La Farfalla - Edizione del 20.9.13

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NON PERCEPISCE E NON CHIEDE DANARO PUBBLICO

Anno VII - n. 22 Venerdì 20 Settembre 2013

Periodico di libera informazione

Come sei bella Terra dei Forti ...

contatti: redazione@lafarfalla.net

in edicola euro 1,00

La BasILICata: teRRa deI fRenI a mano L È anche Ad ogni rilevazione sui risultati conseguiti dalla pubblica amministrazione italiana, la Regione Basilicata perde posizioni. È successo sulla qualità della vita, sul reddito procapite, sull'occupazione. Ultima quella dell'Europa sulla competitività che l'as-

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delle regioni virtuose, secondo una valutazione che recita pressapoco così: "più spendi e meno attrai", poichè il Molise e la Basilicata sono invece rispettivamente ultimo e penultimo nel rapporto spesa/resa per quanto riguarda i turisti che arrivano in Regione.

vamente di performance discusse, in quanto un recente studio del Corriere della Sera relega la nostra piccola regione in fondo alla classifica

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Il Candidato Presidente alle primarie Pittella, negli studi di Radio Potenza Centrale, con Vincenzo Giuliano:

IL maLVezzo deLLa sInIstRa

Quando non ha aRGomentI attaCCa La PeRsona

«LaCoRazza, IL notaIo dI un PoteRe ConsoLIdato» e sull'occupazione:

Che il detto “quando è guerra è guerra” abbia un suo fondo di verità, non c’è ombra di dubbio. Ma quando di questa preziosa perla di saggezza se ne

«con me 15.000 nuovi posti nei prossimi 5 anni»

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OC E V A L i cittadini A Z AL ola a

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Le LamenteLe deI tassIstI PotentInI

Egregio Direttore, chi vi scrive è un tassista di Potenza, Pasquale. Volevo informarvi di un problema che è sorto ultimamente presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, in quanto, noi tas-

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Dati contestati dal Direttore dell'Apt che invece sostiene che una regione piccola e poco conosciuta debba invece spendere di più delle altre per posizionarsi ancora meglio nel panorama nazionale. La Basilicata è terra di contrasti e di forti condizionamenti che ne impediscono un decollo completo in ambito strettamente turistico, che vuol dire recuperare una fetta importantissima di introiti per le numerose aziende che fanno parte del comparto. Quando parliamo di ricadute economiche rinvenienti dal turismo ci riferiamo ad una risorsa tra le più celebrate da tutti gli

L

’Associazione culturale Eva, con le sue emittenti radiofoniche e il giornale “La farfalla”, sta dando voce agli amministratori comunali, provinciali e regionali con una rubrica di approfondimento sui temi di sviluppo locale dal titolo, COMUNICARE PER CAMBIARE. Lo scopo è quello di indirizzare la programmazione e la politica comunale e regionale sui problemi reali della gente e dei loro territori. Presidente Pittella, sono in tanti a sostenere che alla base della grave situazione economicasociale ed occupazionale della nostra regione sia il non aver assecondato le specificità voca-

zionali dei nostri territori ed aver lasciato fuori dalla programmazione regionale gli enti locali e funzionali. Se Lei verrà eletto Presidente in che modo recupererà quest’esigenza di condivisione progettuale di sviluppo dei nostri territori? Innanzitutto un saluto a chi mi ascolta, so che sono migliaia. So anche che questa radio raccoglie tantissimi consensi e tan-

tissimi ascoltatori per una magistrale conduzione. Sono io a ringraziare Voi perchè mi date l'opportunità di comunicare e di socializzare ipotesi, programmi, idee, progetti. Credo che questa sia la strada migliore, più adeguata, più democratica per pensare di costruire una regione di dimensione europea. Per stare alla domanda, c'è stato un limite a mio giudizio insito anche nella stessa organizzazione della spesa europea. Troppo spacchettamento e meno plurifondo. Stessa cosa a valle con l’orga-

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Gestione santarsiero:

una Città al Collasso a paGina 6

Basta con questo regime a paGina 4

Protesta ex tribunale di melfi a paGina 9

sanità: Basilicata fanalino di coda in europa a paGina 4

sport: Con le arti marziali per amare di più il prossimo a paGina 19

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sport: Parla alberigo Volini, il più giovane allenatore nella storia della Lega Pro

“Così Postiglione mi lanciò nel calcio che conta”

L’allenatore più giovane ad esordire in Lega Pro Ia Divisione. Trattasi di Alberigo Volini, giovane allenatore potentino ma con alle spalle numerose esperienze.

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Diversa distribuzione promozionale omaggio

colpa nostra

a stagione estiva volge ormai al termine ed è arrivato il momento di trarre dei bilanci per capire come si sono comportate le discusse performance della Basilicata in una carta così importante per il proprio futuro, e anche per il proprio presente. Si tratta effetti-


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Venerdì 20 Settembre 2013

... SEGuE dalla priMa paGina

Il candidato presidente alla primarie del Pd, il vice-governatore marcello Pittella, negli studi di Radio Potenza Centrale con il direttore editoriale, Vincenzo Giuliano.

QuIndICImILa nuoVI PostI neI PRossImI CInQue annI nizzazione delle autonomie locali, un pò forse troppo frazionate e poco culturalmente unite. Noi abbiamo esattamente bisogno di recuperare, attenzione, le esigenze e le istanze che viene dai cittadini. Per questo occorre mettere insieme, in associazione, per portare a sintesi i propri servizi e meglio organizzarli rendendoli più efficienti, ma soprattutto per fare di quei luoghi luoghi di programmazione alla luce della riforma che prevede l'abolizioe delle province, cosa che stravolge o comunque ridisegna il profilo istituzionale della nostra regione e delle nostre regioni. Allora, una regione come la nostra che ha l'ambizione di essere anche un pò guida e cerniera nel Mezzogiorno d'Italia e nel Mediterraneo e che si proietta verso l'Europa o si interconnette istituzionalmente o è fuori. Presidente, qual è la sua idea guida per rilanciare la nostra regione e come metterà a sistema le sue risorse naturali, quali: petrolio, acqua e ambiente. Sogno una regione europea, una regione che superi i particulari, che superi gli angusti luoghi delle azioni che fin qui hanno contraddistinto, purtroppo, un determinato approccio politicoistituzioale. Noi abbiamo il bisogno di aprirci cimentandoci esattamente sul tema perno, centrale, che è l'ambiente e la sua tutela; la salute dell'uomo e della natura; l'utilizzo delle energie proprie del territorio. In questo caso acqua, petrolio ma anche sole ed altro, devono creare le condizioni di un valore aggiunto attraverso l'utilizzo virtuoso di queste risorse tale da creare l'indotto reale ed occupazionale con il relativo miglioramento della vita. Il primo atto che farò, qualora dovessi vincere, sarà quello di chiamare le migliori intelligenze europee su temi nevralgici quali: ambiente, trasparenza ed economia. Il problema della disoccupazione diventerà un problema politico o continuerà ad essere soltanto il dramma personale e familiare dei lucani? È un problema di tutti, di chi amministra e di chi non amministra. C'è bisogno di un recupero di responsabilità che deve pervadere le coscienze di tutti. Certamente chi riceve la delega dai cittadini deve metterci una mar-

Marcello Pittella negli Studi di Radio Potenza Centrale ospite del Direttore Vincenzo Giuliano.

cia in più. Negli ultimi quattro mesi abbiamo realizzato 1400 nuovi posti di lavoro, e con gli ultimi 30 milioni di € sul pacchetto del lavoro immaginiamo di realizzarne altrettanti. Nei prossimi cinque anni abbiamo le potenzialità per creare 10.00015.000 posti di lavoro. Occorre però una sburocratizzazione delle procedure e progetti seri che possano costruire l'autoimpresa in Lucania. Abbiamo appena sentito, in diretta radiofonica, le ragioni dei cittadini di Melfi che protestano per il mantenimento del Tribunale. Quale messaggio di speranza può dare perchè anche Melfi come Lagonegro possa mantenere questa importante istituzione. Bisogna più che lanciare speranze esercitare azioni pratiche. Non una guerra tra poveri, essendo tutti e due aree periferiche, ma bisogna recuperare sia Melfi che Pisticci. E per fare ciò ci appelliamo ai nostri grandi autorevoli lucani che siedono in Parlamento e nel Governo. Noi abbiamo il dovere di dare risposte certe. Senza deleghe. Chi ha il potere sbatta i pugni sul tavolo. Il suo maggior competitor alle primarie, il presidente Lacorazza, è per lei un uomo d’apparato perché funzionale ai gruppi di potere che da anni guidano questa regione. Ma lei in tutti questi anni dove è stato? In regione! Sono stato cinque anni in regione e ho cercato di farmi le ossa apprendendo e studiando per portare meglio le istanze della gente. Senza aver gestito nulla, nè direzioni generali nè assessorati, sono stato il

primo eletto. Questo risultato è stato il premio di come mi sono mosso pur essendo stato tenuto in panchina. Oggi penso di essere il nuovo per eccellenza e non penso di ricevere lezioni da nessuno. Cosa apprezza del presidente Lacorazza. È un giovane che ha qualità, anche se credo che ha ancora bisogno di maturare esperienze, di socializzare e di farsi conoscere di più. Non sono uno portato a giudicare. Ha le qualità per fare bene, ma non può considerarsi l'innovatore perchè nella sostanza è diventato il notaio di un sistema di potere consolidato che ha guidato e governato la Basilicata da oltre venti anni e non penso di esserci stato in questi venti anni. Cosa invece apprezza di meno di Lacorazza. Io non avrei fatto questa scelta al posto suo. Avrei dato segnali molto chiari di discontinuità. Quello che sto dando io. Potevo essere vice-presidente nella prossima giunta regionale. Ho rinunciato a questa cosa e penso di aver lanciato una sfida con me stesso, con il mio orgoglio di lucano, con la mia dignità e con il mio desiderio di essere uomo libero, per quanto iscritto ad un partito, e dire che, esattamente fuori dalla stanza dove tre persone decidono le sorti del mondo, c'è una comunità che ha bisogno di un diritto di cittadinanza ed io voglio garantirlo. Posso garantire quella voce a quei cittadini? Io penso di avere l'obbligo morale di farlo, se altri non avvertono quest’obbligo è un problema loro non mio!

... SEGuE dalla priMa paGina

sisti non possiamo superare la barriera che è stata inserita a circa 500mt dall’ingresso principale dell’Ospedale. Sono autorizzati al passaggio solo gli autobus urbani e di linea in quanto servizio pubblico. E noi? Noi non gestiamo un servizio pubblico? Noi per rispondere alle chiamate siamo costretti ad effettuare tutto il giro della struttura, subire l’eventuale traffico e rischiare di non essere puntuali con la nostra clientela. Inoltre abbiamo constatato che alla nuova stazione dei pullman in Viale del Basento la

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Le LamenteLe deI tassIstI PotentInI scritta TAXI non esiste, abbiamo dovuto inserire noi un cartello con i nostri nomi e i nostri contatti, a spese nostre, aiutando così la gente che avrà bisogno del nostro servizio. Giusto due righe per comunicarvi il nostro disagio, rendendolo pubblico al fine di sensibilizzare il sindaco di Potenza a prendere i provvedimenti necessari. Un caro saluto

Il traffico a Potenza: un passo indietro. Foto L. Logiodice

... SEGuE dalla priMa paGina fa un uso improprio il focus del confronto , e spesso dello scontro, si perde e “son botte da orbi”. Questo è quanto accade sul terreno politico: non si passano sotto giudizio di merito progetti, idee, azioni, e oserei dire le loro conseguenze per i cittadini, bensì chi le propone. Qualcuno potrebbe obiettare che non è nient’altro l’effetto derivante dal bipolarismo all’Italiana. E che la responsabilità maggiore è di chi ha nel proprio dna quella cultura di lotta ad personam che prende il sopravvento quando non si hanno argomentazioni capaci di reggere il confronto. Ed è questa la notte della democrazia! E non sto parlando dello scenario politico nazionale ma di quello locale. Se la politica vuole (e deve) essere il filo diretto con la più alta espressione democratica, cioè il popolo, è necessario

IL maLVezzo deLLa sInIstRa

Quando non ha aRGomentI attaCCa La PeRsona che si faccia carico di mantenere il suo baricentro sulle questioni che vanno risolte prima che sia troppo tardi. Ormai il tempo dei personalismi è superato e ci stiamo affacciando con gran fretta e voglia di fare ad una nuova stagione politica e ideologica in cui saranno i fatti (e non le persone) ad avere ragione. Muovere guerra alle persone che scendono in campo mettendoci la faccia è gioco vile. Vuol dire che non si hanno argomentazioni necessarie e sufficienti per controbatterle dal punto di vista logico, programmatico e valoriale. Almeno su questo, amici della sinistra lucana, distinguetevi dal resto d’Italia! aurelio pace


Venerdì 20 Settembre 2013 ... SEGuE dalla priMa paGina

La BasILICata: teRRa deI fRenI a mano addetti ai lavori, ma che nei fatti non hanno avuto significative e concrete promanazioni in termini reddituali per i numerosi addetti al comparto. Addetti che vanno dalla ristorazione agli hotel, dai gestori di villaggi turistici fino al produttore di artigianato, per finire alla catena commerciale al dettaglio, che trae evidenti vantaggi dall'arrivo massiccio dei turisti, specie nella stagione estiva. Accanto ad una natura rigogliosa e diversificata che vanta paesaggi di forte bellezza, una terra che spazia tra due mari, montagne, boschi, parchi naturali, laghi e borghi caratteristici che potrebbero tranquillamente rappresentare tante destinazioni turistiche differenti, esistono notevoli problematiche che sono sotto gli occhi di tutti e che, oltre a rappresentare un danno per la salute dei lucani, sono un forte deterrente che impedisce al territorio di compiere il definitivo takeoff turistico. Paradossalmente il primo di questi "freni a mano" dello sviluppo è rappresentato proprio dal suo doppio nome Basilicata - Lucania Mi sembra inutile spiegare a quali problemi di identificazione vada incontro all’interno di un mercato qualsiasi brand che non sia immediatamente riconoscibile. E quando c’è confusione, di certo questa non aiuta alla scelta di decidere verso la destinazione finale. Il secondo dei freni a mano è rappresentato dai notevolissimi DANNI AMBIENTALI presenti in regione: Ferriera Pz; Fenice Melfi; Antenne elettrosmog; Petrolio Val D'agri: più estesa piattaforma petrolifera d'Europa -> acque Pertusillo (carpe morte,ecc.), registro tumori. Scorie radioattive: Rotondella, Tito. Insomma una natura e un paesaggio che non sono stati nè valorizzati e nemmeno rispettati, ma solo sfruttati. Il terzo dei freni a mano è rappresentato dagli enormi insediamenti di CEMENTO sparsi un po’ dappertutto sul territorio italiano (non è un problema solo della Basilicata). E questo non giova a quella che è la tendenza degli anni a venire: il turismo sostenibile. Il turismo sostenibile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo

turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”. Pertanto, prima di pensare ad una politica reale di propulsione e promozione turistica, pongo l’attenzione su tre aspetti fondamentali e propedeutici ad una migliore utilizzazione delle nostre risorse naturalistiche ambientali: un’azione di sensibilizzazione degli abitanti delle varie comunità (cittadino consapevole: fa scelte migliori. Fa bene questo giornale ad insistere su una buona comunicazione per un vero cambiamento!); una professionalizzazione delle competenze ad ogni livello, tendenti alla creazione di una figura: il broker turistico-culturale; la pericolosità del termine incoming quale boomerang negativo per l’economia del turismo locale. Il punto numero uno, sensibilizzazione, è personalmente da me ritenuto prioritario e non solo propedeutico; solo una collettività responsabile ed informata, è nelle migliori condizioni di: sviluppare la capacità di valutare autonomamente le proposte che vengono dalla governance locale e scegliere di conseguenza dei programmi meglio confacenti alle reali potenzialità del territorio; mettere in campo quelle azioni sinergiche dal basso che, intersecandosi con l’azione del pubblico, possano creare quel dinamismo capace di offrire servizi di qualità al visitatore finale. La professionalizzazione del privato è la vera carta vincente: se un albergatore non ha la linea internet è un problema dell’ente pubblico, ma se non sa usare il pc, è un problema suo; se non gli fanno conoscere gli eventi che si fanno in zona è un problema dell’ente pubblico, ma se egli stesso non conosce il suo territorio è un problema suo; se non riesce da solo a portare gente nel suo albergo non è solo un suo problema, tutta la zona deve essere valorizzata e promossa dall’ente pubblico, ma se non sa valutare la customer satrisfaction è solo un suo problema, però bisognerebbe che qualcuno gli spiegasse che è fondamentale cercare di esaudire le richieste e le aspettative dei clienti . Il punto due è legato a percorsi formativi reali e finalizzati, che fanno di un albergatore qualsiasi, di un barista qualsiasi e di un ristoratore qualsiasi, un vero consulente turistico territoriale. Nella nostra regione è impensabile avere centri di accoglienza turistica (Iat) dislocati capillarmente all’interno delle varie zone; è pertanto necessario ricorrere ad un coinvolgimento di coloro i quali, agendo da imprese private sul territorio, debbano

