LA FARFALLA - Edizione dell'1.8.13

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NON PERCEPISCE E NON CHIEDE DANARO PUBBLICO

Anno VII - n. 21 Giovedì 1 Agosto 2013

Periodico di libera informazione

Come sei bella Terra dei Forti ...

contatti: redazione@lafarfalla.net

in edicola euro 1,00

Intervista del Direttore Editoriale, Vincenzo Giuliano, al Capogruppo dell’Opposizione alla Provincia di Potenza, Avv. Aurelio Pace (Vice presidente UPI Basilicata; Consigliere nazionale AICCRE; già membro direttivo nazionale ANCI Giovani).

C’È BISOGNO DI UN’ALTRA BASILICATA GRANDE LUCANIA: UN’ALTRA OCCASIONE PERSA La vecchia Lucania, oggi definita Grande, è riscontrabile dalla cultura, dalla storia, dalle tradizioni popolari di una comunità ben più vasta di quella compresa negli attuali confini geografici e amministrativi. L’idea di ripristinare i vecchi confini della Lucania sarebbe la conseguenza ad un’identità ancora viva e presente nel vissuto di queste popolazioni.

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e Lei fosse il legislatore regionale quale provvedimento metterebbe per primo in campo? È da tempo che considero urgente dotare la nostra Regione di un “Piano di sviluppo pluriennale” che ponga fine alla stagione del respiro corto e della

versi su assi di sviluppo. In primis l’asse energetico. Potremmo essere la Regione dell’energia da utilizzare per lo sviluppo delle aziende e per nuovi insediamenti (offrendola a basso costo in una globalizzazione che è competizione tra territori) ma anche per il benessere delle fami-

Aurelio Pace

mancata verifica degli effetti della spesa e della qualità della stessa. Ritengo, e non da solo avendo avviato un confronto serrato con esperti, che bisogna muo-

glie che non percepiscono le potenzialità di una Regione “ricca sotto e povera sopra”. Ci sono responsabilità politiche precise, spesso sottaciute nel polverone mediatico che

pone tutti nello stesso qualunquistico calderone. Secondo: l’asse infrastrutturale. I fondi del petrolio devono servire per una programmazione infrastrutturale che rafforzi le grandi direttrici ed intervenga sulla “viabilità minore” ormai al collasso. Una Regione che non circola in maniera veloce e sicura è una Regione che non compete. Penso all’infrastrutturazione materiale ma anche a quella immateriale. Una Regione che non è approdata, per larghe parti del territorio, alla banda larga rinuncia alla modernità. In particolare la Basilicata che ha investito ingenti risorse nel “computer in

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Abolizione delle Province: Ci stanno prendendo in giro a pagina 4

Corsa alla poltrona: Quante lotte per un po' di... potere a pagina 2

Sanità: come prima, un po' meno di prima a pagina 12

Sport: Potenza, la città che non vuole il calcio

LA VOCE DI GLOBO

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Il ricordo di un vero uomo di Fede: Don Tommaso Latronico

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OC E V A L i cittaDini A Z AL ola a r

DAL PETROLIO AL METANO

LA PARENTOPOLI LUCANA È ASSICURATA

Questa regione presenta delle ricchezze straordinarie. Ogni tanto ne esce una. È una miniera inesauribile di ogni bene. Abbiamo scoperto anche il metano e non ne sapevamo niente. Lo sape-

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alan SorrEnti a pagina 24

L’arrivo del pullman con a bordo Postiglione ed i suoi giocatori, era il 17 giugno 2006, il Potenza realizzava un magnifico sogno: il “gigante” Benevento, nella doppia sfida “play-off”, era battuto. potenza, contro ogni pronostico, in paradiso! Dopo quasi 20 anni era nuovamente c1. Nelle stagioni successive quel Potenza sfiorava la serie B, non raggiunta solo a causa delle infamanti ed ingiuste accuse che la portano alla radiazione. Da quelle accuse postiglione, e per esso il potenza, sono stati

prosciolti, con sentenza di non luogo a procedere emessa dal tribunale di potenza in data 5 dicembre 2012. Attualmente è stato presentato un ricorso presso la FIGC la quale, pur reputando ammissibile la richiesta di riammissione per l’errato giudizio emesso, ha rinviato al Coni la concessione della categoria professionistica, in quanto organo gerarchicamente competente.

Parla l’ex portiere del Potenza, Rino Iuliano

QUEL POTENZA DI POSTIGLIONE, «UNA PASSIONE SENZA PREZZO»

Attualmente svincolato e in attesa di una sistemazione si allenerà dal 22 luglio con l’Equipe Salerno Soccer di Gigi Cuomo presso il centro “Terzo Tempo” di San Mango

Piemonte. Stiamo parlando di Rino Iuliano, portiere classe ’84 che nella scorsa stagione

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Diversa distribuzione promozionale omaggio

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Per sollecitare il completamento della TITO - BRIENZA l’idea del sindaco di Brienza, Pasquale Scelzo, di istituire un pedaggio sul tratto di strada comunale interessata all’attraversamento della città, è una buona proposta ma ad una condizione: tutti gli amministratori del centro-sinistra lucano, dalla regione alla provincia, compresi quelli che si sono succeduti a Brienza negli ultimi 25 anni, dovrebbero risarcire i Lucani, in particolare quelli dell’area sud della Regione, per il danno che hanno causato in tutti questi lunghi anni, nel non aver dato l’autorizzazione all’Anas sui vari tracciati proposti.

La Tito - Brienza a pagamento?

Un esempio di Bene Comune alla lucana Durante questi anni, sia la Provincia che la Regione, sono state a guardare lo spettacolo che gli amici di cordata burgentina, ad ogni cambio di amministrazione, mettevano in scena a discapito dello sviluppo dell’area e dell’occupazione. È solo dal novembre 2005 che il Comune di Brienza ha dato il

via libera alla soluzione tecnica individuata, vale a dire dopo più di vent’anni dall’apertura

Il giudizio della Corte dei Conti sull’esercizio finanziario 2012 della Regione

GESTIONE IN PERDITA CON I SOLDI IN CASSA La Regione Basilicata consolida un trend di gestione negativa attestata dal fatto che nelle previsioni di competenza 2012 è stato iscritto un disavanzo effettivo di amministrazione riveniente dagli esercizi precedenti di oltre 62 milioni di euro (pagina 3). Ciò dimostra che la “gestione” della Regione è in perdita e senza risultati apprezzabili in termini di crescita economica ed occupazionale. Il risultato di amministrazione per l’esercizio finanziario 2012, fortemente negativo, è pari a -49,4 milioni di euro (pagina 5). Le spese soggette a restrizione sono risultate inferiori al tetto massimo consentito (patto di stabilità) per impegni e pagamenti e ciò dimostra che siamo in presenza di una scarsa “capacità di impegnare e spendere”, riconducibile all’incapacità politico-gestionale del Governo regionale (pagina 8). Non è

possibile che in un periodo di vacche magre ci siano soldi in cassa pari a 463 milioni di euro (pagina 9): i soldi in cassa ci sono ma ne sono stati spesi meno di quanti ne consentiva il rispetto del patto di stabilità. Ingenti sono le somme riferite ai residui attivi (entrate non incassate per 1,5 miliardi di euro) ed ai residui passivi (spese non pagate per 1,3 miliardi di euro) - pagina 9: anche questo dato conferma l’inefficienza degli Uffici e dell’Organo politico a gestire il Bilancio della Regione. i dati di Bilancio ci dicono che bisogna cambiare registro nella conduzione della regione e per fare ciò c’è bisogno di una discontinuità politico-amministrativa- istituzionale da costruire con un programma chiaro e con uomini competenti che hanno già dato prova di saper fare avanzare le comunità a loro affidate.

del primo lotto Satriano. Nessuno vuol ledere o limitare i legittimi interessi dei Comuni, però di fronte ad un bene generale qualche particolare bisogna pur limitare! E se si fossero comportati, in passato, così tutti gli altri amministratori dei Comuni attraversati dalla TITO BRIENZA, questa arteria si sarebbe mai realizzata? E la

Provincia e la Regione sarebbero state così accomodanti con quegli amministratori non della loro cordata? È amaro constatare che a distanza di tantissimi anni siamo ancora costretti a chiedere il completamento di un’infrastruttura considerata strategica per la Val d’Agri e per tutta l’area Sud della regione, e che nata già vecchia, non si possa chiedere il suo ammodernamento per assicurare AGIBILITÀ e SICUREZZA, a causa dei giochetti del centro-sinistra lucano di cui fa parte anche il sindaco Scelzo. piccolomini

QUANTE LOTTE PER UN PO’ DI ... POTERE! Vorrei tentare di parlare del Potere con la “P” maiuscola. Inizierei dal concetto di tale parola perché se non se ne afferra l’essenza non si possono capire gli IMPERII. C’è un detto famoso di un nostro compianto Presidente della Repubblica, Francesco COSSIGA, uomo eccezionale ed insuperabile, “IL POTERE È AL TEMPO STESSO FINE E MEZZO DELL’AZIONE POLITICA”, che si presta al caso nostro. Il POTERE genera diffidenza, idiosincrasia, pregiudizio, ma soprattutto, FASCINO! Il POTERE è una cosa superba, si lascia ammirare, impressiona e seduce e dà ad ognuno senso di protezione e favori, si riflette sempre su chi lo circonda e l’illumina, anche se di pallida luce “CHI HA ACCESSO DIRETTO AL RE PARTECIPA AL SUO POTERE “, (F. COSSIGA,) Quanto più potere si concentra nelle mani di un singolo o vertice, tanto più violenta diventa la lotta tra coloro che occupano l’anticamera e controllano il corridoio. Il POTERE è il vero discrimine tra gli uomini, che si dividono tra chi ce l’ha e chi non ce l’ha. La parola POTERE deriva dal latino e significa ESSERE CAPACI DI… Cioè la capacità di fare e/o far fare agli altri quello che si vuole. Si cerca il POTERE per sentirsi LIBERI da condizionamenti, dai lacci e lacciuoli. Ma è un’illusione! La lotta per il potere finisce sempre per assorbire ogni energia, egemonizzare tutta la propria vita, pubblica e privata. L’uomo di potere si sente libero e forte ma, ma nello stesso

tempo è schiavo della propria passione! Esistono diversi tipi di potere: politico, religioso, economico, mediatico ecc. e, a seconda delle convenienze, questi poteri possono allearsi o ignorarsi e possono rivolgersi alla ragione, al sentimento, alla passione. Altra considerazione da prendere in considerazione è che il POTERE appartiene al popolo. Non è vero! Il filosofo ROUSSEAU osservò che “..il popolo è libero solo durante le elezioni…” e dal giorno successivo torna ad essere schiavo. Sempre Rousseau diceva che la Democrazia è in realtà una Aristocrazia che si forma subito dopo le elezioni e che proprio grazie alle elezioni trova la propria consacrazione. Direttamente o indirettamente il popolo è sempre guidato da un’elite. Ci si chiede: È meglio o peggio? Considerato,a ragion di logica, che il popolo è facile preda di impulsi irrazionali che possono portare a condurlo a commettere violenze e/o ingiustizie, si potrebbe ipotizzare che è sempre pericoloso. NO! Il POTERE è pericoloso sempre di più solo quando si rivolge ESCLUSIVAMENTE A SE STESSO E IN ASSENZA DI UN IDEALE diventa infecondo. Esempio classico quello dei partiti politici che per realizzare le idee e i programmi hanno bisogno del POTERE ma che spesso e volentieri, col tempo rischiano di dimenticare tanto le idee che i programmi facendo del potere il loro fine ultimo HagaKurE


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C’È BISOGNO DI UN’ALTRA BASILICATA ogni casa” non può rinunciare a percorrere la strada dell’informatizzazione capillare, utilizzando le nuove tecnologie. Penso, ad esempio, al sistema WiFi max. In ultimo ritengo che non sia più possibile rassegnarsi all’utilizzo dei fondi del petrolio per il bilancio ordinario e per la gestione del consenso.

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cosa si riferisce in particolare quando parla di utilizzo dei fondi per la sola gestione del consenso. La invito a girare per i nostri Comuni e parlare con la gente di petrolio per capire come quest’importante risorsa è stata percepita dalla pubblica opinione. È opinione diffusa e fondata quella che ritiene che le famiglie non hanno tratto alcun vantaggio concreto dalla cessione alla economia nazionale di questa nostra ricchezza e che i fondi fino ad oggi spesi non hanno prodotto nuova occupazione. Anzi per molti sono stati sprecati, con investimenti a pioggia e per iniziative non solo discutibili, ma anche finanziabili con leggi e risorse ordinarie. È riemerso un vecchio metodo che pensavamo tramontato, adottato anni addietro dalla tanto vituperata Cassa per il Mezzogiorno: quello di verificare più i proponenti che le proposte presentate. Non si spiegherebbero altrimenti gli acquisti autorizzati, in qualche comune, di case terremotate da ricostruire al doppio del prezzo corrente al mq per l’acquisto di abitazioni residenziali, di aree di sedime rinvenienti dalla 219 o la costruzione di piste da ballo in parchi da proteggere.

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ornando al suo Piano di sviluppo Pluriennale quale attenzione darebbe ad un settore primario qual è l’agricoltura? Di agricoltura in questi anni si è molto parlato, non affrontando mai le criticità di un settore che ha visto indebitare le aziende che hanno tentato di integrare il reddito con le energie alternative, senza un reale accesso al mondo del credito che, mai come adesso, rappresenta la porta chiusa in faccia ai nostri imprenditori. Gli imprenditori agricoli chiedono politiche di tutela del territorio

essendone i primi custodi, burocrazia semplice e pubblica amministrazione efficiente. Ad oggi una chimera. Mi soffermerei su una vera politica di tutela dei marchi di qualità per prodotti realmente di eccellenza che sono messi in crisi dalle quantità e dalle certificazioni. È necessario immaginare un percorso di commercializzazione dei prodotti coordinato anche sul sistema dei magazzini generali e piattaforme di vendita. La politica agricola comunitaria non va nella direzione della tutela dei nostri prodotti ed è per questo che bisogna lavorare in tutte le sedi, nazionali ed europee, per valorizzare le nostre produzioni e le nostre specificità.

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non ritiene che la cultura possa recitare un ruolo determinante per difendere o promuovere le nostre specificità? Appunto per questo non posso non rilevare l’assenza di politiche culturali quali volani autentici di sviluppo in una regione in cui natura e cultura possono andare a braccetto. Dovremo cominciare a pensare per esempio che le aree protette, assieme al Parco nazionale del Cilento, possono diventare l’area verde più grande dell’Europa occidentale. Una possibilità di concreto sviluppo. Non condivido la promozione del territorio fuori dalla coerenza storica. Penso a quanto fatto in tema di rievocazione dei briganti in una parte della Regione che ha reso meno produttivo quell’investimento non essendo coerente con la storia del brigantaggio. Errore che si vuole ripetere per lo sbarco degli Enotri sulla diga di Senise. Dire a tutti i Comuni lucani che hanno vocazione turistica equivale a non fare turismo dove può produrre ricadute.

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orse perché ai territori non sono stati indicati le linee di sviluppo su cui puntare o forse perché sono stati spogliati delle loro prerogative con enti inutili? È vero quello che Lei dice ed io aggiungerei a riguardo una carenza di visione sul modello di governance che cittadini e categorie produttive ci chiedono snello, veloce, efficiente e trasparente, mentre continuano a proliferare gli “assessorifici” ed i posti di sottogoverno utilizzati per collocare, con dubbia ricaduta in termini di servizi, “compari” e seconde file. In Basilicata basterebbero i Comuni, messi in condizione

di vivere ed operare, e la Regione. Tutto il resto è inutile appensantimento di una governance in cui qualcuno ha voluto trasferire il vecchio sistema di occupazione dei posti di potere e di gestione del consenso. Mi permetta, inoltre, una breve riflessione anche su un altro Ente di rango costituzionale come la Provincia. La volontà diffusa di soppressione delle Province, avvalorata dalle nostre parti dalla dimostrata incapacità amministrativa della Provincia di Potenza in fatto di viabilità e formazione, non ci esime dal dire che basterebbe eliminare la miriade di enti strumentali e di sotto-governo per risparmiare cifre sensibilmente superiori a quelle che un Consiglio provinciale assorbe. Con l’aggiunta che dovremmo immaginare un ente, intermedio tra i Comuni, da potenziare, ed una Regione che dovrebbe fare legislazione e controllo ed invece si appassiona alla gestione per consolidare apparati, aumentando costi e contribuendo all’inefficienza amministrativa. Noi siamo per una governance snella che garantisca la funzionalità della pubblica amministrazione. Noi siamo l’Altra Basilicata.

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erché ha in mente un’altra Basilicata? Certo! Ho una mia idea di “Basilicata”. Questo territorio è così ricco e differente nelle sue articolazioni che bisogna costruire un progetto comune partendo proprio dalle specificità territoriali. Ciò che serve ad una parte del territorio regionale è ininfluente per altre aree. Pensate al Vulture - Alto Bradano che qualcuno ha voluto far diventare la discarica di Basilicata. Discariche a Genzano, Atella, Venosa, oltre a Fenice. Quel territorio va tutelato perché la sua vera vocazione è agricola (enogastronomica), da far coesistere con la grande industria, con il turismo di qualità e con le acque minerali. La sfida è fare di un’area di eccellenza la locomotiva dello sviluppo della provincia di Potenza. In questo momento è in atto una rigerarchizzazione culturale della regione Basilicata che vede Matera lanciata con coraggio e coerenza verso le capitali europee della cultura e Potenza ferma al palo di città dei servizi sempre meno metropolitana. Non sembri una provocazione, ma io propongo “Potenza città della scienza”. Si deve mettere a sistema il potenziale culturale che i vari

contenitori offrono ed organizzarli in un capoluogo che ha già vissuto importanti esperienze culturali, con successo e coerenza. Università, centri di ricerca, deputazione di storia patria, biblioteche: un polo scientifico di livello internazionale. Non è utopia ma voglia di costruire la centralità euromediterranea della nostra Regione.

