo più in alto, ma abbiamo fallito l’obiettivo play-off. Dopo tanti stagioni lì, ho sentito il bisogno di cambiare e provare una nuova avventura”.
Il centrocampista di Camposampiero si presenta con grande umiltà, ma anche con determinazione e voglia di ripartire. “Questo per me è un anno zero. Devo uscire dalla mia zona di comfort, farmi riscoprire, dimostrare il mio valore in una piazza così prestigiosa. Lavorerò per conquistarmi il posto. So che posso dare tanto, voglio iniziare forte sin da subito”.
Caccin porterà in giallorosso
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Antonio Mandato, il nuovo Ds del Bassano: “Puntiamo alla parte sinistra della classifica”
C’è molto entusiasmo nelle parole di Antonio Mandato, il nuovo direttore sportivo del Bassano. Dopo tre stagioni a Montecchio e una lunga esperienza tra dilettantismo e professionismo, è arrivato il colore giallorosso nella carriera del padovano. “La chiamata del Bassano è stata una bella sorpresa. Non è una piazza qualsiasi: c’è storia, c’è passione e, soprattutto, c’è competenza. L’approccio è stato più che positivo”, racconta il Ds. Mandato porta con sé un bagaglio molto ricco: tra le altre è stato presidente del Camisano per dieci anni e ha lavorato nel Vicenza Calcio, dove dal 2013 al 2017 ha ricoperto i ruoli di responsabile del settore giovanile e di vicepresidente. “Quegli anni mi hanno fatto crescere molto, mi hanno permesso di toccare con mano sia il mondo dilettantistico sia quello professionistico. A Vicenza lavoravamo con i migliori settori giovanili d’Italia”. La conoscenza dei giocatori del territorio è uno dei punti di forza del nuovo direttore: “Conosco bene l’ambiente e diversi ragazzi della rosa li ho visti crescere in passato. Ritrovarli ora qui a Bassano è uno stimolo in più”. Il mercato, nel frattempo, ha seguito una linea chiara: “Siamo stati molto attivi e siamo arrivati a metà luglio con la squadra praticamente al completo. L’idea è stata quella di puntare su giovani affamati, con voglia di emergere, ma anche di confermare l’ossatura storica: giocatori come Marchiori, Stefanelli e Costa rappresentano l’identità del club”. Mandato conferma la permanenza anche di Cecchin e Moro, due talenti locali su cui si punta molto: “Sono due giocatori che possono davvero esplodere e confermare tutto quello che hanno già dimostrato”.
Dopo una stagione difficile, culminata con una salvezza sofferta, il Ds è chiaro anche sugli obiettivi: “Vogliamo migliorare l’annata precedente. Il campionato sarà molto competitivo, ma puntiamo ad arrivare tra le prime otto”. Che Bassano sarà? “Ci sarà massimo impegno dalla prima all’ultima partita. Questo gruppo ha un forte senso di appartenenza. Vogliamo dimostrarlo sul campo e dare soddisfazione alla città”. (s.p.)
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Giacomo Caccin
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Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul
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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
Hockey. Il talentuoso difensore fa il grande salto in Europa: “Pronto per una stagione vincente”
Robert Calisti sbarca ad Asiago: il difensore canadese è il nuovo rinforzo giallorosso
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l mercato estivo dell’Hockey Club Asiago si arricchisce di un nuovo volto internazionale. La società altopianese ha ufficializzato l’ingaggio di Robert Calisti, difensore canadese classe 2001, che indosserà la maglia numero 21 nella stagione 2025/2026.
Nato a Toronto, Calisti arriva in Italia dopo aver maturato esperienza nei principali campionati nordamericani. Cresciuto hockeysticamente tra le fila dei Soo Greyhounds nella prestigiosa Ontario Hockey League (OHL), si è poi fatto notare nel circuito professionistico della ECHL, una lega trampolino per molti talenti.
Nella stagione 2022/2023, Calisti ha indossato la maglia dei Florida Everblades, collezionando 42 presenze e 22 punti (10 reti e 12 assist). Ha poi proseguito con i Kalamazoo Wings, dove ha aggiunto altri 15 incontri e 10 punti al suo curriculum.
