“Svolta storica, daremo un solido futuro al Veneto”
Turismo e agricoltura, un anno positivo, ma preoccupano i tagli Ue al primario
RITORNO IN CLASSE
IE’ quasi certo, al voto il 23 novembre
l tempo scorre e di convocazione di elezioni regionali non si vede neppure l’ombra. Tutto ormai lascia presagire che la consultazione che chiamerà al voto i veneti per eleggere il nuovo consiglio regionale e soprattutto il tanto atteso nuovo presidente si terrà il prossimo 23 novembre ovvero la data ultima possibile.
A fissare la data delle elezioni dovrà essere, così stabilisce la legge, l’attuale amministrazione, quindi il decreto di indizione porterà la firma del Presidente Zaia e, appunto, non potrà andare oltre il 23 novembre. Il fatto che si arrivi all’ultimo giorno utile, evidentemente, non nasconde le forti tensioni che si vivono nella maggioranza attualmente al governo della regione Veneto. La difficoltà, dunque, a trovare una sintesi tra riunioni sul territorio e vertici romani è palpabile e sta producendo questo continuo slittamento.
Nei giorni scorsi il Ministro e Segretario della Lega, Matteo Salvini ha provato a rompere gli indugi e a lanciare la candidatura di un suo fedelissimo, il giovane e brillante segretario veneto del partito, Alberto Stefani. Una proposta, questa, che ha trovato, immediatamente, il via libera del presidente Luca Zaia e del Sindaco di Treviso, Mario Conte.
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Le difficoltà della scuola non si fermano al calo delle nascite: edifici obsoleti, spazi inadeguati e una forza lavoro priva di stabilità aggravano un quadro già critico
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Valentina Martelli, visione creativa italo-americana nel mondo dei media
A POCHI GIORNI DI DISTANZA DUE VIOLENZE INAUDITE
Un professore sessantaduenne accoltellato per un rifiuto e una quarantatrenne aggredita dall’ex marito in una sala slot
APERTA E VALE 600 MILIONI
Intanto Agsm Aim ha messo a segno la maxi fornitura di gas per la Pubblica Amministrazione
IScuola sotto pressione
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
l suono della prima campanella in classe quest’anno è arrivato in un contesto di speranze e di preoccupazioni per la scuola veneta. Da un lato ci sono le immissioni in ruolo disposte dall’Ufficio scolastico regionale: più di 4.000 docenti assunti, di cui 950 di sostegno, rappresentano un segnale positivo dopo anni di contenziosi e supplenze frequenti. È una boccata d’ossigeno che può dare maggiore stabilità alle classi e migliorare la continuità didattica.
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Oggetti e mobili ancora in buono stato come biciclette, divani, poltrone ecc. possono essere portati ai Centri del riuso, dei punti dove donare beni riutilizzabili per evitare che diventino rifiuti da smaltire. del riuso
Tornano i “Venerdì
memoria, cultura e grandi ospiti
Ritorna a Bassano del Grappa “Venerdì Storia. Incontri sul filo della memoria”, la rassegna che da oltre dieci anni porta in città storici, accademici e testimoni per raccontare eventi, figure e processi che hanno segnato la nostra storia. Dal 26 settembre al 22 novembre la Biblioteca civica propone un calendario ricco e articolato, organizzato con la collaborazione di numerose associazioni locali e realtà culturali. Ideato nel 2012, il ciclo ha già totalizzato oltre duecento appuntamenti e più di dodicimila presenze complessive, coinvolgendo un pubblico ampio e trasversale, con una partecipazione significativa degli studenti delle scuole superiori. Un successo che conferma come la memoria storica sia un bene condiviso e un terreno fertile per la formazione civica e culturale delle nuove generazioni. Il primo appuntamento, venerdì 26 settembre in Sala Chilesotti, sarà dedicato ad Antonio Giuriolo, intellettuale e partigiano vicentino cui si ispirò Luigi Meneghello nel romanzo I piccoli maestri. La conferenza sarà accompagnata dalla proiezione del documentario La religione della libertà con gli autori Marco Zuin e Giulio Todescan. Il 3 ottobre il demografo Gianpiero Dalla Zuanna analizzerà le sfide del Veneto di fronte a un futuro segnato dal calo delle nascite, mentre l’8 ottobre Stefano Gasparri ricostruirà le origini di Venezia. Novità assoluta, il 17 ottobre la rassegna uscirà dai suoi spazi tradizionali per approdare alla sede di Baxi, in occasione dei cento anni delle storiche Smalterie bassanesi, simbolo dello sviluppo industriale cittadino. Seguiranno incontri sull’Altomedioevo, sulla scuola italiana raccontata da Mario Isnenghi, sull’archeologia della Grande Guerra e sulla Resistenza vicentina. A chiudere, il 22 novembre, una giornata dedicata al professor Giamberto Petoello, figura di riferimento della cultura bassanese. La partecipazione è libera fino a esaurimento posti, con possibilità di seguire gli eventi anche in streaming. Un’occasione per riflettere insieme sul valore della memoria, della ricerca e della condivisione culturale.
Redazione Bassano
Scuola sotto pressione
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
Dall’altro, però, gli addetti ai lavori continuano a segnalare buchi importanti: nonostante le nuove assunzioni, all’appello dell’avvio d’anno mancano ancora alcune centinaia di insegnanti, con particolari difficoltà nelle primarie e in alcune discipline scientifiche. Il risultato pratico è che in molte scuole si prevedono ancora orari ridotti o ricorsi massicci alle supplenze, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’apprendimento e organizzazione per le famiglie.
L’Ufficio scolastico regionale ha intensificato le comunicazioni e le operazioni di assegnazione delle cattedre in queste settimane: si sono susseguiti provvedimenti e incontri per coordinare le ultime nomine prima dell’inizio delle lezioni. Questo lavoro “dietro le quinte” è cruciale, ma non può sostituire una programmazione strutturale a medio termine e, soprattutto, continuare a lasciare nella precarietà centinaia di insegnanti che ogni autunno devono attendere le chiamate degli istituti per sapere dove e quanto lavoreranno.
Accanto alle difficoltà di organico pesa il capitolo del caroscuola. Le famiglie venete si trovano a fare i conti con spese sempre più consistenti: libri di testo che in alcuni casi superano i 300 euro a studente alle medie e arrivano a sfiorare i 500 euro nei licei, trasporto scolastico che incide sensibilmente nei bilanci di chi vive fuori dai centri urbani, rette delle mense che non fanno che crescere per effetto dell’inflazione.
Una parte di queste spese è alleggerita dai contributi regionali o comunali, buoni libro, agevolazioni per le tariffe, borse di studio, ma la coperta è corta e la disparità tra territori anche vicini resta evidente. Alcuni municipi riescono a garantire sostegni significativi, altri faticano a trovare le risorse, creando un mosaico di opportunità che non sempre assicura equità.
Il punto politico è chiaro: le soluzioni tampone non bastano più. Servono politiche che affrontino il problema alla radice, piani di reclutamento più stabili, formazione continua che risponda ai bisogni delle scuole locali, incentivi per trattenere i docenti nei territori più fragili e, parallelamente, interventi più strutturati a sostegno delle famiglie. La scuola non è solo organici e cattedre: è anche accessibilità economica, condizioni che permettano a ogni ragazzo di iniziare l’anno senza pesi eccessivi sulle spalle dei genitori.
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Il caso. Riflessioni sociali e urbane dopo due episodi drammatici
Due città, una ferita: la violenza che scuote Bassano e Marostica
F
ine agosto e inizio settembre 2025 hanno lasciato un segno profondo nella vita di due comunità vicine, Bassano del Grappa e Marostica. Nel giro di pochi giorni, entrambe sono state teatro di episodi di violenza estrema: l’accoltellamento di un professore del liceo Brocchi e il tentato femminicidio in una sala slot. Due fatti distinti, ma accomunati da un minimo comune denominatore: la cronaca nera irrompe nella quotidianità, incrinando il senso di sicurezza collettivo. Il 26 agosto, un docente di 62 anni è stato accoltellato lungo viale XI Febbraio. L’aggressore, un trentatreenne con disturbi psichiatrici e precedenti per
schiena, sfiorando organi vitali. Operato d’urgenza, il professore è sopravvissuto. L’arresto è arrivato in meno di 24 ore, grazie alle telecamere e alla segnalazione di un tassista che ha riconosciuto l’uomo dalle scarpe rosse. Il caso mette in luce l’intreccio tra disagio psichico e rischio sociale: fragilità personali che, senza monitoraggio, possono sfociare in tragedia. Nella notte tra il 6 e il 7 settembre, in viale Monte Grappa a Marostica, una donna di 43 anni è stata aggredita dall’ex marito, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo l’ha colpita brutalmente davanti ad altri clienti di una sala slot. La scena ha rivelato una dinami-
violenza in famiglia, lo ha colpito dopo un banale rifiuto a offrire una sigaretta. La lama in ceramica si è spezzata contro la
ca sconcertante: molti presenti sono rimasti immobili, paralizzati, mentre a intervenire è stata una cliente donna che ha
trovato il coraggio di affrontare l’aggressore e chiamare i soccorsi. Grazie al suo gesto, unito al pronto intervento dei Carabinieri e del Suem 118, la vittima è stata salvata e l’uomo arrestato per tentato omicidio aggravato. La donna aggredita è ora ricoverata in prognosi riservata, non in pericolo di vita. Questi episodi riflettono due forme diverse di violenza: la casualità di un’aggressione scatenata da un impulso incontrollato e la persistenza della violenza di genere. In entrambi i casi, il territorio ha vissuto uno shock collettivo: la violenza che solitamente si associa alle grandi città ha in-
vaso il quotidiano di comunità medio-piccole, considerate più protette. La reazione della società civile diventa cruciale: se da un lato il coraggio individuale può salvare vite, dall’altro il silenzio e l’immobilità rischiano di trasformarsi in complicità. L’aggressore di Bassano era già seguito dai servizi di salute mentale: il suo gesto dimostra quanto la mancata presa in carico completa possa trasformare un disagio in pericolo pubblico. Nel caso di Marostica, emerge la dinamica patologica del possesso e della violenza di genere, dove l’ex partner diventa il simbolo di un “controllo perduto” da riaffer-
mare con brutalità. Due storie diverse, unite dall’incapacità di gestire impulsi e frustrazioni. Entrambi i casi mostrano quanto sia fondamentale l’integrazione tra strumenti di sorveglianza, rapidità di intervento e partecipazione attiva dei cittadini. Le telecamere hanno incastrato l’aggressore di Bassano, la prontezza di una cliente ha fermato il femminicidio a Marostica. La sicurezza urbana, quindi, non può essere ridotta a pattuglie e videosorveglianza, ma deve comprendere una rete sociale attenta, capace di cogliere segnali e di intervenire.
Paola Bigon
I sindaci di Bassano e Marostica: comunità unite e solidali contro la violenza
Dopo i drammatici episodi che hanno scosso il Bassanese – l’accoltellamento del professore del liceo Brocchi e il tentato femminicidio a Marostica – arrivano le prese di posizione dei sindaci.
A Bassano del Grappa, la giunta ha deliberato la costituzione di parte civile nel procedimento penale contro l’aggressore del docente. «La comunità bassanese respinge con forza ogni forma di violenza che mette a rischio la vita e la sicurezza dei cittadini», ha dichiarato il sindaco Nicola Finco, ricordando anche il ruolo decisivo della Polizia Locale nell’analisi dei sistemi di videosorveglianza
Ai microfoni di Radio Veneto24 lo stesso Finco ha aggiunto: «Questi episodi ci ricordano che la sicurezza non è mai scontata. Servono più strumenti di prevenzione, ma anche una comu-
nità vigile, capace di collaborare con le forze dell’ordine».
A Marostica, il sindaco Matteo Mozzo ha espresso vicinanza alla donna aggredita dall’ex marito e ha ringraziato Carabinieri, Suem e soprattutto la cliente che ha trovato il coraggio di fermare l’aggressione mentre gli altri presenti restavano immobili: «Un gesto di grande temerarietà che dimostra quanto la solidarietà umana possa fare la differenza».
Mozzo ha ribadito che «la violenza di genere è un’emergenza sociale che non possiamo e non dobbiamo tollerare. A Marostica non c’è spazio per la violenza» (p.b.)
