LA FARFALLA - Edizione di Novembre

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NON PERCEPISCE E NON CHIEDE DANARO PUBBLICO

Periodico di libera informazione

contatti: redazione@lafarfalla.net

Con il Porcellum una nuova legge elettorale il “Bugiardellum”

RItORNANO GLI AFFABULAtORI! E AdESSO IL LAVORO Il problema del lavoro e dell’occupazione in Basilicata è la vera emergenza della Regione. E tutti i candidati a queste elezioni, di qualsiasi schieramento, devono sentirsi obbligati ad indicare proposte concrete per far diminuire quella massa di disoccupati che costituisce la maggioranza delle persone che oggi vivono in regione. Anche se tutti gli indicatori attestano che la nostra è una regione alla deriva sociale ed economica per ... continua a pagina 3

E VOtCaDini A L it ALZAoLa ai c

a La p

Presto andremo tutti a votare. Ed ecco le ardite e speranzose promesse da parte dei nostri politici! Penso, con tutta franchezza, che così come ci siamo avviati, ancora una volta ci ritroveremo fra 5 anni tali e quali come adesso, se non peggio ! Concluse le votazioni, si ritorna

L’UOMO UGUALE ALLE BEStIE “Il bestiame si nutre per produrre un utile, in caso contrario lo si sopprime”. Nella civilissima danimarca stessa sorte anche per l’uomo, soprattutto se down. Oggi mi è capitato di leggere un articolo che parla dell’intento del governo danese di liberare il territorio nazionale dalla piaga della sindrome di Down. Potrebbe quasi apparire come un intento epico, se non fosse che lo strumento scelto prevede l’eliminazione per via abor-

tiva di tutti i bambini che prevedono quella sindrome. L’articolo continua poi comparando la campagna danese con le politiche eugenetiche naziste (e non solo naziste)

RINNOVO CONSIGLIO REGIONALE dI BASILICAtA: Le liste e i candidati

A VOI LA SCELtA

Delle cinque liste ricusate, riammessa dal taR di Basilicata solo quella di pittella. La legge è uguale per tutti?! intanto, c'è chi prova a sfatare le accuse di collateralismo. non fa sconti al centro sinistra il solo avv. aurelio pace, candidato nelle file del pdl, che ricorre al consiglio di Stato per l'esclusione della "Lista pittella".

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La BASILICAtA da “tERRA dEI RE” a tERRA dI NESSUNO

StAZIONE dEGLI AUtOBUS “PARCHEGGIO REGIONE”

MANCANO FINANCHE I BAGNI GIUSEPPE POSTIGLIONE NOMINATO CONSIGLIERE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI REGIONALI, DELLE AUTONOMIE LOCALI E DELLO SPORT Con atto del 24 ottobre, Giuseppe Postiglione è stato nominato Consigliere del Ministero degli Affari Regionali, delle Autonomie e dello ... continua a pagina 6

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PER UNA POLItICA SENZA VALORI:

R

Egregio Direttore, Le segnaliamo una situazione che a dir poco è imbarazzan-

a governare, sia da sinistra che da destra, non mantenendo ciò che è stato sperato e promesso. I nostri politicanti considerano infatti più vantaggioso presenziare e promettere, anziché ela-

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Spartaco, il mitico eroe tracio, prima di giungere a Roma col suo esercito di ribelli, fautori delle guerre servili, aveva compassato la Lucania in lungo ed in largo. Disgustato della sua sorte sanguinaria di gladiatore prima si rese disertore dell’esercito romano nel 73 a. C., poi costretto alla scuola dei gladiatori di Capua, fugge con 70 suoi compagni e diventa brigante contro

Alla scoperta dei tesori della Basilicata a pagina 17

SE CI VA BENE SIAMO ROVINAtI a pagina 2

I SOGNI E LE SPERANZE dEI GIOVANI dON MIMMO FLORIO a pagina 23

LA VOCE DI GLOBO

INTERVISTA AL SINDACO DI RIPACANDIDA VITO REMOLLINO ... continua a pagina 12

Roma. Si accampa dapprima sul Vesuvio, indi fugge verso Modena, quindi rifiutando di passare le Alpi, preferisce il meridione d’Italia, ed in particolare le imboscate delle zone lucane. La violenza nella storia non ha fine, sia da parte dei servi, che ... continua a pagina 3

UNA REGIONE IN COMA La Lucania è in coma. Questa lunga agonia parte da lontano. È così consumata da decenni e decenni di corruzione e malgoverno. È difficile riprendersi, sia politicamente

in edicola euro 1,00

che socialmente e non ne parliamo economicamente. Si è così sfiduciati che, ... continua a pagina 2

DaniELE SiLVEStRi a pagina 20

Sport:

POtENZA ERA UNA PIAZZA MOLtO AMBItA A dichiararlo è Umberto Nappello attaccante del Potenza nella stagione 2008-2009 ... continua a pagina 18

Diversa distribuzione promozionale omaggio

Anno VII - n. 23 Venerdì 1 Novembre 2013

Come sei bella Terra dei Forti ...


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LEttERA dI UN GIOVANE a “Mamma Regione”

Se ci va bene siamo rovinati Cara mamma, mammina cara come stai? Mi spiace disturbarti, sono cosciente del fatto che ora è tutto un trambusto: tra elezioni, partiti che si azzuffano, passaggi da uno schieramento all'altro. Anche a livello nazionale hai visto? Il Parlamento è diventato un caso di studio per ornitologi: dalla piccionaia scendono in migrazione le colombe. I falchi in risalita hanno qualche difficoltà. Sembra proprio che l'autunno, con il cadere delle foglie e l'incedere del cambio climatico abbia prodotto un bel big bang a Palazzo. Insomma, non è che si capisca molto. Che ne pensi andiamo ad aiutarli? Non credo tu sia molto d'accordo, mammina bella, visto che le cose a casa tua (può darsi nostra) non è che vadano molto meglio. Se in Parlamento tutto si muove sulle note de "L'autunno" di Vivaldi, qui da noi suona "La cavalcata delle valchirie". Il che lascia preludere a una situazione a dir poco complicata. Della serie "se va bene siamo rovinati". Sai ultimamente anche qui, nella val di non, succedono cose strane. Pensa, qualche settimana fa è stato eletto il tuo prescelto, Vito De Filippo, alla segreteria regionale del PD. Una cosa però non mi sembra logica: l'articolo 21 dello statuto del PD fa divieto, a chi

ricopre cariche istituzionali (presidenti di regioni, sindaci), di essere eletti a segretari regionali di partito. Cosa dire: può darsi che non lo sapesse! O è probabile che questi cavilli e clausole siano scritte talmente tanto minuscole che serve un telescopio per visualizzarle come è dovere! Un po’ come le scritte che si trovano sui depliant delle offerte dei supermercati: non le leggi e poi escono le fregature.Cara mamma, hai visto che cos'è successo per il Memorandum relativo al petrolio. Pare che arriveranno pochi spiccioli e così è stata assestata una bella pedata nella parte poco nobile del corpo a tutti i progetti di infrastrutture, indotto lavorativo. Ho pensato, a questo punto, che sarebbe meglio ritornare ai tempi della zappa e della coppola in mano. Se non può esserci innovazione per noi, almeno l'involuzione è consentita. C'è solo un problema mammina ridente: molti di noi la zappa in mano non sanno tenerla. Abbiamo peccato (ingenuamente... perdonaci se puoi) di volontà di studio. Mi sa che anche a noi giovani, come gli "uccellini" del parlamento, tocca una transumanza. Speriamo almeno che qui rimanga qualcuno. i tuoi amati pargoletti

Oltre allo stipendio da senatore anche la cassa integrazione! Con profondo convincimento sento di condividere quanto egregiamente espresso dalla Fismc sulla triste vicenda Barozzino è quanto dichiarato dal coordinatore dell’intergruppo di minoranza alla Provincia di Potenza, Aurelio Pace. «Il Segretario Generale Di Maulo ed il Segretario Nazionale Roselli, bene fanno a stigmatizzare un fatto di inaudita gravità. Non si può – ha continuato l’avv. Pace – in un momento di così profonda crisi per le famiglie italiane, assistere indifferenti al discutibile comportamento del Sen. Barozzino che imbarazza e mortifica la sensibilità di chi tiene a cuore le sorti vere dei tanti lavoratori in cassa integrazione lucani e dei troppi disoccupati della nostra terra. Al netto della manifesta gravità in diritto, la vicenda supera ogni limite da un punto di vista etico e morale. La cassa integrazione, percepita da oltre sette mesi dal Senatore, reo di non essersi messo in aspettativa per incarichi istitu-

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A POT ENzA LO TR PRESS O O LE LIbRE VI MOND RIE: ADORI, ED ERM UbIk ES

indipendentemente dalle corazzate che gironzolano in tutte le contrade della Basilicata, il popolo non crede più in un miracolo che possa salvare questa regione, la quale sta tra l’al di qua e l’aldilà. I candidati presidenti del Centrosinistra, come se non facessero parte di questo coma lucano, si sono accapigliati fra di loro e se le sono cantate di santa ragione. Ma la gente è stanca di questi teatrini preelettorali. Il problema vero non sono le elezioni. L’esempio di Tramutola, ove vi è stata una vera e propria rivolta popolare contro le colonne portanti di questo sistema comatoso, è indice di un malessere diffuso, che sta vivendo il popolo lucano, anche nei paesi e non solo nelle province. Nel Centrosinistra non è prevalsa la linea facente capo al triunvirato Bubbico-Folino-De Filippo, con tutte le buone intenzioni che si

zionali, è un sonoro schiaffo alla povertà ed al disagio. Lo stipendio a cinque cifre da Senatore non è forse sufficiente a garantirgli un tenore di vita adeguato? È anche necessario, per il Sen. Barozzino, accedere alle già misere risorse previste per le famiglie dei lavoratori che vivono uno stato di profonda indigenza?» Il Consigliere Pace ha poi concluso affermando che «A nulla valgono le difese d’ufficio (excusatio non petita, accusatio manifesta) dei vari “compagni” di Barozzino su come siano stati utilizzati dal Senatore i soldi percepiti per la cassa integrazione. La beneficenza, quella vera, si fa con le proprie risorse, non con le misure di sostegno, o peggio con gli ammortizzatori sociali. Ricordo a me stesso ed a Barozzino le parole di un grande Papa che ci riportava ad un tempo in cui servivano più testimoni che falsi maestri».

UNA REGIONE IN COMA riconoscono a questo giovane brillante, Piero Lacorazza. Sappiamo che è frutto di un accordo fatto nelle nostre “botteghe oscure”. Anche se è prevalso, invece, il rottamatore lucano, dr. Marcello Pittella, il risultato non cambia, perché anche egli appartenente ad un sistema logoro e stantio, che ha portato la nostra regione a queste condizioni. Il Centrodestra lucano, come più volte è stato evidenziato sulle pagine di questo periodico, vive al contrario un complesso di inferiorità, accompagnato da sudditanza psicologica, verso la mano Sinistra Regionale, tanto è vero che anche loro sono stati coinvolti nella tangentopoli lucana. I Grillini, nonostante criticati e bersagliati da tutte le parti, hanno dimostrato, con le loro primarie telematiche, di muoversi col giusto calibro. E il centro? Che si ispira - speriamo non solo a parole - ai

valori cristiani ed alla Dottrina Sociale della Chiesa, che ruolo ricopre in questa competizione? La Lucania è in coma, non dimentichiamolo! Il Primario che si appresta a salvarla deve considerare che il salvataggio va effettuato a tutto campo e non solo per la conservazione delle poltrone e dei privilegi concessi agli amici e amici degli amici. Il Primario, se verrà eletto, si ricordi delle persone che muoiono di fame in questa terra, ricca di risorse naturali e di ogni bene. Si ricordi, inoltre, che è l’unica regione a non avere ancora un aeroporto, ferrovie strade, autostrade, e infrastrutture varie degne di questo nome. nigro giuseppe Domenico Portavoce dei Liberi e Forti di Basilicata


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borare e realizzare. Così ogni occasione diventa utile per ammaliare. Preferiscono creare effetti speciali (e qualche effetto ha già colpito in questa fase di presentazione delle liste), promuovere evasioni collettive dalla realtà, mirando ad un facile ed immediato consenso. Raramente si soffermano sulla programmazione, mai mettono mano all’organizzazione degli enti o delle amministrazioni che contano, per migliorarne i servizi, rimuovere gli incapaci, valorizzare le competenze. Appena eletti, ringraziano i loro sponsor, ricompensano in vari modi i grossi portatori di voti poi, senza indugiare, salgono alla ribalta ed iniziano a millantare. Con questo modello di gestione poco o nulla cambierà nei nostri territori. Molti giovani, persa anche la speranza, cercheranno lavoro e fortuna altrove. Aumenteranno gli scettici, coloro che pensano non ci sia proprio niente da fare, ma resterà pressoché immutata la massa di elettori pronti a farsi suggestionare dal prossimo affabulatore. Così vanno le cose! Forse è

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da parte dei padroni. La Lucania è stata oggetto da secoli di guerriglie, assassini, giustizie sommarie di soldati e civili. Spartaco cade in Apulia nel 71 a. C, combattendo contro M. Licinio Crasso; i resti dell’esercito servile sono battuti da Pompeo e fatti prigionieri. La figura di Spartaco anticipa di gran lunga quella del brigante lucano, che combatte contro i poteri forti che hanno da sempre dominato questa remota provincia. Questa terra è stata da sempre oggetto di conquista e di dominio già dai tempi dei romani, che ci consideravano “infidi”, perché veniva Pirro e ci alleavamo con Pirro, veniva Annibale e ci alleavamo con Annibale, sempre contro Roma. Non ne parliamo poi delle continue dominazioni: romani, bizantini, longobardi, normanni, aragonesi, angioini, spagnoli, francesi, fino agli ultimi tempi, Borboni, piemontesi,

Con il Porcellum una nuova legge elettorale il “Bugiardellum”

RItORNANO GLI AFFABULAtORI! proprio questione d’abitudine! L’aneddotica sulle false promesse dei politici riempirebbe un’enciclopedia. E purtroppo, a dirla tutta, ciò non accade solo in Italia, tanto che negli Usa, per smascherarle, hanno perfino inventato un gioco online: RealScoop, replicato anche in Slovacchia (lì si chiama Demagogo). Ma sta di fatto che alle nostre latitudini nessuno se ne scusa, anche perché nessuno chiede mai conto ai politici delle loro bugie. Anzi, in Italia non si definiscono bugie bensì giravolte di pensiero. E a giustificare questa convinzione gli esperti adducono tre ragioni sul perché il politico nostrano mente. Primo: il fattore culturale. Siamo cattolici e la confessione monda ogni peccato. Un bel perdono non si nega mai a nessuno! Anche se nel 1996 monsignor Bettazzi era corso ai ripari per fermare questo malvezzo: aggiungere le balle elettorali alla lista dei peccati. Non so se avesse anche pensato per l'assoluzione di tali peccati l'assolvimento di tutte le promesse elettorali fatte!

Secondo: il fattore umano. Abbiamo una classe dirigente immarcescibile, sicché l’impunità diventa un corollario dell’inamovibilità. Terzo: il fattore giuridico. Non perché se porti un politico in tribunale, denunciandolo per non aver rispettato quanto promesso, ci rimetti pure le spese legali (ci sono delle sentenze del 2009 che parlano chiaro). No! Perché il Porcellum premia le menzogne di partito, castigando chi sbatte in faccia la verità ai capipartito. E allora, cari affabulatori, con la coerenza che Vi contraddistingue, perché non approvate un “Bugiardellum”

come

futura

legge elettorale!?! Così stareste a posto anche con la coscienza! E noi ce ne faremmo una ragione del vostro desolante comportamento! Donato Fabbrizio

La Basilicata da “terra dei re”, è diventata la terra di nessuno fascisti, repubblichini, pseudocristiani ed infine da un Ventennio di regime democratico, che succede ai precedenti Ventenni delle ere fasciste, i demo-comunisti. Il brigantaggio era una protesta popolare contro i padroni di questa terra. Il conflitto tra cafoni e galantuomini è la costante storica lucana, e non solo, del meridione in genere: il più delle volte i cafoni hanno abbandonato il campo con l’emigrazione. Anche i galantuomini sono partiti per lontane mete e lì hanno conservato il loro grado ed il loro ordine. Eppure gli emigrati lucani si sono fatti onore ed hanno riscattato la loro condizione sociale. I cafoni sono i figli dei briganti!Oggi la Basilicata, il cui nome, di origine bizantina, significa “terra dei re”, è diventata, invece, la terra di nessuno. Ci sono i nuovi e soliti padroni: i massoni supercapitalisti che

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sfruttano il nostro greggio, il nostro gas, il nostro sottosuolo. Questi sono i padroni economici. Sono quelli veri! A ridosso, ci sono quelli politici, che sono asserviti al Potere costituito, che oramai, come sottolineava anche Pier Paolo Pasolini, il quale – non dimentichiamo – è venuto apposta a Matera per girare il suo capolavoro “Il Vangelo secondo Matteo”, è diventato, dagli anni settanta a questa parte centrale. Qui non è mai esistita la Destra e la Sinistra. Qui è esistito sempre un Potere che è stato gestito da una classe massonica che da Potenza ha esercitato la sua potenza. Vincenzo capodiferro Direttivo Liberi e Forti di Basilicata

colpa del lavoro che manca, la disoccupazione è un mostro che è possibile sconfiggere e tutti quelli che si candidano alla guida della cosa pubblica devono sentire il dovere di combatterla senza tregua. È riduttivo, e neanche giustificante, scaricare ogni colpa sull’attuale congiuntura che ha prodotto la situazione dei nostri giorni. Conta poco! E peraltro neanche vero! Ciò che conta invece è che la speranza di poter creare nuova occupazione va scemando nelle nostre comunità per colpa di una politica che ha perso la sua funzione, o meglio missione. La soglia della disperazione è arrivata a livelli insostenibili specie nei giovani, costretti ad emigrare, e nelle famiglie, chiuse nella loro tragica condizione di impotenza con figli quarantenni a carico, ancora alla ricerca di un lavoro. Cosa si aspetta perché la questione del lavoro ed dell’occupazione sia posta al centro delle preoccupazioni di ogni azione politica? Cosa blocca la politica lucana ad individuare soluzioni efficaci e condivise? L’attuale condizione di bisogno dell’elettore lucano che rende di più elettoralmente? La politica deve ritornare ad essere lo strumento di sostegno alla produzione e al lavoro attraverso una nuova visione organizzativa e programmatica del territorio. Per questo diventa strategico la scelta degli uomini che costituiranno la nuova classe dirigente regionale, che mi auguro non uguale a quella attuale: sprovveduta ed incapace nell’interpretare la crisi e nell’utilizzare le nostre risorse naturali; attenta alle carriere politiche personali ma sorda alle sollecitazioni di questi anni: dalla Legge regionale sull’utilizzo del petrolio del 1997, promossa dall’Anci di Basilicata, che

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E AdESSO IL LAVORO avrebbe evitato tante disfunzioni oggi denunciate, al Piano per l’occupazione avanzato dalla Provincia di Potenza nel 2005. Occorre cambiare registro se non vogliamo irrimediabilmente soccombere: mettere al primo posto i problemi della gente e dare una svolta alle politiche economiche e sociali. È tempo di ridurre la spesa pubblica locale e regionale; di frenare lo sciupio di risorse che potrebbero essere utilizzate per ridurre le tasse e dare ossigeno ai cittadini, alle famiglie e alle imprese; di sopprimere tanti enti strumentali inutili, che sono solo fonte di spreco per affini e parenti; di rilanciare le risorse petrolifere ed idriche in un nuovo rapporto di contrattazione e di reciprocità con lo Stato perché tenga in debito conto anche i beni che un territorio mette a disposizione dell’intera nazione e non soltanto del gettito fiscale prodotto; di finanziare solo quei progetti che alla chiusura dei cantieri lascino occupazione e lavoro (fatta eccezione dell’ordinaria amministrazione). Non sprechiamo questa occasione! Diamo la stura ad un nuovo sistema con l’individuare quei candidati che seriamente e disinteressatamente intendono lottare per ridare la speranza di un futuro ai nostri giovani, per risollevare questo territorio ridotto fragile e poco competitivo da una cattiva utilizzazione delle sue risorse, umane e materiali, per fare della Basilicata una protagonista nell’Italia del domani. Vincenzo giuliano


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Le lacune della medicina lucana Sono di questi ultimi tempi i dati relativi alla qualità degli Ospedali Italiani che il Ministero della Salute ha raccolto per il tramite di Agenzie specializzate (Agenas) e che alcune riviste del settore hanno reso pubblici. Il fatto sconfortante nasce dalla considerazione che l’8% dei decessi verificatisi nei nosocomi italiani poteva essere evitato. La rivista specializzata FOCUS Sanità ha messo in evidenza che nei pazienti ricoverati per: “infarto, angioplastica coronarica preventiva,scompenso cardiaco, bypass aorto-coronarico valvuloplastica o sostituzione di valvola, ictus, aneurisma dell'aorta addominale non rotto, tumori al polmone, tumore gastrico, tumore al colon retto e al retto, frattura del collo del femore e bronco pneumopatia riacutizzata, l'8% è costituito da mortalità evitabile solo se alzassimo il livello medio della qualità delle cure e dell'organizzazione sanitaria, dal medico di famiglia all'equipe ospedaliera.” (dati tratti da Focus del Marzo 2013) La Guida Salute di Focus offre una mappa molto precisa atta a valutare i reparti degli ospedali migliori, stilando una tabella riportante i dati ufficiali della qualità delle cure per le patologie più comuni, tratti dallo studio di oltre 10,5 milioni di ricoveri del 2011 per 7 milioni di pazienti in 1.483 strutture pubbliche e private confrontati con i dati più aggiornati del ministero della Salute.

