La Farfalla edizione del 7.6.13

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Come sei bella Terra dei Forti ...

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Periodico di libera informazione

Una grande folla, soprattutto di giovani, al Don Bosco di Potenza per l’ultimo saluto a Domenico Lorusso

Nicola Sole e la nostra Lucania…

Come l’abbiamo ridotta!!! Sulla testata de 'LA FARFALLA' c'è scritto: "COME SEI BELLA, TERRA DEI FORTI...". Si tratta dell'inizio di una poesia che il maestro Angelo Mancino mi fece studiare alle elementari. Siamo negli anni '50. Di quella poesia, nonostante le mie ricerche, non ho avuto più notizie. Ricordavo solo l'inizio, null'altro: "COME SEI BELLA TERRA DEI FORTI". La dedica era logicamente ai lucani. Questo episodio l’ho pubblicato sul mio profilo di Facebook e, immediatamente, Francesco ... continua a pagina 24

PHOTONEWS

ORGOGLIO LUCANO

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on conoscevo Domenico Lorusso lo sfortunato giovane lucano ucciso nei giorni scorsi a Monaco di Baviera dal gesto idiota e scellerato di un violento. Non lo conoscevo, ma è come se le nostre vite si fossero comunque incrociate. erché lui, ingegnere 31enne, era uno di quelli che come noi hanno lasciato il Sud e la Basilicata per trovar fortuna e realizzarsi altrove. Uno di quei 2 mila ragazzi lucani che ogni anno lasciano le proprie famiglie, i propri affetti. Un’emigrazione spaventosa, intellettuale, diversa dal passato ma nei numeri simili alle tante conosciute nella storia da questa regione che conta appena 600 mila abitanti. Di fatto ogni anno un piccolo paese lucano scompare. eri come oggi con la valigia in mano in fuga da una terra che paradossalmente avrebbe tutto per essere autosufficiente, per vivere di turismo e sfruttamento delle risorse naturali (petrolio e acqua). E che invece paga il divario storico e strutturale del Meridione e la negligenza dei suoi

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Potenza, 3 giugno 2013 La nuova "Piscina Olimpionica" di Viale dell'Unicef

OCaE ini V A t d L

cit A ALaZrola ai

stessi politici che salgono alla ribalta nazionale per lo scandalo dei rimborsi. trade malandate, ferrovie fatiscenti, zero aeroporti, una terra tagliata fuori dal

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mondo, eppure di una bellezza selvaggia, conosciuta e apprezzata già dai Normanni e da Federico II. Per chi parte ma anche per chi resta questi luoghi e la sua gente ti si cuciono addosso.

Ecco perché non mi sorprende il moto di indignazione e commozione che ha unito i lucani vicini e lontani sui social network di fronte a questo tragico episodio. È come se fosse accaduto a qualcuno di famiglia. on il senno di poi è facile dire che potevi lasciar correre, Domenico. Ti ha tradito invece la tua lucanità. Volevi difendere la tua ragazza anche solo per un oltrag-

gio stupido e volgare come uno sputo. Perché è nell’indole e nella storia dei lucani ribellarsi ai soprusi. Ma siamo certi che non avevi intenti bellicosi. I nostri avi fedeli al grande poeta lucano Quinto Orazio Flacco ci hanno educato a tenerci lontani dagli eccessi, perché c’è una misura in tutte le cose, “est modus in rebus”. olevi solo un chiarimento e hai ottenuto una coltellata che ha spezzato i tuoi giorni, i tuoi desideri e quelli di una coppia felice. Ma ci rimane l’esempio di un amore fiero, schietto, vero. Pronto a dare la vita per l’altro. In cielo ne sanno qualcosa. Il tuo sacrificio non passerà inosservato.

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principe piccolo www.principepiccolo.it

Nella rubrica “Alza la voce” dello scorso numero, abbiamo dato risalto alle lamentele dei degenti per la mancata fornitura di acqua durante i pasti all’ospedale S. Carlo di Poten-

ancHE il Sindacato Si MoBilita

Una persona su due è senza lavoro! a pagina 3

I pip’pli e San Gerardo a pagina 7

non se ne vogliono proprio andare a pagina 8

Elezioni Regionali 17 e 18 novembre

E' L'ORA DELLA SVOLTA a pagina 16

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NOTIZIE SPORTIVE LUCANE A PAGINA 13

Comune di Potenza

SCONTRINI E SAN CARLO

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in edicola euro 0,50

za e la “vergogna” del “pizzo” relati- Ma… cHE dEluSionE! vo al pagamento del parcheggio, Non solo non hanno migliorato la sempre all’ospedale. Dopo una setti- vergognosa attuale situazione del mana dalla nostra denuncia anche la VI Commissione del Consiglio ... continua Comunale di Potenza ha discusso a pagina 23 su questo tema.

Diversa distribuzione promozionale omaggio

Anno VII - n. 19 Venerdì 7 giugno 2013


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Venerdì 7 Giugno 2013

comunicare per cambiare Acerenza - Inversione di rotta nelle politiche regionali

I COMUNI FANNO RETE

Utilizzo di strumenti multimediali di servizio per orientare la politica regionale sui problemi della gente e dei territori una più vasta e capillare comunicazione verticale ed orizzontale, migliorare la trasparenza, semplificare le procedure, velocizzare i procedimenti amministrativi, tenere sotto controllo la programmazione, monitorare la spesa pubblica, valutare i processi di realizzazione degli interventi e dei relativi risultati. I Comuni lucani hanno tentato in passato di compartecipare questa loro volontà alla Regione, ma senza risultato. Oggi, l’Associazione Culturale EVA sensibile a questi temi, mette a disposizione degli enti locali le strutture multimediali in suo possesso, per unificare e pianificare in un unico terminale tutte Impianto di Telecomunicazione appartenente quelle informazioni al gruppo Postiglione che costituiscono il “dato utile” di li, materiali ed umane che le comunicazione con il cittadiIstituzioni dispongono diano no e con le altre istituzioni. frutti. La sussidiarietà, tanto Le frequenze di una radio sbandierata nella nostra (Radio Globo Originale) e la regione, rimane un principio pubblicazione periodica, al generico perché non legata momento quindicinale di un a regole e strutture con le giornale (La Voce Lucana) da gratuitamente, quali e nelle quali la centrali- distribuire tà delle Autonomie Locali e diventeranno dal prossimo Funzionali, Comuni, Enti e mese di Ottobre, operative cittadini, sia garantita e prati- per la messa in rete delle cata. Occorre una politica politiche locali con una speciresponsabile e cooperativa fica funzione: divenire sporfortemente decentrata, per tello di servizio per il coinvoldare le giuste soluzioni ai gimento dei cittadini e megaproblemi che ci attanagliano. fono dei territori nei riguardi E ciò è possibile rimettendo delle altre istituzioni. in discussione programmi, Alla guida di questa iniziativa, nelle vesti di Direttore Editoassetti e strutture esistenti. I Comuni, gli enti, le associa- riale, è stato chiamato dal zioni, i cittadini devono far dott. Giuseppe Postiglione, rete tra di loro per orientare l’ideatore del progetto il prof. programmi, progetti e risorse Vincenzo Giuliano già Presiche interessano i propri ter- dente dell’Anci di Basilicata e ritori. Per fare ciò le istituzio- Sindaco di Satriano. l’Editore ni comunali devono offrire La situazione di disagio dei cittadini lucani è addebitabile principalmente alla mancanza di una programmazione adeguata e compartecipata alle specificità dei territori. Senza questo legame è illusorio continuare a sperare che le ingenti risorse natura-

PARTIRE DAI COMUNI PER CREARE SVILUPPO

Il 2013 è stato definito l'annus horribilis per la pubblica amministrazione, da numerosi esperti. E così è, in realtà. Non sarà necessario spingerci sino al baratro per comprendere quanto grave e destabilizzante è l'attuale condizione economico finanziaria dello Stato italiano. Riemerge il concetto di “austerità”, che prevede l'introduzione di numerose misure di contenimento della spesa pubblica, l'esasperazione della tassazione, con la conseguente contrazione dei consumi, aumento esponenziale della povertà, che raggiunge anche quei ceti che fino ad ora avevano goduto di una certa tranquillità economica. I settori trainanti della nostra economia sono in ginocchio, secondo le statistiche hanno chiuso nel 2012, mille imprese al giorno. Siamo un Paese in recessione conclamata ormai, ma davvero la politica sta cercando le soluzioni a tutto ciò? Siamo sicuri che le “riforme” di cui tanto si parla siano quelle giuste, quelle davvero necessarie per far ripartire l'Italia? Sono convinta che debba essere la Pubblica Amministrazione a segnare il passo, a fornire gli input necessari affinchè possa finalmente iniziare l'inversione di tendenza culturale che dovrebbe condurci verso tempi più floridi e degni di un Paese come l'Italia. Ecco che da un po' di tempo la politica parla di best practices, ossia delle metodologie o prassi che, implementate, conducono verso risultati migliori. Se volessimo concretamente calare il concetto di “buone pratiche” nella realtà italiana, è facile riscontrare come tali modus operandi siano tanto più efficaci quanto più promanino da enti locali di piccole dimensioni, in particolare mi riferisco ai piccoli comuni. I Piccoli Comuni italiani nel-

l'ultimo decennio hanno condotto una vera e propria battaglia contro gli sprechi della spesa pubblica, questo è facilmente verificabile analizzando il bilancio di un qualunque piccolo comune. Nel comune che amministro da circa 4 anni, Acerenza, in Municipio non arrivano giornali sulla scrivania del Sindaco, si frequentano solo corsi di formazione del personale gratuiti o poco onerosi, gli amministratori non richiedo-

non prevedono alcuna indennità per tali cariche. I Comuni di Acerenza, Banzi, Forenza, Palazzo San Gervasio e San Chirico Nuovo, hanno di recente costituito una Unione dei Comuni, con l'unico scopo di effettuare una seria razionalizzazione dei costi, senza rinunciare alla propria identità questi comuni hanno compreso l'impellente necessità di lavorare insieme come una squadra i cui giocatori assumono tutti

no il rimborso delle cosiddette “missioni”, il Sindaco viaggia con la sua auto e telefona con il suo cellulare. Niente auto blu, niente privilegi, solo tante responsabilità e molta buona volontà. Potrebbe essere questa la ricetta per il risanamento italiano tanto auspicato dai nostri politicanti? Giusto sarebbe, inoltre, ricordare ogni tanto, che le indennità degli amministratori dei comuni sotto i 5000 abitanti sono anni luce distanti dalle cifre iperboliche percepite da parlamentari e consiglieri regionali, e, che per i Sindaci lavoratori dipendenti vengono dimezzate. I Sindaci dei piccoli comuni non percepiscono bonus di qualunque natura né tanto meno percepiscono nessun gettone di presenza quando partecipano alle numerosissime assemblee, di cui sono membri di diritto. Inoltre, a proposito di buone pratiche, le Unioni di Comuni, che devono per legge essere presiedute da un sindaco,

un ruolo diverso, in base alle proprie attitudini, per ottimizzare i risultati delle famose buone pratiche, in particolar modo per riversare tali benefici sui propri cittadini. Spetta alla Regione Basilicata ora, creare una legge per il sostegno alle nostre piccole realtà, la nostra è una terra costellata non certo da numerose conurbazioni urbane, bensì da molti comuni con popolazione sotto i 5000 abitanti, dovrebbe ritenersi prioritario, dunque, l'obiettivo di “salvare” i nostri piccoli comuni dallo spopolamento ad esempio, salvaguardare il loro immenso patrimonio storico culturale e immateriale, fondamentale affinchè tutta la regione cresca e tragga linfa vitale dalle tanto trascurate periferie, che potrebbero rappresentare invece, numerosi piccoli centri propulsivi di sviluppo locale.

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Un aiuto concreto ANCHE IL SINDACATO SI MOBILITA PER alle Medie e Piccole UN PIANO DEL LAVORO E DELLA COESIONE Una persona su due imprese I

l 25 Maggio u.s., presso la Sala Commissioni della Provincia di Potenza, è stata presentata “Imprese del Sud”, un movimento nato nel 2012 per supportare le attività di impresa delle realtà imprenditoriali e professionali del Sud Italia. Presenti all’incontro il Presidente Nazionale di Imprese del Sud Sergio Passariello, il Presidente Regionale Antonino Pidatella ed il Consigliere provinciale Aurelio Pace, che con i loro incisivi interventi hanno messo sotto accusa il complesso sistema fiscale e burocratico a cui sono sottoposte le imprese e l'ingiustificata INASSUNZIONE di responsabilità dei dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni, quali cause oggettive del fallimento delle realtà imprenditoriali del Mezzogiorno. "Le Medie e Piccole imprese, ha sottolineato il Presidente Nazionale Passariello, costituiscono la quasi totalità del tessuto produttivo nel Mezzogiorno e lo sforzo della loro crescita oggi si traduce in sfida per la loro sopravvivenza. Per questo è più che mai fondamentale dare voce ad imprese che non hanno avuto risposte da altre associazioni datoriali". Il Presidente Regionale Antonino Pidatella invece ha evidenziato gli effetti negativi perpetrati dalle banche a danno delle piccole e medie imprese. "Causa prima del tracollo del commercio nazionale e locale, ha sottolineato Pidatella, è la mancata erogazione da parte delle banche delle sovvenzioni stanziate dalla Comunità Europea alle imprese italiane, contravvenendo così anche ai piani di risanamento promossi dal Presidente della BCE Draghi. Banche che non solo continuano ad attanagliare gli imprenditori nelle maglie strette del loro iter burocratico, ma che perseverano nell'imposizione di interessi su interessi già addebitati, abusando così sulla gestione del capitale d'impresa. E proprio l'Anatocismo, ha proseguito Pidatella, ovvero la capitalizzazione degli inte-

ressi da parte degli Istituti di Credito, ha indotto gran parte degli imprenditori ad affidarsi agli usurai per risolvere in tempi brevi le emergenze quotidiane, rendendo così ancora più instabile e precaria la permanenza

Il presidente nazionale di Imprese del Sud Sergio Passariello e l'avv. Aurelio Pace alla presentazione in Basilicata

della propria attività commerciale sul territorio. A rendere tale quadro economico ancora più devastante, conclude Pidatella, contribuiscono le cartelle esattoriali emesse da Equitalia per le quali, secondo indiscrezioni, si procederà all'annullamento perché erogate da dipendenti precari e non titolati". Non meno efficace l'intervento dell'Avv. Aurelio Pace, per il quale “la defiscalizzazione è l'unico strumento capace di garantire che l'Italia diventi il primo Paese incubatore di imprese”. La crescita dell'imprenditoria lucana, ha proseguito l'Avvocato Pace, deve essere parallelamente accompagnata e supportata dallo sviluppo infrastrutturale regionale, dalla capacità e dal merito dell'apparato governativo ed amministrativo locale nonché dalla promozione ed adozione di impianti e sistemi di produzione energetica rinnovabile ed ecologica, nel pieno rispetto della morfologia territoriale e della ricchezza ambientale". Sono abbastanza ampie le aree di intervento che il movimento si prefigge: dai rapporti con le Istituzionialla consulenza legale, commerciale e finanziaria, all'assistenza sindacale e del lavoro ai partnerariati nazionali ed internazionali, all'assistenza su aspetti applicativi e gestionali degli adempimenti amministrativi, all'internazionalizzazione delle PMI. M.p.

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è senza lavoro!

l problema del lavoro che manca in Basilicata ha assunto una gravità che non può continuare a non interessare il Pubblico Amministratore, sia Regionale che locale. Chi amministra deve sentirsi obbligato a studiare, analizzare e proporre politiche strategiche tese a frenare, a far abbassare quell’indice statistico che nella regione Basilicata si attesta su un dato maledettamente preoccupante anche per la tenuta so-

ciale: una persona su due è senza lavoro! Le aree di emarginazione non solo non si riducono ma si implementano a tal punto che l’emigrazione, verso le regioni del nord e verso altri paesi europei ed extra europei, rimane l’unico sbocco a tale disagio. Ogni anno siamo sempre di meno per la partenza di tante persone, in cerca di lavoro, per lo più diplomate e laureate, le cosi dette migrazioni di “intelligenze lucane”. La disoccupazione è un mostro che è possibile sconfiggere e che è per tutti un dovere combattere senza tregua. Ed è su questa consapevolezza che deve fondarsi l’azione del governo regionale e la mobilitazione culturale e morale delle componenti della società e dell’economia.

