ilBassano - Dicembre 2025

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Ulss 7 premiata con cinque Bollini Rosa per la qualità nelal cura femminile

Giovanni Manildo:

“Presenza rafforzata”; due seggi per Szumski: “La nostra impresa”

NATALE

Le sfide di Stefani

Nel momento in cui stiamo scrivendo si stanno completando tutte le verifiche degli eletti e poi potrà, finalmente, partire il nuovo consiglio regionale del Veneto. E dovrà essere una partenza decisamente a tutta velocità perché c’è un bilancio da approvare senza il quale l’azione amministrativa, di fatto, sarebbe fortemente rallentata se non, addirittura, in stallo.

Le sfide che attendono il neo presidente Alberto Stefani sono molte e gravose. Il Veneto che è chiamato a governare sta manifestando delle fragilità che, almeno in parte, sono inedite. Il sistema produttivo, infatti, mai come in questa fase vive inquietudini importanti. Gli indicatori, ormai da un po’ di tempo, dicono che la “locomotiva d’Italia” potrebbe fermarsi da un momento all’altro. Altro fronte particolarmente caldo è quello sanitario. In Veneto la sanità, per la qualità delle prestazioni erogate, continua a essere un’eccellenza, ma la ripresa post covid sembra essere più faticosa del previsto, tra liste d’attesa che scorrono sempre troppo lentamente e un numero crescente di cittadini che rinuncia alle cure perché non può permettersi di rivolgersi alle strutture private.

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Il Castello degli Ezzelini ospita il Villaggio di Babbo Natale, mentre il trenino e gli eventi diffusi rendono viva la città fino all’Epifania

Assemblea Confindustria: chiesta l’attenzione del Governo ma mancano autocritica e contenuti

Libri e fumetti “made in Veneto” la nostra top 10 delle uscite 2025

IL BASSANESE VINCE LA VOLATA ALLE REGIONALI LUISETTO E LANZARIN FANNO

La candidata del Partito Democratico raccoglie oltre 15 mila voti, l’assessore regionale alla sanità uscente si porta oltre quota 10 mila

REGIONE: SI APRE L’ERA DI ALBERTO STEFANI DOPO IL

I primi impegni e le promesse da mantenere: “Gli assessori dovranno occuparsi delle loro materie, non delle beghe politiche”

Il Veneto che verrà

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

La vittoria di Alberto Stefani segna nella nostra regione un punto di svolta soprattutto generazionale. A 33 anni, il neo-presidente entra nella storia del Veneto e dell’Italia come il più giovane governatore in carica, raccogliendo l’eredità di Luca Zaia dopo una campagna che ha delineato continuità ma anche la ricerca di nuovi stili e linguaggi, di un nuovo modo di porsi sulla scena politica, almeno in questa fase.

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Bassano ospita la mostra “Free Solo”

Dal 6 dicembre 2025 al 1 marzo 2026 il piano nobile del Museo Civico di Bassano del Grappa ospita “Free Solo”, una mostra monografica dedicata all’artista Riccardo “Rik” Guasco. L’esposizione, a cura di Riccardo Toffanin, presenta una selezione di circa venti opere incentrate sul legame tra sport e montagna, completata da quattro litografie inedite realizzate appositamente per omaggiare Giovanni Segantini, uno dei maestri della rappresentazione alpina.

La mostra si inserisce nel calendario di iniziative culturali legate ai Giochi invernali Milano-Cortina 2026. “Dopo l’apertura della mostra dedicata a Segantini, che sta raccogliendo numeri da record, siamo lieti di continuare a celebrare il nostro rapporto con la montagna e lo sport”, ha dichiarato il sindaco Nicola Ignazio Finco. “Questa nuova mostra arricchirà il calendario degli eventi legati a Bassano Città Veneta della Cultura 2025, a conclusione di un anno straordinario”.

Riccardo Guasco, nato ad Alessandria nel 1975, ha sviluppato uno stile che coniuga poesia e ironia, ispirandosi a movimenti come Cubismo e Futurismo. Ha realizzato campagne pubblicitarie, illustrazioni per quotidiani e riviste internazionali, packaging e manifesti, collaborando con testate come The New Yorker e brand come Eni, Moby, Longines e Poste Italiane. Tra i riconoscimenti più recenti, il premio “ILLUSTRI 2019” e la selezione dalla Society of Illustrator di New York.

“Con questa nuova proposta siamo pronti a vivere un’atmosfera nostalgica, attraverso disegni che ci faranno rievocare materiali da collezione come vecchie copertine di riviste o manifesti pubblicitari”, ha spiegato Giada Pontarollo, assessore alla Cultura di Bassano del Grappa. La direttrice dei Musei Civici, Barbara Guidi, ha aggiunto: “Quattro litografie inedite dedicate alla montagna, affiancate a manifesti e illustrazioni sul nostro territorio e sullo sport ad alta quota, raccontano un viaggio attraverso le vette con uno stile personale e immediatamente riconoscibile”.

Redazione Bassano

Il Museo Civico propone un percorso tra illustrazioni

Il Veneto che verrà

Ora la prova è nella partita per la composizione della giunta e nelle promesse programmatiche, a partire dai piani “giovani, sociale, lavoro, ambiente” più volte richiamati, che già tracciano priorità differenti rispetto al passato. Il voto, netto e ampio nei numeri, con percentuali che certificano una larga affermazione del centrodestra, sebbene il centrosinistra abbia recuperato terreno, ha un doppio significato: legittima il nuovo corso ma mette anche in luce tensioni interne alla coalizione e il rischio di una leadership troppo dipendente da equilibri nazionali. Il giovane presidente del Veneto dovrà governare tenendo insieme ambizioni locali e logiche di partito, senza perdere la capacità di ascoltare un territorio variegato e a tratti scettico. Tocca all’opposizione farsi pungolo e stimolo affinché le criticità della nostra regione non passino sotto silenzio. La forte astensione, la più alta in assoluto, è un monito da non dimenticare o sottovalutare. Fuori dai palazzi, il cambiamento generazionale è già visibile: nelle imprese alla ricerca soprattutto di personale qualificato che verrà a mancare nei prossimi anni, nelle scuole che chiedono di modernizzare programmi e legami con il mondo del lavoro, nelle amministrazioni comunali alle prese con le difficoltà di far quadrare i conti e nuove forme di partecipazione. Ma il ricambio porta con sé criticità non banali: la necessità di costruire esperienza, il rischio di sottovalutare complessità amministrative, la tentazione di soluzioni “facili” per problemi strutturali come infrastrutture, sanità e scuola. Il Veneto che verrà non sarà automaticamente migliore solo perché guidato da una generazione nuova: servono visione a medio termine, competenze e capacità di mediazione. Occorrerà investire in formazione professionale, sostenere le PMI nella transizione tecnologica, rafforzare i servizi sociali e creare percorsi di alternanza scuola-lavoro che non siano slogan ma progetti misurabili, guardare all’ambiente con maggiore consapevolezza.

Se Stefani e la sua squadra sapranno trasformare l’urgenza del rinnovamento in progetti concreti, il Veneto potrà trarne beneficio. Altrimenti rischieremo il solito corto circuito: giovani alla guida, vecchi problemi. E il vero cambiamento resterebbe solo una promessa elettorale.

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>direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it

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L’esito. Emerge un territorio che conta: le due candidate più votate del Vicentino arrivano entrambe dal Bassanese

Il Bassanese al centro: Luisetto e Lanzarin trascinano il voto vicentino

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e elezioni regionali in Veneto consegnano una vittoria netta ad Alberto Stefani, nuovo presidente della Regione e leader di una coalizione di centrodestra che ha saputo intercettare consenso in modo omogeneo in tutto il territorio. La Lega, pur in un quadro politico nazionale in evoluzione, riconquista centralità

nella sua regione storica, trainata proprio dalla candidatura di Stefani, che ha saputo ricompattare il partito e mobilitare amministratori locali e militanti.

All’interno di questo scenario, il Vicentino offre una fotografia particolarmente significativa, perché i due candidati più votati della provincia appartengo-

no entrambi all’area bassanese, confermando la forza politica di questo territorio. A sinistra svetta Chiara Luisetto, candidata del Partito Democratico, che supera le 15.000 preferenze e si afferma come la “regina delle preferenze” di queste regionali, con un risultato personale che supera ogni previsione. Il dato è in aggiorna-

Lanzarin: “Il radicamento della Lega ha fatto la differenza. Ora lavoriamo sui territori”

Ai microfoni di Radio Veneto24, Manuela Lanzarin analizza il risultato elettorale e l’affermazione del nuovo presidente della Regione, Alberto Stefani. Per l’ex assessore alla Sanità la vittoria nasce dall’incontro tra un candidato giovane, con un programma capace di toccare “tutti i settori”, e un forte radicamento territoriale della Lega. Un ruolo determinante, sottolinea, lo ha avuto anche l’effetto traino del presidente Luca Zaia, che ha contribuito a compattare l’elettorato e a rafforzare la credibilità della coalizione.

Lanzarin rivendica il proprio contributo alla costruzione del programma di governo, soprattutto sui temi sanitari e sociali. Ricorda il lavoro avviato sulla medicina territoriale, dalle Case della Comunità agli Ospedali di Comunità, fino allo sviluppo della telemedicina, dell’assistenza domiciliare e di figure come l’infermiere di famiglia, tutte leve che definisce fondamentali per un Veneto “di prossimità”. Parallelamente indica le priorità nel sociale: sostegno a minori e famiglie, servizi educativi adeguati, attenzione al disagio giovanile e potenziamento delle politiche per gli anziani.

Su questo fronte, indica una direzione chiara: rafforzare la legge regionale sull’invecchiamento attivo e costruire una rete completa

di servizi, dall’abitare protetto al co-housing, dai quartieri solidali alle RSA, con interventi che accompagnino ogni fase della fragilità. Un percorso che definisce una vera e propria “filiera del benessere”.

Quanto al suo futuro ruolo, Lanzarin si dice a disposizione del presidente Stefani e del partito, con l’auspicio di continuare a lavorare nei settori in cui ha maturato esperienza. Infine una riflessione sull’affluenza: considera preoccupante il calo della partecipazione e invita a una revisione profonda degli strumenti di voto, anche con soluzioni innovative per garantire a tutti la possibilità di esprimersi. Perché, conclude, “in democrazia l’elezione è il momento più importante”. (p.b.)

mento per via del riconteggio ancora in corso, ma il primato appare consolidato.

Sul fronte del centrodestra spicca invece Manuela Lanzarin, già assessore regionale alla Sanità e figura di riferimento della Lega, che supera le 10.000 preferenze confermandosi una delle amministratrici più radicate e ricono-

sciute del territorio. Due storie politiche diverse, due schieramenti opposti, un’unica costante: il Bassanese si conferma un polo di forza elettorale capace di esprimere leadership trasversali, che pesano negli equilibri provinciali e regionali.

Luisetto, record di preferenze: “Un risultato di comunità. Ora priorità a sanità e sociale”

Chiara Luisetto commenta la sua elezione ai microfoni di Radio Veneto24 con una gratitudine che lascia trasparire tutto il peso e la responsabilità di un risultato straordinario. “La fiducia che mi avete restituito con 15.044 preferenze è enorme”, afferma, ricordando come il suo consenso sia cresciuto di oltre settemila voti rispetto a cinque anni fa e sottolineando un primato storico: è la donna più votata del Veneto. Un risultato che per lei non è soltanto personale, ma il frutto del lavoro di una comunità intera. Ringrazia volontari e volontarie che hanno affrontato freddo e pioggia ai gazebo, chi ha organizzato incontri e chi l’ha sostenuta lungo la campagna, ribadendo che un traguardo così si conquista solo insieme. “Fare politica è studio, serietà, ascolto. In questi due anni e mezzo ho provato a esserci e continuerò a farlo”.

Guardando ai prossimi mesi, Luisetto individua subito le priorità che intende portare in Consiglio regionale assieme al gruppo del Partito Democratico. Al centro la sanità pubblica, che per lei deve tornare a essere forte, accessibile e capace di garantire qualità. Ma allo stesso livello pone il socio-sanitario e il sociale, ambiti che considera essenziali per rispondere alle nuove fragilità. Sempre più persone, ricorda, si prendono cura di un familiare fragile nella

solitudine, senza diritti né sostegni adeguati; e chi vive disabilità, difficoltà o problemi di salute mentale spesso resta troppo solo. Per Luisetto la Regione deve invertire questa tendenza, anche alla luce dei cambiamenti demografici che stanno trasformando famiglie e comunità. Da qui l’intenzione di ripartire dal suo progetto di legge sui caregiver familiari, rafforzare l’accesso dei cittadini alla sanità pubblica e tutelare il personale che vi lavora. Obiettivi che si intrecciano con un’altra sfida per lei decisiva: ricostruire i servizi territoriali, progressivamente indeboliti negli ultimi anni. Una promessa, conclude, che nasce dalla volontà di rappresentare al meglio i bisogni dei veneti e delle venete. (p.b.)