Nicola Finco sindaco di Bassano
Matteo Mozzo sindaco di Marostica
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Focus scuola/1. Un’analisi sui dati demografici e le scelte dell’amministrazione
Meno bambini, più cantieri: Bassano investe milioni mentre le classi si svuotano
ABassano del Grappa, come nel resto d’Italia, le culle vuote si traducono in aule sempre più vuote. La contrazione delle nascite sta mettendo a dura prova il sistema scolastico cittadino, costringendo l’amministrazione a prendere decisioni difficili e a ripensare l’intera rete degli edifici scolastici. La chiusura della storica scuola Cremona, avvenuta nei mesi scorsi, è solo l’ultimo segnale di una tendenza che sembra inarrestabile. Nel 2024 sono nati a Bassano solo 239 bambini, e nei primi sei mesi del 2025 i nuovi arrivati sono stati appena 118. Se il trend dovesse continuare, le proiezioni per l’anno scolastico 2029/2030 mostrano un calo drastico: si prevedono circa 409 alunni in meno nelle scuole primarie (equivalenti a 24 classi) e una riduzione di 157 studenti alle medie (pari a 7 classi).
L’era
Un esempio concreto degli effetti di questa denatalità si è avuto alla scuola San Francesco di Rondò, dove la prima classe non è stata avviata a causa di sole 11 iscrizioni. Nonostante il provvedimento, 4 dei 11 bambini frequenteranno la stessa scuola, inseriti in una pluriclasse con gli alunni di terza. I genitori dei restanti 7 bambini hanno optato per le scuole XXV Aprile e San Lazzaro, attratti anche dalla possibilità del tempo pieno. Anche la scuola Pascoli, con il suo indirizzo montessoriano, è costretta a spostarsi. Per i prossimi due anni, gli alunni saranno ospitati negli spazi dell’Istituto Scalabrini, garantendo così la continuità del loro percorso educativo. Il Comune, per assicurare un’adeguata sistemazione, ha accettato un canone annuo di 118.040 euro. Terminato questo
periodo, sarà necessario individuare una sede definitiva. Il calo delle nascite non è l’unica sfida. L’amministrazione deve gestire 25 edifici scolastici, tra elementari, medie, asili nido e scuole materne, e deve farlo in un’ottica di sicurezza, modernità e sostenibilità. Per questo, sono già iniziate le indagini strutturali su tutti gli edifici per capire dove e come intervenire.
Confermati tutti i servizi parascolastici. Tra questi il sostegno al trasporto pubblico scolastico, finanziato al 60%, per garantire spostamenti sicuri ed economici agli studenti. A ciò si aggiunge il bonus mensa per la scuola dell’infanzia e primarie statati, a sostegno delle famiglie a basso reddito. Nonostante le difficoltà, la città guarda avanti. È stato infatti approvato il progetto esecutivo per la costruzione
della nuova scuola Canova. Con un investimento di 9 milioni di euro, nascerà la più grande scuola elementare della città: un edificio moderno e funzionale con 20 aule e una superficie di oltre 3.500 metri quadrati. La nuova Canova, oltre a offrire spazi all’avanguardia per gli studenti di oggi, sarà un punto di riferimento strategico per la futura riorganizzazione della rete scolastica cittadina.
dei cellulari a scuola volge al termine, gli istituti si stanno organizzando
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, gli istituti superiori di Bassano si preparano a dire addio all’uso libero dei telefoni cellulari in classe, allineandosi alle regole già in vigore nelle scuole elementari e medie. La circolare ministeriale dello scorso giugno ha evidenziato gli effetti negativi di un uso eccessivo dello smartphone su salute, benessere e rendimento scolastico degli studenti, lasciando agli istituti ampia autonomia nella gestione delle modalità di applicazione.
“Il ministero prevede il divieto del cellulare durante l’orario scola-
La sfida demografica resta dunque aperta e complessa, ma Bassano sceglie di affrontarla investendo sul futuro. Se da un lato le culle vuote impongono razionalizzazioni, dall’altro la nascita di una scuola dimostra la volontà di non arrendersi, ma di trasformare la crisi in occasione di rinnovamento.
Sara Busato
stico – commenta Martina Polo, dirigente del Liceo Brocchi – sia durante le lezioni che negli intervalli. Nell’ambito della loro autonomia, gli istituti possono decidere le modalità di applicazione e le eventuali sanzioni”. Presidi e docenti sono al lavoro per aggiornare i regolamenti interni e recepire le indicazioni ministeriali. La circolare del 16 giugno ha esteso il divieto anche alle scuole superiori, lasciando però libertà a ciascun istituto di definire le modalità operative. Al Liceo Brocchi si è deciso di adottare un approccio graduale, puntando
sulla fiducia nei ragazzi. Fino allo scorso anno, l’uso dello smartphone era consentito anche per fini didattici; ora entrerà in vigore un divieto assoluto. Alcuni istituti si stanno attrezzando con armadietti in cui riporre i telefoni, altri con porta-cellulari da parete. Il contesto nazionale conferma l’urgenza di misure simili: i dati delle prove Invalsi mostrano un aumento della quota di studenti delle superiori con scarse competenze in italiano e matematica, fenomeno collegato anche alla diffusione dei dispositivi mobili in classe. (s.b.)
Focus scuola/2. Un’inchiesta sullo stato dell’edilizia scolastica e sulle (poche) risorse disponibili
Scuole vecchie per un mondo che cambia: il ritardo della manutenzione scolastica
Con l’avvio del nuovo anno scolastico tornano in primo piano i nodi irrisolti che da anni pesano sul mondo dell’istruzione: strutture vecchie, numeri in calo e precarietà del personale. Temi che non riguardano solo Bassano, ma che rispecchiano una tendenza nazionale.
Gli edifici scolastici del territorio, come in molte altre città italiane, mostrano i segni del tempo. Aule concepite decenni fa, impianti che richiedono interventi di messa in sicurezza e spazi non sempre adeguati ai nuovi bisogni educativi. “Sarebbe stato opportuno, sottolinea Maria di Pino, segretaria dem del circolo di Bassano - avviare una riflessione e una pianificazione prima dell’inizio delle lezioni. In questo contesto, va accolta positivamente l’iniziativa dell’amministrazione Finco che ha attivato un tavolo di confronto con dirigenti, tecnici e rappresentanti dei genitori. Un passo nella direzione giusta, ma che ora deve tradursi in scelte concrete. Le analisi in corso restituiranno dati importanti, ma il tempo stringe: famiglie e studenti chiedono risposte certe e programmi a lungo termine”.
A complicare ulteriormente il quadro c’è il calo demografico, fenomeno che riguarda tutta Italia ma che si fa sentire in modo particolare nelle scuole primarie. La diminuzione delle iscrizioni costringe i Comuni a rivedere la rete scolastica, con il rischio di accorpamenti o chiusure di plessi storici. Non si tratta solo di scelte politiche: parametri normativi ben precisi stabiliscono la formazione delle classi e spesso lasciano poco margine di manovra alle amministrazioni locali. Accanto alle criticità strutturali ed organizzative, resta aperta la questione del lavoro precario
nella scuola. “Insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario vivono in una condizione di incertezza che pesa non solo sul loro percorso professionale, ma anche sulla vita personale. - conclude la segretaria di Pino - Una fragilità che non riguarda solo Bassano, ma migliaia di città italiane, e che mina la qualità stessa del sistema educativo”.
La scuola italiana, e con essa quella bassanese, si trova dunque davanti a un bivio. Da un lato c’è la necessità di investire su sicurezza e modernità delle strutture; dall’altro occorre affrontare i cambiamenti sociali e demografici, ripensando il modo stesso di fare scuola.
La scuola non è soltanto il luogo dove si trasmette il sapere, ma il cuore di una comunità che decide come investire nel proprio futuro. La sfida, per Bassano come per l’Italia intera, è trasformare le criticità in un’occasione di rinnovamento. Mettere la scuola al centro delle scelte politiche ed economiche, perché senza una scuola solida, moderna e inclusiva, anche il domani della città rischia di rimanere incerto.
Sara Busato
A Bassano come altrove, i numeri non lasciano scampo: accorpamenti e razionalizzazioni diventano inevitabili. Ma a pagare il prezzo sono le comunità locali e il diritto a una scuola di prossimità
Scuola, la stangata continua: con libro, corredo e cancelleria si va a oltre a mille euro
Il rientro sui banchi si conferma un duro colpo per le tasche delle famiglie italiane. Secondo le stime accompagnare un figlio al primo anno delle scuole superiori può costare più di 1.300 euro. Una cifra che comprende libri, corredo scolastico e ricambi, e che si somma alle spese sostenute durante l’estate, mettendo ulteriormente in difficoltà i bilanci domestici. Il capitolo più pesante resta quello dei libri di testo: già lo scorso anno la spesa media superava i 715 euro e le proiezioni per il 2025 non offrono prospettive migliori. In generale, si registra un aumento medio del 5%: i libri rincarano del 3,8%, la cancelleria del 6,1%, mentre gli articoli di cartoleria sono l’unico segmen-
to in lieve calo, con un -4,1%. In questo quadro cresce il ricorso al mercato dell’usato, che permette risparmi consistenti, fino al 50% rispetto al nuovo. Per esempio, per una prima liceo classico l’acquisto di testi e vocabolari può arrivare a 500 euro, ma con l’usato la spesa si riduce a circa 350 euro. Anche la grande distribuzione si muove per venire incontro alle fa-
miglie: sempre più supermercati propongono sconti fino al 15% sui testi nuovi. A ciò si aggiunge l’espansione del mercato online, dove le piattaforme dedicate allo scambio di libri registrano un aumento esponenziale di utenti, confermandosi una valida alternativa per contenere i costi. Un ritorno a scuola che, tra rincari e sacrifici, somiglia sempre più a una corsa a ostacoli per le famiglie. La sfida ora è trovare soluzioni concrete e durature: dal potenziamento del mercato dell’usato al sostegno delle piattaforme di scambio, passando per politiche pubbliche capaci di alleggerire un peso che, anno dopo anno, rischia di trasformare il diritto allo studio in un lusso. (s.b.)
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Maria di Pino
Il patto. Quasi 14 milioni di euro per digitalizzazione, mobilità sostenibile, verde, sociale e rigenerazione
I Sindaci dell’Area Urbana Pedemontana fanno squadra per il futuro del territorio
Un’alleanza strategica tra Comuni per migliorare servizi, infrastrutture e qualità della vita. È questo il senso dell’incontro che si è svolto a Colceresa tra i Sindaci dell’Area Urbana Pedemontana (AUP), la macroarea riconosciuta dalla Regione Veneto nell’ambito della Strategia Integrata di Sviluppo Urbano Sostenibile (SISUS), sostenuta dai fondi del PR FESR 2021-2027. A disposizione quasi 14 milioni di euro, già destinati a un pacchetto di progetti che spaziano dalla digitalizzazione alla rigenerazione urbana, dalla mobilità sostenibile agli interventi sociali, fino al sostegno alle imprese.
A guidare il percorso è Bassano del Grappa, comune capofila e Autorità Urbana, che coordina dodici amministrazioni: Breganze, Cassola, Colceresa, Malo, Marostica, Mussolente, Rosà, Sarcedo, Schio, Thiene, San Vito di Leguzzano e Valdagno. Una rete che, come ha sottolineato il sindaco di Bassano Nicola Finco, trova nuova forza dopo l’apertura definitiva della Superstrada Pedemontana Veneta, infrastruttura che ha reso più diretto il collegamento tra territori prima distanti. «Tutti i progetti hanno un obiettivo chiaro – ha dichiarato Finco –: migliorare la qualità della vita e i servizi offerti a cittadini e imprese. La sinergia tra Comuni è una scelta strategica e una grande opportunità».
Durante l’incontro di Colceresa, amministratori e tecnici hanno fatto il punto sullo stato di avanzamento delle opere e condiviso il cronoprogramma dei prossimi mesi con la Regione Veneto. È stata inoltre avviata una riflessione su possibili sviluppi futuri della Strategia, segnale di una visione che guarda oltre le prime realizzazioni.
Bassano, rappresentano il cuore del processo di modernizzazione amministrativa. Non meno rilevante è il capitolo dedicato alle piccole e medie imprese del comparto turistico e culturale, con interventi mirati all’innovazione, alla transizione digitale ed ecologica e a una maggiore accessibilità dei servizi.