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na mobilitazione generale perché non sia più vissuto come dramma individuale o della propria famiglia

“Non basta più solo indignarsi o peggio ancora rassegnarsi alla sorte, ma bisogna lottare ma diventi un problema sociale a cui la politica tutta intera deve dare risposte. E ci fa piacere che anche il sindacato incominci a chiedere con forza un Piano per l’Occupazione nella consapevolezza che la disoccupazione che viviamo non è una punizione di Dio ma una cattiva programmazione del territorio. Non basta più solo indignarsi o peggio ancora rassegnarsi alla sorte, ma bisogna lottare, alla stregua di come ci si agisce se scoppia una fognatura nel proprio rione e nessuno prende provvedimenti, con tutti i mezzi democratici di cui possediamo, nei partiti, nei sindacati, nelle associazioni, nei circoli, nelle parrocchie, perché chi ci guida, a tutti i livelli compreso quello comunale, cambi registro. Non vi è famiglia lucana che non abbia in casa un disoccupato o che non abbia sperimentato sulla propria pelle il lavoro che manca. Per questo è urgente e non più procrastinabile un Piano Regionale per l’occupazione che partendo dalla situazione reale di richiesta di lavoro

indichi le occasioni e le opportunità che i territori, i comuni offrono a partire dalle risorse materiali: petrolio, acqua, ambiente, a quelle umane: artigianali, agricole, industriali, di servizi, ecc. Per fare ciò non sono sufficienti né gli strumenti straordinari, né le risorse finanziarie straordinarie ma occorre un ordinamento regionale di natura ordinaria e permanente mirato a sostenere e ad incentivare la micro, la piccola e la media impresa locale mettendo a totale disposizione tutti i fondi: da quelli statali a quelli comunitari per lo sviluppo locale, ai fondi addizionali dei proventi del petrolio; utilizzare tutti gli strumenti e strutture permanenti esistenti di servizio nei confronti di tutti i soggetti pubblici e privati interessati ai processi di sviluppo per l’utilizzazione piena delle risorse finanziarie comunitarie e delle iniziative di interesse comunitario; affrontare con proposte definitive e risolutive il problema del rapporto tra operatori economici e sistema del credito. Per chi s’ispira, nella vita come nella politica, alla Dottrina Sociale della Chiesa, non può rimanere inerme rispetto a questi problemi e non lottare per l’affermazione di valori irrinunciabili quali quelli della solidarietà, della funzione sociale della ricchezza e del dovere alla prossimità cristiana. Vincenzo giuliano presidente regionale dei liberi e Forti di Basilicata


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Il PD lucano è imploso Non è più il La Basilicata può rialzarsi tempo di I delegare L

a questione morale al punto in cui ci troviamo, non riguarda più solo l’uno o l’altro politico, l’uno o l’altro partito, ma l’intera politica italiana. Per questo, più che soffermarsi sulla cronaca dei fatti e deprecarli, occorre chiederci perché certi episodi si verificano e come restituire alla politica la sua giusta funzione. La grave crisi che stiamo attraversando è nient’altro che la naturale conseguenza di una politica senz’anima, senza principi, senza valori, senza punti di riferimento che ha prodotto un relativismo etico, che assoggetta al proprio interesse verità assolute; un imbarbarimento culturale, che è sotto gli occhi di tutti; un egoismo sociale, che prevarica le più elementari norme di convivenza civile. Si antepone l’interesse personale al bene comune, la partitocrazia alla meritocrazia, il clientelismo ai diritti, gli affari alla morale. Ciò che conta nella società contemporanea è il soddisfacimento dei propri bisogni, il successo personale. Dice padre Sorge, direttore di Aggiornamenti sociali, che se la politica (o il partito o il politico) perde l’anima, muore, marcisce e si decompone, e da qui deri-

vano gli scandali, la corruzione decretando la morte della stessa politica. Qualcuno può obiettare che con la morale non si fa politica: è vero. Ma senza morale si fa una pessima politica. Morale e politica sono tra loro intrecciate, bisogna saper dare il suo ad ognuna delle due e farle interagire continuamente. La morale dà alla politica la coscienza del bene comune; la politica dà alla morale la concretezza della risposta ai bisogni. Diceva Pio XII che il male peggiore per una società è la stanchezza degli onesti ed oggi, soprattutto nella nostra Regione, pare che prevalga questa condizione. Non è più il tempo di delegare agli altri ciò che possiamo e dobbiamo fare. Non è in gioco il mantenimento delle posizioni, la conservazione di questa o quella poltrona bensì la speranza di cambiare le cose e la qualità della democrazia in una terra in cui esistono tutti i presupposti, tutte le risorse umane e materiali per creare un modello di vita politica e di sviluppo economico e sociale che possono essere esemplari. V.g.

Post Scriptum

Qualora vogliate esprimere le vostre opinioni in piena libertà potete farlo semplicemente inviando una e-mail a: redazione@lafarfalla.net

l PD, nato fondamentalmente dalla fusione a freddo tra Democratici di Sinistra e Margherita, ha dimostrato di non saper andare oltre, in termini di consenso, a quello che era il patrimonio di voti portato in eredità da questi due blocchi sociali. Lungi dall’essere seriamente un partito post ideologico, al suo interno si sono trasferite ed hanno proliferato le “correnti” dei DS e della Margherita. In Basilicata, regione dove “alternanza” è solo una parola vuota mai praticata, il PD si è identificato totalmente con il sistema di potere regionale fino a diventare un’unica cosa con il “Partito – Regione”, dimenticando di fare il “partito”, ossia di mediare tra interessi generali e particolari, e diventando, nel tempo, una consorteria nella quale senza un “padrino” non puoi fare politica! Il Partito “dei Consiglieri regionali” ha difeso le rendite e il proprio particolare, non accorgendosi che così facendo non si costruisce niente bensì si fa arretrare tutti. Ritengo che anche la crisi del PD sia da addebitare, in larghissima parte, al lento e progressivo disfacimento del blocco di potere costituito intorno alla Giunta regionale ed alla maggioranza in Consiglio. Sono sotto gli occhi di tutti i demeriti di una classe dirigente troppo impegnata a pensare agli organigrammi e agli equilibri interni piuttosto che alla risoluzione di una crisi economica, sociale ed occupazionale che non ha precedenti. Imprese con difficoltà di finanziarsi e di innovare che chiudono, banche indebolite dalla recessione che non sostengono l’economia locale, disoccupati in aumento, soprattutto fra i giovani, nessuna politica di sviluppo sostenibile. Insomma,

una situazione negativa che ha portato alla caduta del reddito disponibile delle famiglie e al calo della produzione agricola ed industriale. La Basilicata è in ginocchio. E il PD non è stato capace di affrontare le reali questioni

che soffocano ed impoveriscono la nostra terra: dalla questione ambientale (Val d’Agri, Fenice, Diga del Pertusillo, Fiume Noce e così via) e dello sviluppo ecosostenibile (ruolo dei Parchi, estrazioni petrolifere, investimenti nelle fonti di energia “pulita”) all’urgenza di una profonda rivisitazione dellepolitiche socio-sanitarie (da sganciare dalle logiche clientelari – assistenzialistiche); dal rilancio delle politiche del lavoro orientate a soddisfare i bisogni dei lucani alla necessità di una nuova e funzionante concezione della formazione professionale; dal recupero delle politiche di incentivazione alle attività produttive e del sistema agricolo regionale (facendo maggiormente sistema e valorizzando le rilevanti capacità distintive delle nostre imprese e dei territori) alla valorizzazione delle bellezze lucane - storia, tradizioni, arte, terme, mare e montagna - che da sole, se adeguatamente sfruttate, potrebbero rappresentare fattori di sviluppo per la nostra terra; dalla difesa del suolo (progetto Vie Blu, manutenzione del territorio attraverso i cantieri della forestazione, ecc…) alla promo-

zione del turismo e del territorio (non quella messa in campo dai GAL, per lo più fonte di sprechi e di alimentazione delle filiere del consenso del PD); dalla ripresa delle politiche infrastrutturali regionali per “connettere” adeguatamente una regione che oggi è più isolata di 30 anni fa (!) ad un diverso utilizzo delle ingenti risorse comunitarie come fattore di crescita selettiva e sostenibile. Il PD, però, è imploso anche a causa del divario socio-culturale, mai realmente riassorbito, che c’è nella storia e nelle esperienze di governo delle “famiglie politiche” che lo hanno fondato. I Popolari sono portatori di un’idea personalistica e solidarista della politica che vuol dire anteporre la persona umana allo Stato, avere una particolare concezione della forma dell’ordinamento giuridico, della scuola, della famiglia, del diritto al lavoro, concezione che è diametralmente opposta a quella che hanno i dalemiani o i bersaniani! Infine, al PD è mancata, almeno fino ad ora, una politica al di sopra delle beghe, irradiata dalla passione e dal sentimento di appartenenza ad una identità collettiva condivisa. Questo partito è ancora tutto ripiegato “su chi dovrà fare cosa” (il dibattito sulla candidatura alla presidenza della regione ne è la prova) piuttosto che pensare a cosa fare per risollevare la Basilicata e a come farlo nel più breve tempo possibile! Auspico che i lucani sappiano investire, con serietà e lungimiranza, sul capitale umano di qualità per consentire alla Basilicata di rialzarsi. Vito di lascio


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Ieri, nessuno poteva chiamarsi “Potentino” se non aveva mai partecipato, per devozione o per senso di appartenenza, come figurante nella sfilata

SAN GERARDO E LA SFILATA DEI TURCHI

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Oggi, pretesto di goliardica trasgressione in baccanali di strada da parte di giovani in preda all’alcool

na festa mascherata a metà strada tra il carnascialesco e il dovere, per devozione o per senso di appartenenza … E anche quest’anno è andata, fra critiche, polemiche di chi grida alla mistificazione e chi invece rivendica una rievocazione corretta. Una tradizione che si rinnova praticamente ogni anno, da diversi secoli. C’è chi la fa risalire al 1685, altri invece datano la prima sfilata al 1578, ma di certo quasi ogni potentino attualmente vivente può sostenere di aver assistito alla “Sfilata dei Turchi” almeno alcune volte nella sua vita, potendone apprezzare e valutare ogni anno le diverse interpretazioni impresse dai responsabili di turno. Già, perché le origini, il significato e l’oggetto della rappresentazione della sfilata, che attualmente viene pomposamente eti-

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utte le giornate legate alle solennità d’interesse collettivo, motivate da ricorrenze religiose, sono riconducibili all’impiego del tempo libero collettivo. Se guardiamo a quest’ultimo da un punto di vista sociologico leggiamo come non sia sinonimo di attività leggera o futile, ma rappresenti un impiego di tempo che testimonia gli interessi, sia privati che collettivi, ai quali viene data priorità. Questo rimando è necessario se ripensiamo ai giorni trascorsi nel capoluogo di Regione, durante i quali si è festeggiato il Santo Patrono. L’attesa era motivata dal desiderio legittimo d’intrattenimento, di svago e possibilmente di acculturamento, inteso come trasferimento di conoscenze e partecipazione condivisa di testimonianze. Lo spettacolo, però, ha offerto ben altri scenari: l’obbligo di dover assistere all’occupazione di spazi pubblici da parte di ambulanti abusivi, il malessere di dover compartecipare al loro disagio prendendo visione delle condizioni inumane di permanenza degli stessi, il fastidio di vedere associate sia

chettata come “Storica”, sono state da sempre oggetto di discussione e diversa interpretazione: da una fantomatica cacciata degli invasori saraceni, risaliti a Potenza lungo il corso, improbabilmente navigabile, del fiume Basento, avvenuta ad opera di Angeli guerrieri invocati dal Santo Vescovo, Gerardo la Porta da Piacenza; alla celebrazione della vittoria di Lepanto sull’esercito turco nel 1571, in occasione dell’insediamento del conte Alfonso de’ Guevara a Potenza. Quale che sia la motivazione, San Gerardo la Porta da Piacenza viene da secoli riconosciuto come Santo protettore della città, esautorando di fatto il predecessore S. Oronzo, condiviso come patrono con la città di Lecce. La storia legata alla parata “Storica” che di storico ha sicuramente lo svolgimento, sebbene non se ne colga l’esatto

significato, è un avvenimento fortemente radicato nell’animo dei potentini. Fino a una ventina d’anni fa, nessun giovanot-

I “Nostri Angeli guerrieri” alla Parata dei Turchi 2013.

to poteva fregiarsi dell’attributo di “Potentino” se non aveva mai partecipato come figurante nella sfilata, e lo scrivente non fa eccezione alla regola, potendosi definire a pieno titolo potentino, in virtù della partecipazione quale servo di colore (pardon, abbronzato…) addetto alla ventilazione del mitico Civuddin’. La partecipazione alla sfilata, allora, era un rito al quale si accedeva per goliardico senso di apparte-

nenza, senza grandi complicazioni, casting, provini, raccomandazioni, e la festa che originava da questo era gioiosa nella sua semplicità, ingenua nella sua conduzione. Da qualche anno, purtroppo, la rivisitazione di carattere “culturale”, fatta di quadri storici di epoche diverse, ha conferito un’aura di seriosità, a parere di chi scrive, fuori luogo a fronte della semplicità originaria della Parata che non nasce come rievocazione, non potendo fondare su precisi dati storici. A peggiorare il quadro di questo gioco strappato al volgo, l’involuzione degli usi e dei limiti di tolleranza applicati ai comportamenti dei giovani. Si assiste ormai, e l’anno corrente non costituisce eccezione, anzi ne è laconica conferma, a spettacoli incresciosi, ed ai più inimmaginabili in diversa occasione, che vedono protagonisti i giovani potentini e l’al-

“COSE TURCHE” a Potenza Le consuetudini discutibili non saranno mai tradizioni rispettabili alle celebrazioni liturgiche che alle rappresentazioni storiche un mercato di “irregolari” contornato da abitudinari annuali che hanno consacrato al Santo Patrono abusi alcolici.

Da tempo mi chiedo la ragione per la quale si sia finito per legare ai festeggiamenti per il Santo Patrono l’abusivismo ed lo sfrenato consumo alcolico e mai ho trovato nessuna motivazione che potesse giustificarlo, se non quella prossima al perpetuarsi di una consuetudine che, nonostante la sua natura ripetitiva, non potrà certo diventare tradizione. Il vero problema è che la ragion

d’essere di alcuni festeggiamenti non è legata alla valorizzazione del momento conviviale, ma rimanda costantemente ed intenzionalmente al consumo smisurato di vino, infelicemente contornata dal commercio illegale di prodotti contraffatti e non certificati. Quest’ultimo elemento è motivo di grande preoccupazione nella misura in cui testimonia l’assoluta mancanza di rispetto per i commercianti che pagano regolarmente le tasse e vivono un periodo di crisi, per i produttori di marchi regolarmente registrati e per i cittadini che acquistano prodotti certificati con emissione di regolare scontrino fiscale. A chi propone, organizza e consente tali pratiche ricordo che le testimo-

nianze rappresentano il complesso di memorie trasferite da una generazione all’altra, elementi necessari alla formazione culturale di un’intera comunità ed all’acquisizione di con-

sapevolezza da parte della stessa. Nel decoro, nella legalità, nel rispetto delle festività liturgiche, una città si riappropria della sua storia, dei suoi spazi e delle coscienze che la animano, ma verso queste ha l’obbligo di restituire, proporzionalmente, attenzione, legalità, devozione e dignità. Le festività potentine non meri-

cool, pretesto di goliardica trasgressione in baccanali di strada. Non si può dar torto ai giovani potentini, esautorati dal ruolo di protagonisti nella sfilata del 29 maggio, e sostituiti da figuranti scelti, seri, costumati. La festa dei giovani del capoluogo era la, che abbatteva i muri dell’indifferenza coinvolgendo i giovani, ma anche chi non lo è più, in sberleffi, scherzi e moine tra figuranti e pubblico astante, in una serata di gioco. Oggi, il gioco ha ceduto il posto alla “rappresentazione”, Sindaco e notabili in testa, che lascia ai giovani il pretesto per una giornata di sonore ubriacate quale unico mezzo di trasgressione. Ma non è che fosse meglio la vecchia, approssimativa, artigianale e popolare Sfilata dei Turchi? • S.g. •

tano di essere raccontate in questi termini ed è dovere della città operare affinché la storia non le ricordi come la fiera della contraffazione e degli eccessi. L’uomo opera delle scelte e queste lo qualificano, ma quando si sottopone la collettività, senza riguardi e senza attenzione, ad assistere ad esercizi illegali ed a pratiche poco edificanti, il torto rimane a chi lo subisce e nessuna amministrazione o organizzazione può arrogarsi tali diritti. E’ l’ora di una profonda autocritica che spero eviti il perpetuarsi di abitudini sconvenienti, di attività illegali e di soluzioni indecorose, perché non è stata solo offesa la rispettabilità di un’intera comunità, ma è stata calpestata l’idea del buon governo della cosa pubblica e leso, intimamente, l’ossequio nei confronti della tradizione liturgica. consulente di Marketing territoriale

Mariangela Faggella


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Risultato del voto amministrativo negli 11 Comuni della Regione

CRESCE L'ASTENSIONISMO, IL PD MANTIENE, L'OPPOSIZIONE TRADIZIONALE NON AGGREGA

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e è vero che la maggiore preoccupazione per chi fa politica è dare risposte alle esigenze della gente, i Partiti, i Movimenti e le Associazioni, alternativi a questo sistema di potere, che ha affamato la nostra Regione, devono far tesoro del messaggio ricevuto da questa mini tornata elettorale per

sperare di ribaltare la situazione alle prossime elezioni. Il PD è ancora forte e l'Opposizione tradizionale non è aggregante. Non aggrega non solo perché vive di luce riflessa (Berlusconi) ma anche per l'assenza di un programma alternativo credibile nelle idee e negli uomini, preoccu-

pati più al loro posizionamento che ad assicurare un ricambio ed un avvenire al popolo lucano. A ciò si aggiunge il bisogno, la fame dei lucani che confonde i propri carnefici in benefattori per completare il quadro dentro cui devono muoversi tutti coloro che non intendono omologarsi a tale