LA PRIMA PARTE del fascicolo tratta i ricoveri in ospedale per patologie acute (infarto, ictus, interventi di bypass aorto-coronarico, fratture di femore) e fornisce dati certi che consentono a tutti i lettori di scegliere dove e come farsi curare in base a informazioni obiettive, ai successi e ai fallimenti delle cure prestate. LA SECONDA PARTE dello speciale è dedicata ai ricoveri inutili, cioè quelli per patologie curabili in ambulatorio, come diabete, asma o influenza, che non dovrebbero afferire in ospedale se non in casi eccezionali. Nel capitolo dedicato alla geriatria, vi sono suggerimenti per scegliere la residenza più adatta per i nostri anziani bisognosi di assistenza, dato che in Italia mancano ancora standard nazionali di qualità. I controlli sulle diverse strutture sono effettuati con modalità diverse e i dati non sono resi pubblici. Dallo speciale emergono le lacune della medicina del territorio che spaziano dalla carenza di flessibilità negli orari degli ambulatori pediatrici e della medicina di base, alla mancanza di una vera prevenzione; spiccano le pecche nella cura degli anziani, come, per esempio, nei casi di frattura del femore, operati spesso con notevole ritardo con esiti spesso fatali. E ancora, l'altissimo numero di parti cesarei praticati con elevato rischio di mortalità della madre. Poche donne sanno che il cesareo comporta rischi molto alti, e nonostante esso sia indi-

cato dall'Oms solo nel 10% dei casi, in Italia supera il 27%. Sulla base dei dati forniti dallo studio si può rilevare che i primi dieci migliori ospedali italiani, secondo l’Agenas, sono: 1. San Raffaele, Milano 2. Spedali Civili, Brescia 3. Santi Antonio e Biagio, alessandria - 4. Ospedale A. Manzoni, Lecco - 5. Azienda ospedaliera di perugia 6. Poliambulanza, Brescia 7. Fornaroli, Magenta 8. Niguarda, Milano - 9. Alto Chiascio, gubbio - 10. Santa Maria del Carmine, Rovereto. Esiste, inoltre, anche una classifica Agenas degli ospedali peggiori: 1. Federico II, napoli - 2. Azienda ospedaliera G. Martino, Messina - 3. Azienda ospedaliera dei Colli Aminei P. Monaldi, napoli - 4. San Filippo Neri, Roma - 5. Azienda universitaria policlinico, napoli - 6. Stabilimento ospedaliero di Venere, Bari - 7. Presidio ospedaliero San Rocco, caserta - 8. Sant’Anna, Pomezia - 9. Ospedale della Val di Chiana - 10. Sant’Anna e Sebastiano, caserta. L’Agenas ha analizzato gli ospedali d’Italia sulla base di un grande numero di indicatori. Se ne contano 47: si va dalla mortalità a 30 giorni dal ricovero, alla frequenza dei parti cesarei, al numero degli infarti. I risultati del “Programma nazionale esiti 2012”, comunque, sono in qualche modo influenzati da alcuni parametri che non dipendono dalla qualità degli istituti – almeno stando a una critica avanza-

ta da Paolo Del Bufalo de Il Sole 24 Ore. La classifica, dunque, va presa con un po’ di cautela. Un parametro, infatti, in grado di distorcere i risultati dello studio, è la dimensione degli ospedali. È normale, infatti, che gli istituti grandi, che raccolgono utenze di città molto popolate o di province intere, si producano in performance più negative; sono gli ospedali maggiori ad affrontare i casi più gravi, con prognosi riservate o a scadenza più lunga. L’Agenas ha comunque cercato di ovviare a queste difficoltà di analisi, aggiustando per quanto possibile i risultati.

SITUAzIONE DELL’AzIENDA OSPEDALIERA SAN CARLO DI POTENzA Il nostro Ospedale per eccellenza non se la cava malissimo nell’ambito dello studio del Ministero della Salute, ma nemmeno eccelle, se è vero il notevole flusso migratorio in uscita verso altre Regioni. Le ragioni di questo “limbo” vanno ricercate in fattori che riguardano specificamente alcuni parametri importanti: - La mancata specializzazione. Il nostro ospedale non è da considerarsi di eccellenza in quanto non primeggia in alcuna grande specificità, come in passato, ad esempio, con la Cardiochirurgia, ma, ai pochi grandi interventi, si associano molti

ricoveri per patologie minori il cui peso statistico è insignificante e che dovrebbero essere trattati negli ospedali minori e/o sul territorio; - La poca dimestichezza all’apertura al territorio. L’Ospedale San Carlo resta arroccato nella sua dimensione ospedaliera senza alcuna necessaria partecipazione alle cure territoriali in qualità di partner dell’Azienda Sanitaria. Ciò comporta impoverimento sia per l’uno che per l’altra dal punto di vista della qualità e dell’intensità delle cure. - La migrazione sanitaria in uscita. Punto dolentissimo della politica ospedaliera nostrana. La fiducia percepita dagli utenti nei confronti dell’Istituzione Ospedaliera è ai minimi storici e non vengono adottate le strategie necessarie ad invertire il trend. Mancano i nomi eccellenti necessari non solo a conquistare la fiducia dell’utenza nostrana ma anche ad attirare i flussi migratori in entrata da parte delle regioni limitrofe. Scopo della politica sanitaria regionale dovrebbe essere quella di risanare i bilanci della sanità lucana con interventi mirati a tagliare le attività improduttive e investire in quelle altamente remunerative in termini di qualità delle cure e di alta specializzazione con conseguente, inevitabile, ritorno in termini di immagine. ciro Romano

Appena trenta euro il bonus idrocarburi per gli automobilisti Lucani Dopo le lunghe discussioni tra Veneto e Liguria in merito all’erogazione della terza tranche di bonus idrocarburi spettanti agli automobilisti lucani, si è finalmente giunti alla conclusione. La terza erogazione annuale sarà adesso di soli 30 euro, spettanti agli automobilisti lucani e non 140 euro come previsto prima che Veneto e Liguria facessero ricorso al Consiglio di Stato, riportando a casa una lauta vittoria. Ma facciamo un passo indietro giusto per schiarire le idee.

In Italia la regione Basilicata possiede il maggiore e produttivo giacimento petrolifero, precisamente in Val d’Agri, e rappresenta il più grande dell’Europa continentale, posizionandosi al quarto posto fra i paesi europei produttori di petrolio e 49º come produttore mondiale di petrolio per quantità (0,1% sul totale della produzione mondiale). Da qui si può evincere che nelle due regioni del Nord non si producono assolutamente idrocarburi, ma in Veneto e Liguria sono soltanto ospitati impianti di rigassificazione.

Sono stati stanziati circa 79 milioni di euro,oltre 70 dei quali sono royalty che le compagnie petrolifere (Eni e Shell) hanno versato allo Stato per le attività di produzione di idrocarburi della Val d’Agri. Il resto dei fondi si riferiscono alle royalty versate per le attività estrattive di Piemonte, Puglia,

Calabria, Emilia Romagna, Molise e Marche. Cosa accade dunque? Semplice. I soldi che dovevano essere destinati ai 319 mila patentati Lucani, adesso, andranno divisi anche con le regioni del Nord che, ricordiamo, non possiedono impianti di idrocarburi ma soltanto impianti di rigassificazione, quindi il Nord non solo non mette soldi ma li guadagna direttamente allungando le mani sull’oro nero della piccola regione del Sud. L’assessore regionale al bilancio della regione Veneto Roberto

Ciambetti si vede soddisfatto del trionfo che porterà poco meno di trenta euro ai suoi concittadini, ovviamente tutto questo senza avere minimamente il pensiero di vedere la propria terra inquinata e maltrattata dalle royalty che da anni marciano e inquinano i territori e le falde acquifere Lucane. I leghisti erano quelli che sovente amavano ripetere uno slogan: ‘Il Sud ruba i soldi del Nord’. Beh, forse è ora di riflettere. carla Bottiglieri


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Giornate europee 2014, II Edizione

Educazione ambientale e sviluppo sostenibile Un’occasione da non perdere per i Comuni Lucani L’ambiente è un argomento che non conosce confini, né fisici né politico-istituzionali. Non a caso infatti a partire dagli anni Settanta la questione dell’ambiente è divenuta una competenza della Comunità/Unione europea che, in quanto organismo sovranazionale, può indirizzare le proprie direttive a tutti i suoi membri e garantirne dunque il rispetto e l’applicazione su tutto il suo territorio. La politica ambientale europea, seppur centrata specificatamente

sull’ambiente e le tematiche ad esso legate - acqua, risorse rinnovabili, gestione dei rifiuti, cambiamento climatico, ecc. - è allo stesso tempo una politica orizzontale, nel senso che le norme sull’ambiente sono presenti in tutte le politiche dell’UE, da quella industriale a quella agricola, passando per quella commerciale e regionale. Inoltre, con il Trattato di Lisbona (2009) lo sviluppo sostenibile non è più solo un obiettivo ma è divenuto uno dei valori fon-

damentali su cui si fonda l’azione dell’Unione europea e ciò è emblematico dell’importanza che destina al tema ambientale. In Basilicata come altrove quest’ultimo rappresenta una priorità per i decisori politici ed un diritto ed un impegno civile per i cittadi-

Per il rilancio dell'economia regionale UNA NUOVA POLItICA AGRICOLA In un periodo di profonda crisi economica che abbraccia tutti i settori produttivi ci si chiede cosa fare per creare reddito e capitale che possa rilanciare l’economia del Paese. L’agricoltura risulta forse l’unico settore in cui gli imprenditori possono ancora pensare di investire ma molti sono i problemi da affrontare e per la loro efficace risoluzione è necessario un duro lavoro sia da parte degli operatori agricoli che della pubblica amministrazione. Oggi l’azienda agraria ha oramai perso la sua autosufficienza produttiva in quanto l’agricoltore che lavora, in particolare nell’ambito dell’agricoltura convenzionale, è sempre più costretto ad acquistare una serie di fattori produttivi (es. sementi e/o piantine, concimi chimici e preparati fitosanitari) ritenuti indispensabili per ottenere buone produzioni quanti-qualitative ma in pratica non è così. Oramai, l’uso di piante geneticamente selezionate, che non possiedono più i caratteri di rusticità, determina oltre la loro minore tolleranza agli stress abiotici (es. eccessi di caldo, carenza idrica, ecc.) anche la loro notevole suscettibilità agli attacchi di una serie di parassiti il cui controllo è oneroso e molto spesso inefficace. L’uso incontrollato della concimazione chimica, inoltre, ha determinato sempre più la mineralizzazione del suolo che ha perso non solo la sua fertilità nutrizionale ma, cosa più importante, la sua vitalità. A tali aspetti negativi si devono aggiungere quelli indiretti che consistono sempre più nell’incremento della contaminazione dell’ambiente e degli stessi prodotti agricoli da parte dei residui chimici che riducono notevolmente sia la biodiversità dell’ecosistema che la genuinità degli stessi prodotti. L’imprenditore agricolo impegna la quasi totalità del suo tempo negli

adempimenti burocratici venendo sempre più distratto da ciò che realmente avviene nei suoi campi e stalle. Tutto viene visto oramai in modo strettamente meccanicistico: l’imprenditore crede che solo combinando nel modo migliore i tasselli che compongono la sua attività produttiva potrà ottenere i risultati sperati, ma in tale credo si dimentica di considerare il fattore produttivo primario e cioè l’essenza vitale che impregna tutto ciò che lo circonda e che deve essere rispettata e alimentata. Come affermava Rudolf Steiner una azienda agricola sana deve poter generare in se stessa tutto quanto essa richiede o almeno avvicinarsi il più possibile a tale ideale. È chiaro che alla base dell’agricoltura vi è il terreno agricolo che ha in sé una certa vita che deve essere continuamente incrementata. Solo se il terreno agricolo viene continuamente vivificato potrà permettere all’azienda di eliminare o notevolmente ridurre l’uso di concimi e fitofarmaci con riflessi nettamente positivi sulla sua produttività. Quindi, consiglio agli agricoltori di rispettare il letame per la sua energia vitale, la quale è disponibile solo dopo un opportuno compostaggio, e di considerarlo non un problema, a causa del suo smaltimento, ma una risorsa. Nelle situazioni di sovrabbondanza, infatti, si potrà rivalutarlo rendendolo disponibile a chi non ne possiede o utilizzarlo per la produzione di energia rinnovabile (es. tramite impianti di biogassificazione aziendali o meglio consortili) utile per il bilancio energetico-economico dell’azienda agraria. Comunque, resta da considerare che per un rilancio dell’agricoltura si devono risolvere tanti altri problemi di competenza extra aziendale. Una forte riduzione del cari-

co burocratico aiuterebbe non poco il rilancio dell’agricoltura. L’agricoltore, infatti, avrebbe più tempo da dedicare alla risoluzione dei problemi tecnico-produttivi e ciò favorirebbe anche l’iniziativa e lo sviluppo delle idee dei privati. La tassazione della produttività agricola, inoltre, ha raggiunto livelli non più sostenibili e credo sia ora che essa venga notevolmente ridotta, sia per favorire le iniziative dei giovani imprenditori che si accingono ad investire in agricoltura e sia per incentivare l’assunzione di nuovi operai agricoli. Il miglioramento delle infrastrutture stradali e ferroviarie ma anche l’eliminazione dell’inefficienza dei servizi di distribuzione dell’acqua per l’irrigazione dei campi ridurrebbero notevolmente i costi di produzione delle imprese agricole. Il potenziamento della ricerca tecnico-scientifica e l’educazione degli imprenditori al lavoro di gruppo, anche attraverso bandi pubblici che premiano le attività associative, potranno da un lato individuare le soluzioni tecniche innovative adatte agli operatori e formare gli imprenditori e i tecnici del settore anche attraverso il coinvolgimento di aziende private, sperimentali e dimostrative e dall’altro permettere la costituzione di associazioni e/o consorzi che risultano indispensabili nel caso della valorizzazione e tutela dei prodotti tipici. Dott. pietro Lo cantore Agronomo e Dottore di Ricerca in “Biologia Applicata” Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali Università degli Studi della Basilicata

ni. Negli ultimi tempi sono aumentati i vari comitati per la tutela dell’ambiente, i movimenti e le associazioni che lottano per la difesa del nostro territorio. Ovviamente le attività di estrazione petrolifera, sempre più compromettenti per il territorio lucano, sono le principali “ispiratrici” della crescente attenzione di questa tematica da parte dei cittadini. Ma non bisogna dimenticare anche i vari incidenti causati nella nostra Regione dai dissesti idrogeologici e dalla mancata cura e prevenzione ambientale. Le istituzioni e gli enti, regionali e locali, non potendo ignorare tutto ciò hanno dunque anch’essi rafforzato il proprio impegno in questo senso. Molte sono le iniziative realizzate anche grazie e in virtù dei fondi provenienti dall’UE che, oltre ad affiancare le iniziative nazionali e regionali con proprie indicazioni legislative, fornisce anche gli strumenti e le risorse per sostenere non solo la cura dell’ambiente ma anche per promuoverne la tutela e il rispetto, attraverso soprattutto l’educazione ambientale. In virtù di ciò appare particolarmente interessante segnalare un’importante iniziativa che

potrebbe trovare nella Basilicata un contesto idoneo ad ospitarla. Nel secondo semestre del 2014 l’Italia accoglierà la seconda edizione delle “Giornate europee dell’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile”. Si tratta di un’iniziativa promossa dal WEEC, World Environmental Education Congress, nel corso della quale si dibatterà e si scambieranno buone pratiche sull’educazione a comportamenti rispettosi dell’ambiente. A tal fine è stato lanciato un appello aperto a tutti gli enti e le città italiane per ospitare l’evento. Questi ultimi hanno tempo fino al 31 ottobre prossimo per presentare la propria candidatura come sede dell’iniziativa. I soggetti interessati a candidarsi possono contattare la segreteria organizzativa all’indirizzo mail: secretariat@environmentaleducation.org. Per le città e gli enti lucani sarebbe un onore ospitare tale evento ma anche un ulteriore segnale dell’attenzione verso l’ambiente e la sua preservazione, a tutela dei cittadini ma anche di un patrimonio che rappresenta una delle maggiori ricchezze della nostra Regione. Perciò, candidiamoci!!! Silvia Sassano


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NON CI REStA CHE RItORNARE A ZAPPARE! Un popolo venduto ai suoi mercanti. Risorge il neolatifondismo rurale dei nuovi feudatari: i burocrati del Partito-Regione La peste della miseria si sta di nuovo aggirando tra le nostre famiglie e nelle nostre case, come maleodorante olezzo di una cloaca rotta a cielo aperto. Quando un uomo non ha lavoro o ha perso quello che ha, ha perso anche la sua dignità. La persona è calpestata ed è costretta verso lidi lontani. Ma dove andare oggi? Neppure l'emigrazione assicura più un futuro certo e questi lidi possono trasformarsi in naufragi di speranze, come quelli che raccoglie la romita Lampedusa. Eppure questa terra è ricca! Ma chi si arricchisce del paradiso perduto? Del petrolio, dell'acqua, del gas? Sono i nuovi Signori Mondiali, che riversano le loro parche elemosine nelle tuniche dei baroni locali. Questi supercapitalisti europei e globali, massoni, e plutocrazie multinazionali e plurinazionali vogliono asservire il mondo intero. Il popolo, invece, è povero. È stato sempre povero. Un tempo c'era il ceto medio che equilibrava gli abissi del cielo ricco e della terra povera. Adesso non c'è più. Prima si reclamava la demolizione dei recinti, la spartizione delle terre. Oggi il supercapitalismo europeo ha distrutto la nostra Civiltà Contadina, dopo i tanti lauti riposi ventennali che hanno arricchito i possidenti ed i loro figli senza far nulla. Ci resta solo il museo di Aliano, confino dei Cristi banditi. E di nuovo risorge il neolatifondismo rurale dei nuovi feudatari: i burocrati

del Partito-Regione. E i nuovi cafoni, la povera gente, di

nuovo, in silenz i o , muoiono di fame. Lo vedi dalle parche mense e dalle mamme operose che non possono più mandare i figli a scuola. Tra poco tutto chiuderà. E questi castelli in aria, fondati solo sul terziario, sui servizi, stanno cadendo. Tutti i politici che governeranno questa terra, chiunque essi siano, abbiano a cuore questa piaga, che di nuovo dilaga per le nostre terre. Essi, dopo tanti anni di benestare, forse hanno dimenticato le loro umili origini di pastori ed agricoltori. Tutti siamo figli di pastori e di zappatori. Ed il popolo, invece, corrotto per più di venti anni dai falsi lumi del materialismo, del consumismo e dell'individualismo, torni ai valori della solidarietà e dell'amor fraterno, come quando nei vicinati ci si scambiava il tozzo di pane e l'aglio. Non si lasci ammaliare dalle false promesse dei falsi profeti. La povertà può essere un'occasione di grande crescita spirituale, perché il popolo si è venduto. Ha votato i suoi mercanti per più di venti anni. Ma adesso i mercanti non

hanno più soldi. Un antico proverbio diceva: mercanti e porci, pesali dopo morti. Ma costoro non hanno lasciato nulla, tutto hanno distrutto nel tarlo dell'avarizia e della cupidigia. Essi sono come quegli ebrei di dura cervice che Dio per punizione fece vagare per quarant'anni nel deserto! È questo il senso che dobbiamo dare a questa crisi. Ognuno, come affermava Smith, attraverso la luce della natura e della ragione faccia ciò che gli giova di più. Il vantaggio di ciascuno in particolare, sarà il vantaggio di tutti. Chi con il proprio lavoro si appropria di una terra non diminuisce, aumenta anzi le risorse comuni del genere umano. La felicità non consiste nel godere dei più grandi piaceri, ma nel possedere il necessario per produrre il piacere, che come diceva Epicuro, è naturale, nulla più! È opportuno allora che i giovani tornino all'agricoltura ed alla pastorizia, risorse che da secoli e secoli hanno mantenuto generazioni e generazioni di lucani. Oggi queste risorse sono state usurpate in nome di un progresso mancato. Ritornare alla terra! Questo deve essere il nostro motto ed anche il nostro scopo prossimo, poiché dalla terra viene tutto. c.V.