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per la sua area di provenienza, il VULTURE- MELFESE, cosa servirebbe? Per il Vulture serve una solida connotazione culturale che valorizzi figure, luoghi, momenti storici in cui il Vulture è stato il centro del mondo. Da Federico ad Orazio, ai

... SEguE Dalla priMa pagina La nostra Regione avrebbe tutto l’interesse perché ciò si verificasse anche per un’esigenza di sopravvivenza sulla quale o ci si attrezza o si soccombe. Infatti, attualmente, è estremamente difficile mantenere i servizi con le sole risorse del federalismo fiscale in un territorio esteso e problematico e con una bassa redditività dovuta anche a tanti disoccupati. E invece nonostante i proclami di condivisione di autorevoli rappresentanti del consiglio regionale, nulla di fatto è stato fatto per passare dalle parole ai fatti, illudendo i 19 Comuni campani che hanno lottato con atti concreti perché potessero aggregarsi alla nostra Regione. In questi anni nemmeno un segnale di rafforzamento delle relazioni umane, sociali, sanitarie, culturali, politiche ed economiche con le zone ricadenti nell’area interessata a cominciare dai trasporti, dall’assistenza sanitaria ospedaliera, dall’Università, dai tribunali, ecc. Nessun provvedimento amministrativo di consolidamento dei legami tra le comunità contermini, non solo quelli storici e delle tradizioni popolari, di scambi tra Comuni vicini in una visione di maggiore coesione. Un notevole passo in avanti per la riaggregazione lucana, lo avremmo potuto fare se la Regione avesse sostenuto il mantenimento in vita del Tri-

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grandi meridionalisti Nitti e Fortunato. Il Vulture è l’incontro magico e preciso delle migliori esperienze del sapere europeo, dalle Costituzioni melfitane al “de arte venandi cum avibus”, alle grandi teorizzazioni sul meridionalismo. Tutto questo patrimonio deve diventare il tratto distintivo di un territorio che non può confondere la sua centralità con la marginalità a cui è stato destinato. Oggi serve realismo ma, al tempo stesso, visione. Coraggiosa visione di un futuro che, in Basilicata, tarda ad arrivare perché, da tempo, questa Regione ha smesso di sognare e di osare.

GRANDE LUCANIA: UN’ALTRA OCCASIONE PERSA bunale di Sala Consilina. Sarebbe stato un segnale concreto e d’incoraggiamento per i Comitati promotori della Grande Lucania del Vallo di Diano e Cilento, a dimostrazione di quanto stia a cuore alla Regione Basilicata il ripristino di una storia nata molto prima degli attuali confini. Al contrario, si è continuato a sostenere elettoralmente l’esistente non pensando al futuro e forse vanificando per sempre un reale progetto di rilancio delle nostre specificità e potenzialità. Eppure siamo una Regione che ha assolutissimamente bisogna di creare occasioni utili per superare il limite demografico dei circa 600 mila abitanti, che di fatto è un gap vincolante per le prospettive di sviluppo, soprattutto nella ripartizione delle risorse finanziarie statali. Rivendicare senza proporre, come si è fatto fino ad oggi, non ha bloccato, nei fatti, né la soppressione dei Tribunali di Melfi e Pisticci e né di altri importanti pezzi dello Stato. E domani? Continuando di questo passo riusciremo a salvare la stessa Regione? Vincenzo giuliano


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ABOLIZIONE DELLE PROVINCE

CI STANNO PRENDENDO IN GIRO Pensavo che dopo l’intervento della Consulta, l’abolizione delle Province venisse affrontata dal Governo, espressione della stragrande maggioranza delle forze politiche in Parlamento, in maniera organica e senza condizionamenti populistici legandola ai temi veri del costo della politica, con ragionevolezza ed oggettività dei fatti. Forse non tutti sono a conoscenza che in Italia ci sono enti strumentali nazionali che svolgono funzioni riconducibili a quelle spettanti alla Provincia: 1099 enti parco ed aree protette, 131 Aato Rifiuti, 91 Aato Acque, 63 Bacini imbriferi montani, 191 Consorzi di bonifica, più di 300 Comunità Montane o locali. Per non parlare poi dei circa 600 enti strumentali regionali che sono stati istituiti dalle Regioni italiane e che svolgono le funzioni tipiche delle Province. Tutti questi enti sono società nei quali operano con costi notevoli: presidenti, direttori, consigli di amministrazione, dipendenti, e che rappresentano il terreno ideale in cui fiorisce anche il sottobosco di certi interessi politici. È sfacciatamente evidente quindi l’inconsistenza delle motivazioni economiche alla base del provvedimento di cancellazione di 150 anni di storia delle province italiane, se la stessa Corte dei Conti ha espresso seri dubbi sul reale risparmio derivante dalla loro scomparsa. Noi aggiungiamo che se si portasse ad attuazione la riduzione del numero dei Parlamentari, accettato da tutti i partiti, farebbe risparmiare ai cittadini 400 milioni all’anno contro i 112 milioni derivanti dalla cancellazione di 4000 consiglieri provinciali. Per non parlare poi di quanto risparmieremmo se il Governo desse corso all’abolizione dei finanziamenti ai partiti, anch’esso contenuto nel programma presentato da Letta. Al punto in cui ci troviamo penso che non sia più né eludibile e né procrastinabile non fare chiarezza su questi temi per non peggiorare la situazio-

ne perché l’abolizione delle Province farebbe aumentare i costi e gli sprechi nella gestione di area vasta con l’inevitabile nascita di nuove strutture inutili e dannose. Chi deve manutenere le strade provinciali? Perché un singolo Comune dovrebbe accollarsi la manutenzione di scuole che serve anche gli abitanti di altri comuni? E quanto costerebbero i 61 mila dipendenti da trasferire alle regioni dove il contratto è più oneroso per la pubblica amministrazione? Personalmente un’ipotesi di soluzione l’avevo già indicata alla fine della passata consilia-

tura (2008-09), quando da consigliere provinciale mi resi promotore a livello locale e nazionale di una Proposta di Legge PER IL RIORDINO DI UN EFFICIENTE SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI (che pubblichiamo integralmente a parte) al fine di portare ad attuazione l’art. 114, Titolo V, Parte II della Costituzione, che assegna alle Regioni, per quanto di propria competenza, a rinnovare l’impegno per la costruzione di un “efficiente Sistema regionale delle Autonomie locali”. L’UPI Nazionale pensò di risolvere il problema con l’iniziativa

di convocare in via straordinaria tutti i Consigli Provinciali d’Italia per sensibilizzare i rappresentanti dei partiti, dei sindacati, delle forze sociali ad aprire un confronto reale sulla riorganizzazione del sistema istituzionale del Paese. Iniziativa che non ha avuto nessun seguito! Il Consiglio provinciale di Potenza approvò all’unanimità la mia proposta di legge regionale di riordino delle autonomie ma non dando conseguenzialità alla proposta in tutti questi anni, visto che ancora giace nei cassetti della Provincia e della Regione.

Forse sarebbe l’ora che incominciassimo a sperimentare buone pratiche da portare ad esempio e a non accettare supinamente politiche che alla fine potrebbero essere deleterie per una concreta attuazione dei principi della sussidiarietà, della cooperazione e della condivisione delle corresponsabilità nella gestione del territorio ai fini dello sviluppo sociale ed economico, in termini qualitativi e quantitativi e nel rispetto delle vocazioni locali e della sostenibilità aziendale. Vincenzo giuliano

PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI POTENZA ANNO 2008

INDIRIZZI PER IL RIORDINO DI UN EFFICIENTE SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI art. 1 - principi generali Al fine di portare ad attuazione il disegno di ordinamento costituzionale proclamato nell’art. 114, Titolo V, Parte II, della Costituzione, le Regioni provvedono, per quanto di propria competenza, a rinnovare il proprio impegno per la costruzione di un “efficiente Sistema regionale delle Autonomie locali”. Il Sistema regionale delle Autonomie locali si propone come un sistema organizzato di istituzioni pubbliche, orientato al perseguimento degli obiettivi dello sviluppo locale, art. 2 - principi ispiratori La costruzione di detto “Sistema delle Autonomie locali” deve essere realizzata in applicazione dei seguenti principi ispiratori: a) il partenariato interistituzionale, come modello di relazioni nel quale le autorità regionali, provinciali e cittadine si considerino partner nella condivisione della funzione pubblica, pur nella diversità delle rispettive competenze; b) l’equiordinarietà e la sussidiarietà, come principi di derivazione costituzionale; c) la cooperazione e la corresponsabilità nell’esercizio dei poteri di governo e di amministrazione locale, unite alla complementarietà nella differenziazione delle competenze;

d) il rispetto del livello territoriale di competenza; e) l’adeguatezza delle risorse finanziarie, rispetto ai compiti ed alle funzioni attribuite alle varie istituzioni del sistema. art. 3 - la ridefinizione del complesso di funzioni e compiti rivenienti dalla riforma costituzionale Ala luce della riforma del Titolo V, parte II, della Costituzione, al fine sia di rilanciare il recesso di riforma che di superare una fase, come l’attuale, di confusione e di incertezza nel disegno ordinamentale e complessivo, di rende necessario un impegno solidale che interessa in primo luogo il livello legislativo regionale, e che deve esplicarsi nel riordino di computi e funzioni attributi affidati, anche per delega, agli Enti locali. In tale opera di riordino e di ridefinizione delle competenze attribuite alle diverse Istituzioni del sistema, è necessario portare a concreta attuazione i principi della sussidiarietà, della cooperazione e della condivisione delle corresponsabilità nella gestione del territorio ai fini dello sviluppo sociale ed economico, in termini qualitativi e quantitativi e nel rispetto delle vocazioni locali e della sostenibilità aziendale. In applicazione di tali criteri, il carattere unitario e qualificante del sistema

sarà quello di essere una rete di presenze diffuse capillarmente sul territorio, che applicano a dimensione locale i principi del decentramento amministrativo. art. 4 - corrispondenza tra funzioni e compiti, e tra queste e la struttura funziona e le risorse finanziarie. Nessun ulteriore compito e nessuna ulteriore funzione potrà essere attribuita agli Enti locali che non sia affiancata con il trasferimento delle risorse necessarie e sufficienti per il corretto svolgimento degli stessi compiti e funzioni. art. 5 - la discriminante positiva a favore degli Enti locali di minori dimensioni e strutturalmente svantaggiati In una regione come la Basilicata, nella quale i Comuni di ridotte dimensioni demografiche e territorialmente svantaggiati sono la massima parte, la loro presenza deve essere considerata una “opportunità epocale” per l’attivazione di processi di sviluppo qualitativamente innovatori. Il modello ordinamentale da costruire in Basilicata deve trovare il suo connotato di qualità proprio in un grande progetto di sviluppo che investa i piccoli Comuni e le aree più svantaggiate della Regione.


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SASSO DI CASTALDA: UNA MINORANZA CONSILIARE AGGUERRITA Una decina di interrogazioni a firma del Capogruppo dell’opposizione Alternativa per Sasso, Rocchino Nardo, per rimettere al centro del dibattito politicoamministrativo i problemi reali della comunità. “con protocollo del 1 giugno, abbiamo tra le altre cose … chiesto: - L’autorizzazione per la registrazione audio video e la messa in onda via web delle sedute del consiglio comunale, onde poter raggiungere anche quegli oltre 500 sassesi iscritti nell’aire ma emigrati e residenti in giro per il mondo. Diamo anche a loro la possibilità di partecipare alla vita politica della nostra-loro comunità. - Le Royalties dell’acqua: Per le cosiddette compensazioni ambientali abbiamo in bilancio consolidato 2012 un credito di 120.000 euro che tardiamo ad incassare, per quest’anno in bilancio preventiviamo l’incasso di 80.000 euro, e il debito

nei nostri confronti sale a 200.000 euro che non abbia-

mica già imperante. E detto ciò mi e vi chiedo: come stiamo adoperando oggi le Sasso di Castalda royalties? Siamo nella piena legittimità?? Semplicemente mi pongo delle domande - Gli impianti sciisticiI: Stop alla sventurata esperienza delle piste da mo idea di quando e se….ci sci. Si è ben compreso che erogheranno. Non abbiamo non sono valide, ne che lo nemmeno certezze sulla misu- possono essere, ma che sono razione del quantitativo di solo fonte di spese a carico del risorse idriche che DONIAMO cittadino, proponiamo lo smanad Acquedotto lucano, la misu- tellamento e ripristino delrazione la fanno loro… se la l’area. fanno. Premesso che noi di - Il Petrolio: la corte costituzioALTERNATIVA PER SASSO nale ha bocciato la moratoria siamo per il ritorno alla gestio- (peraltro contorta e fuori ne comunale delle risorse idri- tempo) della regione Basilicache, e perciò ci batteremo, fin ta, sulle estrazioni petrolifere. da ora vi chiediamo di impe- Fra poco ci trivelleranno a gnarvi per restituire sotto pochi chilometri per cui noi vi forma di sgravio alle famiglie annunciamo che daremo batciò che riceviamo di royalties, taglia, e speriamo e confidiain quanto il passaggio dai 52 mo che sarete anche voi della euro annui per utenza a 300- maggioranza con noi a salva400-500 euro annui di media guardare il territorio e la salute mettono le ali alla crisi econo- pubblica.

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I grifoni nel parco della Val d’Agri Il grifone è un grande avvoltoio con un’apertura alare di oltre 2,5 metri. Si nutre di animali già morti individuati durante lunghi voli.

lungo la valle dell’Agri, in zone dove hanno trovato “condizioni idonee alla sosta e all’approvvigionamento alimentare”.

Un grifone

Due esemplari, dotati di radio collare, provenienti dal Parco nazionale del Pollino sono stati avvistati nel Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, dimostrando che l’avvoltoio compie “spostamenti regolari di circa 50 chilometri”. Sono stati visti volteggiare

Il presidente del Parco dell’Appennino Lucano, Domenico Totaro, ha evidenziato che lo studio dei grifoni dimostra la necessità di stabilire una collaborazione fra gli enti, anche per “sviluppare efficaci strategie di conservazione per le specie presenti nel Parco”.


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COSÍ SI MUORE NELLA TERRA DI NESSUNO La Basilicata ai primi posti in Italia per la mortalità da tumori La regione Basilicata è ai primi posti in Italia per la mortalità dovuta a neoplasie. Questo accade in una regione ove non vi sono industrie di nota, tranne la Fiat - Sata di Melfi e qualche altro stabilimento di media entità. Non siamo a Taranto dove c’è l’Ilva ed il tasso di inquinamento è maggiore, eppure ci troviamo, ad esempio, la diga del Pertusillo, con la moria dei pesci. La cosa che più fa rabbia è il silenzio degli amministratori locali che gravitano soprattutto nella zona della Val d’Agri, dove, essendoci una fiorente attività estrattiva, si registrano tanti casi. Con la protesta, seguita da dimissioni, poi rientrate, di sei sindaci dell’area, si pensava che era l’ini-

zio di una incisiva presa di coscienza da parte di chi si è proposto alla guida delle locali comunità. Anche queste voci di dissenso, legittime e sentite, sono poi evaporate nel nulla, senza fare eco, richiamate dall’alto del potente Olimpo potentino. Chi soffre, invece, è la povera gente che è vittima di questo sistema. Facciamo un appello a questi sindaci che sono a contatto diretto con la povertà del popolo che amministrano, di farsi promotori di queste istanze, tenendo presente che oltre alla sofferenza fisica, dovuta all’agonia dei tumori, vi è anche una sofferenza economica, sociale e morale. C’è una disoccupazione diffusa, che coinvolge tutti, giovani, padri

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DAL PETROLIO AL METANO

LA PARENTOPOLI LUCANA È ASSICURATA ... SEguE Dalla priMa pagina

vano forse solo i sindaci dimissionari. La Val d’Agri si è mossa dopo tanti secoli di baronaggio. Finalmente sei sindaci hanno presentato le dimissioni per protesta contro il superpotere dell’Olimpo Politico-massonico Potentino. Ma cosa è successo? Tutto ad un tratto le dimissioni sono rientrate. Come mai? I cittadini della Val d’Agri, che avevano esultato a questo atto di ribellione verso i baroni potentini, sono rimasti profondamente delusi. Perché? La risposta è stata data proprio dall’Onorevole Romoaldo Coviello in un’intervista da lui rilasciata su un quotidiano locale. Si tratta del metano. I sindaci protestanti hanno delegato il collega di Viggiano, insieme all’assessore al petrolio, a trattare per loro conto sulla gestione di questa altra grande risorsa della Lucania: il metano, “ti dà una mano!”. E gli altri comuni che gravitano nel bacino petrol-metanifero che benefici avranno da questa gestione? Non si sa. Dipenderà dalle future dimissioni strategiche che saranno presentate di volta in volta dagli amministratori locali, oppure dal nuovo Ras che verrà eletto in questa Abissinia in autunno. Ci auguriamo che questa nuova risorsa non venga gestita solo per mantenere la Parentopoli lucana, o per favorire l’ancestrale iper-familismo amorale ed aggiungiamo, immorale! giuseppe Domenico nigro

di famiglia, perdenti posto di lavoro. Si richiedono, da parte della politica a tutti i livelli, risposte serie a questi gravi ed annosi problemi, che affliggono la nostra, già martoriata, area di appartenenza. Ci domandiamo: è mai possibile che nonostante le ricchezze che abbiamo (acqua, petrolio, metano, boschi …) noi dobbiamo morire sia di fame che di tumore? È inutile girare per i paesi e chiedere il consenso, magari facendo pesare un favore fatto. E non si tiene presente tutta la gravità dei problemi che questa classe politica ha provocato nel corso del tempo. giuseppe Domenico nigro