A LAVELLO E PIGNOLA

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SAREBBE STATA UN'ALTRA PARTITA

iva soddisfazione è stata espressa dal candidato sindaco di Lucania Libera di Lavello, Pasquale Mosca, per il risultato conseguito dalla propria lista in occasione dell'ultima tornata elettorale Comunale. «Il risultato ci incoraggia a continuare - ha dichiarato Mosca per vigilare sulle politiche ambientali che il nuovo sindaco Altobello v o r r à mettere in campo. Bisognerà costruire un nuovo soggetto politico alternativo a questo sistema di potere che per anni ha fatto regredire la Regione e i suoi Comuni, Lavello compreso. Se l'opposizione politica tradizionale - ha concluso il mancato sindaco di Lavello - avesse capito la bontà della nostra proposta, oggi con i nostri 259 voti saremmo stati

accettato la nostra vera proposta alternativa oggi saremmo qui a festeggiare la vittoria. La nostra azione per il futuro - ha concluso Romano - sarà quella di costruire una nuova forza politica di opposizione capace di interpretare le esigenze ed i bisogni della nostra comunità. Questo nostro intendimento è suffragato dall'aver, con i nostri 208 voti, doppiato il Movimento 5 Stelle che si è arenato solo a quota 110. Il dato è particolarmente significativo considerando che il movimento del comico aveva superato quota no, che attribuisce all'arro- 1000 alle scorse elezioni poliganza di chi si sentiva già tiche, attestandosi come eletto l'aver regalato nuova- primo partito a Pignola. mente il comune al PD. «Se il candidato Summa - ha lucania libera dichiarato Romano - avesse coordinamento provinciale

determinanti per il successo delle forze alternative». tessa soddisfazione è stata espressa dal candidato sindaco di Lucania Libera di Pignola, Donato Roma-

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sistema. Eppure queste elezioni ci hanno fornito un messaggio di speranza chiaro, inequivocabile; uno spazio d'azione da perseguire per il futuro: il metodo Atella, che è uscito vincente sulla sinistra e che deve essere preso a modello. Occorre una nuova aggregazione di tutte le forze contra-

rie con un programma concreto che metta al centro della politica i problemi della vita a cominciare dal lavoro che manca e nuovi uomini capaci e preoccupati del Bene Comune per partecipare e vincere le prossime competizioni elettorali. piccolomini

Dopo che una classe politica ha concluso mestamente il proprio pessimo operato

IL FUTURO… ORA! E

Idee e proposte sul lavoro e sulle problematiche dei nostri giorni ’ partita la campagna della Noi proponiamo di tornare al par-

Giovane Italia della Basilicata, Il Futuro. Ora! con al centro proposte e idee per un confronto con la politica lucana. Tutto nasce dalla necessità di prendersi una buona dose di responsabilità, di condividere con i giovani lucani i problemi di oggi e guardare avanti, al futuro della nostra regione. Pertanto gireremo la Basilicata e porteremo nelle piazze l Il movimento giovanile del Pdl ha il dovere di tenere alta l’attenzione e il dibattito in un momento di totale confusione politica ed istituzionale, in un momento di silenzio assordante da parte dei partiti, ha dichiarato il Coordinatore Regionale della Giovane Italia di Basilicata, F. Nicola Riviello. Il nostro giudizio, ha continuato Riviello, sull’operato del governo regionale è negativo e irrimediabilmente giunto al capolinea. De Filippo e soci hanno fallito dal punto di vista politico, di governo e della mancata crescita economica e sociale della nostra terra. Una stagione è finita, una classe dirigente ha concluso mestamente il proprio pessimo operato, ed è inevitabile, pertanto, voltare pagina ed andare subito ad elezioni. Ma noi ci rivolgiamo, ha rimarcato il Coordinatore della Giovane Italia, anche al Pdl, al nostro partito: che prospettiva immagina nel prossimo futuro, quale metodo vorrà intraprendere per rinnovare e rilanciare la propria offerta politica?

tito del merito, dei territori, della base, della voglia di appartenenza, al partito dei lucani, della condivisione e della capacità di intercettare oggi la volontà dei cittadini stanchi e assuefatti dall’antipolitica. Noi immaginiamo il partito della buona politica. Chiediamo pertanto di fare scelte serene, oneste ed innovative: chi ha sbagliato dovrà necessariamente assumersi le proprie responsabilità, senza giustizialismi o qualunquismi, ma bisognerà aprire un confronto tra tutte le anime che si ritrovano nella nostra area, rinnovarsi nel metodo e nelle decisioni, guardare alle prossime elezioni come una vera e propria occasione per cambiare marcia, in caso contrario non riusciremmo mai a proporci come vera e reale alternativa. Ora è il momento di osare, la Giovane Italia lo chiede a gran voce. Il futuro ora passa da qui, ha concluso Riviello, dalle nostre prospettive, dalla convinzione che bisogna parlare della quotidianità, dei problemi della nostra generazione: l’assenza del lavoro, l’impossibilità di programmare un futuro, la rete di clientelismo e affarismo che soffoca la nostra comunità e la libertà di esprimere i propri mezzi senza affiliarsi o presentarsi con il cappello in mano da qualche padre padrone della nostra regione.


Venerdì 7 Giugno 2013

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Si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Gerardo Patrono della nostra città che anticamente si celebravano nei giorni 11 e 12 Maggio

I pip’pli e san Gerardo

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u il vescovo Luigi Carvelli nel 1881 a spostarla dopo un attento esame dei documenti lasciati dal Vescovo Oberto, che il 30 Maggio

del 1250 ritrovò le ossa del Santo che erano state nascoste dopo la sua morte avvenuta il 30 ottobre del 1119 . Guardando bene la sfilata dei Turchi si evidenziano pezzi di un antico passato che ci porta a raccontare una storia che forse non tutti conoscono. Sulle origini della sfilata ci sono diverse versioni e spesso, in contrasto fra loro. Proviamo a fare chiarezza e se non ci riusciremo avremo almeno raccontato la storia del primo Santo patrono della città di Potenza: Sant’Aronzio.

nei pressi di Cartagine, si erano convertiti al cristianesimo Bonifacio, sua moglie Tecla e i loro dodici figli: Donato, Felice, Onorato,

re dal porto di Cartagine su una nave ( Tartana?). Il viaggio non fu piacevole perché in mare si scatenò una tremenda tempesta mettendo a rischio la nave, il suo equipaggio e tutti i prigionieri. Fu solo grazie alle preghiere di questi santi fratelli che il mare si placò e la nave con tutto il suo carico proseguì senza più avere problemi. Nonostante ciò Valeriano non cambiò idea e una volta sbarcati a Reggio Calabria proseguirono il viaggio a piedi fino a raggiungere

La tradizione racconta, che una donna che era intenta a lavare nel fiume a poca distanza da dove erano stati martirizzati i quattro fratelli, desiderosa di avere una reliquia raccolse, lì vicino, dei fiori di ginestra ancora macchiati del sangue dei martiri e fattone un bel mazzo se li portò in casa dove li avvolse in dei panni di lino e li pose sul fondo di una cassapanca. Dopo molto tempo, questa donnarimettendo ordine nella cassapanca, ritrovò con stupore i fiori che aveva riposto

lasciando nell’aria un profumo dolce e soave come se venisse dal cielo. Come e perché il ponte Romano, che attraversa il Basento, intitolato al primo Patrono della città santo Aronzio sia stato poi successivamente dedicato a San Vito ci lascia alquanto perplesso. ai cambiare la toponomastica con leggerezza, si perde la storia! Infatti se ancora si usasse la vecchia denominazione tutti i Potentini, anche quelli più

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Aronzio, Fortunanziano, Sabiniano, Settimino, Gianuario, Vitale, Saturo, Reposito e un altro di cui si ignora il nome, ( il Triani nei suoi scritti menziona come il secondo Felice). Questi ad Adrumeto, ma anche a Cartagine, operarono molti miracoli tanto da attirare l’attenzione del proconsole Massimiano che, per le guarigioni e le conversioni così numerose, ordinò a Valeriano di arrestarli tutti. Vennero incarcerati, ma un angelo inviato dal Signore sciolse le loro catene liberandoli. Incuranti del pericolo i dodici

Il carretto dei Pip’li

Tra la fine dell’anno 200 e il 300 d.c. quando Diocleziano diede inizio alla persecuzione contro i cristiani nei territori dell’impero Romano, ad Adrumeto, cittadina marittima

fratelli ripresero la predicazione di Cristo crocifisso. Allora Diocleziano inviò l’ordine di portare in Italia questi intrepidi predicatori che incatenati furono costretti a salpa-

prima la città di Grumento e poi le rive del fiume Basento nei pressi di Potenza. Qui, vicino al ponte di san Vito, Valeriano stanco dei problemi che i santi prigionieri gli creavano, intimò a quattro dei fratelli di abiurare la loro fede pena la decapitazione. Ma Aronzio, Onorato, Sabiniano e Fortunanziano non rinnegarono la loro fede e vennero giustiziati. Dei loro corpi ritrovati nei pressi del fiume se ne occupò la pietà popolare.

anni prima. Erano ancora fre- giovani, forse avrebbero schi e profumati come se fos- conosciuto questa bellissima sero stati appena colti. storia. Portò i fiori e raccontò tutto ai Bettino Minici sacerdoti affinché li conservassero con la dovuta riverenza. Di lì a pochi anni sant’Aronzio divenne il Santo patrono della città di Potenza e, a lui fu intitolato il vecchio ponte romano perché vicino al luogo dove fu decapitato E questa è la storia dei (Pip’li) che in questa stagione colorano le nostre colline


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Nonostante una gestione fallimentare i nostri rappresentanti politici

NON SE NE VOGLIONO PROPRIO ANDARE La Regione Basilicata sta vivendo una situazione molto difficile e pericolosa per le nuove generazioni

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a politica regionale, attuata da coloro i quali amministrano da un trentennio a questa parte, è stata fallimentare ed ha procurato profitti e proventi di ogni genere solo per chi ha gestito direttamente o indirettamente la cosa pubblica e chi si è adeguato ai loro clientelari sistemi e metodi. Andiamo a guardare, solo per curiosità, i vitalizi percepiti in virtù dei loro mandati regionali e parlamentari. Soldi pubblici come se fosse un loro diritto acquisito alla faccia della povera gente che vive con redditi alla soglia della povertà. Questo sistema, caratterizzato da iniquità, clientelismo, “familismo amorale”, consociativismo, immoralità pubblica, corruzione, consolidato nel tempo, coinvolge tutti i nostri amministratori, nonché coloro che ricoprono cariche nei vari subenti regionali, indipendentemente dal colore politico di appartenenza. Con queste premesse il risultato che ora stiamo vivendo non deve meravigliarci più di tanto. Leggiamo sulla stampa di qualsiasi tendenza, di scontrini raccattati dai nostri amministratori regionali. Questo ci rattrista e ancora una volta dobbiamo pensare con dati di fatto che il sistema

L’ INPS promuove

L’EUROPA DEI CITTADINI L’anno 2013 è stato ufficialmente proclamato “Anno europeo dei cittadini”, con decisione del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, su proposta della Commissione europea. L’obiettivo generale è quello di rafforzare la conoscenza e promuovere l'esercizio di tutti i diritti connessi alla cittadinanza dell’Unione, per permettere ai cittadini di esercitarli pienamente, a partire dal diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio di tutti gli Stati membri. Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed in particolare l’Ufficio per la cittadinanza europea, è stato designato come punto di contatto nel coordinamento a livello nazionale delle attività dell’anno europeo dei cittadini e ha dedicato un’apposita sezione all’evento, nel sito istituzionale, con schede di approfondimento sulla cittadinanza europea. L’INPS - come amministrazione pubblica - è coinvolta in una serie di attività per promuovere una maggiore consapevolezza

dei cittadini comunitari in merito al loro diritto di circolare e soggiornare liberamente all'interno dell'Unione Europea. In tale contesto, è stata creata - e resa disponibile da febbraio scorso sul sito istituzionale dell’INPS un’apposita sezione “Anno europeo del cittadino” dedicata all’informazione sulla sicurezza sociale per i cittadini europei che vivono e lavorano nell’UE. Al sito si accede sia direttamente dal banner presente in home page, sia dall’area dedicata ai Lavoratori Migranti. L’Obiettivo è quello di divulgare e far conoscere l’attività del Centro SOLVIT presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che, come anticipato con messaggio n.12856 del 1° agosto 2012, è inserito in una rete per la risoluzione di reclami e criticità poste dai cittadini e dalle imprese dell’Unione Europea anche in materia di sicurezza sociale. Ulteriore obiettivo della videoconferenza è coinvolgere gli operatori delle Strutture INPS sulla necessità di gestire con

celerità i reclami presentati dai cittadini e dalle imprese attraverso il servizio europeo SOLVIT, che consente di utilizzare un procedimento alternativo, gratuito e molto più rapido delle vie legali, per la risoluzione delle controversie. Si ricorda che SOLVIT è una rete on line formata da centri nazionali presenti in tutti gli Stati dell'Unione e in Islanda, Liechtenstein e Norvegia, che cooperano per trovare una soluzione ai problemi dovuti all'erronea applicazione delle norme europee da parte delle istituzione e amministrazioni nazionali. Com’è noto, tramite questa rete, gli Stati membri collaborano per risolvere concretamente i problemi derivanti dall’applicazione non conforme della normativa comunitaria da parte delle Amministrazioni pubbliche. Sebbene la sua gestione sia di competenza degli Stati, è la Commissione europea che fornisce le infrastrutture e, se necessario, offre assistenza per accelerare la soluzione dei problemi. donato Vallano

BASILICATA così come definito nei salotti della TV funzionava così bene che oltre agli scontrini nel 2008 alle politiche 4 consiglieri regionali 2 del pd e 2 del pdl hanno percepito per un periodo di tempo doppia indennità di carica sia come consiglieri regionali che come parlamentari; mentre il popolo lucano moriva e muore di fame a causa di una gestione allegra della cosa pubblica. Questo sistema pur di galleggiare è stato sorretto anche dai cosiddetti “cambiatori” di casacca. Questi camaleonti del potere lucano, candidati ora col Centro-Destra, ora col Centro-Sinistra, abituati a girare il mestolo nella caldaia laddove si lavora il formaggio, pur di galleggiare incuranti del mandato elettorale ricevuto, fanno il bello e il cattivo tempo. Gli elettori votano e gli eletti cambiano casacca! Finché vige questo sistema consociato, che si alimenta In un momento di difficoltà eco- mozione e la piena tutela dei ve messe in campo, a favore dei già da molto tempo, difficil- nomica così pesante bisogna diritti dei minori, collaborando bambini e degli adolescenti, da essere lucidi per fare delle scel- con tutti i soggetti che operano enti, associazioni, cooperative mente cambierà qualcosa.

Bloccata dal 2009 la nomina del GARANTE PER L’INFANZIA di Basilicata

L’UNICA REGIONE CHE NON SI PREOCCUPA DEI GIOVANI

giuseppe domenico nigro

te e stabilire priorità. Investire sull'infanzia, in termini di prevenzione, significa promuovere benessere e risparmiare risorse in futuro. E’ il pensiero di diverse associazioni che si occupano di prevenzione, partecipazione e protezione dei minori e che tutelano i loro diritti fondamentali, e dello stesso Garante nazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Vincenzo Spadafora. Per questo si è istituito in ogni Regione il Garante per l'infanzia con competenze specifiche. Un ruolo che non può essere ricoperto dal difensore civico. Il Garante per l'infanzia e l'adolescenza, un ruolo previsto dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia dell'Onu varata nel 1991, ha il compito di assicurare la pro-

in questo settore, in primis la scuola. Le sue funzioni vanno dalla promozione all’informazione sui diritti dei bambini, ai compiti di assistenza individuale in casi concreti, con una maggiore sensibilità ed interazione alle problematiche locali. Si tratta in sostanza di sperimentare, con le strutture territoriali socio-assistenziali-educative e di volontariato, un rapporto di collaborazione sistematico per leggere con maggiore attenzione i bisogni, studiare e coordinare le possibili risposte, accogliere segnalazione, svolgere azioni di monitoraggio e vigilanza. L’esigenza di un raccordo regionale e territoriale è indispensabile per far fruttare tante iniziati-

sociali, e creare una rete per moltiplicare le competenze e le esperienze migliori, per superare una sorta di sindrome della settorializzazione nell’ottica di una sussidiarietà che superi la separatezza dei ruoli e veda il minore come soggetto unico. La Basilicata ha istituito Il Garante Regionale per l’infanzia con la legge 26 del giugno 2009 e sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata n. 50 del 3 novembre 2009 ha pubblicato l'avviso pubblico per la nomina del Garante regionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Oggi, a distanza di quasi quattro anni dal bando e dalla verifica dei partecipanti aventi titoli, questa nomina è rimasta nel cassetto. Misteri della politica lucana!