La sezione verde comprende tre interventi bandiera: la trasformazione in bosco urbano dell’area a sud dell’ospedale San Bassiano di Bassano, il recupero dell’ex Acquapark di Cassola
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Il ventaglio degli interventi finanziati è ampio e tocca molteplici ambiti. Sul fronte digitale, sono in corso My Data 2.0, piattaforma per la gestione dei dati territoriali e dei servizi a cittadini e imprese, e My City 2.0, sistema informativo integrato per rendere la Pubblica amministrazione più interattiva e accessibile. Due strumenti che, coordinati da
gelati, deliziamo con semifreddi, granite siciliane, crepes e molto altro, rendendo ogni momento speciale.
e la rinaturalizzazione di alcune zone urbane a Schio. Tutti progetti pensati per restituire spazi di qualità e sostenibili alle comunità locali. Sul piano della mobilità sostenibile, l’AUP sta realizzando nuove piste ciclabili a Breganze-Colceresa, Thiene, Valdagno e Bassano, oltre a introdurre tre autobus elettrici con relativi punti di ricarica nei depositi di Romano d’Ezzelino. A completare il quadro, sistemi informativi per il trasporto pubblico locale e strumenti di analisi dei dati legati al progetto My Data. Il settore sociale vede invece investimenti importanti nell’edilizia residenziale pubblica e nel co-housing, con alloggi previsti a Bassano, Schio e Thiene. Non solo: vengono potenziati i percorsi di accompagnamento sociale per chi accede ai servizi abitativi, con l’obiettivo di rendere più inclusivo l’accesso alle opportunità.
Infine, un forte impegno è stato riservato alla rigenerazione urbana, con interventi che vanno dalla ristrutturazione dell’ex caserma Fincato a Bassano, destinata a ospitare le associazioni, alla realizzazione dell’Isola dello Sport a Cassola. A Colceresa è già conclusa la rifunzionalizzazione dell’area polivalente del quartiere Angarano, mentre a Mussolente si lavora sul centro polifunzionale di Casoni. A Rosà è prevista la riqualificazione della piazza limitrofa al Duomo, a Sarcedo quella del parco di Villa Ca’ Dotta, a San Vito di Leguzzano la rigenerazione di piazza Marconi. Un mosaico di opere che testimonia la volontà comune di restituire spazi pubblici più vivibili, sicuri e inclusivi.
I sindaci hanno confermato la volontà di proseguire uniti nel percorso intrapreso, convinti che la cooperazione territoriale sia la chiave per affrontare le sfide del futuro. La Pedemontana Veneta, da infrastruttura, diventa così anche metafora di un legame nuovo: un asse che unisce comunità diverse sotto una stessa visione di sviluppo sostenibile.
Redazione Bassano
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Il
Luca Cislaghi: “In Regione serve la voce di chi lavora e fatica ad arrivare a fine mese”
L uca Cislaghi, 36 anni, si presenta con un profilo che affonda le radici nel mondo del lavoro e della rappresentanza sindacale. Dopo un percorso nelle fabbriche e poi nella Cgil, oggi è tecnico commerciale in un’azienda metalmeccanica, consigliere di minoranza a Velo d’Astico e componente della segreteria provinciale e dell’assemblea nazionale del Partito Democratico. La sua candidatura alle elezioni regionali nasce dalla richiesta dei circoli e da una convinzione precisa: riportare in Veneto la voce del lavoro e delle persone in difficoltà.
«Manca da troppo tempo – spiega –una rappresentanza che parli per chi lavora in fabbrica, per chi fatica ad arrivare a fine mese, per chi si è allontanato dalla politica. Io voglio dare voce anche all’Alto Vicentino, un territorio che è stato dimenticato».
Le priorità partono dalla mobilità. Cislaghi critica la mancanza di una visione strategica e propone una svolta: metropolitana di superficie, biglietto unico, investimenti sul trasporto pubblico locale. «Abbiamo ancora tratte ferroviarie a gasolio, come la Vicenza-Schio: servono elettrificazione, doppio binario e una
nuova cultura del trasporto. Sul fronte delle infrastrutture serve anche lo sfogo a nord, con una bretella che colleghi la Val d’Astico, sostenendo turismo e industria».
Altrettanto centrale è il tema del cambiamento climatico, da affrontare con politiche di prevenzione. «Le piogge torrenziali sono ormai la normalità. Dobbiamo investire in sicurezza del territorio: costa meno prevenire che curare i danni dopo».
Capitolo sanità: il Veneto resta un’eccellenza, ma secondo Cislaghi ha perso terreno. «I pronto soccorso sono sotto pressione, bisogna rafforzare la medicina territoriale e rendere reali le case di comunità, con orari e professionisti. Vanno abbattute le liste d’attesa infinite, usando anche la telemedicina. La sanità non è un privilegio: troppe persone hanno rinunciato a curarsi per mancanza di soldi o per i tempi troppo lunghi».
Uno sguardo è rivolto ai giovani, che spesso lasciano la regione per studiare o lavorare altrove. «Non dobbiamo farli scappare. Il tema della casa va riportato al centro: i ragazzi non possono permettersi di costruire un futuro autonomo. E
serve formazione continua, soprattutto nel settore artigianale e industriale, per reggere l’innovazione».
Infine gli anziani, con un accento sulle case di riposo: «Non possiamo trascurarle. Servono posti letto, risorse e servizi per le famiglie. È un tema che, insieme a quello dei giovani, deve essere una battaglia del centrosinistra».
Cislaghi chiude sottolineando il senso del suo impegno: «Mi metto a disposizione con entusiasmo, per riportare in Regione le istanze del territorio e dare una visione concreta del Veneto che vogliamo costruire».
Le priorità di Luca Cislaghi
• Lavoro e rappresentanza
Dare voce a chi lavora in fabbrica, a chi fatica ad arrivare a fine mese e ai territori dell’Alto Vicentino rimasti senza rappresentanza.
• Mobilità e infrastrutture
• Metropolitana di superficie e biglietto unico regionale.
• Elettrificazione e raddoppio della Vicenza-Schio.
• Bretella per la Val d’Astico a sostegno di turismo e industria.
• Clima e sicurezza
Prevenzione contro gli effetti del cambiamento climatico e maggiore attenzione alla fragilità del territorio.
• Sanità
• Rafforzare la medicina territoriale e rendere operative le case di comunità.
• Ridurre le liste d’attesa con telemedicina e nuove assunzioni.
• Alleggerire i pronto soccorso e tutelare il diritto universale alla cura.
• Giovani
• Fermare la fuga di studenti e lavoratori.
• Politiche per l’accesso alla casa.
• Formazione continua nei settori artigianali e industriali.
• Anziani
Maggiori posti letto e risorse per le case di riposo, a sostegno sia degli ospiti che delle famiglie.
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all’indagine congiunturale semestrale sull’andamento dell’occupazione nell’artigianato vicentino realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza emerge una complessiva tenuta a livello provinciale, ma dinamiche divergenti a seconda dei territori e dei settori, che risentono anche della situazione internazionale. Infatti, mentre il Nordest (-1,5%) e l’Ovest vicentino (- 1,3%) mostrano cali occupazionali, il resto della provincia denota una stabilità o addirittura una crescita degli addetti. Scendendo nel dettaglio delle attività economiche, si osserva una forte crescita dell’occupazione per Comunicazione e ICT, che segna un +4,6% rispetto ad un anno prima. Se da un lato è positivo l’andamento nelle imprese di Artigianato artistico e Orafo (+1,3%), Alimentazione (+0,6%) e Legno e Arredo (+0,3%) e quantomeno stabile per Edilizia e Impianti (+0,1%) e Trasporti e Autoriparazione (0,0%), a preoccupare è la flessione nell’occupazione per le imprese del Benessere, che segnano un -5% rispetto a giugno 2024, Moda (-0,6%) e Metalmeccanica, Chimica e Concia (-0,3%).
Nei primi sei mesi del 2025 occupazione in flessione nellʼartigianato a Nordest
Venzo: “Servono politiche per facilitare lʼinserimento dei giovani in azienda”
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sensibili a certi fenomeni e tendenze su scala globale: “Proprio questi ultimi comparti, Moda, Metalmeccanica, Chimica Concia, hanno la loro maggior concentrazione nei territorio dell’Ovest così come nel Nord Est Vicentino, ovvero Asiago, Bassano e Marostica“, nota Sandro Venzo, presidente del raggruppamento di Bassano del Grappa di Confartigianato Imprese Vicenza. Quanto all’età dei lavoratori, sempre a livello provinciale, si registra una forte contrazione per gli occupati dai 30 ai 50 anni, che segnano un -4,2% rispetto a fine giugno 2024, variazione quasi doppia rispetto al -2,2% rilevato a fine 2024. In leggero calo gli occupati under 30, che segnano un -0,5%, mentre continuano ad aumentare gli occupati con più di 50 anni, che segnano un +6,3% rispetto a un anno prima.
Continua Venzo: “I dati in merito all’età degli occupati non fanno che confermare quanto l’età media dei lavoratori si sposti in avanti. I dati demografici preoccupano soprattutto in prospettiva perché, se già ora si fatica a trovare giovani da inserire in azienda, vuol dire che il problema non è di ieri ma risale ad almeno una decina di anni fa. Servono quindi politiche che invertano questa tendenza, così come uno scambio di competenze tra giovani e meno giovani di modo che il patrimonio dell’artigianato non si disperda”.
terminato prima della loro naturale scadenza. Quanto alle qualifiche gli operai sono in leggero calo (-0,3%), mentre gli impiegati registrano una crescita del +1,7% (rispetto a giugno 2024). Per quanto riguarda le aspettative per i prossimi mesi, i dati del Sistema Informativo Excelsior (Unioncamere-MLPS) mostrano una forte crescita delle entrate previste dalle imprese. Infatti, le 21.700 entrate preventivate per il periodo luglio-settembre 2025 dalle imprese vicentine, sono 1.990 in più rispetto a quelle previste in entrata, nel medesimo periodo un anno fa, per una variazione percentuale del +10,1%. Di queste, il 58,1% sono entrate previste dalle micro e piccole imprese del territorio (1-49 dipendenti). A livello settoriale le crescite più accentuate per le previsioni di ingresso si rilevano Servizi di alloggio e ristorazione (+28,9%), Servizi alle imprese (+13,5%), Costruzioni (+12,8%) e Servizi alle persone (+12,6%). Sono, invece, in flessione le entrate previste per Industria manifatturiera e Public Utilities (-5,0%).
La prima considerazione che ne deriva riguarda le diverse ‘vocazioni’ territoriali che rendono determinate aree più o meno
In tema di giovani continua la contrazione degli apprendisti, che a giugno 2025 registravano un calo pari a -5,2% rispetto a un anno prima un dato che va letto però tenendo conto che molti di questi contratti vengono trasformati in contratti a tempo inde-
L’iniziativa. Il nuovo anno scolastico comincia con il rinnovo dell’impegno verso l’ambiente
”Back to School”: Etra promuove la sostenibilità nelle scuole
I
l ritorno sui banchi di scuola è sempre un momento speciale, ricco di opportunità per imparare, crescere e condividere esperienze. E anche quest’anno Etra, la multiutility che promuove la sostenibilità, si fa protagonista in questo contesto, rinnovando il suo impegno a favore dell’ambiente.
Flavio Frasson, presidente di Etra, ha sottolineato l’importanza della scuola come luogo di formazione per le nuove generazioni: «La scuola è il primo spazio in cui i ragazzi imparano competenze e valori che influenzeranno il loro futuro. E tra i principi fondamentali da insegnare, la sostenibilità è certamente uno dei più cruciali, per il benessere di tutti, a partire dai nostri figli che sono i protagonisti di questo percorso».
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, Etra vuole sensibilizzare docenti, studenti e famiglie su alcuni comportamenti semplici che possono fare una
le attraverso i suoi programmi, come l’Etra Academy. «Fare la raccolta differenziata è un gioco da ragazzi, se tutti ci impegniamo. Con pochi accorgimenti, ogni scuola può diventare un modello di sostenibilità», spiega Frasson.
Un altro consiglio riguarda l’acqua: Etra fornisce acqua potabile di alta qualità in tutte le scuole del territorio, quindi è preferibile portare con sé una borraccia riutilizzabile, riducendo così il consumo di plastica.
Non solo l’acqua è fresca e controllata, ma costa anche meno rispetto a quella in bottiglia, contribuendo alla sostenibilità economica e ambientale.