È di Satriano, zio Michele Pascale,

IL NUOVO CENTENARIO LUCANO

Fede, lavoro e famiglia sono stati per zio Michele Pascale i punti di riferimento della sua vita. Tanta fede in Dio che lo ha sorretto anche nei momenti bui della sua esistenza: la partecipazione alla seconda guerra mondiale in prima linea in Albania; la successiva emigrazione in Brasile prima, per quasi un decennio, e in Svizzera, subito dopo il rientro dall’America,” per coprire le spese occorse a costruire la casa a Satriano”. Rientrato definitivamente nel suo paese d’origine ha portato avanti la famiglia con tanta dignità, one-

stà e laboriosità esclusivamente con il duro lavoro di agricoltore. Doti queste che gli sono state riconosciute dalle tante dimostrazioni d’affetto che zio Michele ha ricevuto nella giornata del suo centesimo compleanno. Lo ha particolarmente colpito il contenuto di una targa ricordo donatogli dal Parroco di Satriano, Don Antonio Petrone, in cui si sottolinea come esempio da seguire la sua forte fede nel Signore. antonella paterna

LETTERA APERTA DEI GIOVANI LUCANI DISOCCUPATI ALLA REGIONE cara Mamma regione, mammina cara … Come va? Noi, comuni mortali, non possiamo lamentarci. Certo non abbiamo un lavoro, la nostra terra non ci desidera, le eccellenze oltrepassano la frontiera. Ma in fondo è tutto regolare qui nella terra di nessuno. Abbiamo saputo quello che è successo qualche tempo fa per i rimborsi illeciti. Abbiamo avuto paura, a dir la verità! I tuoi pargoletti – sebbene malpensanti – sapevano che tutto sarebbe finito in una bolla di sapone. Che strano però? Nessuno ha pensato al servizio pubblico che hanno reso i tuoi fedeli servitori: mantenere intatto l’ecosistema raccattando scontrini per la strada. Ora capisco perché l’Acta lavora sempre meno nella nostra città. I tuoi eroici vassalli hanno capito cosa vuol dire lavorare e guadagnarsi lo stipendio onestamente. Eppure nessuno ha dato loro un giusto riconoscimento, magistratura compresa. Chissà se un giorno Greenpeace rammenterà la vicenda e darà loro il giusto riconoscimento. Un premio pur ci voleva … non trovi? Mammina cara cosa vuoi che ti racconti … No ho nessuna novità da darti. A parte il fatto che sono passati tre anni da quando i tuoi inferociti pargoli hanno indiriz-

zato a te una missiva per esprimere il proprio disappunto per la politica da te adottata in materia di formazione e lavoro. Te lo ricordi? Fummo davvero irriverenti. Inizialmente ci scagliammo contro di te perché credevamo che i tanto vituperati tirocini formativi non sarebbero mai stati attivati. Invece no! Ci siamo sbagliati … chiediamo venia. Solo non sappiamo che fine hanno fatto, poi, i tirocinanti. Abbiamo scoperto, inoltre, mammina bella che hai sfoderato negli anni una buona dose di ironia e umorismo. Ti ricordi del famoso “Ponte per l’occupazione”. Pensare che i tuoi dolci e beffardi figlioletti c’avevano realmente creduto. Meno male! Sai in Italia tutto ciò che ha la parola ponte, per forza di cose, rimane incompiuto. Figurati in Lucania. Certo ora un problema si pone: come far scendere questa carovana di illusi da questo ponticello? Ci pensi tu mamma? Magari dì loro che in realtà c’è stato un errore: raccontagli che in realtà stavano attendendo – invano – Godot “per vedere di nascosto l’effetto che fa”. O, meglio, che hai voluto invitarli a provare un bel round di bungee jumping. Senza rete di protezione, ovviamente! Mamma carissima ho saputo che Papà De Filippo ha dato le dimissioni e ora è tutto un casotto. Tutti se la sono data a

gambe. E ora ci tocca capire chi sarà il prossimo Pargolo prediletto. Sai, mi era parso di intendere che volesse diventare tuo prode condottiero Vito Santarsiero. Ha detto lui stesso che non ha problemi a candidarsi per sedere sullo scranno più alto di casa tua. Speriamo che continui a prendere ancora parte alla sfilata dei turchi. Se stavolta non consegnerà le chiavi al Conte Guevara, in qualità di mastro giurato, almeno speriamo gli preparino un bel vestito da Sultano, su un carro trionfale e con un grosso seguito di tamburi e trombe. Mamma che tutto puoi … abbiamo appreso poi della tua preoccupazioni per le sorti del Papà uscente. So che il suo abbandono ha causato ulteriori preoccupazioni anche ai vertici della sua scuderia. Ho sentito che stanno cercando una nuova collocazione post- mandato. Speriamo si sbrogli al più presto la matassa. È giusto, in fondo, che ti preoccupi anche del tuo fido compagno. A noi potrai pensarci in un altro momento. Ora hai problemi più importanti cui dar rilievo. Tranquilla: tanto sappiamo che vuoi sempre insegnarci qualcosa e, cioè, che non è quanto si possiede, ma quanto si assapora a fare la felicità. Morderemo l’aglio fingendo sia dolce.

i tuoi figlioletti birichini


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POTENZA: UNA CITTÀ POCO SOLIDALE E SEMPRE PIÙ VIOLENTA È il momento di consegnare il “pezzo”, è il giorno in cui si chiude la impaginazione di questo nuovo numero de “La Farfalla”. Quello che ho scritto, e che stavo per consegnare in Redazione, è una delle mie solite riflessioni su costume, su ricordi e qualche bacchettata all’indirizzo di chi dovrebbe, nel rispetto dell’evoluzione dei tempi, conservare quanto più possibile di ciò che si è consolidato nel piacevole scorrere degli anni tra queste ormai poche superstiti pietre secolari poste a guisa di centro abitato. I sapori di un tempo, l’architettura ordinata, nel suo disordine di concetto, di un piccolo centro del Meridione d’Italia, quel Meridione saccheggiato dal Savoiardo invasore per mezzo di un manipolo di soldati mercenari, con la scusa di unificare politicamente i popoli della Penisola sotto un solo Regno e che ad oggi, a ragion veduta, non ha unito ma ancor più diviso le genti che mai avevano praticato i medesimi usi, mai avevano condiviso uguali stili di vita, mai avevano parlato lo stesso idioma; provate a riunire un friulano, un marchigiano ed un siciliano con la vana speranza che si intendano parlando i rispettivi dialetti,

o condividano usanze e costumi. La stanca e quieta cultura contadina che regolava lo scorrere delle giornate anche in queste cittadine meridionali si è fatta il trucco, si sta dando contegno di elegante e prof u m a t a signora attenta più a che non le si sdrucisca il corpetto nel contenere le giunoniche forme contadine, che provvedere responsabilmente alla cura domestica ed alla educazione della progenie. È questa una figura retorica che rende l’idea di quanto sia cambiato il modo di dare un indirizzo morale ai propri figli, quando questi sono lasciati liberi di seguire anche i più bassi istinti, quelli che riportano l’essere umano al rango di primate. È mentre scrivevo questo articolo, infatti, che è circolata la notizia di un ragazzino di appena 15 anni brutalmente picchiato a Potenza da un

gruppo di coetanei, tutti all’ordine del capobranco, tutti obbedienti ai dettati del boss,

quel capo che non ha digerito lo sgarro, nell’economia delle prove tecniche di seduzione, come amo chiamare le prime esperienze di coppia dei ragazzi. Le prove che dovranno stabilire un corretto apporto tra sentimenti e ragione, tra attacco e difesa, nei rapporti tra uomo e donna in una potenziale coppia. Prove tecniche di accoppiamento, insomma. E, come tristemente ricorrente nel mondo degli adulti, entra in scena la bestia, il debole che si fa forte con i muscoli, con l’accondiscendenza di altri deboli riuniti in un branco che si aggira per le vie

del centro della città come quei randagi che seguono tutti il cane Alfa, quello che comanda, quello che decide ed indica a n c h e q u a l e p r e d a attaccare. Ma i cani, i lupi, le iene, i leoni sono animali che devono a t ta c c a r e per sopravvivere. Ed invece noi parliamo di quindicenni che in otto si scagliano contro un coetaneo colpevole con tutta probabilità di una scortesia nei confronti del capobranco. La cosa che però ha destato maggior sconforto in questo detestabile episodio, è stata l’indifferenza dei passanti che pure hanno assistito alla bravata, al violento pestaggio da parte di un branco di otto individui ai danni di uno solo. Non una delle diverse persone che vi hanno assistito ha cercato di fermarli. È davvero cambiato tanto dai tempi in cui tutta la comunità si sentiva coinvolta ed in casi del

genere si interveniva anche per insegnare ai giovani a comportarsi responsabilmente. Viene da chiedersi dove siano i genitori di questi spavaldi giustizieri. Viene da chiedersi cosa faranno, e se lo faranno, per far capire a questi disadattati i loro errori. Ma non mi aspetto null’altro che la consueta difesa d’ufficio, la giustificazione del loro operato con la solita frase: sono ragazzate. Ragazzate? Come si fa a dar colpa ai ragazzi di questi comportamenti che sono figli soltanto della trascuratezza di certi genitori per i quali sono sempre gli altri a sbagliare, e giammai quelle candide mammolette che invece riunite in branco trovano la forza e la spudoratezza di affrontare con inaudita violenza un coetaneo e mandarlo all’ospedale? Ma, si sa, è molto più agevole e meno impegnativo per il sedicente educatore porre rimedio alle marachelle piuttosto che coinvolgere il figlio in un percorso educativo serio e responsabilizzante. In pratica, basta un blando rimprovero, e domani di nuovo in strada per toccare nuovi acuti di violenza. Tanto, poi ci pensa il babbo … *S.g.*

CHIUSA DAL TERREMOTO DELL’80 LA CATTEDRALE DI MARSICO L’8 Giugno del 1794 vi prendeva messa il Beato Lentini È ancora chiusa dal terremoto del 1980 la cattedrale di Marsiconuovo. È la sorte di tante chiese lucane, oltre quelle che sono state già ristrutturate secondo il

canone del barocco lucano: giallo paglierino e cemento dappertutto. Giustamente i nostri ingegnosi architetti ed ingegneri ed i nostri Mecenati non hanno

altro nel loro bagaglio: basta guardare le schubertiane “Incompiute” di Potenza. Eppure in quella cattedrale, centro dell’illustre e storica diocesi di Marsico, prendeva messa il Beato Domenico Lentini. Era l’8 giugno del 1794. Qui orò il grande San Tommaso d’Aquino, quando venne in visita alla sorella, che, per matrimonio contratto, era contessa di Marsico. E vi mandò a prelato il suo fido segretario, Reginaldo da Piperno, frate domenicano, poiché il popolo reclamava palpitante il suo pastore. E qui c’era il venerabile Seminario. Ed ancora oggi non riusciamo ad aprire questo tem-

pio. È stato più di 10 anni aperto all’acqua ed al vento, siccome fu squarciato dal tremore improvviso e mortifero dei terremoti lucani. E tra di questi i più distruttivi sono stati quelli della Val d’Agri. Sembra il tempio di Gerusalemme. Ci sono i muri del pianto, ove i pellegrini sfilano facendo penitenza. Neppure dopo il tremendo “tremuoto” del 1857 ci misero tanto per ristrutturare questo insigne monumento storico della Lucania. Poi si dice che i Borboni erano arretrati. Ma qui altro che Borboni abbiamo! Abbiamo i Barboni!

Ed i Birboni! Con tutto il petrolio che vi scorre sotto non si riesce a ricostruire un tempio? Il Maestro: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Qui invece si parla ancora di tre secoli, forse! E sappiamo benissimo che dove si estrae la preziosa roccia del petrolio i terremoti aumentano. Vincenzo capodiferro


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Paradossi lucani. La triste vicenda del Terminal Basento di Potenza “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole”. Così inizia una famosa poesia di Giovanni Pascoli, dalla quale traiamo lo spunto per introdurre un tema, purtroppo, assai meno poetico e tutt’altro che bucolico: il nuovo Terminal Basento, concepito e realizzato dalla ineffabile Amministrazione di questa città. Viole intorno non ne sono nate, ma innegabilmente il terminal, come la poesia di Pascoli, è qualcosa di “nuovo, anzi di antico”, giacché fin troppo conosciuti e antichi sono i problemi contro i quali questa nuova opera si scontra. Primo fra tutti il fattore tempo: un’opera inaugurata in pompa magna mesi or sono e non ancora utilizzata (se non da pochi giorni ed in maniera parziale), al che sorge spontanea la domanda: ma come si fa ad inaugurare un’opera e poi lasciarla lì, inattiva, per mesi e mesi? Ad una più attenta analisi del manufatto, la risposta arriva altrettanto spontanea: in realtà essa non assolveva affatto a tutti i requisiti prescritti. Tralasciando il criterio di opportunità circa l’inaugurazione di un’opera che ancora non aveva ottenuto le autorizzazioni previste (è come battezzare un neonato quando è ancora nella pancia della madre), si nota immediatamente che l’opera è discutibilissima sia sotto l’aspetto della sicurezza che della sua localizzazione. Non perché non fosse azzeccata l’ubicazione nei pressi della stazione centrale della città, ma per una serie di ragioni che noi del Comitato 13 Ottobre abbiamo immediatamente ravvisato quali criticità enormi in ordine ad un’opera nuova di zecca e che dovrebbe - sottolineiamo dovrebbe risolvere d’emblée il problema del punto di snodo del trasporto urbano su gomma.

Ecco allora un semplificato elenco delle problematiche insite nel nuovo Terminal: 1. Innanzitutto la drammatica presenza di barriere architettoniche rappresenta un ostacolo insormontabile non solo per i portatori di handicap, ma anche semplicemente per una

3. A tal proposito risulta assai singolare la scelta di ubicare il Terminal in uno spazio condiviso con una corsia di automobili: non c’era altra area in città dove il più importante punto di arrivo dei pullman extraurbani potesse avere una sua completa autonomia? Appare

5. Sembra evidente che l’altezza delle pensiline non sia adeguata allo stazionamento di autobus extraurbani ed extraregionali “double deck”, i quali possono incontrare difficoltà persino ad aprire le porte, vista l’altezza insufficiente delle pensiline stesse.

ai cittadini un significativo servizio di efficienza e venendo meno a quella che è la principale delle vocazioni urbane che vuole “Potenza città di servizi”. Sembra proprio che questa città, anziché risolvere i problemi, con l’aumento considerevole della rete infrastrutturale ne aumenti la portata. Paradossi lucani. Con l’aggravante che: a) tali interventi hanno un costo piuttosto rilevante per la collettività; b) sono opere che è estremamente difficile riadeguare alle necessità reali della cittadinanza, per cui sono destinate ad essere inutilizzate. Come le tante “cattedrali” inaugurate in pompa magna da questa lungimirante amministrazione, anche questo Terminal presenta dunque delle prospettive di scarso (o mancato) utilizzo nel medio-lungo periodo. Forse è meglio continuare a leggere Pascoli, così la mente - almeno quella - può rilassarsi un po’.

signora con carrozzino, per non parlare della massa dei viaggiatori che ormai si muove con trolley a rotelle e che non potrebbe usarli nella modernissima e ”rivoluzionaria” stazione di sosta potentina. La scalinata che porta verso la stazione ferroviaria, ad esempio, non è dotata di alcuno scivolo per queste categorie di persone e non è pensabile che un’opera nuova di pacco non preveda la rimozione di simili barriere: forse i progettisti non si sono accorti che siamo nell’anno 2013 dopo Cristo. 2. Sembrano obiettivamente ristretti gli spazi a disposizione dei pullman (solo 5 stalli che presumibilmente nelle ore di punta potrebbero essere completamente intasati), che determinano un oggettivo, ulteriore strozzamento della circolazione stradale, già attualmente limitata dentro metà carreggiata.

ovvio, infatti, che la presenza di auto sulla carreggiata a fianco rende assolutamente pericolosa sia la discesa dei passeggeri che la semplice apertura dei portelloni per il prelevamento dei bagagli; né la soluzione di spostare il tutto verso il lato del marciapiede sotto la pensilina sembra risolvere il problema. 4. L’aumento, anziché la diminuzione, del traffico, conseguenza del restringimento della carreggiata in un’arteria cittadina di primaria importanza, provoca già oggi (periodo estivo) un notevole rallentamento del traffico, con file che sono paragonabili a quelli di una città con milioni di abitanti. Ci si chiede cosa accadrà con l’apertura delle scuole e con il terminal che lavorerà, presumibilmente, a pieno regime con un incomparabile intasamento della rete viaria limitrofa.