Francesco Forte torna
all’Asiago: “Felice di essere di nuovo a casa”
È ufficiale: Francesco Forte è di nuovo un giocatore dell’Hockey Club Asiago. Il difensore classe 1999, cresciuto nel vivaio stellato, rientra nel roster della prima squadra e sarà pronto a dare battaglia nella nuova stagione con la sua consueta maglia numero 2. Il ritorno del 26enne è accolto con grande entusiasmo da tifosi e società. Nato e cresciuto ad Asiago, Forte ha esordito con i senior nella stagione 2016/2017, diventando ben presto un punto fermo della difesa giallorossa. In sette stagioni consecutive con il club altopianese, ha collezionato successi importanti, fra cui due titoli di Alps Hockey League, uno Scudetto nel 2020 e un triplete storico nel 2022, con Supercoppa, Campionato e Alps. Nel 2022 ha vissuto una breve parentesi nella ICE Hockey League, sempre con Asiago, con cui ha sollevato un’ul-
teriore Supercoppa, prima di trasferirsi ai Fassa Falcons in Alps, dove ha militato anche nella stagione successiva. Nel 2024/2025 ha giocato con il Cortina, conquistando un altro Campionato Italiano, il secondo della sua carriera.
Ora, Forte è pronto a rientrare nel suo club di origine con uno zaino carico di esperienza, maturità e voglia di rimettersi in gioco.
Le prime parole del difensore dopo il ritorno in giallorosso:
“Ciao! Dopo quasi tre anni torno con grande emozione nella mia Asiago. È sempre stato il mio sogno tornare a vestire questi colori. Mi sto preparando al massimo per essere pronto e dare tutto per la squadra. Non vedo l’ora di rientrare sul ghiaccio di casa. Forza Asiago”! (p.b.) Francesco Forte
Nel 2023/2024 ha iniziato ancora a Kalamazoo (23 gare, 12 punti), per poi trasferirsi agli Atlanta Gladiators, dove ha contribuito con 18 punti in 40 match. La scorsa stagione, invece, l’ha vista impegnato tra i Jacksonville Icemen (33 partite) e i Reading Royals, con cui ha chiuso con un bottino di 14 punti in 22 presenze.
“Sono felicissimo di giocare con l’Asiago questa stagione, non vedo l’ora di arrivare ed iniziare! – ha dichiarato Calisti ai canali ufficiali del club – Mi aspetto una stagione ricca di successi”.
Per Calisti si tratta della prima esperienza europea, e l’Hockey Club Asiago punta su di lui per aggiungere qualità e solidità al reparto arretrato. Il suo stile di gioco dinamico e offensivo potrebbe rivelarsi una risorsa importante anche in fase di costruzione e powerplay.
Paola Bigon
Robert Calisti
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segue da pag. 1
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto “Contenuti
anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24. Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tut-
ti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
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n bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova. Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve unità, ma la Lega
ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”.
Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
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PRIMI CITTADINI
A cura di Vincenzo Gottardo
le interviste ai sindaci del Veneto dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35
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Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
Il personaggio
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Matteo Ribon
• Chi è Giacomo Brunoro
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Medicina Generale, il Veneto spinge per la riforma
Un passo decisivo verso il riconoscimento universitario della Medicina Generale arriva dal Veneto, dove il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge statale n. 27 per la riforma dei corsi di formazione dei futuri medici di base. La proposta, che ora sarà trasmessa al Parlamento nazionale, ridisegna il percorso formativo, attribuendo pieno valore accademico a una specializzazione sempre più cruciale per il sistema sanitario.
Il cuore del provvedimento è la nascita di un Dipartimento integrato Università–Servizio sanitario regionale, un organismo che, sotto il coordinamento del Ministero dell’Università e della Salute, includerà in modo strutturato le aziende sanitarie all’interno della rete formativa, con particolare attenzione ai tirocini sul territorio.
Promossa dalla vicepresidente della commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon (PD), e sostenuta trasversalmente da consiglieri di maggioranza e opposizione, l’iniziativa vuole colmare un vuoto normativo e culturale, offrendo pari dignità accademica alla Medicina Generale rispetto alle altre specializzazioni.
«Non è solo un cambiamento formale, ma una riforma strutturale della formazione e dell’organizzazione della medicina territoriale», ha sottolineato Bigon. Tra le novità principali, anche la nuova denominazione del corso, che diventerà “Medicina Generale di Comunità e Cure Primarie”, per sottolineare il ruolo chiave del medico di base all’interno della sanità di prossimità. Il corso avrà durata quadriennale, con un percorso di transizione nella fase iniziale, e garantirà agli specializzandi borse di studio equiparate a quelle previste per le altre discipline mediche.