Riuso e riciclo: un anno scolastico all’insegna della sostenibilità
Etra invita anche a riflettere sul riuso di oggetti come zaini, biciclette, libri e giocattoli. Se lo zaino usato è ancora in buone condizioni, invece di buttarlo, può essere portato al Centro del Riuso, dove avrà una nuova vita. E non solo: chi partecipa a questa iniziativa riceverà un buono sconto per fare acquisti in modo sostenibile presso le Botteghe del Riuso, promuovendo il ciclo virtuoso del riciclo.
grande differenza per il nostro pianeta. Ad esempio, recarsi a scuola a piedi, in bicicletta o con il Pedibus è una scelta che aiuta a ridurre l’inquinamento e il traffico, oltre a favorire un po’ di sano movimento prima di una lunga giornata di studio.
Etra invita inoltre ad adottare buone pratiche di raccolta differenziata nelle scuole, promuovendo l’educazione ambienta-
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In merito alla merenda, la multiutility suggerisce di optare per uno snack sano e senza sprechi, come un frutto o una fetta di torta fatta in casa, piuttosto che le solite merendine confezionate. Un altro piccolo gesto per ridurre il nostro impatto sull’ambiente.
«Questi piccoli gesti quotidiani – conclude Frasson – sono essenziali per insegnare ai ragazzi il rispetto per l’ambiente e la responsabilità. Ogni bambino può fare la sua parte e, insieme, possiamo ottenere grandi risultati. La scuola è il luogo ideale per crescere in questa consapevolezza e per costruire un futuro più sostenibile».
Redazione Bassano
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Il taglio del nastro. Inaugurato nel centro commerciale Il Grifone il nuovo punto vendita Despar Nord
Interspar si rinnova: sostenibilità, territorio e inclusione per una nuova esperienza di spesa
Dopo sette mesi di lavori il punto vendita riapre completamente rinnovato con oltre 30mia articoli e una particolare attenzione ai prodotti locali
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Taglio del nastro per l’Interspar di via Capitelvecchio a Bassano del Grappa, all’interno del centro commerciale Il Grifone. Dopo sette mesi di lavori, il punto vendita – uno dei fiori all’occhiello di Despar Nord – riapre completamente rinnovato, con spazi più accoglienti, impianti all’avanguardia e una proposta commerciale che guarda al futuro, ma con forti radici nel territorio.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato i rappresentanti di Despar Nord, il sindaco di Bassano del Grappa Nicola Finco, l’assessora al Sociale Francesca Busa, e i referenti di SES (Spar European Shopping Centers). Presenti anche alcuni produttori locali partner del progetto “Sapori del Territorio” e la Cooperativa Vite Vere Down Dadi.
«Siamo qui a Bassano per celebrare un punto vendita rinnovato che continua a essere punto di riferimento per il territorio», ha dichiarato Francesca Furlan, responsabile pubbliche relazioni di Despar Nord. «Il progetto Sapori del Territorio ci permette di portare sugli scaffali il meglio della produzione enogastronomica locale e dare visibilità a chi lavora con passione nella nostra regione».
Con una superficie di vendita di 2.480 m² e 57 collaboratori, l’Interspar si presenta oggi con un layout completamente rivisto.
L’ingresso si apre sui reparti freschi, dove spiccano il banco carne servito, la pescheria, il pane appena sfornato e la gastronomia. Tra le novità più apprezzate:
il banco pizzeria, che sforna quotidianamente 45 tipi di pizze e focacce preparate con ingredienti selezionati.
«Abbiamo voluto costruire un’esperienza di spesa più fluida, intuitiva e calda – spiega Alessandro Balestriero, capo area Interspar Despar Nord –. Ogni famiglia merceologica ha un suo spazio dedicato, arredato con cura. Abbiamo investito in sostenibilità e digitalizzazione per rendere tutto più semplice e piacevole». Nel nuovo Interspar trovano spazio oltre 30.000 articoli, tra alimentari e non, con un’attenzione particolare ai prodotti locali. Il progetto “Sapori del Territorio”, che in Veneto conta oltre 900 referenze – di cui più di 580 provenienti da piccole aziende locali – viene ulteriormente valorizzato con un corner dedicato, pensato per far conoscere le eccellenze agroalimentari della regione.
«Apriamo oggi un punto vendita rinnovato ma radicato nel tessuto produttivo di Bassano», ha dichiarato il sindaco Nicola Finco, sottolineando come la presenza della grande distribuzione possa e debba valorizzare anche le realtà locali. «È importante vedere che tra gli scaffali trovano spazio le eccellenze della nostra terra. Inoltre, da tempo esiste una collaborazione concreta tra l’Interspar e il Comune: le eccedenze alimentari vengono donate alla Casa San Francesco, che offre assistenza alle persone in difficoltà. Questo è un esempio virtuoso di alleanza tra pubblico e privato».
Presenti all’inaugurazione anche il salumificio Billo, il birrificio Barch, la cantina Le Vie di Angarano e Fattoria San Michele, realtà che rappresentano la qualità made in Vicenza.
L’intervento ha interessato anche gli impianti, ora completamente orientati alla sostenibilità: illuminazione LED, refrigerazione con porte per ridurre le dispersioni, pompe di calore moderne e un sistema di recupero del calore per la produzione di acqua sanitaria. Un modello che rispecchia la visione green di Despar Nord.
«Siamo molto attenti al tema ambientale – ha dichiarato l’assessora al Sociale Francesca Busa – così come a quello dell’inclusione. Despar Nord è un’azienda con cui collaboriamo da tempo anche per progetti sociali, come il sostegno alla mensa di Casa San Francesco. È nostro obiettivo avviare altre iniziative comuni per aiutare le persone più fragili della nostra comunità».
Accanto alle novità commerciali e ambientali, il nuovo Interspar porta avanti un progetto di inclusione sociale grazie alla collaborazione con la Cooperativa Vite Vere Down Dadi. Sei persone con disabilità intellettiva hanno realizzato a mano delle shopper in cotone, che saranno vendute in appositi spazi promozionali. Le attività proseguiranno il 19 settembre, con laboratori creativi aperti al pubblico: bambini e ragazzi potranno dipingere la propria borsa insieme ai membri della cooperativa.
Alessia Longhin
La mostra. Un’installazione innovativa trasforma la storia della ceramica in un’esperienza digitale
La ceramica diventa gioco: a Bassano arriva “DigitArt 3D”, l’arte interattiva di Giulia Caffo
L a ceramica antica incontra la tecnologia digitale in un’esperienza unica nel suo genere. Fino al 5 dicembre i visitatori di Palazzo Sturm potranno immergersi nell’universo di “DigitArt 3D: Le ceramiche di Giulia Caffo”, una mostra-gioco interattiva che rende la storia e l’artigianato ceramico accessibili e coinvolgenti per tutte le età. L’iniziativa, realizzata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia con il supporto del Comune e dei Musei Civici di Bassano del Grappa, nasce nell’ambito del progetto iNEST - Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, con la collaborazione dell’Università di Bolzano, Trento, Verona e la Fondazione Università Ca’ Foscari. A svilupparla è stato Studio MACACO, con il contributo del programma europeo Horizon “Hephaestus”. Progettata inizialmente per il pubblico scolastico, ma pensata per affascinare grandi e piccoli, l’installazione invita i visitatori a scoprire, attraverso due tavoli touch screen, la figura romanzata di Giulia Caffo, nobildonna appassionata d’arte ceramica, madre del barone Giambattista Sturm von Hirschfeld, che donò l’omonimo palazzo alla città.
Il percorso digitale si articola in tre sezioni principali:
1. “La storia di Giulia Caffo” – Un racconto in cinque capitoli animati da minigiochi interattivi come “Dipingi gli oggetti” e “Trova l’oggetto nascosto”. I partecipanti possono esplorare utensili e ceramiche d’uso quotidiano dell’Ottocento e Novecento, ricreati digitalmente in 3D.
2. “Gioca con le Ceramiche” – Una modalità alternativa che consente l’accesso diretto a tutti i minigiochi, in modo ludico e immediato.
anche a persone non vedenti e ipovedenti di vivere l’esperienza in autonomia. Un approccio che sottolinea l’impegno dei Musei Civici di Bassano verso l’accessibilità e l’inclusione.
“Questa iniziativa rappresenta un modo nuovo e coinvolgente di far dialogare il patrimonio artistico con le nuove tecnologie,” afferma
Giada Pontarollo, Assessore alla Cultura e al Turismo. “La cultura, per essere davvero condivisa, deve trovare nuovi linguaggi che sappiano parlare anche alle giovani generazioni”.
A sottolineare l’importanza del
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progetto anche Chiara Tessarollo, Consigliere comunale con delega alla ceramica: “È un passo importante per valorizzare il nostro artigianato e rilanciare la tradizione ceramica locale con strumenti innovativi e coinvolgenti”.
“DigitArt 3D” non è solo una mostra, ma una finestra aperta su un passato vivo e interattivo, in cui l’arte incontra il digitale, e la manualità artigiana si racconta attraverso il gioco. Un appuntamento da non perdere per chi vuole vivere la cultura con mente e mani.
3. “Interagisci con le ceramiche” – Gli utenti possono esplorare nel dettaglio le ricostruzioni tridimensionali delle ceramiche, scoprendone origine, tecniche e funzioni attraverso contenuti digitali intuitivi.
Uno degli elementi più innovativi dell’installazione è la possibilità di toccare le repliche fisiche degli oggetti protagonisti del gioco. Stampate in 3D con rilievi tattili, queste riproduzioni permettono
Un autunno di letture e laboratori in biblioteca
La Biblioteca Civica di Bassano del Grappa apre la stagione autunnale con un ricco calendario di iniziative rivolte a bambini, ragazzi e famiglie. Dal 23 settembre a dicembre 2025 tornano le rassegne più amate, affiancate da nuove proposte pensate per stimolare la curiosità e il piacere della lettura. Tra gli appuntamenti spicca Un abbraccio, una storia, ciclo di incontri in collaborazione con Ulss 7, pediatri e comuni del territorio, che valorizza i programmi “Nati per Leggere” e “Nati per la Musica”. Oltre a incontri teorici con pediatri e operatori, sono previsti laboratori pratici in cui genitori e bebè sperimentano i benefici della lettura condivisa e della musica. Con ottobre riparte anche Volta la carta, la rassegna di letture ad alta voce e laboratori creativi per bambini da 0 a 8 anni, giunta alla 14ª edizione. Il programma include 14 appuntamenti, dalle Letture cucù per i più piccoli a eventi speciali come Auguri Pippi! per l’80° anniversario del celebre personaggio, e i Suoni del Natale. Novità anche per i più grandi, con laboratori di robotica, attività STEM e percorsi ispirati a Harry Potter. Non mancheranno film per famiglie al Cinema Martinovich e spazi dedicati al gaming, confermando la biblioteca come luogo vivo di incontro, cultura e divertimento. (p.b.)
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Redazione Bassano
Basket. Scuola, disciplina e leghe tra Europa e Stati Uniti per formare talenti dentro e fuori dal campo
Carlo Da Campo, il presidente educatore: “Orange1 Basket Bassano è la mia missione di vita”
C
arlo Da Campo non è un presidente come gli altri. Alla guida dell’Orange1 Basket Bassano, non si limita a firmare bilanci o seguire i risultati sul parquet. Per lui, l’accademia cestistica bassanese è qualcosa di più profondo. “Per me è una missione. Accompagnare questi ragazzi nella vita di tutti i giorni è il senso stesso del mio lavoro. Io mi occupo della loro quotidianità e la maggior parte della loro giornata è sotto la mia responsabilità”.
L’origine di questo progetto, oggi riconosciuto come una delle realtà giovanili più strutturate d’Europa, nasce da un vuoto. “Ero parte di un gruppo dirigenziale. Avevamo una squadra di Serie B, ma sentivo che mancava qualcosa. Era tutto limitato a due o tre ore di allenamento al giorno. Così ho capito che serviva andare oltre: volevo creare un’accademia vera”. Ispirato dal modello della Stella Azzurra Roma, Da Campo ne ha preso spunto, cercando però di correggerne i limiti. “Ho studiato i pro e i contro. Osservo tutto e poi cerco di migliorarlo”. Oggi, la grande novità è la nascita di un liceo, frutto della partnership tra Orange1 e l’Istituto Paideia di Treviso. “È una bella sfida tenere alto il livello scolastico. Non vogliamo percorsi facili. Aiutiamo i ragazzi a crescere mettendoli di fronte a difficoltà quotidiane”. Dal Campo ha insistito sull’aspetto del porre gli atleti di fronte a delle sfide continue: “C’è un giocatore talentuoso che si è ambientato bene? Lo cambio di stanza per toglierlo dalla sua zona comfort. Se arriva tardi all’allenamento non gliela faccio passare: gli tolgo il telefono, ad esempio. Qui nessuno è al di sopra delle regole”.