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Paola Bigon
Chiara Luisetto
Manuela Lanzarin

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Finco: “Il Veneto premia radicamento e concretezza Ora va data priorità a giovani, welfare e imprese”

N ell’ultima campagna elettorale che ha portato alla vittoria di Alberto Stefani, il sindaco di Bassano Nicola Finco ha ricoperto un ruolo strategico per la Lega, coordinando la campagna sul territorio. A risultati definitivi, offre una lettura che parte dalla macchina del partito: “Stefani è segretario regionale da tre anni, io ho coordinato la campagna. Il risultato è andato oltre le previsioni e i sondaggi, confermando che la nostra è ancora l’organizzazione più forte in Veneto”. Secondo Finco, il radicamento territoriale resta la chiave del consenso: amministratori, sezioni e militanti che continuano a lavorare con una logica “di presenza costante”, capace di tenere unito un partito dato più volte per spacciato ma che continua a rappresentare, sopra ogni livello istituzionale, un modello di buona amministrazione. Dalle piccole realtà montane ai centri più grandi, spiega, la Lega “è rimasta in mezzo alla gente”, ascoltando

esigenze concrete e traducendole in proposte. Dopo anni difficili, aggiunge, “il voto dimostra che abbiamo seminato bene”.

A incidere sull’esito, per Finco, sono stati due elementi: da un

lato la credibilità del presidente uscente Luca Zaia, dall’altro la proposta di Stefani, ritenuto un candidato capace di coniugare continuità e innovazione. “Ha portato nel programma temi

come sociale, sostenibilità, ambiente, famiglie e anziani: argomenti che un tempo appartenevano solo alla sinistra e che oggi intercettano un elettorato più ampio”. Una campagna, sottolinea, fatta di incontri con categorie, associazioni e amministratori locali.

Sul fronte della partecipazione, Finco non nasconde la preoccupazione per una crescente disaffezione verso il voto: “L’astensionismo non riguarda solo la politica. Anche volontariato e associazionismo faticano a trovare persone che si impegnano nella cosa pubblica. È una crisi valoriale: la società pensa più all’io che al noi”. Ricorda però che la democrazia vive di partecipazione e che rinunciare al voto “non fa bene al sistema”. Per questo, insiste sulla necessità di ricostruire fiducia attraverso serietà amministrativa e capacità di spiegare le scelte ai cittadini. Guardando al futuro della Regione, il sindaco individua prio-

rità strutturali: l’invecchiamento della popolazione, i servizi di welfare, le opportunità per i giovani e il sostegno alle imprese. Centrale anche il tema casa: “Oggi è impensabile per un giovane pagare un mutuo da 700 euro al mese, così come è insostenibile un nido da oltre 500 euro o una retta da 2.500 euro per gli anziani. Servono risposte concrete ai problemi, non discussioni astratte”.

In parallelo, il Veneto deve continuare a essere un terreno attrattivo per chi studia, lavora e fa impresa: “I ragazzi possono fare esperienze all’estero, ma dobbiamo metterli nelle condizioni di tornare e investire qui”. Questo implica politiche su formazione, innovazione e sostegno alle imprese che vogliono crescere senza lasciare la regione. Le aziende devono poter contare su servizi che le rendano competitive: “Solo così il Veneto potrà guardare al futuro con fiducia”

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Il sindaco Nicola Finco

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Inverno 2025, Veneto in ripresa: qualità e negozi fisici guidano i consumi

L’indagine 2025 di Confcommercio Veneto e Unioncamere mostra un inverno di consumi vivace: i veneti acquistano soprattutto abbigliamento, ristorazione, benessere e libri, privilegiando qualità e negozi fisici

Un inverno di consumi vivace, con i veneti pronti a rimettere mano al portafoglio e a scegliere – sempre più consapevolmente – dove e come investire il proprio budget. È la fotografia scattata dall’indagine 2025 di Confcommercio Veneto e Unioncamere del Veneto, realizzata nel mese di novembre su un campione di 600 residenti. Il periodo osservato abbraccia l’intero trimestre caldo per il commercio: dal Black Friday alle festività natalizie, fino ai saldi invernali. Ne esce un Veneto attivo, selettivo, orientato alla qualità e, soprattutto, fedele ai negozi fisici. Un segnale che, per il commercio regionale, rappresenta una boccata d’ossigeno e un invito a cogliere l’occasione.

Il 70% dei veneti metterà in

agenda acquisti legati ad abbigliamento, calzature e accessori: un evergreen dell’inverno che continua a trainare il mercato. Subito dietro, la ristorazione e gli eventi enogastronomici, che attraggono il 67% del campione. Molto forte l’area del benessere: il 64% dichiara intenzioni di spesa in trattamenti, fitness e cura della persona. Il settore librario mantiene un robusto 55%, mentre circa quattro veneti su dieci investiranno in articoli per la casa. Gli sportivi – e i regali sportivi – coinvolgono invece il 39%.

Il clima, rispetto allo scorso anno, è sensibilmente più fiducioso. Il segmento beauty-wellness registra un vero boom: l’82% degli intervistati prevede di mantenere o aumentare il budget rispetto al 2024. Stesso risultato per la risto-

razione, sempre più centrale nelle abitudini del tempo libero.

Libri e abbigliamento rimangono solidi punti fermi: l’81% manterrà o aumenterà la spesa per il settore librario, il 77% per il fashion. Il dato forse più interessante per il commercio arriva dalla preferenza netta per la qualità: il 61% dei consumatori sceglie prodotti migliori anche a fronte di costi più alti.

La tendenza cresce con l’età: l’82% degli over 65 seleziona la qualità come criterio prioritario, mentre nella fascia 30-44 anni la percentuale si attesta comunque al 57%.

Un orientamento che favorisce il commercio specializzato, l’artigianato, le botteghe che offrono servizio e competenza: un patrimonio che il territorio veneto continua a riconoscere come valore. Il 67% degli intervistati farà acquisti nei negozi tradizionali contro il 33% dell’online. Una prevalenza che non stupisce, ma che colpisce nella sua distribuzione: 64% sceglierà negozi di periferia; 36% punterà ai

Bassano, Otb Foundation inaugura un Natale di solidarietà

A Bassano il Natale si accende nel segno della solidarietà con l’ottava edizione del mercatino promosso da Otb Foundation in via Angarano. Renzo Rosso, fondatore di Diesel, ha accolto con emozione la partecipazione della città: sono infatti 110 gli abeti solidali acquistati da negozianti e artigiani, il doppio rispetto allo scorso anno. Le risorse raccolte saranno destinate all’Emporio Solidale, pronto

ad aprire tra poche settimane vicino al mercato ortofrutticolo, uno spazio moderno pensato come risposta concreta alle nuove fragilità sociali. Rosso parla di una Bassano sempre più attenta al bene comune: “Ci piacerebbe che ognuno regalasse solidarietà, perché il bene si fa insieme”. Una visione condivisa da Arianna Alessi, vicepresidente della Fondazione, che sottolinea l’impegno della rete di

associazioni coinvolte – dalla Croce Rossa a Caritas, da “Da Spreco a Risorsa” alla comunità “Papa Giovanni XXIII” – e il lavoro del team che sta ultimando gli spazi del supermercato solidale. Oltre cento commercianti del centro storico hanno già aderito esponendo gli abeti decorati anche con richiami al progetto “Mai Più”, il servizio a sostegno delle donne vittime di violenza. Nel mercatino l’atmosfe-

centri storici

Due mondi da presidiare con strategie diverse: da un lato le vie del centro, dove atmosfera e unicità fanno la differenza; dall’altro le aree commerciali ad alta affluenza, che intercettano le esigenze di rapidità e praticità.

Guardando ai saldi alle porte, emergono fasce di spesa molto differenziate. Sotto i 100 euro troviamo libri, benessere e articoli sportivi. Il settore food & wine (58%) e

l’abbigliamento (57%) si collocano invece nel range dei 100-500 euro, con ampi margini per i negozi. Oltre 1.000 euro per il 31% di chi programma viaggi; il 30% per l’elettronica; il 25% per gli articoli di lusso Lo scontrino medio stimato: 217 euro per l’abbigliamento, 183 per le calzature e 172 per gli accessori. Numeri che confermano una disponibilità economica consistente, sebbene selezionata.

ra è viva: il sindaco Nicola Finco e l’assessore Andrea Viero brindano con cittadini e volontari, mentre i “The Babbos Natales” animano la via con canti tradizionali. Caldarroste, panettoni solidali, decorazioni, calze della Befana e idee regalo sostenibili accompagnano una domenica in cui ogni gesto contribuisce a un patrimonio condiviso. Un clima di comunità che trova nell’imminente apertura

dell’Emporio Solidale la sua naturale continuazione. (s.b.)

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Cornedo Vicentino

Natale da vivere/2. Il programma include concerti, presepi artistici e la festa finale della Befana

La città si accende di magia: un mese di luci, spettacoli e tradizioni con “Natale a Bassano”

L’atmosfera del Natale torna a scaldare il cuore della città con Natale a Bassano, il ricco programma di appuntamenti che fino al 6 gennaio 2026 trasformerà il centro storico in un grande villaggio delle meraviglie. Luminarie, mercatini, musica, spettacoli, laboratori e il Villaggio di Babbo Natale animeranno piazze e vie, offrendo un calendario diffuso pensato per famiglie, bambini e visitatori.

L’inaugurazione ufficiale si è svolta sabato 22 novembre, con l’apertura dei Mercatini di Natale e l’accensione delle luminarie, accompagnata da un momento corale sotto il grande albero di 18 metri che svetta in Piazza Libertà. I mercatini, organizzati da Confcommercio Bassano, rimarranno aperti fino al 28 dicembre in Piazza Libertà e Piazza Garibaldi, proponendo artigianato, gastronomia e idee regalo. Dal 29 dicembre al 6 gennaio, Piazza Garibaldi ospiterà invece il tradizionale Mercatino della Befana.

Il Natale bassanese sarà arricchito da un presepio artistico visitabile gratuitamente dall’8 dicembre al 6 gennaio nella Chiesa di San Giovanni, a cura della Pro Bassano. Nel suggestivo Castello degli Ezzelini prenderà vita il Villaggio di Babbo Natale, aperto nei weekend e nei giorni festivi dal 29

novembre alla Vigilia: qui i bambini potranno incontrare Babbo Natale, partecipare a laboratori creativi e ascoltare letture animate. Il Villaggio ospiterà anche la grande pista di pattinaggio su ghiaccio, inaugurata il 29 novembre con uno show scenografico e aperta ogni giorno fino al 6 gennaio, accompagnata da due chioschi ristoro.

Nei fine settimana sarà attivo il Trenino Lillipuziano, che collegherà Piazza Libertà al Castello, regalando un modo suggestivo per scoprire la città illuminata. Il centro storico offrirà inoltre spettacoli itineranti, concerti e intrattenimento all’aperto. In Piazzotto Montevecchio sarà allestita un’area dedicata ai più piccoli con baby dance, giochi e attività, mentre Piazza Terraglio ospiterà esibizioni dal vivo grazie alla collabora-

zione con i commercianti.

Il programma proseguirà con laboratori, concerti, spettacoli della Lanterna Magica, incontri con gli alpaca, musica nei musei e i grandi appuntamenti corali nelle chiese cittadine. Da segnalare il concerto “Never Give Up!” della Bassano Bluespiritual Band il 13 dicembre, il Concerto del Nuovo Anno dell’Orchestra Lorenzo Da Ponte il 5 gennaio, e la grande festa finale con “Bassano Città della Befana” il 6 gennaio.

“Natale a Bassano” è promosso dal Comune in collaborazione con Confcommercio, Pro Bassano e numerose realtà associative ed economiche locali. Un programma ampio e condiviso che celebra la tradizione, la socialità e la bellezza di vivere insieme la magia del Natale nel cuore della città.

Sara Busato

Turismo invernale in Veneto: montagne e qualità trainano una stagione positiva

Il turismo veneto si prepara a una stagione invernale positiva, sostenuto da tendenze che confermano la solidità del settore e l’attrattività della regione. Secondo un recente sondaggio, il 31% degli intervistati sceglierà il Veneto come meta per le proprie vacanze, mentre oltre la metà opterà per altre destinazioni italiane e un 40% guarderà all’estero. Per l’inverno, la montagna si conferma protagonista: il 57% degli intervistati indica le località montane come prima scelta, premiando comprensori attenti alla qualità dei servizi, alle attività outdoor e alla sostenibilità am-

bientale. Le città d’arte ottengono invece il 25% delle preferenze, a testimonianza della forza del patrimonio culturale veneto e della capacità dei centri storici di attrarre visitatori anche nei mesi più freddi, grazie a musei, eventi e iniziative dedicate. Tra le motivazioni che guidano la scelta, la ricerca di tranquillità, qualità della vita e relax emerge come fattore determinante per il 58% dei vacanzieri. Un orientamento chiaro, che invita gli operatori del settore a puntare su accoglienza personalizzata, benessere, cura dei dettagli e proposte su misura, elementi sempre più centrali

nella competitività delle destinazioni. Per quanto riguarda l’ospitalità, bed & breakfast (32%) e hotel (29%) guidano le preferenze, mentre gli appartamenti turistici si attestano al 17%. La predominanza delle prenotazioni online, che raggiungono il 76%, conferma l’importanza strategica della presenza digitale, anche se un 14% continua a rivolgersi alle agenzie tradizionali, riconoscendo il valore della consulenza esperta. Un quadro complessivo che conferma come il turismo invernale veneto continui a crescere puntando su qualità, autenticità e servizi evoluti. (s.b.)