... SEguE DaLLa pRiMa pagina

te. Al parcheggio della Regione, riservata agli autobus di linea, non vi è neanche un’ombra di un servizio. Mancano addirittura i bagni sia per l'utenza che per gli addetti. Siamo circa 50 autisti di linea provenienti dall'intera provincia-regione costretti a chiedere la cortesia ai bar nelle vicinanze addirittura per fare la pipì. Autisti che sostano mediamente dalla quattro alle sei ore antimeridiane tutti i giorni. Senza parlare dell'utenza che si aggira intorno alle 300 unità al giorno.

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Le saremmo grati se volesse sensibilizzare chi di dovere a porre fine a questa situazione incresciosa ed indecente. Grazie e complimenti per il giornale che leggiamo con interesse perché oltre alla denuncia dei fatti che avvengono nella nostra regione fate sempre delle proposte concrete. R.D.

Piazzale della Regione, nuova area sosta per gli autobus di linea. Assenza totale di servizi igienici, poca organizzazione. Foto a cura di Lucia Logiodice


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... SEguE DaLLa pRiMa pagina

degli anni 30 che prevedevano la “purificazione della razza” per mezzo della eliminazione degli individui impuri. Non voglio parafrasare l’articolo né commentare la pochezza delle argomentazioni di coloro che cercano di dipingere l’operazione danese con tinte meno fosche. Ugualmente, non voglio lasciarmi andare a derive moralistiche o a facili denigrazioni del popolo danese il quale, per quel che ho visto io, è composto da gente civilissima, gentile e per bene. Il dato di fatto è che la cultura europea ci sta portando in questa direzione e noi tutti, se vogliamo effettuare una resistenza efficace, dobbiamo comprendere cosa sta accadendo. I down danesi non stanno venendo sterminati per debellare una malattia (anche perché, per quanto ne so, i down sono quasi sempre figli di persone sane): stanno venendo invece abortiti per rimuovere dalla

PER UNA POLItICA SENZA VALORI:

L’UOMO UGUALE ALLE BEStIE società una categoria di persone quasi sicuramente “improduttive”. Vi porto subito dove vi volevo portare: per l’aristocrazia finanziaria, noi siamo bestiame. Il bestiame si nutre unicamente se serve a produrre un utile maggiore di quello necessario a tenerlo in vita. Gli handicappati (ed i ragazzi down in particolare) assorbono normalmente più risorse di quante non ne generino e, di conseguenza, è più conveniente eliminarli. L’eliminazione degli handicappati è un’operazione complessa in quanto è difficile inquadrare quell’atto nell’estetica buonista del politicamente corretto. Ci stanno lavorando. Più precisamente stanno facendo volenterose campagne a favore dell’eutanasia. Per il momento, però, sembra che i risultati siano limitati. Per quanto riguarda i down, invece, è stato trovato un’esca-

motage interessante. Si identificano alcuni esseri umani con la loro malattia. Si sostiene che, senza di loro, la malattia non sussisterebbe. Conseguentemente, diviene eticamente accettabile eliminarli sostenendo che, in fondo, si tratta di vittime di una guerra per la salute della popolazione. Si cerca quindi di eliminarle prima che siano abbastanza grandi da opporsi con efficacia. Non illudetevi: il fatto che si ricorra all’aborto non mette al sicuro le persone che sono già nate.Allo stesso modo, non mette al sicuro voi che credete di essere sani. Chiunque conosca un minimo di storia e di sociologia può infatti confermarci che tutti gli stati, compresi quelli definiti democratici, deliberano normalmente la morte dei loro cittadini. Cittadini muoiono perché sono soldati, poliziotti o pompieri. Cittadini muoiono perché sono terroristi e delinquenti. Cittadini

muoiono perché sono troppo deboli e malati per essere aiutati. Cittadini muoiono perché non ci sono i soldi per garantire la loro sicurezza sul lavoro. Ciò che varia è la posta in gioco per cui viene deliberata questa decisione. A volte, si accetta che servi dello stato offrano le loro vite per salvarne altre. Nel caso diametralmente opposto si sopprime un poveraccio per spartirsene le spoglie. Questa “normalità” che caratterizza l’omicidio di stato deve darci assolutamente da pensare. Quanto sta succedendo in Danimarca, infatti, non è un incidente. Si tratta invece di un precedente che fa tendenza ed un sintomo di quanto sta accadendo in Europa. I bambini down stanno venendo soppressi per il fatto che la cultura europea ha rimosso il dogma civico che imponeva di considerare la perdita di ogni singola vita come una catastrofe. Si è introdotto così il mito dell’efficienza economica che fagocita esseri umani al solo scopo di massimizzare la produzione di ricchezze. Chi inceppa gli ingranaggi diviene una scocciatura da identificare, rimuovere e rifiutare. Dato che si

tratta di esseri umani, per ora, non se la sono sentita di proporre un’eliminazione diretta. E’ stata così introdotta la soppressione degli “inetti” da realizzarsi “per semplice abbandono”. Il disoccupato diventa un fannullone. L’handicappato diventa un untore. Il cittadino diventa un corrotto. E tutti quanti diventano un ostacolo per l’efficienza dello stato. E l’efficienza è la capacità dello stato di “pagare i suoi debiti” e cioè far guadagnare denaro all’aristocrazia finanziaria. Per questo motivo, salvare i down è solo un primo passo nel percorso necessari a salvare noi stessi. Tutti noi, infatti, prima o poi diverremo “inetti” ed, in quel momento, personalmente preferirei trovarmi in una società che ritenga la vita umana infinitamente più preziosa delle risorse necessarie a mantenerla. aurelio pace

Proroga a tutto il 2014 delle detrazioni 65 e 50% sulla ristrutturazione delle case. Anche mobili ed elettrodomestici!

detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie

La legge di conversione del decreto Energia, D.L. 63 del 4 giugno 2013 convertito in Legge n. 90 del 3 agosto 2013, ha confermato l'ampliamento delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e gli interventi di risparmio energetico, rispettivamente dal 50 e del 65% fino al 31.12.2013. Inoltre ha elevato dal 50 al 65% anche la detrazione per l'adeguamento sismico degli immobili adibiti ad abitazione principale o ad attività produttiva situate nelle zone sismiche ad alto rischio. La detrazione Irpef sulle spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizia

PERIODO DI SOSTENIMENTO DELLA SPESA

è stato incrementato dal 36 al 50% dal D.L. 83/2012, che ha anche aumentato il tetto massimo agevolabile a 96.000 euro per unità immobiliare, per le spese sostenute fino al 31.12.2013 Dal 1° gennaio 2014, pertanto, la detrazione tornerà sul limite massimo di 48.000 euro. Con la conversione in Legge 98/2013 del D.L. 69/2013 sono state introdotte alcune modifiche all'art. Del TUE (DPR380/2001). Le modifiche sono incluse nell'art. 30, comma 1, lett. a) del D.L. 69/2013 e sono entrate in vigore dal 21.08.2013; pertanto, le detrazioni del 36 e del 50% sulle ristrutturazioni edilizie del

DETRAzIONI RIPARTIzIONE

55-65% sul risparmio energetico possono essere utilizzate anche per la demolizione di un fabbricato, seguita dalla sua ricostruzione con la stessa volumetria, senza che sia rispettata la stessa sagoma preesistente, con semplice SCIA. L'agevolazione si estende anche agli edifici eventualmente crollati o demoliti, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza, attraverso la loro ricostruzione. La predetta agevolazione viene riconosciuta solo per gli edifici

TETTO MAX DI SPESA

01.01.2012 – 25.06.2012

36,00%

10 rate annuali

€ 48.000,00

26.06.2012 – 31.12.2013

50,00%

10 rate annuali

€ 96.000,00

01.01.2014 in poi

36,00%

10 rate annuali

€ 48.000,00

realizzati legittimamente, non è consentita la ricostruzione di edifici abusivi costruiti in violazione della disciplina urbanistica. Si ricorda che, nell'utilizzo degli incentivi, non è possibile usufruire dell'IVA al 4% (sebbene la nuova abitazione abbia i requisisti di “prima casa” in quanto si passa da nuova costruzione e ristrutturazione edilizia, occorre, di conseguenza, applicare l'aliquota IVA del 10%. Si evidenzia che devono, comunque, essere rispettati i

seguenti due requisisti: stessa volumetria e stessa destinazione d'uso. geom. pasqualino Laviano Componente Direttivo Nazionale UNITEL (Associazione Nazionale Tecnici Enti Locali)

NORMATIVA EDILIzIA

sino al 20.08.2013

dal 21.08.2013

Art. 3, comma 1, lett. d) DPR 380/2001

Ristrutturazione edilizia: demolizione e ricostruzione con stessa volumetria e sagoma preesistente.

Ristrutturazione edilizia: demolizione e ricostruzione con stessa volumetria.

Agevolazione del 50 – 65%

Per accedere alle agevolazioni occorre rispettare la stessa volumetria e sagoma preesistente.

Per accedere alle agevolazioni occorre rispettare la stessa volumetria ma non la sagoma del preesistente.

Aliquota IVA

IVA del 10%, ridotta al 4% se “prima casa”

IVA del 10%


8 Hai un figlio disabile? Non vai in pensione Venerdì 1 Novembre 2013

di Sara de Carli *

AP P R O PRI A INDEB ZIONE ITA

Con la riforma Fornero i permessi goduti con la legge 104 e la maternità facoltativa non vengono "conteggiati" ai fini pensionistici. Carlo Giacobini spiega l'assurdità di questa norma, «che si può cambiare solo con una nuova legge» Il titolo è forte, un po' estremizzato, ma la sostanza ci è molto vicina. Sui social, un genitore ha fatto una sintesi concreta: «ci stai dicendo che per noi genitori con la 104 (cioè con figli disabili gravi) al posto del pre-pensionamento di 5 anni di cui si discute da decenni, toccheranno cinque anni di lavoro in più rispetto a tutti gli altri?!? Non c'è mai limite alle assurdità su questo tema». C’è da non crederci, per la palese ingiustizia della misura, ma è proprio così. Andiamo per gradi. La riforma Fornero ha introdotto la "pensione anticipata", stabilendo che per andare in pensione prima dell’età anagrafica prevista (in questo momento 66 anni e tre mesi per gli uomini e un minimo di 62 e tre mesi per le donne) servono (nel 2013) 42 anni più 2 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 più 2 mesi per le donne. La riforma prevede anche che chi fa richiesta di questa pensione anticipata - che prevede comunque un consistente requisito contributivo - prima dei 62 anni avrà una penalizzazione dell'1 o del 2% a

seconda dei casi. nel conteggio di questi anni entrano però - questa è la novità - solo i giorni «effettivamente lavorati» e non quelli coperti da contributi figurativi, fatta eccezione per infortuni, malattia, servizio di leva e maternità obbligatoria. Di fatto chi si presenta allo sportello Inps si sente dire che i giorni in cui un lavoratore è stato assente per permessi retribuiti per motivi familiari, lutto, diritto allo studio, donazione del sangue, sciopero non sono "buoni". Volgare e antipatico, ma i giorni si conteranno in unità o decine. Ma non solo. L’enormità della cosa arriva qui: non valgono nemmeno i giorni di assenza per la legge 104/1992 (che riconosce permessi retribuiti per l’assistenza di un figlio disabile) e addirittura il congedo parentale (ex maternità facoltativa). Si tratta di 180 giorni a figlio nel caso del congedo parentale e di 3 giorni al mese nel caso della 104 (più il congedo straordinario di due anni), che in una vita da genitore di figlio disabile diven-

tano un pesante pacchetto. Se nel computo dei 42 e rotti anni ci sono delle giornate così, coperte solo da contributi figurativi, scatta la decurtazione dell'assegno (dell'1% o del 2%, a seconda dei casi): l'alternativa è una sola, restare al lavoro per recuperare i giorni mancanti (le informazioni più tecniche su http://www.vita.it/politica/legginorme/in-pensione-con-la-104s-ma-con-un-assegnoridotto.html). carlo giacobini, il direttore di HandyLex, è uno dei più grandi esperti in Italia di diritti e persone con disabilità ed è stato il primo in assoluto a sollevare la questione. Quella che circola è un'interpretazione, un timore, o è proprio vero? Scusi la domanda, ma suona talmente assurdo… È vero e non dipende dall’Inps. È scritto nero su bianco nella norma della manovra Fornero, legge 214 del 2011, articolo 24 combinata con art. 14 della legge 14 del 24 febbraio 2012. Quei 42 anni e 2 mesi devono riferirsi a lavoro effettivamente

prestato, eccezionalmente sono conteggiate come lavoro prestato le assenze per malattia, maternità obbligatoria, infortunio, servizio di leva. Tutto il resto è fuori. come mai la questione viene a galla solo ora? L’avevamo segnalato già nel 2011, ma in quel momento la situazione politica era tale che non si è riusciti a portare l’attenzione su questo tema come su altri, altrettanto delicati. La manovra Fornero comunque si è perfezionata solo a luglio e quindi con le prime persone che stanno andando in pensione con quelle regole la situazione è esplosa. per un genitore con un figlio disabile, concretamente le nuove regole cosa comportano? Questo significa che chi ha fruito di due anni di congedo dovrà lavorare due anni in più per maturare quel diritto. Se non lo fa incorre in penalizzazioni di trattamento. Facciamo i conti, la legge 104 dà diritto a tre giorni al mese di assenza, che fanno 30 all’anno: questo

significa che il padre di un ragazzo con disabilità che oggi ha 60 anni e per 20 anni ha usufruito dei permessi lavorativi mensili, dovrà rimanere in servizio due anni in più. Una beffa: quello che era ipotizzato come un aiuto, alla fine della fiera vene fatto pesantemente ripagare. tra le famiglie c’è grande disorientamento. come vi muoverete ora? Solo un intervento normativo potrà sanare questa situazione, non c’è altra strada. Tecnicamente è molto semplice, basta aggiungere alla legge un periodo che include i permessi per la legge 104 e i congedi parentali fra le eccezioni. Il vero nodo da affrontare sarà quello della copertura. È una questione eminentemente politica. Noi stiamo già predisponendo una proposta di legge da presentare, ma deve esserci un gruppo trasversale di parlamentari che poi se ne faccia carico in Parlamento. (* da "Vita.it La politica al di là delle parole")

FELICE LOVISCO

NON FORZARtI NELL’OSCURItA’. tU SEI LA NOStRA LUCE Mostra dell’artista lucano a Potenza, Galleria Pignatari, dal 23 settembre al 5 novembre Molto intensa e suggestiva si ostenta la mostra dell’artista lucano Felice Lovisco, la quale si staglia dal 23 settembre al 5 novembre del 2013 presso la Galleria Civica Largo Pignatari a Potenza. La mostra è stata inaugurata lunedì 23 settembre alle ore 17.00, nell’ambito dell’anno di fede 2012-2013, ed è stata curata da don Vito Telesca. Sono intervenuti il Vescovo di Potenza mons. Agostino Superbo, il critico d’arte prof. Gaetano Mongelli, il Pres. dott. Vito De Filip-

po, il sindaco ing. Vito Santarsiero. Il tema della luce forte ed intensa, nelle sue molteplici e svariate sfumature che si perdono nei meandri delle bande dei colori, attraversa tutte le pale di Lovisco, apribili come quelle del ‘300, e ripercorre in un abbaglio di arte sacra tutti i momenti salienti del dramma umano di Dio, il Cristo sconosciuto. Si tratta di sette trittici, oltre a bozzetti minori ed opere scultoree, di cui sei sono stati realizzati tra il 2011 ed il 2012, mentre il primo che tratta dell’annunciazione è stato realizzato nel 2003. Don

Vito Telesca da sempre ed in particolare da quando rivestiva la carica di rettore del Seminario minore di Viale Marconi, ha accolto innumerevoli artisti, di cui ha saputo, qual novello Mecenate, valorizzarne i talenti. Così scrive di Felice, nel catalogo approntato all’uopo della mostra, edito da Moles nel 2013: In questo tempo della dissoluzione e del nascondimento del volto di Dio che ha fatto anche capolino nell’arte religiosa commissionata per la nuova edilizia sacra e nei nove lezionari in questo ultimo ventennio,

Felice Lovisco rafforza con queste opere la sua presenza nel panorama nazionale, nella duplice versione pittorica e scultorea, di abile e grande maestro decisamente figurativo. Il catalogo è dedicato a Benedetto XVI, nel giorno dell’annuncio della sua abdicazione, l’11 febbraio 2013, un “fulmine a ciel sereno”, come sostiene appunto don Vito, un insight, nel senso di “intuizione”, di “illuminazione”. Felice Lovisco nasce a Melfi nel 1950. Negli anni settanta si trasferisce a Potenza per insegnare discipline pittoriche presso

l’Istituto Statale d’Arte. Nel 1976 è ideatore, insieme ad altri artisti, del CoS.P.I.M.. Da allora la sua poliedrica attività artistica non ha avuto mai fine e ne è dimostrazione la sua instancabile attività, visibile nelle numerose mostre, che ha presentato dal 1966 fino ad oggi. Tanto è vero che Gaetano Mongelli nel suo saggio “Tra sacro e non sacro: Felice Lovisco pittore e scultore ricordi note e nuove aggiunte ... continua a pagina 9