Venerdì 7 Giugno 2013

Dal Corriere della Sera del 02/06/2013

E N O I Z A PRI A Il segreto di Filippo Bubbico: viceministro O R P AP NDEBIT I per meriti sconosciuti

I Cristiani e la Libertà Minacciata

...Una rivoluzione della mentalità e del costume collettivi che segna una gigantesca frattura rispetto al passato: la rivoluzione antireligiosa... Una grande rivoluzione sta silenziosamente giungendo al suo epilogo in Europa. Una rivoluzione della mentalità e del costume collettivi che segna una gigantesca frattura rispetto al passato: la rivoluzione antireligiosa. Una rivoluzione che colpisce indistintamente il fatto religioso in sé, da qualunque confessione rappresentato, ma che per ragioni storiche, e dal momento che è dell'Europa che si parla, si presenta come una rivoluzione essenzialmente anticristiana. Ormai, non solo le Chiese cristiane sono state progressivamente espulse quasi dappertutto da ogni ambito pubblico appena rilevante, non solo all'insieme della loro fede non viene più assegnato nella maggior parte del continente alcun ruolo realmente significativo nel determinare gli orientamenti delle politiche pubbliche - non solo cioè si è affermata prepotentemente la tendenza a ridurre il cristianesimo e la religione in genere a puro fatto privato - ma contro il cristianesimo stesso, a differenza di tutte le altre religioni, appare oggi lecito rivolgere le offese più aspre, le più sanguinose contumelie. Ecco alcuni esempi, tra gli innumerevoli che potrebbero farsi, di quanto sto dicendo (tratti in parte da una dettagliata denuncia pubblicata su un recente numero di Avvenire). In Irlanda le chiese sono obbligate ad affittare le sale per le cerimonie di loro proprietà anche per ricevimenti di nozze tra omosessuali; a Roma, nel corso del concerto del Primo Maggio un cantante ha mimato il gesto rituale della consacrazione dell'ostia durante l'eucarestia avendo però tra le mani un preservativo al posto dell'ostia; in Danimarca il Parlamento ha approvato una legge che obbliga la Chiesa evangelica luterana a celebrare matrimoni omosessuali nonostante un terzo dei ministri di questa si siano detti contrari; in Scozia

due ostetriche cattoliche sono state obbligate da una sentenza a prendere parte a un aborto effettuato dalle loro colleghe, mentre dal canto suo l'Ordine dei medici inglese ha stabilito che i medici stessi «devono» essere preparati a mettere da parte il proprio credo personale riguardo alcune aree controverse. Ancora: in un recente video di David Bowie, in cui la celebre rockstar è abbigliato in modo che ricorda Gesù, la scena mostra un prete che dopo aver percosso un mendicante entra in un bordello e qui seduce una suora sulle cui mani subito dopo si manifestano le stigmate; in Inghilterra, a un'infermiera è stato proibito di portare una croce al collo durante l'orario di lavoro, mentre una piccola tipografia è stata costretta ad affrontare le vie legali per essersi rifiutata di stampare materiale esplicitamente sessuale commissionatole da una rivista gay; in Francia, in base alla legislazione vigente, è di fatto impossibile per i cristiani sostenere pubblicamente che le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso costituiscono secondo la loro religione un peccato. E così via in un profluvio impressionante di casi (per informarsi dei quali non c'è che andare sul sito wwww.intoleranceagainstchristians.eu). Senza contare che ormai in quasi tutti i Paesi europei, al fine proclamato di impedire qualunque pratica discriminatoria, è stata cancellata l'erogazione di fondi alle istituzioni cristiane, così come è stata cancellata la clausola a protezione della libertà di coscienza nelle professioni mediche e paramediche. Non si contano infine in tutte le sedi più o meno ufficiali, a cominciare da quelle scolastiche, i casi di cancellazione, a proposito delle relative festività, della parola Natale, sostituito dal neutrale «vacanze invernali» o simili. Ce n'è abbastanza da suscitare la preoccupazione di qualunque coscienza liberale. Qui infatti non si tratta tanto di cristianesimo, di Chiesa, o di religione, bensì di qualcosa di ben più importante: si tratta di libertà.

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E di storia. Di consapevolezza cioè che in Europa la libertà religiosa ha rappresentato storicamente l'origine (e la condizione) di tutte le libertà civili e politiche. Essere assolutamente liberi di adorare il proprio Dio, di propagarne la fede, di osservarne i comandamenti, di aderire alla visione del mondo e al senso dell'esistere che questi definiscono, di praticarne pubblicamente il culto; ma anche naturalmente essere libero di non avere alcun Dio e alcun culto: da qui è partito il cammino della libertà europea. E c'è bisogno di ricordare che si è trattato del Dio cristiano? La libertà religiosa vuol dire alla fine null'altro che la libertà della coscienza, cioè il non essere obbligati per nessuna ragione ad abbracciare idee o comportamenti contrari ai dettami accettati nel proprio foro interiore. Che è appunto la libertà di autodeterminarsi: e pertanto anche di parlare, di scrivere, di discutere a sostegno delle proprie convinzioni, così come di ascoltare quelle altrui e magari farsene convincere. Insomma, libertà religiosa da un lato e dall'altro libertà di opinione e di parola - che sono i due pilastri della libertà politica vanno all'unisono. È innanzi tutto da questo punto di vista, dunque, che è quanto mai preoccupante il fatto che oggi, in Europa, in molti luoghi e per molti versi, la libertà dei cristiani appaia oggettivamente messa in pericolo. E non importa che ciò avvenga per il proposito di proteggere da supposte discriminazioni questa o quella minoranza. È anzi semplicemente paradossale, dal momento che nell'attuale panorama del continente sono i cristiani in quanto tali che appaiono una minoranza. Lo sono di certo - e massimamente i cristiani cattolici e la loro Chiesa - rispetto al mainstream dell'opinione e del costume dominanti e culturalmente accreditati. Basta vedere come nelle materie più scottanti alcuna voce autorevole, riconosciuta generalmente come tale, si alzi quasi mai a sostegno del loro punto di vista; come ogni accu-

Una piccola regione povera e sovraesposta: quelle domande (senza risposta) sul petrolio lucano Che non siano le qualità e le competenze personali a determinare gli scranni dove poggiare le rispettabili parti basse della nostra classe politica, è un dato pressoché incontrovertibile. Ma anche quando si volesse seguire la logica strettamente “politica” delle convenienze di partito e della rappresentanza delle tessere in campo, le nomine di Filippo Bubbico a Vice-Ministro degli Interni e di Roberto Speranza a capogruppo del PD alla camera non sono facilmente comprensibili. La Basilicata è una piccola regione, pochi elettori in tutto

numeroso, anzi maggioritario, alla Camera. E allora? Poiché in politica tutto può accadere ma nulla accade per caso, forse la domanda da porsi è altra e la risposta, se mai ci fosse, spiegherebbe tutto l'arcano. È una domanda già posta a diversi presidenti del Consiglio dei Ministri, Ministri, politici ed economisti. Persino e ripetutamente al Direttore Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche del Dipartimento per l'Energia del Ministero dello Sviluppo Economico, Ing. Franco Terlizzese. È una domanda semplice sem-

Filippo Bubbico

Roberto Speranza

che attribuivano un larghissimo consenso elettorale al PD, recentemente evaporato con l'ascesa del Movimento 5 Stelle di Grillo. Non ci sono competenze professionali specifiche per un architetto che arriva al Ministero degli Interni. Nemmeno l'esperienza della consulenza alla progettazione di impianti di gelsibachicoltura, svolta da Filippo Bubbico durante la lunga carriera politica, fornisce elementi distintivi in quella direzione. Così come un giovane neoparlamentare che assurge alla guida dei parlamentari PD alla Camera, non può certo possedere l'esperienza necessaria per guidare il gruppo politico più

plice: quanto petrolio c'è sotto la Basilicata? Forse Filippo Bubbico lo sa, forse Roberto Speranza lo sa, forse Vincenzo Folino lo sa e forse è proprio per questo dato e tutto ciò che ne consegue che la rappresentanza lucana a Roma non può essere insignificante. Qualcuno, poi, si domanda come mai nessuna testata giornalistica nazionale pone questa semplice domanda all'ENI, ai governi issimi e non, ai Ministri ed ai Direttori Generali. Anche questa risposta è semplice: basta sfogliarli i giornali e guardare le figure. nicola piccenna da www.toghelucane.blogspot.it

sa nei confronti loro e del loro

so per essere solo l'Europa del pensiero unico politicamente corretto - ricordi il celebre ammaestramento di una grande figlia dell'ebraismo rivoluzionario, Rosa Luxemburg. La quale si può presumere che come ebrea e rivoluzionaria sapesse bene ciò di cui parlava: «La libertà è sempre e solo la libertà di chi la pensa diversamente». Ernesto galli della loggia

clero raccolga sempre larghissimo favore; come ogni attribuzione di responsabilità storica per qualunque cosa negativa del passato, anche la più fantasiosa, sia invece sempre di primo acchito giudicata fondatissima. È forse ora che l'Europa che si dice e si vuole «Europa dei diritti» - ma che finisce troppo spes-


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Tra Napoli e Villa d’Agri

IL TEATRO DI ALESSANDRA APREA : PASSIONE, RAGIONE E FEDE Contrariamente ai programmi televisivi il Teatro ti eleva e ti ricarica di energia positiva

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lessandra Aprea si laurea in spettacolo al Dams di Bologna con una tesi su Eduardo De Filippo. Il suo maestro, che la segue nella formazione teatrale è proprio Gino Maringola, uno degli attori della compagnia di Edoardo. Frequenta l’Accademia di Arte drammatica al Teatro Bellini di Napoli. La sua attività nell’ambito teatrale è dinamica e forte: è protagonista, regista, insegnante in corsi di teatro. Partecipa a Gli uccelli di Aristofane con regia di Lucio Allocca, a Masaniello di Tato Russo, al lorchiano Lamento per Ignacio Sanchez Mejiasdi Antonio Sirano. Ultimamente al festival di Giffoni con un cortometraggio dal titolo Gocce di verità.

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opo 100 anni, la marcia sinfonica ACHERUNTIA è stata finalmente riascoltata dagli Acheruntini! La marcia è stata composta dal maestro Rocco Cristiano (Sasso di Castalda 1884 – Terni 1967) nel periodo in cui era il direttore della banda musicale ad Acerenza dal 1903 al 1913, anno in cui lascia Acerenza perché vincitore di un concorso bandito dal comune di Cannara (PG). Nel 1930 entra in servizio presso l’Istituto musicale di Terni dove muore il 23 maggio del 1967. Le ricerche effettuate per lo spartito della suddetta marcia sinfonica sono state complicate ed hanno richiesto circa quattro anni di indagini. Alla fine, con grande soddisfazione e grazie anche alla collaborazione di “Acerenza diffusa in Italia e nel mondo” (www.acerenzadiffusa.it), sono riuscito ad avere una copia dall’unico originale esistente presso la biblioteca nazionale di Firenze. Il presidente della banda musicale Antonio Saluzzi, il Maestro Rocco Imperatore e tutti i musicanti con grande entusiasmo si sono impegnati in pochi mesi a studiare la partitura e finalmente l’hanno presentata al pubblico ache-

Come ella stessa scrive: «Il teatro etico aiuta a riflettere su ciò che realmente conta nella vita. Mi svegliavo alle 6 di mattina per andare a lezione nei quartieri spagnoli dal mio adorato maestro Gino Maringola. Come ho scritto nel mio libro Carol. Un attore diventato santo, oggi mi manca più che mai la parte wojtyliana, il suo essere gentile. Egli mi ringraziava ed io lo ringraziavo. Una volta mi ha regalato una targa con su scritto Una vita per il teatro. Da allora ho capito che aveva acceso una fiaccola che non si spegne. Anzi di più! Come era solito dire il grande Eduardo: il mio cuore continuerà a battere anche quando si sarà fermato! Attraverso il teatro io mi avvicino a

Dio e lo ringrazio. Avverto intorno a me che la voglia di fare teatro si trasmette e coinvolge, soprattutto i giovani. Questa voglia ci fa ancor oggi pensare, come qualcuno più di una volta ha sottolineato, ottimisticamente al futuro dell’umanità. Il teatro deve edificare. Oggi molti programmi televisivi sono paralizzanti. L’arte deve elevare e creare energia positiva». Belle ed intense parole che ti danno vivamente il senso vero dell’arte. L’arte è vocazione, oltre che ispirazione divina. Come si fa una trovare una perla da Napoli a Villa d’Agri? Eppure la nostra terra offre dei tesori inestimabili, non solo il petrolio, l’acqua e i boschi! L’arte, come diceva Aristotele, deve

avere un grande ruolo catartico, altrimenti non serve a nulla. L’ideale estetico può condurre a Dio solo se c’è questa intrinseca finalità, altrimenti può anche allontanarti dalla retta via. Ma d’altra parte solo l’artista può cogliere l’Assoluto, lo diceva Schelling: «Ogni splendido quadro nasce per il fatto che si toglie quella muraglia invisibile che divide il mondo reale dall’ideale, e non è se non l’apertura attraverso la quale appaiono nel loro pieno rilievo le forme e le ragioni di quel mondo della fantasia, il quale traluce solo imperfettamente attraverso quello reale». Questa forte dimensione dell’arte ha ritrovato la sua recondita e rilucente espressione in questa donna, Alessandra

Ricca produzione musicale del maestro di Sasso di Castalda Rocco Cristiano

Ritrovata la partitura della marcia sinfonica ACHERUNTIA runtino che l’ha ascoltata con calore e ammirazione. Tutto ciò è accaduto a 100 anni dalla partenza da Acerenza del Maestro Rocco Cristiano; un modo irripetibile per ricordarlo! Il maestro Sassese aveva sposato nel 1912 una nobil donna di Acerenza, donna Angelina Panni nonostante le ostilità iniziali della famiglia della sposa. Dal loro matrimonio sono nati 6 figli di cui 3 viventi. Il Maestro Rocco Cristiano oltre ad essere stato direttore della banda di Acerenza è stato anche organista della Cattedrale ed insegnante di canto e pianoforte presso il locale Seminario Archidiocesano. Nel 1921 ottiene un grande consenso popolare con l'esecuzione a Perugia della “Semiramide” di Rossini e dell'“Inno al Sole” di Mascagni. Nel 1927 lascia Cannara (PG) per Foligno (PG) incaricato di dirigervi la Scuola di musica.

Nella foto sopra: La banda di Acerenza. In quella inferiore: Sasso di Castalda: Casa Natale di Rocco Cristiano.

Fra i suoi compiti, anche quello di ricostruire il Concerto Civico folignate sciolto nel 1920. Nel 1930 entra in servizio all'Istituto Musicale "Giulio

Briccialdi" di Terni, dopo aver superato una selezione tra ventisette concorrenti, dove rimarrà fino al 1952. La Reale Accademia d’Italia, nell'adunanza del 4 aprile 1936, delibera la concessione di un premio per le sue composizioni. Nel 1947 gli viene affidato l'incarico di direttore della prestigiosa Banda Musicale di Terni. Nel 1952 termina la sua carriera pubblica. Da allora in poi si dedicherà all'insegnamento privato ed alla composizione. In questi ultimi anni segue anche la banda musicale di Orte (VT). Il Prof. Stefano Ragni nel suo libro "I musicisti dell'Università per Stranieri di Perugia", nella parte dedicata al periodico "L'Amico dei Musicisti"

Aprea, che ha dato la vita per il teatro, oltre al fatto che la vita è teatro. E pure il grande maestro Platone, che tanto condannava l’arte come imitazione dell’imitazione, a volte l’approvava come rivelazione della bellezza visibile dell’Uno invisibile eterno: «Lieve cosa è veramente il poeta, alata e santa.» - scrive nello Jone - «il poeta è capace soltanto se posseduto da un Dio; privo ormai di ragione deve tutto esaltarsi ed, estenuata la mente sua, scomparire; fino al momento in cui nell’uomo le facoltà razionali rimangono intatte, l’uomo non sa comporre poesia, non sa cantar vaticini». Vincenzo capodiferro

(1927-1931) edito dalla Casa Belati, dice del Maestro Rocco Cristiano che con la sua opera di musicistatrascrittore ha dato concretezza all'accordo stipulato alla fine del 1927 tra la Casa Belati e la Casa Sonzogno, accordo riguardante l'esclusiva di riduzione bandistica su tutto il repertorio lirico della stessa Casa Sonzogno. Infatti il Maestro Rocco Cristiano ha elaborato, su incarico della Casa Belati, la maggior parte "delle più interessanti opere del repertorio moderno": dalla Fedora di Giordano, alla Lodoletta di Mascagni, alla Rondine di Puccini, a Sly di Wolf-Ferrari. Oltre alle sue numerose composizioni come la marcia sinfonica Acheruntia e Lucania, ha trascritto per banda numerose sinfonie di: Mascagni, Rossini, Puccini, Shubert, Wagner, Brahms, Charles Gounod, Bellini Norma di Vincenzo Bellini, Ermanno Wolf-Ferrari, Giordano, Verdi, Rapsodia napoletana. Michele di pietro


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Campomaggiore

IL DIGITALE TERRESTRE: CHE DISASTRO P er l’azienda è la conformazione orografica del territorio la causa dell’inefficienza; per i cittadini è lo scarso interesse delle istituzioni. Campomaggiore: a di-stanza di un anno dallo spegnimento della tv analogica e il passaggio alla tv digitale terrestre sono ancora numerosi i cittadini lucani e i paesi che si lamentano per la cattiva ricezione, principalmente, dei programmi della Rai. Ad oggi, infatti, si riscontrano ancora gravi problemi di copertura dei segnali televisivi, ad esempio a Campomaggiore non è possibile vedere il Tg Basilicata, problema non da poco, considerato che i cittadini campomaggioresi pagano l’abbonamento come tutti. Sulla questione la sede regionale della Rai non ha dato ancora una risposta soddisfacente. Secondo i tecnici della tv di stato è la particolare conformazione orografica del

territorio lucano la principale causa dell’inefficienza del segnale digitale. La spiegazione non soddisfa gli utenti, che sono costretti ad installare impianti satellitari per poter vedere la programmazione nazionale, ma senza risolvere il problema della visione del telegiornale regionale. Sui disagi legati allo switch-

gli anziani. Tutto ciò però non ha risolto i problemi e gli utenti non sanno più cosa fare. L’unica cosa certa è lo scarso interesse sulla questione da parte delle istituzioni, che ancora una volta si dimostrano distanti dalle problematiche che affliggono quotidianamente la popolazione. Negare ai cittadini di conoscere fatti e avvenimenti che riguardano le proprie comunità significa estrometterli dal contesto sociale. Un isolamento che nell'era dell’iper connessione non solo non è concepibile, ma soprattutto non è ammissibile. Quanto tempo passerà prima che il programma regionale possa essere reso visibile? E’ mai possibile che anche off, sin dall’inizio, il Corecom per questo i cittadini lucani si è prodigato per fornire una devono questuare un lecito corretta informazione a tutela diritto? e supporto di tutti i cittadini e, soprattutto, delle fasce più alessandro Balsamo deboli e meno esperte, come

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Alle prossime elezioni regionali del 17 e 18 novembre

Un Governatore Americano?