“Natale a Bassano” porta nel centro storico un ricco calendario di eventi fino al 6 gennaio 2026, con mercatini, luminarie, spettacoli, laboratori e il Villaggio di Babbo Natale al Castello degli Ezzelini

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Polizia Locale, chiuso il confronto sindacale: il servizio torna al Comune dal 2026

S i chiude con un passaggio decisivo il percorso verso la reinternalizzazione della Polizia Locale di Bassano del Grappa. L’Amministrazione comunale ha comunicato l’esito positivo del confronto con le organizzazioni sindacali relativo al contratto decentrato dei dipendenti, che comprende anche il personale oggi in servizio per l’Unione Montana. Un risultato che consente di confermare la data già fissata nei mesi scorsi: dal 1° gennaio 2026 la Polizia Locale tornerà pienamente sotto l’organizzazione del Comune. Il tema non è nuovo e aveva già acceso il dibattito politico cittadino nella scorsa primavera, quando il sindaco Nicola Finco aveva manifestato la volontà di riportare il Corpo sotto la diretta gestione comunale, giudicandolo un passaggio necessario per rafforzare la sicurezza di prossimità. In quella fase, la scelta aveva generato una discussione

articolata, con posizioni critiche da parte del Partito Democratico, che temeva ripercussioni sulla continuità amministrativa dell’Unione Montana e sulla capacità complessiva dell’ente di garantire servizi efficienti. Il dossier era stato momentanea-

mente sospeso in attesa di verifiche tecniche e organizzative. Il confronto avviato nelle settimane più recenti con i sindacati ha permesso di stabilizzare il quadro, dando certezza in particolare alla continuità degli istituti contrattuali. L’Ammini-

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strazione ha infatti confermato che tutto il personale operativo attualmente impiegato nell’Unione Montana transiterà nel nuovo Corpo di Polizia Locale di Bassano, mantenendo le condizioni maturate. Un elemento ritenuto essenziale per tutelare chi lavora sul territorio e garantire un passaggio ordinato verso il nuovo assetto.

La riorganizzazione prevede inoltre l’istituzione di una figura dirigenziale con funzioni di comando, che sostituirà l’attuale comandante, già autorizzato al trasferimento a Romano e non più nelle condizioni di assumere l’incarico dirigenziale richiesto dal nuovo modello. Parallelamente, saranno avviate le procedure concorsuali per l’assunzione di nuovi agenti, così da adeguare l’organico alle esigenze di una struttura che punta a potenziare la presenza nelle aree sensibili della città.

Secondo il Comune, il pas-

saggio rappresenta una tappa importante nel processo di riorganizzazione della macchina amministrativa avviato dall’insediamento del sindaco. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un modello più diretto, integrato ed efficiente, nel quale la Polizia Locale possa operare con maggiore capacità di intervento e con una catena di comando più lineare.

La conferma della data del 1° gennaio 2026 chiude così una fase lunga e spesso complessa, segnata da valutazioni tecniche, confronti politici e passaggi amministrativi. Con l’accordo sindacale ora definito, il percorso entra nella fase operativa, verso una gestione interamente comunale del servizio e un riassetto che punta a garantire più presenza sul territorio e una risposta più tempestiva alle esigenze dei cittadini.

Paola Bigon

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NATALE A PADOVA

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SOTTO UN CIELO DI MERAVIGLIE

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Bassano Verde. Al via il progetto di riforestazione urbana con cinque nuove foreste in città

Inaugurata la prima piantumazione in via Monte Rombon con le scuole

S

i è ufficialmente avviato il progetto Bassano Verde, una grande iniziativa che trasformerà cinque aree pubbliche della città in nuove foreste urbane. L’obiettivo è quello di creare una rete verde che porti numerosi benefici ecologici e sociali alla comunità. Il progetto è frutto di una collaborazione tra il Comune di Bassano del Grappa, Alì Supermercati e WOWnature, il programma di riforestazione promosso da Etifor | Valuing Nature, spin off dell’Università di Padova.

Il primo intervento è stato avviato in via Monte Rombon, dove sono stati piantati i primi alberi, alla presenza delle scuole locali e dei partner del progetto. Durante l’inaugurazione sono stati messi a dimora gli alberi che costituiranno la prima fase della vasta opera di riforestazione urbana, che prevede la piantumazione di oltre 2.000 nuovi alberi e arbusti. Il progetto Bassano Verde prevede la creazione di cinque

nuove aree boschive, ciascuna con caratteristiche proprie per arricchire la biodiversità urbana e migliorare l’ambiente. Tra le principali aree coinvolte: il Parco Lucio Battisti e Strada Rivana, che ospiteranno due Tiny Forest (foreste in miniatura ad alta densità ispirate al metodo giapponese di Akira Miyawaki); la collina di Monte Crocetta, dove nasce-

rà una Food Forest (una foresta commestibile); e l’area giochi di Riviera Ca’ Sette, che sarà dotata di una fascia arbustiva per l’ombreggiamento e come habitat per insetti impollinatori.

“Con Bassano Verde puntiamo a migliorare il patrimonio naturale della nostra città e, allo stesso tempo, a garantire un ambiente più sano e vivibile per

le generazioni future. Questo progetto rappresenta un passo importante verso una città più sostenibile e consapevole dei suoi legami con la natura”, ha dichiarato Andrea Viero, Assessore all’Ambiente del Comune di Bassano del Grappa.

Gli interventi previsti dal progetto porteranno numerosi vantaggi, tra cui la riduzione dell’inquinamento atmosferico, grazie alla cattura della CO e al miglioramento della qualità dell’aria.

La piantumazione degli alberi contribuirà anche a ridurre l’effetto delle isole di calore durante l’estate, creando microclimi freschi grazie all’ombreggiamento e all’evapotraspirazione delle piante. Inoltre, le nuove foreste urbane favoriranno la biodiversità, offrendo rifugio a fauna locale come insetti utili e uccelli.

“Ogni albero piantato in città non è solo un passo verso un ambiente più sano, ma anche un’opportunità per restituire alle persone un legame diretto con la

natura”, ha aggiunto Chiara Bruni di WOWnature. “Ogni foresta che stiamo creando sarà un beneficio che crescerà nel tempo, proprio come gli alberi che stiamo piantando”.

Il progetto Bassano Verde è un esempio tangibile di come la sinergia tra enti pubblici e privati possa avere un impatto positivo a lungo termine sulla comunità. Alberto Marzotto, Responsabile dell’Ufficio Sostenibilità Ambientale di Alì S.p.A., ha sottolineato l’importanza di questo progetto: “Siamo orgogliosi di essere parte di questa iniziativa che contribuirà a migliorare la qualità della vita nella nostra città. Ogni pianta che piantiamo oggi è un investimento per un futuro più salubre e più verde”. In totale, l’area interessata dal progetto coprirà circa 2 ettari, con più di 2.000 nuovi alberi e arbusti che contribuiranno a costruire una vera e propria rete di foreste urbane.

Le immagini sul posto

L’intervento . Il capolavoro bassanese rinasce in tutta la sua imponenza

Il Cavallo colossale di Canova torna a risplendere

grazie a un restauro senza precedenti

Dopo oltre cinquant’anni nei depositi, il Cavallo colossale di Canova è stato restaurato e ricomposto grazie a un complesso intervento tecnico e scientifico. Tornerà esposto, prima a Milano e poi definitivamente al Museo Civico di Bassano

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D opo oltre mezzo secolo di silenzio, il Cavallo colossale di Antonio Canova torna finalmente a mostrarsi nella sua interezza. Un ritorno che ha il sapore della rinascita: per più di cinquant’anni, infatti, i frammenti dell’opera sono rimasti nei depositi dei Musei Civici di Bassano del Grappa, accantonati in attesa di un progetto capace di restituire vita a uno dei capolavori più imponenti dell’eredità canoviana. Quel momento è arrivato, grazie a un intervento di restauro che per complessità, innovazione e risultati segna una tappa storica per il patrimonio artistico veneto.

Realizzato negli ultimi anni di attività di Canova, il Cavallo colossale nacque come modello per il monumento equestre dedicato al re Ferdinando I di Borbone. Arrivò a Bassano nel 1849, insieme alla preziosa collezione donata da Giambattista Sartori Canova. Per decenni fu esposto al Museo Civico, fino a quando, alla fine degli anni Sessanta, venne smontato e trasferito nei depositi in vista di un nuovo allestimento che però non vide mai la luce. L’opera rimase così in un limbo, segnata dal tempo, da vecchi interventi non sempre corretti e da un deterioramento che sembrava renderne impossibile la ricomposizione.

Il progetto avviato negli ultimi anni dal Comune e dai Musei Civici ha ribaltato quel destino. Guidato dalla ditta Passarella Restauri e supervisionato dal-

la Soprintendenza, il restauro è iniziato da una minuziosa catalogazione dei oltre duecento frammenti. Questa fase ha rivelato anche la presenza di materiali aggiunti nell’Ottocento – gesso, cocci, fasciame metallico – che avevano inspessito la struttura interna, aumentando il peso di circa 400 chili e compromettendo la stabilità dell’opera. La loro rimozione, condotta con strumenti di precisione, ha permesso di recuperare la pelle originale del gesso canoviano e di alleggerire il manufatto. Fra i ritrovamenti più curiosi, anche un frammento di libro del tardo Settecento finito accidentalmente nell’impasto. Il passo successivo, il più spettacolare, è stato il riassemblag-

gio. I restauratori hanno ricomposto le nove macrosezioni in cui era stata suddivisa la statua, provando più volte gli accostamenti per evitare dislivelli e tensioni interne. Parallelamente, grazie allo studio padovano R.S. Ingegneria, è stata progettata una nuova struttura portante metallica capace di sostenere il peso dell’opera senza gravare sulle zampe, come prevedeva l’originaria concezione canoviana. Il basamento rinforzato garantisce sicurezza anche in caso di sollecitazioni sismiche, assicurando al capolavoro un futuro espositivo stabile e duraturo. La fase finale ha riguardato il restauro estetico, con la reintegrazione delle lacune tramite stucchi, acquerello e tempera, in un tono volutamente più chiaro rispetto all’originale. Una scelta che consente di distinguere gli interventi moderni senza compromettere l’armonia complessiva dell’opera.

Questo risultato, reso possibile dal ruolo di Intesa Sanpaolo come main partner attraverso il programma nazionale “Restituzioni” e dal supporto del Venice in Peril Fund, rappresenta anche un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Un impegno che ha trovato la sua prima celebrazione nelle Gallerie d’Italia di Milano, dove il Cavallo colossale sarà esposto dal 28 novembre 2025 come opera simbolo della mostra Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo.

Al termine dell’esposizione, l’opera tornerà finalmente a Bassano, pronta a riconquistare il suo posto nel Museo Civico e a diventare nuovamente patrimonio condiviso della comunità. Un ritorno atteso per più di cinquant’anni: oggi, il Cavallo colossale non è solo un capolavoro recuperato, ma anche una storia di memoria ritrovata, ricerca, tecnologia e cura. La prova che, quando competenze, istituzioni e sostegno privato si incontrano, anche un gigante ferito può tornare a risplendere

Paola Bigon

I lavori di restauro ©JPS_Ilaria Zago
I lavori di restauro ©JPS_Ilaria Zago

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Orange 1, Matteo Bordignon: “Coltivare il talento un canestro alla volta”

C’è una calma determinata nello sguardo di Matteo Bordignon, allenatore dell’Under 15 e assistente dell’Under 19 dell’Orange1 Basket Bassano, una delle academy più strutturate e riconosciute d’Italia. “Per me questa è un’opportunità importante. L’Orange1 è una società di grande livello, che compete in campionati d’eccellenza e tornei di prestigio. Siamo appena stati in Lituania: esperienze come questa sono un arricchimento enorme, sportivo e umano. Qui si lavora ad alto livello”. In Bordignon si avverte una grande passione. Non si è mai allontanato dal parquet — prima come giocatore, poi come guida per le nuove generazioni. “Giocavo a basket da giovane, ma a 17 anni mio fratello iniziò con il minibasket e mi chiesero di dare una mano in panchina. Da lì è nato tutto. Lavorare con i ragazzi, vedere come crescono, è diventato parte della mia vita”. Il coach lavora su ragazzi che si

stanno formando e che si preparano a quello che sarà il mondo dei grandi: “In questa fase si forma gran parte di ciò che saranno in futuro. Si pongono le basi, soprattutto a livello tecnico. Punto molto sul lavoro: bisogna provare, riprovare, insistere”. Bordignon entra poi nel merito del metodo Orange1: “Fuori dal campo cerchiamo di creare un clima sereno. Non vogliamo cinque individualità forti, ma un gruppo che condivide le responsabilità. Il modo in cui stanno insieme fuori si riflette su come giocano nel parquet”.

In un contesto competitivo come Bassano, l’agonismo è naturale, ma Bordignon si concentra anche su altri aspetti. “Il livello è alto, quindi ci si aspetta anche il risultato. È logico: vincere aiuta, dà fiducia. Ma non è l’obiettivo principale. Il nostro compito è abituarli a giocare partite competitive, a gestire la pressione. Questo è ciò che li fa crescere per davvero”. Negli ultimi anni la società del Grappa ha costruito legami internazionali solidi, collaborando con realtà statunitensi e partecipando a tornei in tutto il continente. “Il progetto si sta sviluppando sempre più verso il mondo internazionale. C’è un forte legame con gli Stati Uniti, una rete che offre ai nostri ragazzi l’opportunità di farsi conoscere in Europa e nel mondo. È qualcosa di raro: poche società italiane possono offrire esperienze simili. Viaggiare, confrontarsi con culture e stili di gioco diversi è un arricchimento incredibile”.