9 «Sopa Putenz’», un’ecatombe di attività commerciali Venerdì 1 Novembre 2013

I commercianti del Centro si sono inventati lo shopping della domenica, L’insuccesso dell’iniziativa Ricordo, appena qualche anno fa, un Centro Storico di Potenza, seppur identificato con la Via Pretoria, nel quale ci si immergeva nei quotidiani riti di una cittadina della provincia di questo pigro quanto accogliente Sud dello Stivale. Il potentino che mai avrebbe rinunciato al caffè mattutino preso in compagnia in uno dei bar della Piazza e, per qualche nostalgico, il solito ricordo del caffè che Peppinella Barone preparava con la caffettiera napoletana… l’aroma dello “schizzetto” di anice mistrà che la simpatica vecchietta usava imporre agli avventori dello storico bar nei pressi del Municipio; lo stridore dei freni degli autobus che scaricavano senza tregua il loro copioso contenuto umano sul marciapiede di Piazza Matteotti davanti alla farmacia Perri; il moderno caffè Dragone e la ferramenta dei fratelli Guttieri, e la fermata davanti al marciapiede opposto, ad accogliere i viaggiatori delle successive corse. La frenetica rituale mattina di un giorno qualunque a Potenza. Al Centro Storico di Potenza, che allora era semplicemente “sopa Putenz’”. Alla domenica non c’era molto di diverso, solo che dopo questa

parte del rito, anziché proseguire nel lavoro, la giornata accoglieva la discussione sulla squadra del Potenza Calcio, quello che avrebbe potuto ripetere le gesta di qualche stagione calcistica addietro, la promozione nella serie cadetta, e tutte le favole, le bugie, le mezze verità e i pettegolezzi da Bar dello Sport, pronunciati nello “struscio”, la passeggiata lungo Via Pretoria, avanti e indietro, lo spunto per un nuovo pettegolezzo, o piuttosto l’occasione per le signore di ostentare il nuovo cappotto di pelliccia. In tutto ciò, non prendeva corpo nella maniera più assoluta l’idea di far compere che non fossero il vassoio di dolci o la pasta fresca da cucinare per gli ospiti “di fuori”. Il Centro Storico pulsava di vita sociale, come il resto della città, nella giornata di riposo dopo una settimana di lavoro nell’officina, nello studio tecnico, nell’ufficio o nel negozio. Già, nel negozio, quello dove per una settimana intera gli addetti soddisfacevano le richieste della clientela, ma alla domenica doveva regnare il silenzio, la domenica è fatta per il riposo, per chi lo intende come precetto religioso e per chi religioso non lo è più di tanto, ma stanco si. I tempi cambiano, l’economia s’ingrigisce di una crisi epocale, e in alcune città bisogna anche

fare i conti con amministratori che poco hanno del giusto collegamento con le esigenze dei cittadini, e si lasciano andare a spese e provvedimenti che sortiscono, come risultato, un’ecatombe di attività commerciali, la compressione di livelli occupazionali e l’innesco di una spirale costo-lavoro che porta al collasso del commercio e, più in generale, delle attività economiche cittadine. Si comprende, dunque, che gli operatori del settore cerchino di resistere strenuamente mediante iniziative che a parere dello scrivente sono semplicemente sfiorate dai cittadini, senza un effettivo ed entusiastico coinvolgimento poiché comunque sono iniziative in attrito con le abitudini degli abitanti della città capoluogo. In questo periodo alcuni commercianti del Centro si sono inventati lo shopping della domenica, favoriti dallo scellerato provvedimento “del fare” di un Governo sempre più lontano dagli imprenditori e troppo più vicino ad apparati di potere che brancolano nel buio della crisi nella quale ci hanno cacciato. A parere di qualche incompetente burocrate, piuttosto che favorire la ripresa agevolando le famiglie ed il loro potere di acquisto, è stato meglio liberalizzare totalmente gli orari di lavoro nel commercio, inne-

Vincenzo capodiferro

Alle considerazioni di carattere economico, bisogna senza ombra di dubbio sommare quelle di carattere logistico. In una città nella quale muoversi è un’impresa piuttosto che una scommessa, non si potrà mai ridare vita al Centro semplicemente aprendolo come mercato, dimenticando che esso è comunque pregno di contenuti avulsi da un contesto puramente commerciale. L’insuccesso dell’iniziativa, perché di insuccesso si tratta, visti i risultati, va ascritto soprattutto all’ottusa insistenza dell’amministrazione comunale a voler trovare “strade nuove”, non volendo ammettere il madornale flop nell’elaborare commercianti del Centro si sono inventati lo shopping della domenica, un piano per il quale non sanno che pesci pigliare se siamo ormai al decimo mese di sperimentazione e si vergognano di imporre il pagamento del biglietto per un servizio scandalosamente inefficiente. Tornare indietro, a dove il tutto funzionava, ed ottimizzare il sistema adattandolo al mutato aspetto della città sarebbe un ottimo inizio, magari effettuando dei miglioramenti in base alle esigenze attuali, piuttosto che sconvolgere tutto con i risultati con i quali la comunità si sta scontrando ormai da tanto, troppo tempo. • S.g.•

... SEguE DaLLa pRiMa pagina

... SEguE Da pagina 8

(1984-2012)”, contenuto nel catalogo menzionato, annota: una “lucanità”, invece, che andava trasfigurata - come si è visto a proposito del fenomeno letterario del brigantaggio – in metafora dell’erranza: presupposto indispensabile ieri, oggi e domani, sia del nomadismo artistico che della “libertà di rapina”. Erranza che per avere senso deve essere puntualmente tradotta in esperienza. Altrimenti non si va da nessuna parte. Lovisco viene definito, citando una lettera di felice Cesarino del 1986, come il più brigante dei pittori, perché impegnato a difendere i codici della memoria. L’arte sacra da secoli ha animato il genio umano. Questa pagina di Lovisco ne rappresenta una memoria profonda e sublime, che affonda le sue radici nella devotio lucanica.

scando un processo di “libertinaggio” imprenditoriale mediante il quale vengono favoriti soltanto i grandi gruppi commerciali che, contando sulla possibilità dell’avvicendamento del personale, possono garantire e garantirsi l’apertura dei punti vendita per l’intera giornata e per l’intera settimana, domenica compresa, a tutto svantaggio degli esercizi di vicinato i quali, nella maggioranza, contano sull’apporto lavorativo del solo titolare o, al più, di un collaboratore, spesso un familiare. L’iniziativa intrapresa da un gruppetto di commercianti del Centro, quella di tenere aperto il punto vendita anche la prima domenica di ogni mese, stride fortemente con la volontà dei potentini che, a giudicare dalle presenze della scorsa domenica, sembrano non essere entusiasti dell’idea. In fondo, non mi sento di dar loro torto, giacché se le famiglie non hanno molte possibilità di spesa durante la settimana, non vedo cosa potrebbe cambiare la domenica. L’idea, poi, di “parcheggiare” i bambini nel Teatro Stabile, organizzando un vero e proprio baby-sitting, a parere di chi scrive, è quantomeno singolare, posto che la domenica è ormai diventato l’unico giorno in cui i papà riescono ad essere presenti e a stare con i loro rampolli.

‘La Farfalla’ è un libero periodico: Lo trovi nelle migliori edicole e in distribuzione gratuita Free-press su internet:

www.lafarfalla.net

GIUSEPPE POStIGLIONE Nominato Consigliere del Ministero degli Affari Regionali, delle Autonomie Locali e dello Sport Sport. Un giusto riconoscimento alla professionalità e all'esperienza del Presidente Postiglione maturata negli anni in cui è stato alla guida del Potenza Sport Club e non solo. Postiglione ha maturato, infatti, diverse esperienze nel campo della politica sportiva, avendo ricoperto tra l’altro il ruolo di consigliere Federale della serie C, oltre che aver guidato, con lusinghieri successi, anche alcune squadre dilettantistiche di calcio e

basket. L’impegno di Postiglione riguarderà, da quanto abbiamo appreso, specialmente l'avviamento della pratica sportiva ed il credito sportivo. Una grande soddisfazione dopo tante amarezze subite per ingiuste accuse tutte smentite dalla magistratura. Sicuramente questo nuovo incarico costituirà l'inizio di una nuova stagione sportiva di cui questa Regione ne ha assolutissimamente bisogno.


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“Un viaggio sulle ali del tango…” CRI Potenza successo per la serata di beneficenza al Conservatorio Oltre seicento partecipanti per ascoltare l’artista diego Moreno ed il suo tango

terzo Memorial Elisa Claps

OLtRE IL SILENZIO

Si è svolto, anche quest’anno, a Potenza presso il Teatro Stabile il terzo Memorial Elisa Claps. Numerosa è stata la partecipazione di diversi istituti scolastici di Potenza. Non

ci

sono

parole

per

esprimere tutto il dolore, per non dimenticare le nostre Shoah. Il sacrificio ci ricordi sempre le vittime

della

violenza,

di

qualunque genere essa sia.

E per voler significare tutta l'intensità di questa giornata, abbiamo voluto riportare una bellissima poesia, preparata proprio per quel giorno da Cesira Ambrosio:

Sei ancora tu a destare antiche gioie/ ed è ancora l'innocenza tua/ a generar Poesia./ Quali cieli esplorare,/ quali canti inneggiare/ per carezzare la tua anima/ di un solo anelito?/ Ai margini fioriti/ di un sentiero incanta-

to,/ sei rosa vermiglia a far ghirlanda/ al sol che nasce./ Odo il canto degli uccelli,/ sul triste profumo di una rosa,/ intanto, un ramoscello di mimosa/ si posa sovrano sul tuo abito da sposa./ L'alba nascente indora/ il campo dove tu riposi/ e mentre il tuo ricordo/ il nostro cuore accarezza/ resta sempre viva/ la tua rara dolcezza. V.c.

L’UNIONE dEI COMUNI PER I BENI AMBIENtALI

Potenza – Pienone per la serata di beneficenza promossa dal Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana di Potenza presso il Conservatorio Musicale “Gesualdo da Venosa” di Potenza dal titolo: “Napoli Buenos Aires: Un viaggio sulle ali del tango…” che ha visto in scena l’artista Diego Moreno che ha cantato i suoi successi musicali accompagnato dai suoi ballerini professionisti sulle note del tango argentino. La serata organizzata e voluta fortemente dai volontari del Comitato della Croce Rossa Potentina ha avuto come scopo una raccolta fondi che vedrà il ricavato dedicato all’assistenza ed al sostegno delle tante famiglie che vivono una situazione di disagio economico. Far fronte, soprattutto in questo periodo di crisi, alle tante richieste di aiuto che giungono quotidianamente alla CRI, costituisce l'impegno principale della Croce Rossa

lucana per alleviare le sofferenze delle famiglie in difficoltà. “Ancora una volta la popolazione – afferma il Presidente del Comitato Provinciale Vincenzo Anobile – ha aderito in massa dando il proprio contributo, dimostrando, come sempre, tutta la propria solidarietà e generosità verso i più bisognosi. Inoltre questi eventi sono anche occasioni per far conoscere ancora una volta di più la Croce Rossa e le proprie attività con l’intento di avvicinare più persone al nostro movimento. Un ringraziamento, infine, va a tutti i volontari che si sono impegnati per l’organizzazione dell’evento, in modo particolare alla Sig.ra Spinillo, e a quanti donano il proprio tempo per consentire all’associazione di portare avanti in maniera egregia e professionale tutte le attività sociali ed assistenziali.” Marco Bellezza

È stato presentato, presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata, dal Presidente del GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano, Franco Perillo, insieme ai Sindaci dell’Unione dei Comuni Alto Bradano, di cui fanno parte Acerenza, Forenza, S. Chirico Nuovo, Palazzo S. Gervasio e Banzi, il progetto “contratto di Foresta”, finalizzato allo sviluppo di azioni integrate territoriali per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva del territorio del Vulture - Alto Bradano. Con tale iniziativa si intende adottare una nuova strategia di gestione dei ben ambientali, dei boschi lucani, dei sentieri, dei fabbricati, delle sorgenti e delle memorie della cultura rurale, che richiedono, per la loro gestione di superare le compartimentazioni delle singole proprietà e di essere gestite mediante un approccio basato sulla partecipazione di tutti i livelli dei portatori di interesse in quest’area: pubblici, privati, i proprietari e utenti. Si tratta di una iniziativa che ha il carattere della unicità sul territorio lucano, e che riesce a superare il concetto sterile di utilizzo delle risorse naturali esclusivamente attraverso le famigerate “giornate di forestazione”. La nostra regione è ricca di

boschi oltre che molte altre risorse, è giunto, dunque, il momento di promuovere e valorizzare il nostro patrimonio naturalistico, ambientale e paesaggistico, attraverso la ricerca e sperimentazione di metodi sostenibili di gestione. in particolare, tale iniziativa è tesa a favorire e promuovere la filiera del legno e di frutti del sottobosco e dei castagneti, vere e proprie ricchezze sino ad ora mai considerate ai fini dello sviluppo territoriale. È necessario creare opportunità di reddito attraverso la valorizzazione del sistema agroforestale del territorio anche attraverso la promozione culturale di tali risorse, al fine di promuovere l’offerta turistica del cosiddetto patrimonio culturale minore, sempre più oggetto di attenzioni da parte del turista attento. Altro aspetto rilevante è la “Certificazione della gestione forestale sostenibile”, in sostanza si promuoverà la certificazione ambientale dei boschi e la certificazione della gestione forestale sostenibile, proponendo un elemento di miglioramento alla selvicoltura e alla filiera foresta-legno, attraverso l’applicazione di uno strumento di mercato che consenta di commercializzare legno e prodotti

del bosco derivanti da foreste gestite in modo sostenibile (mercato dei crediti di carbonio, o certificati verdi). In conclusione, il GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano insieme alla nostra Unione dei Comuni, prova a mettere in campo azioni indirizzate ad una migliore e più intelligente utilizzazione delle nostre risorse naturali. Propulsione di attività imprenditoriali di soggetti privati con il sostegno di azioni da parte di soggetti pubblici, questo il ruolo che le Istituzioni sono chiamate a svolgere nel terzo millennio. Mi auguro che questa “buona pratica” venga recepita e condivisa anche dalla Regione Basilicata, che purtroppo sino ad ora non ha nè sostenuto nè riconosciuto la virtuosità di un territorio, l’Alto Bradano che ha deciso di essere fautore consapevole del suo sviluppo, uno sviluppo possibile anche per le nostre aree interne. Rossella Quinto Sindaco di Acerenza


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Lettera aperta del Sindaco di Palazzo San Gervasio al Ministro per i Beni Culturali e al Presidente della Giunta Regionale di Basilicata “L’Ente Morale Camillo d’Errico, che mi onoro di presiedere in qualità di Sindaco della cittadina di Palazzo San Gervasio, fu istituto nel 1914 con R.D. nr. 963, in seguito alla volontà testamentaria del N.H. Camillo d’Errico. Costui, insigne ed illustre, cultore dell’arte e della letteratura, allestì nella propria dimora in Corso Manfredi di Palazzo San Gervasio, un vero e proprio museo, ove si trovavano esposti dipinti dell’arte pittorica sviluppatasi tra il 600 e 700 nel Regno di Napoli. Inoltre, ivi si potevano consultare testi di antica e pregiata manifattura. Con la legge 1082 del 1939, purtroppo, fu disposta la chiusura della “casa museo” ben conosciuta ed anche visitata da tanti appassionati d’arte, con lo spostamento delle opere e dei libri in quel di Matera, alla cui Provincia allora si apparteneva Palazzo San Gervasio. In seguito ad una intensa attività, di carattere anche giudiziale, l’Ente Morale “Camillo d’Errico” ha visto riconoscersi la piena proprietà del patrimonio in questione; sulla scia di questa nuova stagione, è stato possibile esporre in Palazzo San Gervasio, presso l’antica e ristrutturata sede della “Pinacoteca d’Errico” molti e splendidi dipinti della collezione, costituita da

PINACOtECA d’ERRICO

298 tele ed oltre 5.000 volumi. L’ultimo evento, peraltro, ancora in corso di svolgimento è rappresentato dalla esposizione di 41 tele. La mostra, denominata “Capolavori del Settecento Napoletano della Collezione Camillo d’Errico di Palazzo San Gervasio”, si pone in continuità con le altre due antecedentemente tenutesi nel palazzo d’Errico e rappresenta l’ideale continuazione con la volontà testamentari di Camillo d’Errico, che ha voluto valorizzare anche con la luce dell’arte e della cultura un intero territorio ed un’intera regione, la Basilicata. Ebbene, in questo tempo nuovo, ma pur sempre nel rispetto delle volontà testamentarie di Camillo d’Errico, è giusto rimuovere ogni ostacolo - anche quello ancora pendente di carattere giudiziale - al fine di rendere completamente fruibile l’intera collezione. L’obiettivo può essere raggiunto anche attraverso momenti espositivi che guardino al mondo intero e ci facciano uscire dai campanilismi e dal provincialismo che tante volte hanno caratterizzato le azione dei vari soggetti che si sono succeduti nella “gestione” della pinacoteca. Peraltro, lo sviluppo della cultura è pietra fondante

Palazzo San Gervasio, Ingresso Pinacoteca D'Errico.

della nostra Costituzione Repubblicana la quale all’art. 9, oltre che nell’art. 35, ne proclama la promozione e la libertà. È pertanto necessario uscire dalle “querelles”, facenti parte della storia più o meno recente della pinacoteca e sottoscrivere fra gli Enti interessati alla gestione dell’enorme patrimonio in capo all’Ente Morale d’Errico, una “carta di intenti e di progetti” che lo valorizzi e lo renda fruibile, anche in virtù dell’art. 6, della L.R. 29/08 “Norme sulla valorizzazione della pinacoteca e biblioteca Camillo d’Errico”. Questo è il tempo! Ed infatti, proprio nel momento in cui la Città di Matera si candida a rappresentare ed essere essa stes-

Riceviamo e pubblichiamo:

UNA MINORANZA FUORI dAL COMUNE SASSO DI CASTALDA: Il gruppo consiliare di minoranza “ALTERNATIVA PER SASSO”, ha chiesto come sancito dallo Statuto comunale, un locale all’interno del palazzo municipale, onde svolgere in modo adeguato e costante la funzione di controllo e opposizione a cui è stato chiamato con le elezioni amministrative del maggio scorso. Il sindaco, senza nemmeno consultare la propria maggioranza, ha risposto subito seccamente NO. Le motiva-

zioni addotte sono le più incredibili che si potessero sentire : NON CI SONO STANZE…! Noi sassesi sappiamo bene quanto sprecato sia già di per sé tale edificio, nel quale volendo fare economia, oltre ai servizi amministrative offerti, ci sarebbe, volendo, posto sia per l’ufficio postale che per la guardia medica, se non pure per le scuole materne. Ovvio che il motivo del diniego è strumentale al fatto che NON CI VOGLIONO NELLA STANZA DEI BOTTONI.