6. A memoria d’uomo non si è mai visto un terminal senza un adeguato e comodo parcheggio a supporto. La cosa, com’è ovvio, crea non poche difficoltà a quei viaggiatori che vi giungono con auto propria, ed alimenta notevoli perplessità nei confronti, lo ripetiamo, di un’opera di nuova concezione, nei confronti della quale non sono stati previsti i requisiti minimi di sicurezza e di servizio. 7. I pullman in partenza dal Terminal non possono lasciare la città in direzione della attigua uscita di Potenza centro, poiché la serpentina all’altezza della concessionaria Mercedes è impraticabile (mezzi di quelle dimensioni ne rimarrebbero incastrati); quindi i pullman continueranno ad invadere massicciamente le strade cittadine in entrata e in uscita. Insomma si spendono fiumi di risorse pubbliche senza offrire

“Si respira una dolce aria che scioglie le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch’erbose hanno le soglie: un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita: un’aria celestina che regga molte bianche ali sospese”. Dino De angelis


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L’Associazione Culturale “A CASTAGNA RA CRITICA” ha promosso l’evento “LAGONEGRO ARTE E MISTERO”

A SPASSO NEL BORGO DELLE 33 CHIESE In un clima di incantevole suggestione, la visione del diploma della pace e del calice d’argento inviati dall’imperatore Barbarossa al re Guglielmo di Sicilia nel 1187 per ratificare la pace di Venezia. L’idea dell’evento è nata dalla necessità di dover creare un’occasione di incontro tra l’associazione “A Castagna Ra Critica” e la “Associazione Disabili Gragnano” allo scopo di stilare un protocollo di intesa. Preoccupazione primaria dell’associazione è quella del recupero del patrimonio storico ed artistico della città di Lagonegro, con la possibilità di rendere fruibile l’itinerario turistico-religioso, da tempo approntato, anche da parte di soggetti diversamente abili. Nell’intento di polarizzare l’attenzione sulle precarie condizioni e lo stato di abbandono di alcune Chiese presenti nell’abitato di Lagonegro e nella speranza di recuperare un considerevole patrimonio artistico, l’Associazione ha messo in scena una rappresentazione teatrale, basata su leggende e storia locale, con la speranza di sciogliere quella sorta di “maledizione” che sta ingenerando la caduta nell’oblio di gran parte degli edifici sacri lagonegresi, scrigni di arte e cultura. Ci si è avvalsi della collaborazione di Gianluigi Pagliaro, regista della compagnia teatrale amatoriale di Lagonegro, e della rielaborazione in versi di un’opera creata dall’Avv. Milena Falabella (componente dell’associazione), allo scopo di farla recitare nel corso di un itinerario storico-artistico da un cantastorie, interpretato, nella circostanza, da Erminio Truncellito, attore professionista, che si è dato gratuitamente disponibile attratto dall’interessante progetto. La manifestazione di luglio è stata resa possibile grazie alla preziosa disponibilità di un cospicuo numero di persone e

di istituzioni che hanno in varia misura collaborato per la realizzazione dell’evento. Il direttivo dell’Assocaiazione A Castagna ra critica ringrazia, in proposito, il maestro Cristian Paduano, per aver accompa-

Andrea Propato (dell’associazione A Castagna ra Critica) si è potuto rendere partecipi gli audiolesi della vicenda narrata dal cantastorie. In definitiva, l’intera giornata è stata resa possibile grazie

comunale di Lagonegro, che si è prodigata in ogni modo per agevolare l’evento, e al parroco, don Mario Tempone, che ha consentito l’apertura delle Chiese previste nel percorso, consentendone la visita, effet-

gnato con la chitarra il cantastorie, assieme al giovane fisarmonicista Pierangelo Camodeca, l’intera cittadinanza del borgo antico, che ha offerto una grande disponibilità per la riapertura degli edifici storici di sua proprietà, gli artigiani, commercianti ed artisti, che hanno esposto i loro prodotti e le loro opere. Un particolare ringraziamento è stato rivolto all’azienda vinicola “Gioia al Negro” (di Lagonegro) sponsor della manifestazione, che ha fornito un considerevole contributo economico, nonché alla società di autotrasporti S.L.A. di Lagonegro, che ha garantito gratuitamente il trasporto dell’associazione ospite da Gragnano a Lagonegro. Inoltre, un notevole contributo è stato dato dalla Pasticceria Paradiso, che ha reso possibile la degustazione di dolciumi tipici locali. Si rammenta come grazie alla traduzione in Lis compiuta da

all’apporto di tutti i volontari, che, in varia misura, hanno collaborato per il raggiungimento del comune obiettivo. Un particolare ringraziamento per la sensibilità mostrata all’Amministrazione

tuata da un copioso numero di stupefatti ospiti. Passando alla descrizione dell’opera messa in scena, va puntualizzato

che l’Associazione ha inteso sperimentare, con successo, una formula di teatro itinerante, pensando come sfondo all’antico borgo di Lagonegro, con il suo intrico di viuzze medioevali cosparse di meravigliose Chiese, che, di tanto in tanto, fanno capolino tra vetusti edifici addossati l’uno all’altro. A proposito delle Chiese, è bene osservare come Lagonegro abbia la peculiarità di presentare un complesso storico di ben trentatre edifici sacri, di cui oggi ne residuano ventotto. Altamente suggestiva è apparsa la rappresentazione notturna svoltasi con la luce soffusa delle lanterne in una atmosfera da borgo da fiaba, fino a raggiungere la chiesa di San Nicola al Castello, musealizzata dal 2005 e non ancora aperta al pubblico. Qui, in un clima di incantevole suggestione, si è proceduto alla scenografica apertura dell’altare maggiore, consentendo così la visione della sottostante cripta e, quindi, il ritrovamento del diploma della pace e del calice d’argento, che la leggenda vuole perduti nell’anno 1178 in Lagonegro da parte di due ambasciatori inviati dall’imperatore Barbarossa al re Guglielmo di Sicilia, al fine di ratificare la pace di Venezia.

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La semplificazione della macchina burocratica: Da tempo, da troppo tempo, il dibattito politico si sofferma sulla necessità di semplificare i processi amministrativi, problema gravoso per la crescita, gli investimenti e per la credibilità del sistema “Paese”. Una miriade di norme, circolari, decreti, leggi, interpretazioni, ecc. hanno letteralmente massacrato la Pubblica Amministrazione nel tentativo di snellire la farraginosa macchina amministrativa. Nel quadro legislativo, complesso che è stato messo in piedi a vario titolo dai governi che si sono succeduti, Legge Merloni - Meloni bis, Merloniter, D.P.R. 554/199, DPR. 42/2000, DPR 207/2010, legge 214/2011, Decreto Sviluppo, Decreto Crescita, Decreto Salva Italia, Decreto del Fare, ha generato confu-

un miraggio!

sione nella Pubblica Amministrazione specie nei piccoli Comuni. Ad esempio le “Stazioni appaltanti” o “Centrale Unica di Committenza, previste dalla Legge 2014/2011 con decorrenza 1 aprile 2013, che dovevano rappresentare uno degli elementi trainanti per la razionalizzazione e il contenimento della spesa pubblica, almeno per i Comuni inferiore a 5000 abitanti, a distanza di oltre due mesi dalla data prevista di decollo è stata ulteriormente prorogata al prossimo 31 dicembre. Occorrono norme chiare per

snellire la burocrazia, e forse la soluzione sarebbe adoperarsi per la stesura di testi unici e coordinati per consentire agli operatori la velocizzazione dei processi amministrativi . Dicevo procedure chiare, come le procedure e la tempistica prevista dalla legge 190/2012, norme anticorruzione, va ricordato, infatti che la finalità principale della disposizione è quella di perseguimento di una rinnovata trasparenza amministrativa che “è assicurata mediante la pubblicazione, nei siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni relative ai

procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazioni, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto d’ufficio e di protezione dei dati personali. La trasparenza, quindi é perseguita attraverso una nuova forma di condivisione dell’attività amministrativa, che si concretizza attraverso l’accessibilità totale delle informazioni allo scopo di favorire forme “diffuse di controllo” sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Tale strumento di condivisione

dell’attività amministrativa è anche l’unico in grado di ristabilire nuovi livelli di fiducia verso le istituzioni. Forse una riflessione in più da parte della classe politica, nella visione e sull’esempio della legge sull’anticorruzione, potrebbe portare ad una normativa semplicistica anche nello snellimento dei processi amministrativi, o forse la burocrazia serve alla POLITICA? pasqualino laviano Componente Comitato Nazionale UNITEL Unione Nazionale Tecnici Enti Locali

LA BENEFICENZA SI FA TEATRO La compagnia”Attiva-Mente” nasce a Lagonegro dal laboratorio teatrale dell’associazione di promozione sociale. È composta da 20 attori non professionisti che coltivano la

passione per il teatro e che la uniscono all’azione di volontariato con finalità di raccolta fondi per beneficenza a enti o associazioni no profit e alla promozione e la divulgazione

della cultura del teatro nel territorio. Ha rappresentato in vari teatri della Calabria, Campania e Basilicata (anche per Telethon) la piece teatrale “Io L’Erede” di

E. De Filippo. Futuri appuntamenti sono programmati per questa estate in vari teatri delle regioni citate e in autunno per la rassegna “Cantieri d’Arte” presso il teatro stabile di

Potenza con due rappresentazioni “Io L’Erede” e “Mia Famiglia” di E. De Filippo, per la regia di Gianluigi Pagliaro. Maddalena Falabella


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I paesi lucani si stanno sempre più caratterizzando come:

CANILI ALL’APERTO

Un fenomeno molto diffuso con l’indifferenza di molti Comuni lucani Avigliano - Fenomeni di randagismo sono sempre più frequenti ad Avigliano da quando il canile in zona tre ponti è stato chiuso. Imbattersi in branchi di cani che girovagano per le vie del paese, incutendo non poco timore ai pedoni e

senza un preciso piano di intervento. Si allontana così la possibilità della riapertura del canile e la speranza di assicurare in tempi brevi a tanti cani una razione di cibo.

ciclisti di qualsiasi età, non solo ai bambini, è molto frequente. Da alcune stime fatte da esperti si pensa che gironzolano oltre 100 cani randagi a fronte di una popolazione totale di 200 registrati all’anagrafe canina. Di fronte a tale fenomeno registriamo il disinteresse totale delle autorità e l’as-

F.M. Foto Lucia Logiodice

PIÙ TUTELE ALLA SALUTE PUBBLICA CON LA MEDICINA VETERINARIA La medicina veterinaria è la scienza che si occupa della salute e del benessere degli animali, con particolare riguardo alla prevenzione e alla cura delle malattie. Essa tutela anche la salute dell’uomo controllando le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo (zoonosi) e assicurando il controllo sanitario degli alimenti di origine animale. Questo è in generale ciò che la gente pensa ed immagina. Ma vi chiedo: è proprio e soltanto così o si può anzi, si devono riconoscere a tale professionista altre funzioni che la gente normalmente pensa delegate ad altre figure professionistiche e/o professionali? Proverò a stupirvi! E non con effetti speciali, sapendo che per ragioni di spazio non sarò né esaustivo né completo nell’approfondimento dei vari argomenti che meriterebbero maggiori spazi. Il Veterinario svolge le seguenti attività e compiti principali: si occupa di prevenzione e cura della salute dei piccoli animali domestici, clinica chirurgia e farmacoterapia; si occupa di prevenzione e cura della salute degli animali “da reddito” o detto anche da allevamento e che comprendono specie diverse tra loro dai bovini agli ovi-caprini, dai suini al pollame, dagli animali esotici agli animali acquatici come salmonidi, spigole ecc.; prescrive i farmaci da somministrare agli animali in ragione di determinate patologie specificando i tempi necessari alla eliminazione dei residui (allevamento); effettua controlli igienico-sanitari degli alleva-

menti. Bovini, equini, ovi-caprini, api, suini, selvaggina; effettua controlli sugli alimenti di origine animale latte, formaggi, carni, salumi uova, creme, yogurth, miele, ristorazione; mette a punto e sviluppa programmi di fecondazione artificiale; si occupa delle problematiche connesse ai punti precedenti anche per specie di animali in via d’estinzione, ambientate in parchi naturali, terrestri e marini, pensate agli zoo acquatici e non, delfinari ecc. Tutto e solo qui? Adesso vi dirò cosa un veterinario può fare al di là delle già enormi funzioni che già svolge. Entra con competenza specifica nella progettazione di stabilimenti: adibiti alla lavorazione degli animali e dei loro prodotti: macelli, salumifici, mielifici, ittici, compreso le navi, pellami, piume e pellicce, trasforma la semplice “stalla” in una azienda con: ricovero,sala mungitura, sala parto, sala neonatologia, sala svezzamento e giochi per i piccoli. Formula acquari, zoo, ippodromi e cinodromi, mangimifici, diventa medico sportivo progettando ferri, selle e finimenti speciali per cavalli e cani da corsa, risolvendo problemati-

che legate alla velocità dei soggetti e alla loro vittoria; diventa consulente tecnico per la procura della repubblica o di studi legali per cause giudiziarie è fondamentale negli ospedali e/o case di cura, quale ispettore degli alimenti afferenti a tali strutture, al fine di con-

trastare sia truffe commerciali, alimenti diversi per qualità e/o specie da quelle richieste, che alla loro integra conservazione,impedendo di fatto gravissime ripercussioni sulla salute dei degenti è fondamentale negli ospedali dove si pratica la pet therapy, al fine di controllare la salute degli animali, il giusto approccio e i comportamenti psicologici interattivi paziente/animale. È fondamentale nelle terapie dei disturbi della psiche umana collaborando con il medico umano nella giusta scelta degli animali da affiancare al paziente e seguendone insieme le affinità, i com-

portamenti e le interazioni,in quanto da tali osservazioni scaturiranno preziose indicazioni per la diagnosi seguente sul paziente; diventa attento studioso dei comportamenti degli animali non domestici, al fine di utilizzare le loro proprietà specifiche a beneficio del-

l’umanità. Pensate all’ibernazione dell’orso che con un sistema complesso proprio impedisce l’autodistruzione dei muscoli quando è in letargo e trasportatelo di pari in caso di allettamento dovuto a incidenti stradali, o allo spegnimento di metà cervello dei delfini e di pari all’uomo in caso di ictus; Per concludere gli spazi e le modalità di utilizzo di tale professione da parte della pubblica amministrazione,sono molteplici e nessuna di queste inferiore ai benefici che l’umanità potrebbe trarne e allora ci si chiede: come mai ciò non è? Come mai si preferiscono figure professionali “inferiori” a tali professionisti? Se ne avrò modo ne disquisirò in altro articolo. Donato Fabbrizio

Post Scriptum

Qualora vogliate esprimere le vostre opinioni in piena libertà potete farlo semplicemente inviando una e-mail a: redazione@lafarfalla.net


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Giovedì 1 Agosto 2013

PIANO SANITARIO REGIONALE 2012 - 2015:

COME PRIMA E MENO DI PRIMA Il sistema delle Cure Domiciliari in Basilicata Ad oggi, considerato lo stato dell’arte in cui versa la sanità lucana, è palese il ritardo con cui vengono applicate sia le norme inerenti il PSR 2012 2013 che i dettami della L. 38 del 2010 che riguarda le cure palliative, nonché la Legge regionale 4/2007 che riforma la rete regionale dei servizi di cittadinanza sociale. Con l’applicazione di questi strumenti legislativi si sarebbe potuto dare un grande impulso alla realizzazione operativa delle reti assistenziali di Basilicata. Ma ciò non è avvenuto se non in parte. Il PSR 2012 - 2015, così come strutturato, è quanto di meglio si sia potuto immaginare al fine di correggere le discrasie di un sistema socio sanitario carente sotto tutti gli aspetti, ma, in pratica, mancando le adeguate risorse finanziarie, sono venuti meno gli strumenti necessari a renderlo operativo, risultando, alla fine, solo un goffo tentativo di applicazione delle innovazioni previste. Il colpevole ritardo da parte degli organismi competenti è accentuato dal fatto che il nuovo PSR altro non è che la copia riveduta e corretta di quelli precedenti ai quali non è stata data se non una minima applicazione. intEgraZionE Socio Sanitaria. Rappresenta il punto dolente vista la mancata posa in opera delle norme espresse dalla L.R. 4/2007, messa in pratica solo in pochissimi punti, mentre restano inapplicate tutte le novità inerenti la realizzazione dello sportello unico, delle Unità di Valutazione Integrate, dei protocolli di intesa con i Comuni, dei protocolli di intesa Ospedale - Territorio, che, in pratica, rappresentano i cardini su cui si fonda il PSR 2012/2015. Ad una attenta lettura del PSR viene più volte considerata l’imprescindibile necessità di dare applicazione alle norme di integrazione socio sanitaria per la buona riuscita del PSR.