Lucania Libera e Miracolo Lucano lanciano la federazione dei movimenti civici: MOVIMENTO DELLA LUCANIA Si chiama Isaia Giannetti, un giovane di 37 anni nato e cresciuto negli Stati Uniti da genitori italiani e laureato alla Boston College. Il Prof. Giannetti si trasferisce da Boston a Matera circa 3 anni fa con l’obbiettivo di realizzare nella nostra Regione una sede distaccata dell’Università del Massachusetts dove egli insegnava. Durante la sua permanenza in Lucania il giovane prof. viene a conoscenza e si interessa alle problematiche locali della nostra Regione; in particolare quelle legate al petrolio, le scorie nucleari e rifiuti tossici pericolosi. Da subito incomincia a denunciare pubblicamente e senza mezzi termini gli scempi che

vede e organizza la petizione più grande della Basilicata sulla questione petrolio. I politici lucani, infastiditi da tale ingombrante presenza, mettono subito al bando l’americano che non appirà più in TV o sui quotidiani dopo il 2011. Giannetti non si arrende e porta avanti la sua battaglia su internet e nelle piazze della Basilicata e fonda a Matera il Movimento Miracolo Lucano che, d'intesa con il coordinamento regionale di Lucania Libera, da vita al Movimento della Lucania, un gruppo di movimenti e liste civice regionali. Il proposito è quello di difendere gli interessi dei lucani, mettendoli al riparo dalla diarchia PD/PDL.


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Nausicaa COSTUMI E MODE CAMBIANO… I SENTIMENTI RIMANGONO

“Riderà, riderà, riderà. Tu falla ridere, perché...” Mi piace aprire questa pagina con le celeberrime parole del compianto Antonio Ciacci, al secolo Little Tony per parafrasare quel verbo che a tutti noi piace tanto, che cerchiamo da sempre nel nostro vocabolario e nella nostra lista della spesa quotidiana, e che non sempre ci riesce di applicare. Già, “ridere” soleva ammonire perfino il grande Enzo Iannacci... ...perché “tutto il resto è noia!”, potrebbe far eco l'altrettanto amatissimo Franco Califano con il suo ironico ed amaro accento romanesco.

Figure, queste, che hanno in comune una quasi contemporanea scomparsa, ai giorni attuali, in un anno che sa di un'epoca strana: piatta ed altalenante insieme. Frasi come queste pocanzi portate alla memoria fanno ormai parte del nostro linguaggio comune: le si usa al bar, come al supermercato; in ufficio, così in chiesa. Allo stadio o in uno studio televisivo. Esse ci fanno comprendere come siano stati assorbiti tanti anni di storia comune, quotidiana, mondana e spicciola in poche parole, che nascondono enormi verità. Ed è per questo che ci è venuto spontaneo, quasi facile, dar vita a questo racconto di una vita, come fosse un giorno soltanto, lunga esattamente sessant'anni di storia: di tutti e personale. E già, perché mai come negli ultimi sessant'anni il linguaggio, i costumi, i vizi e le virtù sono diventati maledettamente univer-

sali, dal servo al signore, perché gli spazi e i tempi si sono accorciati e ridotti, sorvolando mari e monti, grazie a delle apparecchiature di cui soltanto qualche anno fa si sarebbe attribuita l'esistenza in qualche girone infernale dantesco o nella fantasia di Jules Verne. La radio, la televisione...E poi il computer: internet. Fino ai cellulari e agli smartphone, che ormai riassumono tutti questi strumenti in un piccolo aggeggio tascabile. Ma il caro Little Tony, che le nostre mamme adoravano come un dio sulle riviste e nel bianconero dei primi apparecchi televisivi è esattamente lo stesso che vediamo adesso, ormai scomparso, accedendo a Google o YouTube attraverso un telefonino. Le sue note, nelle sale dei cinema degli anni Sessanta o nelle cuffie dei nostri iPod sono magiche adesso come allora, perfettamente identiche. E allora cos'è cambiato negli ultimi sessant'anni? Forse tutto, o forse nulla; è cambiato solo il mezzo, ma il concetto ed il linguaggio sono esattamente i medesimi, pur in un mondo completamente rovesciato. Sessant'anni son lunghissimi, a pensarci; eppure così brevi da poter esser raccontati riassunti dagli episodi che ci hanno permesso di arrivare ad oggi, nel bene e nel male. Per questo motivo, quasi provocatorio, abbiamo accettato la sfida di raccontare un po' di storia di tutti noi, vista per l'appunto con occhio di uomo comune, del sordiano “borghese piccolo piccolo”, mettendo a confronto annate agli antipodi: l'attuale 2013 col vecchietto 1953; il trascorso 2012 con il 1954, e così via, scoprendo differenze e analogie di vita di tutti i giorni. Avremmo potuto trovare sicuramente modi migliori, ma è parso un sistema bizzarro ed originale di narrare la nostra piccola storia. L'anno attuale si è aperto nel segno di Marte, all'indomani di un mondo che non è voluto finire, come volevano i cari amici Maya d'oltreoceano. Dal suo inizio, ha portato in dono al mondo un evento che non accadeva da tempi medievali, ben più lunghi di un sessantennio: le dimissioni di un papa, l'emerito Benedetto XVI. Per la prima volta nella storia poi, l'elezione del primo pontefice latinoamericano che, col suo dolce

accento argentino, ed i suoi modi gentili, ha fatto breccia nelle nostre case presentandosi spoglio di vesti purpuree e monili costosi: Jorge Mario Bergoglio, divenendo Papa Francesco, in onore del patrono d'Italia, San Francesco, il santo più venerato sul pianeta. Curioso pensare, ad esempio, che sessant'anni esatti prima, nel 1953, moriva, nello stesso mese,

lo statista sovietico Josif Stalin, innescando un lento ma inesorabile declino della potenza comunista. Una bella curiosità di “casa nostra”: a sindaco di Potenza in quell’anno vi era l'attuale senatore della Repubblica Emilio Colombo, che, dopo la “benedizione” del sommo Francesco Saverio Nitti, fece volare la croce bianca su fondo rosso sul Comune del capoluogo di regione della Basilicata. Ebbene, sessant'anni dopo, è commovente vederlo invecchiato sul primo seggio degli scrutinatori per l'elezione del Presidente del Senato, ma orgogliosi perché è l’ unico padre costituente dello Stato Italiano in vita, per giunta lucano, dopo la morte del celebre Giulio Andreotti. Nelle radio, intanto, in quel periodo, spopolava la voce suadente di Dean Martin con la celeberrima That's Amore, che è diventata col tempo un'espressione del linguaggio universale, e Frank Sinatra conI'mWalkingBehindYou. Nel 1953 nasce la Stratocaster, ideata e realizzata da Leo Fender, una chitarra elettrica che è tuttora commercializzata senza differenze sostanziali rispetto al modello originale. Ma è nel cinema che tre pellicole cambiano a loro modo la storia. Vacanze Romane di Wil-

Nausicaa, giovane cantautrice lucana di Maratea, ha pubblicato su i-Tunes il suo ultimo lavoro, Mad World. Un concept-album registrato quasi completamente in acustico per una voluta scelta musicale che privilegi la pura emozione. In Mad World Nausicaa vuole raccontare i desideri e le inquietudini della sua generazione seguendo il filo di una storia che attraversa situazioni e sentimenti diversi. Sicuramente un album ricco di sostanza, ragionato e “maturo” anche dal punto di vista della sensibilità musicale, che fa seguito ad altre produzioni artistiche che hanno già ricevuto un positivo riscontro di pubblico e critica. r.F. liam Wyler: un'avventura romantica indimenticabile, dove il valore di un attimo vale più di qualunque altra cosa. Audrey Hepburn e Gregory Peck incarnano questi due eroi romantici di tutti i giorni. Nello stesso anno Federico Fellini mette a frutto uno dei suoi capolavori: i Vitelloni. In questo film racconta la storia di un allegro gruppo di giovanotti, che passano a Rimini le loro giornate a bighellonare senza lavorare. Che fanno questi irresponsabili e velleitari figli di mamma? Piccoli divertimenti, piccole miserie, piccoli squallori, insomma una noia gran-

de. Non sono ancora gli anni della Dolce Vita, ma il regista romagnolo fa col suo 2° film e mezzo uno scanzonato omaggio, distaccato ma non troppo, alla Rimini della sua adolescenza che gli vale ben 3 Nastri d'argento (regia, produzione e Sordi). Nel 2013 invece, si consacra sempre più, sia in video che in radio, il concetto del “reale”, la real tv, real audio, real time, tutto ciò che succede in tempo reale con immagini e suoni veri, crudi, senza effetti e contraffazioni, lontano dai missaggi e dai montaggi hollywoodiani degli anni 50 e successivi, quasi a voler sbattere le cose in faccia, senza filtro. Per esprimere meglio il concetto in musica, si potrebbe ascoltare il brano vincitore del Sanremo 2013: L'essenziale, di Marco Mengoni. a. lioi


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ANCHE IN BASILICATA GLI ALLENATORI ASSOCIATI CALCIO ITALIANO

Body Bulding

CAMPIONE ITALIANO IL LUCANO CARLO DE ANGELIS Carlo De Angelis si è classificato primo ai campionati italiani di Body Bulding in Campania. La manifestazione, patrocinata dalla federazione Italiana Body Bulding (I.F.B.B), è stata organizzata dalGensan, azienda leader nella produzione di integratori per lo sport. De Angelis ha riproposto lo stesso programma presentato a Barcellona esibendosi con le musiche di Andrea

Boccelli. Esibizione molto apprezzata dal pubblico e dalla giuria portandosi a casa un'ulteriore vittoria. "Sono felice di questo risultato qui a Napoli, ha dichiarato il campione italiano, perchè la concorrenza è stata agguerrita. Ora devo pensare ai prossimi obiettivi: Madrid ad Ottobre, in Corsica a Novembre e infine il mondiale in Mongolia. Tutto ciò mi comporterà, ha continuato il De Angelis, enormi sacrifici

Lunedì 10 giugno nella sala Principe di Piemonte in Potenza si svolgerà la prima riunione dell' associazione AACI (Allenatori Associati Calcio Italiano). Ad aprire i lavori sarà il responsabile pro tempore, Rosario Romano. L' assemblea è aperta a tutti gli allenatori di calcio a 11 e calcio a 5, agli addetti ai lavori , presidenti , dirigenti , giornalisti sportivi e tutti i simpatizzanti del calcio. La partecipazione è gratuita. Interverranno i componenti del Consiglio d’Amministrazione dell' AACI Nazionale, ed il campione del mondo, Franco Selvaggi. L’AACI è nata in Campania come movimento per difendere l' etica, la formazione e lo spirito di squadra e dare la giusta motivazio-

ne agli allenatori nel credere negli ideali sportivi . Oggi è un’ associazione non solo presente in Campania ma in tante regioni italiane che hanno aderito al progetto tra cui il Lazio, Toscana, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. In altre regioni sono in fase di partenza, come la Basilicata che in queste ore sta organizzando l’evento. Nel mentre non si è ancora spento l’eco del 4° seminario organizzato dall'AACI al complesso del giardino di Francesca dei Camoldoli di Napoli, dove il protagonista della serata è stato mister Giuseppe Sannino allenatore del Palermo che ha raccontato la su storia dalla serie D alla serie A. a.V.

IL GR VALDIANO SIAMO NOI

con allenamenti duri e costanti , ma la voglia di arrivare sul tetto del mondo per questa specialità mi allevia il percorso. E’ da quando ero piccolo che ho sempre sognato di arrivare a questa finale. Oggi, grazie al tanto amore e passione che nutro per questo sport, al sostegno di chi mi è stato e mi sta vicino, agli sponsor: la BCC di Laurenzana e Nova siri che mi hanno dato un grande aiuto , il mio sogno diventa realtà”.

Si è chiusa domenica l'avventura della GR Valdiano nei play off nazionali per l'accesso alla serie D. La squadra lucana d'adozione aveva chiuso quest'anno al secondo posto il campionato di eccellenza. Il doppio confronto con il Campofranco, squadra arrivata al secondo posto in eccellenza siciliana, ha visto protagonista il GR Valdiano che pur giocando meglio è stato beffato perdendo il doppio confronto immeritatamente e negli ultimi minuti di gara. A sostenere fino all'ultimo e dare quel valore aggiunto per la vittoria finale è stato il pubblico, vero valore aggiunto in dote al Campofranco. Nel complesso, però, il GR Valdiano si è dimostrato un

osso duro, vendendo cara la pelle. In Sicilia, la squadra agli ordini di mister Masullo, è scesa non per villeggiatura, ma per giocarsi la partita. Alla fine, nonostante gli sfavori del pronostico, le due squadre si sono affrontate a viso aperto ed il presunto divario tecnico non si è in nessun modo palesato. Campofranco, dunque, in finale play off di serie D contro il Manfredonia per tentare il colpaccio. Sentiamo di poter dire che, in ogni caso, ha vinto il “Calcio Sano Lucano”, perché ha vinto il GR Valdiano che pur affondando le proprie origini in Campania è ormai, a tutti gli effetti, una squadra lucana d'adozione. antonio Vuolo


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POVERE BESTIE Non ha senso eliminare gli zoo e non proteggere l'habitat naturale degli animali selvatici L

o zoo è sinonimo di animali in gabbia e questo lo hanno capito anche i gestori di alcune strutture che hanno tentato di placare le prime timide osservazioni negative degli animalisti regalando agli animali semplicemente qualche metro quadrato in più di spazio. Le gabbie sono state sostituite dai recinti; sono stati aggiunti alcuni alberi e altri minimi accorgimenti che hanno avuto effetti positivi solo sulla superficiale attenzione dei turisti che visitano questi luoghi per soddisfare la loro curiosità di vedere un animale selvatico o esotico. Del resto si possono spendere tante parole per dimostrare quanto gli zoo siano crudeli e per smentire le tesi, già di per sé ridicole, in loro sostegno; ma forse basta ancor più semplicemente ritrovare l’empatia per “l’altro”, anche se di diversa specie, mettendosi nei loro panni per intuire quanta sofferenza vi possa essere nel trascorrere tutta la vita in un piccolo spazio, senza libertà e senza stimoli.

Gli animali esposti negli zoo vari e molte volte particolar- se il loro habitat naturale non La principale causa di questa sono stati catturati in natura mente cruenti, fino a preve- viene a sua volta preservato. situazione è la perdita deloppure sono nati in cattività. dere l’uccisione degli indivi- Oggi il mondo intero vive in l’ambiente di vita originale, stravolto da inquinamento, sovra urbanizzazione, camCaso bizzarro anche quello del Bioparco di Roma costruibiamenti climatici… in una to nel 1911, l’unica struttura parola dagli umani. pubblica, gestita da una E’ su questi aspetti che bisoFondazione il cui presidente gna cominciare a prevedere è eletto direttamente dal Sindaco. drastici cambiamenti se si Gli oranghi sono da dieci anni vuole restituire dignità e salurichiusi in spazi ristretti e te alla Terra e a tutti i suoi abiincontrollati, tant’è che non è tanti, a cominciare dalla stato raro, in passato, vederli fumare le sigarette offerte dai nostra regione, non certo buontemponi. mettendo gli animali dentro www.oblioilblog.it gli zoo per garantirci egoistiPer quanto vogliano farci cre- dui del branco più forti che uno stato di degrado ecologi- camente il loro ricordo biolodere che le catture siano tentano di difendere i propri co spaventoso, solo nel gico. molto diminuite è invece cuccioli o gli altri componenti, nostro paese rischiano di donato Fabbrizio Esperto del probabile che costituiscano così da poter poi prelevare scomparire per sempre più di “comitato tecnico consultivo ancora la fonte principale con indisturbati quelli non abbat- 58.000 diverse specie animaregionale per la natura la quale i giardini zoologici si tuti. li, il 15% dei vegetali superioe conservazione procacciano gli esemplari da Segue un periodo in attesa ri e il 40% di alghe, muschi e della Fauna Selvatica” esporre a pagamento. del viaggio che li porterà al licheni. della regione Basilicata Alcune volte sono maschera- commerciante di turno che si te da una sorta di caccia di preoccuperà poi di smistarli selezione mirata a cercare agli acquirenti. Durante il trasolo talune specie che minac- sporto, che avviene su stracerebbero certe attività da, in nave o in aereo, gli aniumane, come se questo mali viaggiano in condizioni Dopo la presentazione del 20 maggio della delegazione fosse un valido motivo per al limite della sopravvivenza. regionale delle guardie ambientali G.A.E.V. sono iniziaridurre gli animali a nostri Ma è bene anche specificare te le iscrizioni per il corso formazione che si terranno a schiavi. che non ha alcun senso proLavello organizzate dal responsabile comandante regioI metodi per la cattura sono teggere gli animali selvatici nale Pasquale Mosca. Un corpo voluto a tutti i costi per la difesa della fauna e la cura dell'ambiente sia locale che regionale. Sarà anche di supporto alle istituzioni per un servizio più attento alle esigenze dei cittadini, pronti anche ad affiancarli per un corretto e adeguato scarto dei rifiuti e della sua differenziazione, sottolineandone che l'ambiente pulito ci porta un futuro di vita migliore per noi e i nostri figli.