Bordignon è arrivato a Bassano l’anno scorso, dopo quindici anni passati ad allenare a Marostica, dove ha guidato anche squadre senior. “Ho vissuto belle esperienze nel mondo dei grandi. Mi piace la pressione, il pubblico, la responsabilità del risultato. In futuro mi piacerebbe tornarci, magari a un livello più alto. Ma non è una necessità: il settore giovanile mi dà tanto, mi stimola. Il mio obiettivo è continuare a migliorare, a crescere, a lavorare in contesti strutturati e di qualità”.

Alla fine, però, le migliori soddisfazioni non si contano sul tabellone. Per il coach i momenti più belli non sono rappresentati da un trofeo. “Ciò che resta davvero è vedere un ragazzo, dopo anni, e riconoscere in lui qualcosa che gli hai trasmesso. Rivedere in campo un gesto, un atteggiamento, un valore che sei riuscito a insegnare”. Matteo Bordignon, l’arte di far crescere il talento.

Stefano Parpajola

Matteo Cecchin, giovane cuore giallorosso: da sei stagioni con la maglia del Bassano

Vestire la maglia del Bassano non è per Matteo Cecchin solo una questione di campo, ma anche di cuore. Per il sesto anno consecutivo, l’attaccante classe 2007 rimane fedele ai colori giallorossi, con un percorso che lo ha visto crescere nel settore giovanile e arrivare fino alla prima squadra. “Il mio obiettivo per la stagione è crescere ancora, sia personalmente sia collettivamente, per rendere orgogliosi tutti i tifosi che ci seguono e ci tifano ogni domenica”. La sua carriera è un mosaico di tappe importanti: dal Calcio Loria da bambino, passando per Cittadella e Vicenza, fino all’approdo a Bassano. “Il mio passato nei professionisti mi ha insegnato la tecnica e, soprattutto, il valore di far parte di un gruppo. Ai piedi del Grappa invece ho avuto modo di vivere lo spogliatoio con compagni più grandi, che hanno vissuto categorie di alto livello: questo mi ha fatto crescere molto. Ai vecchi devo tanto: mi hanno sempre aiutato e corretto nei miei errori”. Il ricordo del primo gol tra i grandi rimane vivido: “Avevo 17 anni, era un derby contro il Montecchio. Non mi sarei mai immaginato di segnare così presto. Tre minuti dopo il mio ingresso in campo, la palla era già in rete… un’emozione che porto ancora dentro”. Il presente, invece, è fatto di lavoro e costanza: “All’inizio della stagione abbiamo avuto qualche difficoltà, ma ci siamo subito rialzati. Gli allenamenti sono intensi, ci sosteniamo a vicenda e i risultati arrivano di conseguenza”. L’ambizione non manca nel giovane attaccante: “Sogno il professionismo, voglio crescere fisicamente, migliorare i difetti e prendere decisioni più lucide. Bassano è una piazza importante, bellissima da vivere. Il legame con i tifosi è speciale: ci sostengono sempre, anche nei momenti difficili”. Matteo Cecchin e un futuro da scrivere: i giallorossi si godono il talento cresciuto in casa. (s.p.)

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21 NOVEMBRE 2025 - 6 GENNAIO 2026

Alberi di Natale, scenografie, luminarie e installazioni arricchiscono le principali vie dello shopping del centro storico di Venezia, delle Isole, di Mestre, Campalto, Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano, Zelarino.

Mercatino natalizio a Mestre in Piazza Ferretto e vie limitrofe. Piste di pattinaggio su ghiaccio a Venezia (campo San Polo), Mestre (piazza Ferretto) e Marghera (piazza Mercato). Concerti, spettacoli, mostre, teatri.

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Matteo Bordignon

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Questo Natale, al tuo menù ci pensiamo noi!

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Serie D. Al centro del progetto giovani e un calcio sostenibile

Bassano Calcio, Bertapelle rinnova la sfida: “Costruire grandi cose, mattone dopo mattone”

Luca Bertapelle, Direttore

Generale del Bassano Calcio, si emoziona quando parla di giallorosso. Per lui, infatti, questa non è una piazza qualunque. Si era definito, pochi mesi fa ai nostri microfoni, un uomo fortunato: “Mi sento come Claudio Ranieri a Roma, non ho mai pensato di dire di no a questi colori, è anche una questione di cuore”. Sono onorato di continuare il percorso intrapreso mesi fa e per questo ringrazio la Presidente e tutto il Cda per la fiducia che mi è stata accordata”, confida. L’obiettivo è chiaro: proseguire sulla strada già tracciata, valorizzando i giovani senza perdere di vista i conti della società. “Mattone dopo mattone sono convinto che riusciremo a costruire grandi cose e raggiungere obiettivi sempre più importanti, quelli che una città come Bassano

merita”, spiega Bertapelle. La gioia per il lavoro fatto finora è palpabile: “L’emozione di essere qui è sempre la stessa, forse è addirittura aumentata. Abbiamo chiuso bene l’anno scorso e ora le cose stanno andando nel verso giusto, c’è grande orgoglio per me”. Il club ha scelto la

via della continuità: lo staff tecnico precedente è rimasto alla guida, con l’unico inserimento di Fabio Lebran come secondo allenatore. Il cambio del direttore sportivo è stato doloroso ma condiviso, con Antonio Mandato scelto per costruire il nuovo Bassano. “Vogliamo un

Team Bassano in grande spolvero al Lessinia

Un Lessinia Rally storico ricco di soddisfazioni per il Team Bassano, l’“ovale azzurro”, protagonista nell’ultimo appuntamento del T.R.Z. Seconda Zona, del Michelin Trofeo Storico e del Trofeo Rally ACI Vicenza. Nonostante un meteo ostile che ha reso il fondo insidioso, la scuderia ha portato al traguardo la maggior parte dei propri equipaggi con risultati di grande rilievo. Prestazione maiuscola per Ivan Fioravanti e Lorenzo Setti, secondi assoluti con la

Ford Escort RS: per loro anche il primato nel 3° Raggruppamento e di classe, coronato da due vittorie parziali in speciale. Solida anche la prova di Giorgio Costenaro e Lucia Zambiasi: con la Ford Sierra Cosworth 4x4 hanno chiuso quarti assoluti e primi di classe, incamerando i punti decisivi per aggiudicarsi il 4° Raggruppamento nel T.R.Z. In top ten compaiono pure Sandro Costaganna e Matteo Rizzi, decimi con la Lancia Delta Integrale 16V e secondi di classe.

gruppo sostenibile, che possa dare soddisfazioni alla società nel tempo”, sottolinea Bertapelle, che dedica grande attenzione anche allo scouting, alla match analysis e alla valorizzazione dei talenti locali.

Ma il Bassano Calcio non è fatto solo di numeri e strategie. “Il calcio resta sempre fatto di uomini, di emozioni e sentimenti”, racconta Bertapelle. Tra scrivania e campo la parola chiave è quella dell’equilibrio: “L’anno scorso ho imparato a essere equilibrato: nei momenti duri devo mantenere la calma e dare sicurezza all’ambiente, in quelli di gioia devo tenere i piedi per terra”. Obiettivi concreti e chiari: un buon campionato, stare nella parte sinistra della classifica, entrare nelle prime dieci. E sempre con uno sguardo al futuro: “La crescita dei giovani è centrale per noi. Giocano

almeno cinque under a partita, affiancati da giocatori esperti che guidano il gruppo”. Confermare Zecchin è stato un segnale di continuità e fiducia: “Si tratta di un ragazzo meraviglioso, un uomo empatico e leale. Ci sta insegnando tanto”. E il sogno della Serie C? Bertapelle parla con realismo: “L’ambizione c’è, ma dobbiamo essere onesti con la piazza. Non possiamo fare promesse che non possono essere mantenute. Bisognerà capire quando arriverà il momento giusto per spingere verso il Professionismo. Per farlo tante componenti devono allinearsi”. Tra emozione e pragmatismo, Bertapelle sta disegnando un Bassano Calcio che sogna ma sempre con i piedi ben saldi a terra, pronto a crescere con la città e a costruire mattone dopo mattone il suo futuro.

Stefano Parpajola

Due posizioni più indietro, Nicola Tricomi e Cristian Soriani hanno condotto la Porsche 911 RS al secondo posto di classe e del 2° Raggruppamento, precedendo le “gemelle” di Luigi e Fausto Orestano (terzi) e di Claudio Zanon con Maurizio Crivellaro (quarti). Applausi anche per Franco e Alessia Beccherle: ventunesimi assoluti e primi di classe con l’Autobianchi A112 Abarth, hanno fatto loro il tributo dedicato alle vetture dello Scorpione. Il secondo

gradino nelle stesse categorie è andato a Riccardo Pellizzari e Sonia Dal Dosso; un terzo “dodici”, quello di Andrea Pasqualotto e Nicole Rossi, ha chiuso quinto di classe.

Tra le Porsche, Antonio ed Eva Orsolin hanno portato la 911 RS al 45° posto assoluto e al sesto di classe. Gara in salita per Alessandro Mazzucato e Michele Orietti: penalizzati da una scelta di gomme non ottimale sulla Opel Ascona SR, hanno concluso quarti di classe,

centrando però il T.R.Z. del 3° Raggruppamento e il secondo posto assoluto nella classifica specifica di zona. Nel dettaglio del gruppo, Damiano Pasetto e Matteo Zanini hanno issato la Talbot Sunbeam Lotus al 37° posto generale con vittoria di classe; Franco Simoni e Mauro Alioni hanno chiuso 51esimi con la Peugeot 205 Rallye. Tra i classificati, chiudono l’elenco l’A112 Abarth di Damiano Almici e Nicolò Abbatucci, penultimi nella generale. (r.b.)

IDRAULICI – CALDAIE – POMPE DI CALORE – CLIMA

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Case vuote, bisogni reali: il Vicentino scopre tredici mila abitazioni ferme nel degrado

I n provincia di Vicenza esistono oltre 13 mila abitazioni abbandonate, immobili che non trovano più collocazione nel mercato e che allo stesso tempo rappresentano un costo per i proprietari. Un patrimonio silenzioso, spesso ereditato, difficile da riqualificare e impossibile da vendere, che finisce per alimentare degrado urbano proprio mentre cresce l’emergenza casa. È su questo paradosso che la Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità di Vita ha voluto accendere i riflettori, commissionando una ricerca inedita: secondo lo studio, sarebbero 13.295 le case in condizioni di abbandono nel Vicentino, 1.596 solo nel capoluogo.

Il punto di partenza è il grande numero di abitazioni inoccupate registrate dall’Istat: 100.852 nel 2021. Ma non tutte sono realmente disponibili o degradate: molte sono seconde case, alloggi turistici o abitazio-

ni tenute vuote per scelta dei proprietari. L’analisi è quindi scesa nel dettaglio, filtrando le unità immobiliari più datate e meno efficienti, spesso difficili da mettere a reddito. Colpisce un dato: il 61,8% delle case dichiarate inoccupate è prece-

dente al 1980 e almeno il 30% rientra nella classe energetica G. Sono abitazioni grandi, costose da ristrutturare e fuori mercato: quasi il 40% supera i 120 metri quadri.

Applicando questi criteri, emergono gli immobili che più

difficilmente potranno tornare a essere utilizzati senza interventi profondi. E proprio tra questi la Fondazione individua quelli potenzialmente destinabili a progetti sociali: sarebbero 5.238 in tutta la provincia, 629 a Vicenza, spazi che oggi rappresentano un peso per i proprietari ma che potrebbero trasformarsi in nuove opportunità per la comunità.

Il fenomeno è destinato a crescere. L’invecchiamento della popolazione e la riduzione del ricambio generazionale moltiplicano i casi di abitazioni lasciate in eredità e mai recuperate. Nel 1980 il rapporto tra case occupate e case vuote era di 10 a 1; oggi è sceso a 3,5 a 1. E intanto aumentano le difficoltà di famiglie a basso reddito, giovani in cerca di autonomia, lavoratori attratti dal territorio ma frenati dai costi abitativi, anziani che necessitano di contesti protetti.

Per la Fondazione QuVi, que-

sto patrimonio in abbandono può diventare una leva per nuove politiche sociali. «Vogliamo far emergere un potenziale che oggi è solo un costo» afferma il presidente Sante Bressan, invitando chi possiede immobili inutilizzati a considerarne la destinazione solidale. La donazione – spiega – può essere l’unico modo per valorizzare beni ad alto valore affettivo ma senza valore di mercato.

La Fondazione, aggiunge la coordinatrice Nicol Gastaldello, è in grado di accompagnare i donatori nella scelta del progetto più adatto e nel reperimento di risorse per la riqualificazione. «Se anche solo l’1% di questi proprietari facesse questa scelta, nasceremmo 52 nuovi spazi sociali: luoghi di accoglienza, ascolto, coabitazione, strutture per l’emergenza abitativa. Un beneficio per la comunità, per chi dona e per il territorio».