Sin dal 1999, in Basilicata, si è dato corso alla realizzazione di un sistema di cure domiciliari, applicato però a macchia di leopardo sul territorio regionale che, se da una parte ha potuto lenire le difficoltà di sparuti gruppi di cittadini, specialmente nei due capoluoghi, dal-

realizzare fino a quando la Regione Basilicata continuerà adotterà il Vaor ADI, mediante il quale acquisisce i flussi informativi delle due Aziende sanitarie e li trasmette al Ministero della Salute. L’obbiettivo deve essere quello di abolire del tutto questo strumento di valutazione, adottando criteri meno pesanti e tortuosi. 2) risorse umane preposte alle cure domiciliari in numero estremamente esiguo. Si consideri che l’utenza del territorio della ex ASL 2 Potenza e Villa D’Agri fruisce delle cure domiciliari di I° e II° livello in un rapporto di 700 utenti su circa 200.000 residenti/anno. Questo comporta la necessità di dover ricusare almeno altrettanti utenti o, come spesso accade, di mettere in assistenza i meno complessi e istituzionalizzare gli altri, con conseguente ricaduta negativa in termini di immagine e di econoFoto Lucia Logiodice mia. Basti pensare che solo 3 infermieri Ingresso struttura direzionale Ospedale San Carlo di Potenza assistono la popolaziozione quale strumento che l’altra ha prodotto gravi deficit ne ADI dell’intero ex Distretto registri e formuli un adeguato di assistenza nel resto del ter- di Potenza che consta di circa 180.000 residenti (Potenza e piano di intervento sui bisogni ritorio regionale. espressi, realizzare la stipula I problemi della governance territorio). Da anni si parla di dei protocolli di intesa con i sono stati rappresentati dai affidare le prestazioni infermieristiche, fisioterapiche, mediComuni, gli Ospedali e le Strut- seguenti punti: ture residenziali e semiresi- 1) farraginosità della presa in che e sociali a terzi, mediante denziali. Il cittadino - utente ha carico dell’assistito che, per la pubblicazione di un bando di il diritto di sapere chi fa che fruire di un minimo di presta- gara ad espressione nazionacosa e quindi deve poter fruire zioni socio/sanitarie, viene sot- le, ma a tutt’oggi non risulta di un regime assistenziale toposto alla valutazione di uno che ciò sia avvenuto. snello, accessibile e omoge- strumento detto Vaor ADI. 3) I malati oncologici terminali neo sull’intero territorio regio- Questo sistema di valutazione, vengono assistiti grazie ad una troppo prolisso e poco acces- convenzione realizzatasi già nale. curE DoMiciliari E sibile, va snellito e reso più dal 2004 con l’ANT (Associaleggero, consentendo agli ope- zione Nazionale Tumori) che, palliatiVE. Altro punto importante per la ratori socio - sanitari domicilia- sotto la governance dell’ex corretta applicazione del PSR ri di dedicare i ¾ del tempo Distretto di Potenza, presta le e dalla Legge 38 del 2010 è all’assistenza del paziente e proprie cure, 24H, ai malati terrappresentato dalla necessità solo ¼ alla compilazione della minali di cancro. Ma, per condi dover assistere, al meglio, i valutazione interdisciplinare e tratto, possono venire assistiti cronici, gli anziani e i terminali non viceversa, come accade esclusivamente i terminali al proprio domicilio. oggi. Ciò sarà di difficile da oncologici, mentre per le altre

L’obbiettivo deve essere quello di stimolare la realizzazione dei punti espressi dalla legge regionale 4/07 e quindi dare corpo allo sportello unico integrato quale sede di rilevamento, in ogni singolo Comune, dei bisogni del cittadino/utente, dare vita alle Unità di Valuta-

tipologie di terminali non sono previsti sistemi specifici di assistenza domiciliare. Sempre per contratto, i terminali oncologici, assistibili dall’ANT, non possono superare il numero complessivo di 300 utenti/anno. Questa tipologia assistenziale è attiva solo per il territorio di Potenza e in parte di Villa d’Agri, mentre per il territorio dell’ex Distretto di Venosa (ex ASL 3) le cure palliative sono affidate a medici dipendenti. Nell’ex ASL 5 (Lagonegro, Lauria) il sistema assistenziale è affidato ad una cooperativa. L’auspicio di chi scrive è quello di rendere omogeneo sull’intero territorio regionale il sistema di erogazione delle cure palliative attivando canali istituzionali quali l’Ospedale del Territorio, l’Hospice, i MMG, le Associazioni di Volontariato) che agiscano in piena sincronia, secondo criteri univoci e regolamentati. 4) Altra criticità è rappresentata dai rapporti delle Aziende Sanitarie e i MMG, non adeguatamente inseriti nel contesto delle cure domiciliari con l’importanza che il loro ruolo impone, in quanto i compiti loro affidati non sono compiti di vera governance, ma essi vengono avviluppati nei legacci dettati dalla burocrazia e poco responsabilizzati dall’Azienda Sanitaria pur se incentivati, economicamente, con il sistema delle prestazioni aggiuntive. Nei prossimi articoli esamineremo gli ulteriori aspetti del SSR, affrontando i temi dell’ospedalizzazione e quello delle cure primarie. ciro romano

Dott. Ciro Romano, Specialista in Endocrinochirurgia, già Medico Condotto - Ufficiale Sanitario presso il Comune di Savoia di Lucania Dirigente Medico presso la ASL 2 di Potenza con incarico di Responsabile delle Cure Domiciliari e Palliative


Giovedì 1 Agosto 2013

ONE I Z A I OPR ITA R P P A INDEB

Il partitismo amorale, gli ominicchi e la “mafia” lucana Se il partitismo è un indirizzo politico che attribuisce ai partiti una funzione fondamentale nella vita politica, che cos’è il partitismo amorale? Un abuso politico che attribuisce ai partiti il diritto a prevaricare le istituzioni e la società. Ed è su questa forma di abuso che si costruiscono i cosiddetti sistemi di potere locali. Sistemi a loro volta amorali e ramificati in mille reticoli collaterali ai partiti. Officine del consenso fondate su una “sapienza artigiana”. Se ricevi il contributo previsto dalla legge pinco pallo, devi sapere che l’artefice del tuo beneficio è il politico Caio Sempronio, al quale devi essere riconoscente. Tu imprenditore - si fa per direogni volta che devi assumere decisioni di un certo tipo hai l’obbligo di chiedere il permesso a quel Caio. Il quale ti dirà di assumere tizio o ti suggerirà i fornitori. Quel tizio e i fornitori a loro volta saranno riconoscenti a quel Caio. Quel Caio ha bisogno di una stampa docile e amica. Quindi suggerisce all’imprenditore e ai fornitori di trasferire risorse a certi giornali amici sotto forma di pubblicità. Quei certi giornali hanno, per questo, un occhio di riguardo per Caio e per le questioni care a Caio. Il sistema così generato si stratifica su diversi livelli. Dal partito all’associazione, dall’ente sub regionale al Municipio, dalla radio alla tv, dalla stampa all’organizzazione di eventi, dalle sagre ai concerti. Un sistema che pervade le organizzazioni di rappresentanza delle imprese, del commercio,

dell’agricoltura, delle corporazioni. Il circuito in forme e dimensioni diverse è replicato negli spazi vitali della società e dell’economia. In questi luoghi-spazi di manutenzione del partitismo amorale, agiscono migliaia di mandatari con il compito di gestire le succursali delle officine del consenso. All’interno di ogni partito esistono diversi Caio che danno origine a filiere di potere. Questi Caio a volte combattono gli uni contro gli altri, più spesso si mettono d’accordo e si dividono territori, assessorati, enti, risorse. Il club dei Caio Sempronio decide gli incarichi, le carriere, gli affari di centinaia di persone che a loro volta riproducono su scala minore lo stesso meccanismo coerente con gli obiettivi della filiera. In basso alla piramide agiscono esseri umani senza spina dorsale e con la lingua penzolante che s’infilano negli anfratti del sistema per assaporarne le ossa. Ominicchi che ti fanno soffrire per una pratica edilizia, per una licenza, per un’autorizzazione. Un sistema ramificato capillarmente. L’oligarchia del partitismo amorale governa allo stesso modo delle vecchie e più feroci monarchie. O forse si comporta peggio delle mafie. Vincoli morali artificiali, legami d’affari, uso privatistico e sciagurato delle risorse pubbliche sono le caratteristiche di questo apparato di potere. Nulla da invidiare alle mafie più organizzate. MicHElE FiniZio da basilicata24.it

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UNA SOLA STRADA PER USCIRE DALLA CRISI ECONOMICA Dibattito pubblico a Maratea con l’economista Antonio Grazia Romano e il consulente finanziario Domenico Pesce MARATEA - Vivace dibattito Per una soluzione immediata L’economista Romano, ne è sul debito pubblico italiano nel della crisi il consulente finan- così convinto della strada indicentro storico della perla del ziario Pesce Domenico sostie- cata da Domenico Pesce, mediterraneo grazie ad un ne invece che la BCE deve tanto da ipotizzare, nel caso pubblico molto interessato alle inondare il sistema finanziario contrario, “che l’Italia si riapvicende economiche che coin- europeo di liquidità molto di più propri della Sovranità monetaria di cui all’Art. 1 della Costivolgono il nostro Paese. di quanto ve n’è in circolaziotuzione Italiana e di imporre Una crisi che trae origini negli ne perché consentirebbe agli alle banche la rigida osservanU.S.A. ma che poi ha attecchi- Stati di mantenere i livelli quaza del disposto di cui all’art. 47 to sul debolissimo sistema litativi dei servizi e di tagliare della Costituzione che affida al economico italiano provocan- solamente la spesa inefficien- sistema finanziario la raccolta do a catena disoccupazione e te, inefficace, clientelare e di risparmio e gli impieghi nei recessione, pari alla Grecia e parassitaria. Ciò permettereb- territori per sostenere le impreCipro, economie senza tessu- be alle imprese di investire se e le famiglie. to industriale. Il fallimento dell’euro, quale moneta A parere dei tecnounica che avrebbe crati della BCE la dovuto riequilibrare crisi economica italiale economie deboli na risulta acuita daldel sud Europa con l’eccessivo debito quelle forti del nord pubblico accumulato. Europa, è sotto gli Ma a parere occhi di tutti, e a dell’Avv. Antonio Gradistanza di oltre 10 zia Romano che anni dall’adozione sposa le tesi di emidell’Euro le econonenti economisti mie forti del nord internazionali (WarEuropa si sono rafren Mosler MMT forzate sempre più a teoria monetaria discapito dei Paesi del sud Europa moderna), il probledestinati a un sottoma non è un deficit sviluppo irreversibile pubblico esagerato, se si continua su semmai un deficit questa strada. Rinpubblico troppo piccorrere la BCE nelcolo: in periodi di crisi l’imposizione dell’aueconomica necessita sterity è il suicidio maggiore liquidità per del sistema econoalimentare i consumi Un momento dell’incontro a Maratea con mico industriale e e non avvitare l’ecol’economista Antonio Grazia Romano produttivo italiano”. nomia in una spirale L’incontro si è chiuso recessiva senza fine che porta capitali mutuati più facilmente su una condivisione da sostesolo ulteriore miseria e ulterio- e di conseguenza si creerebbe nere e rilanciare: SI ALL’EUre disoccupazione (vedi Italia: nuova occupazione (per crea- ROPA DEI POPOLI NO 700.000 disoccupati, recessio- re nuova occupazione neces- ALL’EUROPA DELLE BANne 2,5% nel 2012, previsione sità che il PIL aumenti tra il 3 e CHE PRIVATE. l.p. 2013 -2%). il 4 % annuo).


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Dieci ragioni per opporsi alla proposta di legge contro l’omofobia

ON E I Z A I OPR ITA R P P A INDEB Ci sono dieci ottime ragioni per opporti alla proposta di legge contenente disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia (testo unificato C. 245 Scalfarotto, C. 1071 Brunetta e C. 280 Fiano), che andrà in discussione alla Camera dei Deputati il prossimo 22 luglio. 1) All’art.1 della proposta di legge (Orientamento sessuale e identità di genere) viene introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico la definizione di «identità di genere» come la «percezione che una persona ha di sé come appartenente al genere femminile o maschile, anche se opposto al proprio sesso biologico». In questo modo la volontà individuale finisce per prevalere sulla realtà, per cui non si è uomo o donna secondo il dato oggettivo derivante dalla natura, ma secondo il pensiero soggettivo capace di determinare ciò che si vuole essere. Siamo al trionfo della teoria del gender, e all’apoteosi dell’ideologia relativista. Tutto ciò con buona pace del principio di certezza del diritto e di oggettività del reato, che, in questo caso, sarebbe del tutto rimesso ad un criterio d’identificazione meramente soggettivo (una sorta di autocertificazione) non

empiricamente valutabile da parte del magistrato. 2) Altro punto pericoloso contenuto nella proposta di legge è quello alla relativo punibilità con la «reclusione fino ad un anno e sei mesi» di chi «incita a commettere o commette atti di discriminazione motivati dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere della vittima.». Questo significa, ad esempio, che non sarà più lecito sollecitare i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay, o ad escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali, né sarà più lecito organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approvazione di una legge sul “matrimonio” gay o sull’adozione dei minori agli omosessuali. 3) In gioco non c’è soltanto la libertà religiosa ma la stessa libertà di opinione, poiché la proposta di legge, così come formulata, non potrà non avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dell’uomo ricono-

sciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19). 4) Per comprendere la gravità delle conseguenze della proposta di legge in questione, è sufficiente guardare cosa sta capitando nei paesi in cui è in vigore da anni (Francia e soprattutto Gran Bretagna). 5) Identità di genere e orientamento sessuale, in realtà, non possono costituire una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, ecc. rispetto alla non-discriminazione, perché diversamente da queste, essa appartiene oggettivamente alla sfera etico-morale. E vi sono ambiti nei quali non può considerarsi ingiusta discriminazione il fatto di tener conto della tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido. 6) Includere l’orientamento sessuale e l’identità di genere fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l’omo-

sessualità quale fonte positiva di diritti umani, ad esempio, in riferimento alla cosiddetta “affirmative action”. Ciò è tanto più deleterio dal momento che non vi è un diritto all’omosessualità, che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell’omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell’omosessualità. L’omosessualità di una persona sarebbe invocata in opposizione a una asserita discriminazione e così l’esercizio dei diritti sarebbe difeso precisamente attraverso l’affermazione della condizione omosessuale invece che nei termini di una violazione di diritti umani fondamentali. 7) Le norme che si intendono approvare rispondono ad una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile sul piano legale, godendo gli omosessuali degli strumenti giuridici previsti dal codice penale per i tutti i cittadini, contro qualunque forma di ingiusta discriminazione, di violenza, di offesa alla propria dignità personale. 8) La Costituzione italiana, peraltro, già sostiene, all’art 3, che «tutti i cittadini hanno pari

dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». 9) Si commenta da solo, poi, la proposta di modificare il terzo comma dell’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, nei seguenti termini: «È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione (…) motivata dall’identità sessuale. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni». Stiamo parlando di tutti coloro che ritengono giusto discriminare gli omosessuali in ordine alla possibilità di contrarre matrimonio e di adottare minori. 10) L’impianto ideologico che sta dietro la ratio di questa proposta di legge si evince anche da una delle pene accessorie, ed in particolare dalla «attività non retribuita in favore della collettività da svolgersi al termine dell’espiazione della pena detentiva per un periodo da sei mesi a un anno», costituita da lavoro «in favore delle associazioni a delle persone omosessuali». Siamo alla rieducazione culturale di stampo maoista. FIRMA ANCHE TU! avv. gianfranco amato da Prolife News


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Un testimone autentico dei nostri tempi

Don Tommaso Latronico

Sono passati venti anni da quando moriva, consunto da tormentosa malattia don Tommaso Latronico, un testimone autentico dei nostri tempi. Era nato a Nova Siri il 17 novembre del 1948. Aveva studiato a Roma al Collegio Capranica. Fu allievo, tra l’altro, di Aldo Moro, che sempre lo ricordò con affetto.

1992, soprattutto tra Nova Siri, Matera e Bari. Leggiamo tra i suoi scritti, intrisi di profonda spiritualità: «Nell’esperienza dell’uomo tutto passa e tutto finisce, soprattutto le cose belle (L’infanzia, l’amore…) sono destinate a finire nel rimpianto, nella nostalgia e nel ricordo; c’è una sola esperienza che inizia e non finisce, e

occhi rivolti a fuggire”». Parole intense di fede! Don Tommaso possedeva un carisma straordinario ed era dolce e mite di animo. I giovani amavano stare con lui, che li accoglieva con le sue parole di conforto. La sua bocca era un vaso di miele. Soprattutto nei difficili anni di piombo non di rado i suoi giovani erano in contrasto

do già avevo la malattia addosso senza saperlo. Poi i fatti: la decisione di ricoverarmi a Roma presa con Giaco-

vanni Paolo II pronunciò a Perugia il 26 ottobre del 1986, lo stesso potremmo dire di don Tommaso: giovane trai giova-

Il leader di Comunione e Liberazione Don Giussani, fu estimatore di Don Tommaso

Don Tommaso Latronico

Prima della sua ordinazione sacerdotale, a 25 anni, ebbe il grande incontro con don Luigi Giussani, il quale, avendo notato le sue notevoli capacità, non se lo fece scappare e lo investì della missione di diffondere il verbo di Comunione e Liberazione in Basilicata ed onorandolo a responsabile per la gioventù all’Università di Bari. L’apostolato di don Tommaso fu fecondo tra il 1973 ed il

con il tempo cresce: è l’incontro con Cristo… L’unica condizione per essere cristiani è guardare a Cristo come si è fatto riconoscere. Qui è tutta la differenza tra l’esperienza cristiana e le altre religioni: che il cristianesimo ti dice “guarda”. Anche Giuda ha fatto un incontro vero… La differenza tra gli uomini allora non è tra chi è santo e chi è peccatore, ma tra coloro che Lo guardano e coloro che Lo tradiscono “con gli

con quelli della federazione comunista, che allora era egemone a Bari. Nel 1992 don Tommaso fu colpito da leucemia e don Giussani provvide a che il suo diletto fosse curato a Roma. Racconta quei momenti egli stesso nei suoi scritti: «”Maestro, dove abiti?” Nel cristianesimo è più importante il “dove abiti” della stessa domanda “chi sei?”. Avevo sentito dire questo da Giussani a La Thuile ad agosto, quan-

mo, la clinica, i cicli di cura, la compagnia davanti agli occhi, la casa di Casalbertone e di nuovo dentro la vita… “La vita non la decidiamo noi” mi ha scritto Fabio. La vita non la decidiamo noi: non solo come seguito di giorni, ma come inizio nuovo di grazia. “Stare, guardare, dir di sì”». E di lì iniziò il calvario, fatto di tante tappe, come diceva don Tommaso: «Un’altra tappa della malattia: il trapianto, altre visite, esami, reparti, medici, ammalati…» e soleva ripetere: “La tua grazia, Signore, vale più della vita”. Alla fine si spense il 20 luglio del 1993, lasciando un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo conoscevano, ed erano tanti. «O giovinezza, non ti ho perduta! Se qualcosa riaccade oggi, se gli occhi che faticano a seguire le lettere, pure scorgono volti e gesti, se non è il ricordo a rendere amici, ma una cosa nuova e viva che sta accadendo ora, o giovinezza non ti ho perduta…». Il grande Woytila proferiva: «Mi piace stare qui, mi piace molto: in questo ambiente stupendo… Parla il genio umano, parla il genio italiano, parla il genio cristiano, parlano i secoli… Anche Giovanni si sente meno solo e più giovane quando sta con i giovani!». Sono parole che Gio-

ni, ma di quella eterna giovinezza che solo da Dio stesso può provenire e che fece esclamare ad Agostino: «Tardi Ti amai, o bellezza tanto antica e così nuova, tardi io Ti amai. Ed ecco che Tu eri dentro ed io fuori e lì Ti cercavo, gettandomi, brutto, su queste cose belle fatte da Te. Tu eri con me, ma io non ero con Te: mi tenevano lontano le creature, che, se non fossero in Te, non sarebbero. Tu mi hai chiamato, hai gridato, hai vinta la mia sordità». La vita stessa di don Tommaso è stata un miracolo che Dio ci ha concesso, ed ancor oggi, possiamo dire con le stesse parole uscite di sua bocca: «Dopo venti anni mi portano dove non vorrei,» come il vecchio Paolo, «nei luoghi dove tutto è cominciato e dove tu rimani. C’è una sola esperienza che col tempo cresce, mentre le altre più belle si allontanano. Non mi aspettavo da vecchio di stupirmi quando sto con te a mangiare o parliamo di tutto o ti vedo stare con gli amici più giovani, o giocare nel cortile con un bambino… O giovinezza, non ti ho perduta!». Vincenzo capodiferro