ALTRO CHE DEMOCRAZIA! Di tutto ciò i consiglieri d’opposizione, LANGONE GIAMBATTISTA E NARDO ROCCHINO, hanno riferito al PREFETTO NUNZIANTE, in un’ora di colloquio cordiale e amichevole svoltosi in Prefettura. Il PREFETTO ha assicurato un suo intervento sul SINDACO, augurandosi che la minoranza consiliare di SASSO possa svolgere adeguatamente le proprie funzioni istituzionali. Rocchino nardo Consigliere d’opposizione

sa con l’intera Basilicata, la Capitale della Cultura Europea, occorre rafforzare le ragioni di questa scelta e le opportunità da essa generate. Invero, oltre ad altri autorevoli Enti ed Organismi regionali, anche il Comune di Palazzo San Gervasio, con atto di Giunta Municipale del 24.07.2013 nr. 100, ha deliberato di promuovere ed aderire alla candidatura della Città di Matera, quale Capitale della Cultura per l’anno 2019. La scelta, si

pone, dunque, nell’ottica di collaborare e di cooperare in tutti gli eventi utili al raggiungimento dell’obiettivo che la Città di Matera si è prefissato di raggiungere. In quest’ottica, allora, si ripropone la necessità di riprendere e definitivamente risolvere ogni questione che ancora ad oggi sussiste in ordine alle menzionate vicende dell’Ente Morale d’Errico, con la conseguente approvazione di un “protocollo di intesa” che disciplini la collaborazione e le azioni da realizzare, fra i soggetti pubblici e non, interessati a far fruire il patrimonio che un lungimirante mecenate aveva collezionato e donato alla collettività di Palazzo San Gervasio, alla Basilicata ed a tutti gli amanti dell’arte della cultura. Nella certezza di ritrovarci al più presto ed uniti nella volontà di sottoscrivere un importante momento della nostra storia, porgo i miei più deferenti ossequi”. Michele Mastro Sindaco di Palazzo San Gervasio

RIPRIStINAtA LA S.P. 13 “Campomaggiore Basentana” A conclusione dei lavori di messa in sicurezza del fronte roccioso sovrastante il km 16+500, dopo mesi di difficoltà e disagi per i cittadini campomaggioresi, è stato riaperto al transito la S.p. 13 verso l’abitato di Campomaggiore. La comunità di Campomaggiore ritrova il suo vecchio percorso con la SS 407 Basentana, chiuso al transito dallo scorso novembre, a causa del crollo di un fronte roccioso e dell’incombente e diffuso rischio di caduta massi dall’intero versante, lungo oltre 100 metri. Gli interventi, finanziati in anticipazione dalla Regione Basilicata sulle risorse assegnate dal Cipe lo scorso 16 luglio, sono stati eseguiti in soli 80 giorni, agosto compreso e nonostante i vincoli sui

pagamenti imposti dal patto di stabilità. Per queste ragioni un ringraziamento ed un apprezzamento sincero è stato espresso, dall'assessore alla Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, alle imprese esecutrici dei lavori ed alla loro efficace organizzazione, grazie alla quale in tempi da record, in condizioni impervie e con il supporto degli elicotteri per il trasporto dei materiali sono stati realizzati: 800 mq di protezione ed imbragaggio massi nella parte alta del versante in frana, 1200 mq di pulizia e disgaggio di pietre e rocce pericolanti ed, infine, 2 barriere paramassi della lunghezza complessiva di 120 metri per un’altezza di 6 metri. alessandro Balsamo


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Sig. Sindaco, in poche battute ci può presentare il suo comune, Ripacandida La domanda è particolarissima perché descrivere il mio comune, benchè piccolo, in poche battute, onestamente mi risulta difficile. Si tratta di un comune di tradizioni antichissime, un comune con una vocazione estrema, assoluta verso l'agricoltura. È un comune costituito da anziani, ma anche da tanti giovani. Un comune da far decollare. Qual è l'attività economica prevalente dei suoi concittadini? Assolutamente, l'agricoltura. Ci sono delle attività imprenditoriali che, dal mio punto di vista, dovranno essere necessariamente valorizzate, e quindi, amplificate, alle quali conferire il giusto valore. Mi riferisco al vitivinicolo, al miele, al turismo, in particolar modo a quello religioso. Quale specificità del suo comune meriterebbe maggiore attenzione dalla Regione? Sicuramente il turismo religioso. Noi abbiamo la fortuna di avere il Santuario di San Donato che ci è invidiato da molti, un Santuario che pone le Sue basi nel 1300, affrescato da allievi di Giotto. È un Santuario emozionante. Ritengo, che la Regione dovreb-

LA VOCE DI GLOBO A cura di Lina paterna - Foto di Lucia Logiodice

Ogni Sabato e Domenica, alle ore 12.30 e 15.30 a Radio Globo Originale, COMUNICARE PER CAMBIARE, a cura del Direttore Editoriale, Vincenzo Giuliano. Una rubrica di approfondimento con gli amministratori locali per indirizzare la programmazione e la politica comunale e regionale sui problemi reali della gente e dei territori.

L’ASSISI dEL SUd, RIPACANdIdA Intervista al sindaco di Ripacandida, dott. Vito Remollino

Negli studi di Radio Potenza Centrale: Vito Remollino, Lina Paterna e Vincenzo Giuliano.

Nella foto a sinistra a Potenza, Parco Baden Powell, area riservata ai cani: un vero disastro. Cancello e recinto mal ridotti, cassonetti male odoranti e non svuotati quotidianamente. Urge una nuova area riservata ai cani.

Nella foto a destra: ZTL a Potenza. Centro storico deserto per la scelta inopportuna di chiudere al traffico il centro storico. Disagi anche per la mancanza di parcheggi a beneficio della zona a traffico limitato. Foto di L. Logiodice

be porre attenzione a questa opera d'arte, conferendone il giusto valore, promuovendola. Fino ad oggi c'è stata o no questa attenzione? Posso dire poco. Sicuramente poco. Ma con il sistema attuale i sindaci lucani hanno voce in capitolo nella programmazione regionale? Pur essendo un sindaco giovane, pur avendo 54 anni ma amministrativamente appena quattro mesi e mezzo, credo di dover dire che non è proprio così. Credo che la crisi, che lo sviluppo debba passare attraverso un maggior coinvolgimento e sostegno delle amministrazioni comunali, soprattutto quelle piccole. Ritengo che la Regione in questo senso, latiti abbastanza. Se lei fosse legislatore regionale quale idea o progetto indicherebbe come prioritario per lo sviluppo complessivo della Regione. Io personalmente punterei sulle specificità dei luoghi e delle nostre comunità, valorizzandoli. Ripeto, valuterei l'importanza dell'agricoltura in questa Regione, non avendo molte altre risorse. Lina paterna


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Maratea e Carosino gemellate nel nome di San Biagio San Biagio di Sebaste, patrono della Città di Maratea, viene solennemente festeggiato la seconda settimana di Maggio. In tale occasione la comunità sacerdotale e il comitato festa organizzano una settimana di manifestazioni religiose e civili, che accomuna l’intera Città e richiama fedeli da tantissime parti del circondario. San Biagio è patrono di moltissime comunità in Italia e anche di molte Città straniere. Santo venerato per i mali di gola. Nel Santuario a Lui dedicato nell’urna in pietra posta sotto il busto in argento, si conserva il Sacro torace. L'arrivo delle reliquie del Santo a Maratea, avvenuta, secondo alcuni, nel mese di maggio del 732. L’urna era in navigazione per raggiungere Roma, ma il mare in tempesta fece fermare la nave sull’Isola di Santo Ianni segno evidente che San Biagio aveva scelto Maratea e i cittadini lo vollero come Santo patrono. Interessante e prodigioso è il miracolo della Manna. Un liquido di colore giallastro che bagna le colonne di marmo, il pavimento e l’Urna.

Savoia di Lucania - Incontrodibattito tra la minoranza consiliare del Comune, appartenente al PDL e la maggioranza (PD), alla presenza del Consigliere Provinciale del PDL – Forza Italia avv. Aurelio Pace, del dirigente provinciale del PDL Rocco Sarli. I temi affrontati, riguardanti in particolare le criticità del territorio salviano, hanno reso vivace il dibattito suscitando l’intervento anche da parte dei cittadini presenti, che hanno fatto sentire la loro voce con critiche appropriate sull’azione amministrativa della maggioranza, dimostratasi poco incisiva. Il coordinatore reggente del PDL salviano, Vincenzo Letterelli, ha moderato l’incontro. Il capogruppo della minoranza dott. Ciro Romano ha affrontato temi politici locali puntualizzando l’operato del gruppo consiliare nei quasi cinque anni trascorsi e facendo risaltare l’assoluta incapacità della Giunta comunale a risolvere le problematiche del territorio, malgrado la mano

San Biagio di Sebaste patrono della Città di Maratea.

Emozione, stupore e fede, queste le sensazioni che i tanti devoti che affollano la Basilica durante il prodigio, provano nell’asciugare e cercare di conservare con devozione un fazzoletto o una qualsiasi cosa che possa servire a intingere un poco di Manna, che servirà al momento del bisogno. Infatti ogni Marateota conserva la Santa Manna e quando il mal di gola si fa insopportabile allora tra una

SI RICOMINCIA A dIALOGARE tesa, offerta dalla minoranza per lavorare insieme, nel tentativo di risolvere gli innumerevoli disagi in cui versa la popolazione. Il capogruppo, nel suo intervento, ha voluto illustrare la grande mole di lavoro prodotta dalla minoranza durante l’ultimo quinquennio, sottolineando il fatto che mai gruppo di minoranza, a Savoia di Lucania, ha dimostrato tanta coesione, capacità e produttività.L’intervento del dirigente provinciale, Rocco Sarli, ha spaziato sulle problematiche regionali e nazionali che vede il PDL impegnato in una strenua lotta tesa a salvaguardare i diritti dei cittadini in termini di tasse, giustizia e lavoro. I consiglieri appartenenti al gruppo consiliare del PDL, dott. Achille Mastroberti e dott. Antonio Rendina, a loro volta sono entrati nel merito delle problematiche esistenti, dimostrando, a chiare lettere, come andavano affrontati i problemi della popolazione e soffer-

mandosi sulle proposte fatte dal gruppo consiliare del PDL alternative alle decisioni adottate dalla maggioranza in merito al problema scolastico, alla tassazione, alla viabilità comunale ed hanno puntato il dito sulla totale incapacità, da parte della maggioranza di produrre azioni necessarie a risollevare le sorti socio economiche del territorio. Non sono mancati anche richiami alla politica regionale che non ha saputo essere presente nell’intercettare i bisogni espressi dalla popolazione. L’intervento di alcuni cittadini, è servito a capire, se possibile, il grave disagio in cui versa il

territorio quando, senza mezzi termini, hanno apertamente criticato l’operato della maggioranza consiliare, in special modo l’operato del Sindaco ing. Felice Cavallo, incapace di affrontare e risolvere le istanze dei cittadini. L’attesa risposta del Sindaco, tesa a giustificare il proprio operato, ha suscitato reazioni molto sostenute per il fatto che, in alcuni passaggi, ha dipinto uno scenario idilliaco completamente diverso dalla realtà, quasi a voler dimostrare che la propria azione amministrativa non poteva essere migliore. Il successivo intervento del capogruppo del PDL Ciro Romano, ha voluto altresì stigmatizzare l’infondatezza delle giustificazioni adottate e l’arroccamento della maggioranza nel proprio rifugio dorato impegnandosi, esclusivamente, a respingere le proposte provenienti dalla minoranza.

preghiera e una supplica al Santo, si fa passare con tanta fede il fazzoletto imbevuto sulla parte dolorante. Tra le tante iniziative che il comitato propone vi è sempre quella del gemellaggio con le comunità che hanno San Biagio come Patrono. Una di queste è la Città di Carosino in provincia di Taranto. Il 13 Ottobre u.s. si è rinnovato il pellegrinaggio della Comunità di Maratea nella Città Pugliese. Guidati dal rettore della Basilica Don Biagio Giovinazzo e da alcuni componenti del comitato festa, con una cinquantina di fedeli che sono andati a pregare il Santo martire Biagio in terra pugliese. Scambi di doni poi, anche tra le rispettive amministrazioni comunali che da anni oramai suggellano il gemellaggio in nome di San Biagio. Per la cronaca Maratea è gemellata con le comunità di Cento (Fe), Chiaravalle Centrale (Cz) e Avetrana (Ta). Francesco Rizzo

Ha chiuso i lavori il Consigliere Provinciale avv. Aurelio Pace che grazie ad una efficace ed intelligente capacità dialettica ha saputo individuare i progetti e le potenzialità del territorio capaci di creare reddito e aggirare gli ostacoli posti dalla politica della “spending review”, dimostrando che si può fare impresa anche in periodi di crisi economica. Egli ha affrontato temi molto interessanti quali la possibilità per il territorio salviano di entrare nei grandi Parchi Naturali (gole Melandrine), la politica delle Royalty petrolifere e lo sfruttamento turistico del Museo Salviano, custode, tra l’altro, dei resti dell’anarchico Passannante. Un vivace battibecco con il vicesindaco, Rosina Ricciardi, ha tenuto alto il ritmo dell’incontro. I lavori si sono chiusi con l’impressione, da parte di tutti, che le cose dette nel dibattito lasceranno un segno indelebile che accompagnerà l’operato della giunta fino al termine del mandato. c.R.


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Estate Lagonegrese ancora “calda”, tra polemiche e dubbi sui finanziamenti utilizzati La finale di Miss Basilicata a Lagonegro, ha sancito la conclusione dell'estate lagonegrese 2013, ma ha dato il via ad una valanga di critiche da parte dell'opposizione della giunta comunale, in merito all'organizzazione dei PIOT ( pacchetti integrativi di offerta turistica), utilizzati dagli organizzatori appartenenti alla schiera di Mitidieri. Il Ping pong fra gli esponenti del PDL e l'assessore al turismo Mimmo D'Agrosa, ha portato alla luce diversi punti di vista non molto chiari ma sicuramente orientati verso un pensiero politico molto netto. Chi ha avuto modo di leggere ed interessarsi alla questione può aver studiato e compreso bene quali sono state le finalità di entrambe le parti, volte a porre chiarezza dal loro punto di vista. Ma facciamo un po' di ordine elencando i punti che hanno caratterizzato questa lunga estate lagonegrese. L'estate lagonegrese sicuramente non è iniziata con il piede giusto. Le locandine dell'agosto sono state stampate e rese pubbliche soltanto l'8 di agosto. L'assessore D'Agrosa ha giustificato questo ritardo affermando che era stata indetta una gara di appalto per scegliere la tipografia vincitrice che avrebbe poi stampato il programma a minor prezzo, per non gravare troppo sulle spese.

L'opposizione ha asserito che sono stati spesi circa 62mila euro di PIOT per organizzare il mese di intrattenimento, ma i conti sarebbero un tantino differenti. In totale sono stati destinati gli ultimi residui di PIOT, circa 27.700 euro, risalenti all'anno 2012, dunque non ancora consumati nell'anno solare, per finanziare gli eventi lagonegresi che oltre all'organizzazione di serate destinate alla musica ed al pagamento degli ospiti protagonisti delle serate, comprendevano anche SIAE, allestimento palchi, serate di cabaret e quant'altro. Nell'anno 2012, il paese di Lagonegro ha ricevuto circa 42mila euro di PIOT, succedendo al primo paese in classifica, Lauria, che ne ha invece riscossi 49mila. Ovviamente se suddetti fondi non vengono utilizzati entro un certo periodo di tempo, ritornano nelle casse di provenienza. Si deve porre una certa attenzione ai soldi che sono stati investiti, invece, per le due serate del “Festival Delle Arti” che dalla regione hanno ricevuto circa 24.000 euro per incentivare il progetto Monnalisa, soldi utilizzati per finanziare gli ospiti che vi hanno partecipato, lasciando alle spalle una scia di dubbi sul reale uso di questi finanziamenti ancora non ben chiari.

Sempre secondo l'assessore al turismo, l'associazione “A castagna Ra' Critica” ha ricevuto ben 9.000 euro dalla regione, per avere un incentivo sul loro operato, volto ad innalzare ed aumentare la conoscenza della cultura lagonegrese e che nel mese di agosto ha portato avanti una rappresentazione sui misteri romanzati della città, accompagnando il tutto con percorsi gastronomici. Ovviamente bisogna ricordare che i PIOT non possono finanziare le feste religiose o patronali essendo questi ultimi eventi che riguardano direttamente i portafogli dei cittadini e degli sponsor che decidono di aderire. Bisogna altresì ricordare che a Lagonegro il turismo di massa manca da circa venti anni. Basti pensare anche alle precedenti amministrazioni che non sono riuscite a completare un percorso di intrattenimento e di attrazione turistica in grado di divertire o trattenere i lagonegresi stessi, sempre perché non si è mai posta la giusta e doverosa attenzione al patrimonio storico-artistico che la città da sempre offre, considerando questa risorsa come un orpello pervenutoci in eredità, invece di un elemento che può contribuire a rilanciare l'economia del paese, anche da un punto di vista occupazionale. carla Bottiglieri

... SEguE DaLLa pRiMa pagina

RINNOVO CONSIGLIO REGIONALE dI BASILICAtA: le liste e i candidati

A VOI LA SCELtA

1) ''partito comunista dei lavorato-

Vito Di Lascio, Dario Alfredo Lapolla,

ri'' (candidati: Florenzo Doino, Carlo

Michele Manzi, Giuseppe Mariani,

Agata Giannoccari, Angela Labella,

Severino Notarfrancesco, Aurelio

Fabio Vincenti); lista provinciale col-

Pace, Rocco Sarli, Marino Delia);

legata: ''partito comunista dei lavo-

''Laboratorio Basilicata'' (candidati

ratori'' (candidati Carlo Agata Gian-

Giuseppe

Giudice,

Mario

Di Nuzzo, Michele Di Trani, Rocco

Laura

Faraone, Angelo

Beretta,

Carmine

D'Elia,

Masi, Alfonso

Florenzo Doino, Angela Labella,

Ernesto Navazio, Federico Pagano,

Michele Pascale, Francesco Salerno,

Michele Paolucci, Gianni Rosa,

Vincenzo Sardiello, Fabio Vincenti).

Anna Maria Calabrese); ''unione di centro''

(candidati

Francesco

2) ''Movimento 5 Stelle'' (candidati:

Mollica, Giovanni Barbuzzi, Giuseppe

Piernicola Pedicini, Angela Calia,

Galizia,

Saverio Pompeo Castoro, Vincenzo

Letizia Mongiello, Lucia Pangaro,

Toce, Giuseppe Papapietro);

Vincenza Troiano,Giovanni Sepe,

lista

Gabriele Ladislao Boccia, Faraola).

provinciale

collegata:

Mario

Guarente,

Maria

''Movimento 5 Stelle'' (candidati Pietro De Angelis, Angela Tiziana Menchise, Diego Antonio Lacava, Gianni Leggieri, Gabriele Di Stasio, Gino Giorgetti, Vincenzo Cirigliano, Giuseppe Miccolis, Michele Grieco, Antonello Andriuolo).

Doriano Manuello, Angelo Angelastri, Nicola Guanti, Giuseppe Francione, BenedettoTartamo). Nessuna lista provinciale collegata presentata a Potenza.

laici democratici, liberali, credenti'' Elisabetta

Zamparutti,

Maria Antonietta Ciminelli, Carlo Giordano, Gaetano Bonomi, Emma Bonilista

dati Marcello Pittella, Achille Spada, Vito

Giuzio,

Luigi

Simonetti,

Mariachiara Montemurro); liste provinciali collegate: ''partito DemocraAntonello Molinari, Vito Santarsiero, Giuseppina Ammirati, Cinzia Angela Amoriello, Angelo Galgano, Franco Gentilesca, Vincenzo Carlo La Regina, Carmine Miranda Castelgrande, Michele Sonnessa); ''Realtà italia'' (candidati Angelo Lamboglia, Teodo-

4) ''Rosa nel pugno - Ecologisti (candidati

7) ''La Basilicata presente'' (candi-

tico'' (candidati Piero Lacorazza,

3) ''Matera si muove'' (candidati:

no);

provinciale

collegata:

''Ecologisti laici democratici, liberali, credenti'' (candidati Maurizio Bolognetti, Elisabetta Zamparutti, Matteo Angioli, Filomena Gallo, Cinzia Testa, Sergio D'Elia, Maria Antonietta Farina Coscioni, Marco Pannel-

Foto a cura di Lucia Logiodice

Del

noccari, Francesco Anfossi, Maria

sio Cillis, Pasquale De Luise, Nicola Andrea Cicoria, Paolo Galante, Margherita Galotta, Sergio Lapenna, Lorenzo Pace, Vincenzo Paolino, Nicola Pessolano); ''partito socialista italiano'' (candidati Antonio Abbruzzese, Antonio Bochicchio, Biagio Costanzo, Mauro Di Lonardo, Filippo Pompeo Gesualdi, Rocco Laurenzana, Francesco Pietrantuono, Antonio Rossino, Franco Simone, Antonio Vozzi); ''pittella presidente''

la,Gaetano Bonomi, Emma Bonino).