essere in grado meglio di saperlo promuovere, nel loro stesso interesse. Non c'è cosa peggiore per un visitatore non avere alcuna risposta alla domanda: Cosa c'è da vedere qui?oppure: Ma cosa siete venuti a fare? Qui non c'è nulla. Sono cose determinanti ai fini della reputazione e molto spesso queste frasi vengono dette dai diretti interessati del settore dell'accoglienza, ovvero i primi avamposti con i quali si imbattono i visitatori. Il punto n. 3 (incoming) è spiegato facilmente. Da parte dell’ente istituzionale viene svolta una politica di forte promo-commercializzazione finalizzata ovviamente ad una migliore fruizione dei nostri territori da parte dei visitatori. Tutto questo è rappresentato dalle politiche incoming. Ma cosa succede quando i visitatori giungono OGGI nel nostro territorio? Quali sono i loro feedback? Uno studio dimostra che l‘80% dei visitatori non è soddisfatto dal livello delle informazioni che trovano in loco, ed in generale, dalla scarsità di servizi. Dunque noi promuoviamo il prodotto Basilicata senza curare in alcun modo la reale efficacia dell’accoglienza in loco. Trascuriamole informazioni, trascuriamo i servizi al visitatore, trascuriamo completamente una serie di indicatori elementari che possano realmente servire a dare informazioni in tempo reale a chi la Basilicata ancora NON LA CONOSCE. Trascuriamo di avviare una reale politica di messa in rete di una serie di stakeholders locali, che siano realmente nelle condizioni di assicurare un coerente servizio di qualità omogenea al turista. Come si crea tutto questo? Creando ex abrupto un sistema che dall’oggi al domani funzionerà per il solo fatto di averlo posto all'attenzione? Ovviamente no. Partendo dai presupposti che abbiamo detto prima (punti n. 1 e 2), si tratta di creare microdistretti omogenei e funzionali che, una volta definiti e rodati, possono diventare dei veri e propri sistemi aggregati (Stl,sistemi turistici locali). Tutto questo ancora manca, ed in Basilicata siamo ancora al Medioevo dell’accoglienza, dobbiamo quindi passare ad un’epoca moderna ed infine contemporanea, ma tutto questo solo dopo aver rimosso i pericolosi freni a mano che attualmente impediscono uno sviluppo omogeneo e definitivo di ciascuna delle sue aree, e creato le giuste premesse per lo sviluppo. L’emblema di tutto questo è rappresentato dalla città di Maratea, la perla del Tirreno, località dalle incredibili potenzialità, che ha seriamente rischiato di fare con-

correnza a Capri quale mèta di destinazione vip, ecc. Maratea quest'estate 2012 secondo LEGAMBIENTE ha meritato le 5 vele,o vele blu, quelle con le spiagge più belle e gli itinerari più ricercati che insieme alla buona cucina offrono le soluzioni d’ospitalità più rispettose dell’ambiente. Ma vediamo assieme,l'altra faccia di Maratea, secondo la logica dei contrasti e dei freni a mano che ispirano

... SEGuE dalla priMa paGina segna un mortificante 238° posto tra le regioni del continente. Un altro duro colpo all'immagine e all'economia di un territorio che tra le tante specificità naturali ha sicuramente quella delle risorse umane non riscontrabili altrove. Non meravigliamoci cadendo dalle nuvole: è il frutto nient'altro che di una scorretta programmazione, messa in atto dal potere politico che governa questa regione da qualche decennio, più volte denunziata senza successo. Una programmazione che non poteva ambire a nessun risultato in quanto separata dalla realtà sociale ed economica dei territori lucani. Come si può costruire un futuro se si ignora il presente e non si fa tesoro del passato? Ed è proprio l’idea di una programmazione, volutamente carente di metodo e logica, ispirata all’oblio delle questioni scomode, la causa primaria del disastro lucano. Non una programmazione come un diario di lavori su un’idea guida di sviluppo, bensì una serie di provvedimenti estemporanei non in sintonia con l’idea principe. Il più delle volte addirittura in contraddizione tra loro aventi un unico scopo: favorire pochi a discapito di molti Un metodo che tutti i governi di centro sinistra hanno pervicacemente portato avanti in questi anni, aggravando, di giorno in giorno, la situazione delle nostre comunità. È stato dato rilievo solo alla spesa senza preoccuparsi di raggiungere obiettivi e soluzioni.. Non è un caso che tutte le azioni messe in campo in questi anni non hanno trovato ragione nelle concrete potenzialità e nelle diverse esigenze dei territori, rivelandosi solo vuote iniziative, spreco d’ingenti risorse e spot elettorali per una classe amministrativa inconcludente e spregiudicata. E non è esente da questo addebito neanche una certa stampa, quella pubblica in particolare, che a questi spot ha continuato ad offrire un palcoscenico, dimenticando le voci contrarie che di volta in volta si sono

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tutto il percorso regionale, secondo una lettera scritta da un importante scrittore (Giancarlo Marchesini). dino de angelis

È anche colpa nostra manifestate. Voci a cui non è stato dato il giusto spazio per far conoscere ai cittadini il risvolto di una medaglia troppo luccicante per non abbagliare. Una stampa più libera avrebbe sicuramente aiutato il territorio a liberarsi di una politica fatta solamente di immagine e di tornaconto personale e non di risultati per le tante difficoltà a cui sono quotidianamente sottoposti i lucani. Può sembrare un paradosso, ma la responsabilità maggiore comunque, è di noi lucani che non prendiamo consapevolezza del potere che abbiamo e che, puntualmente, non lo sappiamo utilizzare. Ci rechiamo alle urne come dementi, cadendo nel tranello delle promesse che di volta in volta ci lusingano, per il solo fatto che la disperazione è tanta da farci scambiare i carnefici per benefattori. O peggio ancora, disertiamo le urne facendo sì che gli altri decidano per noi. E poi ci lamentiamo che la politica è nelle mani dei più furbi, dei più spregiudicati, dei meno capaci. Le elezioni del 17 e 18 novembre sono un’occasione da non sprecare per dare una svolta non solo politica ma anche culturale, alla nostra regione. Non è pensabile che con tante risorse che abbiamo e che altre regioni non hanno dall’acqua al petrolio, dal mare ai monti, possiamo continuare ancora a stare nella miseria, a questuare il lavoro e a sperperare ciò che madre natura ci ha dato. La nostra regione ha bisogno di una buona politica e per questo è indispensabile la partecipazione di tutti. In modo particolare dei giovani che devono mettersi in gioco e sporcarsi le mani con la politica, quella vera, che guarda al bene comune e non a quello personale, che mira alla risoluzione dei problemi reali della gente e non a costruire semplicemente consensi elettorali. Vincenzo Giuliano


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Il Piano Sanitario Regionale indica prioritariamente le reti di seguito elencate, anticipando che l’elenco non è esaustivo e che, nell’arco della vigenza del Piano stesso, potranno essere implementate ulteriori reti che si riterranno utili per il contesto. - rete dell’Emergenza - Urgenza (DIRES); - rete cardiologica dell’infarto miocardico acuto (IMA); - rete integrata per l’assistenza al trauma - rete oncologica regionale; - rete interaziendale della radioterapia oncologica - rete dell’ictus; - rete della Genetica Medica; - rete integrata Ospedale-Territorio della Patologia Diabetica e delle Patologie endocrino-metaboliche; - rete della neuropsichiatria infantile; - rete della reumatologia - rete integrata Ospedale-Territorio per la prevenzione e la cura dell’obesità; - rete regionale di Medicina dello sport e dell’esercizio fisico; - rete dei punti nascita - rete pediatrica interaziendale (RIPED) - rete delle cure palliative pediatriche - rete dello scompenso cardiaco - rete nutrizione artificiale domiciliare - rete integrata ospedale - territorio della nefrologia e dialisi - rete regionale delle demenze - piano sangue. Per ciò che riguarda la suddivisione in reti così come evidenziata nel piano sanitario, non ci si discosta in maniera definita da ciò che già era stato individuato, quale prioritario, nel precedente piano ospedaliero, con la ridefinizione del tasso di posti letto al 3,8/1000 quale limite invalicabile per ogni Regione. Ciò è realizzabile solo in virtù del raggiungimento dell’obiettivo, necessario ed inderogabile, di ridefinire le peculiarità delle singole strutture ospedaliere ed in particolare che: - l’ospedale sia definitivamente orientato alle cure per

La BasILICata fanaLIno dI Coda neLLa medICIna osPedaLIeRa euRoPea PIano sanItaRIo ReGIonaLe 2012 - 2015 La rete socio-sanitaria in Basilicata Rete osPedaLIeRa

acuti, affidando, nel postacuzie e nel cronico, le attività di cura alle strutture territoriali satelliti, realizzando così la necessaria sinergia ospedale - territorio; - non ci si perda dietro la moltiplicazione delle U.O.C.(Unità Operativa Complessa), decisa al fine di creare primari o megadirettori favorendo e provocando inutili e dannosi doppioni di reparti già esistenti nella stessa struttura; - sia perseguito ad ogni costo la riduzione dei posti letto quale necessario obiettivo per la ottimizzazione dei costi di gestione; - si abbandoni, definitivamente la logica ospedalocentrica che ha caratterizzato, negli anni, le scelte della Regione a discapito del territorio; - e, a tale proposito, ci si renda definitivamente conto che una corretta gestione delle attività sanitarie, tesa a decongestionare le Aziende e i presidi ospedalieri e a favorire la delega alle cure alle competenze di tipo territoriale, rappresenta una risorsa imponente al buon funzionamento del sistema di cure e la conseguente, effettiva realizzazione della cooperazione ospedale / territorio.

L'ingresso del palazzo direzionale dell'Ospedale San Carlo Foto di L. Logiodice

Secondo una visione moderna, l’Ospedale deve finalmente appropriarsi del proprio ruolo principe che è quello di fornire prestazioni di alta specialità, di diventare luogo di ricerca e sperimentazione, di erigersi a fucina per la formazione di professionisti sempre più motivati e preparati ad affrontare le grandi sfide che, ancora oggi vedono la Basilicata quale fanalino di coda nel firmamento della medicina ospedaliera europea. La nuova frontiera per la

sanità lucana deve essere, pertanto, quella dell’effettivo raggiungimento dell’eccellenza, unica condizione per diventare polo attrattivo per le Regioni limitrofe e non, limitando quella selvaggia emigrazione sanitaria in uscita che ci ha sempre caratterizzato. In tal modo si potrà finalmente realizzare, invece, quella migrazione sanitaria, in entrata e in uscita, dettata esclusivamente dalle specifiche competenze specialistiche di ognuno dei nosocomi. Forse, per la prima volta, la politica di questa Regione può sfruttare un’enorme opportunità in favore dei propri cittadini/utenti a patto che si sia pronti ad intercettare quelle potenzialità, ancora inespresse, che ci vengono offerte con la riorganizzazione della rete assistenziale. Lo spirito del PSR sarà, per la prima volta, caratterizzato da un processo virtuoso non più collegato alla spesa regionale storica, come avveniva in precedenza, con la conseguente esigua disponibilità delle risorse provenienti dal Governo centrale a causa della ridotta spesa pro capite, col-

legata al numero degli abitanti, oggi, invece, compare il più consono sistema di finanziamento, collegato allo standard dei costi regionali basato anche sull’età della popolazione e sulla morbilità. Ciò può determinare, finalmente, un allineamento con le Regioni più popolose in virtù dell’invecchiamento della popolazione che in Basilicata tocca cifre record ed anche per la particolare orografia del nostro territorio che incide notevolmente sui costi delle prestazioni a causa dei tempi di percorrenza più dilatati. Questi parametri determineranno un sistema di erogazione dei finanziamenti che sarà meglio distribuito tra le Regioni in quanto verrebbe, come detto, definito su uno standard regionale dei costi determinato secondo una media tra le varie Regioni. Finalmente non avremo più la scusante dei fondi irrisori e dell’eccesso dei costi, per giustificare un alterato rapporto prestazioni/qualità. Con le sinergie interregionali, finalmente, e con la possibilità delle “specializzazioni territoriali” sarà possibile anche governare, come detto, i flussi migratori sanitari secondo percorsi virtuosi allorquando, un territorio con maggior espressione in una determinata specialità farà da polo attrattivo per un altro territorio dove detta specialità è meno rappresentata in favore di altre. Ciò quindi potrà determinare, se gli “autori” sapranno coglierne l’importanza, che anche i flussi migratori potranno divenire risorse determinanti per la nostra Regione. dott. ciro romano

Basta Con Questo ReGIme

Le elezioni sono imminenti e come al solito c’è grande fermento in Basilicata. Non è il caso di citare il carducciano “ribollir” dei tini. Siamo in tempo di vendemmia. Ma cosa si è seminato per poter raccogliere? Un regime ventennale “familistico ed amorale”! Come al solito il Pdl di Basilicata

non ha tratto vantaggio dal fallimento della politica regionale e quindi non si è premurato di scegliere - ad esempio - un candidato presidente autorevole e super partes, magari un giovane che si è distinto in particolari qualità o professionalità, anche fuori della nostra regione. O una persona di comprovata esperienza, da attingere in quel

partito dei sindaci di ieri e di oggi, che abbia dato prova, con risultati alla mano, di saper gestire avendo fatto avanzare la comunità a cui gli è stata affidata. Il Pdl lucano pare proprio come un buono fruttifero postale dormiente. Se a tempo debito avesse individuato, unitamente alle forze che credevano in un progetto di cambiamento, un candidato di cui sopra e avesse catalizzato intorno a sé tutte le forze innovative della regione, oggi avrebbe potuto ben raccogliere i frutti di una campagna proficua e positiva per le popolazioni lucane. Ma non è stato così, perché il Pdl non rappresenta il vero rinnovamento delle forze politiche e sociali lucane. Si è anche esso allettato sui “Letta” nazionali. D’altro canto il PD con i suoi giovani e corazzati valletti non può affatto

rappresentare la vera alternativa democratica al governo lucano, giacché da sempre loro fanno parte di questo ancestrale sistema di potere. C’è questa “Scelta Civica”. È veramente una scelta voluta dal popolo o calata dall’alto dei palazzi romani con il beneplacito degli immortali patriarchi, che cambiano facilmente, a seconda delle messe, il colore liturgico più

appropriato? Staremo a vedere se qualcosa cambierà veramente nella nostra regione per il bene comune. Giuseppe domenico nigro


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La GIoVane ItaLIa dI BasILICata LanCIa Le PRImaRIe In Casa PdL Riviello: « aLLaRGaRe La CoaLIzIone PeR VInCeRe Le eLezIonI » Alla vigilia delle elezioni regionali ci sembra ancora nebuloso il quadro della situazione politica lucana: il centrosinistra artefice del sistema Basilicata, collassato sotto i colpi delle eterne lotte intestine ha scelto la via delle primarie farsa, la via della continuità e cooptazione anziché rinnovamento e discontinuità. L’opzione Lacorazza da parte dei capi del partito-regione è un chiaro segnale che la sinistra lancia ai lucani ed ai giovani: la soluzione di comodo in perfetto stile gattopardesco. Il centrodestra invece sembrerebbe ancora latitare un po’ in termini di proposta e di formazioni: vorremmo che il nostro Pdl si facesse carico della situazione ed affrontasse a viso aperto e con coraggio una sinistra sconfitta, politicamente e moralmente. Ben vengano le alleanze, anzi auspichiamo novità quanto prima, e le aperture verso quel mondo moderato e di centrodestra che sia alternativo non solo ad uno

schieramento, ma ad un modo di essere, di pensare, di vivere. Da mesi stiamo lanciando messaggi forti e chiari al Pdl e a tutte le persone libere di questa terra, soprattutto i più giovani, affinché ci sia un risveglio di coscienze utile e necessario per proporre ai lucani e alle nuove generazioni una compagine forte onesta e di tutto rispetto. Una formazione che ci faccia sentire orgogliosi di stare dalla parte giusta, che tiri fuori il meglio dalle nostre risorse. Durante gli incontri territoriali abbiamo ribadito la nostra volontà di lavorare e sostenere una nuova fase, un nuovo ciclo politico, che veda le elezioni regionali come punto di partenza: la nostra non è e non sarà una battaglia per una candidatura o un posto al sole, non ne siamo abituati, ma si tratta di una lotta generazionale per rinvigorire e stimolare il Pdl e la politica. Per questi motivi riteniamo indispensabile individuare meccani-

smi utili ad allargare la nostra

anni di mal governo. Immaginia-

piattaforma ed a valorizzare le

mo per questo primarie vere,

nostre risorse: perché non pen-

non come quelle Pd, in cui si

sare di scegliere il nostro candi-

possa scegliere tra candidati

dato governatore attraverso pri-

che siano espressione genuina

marie serie e nuove per noi, per

del centrodestra e che facciano

favorire il dibattito e la partecipa-

riscaldare il cuore e gli animi.

zione, aprendoci cosi al pensie-

Noi saremo in prima linea non

ro dei tanti lucani liberi traditi da

solo nel sostenere questa pro-

posta ma nel continuare ad alimentare il dibattito ed il confronto a 360°. Avevamo a tal riguardo invitato i giovani Pd a confrontarsi liberamente con noi e con altre realtà politiche ed associazioni giovanili lucane, senza pregiudizi, per parlare di noi, delle difficoltà delle nuove generazioni a farsi largo oggi nella politica, nel mondo del lavoro e nella società. Abbiamo ricevuto picche, silenzio e chiusura: le poche e scarne parole di Speranza hanno finito per imbavagliare i giovani e tramortirne ogni tentativo di rinnovamento culturale. Noi apparteniamo si alla generazione del “tempo determinato”, ma per il centrosinistra il tempo dei giochini e delle menzogne è scaduto. Riprendiamoci la nostra terra perché abbiamo tutto il diritto di costruire per noi un futuro diverso e migliore. F. nicola riviello