Paola Bigon

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CORTINA D’AMPEZZO, BELLUNO

segue da pag. 1

Imprese, sanità, giovani

Il terzo tema che la Giunta Stefani è chiamato a prendere di petto è certamente quello dei giovani: dal Veneto ogni anno se ne vanno in molti, non solo all’estero ma anche verso Lombardia e soprattutto Emilia Romagna. Tra i fattori che producono questa emigrazione sembra esserci la scarsa vitalità del nostro territorio in termini sociali, occupazionali e di “prospettiva”. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi non riconoscono nel Veneto la possibilità di crescere, di cambiare, di essere al passo

e

ambiente:

le sfide che attendono Stefani

con la modernità e la velocità del tempo. Vero o falso che sia questo, in buona sostanza, è quello che rispondono quando li si interroga nel tentativo di analizzare le motivazioni alla base di questa “fuga” e, nel contempo, quando si cerca di capire perché in Veneto non arrivino giovani da altre regioni o stati europei in numero sensibili. Il quarto dossier urgente sul tavolo è quello ambientale. Il Veneto, per la propria posizione geografica, si trova in una delle aree con l’aria peggiore d’Europa. A questo

Il presidente eletto. Sociale, sanità e lavoro fra i temi

Stefani: “Giunta prima di Natale, gli assessori non faranno politica”

Incassata la netta vittoria alle urne, il presidente neo eletto della Regione Alberto Stefani si è subito messo al lavoro sulla composizione della squadra di governo che, come ha ribadito in più occasioni, sarà messa a punto prima di Natale. Sul toto-assessori, Stefani assicura che terrà conto dell’accordo pre elettorale di coalizione - cinque assessorati per Fratelli d’Italia, quattro per la Lega e uno per Forza Italia - ma l’aspetto più importante sarà quello della competenza specifica. “Una cosa che chiederò agli assessori sarà quella di non occuparsi di dinamiche politiche. - afferma - Chi entra in giunta farà l’assessore al cento per cento e si occuperà cento per cento della propria area di competenza, non di beghe politiche. Servono persone che conoscano il tema di riferimento e che possibilmente abbiano fatto anche il sindaco, un passaggio fondamentale che richiama anche l’importanza di rispondere ai cittadini. Sceglierò in base a questo, anche se in accordo con le segreterie di partito. Terrò per me invece la delega ai giovani”. Di fronte al successo elettorale Stefani prende un impegno preciso: “Chi fa politica deve rispondere delle proprie idee e delle proposte fatte. Abbiamo messo al centro della nostra agenda politica il tema del sociale, della sanità, del lavoro; l’abbiamo fatto con coraggio, tenendo conto di alcuni trend importanti che avremo davanti e abbiamo fatto sì che questi temi diventassero la parte centrale della nostra agenda amministrativa, del nostro programma”. Sul fronte sanitario ha ribadito un concetto: “La priorità è e sempre dovrà essere la sanità pubblica, in quanto

diritto inalienabile dei cittadini. L’integrazione tra le due è inevitabile, ma la gerarchia non deve cambiare. In Veneto abbiamo il record negativo di accessi impropri al Pronto Soccorso e questo deve cambiare, perché si rischia di non poter gestire le vere emergenze. Alcune Ulss hanno già attivato dei percorsi di telemedicina per le pratiche meno urgenti (attraverso i numeri di assistenza 116 e 117) e intendo replicare questo modello su tutto il territorio regionale”. Per il mondo lavoro il governatore guarda ad una forte integrazione degli istituti di formazione professionale tecnica con le imprese, perché entro il 2030 mancheranno in Veneto 280mila lavoratori qualificati. Inoltre c’è la proposta di un tavolo anti burocrazia per agevolare le aziende. Quanto alle infrastrutture spicca la nuova holding autostradale entro il 2026, per riunire le attuali società del Triveneto e affrontare anche la questione Pedemontana. Sull’addizionale Irpef si deciderà in un secondo momento. Infine una promessa: “Farò il possibile per diventare il rappresentante di tutti i Veneti, anche quelli che non mi hanno votato”. (n.s.)

Il

si sommano i fenomeni, sempre più violenti, determinati dal cambiamento climatico che, trovando un terreno fortemente impermeabilizzato dalla grande cementificazione di tutti questi anni, producono gravi danni. Mentre ci si interroga, anche in modo un po’ morboso, su cosa farà Luca Zaia in futuro, il presidente Alberto Stefani sembra essere già al lavoro consapevole che il Veneto, oggi più che in altri momenti, deve ritrovare la forza per correre.

centronistra. Giovanni Manildo rivendica il risultato

“Il Veneto vuole l’alternativa”

Giovanni Manildo guardando al risultato elettorale sottolinea come i voti ottenuti segnino una svolta per lo schieramento progressista in Veneto. “Dopo anni di arretramento siamo risaliti, è la conferma che in Veneto c’è una parte del Paese che non si rassegna, che vuole un’alternativa, che crede in una politica capace di ascoltare e proporre”. Il candidato del centrosinistra sottolinea il frutto di un lavoro “serio e paziente”, costruito in oltre 120 giorni di campagna elettorale attraverso incontri, ascolto e la definizione condivisa di un programma basato su sette priorità. “Dopo quindici anni di arretramento – osserva – il centrosinistra rischiava la marginalizzazione. Oggi invece ritrova

spazio, voce e credibilità. Abbiamo piantato il chiodo decisamente più in alto”. Valutato positivamente, poi, il risultato ottenuto in città chiave come Padova e Venezia, dove la coalizione di centrosinistra si è imposta sugli avversari. Manildo non ignora però la forte astensione, ulteriore campanello d’allarme per la democrazia regionale che non va sottovalutato né ignorato: “L’affluenza in calo ci preoccupa e dovrebbe interrogare tutta la politica”. Secondo l’ex sindaco di Treviso, il voto conferma che i temi messi al centro della campagna – sanità pubblica, lavoro dignitoso, ambiente, casa, opportunità per i giovani – intercettano una domanda crescente nella società veneta. “Da qui si riparte, con

ancora più convinzione”, sottolinea. Il candidato racconta anche di aver chiamato il neo presidente Stefani per un augurio personale di buon lavoro. “Un gesto doveroso – spiega – ma il nostro impegno non finisce qui. Inizia ora un percorso più ampio: il Veneto ha bisogno di un’opposizione seria, costruttiva e determinata, e ha bisogno di una visione diversa. Noi ci saremo, ogni giorno, per dare voce a chi non ce l’ha”.

La sorpresa. “Resistere Veneto” raccoglie il 5,13% Szumski esulta: “Abbiamo fatto l’impresa”
“R

esistere Veneto” entra in Regione con due consiglieri, risultato sopra le aspettative per la lista di Riccardo Szumski che supera il 5% con oltre 69 mila voti. L’ex sindaco di Santa Lucia di Piave definisce il traguardo raggiunto “un’impresa”. “Eravamo partiti con pochi mezzi ma tanta volontà e siamo riusciti a raccogliere 30mila firme. Da quel momento abbiamo capito che qualcosa si stava muovendo. L’arrivo dei volontari ha generato un entusiasmo crescente”. Il leader di Resistere Veneto guarda già all’attività in Consiglio regionale e illustra le

priorità del suo programma: “Ci batteremo per una sanità più vicina alle persone, dove i medici possano curare senza pensare solo ai risparmi. Ci occuperemo della montagna, del territorio e proporremo una moneta veneta basata su un credito Irpef trasformato in digitale. Sul tema dell’addizionale Irpef faremo una campagna forte per coinvolgere la popolazione che ha votato per l’autonomia”. Guardando al futuro non nasconde le difficoltà e così si rivolge ai propri sostenitori: “La partita sarà durissima, certo, ma noi scendiamo in campo. E la gio-

cheremo fino all’ultimo minuto, con la stessa passione che avete dimostrato ogni giorno. «Le grandi cose non si fanno da soli, e non si fanno per caso: si fanno insieme». Mai come oggi, queste parole descrivono ciò che abbiamo vissuto”.

Alla maggioranza 34 seggi, all’opposizione 17 Lega primo partito, seguono Pd e Fratelli d’Italia

ALBERTO STEFANI
LUCA ZAIA
GIORGIA BEDIN
MATTEO PRESSI
DIEGO RUZZA
GIAMPAOLO TREVISI
ERIC PASQUALON
NICOLÓ MARIA ROCCO
FLAVIO BALDAN
ELISA DE BERTI
LAURA BESIO
JONATAN MONTANARIELLO
JACOPO MALTAURO
SONIA BRESCIANIN
CRISTIANO CORAZZARI
STEFANO VALDEGAMBERI
ANNA LESO
ANNA MARIA BIGON
ALESSIO MOROSIN
ROSANNA CONTE
CARLO CUNEGATO CLAUDIO BORGIA GIOVANNI MANILDO
ELENA OSTANEL
FILIPPO RIGO
FRANCESCO RUCCO
CHIARA LUISETTO
ANTONIO MARCO DALLA POZZA
RICCARDO BARBISAN
ANDREA TOMANELLO
FILIPPO GIACINTI
ALESSANDRO DEL BIANCO
RICCARDO SZUMSKI
MANUELA LANZARIN
ROBERTO MARCATO
FRANCESCO CALZAVARA
VALERIA MANTOVAN
ANDREA MICALIZZI
DAVIDE LOVAT
ELISA VENTURINI
ALESSIA BEVILACQUA
ELEONORA MOSCO
ROBERTA VIANELLO
LUCAS PAVANETTO
MONICA SAMBO
FLAVIO TOSI
MARCO ZECCHINATO

Il commento. L’assemblea generale con 2200 invitati al Centro Congressi in Fiera

Confindustria chiede attenzione al Governo ma non c’è traccia di autocritica né di contenuti

Nella sua relazione la presidente Paola Carron lamenta una “lenta perdita di competitività” e sottolinea il rischio “di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione”

ostenere l’industria significa sostenere l’Italia”. Ecco la frase più applaudita della relazione durata 26 minuti con cui Paola Carron ha inanellato una serie di lagnanze, qualche luogo comune come quello appunto virgolettato qui sopra e zero ricette. Un altro zero va alla autocritica: “buona parte della politica italiana guarda all’industria con diffidenza”. Ci chiediamo il perché? No. Paola Carron spiega che c’è stata “una lenta perdita di competitività”.

“Parla sulla liberazione di energie, puntare sui giovani, sulle donne” parole che riecheggiano dai comizietti di Landini a quelli della Schlein e crediamo anche in quelli di Szumski o Rizzo nelle stesse ore. “E’ una scelta casuale” disse la presidente Paola Carron a chi le chiedeva come mai l’assemblea a

poche ore dal voto in Veneto. C’era la stessa probabilità di beccare un numero secco alla roulette ma facciamo finta di credere che la Confindustria giochi a dadi. E’ uscito il numero per Paola Carron perché non si sa davvero immaginare cosa avrebbero potuto titolare i poveri cronisti se non “Confindustria Veneto Est sferza la politica, c’è una questione settentrionale”.

Chi scrive ha ascoltato tre volte il video disponibile sul sito di Confindustria. A parte la “visione di città di città” che sembra il titolo di una filastrocca di Gianni Rodari, rimane ben poco di profondo. Sarà per la lettura monocorde del gobbo digitale, sarà perché la luce azzurrina soffusa avrà mietuto chissà quante vittime tra i 2200 stanchi imprenditori e funzionari di Confindustria comandati a par-

tecipare all’assemblea di struttura, ma, come recitava l’immortale Califano, “tutto il resto è noia” o qualcosa di poco distante. Giova ricordare l’occasione persa. All’assemblea annuale dalla bocciofila in su, il presidente prima di lagnarsi di ciò che non hanno fatto gli altri, di solito elenca cosa ha fatto lui assieme ai suoi collaboratori. Non c’è traccia di questo bilancio nei 26

minuti di lettura del discorso della presidente. Ritorneremo fiduciosi l’anno prossimo. “Rischiamo di perdere il nostro sistema industriale per mancanza di visione” dice Paola Carron rivolgendosi al proprio presidente nazionale Orsini. “Attendiamo dal Governo il segnale di una volontà del Governo di agire qui ed ora”. Strano sarebbe che il Governo vo-

lesse invece dare il segnale di voler agire altrove e l’anno scorso. Insomma la rifondazione luogocomunista potrà valere sotto elezioni, sia per i candidati che per i presidenti. Poi a chi verrà dopo di noi il compito di porre sul piano storico il peso di un discorso che dopo tre volte strappa al massimo uno sbadiglio.

Alberto Gottardo

Il personaggio

La classifica. Dicembre è tempo di bilanci, ma anche di regali. Ecco i nostri personalissimi consigli di

Libri e fumetti “Made in Veneto, la Top 10 del 2025

Questo 2025 che sta per concludersi ci ha regalato tantissime opere firmate da autori ed autrici venete. Libri, fumetti, storie in cui perdersi e ritrovarsi e, soprattutto, con cui cercare di interpretare meglio un presente sempre più complesso e sfuggente. La letteratura, scritta o disegnata, resta infatti una bussola imprescindibile per capire la modernità, proprio grazie ai suoi tempi lenti che ci costringono a pensare, a ritornare indietro sulle pagine appena sfogliate, ad attivare sinapsi apparentemente dimenticate.