In questo lungo percorso non sono mancate, in ogni caso, le delusioni: “Tra il 2017 e il 2020 abbiamo fatto quattro finali nazionali contro la Stella Azzurra. E le abbiamo perse tutte. È stata dura. Ma non ho mai pensato di mollare”. Poi sono arrivate le vittorie: tra gli altri il titolo italiano e poi il trionfo europeo Under 14. “Vincere in Europa è stata un’emozione indescrivibile. È lì che abbiamo capito di poterci confrontare con i
migliori”.
Ora l’Orange1 è pronta a una nuova rivoluzione: una lega americana con cinque tappe negli Stati Uniti e una in Europa. “È una sterzata totale. C’è felicità, ma anche preoccupazione. A livello di costi sarà un impegno. Ma ci crediamo”. E non finisce qui: c’è anche una lega inglese in fase di progettazione, una sorta di “lega adriatica” del nord Europa. Un contenitore internazionale dove far crescere i propri talenti in contesti ad alto livello. Oltre al basket, c’è un obiettivo formativo più profondo. “Vorrei vedere i nostri
ragazzi andare a Stanford, Harvard, o in altre realtà d’eccellenza. L’obiettivo è renderli capaci di affrontare la vita con gli strumenti giusti”. Carlo Da Campo ha avuto tanto dal basket, ma ha ancora un sogno: “Avere una prima squadra composta dai prodotti dal settore giovanile. Si tratta, però, di un obiettivo complicato da raggiungere”. L’Orange1 non è solo una società sportiva. È un progetto innovativo nel panorama italiano. E nel cuore di tutto questo c’è Carlo Da Campo: un presidente che educa prima ancora di vincere.
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In un’accademia che attrae giovani da tutta Italia e da tutto il mondo, Riccardo Crestan rappresenta un’eccezione. Nato a Marostica, è uno dei pochi giocatori dell’Orange1 Basket Bassano a provenire direttamente dal territorio. Quest’anno vestirà la casacca dell’Under 19, ma il suo percorso è già ricco di traguardi importanti. “Sono qui da cinque anni e per me questa è casa. Sono felice di rappresentare la mia provincia. In un certo senso, è un onore”. Riccardo è determinato ad inseguire il suo obiettivo: “Voglio che il basket diventi il mio lavoro. È sempre stata una grande passione, ma ora è qualcosa di più”. Una crescita costante, dentro e fuori dal campo, culminata con una storica medaglia di bronzo all’Europeo Under 18, conquistata con la maglia azzurra. “È stato un orgoglio unico. Vincere con la Nazionale è qualcosa che porterò sempre con me. C’è anche un piccolo rimpianto, perché sentivamo di poter arrivare fino in fondo, ma in semifinale la Spagna ci ha battuti”. Tra le emozioni indelebili vissute a Bassano, c’è senza dubbio il titolo nazionale Under 17, vinto nella passata stagione: “Non lo dimenticherò mai. Abbiamo dominato praticamente tutte le partite, era un gruppo fortissimo”. Ora, l’obiettivo è confermarsi anche con l’Under 19, un palcoscenico ancora più esigente, prima del salto con i grandi. Uno degli aspetti che Riccardo sottolinea con più entusiasmo è la ricchezza umana dell’ambiente Orange1. “Qui conosci persone con culture, lingue e abitudini diverse. È una cosa bellissima, ti apre la mente. Impari molto, anche fuori dal campo”. A Bassano una delle priorità è la formazione accademica dei giocatori: “La scuola è molto importante. Io me la cavo bene, studio la sera dopo gli allenamenti. È impegnativo, ma è parte del percorso, non mi pesa”. Riccardo Crestan: talento e determinazione al servizio dell’Orange1 Basket Bassano. (s.p.)
Carlo da Campo
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Calcio. “L’obiettivo? La salvezza, ma non sarà facile per nessuno affrontarci”
Mister Zecchin: “Vogliamo dare continuità e restare umili”
D al subentro in corsa della passata stagione, ad oggi, è passata tanta acqua sotto i ponti dell’universo del Bassano. Gianpietro Zecchin è pronto ora a guidare per la prima volta dall’inizio il progetto giallorosso. “Fa piacere essere rimasto qui, Bassano è una piazza importante, una società seria, mossa da passione e competenza. L’anno scorso abbiamo fatto un buon percorso, ora vogliamo dare continuità. Questo sarà l’obiettivo primario”.
Sbarcato ai piedi del Grappa a novembre 2024, Zecchin ha trovato un ambiente in cui ha potuto esprimere le proprie idee: “Qui ho conosciuto persone nuove, uno staff nuovo, è stato stimolante. Questo mi ha aiuto a crescere. Il bilancio è stato positivo”.
Il nuovo progetto tecnico ha visto la nascita di una squadra gio-
vane, camaleontica e affamata: “Abbiamo mantenuto l’ossatura dello scorso anno e aggiunto dei tasselli importanti. Abbiamo anche puntato sul ringiovanire la rosa: ci sono ragazzi interessanti e motivati. Questo ci permette di lavorare anche in prospettiva”.
Il campionato di Serie D si preannuncia, come da prassi, difficile e molto equilibrato, e l’allenatore non si nasconde: “Sarà un’avventura tosta. L’obiettivo resta la salvezza. Bisogna essere onesti: ci sono squadre molto attrezzate. Ma sarà difficile anche per gli altri giocare contro di noi”.
Niente dogmi tattici prefissati. Zecchin vuole una squadra duttile: “Bisogna essere camaleontici. Ho il compito di adattarmi alle caratteristiche dei giocatori. Il 4-3-3 può essere una delle soluzioni, abbiamo ali di qualità. L’importante, però, sarà ave-
re sempre un piano alternativo pronto”. Da ex centrocampista tecnico e intelligente, il mister cerca di trasmettere la sua visione del calcio anche ai suoi giocatori: “Io ero un giocatore che provava a giocare a un tocco e a vedere il gioco prima. Questi concetti ten-
Alessio Menato: “Gol? Voglio farne il più possibile”
Nuovo volto nel reparto offensivo giallorosso: Alessio Menato, giovane attaccante classe 2001, è uno dei nuovi acquisti del Bassano. Dopo una stagione positiva a Este, con 8 reti all’attivo, la punta è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, vestendo ancora il giallorosso, questa volta ai piedi del Grappa. L’approccio con la squadra è stato positivo. “Bassano è una piazza storica di cui ho sempre sentito parlare bene, sia per l’ambiente che per la qualità umana delle persone,
spiega il bomber; sono arrivato insieme a Caccin, mio compagno a Este e conosco diversi ragazzi del gruppo. Il direttore Mandato mi ha contattato e abbiamo trovato subito l’accordo”. Menato ripercorre anche il suo passato recente: “A Este mi sono trovato molto bene, ho avuto due esperienze nella piazza padovana. Nel 23/24 avevo segnato 13 gol ed ero riuscito a prendermi la Serie C con la Virtus Verona. Quell’esperienza è stata però complicata, non sono riuscito ad integrarmi
con l’allenatore e l’ambiente. Ma dalle delusioni si riparte più forti”. E infatti il classe 2001 è riuscito a rimettersi in pista, prima con il Cjarlins Muzane e poi con il ritorno a Este: “Mentalmente sono rinato, arrivo carico e determinato, a livello di maturità penso di essere pronto. Bassano può essere il luogo giusto per crescere, abbiamo un gruppo unito. Sono convinto che potremo mettere in difficoltà tante squadre”. Un pensiero anche sul tecnico Zecchin: “Le sue squadre sono sempre osti-
to di trasmetterli ai miei ragazzi: oggi serve velocità di pensiero più che di gamba, i ritmi sono altissimi”. La preparazione estiva ha lasciato buone sensazioni: “Abbiamo lavorato bene. Fasolo ha avuto qualche problemino e non ha potuto completare tutte
le sedute di allenamento, Issa sta ancora recuperando dal crociato. Ma il gruppo è unito e questo è fondamentale. Sarà importante vedere come reagiremo alle prime difficoltà: in quei momenti servirà essere squadra”.
In conclusione arriva un messaggio ai tifosi giallorossi: “Seguiteci come l’anno scorso. Ci sarà il massimo impegno in tutte le partite. La fatica e la corsa non mancheranno mai. Questo è il patto che facciamo con chi ci sostiene”.
Zecchin sta plasmando il nuovo Bassano: una squadra che venderà cara la pelle a tanti, con esperienza, ma anche gioventù e duttilità. L’obiettivo è chiaro: essere una squadra scomoda e difficile da affrontare, dando continuità al percorso di crescita intrapreso nella passata stagione.
Stefano Parpajola
che e difficili da battere; questo è stato un altro motivo che mi ha spinto a scegliere i giallorossi. L’obiettivo principale è la salvezza, da raggiungere al più presto. Poi cercheremo di toglierci qualche soddisfazione in più. Sognare non costa nulla”. A proposito di sogni, Menato punta in alto: “Il Padova è la squadra della mia città, giocarci un giorno sarebbe un qualcosa di incredibile”. Voglia di emergere e fame a disposizione del Bassano: Menato carica le pile per una stagione da protagonista. (s.p.)
PRIMI CITTADINI
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le interviste ai sindaci del Veneto
A cura di Vincenzo Gottardo
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Da sinistra a destra: Luca Bertapelle Direttore Generale e Mister Gianpietro Zecchin
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Ormai appare quasi certo: le elezioni regionali saranno il 23 novembre
Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare anche in Veneto, l’azionista di maggioranza della coalizione non ha respinto l’ipotesi ma ha gettato, con il segretario regionale dei meloniani, Luca De Carlo, molta acqua sugli entusiasmi leghisti sostenendo che nulla sarebbe ancora deciso e che le “fughe in avanti” non fanno bene al rapporto tra alleati. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, soltanto una decina di giorni prima, Flavio Tosi segretario regionale di Forza Italia che aveva dichiarato come fosse giusto e naturale che il candidato presidente del Veneto per il centrodestra fosse scelto da Fratelli d’Italia in quanto partito traino dell’intera coalizione. L’ennesimo vertice romano dello scorso 10 settembre non ha prodotto alcuna fumata bianca: il dossier candidature delle regionali resta ancora chiuso e nessuna
decisione è stata presa. Nel mentre il tempo stringe e il nervosismo e tangibile. Le associazioni di categoria venete, cosa mai accaduta con questa forza, hanno protestato in modo vibrante contro queste eterne trattative che, di fanno, stanno paralizzando da mesi la regione in un momento nel quale l’economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo locale il quale, viceversa, avrebbe bisogno di risposte e sostegni urgenti e tangibili.
L’altro fatto inedito per il Veneto è quanto accade nel centrosinistra. Per la prima volta gli sfidanti hanno individuato ormai da tempo in Giovanni Manildo il candidato presidente, non sono attraversati dalle tipiche polemiche, ma anzi stanno conducendo una campagna elettorale molto puntuale per tutto il Veneto. Anche
la coalizione, per la prima volta, è al completo e molte delle forze politiche che la compongono hanno, addirittura, già presentato, in ogni provincia, i candidati consiglieri provinciali.
A questo punto appare difficilissimo fare pronostici: il Veneto, storicamente, ha sempre premiato il centrodestra e il giudizio sull’amministrazione uscente è più che positivo, ma la confusione e le tensioni che si respirano, il ritardo con il quale si stanno scegliendo candidato presidente e liste e l’uscita di scena di Zaia stanno stancando fette, anche importanti di elettorato, che potrebbero trovare “consolazione” nel moderato Manildo che, dal canto suo, continua il suo tour per il Veneto e, evidentemente, non ha nessuna fretta di scoprire chi sarà il suo principale competior.
Autonomia energetica. Agsm Aim conquista sei lotti Consip da 577 milioni standard metri cubi
Pubbliche amministrazioni, maxi-fornitura di gas
Il fatturato previsto supera i 600 milioni di euro
Intanto sul fronte del “federalismo energetico” continua il pressing sul Governo sul rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali
Un passo concreto verso l’autonomia energetica che molti invocano. Il gruppo veronese Agsm Aim Energia ha messo a segno un’importante operazione a livello nazionale, aggiudicandosi sei lotti della gara Consip GN17 per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel biennio 2025-2026. L’assegnazione consentirà alla società di fornire oltre 577 milioni di standard metri cubi (Smc) di gas, con un fatturato stimato attorno ai 620 milioni di euro.