Coordinatore Regionale Giovane Italia

sI RIPRIstIna La tRatta feRRoVIaRIa sICIGnano - LaGoneGRo Passi da gigante per la riattivazione della tratto ferroviaria a binario unico campano lucano Lunghi e considerevoli passi verso la riattivazione della tratta ferroviaria Sicignano Lagonegro, che ha visto impegnate le due regioni, Basilicata e Campania, verso questo bersaglio comune. Sono disponibili infatti dei fondi comunitari europei per infrastrutture primarie e strategiche, come può considerarsi la suddetta linea ferroviaria, da utilizzare nel 2014- 2020. I costi per la riattivazione della linea ferroviaria hanno raggiunto cifre esorbitanti che hanno toccato punte di 100 miliardi di lire del 1999, a fronte dei 51,6 milioni di euro del 2007, causando un aumento di oltre 400 milioni di euro nel corso di otto anni. A tal proposito il comitato per la riattivazione della tratta ferroviaria, ha mostrato una certa perplessità in merito a questo aumento indicibile nel corso di questi anni, affermando altresì, in una nota, che ”le Ferrovie Dello Stato avevano stimato un costo differente: nel 1999 occorrevano 100 miliardi di lire per riaprire la tratta fino a Lagonegro, mentre per la riapertu-

ra di un primo tratto fino a Casalbuono occorrevano circa 60 miliardi di lire. Totale di 100 miliardi di lire equivalgono a 51,6 milioni di euro del 1999”, che nel 2007 sono diventati 400 milioni di euro. Il comitato ha aggiunto anche che “si richiederà l'apertura di un binario unico, non elettrificato, e che si ado-

pererà un minuetto diesel oppure una vecchia automotrice Aln 668 che possono raggiungere sul tratto Polla Montesano anche 130KM/h”. Per la messa a punto delle gallerie e per assicurare la sicurezza del tunnel, il comitato evidenzia che “sulla Sicignano Lagonegro esiste una sola lunghezza superiore ai 1000m per la quale occorrono particolari interventi tecnici a garanzia della sicurezza antincendio dei viaggiatori". Il comitato per il tratto ferroviario promette di restare vigile ed attivo sulla questione, analizzando ed incentivando una forte collaborazione, nonché obbligatoria e necessaria, fra le due province quali Potenza e Salerno, al fine di poter collaborare ed arrivare insieme ad una soluzione comune che possa in qualche modo soddisfare l'obiettivo prefissato e riportare alle città interessate, la giusta mole di turismo ed attrazione, promuovendo il tutto con collegamenti efficienti e sicuri. carla Bottiglieri


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Venerdì 20 Settembre 2013

Potenza:

un'ammInIstRazIone sCeLLeRata PoRta La CIttà aL CoLLasso entro il 30 giugno 2014 le Casse Comunali dovranno sborsare 25 milioni di euro per i debiti contratti Leggere l’ennesimo comunicato, questa volta di un sindacalista, che rimprovera alla Regione la mancata elargizione dei 6 milioni di euro alla Città di Potenza, e chiede soluzioni che evitino la interruzione di servizi, a suo dire essenziali e contestualmente si permetta la definizione di importanti vertenze pregiudicate dal mancato finanziamento (precari Cotrab, lavoratori gestione parcheggi, lavoratori inceneritore), pone interrogativi inquietanti. La somma di 6 milioni di Euro è finanziamento straordinario e non connesso a un debito, che è si storico, ma che oggi sappiamo essere, e non poco, alimentato anche dall’attuale amministrazione. Basta vedere sul sito del Comune di Potenza l’elenco delle fatture da pagare al 31 dicembre 2012. Chi ha fatto il conto ha stimato in circa 25 milioni di Euro il debito. Il bello è che il pagamento è previsto per il 30 giugno 2014, avete letto bene 2014. Pagherà chi verrà! L’articolo del sindacalista, che ho richiamato all’inizio, nel lamentarsi per non aver la Regione dato i 6 milioni al Comune di Potenza, sottolinea come, mancando questi soldi non si possano risolvere alcune vertenze: precari Cotrab, lavoratori gestione parcheggi, lavoratori inceneritore. Non mi fa piacere che persone, lavoratori, famiglie, si trovino in situazioni

di disagio e precarietà, ma a quel sindacalista rappresento che quello che dice non è giusto. A quel sindacalista ricordo

di €uro l’anno. Soldi che il Comune recupera con tasse, con aumenti di tariffe e tagliando altri servizi. Ricordo anche

di Potenza, è stata definita dalla stessa amministrazione, un errore, avendo stabilizzato personale con qualifiche professio-

che il Cotrab è un consorzio che senza contratto spende e spande per un servizio (?), quello del trasporto pubblico che non utilizza quasi nessuno, (eppure si viaggia gratis) e che costa alla comunità, cioè a noi tutti potentini la bellezza di oltre 13 milioni

che l’inceneritore da anni non funziona e che per la gestione dei parcheggi il Comune di Potenza, che ha concesso le aree, non ha incassato una lira. Infine ricordo a quel sindacalista che la stabilizzazione fatta dalla scorsa consiliatura al Comune

nali non adeguate ai reali bisogni dell’Amministrazione. A quel sindacalista, ed a quella schiera di persone che pensano di risolvere i problemi alla vecchia maniera, addossandoli alla comunità, dico che il tempo è cambiato, che occorre lottare

per un sistema diverso, operoso, virtuoso, ove si smetta di avere i raccomandati della politica o dei sindacati e si diano a tutti le stesse possibilità e realmente si producano servizi con personale all’altezza. Non è più tempo di stabilizzare persone senza titoli, senza concorso, che grazie alla complicità di una vecchia classe politica e sindacale oggi risultano tutti impiegati e non più operai, con l’anacronistica situazione che al Comune di Potenza, che pure aveva stabilizzato centinaia di operai, oggi mancano tali figure e non si riesce nemmeno a formare una squadra di manutentori, perché tutti sono diventati amministrativi. È finito il tempo dell’irresponsabilità e sono finiti anche i soldi per pagare nuove imposte o tasse. Occorre dar conto di quello che si fa, capire se i servizi sono tali o sono dei disservizi e degli sprechi. Se la Città di Potenza collassa, non è per la mancanza dei 6 milioni di euro, è per l’incapacità di questa amministrazione di gestire oculatamente le risorse, pure ingenti, che arrivano. Del resto, se un’associazione, ha ipotizzato una gestione del Trasporto Pubblico, con risparmi milionari, allora vuol dire che è possibile risparmiare. Ma qualcuno non lo vuole e……. annuncia il collasso! Salvatore lacerra


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ON E I Z A I OPR ITA R P P A INDEB

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sIndaCo, staI tRanQuILLo: nessuno tI RImPIanGeRà Vito santarsiero in corsa per un posto in regione

VITO Santarsiero, sindaco di Potenza, in una recente intervista sul Quotidiano della Basilicata, ha confermato di essere pronto a candidarsi alle prossime regionali ma non lasciando sola la mia amata Potenza. Beh, visto quello che lascia in eredità è il caso di dire meglio sola, Potenza, che male accompagnata. La città capoluogo di regione sotto la sciagurata, per usare un eufemismo, amministrazione Santarsiero si è trasformata da città-regione in una devastata città-deserto sotto tutti i punti di vista, civile, sociale, morale e soprattutto economico. Dopo l’avvento dell’Attila aviglianese, Potenza ha conosciuto desolazione e per la prima volta, dopo la seconda guerra mondiale, anche la povertá. Partiamo da un primo dato, quello demografico, che rappresenta uno dei principali indici di crescita di una comunità in senso lato. In quasi dieci anni di amministrazione Santarsiero, la città di Potenza ha perso oltre 6.000 residenti tra mancata crescita e calo di residenti. Una piccola chiosa, nello stesso periodo, preso in considerazione, Matera ha aumentato i propri residenti di oltre 2.000 unità. Va precisato che fatta eccezione per il censimento del 1901, Potenza ha sempre avuto una crescita demografica, in percentuale, a due cifre, fino all’avvento, purtroppo, devastante di Vito Santarsiero. Infatti nel penultimo censimento,

Uno dei tanti scorci di degrado urbano a Potenza. Foto L. Logiodice

quello del 2001 Potenza aveva visto, ancora una volta, crescere i propri residenti dai 65.714 del 1991 ai 69.060 del 2001, massimo storico. Nel 2011, invece, Potenza perde, rispetto al 2001, quasi 2.500 abitanti attestandosi sui 66.777 residenti. Ma un dato curioso è che con Santarsiero sindaco diminuiscono i residenti ma aumentano le costruzioni in cittá. Sarà un caso che il sindaco è soprannominato, ironicamente ma non affettuosamente, "Vito Cemendo"?. Altro elemento, che chiarisce, senza ombra di dubbio, come Vito Santarsiero sia stato, e non penso che verrà eguagliato in futuro, il peggior sindaco della cittá di Potenza, è rappresentato dallo stato di totale abbandono in cui versa da quasi dieci anni l’intera comunità potentina. Il centro è stato di fatto voluta-

mente delocalizzato. Via Pretoria, oggi, sembra, ormai, la brutta copia di se stessa, con i negozi che chiudono e con una marea di annunci “Vendesi” o “Affittasi” che attirano l’attenzione dei più ogni dieci passi. Il potentino, che ama la propria città, ha perso l’abitudine a frequentare via Pretoria perchè, ormai, la stessa non offre più quello per cui si diceva una volta, con gioia, “andiamo sopra Potenza”. Ma Santarsiero, in effetti, nelle sue visioni o elucubrazioni di “Potenza 2020” ha fatto, in verità, di Potenza una “città metropolitana”. Infatti il capoluogo di regione sembra essere diventato come Napoli. Solo che Napoli è Napoli, con i tipici e grandi problemi di una metropoli. Potenza invece è Potenza e delle metropoli, come Napoli, oltre ad essere lontana

anni luce, ha preso solo i difetti e non i pregi. Si pensi ai cumuli di immondizia che abbondano in ogni angolo della cittá e che fanno della città-regione una città discarica. Si pensi a quella specie di ferrovia borbonica, che il sindaco visionario ha il coraggio di farla passare per metropolitana. Si pensi alle strade gruviera che ogni giorno ricordano ad ogni potentino a quale santo votarsi, che non è più San Gerardo ma bensì Sant’Arsiero. Si pensi al Campo Sportivo, e tale è rimasto, “Viviani” che il sindaco visionario definisce stadio. A proposito di sport tra i risultati, per cui il sindaco e la sua amministrazione può andare orgoglioso, vi è la scomparsa dai palcoscenici italiani sia della squadra di calcio e sia della squadra di basket. Un altro bel risultato complimenti. Non c’è che dire. Queste ferite, però, va dato atto a Vito Santarsiero, sono state lenite, sicuramente, dai molteplici eventi, culturali e non, quali soprattutto le mostre di pittura di cui ricordo una in modo particolare “Verità e bellezza”, del febbraio 2008, una originale e affascinante mostra sul realismo russo. Oppure ricordo quando in pompa magna si è inaugurato il tunnel che unisce la fondovalle a Via del Gallitello. La diretta di Rai Tre che, con trepidazione, descriveva le fasi salienti dello scavo, in effetti sembrava di assistere proprio all’ultimazione del traforo ferro-

viario del Frejus che ha unito l’Italia e la Francia. Che pena. Mi hanno fatto vergognare di essere potentino. Avrei tante altre cose da scrivere su Vito Santarsiero e la sua ridicola visione della “Potenza 2020” ma preferisco fermarmi qui. Nessuno e dico nessuno, caro Vito, ti rimpiangerà a Potenza e dintorni. La tua visione cultural-amministrativa della res publica ha fatto toccare il fondo alla mia amata Potenza. Come futuro candidato consigliere regionale, ti auguro di rimanere semplicemente candidato. Inoltre vorrei ricordarti un mio articolo, scritto due anni fa, sempre sul Quotidiano della Basilicata e sempre nei tuoi confronti, che tanto ti ha fatto arrabbiare, quello nel quale chiosavo confermandoti il mio sostegno elettorale solo e se candidato come presidente della pro-loco aviglianese, sempre con tutto il rispetto per Avigliano. (NDR, direbbe il suo amico Ignazio Petrone: "u chhiù fesse vignulese, è 'u meglie sindac pe Putenza. Ma non è che il prossimo sindaco di Potenza sarà un Pignolese?) Infine una giusta e dovuta considerazione sull’articolo di sabato 13 luglio intitolato “Io mi vergogno di Colombo” scritto da Giorgio Santoriello. Concordo totalmente e pienamente. Ad maiora Sergio Mauro da “Il Quotidiano della Basilicata”

Potenza: attentI aI CanI Il Randagismo: un fenomeno preoccupante nel quartiere di malvaccaro Sono in tanti a lamentarsi per l’alto numero di cani randagi che popolano il quartiere Malvaccaro alla periferia nord della città di Potenza. Alcuni a giusta ragione. Infatti, degli ignari cittadini del rione se la sono vista brutta! Un giovane abitante del quartiere è stato letteralmente assalito dal branco solo perché in mano aveva una busta di plastica che era destinata al cassonetto. Un altro ragazzo di origine Magrebine fermo alla fermata in attesa

del bus è stato costretto a scappare lasciando per terra la borsa in cui il giov a n e lavoratore aveva il cibo c h e avrebbe consu-

mato nella pausa pranzo durante la sua giornata di lavoro. La mattina presto chi va al lavoro, deve fare m o l t a attenzione e camminare con

circospezione. La sera poi non è più possibile farsi una fresca passeggiata senza essere seguiti dai cani che giustamente aspettano che gli sia dato loro da mangiare (hanno diritto anche loro). Sia chiaro, niente contro questi animali che hanno il diritto di esistere ma dovrebbero avere un padrone. In assenza il Comune di Potenza se ne dovrebbe far carico per evitare ai cittadini danni peggiori. Una volta c’erano i canali, oggi solo la strada? Gaetano Brienza


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Potenza: una PeRIfeRIa ConGestIonata, un CentRo stoRICo sVuotato

Chissà perché ogni anno, in questo periodo, mi ritorna in mente una scena che ho visto in un film, e che mi ricorda in maniera così completa la fine dell’estate, della stagione del divertimento, delle trasgressioni.. È la vista di un terrazzo di un villaggio vacanze ormai chiuso, quasi fosse abbandonato per la fine della stagione estiva, con oleandri che gli fanno da cornice sullo sfondo di un mare ancora azzurrissimo, calmo.. Un’immagine che, in un certo senso, riassume quando si pensi all’estate come la stagione dai mille colori accesi, il periodo in cui “si stacca la spina”, si va in vacanza, e quanto l’approssimarsi dell’autunno segni il malinconico ritorno alla normalità, al grigio cittadino, alla giacca e cravatta. Nemmeno le nostre città si sono sottratte al solito svuotamento da ferie, abbiamo visto come ogni anno la fuga verso le località di vacanza, prevalentemente marine, costruisca delle nostre città un’immagine di solitudine, di assenza, che si è andata a sommare a quella provocata da scelte amministrative che avevano già causato la migrazione degli interessi dei cittadini verso i quartieri periferici. Città vuote, appunto, ma non c’era la crisi? Qui i conti non tornano. Se c’è una crisi, allora mancano i soldi, e per andare in vacanza ci vogliono i soldi, per-

Potenza, Via del Gallitello: Per riparare una buca occorrono mesi. Foto L. Logiodice

ciò niente vacanze, mi dispiace.

potenziali clienti spostando la

golare, e di aver voluto diminui-

Ma i Potentini, e più in generale

loro attività nei rioni della perife-

re la massa di veicoli circolanti

gli Italiani, in vacanza ci sono

ria cittadina. Mi rendo conto che

nel Centro con ordinanze difficil-

andati lo stesso, o meglio, una

affrontare questo tema in poche

mente giustificabili, quali l’istitu-

buona parte di essi. Questo vuol

righe è come voler spiegare la

zione della ZTL ed altre amenità

dire che la crisi c’è, ma non per

nascita dell’universo su un

del genere.

tutti. O forse la crisi è più un

bigliettino dei famosi cioccolatini

Il risultato di tutto ciò è che i

timore del futuro, che ci porta a

Baci. Sicuramente alla base del

potentini cercano di effettuare i

spendere meno che in passato,

fenomeno della fuga dal Centro

propri acquisti nelle zone perife-

a rinunciare al superfluo e a

ci sono scelte singolari che

riche, che possono raggiungere

limare la spesa consueta.

hanno inciso sull’indole già

con il proprio mezzo di traspor-

E a proposito di shopping, la

abbastanza

dei

to, giacché è più facile ottenere

crisi porta anche al paradosso

potentini, tra le quali quella di

udienza dal presidente degli

che alcuni commercianti del

dotare la città di un piano di tra-

Stati Uniti d’America piuttosto

Centro Storico inseguano i

sporti pubblici quantomeno sin-

che arrivare in Centro Storico a

“poltrona”