Come sempre a dicembre quindi vi propongo la mia personalissima Top10 dei libri e dei fumetti “Made in Veneto” pubblicati quest’anno, che è anche un’ottima “lista regalo” per il Natale che si avvicina. Ovviamente i titoli sono in ordine sparso, non ci sono primi o secondi in questa Top10 che vuole essere anche un invito a esplorare le diverse sfaccettature della produzione culturale della nostra regione che, alla faccia dei tanti lamentosi, riesce sempre a sorprendere.

Thrillerone.

NIENTE SUCCEDE PER CASO

Stefano Tamiazzo (Toshokan)

In un devastato mondo del futuro, dove le classi agiate vivono su una sorta di isola volante e i poveracci su una superficie ormai compromessa, si è sviluppata una forte diffidenza nei confronti della tecnologia, considerata responsabile della catastrofe.

L’ex maggiore

Hara si nasconde tra la popolazione comune e ripara resti di robot, ma i soldati gli danno la caccia. Un fumetto meraviglioso impreziosito da due storie brevi, disegni preparatori, illustrazioni a colori, approfondimenti e un’intervista all’autore. Un fumetto bello bello bello in modo assurdo. Fumettazzo.

LA GHENGA DEGLI STORTI, Fulvio Luna Romero (Marsilio Editori)

CHEO TALES, di Emanuele Apostolidis, Francesco Bellu e Federico Gardin (Beccogiallo edizioni)

Appena arrivata a Polis, dove l’archeologia è vietata, Dafne si ritrova con un amuleto misterioso lasciatole dal padre, scomparso anni prima. Insieme a Greta e Perry, scoprirà che nei sotterranei della città si cela un mondo nascosto di enigmi, miti... e un Oracolo pronto a guidarli contro i Titani. Perché certi miti non sono scomparsi. Sono solo in attesa... di essere risvegliati. Una storia fantastica per riscoprire il mito e le nostre radici. Avventuroso.

UNA FORESTA DI SCIMMIE, Andrea Pennacchi (Marsilio)

vorzio e nuove partenze, il viaggio sull’Orient Express segna la svolta che la porterà verso il successo. Un fumetto che vale quanto un viaggio sul leggendario Orient Express (ma costa molto meno). Misterioso.

DIVERSAMENTE SOLE, Francesca Chiesa (Edizioni Open)

LA CONGIURA DELLE VIPERE, Matteo Strukul (Newton Compton) Venezia, Seicento. I pirati Uscocchi minacciano la Serenissima mentre un giustiziere mascherato, lo Spettro di Venezia, colpisce nell’ombra. Tra complotti politici, una giovane profumiera in ascesa e l’enigmatica Invelenada, si intrecciano vendette e misteri attorno alla vera identità dello Spettro. Un romanzo storico che è più appassionante di una serie Netflix.

Andrea Rasic vive una vita normale a Gorizia, finché un’imboscata rivela le abilità letali del suo passato da Husky, membro della “ghenga degli storti”. Costretto alla fuga, riemergono i ricordi di un Veneto degli anni OttantaDuemila fatto di violenza, ambizioni e traffici. Braccato, Rasic cerca di capire chi lo vuole morto e perché. Praticamente “C’era una volta in Veneto” (e scusate se è poco). Criminale.

IL MITO DEL MINOTAURO. AR-

Will incontra a Venezia Shylock e Tubal, scoprendo ebrei reali e complessi, lontani dagli stereotipi dell’Inghilterra. Ma la faccenda della «libbra di carne» e la morte di Antonio complicano tutto. Andrea Pennacchi segue Will alle origini de Il mercante di Venezia, mescolando fantasia, storia e teatro in un racconto sulle radici del Bardo. Perché Andrea Pennacchi non è solo un ottimo attore, ma un vero cantastorie. Sorprendente.

AGATHA CHRISTIE. LA REGINA DEL GIALLO, Michele Botton e Angela Sancono (Beccogiallo)

Agatha Christie cresce in una famiglia benestante e sfida da subito le convenzioni, imparando a leggere da sola. Dopo un primo percorso musicale e il matrimonio con Archibald Christie, scopre la scrittura e si fa spazio nel romanzo poliziesco dominato dagli uomini. Tra lutti, di-

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Un libro scomodo ma prezioso: non racconta storie a lieto fine, anzi, le storie che racconta appartengono al genere di quelle che non finiscono mai. Di tutte, una soltanto si risolve in una speranza di serenità. Delle altre si può solo dire che offrono un’unica amara rassicurazione: si svolgono in una realtà molto lontana dalla nostra. Un libro importante per provare a capire che non esiste solo l’Occidente. Doloroso.

IL VALORE DELLE COSE, Serena Cappellozza (Sellerio)

La detective Mirna Pagani, lavora in Laguna, all’ombra di Venezia e, pur essendo alle prese con una vita familiare al collasso, in questa sua prima apparizione letteraria è messa subito alla prova con un’indagine impossibile.

Un giallo classico che sarebbe perfetto per una serie tv. Giallazzo.

LA NOTTE HA IL SUO PROFUMO

Marco Azzalini (Laurana)

Un’indagine in una città che non riesce a liberarsi del suo passato,

un gruppo di amici legati da un segreto indicibile, una canzone indimenticata, un amore spezzato, in una tensione crescente e ineluttabile che condurrà a un epilogo amaro e sorprendente, dove niente e nessuno sarà risparmiato. Un romanzo che lascia il segno e che racconta una città che ha paura di raccontarsi. Stordente.

A ESEQUIE AVVENUTE, Massimo Carlotto (Einaudi Stile Libero)

In un inverno gelido del Nordest, l’Alligatore indaga sul rapimento di una donna che non viene liberata nemmeno dopo il pagamento del riscatto. Con Max la Memoria e Beniamino Rossini cerca la verità contro chi vuole insabbiare tutto. Un romanzo doloroso che riporta sulle scene un personaggio letterario che ha fatto la storia del noir. Gigantesco.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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Sostenibilità.

Despar Nord, l’impegno per la biodiversità cresce insieme ai territori

Difendere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori: per questo Despar Nord porta avanti iniziative concrete come le Case delle Api, il Bosco Diffuso e attività educative che coinvolgono scuole e realtà locali in un impegno continuativo

La tutela della biodiversità è una delle sfide decisive per la sostenibilità ambientale e Despar Nord ha scelto di contribuire con progetti concreti, continuativi e realizzati coinvolgendo i territori e le comunità in cui è presente attraverso progetti educativi, iniziative e interventi dedicati alla tutela e alla rigenerazione degli ecosistemi. Un impegno che si inserisce nel più ampio percorso di sostenibilità dell’Insegna dell’Abete e che prosegue in sinergia con le iniziative già avviate anche insieme al Consorzio Despar Italia, di cui l’azienda fa parte.

T ra le iniziative più significative portate avanti da Despar Nord, insieme al Consorzio Despar Italia, spiccano i progetti “Case delle Api Despar” e “Il Bosco Diffuso Despar” realizzati in partnership con PlanBee. In particolare “Case delle Api” è un’iniziativa nata nel 2025 con l’obiettivo di promuovere la biodiversità e contribuire concretamente a proteggere le api, insetti fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi grazie al loro

ruolo di principali impollinatori. Le attività degli alveari sono monitorate da apicoltori professionisti, che garantiscono il benessere delle colonie e forniscono aggiornamenti periodici sul loro stato di salute. Nei territori di Despar Nord le arnie sono state collocate a Codemondo di Reggio Emilia grazie alla collaborazione tra Despar Nord e l’Associazione Api Libere che ha messo a disposizione alcuni terreni di proprietà per ospitare i nuovi alveari collocati in una zona selezionata per il suo impatto positivo alla flora locale. Il legame con il territorio passa anche attraverso il Bosco Diffuso Despar, iniziativa nazionale avviata nel 2023, alla quale Despar Nord partecipa attivamente. Dopo i 400 alberi piantati tra Veneto ed Emilia-Romagna nelle prime due edizioni del programma, quest’anno l’azienda ha messo a dimora 250 nuovi alberi, presso i terreni di Feeducia, microazienda che pratica agricoltura rigenerativa a Colle Umberto in provincia di Treviso. Salici, querce, noccioli, ontani e acacie sono stati

Al via il primo laboratorio

Si è concluso giovedì 27 novembre, all’Interspar di Montebelluna, il primo laboratorio didattico sulla biodiversità promosso da Despar Nord. Il progetto ha coinvolto 38 alunni delle classi terze della scuola primaria “Ugo Foscolo” di San Gaetano – Montebelluna (TV) ed è stato sviluppato con Moretto Farm,

piantati in una zona di infiltrazione dell’acqua, così da ridurre il rischio di detriti su proprietà confinanti, ricaricare la falda freatica da cui si attinge con il pozzo, proteggere il suolo e migliorare il ciclo dei nutrienti. A conferma dell’obiettivo sociale e di promozione della consapevolezza sui temi della sostenibilità e della tutela ambientale, il progetto ha visto la partecipazione degli alunni della scuola primaria “Giovanni Pascoli” di Colle Umberto che hanno preso parte alla

piantumazione. I nuovi alberi vanno così ad ingrandire la superficie del “Bosco Diffuso Despar” sui territori di riferimento dell’azienda dell’Abete, portando così a 650 gli alberi che compongono la superficie del Bosco Diffuso Despar.. A conferma del proprio impegno, l’azienda ha inoltre rinnovato per il 2025 anche il progetto di riforestazione sostenuto insieme a WOWnature attraverso le linee a marchio Econvivo e Verde Vera e ha inoltre dato vita al progetto

“Alla scoperta della biodiversità”, che ha visto l’avvio del primo laboratorio didattico presso l’azienda agricola trevigiana Moretto Farm coinvolgendo anche una scuola del territorio. Un mosaico di azioni, diverse ma complementari, che raccontano una visione condivisa: proteggere la biodiversità significa proteggere il futuro dei territori e delle comunità che li abitano. Despar Nord ha scelto di farlo, ogni giorno, insieme a chi quei territori li vive.

didattico sulla biodiversità con Moretto Farm

innovativa realtà agricola trevigiana specializzata in acquaponica e apicoltura sostenibile. Il percorso è iniziato il 4 novembre con la visita alla serra acquaponica dell’azienda agricola e alle sue arnie, in un ambiente pensato per sostenere le api e garantire loro fonti di nettare anche in momenti di scarsità, e ha

permesso agli alunni di approfondire i temi della biodiversità, dell’apicoltura, dell’acquaponica e del ruolo fondamentale delle api negli ecosistemi. Durante l’evento conclusivo all’Interspar di Montebelluna, i piccoli alunni sono diventati protagonisti presentando disegni e lavori ispirati alla visita e completando il percorso con un viaggio tra gli scaffali dedicato alla filiera del miele osservata in azienda. I loro disegni, che raccontano con freschezza e creatività quanto vissuto durante il laboratorio, sono poi stati esposti in una piccola mostra allestita in negozio, per essere condivisi con l’intera comunità e valorizzare il loro impegno. Moretto Farm, fondata da giovani imprenditori è oggi un esempio virtuoso di economia circolare e tutela della biodiversità grazie a produzioni di qualità e prive di chimica. La col-

laborazione con Despar Nord rientra nel progetto “Sapori del Territorio”, che valorizza le eccellenze agricole locali e microlocali. Questo primo laboratorio rappresenta solo l’inizio: nel 2026 Despar Nord

prevede infatti nuove attività con altre scuole e produttori del territorio, per diffondere una cultura ambientale che unisca innovazione, responsabilità e forte radicamento territoriale.

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Adolescenti italiani in cerca di conforto nell’Intelligenza Artificiale

Ulss 7 Pedemontana premiata con 5 Bollini Rosa per la medicina di genere

Si è svolta a Roma la cerimonia di consegna dei Bollini Rosa validi per il biennio 20262027, il riconoscimento con cui la Fondazione Onda ETS premia gli ospedali italiani maggiormente impegnati nella promozione della medicina di genere. Una certificazione che distingue le strutture capaci di offrire servizi dedicati alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle principali patologie femminili, ma anche percorsi trasversali rivolti a tutta la popolazione. Per l’Ulss 7 Pedemontana si tratta di un risultato di rilievo: complessivamente sono stati assegnati cinque Bollini Rosa, due ciascuno agli ospedali di Bassano e Santorso e uno all’ospedale di Asiago. A ritirarli è stato il Direttore Generale Carlo Bramezza, che ha sottolineato come la valutazione positiva acquisisca ulteriore valore considerando la tipologia delle strutture: Bassano e Santorso sono infatti ospedali spoke, mentre Asiago opera in un territorio montano. Una conferma, spiega Bramezza, dell’impegno costante dell’Azienda nel potenziare la medicina di genere attraverso servizi qualificati, tecnologie aggiornate, competenze dedicate e modelli organizzativi mirati.

Un riconoscimento che, come ha spiegato Flori Degrassi, membro dell’Advisory Board Bollino Rosa, non rappresenta un traguardo statico ma il risultato di un percorso complesso, che coinvolge direzioni e operatori sanitari. Degrassi ha ricordato lo sforzo delle strutture nel rimodulare l’offerta in un’ottica di genere, ampliando percorsi multidisciplinari e aderendo alle iniziative nazionali dedicate alla salute femminile. Tra i criteri valutati rientrano anche l’organizzazione dei percorsi per la violenza di genere nei Pronto soccorso e la prevenzione delle aggressioni al personale sanitario, aspetti che testimoniano un cambiamento culturale ormai strutturato.