Apprezzamento è arrivato anche dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e la necessità di superare l’attuale assetto formativo: «La sfida vera oggi è rafforzare le cure primarie. Non possiamo che sostenere questa proposta».
La riforma punta quindi a formare professionisti con competenze cliniche e organizzative avanzate, in grado di affrontare le nuove esigenze della popolazione e contribuire al rilancio della sanità pubblica, partendo proprio dal territorio. Con l’approvazione in Regione, ora la palla passa al Parlamento.
Tumore alla prostata: in Veneto parte la nuova terapia
Il Veneto compie un importante passo avanti nella lotta contro il tumore alla prostata introducendo una terapia innovativa riservata ai pazienti in stadio avanzato della malattia. Si tratta della Radioligand Therapy (RLT), trattamento d’avanguardia che unisce medicina nucleare e oncologia di precisione, ora attivo in quattro centri altamente specializzati della Regione. Ogni anno in Veneto vengono diagnosticati oltre 3.000 nuovi casi di tumore alla prostata, la neoplasia più frequente tra gli uomini. Sebbene le percentuali di sopravvivenza siano tra le più alte in Italia, le forme più aggressive della patologia continuano a rappresentare una sfida rilevante. Proprio per questi pazienti, che hanno già esaurito le terapie convenzionali, la RLT offre oggi una nuova possibilità. La terapia con radioligandi si basa su un principio semplice ma estremamente sofisticato: colpire selettivamente solo le cellule tumorali, sfruttando marcatori biologici presenti sulla loro superficie. I radioligandi funzionano come “sonde intelligenti” che veicolano piccole dosi di radiazioni direttamente al bersaglio, riducendo l’impatto sui tessuti sani e minimizzando gli effetti collaterali. In questo modo diagnosi e trattamento si integrano in un’unica strategia terapeutica, aprendo le porte a cure sempre più personalizzate e meno invasive, capaci di migliorare non solo la prognosi, ma anche la qualità della vita del paziente. A rendere operativa questa innovazione sono quattro strutture d’eccellenza scelte dalla Regione Veneto:
•Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova
•IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
•Ospedale dell’Angelo di Mestre
•Ospedale San Bortolo di Vicenza
In ciascuno di questi centri lavorano in sinergia urologi, oncologi, medici nucleari e altri specialisti, impegnati nella definizione di percorsi terapeutici su misura, con una presa in carico multidisciplinare dei pazienti.
Con l’introduzione della radioterapia con radioligandi, il Veneto si conferma tra le regioni italiane più attente all’innovazione in ambito oncologico, rafforzando il proprio ruolo di riferimento nazionale nella cura dei tumori urologici. Una sanità che guarda al futuro, investendo su tecnologie avanzate e approcci integrati per garantire cure sempre più efficaci e centrate sulla persona.
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Sanità e tecnologia. Punti di facilitazione per aiutare le persone con SPID, CIE e Fascicolo Sanitario
Accordo ULSS 7–Avatar: al via sportelli per l’assistenza digitale gratuita ai cittadini
Con un finanziamento PNRR di oltre 462mila euro, parte nell’Alto Vicentino il progetto AVATAR: a Schio e Thiene aperti sportelli per offrire assistenza digitale gratuita ai cittadini nell’uso dei servizi sanitari
Firmato a Schio l’accordo tra l’Azienda Sanitaria e i Comuni del progetto AVATAR: nuovi punti di facilitazione digitale per aiutare le persone ad accedere ai servizi sanitari online e ridurre il divario tecnologico
Nasce ufficialmente il nuovo servizio di assistenza digitale dedicato ai cittadini dell’ULSS 7 Pedemontana, grazie all’accordo siglato con i Comuni aderenti al progetto AVATAR (Alto Vicentino Alleanza Territoriale per Azione in Rete). L’iniziativa, finanziata con 462.200 euro del PNRR (Misura 1.7.2 “Rete dei servizi di facilitazione digitale”), punta a ridurre il divario digitale e a favorire l’inclusione di tutti nella società digitale.