Potenza con un mezzo di trasporto pubblico. Ma nella periferia cittadina, frettolosamente cresciuta e popolata, non si è pensato a realizzare parcheggi destinati ad accogliere la massa di automobili che vi si sarebbero riversate, con il risultato che attualmente si congestionano facilmente le strade in periferia, mentre il Centro Storico si svuota. Si sa che il potentino andrebbe anche al bagno con l’automobile, ma in questi tempi di crisi, dove ogni euro risparmiato, anche sul carburante, è una manna dal cielo, forse il potentino si lascerebbe tentare dalla convenienza a lasciare la propria fidanzata (l’automobile) a casa, per tradirla con il trasporto pubblico. Basterebbe già che non si debba aspettare tempi biblici perché passi un autobus, e che tutte le zone della città vengano collegate facilmente tra di esse. Ma, visto che la situazione non cambia ormai da mesi, e visto che l’Amministrazione Comunale perde somme favolose vergognandosi di pretendere il pagamento del biglietto per il servizio di trasporto pubblico più scadente della sua storia, la mia impressione è che gli organismi competenti (sic!) abbiano tirato i remi in barca e si siano arresi aspettando di passare la patata bollente a chi gli succederà. - S.G.-

aLLaRme sICuRezza neI PResIdI sanItaRI Questa fase pre-elettorale, per molti aspetti, agitata e confusa, non deve far trascurare i problemi che emergono dalla nostra realtà regionale.Tra i tanti quello della sicurezza nelle attività assistenziali. L’aggressione subita pochi giorni fa nell’ospedale di Policoro, da un collega Medico, ripropone ancora una volta il problema delle tutele durante alcune attività assistenziali. Al collega di Policoro sono dovuti solidarietà e sostegno ma anche il riconoscimento per un lavoro, normalmente impegnativo, che a volte, diventa più difficoltoso per le condizioni in cui si svolge. Occorre ricordare che altri episodi, molto spesso, si sono verificati anche se in circostanze e con modalità diverse. Ecco perché non bisogna dimenticare che nella Sanità ci sono categorie esposte a rischi di violenze. In particolare sono quelle a cui appartengono coloro che lavorano nei Pronto Soccorso, nel servizio di Guardia Medica, nel 118, nei centri per la salute mentale; fenomeni frequenti di intemperanze se non di forme di vera e propria violenza, così come nel caso di Policoro. Bisogna dire che di frequente disfunzioni organizzative

funzionali vengono “pagate” dagli operatori che sono l’ultimo anello a contatto diretto con l’utenza. Alcune attività di assistenza continuano senza interruzione, malgrado tutto, per il sacrificio ed il senso di responsabilità degli operatori. Occorre prendere in considerazione soluzioni efficaci per un fenomeno preoccupante, scarsa sicurezza per gli operatori. Innanzitutto migliore coordinamento fra i livelli istituzionali competenti a vario titolo anche in materia di sicurezza. Bisogna dire ancora un no alla politica dei “risparmi a tutti i costi” che ha portato a tagli in punti strategici come i presidi di vigilanza presso i servizi pubblici a partire da quelli della Sanità. La sicurezza ad orario, alla luce dei fatti, non solo è inadeguata perché non evita i rischi a chi dovrebbe lavorare con la maggiore tranquillità possibile. Enrico Mazzeo Direttore dell’U.O.C. Complessa di Chirurgia ad indirizzo Senologico, presso l'“Ospedale San Carlo”

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Questione tribunale di melfi

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La consegna dei certificati elettorali non è una buona idea per il Vulture-melfese La nostra unione dovrà essere l’arma vincente per evitare lo scippo del tribunale del VultureMelfese e con esso lo svuotamento delle strutture che assicurano la giustizia e la legalità, in primis i Carabinieri , la Polizia di Stato e il Carcere. La mancanza di questa struttura penalizzerà non solo gli addetti ai lavori: avvocati, impiegati, etc, etc, ma soprattutto noi cittadini che avvertiremo nell’immediato un calo economico- occupazionale dovuto all'assenza di utenza delle strutture stesse a danno degli esercenti di bar, tabacchi giornali, ristoranti etc; agli impiegati delle strutture che dovendosi trasferire non alloggeranno più a Melfi e paesi limitrofi, quindi svuoteranno le nostre case con una ricaduta economica su molte famiglie. Molti di questi, erano ormai abituati anche all’acquisto di prodotti locali di

D

i vario genere sono i problemi che affliggono il nostro territorio. Il più ingente riguarda lo spopolamento. Ma, fuori da ogni dubbio, la Basilicata riesce, anche in momenti difficili, a trovare occasioni di riscatto. Il libro di Vincenzo Giuliano, “Il riscatto di un popolo in maschera”, presentato nella Villa Comunale di San Francesco a Ripacandida, ha aperto il dibattito, più che mai attuale, sulle possibilità concesse e da concedere alla nostra terra affinché si proceda al suo “riscatto”. Si dirà adempiuto nel momento in cui si instauri il circolo virtuoso promozione turistica e valorizzazione dei prodotti locali, intesi anche e soprattutto come prodotti culturali, nella prospettiva di realizzare un nuovo paradigma che consenta l’emersione e lo sviluppo e di prodotti che trovano origine all’interno del territorio lucano. Uno sforzo che deve vedere, evidentemente, la congiunzione di più stakeholder - istituzioni, associazioni e tessuto economico sociale e culturale. Questo è l’obiettivo perseguito dall’Associazione BASE - Basilicata Sviluppo Europa, nella volontà pre-

PERCHE' IL GOVERNO RICONSIDERI LA SOPPRESSIONE INGIUSTA DEL TRIBUNALE DI MELFI, OCCUPAZIONE AD OLTRANZA, ANCHE DI NOTTE, DEL PALAZZO DELLA GIUNTA REGIONALE Momenti di relax della delegazione istituzionale, in piedi l'avv. Aurelio Pace, uno dei maggiori fautori della protesta.

eccellenza (VINO, FORMAGGI,

Cosa più grave che avvertiremo,

titi dalla sicurezza e dalla buona

OLIO ) oltre che a servirsene

non nell’immediato, sarà lo sco-

legalità, in un territorio geografi-

spesso dei nostri Centri Com-

raggiamento da parte di impren-

camente crocevia di facili infiltra-

merciali.

ditori che non sentendosi garan-

zioni malavitose, andranno cer-

Promozione turistica e valorizzazione dei prodotti locali

Ripacandida all'avanguardia

tamente ad investire i loro capitali in zone più sicure. La desertificazione istituzionale del Vulture è sotto gli occhi di tutti, come pure la mancanza di visione strategica di sviluppo dell'area. E a ciò che dobbiamo porre fine sapendo che la situazione odierna viene da lontano e nasce in una competizione politico-istituzionale tra territori. Per questo il Vulture ha bisogno di unità di lotta ma soprattutto di rappresentanza . Occorre più Vulture nelle istituzioni per tornare a contare dove si decide e pretendere maggiore centralità nella programmazione regionale e nazionale. La consegna delle schede elettorali non va in questa direzione ma nel verso opposto, e cioè lasciando agli altri le mani libere nel continuare a far depredare questo nostro territorio. alessandro Mancino

cipua di finalizzare ogni azione alla valorizzazione del territorio nella sua complessità culturale, storica e artistica. Si sono cimentati su questi e altri temi Antonio Mastrodonato, Sindaco di Maschito, Filippo Ciaccia, Capogruppo PDL Montemilone e Aurelio Pace, Capogruppo provinciale e Vicepresidente UPI. Ha moderato gli interventi Antonia Flaminia Chiari, Docente di Etica e Bioetica. A fare poi, da giusta cornice alla presentazione è stata la presenza dell’Associazione Interactive, con il latte delle asine della Masseria di Giglio di San Martino d'Agri, il vino biologico di Terre dell'Alta Val D'Agri di Viggiano e i prodotti cosmetici a base di latte di asina Asinella realizzati dalla stessa Associazione come gadget, allo scopo di promuovere e sostenere l'agricoltura e la zootecnia conservativa ma innovativa, dando così una concreta mano alle piccole e medie aziende nel migliorare le produzioni di qualità. luca arlotto


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IL deCReto deL faRe... e deL dIsfaRe

Le novità in materia di edilizia privata contenute nell'art. 30 Le novità per l'edilizia privata sono molte e riguardano la Scia, il Permesso di costruire, il Certificato di agibilità e le distanze tra fabbricati. Gli interventi di ristrutturazione edilizia possono essere realizzati con i seguenti titoli abilitativi: - permesso di costruire, di cui all’articolo 10, comma 1,del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, nei seguenti casi: - interventi che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici; - limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, interventi che comportino

mutamenti della destinazione d’uso; - interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni. - segnalazione certificata inizio attività, di cui all’articolo 22, comma 2, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, nei seguenti casi: - interventi di ristrutturazione edilizia che comportino modificazioni della sagoma di immobili non sottoposti a vincoli, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni; - varianti a permessi di costruire che non incidono sui parametri urbanistici e sulle volumetrie,

che non modificano la destinazione d’uso e la categoria edilizia che non alterano la sagoma dell’edificio qualora sottoposto a vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni e non violano le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire. - super DIA, di cui all’articolo 22, comma 3, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, nei seguenti casi: - interventi che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici; - interventi che comportino mutamenti della destinazione

Il circolo culturale dei Liberi e forti di Castesaraceno saluta

IL maResCIaLLo attILIo CItRIno

una vita dedita al servizio del cittadino ed all'onore dell'arma Il maresciallo Attilio Citrino è andato in pensione il 24 agosto scorso dopo 42 anni di contributi e 36 anni di onorato servizio, di cui 23 solo nella Caserma dei Carabinieri del Comune di Castelsaraceno in Provincia di Potenza. È nato a Sellia (CZ) nel 1960 ed è stato residente a Castelsaraceno, nella piazza, per molti anni. È Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Si è arruolato nell'Arma dei Carabinieri dal 1977. Sposato con Biamonte Concetta, sua coetanea e conterranea. Ha due figli: Filomena e Benedetto. Ha frequentato la Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias (CA) nel 1977. Dal 1978 ha prestato servizio attivo quale Carabiniere presso svariati comandi territoriali prima in Calabria, fino al 1985. Nel biennio 1985-1987 ha frequentato la Scuola Sottufficiali dei Carabinieri - 1° anno formativo presso il Reggimento Allievi Carabinieri Sottufficiali di Velletri (RM) e il 2° anno presso quello di Firenze. Poi dal 1987 fino al 1989 ha prestato servizio quale sottufficiale in sottordine presso la Stazione Carabinieri di Lagonegro (PZ). Dal 01 gennaio 1990 sino al 24 agosto 2013 ha retto il comando Stazione Carabinieri di Castelsaraceno (PZ)

con le mansioni di comandante. Ha ricevuto diverse onorificenze al merito, tra cui si segnalano la Medaglia commemorativa per pubbliche calamità - provincie di Potenza e

Il Maresciallo Citrino Cosenza eventi sismici del 09 settembre 1998 - , ricevuta nel 2002 insieme alla Croce d'oro per anzianità di servizio militare; nel 2010 la Medaglia d'oro al Merito di Lungo Comando; nel 2011 - Conferita dal Presidente della Repubblica a Roma - la Medaglia Mauriziana. Il 02 giugno 2011 con Decreto del Presidente della Repubblica gli viene conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il

maresciallo Citrino esce dalla vita lavorativa con una brillante carriera. Ma noi non lo ricordiamo solo per le sue notevoli doti di comando, che ha potuto dimostrare nei lunghi anni di servizio nella nostra comunità, lo ricordiamo anche e soprattutto per la sua grande umanità. Lo ricordiamo come il padre benevolo e accorto, sempre presente in quella piazza, l'antico Piano della Corte, che nei nostri paesi, come sappiamo, rappresenta il centro civile e spirituale. Con la sua voce affabile è l'amico, il consigliere, il vigile attento alle esigenze di tutti. E quando sono sorti problemi, che non mancano mai nei nostri paesi, egli ha cercato sempre di risolverli con buonsenso, amorevolezza. Al paese mancherà certamente questa figura intensa e maestosa, che dietro quella divisa nasconde un cuore gigante. È difficile trovare nella storia dell'Arma carabinieri che amano così il proprio lavoro come il maresciallo Citrino. Eppure sappiamo quanto sia importante per le nostre comunità l'Arma dei Carabinieri! Questo vuole essere un sentito ringraziamento che la comunità di Castelsaraceno offre al Maresciallo Citrino per la sua vita spesa per noi.

d’uso, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A; - interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni Il nuovo decreto ha introdotto nuovi principi per le variazioni di sagome dei fabbricati e nuove norme per i centri storici. Variazioni di sagoma Gli interventi edilizi che portano ad una modifica della sagoma ma non del volume sono soggetti a Scia e non più al Permesso di costruire. Nessun cambiamento per gli interventi su immobili sottoposti a vincolo dal Dlgs 42/2004 che comportano modifiche della sagoma e del volume: questi continuano ad essere autorizzati attraverso PdC. centri storici Nelle zone omogenee "A" del piano regolatore, saranno i Comuni a decidere dove potrà essere presentata una Scia in caso di interventi che comportino una modifica della sagoma (ma non del volume). Entro il 30 giugno 2014 i Comuni dovranno adottare una deliberazione con la quale individuare le aree nelle quali non è applicabile la Scia per interventi di demolizione e ricostruzione, o per varianti a permessi di costruire, comportanti modifiche della sagoma. Per i Comuni inadempienti è previsto l'intervento di un commissario del ministero delle Infrastrutture, più verosimilmente dalla Regione, che adotta la deliberazione, sempre che nel frattempo non vi siano ulteriore modifiche (Analizzando tale modifica, non si capisce la normativa vigente cui fa riferimento la norma relativamente ai termini per l'intervento sostitutivo della Regione). Nelle restanti aree delle zone "A", al di fuori di quelle individuate dai Comuni, gli interventi autorizzabili con Scia, non possono in ogni caso avere inizio prima che siano decorsi trenta giorni dalla data di presentazione della segnalazione. Inoltre viene stabilito un periodo transitorio: finché i Comuni non adottano le deliberazioni richieste, in tutte le zone omogenee "A" non potrà essere

impiegata la Scia, ma bisognerà ricorrere al Permesso di Costruire. ulteriore semplificazioni per l’edilizia Cade l’obbligo di presentare il Durc (documento unico di regolarità contributiva) nel caso di lavori fatti in proprio. Il Durc, d’ora in avanti, varrà per 120 giorni. Nei lavori pubblici diventa obbligatoria l’anticipazione del 10% per gli appalti. agibilità parziale Il certificato di agibilità può essere chiesto anche per singoli edifici o porzioni della costruzione e per singole unità immobiliari, purché le opere strutturali connesse siano terminate e collaudate, siano stati collaudati gli impianti delle parti comuni e le relative opere di urbanizzazione primaria. deroghe delle distanze tra fabbricati Le regioni e le province autonome possono prevedere deroghe rispetto al DM 1444/68, che, all'articolo 9, fissa i limiti di distanza tra fabbricati per le diverse zone territoriali omogenee. In fase di revisione o di definizione di strumenti urbanistici, ed in deroga al decreto, esse possono dettare disposizioni su spazi da destinare al verde, ai parcheggi, agli insediamenti residenziali e produttivi. La norma precisa che le regioni e le province autonome potranno esercitare i poteri derogatori ferma restando la competenza statale in materia di ordinamento civile con riferimento al diritto di proprietà e alle connesse norme del codice civile. Con il suindicato “decreto del fare ..” i limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati nonché per i rapporti tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, diventano derogabili con legge o addirittura con un semplice regolamento. Geom. pasqualino laviano Componente Direttivo Nazionale UNITEL


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savoia di Lucania: cronaca di un disastro amministrativo

A

lzi la mano chi, compresi noi che uscivamo perdenti dalla competizione elettorale di 4 anni fa contro la lista dell’attuale sindaco Cavallo, non ha creduto alla possibilità che, comunque, qualcosa di positivo poteva verificarsi, grazie alla presenza di tanti giovani in quella coalizione. Quale cocente delusione abbiamo purtroppo dovuto subire tutti, nessuno escluso, anche i più ferventi sostenitori della Giunta Cavallo, quando, con il passare del tempo, si è potuto constatare che con questa giunta non c’era limite al peggio! Essa, succube della propria incapacità e schiava dei propri pregiudizi, ha prodotto il nulla! Chi ha dettato i tempi di questa amministrazione, in continuità con ciò che aveva prodotto nei 15 anni precedenti, ha ribadito definitivamente la propria incapacità e, se negli anni aveva messo a terra l’economia di Savoia, in questi ultimi 4 anni l’ha definitivamente seppellita! Quattro anni, che, aggiunti come si diceva, alle precedenti consiliature, sono trascorsi nel più completo abbandono senza alcuna propensione allo sviluppo del nostro territorio, dando sfogo esclusivamente al proprio misero tornaconto, producendo danni irreparabili alla società Salviana. E siamo all’epilogo di questo nero periodo, durato più di vent’anni. Questi “amministratori” che, come qualcuno ha detto “non sarebbero degni di amministrare un pollaio” hanno portato il paese nel più profondo abbandono. Gli irresponsabili attori di questo disastro hanno interpretato nel modo peggiore il proprio ruolo, limitandosi, dove è stato necessario ed ineludibile, a portare avanti l’ordinario senza programmare assolutamente ciò che poteva e doveva essere lo scopo della loro missione: sollevare il territorio dalla miseria, dalla disoccupazione e dall’indolenza. Nessuna loro azione ha avuto un benché minimo risultato in termini di sviluppo, anche perché essi non sono capaci nemmeno di immaginare ciò che andava fatto. Assoluta mancanza di idee e strategie! Oggi questi signori, sotto il vigile comando di un sindaco