PARTONO LE GUARDIE AMBIENTALI A LAVELLO


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NOTA INTRODUTTIVA SUL PROGETTO "QUARTIER GENERALE"

Breve analisi socio-urbanistica della città capoluogo

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quartieri di Potenza sono definiti sostanzialmente dalle costruzioni, solo per alcuni di essi è anche possibile individuare un'area geografica con specifici caratteri topografici o la presenza di particolari tratti storici e architettonici. Con la ricostruzione post terremoto, la città si "arricchisce" di edifici caratterizzati da un'imponente verticalità, con costruzioni che spesso superano i 10 piani e che, per coloro che arrivano dalla Basentana, danno l'impressione di enormi muri sovrapposti: una gradinata di palazzi con finestre che aprono su altre finestre. Ciò che colpisce lo sguardo del visitatore è questa massiccia concentrazione di palazzi in alcune aree, costruiti senza tenere in alcuna considerazione il fatto che la città dispone di un territorio assai vasto (174 chilometri quadrati). La sensazione che si avverte circolando nei quartieri di più recente costruzione è quella di trovarsi di fronte ad ambienti urbani che non assolvono alcuna funzione identitaria, se non quella dormitorio. "Forse non esiste in Italia altra città in cui l'antico volto sia stato sopraffatto e cancellato così prepotentemente, e le cui ragioni urbanistiche o anche soltanto del buon senso, siano state così completamente ignorate" (Fabbri, 1982). Lo stesso Giorgio Bocca in un suo articolo del 1969, parlando di Potenza, riferisce di "grattacieli zoppi". La crescita urbanistica potentina sembra essere avvenuta senza nessuna reale programmazione; anche quando i piani urbanistici sono presenti, l'iter di approvazione è così lungo che essi risultano obsoleti ancor prima di essere attuati. Ecco così nascere e svilupparsi, attorno al centro della città, la presenza sempre più massiccia di quartieri caratterizzati, di norma, da una sca-

dente qualità della vita. Infat- ricadute positive sulla colletti, al di là di alcune associa- tività e che non hanno appor- Progetto “Quartier Generale”. A destra alcuni edifici del quartiere di Santa Maria. A sinistra Parco Tre Fontane.

zioni culturali operanti sul territorio, l'offerta complessiva di vivibilità è piuttosto scadente, e questo colpisce le categorie più deboli in quanto non autosufficienti: anziani e bambini. Il problema della marginalità riguarda in maniera trasversale tutti i quartieri, con piccole e significative eccezioni che sono costituite per lo più dalla capacità posta in essere da parte degli abitanti del singolo rione che, in casi sporadici, sono riusciti a creare al loro interno delle condizioni per migliorare il grado di aggregazione. In generale mancano strutture dedicate alla ricreazione, piccoli spazi urbani attrezzati, parchi pubblici o luoghi al chiuso per accogliere anziani e giovani. Tra le priorità di intervento, viene privilegiata dall'alto la possibilità di rendere utilizzabili - facendone a volte dei punti di forza - le opere che nessuno ha mai chiesto ma che sono lì a far bella mostra di sé, rappresentando, a volte, una sorta di ricerca dell’effimero. È proprio verso una razionalizzazione di intervento che, insieme ai rappresentanti di quartiere, a singoli cittadini e associazioni sensibili al problema, il Comitato 13 Ottobre ha cercato di analizzare alcune questioni scottanti che riguardano la periferia potentina, inquadrando delle soluzioni senza alcuna pretesa di assolutezza, ma individuando risposte concrete alle esigenze di una cittadinanza non tenuta in alcuna considerazione. Potenza, purtroppo, è piena di interventi privi di

tato alcuna utilità lì dove allocati. Il progetto QUARTIER GENERALE del Comitato 13 Ottobre ha fortemente voluto la partecipazione diretta da parte dei residenti per elabo-

rare proposte sensate e misurate sulle reali necessità, invertendo la modalità degli interventi calati dall’alto. Si è così tentato di far emergere la consapevolezza che solo chi vive quotidianamente il proprio rione riconosce le

vere necessità che lo riguardano ed è, pertanto, in grado di suggerire modalità di intervento socialmente apprezzate ed economicamente sostenibili. comitato 13 ottobre


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Campionissimi Elezioni Regionali 17 e 18 novembre E' L'ORA DELLA SVOLTA in ritiro Tra gli otto campionissimi il difensore centrale, classe 92,Nicola Maiorino di Melfi. Cresciuto nel settore giovanile a.s Melfi, oggi in forza alla VULTUR di Rionero. Un nuovo reality del calcio andrà in onda nelle prime settimane di luglio sul digitale terrestre "Campionissimi in ritiro". Un programma televisivo molto simile a quello di Maria De Filippi "Amici”. Un vero e proprio ritiro calcistico di 24 ragazzi divisi in due squadre: una gialla e l’altra rosa. ". Il nostro Campioncino Maiorino faceva parte della squadra gialla, rilevatasi la più forte! Ogni giorno le 2 squadre, dopo un lungo allenamento pomeridiano, affrontavano in serata delle formazioni esterne. Queste partite servivano al mister Antonio Bellavista ex capitano del Bari e alla redazione, per dare un punteggio ad ogni singolo giocatore. L'obbiettivo del programma: trovare il capitano della squadra di campionissimi.

Grazie al punteggio accumulatosi, la redazione ha potuto, dopo una lunga settimana, formare la squadra dei migliori 8 campionissimi tra cui il vincitore (futuro capitano). Dopo la messa in onda del ritiro inizieranno le partite del cuore dove la rosa di campionissimi affronterà le varie nazionali (attori, cantanti ecc..). Il reality sarà pieno di sorprese e l’unica rivelazione che possiamo farvi che tra gli otto c’è anche il nostro beniamino al quale non potevamo farci sfuggire l’occasione di una sua impressione in merito all’esperienza da lui consumata. “È stata un esperienza bellissima, ha dichiarata Maiorino, ho conosciuto tante persone del mondo dello spettacolo e calcistico, in particolare la manager Manila Gorio,un eccellente presentatrice e una meravigliosa persona e il mister Antonio Bellavista, una persona che ha calcato i campi di serie A. Anche se per poco tempo ho avuto modo di allenarmi con lui, ho

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uesta Regione è al palo. Non mi spaventa il dibattito disarticolato della politica: dentro e fuori dai partiti vige una legittima dialettica. Ciò che mi preoccupa è che, determinata la data delle prossime elezioni regionali, prevale ancora il dibattito sui nomi rispetto a quello sui temi. Se all'attuale classe dirigente regionale anteponiamo un rinnovamento di nomi e una riorganizzazione di sigle, poco avremo cambiato rispetto al destino di questa Regione dai parametri desolanti e dalle performance deludenti. Non sarà il galoppino o il parente del politico di turno a cambiare le sorti di questa amata Regione se è cresciuto nel metodo del meno siamo e meglio stiamo e nella insana presunzione di essere l'uomo giusto per ogni momento, al governo o al sotto-governo poco importa. Serve una fase progettuale vera. Serve un lavoro consapevole volto a determinare assi strategici di sviluppo, programmi pluriennali di uti-

imparato tanto, una persona squisita anche al di fuori del rettangolo di gioco. Ma il grazie più importante, ha continuato il nostro campione, lo devo fare a colui che mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza: il mio sponsor personale SWEET YEARS (Enzo Ungaro, Piero Fanizzi e Davide Trotta). Infine volevo dedicare questa esperienza, ha concluso Maiorino, a tutte quelle persone che non hanno mai creduto in me! Vi sembrerà strano! Ma dedicarla a chi ha sempre creduto in me sarebbe stato banale”.

lizzo di risorse, verifica della qualità della spesa pubblica. Per fare questo occorre una vera classe dirigente, alternativa al "modello Basilicata", dove prevale l'obiettivo ed il percorso sul protagonista del momento e sul nome dell'esecutore, fosse anche della componente giusta. Assieme a questa consapevolezza occorre ridare alla gente una ragione per crederci. Per credere che questa terra ce la possa fare, che ha scelto una strada, che ha posto in essere azioni coerenti con quel disegno di futuro. Non è più rinviabile una fase programmatica nella quale la politica, in difetto di credibilità, e le organizzazioni datoriali e sindacali, in difetto di rappresentanza, possano ritornare a discutere di piani programmatici pluriennali. A questo si aggiunga il ruolo determinante, innovativo e moderno del mondo dell'associazionismo e del volontariato che tengono in piedi sistemi e buone pratiche, spesso ignorate dalla politica. E' evidente che questo patrimonio di saperi, assieme al

contributo determinante degli ordini professionali, devono tornare ad incontrarsi ed a definire assieme percorsi condivisi di riappropriazione di un destino. Per fare questo bisogna individuare soggetti credibili ed interlocutori affidabili per le categorie che abbiamo elencato. La politica deve offrire queste garanzie per proporsi ancora come interlocutore affidabile. Una nuova stagione elettorale è alle porte, facciamola partire, prima del clamore dei manifesti ed il baccano dei comizi, con una stagione progettuale condivisa: l'unica garanzia per questa Regione di non fare un altro salto nel vuoto. L'alternativa è quella di rassegnarsi alle clientele del partito regione ed alle lamentele della piazza che, dopo aver fatto anticamera davanti alla stanza del politico di turno, accompagna il figlio alla stazione per vederlo emigrare, senza lacrime ma con un rimorso: forse questa Regione ce la poteva fare e non ci abbiamo creduto. daniele di pierro

Festa della 'Ndenna’

domenica 16 giugno a castelsaraceno antico rituale arboreo in onore di S. antonio di padova. L’antico rituale si collega ai vari culti arborei presenti ancora in Basilicata nei seguenti paesi: Castelmezzano, Oliveto Lucano, Accettura, Pietrapertosa, Gorgoglione, con l’uso del cerro e dell’agrifoglio e Rotonda, Viggianello, Terranova del Pollino, con l’uso del faggio. Si tratta di feste antichissime, ma quasi del tutto sconosciute e ignorate anche nei paesi limitrofi. Il rito è simbolico, e rivela il simbolismo sessuale: l’elemento femminile (la Cunocchia) viene saldamente fissato a quello maschile (la ‘Ndenna) mediante un anello di ferro con bulloni strettamente avvitati. Questa unione allude simbolicamente ad un atto sessuale, simbolo di perpetuazione della vita, evento fondamentale per l’economia agricolo-pastorale di un tempo. Per la serata conclusiva del 16 giugno 2013 alle ore 21.30 è previsto il concerto di Enzo Avitabile & i Bottari”.


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Campo Giovani 2013, Una Vacanza diversa! Sei hai tra i 14 ed i 20 anni la tua vacanza quest’anno

è in Croce Rossa!

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ono aperte le iscrizioni per l'edizione 2013 di Campogiovani. Da giugno a settembre 2013, il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale organizza la quinta edizione del progetto in collaborazione con i Vigili del Fuoco, la Marina Militare, le Capitanerie di Porto e la Croce Rossa Italiana. Campogiovani è un progetto destinato a ragazzi e ragazze residenti in Italia, di età compresa tra i 14 ed i 22 anni (20 per i campus della croce rossa) compiuti alla data di compilazione della domanda, che frequentino istituti scolastici superiori o siano iscritti ai primi anni del ciclo universita-

rio. La graduatoria di coloro che potranno prendere parte ai campi estivi si forma in base a criteri di merito scolastico e, in caso di parità all'anzianità del richiedente e all'Isee più basso che sarà richiesto in caso di necessità. I corsi sono tutti gratuiti e hanno una durata minima settimanale, ma variano a seconda dell'istituzione presso cui si svolgono. Campogiovani vuol dire una settimana da protagonisti in difesa dell'ambiente, in aiuto alla popolazione, al servizio dell'Italia. Una settimana per apprendere nozioni utili, fare amicizia, conoscere persone straordinarie, scoprire attitudini e soddisfare la propria

voglia di impegno civile. Anche quest’anno la Croce Rossa Italiana di Basilicata ha organizzato dei campus, un occasione importante per far conoscere le attività della Croce Rossa Italiana ed avvicinare i ragazzi al mondo del volontariato, il progetto è organizzato e gestito dall’area giovanile della CRI. Molto spesso ci limitiamo ad attribuire il concetto di prevenzione ai soli casi relativi alle emergenze, mentre, prevenire vuol dire conoscere per ridurre i rischi: sui comportamenti a rischio, sulle conseguenze dei cambiamenti climatici e su quali condotte adottare in caso di calamità. I percorsi che verranno

proposti hanno l’obiettivo di far riflettere sulla sicurezza e sull’importanza della prevenzione in senso generale, cercando di stimolare ad una maggiore consapevolezza e sviluppare il senso di responsabilità, per essere veramente protagonisti di noi stessi e di ciò che viviamo. Oltre a tutto ciò l’obiettivo sarà anche quello di promuovere e far conoscere i territori e le bellezza che offre la Basilicata a tutti i ragazzi che giungeranno da tutta Italia. Gli eventi proposti in Basilicata sono due il primo organizzato e gestito direttamente dal Comitato Regionale CRI della Basilicata che si svolge-

rà dal 21 al 27 Luglio, denominato “Leukos Camp 2013” indicato nel bando con il codice “BAS 1”, ad Acerenza (PZ) presso il Villaggio Gala Tabor e per avere maggiori informazioni e scaricare tutta la modulistica ed il bando su questo evento si può visitare il sito internet http://cri.it/basilicata oppure scrivere via mail all’indirizzo marco.bellezza@cripionieri.it; Il secondo evento gestito dal Comitato Locale CRI del Bradano si terrà dal 26 Agosto al 1 Settembre a Venosa (PZ). Il termine ultimo per l’adesione ed inviare la modulistica è il 10 Giugno.


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Il nostro giornale si dimostra essere sempre più libero. C’è un diffuso pensiero negativo sulle centrali nucleari. C’è pure chi invece è a favore. Diamo voce e spazio a tutti, nessuno escluso. Questa è l’opinione di un giovane lucano impegnato nel sociale. Apriamo un dibattito, le vostre opinioni a redazione@lafarfalla.net

Centrali Nucleari: le ragioni di un sì

I benefici del nucleare sono concreti: non si perda tempo N ei scorsi giorni il governo ha firmato un protocollo d’intesa con la Francia per costruire in Italia, entro il 2020, 4 centrali nucleari di terza generazione del tipo Epr che ricalca il modello francese. Molte critiche sono piovute sull’esecutivo di governo, in molti hanno denunciato un “ritorno al passato”. Ma non è così, perché l’Italia dopo aver perso il treno del nucleare nel 1987 con il no del popolo al referendum (risultato altamente condizionato perché in quell’anno era avvenuto il disastro di Chernobyl un elemento che ha spostato parte dell’elettorato verso il no), vuole ripartire ed investire su queste centrali innovative e vi assicuro molto meno inquinanti delle centrali elettriche alimentate da idro-

carburi. Pensando che ci vogliono molti anni per costruirle, siamo in netto ritardo, e viene un rammarico sul non aver investito prima su queste centrali nucleari durante gli “anni grassi” dove i soldi sono stati dissipati in sprechi indebitando l’Italia, invece di farle ora in pieno tempo di crisi. Ormai possiamo stare tranquilli sulla sicurezza e sul funzionamento di queste centrali nucleari le quali hanno raggiunto un livello di qualità elevatissimo, basti pensare che le superpotenze tecnologiche come l’America e il Giappone hanno vari impianti nucleari i quali non hanno dato alcun problema sino ad ora; oltre alle centrali diffuse in tutta Europa. Noi non possiamo continuare ad andare a com-

prare a caro prezzo come avviene ora l’energia dalla Francia che si trova a due passi dall’Italia, meglio che la produciamo noi; lo stesso vale per l’ipotesi avanzata lo scorso anno di fare le centrali in Albania che è situata vicinissima all’Italia. Basta con questo eccessivo ecologismo e con i continui no ad ogni cosa, ora non c’è più tempo da perdere tempo, bisogna lavorare ed in fretta per il nucleare. Il ministro Ronchi ha fatto un'affermazione dicendo: “io vorrei una centrale nucleare sotto casa mia!”. E’ ovvio che nessuno vuole una centrale nucleare vicino la propria abitazione, ma pensando alle generazioni future al freddo una volta finite le scorte di petrolio ci ripenso e penso che

questa sia la scelta giusta, ed avere il coraggio di dire SI. Inoltre il ministro Scajola ha promesso che i cittadini che ospiteranno le centrali nucleari avranno delle bollette molto più leggere per il “disagio psicologico” creato dalla presenza di un impianto nucleare. Poi non bisogna pensare che con l’avvento del nucleare in Italia si abbandonino le altre forme di energia infatti vi sarà un mixaggio delle energie da dove trarre il fabbisogno nazionale: vi sarà un 25% derivante dalle forme di energia alternative cioè le rinnovabili (eolico, solare etc.), un altro 25% non inquinante con il nucleare, e l’altro 50% tradizionale con il petrolio. Una domanda ora sorge spontanea: ma le scorie? Per quan-

to riguarda lo stoccaggio delle scorie, si parla tra l'altro di quantitativi di materiali da smaltire estremamente limitati: una centrale nucleare produce ogni anno 20 tonnellate di materiale radioattivo che si devono confrontare con i milioni di gas ad effetto serra, metalli pesanti, ossidi di zolfo e di azoto che vengono prodotti ogni anno da un impianto a gas o a petrolio. Non fermiamo ora questa scelta perché siamo in ritardo e in futuro potremmo pentirci di avere detto oggi No al nucleare; e basta con questa demonizzazione che fa leva sulle paure e su terrori ancestrali come si fa molto spesso in Italia. Marco Bellezza