(candidati Antonio Annale, Carmine

5) ''Basilicata 2.0'' (candidati Maria

Costantino

Murante, Emilia Simonetti, Francesco

Esposito, Marcello Marino, Mario

Blumetti, Giuseppe Morelli, Domeni-

Polese, Filomena Pugliese, Vincenzo

co Lence); liste provinciali collegate:

Robortella,

''Sinistra ecologia libertà'' (candida-

''italia dei Valori'' (candidati Carmine

ti Terenzio Bove, Nicola Carpentieri,

Ferrone,

Francesca Di Napoli, Rosalinda

Helena Padula, Lorenzo Raffaele

Di Pasca, Donato Pace, Paolo Pesa-

Petracca, Francesco Antonio Rossi,

cane, Rocco Picciano, Giannino

Donato Summa, Giovanni Samela,

Romaniello, Giuseppe Roseti, Valeria

Giovanni Cosimo Cataldo, Alessan-

Scavo).

dro Angelo Rosella); ''centro Demo-

Caivano, Giuseppe Castronuovo,

cratico"

Di

Carlo,

Pasquale Francesco

(candidati

Domenico

Scavone); Naccarati,

Massimo

6) ''per la Basilicata'' (candidati Tito

Macchia, Sergio Potenza, Emilio

Di Maggio, Annunziata Pizzolla,

Candia, Antonio Ciancio, Gennaro

Rocco Orofino, Giampaolo Mecca,

Colombo, Nunzio Di Trani, Anna

Marina Buoncristiano); liste collegate:

Stella Laccertosa, Giuseppe Roma-

''il popolo della libertà''(candidati

niello, Franca Romano, Vincenzo

Michele Napoli, Romano Cupparo,

Tito).


Venerdì 1 Novembre 2013

La scuola tra istruzione ed educazione Il recente inizio di un nuovo anno scolastico impone una riflessione attenta sulle trasformazioni socio-culturali del nostro tempo al fine di promuovere la persona umana nel superamento delle crisi di ragione e di identità. Esprimiamo alcune considerazioni di possibile applicazione alla pratica educativa, tanto complessa e difficile al giorno d’oggi. Definiamo i concetti di riferimento: neoumanesimo e postmodernità. Il neo-umanesimo indica il desiderio di una società nuova che sia “attraversata” dall’uomo nella sua pienezza e bellezza. Quando parliamo di postmodernità dobbiamo invece riferirci al mondo che ci appartiene, ovvero al momento storico che stiamo vivendo. Per essere chiari dobbiamo partire dalla “modernità”, termine che si riferisce alla trasformazione, al cambiamento. Il tempo della modernità è quello delle grandi filosofie (come l’hegelismo) e delle grandi ideologie (come il marxismo, che mise in moto processi a carattere socio-politico). La post-modernità è il tempo della destrutturazione delle ideologie, è il tempo del “pensiero debole”, capace di approfondire solo una piccola realtà del mondo spirituale e culturale. La post-modernità comincia agli inizi del Novecento quando è stata spezzata la continuità di carattere culturale che partiva dalla Grecia e arrivava fino a noi. Per lo sviluppo della nostra cultura erano stati decisivi tre concetti: identità, sostanza, non contraddizione. Anche la scuola si basava sull’adeguatio rei et intellectus ed educare non era così difficile come adesso. La scuola oggi deve educare o istruire? Instruere significa mettere una nozione sopra un’altra.

Oggi il compito dell’istruzione può essere assolto dai media, ma quello che serve all’uomo è la formazione, è l’educazione. Educare è difficile perché manca un fondamento antropologico di riferimento e il problema della scuola è grandissimo. La scuola deve essere educativa, capace di arrivare al DNA della persona e svilupparlo, filtrando i racconti dei media che ci investono senza spessore culturale alcuno. Voglio accennare anche al problema della demotivazione. I ragazzi sono demotivati, perché è demotivato l’uomo d’oggi, e per una sazietà esorbitante che fa rifiutare le cose e per un pericoloso eccesso di consumismo. Noi viviamo il tempo degli eventi, per cui l’uomo, mancando di storia, di orientamento, della capacità di vedere il proprio futuro, regredisce da persona a individuo. La parola “individuo” indica il recinto entro cui l’uomo vive e non comunica con tutti gli altri; la persona, invece, è il mondo delle relazioni: io comunico con gli altri e accetto la comunicazione che mi viene dagli altri. Viviamo oggi un individualismo sfrenato, pericoloso. Ne è un esempio la corruzione di uomini politici di tutti gli schieramenti, che vivono per i soldi. In questa società complessa, anche quello delle minoranze è

un problema. Un tempo le minoranze desideravano l’inclusione nella cultura della società principale. Oggi c’è un’affermazione eccessiva delle differenze, e non si vuole essere inclusi nella vita sociale della società in cui si abita. Un passo ulteriore è quello del linguaggio corretto, che richiede il riferimento alla cultura di provenienza e il rispetto della identità. Vorrei anche aggiungere due considerazioni sui “passaggi” dell’uomo di oggi: il primo è quello dalle ideologie alla bioetica che induce l’uomo, perduto ogni riferimento ideologico, a discutere dall’embrione all’eutanasia. L’altro passaggio riguarda l’epistemologia : dalle verità oggettive si passa alla soggettività, e quindi al relativismo. La scuola, pertanto, deve puntare sul dialogo, per un processo educativo che tenga conto dell’altro. Se vogliamo formare persone che vivono la pratica della democrazia dobbiamo passare attraverso il dialogo quotidiano. La scuola ha il preciso dovere di educare alla libertà, ed è veramente libera solo la persona che ha la possibilità di scegliere tra il bene e il male. Rina chiari

CH

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RS E T C ARA do”

n tro mo l a ’ l l e ed Pascale “Stori o c c o R ra di a cu

Running to stand still Nel Rub Al-Khali il freddo notturno intirizzisce ossa e pensieri, e morde senza sosta i muscoli torniti. Un silenzio irreale è spazzato via dal vento che ridisegna il paesaggio dunale, e da quel respiro affannoso che si smorza tra i denti a scandire il passo. Non c'è tempo per dormire, è un lusso che non ha dimora in questo lembo di mondo dai contorni indefiniti. Max calderan corre, veloce e sicuro, sotto la flebile luce della luna. Si allena di notte, nei Magredi friulani, per abituarsi alle condizioni estreme delle traversate desertiche. Il Deserto senza Ombra, che si espande lungo la Penisola arabica, è la distesa di sabbia più grande al mondo. Il suo territorio interno è in larga parte inesplorato, a causa delle impossibili temperature giornaliere sempre oltre i 56 gradi e delle dune alte centinaia di metri. Le carovane di beduini in viaggio verso Riad ne battono solo i margini esterni, attribuendogli un arcano potere misterico. Viso bardato da un foulard leggero, abiti di cotone, razione di acqua e cibo ridotta all'osso e zaino lasciato a casa. Quel che conta, per Max, è avere la mente libera da costrizioni e paure. Ha lasciato una comoda scrivania in Italia, certezze consolidate nel tempo, per ricercare un'esistenza di vita piena, non auto-imposta dalle contingenze. Di sé parla come di un "non vedente che guarda col cuore". E con quello ragiona, aprendo i confini verso una parabola che non conosce limite umano.

La medicina sportiva fatica a spiegarne scientificamente le capacità, la sua attitudine alla sopravvivenza in condizioni estreme, in autosufficienza alimentare. Lungo la traversata del Rub Al-Khali per almeno sette giorni non ha mangiato e bevuto. Ha dormito correndo, dilazionando il riposo in microcicli da quindici minuti, per quasi tre ore al giorno. Per gli abitanti di quelle zone è semplicemente il Mhadi, l'uomo ben guidato da Dio, perché solo ai profeti è dato di attraversare il deserto in solitudine senza assistenza alcuna. Anni prima, per il Progetto Exodus, ha ripercorso il tragitto di Mosé dal Mar Morto sino al Monte Sinai, correndo 150 chilometri in un giorno esatto. Un record, utile a sensibilizzare rispetto alla sistemazione dei pozzi d'acqua sul Sinai. Le sue parole sono sassi, scagliati verso un mondo appiattito non più capace di elevazione: "Mentre corro non penso a nulla, il pensiero è una forma demoniaca. Se invece lasciamo spazio all'illuminazione, allora le cose vanno meglio. Entro dentro un deserto e vedo una grande luce che propaga Amore e vedo la mia famiglia". E il suo esempio vale molto più di un tentativo mefistofelico di trascendere i limiti umani imposti dalla natura. È una richiesta di senso, una volontà di uscita, un correre per rimanere fermi, perché come soleva ripetere Gibran, solo quando si è vuoti si è immobili ed in equilibrio. Rocco pascale


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Venerdì 1 Novembre 2013

UNA SANtA dIMENtICAtA: SPIRIdE SAVINI Lagonegro (1909-1936) Il 1° agosto del 1909 a Piangipane, in provincia di Ravenna, nella casa della famiglia Savini nasce Spiride. Il suo nome è già presagio della sua vita, improntata ai più elevati sentimenti di bontà e di carità. Viene educata cristianamente da genitori devoti. Spiride a otto anni fa la prima comunione. Da questo primo e forte momento di fede le si accende nell’animo il desiderio di cibarsi frequentemente del mistico pane e di assistere alla messa. Sicché giovanissima scrive ad un'amica: «Senti freddo all’anima? Ascolta la santa messa ed accostati al fuoco ardente della santa eucaristia. La vera pace nel cuore non si trova che nel ricevere Gesù: fuori di lui non vi sono che affanni ed ingratitudini». Sotto la saggia guida delle suore, addette all’educandato Ghiselli di Ravenna, compie la sua prima formazione intellettuale e spirituale, distinguendosi tra le convittrici per la sua indole docile e mite e per le sue non comuni virtù. Nelle letterine che invia ai congiunti ed alle amiche non manca di suggerire sani e sapienti consigli dai quali traspare tanto il candore della sua anima eletta: «La preghiera ben fatta è odoroso vapore che sale al cielo e discende in pioggia benefica di grazie!

Pace non regna in chi è dedito alle umane cose ma sì bene in chi pensa e desidera acquistare i celesti beni». A quattordici anni esce dall’Educandato e per seguire la madre, passata a seconde nozze, a Lagonegro, in Provincia di Potenza. Nella nuova residenza Spiride appare come un’anima benefica, che ama prodigare il tesoro della sua squisita educazione e la piena dei suoi gentili effetti. Quanti la conoscono, la rispettano ed amano: è la ragazza buona, seria e modesta, che col crescere negli anni progredisce notevolmente nella virtù, schivando con diligenza qualsiasi mondanità. Alla madre che le prospetta talvolta la visione di un avvenire di felicità nel mondo, alle amiche che le parlano dei loro sogni dorati, Spiride risponde: «Io voglio essere sempre e solo di Dio, e voglio servire a lui solo!». Costituitasi l’associazione di gioventù femminile di Azione Cattolica a Lagonegro subito è prescelta e nominata presidente dalla fiducia del suo parroco che ne ha apprezzato le rare doti di mente e di cuore. Nella delicata mansione di dirigente Spiride è la consigliera affettuosa, l’amica sincera delle socie e ne promuove con zelo intelligente e fattivo la cultura religiosa e la pratica della vita cristiana.

All’apostolato della parola, avvalorata dall’esempio, è caro al suo cuore aggiungere quello non meno importante della carità, sia verso i poveri, ai quali è larga di soccorsi, sia verso gli infermi, le cui sofferenze procura di lenire col balsamo del conforto cristiano. Verso la fine di dicembre del 1935 si ammala di broncopolmonite. Alla madre ed alle amiche che la assistono ripete: «Tutto è predisposto da Dio per il nostro bene». Con ammirevole rassegnazione sopporta quanto dalla scienza si tenta per strapparla alla morte e sembra che nel dolore trovi la gioia per rendersi più somigliante a Gesù abbandonato. Nel vedere la madre afflitta per le sue sofferenze, le dice «Mamma, non addolorarti, Gesù ha tanto sofferto per noi! Rassegniamoci alla sua volontà!». E sorridente parla con un senso di soprannaturale letizia del suo

prossimo viaggio per l’eternità. Il giorno 8 febbraio del 1936 chiama a sé vicini la madre ed il patrigno. Elevata insieme una preghiera alla Madonna di Pompei, ottiene il consenso di farsi suora, qualora guarisca. Intanto di giorno in giorno le sue condizioni di salute precipitano. Spiride presagisce la fine imminente, dicendo: «Domenica, quanti fiori e quanti ceri vi saranno a casa mia!...». Ad una signora che la esorta a cacciare dalla mente quelle visioni, risponde, rassegnata e commossa, di esserle apparsa la Vergine di Pompei, avvertendola che la prossima domenica l’avrebbe premiata, se ella fosse stata senza febbre. Giunse la domenica del 16 febbraio, fra lo stupore di quanti amorevolmente la circondavano, Spiride è completamente guarita, per cui si spera in una benefica fase risolutiva della sua malattia, ma non si illude ed alla madre piangente per la commozione dice ancora: «Coraggio mamma! Dovresti piangere se lassù avessi una figlia che non pregasse per te, ma io pregherò… La madonnina mia mi ha premiata». Una signora amica le si avvicina per salutarla ed ella le racco-

manda di non abbandonare sua madre perché «oggi,» soggiunge, «alle tre pomeridiane dovrò lasciarla». Alle 14,45 dello stesso giorno ancora una volta vuole che la madre le stia accanto e stringendole tre volte la mano le chiede: «Presto! Mamma, non hai niente da dirmi?». Dopo qualche istante si agita, mentre le pupille si dilatano e con accento di gioia: «Guarda, mamma! Non vedi che vicino a me è il vecchietto che mi ha aperto la porta?». E tenendo il braccio in alto dice: «Ecco! La mia porta è aperta…». Poi non parla più, gli occhi le si chiudono, il respiro si spegne ed il suo spirito vola in seno a Dio. Scompare così dall’effimera scena della vita terrena a 26 anni nel fiore della giovinezza, tutta grazia e giocondità, tutta bontà e dolcezza, per librarsi quale candida colomba, in alto, nel bacio del Signore ed unirsi agli angeli del Paradiso. Abbiamo tratto questo notizie dal “Panegirico di Spiride Savini”, redatto a Policastro l’8 novembre 1940, proprio all’indomani dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ancor oggi la tomba di Spiride Savini a Lagonegro, seppure in stato fatiscente, è meta di pellegrinaggi ed è sempre piena di fiori. Tanto è rimasto vivo nel cuore del popolo il segno di questa intensa testimonianza. Speriamo che in un futuro non lontano la santità di questa giovane donna possa essere riconosciuta e presentata agli onori degli altari. capovince


Venerdì 1 Novembre 2013

Enzo d'Andrea e il suo nuovo romanzo:

LE FORMICHE dI PIOMBO Lo scrittore lucano Enzo D'Andrea, nato nel 1972 e vivente ad Avigliano, ha presentato presso la Biblioteca Nazionale di Potenza, con la moderazione della dott.ssa Maria di Carlo, il suo nuovo romanzo, intitolato appunto Le formiche di piombo, edito da 0111 a Padova nel maggio scorso. Enzo D'Andrea ha scritto, tra l'altro, una raccolta poetica Oceano di sabbia, ed un'altra di racconti Quel giorno. Quando venne sera. Questo ultimo romanzo è ambientato in una mitica Torino nel 1975. Il protagonista Michele, un giovane ingegnere, si trova coinvolto in una serie di intrighi e pedinamenti spontanei, il tutto in uno sfondo che rispecchia solennemente gli anni di piom-

bo. Sebbene non vi sia un'adesione a paraventi ideologici, la trama si incentra, infatti, soprattutto sul filo di un'amicizia tra il protagonista ed uno studente, Diego, il quale mette a repentaglio la sua sicurezza per aiutarlo, si avverte subito il clima arroventato dei plumbei cieli degli anni Settanta: Nessuno è perfetto, scrive l'autore, gli uomini sono come formiche in fila. Le più numerose seguono la direzione comune, senza deviare e senza chiedersi cosa è giusto e cosa no; le meno numerose, al contrario, deviano perché hanno bisogno di cercare, di capire, di combattere. Le formiche di piombo, appunto! V. c.

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"LA COLPA dI OttAVIA" Contro inchiesta sulla misteriosa scomparsa della bambina di Montemurro di Fabio Amendolara e Emanuela Ferrara

ChE FINE hA FATTO OTTAVIA DE LUISE, LA bAMbINA SCOMPARSA NEL 1975? Il "viggianese" poteva essere l'unico sospettato? Sono state seguite davvero tutte le piste? O forse le indagini sono state approssimate perché Ottavia era "una poco di buono" e quindi indegna di sforzi investigativi? A queste domande hanno risposto i giornalisti Fabio Amendolara ed Emanuela Ferrara nel loro libro "La colpa di Ottavia – contro inchiesta sulla misteriosa scomparsa della bambina di Montemurro". Il libro è stato, nei giorni scorsi, nel Palazzo Donadoni di Melfi, alla presenza dell'avvocato Luigi Laviano, della docente di Lettere e Filosofia Carmen Cafaro, della prof.ssa di Etica e Bioetica Antonia Flaminia Chiari ed dal presidente di BASE - Basilicata Sviluppo Europa, Aurelio Pace. L’incontro è stato moderato dall'avvocato Flora Guarini. Gli autori sono stati anche ospiti negli studi di Radio Potenza Centrale affrontando, con il nostro direttore editoriale, prof. Vincenzo Giuliano, temi di attualità con particolare riferimenGli autori, Amendolara e Ferrara, ospisti negli studi di Radio Potenza Centrale. to alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza.