“assente” e di un vicesindaco capace soltanto di fare “patronato”, hanno anche il coraggio di programmare la propria rielezione, senza che un minimo senso di colpa li attraversi. Essi sono già pronti a passeggiare sulle macerie che hanno prodotto, continuando ad illudere la gente con la falsa promessa che il prossimo quinquennio, sotto la loro guida, darà benessere, ricchezza e sviluppo ad ognuno dei cittadini salviani. Purtroppo, parte della popolazione, illudendosi, crederà ancora a queste fandonie, salvo poi ricredersi il giorno dopo le elezioni, quando sarà troppo tardi per mettere riparo e bisognerà fare i conti con le stesse, identiche criticità che ormai da venti anni ci angustiano. In quel caso sarà inutile mordersi le mani, bisognerà soccombere per l’ennesima volta. Né sarà di conforto, da parte nostra, dire alla gente:” Ve l’avevamo detto….” Spero che, per una volta, si riesca a pensare con la propria testa, senza lasciarsi cullare dalle illusioni che essi, furbamente, propineranno, né farsi fuorviare dalle bugie che, ad arte, si inventeranno, per gettare fango sugli avversari. Mi auguro che questa volta il popolo salviano riesca a capire che bisogna fare corpo unico contro queste logiche perverse, contro le divisioni che immancabilmente saranno rimarcate da chi ha interesse a farlo, contro il malaffare, e che finalmente si voglia cambiare il proprio stato. Uniti si vince! Mai come ora non sarà importante il singolo ma l’idea che verrà rappresenta e che dovrà essere condivisa in modo unanime da tutti coloro che vorranno dare un positivo impulso alla propria dignità. L’idea, il progetto, deve essere l’obbiettivo comune e deve essere raggiunto a tutti i costi, con l’aiuto di tutti, letterati e non, al fine di dimostrare a questi signori che anche con la crisi, con le risorse ridotte all’osso, l’ingegno di una comunità può venire fuori e for-

Uno scorcio di Savoia di Lucania

nire gli adeguati strumenti per lo sviluppo. Noi queste idee le abbiamo, le coltiviamo e continueremo a coltivarle in nome del popolo di Savoia, chiedendo a tutti coloro che la pensano allo stesso modo di unirsi a noi in un comune progetto, dove la politica e le ideologie facciano un passo indietro in favore del benessere collettivo. Tutto è realizzabile se lo si vuole veramente. Le potenzialità esistono, basta scorgerle nell’ambito delle leggi nazionali e regionali e metterle al servizio della comunità. A puro titolo di esempio noi diciamo da tempo che Savoia deve rientrare nella suddivisione delle Royalties petrolifere e ciò va ottenuto a tutti i costi spulciando la legge e utilizzandola al proprio bisogno. Saranno queste le battaglie che ci attendono se amministreremo, sarà dura ma il successo verrà se sapremo essere compatti e determinati, oltre che uniti. Savoia deve entrare di diritto nei percorsi virtuosi dello sviluppo regionale, non come una cenerentola mal sopportata cui vengono concessi, a volte manco quelli, gli avanzi, ma con tutti i diritti che derivano da un consapevole senso di appartenenza a questi luoghi che tanto hanno dato, in passato, in termini di uomini, di idee e di capacità. Savoia ha la ricchezza inespressa di un popolo che sa ciò che vuole ed è pronto a rimboccarsi le maniche per ottenerlo. Basta con l’accontentarsi dell’obolo che il potentato di turno promette al solo scopo di tenere vincolate le persone per poi, regolarmente, dimenticarsene! Oggi esistono, malgrado la crisi, possibilità enormi che l’Europa mette a disposizione di chi sa

cosa vuole ottenere. Il problema è che bisognerà puntare sugli uomini giusti altrimenti nessuna di queste opportunità ci potrà essere concessa, e, gli uomini giusti non sono certo quelli che oggi chiudono un ventennio di degrado, avendo essi già dimostrato la propria incapacità ad amministrare! Allora bisogna che siamo noi, il popolo di Savo-

ia, tutti insieme, società civile e rappresentanti istituzionali a prendere le redini della situazione nel nome di un unico ideale che investa l’intero nostro territorio e ci renda partecipi del nostro futuro. Solo se saremo capaci di appropriarci del nostro destino potremo recitare un ruolo da protagonisti e sperare di lasciare ai nostri eredi un territorio da vivere con dignità e non da abbandonare per poter ottenere ciò che ci spetta di diritto. In assenza di tutto questo prepariamoci a celebrare i funerali della SALVIANITA’! il Gruppo del pdl Salviano

La festa del Centro storico a Castelsaraceno un’occasione di promozione e sviluppo dei piccoli centri Anche quest’anno l’annuale celebrazione della Festa del Centro Storico, tenutasi a Castelsaraceno il 13 agosto, ha mantenuto la sua dignità e modestia. La Festa si celebra da diversi anni e di solito in più giorni. Si tratta di un percorso enogastronomico per le vie del centro storico, allietato dai prodotti tipici locali e da momenti intensi di animazione. Quest’anno, però, è stato concentrato tutto in un giorno. Sono gli effetti della crisi globale, che si fanno risentire, specialmente nelle piccole realtà, come la nostra. C’è stato qualche cambiamento fra i soci del comitato della festa. Il presidente storico, Felice Iacovino, ha passato lo scettro a Cirigliano Giuseppe Giuliano. Sono momenti importanti che danno respiro e sollievo ai piccoli comuni della Basilicata. Come ha osservato il nostro Vincenzo Giuliano, nel suo ultimo libro, Il riscatto di un popo-

lo in maschera, edito da Porfidio, a Moliterno, nell’aprile del 2013: questi progetti rappresentano «la chiara consapevolezza che la cultura, la società, le istituzioni possano insieme riscoprire nelle zone di montagna di questa terra le nuove frontiere dello sviluppo regionale; che si realizzi su quelle montagne il “giardino verde” d’Italia e d’Europa lungamente sognato». Esprimiamo il nostro più sentito auspicio a che la nuova dirigenza possa continuare con profitto questa bella esperienza, voluta caparbiamente dal vecchio presidente, e portata avanti con entusiasmo da tutta la popolazione locale. Se c’è l’unione, c’è la forza per cambiare e si possono vincere tutti gli ostacoli che si presentano lungo il cammino. V.c.

Post scriptum

Qualora vogliate esprimere le vostre opinioni in piena libertà potete farlo semplicemente inviando una e-mail a: redazione@lafarfalla.net


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satRIano: un Paese ReGRedIto Fondi sprecati per opere inutili e brutte; strutture esistenti, create per lo sviluppo e il lavoro, non utilizzate; tasse elevate alla massima potenza per servizi inefficienti; disoccupazione galoppante con un Comune trasformato in una agenzia di spettacoli. Il giudizio dei cittadini nei confronti dell’amministrazione al governo di Satriano è estremamente negativo. Un paese che negli ultimi anni ha fatto solo passi indietro. Nessuna idea di sviluppo e di crescita per il territorio è stata messa in campo. Satriano vive, nel contesto regionale e nazionale, una gravissima crisi economica, sociale e demografica dalla quale si esce solamente attraverso la costruzione di un’agenda politica seria e rigorosa sulle cose da fare. Pensiamo che lo sviluppo del nostro territorio passi attraverso il rilancio delle sue peculiarità. Si tratta in sostanza, di favorire

L'Associazione Orti del Melandro di Satriano di Lucania, punta sui week-end estivi con un percorso di turismo rurale attivo. L'itinerario dar svolgersi completamente nel comune di Satriano. Di mattina si accolgono i turisti ad un ristoro preparato nelle adiacenze del sito della Torre antica, in una location dove si possono apprezzare le produzioni rinvenenti dalla pastorizia visitando le antiche masserie, per poi scendere a piedi, fino alla traversa che porta alla piccola contrada rurale di Vigna la Noce ed alla frazione di Pantanelle. Da lì in autobus per andare a visitare la prima Azienda vera e propria ( sorta dopo la costruzione dell’invaso di Pietra del Corvo alla fine degli anni 90, un bacino artificiale che permette non solo di irrigare 650 ettari terreni ma alimenta anche una delle poche centrali idroelettriche della regione; una centrale che fino a qualche anno fa impinguava il bilancio comunale di ingenti risorse n.d.r.) dove è possibile svolgere delle attività con il titolare, guidati da un Agronomo sulle tecniche colturali e le fasi biologiche delle

lo sviluppo e la crescita del paese, mobilitando le potenzialità endogene locali (circuito agricoltura, artigianato, turismo e commercio) tramite il miglioramento della competitività, la diversificazione e l’innovazione del sistema produttivo e l’aumento della qualità della vita e dell’attrattiva turistica del territorio rurale. Dobbiamo diventare imprenditori del nostro territorio recuperando, rilanciando, potenziando e valorizzando le strutture esistenti, che in questi anni l’Amministrazione Comunale ha completamente ignorato, in una sorta di autogestione delle nostre energie senza aspettare chi viene da fuori, magari solo per fare “terra

bruciata” e scempio del nostro paese.

Veduta di Satriano

Siamo preoccupati della “efficienza” interessata con cui in questi anni l’amministrazione comunale ha continuato ad utilizzare i fondi regionali destinati a “grandi eventi” che non hanno avuto ricadute economiche per la comunità ma solo etichettato l’Amministrazione Comunale “agenzia di spettacoli”. Ci dispiace che anche quest’anno, in materia di turismo e cultu-

ra (Satriano arte e spettacolo) l’Amministrazione Comunale si è limitata ad attivare le stesse attività dell’anno precedente e dell’anno precedente ancora, offrendo soltanto una proposta risicata ormai consunta e sicuramente non di richiamo e senza ricadute in termini occupazionali per la nostra comunità. Siamo inoltre dispiaciuti perché aree urbanistiche del nostro paese vengono smantellate e rese inadeguate, in tantissimi casi anche “imbruttite” anziché migliorate e rese più funzionali. Ci sarebbe altro da dire… In questi anni l’Amministrazione non ha mostrato alcuna vitalità e del programma elettorale celebrato “in pompa magna” sia per

Grazie all’Invaso di Pietra del Corvo, costruito negli anni 90

L’aGRICoLtuRa a satRIano oRIenta Lo sVILuPPo

Itinerario turistico-gastronomico

il primo che per il secondo mandato amministrativo si è messo in atto solo oneri per la comunità, deturpamento e depauperamento del territorio satrianese. Nessuna difesa ambientale ed occupazionale con tutte le istituzioni loro amiche! Nient’altro di più. Solo iniziative di facciata, qualche cartellone pubblicitario sparso qua e là per promuovere un’immagine del nostro Comune non rispondente a quella realtà che avevano ereditato. Ora, per il bene di Satriano, tutti noi dobbiamo augurarci che la nuova amministrazione superi il “virtuoso immobilismo” dell’attuale, aprendo una fase di transizione che utilizzi al meglio le tante risorse derivanti dal petrolio svolgendo nel futuro, ciò che ha svolto in un recente passato: un ruolo propositivo ed innovatore. Ridiamo il futuro ai Satrianesi. lu.da

della ricerca dei tartufi. Per poi andare in località Bosco Ralle dove verrà percorso un itinerario naturale preparato e verrà effettuata una dimostrazione di pesca sportiva con fermata, nel ritorno, presso il parco dell'Associazione Sorbo. Per pranzare si andrà al locale con cucina presso il Maneggio Comunale

piante in produzione. Da non perdere l’opportunità di manipolare le materie prime pronte alla raccolta e preparare dei pasti da consumarsi per la giornata successiva. In un'altra Azienda invece verrà riservato maggiore spazio alle varietà colturali ed alla cucina tradizionale, da consumarsi in giornata presso un tradizionale ristorante, da raggiungere attraversando la montagna di Monte Pezza Farina. Consumato il pranzo, il cuoco si intratterrà con gli ospiti per descrivere la preparazione dei piatti della cucina tipica satrianese dando la possibilità di visitare la Pineta adiacente al Santuario Madonna delle Grazie. Dopo una breve sosta nella cappella di "San Giovanni" per

apprezzare gli affreschi del Pietrafesano, al pomeriggio, si saluta la terza Azienda, la più grande per dimensione, che ha dedicato l'orientamento varietale al fagiolo borlotto e dove è possibile osservare l'asino lucano e gli allevamenti bovini. L'arrivo al paese avverrà per l'Arco di Palazzo Loreti (sede comunale a seguito della ricostruzione negli anni ottanta dopo il sisma del 1980), dove una guida accompagnerà gli ospiti alla visita dei murales, del museo archeologico, della civiltà contadina e del castello. Subito dopo, per chi è interessato all’arte culinaria può dedicarsi alla preparazione di fusili ai ferretti/ pizza ripiena/lepr chin ed altri piatti con le materie prime raccolte nei campi.

A largo Porticelle, si consumerà la cena tra balli accompagnati dall’organetto. Per i meno stanchi si consiglia una passeggiata al Piesco per vedere da vicino il Campanile Caramuel (Vescovo di Satriano e progettista del Colonnato di San Pietro) e un giro tra le pietre del vecchio borgo dove si potranno apprezzare i murales tematici che hanno fatto di Satriano negli anni 80 la Capitale dei Murales nel mezzogiorno d’Italia e visitare presso la Fonte del Mulinaro una mostra di attrezzi dell'antica civiltà contadina e dell'artigianato. Il secondo giorno, passeggiata lungo il fiume Melandro, per andare in visita al vivaio di piantine tartufigene, dove verrà approntata una dimostrazione

(costruito

negli

anni 90) dove si consumeranno i piatti a base dei preparati del giorno prima e sarà possibile fare una visita istruttiva ed interattiva delle scuderie. Al pomeriggio visita e merenda presso un agriturismo, dove il titolare ci racconterà la storia della propria azienda e disporrà un assaggio delle proprie produzioni biologiche di peperone crusco, dopo un’accurata spiegazione delle tecniche industriali adottate in azienda per la conservazione dei prodotti in atmosfera controllata, con la possibilità di cenare in agriturismo e continuare la permanenza negli alloggi dello stesso. Felice lapertosa


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Per la minoranza consiliare a san Costantino albanese Sulla vicenda del volo dell’aquila a San Costantino Albanese, il gruppo di minoranza in seno al consiglio comunale di quella comunità, ha attaccato duramente l’operato dell’Amministrazione che ha messo alla berlina l’intera comunità di San Costantino per come ha gestito l’evento. In una nota, i due consiglieri di minoranza, Giuseppe Abitante e Giuseppe Sassone, hanno chiesto all’Amministrazione Comunale di chiarire in primis alla cittadinanza perchè l’impianto è rimasto chiuso per tanto tempo. “Infatti cari cittadini, si legge in una nota, turisti ed istituzioni, dovete sapere che i lavori dello sky fly sono stati ultimati dalla ditta appaltatrice il 30.04.2013, da quella data e fino alla metà di luglio non è stato fatto assoluta-

IL VoLo deLLe PoLemIChe

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saperlo) una vera “patata bollente”. Addirittura per quasi un mese sono continuati ad arrivare turisti ignari della mancata apertura “rimandone delusi (per non dire incavolati). Non è così che si promuove il proprio territorio!!! Cari

amministratori

di

San

Costantino Albanse, concludono i consiglieri di minoranza, dopo tutto ciò, anziché scaricare la colpa sugli altri, compresa la Regione e la Cittadella del Sapere, dovreste prendere atto del vostro ennesimo fallimento e dimetterVi perché il danno arrecato al nostro paese (economico e di immagine) è irrimediabimente nulla, né bando di gara né sistemazione dell’area circostante…il punto di partenza del volo stesso (mancanza di servi-

zi igienici e punti di ristoro). Solo quando, incalzati dalle istituzioni regionali, e dall’ATP, si sono inventati un’assegnazione diret-

ta e temporanea di due mesi alla “Cittadella del Sapere”, società che si è trovata tra le mani (forse senza neanche

le!!” Al momento l’impianto è in funzione.

sulle tracce degli animali delle Riserve naturali e dei Parchi lucani Della Basilicata è senza dubbio il simbolo. Infatti la stessa etimologia di Lucania, dal greco lycos (lupo), indica che la nostra regione è terra di lupi. E non potevamo non iniziare dal lupo il nostro viaggio alla scoperta degli animali che vivono nei Parchi e nelle Riserve Naturali della Basilicata. Da sempre il re dei boschi suscita fascino e allo stesso tempo paura nell’uomo. Non a caso Luigi Boitani, naturalista e lupologo di fama mondiale, fa notare che nella nostra cultura convivono due tipi di lupo: uno immaginario ed uno reale. Il primo, è il risultato di molte storie, racconti e leggende accreditatesi nel corso dei secoli nell’immaginario collettivo; l’altro, il reale, è invece il Canis lupus Linneus, l’animale in carne ed ossa. L’uno e l’altro si sono però influenzati reciprocamente: “ il primo, l’immaginario, nasce dal secondo per poi prendere la strada autonoma”. E nonostante sia il capostipite della famiglia del cane, ‹‹il migliore amico dell’uomo››, regna un timore atavico e ingiusto per questo misterioso predatore. La letteratura scientifica smentisce la reale aggressività

IL LuPo

del lupo nei confronti degli esseri umani. Discorso diverso per quel che riguarda altri animali. Del resto il lupo è un predatore e non si può chiedere alla natura di non fare il suo corso. Un problema reale è quindi salvaguardare le greggi al pascolo, soprattutto nelle ore notturne. Per prevenire gli attacchi sono numerose le soluzioni che veterinari ed associazioni di categoria suggeriscono. Ad esempio la sorveglianza del gregge nelle ore del pascolo, le recinzioni elettrificate per il confinamento notturno degli animali, i cani da guardia, i dissuasori acustici e visivi e la gestione associata delle greggi sono alcuni strumenti per limitare i danni da predazione. Tutto questo per garantire, da un lato il rispetto della biodiversità e dall’altro, la salvaguardia di greggi e mandrie. A volte i lupi sono anche accusati ingiustamente. Infatti spesso sono i cani rinselvatichiti i veri artefici delle aggressioni ma essendo il lupo una specie protetta (per i danni perpretati da questo infatti vi è un indennizzo) fa comodo additarli come responsabili delle razie.

cosa mangia È un predatore generalista con preferenza di ungulati selvatici e cinghiali. Un esemplare adulto di lupo in buone condizioni fisiche necessita mediamente 5,5 kg/die ma il suo stomaco è in grado di contenere fino a 10 kg di carne al giorno consentendo quindi lunghi periodi di digiuno (fino a due settimane).

caratteristiche fisiche Fra, i canidi il lupo è il rappresentante delle maggiori dimensioni. Il maschio adulto pesa mediamente 45 kg e la femmina 37 kg. L’altezza al garrese si aggira intorno ai 75 cm. Il pelame è estremamente variabile nel colore, in dipendenza di sesso, età, stagione e stato di salute. La colorazione tipica della popolazione italiana (Canis lupus italicus) è grigio-fulva, con tinte tendenti al marrone-rossiccio in estate. La testa del lupo si presenta ampia con muso allungato e gli occhi si trovano in posizione frontale con la pupilla rotonda.