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MEETING INTERNAZIONALE DI ANGELOLOGIA TEOLOGI, FILOSOFI, RELIGIOSI E LAICI A CONFRONTO Campagna (Sa) - Poco conosciuto in Basilicata ed a pochi chilometri da Potenza, anche quest’anno si è svolto con grandissimo successo il Meeting Internazionale di Angelologia a Campagna (SA) presso l’Abazia

alla Vergine Maria; il culto a San Michele che proprio dalla Milizia è stato riportato in auge mediante numerose pubblicazioni, Sante Messe, incontri di preghiera, siti internet ed addirittura grazie ad un petizione voluta da

Ignazio SUAREZ RICONDO (Opus Angelorum) con la relazione “Gli Angeli del cardinale Angel Herrera-Oria”; il professor Marco DI MATTEO che ha esposto “Gli Angeli del cardinale Repicier”; ... e tanti altri relato-

quello che ci dicono don Stanzione e Carlo Di Pietro - ed ancora “il bisogno ancora più forte è quello di promuovere la devozione agli Angeli in maniera corretta, allontanandosi da pericolose derive sincretiste, esote-

che suggestive e particolari nelle quali è esposta la personale esperienza angelica da parte di numerosi Santi e Beati”. Aggiunge Carlo Di Pietro “questa seconda esposizione permanente è utilissima poiché

riche o dal millenarista pensiero new age”. Davvero commovente è stata la partecipazione di tutti i parrocchiani di Santa Maria la Nova che si sono impegnati gratuitamente nel cucinare, servire ai tavoli, preparare gli alloggi, gestire la logistica, accogliere i visitatori, coordinare la Mostra permanete sugli Angeli, organizzare l’ufficio stampa, predisporre l’Oasi di San Michele (bellissimo giardino di preghiera e meditazione), eccetera! Sarebbe impossibile nominarli tutti ma è giusto ricordarli ad esempio per impegno, sobrietà e solidarietà: “gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date” (Mt 10,8). Altra sorpresa del Meeting 2013, ci dice Rossana Lucia Pedullà, è la realizzazione di una seconda Mostra angelica. “La Mostra permanente sugli Angeli, - sostiene la promoter campana - un percorso espositivo che propone migliaia di immagini e sculture raffiguranti i Celesti Messaggeri di Dio, si sdoppia dando vita ad una nuova mostra dedicata Angeli nella sala de «I Serafini», dove sono state esposte tele angeli-

oggi molte persone immaginano di dare un nome all’Angelo o vorrebbero indicazioni sul come rivolgersi al proprio Protettore Celeste. In questo contesto dice lo scrittore lucano - molti speculatori new age se ne approfittano e deviano nei personalismi teologici, quindi questa mostra appena nata può servire alle persone interessate per individuare il giusto e cattolico culto angelico diffuso dal Santo o dal Beato che porta il suo stesso nome. Certo sarà così possibile emulare il Santo omonimo e crescere correttamente nella spiritualità e nella conoscenza della metafisica cattolica”. Suggestiva e toccante è stata anche quest’anno la deposizione della corona di fiori sotto la statua dell’Arcangelo San Michele per commemorare, insieme alle Forze di Polizia, i Servi dello Stato deceduti durante lo svolgimento del loro lavoro di prevenzione e di controllo del territorio, nondimeno importante è stata l’invocazione all’Arcangelo affinché protegga Militari e Forze dell’Ordine dalle incursione del demonio e dai delinquenti di strada o nemici del popolo. Squisito appuntamento che ci auguriamo possa richiamare anche i potentini ed i lucani in generale l’anno prossimo nei giorni 1 e 2 Giugno 2014; si parlerà degli “ANGELI NEI DOTTORI DELLA CHIESA CATTOLICA”. la redazione

Nella foto a sinistra: Alcuni libri di Carlo Di Pietro.

Nella foto a destra: Ingresso Oasi di preghiera San Michele.

Nella foto in basso: Padre Wagner dell'Opus Angelorum.

di Santa Maria la Nova, già sede della Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.) dal 2002. Organizzato dal famoso angelologo e demonologo don Marcello Stanzione, autore di più di 100 libri divulgativi, il Meeting si svolge tutti gli anni i giorni 1 e 2 Giugno e, come da protocollo e non senza difficoltà, l’edizione del 2013 ha confermato l’importanza di questa riunione di teologi, filosofi, religiosi e laici interessati alla retta diffusione della teologia sugli angeli ed al regolare culto che si deve alle Schiere Angeliche. In un clima di preghiera, di devozione e di grande solidarietà sociale, sono intervenuti numerosi relatori, sia teologi che docenti vari, provenienti da tutto il mondo, per parlare de “GLI ANGELI NEI CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA”. Anche i pellegrini e gli avventori sono accorsi in numero molto elevato fino a superare i 300 partecipati, il giorno 2, in occasione della premiazione al miglior “Poeta angelico del 2013” e della consegna della medaglia conferita dal Senato della Repubblica a don Stanzione per rilevanti meriti culturali. I problemi non sono stati pochi sia nell’organizzare il Meeting che nel garantirne il corretto svolgimento poiché il demonio, angelo decaduto e pervertitore, sicuramente non apprezza il culto agli Angeli buoni ed ancor più rigetta la retta devozione all’Arcangelo San Michele, patrono della M.S.M.A. insieme

don Stanzione ed inviata a Benedetto XVI per ripristinare la preghiera a San Michele alla fine del Sacrificio incruento che è la Messa, orazione fortemente voluta da Papa Leone XIII, acclusa definitivamente al Messale da San Pio X e purtroppo rimossa dal Montini con la stesura del Messale riveduto (Novus Ordo Missae). Fra gli illustri nomi intervenuti all’evento è opportuno citare il californiano Padre William WAGNER (Superiore Opus Angelorum) che ha parlato degli “Angeli del Cardinale Bonaventura da Bagnoregio”; Padre Giovanni CAVALCOLI O.P. (famosissimo teologo Domenicano) che ha presentato la relazione “Gli Angeli del cardinale Gaetano”; il dott. Antonio ADINOLFI che ha esposto in slide e spiegato “Gli Angeli dei cardinali nell’iconografia”; il veneto Don Roberto Tamellini (aiutante esorcista) che ha parlato de “Gli Angeli del Patriarca San Lorenzo Giustiniani; il giornalista e scrittore lucano Carlo Di Pietro (M.S.M.A.) che ha rievocato e spiegato gli studi del cardinale campano “Alfonso Capecelatro e gli Angeli”; lo spagnolo Padre

ri e docenti. Come di consueto, anche quest’anno tutti gli interventi sono stati acclusi da don Stanzione, unitamente a sue ulteriori e preziose relazioni, nel testo “Atti del Meeting 2013 GLI ANGELI DEI CARDINALI”, edito dalla Segno di Tavagnacco (UD) e reperibile in tutte le librerie o su internet. Il messaggio profondo e concreto del Meeting, di anno in anno sempre più noto, è quello di far “riscoprire ai fedeli la forza spirituale delle Figure Angeliche e, soprattutto, di dare il giusto risalto al ruolo da loro occupato nella dottrina cattolica” - questo è


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FORSE NON TUTTI RICORDANO CHE … Non dubitate mai del fatto che un piccolo gruppo di persone in gamba, accorti e impegnati possa cambiare il mondo: in effetti è la sola cosa che è sempre avvenuta. M. Mead Sono appena rientrato a casa e ho visto ciò che ho più a cuore … la mia famiglia. Ho pensato che è quello che preferisco fare di più al mondo … stare con la mia famiglia. Ma allora perché sono uscito da casa stamani con il freddo che fa e sono dovuto andare a lavoro lasciando i miei familiari soli al loro destino … ah già! Mi servono soldi. Soldi per l’affitto, soldi per le bollette dell’acqua, della corrente, del gas, soldi per il condominio. E poi non dimentichiamoci quelli per fare la spesa, per la benzina, per il bollo, per l’assicurazione, per l’abbonamento televisivo, per la spazzatura, … [ e meno male che non possiedo una casa altrimenti dovevo anche pagare l’ IMU , o no ? ] . Insomma faccio i salti mortali per arrivare a fine mese e forse anche questo mese ce la farò a non ricorrere a sovvenzioni esterne … speriamo che non si rompa nulla e che la salute non peggiori, certo di questi tempi è “meglio” stare bene … con la Sanità che ci troviamo in Basilicata (un medico assunto ogni posto letto disponibile è certo il posto “migliore” dove farsi curare) ! Ma forse non tutti ricordano che le cose di una volta erano indistruttibili e qualcuno ce le ha ancora e sono perfettamente funzionanti. E’ un piacere vedere auto di venti-trenta anni fa luccicanti

e scattanti come appena uscite dal concessionario. Certo che, pensandoci bene, anche i proprietari di queste automobili non hanno assolutamente voglia di cambiarle con altre magari più costose, più veloci, più comode, ma che certamente non dureranno così a lungo … con la crisi che c’è. E’ vero … sono proprio loro a non fare andare avanti l’economia; già … se non spendono soldi tutto si ferma. Ma se è vero che per produrre merce più conveniente si utilizzano robot

o la si produce all’estero dove la manodopera costa “molto meno”, qui non si trova più un posto di lavoro. E allora, la merce che le grandi multinazionali produrranno, a chi la venderanno? Certo i nostri politici che si preoccupano della “cosa” pubblica ci tutelano nel miglior modo possibile, infatti se una multinazionale va a produrre all’estero, ad esempio in Polonia, gli regalano nuovi macchinari per poter far lavorare ancora i nostri concittadini, così, magari, potranno (o “dovranno”) comprare il nuovo modello che hanno appena costruito. Ma forse, in questo periodo così nero, alla famiglia di quell’operaio gli si è rotta l’auto e ha dovuto cambiarla; vivere in questi luoghi così angusti e così impervi il ser-

vizio di trasporto pubblico non può fare miracoli e allora bisogna acquistarne una. Nuova, per forza. Non si può correre il rischio che si rompa di nuovo. E i soldi dove sono ? Già … ritorniamo ai soldi. Certo ci sono le banche, ma quanto vorranno per il piccolo prestito necessario per acquistare la macchina? Dopotutto si possono restituire con comodi e piccoli pagamenti rateali (per quanto tempo non si sa e con gli stessi

soldi si potrebbero comprare due di auto, ma soprattutto lo concederanno il mini finanziamento ?) … Si però anche queste povere banche che non sanno dove andare a prendere i soldi … chissà come andrà a finire … mah ! Continuando a pensare ai nuovi modelli di auto non ho potuto fare a meno di fare un calcolo veloce di quanti soldi ho ancora caricati nella carta bonus carburante che ci hanno regalato … certo meglio averli i 140,25 euro che non averli … ( ci hanno detto che di tutte le royalty del petrolio è quello che ci spetta, ma sicuramente i nostri politici hanno pensato di investire tutti gli incassi in un migliore servizio da dedicare a tutti noi lucani ).

Chissà fino a quando ce li daranno, sono pochi spiccioli ma fanno comodo. Certo la carta è valida fino al 2017 e poi ? Pensandoci bene la domanda da porre è la seguente: fino a quando ci sarà il petrolio qui in Basilicata, … e poi … fino a quando ci sarà il petrolio sul pianeta Terra ? Ma forse non tutti ricordano che la Terra è un posto “finito”, dove tutto può essere contato,

dove ogni cosa, se pur grande, è limitata. E’ il posto dove io vivo, e soprattutto dove vivono e dove vivranno le persone a me più care. Sono convinto che continuando a questo ritmo, consumando tutto e distruggendo ogni risorsa di questo pianeta, i nostri figli e i figli dei nostri figli saranno le prime generazioni a stare peggio dei propri padri. Forse sono pessimista e il periodo è uno dei più “neri” della mia vita, ma forse non tutti ricordano che quando 1 litro di latte costava 160 Lire e 1 litro di buon vino 200, la benzina “normale” costava solo 150 Lire. Tra l’altro quel litro di latte e quello di vino erano SICURAMENTE italiani.

Oggi, vuoi la scarsità di petrolio, vuoi le “quote latte”, la benzina “verde” costa 1,80 Euro mentre un litro di latte è fermo a 1,19 centesimi. C’è sicuramente qualcosa che non va … mi sfugge e non riesco a darmi una risposta. Ma io che sono un semplice operaio certo posso stare tranquillo perché i nostri politici sono certamente al corrente di quello che succede nella nostra

bella Regione e nella nostra bell’Italia, per non parlare poi dei “Grandi del mondo” che si preoccupano per tutti noi e sicuramente non lasceranno che si possa continuare in questo modo assurdo. Infatti, sono convinto che si stanno già adoperando per risolvere il problema dell’inquinamento, della fame nel mondo, delle energie alternative, dei rifiuti, dell’acqua potabile. Già … ma forse non tutti ricordano che l’acqua della nostra regione era la più limpida, leggera, fresca e dissetante di tutto il resto del mondo … e ora dov’è finita ? *(1)* Sicuramente da solo non ho il “peso” di cambiare la situazione; il malcontento esiste e almeno in democrazia ho avuto la possibilità di farmi sentire. Intanto, io … canto


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L’ILIADE NELLA REINTERPRETAZIONE DI PROSPERO BENTIVENGA Un’esperienza teatrale significativa e maestosa

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ivedere l’Iliade a teatro, in un’interpretazione così magistrale ed attenta non è impresa facile. Saper condensare le innumerevoli gesta della tradizione omerica in una rappresentazione che ti prende è un’opera d’arte che nulla ha da invidiare allo stesso originale. Sappiamo bene che a volte l’interpretazione è più importante dell’opera. E ciò lo si intende bene per le opere musicali. Quanto vale una bella interpretazione! L’Iliade di Prospero Bentivenga esce in scena nel 2009, una riscrittura teatrale fatta dal regista lucano, insieme a Carmen Luongo, Daniele Ventre, con la consulenza drammaturgica di Renata Molinari. Prospero è nato in un piccolo paese dell’entroterra lucano, Castelsaraceno. Il padre, Biagio, era un artigiano attento e laborioso. È morto molto giovane. La madre, Emanuela, casalinga, è una persona suggestiva ed amabile, così ilare ed espressiva. Credo che Prospero abbia preso da lei la propensione al teatro. Fin da giovane Prospero frequenta Napoli, la patria del teatro per eccellenza. E qui comincia a dedicarsi all’attività cinematografica, iniziando la sua carriera non indifferente, ma impegnata e decorosa. Esordisce con Cucina Bollente nel 1990: l’opera è premiata come miglior film cortometraggio al Carpineto Film Festival di Roma da una giuria presieduta fa Fulvio Lucidano. Scrive e dirige Non si fa credito nel 1992, poi Prima nel 1993. I cortometraggi sono segnalati al Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino, nonché a quelli di Alpe Adria e del Cinema Italiano a Roma, ed a numerose rassegne, trasmesse da Rai 3 – Fuori Orario. Con il documentario L’Antenna di Castelsaraceno, sempre nel 1992, partecipa a Parigi al XI Bilan du Film Ethnographique presieduto da Jean Rouch, messo in onda

da Rai 1 e Rai 3. Si tratta di un lavoro importante che riprende e commenta l’antichissimo rito arboreo dell’innalzamento del-

collaborazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. A via Costantinopoli viene costituito un centro studi dedi-

stallo in riva al tempo, Edizioni d’If di Napoli, nella cui recensione si legge: «È Un moderno canzoniere dell'anima declinato in strutture di grande sapienza formale. Per chi ama le eleganze creative e le metafore d'autore per raccontare

L’opera di Federico Barocci (1526-1512): Enea fugge da Troia in fiamme, verso il suolo italico, portando il padre Amchise malato ed il figlio Ascanio.