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Giovedì 1 Agosto 2013

L’EREDITÀ DI BORGONOVO c’è ancora tanta commozione per la scomparsa di Stefano Borgonovo, calciatore malato di Sla morto a 49 anni dopo un’esemplare partita con la vita. Noi tifosi impenitenti continueremo a vederlo involarsi verso la porta avversaria con quel pallonetto che castigò il Bayern Monaco e trascinò il Milan alla finale di Coppa dei Campioni del 1990. Ma si potrà forse dimenticare la grinta e la voglia di giocarsela fino in fondo di Borgonovo da quando cinque anni fa rivelò di essere stato braccato dalla Sla (la “Stronza” come la definì lui stesso)? un calvario inimmaginabile per chi aveva conosciuto gli agi del successo. Lo racconta nella sua toccante autobiografia Attaccante nato (Rizzoli). «Prima di ammalarmi, mai avrei pensato a un inferno del genere. La Sla ti sceglie, ti punisce, ti umilia». C’è stato un periodo in cui ha avuto paura e imbarazzo di guardarsi allo specchio e di farsi vedere dagli altri. «Della mia figurina Panini si era salvata solo la colla». Ma più forte è stata la voglia di vivere che venne fuori quando annunciò davanti alle telecamere il suo dramma: «Io, Stefano Borgonovo, sono malato di Sla. Ho aperto una fondazione per aiutare chi è nelle mie condizioni…». E quindi con forza: «Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all’oratorio. Perché io amo il calcio». una tenacia capace di ironizzare anche sui suoi limiti. Disse poi di quell’intervista: «La voce era quella anonima del sintetizzatore, sognavo di metterci l’accento di Clint Eastwood però la tecnologia non era ancora arrivata a tanto. Scherzi a parte, avevo fatto gol me ne sono accorto un secondo dopo che la mia intervista è andata in onda…». Superata infatti la vergogna della malattia e preso atto dell’affetto della gente cominciò ad affrontarla anche pubblicamente. Senza mai darsi per vinto. «Vedo un pallone, tutti i giorni, tutte le ore. Voglio prendere la rincorsa e calciarlo, più forte che posso… Ce la farò

perché voglio guarire. Perché sono un attaccante nato». Qualche mese fa era rimasto scosso nel vedere alcuni malati di Sla che minacciavano di lasciarsi morire davanti al Ministero dell’Economia, a Roma, per protestare contro i tagli della Legge di stabilità: «Non sono d’accordo con gli scioperi della fame: io voglio vivere, non morire». Sentiva di essere diventato un trascinatore anche per loro: «Ci sono tanti malati che hanno trovato in me un punto di riferimento e questo mi rende felice». Borgonovo comunicava azionando un computer con il battito delle ciglia e parlava attraverso un sintetizzatore vocale, grazie anche allo straordinario affiatamento con la moglie Chantal l’unica in grado

di decifrare tutti i suoi messaggi. E lui era perfettamente consapevole degli assist incredibili che gli fornivano sua moglie e i suoi quattro figli. «Ricordiamoci della gente paralizzata a letto, ma non permettiamo che i loro angeli passino in secondo piano. Senza Chantal, Andrea, Alessandra, Benedetta e Gaia magari sarei morto, non lo posso escludere. Capita che mi senta in colpa nei loro confronti, non posso dar loro tutto quello che vorrei, mi sopportano e io li ringrazio. Prego perché sia sufficiente». Non a caso il sogno che un giorno sarebbe guarito si ripeteva sempre allo stesso modo: «Di me che mi alzo e vado nella stanza accanto a svegliare le mie due piccole». certo, spesso una domanda agitava i suoi pensieri. È quel-

la racchiusa in una canzone che Borgonovo aveva scritto insieme ad altri due malati di Sla: «Vorrei parlare con Dio e chiedergli se c’è, e perché tra tanta gente ha scelto proprio me». Nel libro scrive: «Ho sentito gente che bestemmiava, che lo insultava, che non credeva più in lui. Per me non è cambiato nulla, mi fa bene pensare che non sia colpa sua». Aveva maturato lo schema, il modulo, capace di ribaltare anche la partita più difficile: «Pensare alla nostra esistenza come debole non deve portare pensieri di sfiducia. La provvisorietà ci fa capire quanto sia importante sfruttare ogni occasione della vita. Tutto è prezioso». Siamo e saremo noi in grado di accettare i fatti della vita che

ci inchiodano? E anche tra quelli che oggi lodano il suo coraggio e la sua voglia di vivere quanti continueranno a pontificare che in questi casi sia meglio staccare la spina? Sono le domande che Borgonovo ci lascia in eredità. lui ha già risposto. Nel libro racconta di quando il medico gli disse che non era in grado di respirare più autonomamente. Avrebbe potuto farlo solo con l’aiuto di una macchina: «Il momento della scelta era arrivato. In palio tutto… Vivere o morire? A dirla tutta scegliere è stato meno complicato del previsto. Perché se uno ci pensa bene, se è lucido abbastanza per capire, scopre che la vita è la cosa più bella che esista, non ci sono difficoltà o Stronze che tengano. È unica, in ogni circostanza. Una vita che nasce. Una vita che cresce. Una vita che soffre. Una vita che genera altra vita. Una vita da amare. Una vita da salvare, attaccandola a un respiratore, inserendo un palloncino nella trachea. La mia vita. Certo che voglio andare avanti, la domanda in fondo era stupida. Ho chiuso gli occhi, per tanti secondi, tenendoli ben stretti. Mi sono addormentato. Felice». un altro pallonetto in faccia al destino. principe piccolo www.principepiccolo.it

Ciclismo juniores: IV Memorial Sorrentino - Fermo Una manifestazione da inserire nel calendario nazionale Un successo la manifestazione ciclistica 2013 “IV Memorial Sorrentino - Fermo” sia nel numero (circa 80) che per la qualità dei partecipanti, in primis il trio del podio, che sicuramente sentiremo negli anni futuri parlare di loro: Marco Tommassino della Sidermec F.lli Vitale di Cesenatico, che è arrivato a mani alzate sul traguardo di Grumento. Antonio Vigilante classificatosi secondo e tesserato per la

stessa società del vincitore Giuseppe Sannino, terzo della Euto Sacilese. Novantacinque chilometri di dure salite, attraversando la Valle del Melandro e della Val d’Agri, r e s e durissime s i n dalla

partenza (Tito) a causa della smania dei partecipanti di fare subito selezione. Ne è venuta fuori una corsa combattuta che ha divertito tanto il pubblico accorso numeroso sul percorso (Tito – Satriano – Brienza – Paterno – Tramutola Villa d’Agri – Viggiano – Grumento

Nova) e che non lo si vedeva da anni soprattutto nel Melandro. Il merito è tutto dell’organizzatore, Tonino Fermo del Velo club di Tito, che oltre ad essere stato un grande campione negli anni 90 vincendo addirittura un titolo di campione d’Italia, si è dimostrato preparato e capace nell’organizzare manifestazioni che meritano maggiore attenzione sia a livello locale che nazionale.


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... SEguE Dalla priMa pagina

ha indossato la maglia del Campobasso in Seconda Divisione. Iuliano è nato a Pagani ed è cresciuto nel settore giovanile della

Parla l’ex portiere del Potenza, Rino Iuliano

QUEL POTENZA DI POSTIGLIONE, «UNA PASSIONE SENZA PREZZO»

che mi convinse ad accettare con un contratto biennale poi prolungato con Calluori. È stata un’ottima scelta.

Finale play-off Potenza – Benevento (1-0). Rino Iuliano in rovesciata, intervento decisamente insolito per un portiere...in una finale promozione!

Salernitana per poi approdare in Serie D alla Battipagliese, con la quale ha disputato due stagioni. Le sue buone prestazioni non sono passate inosservate a tal punto che il calciatore è stato ingaggiato in Seconda Divisione dal Potenza nel 2004-05. Dopo una promozione in Prima Divisione, la sua avventura in Lucania termina a Gennaio 20072008 quando viene ceduto alla Salernitana. Con il fallimento granata, il Giaguaro è costretto a ripartire dalla Seconda Divisione. Abbiamo sentito l’estremo difensore ai nostri microfoni, ecco cosa dichiara … - arrivasti a potenza nella stagione 2004/2005. cosa ti spinse ad accettare la proposta di patron calluori? “Fu Geny D’Onofrio a portarmi a Potenza. Io ero reduce dalla stagione con la Battipagliese e mi misi in mostra proprio contro il Potenza del grande Raffaele Marino. Poi mi chiamò Geny

- poi l’arrivo di giuseppe postiglione che salvò una società destinata al fallimento. Quale la motivazione a rimanere per la terza stagione consecutiva in rossoblu? “Il Presidente Postiglione mi prolungò il contratto e mi parlava di un progetto serio. È stata una scelta di cuore e non economica.” - proprio in quella stagione il potenza riuscì a strappare la promozione in c1 al forte Benevento di mister Simonelli. cosa ricordi della gara di andata playoff al Viviani e del 17 giugno al Santa colomba? “All’andata potevamo vincere 20 e chiudere il discorso promozione. Ricordo la mia parata su Clemente e il pubblico fantastico del Viviani mentre del ritorno preferisco non raccontare e se ci penso mi vengono ancora i brividi.” - raccontaci la tua esperienza alla Salernitana.

Hai vestito la maglia granata in Serie B, e dopo la retrocessione, nella stagione seguente hai sfiorato la promozione in cadette ria … “A Salerno ho iniziato con la vittoria della Prima Divisione. Poi due anni di B e dopo ancora l’amara retrocessione in Lega Pro. C’è il ricordo di alcune partite dove ho ricevuto il premio come uomo Sky e la finale playoff da protagonista contro il Verona.” - parliamo un po’ dell’Equipe Salerno Soccer, raduno per il calciatori senza contratto che è stato organizzato da due ex potenza, gigi cuomo e andrea cammarota. cosa pensi di questa loro iniziativa? “Con Andrea e Gigi siamo amici da molti anni oltre ad essere cresciuti calcisticamente assieme. L’iniziativa organizzata è ricreativa ma dimostra il periodo che stiamo attraversando noi calciatori di Lega Pro.” - Dicevamo di un passato tra Serie B e prima Divisione... nella passata stagione eri al campobasso in Seconda Divisione. cosa ti ha portato a scendere di categoria? “Scendere di categoria è stato un errore perché convinto del progetto Campobasso. Squadra e città hanno dimostrato di essere di categoria superiore.” - Hai lasciato il campobasso, quale sarà il tuo futuro? “Salvato il Campobasso ora mi aspetto qualcosa di importante anche se i momenti sono duri e la meritocrazia è sempre meno frequente.” - E se un giorno arrivasse una chiamata proprio da potenza? Sicuramente sarà 0971 e risponderò con piacere. Saluto tutti i tifosi e i miei amici potentini. Sempre lions go! The Jaguar… leonardo Volturno

A QUANDO LA RESURREZIONE DEL POTENZA CALCIO? Una città che non vuole il calcio Il futuro calcistico di Potenza sembra essere in via di definizione c on il Rossoblu Potenza, unica realtà a rappresentare la città nel campionato di Eccellenza lucana. Ebbene sì, messa da parte la parentesi del Città Di Potenza retrocesso in Eccellenza, per il quarto anno consecutivo il capoluogo avrà una squadra iscritta al massimo campionato regionale. Diverse sono state le città che, come Potenza, hanno perso il professionismo. Cava De’ Tirreni, Teramo, Ancona, Pisa, Taranto, Foggia, Torre Annunziata sono solo alcune di queste, che per varie vicissitudini sono state risucchiate nell’inferno dei dilettanti, ma che oggi sono sul punto di risorgere con la costruzione di società all’altezza del blasone di queste piazze e con programmazioni lungimiranti anche grazie alla riforma dei campionati che andrà in vigore dal prossimo anno e che prevederà una serie C unica a tre gironi con l’aumento di un girone in Serie D. Nella nostra città pensare ad una resurrezione, oggi come oggi, sembra essere una chimera così come il riavvicinamento del cuore pulsante della tifoseria rossoblù. La curva ovest è sempre più vuota ed il disinteresse verso le sorti calcistiche del leone rampante man mano va aumentando. Cosa fare per uscire da questo tunnel che sembra non avere via di uscita ? La politica sembra essere sorda e lontana dall’idea di far convogliare quanti più imprenditori possibili in un piano di rilancio del calcio rossoblù e i tempi di una resurrezione nel calcio che conta sembra che si allunghino. Le uniche speranze residue, al momento, sono affidate nel Rossoblu Potenza che presenta ancora delle incertezze dal punto di vista societario e degli obiettivi per la stagione che si appresta ad iniziare. L’interrogativo principale però resta uno solo: si riuscirà a ripartire già da quest’anno o bisognerà aspettare ancora in eterno ? Solo il tempo potrà darci le giuste risposte, nel frattempo attorno al leone rampante aleggia un clima di indifferenza e di sconforto che è a dir poco preoccupante. a.V.

1° Memorial “Michele Lapolla” Il Melandro riscopre il ciclismo grazie all’Avis Gran fondo “Trofeo Avis”, alla presenza del campione lucano, Domenico Pozzovivo Savoia di Lucania. A vincere il primo Trofeo Avis “Michele Lapolla”, gran fondo di ciclismo di 104 Km con partenza ed arrivo a Savoia, dopo aver attraversato Baragiano scalo - Picerno - Tito Satriano - Sasso Brienza Sant’Angelo, è stato il mate-

rano Tommaso Elettrico. È stata una vittoria più facile del previsto. Infatti dopo pochi Km dalla partenza (starter d’eccezione il figlio dello sfortunato Michele Lapolla, organizzatore delle passate edizioni, morto lo scorso anno in un incidente stradale) un allungo del campione materano lo ha portato a fare una gara tutto da solo. L’unico momento di compa-

Domenico Pozzovivo presente al Memorial

gnia l’ha avuto, al bivio tra Sant’Angelo e Vietri, quando Domenico Pozzovivo, suo amico, si è accodato scortandolo fino all’arrivo dove, ad attendere i ciclisti oltra ad una folla di appassionati e supporter di Pozzovivo, il talent scout Fermo e una lunga tavolata di leccornie lucane preparate dall’Avis di Savoia. È stata una giornata di conferma per il buon momento che

sta vivendo il ciclismo lucano (non a caso per la prima volta annovera due professionisti di talento quali: Pozzovivo e Santoro) che è riuscito a piazzare tre atleti tra i primi dieci: quarto Nicola Mileo,

del

club

Sirino

Ciclyng team, e nono Giuseppe

Gazaneo,

della

società ciclistica castelluccese.


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Giovedì 1 Agosto 2013

FINALMENTE ANCHE LAGONEGRO SI “DIFFERENZIA” Parte a Lagonegro l’impegno per la raccolta differenziata Porta a Porta a gestirla la Ecological System che non presenta alcun sito internet Dopo il flop del 2010 in cui la OLA ( Organizzazione Lucana Ambientalista ) chiese un intervento sui fondi non spesi dai comuni per la bonifica delle discariche, oltre a chiedere, al presidente della regione Basilicata Vito De Filippo, il commissariamento della raccolta differenziata nel Lagonegrese che, all’epoca, rappresentava il punto più debole della nave che vedeva la Basilicata agli ultimi posti in Italia con un misero 9% di raccolta differenziata, tre anni dopo il comune di Lagonegro ci riprova, questa volta istituendo la raccolta differenziata porta a porta (PaP). La PaP ha iniziato a muovere i primi passi verso la fine di maggio, quando sono stati distribuiti gratuitamente i contenitori di plastica nelle piazze di Lagonegro, prendendo il via defintivamente l’8 luglio 2013. Ogni contenitore ha una sua destinazione: umido, multimateriale, vetro e indifferenziata ed ognuno di essi segue un giorno preciso e specifico per la raccolta. È posto all’esterno di ogni contenitore un codice a barre che identifica il nucleo familiare; qui vige il principio del “Chi

La Protezione Civile Gruppo Lucano di Pietragalla nasce il 6 novembre 2011, per volere di un gruppo di amici, che dopo aver raggiunto L’Aquila in occasione del devastante sisma, avendone apprezzato la preziosa opera svolta sul campo dai volontari del Gruppo Lucano, decisero di creare anche nella cittadina pietragallese un nucleo di protezione civile. Primo banco di prova per la neonata associazione di volontariato è stata emergenza neve del febbraio 2012, che ha visto impegnata la protezione civile pietragallese al gran completo prodigarsi per prestare assistenza agli anziani e disabili, ai soggetti in regime di ossigeno terapia a cui sono state consegnate a domicilio le cure

sbaglia paga”. Se non si rispettano i giorni, se si sbaglia a suddividere i materiali negli appositi contenitori, viene applicata subito una segnalazione con eventuale multa. L’azienda questa volta è la

gradualmente. I cassonetti classici sono stati eliminati la notte prima dell’inizio della PaP. In molte strade i primi giorni si è potuto individuare subito uno stato di imbarbarimento e disorientamento evi-

cie per la suddivisione del multimateriale. Altre famiglie si lamentano perché per alcuni giorni non sono stati raccolti i sacchetti dinanzi alle porte dagli operatori ecologici.