I lotti conquistati da Agsm Aim coprono una vasta area geografica che va dalla Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con il Lotto 1 per pro proseguire con Milano (lotto 2), il resto della Lombardia (lotto 3), Toscana, Umbria e Marche (lotto 6), Puglia e Basilicata (lotto 10) e l’intero territorio nazionale (lotto 12).
Una delle principali novità di questa convenzione è la possibi-
lità, per le Pubbliche Amministrazioni aderenti, di stipulare contratti di durata biennale (oltre alla classica annualità), mantenendo una struttura di prezzo variabile, elemento cruciale in un mercato energetico ancora volatile.
Agsm Aim ha inoltre ottenuto un secondo successo strategico con l’aggiudicazione del Lotto 1 della gara bandita dal consorzio Viveracqua, realtà che riunisce dodici gestori idrici pubblici del Veneto. In questo caso, la fornitura riguarda energia elettrica in bassa tensione per un volume complessivo di circa 150 GWh annui nel triennio 2026-2028, con un valore stimato di 151,5 milioni di euro.
Il contratto prevede la possibilità, per i consorziati, di scegliere energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più centrali nella gestione pubblica.
A completare il quadro, Agsm Aim ha vinto anche ulteriori forniture per 20 GWh di energia elettrica destinate ad altre utility del Nord Italia, attraverso gare competitive recenti. Le recenti aggiudicazioni confermano il ruolo di Agsm Aim come player di primo piano nel mercato energetico nazionale, capace di competere in contesti ad alta complessità e con elevati volumi, sia sul fronte del gas naturale che dell’energia elettrica, con una crescente attenzione ai principi di efficienza e sostenibilità.
Intanto resta aperta più che mai la questione del “federalismo energetico”, invocato da più parti, che ha portato alla mobilitazione di un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – impegnato a chiedere al Governo una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore. Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali.
Ancora la scorsa primavera Federico Testa, presidente di AIM
- AGSM, ha lanciato una sfida a tutte le società di servizi e alla politica del nord Italia: preparare un importante piano industriale per concorrere alle gare nazionali di concessioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Un vero e proprio federalismo energetico, perché che una gestione della rete direttamente sul territorio comporterebbe efficienza, investimenti e calo delle bollette per famiglie e aziende. Invece nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un articolo che proroga automaticamente la concessioni, in scadenza nel 2029 e 2030, a Enel per i prossimi vent’anni su tutto il territorio nazionale quindi senza previsioni di gare. Intanto la
politica ha colto appieno il senso della proposta del manager scaligero: in Conferenza Stato - Regioni, infatti, i governatori stanno chiedendo di cancellare quanto lo Stato Centrale ha inserito in Legge di Bilancio e di consentire lo svolgimento delle gare senza proroghe automatiche a Enel.
“Su questo fronte la Regione può giocare un ruolo importante - ribadisce Testa - perché quella sull’energia e l’idroelettrico è una partita che solo in Veneto vale 6-700 milioni all’anno, somma che ora viene sottratta alla Regione. Noi siamo prontissimi a fare a nostra parte e a continuare il pressing su enti e istituzioni per arrivare al risultato”.
Federico Testa, presidente Agsm Aim
L’intervista.
Il consigliere regionale del Gruppo Misto è componente della Commissione Sanità
Fabrizio Boron: “Siamo ad una svolta storica,
il centrodestra unito per il futuro del Veneto”
“Per la nostra sanità lavoriamo su personale, organizzazione e liste d’attesa. Pubblico e privato devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche”
L a politica veneta si prepara a una svolta storica con il nuovo governo che uscirà dalle elezioni regionali. A parlare di questa fase cruciale e delle sfide che attendono la Regione è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Misto e componente della Commissione Sanità, che guarda con attenzione ai prossimi mesi elettorali e ai nodi ancora irrisolti in ambito sanitario.
Consigliere Boron, dopo quindici anni di governo Zaia il Veneto si prepara a un cambio di rotta. Sarà davvero una svolta storica?
Sì, siamo davanti a un passaggio epocale. L’epoca di Luca Zaia, durata quindici anni, si conclude perché la legge nazionale prevede il limite dei due mandati consecu-
tivi. Avremo un nuovo presidente e anche un nuovo consiglio regionale. Non è solo un fatto politico, ma anche istituzionale: i cittadini vedranno cambiare un punto di riferimento che è stato stabile per molto tempo. Alcuni lo vivranno con incertezza, altri con curiosità. Io credo che sia l’occasione per rigenerare energie nuove e per ribadire il valore di un Veneto governato con responsabilità e competenza. Il centrodestra si presenterà unito, offrendo un candidato autorevole, capace di garantire continuità ma anche di introdurre elementi di rinnovamento. È un momento che va affrontato con coraggio e con serietà”.
Non abbiamo ancora né la data
delle elezioni né il nome del candidato del centrodestra. Quanto dovremo attendere per avere certezze?
Sulla data la responsabilità è del presidente uscente. La scadenza per la convocazione è il 23 settembre, e si potrà votare fino al 23 novembre. Quindi non ci sono dubbi: entro l’autunno i veneti sceglieranno il nuovo presidente. Per quanto riguarda il candidato, comprendo la curiosità e anche la pressione del centrosinistra, che insiste molto su questo punto. Io sono convinto che il tavolo nazionale deciderà in tempi brevi. Non è una scelta banale, perché serve una persona che sappia unire e che abbia esperienza amministrativa e sensibilità politica. Non basta il carisma: bisogna conoscere bene la macchina regionale. Sono convinto che il nome arriverà a breve e che sarà quello giusto per portare avanti il lavoro fatto in questi anni.
La sanità è il tema più sentito
Regione verso l’esercizio provvisorio, ma è polemica
Calzavara: “Atto di responsabilità”, il Pd: “Conseguenza del rinvio del voto”
La Giunta regionale del Veneto ha dato il via libera agli inizi di settembre al disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio 2026, un passo necessario per assicurare la continuità dei servizi pubblici durante il periodo elettorale e fino all’insediamento della nuova Giunta. Il ddl sarà esaminato con urgenza dal Consiglio regionale ma intanto si infiamma il dibattito politico. L’esercizio provvisorio permette di garantire il funzionamento della Regione dal 1° gennaio 2026 fino all’approvazione del nuovo bilancio, comunque non oltre il 30 aprile, assicurando tutte le spese obbligatorie e quelle relative a sanità, fondi europei, PNRR, emergenze e interventi urgenti sul territorio veneto.
“Con questo provvedimento tuteliamo servizi essenziali
dai veneti. Lei è stato presidente della Commissione Sanità e ora ne è componente: quali sono le priorità?
La prima riguarda il personale. Oggi viviamo una carenza di medici e infermieri che rischia di compromettere la qualità dei servizi. Non basta formarne di più: bisogna trattenere quelli che già abbiamo. E per farlo servono condizioni di lavoro migliori, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Troppi nostri professionisti scelgono il privato o addirittura l’estero. È una perdita che non possiamo permetterci.
La seconda criticità riguarda le liste d’attesa. I cittadini lamentano tempi troppo lunghi per visite ed esami, e questo crea frustrazione e, a volte, rinuncia alle cure. Io sono convinto che il problema sia in gran parte organizzativo: la macchina va riorganizzata, sfruttando meglio le potenzialità di pubblico e privato convenzionato. Abbia-
mo una struttura pubblica forte eccellente e abbiamo un sistema privato convenzionato accreditato altrettanto forte e altrettanto eccellente. Queste due gambe del sistema sanitario veneto devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche. Se pubblico e privato remano in direzioni diverse, a rimetterci è solo il cittadino. È qui che dobbiamo intervenire con decisione. (r.r.)
e investimenti strategici per il Veneto, evitando rischi legati a una gestione provvisoria limitata”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara. “Si tratta di un segno di responsabilità e buon governo che ci permette di affrontare serenamente la fase di transizione istituzionale.” Calzavara ha sottolineato come, a differenza di altre regioni in procinto di votare, il Veneto abbia scelto la strada della programmazione, rafforzando così le garanzie per cittadini e servizi pubblici. “Finalmente la Giunta sembra essersi decisa – commenta invece capogruppo del Pd Vanessa Camani –. Lo chiedevamo da giorni, per evitare, almeno, di trascinare il Veneto nella gestione bloccata del bilancio per i primi mesi della nuova legislatura. Certo rimane il vincolo della gestione del bilancio limitata dell’esercizio provvisorio per un tempo lungo, causato dalla scelta scellerata di spostare il voto a fine novembre”. Secondo l’esponente del Partito Democratico il provvedimento è la diretta conseguenza della decisione di rinviare la data delle elezioni regionali. “Zaia venga in aula e se ne assuma la responsabilità politica davanti al Consiglio”.
Frabrizio Boron
Facciamo
il punto. L’assessore regionale traccia un bilancio positivo della stagione estiva
Turismo e agricoltura, Federico Caner: “Un Veneto che cresce tutto l’anno”
T
urismo e agricoltura, due settori chiave per il Veneto, anche dal punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura e turismo Federico Caner.
Assessore, possiamo tracciare un bilancio della stagione estiva 2025?
Direi che è stata una stagione molto positiva, sia in generale per tutta la regione, sia per il settore balneare che, alla vigilia dell’estate, era considerato un po’ a rischio per le polemiche sui rincari dei prezzi. In realtà la stagione è andata molto bene anche al mare. Oggi il turismo in Veneto non si concentra più solo in pochi mesi, ma continua durante tutto l’anno. Questo è possibile grazie alla varietà delle mete: non ci sono soltanto mare, montagna o lago – che già da soli hanno stagioni lunghe – ma anche città d’arte che forse è meglio visitare proprio nei mesi meno caldi, come ottobre e novembre, periodi perfetti per apprezzarle con più calma.
Quindi un Veneto che si può vivere 365 giorni l’anno?
Esattamente. Anche perché oltre alle città d’arte ci sono mostre di altissimo livello che arricchiscono l’offerta culturale e turistica. E poi c’è un settore che sta crescendo in modo significativo: il cicloturismo.
Lei va in bicicletta?
Sì, vado in bicicletta sia per sport che per turismo. E c’è una buona notizia che riguarda Padova: siamo riusciti a portare qui la fiera internazionale del cicloturismo, dal 2026 e per tre anni consecutivi. Non è stato facile perché c’erano altri concorrenti, ma ci siamo riusciti. È un evento importante perché proprio sul cicloturismo stiamo investendo molto: in Veneto abbiamo quasi 2.000 chilometri di piste ciclabili attrezzate.
Qualche esempio concreto?
La Treviso-Ostiglia, sulla quale stiamo facendo grandi investimenti, ma non solo: ci sono tante altre direttrici sul territorio. Il cicloturismo è una forma di vacanza sostenibile, con valori economici rilevanti: il ciclo-turista medio ha circa quarant’anni, viaggia spesso
con la famiglia e spende più di un turista tradizionale. Inoltre in Veneto abbiamo un indotto legato alla bicicletta molto forte, con aziende che producono componentistica apprezzata a livello internazionale.
Veniamo all’altro ambito di sua competenza: come sta il settore agricolo veneto?
Il settore primario è fondamentale e strettamente collegato al turismo. Non si fa turismo in una regione dove si mangia male o si beve male. Il Veneto può contare su tantissimi prodotti tipici e a denominazione, soprattutto nel lattiero-caseario. La montagna, in particolare, ci regala prodotti di qualità che vanno tutelati. E preservare pascoli e prati non è solo una questione agricola: serve anche a difendere il territorio da frane e dissesti idrogeologici.
A fine mese torna “Caseus” a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Esatto. Caseus era nato come rassegna dei formaggi veneti, poi si è allargato a livello nazionale e oggi ha un carattere internazionale. Noi abbiamo una varietà di formaggi
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che pochi Paesi al mondo possono vantare: dai prodotti di malga ai freschi, dagli stagionati al Grana Padano. Anche i francesi, che pure hanno il loro Camembert, non possono competere con la nostra varietà. Quindi agricoltura e turismo viaggiano insieme?
Assolutamente. In un periodo in cui a livello internazionale è sempre più difficile produrre cibo, è fondamentale essere autosufficienti. Investire in agricoltura non significa solo sostenere l’economia, ma anche salvaguardare la nostra identità.
Arriviamo al tema dei tagli europei alla PAC. Come si sta muovendo la Regione Veneto?