Alla scoperta dei tesori della Lucania

LA BASILICA PONtIFICIA dI SANtA MARIA d’ANGLONA Prezioso tesoro della Lucania, il Santuario di Santa Maria d’Anglona di Tursi è un’incantevole testimonianza di arte bizantina e normanna. Maestosa e sublime, la facciata della chiesa romanica lascia stupito ed estasiato chiunque giunga fino alla sommità del sacro colle di Anglona. Fra le basse alture circostanti, a dividere i fiumi Sinni e Agri (gli antichi Siris e Akiris), svetta la collina dove anticamente sorgeva l’antico insediamento di Pandosia, da cui nacque la città di Anglona. Grazie alla natura fertile del terreno e alla posizione strategica, in un territorio poco distante dalla città di Tursi, questo centro abitato della Lucania si insedia fin dall’Età del Bronzo e perdura, con qualche interruzione, fino al Medioevo. Visitato anche da papa Urbano II nel 1092, il borgo di Anglona nel XIV secolo fu distrutto da un incendio, a seguito di un evento bellico, e fu abbandonato. Da allora la chiesa, luogo di culto dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria, divenne meta di pellegrinaggi. Dell’antica cittadina oggi si conserva esclusivamente il Santuario. Non si hanno notizie certe relativamente alle origini del culto alla Vergine e circa la data di edificazione della più antica fabbrica. Certamente la prima

costruzione risale a un periodo precedente all’anno mille, ipotizzabile attorno al VII-VIII secolo. L’antica chiesetta in stile romanico, di cui oggi rimane visibile la zona della cappella oratorio, venne poi riedificata fra l’XI e il XIII secolo, si pensa proprio in occasione della visita alla città di Urbano II. Secondo importanti studi recenti la parte più antica l’impianto longitudinale e l’avancorpo - sono databili all’XI secolo, mentre il transetto e il coro appartengono a un rifacimento del XIII. Di chiara impronta romanica, il portale che dà accesso alla chiesa è sicuramente ciò che più di ogni altra cosa attira l’attenzione e affascina al primo sguardo della chiesa. Precede il portale un nartece quadrangolare, aggiunto nel XIII secolo riutilizzando dei portali della fine dell'XI che presentano interessanti decorazioni di influenza normanna. Le teste di uomini ed animali sovrapposte ad un toro che animano la ghie-

ra esterna richiamano molto le caratteristiche teste piatte dei portali normanni d’Inghilterra. Al di sopra dell'arco si trovano formelle di tufo calcareo con bassorilievi che raffigurano i simboli degli Evangelisti, l’Agnus Dei e altre figure simboliche. L'arco esterno è seguito da un secondo portale che immette nell'atrio vero e proprio voltato a crociera. Sulla sinistra della facciata spicca il campanile di stile romanico, quadrangolare, poco slanciato, con quattro bifore a doppie colonnine. La muratura esterna, realizzata in tufo e travertino, oltre per i notevoli elementi architettonici spicca soprattutto per il meraviglioso effetto cromatico, creato dall’accostamento di blocchi lapidei e mattoni e visibile in particolar modo nell’esterno absidale, dove si ammirano ornamenti ad intagli, lesene, archetti pensili, mensole ed un finestrone centrale adornato di colonnine. Sul rivestimento parietale esterno del coro e della sacrestia una serie di mattonelle di terracotta stampigliate con figure di animali, esseri fantastici, mostri e allegorie rappresentano uno straordinario esempio di bestiario medievale posto a monito del pellegrino e del fedele che varca la soglia del sacro. Tra le formelle originale è quella raffigurante

la chimera: immagine questa piuttosto rara nei repertori medievali ed inedita per la sua difficoltà interpretativa. Varcato il suggestivo atrio di ingresso ci si addentra nello spazio interno della chiesa che, pur risentendo degli interventi di ampliamento e restauro susseguitisi nei secoli, risalta per la presenza di pregevoli dipinti parietali. Purtroppo dell’intero ciclo di affreschi che in origine ricopriva interamente le murature, oggi non rimangono che poche tracce, rese visibili agli inizi degli anni ’80 grazie a un intervento di restauro. Da allora gli affreschi di Santa Maria d’Anglona sono stati al centro dell’interesse di numerosi studiosi impegnati a dare loro una corretta datazione. Ad oggi la critica è concorde nel riferire gli affreschi ad un’età tardo bizantina per lo stile molto vicino alla cultura figurativa bizantina dei primi del ‘200. Secondo le ipotesi più accreditate il ciclo lucano è opera di pittori “italo-greci”, atti-

vi attorno al 1200 circa, più precisamente nel primo ventennio del secolo. C’è anche chi ha supposto una datazione agli ultimi anni dell’età normanna (fine XI secolo) e chi invece ha parlato anche di una datazione già trecentesca, per alcuni accenni di spazialità. In realtà manca negli affreschi un minimo tentativo di dare profondità alle scene e non c’è nelle figure alcun effetto plastico; mentre un intenso naturalismo si dispiega nella descrizione dei tipi fisici degli animali e delle persone. Attualmente sulla parete destra della navata centrale sono ancora ben visibili i due registri con scene del vecchio testamento. Si possono ammirare il martirio di S. Simone, la Torre di Babele, la creazione con Adamo ed Eva, l’uccisione di Abele ed altre scene bibliche. La parete sinistra, rifatta probabilmente a seguito di un crollo, è invece nuda ma doveva raffigurare scene del nuovo testamento. Dichiarata nel 1931 monumento nazionale ed elevata nel 1999 a Pontificia Basilica Minore da papa Giovanni Paolo II, Santa Maria di Anglona è sicuramente una delle più belle e suggestive chiese della Basilicata, capace di estasiare gli occhi e l’intelletto di ciascun visitatore. Virginia giuliano


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Sport

Venerdì 1 Novembre 2013

POtENZA ERA UNA PIAZZA MOLtO AMBItA A dichiararlo è Umberto Nappello attaccante del Potenza nella stagione 2008-2009 Di proprietà del Palermo ma attualmente in prestito al Forlì, compagine di Seconda Divisione. Si tratta, di Umberto Nappello, attaccante di buone speranze classe 1991. Nappello nasce a Napoli il 9 Marzo 1991 e il suo percorso calcistico inizia proprio in Campania con la maglia dell’Avellino, con cui disputa il campionato giovanissimi. Viene acquistato dal Siena con cui gioca tra il 2006 e il 2008. Due campionati tra gli allievi regionali e quelli nazionali. Nella stagione 2008-2009 passa al Potenza in Prima Divisione e l’esordio in prima squadra contro il Sorrento, il 2 Aprile 2009, contribuendo al pareggio dei suoi nei minuti finali. La sua avventura termina dopo due anni quando il Potenza viene escluso dal campionato di Seconda Divisione per inadempienze economiche. Quali sono i tuoi ricordi di Potenza? “Calcisticamente Potenza rimane una grande piazza. Con la

maglia rossoblu non ho vissuto un buon momento ma ho trovato persone che mi hanno voluto bene come Rocco Galasso, Vincenzo Palmieri e mister Pasquale Arleo. Ringrazio però su tutti il presidente Postiglione.” Due stagioni in terra lucana con la maglia rossoblù. Quale è stato il calciatore più forte con cui hai giocato? Il miglior allenatore che si è seduto sulla panchina del Viviani? “Indubbiamente Ciro De Cesare anche se arrivò a Potenza al termine della sua carriera. Non posso non ricordare mister Pasquale Arleo, il quale mi lanciò in campo a soli diciassette anni. E’ stato un papà calcistico ma soprattutto grande uomo e grande allenatore”. Arrivasti a Potenza nella stagione 2008-2009, dopo l’esperien-

za nel settore giovanile del Siena. Cosa ti spinse ad accettare la proposta del club lucano? “Mi spinse il progetto illustrato dal presidente Postiglione ma anche il buon contratto triennale. Non mi sono pentito della scelta che feci anzi, è stato il mio trampolino di lancio, e di questo sono ancora grato e chi mi volle in quella compagine: il presidente Postiglione” Hai vissuto l’esperienza dell’esclusione da un campionato di calcio. Cosa ricordi di quella stagione calcistica? “Un campionato affrontato con

La Junior Sport Club Campomaggiore attrezzata per la seconda Categoria Dopo la salvezza ottenuta nella passata stagione, la Junior Sport Club Campomaggiore si prepara ad affrontare il prossimo campionato con auspici diversi. La rosa messa a disposizione di mister Eufemia è sicuramente più attrezzata per raggiungere la permanenza in seconda categoria senza grossi affanni, sono arrivati alla corte dei gialloverdi diversi nuovi elementi, Carbonella e Cavuoti dal Pietrapertosa, Insabato dal Barrata, Filardi

dall’Atletico Albano, Larocca, Bochicchio e Vaccaro, importanti anche le conferme di Orsellini e Rotunno. Il presidente Santoro si ritiene soddisfatto del lavoro svolto fin ora: “l’obiettivo stagionale è quello di migliorare il penultimo posto ottenuto nello scorso campionato, sono stati fatti degli sforzi economici importanti per far si che il calcio a Campomaggiore continuasse a vivere, abbiamo allestito una rosa competitiva, siamo riusciti

a riportare a casa Insabato, che dopo una lunga militanza nel Barrata, ha deciso di ritornare a giocare nella squadra del proprio paese, di sicuro la sua esperienza sarà utile ad un gruppo giovane che ha bisogno di crescere partita dopo partita, in conclusione il mio auspicio è quello di vedere i miei ragazzi lottare su ogni pallone e soprattutto di uscire dal campo ogni domenica convinti di aver dato tutto per la squadra del loro paese”. La nuova rosa della Junior Sport Club Campomaggiore è cosi composta: Balsamo Ale., Trivigno, Carbonella, Vaccaro, Albano, Paternoster, Eufemia, Loguercio, Orsellini, Cioffi, Rotunno, Filardi, Conte, Bochicchio, Carbone, Larocca, Cavuoti, Balsamo Alb., Insabato, Abriola, Garramone, Fanelli. L’appuntamento è per il prossimo 20 ottobre, data di inizio del prossimo campionato di seconda categoria. Balsamo alessandro

dignità e con tanto sudore. Ogni domenica una battaglia nonostante una retrocessione già decisa. Tanti sacrifici senza stipendio e rimettendoci anche denaro.” Dopo la mancata iscrizione del Potenza, il tuo trasferimento al Palermo. Raccontaci la tua esperienza… “Un sogno allenarsi con campioni come Miccoli, Pastore e Ilicic ma alla fine nemmeno ci fai caso. Sempre in prima squadra collezionando dieci panchine senza mai esordire in A”. Nelle scorse stagioni hai vestito le maglie di Monza e Gubbio in

Prima Divisione. Cosa ti ha portato a scendere di categoria? “A Gubbio solo nove presenze nel girone di andata e poi fui messo fuori rosa, insieme ad altri due compagni di squadra. Dopo sei mesi di stop ho preferito non aspettare e accettare la proposta del Forlì. Voglio dimostrare il mio valore.” Infine, cosa ti aspetti dal tuo futuro calcistico? “Mi aspetto la salvezza del Forlì con il raggiungimento della Lega Pro unica. Ho un altro anno di contratto con il Palermo e il mio obiettivo resta quello di tornare in Serie A. Sogno di ritornare a vestire la maglia del Potenza e magari proprio in Prima Divisione, e perché no con il ritorno anche del presidente Postiglione”. Leonardo Volturno

Il Rossoblu Potenza protagonista del campionato di Eccellenza Di fermarsi non ne vuole proprio sapere il Rossoblu Potenza di Pinuccio Camelia sempre più primo e protagonista indiscusso del campionato di Eccellenza. L'organico sta mettendo in luce le doti balistiche del giovane Jacopo Murano (classe '90), capocannoniere dei potentini e lieta sorpresa di questo raggiante inizio di stagione. Segna e fa segnare, dando spesso e volentieri la scossa in partite equilibrate che non si sbloccano come contro il Viggiano quando una sua giocata servì a fare breccia all'interno della difesa valdagrina. In seconda piazza c'è la sorprendente ed arcigna Murese di mister Felice Ragone che è riuscita ad imporsi anche nel derby contro il Picerno con un 2-0 inaspettato, ma meritato alla luce di quanto prodotto in campo. Il binomio Murese – Ragone sembra funzioni ancora dopo l'ottima scalata condotta lo scorso anno con la salvezza dei biancorossi in corso d'opera, dopo un avvio shock che ha indotto la società al cambio di guida tecnica. Poco più sotto le altre big del campionato, Lagonegro, Picerno e

Tolve. I rossoneri sono stati spietati nella trasferta su un campo ostico come Tolve, sbaragliando il S. Rocco per quattro reti ad una culminata da una prova di grande qualità del neo acquisto Somma e del sempreverde Salomone, centravanti che si dimostra tra i più prolifici dell'intera regione. Il Tolve è partito tra luci ed ombre. Giallorossi forti davanti grazie alla vena realizzativa del due volte capocannoniere Vito Arpaia e del giovane Ardino che sta attirando su di sé numerosi apprezzamenti. Forse manca qualcosa a livello di personalità viste le troppe distrazioni che sono costate gol evitabilissimi. Il Picerno dopo un avvio a rilento sembra essersi ripreso a fronte delle due larghe affermazioni interne al cospetto di Pietragalla (5-1) e Moliterno (9-0). Chiudono la classifica il Marconia con solo un punto preceduto da Fst Rionero e Vitalba fermi a due punti e alla ricerca disperata di autostima e qualche risultato positivo onde evitare di cadere nel baratro della retrocessione.


19 La promessa del tennis lucano: Gabriele Galeazzo Sport

Un piccolo pezzo di Basilicata lascia il segno a Castrovillari, sul campo in erbetta sintetica dell’ASD Queen’s Tennis Club, in occasione del V torneo King’s e Queen’s di 3a e 4a categoria singolare maschile e femminile. Il suo nome è Gabriele Galeazzo (classifica FIT 4.1), sempre lui, la piccola promessa del tennis lucano. Di Policoro, in forza al Circolo Tennis Matera si è aggiudicato il quarto posto nel tabellone intermedio che contava 48 iscritti, battendo negli ottavi di finale Giuseppe Gallicchio (classifica FIT 4.2) con il punteggio di 6-0/6-1, nei quarti ha poi avuto la meglio sul beniamino di casa Giovanni Gullotta (classifica FIT 4.1) al termine di una partita equilibrata come testimonia il punteggio di 7-5/5-7/6-3. Questa scalata gli consente di accedere per la prima volta nella sua giovanissima carriera, nel tabellone di terza categoria dove deve combattersela contro Zurzolo Gian Carlo (classifica FIT 3.4). Gabriele non si comporta male, si destreggia, lotta, dando sfoggio di bei colpi, di notevole pregio i suoi passanti millimetrici che colgono più volte in castagna l’avversario, cultore del serve&volley, ma alla fine deve cedere al più esperto calabrese

con il punteggio di 6-3/6-3. Abbandonato il tabellone di terza, il giovane tennista perde la semifinale del tabellone conclusivo intermedio, cede infatti in tre set a Giuseppe Stamati (classifica FIT 4.1) con il punteggio di 6-3/ 4-6/6-2, mandando alle ortiche la possibilità di diventare Principe del Queen’s 2013. Ma per Gabriele c’è tanta soddisfazione, oltre al bel tennis mostrato, si distingue sempre per il suo atteggiamento in campo di estrema educazione e positività e ciò gli vale il rispetto, la stima e l’ammirazione del numeroso pubblico del Queen’s e degli organizzatori che spendono per lui parole lusinghiere e cariche di fiducia, eleggendolo “miglior talento del torneo”. A ciò si aggiunge anche un riconoscimento in denaro concesso dall’imprenditore Pasquale Senatore di Castrovillari e compagno di doppio di Gabriele in Calabria. Anche se per quest’anno non è stato incoronato, il giovanissimo Galeazzo è stato tra i protagonisti delle premiazioni a Castrovillari e gli addetti ai lavori e l’entourage tennistico calabrese sono fermamente convinti che prima o poi, in un futuro imminente il piccolo lucano riuscirà a salire su questo prestigioso trono.

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re anche i gap infrastrutturali, che lo scoraggiamento è il nemico più infido da combattere. Inevitabile quindi unirsi al coro delle lodi per l’ASD Queen’s Tennis Club di Castrovillari, un esempio logistico sicuramente da seguire, un circolo da cui attingere idee e proposte. Oltre che per l’organizzazione e per la professionalità, il circolo calabrese emerge per la sua irrefrenabile Nel tabellone femminile, altre belle presenze lucane, con Asia Trotta (classifica FIT 4.4) del TC Vallenoce Lauria-Lagonegro che cede in semifinale a Pellegrini Alessandra (classifica FIT 4.3). La corsa di Anne Cosenza e di Maria Franca Fittipaldi, sempre del circolo lauriota, si arresta invece al secondo turno. La manifestazione promossa dal circolo calabrese ha avuto un indiscutibile successo, altissima la partecipazione con ben 106 iscritti nel torneo maschile e 16 in quello femminile. La macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione, dimostrando che la passione, la volontà, la perseveranza, l’unione di intenti possono superare qualsiasi ostacolo e che le risorse umane, le capacità del gruppo, lo spirito di iniziativa e l’applicazione riescono a supera-

fantasia, per la spiccata originalità, per la capacità realizzativa che unisce senso pratico ed inventiva. Altra particolarità del torneo è stata la diretta streaming di tutti gli incontri disputati, con la cronaca, i commenti tecnici e le interviste a bordo campo, ancora una volta professionalità unita a competen-

za e divertimento, un modo per rendere tutti protagonisti, i giocatori, gli organizzatori ed il pubblico e così il Queen’s entra nella case, non quelle vittoriane che circondano i campi in erba del fratello maggiore britannico, ma le nostre, quelle degli appassionati che hanno avuto l’opportunità di seguire amici e conoscenti, di tifare per loro e di partecipare alle loro vicende tennistiche fino all’incoronazione finale del Re e della Regina del Queen’s di Castrovillari, dove come spiega con eloquenza il sottotitolo al torneo: “vincere qui non conta per la classifica e, forse, neanche per la carriera, vincere qui conta perché vincere qui ti fa sentire un RE o una REGINA”. Livia adinolfi


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"Juke box con Gianluigi" è una esclusiva di Radio Potenza Centrale. Ogni sabato, dalle 15.00 alle 18.00, news, concerti, anteprime discografiche ed interviste telefoniche esclusive.

dANIELE SILVEStRI È stato in concerto a Pignola e noi di "Juke Box con Gianluigi" di Radio Potenza Centrale, lo abbiamo incontrato poco prima di salire sul palco. Ecco quello che ha detto ai nostri microfoni. Allora… un tour pieno di novità e soprattutto coinvolgente… cominciamo dalla formazione… è stata definita una sorte di superband! Perché uno vuole dare dei nomi altisonanti, ma a dir la verità è semplicemente la band dei miei sogni. Sicuramente mi sono tolto una bella soddisfazione, tra l'altro in un momento storico non indicativo per fare scelte che allargano e aumentano costi e paghe. Una band composta da elementi nuovi, su un gruppo solido, che hanno dato una linfa nuova abbastanza sorprendente. Anche perché il concerto è fatto per essere diverso di sera in sera. i successi storici… che emozione è… vederli cantare dal pubblico? Una grandissima emozione e lo è ancora di più quando succede su cose che non te lo aspetti o su cose nuovissime o appena nate. Sto portando sul palco cose inedite, una in particolare è una canzone con degli scioglilingua una delle più richieste, Stizziscitici", che sta ottenendo un grande riscontro dal

pubblico e che, di sera in sera cambia, inserendo io degli scioglilingua locali,

del posto di cui io mi trovo a cantare. "Stizziscitici" hai deciso di pubblicarla anche su spotify per permettere a tutti (quindi anche quelli che non potranno ascoltarti in tour) di sentirla… Si… Un po' perché mi sembrava stupido non farla esistere in qualche modo, in una forma semplice ed immediata, tra l'altro senza costi. ma poi anche perché su spotify, ho la possibilità di poterla aggiornare e quindi di cambiarla con i vari scioglilingua del posto. tra poche ore sarai in concerto a pignola,

nella rassegna "percorsi DiVersi". che rapporto hai con la Basilicata? Quanto la conosci? Al di là di qualche amicizia importante, confesso di avere probabilmente percorso (e quindi "conosciuto") questa regione, per lo più passandoci. Anche se, facendo un mestiere che mi permette di scegliere dove fermarmi, devo dire che più di una volta ho scoperto angoletti della vostra Regione che mi sono sembrati affascinanti, zone che potrebbero essere meravigliose e che se collocate altrove potrebbero significare turismo e quindi risorse. Quando nel '94 hai vinto il "premio tenco", ti saresti aspettato, quasi 20 anni dopo, di diventare uno dei più grandi cantautori italiani? Ammesso che lo sia diventato, sicuramente no. Non ero nemmeno sicuro potesse essere questo il mio mestiere! Sicuramente sapevo che scrivere canzoni sarebbe rimasta una delle mie passioni più grandi ma arrivare al successo proprio non lo avrei potuto preventivare e posso dire, con felicità, che la mia vita artistica è andata ben al di là di quello che io stesso immaginavo.