Molte le attività e i progetti messi in campo negli ultimi due anni dall’Ulss 7 Pedemontana. A Bassano si distingue l’estensione dell’utilizzo della chirurgia robotica anche in ambito ginecologico, affiancata dall’introduzione di un ecografo di ultima generazione per la diagnosi fetale. Il 2025 ha segnato inoltre una crescita del numero dei parti, in controtendenza rispetto al trend nazionale. L’ospedale di Santorso si conferma un riferimento per la procreazione medicalmente assistita con l’unico centro provinciale di sanità pubblica dedicato. Qui è stato recentemente introdotto un ecografo all’avanguardia, strumento chiave nel percorso verso l’attivazione di un centro di diagnosi prenatale di secondo livello. Trasversale ai due ospedali è il recente riconoscimento come strutture “Amiche delle Bambine e dei Bambini”, ottenuto grazie alla qualità dei modelli organizzativi e alle metodiche cliniche adottate, ma anche alle valutazioni positive raccolte tramite numerose interviste a madri e donne in gravidanza. Ad Asiago si distingue infine lo sviluppo di un centro multidisciplinare dedicato al trattamento chirurgico e alla riabilitazione del prolasso del pavimento pelvico, accompagnato dal potenziamento dell’attività ambulatoriale. I Bollini Rosa vengono attribuiti ogni due anni attraverso un bando nazionale. Le strutture candidate vengono valutate sulla base di un articolato questionario di oltre 500 domande, che approfondisce la presenza di specialità cliniche femminili, l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, la qualità dei servizi di accoglienza e l’attenzione ai percorsi contro la violenza. Un Advisory Board presieduto da Walter Ricciardi, Professore di Igiene e Sanità Pubblica, valida infine l’assegnazione tenendo conto anche di elementi qualitativi e progettualità distintive.

Bigon

L’Intelligenza Artificiale sta diventando una sorta di rifugio emotivo per quasi la metà degli adolescenti italiani. Secondo la XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio, diffuso da Save The Children, il 41,8% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha cercato supporto tramite chatbot o strumenti digitali nei momenti di ansia, tristezza o solitudine. Oltre il 42% degli intervistati ha chiesto consigli all’IA su decisioni importanti della propria vita, attratti soprattutto dalla sua caratteristica di “non giudicare” (citata dal 12,4% degli utilizzatori). L’uso di queste tecnologie tra i ragazzi è quasi universale (92%), a fronte di un ricorso molto più limitato tra gli adulti (46,7%). Il report mette in luce una crescente fragilità psicologica: solo la metà degli adolescenti dichiara un uso funzionale dei dispositivi, mentre il 47,1% ha subito episodi di cyberbullismo, rispetto al 31,1% del 2018. Inoltre, il 13% manifesta iperconnessione e oltre il 9% si isola volontariamente per motivi psicologici. Emergono differenze significative di genere: il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma tra le ragazze la percentuale scende al 50%, contro il 71% dei ragazzi. Ancora più marcato il divario emotivo: solo il 34% delle adolescenti gode di un buon equilibrio emotivo, rispetto al 66% dei coetanei maschi, uno dei gap più ampi in Europa.

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La rete. Rafforzata la collaborazione con il centro statunitense

La Nefrologia dell’ULSS 7 entra nella Mayo Clinic

La collaborazione tra la Nefrologia dell’ULSS 7 Pedemontana e la prestigiosa Mayo Clinic di Rochester (Minnesota, USA) compie un salto di qualità: l’unità diretta dal dottor Paolo Lentini entra ufficialmente a far parte della rete scientifica dell’istituto americano, riconosciuto in tutto il mondo come punto di riferimento nella ricerca nefrologica e nell’innovazione clinica.

Il rapporto, coordinato per la Mayo Clinic dal professor Kianoush Kashani, permetterà di intensificare gli scambi già in corso, ampliando progetti avanzati di telemedicina, teledialisi, intelligenza artificiale e trattamenti innovativi per pazienti con malattia renale cronica o insufficienza renale acuta. Al centro dell’accordo: la condivisione di database clinici e la realizzazione di studi congiunti su larga scala.

«Con questo passo entriamo in una fase operativa del tutto nuova – afferma il dottor Lentini, appena rientrato dagli Stati Uniti dopo un periodo come visiting professor –. È un riconoscimento della qualità clinica del nostro servizio e un’opportunità concreta di crescita per l’intera équipe. Significa offrire ai pazienti standard di cura pienamente allineati con i migliori centri mondiali».

Un risultato definito “straordinario” an-

che dal Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana, Carlo Bramezza: «Che la Nefrologia di un ospedale spoke entri nella rete scientifica della Mayo Clinic è un traguardo fuori dal comune. È la dimostrazione di un percorso innovativo, nato con la teledialisi e cresciuto grazie alla visione del dottor Lentini. Questo accordo è un punto di arrivo, ma soprattutto l’inizio di una nuova fase».

La collaborazione poggia infatti sull’esperienza maturata dalla Pedemontana nel progetto di teledialisi avviato nel 2021 e considerato uno dei più avanzati in Europa: un modello che ha attirato l’attenzione degli specialisti americani, sfociando ora in una partnership strutturata.

Durante la recente missione negli Stati Uniti, sono stati definiti i prossimi passi: potenziamento della teledialisi; estensione della telemedicina ai pazienti con malattia renale cronica o acuta; sviluppo congiunto di algoritmi di intelligenza artificiale per la diagnosi precoce dell’AKI, la gestione delle sepsi e l’ottimizzazione dei trattamenti dialitici in area critica; avvio di studi multicentrici con raccolta e confronto sistematico dei dati clinici.

Un percorso sostenuto anche dalla Fondazione ELIOS, che con una donazione mirata ha permesso di acquisire nuova

strumentazione avanzata, indispensabile per ampliare i servizi di telemedicina e migliorare il monitoraggio a distanza dei pazienti nefropatici.

«Potremo condividere casistiche e modelli di follow-up – spiega Lentini –accelerando la creazione di percorsi innovativi. Inoltre, il personale infermieristico avrà un ruolo centrale nei nuovi programmi, con opportunità di formazione e crescita professionale».

La collaborazione scientifica tra Pedemontana e Mayo Clinic proseguirà con un confronto costante sui dati raccolti e sulle esperienze cliniche. È già confermato, infine, che nel 2026 l’Italia ospiterà un congresso internazionale con la partecipazione degli specialisti americani, che saranno protagonisti di lezioni, workshop e sessioni dedicate a telemedicina, sepsi, AKI e innovazione tecnologica in nefrologia.

l dolore alla spalla può trasformarsi in un tormento costante, limitando i movimenti più semplici e rendendo impossibili attività quotidiane come vestirsi, pettinarsi o persino abbracciare una persona cara. Spesso, anche il riposo diventa un lusso, con notti insonni causate da fi tte persistenti. Per farlo passare, si prova di tutto: farmaci, fisioterapia, osteopatia, infiltrazioni, senza ottenere un vero sollievo. Ma c’è un motivo preciso per cui nessun trattamento ha funzionato: nessuno ha trattato la vera causa del tuo dolore, cioè la Fascia.

Santorso – Inaugurata la “Stanza di Sonia”

Nel giorno della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, l’ospedale di Santorso compie un passo importante inaugurando la “Stanza di Sonia”, un ambiente riservato e protetto destinato all’accoglienza delle donne vittime di violenze fisiche, psicologiche o economiche. Ogni anno il Pronto Soccorso registra tra i 100 e i 120 “codici rosa”, una media drammatica di un caso ogni tre giorni nell’Alto Vicentino. Il nuovo spazio si trova all’interno del Pronto Soccorso ed è stato realizzato grazie alla collaborazione con l’associazione “Le Amiche di Anna”, che ha donato arredi e materiali. La stanza è pensata per offrire un contesto non solo sicuro, ma soprattutto accogliente, dove la donna possa sentirsi protetta e avere il tempo di calmarsi e riflettere. È strutturata come un piccolo salotto, con un lavandino per rimettersi in ordine e con la presenza delle illustrazioni create da Carla Manea, che ha donato le immagini poi riprodotte sui pannelli realizzati dall’Azienda socio-sanitaria. Lo spazio è stato progettato anche pensando ai bambini, spesso presenti quando la donna arriva al Pronto Soccorso: un tavolino, seggioline, giochi, libri e un fasciatoio permettono di accogliere e rassicurare anche i più piccoli, mantenendo unito il nucleo familiare in un momento estremamente delicato. La direttrice del Pronto Soccorso, la dott.ssa Giulia Castiglione, sottolinea come le ferite fisiche rappresentino solo una parte dell’intervento sanitario. Molto più importante è creare condizioni in cui la vittima possa sentirsi al sicuro e ascoltata, elemento fondamentale per avviare un percorso di aiuto all’interno della rete territoriale antiviolenza, attiva 24 ore su 24 e sostenuta dal lavoro delle associazioni, fondamentali nell’offrire ascolto, sostegno materiale, protezione e possibilità di ricostruire una nuova autonomia, soprattutto nei casi in cui vi siano dipendenze economiche dal partner violento. L’inaugurazione della stanza rientra nel più ampio impegno dell’ULSS 7 Pedemontana per il contrasto alla violenza di genere. Il Direttore Generale Carlo Bramezza ricorda che la rete di supporto è capillare e attiva da tempo: l’ospedale di Bassano ha già introdotto uno spazio analogo con la recente ristrutturazione del Pronto Soccorso, mentre dal 2023 è operativo un protocollo unitario siglato con Prefettura e Comuni del territorio, che coinvolge anche i servizi territoriali. Nel racconto dei sanitari emerge la complessità della violenza di genere, che non si manifesta solo attraverso lesioni evidenti, ma anche attraverso sintomi psicologici o psicosomatici. La dott.ssa Elisabetta Ruzzon spiega come molte donne arrivino al Pronto Soccorso per attacchi di panico, tachicardia o malesseri legati a situazioni di abuso che non sempre riescono a riconoscere come tali. Il fenomeno, ribadisce, è trasversale e silenzioso, colpisce donne italiane di ogni età e condizione sociale, come confermato anche dalle analisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La scelta del nome “Stanza di Sonia” ha un significato profondo. Sonia Dalla Vecchia era un’infermiera del Pronto Soccorso di Santorso, molto impegnata nei percorsi antiviolenza. Ha contribuito alla stesura del protocollo “codice rosa”, ha partecipato agli incontri della rete distrettuale e ha collaborato alla formazione regionale degli operatori. È scomparsa tragicamente in un incidente di montagna un anno fa, e i colleghi hanno voluto ricordarla con una targa e dedicandole questo spazio, simbolo del suo impegno e della sua sensibilità. (p.b.)

il corpo intero ne risente, provocando dolori muscolari e articolari. Ecco perché trattare la Fascia è fondamentale per risolvere il problema alla radice, piuttosto che limitarsi a tam-

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Davide Raimondi Fasciaterapeuta, non un semplice fisioterapista, ma un esperto nel trattamento della Fascia, il tessuto connettivo che avvolge muscoli e articolazioni e che, se compromesso, può essere la radice del tuo dolore.

La Fascia è l’organo della coordinazione, il direttore d’orchestra del movimento (insieme al cervello): se non funziona correttamente,

La medicina tradizionale spesso ignora la Fascia. Le diagnosi comuni si concentrano sui sintomi, senza identificare la causa reale del dolore. Esami come RX, TAC e risonanze magnetiche non riescono a rilevare le disfunzioni della Fascia, e di conseguenza, i trattamenti convenzionali finiscono per essere inefficaci o temporanei. Ecco perché tutti continuano a soffrire nonostante le terapie. Il trattamento fasciale è differente. Agisce direttamente sulla causa del dolore, offrendo sollievo immediato, spesso già dalla prima seduta. A differenza di altre terapie, non ha bisogno di manipolazioni invasive o farmaci. Anche nei casi di dolore acuto, il trattamento può essere effettuato lavorando su zone lontane dal punto dolente, riducendo il fastidio in

Molti pazienti arrivano al Fasciaterapeuta anche dopo aver provato di tutto, senza successo. Ma trattando la Fascia, hanno finalmente trovato la soluzione definitiva. Durante la prima visita, si analizza a fondo la storia clinica e si valuta la vera origine del dolore, non solo

La Fascia non trattata può peggiorare il problema fino a renderlo cronico, limitando in modo irreversibile i tuoi movimenti e portandoti a soluzioni drastiche come la chirurgia. Intervenire subito significa evitare complicazioni e liberarsi finalmente dal dolore che sta condizionando la vita.

Bando 2025. Sostegno a studi innovativi su patologie rare, oncoematologia e medicina predittiva

Tumore al seno, in Veneto 5.200 nuovi casi ogni anno

In Veneto il tumore al seno si conferma la neoplasia più diagnosticata, con circa 5.200 nuovi casi all’anno. Nonostante l’alta incidenza, la sopravvivenza continua a migliorare: oltre il 90% delle pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi, un risultato legato all’evoluzione delle terapie e alla crescente personalizzazione dei trattamenti. Questo quadro aggiornato è stato al centro del convegno “Tumore del seno metastatico: l’importanza della medicina di precisione – Focus Regione Veneto”, ospitato allo IOV di Padova nell’ambito della campagna nazionale promossa dalla Fondazione Aiom. Nel corso dell’incontro è emerso come la progressiva diffusione di tecnologie diagnostiche avanzate stia cambiando il modo di gestire clinicamente la malattia, soprattutto nelle forme metastatiche.