Etologia La struttura sociale del lupo si basa sul branco. Alla base del branco c’è una solida gerarchia: è sempre presente una coppia alfa, l’unica che si riproduce ed altri individui di gerarchia inferiore, di solito i figli fino a tre anni di età. Un’eccezione alla vita sociale è rappresentata dai “lupi solitari”: esemplari vecchi cacciati dal branco o giovani in dispersione alla ricerca di un nuovo territorio e di un partner per riprodursi. dove vivono e quanti sono Dati recenti parlano di una popolazione stimata di lupi intorno a mille distribuiti in tutta Italia: dalle Alpi agli Appenini con avvistamenti anche sul Gargano

e sull’Aspromonte In Basilicata son presenti nei territori dei Parchi e non solo. Nel Parco del Pollino la popolazione stimata è intorno ai 40-45. Miti e leggende Di credenze sul lupo ve ne sono di tutti i tipi: la più famosa (già conosciuta ai tempi di Virgilio e Platone) era sicuramente quella che togliesse la voce a chi fosse stato visto dall’animale senza averlo scorto a sua volta; si diceva poi che il lupo non sopportasse il chiarore della luna e per questo ululasse. Dal comportamento dei lupi si traevano un tempo le previsioni meteorologiche: il selvaggio ululato dei lupi e così pure il loro avvicinarsi a luoghi abitati veniva associato al tempo nevoso o comunque cattivo. Anche per i contadini anziani un lupo solitario che si avvicinava al villaggio era sinonimo di maltempo. rocco Giuliano Medico Veterinario


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I sentIeRI deI montI LuCanI un itinerario metafisico lastricato di suggestioni poetiche Agosto…tempo di vacanze, spesso privo di senso. Amo il mare, e i pensieri e le emozioni che esso fa vivere in me. Tuttavia, la montagna ha rappresentato una interessante scoperta: ha suscitato in me il senso di meraviglia che prende l’animo di chi, dopo aver compiuto un percorso monotono nella sua prevedibilità, veda comparire dinanzi ai suoi occhi, come per incanto, un sentiero non facile, diverso da quello percorso in precedenza, sentiero che si intuisce sappia condurre ad alte vette. Il percorso della bioetica dell’ambiente, infatti, rimane spesso rinchiuso in spazi angusti impregnati di pragmatismo filosofico, ovvero si mostra come un territorio i cui sentieri sono già tracciati sulle mappe disponibili per tranquilli escursionisti. Ci si può innamorare della montagna perché, se l’imprevedibilità suscita stupore, l’impervietà rappresenta un appello, una vera e propria sfida rivolta a chi intraprende il cammino. È questa l’opportunità che la nostra terra lucana ci offre: interpretare la montagna in modo analogico, leggendola in una prospettiva mistica, o almeno così mi piace definirla. L’attribuzione di un valore simbolico e trasfigurante alla natu-

Foto a cura di Lucia Logiodice

ra sposta evidentemente il rapporto uomo-ambiente ad un livello molto più elevato: la natura non è più l’altro da sé da rispettare come condizione per la sopravivenza, ma l’altro che io interrogo per definire l’itinerario del mio cammino; la natura non è più solo l’oggetto del mio agire morale, ma diventa addirittura interlocutrice, via di accesso ad esperienze morali e metafisiche. Perché all’interno del mondonatura scegliere come interlocutrice la montagna? Perché la montagna può fornire sollecitazioni a chi intenda intraprendere una strada capace di aprirsi ad una dimensione verticale, nella quale il punto di arrivo, la cime (il limite), possa stagliarsi nell’infinito (l’illimitato) del cielo. Le risposte alle nostre inquietudini esistenziali prendono la forma di sollecitazioni morali, riflessioni sulla teologia della natura fino ad assumere la forma di un vero e proprio misticismo. Le sollecitazioni morali sono presenti sin dall’inizio: chi si avvicina alla montagna lo fa con i propri mezzi e con atteggiamento umile. L’umiltà del montanaro non si traduce in immobilismo, è un’umiltà che spinge all’azione, un’azione promossa dalla cono-

scenza di sé nella consapevolezza dei propri limiti, consapevolezza che suscita pazienza ed operosità: chi percorre un sentiero difficile non ha un passo frettoloso, sa che un’andatura cadenzata è indispensabile per raggiungere la meta, ma sa anche che soste troppo prolungate allontanano i tempi del traguardo, e l’attenzione al tempo cronologico e atmosferico sono molto importanti per chi cammina la montagna. L’analogia fra il cammino del montanaro e il nostro cammino nella vita si snoda in diversi percorsi, i sentieri più o meno impervi della nostra esistenza: il sentiero del pensare, il sentiero della nudità, il sentiero dell’amore fino ad arrivare all’esperienza mistica, in cima alla vetta. Camminando per un viottolo di montagna, mi torna in mente il sentiero analogico del camminare-pensare così descritto da Tomatis: <<Camminare è fare esperienza, rasentando sempre il pericolo, l’imprevisto, l’invisibile sapendolo provare passo a passo come costantemente accanto a noi. Pensare è accogliere nella propria finita persona l’infinito, l’imprevedibile ed inatteso darsi in noi dell’assoluto, scevro da assoluzioni. Ma allora camminare è pensare e pensare è porsi in cammino…>>. E le parole di Tomatis evocano nella mia mente il “pensare senza ringhiera” di Hannah Arendt: coloro i quali sono fermamente convinti dei cosiddetti vecchi

valori sono i primi a cambiarli per un nuovo ordine di valori…e questo dispiace perché nel momento in cui si dà a qualcuno nuovi valori - o questa famosa “ringhiera” questi può immediatamente cambiarli. E la gente si abitua ad avere una “ringhiera” di principi e nient’altro. Pensare senza ringhiera è un altro modo di dire la qualità essenziale del nostro pensiero: il suo non essere mai concluso, il suo saper osare nella tensione verso l’aperto-infinito. Abitare il limite è già porsi in cammino verso l’illimitato. Pensare senza ringhiera vuol dire usare parole ricche e vive, spesso allusive, parole quotidiane, anche quando si parla della montagna. Camminando ho appoggiato a terra le mani, e ho pensato allora al sentiero analogico della nudità: esperienza del limite, del vuoto, della mancanza, dell’indigenza, della povertà e dell’umiltà, risultato ultimo di un operare rivolto al verticale. Perché se le sue caratteristiche di essenzialità, estremità e semplicità, scarsa antropizzazione e trasformazione culturale, l’ambiente montano racchiude in sé ogni aspettative dell’uomo; proprio negli elementi costitutivi essenziali spogli di orpelli, fino alla pura vita. La nudità è uno stato antropologico fondamentale, perché rende possibile l’apertura alla trascendenza: è rinuncia ad ogni egoismo, è pura potenzialità. La nudità rende il pensiero simile a un uomo su una montagna, che fissando lontano scorge al tempo stesso sotto di sé, pur senza guardarle, foreste e

pianure. Un pensiero vuoto, che non cerca nulla, ma è pronto a ricevere nella sua nudità l’oggetto che sta per penetrarvi. Per dirla con Simone Weil, la montagna è l’altezza del pensiero nudo, è la conversione dell’anima all’attenzione di ogni forma di vita. Ma ogni forma di vita ha bisogno d’amore. E l’amore ascolta ogni voce, ascolta anche il silenzio; attende un sibilo che è già suono. Così si raggiunge la vetta, solo grazie ad un modificato rapporto uomo-natura : finchè l’uomo non si riconcilierà col creato invece di vagarvi presuntuosamente errante, non potrà ambire alla restaurazione finale di ogni essere in Dio e di Dio in tutto. Alla fine del mio itinerario mi sono resa conto di aver percorso, su per la montagna, un sentiero metafisico lastricato di suggestioni poetiche, che mi hanno condotta ad intuire dal visibile l’invisibile e dal contingente l’eterno. Mi rendo conto che amare e soprattutto valorizzare e incentivare lo sviluppo di zone tanto impervie ed isolate può considerarsi impresa titanica. Eppure per la Lucania vale la pena fare un tentativo, anche da parte dei visitatori. È vero, al loro sguardo si profila un paesaggio senza tempo. Sono immagini che inducono a ironia o tristezza, provocano sentimenti di umana simpatia o forse persino di gioia….sono soprattutto documenti che sollecitano riflessioni sulle mete raggiunte, le speranze deluse, e sulle attese delle giovani generazioni lucane. nina chiari


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Il Parco dell'appennino Lucano entra nella Carta europea del turismo sostenibile (Cets) La cerimonia di consegna a Bruxelles il 6 novembre Il Parco dell'Appennino Lucano entra nella Carta Europea del Turismo Sostenibile. Il prossimo 6 novembre, presso la sede del Parlamento Europeo, a Bruxelles avrà luogo la cerimonia di conferimento del riconoscimento. Tra i Parchi certificati nel 2013 dall’Europa figurano 7 Parchi Italiani, di cui 2 Nazionali: il Parco nazionale Val Grande e quello dell'Appennnino Lucano. Questa importante legittimazione arriva a termine di un iter che ha visto impegnati non solo gli uffici del Parco preposti alla promozione e al turismo, ma anche il territorio stesso dell'area protetta, grazie al coinvolgimento di comuni, associazioni, operatori del settore e stakeholder. "Il raggiungimento di questo obiettivo è motivo di soddisfa-

Caro professore, l'ultima volta che le ho scritto, le ho raccontato delle tante camminate e uscite che facevo. Nel frattempo però sono cambiate tante cose. Innanzitutto uscire sì, ma solo il giovedì e il sabato. Secondo non bere perchè non ho voglia di ritrovarmi alcolizzata a 50 anni e anche perchè non mi serve bere per essere completamente pazza (lo possono confermare anche gli spagnoli ). Per questi motivi ho abbandonato gli amici italiani per quelli spagnoli che sono molto più responsabili e soprattutto non ripetono all'infinito: sei in Erasmus, devi bere, tornare a casa la mattina dopo e... altro che non oso dire! Io pensavo e continuo a pensare l'Erasmus come un viaggio per imparare, come quelli che facevano i grandi autori del passato da cui poi uscivano opere stupende. Non sarò Dante, Leopardi o Eco, ma ho le "palle" per dire ai cari signori nullafacenti che stanno qui: - Lo so di non essere perfetta, lo so che a volte faccio meglio a star zitta, lo so che per me è facile perdermi in un bicchiere d'acqua. Nessuno pretende che si nasce 'imparati', nessuno puó pretendere di essere saggio. Eppure si puó essere svegli,

zione non solo per il Parco ma per tutto il territorio che, insieme, ha lavorato con impegno e dedizione al raggiungimento di una certificazione che è punto di partenza e di svolta per il turismo dell'area, e che offre a tutti la possibilità di elevare lo standard qualitativo dell'offerta turistica ai livelli europei". È quanto ha dichiarato il presidente del Parco Appennino Lucano Domenico Totaro, che ha poi aggiunto "un ringraziamento a tutti coloro che hanno creduto in questo obiettivo e che hanno collaborato a raggiungerlo. Ora - ha concluso Totaro - ci aspetta l'impegno quotidiano che implica l'importante riconoDomenico Totaro, Presidente del Parco Appennino Lucano

semplici riflessioni di una studentessa lucana sulle dinamiche dell'erasmus: “si incontrano tante, tante difficoltà, come è giusto che sia, ma si conosce anche una forza interiore e una voglia di imparare che forse si erano un po' perse”.

Il valore dello studio in un'esperienza all'estero: eRasmus, un viaggio che ti fa volare!

attivi, vivi se semplicemente lo si vuole. Io scrivo per necessità, io scrivo per amore, io scrivo per sentirmi viva. Ci sono cose k non possono essere considerate solo un lavoro,uno stupido passatempo remunerato. Ci sono cose molto più importanti che passare il tempo a scarabocchiare su un pezzo di carta. Sono stata fortunata a ricevere questo dono, ma mi sento anche tanto vuota quando non lo posso usare. Tutti sanno riconoscere il buono, pochi lo apprezzano. Forse perchè si crede tutto facile, forse perchè non si crede affatto. Non siamo burattini, questo è certo! Eppure c'è qualcuno che vuole farci diventare cm tali: la società. I grandi sono andati contro a questa spazzatura umana pagando a volte con la prigione, altre

assassinati da ignoti predicatori dei benpensanti. Ma, fidati, che la pena peggiore che gli si poteva infliggere non era quella corporale o la morte, il silenzio, quello sì che era peggiore perché avrebbe portato a una morte ben + grave: quella del cuore. E invece che combattere la società e far sentire le nostre grida, ci rinchiudiamo in spazi bianchi e maleodoranti a bere alcool e fumare erbe ignote. Un sano di mente riderebbe di noi. Dio riderebbe di noi! Diventiamo oggetti di una società malata e meschina solo perchè non abbiamo il coraggio di proporre i nostri dubbi e i nostri perchè. Si sa, le domande sono scomode, ma è più scomodo vedersi a 50

anni con un aspetto che ne dimostra 90 e con la pelle gialla. Ció che studiamo dovrebbe darci amore e sostegno per qualcosa che si chiama VALORE e non una scusa x diventare vecchi e insensati. Pensaci!- (scritta da me per un'erasmus italiano abbastanza intelligente-anche se non troppo!-). Più passo il tempo qui e più divento saggia! Più che altro penso a crescere! La settimana scorsa sono andata a vedere un'opera teatrale di Shakespeare, una commedia e mi ha illuminata. So cosa fare dopo la laurea e so cosa fare per la tesi della laurea: TEATRO! È il mio mondo! Al che qualcuno mi ha chiesto se volessi fare l'attrice e io ho risposto che voglio scrivere, se mi capiterà anche di recitare va bene. E ha continuato:È la Spagna che ti ha ispirato?

scimento della certificazione CETS".