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Antonio Motta chi era? È stato un grande padre, un sapiente maestro, un saggio amico, che ci ha sostenuto nella nostra crescita e nella nostra formazione culturale, ma soprattutto umana. Abbiamo ripreso un’antica testimonianza per ricordarlo e vi abbiamo aggiunto le note personali, per colorarla, ma soprattutto per esprimere tutto il nostro filiale affetto e la stima che abbiamo provato per quest’uomo di tecnica e di cultura, come abbiamo sottolineato nel titolo di questo inserto, che abbiamo ripreso da un antico memoriale, per rievocare la figura di quell’“intellettuale di frontiera”, come amava definirsi, il girovago, il camminatore-pensatore per le vie. Ci affidò alle sue amorevoli mani Don Salvatore Vigilante, insieme all’editore Paolo Laurita. Quante volte avevamo accompagnato Don Salvatore con la sua 126 bianca in giro per le strade di Basilicata! E fu proprio Antonio ad insistere a pubblicare l’opera sui moti legittimisti del 1860 nel Lagonegrese, seguendo la traccia della tesi che avevamo sostenuto coll’emerito Prof. Vittorio Vidotto all’Università di Roma. Ci fece fare una lista di tutti i rivoluzionari, che erano circa cinquecento, con tutte le loro generalità. Dopo meticolose ricerche ed approfondimenti il lavoro uscì col sintomatico titolo “Storia di una rivoluzione d’ottobre” e fu presentato al premio Basilicata quando ancora era vivo don Tommaso Pedio. Come era solito fare ci seguiva cogli occhi da ingegnere, come veramente ci ha formato nello spirito della ricerca. Il lavoro fu poi pubblicato da Paolo Laurita, col titolo “Una Domenica di sangue”, nei “Quaderni di bacheca”, riecheggiante questa volta la rivoluzione russa del 1905. Quando il giovane Antonio Motta era a Bari a studiare ingegneria, ci raccontava che aveva emendato le bozze di Benedetto Croce per la Laterza. Erano tempi duri e per guadagnarsi qualcosa per vivere faceva il correttore. Lamentava molto il fatto di non avere potuto studiare le lettere classiche, però aveva avuto la fortuna di avere una moglie, Emilia, che era esperta di greco e di latino e che completava quel suo vuoto culturale. Per questo prima di morire ci chiese di tradurre l’epistola in latino di Giacomo Castelli, un intellettuale carboniense del ‘700. Si trattava di un importante itinerario antico del Regno di Napoli, che egli dopo anni di ricerche era riuscito a trovare in un biblioteca di Venezia. E noi lo facemmo. Lo facemmo con quell’amore filiale, quasi per tenere contento un padre che tante volte ci aveva accolto a Potenza. Non facemmo neppure in tempo a finire e rivedere lo

Antonio Motta: un uomo di tecnica e di cultura scritto che egli morì improvvisamente. Ci siamo rimasti pietrificati dal dolore. Ci decidemmo allora di divulgare lo stesso il lavoro che fu accolto da Michele Nigro, che ringraziamo profondamente, nella sua rivista “Nugae” di Battipaglia. Non avevamo i fondi per finanziare una pubblicazione tanto importante. Non potremo però mai dimenticare quel volto cordiale ed umano, quelle sue mani stanche e sofferenti che ritirava quando volevi stringerle. A Potenza nel suo appartamento c’era una biblioteca storica molto importante. Q u a n d o andavamo là ci fermavamo ad ore a fare ricerche ed egli ci stava dietro col suo fare accorto e cortese. Anche da don Tommaso, come lo chiamavamo, c’era uno studio dove ti ci perdevi. Per noi giovani studiosi era come entrare in un paradiso. E ci portò da lui l’amico Peppino Cracas, che lo conosceva bene, perché aveva lavorato alla Corte d’Appello di Potenza e don Tommaso prima di fare lo storico era avvocato. Quando andammo da lui ci sembrava di sognare e si mise a fare quelle domande affettuose sulla storia, da grande maestro per tastare la nostra modesta preparazione, e noi tutti intimoriti balbettavamo le nostre strofette, come se fossimo a fare un esame e poi egli ci portava con gesti di grandiosa nobiltà d’animo al suo impareggiabile livello di cultore. Come dimenticare quando chiese: «da dove vieni?». Ed noi: «Da Castelsaraceno». E lui: «Ma tu lo sai che a Castelsaraceno il primo febbraio del 1861 furono fucilati nove giovani …». Noi non sapevamo niente perché quel fatto era stato cancellato dalla memoria. Ed in memoria di quei nove giovani poi facemmo fare una lapide che fu affissa in piazza. Non vi diciamo il profondo dispiacere e rammarico quando scendendo al paese, ci siamo accorti che la lapide dei nove giovani non c’era più. È stata tolta per dei lavori di ristrutturazione e poi non è stata più rimessa. È come se il cuore infranto assieme a quella lapide fosse stato dilapidato. E quando venne a presen-

tarci a Castelsaraceno si ricordò delle strade provinciali che aveva fatto costruire, mentre i proprietari si erano attruppati per far passare la strada da dove piaceva a loro. E facendo passare un asino davanti lo seguivano tracciando la carraia. Ci raccontò degli studi del giovane Petrucelli Della Gattina, di come i baroni preferivano mangiare i passeri nella polenta.

dopo era riuscito a tornare a Potenza. Dopo la primavera di Praga, come tanti intellettuali di sinistra preferì non fare lo yes man ma autenticamente seguì lo spirito del socialismo vero e si avvicinò alla cultura cristiana, soprattutto ad Agostino ed a quella ideale Città neoplatonica e comunistica. Era nato a Laurenzana, un piccolo paese dell’entroterra lucano, Antonio

Quel giorno si mise a pure a nevicare e dovette scappare subito a Potenza, non poté fermarsi neppure per la cena. Dobbiamo molto ad Antonio Motta, perché fu egli ad iniziarci, per così dire, allo studio della filosofia. Un giorno regalando uno studio di Franco Venturi - che egli aveva conosciuto nel suo confino ad Avigliano - su Nicolas Antoine Boulanger, disse: «giovane mettiti al lavoro!». All’inizio non avevamo capito cosa intendesse. Egli ci teneva tanto a fare delle ricerche su quel pensatore illuminista, perché oltre ad essere un filosofo, era un ingegnere, come lui. Ci fece tradurre la “Vita di Boulanger” attribuita a Diderot, dal francese. Ed allora ci mettemmo all’opera e da quelle ricerche uscì il primo studio di filosofia su Boulanger “La dittatura di Dio”. Come Boulanger aveva fatto per le vie della Sciampagna, così il Motta aveva girato metro per metro la Lucania e la conosceva a fondo. La sua storia nasceva dalla diretta esperienza sul campo, come proferiva Giustino Fortunato, «il Mezzogiorno è frutto della storia e della geografia». Perciò si faceva chiamare non storico, ma geostorico, ricordando come Bacone avesse inteso che veritas filia temporis, ed anche perché no? - filia loci. Antonio Motta da giovane era un attivista politico che militava nel PCI. Anche egli, come tanti letterati lucani avevano preso la via dell’esilio dell’emigrazione, però

Motta si è spento a Potenza nel 2006, lasciando un vuoto incolmabile culturale, e soprattutto umano. Viveva nel Capoluogo lucano, ove si era inurbato dall’immediato dopoguerra. È stato per molti anni Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico dell’Amministrazione provinciale, dove ha avuto modo di approfondire le tematiche legate al territorio della Basilicata nella realizzazione di notevoli interventi nel settore della rete viaria: questa specifica esperienza si ritrova negli scritti da lui successivamente pubblicati, di cui si annovera una vasta bibliografia. Insigne storico e studioso ha saputo ben conciliare gli interessi del lavoro con quelli della cultura, cui si dedicò totalmente dall’età della pensione. A questo proposito ricordiamo quanto ci raccontava. Lamentava spesso la corruzione nei lavori pubblici e visto che gli avevano offerto incarichi importanti, rifiutò e preferì andare in pensione prima, pur prendendo di meno. E disse: «Ho appeso il cappotto!». Molte volte ripeteva la frase in dialetto potentino, o “potenzese” nel gergo locale: «non sono le poltrone che fanno i culi, ma i culi che fanno le poltrone!». Ricordava il Machiavelli che proferiva: non sono i titoli che fanno le persone, ma le persone che fanno i titoli. Antonio Motta apparteneva a quella sconsolata e ribelle generazione di antifascisti. È stato amico di Sinisgalli. Aveva conosciuto Scotel-

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laro, il poeta martire socialista delle masse contadine. È stato socio del Circolo Culturale “Silvio Spaventa Filippi” nel cui ambito è stato tra i fondatori del “Premio Letterario Basilicata”, nonché socio della Deputazione di Storia Patria della Lucania e dell’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’area del Mediterraneo, del Centro “Conoscere il Vulture” e dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Si è fatto conoscere dagli studiosi di storia già dal 1981 con il suo “Memorandum per il Centro Storico di Potenza” e nel 1989 con il volume “Carlo Afan De Rivera. Burocrate ed intellettuale Borbonico. Il sistema viario preunitario”, al quale fu assegnato dalla Giuria, presieduta da Tommaso Pedio, il “Premio Basilicata per la Saggistica”. Dall’elenco delle sue opere si evince che ha collaborato con numerose riviste con ricerche e studi relativi a tematiche di storia del territorio con specifico interesse per la storia della viabilità meridionale e regionale «con l’intento di fornire una presentazione compiuta e una verifica concreta sulla realtà locale e settoriale della Basilicata moderna e contemporanea». Tra questi studi si citano ad esempio: “Per le montagne di Basilicata, per tutti quei paesi più o meno alpestri”, “L’abbiamo a piedi percorso, erborizzando”, apparsi sul Bollettino Storico della Basilicata; “Totila e la Lucania” sulla rivista “Radici”. Tra i suoi scritti più importanti, la maggior parte pubblicati dall’editore Paolo Laurita di Potenza, soprattutto nella collana “Quaderni di bacheca”, ricordiamo, oltre a quelli citati: “Oltre Eboli” (1998); “Giovanni Andrea Serrao Vescovo” (1999), una sua memoria sul 1799 lucano con peculiare riferimento al prelato potentino sacrificato sull’altare della rendita fondiaria. Doveva uscire l’ultimo suo saggio su Potenza: “I cateti del tempo sulla Città”, in cui si raffrontava con l’agostiniana “Città di Dio”. In campo letterario non è stato da meno, già dal 1977 con le “Considerazioni per un’etica della presentazione”, in “Rassegna itineraria di versi e immagini”. Tra le raccolte poetiche si rammentano “Frammenti dall’esilio” (1999) e “Versi di Babele. Babele di versi” (2003). Quest’ultima, in particolare, raccoglie i versi dal 1956 al 1966, «dalla morte di nonno Antonio,» come il Nostro scrive, «al matrimonio con Emilia, scritti tra Bari, Potenza e Laurenzana». Abbiamo ricordato i nostri giganti, sulle cui spalle sicuri guardavamo al mondo. prof. Vincenzo capodiferro


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teatro Stabile - Opera in due atti Attori-interpreti, studenti del Conservatorio di Potenza

LO SPOSO AL LOttO

Potenza, grazie al suo piccolo gioiello qual è il Teatro Stabile, ha saputo regalare la prima opera assoluta del compositore lucano Francesco Stabile: “Lo sposo al lotto”, un’opera buffa fatta di intrighi e di equivoci tra promesse spose e pretendenti veri e fasulli. L’opera giocosa in due atti è stata interpretata magistralmente dagli attori-interpreti, studenti del Conservatorio guidati dal maestro Gerardo Spinelli ed altri professionisti, che nell’opera indossava i panni del Sindaco, e diretta dall’Orchestra del Conservatorio Gesualdo da Venosa. La messa in scena dell’Operina inedita è stata resa possibile dal

progetto “Ragazzi all’opera” nell’ambito dell’Intesa interistituzionale Regione-Province, dall’Apofil in collaborazione con l’Ateneo Musica Basilicata e il Centro di Drammaturgia Europeo. Protagonisti dunque i giovani allievi del Liceo artistico e musicale di Potenza e Melfi, l’Ipsia di Moliterno e il Liceo delle scienze umane di Potenza. A loro è toccato l’allestimento, dalla scenografia ai costumi. Sotto la direzione artistica di Giovanna D’Amato il progetto ha preso forma ed ha avuto un enorme successo. Due serate (sabato 19 e domenica 20 ottobre) cariche di successo per la giocondità dell’ope-

ra e per la bravura di tutti gli interpreti. Siamo davvero grati a tutti gli artisti, in primis all’autore Francesco Stabile (e al prof. Angelo Lucano Larotonda per averla “scoperta” e riportata alla luce), per aver trasmesso la magia dell’Opera che apre i cuori all’ascolto e dà spazio alla fantasia e al sogno, all’allegria e

alla possibilità di una realtà trasformata nel grottesco di una comicità che spinge al lieto fine. Ora vogliamo solo sperare di poter godere ancora di queste serate, perché l’arte – nelle sue molteplici forme – può rinnovare e promuovere una società elevandola a nuove visioni. Maria de carlo


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La Parrocchia è la casa dove tutti trovano affetto, gioia e solidarietà

CON I SOGNI E LE SPERANZE dEI GIOVANI

Nell’ambito della rubrica “I Parroci: testimoni della speranza”, per una riflessione più approfondita sulle realtà delle comunità parrocchiali della Diocesi di Potenza, Muro Lucano, Marsico Nuovo, abbiamo incontrato Don Mimmo Florio, Parroco di Santa Cecilia in Potenza, già segretario del compianto Mons. Giuseppe Vairo, Arcivescovo di Potenza negli anni dal 1977 al 1993, per una sua testimonianza a riguardo. Don Mimmo, da quando è parroco della parrocchia Santa cecilia di potenza? Sono parroco da nove anni. Qual è la situazione sociale e religiosa della comunità? La situazione sociale della comunità è caratterizzata da un ceto prevalentemente benestante, anche se non mancano situazioni più o meno gravi di famiglie indigenti e in difficoltà economiche. Uno degli impegni pastorali più significativi ed intensi della nostra comunità, infatti, è proprio l’assistenza di svariati nuclei familiari che versano in disastrose condizioni finanziare. La vita religiosa della comunità riflette quella che è spesso la situazione generale del nostro paese : una frequentazione mediocre alle celebrazioni, poco interesse per le attività pastorali, una visione della Chiesa come agenzia di culto dove ci si presenta per chiedere i sacramenti, qualche documento, qualche benedizione e così via. La partecipazione alla vita parrocchiale è intensa? L’intensità della partecipazione alla vita parrocchiale, come già ricordavo precedentemente, non è molto forte, soprattutto se messa in relazione col numero di abitanti del quartiere, uno dei più popolosi della città. Tuttavia i numeri restano alti: quasi un centinaio di battesimi lo scorso anno, oltre quattrocento bambini e ragazzi che frequentano la catechesi per l’iniziazione cristiana, circa quaranta coppie di fidanzati che si preparano alle nozze cristiane ogni anno. Inoltre va riconosciuto l’impegno di fedeli, mamme, papà, famiglie, giovani che intensamente si prodigano con entusiasmo alle svariate attività di catechesi, volontariato, servizio, animazione

Don Mimmo Florio, parroco di Santa Cecilia.

sociale, culturale e liturgica della comunità. Quale fascia generazionale è più interessata? La fascia più interessata è sicuramente quella dei bambini che frequentano le nostre aule di catechismo, anche se solo per alcuni anni (dalla seconda elementare alla seconda media), ma che poi non partecipano con assiduità alla messa domenicale. Gli adulti e anche in parte le persone anziane assicurano una presenza più costante e quotidiana anche nel tempo. Quale metodo pastorale suggerisce per avvicinare i giovani che oggi sono molto indifferenti alla vita ecclesiale? Fin dai primi anni del mio sacerdozio quando monsignor Giuseppe Vairo, arcivescovo di Potenza, di venerata memoria, volle affidarmi il delicato e affascinante compito di incaricato per la pastorale giovanile, ho dedicato molto del mio tempo all’animazione di iniziative che coinvolgessero i giovani, con passione ed entusiasmo. Il frutto di quella esperienza mi ha fatto raggiungere la consapevolezza che con i giovani bisogna starci a tempo pieno, condividerne i sogni e le speranze,

conoscere il loro linguaggio, apprezzare le infinite qualità di cui sono dotati, aiutarli nel discernimento e affiancarli negli immancabili momenti di crisi che attraversano. Non credo che siano poi così indifferenti alla vita ecclesiale… avete mai partecipato ad una Giornata Mondiale della Gioventù??? Provate a fare per una volta questa esperienza straordinaria e poi ne riparliamo!!! L’uso dei social network, che Lei ben conosce nella sua esperienza di parroco, risulta utile? Devo ammettere, pur con una certo imbarazzo, che questi strumenti non sono proprio alla mia portata, né tantomeno sono in grado di utilizzarli efficacemente. Riconosco però quanto sia utile e necessario per la comunità parrocchiale l’uso ordinato e corretto dei social network .

Sulla scorta dell’entusiasmo pastorale suscitato dall’elezione del nuovo pontefice, quanto conta il carisma personale, che molti riconoscono anche a Lei, nella pastorale? Papa Francesco è una grazia di Dio non lo si può negare!!! La sua semplicità, lo stile povero e amabile, la prossimità alla gente, la forza delle sue parole, l’attenzione agli ultimi e tanto altro hanno sicuramente diffuso uno slancio di entusiasmo nella Chiesa e nel mondo intero. Personalmente mi sono convinto nel tempo che il carisma personale può essere un elemento sostanzioso nello svolgimento del ministero presbiterale, da mettere a disposizione del popolo di Dio ma anche, e direi soprattutto, dei più lontani. Ritiene che la pietà popolare possa ancora essere veicolo dei forti valori cristiani per trasmetterli ai giovani? Apparentemente si ha l’impressione che i giovani non siano tanto interessati alle varie forme di pietà popolare, ma credo che una festa religiosa, un pellegrinaggio, una processione, se organizzati coinvolgendo con saggezza giovani ben formati e consapevoli, potrebbero ravvivare nel mondo giovanile quel bisogno di spiritualità e di divino che è custodito nell’intimo di tanti giovani autentici e sinceri. c’è la possibilità che la parrocchia torni ad essere la casa comune dove tutti si ritrovano ed in cui si riconoscono? Mah… secondo quanto insegna la parabola del Padre Misericordioso (Lc 15) il figlio che è anda-

to via di casa ritorna perché ha conquistato la consapevolezza che vivere con il Padre è una vera fortuna. Certo, il figlio obbediente rimane all’esterno… mi piacerebbe immaginare che alla fine il Padre buono sia riuscito a convincerlo ad entrare. Se la parrocchia mostrerà questo dolce volto del Padre sicuramente potrà tornare ad essere (ma secondo me lo è sempre stata!!) la casa dove tutti trovano affetto, gioia e solidarietà. in questi tempi di crisi sociale ed economica, Lei da sacerdote come vede il futuro? Anche da sacerdote devo ammettere con angosciosa sincerità che l’attuale crisi economica fa paura perché non si intravvedono interventi risolutivi e immediati. I tempi di uscita da questa situazione economica saranno lunghi e i nostri governanti non sembrano ancora in grado di fornire risposte rassicuranti, mentre la gente vive il dramma quotidiano dell’impoverimento e della solitudine. Ma, sempre da sacerdote, devo affermare con audacia che la paura non è un sentimento cristiano!!! Più volte nella Bibbia si incontra il grido: “Non temere!” e il Beato Giovanni Paolo II, che fra non molto tempo sarà dichiarato Santo, urlava alla gente: “non abbiate paura!”. Dunque non lasciamoci frenare dalla paura e camminiamo con fiducia verso un futuro che appare incerto, ma che tutti insieme, credenti e non, possiamo costruire con sacrificio, coraggio e perseveranza. Donato Vallano


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