La professoressa Valentina Guarneri, direttrice della UOC Oncologia 2 dello IOV e docente dell’Università di Padova, ha spiegato come i test molecolari abbiano rivoluzionato la classificazione del carcinoma mammario, andando oltre i tradizionali riferimenti ai recettori ormonali e alla proteina Her2. I nuovi biomarcatori consentono di prevedere meglio il comportamento del tumore e la risposta ai trattamenti, permettendo di costruire percorsi terapeutici mirati. Secondo Guarneri, la resistenza dei tumori ormonosensibili e Her2 negativi alle cure standard può oggi essere contrastata con farmaci innovativi, che migliorano significativamente la sopravvivenza e la qualità di vita delle pazienti.

Tra gli strumenti chiave della nuova oncologia sta

assumendo un ruolo centrale la biopsia liquida, un semplice esame del sangue che consente di individuare mutazioni cruciali come quella del recettore degli estrogeni ESR1, presente nel 30-40% delle forme metastatiche. Si tratta di un test non invasivo e relativamente economico, ma che richiede strutture altamente specializzate per l’analisi. Rilevare per tempo queste alterazioni permette di accedere a farmaci di nuova generazione efficaci in seconda linea. Per la professoressa Guarneri, garantire la biopsia liquida a tutte le pazienti che ne hanno indicazione rappresenta una priorità organizzativa per il sistema sanitario regionale. L’attenzione al tema arriva in un contesto più ampio di iniziative solidali nel territorio: realtà del volontariato, associazioni e gruppi di sostegno continuano a mobilitarsi con raccolte fondi, giornate di sensibilizzazione e progetti di aiuto rivolti alle donne colpite dalla malattia, contribuendo a mantenere alta l’attenzione pubblica su prevenzione e accesso alle cure. Un impegno che, insieme alla ricerca clinica e alle nuove strategie diagnostiche, sta contribuendo a ridisegnare il futuro dell’oncologia mammaria in Veneto.

Sessant’anni di ricerca contro il cancro: il Mario Negri e AIRC tracciano il futuro dell’oncologia

italiana

All’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri si è svolto l’evento “60 anni di Ricerca in Oncologia”, organizzato insieme alla Fondazione AIRC per celebrare una lunga storia di ricerca indipendente e per rilanciare un impegno condiviso sulle sfide che attendono la comunità scientifica. Ricercatori, rappresentanti delle istituzioni e del mondo associativo hanno ripercorso un percorso comune che ha contribuito in modo decisivo alla lotta contro il cancro. Nel corso dei decenni, il sostegno di AIRC ha permesso a 98 ricercatrici e ricercatori del Mario Negri di proseguire il proprio lavoro grazie al finanziamento di 263 progetti, 195 borse di studio e diversi bandi dedicati alle nuove generazioni, come il My First AIRC Grant e lo Start-Up AIRC. Una collaborazione che ha favorito la crescita di giovani scienziati e che continua a rappresentare un motore fondamentale per innovare diagnosi e terapie. L’evento ha ricordato come l’investimento nelle nuove generazioni sia cruciale per una ricerca competitiva. In un Paese dove gli investimenti pubblici non sempre risultano adeguati, il ruolo di realtà filantropiche come AIRC diventa decisivo per far nascere e proseguire progetti ad alto valore scientifico. Lo stesso percorso ha mostrato come l’unione tra laboratori, istituzioni e mondo clinico possa accelerare il passaggio dalle scoperte in laboratorio alle applicazioni terapeutiche. Il risultato di questa alleanza si riflette nella produzione scientifica: 2.574 pubblicazioni su riviste internazionali, che spaziano dalla ricerca di base alla traslazionale, dall’epidemiologia alla prevenzione, fino allo studio delle metastasi. Un patrimonio che testimonia la capacità della ricerca indipendente di incidere sul miglioramento delle cure e sulla comprensione dei meccanismi tumorali.

Nel corso dell’incontro è stato ripercorso anche il contributo portato a scoperte che hanno modificato la storia clinica di alcune patologie: dall’utilizzo del Pap test per identificare forme precoci di carcinoma ovarico, agli studi che hanno chiarito i rischi legati ai prodotti a tabacco riscaldato, fino ai progressi ottenuti con progetti come TAILOR sul trattamento dei tumori polmonari o allo sviluppo di farmaci innovativi come Yondelis per i sarcomi dei tessuti molli. Un esempio emblematico riguarda la leucemia promielocitica, per la quale l’acido retinoico ha rivoluzionato l’approccio terapeutico, rendendo possibile un radicale miglioramento della prognosi. L’incontro ha dedicato spazio anche al contesto europeo, con un focus sui programmi dell’Unione europea che mirano a sostenere la ricerca oncologica, ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e promuovere politiche pubbliche orientate alla salute. Una prospettiva che mostra come la lotta al cancro richieda una visione internazionale e strumenti comuni. La giornata si è chiusa con uno sguardo al futuro. Tra le priorità individuate emergono il rafforzamento delle collaborazioni tra laboratori e ospedali, il sostegno continuo ai giovani ricercatori, l’investimento sulla qualità dei progetti e un’attenzione sempre maggiore alla prevenzione. Sessant’anni di esperienza mostrano che solo un sistema solido, dinamico e indipendente può sostenere un progresso che incida realmente sulla vita delle persone.

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L’anniversario. Tra gli ospiti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbraccia don Dante Carraro

A Padova l’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm per celebrare 75 anni di sostegno a mamme

La Fiera di Padova ha ospitato l’assemblea nazionale del CuammMedici con l’Africa, che quest’anno celebra il suo 75esimo compleanno. Molti gli ospiti d’eccezione, come i cantautori Daniele Silvestri e Niccolò Fabi e innumerevoli volti del mondo politico e religioso. Ma una figura emergeva dalla massa di grandi nomi: Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, con tutto il peso della sua carica istituzionale e la classe di una delle figure più stimate e rispettate del panorama politico nazionale. Nel suo intervento per celebrare i 75 anni di Medici con l’Africa Cuamm, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che l’anniversario rappresenta una ricorrenza felice non solo per l’organizzazione, ma per Padova, per l’Italia e soprattutto per le migliaia di persone che negli anni hanno ricevuto cure, formazione e sostegno grazie ai programmi del Cuamm nei territori più fragili dell’Africa. Mattarella ha messo in evidenza come il lavoro del Cuamm — svolto in contesti di povertà estrema e bisogno profondo — rappresenti un messaggio di pace e cooperazione in contrapposizione alle guerre, agli egoismi nazionali e alle nuove chiusure che caratterizzano il mondo di oggi. “Tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia e collaborazione”, ha ricordato, definendo l’azione del Cuamm una “preziosa

provocazione” al servizio del bene comune. Mattarella ha sottolineato come, negli anni, il Cuamm abbia saputo unire testimonianza e organizzazione, costruendo un ponte di valore tra Italia e Africa proprio mentre i Paesi africani conquistavano indipendenza e protagonismo. Ha evidenziato inoltre che investire nello sviluppo dell’Africa è strategico per il futuro dell’Europa, richiamando il Piano Mattei e le recenti iniziative internazionali come il G20 di Johannesburg e la conferenza tra Unione Europea e Unione Africana. Il Presidente ha ricordato anche che fu Aldo Moro a riconoscere formalmente il Cuamm come prima ONG sanitaria italiana, valorizzan-

do il ruolo storico dell’organizzazione nel promuovere giustizia, dignità e rispetto della persona. Concludendo, Mattarella ha espresso un augurio: che il Cuamm continui a far crescere la consapevolezza del valore della dignità umana, “inviolabile e universale”, e ha affermato che la Repubblica è grata per questo impegno.

75 anni di aiuti umanitari per un continente che incarna i rimorsi dell’Europa coloniale, come ha detto il direttore del Cuamm Don Dante Carraro. Un sostegno che non vuole sostituire ma affiancare l’Africa, come suggerisce il nome dell’associazione. Un messaggio semplice, intenso, pronunciato con emozione e gioia.

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha scelto di lanciare un appello forte e universale: continuare a lottare perché nessuna donna debba morire dando la vita.

Don Dante ha ricordato un dato drammatico: «L’anno scorso in Africa sono morte 260.000 mamme di parto». Una cifra che definisce “uno scandalo che fa male al cuore”, il segno tangibile di una disparità globale che il Cuamm combatte da decenni sul campo, accanto alle comunità più fragili.

Guardando al futuro, Carraro ha sottolineato che questo è il suo augurio più grande: che il lavoro del Cuamm prosegua senza

sosta, con la speranza concreta di impedire che tragedie così evitabili continuino a ripetersi. La presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione, ha aggiunto, rappresenta un segnale potente: l’Italia cammina al loro fianco, riconoscendo il valore e la necessità di questa missione umanitaria. “Tanta gente cammina con noi”, ha detto Carraro, ribadendo che la lotta per la salute materna non è una battaglia solitaria, ma un impegno collettivo. Per celebrare l’importante anniversario, la Fiera di Padova ha fatto da cornice a una passerella di grandi nomi della scena pubblica locale e nazionale.

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Nel mese delle festività si moltiplicano i piatti che accompagnano pranzi e cene con famiglia e amici: al primo posto le ricette della tradizione e i sapori più tipici

MINI TORTE SALATE DI SFOGLIA CON ZUCCA E GORGONZOLA

Versioni monoporzione delle classiche torte salate, ideali per essere degustati sia come finger food gustoso o come un secondo piatto. Molto semplici da preparare e si realizzano utilizzando anche una base di pasta sfoglia pronta.

Ingredienti: 500 g di zucca; 300 g di Gorgonzola; 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare; 1 porro; q.b. di Sale Fine; q.b. di Pepe; q.b. di Olio Extravergine d’Oliva; q.b. di timo Preparazione: Pulire la zucca privandola della buccia, dei semi, dei filamenti e tagliarla a cubetti. In una padella con un filo d’olio rosolare il porro tagliato a rondelle. Una volta appassito aggiungere i cubetti di zucca, sala, pepe e fate cuocere fino a quando non risulteranno morbidi. Spegnete e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Foderare gli stampini per tortine con la pasta sfoglia, bucherellando il fondo con uno stuzzicadenti. Versare la zucca con i porri, i cubetti di gorgonzola e qualche fogliolina di timo. Cuocere in forno preriscaldato ventilate a 180° per circa 20-30 minuti

RAVIOLI DI GAMBERI E LIMONE

Un primo piatto della tradizione casalinga da preparare nelle occasioni speciali. Deliziosi ravioli di gamberi e limone: un ripieno raffinato dal gusto delicato

Ingredienti: : 2 Uova; 200 g di Farina 00; 400 g di Code di Gamberi; 280 g di Ricotta; 1 Scorza di Limone; 3 rametti di Timo; q.b. di Sale; q.b. di Pepe Bianco

Preparazione: Mettere in una ciotola la farina. Unite le uova leggermente sbattute e iniziate a mescolare, dapprima con una forchetta poi a mano. Quando l’impasto comincerà a rassodarsi, finite di lavorarlo in modo da ottenere un panetto liscio e omogeneo. Lasciatelo riposare sotto la ciotola capovolta per almeno un’ora prima di procedere con la preparazione. Nel frattempo, pulire i gamberi e tagliateli grossolanamente al coltello. In una ciotola mescolate gamberi, ricotta, la scorza grattugiata del limone, le foglioline di timo, sale e pepe Coprite il ripieno e trasferitelo in frigorifero. Recuperate l’impasto e dividetelo in due parti. Aiutandovi con la macchinetta per la pasta stendete su una delle due sfoglie il ripieno. Coprite con l’altra sfoglia, premendo bene i punti di contatto dell’impasto quindi con una rotella taglia pasta seghettata formate i ravioli.

SPEZZATINO DI MANZO CON CASTAGNE E VINO ROSSO

Ingredienti: 800 g di spezzatino di manzo; 200 g di castagne già lessate o al vapore; 1 cipolla grande; 2 carote; 1 costa di sedano; 1 spicchio d’aglio; 1 bicchiere di vino rosso corposo; 400 ml di brodo (vegetale o di carne); 1 rametto di rosmarino; 2 foglie di alloro, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro; Olio extravergine d’oliva; Sale e pepe q.b.

Preparazione: Tritare finemente cipolla, carote e sedano. Rosolarli in una casseruola con un filo d’olio fino a quando diventano morbidi. Aggiungere lo spezzatino e farlo dorare su tutti i lati. Unire l’aglio schiacciato. Versare il vino e lasciar evaporare l’alcol a fiamma vivace. Aggiungere il concentrato di pomodoro, il rosmarino, l’alloro e il brodo caldo. Coprire e lasciar cuocere a fiamma bassa per 1 ora e mezza circa, mescolando ogni tanto. Unire le castagne negli ultimi 20–25 minuti di cottura. Regolare di sale e pepe. Lo spezzatino dovrà risultare cremoso e la carne tenerissima.

Rubrica a cura di Sara Busato

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