Io le ho risposto: -Diciamo che ce l'ho da quando sono nata.. ma a volte bisogna avere coraggio nello scegliere.. ossia k è facile scegliere una professione cm il medico o l'avvocato dove non devi creare niente.. un'altra è scegliere di vivere delle tue stesse idee.. e se non te ne vengono? O se ti vengono male? .. Bene. In Spagna tutti (almeno quelli k ho conosciuto io) ragionano nei termini di sicurezza.. e dicono che io sono pazza perchè adoro sorprendere scherzare giocare tutto il tempo.. ma sono io e se scegliessi la sicurezza a me .. bè.. un giorno ne morirei.. non pretendo di diventare cm Shakespeare o Goldoni, ma nella vita bisogna puntare sempre in alto e credere che niente è impossibile.. sarà un'illusione, ma ora come ora ho la possibilità ancora di poterci credere perchè parlo del futuro e non ancora del passato.. poi chi vivrà, vedrà!! Questo è per me l'Erasmus! Un viaggio da ferma che spiritualmente mi fa volare! E se nessun altro lo riesce a vedere così, allora bè, non ha capito proprio niente! Un saluto affettuoso teresa


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UN'IDEA PER L'OCCUPAzIONE

LA VOCE DI GLOBO A cura di lina paterna - Foto di Lucia Logiodice

Intervista al Sindaco di Pignola, Gerardo Ferretti Per dare risposta ai tanti bisogni della gente dei nostri territori occorre incidere sulle scelte di programmazione della regione. È illusorio continuare a sperare che le tante risorse naturali, materiali ed umane che noi lucani disponiamo diano risultati senza il diretto coinvolgimento dei comuni. Ed è proprio partendo da ciò che vorremmo porre alcune domande ad un sindaco da poco eletto, Gerardo Ferretti, sindaco di Pignola. Prima di tutto grazie per essere qui e per aver accettato il nostro invito. SINDACO: grazie a voi e agli ascoltatori. Signor sindaco qual è stato il Suo primo atto amministrativo che ha dovuto mettere in essere nel momento in cui si è insediato? SINDACO: Ancora non ho trascorso nemmeno cento giorni. Ne ho fatto qualcuno: qualcuno simbolico sicuramente. Il primo primo in assoluto: ho eliminato un cancelletto che impediva ai cittadini di arrivare direttamente alla stanza del sindaco; per cui il sindaco riceve sempre e comunque e non c'è nessun ostacolo nè nessun filtro. Il secondo, è quello di consentire ai bambini di giocare nella piazza principale del paese. Poi, il terzo ho voluto dare maggior

Ogni Sabato e Domenica, alle ore 12.30 e 15.30 a Radio Globo Originale, COMUNICARE PER CAMBIARE, a cura del Direttore Editoriale, Vincenzo Giuliano. Una rubrica di approfondimento con gli amministratori locali per indirizzare la programmazione e la politica comunale e regionale sui problemi reali della gente e dei territori. decoro e quindi ho evitato che la gente potesse correre a dorso nudo attorno al lago di Pantano. Quale specificità del Suo territorio meriterebbe maggiore attenzione da parte della regione? SINDACO: Pignola è alle porte di Potenza. Il discorso di Pignola si incastra sicuramente con la città di Potenza. Io ho suddiviso il mio territorio in tre magneti: c'è il magnete del lago e dell'area di Pantano che è un'area di svago, di sport e di tempo libero. C'è il magnete di Rifreddo che è stata dimenticata che è un'area ambientale straordinaria, e poi c'è il magnete del centro abitato che è un polmone culturale notevole. Tutte queste tre aree hanno sicuramente un loro canale e un loro intervento che la regione

grammazione vitale, quella cruciale. Adesso bisogna guardare necessariamente all'Europa. Io non credo ci voglia grande sforzo. Ma se ci sintonizziamo bene su quelle che sono le opportunità europee noi daremo a questa regione uno sviluppo. Sono conIl sindaco di Pignola, Gerardo Ferretti vinto che questa regione è farebbe bene a prendere in con- capace di essere attraente se punta su una conoscenza magsiderazione. giore del proprio territorio. PosSe Lei fosse legislatore regionale come affronterebbe il proble- siamo agire sulla leva dei servima del lavoro e dell'occupazio- zi; possiamo agire su quella delle opportunità turistiche, ma ne? possiamo anche agire sulla leva SINDACO: Per fortuna in questo momento non sono consigliere dell'agricoltura. Guardi, l'agricolregionale. Guardi, la program- tura è troppo dimenticata: si mazione 2014-2020 è la pro- investe da troppo poco tempo,

eppure vedo che in zone più evolute è una leva formidabile per fare nuova occupazione. Abbiamo notato che Lei è molto sensibile ai problemi del decoro ambientale, a cominciare dall'abbigliamento. Quale provvedimento ha in essere per debellare quella visione indecente che i potentini sono costretti ad assistere per raggiungere il Pantano? SINDACO: ah guardi l'ho sottoposto ovviamente agli organi di vigilanza. Quella questione che attiene ad una strada, dove spesso ci sono prostitute, è una questione che deve essere attenzionata dalla vigilanza, come dire, ne ho fatta notizia agli organi di controllo e di vigilanza. Lì, effettivamente, c'è un fenomeno che va debellato, quella è un'area dove arrivano famiglie, dove arrivano bambini: trovarsi di fronte a quello spettacolo è davvero indecente. Non posso risolverlo direttamente, e di questo mi dispiace, è fuori dal mio territorio, altrimenti avrei adottato un provvedimento, forse anche simbolico, ma sicuramente efficace. Guardi, in questo momento c'è bisogno di chiamare tutti a responsabilità: dal singolo cittadino a chi deve controllare l'ordine e la sicurezza pubblica, ai comuni, a tutti quelli che possono decidere. Non ho da adottare provvedimenti, ma mi aspetto che qualcuno lo faccia il più velocemente possibile perchè, io da sindaco di quel comune, l'ho sollecitato più volte. lina paterna

anno scolastico nuovo, Problemi Vecchi sostegno ai disabili una carenza da colmare Per il nuovo anno scolastico 2013-2014 sono stati assunti, a tempo indeterminato, 672 dirigenti scolastici (inclusi i trattenimenti in servizio) e 11 mila docenti precari suddivisi secondo queste categorie: 1.274 posti ai docenti di scuola dell’infanzia, 2.161 agli insegnanti della primaria, 2.919 cattedre per i professori della scuola media e 3.136 cattedre per gli insegnanti delle superiori. Altri 1.648 posti spetteranno agli insegnanti di sostegno e 68 agli

educatori dei convitti nazionali e

In diverse scuole lucane vi sono

sociali e patologici, certificato da

finanziamento di progetti e atti-

degli educandati.

ragazzi con difficoltà “parcheg-

apposita commissione, ha dirit-

vità per l'integrazione, iniziative

Le ultime 62 cattedre andranno

giati” nelle aule o peggio ancora

to all’affiancamento di un inse-

di formazione del personale

a insegnanti di scuole comunali

nei corridoi o tenuti a bada dai

gnante di sostegno.

docente di sostegno e curricula-

e provinciali passate allo Stato.

bidelli con famiglie disperate

Ab origine il rapporto alunno-

re nonché del personale ammi-

Purtroppo queste nuove assun-

che continuano a rivolgersi

docente era 1/1 per un totale di

nistrativo, tecnico e ausiliare”.

zioni non daranno risoluzioni a

senza successo alle istituzioni e

18 ore settimanali, modificato

Ultimo, l’attivazione di corsi per

tutte quelle problematiche deri-

a fare anticamera anche presso

poi da 1/2 e per solo 9 ore setti-

acquisizione del titolo di soste-

vanti dai tagli alle scuole soprat-

i Comuni per la loro risoluzione.

manali.

gno riservato ai docenti abilitati.

tutto per il sostegno ai disabili, al

La Legge 104 e successive

Per venire incontro a queste

fine di garantire il diritto allo stu-

(L. 232 del ’98, etc.) prescrive

situazioni i MIUR hanno messo

La Basilicata ha sprecato

dio, pari opportunità, cittadinan-

che chiunque abbia ritardi nel-

“in atto varie misure di accom-

anche questa opportunità.

za e assistenza soprattutto ai

l’apprendimento, derivanti da

pagnamento per favorire l'inte-

più deboli.

problemi psicomotori, cerebrali,

grazione: docenti di sostegno,

G.V.


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Parte, da questo numero, una nuova rubrica:

La Caduta dI PomPeI

noI e L’euRoPa

Mentre tra studiosi, esperti e politici, a livello europeo, si parla e discute di un’“Europa delle Regioni”, come nuova forma di organizzazione politico-amministrativa europea, nelle nostre regioni si parla ancora poco di

Anche in Basilicata la percezione dell’Europa della maggior parte dei cittadini è di una realtà distante dalla nostra, che ha natura e vita propria e che fa incursione nella nostra dimensione solo per imporre degli

Europa, almeno al di fuori dei vari tecnicismi. Non che la situazione sia diversa a livello nazionale, ma nel contesto regionale tale disattenzione risulta e stride in maniera più evidente dal momento che l’UE negli ultimi anni si è impegnata a coinvolgere le regioni all’interno del suo processo decisionale, oltre che ad incrementare la mole di interventi economico-finanziari, e non solo, ad esse destinati.

obblighi. La responsabilità ovviamente non risiede nell’avversione personale di ciascuno nei confronti di un’organizzazione che per lo più disconosce ma può essere ripartita tra coloro che hanno il dovere di informare, i decisori politici e in parte anche alle scuole e ai vari luoghi di formazione. Tutto ciò diventa più preoccupante nella misura in cui le decisioni prese a Bruxelles riguardano sempre

più da vicino le nostre vite, ogni giorno, dall’economia, all’agricoltura, la formazione, la sanità, l’ambiente, la cultura, ecc. In virtù di ciò rappresenta una priorità per i cittadini saperne di più ed essere adeguatamente informati sulle politiche e l’attività dell’UE al fine sia di comprendere l’origine e la motivazione di scelte di cui sono i diretti destinatari sia di poter usufruire delle importanti opportunità che l’Unione Europea mette loro a disposizione. Con questo articolo vogliamo quindi inaugurare una rubrica che si prefigge proprio lo scopo di parlare ai nostri corregionali di Europa ma soprattutto di quanta Europa ci sia in Basilicata e quanta Basilicata ci sia in Europa. Far conoscere come iniziative e progetti europei vengono tradotti in investimenti per il nostro territorio, quante e quali sono le opportunità per i giovani, i lavoratori, ecc; e allo stesso tempo far conoscere quella parte di Basilicata che, con successo, siamo riusciti ad esportare al di fuori dei nostri confini regionali. Silvia Sassano

L’InPs È su twItteR L’Inps è online anche su Twitter, con un profilo ufficiale che estende e consolida la presenza dell’Istituto sui social media. Il profilo Twitter dell’Inps (@Inps_it) si aggiunge ai canali di comunicazione istituzionali già attivi, con l’obiettivo di favorire la diffusione delle informazioni, raggiungere un pubblico che predilige nuove piattaforme di distribuzione, di informazioni e comunicazioni, incrementando l’ascolto e l’interazione con i propri utenti. Attualmente, l’Inps è già attivo su Facebook con quattro pagine tematiche (Riscattare la Laurea, Utilizzare i Buoni Lavoro, Gestire il Lavoro Domestico e Pensioni: Sistema Contributivo), seguite da più di 15mila fan e su YouTube con un proprio canale ufficiale, che ha raggiunto circa 30mila visualizzazioni. Un’esperienza positiva consolidata anche da un importante riconoscimento ricevuto. Nel 2012, infatti, le pagine tematiche Facebook dell’Istituto hanno vinto il Premio e-Gov per la sezione “Un governo più aperto”, nell’ambito della VIII edizione del premio omonimo. d. V.

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entre Pompei cade a pezzi, leggo allibito sul Corriere della Sera alcuni dati che rivelano quanto davvero teniamo al patrimonio artistico che tutto il mondo ci invidia: «Dal 2001 ad oggi, mentre gli altri Paesi si muovevano in direzione opposta, gli investimenti sulla cultura sono calati dal 39% al 19% del nostro Pil. E i risultati si vedono. Anche nelle carenze del personale di chi dovrebbe occuparsi dei nostri tesori… In tutta l’Italia gli archeologi in organico sono 343 per oltre 700 siti archeologici e monumenti dello Stato, spesso di dimensioni imponenti, e magari in località decentrate. Più altri 1.300 siti su cui vigilare. Non va meglio con gli storici dell’arte scesi a 453 per altrettanti musei dello Stato, più altri tremila circa su cui vigilare, centomila fra chiese e cappelle (nel Sud veri e propri musei), 734 musei ecclesiastici, ecc… Un panorama agghiacciante, per un Paese che si vanta di avere più siti Unesco di qualunque altro». Forse mancano giovani qualificati? Macché. Sono andato a spulciare altre statistiche: ogni anno in Italia si laureano in “Beni Culturali” tra i 2.800 ed i 3.200 giovani. Soltanto 16 su 100 troveranno in un futuro prossimo un lavoro nel loro specifico settore. Chissà quanti finiranno in quel 38,5 % di ragazzi disoccupati che è un altro triste primato nazionale. Quando le parole non bastano più per denunciare la negligenza politica sono i numeri a smascherare una miopia inaccettabile. E allora è ancora più beffardo il paragone internazionale. Oggi i beni culturali producono in Italia un giro di affari che vale 40 miliardi di euro (pari al 2.6% del Pil). In Inghilterra con un patrimonio storico e artistico di gran lunga inferiore al nostro, ne tirano su 73 di miliardi di euro (il 3.8 % del PIL). Il “Louvre” in Francia rende più di tutti musei italiani. Eppure è quasi commovente il dato Istat che sottolinea la passione dei giovani italiani per la “conservazione dei beni culturali”. Malgrado abbiano più difficoltà degli altri a trovare lavoro dopo la laurea e sebbene l’occupazione in questo campo sia caratterizzata da una elevata incidenza del lavoro atipico (part-time e stagionale) con retribuzioni in media più basse di un laureato generico, sembrano non arrendersi. Tanto che la percentuale di coloro che si ritirano dal mercato del lavoro in questo settore è dell’11,1% contro il 13,4% del totale dei laureati. Un grido silenzioso e inascoltato. Per rabbia e per orgoglio. Mentre Pompei continua a crollare. principe piccolo www.principepiccolo.it


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Sport

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allestito dal napoli Club di Rionero a Barile

un museo itinerante su maradona

oggetti e cimeli appartenenti al famoso campione argentino to ai bambini dell’Ospedale Pausilipon di Napoli e, qui nell’area del Vulture, una parte del ricavato andrà all’associazione Casa Famiglia “Don Giovanni Basilisco” di Rionero.“Siamo onorati di poter ospitare il Museo - ha continuato nel suo messaggio di saluto il presidente Di Roberto anche perché c’è sempre di più la volontà da parte del sindaco di Napoli di requisire il materiale

Un momento della mostra a Barile

Rionero in Vulture - “Uniti si vince dentro e fuori il campo”. Con questa frase il Napoli Club di Rionero in Vulture ha presentato l’iniziativa di solidarietà (il ricavato è stato donato ai bambini dell’Ospedale Pausilipon di Napoli e all’associazione Casa Famiglia “Don Giovanni Basilisco” di Rionero) messa a punto presso l’Area Sport di Barile. Due giorni, durante i quali, il museo viaggiante di Maradona ha fatto tappa in esclusiva regionale in quel di Barile. Un museo vero e proprio con oggetti e chicche appartenenti al famoso campione argentino amato ancora oggi dai tifosi bianco azzurri che, nell’area del Vulture, ha una schiera nutrita di fans. “Un’occasione unica - ha evidenziato il Presidente del Napoli Club di Rionero in Vultu-

re, Angelo Di Roberto - per poter ammirare cimeli storici del più grande calciatore di tutti i tempi”. In mostra, tra l’altro, il contratto che sancì il passaggio di Diego dal Barcellona al Napoli, i guanti dello sfortunato rigore di Mosca, il pallone del trionfo a Torino, le maglie e le tute che hanno accompagnato tutta la carriera calcistica del “pipe de oro”. Un museo vero e proprio nato su iniziativa del Club Napoli “Silvio Saverio Vignati”. Saverio Vignati, custode del San Paolo, e sua moglie Lucia, aiutante di casa Maradona, hanno ricevuto e custodito gelosamente doni ed oggetti ricevuti direttamente da Diego. Oggi, Massimo, figlio di Saverio, ha ideato il Museo itinerante a scopo benefico. Il ricavato delle visite al Museo infatti, è destina-

Ripescate tre squadre in eccellenza e sei in promozione È stata una estate rovente per il calcio lucano. Molte società non si sono iscritte ai rispettivi campionati di appartenenza (Eccellenza e Promozione). La crisi economica si è fatta sentire pesantemente anche in piazze importanti che, da anni, se non decenni, hanno contribuito a dare lustro al calcio regionale. Numerosi sono stati i ripescaggi attuati nelle due massime competizioni lucane: tre in Eccellenza (Pomarico, Vitalba ed Fst Rionero) e sei in Promozione (Bella, Brienza, Foggiano Melfi, Sant’Angelo Avigliano, Salandra e Satriano). alessandro Balsamo

per fare un Museo sotto lo stadio San Paolo”. Il Napoli Club Rionero è nato nell’agosto 2011 su iniziativa del Presidente Di Roberto, napoletano di nascita ma adottato dalla città vulturina ormai da un trentennio. Intorno a lui, 85 iscritti tra cui i 9 soci fondatori: Luigi Sorrentino, direttore sportivo, Michele Varlotta, vice presidente, Michele Laus, tesoriere, Vin-

cenzo Di Roberto, segretario e Lucio Caldella, Raffaele Marciello, Gennaro Di Lucchio, Antonio Viglioglia, Donato Lapadula. Il museo itinerante Maradona, rimarrà aperto il 31 agosto dalle ore 16.00 alle 22.00 ed il 1° settembre dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle ore 22.00 presso l’Area Sport di Barile. rosanna Spiridione