l’albero in occasione della festa di Sant’Antonio. È un rito molto diffuso in Lucania. È autore e regista di vari film documentari: I giostrai (1992), Fermo in stazione (1994) prodotti e trasmessi da Rai 3 e Maggio a Napoli (1998), prodotto e trasmesso da Rai 1. È regista per Rai Sat de Il baciamano (1999), spettacolo teatrale di Manlio Santanelli con Carmen Luongo, in scena al Palazzo Reale di Napoli per il Bicentenario della Repubblica Partenopea. Nel 2007 dirige il film World Napoli presentato al Festival del Cinema di Venezia ed al Festival dei Diritti Umani di Buenos Aires. Nel 2009 al Napoli Teatro FestivalFringe ha portato in scena Le pareti della solitudine di Tahar Ben Jelloun con attori richiedenti asilo ed immigrati. Insieme all’attrice e regista Carmen Luongo fonda a Napoli nel 1996 Zéro de conduite, emblematico titolo che significa “zero in condotta”, ove si dedica alla ricerca ed alla produzione di teatro e cinema, con gli auspici del grande filosofo Gerardo Marotta e grazie alla preziosa

cato alla scrittura ed all’arte dell’attore. Nel 2003 dopo anni di faticosi lavori, recuperando un’ala di palazzo Marigliano, fonda altresì, insieme ai suoi amici e collaboratori, il Teatro Tintadirosso. Qui, dopo una collaborazione con Giorgio Strehler per Elvira e la passione teatrale di L. Jouvet, ha portato in scena soprattutto testi di drammaturgia contemporanea. La reinterpretazione dell’Iliade si è avvalsa della consulenza di uno dei più geniali cultori della cultura classica e di quella greca in particolare, il giovane Daniele Ventre, il quale ha curato, nel 2010 per l’editrice Mesogea di Messina, una traduzione dell’Iliade, che ha ricevuto il primo premio dalla Fondazione Achille Marazza di Borgomanero, in provincia di Novara. Daniele Ventre insegna greco e latino a Napoli, ha collaborato con la Sorbona di Parigi, ove, nel 2012, è stato invitato dal prof. Philippe Brunet al convegno sulle traduzioni isometriche di Omero in lingue moderne. Sempre nel 2012, esce la sua prima raccolta E fragile è lo

una guerra non dichiarata e forse nemmeno combattuta». Da sempre è impegnato in traduzioni di opere classiche, come di Omero e di Euripide, e nella cultura. Riportare al vivo le commosse vicende dell’antica Grecia è bello. E così aveva fatto forse nei tempi antichi il cieco vate, attingendo al ricco tesoro delle tradizioni popolari, che avevano perpetrato di generazione in generazione le gesta eroiche dei popoli ellenici, culla di tutto il pensiero occidentale. Così aveva tratto l’ispirazione e la materia delle sue canzoni: narrare in versi armoniosi le gesta degli eroi nazionali, infondere ad essi con l’arte la vita ed il sentimento. Questo è il genio potente di Omero, che con l’Iliade e l’Odissea ha creato la vera e grande epopea, modello insuperato a tutti i posteri. Rivedere questa magistrale reinterpretazione dell’Iliade, così curata, nei minimi dettagli, è come ripercorrere le vie della foscoliana Troade inseminata. Immedesimarsi: questo significa dar vita all’arte, perché l’arte è vita stessa e noi tutti in ciò siamo artisti. È artista chi recita, è artista chi assiste, altrimenti non avrebbe senso. L’Iliade ci dice cose universali, valide per tutti e sempre, cose

che avvengono in tutti i tempi, anche oggi. Questo è il classico: poter dire ad ogni uomo, nato in ogni tempo, un qualcosa che è sempre vero. E vedi Paride, l’avvenente figlio di Priamo, sedurre la consorte di Menelao, la più bella di tutte le donne. E da questo peccato originale, come quello commesso da Eva nei confronti di Dio, sorge la guerra originaria, la regina di tutte le cose, come la definiva il profeta Eraclito. I principi e gli eroi di Grecia si levano in armi contro Troia, primo tra tutti Agamennone, figlio di Atreo e l’eroe Achille valido e bello, figlio di Peleo e di Tetide, dea del mare, duce dei Mirmidoni rozzi e fieri. Due sono i protagonisti del poema, gli eroi Achille ed Ettore… il resto lo lasciamo alla visione di questa stupenda, ribadisco, interpretazione del poema omerico, la quale si può trovare anche in dvd. Il mondo dipinto da Omero è ideale, mitico, ma nello stesso tempo, umano, troppo umano. Insieme agli eroi e gli uomini entrano in scena gli dei, alcuni dei quali sono per i greci, altri per i troiani. Ma questo continuo intervento di entità soprannaturali non turba l’armonia dell’insieme. Omero abbassa il cielo ed innalza la terra quasi che si toccano nell’ideale eroico, come negli eroici furori del Nolano. Il Furor diviene il motore di tutte le cose, la Wille schopenhaueriana. Colui che assiste all’Iliade, come colui che la medita è trasportato inconsciamente di meraviglia in meraviglia. Ed intanto la poesia è universale, perché è andata a toccare quegli eterni junghiani archetipi. In questa dispersione possiamo ravvisare anche l’illusione dell’arte, che non è, come malamente si potrebbe interpretare, l’arte di mentire. Anche la rappresentazione

... continua a pagina 23


Venerdì 7 Giugno 2013 ... SEguE da pagina 22 teatrale, come la poesia è illusione, ma non nel senso negativo. In ludere significa giocare, e nel gioco capire la vita stessa. Ridendo castigat mores. Il fine ultimo, allora, la destinazione di ogni rappresentazione è innanzitutto questa: comprendere la vita di cui tutti noi facciamo parte, come gocce che scorrono in un fiume che eternamente scorre. L’illusione è unita al dramma della vita, perché la vita è come un teatro, ove ognuno di noi deve fare la sua parte, fosse anche quella di spettatore. La persona è il personaggio, non vogliamo solo fare un omaggio a Pirandello! Nel linguaggio omerico, tutto ciò che un eroe, o un protagonista sente, pensa, prova viene esposta in forma di discorso diretto. I dialoghi sono continui, veri, vivaci, caratteristici già nel poema, immaginate un po’ nell’opus teatrale! L’eloquenza non è finta, ma sentita, scaltra. Il vate diventa il narratore, lo storico, perché procede tranquillo, minuzioso, non si affretta mai, si ferma sui particolari, anche i più piccoli, anche se questi non appesantiscono tutto l’insieme. A parte la questione omerica, all’inizio tutto è poesia! L’Iliade è un quadro in miniatura che raggiunge meravigliosi effetti di evidenza e verità, non solo verisimiglianza. L’Iliade di Bentivenga rispetta fedelmente questa struttura e nella composizione teatrale sa offrire un gustevole dipinto, una dolce sinfonia, un richiamo bello a questo mitico poema del tempo originario del mondo. Vincenzo capodiferro

... SEguE da pagina 1 parcheggio, anzi nulla hanno fatto anche sotto il profilo etico-morale relativo alla gestione. Se prima il parcheggio era gestito da una cooperativa sociale senza scopo di lucro, una onlus, oggi, al contrario, a gestirlo è un'ATI (Associazione Temporanea d'Impre-

Fumatori: notizie sempre più cattive Se si ha il varicocele e si fumano 10 sigarette al giorno aumenta il rischio d’infertilità Il fumo di sigaretta ha un effetto negativo sulla funzione riproduttiva maschile: si manifesta sulla ultrastruttura del gamete maschile, sull’integrità del DNA e sulla qualità embrionaria, aumentando il rischio di malformazioni e malattie genetiche. Il Centro interdipartimentale per la ricerca e terapia dell’infertilità maschile dell’Università degli Studi di Siena, ha realizzato un lavoro al fine di dimostrare se il consumo giornaliero di sigarette potesse incrementare l’effetto negativo del varicocele (patologia che interessa le vene dello scroto) sulla qualità del liquido seminale. Sono stati analizzati i liquidi seminali di una gran numero di pazienti con varicocele, suddivisi in fumatori e non fumatori. I fumatori sono stati successivamente raggruppati considerando il numero di sigarette consumate quotidianamente. I parametri seminali sono stati analizzati seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1999) e la morfologia spermatica è stata studiata mediante la microscopia elettronica a trasmissione.

A

I risultati, presentati all’VIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, hanno chiaramente mostrato come la combinazione di due fattori, che possono influenzare negativamente il processo spermatogenetico, quali il fumo di sigaretta ed il varicocele, riduca la qualità del liquido seminale danneggiando la motilità e la morfologia spermatica. Tale effetto è chiaramente evidente negli individui che fumano più di 10 sigarette al giorno. Gli effetti negativi che il fumo di sigaretta può esercitare sulla riproduzione e sullo sviluppo del feto sono noti già da tempo. Il fumo di sigaretta è considerato inoltre un fattore di rischio per la fertilità maschile, tuttavia, sebbene molti studi abbiano dimostrato un impatto negativo sulla concentrazione, sulla motilità e sulla morfologia spermatica, l’argomento rimane oggetto di dibattito. L’abitudine al fumo del partner maschile potrebbe quindi ripercuotersi sul potenziale fecondante del liquido seminale, soprattutto in presenza di una patologia vascolare molto frequente nel sesso maschile, quale il varicocele.

VOtCaE A dini L LZA i cit

aa rol a p la

sa) con evidenti fini di lucro. Oltre il danno, la beffa! L'odioso ticket per la sosta delle auto degli sfortunati fruitori del nosocomio lucano, non ha più nemmeno una valenza sociale, anzi è divenuto puro ricavo da lucro. E a pensare che i

parcheggi erano nati con prezzi simbolici e l’esenzione per le categorie protette! Memoria corta quella dei nostri politici? Dipende, di farsi rimborsare gli scontrini non se ne dimenticano. poSlina

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... SEguE da pagina 2

Acerenza - Inversione di rotta nelle politiche regionali

PARTIRE DAI COMUNI PER CREARE SVILUPPO

L'Anci Piccoli Comuni dovrebbe farsi carico di elaborare un progetto di legge regionale che punti tra l’altro a mettere a sistema interventi complessivi di manutenzione e riqualificazione dei beni pubblici in termini di sostenibilità ambientale; alla riqualificazione energetica, al risparmio idrico, a una gestione efficiente dei rifiuti, al consolidamento degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dalle strutture sanitarie e d’accoglienza, alla messa in sicurezza del territorio, ma anche alla maggiore fruizione pubblica dei siti e dei beni di interesse storico, artistico, culturale, antropologico. E’ di primaria importanza comsia quanto prendere necessario intervenire con una normativa specifica

che sia in grado di promuovere i consistenti giacimenti patrimoniali dei territori lucani, ma altrettanto fondamentale sarà comprendere quanto tutto questo non si possa raggiungere da soli. Noi sindaci questo lo abbiamo capito e operiamo in tal senso. Il coordinamento regionale è imprescindibile, e, rappresenta l'unica vera strada da percorrere verso la crescita, che, quanto più omogenea sarà, tanto più produrrà risultati soddisfacenti in termini di qualità della vita e appeal che il nostro territorio eserciterà su tutti coloro che ogni giorno decidono di abbandonarlo per cercare fortuna altrove. rossella Quinto Sindaco di acerenza

patafisica

ATTENZIONE ATTENZIONE è vietato l’ingresso ai non addetti al lavoro è vietato il lavoro ai non addetti all’ingresso è ingrassato l’addetto ai non vietati al lavoro è levato il gessetto ai non addetti all’ingrosso è ingrossato il divieto ai non lavati di fosso è addetto all’ingresso il non vietato al lavoro è avvallato il lavoro all’ingresso del foro è levato di dosso il divieto del tetto è addossato il divieto ai non venati di rosso è arrossato il viadotto ai derivati del cloro è venduto il cruscotto con paletti di gesso è ingessato il bompresso ai maledetti del fosso è mozzato il permesso ai garretti del toro è maledetto il congresso dei cavalli del moro è forato il moretto nei contratti del coro è contrito il foretto ai lavori del messo è cessato il forzetto al divieto dell’oro è venduto il merluzzo non senza decoro è dettato il permesso ai verdetti del foro è vietato l’ingresso agli addetti al lavoro Bruno Munari


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Venerdì 7 Giugno 2013

Maratea… Una Città ad intermittenza Tra freddo, pioggia e qualche spiraglio di sole, anche a Maratea piano piano la stagione estiva prende il via e come sempre in ritardo rispetto ad altre località turistiche. A leggere i dati divulgati dall’A.P.T. e confermati da uno Studio dal titolo “Il Consuntivo del Turismo Lucano nel 2012” redatto dall’ “Unioncamere Basilicata – Centro Studi” la tendenza negativa delle presenze che si è registrato nelle altre città marittime da noi si inverte. Nello Studio dell’Unioncamere infatti leggiamo che Maratea: “ in particolare, ha messo in mostra performance di assoluto rilievo: le presenze sono aumentate infatti del 12,1% superando per la prima volta la soglia delle 200.000 unità; analogamente in crescita la durata media del soggiorno (da 4,09 a 4,41 giornate), in contro-tendenza rispetto a tutte le altre destinazioni della regione. Il Totale degli “Arrivi”: Italiani + Stranieri, passa da n° 42.732 del 2007 a n° 48.552 del 2012; mentre quelle delle “Presenze”: Italiani + Stranieri”, passa da n° 164.143 del 2007 a n° 214.271 del 2012”. Non vi è dubbio che quando si parla di numeri bisogna accettarli

e sicuramente anche gioirne, ma abbiamo provato a parlarne con alcuni cittadini che vivono dodici mesi l’anno a Maratea. E così Roberto ci dice “che se questi sono i numeri io sono contento. Ma vorrei anche dire che a Maratea si vive ad intermittenza e che tutto si svolge in un solo mese, Agosto. E poi noi cittadini residenti siamo lasciati allo sbaraglio” Oppure Valentina, che si lamenta del fatto che a Maratea ci sono pochi momenti di svago, in estate, per i giovani, per non parlare dell’inverno. Ed è è proprio la mancanza di lavoro e che di svago ci porta ad andare via e cercare soddisfazioni in altri posti. Il Centro Storico cuore pulsante della Città vive uno spopolamento spaventoso e le cause sono molteplici, a cominciare dalle privazioni derivanti dalle ordinanze

del sindaco, specie in estate, come: il divieto di stendere i panni ai balconi; l’isola pedonale, che non prevede permessi per i residenti, per i mezzi pubblici e per i portatori di handicap. Sono anni che ci si dibatte e ci si parla, ma fino ad oggi solo buoni propositi. Tutti, amministratori, operatori turistici e politici locali si affannano a cercare soluzioni per fare questo miracolo che Maratea aspetta da anni. L’amministrazione guidata dal Sindaco Di Trani, a meno di un anno dalla scadenza del mandato, ha ottenuto un finanziamento dalla Giunta Regionale pari ad € 1.000.000,00 a copertura del Progetto di un ascensore panoramico, il cui Studio di Fattibilità è stato redatto dall’Ufficio Tecnico Comunale. Ascensore panoramico di cui a dire il vero, si parla da anni e che doveva collegare dapprima il porto turistico al Monte San Biagio; poi la località Cappuccini con il Monte, e di qualche mese il parcheggio della Madonna degli Ulivi fino alla Basilica Pontificia di San Biagio. Quando inizieranno i lavori? Viviamo un tempo difficile, tempo in cui si ha bisogno di certezze e non di parole e a Maratea di parole e buoni propositi se ne sono fatte tante ma un vero sviluppo non c’è mai stato. Anzi al contrario da Maratea molti servizi sono andati via, a cominciare dall’ospedale oggi mortificato a plesso, per continuare con l’A.P.T fino ad arrivare alle fabbriche che davano lavoro non solo ai Marateoti. Tutto questo è successo non certamente per colpa Divina! Se è vero però che la speranza è l’ultima a morire…noi ancora vogliamo sperare in un futuro per questa Città, futuro che non sia fatto solo di un mese. Francesco rizzo

... SEguE da pagina 1

Nicola Sole e la nostra Lucania…

Come l’abbiamo ridotta!!!

Troyli da Montalbano Jonico, discendente dell’Abate Placido Troyli, oggi residente a Roma, poeta ed uomo di cultura, mi ha immediatamente trasmesso il testo integrale della poesia: Come sei bella, Terra dei forti, or che distende il cielo Un manto azzurro su le tue montagne, E nel suo riso la recente luna I tuoi boschi inargenta! A me diletta Ride ogni itala zolla: eppur le tue Aure bevvi vagendo, e nel tuo seno Dormono i padri miei. Tutto a te diede Clemente il cielo; le montagne e i mari, I vulcani e le nevi, il fosco abete E l’aureo pomo oriental, franati Brulli dirupi ed ondulati piani Ricchi d’alberi e d’acque e di verzura, E pampinosi poggi, e lauri, e tutto! Ed i tuoi figli, rispondenti al suolo, Ne la battaglia eroi, soavi al canto, Ed atti al grave meditar profondo. Immediatamente mi è venuta alla mente la poesia e il maestro Angelo Mancino che girava tra i banchi, minaccioso (nel senso buono della parola) con la sua bacchetta di legno in mano pronto a sferrare i suoi colpi ben assestati sulle mani di chi faceva il “cattivo”. Oggi l’ho letta e riletta mille volte questa poesia, non pretendo che i nostri lettori facciano lo stesso, ma sia consentito rivolgere a chi legge una preghiera: si ponga la giusta attenzione sui versi del Poeta di Senise scritti intorno alla metà dell’800. “…Tutto a te diede Clemente il cielo…” Da allora ad oggi cosa abbiamo fatto noi lucani? “Tutto, abbiamo rovinato tutto…” E’ proprio il caso di dire che se negli anni ’50, alle elementari di via Del Popolo a Potenza, la Basilicata – o Lucania che dir si voglia – in una qualsiasi classe delle scuole elementari era considerata “TERRA DEI FORTI”, oggi, la frase stampata sulla testata del nostro giornale – che svolazza per queste contrade – ha perso il suo smalto. Siamo stato in grado di rovinare irrimediabilmente quel che ci è stato regalato. Bonaventura Postiglione


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