Noi sosteniamo le aziende agricole, in particolare quelle montane: pur rappresentando il 18% del totale, ricevono quasi il 40% degli investimenti regionali, proprio per le ragioni di cui parlavamo. Ma sosteniamo anche i giovani agricoltori. Il problema è che a livello europeo stiamo passando da 360 miliardi a meno di 300: una riduzione pesantissima. E invece servirebbe il con-
trario.
Perché?
Perché produrre in modo sostenibile, con attenzione all’ambiente e al biologico, costa di più e non sempre il mercato riconosce questo valore. L’Europa dovrebbe investire di più, non meno. Negli Stati Uniti investono circa 1.000 miliardi, noi scendiamo a 300. È una differenza enorme.
C’è spazio anche per le donne in agricoltura?
Sempre di più, e questa è una notizia positiva. Le donne sono il motore della nostra società, oltre che delle famiglie. Donne e giovani sono il futuro dell’agricoltura veneta.
Federico Caner
Comunicare dal Veneto a Hollywood: la visione creativa di Valentina Martelli
V alentina Martelli, giornalista, conduttrice e ideatrice di progetti internazionali, nel 2005 ha lasciato una carriera solida in Italia per trasferirsi a Los Angeles. Lì ha fondato ITTV International Forum, TechInEntertainment e Showrunner Lab. Martelli lavora per costruire ponti tra mondi lontani, dall’Italia agli USA, passando per il Medio Oriente, sempre con un obiettivo chiaro: mettere in contatto persone, idee e talenti per creare progetti che abbiano un impatto reale. Ho incontrato Valentina a Venezia in occasione dell’82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata.
Allora Valentina, nel 2005 ti sei trasferita a Los Angeles: com’è cambiata la tua vita?
La Los Angeles di vent’anni fa, quando sono arrivata io, non è certo la Los Angeles di oggi. Mi sono trasferita per una scelta d’amore, in un momento molto forte della mia carriera, quando ero conduttrice di telegiornali e inviata all’estero. Ho lasciato tutto per affrontare una nuova sfida: raccontare all’Italia un’America che non fosse solo quella delle celebrità e dell’intrattenimento, ma anche delle storie, delle idee, delle contraddizioni, degli Italiani che come me si erano trasferiti. Los Angeles è una megalopoli che però ha la dimensione di un quartiere. Mi piace dire che Milano sta a New York come Los Angeles sta a Roma. Io ho vissuto in entrambe, Milano e Roma, e avevo giurato di smettere di guidare, sognando una città con mezzi pubblici funzionali… invece eccomi qui, in mezzo al traffico cali-
forniano! Voglio però essere critica: fino a qualche anno fa, ti svegliavi con l’energia di inventare qualcosa di nuovo. Dopo il Covid e gli scioperi che hanno colpito l’industria dell’intrattenimento, oggi si respira un’aria diversa, con un’economia difficile e molta incertezza. Ma Los Angeles rimane un luogo in cui l’innovazione è sempre dietro l’angolo. Devi imparare a conoscerla. E poi o la ami follemente o la detesti. A prescindere però ti entra sottopelle.
Una delle tue creature più interessanti è ITTV International Forum. Ce ne vuoi parlare?
ITTV nasce proprio da Los Angeles, nel 2018. È frutto di un’osservazione, quella del contesto. In un’epoca in cui Netflix e Amazon stavano rivoluzionando il modo di fruire i contenuti, mancava un luogo dove parlare di coproduzioni, distribuzione, storytelling globale. E così è nata l’idea di creare un forum che fosse un ponte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Oggi ITTV è cresciuto: è diventato internazionale, con partecipanti da Canada, Israele, America Latina, Emirati e naturalmente Europa. Accanto a ITTV è nato anche TechInEntertainment, che esplora il rapporto tra tecnologia e contenuto: intelligenza artificiale, blockchain, immersive media. Il nostro obiettivo è quello di connettere, raccontare, costruire visioni condivise.
ITTV ha siglato una partnership con Dubai International Content Market (DICM). Cosa significa per te questa espansione in Medio Oriente?
È una partnership bidirezionale.
Da un lato, per noi significa aprire una finestra su un mercato in grande
fermento, come quello degli Emirati Arabi, sempre più interessati alla cultura, alla tecnologia, all’intrattenimento. Dall’altro, per DICM, collaborare con ITTV è un modo per affacciarsi sul mercato americano, in un contesto strategico e selezionato. In un momento in cui il settore audiovisivo è ancora in fase di ricostruzione post-pandemia, creare sinergie tra ecosistemi diversi è fondamentale. ITTV diventa così una piattaforma che unisce mondi, genera progetti, costruisce relazioni.
Tra i tuoi progetti c’è anche lo Showrunner Lab. Come prepari i nuovi talenti alle sfide del racconto televisivo e cinematografico internazionale?
Lo Showrunner Lab, che insieme a Cristina Scognamillo ho fondato con Fondazione Sistema Toscana, nasce dall’esigenza di formare una figura che in Italia ancora non esiste in modo strutturato: lo showrunner. È il punto di riferimento di una serie, come un regista lo è per un film. Deve conoscere tutti gli aspetti di una produzione, non solo quelli creativi. Credo fortemente che la nuova generazione debba essere preparata
a lavorare in contesti globali, senza dimenticare la propria identità. Peccato che negli ultimi due anni non siamo riuscite ad organizzarlo. Gli stiamo cercando una nuova “casa”.
Vivi tra California e Italia. Che sfide e ispirazioni trovi nel conciliare un’identità globale?
È un equilibrio continuo, spesso difficile, ma anche straordinariamente ricco. La California è sempre stata un laboratorio del futuro. Oggi, con l’impulso dell’intelligenza artificiale, si sta reinventando di nuovo, anche se vive una crisi profonda, specie a Los Angeles. Vedremo come la città saprà rilanciarsi in vista delle Olimpiadi del 2028. Dall’altra parte, l’Italia mi dà profondità, bellezza, visione. Dopo ventidue anni qui, mi sento ancora profondamente italiana, ma dentro di me vive anche un’anima americana. Sono parte di una comunità globale che cerca di ridisegnare il futuro, non solo dell’intrattenimento, ma della nostra società. Un futuro “challenging”, come dicono qui, ma anche pieno di possibilità.
Com’è il Veneto visto dagli USA? Come ci vedono gli americani?
Il Veneto è associato, ovviamente, a Venezia — che resta uno dei luoghi più iconici al mondo — ma oggi è anche sinonimo di prosecco! Non esiste ristorante qui che non abbia almeno una bottiglia in carta. Ma oltre a questo c’è molto di più: il nostro spirito imprenditoriale, la qualità del lavoro, l’attenzione alla cultura e alla bellezza. Gli americani ci guardano con ammirazione e curiosità, anche se spesso attraverso un filtro un po’ romantico. Sta a noi raccontare un’Italia e un Veneto contempora-
nei, capaci di innovare, di stupire, di essere competitivi nel mondo. Prima di salutarci, puoi anticiparci qualcosa sull’edizione 2025 di ITTV International Forum?
Il 2025 è l’anno del cambiamento. ITTV e TechInEntertainment si rinnovano trasformandosi in esperienze più selettive, più curate, più strategiche. Meno eventi generalisti, più momenti riservati: executive labs, private salons, attivazioni culturali internazionali. Continueremo a essere presenti a Venezia, come abbiamo fatto anche in queste settimane, durante la Mostra, con panel dedicati, e a Los Angeles in autunno, ma con un taglio ancora più visionario. Parleremo di distribuzione globale, produzioni glocal, immersive media, e nuove opportunità di business alla luce delle sfide dell’AI. Ma soprattutto, continueremo a dare spazio a chi ha qualcosa di autentico da dire: talenti capaci di unire creatività e impatto, con la voglia di costruire — insieme — il futuro dell’intrattenimento.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Valentina Martelli
Gioco e Scuola. Figurine, animali e misteri: completa l’album e sostieni la tua scuola
Dal 15 settembre al via la nuova edizione della raccolta di figurine dedicata ai più piccoli e abbinata al progetto Scuolafacendo, con cui Despar sostiene
UDespar Nord lancia Stickermania: un’avventura dai mille colori nel cuore dell’India
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boccanti di colori: torna Stickermania, la raccolta di figurine firmata Despar Nord che, per l’edizione 2025, accompagna i bambini in un emozionante viaggio alla scoperta dell’India. Un Paese ricco di meraviglie naturali, tradizioni millenarie e storie affascinanti, dove ogni tappa diventa un’occasione per parlare di amicizia, diversità e rispetto. L’iniziativa, attiva nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar di Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia, è legata al progetto Scuolafacendo, con cui Despar sostiene concretamente il mondo della scuola.
L N dal titolo “L’India dai mille colori” tornano Oskar e Bo, già protagonisti della collection 2024, che nella nuova avventura insieme alla loro amica Nilaya, fanno un viaggio emozionante attraverso l’India. Tutto ha inizio quando Bo, sentendosi diverso e fuori posto, riceve un misterioso consiglio dal nonno di Nilaya: colorare tre mandala. Da lì si apre un mondo sorprendente, fatto di indizi nascosti e messaggi segreti che conducono i protagonisti fino al maestoso Taj Mahal. Ha così inizio una straordinaria caccia ai mandala, tra paesaggi mozzafiato, animali affascinanti e antiche
tradizioni, sulle tracce del misterioso Custode dei Colori. Durante questo percorso, Bo scoprirà quanto sia prezioso essere sé stessi.
tickermania è attiva nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar delle cinque regioni in cui l’azienda è presente: dal 15 settembre al 19 ottobre 2025 ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine con all’interno un “Buono Scuolafacendo” che potranno scegliere di destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. Per completare più rapidamente la raccolta, che comprende 200 sticker, le figurine saranno anche in vendita, con un pacchetto di colore blu, al prezzo di euro 0,50. Nel corso delle settimane di raccolta saranno inoltre organizzati in alcuni punti vendita Interspar selezionati, momenti di svago e divertimento durante i quali i bambini potranno scambiarsi le figurine e completare più velocemente la raccoln’avventura che educa e unisce, tickermania non è solo un album da completare, ma un progetto pensato per trasmettere aspetti importanti come il rispetto, l’inclusione e la valorizzazione delle differenze. Temi fondamentali per costruire una società più solidale e consapevole, che trovano concretezza anche nel legame con Scuolafacendo, l’iniziativa di Despar a supporto delle scuole del territorio.
Stickermania Tour: gli appuntamenti
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Nel corso delle settimane di raccolta, Despar Nord organizza presso alcuni punti vendita Interspar selezionati degli appuntamenti per lo scambio di figurine.
Di seguito il calendario per la provincia di Vicenza:
• 4 ottobre presso Interspar Rovigo Porta Po
• 5 ottobre presso Interspar Castelfranco Veneto
• 5 ottobre presso Interspar Bassano del Grappa
1 ottobre presso Interspar di Albignasego
1 ottobre presso Interspar di Sarmeola di Rubano
Per maggiori informazioni scansiona il QR Code o visita il sito www.stickermania.despar.it
Scuolafacendo torna in classe: sostegno concreto all’istruzione e spazio alla creatività con il contest
“Gli Eroi del Buon Cibo”
Dal 15/9 al 19/10 ogni 10 euro di spesa nei punti vendita Despar Nord si ricevono buoni scuola da destinare agli istituti: oltre 60 premi didattici e un contest creativo sul cibo sano
Dopo il successo dello scorso anno, con oltre 11.400 premi donati a più di 2.300 scuole, Despar Nord rinnova il suo impegno con Scuolafacendo 2025/2026, il progetto nazionale a sostegno dell’istruzione. Dal 15 settembre al 19 ottobre 2025, nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar, ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine Stickermania contenente un “Buono Scuola” che potranno destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. I buoni potranno essere consegnati direttamente alle scuole o caricati sul sito del progetto www.scuolafacendo.com e sull’app dedicata. In più, tramite l’App Despar Tribù sarà possibile convertire i propri Punti Cuore in ulteriori buoni fino al 16 novembre.
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Per ogni Punto Cuore che i clienti convertiranno tramite l’App Despar Tribù, Despar Nord ne regalerà uno aggiuntivo.