Il progetto, con il Comune di Schio come capofila, ha previsto l’apertura di sportelli di assistenza digitale gratuita, già operativi a Schio (ex Ospedale De Lellis, ogni lunedì dalle 8.30 alle 12.30) e Thiene (Centro polifunzionale di via Boldrini, ogni mercoledì dalle 8.30 alle 12.30). Gli sportelli offrono supporto personalizzato per l’utilizzo dei servizi digitali, in particolare quelli sanitari: dall’accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico, a prenotazioni, cambio medico, consultazione referti, oltre a consigli su SPID, CIE e sicurezza online.
«Offrire servizi concreti e di prossimità è una delle prerogative del progetto Avatar attivo nei 12 Comuni dell’Alto Vicentino – commenta Cristina Marigo, sindaco di Schio e capofila del progetto –. Con questa iniziativa vogliamo rendere più semplice l’accesso ai servizi, aiutando le persone a superare le barriere tecnologiche. È un ulteriore passo per rispondere ai bisogni quotidiani dei cittadini e ridurre il divario digitale».
Il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana, Carlo Bramezza, evidenzia come la sanità veneta abbia compiuto importanti passi verso la digitalizzazione, con notevoli vantaggi per i cittadini in termini di risparmio di tempo, denaro e benefici ambientali, riducendo la necessità di spostamenti. «Allo stesso tempo – sottolinea – abbiamo sempre mantenuto un presidio territoriale per chi ha meno familiarità con gli strumenti digitali. Con questa iniziativa puntiamo a far crescere la
quota di utenti che utilizza i servizi telematici, offrendo formazione per renderli autonomi. Ringrazio l’Amministrazione di Schio e gli altri partner per questa opportunità».
A supporto del progetto opera anche Pasubio Tecnologia, che cura la formazione e il coordinamento dei facilitatori digitali. «Lavoriamo perché i servizi siano semplici ed efficaci – spiega l’amministratore unico, ing. Laura Locci –. La trasformazione digitale deve essere giusta e inclusiva, non una gara a chi può vantare per primo nuovi servizi, magari basati sull’intelligenza artificiale, solo perché è di moda». Qualche dato: nel 2024, in ULSS 7 Pedemontana si sono registrati circa 14.720 movimenti tra cambi e nuove scelte del medico di base o pediatra (circa 40 al giorno), che rappresentano solo una parte delle procedure che la digitalizzazione potrà rendere più semplici e accessibili a tutti.
ULSS 7 Pedemontana premia il merito: oltre 800mila euro per valorizzare 883 dipendenti
Riconoscimenti economici tra 700 e 1.200 euro annui grazie a un sistema basato su valutazioni e anzianità
Oltre 800mila euro destinati a valorizzare il personale sanitario dell’ULSS 7 Pedemontana: è questo il risultato dell’erogazione dei Differenziali Economici di Professionalità (DEP), integrati direttamente negli stipendi di giugno per 883 lavoratori del comparto. Si tratta di un riconoscimento concreto per l’impegno e la professionalità dimostrati nel corso degli ultimi anni.
Il provvedimento, frutto di un accordo sindacale sottoscritto a dicembre scorso, si basa su un modello meritocratico che tiene conto della media delle valutazioni individuali degli ultimi tre anni e dell’esperienza professionale maturata. Non un bonus distribuito in maniera indiscriminata, dun-
que, ma una premialità selettiva orientata a rafforzare la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. Il contributo economico, che varia da 700 a 1.200 euro lordi annui per ciascun dipendente interessato, è stato reso possibile grazie a uno stanziamento complessivo di 807.400 euro, stanziati nel bilancio dell’Azienda Sanitaria. «Parliamo di risorse importanti – ha sottolineato il Direttore Generale Carlo Bramezza – che testimoniano l’impegno dell’Azienda nel valorizzare chi ogni giorno contribuisce con competenza e dedizione al buon funzionamento del nostro sistema sanitario. La scelta di adottare criteri oggettivi e selettivi è un segnale chiaro: chi lavora bene, viene premiato. Il dialogo con le organizzazioni sindacali è stato fondamentale per raggiungere questo risultato».
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive
INVOLTINI
I ZUCCHINE GRIGLIATE
Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.
Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini
Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.
LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)
Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.
Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe
Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.
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CROSTATA DI LIMONE
Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.
Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo
Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro
Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.
Rubrica a cura di Sara Busato
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