Contenitori per la differenziata Ecological System presente a Muro Lucano. Ma, per ora, non si conosce altro di questa S.r.l. Nella popolazione un po’ di diffidenza e titubanza resta. La raccolta differenziata è stata inculcata radicalmente e non

denziato dai sacchetti di immondizia abbandonati laddove fino a qualche ora prima giaceva il cassonetto classico. Nonostante le guide molte persone ancora sono in difficoltà, soprattutto gli anziani, in spe-

La domanda che in molti si sono posti in questi ultimi giorni è quella che riguarda lo smaltimento di questi rifiuti selezionati. La Ecological System non presenta alcun sito internet nel quale reperire

COME ESSERE UTILI AL PROSSIMO Un esempio dalla Protezione Civile di Pietragalla necesme tempesarie, rature del assicuperiodo, ma rando che ha arricinoltre la chito il baregolare gaglio perviabilità sonale dei s u l l e volontari a arterie stretto conprincipatatto con li. persone in Estresituazioni mamen- I volontari della Protezione Civile di Pietragalla con al centro il Presidente Paolo Cillis disagiate te signiNon meno Il Gruppo Lucano, per l’occaficativa è stata la partecipazioimportante è stata la raccolta ne della Protezione civile sione, è stato chiamato a fondi organizzata dai volontari pietragallese, composta da gestire una tendopoli di 500 che ha consentito ai cittadini di 9 unità divise secondo le diver- sfollati nel campo di Carpi Pietragalla di dotarsi di un defise turnazioni, nella missione in “P.le delle Piscine”. Un’espe- brillatore, che a breve sarà Emilia a seguito del sisma rienza davvero massacrante, posto innanzi alla casa comuconsiderate anche l’elevatissi- nale. dello scorso anno.

le regole per una corretta raccolta e le tecniche utilizzate, dalla suddetta SRL, per un corretto smaltimento dei rifiuti. Per i più scettici dietro si cela ancora lo zampino della comunità montana che in realtà ne approfitta per fare gli interessi di questo o quel comune. Domande non a caso, viste le ultime notizie che hanno riguardato il primo cittadino Domenico Mitidieri. In un periodo in cui anche a Pignola (PZ) è stata sequestrata una discarica abusiva con oltre 67 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e non, la prudenza non è mai troppa e la chiarezza diventa un elemento indispensabile per il cittadino onesto che quotidianamente si sforza e si impegna per donare all’ambiente ed al proprio portafogli un respiro più leggero e pulito. Per adesso il Lagonegrese non potrà far altro che aspettare gli eventi e adeguarsi al movimento del terreno così come fa l’acqua, aspettando e valutando gli sviluppi che questa attività potrebbe portare, in specie per la riduzione della Tarsu. carla Bottiglieri

L’associazione conta oggi di circa 50 iscritti, di diversa età ed estrazione sociale, ma che riescono a stare insieme ed operare spinti dal desiderio di mettere la propria opera,la propria competenza a disposizione del prossimo. Dall’11 maggio di quest’anno la protezione civile di Pietragalla, grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale, è dotata di una nuova sede, una struttura di proprietà dell’Asp, completamente rimessa a nuovo dai volontari e che oggi è composta di una sala operativa all’avanguardia, di una stazione metereologica che trasmette i dati in tempo reale sul sito wwwbi.monitoraggiopcgl.it, e di un servizio di foresteria utilizzabile in caso di emergenza. poslina


Giovedì 1 Agosto 2013

MARATEA SI LIBERA DEL SUO DIRETTORE ARTISTICO A stagione estiva cominciata il Prof. Colangelo ha deciso di rassegnare le dimissioni

Il centro storico di Maratea

Circa due anni fa, l’Amministrazione Comunale di Maratea si era dotata di un Direttore Artistico nella persona del Prof. Gennaro Colangelo. Figura questa che Maratea non ha mai avuto, nonostante siano passati di qua la gran parte degli Artisti Italiani e Stranieri. Prima di espletare questo compito affidatogli dalla Giunta Di Trani, il Prof. Colangelo ha ricoperto a Maratea il ruolo di Direttore Artistico di un festival chiamato “Incontro fra le arti” organizzato dall’Associazione Le tre Torri, associazione di giovani Marateoti che mettevano insieme in un ricco cartellone spettacoli in varie forme d’Arte, che non ha più avuto seguito dopo la direzione artistica del Prof. Colangelo a Maratea. Peccato perché era molto interessante e costruttivo, a mio avviso, far collaborare in veri e propri spettacoli, artisti affermati nel campo della musica, della poesia e del cinema con gli artisti locali. Ma torniamo ad oggi. A stagione estiva cominciata il Prof. Colangelo ha deciso di rassegnare le dimissioni. A nulla sono valsi i tentativi da parte del Sindaco di farlo recedere dalla sua decisione, motivata, (si legge in un manifesto affisso a firma del Sindaco Di Trani) da due ragioni: le critiche, immotivate ed ingiuste, che ha ricevuto da alcuni

ambienti locali, e il fatto che le risorse finanziarie che la Regione assegna a Maratea, arrivano non in tempo utile per operare al meglio. Che la Regione invia in ritardo le risorse per le manifestazioni estive a tutti, è problema vecchio anche perché ormai tutti i Comuni bussano a quella porta e a quella dei fondi P.i.o.t. Per la cronaca, nella stagione estiva 2011 la Regione ha stanziato per Maratea la somma di centosessantamila euro e per quella del 2012 trecentosessantottomila euro. Tutti questi soldi sono serviti per finanziare manifestazioni svolti nei mesi di Luglio e Agosto, poi nulla si è fatto e si fa negli altri mesi, mentre Maratea ha bisogno di allungare la stagione proprio come fanno altri Comuni tipo Ravello solo per citarne uno. Il direttore Artistico non c’è più e Maratea se ne farà una ragione a costo di passare per provinciali, come ha ammonito Di Trani ad alcuni consiglieri di minoranza che hanno criticato il Professore. Francamente non penso che i cittadini di Maratea rimpiangeranno la scelta fatta dal Prof. Colangelo. Francesco rizzo

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Circa tremila giovani lucani nella perla del Mediterraneo

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ CON PAPA FRANCESCO SOTTO IL CRISTO DI MARATEA

Radio Potenza Centrale, la radio al centro del Sud, ha trasmesso in diretta l’evento È calato il sipario sulla ventottesima edizione della Giornata Mondiale della Gioventù che si è svolta nella Città di Rio de Janeiro in Brasile. Milioni di giovani (7000 solo Italiani) che si sono recati nella Città Carioca per stare con Papa Francesco. Chi non ha potuto partecipare in Brasile ha vissuto la stessa emozione a Maratea, grazie alla Pastorale Giovanile di Basilicata che ha organizzato l’evento, nella Città del Cristo Redentore posto sul Monte San Biagio, in una sorta di gemellaggio con quello del Coccovado a Rio. Sono arrivati in Piazza Europa a Maratea circa tremila giovani in pullman i quali si sono poi trasferiti presso il piazzale della Madonna della neve ai piedi della monumentale statua del Redentore, alta 22 metri e voluta dal Conte Stefano Rivetti di Valcervo dove, dopo cena, c'è stato il riuscito concerto del gruppo Nova. Infine, dopo le testimonianze di P. Pietro Pierobon, ex assistente Nazionale della

Papa Francesco in collegamento a Maratea

G.M.G, è stato effettuato l’atteso collegamento con Papa Francesco in diretta televisiva con gli schermi posti su tutto il piazzale e al centro di Maratea. Alla fine del collegamento ci sono state la veglia e l'adorazione Eucaristica. Per tutta la notte, nella vicina Chiesa, è stato possibile confessarsi con diversi sacerdoti che erano lì a disposizione. Al risveglio poi del giorno 28 si è fatta la colazione offerta dall’organizzazione e alle dieci la Catechesi tenuta da Don Gianni Castorano – Sentinelle del

mattino di Pasqua. Alle dieci e trenta la Santa Messa concelebrata da tutti i Vescovi della Basilicata e da quasi tutti i Sacerdoti delle nostre Diocesi per rendere grazie a Dio di questa opportunità davvero unica e che ha visto tante figure e tanti volontari collaborare per fede e in nome della pace, della fratellanza e della comunione. Un grazie infine è stato rivolto a Don Adelmo Iacovino e ai suoi confratelli, Don Giuseppe Addolorato e Don Biagio Giovinazzo Parroci di Maratea. Molto apprezzata dalle comunità del sud Italia è stata l’idea di Radio Potenza Centrale, la radio al centro del Sud, che con i suoi speakers e in diretta, ha fatto vivere i momenti dell’accoglienza a chi non ha potuto raggiungere Maratea. A riguardo da segnalare anche che Maratea Web Radio ha trasmesso tutto l’evento sul portale web: www.marateawebradio.it F.r.


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HARA

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BALL DON’T LIE 25 aprile 2010. Tepore primaverile al Pala Scapriano. In una sfida valevole per il massimo campionato di basket italiano, si affrontano Teramo e Pesaro. È una partita importante, le due squadre infatti lottano per non retrocedere.

Primo quarto. I quintetti partono subito con intensità. Tra le fila della compagine marchigiana brilla la stella di un giovane figlio d’arte, Dusan Sakota, giocatore serbo naturalizzato greco. È il suo primo anno in Italia, dopo una prima parte di carriera spesa in Grecia. Durante un’azione d’attacco, un veniale contatto col playmaker avversario gli procura un colpo all’addome. Continua a giocare, incurante del dolore, per un’altra decina di minuti. Poi si siede in panchina, stanco e dolente. La partita termina con una sconfitta. Dusan rientra con la squadra a Pesaro, ma il giorno dopo inizia ad avvertire una fitta lancinante allo stomaco, dovuta ad una lesione intestinale. Viene operato d’urgenza per un’emorragia interna. È in coma farmacologico Sakota, dopo una duplice operazione all’intestino e al duodeno. I medici gli danno il 15% di possibilità di sopravvivere, ma non fanno i conti con la sua forza di volontà. Per due mesi lotta strenuamente, perdendo venti chili e vedendosi asportato quasi i 2/3

dello stomaco. Ma dall’ospedale esce sulle sue gambe. 5 giugno 2013. Tre anni, un mese, undici giorni. Un’infinità in termini cestistici, un battito di ciglia per chi ha avuto una seconda occasione dalla vita. Gara 6 della semifinale di playoff tra Siena e Varese. La squadra toscana conduce la serie 3 a 2 ed è imbattuta in casa nei playoff da sei anni. Negli ospiti si batte strenuamente Dusan Sakota. Dopo una riabilitazione lunga un anno, è riuscito a coronare il suo sogno di tornare a giocare. Prima in Belgio, poi in Russia, infine il ritorno in Italia. Il Pala Estra di Siena è un catino ribollente d’entusiasmo.

A un minuto dalla fine, le due squadre sono in perfetta parità. Dopo un errore senese, l’ultimo tiro della partita è nelle mani di Varese. Green, il playmaker della squadra, tira sul ferro, ma la contesa a rimbalzo premia la squadra lombarda, che ha ancora a disposizione un possesso con 62 centesimi sul cronometro. La rimessa è veloce, la palla arriva nelle mani di Sakota, che si alza in sospensione e segna il canestro della vittoria. Il palazzetto si ammutolisce e assiste attonito alla corsa a perdifiato del gigante serbo sotto la curva dei suoi sostenitori. Qualche giorno dopo, la sconfitta in gara 7 di Varese proietterà la Mens Sana Siena alla conquista del suo settimo scudetto consecutivo. Ma l’amarezza per la sconfitta è un alito di vento, dinanzi all’immagine di quelle mani protese al cielo, di quel sorriso pieno e gentile e di quegli occhi brillanti che simboleggiano una vita che rinasce, più forte del dolore e di un sogno che sembrava rubato per sempre.

SUONA DAVIDE, SUONA L’Istanbul raccontata in questi mesi dai media internazionali sembra uscire direttamente dalla penna di uno dei suoi figli maggiori, Orhan Pamuk. Poesia di navi e ville sul Bosforo, dannatamente bella nei suoi monumentali palazzi ottomani, è questa una città infinita e senza centro, preda di una atavica malinconia, l’hüzün arabo, che racchiude fascino e limiti della metropoli turca. La primavera accende da sempre le sue vie di colori sfavillanti, mentre i turisti si accalcano sul ponte Galata per godere della vista mozzafiato che si apre al loro sguardo.

inevitabili scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Durante le ore pomeridiane, l’aria è satura dell’odore acre dei lacrimogeni. Quando scende la sera, poi, un lungo cordone di agenti di polizia presidia la piazza. Immobili nelle loro tute antisommossa, i soldati osservano con interesse i giovani disporsi ordinatamente in cerchio attorno a un pianoforte a coda. Davide Martello, musicista italo-tedesco, si guarda attorno stupito. Ha viaggiato per migliaia di chilometri, portando a rimorchio il suo piano anche in Kosovo e in Afghanistan.

Una piccola manifestazione di dissenso nasce in piazza Taksim, centro della Istanbul moderna. È il 28 maggio, e i residenti della zona scendono in piazza contro il rischio di vedere distrutto anche l’ultimo polmone verde della città, sacrificato sull’altare di un anonimo centro commerciale. Gezi Park è in fiore, e pare concedere la sua benedizione a quella che viene da subito ribattezzata la “protesta degli alberi”. Pochi ma determinati a farsi sentire, i dimostranti decidono di occupare la piazza. Un gesto forte, estremo, che ha il potere di destare dal torpore la città e di generare immediato consenso ed empatia. I giorni corrono via veloci e Piazza Taksim diventa d’un colpo l’ombelico del mondo. L’opposizione all’ingiunzione di sgombero della zona produce

Ora è qui, e lo accoglie un silenzio irreale. È il potere della musica, che si manifesta ogni volta che le sue dita sfiorano i tasti illuminati da led fluorescenti. Il suo è un messaggio chiaro, semplice, francescano nella forma e nella sostanza: dov’è discordia, ch’io porti l’unione. Forze dell’ordine e manifestati insieme, dalla stessa parte della barricata, si ritrovano al calar del sole ad applaudire commossi quel giovane pianista, che lascia alla musica il compito di riempire il vuoto tra due mondi inconciliabili. La piazza sarà sgomberata e rioccupata più volte, il pianoforte portato via dalla polizia, i media spegneranno i riflettori su Gezi Park volgendo l’attenzione verso altri lidi. Ma quella musica suadente riecheggerà ancora per molto tempo, tra le strade di questa infuocata estate turca.


Giovedì 1 Agosto 2013

PIÙ FORTE DELLA MORTE È L’AMORE Lo sguardo di un ventenne sul mondo riflette sensazioni diverse. È colmo di idealismo, di un forte senso di giustizia, di una carica vitale che quell’età porta inevitabilmente con sé. C’è una sete di curiosità inappagata negli occhi di un giovane, che lascia trasparire la sincera voglia di conoscere e cambiare il mondo. Andrew Pochter, ragazzo americano, aveva deciso di concedersi qualche mese in Medio Oriente. Dopo una laurea brillantemente conseguita in studi religiosi, era partito per la Giordania. Un interesse verso il mondo arabo e le sue conflittualità interne che il giovane poteva coltivare da vicino, mentre insegnava ai bimbi del posto la lingua inglese. Fatale gli è stato il successivo viaggio in Egitto, per continuare il percorso d’insegnamento prima del rientro autunnale negli States. Morire a 21 anni, vittima innocente del sanguinoso conflitto che sta opponendo sostenitori e oppositori del decaduto governo Morsi, non era certamente nei piani di Andrew. Lascia una famiglia distrutta e una sorta di testamento spirituale, che la sorella ha voluto far conoscere al suo funerale. Si tratta dell’ultima mail che Pochter ha inviato prima di morire ad un suo giovane allievo in America. Parole semplici, forti, che vanno lette d’un fiato, che arrivano dritte al cuore e danno il senso di un profondo amore per la vita. Ciao Justin, come stai? Non posso credere che sia già passato un anno dal campeggio. Sono sicuro che tu ora sei più saggio, più alto e più intelligente rispetto all’ultima volta che ti ho visto. Ti prego di accettare le mie scuse per non essere lì alla tua cerimonia di promozione. In questo momento sono ad Alessandria d’Egitto per insegnare la lingua inglese ai giovani studenti della tua età. Parlano tutti in arabo, pertanto imparare l’inglese come seconda lingua è abbastanza difficile. Ma sono tutti molto intelligenti, proprio come te! L’Egitto è pericoloso in questo momento, perché il Paese avverte le conseguenze di una grande rivoluzione politica. Ma anche se ho problemi c’è sempre qualcuno disposto ad aiutarmi. Per esempio quando va via l’elettricità o l’acqua. I buoni amici non arriva-

TORNARE A VEDERE Gesti dirompenti, un linguaggio che fa rumore, segni che scuotono le coscienze e interrogano i cuori. Il pontificato di Francesco si è caratterizzato, sin dall’inizio, per l’attenzione dimostrata dal Santo Padre verso le fasce più deboli della società, con un costante richiamo alla sua Chiesa, perché sia inclusiva e torni ad annunziare la Buona Novella al mondo attraverso la parola e l’esempio. Chiara è la sua inclinazione al contatto con i fedeli, al farsi ultimo con gli ultimi. E ogni avvenimento pubblico si trasforma in un’occasione per offrire al prossimo attenzione e partecipazione. Per un attimo, Antonio Selvaggi ha potuto guardare negli occhi Papa Francesco che lo abbracciava. Si, guardare. Anche se una malattia gli ha tolto

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ACTE

RS dell’al t r o mond a cura o” di Rpa sca

“Stori e

no facilmente, ho sempre apprezzato le buone azioni che queste persone fanno per me, anche se io non li conosco bene. Ciò che è più importante è che sto cercando di fare del mio meglio per gli altri. Voglio circondarmi di persone buone! Ma non sono nato con questa filosofia. Senza persone riflessive e premurose come te, probabilmente sarei una persona scontrosa. Il tuo cuore gentile e il carattere genuino mi serve da modello. Non perdere mai la curiosità per le cose belle della vita. Continua a farti stupire dalle escursioni nei boschi, nei canyon, in montagna. Vai a pesca e vai a caccia. Esci dalla routine cittadina se puoi. Circondati di buoni amici che ti possano essere d’aiuto nei momenti di difficoltà. Innamorati. Riprenditi il tuo cuore infranto. E poi innamorati ancora. Respira ogni giorno la vita come se fosse la prima volta. Cerca qualcosa da amare e non smettere di farlo finché non trovi qualcos’altro per cui valga la pena vivere. Non vergognarti dei tuoi errori. Sono loro che ti fanno crescere. Sii un uomo forte. Non ti fermare ad ascoltare chi ti critica negativamente. Parla con convinzione e credi in te stesso perché il tuo modo di essere è più importante di come ti hanno educato. Avrei voluto congratularmi personalmente con te ma so che questo non avrebbe cambiato molto. Cerca di non dimenticarmi. Se serve qualcosa basta un’email”.

la vista a 17 anni. Nella piazza gremita di San Giovanni, il giovane lucano ha sentito su di sé quel calore che solo un padre può dare. L’istantanea farà il giro del mondo, con Antonio inconsapevole co-protagonista dell’evento. Selvaggi ha lasciato Ferrandina poco più che maggiorenne, per trasferirsi in un centro per non vedenti della Capitale. Nonostante l’handicap, ha proseguito gli studi e conseguito la laurea in psicologia. Anni duri, lontano dagli affetti più cari e resi ancor più difficili dalla malattia. Oggi, a quasi 40 anni, Antonio ritrova finalmente il sorriso di un tempo e, grazie a quel gesto umano, sincero, che dà fondamento ad un’esistenza, riacquista la consapevolezza di un amore che non ti abbandona, ma si rende manifesto in tutta la sua potenza quando meno te l’aspetti.