Quest’anno Scuolafacendo si arricchisce inoltre di un’iniziativa speciale: il contest creativo “Gli Eroi del Buon Cibo”, realizza-
to in collaborazione con Le Buone Abitudini, il progetto educativo gratuito di Despar pensato per le scuole primarie e dedicato ai corretti stili di vita e alla sana alimentazione. Il concorso invita le classi a realizzare un disegno e/o un racconto il cui protagonista sia un supereroe che combatte la cattiva alimentazione, promuovendo l’importanza di una dieta sana ed equilibrata. Le scuole, attraverso la raccolta dei buoni, avranno la possibilità di scegliere strumenti e materiali didattici da uno speciale catalogo che include oltre 60 articoli per arricchire gli ambienti scolastici e la didattica. Il progetto è rivolto alle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, pubbliche e paritarie.
Con Stickermania, Scuolafacendo e Le Buone Abitudini, Despar Nord conferma il proprio impegno per scuola, territorio e comunità, valorizzando educazione, sostenibilità e attenzione alle persone.
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Ortopedia d’eccellenza: premiati gli ospedali di Bassano e Asiago
Le Ortopedie di Bassano del Grappa e Asiago ottengono un importante sigillo di qualità: l’Istituto Tedesco Qualità e Finanza (ITQF) ha conferito a entrambi i reparti il certificato “Ospedali di Eccellenza 2025” per le specializzazioni in chirurgia dell’anca, del ginocchio e della spalla.
Un riconoscimento costruito su basi concrete: lo studio ha coinvolto circa 1.300 strutture sanitarie italiane, prendendo in esame i dati pubblici relativi agli esiti chirurgici, l’organizzazione clinico-assistenziale e la qualità percepita dai pazienti. La valutazione ha incluso anche un questionario volontario compilato direttamente dagli ospedali.
“È il risultato di un grande lavoro di squadra – ha dichiarato il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana, Carlo Bramezza –. Ringrazio il dottor Cesare Chemello e tutto il personale: medici, infermieri, OSS e fisioterapisti. Il riconoscimento conferma la bontà del percorso di rilancio delle ortopedie di Asiago e Bassano, oggi realtà d’eccellenza non solo nel numero di interventi ma anche nella loro complessità e qualità.” reparto ortopedico di Bassano – già riferimen-
to regionale per la chirurgia protesica mininvasiva dell’anca e della spalla – è ora riconosciuto anche per la chirurgia del ginocchio. Per Asiago si tratta invece di un debutto vincente: alla sua prima candidatura, ha conquistato la certificazione in tutte e tre le aree. A sottolineare la portata del traguardo è proprio il dottor Chemello, direttore dell’UOC di Ortopedia del San Bassiano (e fino a pochi giorni fa anche di Asiago):
“A Bassano e Asiago abbiamo creato una rete ortopedica integrata, composta da professionisti con competenze diverse, capaci di collaborare. Oggi curiamo con successo pazienti che arrivano anche da altre ULSS e da fuori regione. Il merito va anche alla Direzione, che ha creduto in questo progetto.”
A guidare attualmente l’Ortopedia di Asiago è il dottor Alessandro Cappellari, stretto collaboratore di Chemello.
I numeri confermano la qualità del lavoro: 1.268 interventi eseguiti nei primi sei mesi del 2025 a Bassano, di cui 320 di chirurgia protesica, mentre ad Asiago sono stati effettuati 613 interventi, con 223 protesi impiantate.
Marostica, progetto PINQUA: 12 nuove unità residenziali per persone fragili
A Marostica procede a ritmo sostenuto il progetto PINQUA, uno degli interventi più significativi in Veneto in tema di residenzialità sociale e inclusiva. L’iniziativa, finanziata con 14,7 milioni di euro, punta a creare nuove soluzioni abitative dedicate a persone fragili, con particolare attenzione a chi convive con forme lievi o moderate di demenza.
Questa mattina il cantiere è stato visitato dall’assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio-Sanitari Manuela Lanzarin, dal direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza, dal direttore amministrativo Michela Conte e dal sindaco Matteo Mozzo. Una presenza istituzionale che testimonia l’importanza di un progetto che guarda al futuro della sanità territoriale e al benessere delle comunità locali.
“Non si tratta solo di un investimento economico – ha sottolineato Bramezza – ma di un progetto che risponde a un bisogno sociale crescente, in linea con le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione. Siamo perfettamente in linea con il cronoprogramma del PNRR e desiderosi di offrire alla cittadinanza una risorsa preziosa”. Il programma prevede due interventi distinti ma complementari. Nel complesso dell’ex ospedale cittadino verranno realizzate cinque unità indipendenti, con spazi e servizi condivisi, pensate per persone affette da demenza. In parallelo, nell’edificio A, nasceranno sette appartamenti destinati a giovani coppie, studenti e altre categorie sociali sensibili, con aree comuni e attività accessibili all’intera comunità.
Non meno rilevante sarà la riqualificazione dell’area esterna: circa 6.700 metri quadrati che diventeranno giardini, verde pubblico e parcheggi, restituendo alla città uno spazio vivibile e inclusivo. La conclusione dei lavori è prevista per marzo 2026.
Con il PINQUA, Marostica si candida così a diventare un modello di innovazione sociale e sanitaria, capace di coniugare accoglienza, autonomia e qualità della vita.
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Ospedale. Un ciclo di lezioni gratuite su geriatria, psicologia e assistenza quotidiana
Bassano del Grappa, un corso gratuito per chi assiste malati e anziani
Corso gratuito dal 20/9 al 25/10 all’Ospedale San Bassiano per chi si prende cura di malati o anziani. Ogni sabato mattina, formazione pratica su assistenza, salute e emergenze, con attestato e possibilità di aiutare famiglie in difficoltà
Dal 20 settembre al 25 ottobre, ogni sabato mattina, l’Ospedale San Bassiano ospiterà un corso di formazione gratuito dedicato a chi si prende cura di persone fragili, malate o anziane, sia a domicilio che in ospedale.
Il percorso, aperto a tutti, nasce con l’obiettivo di offrire strumenti pratici e conoscenze di base utili nella gestione quotidiana dell’assistenza. Le lezioni affronteranno in modo semplice e accessibile temi di geriatria, medicina, infermieristica, dietetica, psicologia, assistenza sociale e gestione delle emergenze, fornendo ai partecipanti competenze concrete per affrontare con maggiore serenità situazioni spesso complesse.
A conclusione del corso sarà rilasciato un attestato di
Patente e
frequenza e, per chi lo desidera, sarà possibile essere inseriti in un elenco di persone disponibili ad aiutare famiglie e cittadini in difficoltà. Un’opportunità che unisce formazione e solidarietà, creando una rete di sostegno a favore della comunità. Gli incontri si terranno dalle 9.00 alle 12.30 nell’Aula Magna dell’ospedale, in via dei Lotti 40. Per iscriversi è necessario compilare il modulo online oppure scrivere a veneto.cittadinanzattiva@gmail.com.
L’iniziativa è promossa dall’U.O.C. Geriatria di Bassano del Grappa e Santorso dell’Ulss 7 Pedemontana, in collaborazione con Fondazione Volksbank e Associazione CittadinanzAttiva. Un’occasione formativa che mette al centro la cura, la responsabilità e la vicinanza a chi vive situazioni di fragilità.
diabete, l’allarme di Luisetto (Pd): “Esami troppo costosi, mobilità negata a migliaia di veneti”
In Veneto i diabetici con patologie gravi pagano di tasca propria esami obbligatori per la patente. La consigliera Luisetto chiede alla Regione misure di sostegno e mobilità equa
In Veneto, chi convive con forme gravi di diabete si trova costretto a pagare di tasca propria esami medici obbligatori per il rinnovo della patente. Esami che, oltre a essere costosi, vanno ripetuti con frequenza più alta rispetto ad altri cittadini, aggravando ulteriormente il peso economico su chi già affronta una patologia cronica. La denuncia arriva dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Chiara Luisetto, che ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere conto alla Giunta delle politiche adottate a tutela di questi cittadini. “È una questione di diritti fondamentali”, afferma Luisetto, componente della Commissione Sanità. “Parliamo di decine di migliaia di persone che rischiano di vedersi negate la possibilità di muoversi liberamente, lavorare, accedere ai servizi essenziali solo perché i costi degli accertamenti necessari al rinnovo della patente sono totalmente a loro carico.”
In Veneto si contano oltre 300.000 persone affette da diabete, la maggior parte con diabete di tipo 2. Una quota significativa della popolazione, dunque, che – secondo Luisetto – viene colpita in
modo diretto e discriminatorio. I pazienti con complicanze diabetiche, infatti, devono sottoporsi a controlli clinici più approfonditi, spesso più frequenti, con una validità della patente ridotta e costi che si sommano nel tempo.
“Soprattutto nei piccoli comuni, dove l’auto è spesso l’unico mezzo per mantenere una vita autonoma, questa situazione diventa insostenibile. Stiamo parlando di persone che, per continuare a vivere normalmente, devono affrontare spese mediche sproporzionate. Serve un intervento della Regione”, sottolinea Luisetto.
L’interrogazione chiede all’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin se siano previste misure di sostegno economico o semplificazioni procedurali per le persone diabetiche, in modo da garantire una mobilità equa e non discriminatoria.
“Non possiamo permettere che il diritto alla mobilità venga trasformato in un privilegio per pochi. Mi aspetto una risposta chiara e interventi concreti”, conclude la consigliera dem.
Redazione Salute
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Venerdì 26 Settembre
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Settembre regala molte materie prime interessanti. Prodotti estivi e autunnali, per una combinazione in grado di dare vita a ricetta molto sfiziose.
TAGLIATELLE AI FUNGHI
Un gran primo piatto facile da preparare. Con i funghi porcini o con un delizioso misto bosco, sono una ricetta classica e imperdibile della cucina d’autunno.
Ingredienti: 320 gr di tagliatelle fresche o pappardelle; 450 gr di funghi porcini; 200 ml circa di brodo vegetale; 2 spicchi d’aglio; olio extravergine; prezzemolo fresco; sale; pepe nero
Preparazione: In una padella trifolare i funghi, dopo averli puliti, con gli spicchi d’aglio sbucciati e leggermente schiacciati per tre massimo cinque minuti. Il tempo varia a seconda della dimensione o tipologia. I funghi devono risultare carnosi e intatti. Prendere metà dei funghi e frullarli insieme al brodo vegetale fino ad ottenere una crema vellutata. Dopo aver cucinato le tagliatelle, posatele direttamente in una padella con la crema di funghi e spadellare la pasta insieme ai funghi interi e una manciata di prezzemolo tritato.
POLPETTE DI PANE PISELLI E FORMAGGI
Un’ alternativa alle classiche polpette di carne. Un piatto tipico del recupero e della cucina contadina, con un gusto molto invitante. Perfette come secondo piatto o antipasto
Ingredienti: :600gr passata di pomodoro; 300gr patate; 200gr latte; 150gr piselli freschi; 100 g pane secco; 70gr Pecorino Dop; 70 gr Asiago Dop; 70 gr Montasio Dop; 2 uova; pangrattato; timo limone; aglio; zucchero; sale; olio extravergine di olive
Preparazione:Lessare le patate e scottare i piselli in acqua bollente salata. Rosolare in una padella uno spicchio di aglio con un filo di olio. Aggiungere la passata di pomodoro, un pizzico di sale e di zucchero e cuocere il sugo a fuoco basso. Tagliare a dadini i formaggi. Scaldare il latte, fino quasi a bollore, con uno spicchio di aglio e di timo. Dopo averlo intiepidito versare il latte sul pane raffermo precedentemente tagliato a cubetti. Schiacciare le patate e mescolatele con i formaggi, i piselli e il pane; unite le uova sbattute. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo con cui formare piccole polpettine. Cucinare al forno per 10 minuti a 200° gradi. Servire con il sugo, tiepido
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TORTA AI FICHI
La torta di fichi è il modo migliore per salutare la bella stagione. Questo dolce è facilissimo da preparare e buonissimo da mangiare.
Ingredienti: 250 g farina 00; 2 uova; 70 ml olio di semi; 400 g fichi freschi; 130 g zucchero di canna; 150 ml latte; 16 g lievito per dolci; 1 limone
Preparazione: In una ciotola mettere le uova e lo zucchero e montare con le fruste elettriche fino ad avere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere il latte e l’olio di semi e mescolare nuovamente senza creare grumi. Aggiungere la scorza di limone grattate. Incorporare la farina, un po’ per volta, e amalgamare con una spatola mescolando dal basso verso l’alto. Aggiungere il lievito. Unire i fichi sbucciati e tagliati a pezzi e amalgamarli all’impasto. Versare l’impasto in una tortiera imburrata e infarinata di 24 cm di diametro. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 30-35 minuti.
Rubrica a cura di Sara Busato
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