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Lettera di un figlio alla propria mamma Quale madre non è la più bella? Una, però, è stata la più importante: quella che ha dato alla luce la Nostra Signora, e guarda caso si chiamava ANNA.

Da quel niente che può essere diverso da come lo vorremmo, un mondo coperto da sangue e vizi, da quell’odio che non so da dove nasce. Perché dirti tutto questo? Spesso mi

Cara Mamma, non ricordo niente di quei nove mesi passati attaccato al tuo cordone. Non so se lì nel buio ho mai visto un raggio di sole o assaporato il gusto delle cose. Lì, lontano da tutto, ma non da tutti perché così legato a te. Ma quel nodo, prima o poi, si sarebbe sciolto. Forse non ricordo tutto questo solo per non rimpiangerlo. Perché la vita è un frutto amaro se paragonata a quel piccolo mondo. Quella piccola creatura, che cresceva dentro te, ha dovuto abbandonarti e non essere più solo tua. Hai dovuto dividerla con chi è stato lì a guardare e hai sentito quel legame tradito. Messa in un angolino perché il tuo compito è finito; ed invece tu hai capito che il tuo compito iniziava lì: non ti restava che darmi la mano e portarmi con te … e quella mano per me sarebbe stata tutto, amore, pace, tranquillità, in questo strano cammino che è la vita, tra le mille tribolazioni che ti ho fatto patire, tra i mille guai dai quali mi hai sempre cacciato. Avresti voluto proteggermi dal mondo che è là fuori.

rimproveri, dici che penso troppo agli altri, che mi espongo troppo, che non sono abbastanza furbo. Ma io sono come te e come te non ho paura di dare senza ricevere. Chissà se tu nel mio niente hai saputo trovare qualcosa. Chissà se sono il figlio che volevi. Vai oltre l’apparenza, oltre il mio carattere, oltre tutto e vola nel mio cuore. Lì ci sarai. Se non ti basterà, continua a scavare e vedrai che in ogni parte di me ci sarai. Nel profondo. Perché di uguale non abbiamo solo il colore degli occhi, io sono parte di te in ogni atomo, in ogni respiro. È da tanto che avrei voluto scriverti. La penna mi ha dato coraggio ma, comunque non è riuscita ad esprimere tutto quello che ho da dirti. Ti voglio bene, e mi accorgo che non basta. Ti amo. No, non è neanche amore … quell’amore che è sulla bocca di tutti, che arriva e poi se ne va. Non so, chiamalo come vuoi. Te ne voglio tanto e non finirà mai. giuliano Fossati


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Giovedì 1 Agosto 2013

LA VOCE DI GLOBO A cura di lina paterna - Foto di Lucia Logiodice

strAno mA vero! In Basilicata chi vive accanto ad un ser batoio comunale non ha diritto all’allaccio dell’acqua potabile! A sancirlo è l’ente gestore delle acque lucane “Acquedotto Lucano”. Infatti, in alcune frazioni di Policoro, ci sono famiglie che, pur vivendo a due passi dall’impianto, sono costrette, da anni, ad usare l’acqua di pozzo.

iL “LAser A oLmio” ALL’osPedALe sAn cArLo di PotenzA L’ospedale San Carlo di Potenza è la prima struttura sanitaria del Mezzogiorno ad adottare il “laser a olmio” per il trattamento delle patologie urologiche con un metodo “mininvasivo”. Le applicazioni di questo tipo di laser sono molte: dai tumori ai calcoli

Ignobili atti vandalici a Potenza. Preso di mira da alcuni teppisti il parco dedicato ad “Elisa Claps” al rione Macchia Romana

vescicali. Ma la sua principale indicazione è rivolta all’ipertrofia benigna della prostata, un disturbo che interessa la maggioranza degli uomini con più di 60 anni.

AGLIANICO... TRA CULTURA E TRADIZIONE

L’ORO ROSSO LUCANO

L’AgricoLturA LucAnA messA in ginocchio dALLe Piogge L’agricoltura lucana è stata messa in ginocchio dalle piogge e dai violenti nubifragi che si sono abbattuti nelle ultime settimane sulla regione causando ingenti danni alle colture in atto e compromettendo quelle autunnali (agrumi e olive). I sindaci di diversi comuni hanno segnalato i danni agli enti preposti invitandoli a disporre un sopralluogo per la verifica dei guasti e l’avvio delle procedure di supporto per gli agricoltori.

non è stAto AncorA nominAto iL nuovo ProcurAtore deLLA rePubbLicA Sono 29 i magistrati candidati alla poltrona di Procuratore della Repubblica di Potenza, vuota ormai da più di un anno dopo che Giovanni Colangelo, ex capo dell’ufficio potentino, è stato nominato Procuratore della Repubblica di Napoli. I termini per la presentazione della domande sono ormai scaduti da tempo, per cui è imminente la nomina da parte del CSM.

APPALti truccAti Per mense scoLAstiche e osPedALiere Sono 51 gli indagati tra cui anche il sindaco di Lagonegro. L’inchiesta della Procura di Napoli condotta dal pm Henry John Woodcock, ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a turbare le gare pubbliche, a corrompere e a truffare.

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Vi siete mai chiesti qual è il vero simbolo della Lucania? I Sassi di Matera sicuramente sono più noti a tutti, riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell umanità, altri direbbero il Cristo di Maratea, così simile al più noto simbolo di Rio de Janeiro... qualcun altro ancora il Pollino... ma ahimé ... ce lo dobbiamo dividere con i cugini calabresi. Forse il vero simbolo che racchiude tradizione e modernità, nonché vero simbolo culturale è l’Aglianico del Vulture, perno di unione tra le due province e sicuramente amato anche all'estero; infatti negli ultimi anni è stato boom di esportazioni sia in Italia che nell'Unione Europea con commesse anche dall'estero. Basta vedere lo spazio che ha avuto all'interno delle ultime edizioni del VINITALY a Verona dove è stato apprezzato dai tanti amanti e addetti del settore e che dal 2010 è stato insignito del prestigioso marchio DOCG. Ma al di là di chi se ne intende, l'Aglianico è sinonimo di lucanità anche a livello più popolare, sia per i vastissimi vigneti ad uso e consumo familiare, sia per ciò che ruota intorno alla sua produzione: l'indotto che ha creato non è da poco. Aziende più o meno note hanno dato slancio vitale alla nostra piccola economia e le tante vinerie sorte in questi anni in giro nei due capoluoghi fanno dell'Aglianico il loro cavallo di battaglia.

Aglianico è un vitigno e un vino in continuo "fermento" giacché si basa si su vitigni autoctoni ma che poi ha saputo conquistare i diversi palati con gradazioni e acidità diverse in modo da renderlo davvero unico in ogni situazione e con diversi abbinamenti gastronomici. Chi di noi non si è lasciato trasportare dal suo fascino rosso rubino e dal suo profumo intenso in una delle tante serate in compagnia di amici? Il buon vino è come la poesia esalta i sensi, suscita emozioni, evoca ricordi e addolcisce momenti particolari della nostra vita e a volte placa la malinconia. Come non affermare dunque che vino è poesia e la poesia è il vino? Sarebbe bello quindi soffermarsi a leggere versi di Catullo, di Pavese, Baudelaire o di Neruda e lasciarsi coinvolgere da un’atmosfera unica degustando un calice del nostro amato “ORO ROSSO”. Dietro ogni bottiglia,dentro ogni calice in ogni goccia c'è tanto che racconta di noi della nostra terra e della nostra cultura di ieri e di oggi... storie di vendemmie passate e un futuro che si spera ricco di soddisfazioni per questo simbolo moderno e antico della Lucania. carolina Barone


Giovedì 1 Agosto 2013

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LA VOCE DI GLOBO

Power wrestLing FederAtion

AvigLiAno croceviA deLLA drogA

Dopo lusinghieri successi rischia di sparire dal panorama sportivo, a causa della crisi che attanaglia il settore, la Power Wrestling Federation fondata da un gruppo di giovani lucani. Mirko Buono e Rocco Laurita, responsabili della società, non si danno per vinti ed hanno lanciato una raccolta fondi per sostenere quest’unica associazione sportiva di wrestling nel Mezzogiorno d’Italia

L’imPresA AgricoLA in mAno ALLe donne Le imprese femminili, soprattutto quelle agricole di “donne in campo”, reggono alla crisi meglio di quelle dirette dagli uomini, grazie soprattutto alle “donne in campo”. Nonostante che un’impresa agricola su tre sia guidata da una donna, le agricoltrici hanno ancora poca visibilità rispetto agli uomini e subiscono forti discriminazioni nell’accesso al credito agricolo e negli incentivi all’imprenditoria.

FALsi ciechi Il gup di Potenza, Tiziana Petrocelli, ha rinviato a giudizio 27 persone coinvolte per false certificazioni di cecità che a giugno dello scorso anno portarono agli arresti un oculista di Salerno (in carcere) e un avvocato potentino (ai domiciliari): la prima udienza si svolgerà il 26 febbraio 2014.

sono 117 i comuni LucAni Ad ALto rischio sismico 117 su 131 Comuni lucani sono considerati “a maggiore pericolosità sismica”. In 111 centri sono stati segnalati ed accertati edifici che necessitano di interventi strutturali urgenti e che saranno finanziati in base a una graduatoria, predisposta dalla Protezione civile della Basilicata, per un importo complessivo di 1,7 milioni di euro.

I carabinieri della compagnia di Potenza hanno eseguito una ventina di ordinanze di custodia cautelare, la metà in carcere, nei confronti di appartenenti ad un’organizzazione malavitosa che, da circa un anno, aveva avviato un intenso traffico di droga acquistandola a Napoli da clan camorristici e rivendendola nella zona di Potenza. Gli arresti sono stati eseguiti ad Avigliano, paese in provincia di Potenza considerato la “base” dell’organizzazione.

Furti negLi APPArtAmenti: Preso un LAdro

Continua lo stato di abbandono dell’arredo urbano cittadino. Inspiegabilmente immobile l’amministrazione comunale. Scritte sui muri campeggiano in tutta la città di Potenza. Fin quando continuerà questo degrado?

ALLArme diAbete in bAsiLicAtA Sono “preoccupanti” i dati sulla diffusione del diabete in Basilicata: regione con uno scarso consumo di ortaggi, poca attività fisica e con forte predisposizione all’obesità. La percentuale di diabetici è del 6,9 per cento (rispetto a una media nazionale del 5,5) con un tasso di mortalità che nel 2009 era di 35 casi su centomila persone.

77 Prodotti deLLA bAsiLicAtA incLusi neLL’eLenco AgroALimentAre nAzionALe Sono 77 i prodotti agroalimentari della Basilicata inclusi nella “Tredicesima revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali”. Si sono distinti per metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura seguendo il metodo tradizionale locale tradizione da più periodo di 25 anni. Rappresentano la Basilicata diverse tipologie: bevande alcoliche e distillati (il liquore di sambuco di Chiaromonte), carni fresche e la loro preparazione (come l’agnello delle Dolomiti lucane), i formaggi (come il pecorino), prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, la pasta fresca e prodotti della panetteria (come la strazzata) biscotteria, pasticceria e confetteria.

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incomPAtibiLe iL sindAco di ruoti AngeLo sALinArdi Una sentenza della Corte di Appello di Potenza ha dichiarato incompatibile il sindaco di Ruoti Angelo Salinardi. Una vicenda che è nata diversi anni fa e riguarda il fallimento della Salinardi costruzioni e

la vendita di alcuni palazzi al Comune. Nella sentenza si legge che la Corte di Potenza “dichiara inammissibile la costituzione in giudizio di Angelo Salinardi, nella qualità di sindaco del Comune di Ruoti e ne dichiara l’incompatibilità condannando Salinardi al pagamento, delle spese“. Il primo cittadino ha annunciato il ricorso in Cassazione.

Arrestato un cittadino georgiano di 38 anni, senza permesso di soggiorno, colto in flagranza di reato per un tentato furto in un appartamento di via Jonio a Potenza. Nel tentativo di fuga, il ladro ha colpito con un manufatto in metallo il proprietario, che stava cercando di fermarlo. L’uomo ha riportato ferite giudicate guaribili in dieci giorni. Si indaga per accertare che l’uomo non sia responsabile anche di altri furti in città.

AncorA non scovAto L’AssAssino di domenico Lorusso Continuano le indagini sull’omicidio di Domenico Lorusso, l’ingegnere potentino di 31 anni, ucciso in un parco a Monaco di Baviera con una coltellata al cuore. La polizia tedesca sospetta, come ha dichiarato il procuratore capo ”che il colpevole sia sotto cura psichiatrica o che abbia cominciato una terapia subito dopo il delitto”. Ed è proprio negli istituti psichiatrici che si stanno svolgendo le ricerche. Gli investigatori cercano l’uomo in base all’identikit fornito dalla ragazza del giovane, e grazie alle oltre 170 testimonianze che hanno fornito particolari in più che potrebbero rivelarsi importanti. Inoltre, l’assassino si sarebbe ferito ad una mano quando ha colpito Domenico, come confermerebbero le tracce di sangue ritrovate nel parco e che non appartengono alla vittima.


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Giovedì 1 Agosto 2013

"Juke box con gianluigi" è una esclusiva di radio Potenza centrale. ogni sabato, dalle 14.30 alle 17.00, news, anteprime discografiche ed interviste esclusive.

AL AN S O RRENTI A FIGLI DELLE STELLE, l’intramontabile hit di ALAN SORRENTI, pezzoculto del 1977, torna a lanciarsi verso il futuro come apripista per un nuovo progetto. La canzone sta vivendo una nuova esistenza grazie alla collaborazione con il dj statunitense LITTLE LOUIE VEGA, pietra miliare della musica house, la sua band ELEMENTS OF LIFE e la voce inconfondibile della cantante, songwriter, dj e vocalist capoverdiana ANANE. Non un banale remix, quindi, ma una rielaborazione completamente risuonata e ricantata di un pezzo che ha fatto la storia della musica italiana, segnato da una voce inconfondibile. “Quando ho incontrato louie Vega a Firenze ci dice Alan a telefono, ci tenevo a raccomandarmi che eseguisse la canzone mantenendo i riferimenti con la canzone originale e questo lo ha fatto, lavorando a new York con gli Elements of life che sono i musicisti che ruotano intorno a lui ed è venuto fuori un pezzo molto vivo. louie Vega, a differenza di molti dj, si sente anche musicista e le canzoni le “vive” direttamente sulla sua pelle” Non ti fa un po’ paura che, dopo quasi 40anni, una

canzone lanci un messaggio che ancora oggi possa

Alan Sorrenti essere attuale? “Forse è più attuale che mai… è un messaggio che vorrei far rivivere oggi alle nuove generazioni e anche a quelli delle generazioni passate che non riuscivano a trovare i Figli delle stelle dentro di loro. Siamo un tutt’uno con l’universo e siamo tutti collegati. È un po’ questa la chiave per il superamento dei tanti conflitti che affliggono, oggi, la nostra esistenza” A proposito del tuo passato… come ricordi i tuoi anni ruggenti tra il 77 (proprio con figli delle stelle [oltre 2 milioni di copie vendute solo in Italia], a tu sei l’unica donna per me del 79 [primo posto un po’ in tutta Europa e vittoria italiana al Festival Bar) e il successo dell’80 con Non so che darei [con cui partecipasti all’Eurofestival]? “gli anni 70 li ho vissuti in due fasi: una prima, con

la creatività della musica. in italia erano gli anni dello sperimentalismo, ed io sono nato così, “sperimentando”. Sono stati anni importanti perché mi hanno dato la possibilità di esibirmi spontaneamente, formarmi ed portare a compimento la mia personalità. nella seconda metà degli anni 70, invece, con l’approdo in america avevo voglia di trasmettere la mia musica ad un pubblico maggiore e con l’aiuto di musicisti importanti sono nati i successi a cui tu prima facevi riferimento, da Figli delle stelle o tu sei l’unica donna per me” Tornando ad oggi… abbiamo parlato della versione 2013 di figli delle stelle ma le sorprese non finiscono qua… ad ottobre ritornerai con un nuovo album di inediti… “Si, infatti… il nuovo progetto è previsto in più fasi. ad ottobre, uscirà un singolo con un extended play. Successivamente, arriverà l’album completo in quando lo considero un po’ un work in progress, alla luce anche dell’incontro con louie Vega” E, allora, nell’attesa di risentirci per l’uscita del nuovo lavoro, sotto con Figli delle stelle, version 2013!!!


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