Comuni insieme per un’unica bandiera: Comprensorio federiciano “Siamo in una fase in cui non solo la gestione dei servizi pubblici locali, oltre ad essere efficace ed efficiente dev’essere anche economica, ma anche le attività sportive. E questo spesso prescinde dallo stretto ambito comunale perché i costi di gestione sono così elevati che da soli difficilmente possono essere sostenuti. D’altronde la crisi in atto non ha risparmiato nemmeno lo sport, anzi lo si avverte e come”. È quanto ha dichiarato il vice presidente del Comprensorio Federiciano , ex Il vice presidente Ginestra Candida, squadra che milita del Comprensorio Federiciano nel campionato di I° categoria, Angelo Angelo Maiorino Maiorino. “Io e il presidente Donato Potenza, ha continuato Maiorino, abbiamo deciso di

creare il Comprensorio Federiciano, ovvero una squadra di calcio del territorio Vulture-Melfese, proprio per superare le difficoltà finanziarie ed organizzative che di fatto impediscono ai nostri giovani di fare sport. Aspiriamo non soltanto a partecipare al massimo campionato regionale , ma a costituire un settore giovani e giovanissimi all’avanguardia”. Il progetto messo in atto da Potenza e Maiorino è stato già condiviso dall’Amministrazione Comunale di Ripacandida guidata dal Sindaco Remollino. “Siamo convinti, ha concluso Maiorino, che l’esempio lungimirante del Sindaco Remollino sarà da lievito per tutti i comuni limitrofi a Ginestra e Ripacandida”. Giuliano Fossati

eccellenza: un campionato imprevedibile con il ritorno dei playoff e playout Domenica 8 Settembre ha preso il via il quarto campionato consecutivo che vedrà impegnata una squadra del capoluogo di regione. Quest'anno per il secondo anno di fila a tenere alto lo stendardo cittadino nel massimo campionato regionale ci sarà il Rossoblu Potenza, realtà che in estate ha cambiato anche proprietà passando da Giovanni Ferrara al dottor Grignetti. Obiettivi e ambizioni sembrano essere di vertice, bisognerà vedere se il campo, che è il giudice supremo, le confermerà. Come torneo le prime avvisaglie segnalano una situazione di equilibrio con anche Picerno e Lagonegro tra le meglio attrezzate per contendersi l'accesso alla serie D ed altre matricole pronte a mettere il bastone tra le ruote alle tre

regine nominate in precedenza. Tolve e Viggiano dovrebbero stazionare nella parte alta della classifica con i giallorossi che hanno confermato il capocannoniere uscente dello scorso campionato, Vito Arpaia, e inserito giocatori di categoria nel proprio organico quali Nicola Armento, Manolio ed il portiere Maida. Il Viggiano guidato da un Peppe De Stefano carichissimo si camdida come possibile outsider viste le capacità del proprio trainer di fare bene con squadre giovani e di prospettiva. Curiosa invece la situazione che vedrà la città di Rionero, storicamente tra le più calde e ambite della Basilicata, avere due formazioni ai nastri di partenza: il ripescato Fst Rionero e la Vultur. Da tenere sott'occhio il Pietragalla di Mimmo Potenza, allenatore

richiamato dalla proprietà biancoazzurra dopo i successi ottenuti in Prima Categoria e Promozione, che si è subito affidato all'esperienza e la classe di Malagnino e Giovanni Petilli, quest'ultimo tra i più prolifici dell'intero panorama calcistico lucano. Da non sottovalutare anche le restanti squadre della Val D'Agri, il Moliterno ed il neopromosso Villa D'Agri che tra le sue fila annovera elementi di spessore come Anselmo Grieco, talentuoso attaccante ex Oppido e Pisticci. Ritornano anche i playoff e playout che renderanno vivo fino al termine un campionato che avrà da dire sia per quanto concerne la parte alta che quella bassa della classifica con risultati difficili da pronosticare e senza dubbio inaspettati.


Sport ... SEGuE dalla priMa paGina

Volini all’età di 31 anni viene richiamato alla guida del Potenza Sport Club in Eccellenza e con un gruppo di soli giovani riesce a risalire in classifica fino al quarto posto. Ad ottobre 2011 passa alla guida del Real Tolve per sostituire il dimissionario Antonio Palazzo. Nella stagione appena conclusa ha iniziato come allenatore in seconda del Città Potenza in serie D, poi come primo allenatore a seguito delle dimissioni di mister Sergio La Cava dopo la sconfitta subita a Trani. Successivamente, il patron Pasquale Capobianco trova l’accordo con Massimo Agovino e decide di esonerare Alberigo Volini. È stato allievo di Eziolino Capuano nelle esperienze di Potenza, Messina ed Eupen. Ma lasciamo parlare il tecnico potentino che gentilmente ci ha concesso questa intervista. Mister partiamo dal suo esordio in Prima Divisione. Era il 30 agosto 2009 ed al Viviani si sfidavano per la seconda di campionato Potenza e Andria. Ricorda? “Andai in panchina per sostituire il mister. La ricordo oggi con grande emozione. Stadio pieno, insomma ricordo il mio esordio con tanta nostalgia.” La stagione successiva nuovamente al Potenza Sport Club ma in Eccellenza. Lei venne richiamato al posto di Giuseppe Bardi, autore di un solo pareggio ed ottenne un quarto posto in graduatoria... “Arrivai sulla panchina del Potenza con l’obiettivo di risalire in classifica e riuscimmo a concludere il campionato in modo dignitoso. Conoscevo bene la squadra, avendola allenata nel campionato Berretti. Fu un’annata diversa dalle altre senza percepire un centesimo. Ringrazio ancora oggi i ragazzi per l’attaccamento alla maglia.” Eziolino Capuano è stato il suo maestro nelle esperienze di Eupen, Messina e Potenza. Cosa ha imparato dal mister salernitano?

Parla alberigo Volini, il più giovane allenatore nella storia della Lega Pro

“Così Postiglione mi lanciò nel calcio che conta”

“Non finirò mai di ringraziare Capuano che ha dato a me sempre grande fiducia. Se riesco a fare qualcosa, proprio grazie ai suoi consigli. Ho avuto la possibilità di fare esperienza in Belgio e di allenare calciatori importanti come Diniz, Jefferson e Jadid. Ringrazio inoltre anche il Presidente Postiglione che in passato mi ha dato la possibilità di allenare.” Alla prima giornata la Casertana di mister Capuano ha conquistato un buon punto sul campo del Poggibonsi di Marco Tosi, altro ex tecnico del Potenza. Cosa si aspetta dall’esperienza di Mister Capuano? “Il Poggibonsi di Tosi ha allestito un’ottima squadra quindi è un punto guadagnato. Tranquillamente il mister riuscirà a conquistare la promozione nella Lega Pro unica.” Ha allenato nell’ultima stagione il Città Potenza dove ha conquistato un pareggio e una vittoria, quest’ultima al Viviani contro il Taranto in diretta Tv. Successivamente, l’ultimo posto e la retrocessione in Eccellenza. Secondo lei quali gli errori della società ad inizio stagione? “La società ha sottovaluto la categoria e tutti sapevano dei numerosi problemi. Su Potenza - Taranto invece una grande vittoria che nessuno si aspettava. Penso di aver chiuso la stagione nel miglior modo possibile, facendo in poche partite più punti di tutti.” Quest’anno sarà un torneo di Eccellenza molto combattuto. Chi riuscirà ad approdare in Serie D e chi invece lotterà per non retrocedere? “Rossoblu Potenza, Lagonegro, Picerno e Real Tolve lotteranno per il salto di categoria. Come sorpresa vedo Vitalba e Sporting Pignola mentre a rischio retrocessione Moliterno e Fst Rionero.” In chiusura cosa si aspetta dal suo futuro lavorativo? “Spero che qualcuno si ricordi del mio lavoro. Gli allenatori esperti si dividono in due categorie: competenti e non competenti. Rimango alla finestra per una possibile chiamata. Magari proprio in Serie D.” leonardo Volturno

Mister Volini durante una seduta di allenamento

19 Le arti marziali per conoscersi ed amare di più il prossimo Venerdì 20 Settembre 2013

uno sport che educa il corpo e lo spirito; inculca disciplina, affila la perseveranza, risveglia le proprie potenzialità, rafforza il rispetto verso gli altri, acquieta l'animo del violento. Confesso che è un argomento insolito, soprattutto per coloro che non hanno mai sentito parlare di Arti marziali se non in modo distorto o superficiale, complici i vari filmetti di Kung Fu e maestri,tantissimi purtroppo , poco seri e millantatori di verità inconfutabili, salvo poi vederli andare in frantumi al primo confronto serio. Perché praticare arti marziali? Nell’intraprendere una via marziale apriamo una porta che ci conduce ad un miglioramento psico-fisico, raggiungibile se-

guendo una varietà di sentieri: sentieri che si adattano alle esigenze di ognuno di noi. Ci si può avvicinare al mondo marziale per diversi motivi: semplicemente per praticare un’attività fisica sana, a livello agonistico e non; per imparare un metodo di autodifesa; per riscoprire se stessi e mettersi in gioco; per iniziare un viaggio interiore; o per tutti questi motivi messi insieme. Ognuno si avvicina in un momento specifico della propria vita a questa via, alla ricerca di

un qualcosa che progredendo nello studio e nella pratica può mutare e che può lasciar sorpresi noi stessi. Tutto quello che impariamo in palestra lo portiamo anche fuori, nella vita sociale di ogni giorno, ed è così che ci ritroviamo più sicuri di noi stessi, con una capacità di concentrazione superiore e con un elevato senso del rispetto verso il pros-

... continua a paGina 21

miss mia cara miss! eletta la miss Basilicata alla Kermesse più odiata e amata dagli italiani Si è svolta quest’anno a Lagonegro, la selezione regionale di Miss Italia Basilicata, che ha visto come vincitrice del famoso concorso Brunilde Brigante, studentessa di Lagonegro, che finirà a Jesolo nelle prossime settimane. Miss Italia è lo storico concorso di bellezza nato nel 1939, prima della seconda guerra mondiale, per geniale intuizione di un pubblicitario lombardo, Dino Villani. A partire dal 1959 è stato guidato da Enzo Mirigliani, vero patron delle miss, che ha affidato agli inizi degli anni Duemila la guida della kermesse alla figlia Patrizia. Nel 1979 il concorso approda in televisione e, successivamente, a partire dal 1988, il concorso è stato trasmesso in diretta televisiva su Rai 1 fino al 2012. Dal 2013 la tv di stato ha chiuso le porte a Miss Italia, giudicandolo un evento fuori dal tempo che svilisce l'immagine della donna in televisione. In particolare, si è detta felice dell'interruzione della sua messa in onda sulle reti Rai il Presidente della Camera Laura Boldrini, scatenando un gran polverone mediatico., Checché possa dirne la Boldrini, il concorso più importante, chiacchierato, criticato ed atteso d'Italia continua a macinare KM in tutto il paese alla ricerca della più bella, che possa rappresentare, per un attimo, per qualche ora, la finta ombra di un paese ormai alla deriva, sofferente ed inerme. Una vetrina che possa come al solito distrarre l'italiano dai problemi veri, come la mancanza del lavoro o il piatto di pasta che domani forse mancherà a tavola. Ma non importa, Che la ... continua a donna, nel 2013, sia vista Brunilde Brigante, ancora come donna paGina 23 Miss Italia Basilicata 2013 oggetto, poco importa agli


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Venerdì 20 Settembre 2013

torna l’appuntamento con la rubrica “I Parroci: testimoni della speranza”, per una riflessione più approfondita sulle realtà delle comunità parrocchiali della diocesi di Potenza, muro Lucano, marsico nuovo.

È ancora la parrocchia la fontana del villaggio? Intervista a don mimmo Lorusso, vice-parroco di avigliano

D. Don Mimmo da quando è viceparroco di Avigliano? R. Dal 2004 D. Qual è la situazione sociale e religiosa del paese? R. Tutta la zona pastorale di Avigliano ha raggiunto una situazione di relativo benessere ma la crisi si fa sentire anche qui. Sono davvero tante, e aumentano ogni giorno di più, le persone che vengono a bussare alla nostra porta per chiedere vivere e soldi per pagare le bollette. Sono in aumento i padri di famiglia che hanno perso il lavoro e non riescono a mandare avanti la famiglia. Segno appunto della gravità della crisi. Le difficoltà legate al mondo del lavoro e alla disoccupazione giovanile hanno ridisegnato il volto di questa comunità che anagraficamente è composta in prevalenza da anziani e bambini. La migrazione dei giovani verso il Nord o addirittura verso l’estero alla ricerca di un posto di lavoro è un fenomeno che è presente anche qui con l’inevitabile impoverimento di entusiasmo e di vitalità tipicamente legate all’età giovani. È un’area sufficientemente tranquilla anche se non mancano episodi di microcriminalità. Sono in aumento forme di disagio che sono anche causate da una disgregazione del tessuto relazionale all’interno della famiglia e più in generale dei luoghi tipici di aggregazione. Questa situazione ha risvolti anche nella situazione religiosa. Il risvolto relazionale è l’essenza del sentimento religioso e la sua mancanza, l’isolamento nel quale spesso si vive o ci si pone rende difficile ogni dimensione, anche quella religiosa. Certo nei centri più piccoli questa dimensione resiste ancora. D. La partecipazione alla vita parrocchiale è intensa? R. Come ho appena detto nei centri più piccoli la partecipazione alla vita ecclesiale è, tutto sommato, ancora intensa. C’è ancora la convinzione che la parrocchia è

Don Mimmo Lorusso “ la fontana del villaggio” alla quale tutti possono trovare ristoro. Certo un grande ruolo in questo senso è da ascrivere alla maggiore facilità dei rapporti che nei piccoli centri si possono instaurare tra i presbiteri e i singoli fedeli. E il rapporto personale è imprescindibile perché è il riflesso del rapporto, appunto personale, che Dio ha con i sui figli. D. Quale generazione è più interessata? R. Sicuramente quella degli adulti al di sopra dei 50 anni è la più presente. La partecipazione è intensa ma purtroppo limitata nel tempo, per i bambini e i ragazzi in età sacramentale. In occasione dei sacramenti aumenta, ma anche in questo caso senza il seguito della perseveranza, la partecipazione delle famiglie, coppie di adulti giovani. D. Quale metodo pastorale suggerisce per avvicinare i giovani che sono oggi molto indifferenti alla vita ecclesiale? R. Non ci sono e non ho ricette. Cercare di avvicinare i giovani alla vita ecclesiale non è semplice ma credo che il metodo pastorale che sempre si può e si deve sperimentare ed attuare è quello basato sull’incontro e sull’ascolto. Occorre una pastorale per i giovani che, come dice Papa Francesco, sappia andare incontro agli altri. Per troppo tempo abbiamo pensato di incontrare i giovani portandoli in Chiesa. L’esperienza mi suggerisce e mi dice di incontrarli nel loro percorso quotidiano,

nei loro luoghi di aggregazione. È necessario (ri)conquistare la loro fiducia e questo nasce dall’ascolto e dalla condivisione della loro vita. Il passaggio alla partecipazione alla vita ecclesiale è frutto di una libertà di scelta del giovane come di chiunque altro. La conseguenza è che occorre essere strumenti di questa libertà, occorre avere sempre il coraggio di proporre la libertà autentica che viene dalla Parola del Signore. Se pensiamo al Vangelo e alla chiamata a seguire il Signore non può non sorprenderci ed incoraggiarci l’atteggiamento che Gesù, il Maestro, ha avuto nei confronti di tutti: il rispetto della libertà di scegliere senza per questo smettere di amarli perché ognuno è portatore di grandi doni ed i giovani sono capaci di azioni e di sentimenti di generosità e di altruismo, di interesse e di passione per l’uomo. D. L’uso dei social network nella pastorale risulta utile? R. Sicuramente è utile per comunicare se per comunicazione intendiamo il più ristretto senso di informazione e di diffusione di eventi e di notizie e perché no anche condivisioni di pensieri. Tuttavia, comunicazione è anche e soprattutto altro. È donarsi reciprocamente la realtà della vita, delle sue esperienze, delle sue gioie, dei suoi progetti, delle sue sofferenze e delle sue fatiche. E la comunicazione, presupposto di un rapporto di amicizia e di fratellanza, non può essere virtuale

deve essere reale, quasi palpabile con mano. Quindi utile ma non sufficiente. D. Sulla scorta dell’entusiasmo popolare suscitato dall’elezione del nuovo pontefice, quanto conta il carisma personale nella pastorale? R. Il Santo Padre Francesco ha il particolarissimo dono di saper svolgere il suo ministero petrino attraverso i gesti e le parole con una tale immediatezza e spontaneità che giungono diritto al cuore dei fedeli e in modo particolare dei giovani. Quindi è, non dico fondamentale ma molto importante il carisma personale. Se posso usare un’espressione un po’ ardita mi viene da affermare che chi gode di questo carisma - non dimentichiamoci che è un dono ha la strada un po’ più in discesa nella sua azione pastorale. Tuttavia c’è sempre un rischio in agguato: quello di indurre gli altri a legarsi alla persona umana carismatica. E poi?? Cosa succede quando questa non c’è più?? Allora la strada in discesa può condurre diritto in burrone se non è “corretta” dal necessità di far trasparire sempre cosa e chi annunciamo. Non solo ma anche perché annunciamo e agiamo. D. Ritiene che la pietà popolare possa ancora essere veicolo dei forti valori cristiani per trasmetterli ai giovani? R. Qualche giorno fa abbiamo celebrato la festa della Madonna del Carmine. La devozione a Maria del Monte è molto radicata

nella zona pastorale e lo è anche fra i giovani. Tantissimi giovani ogni anno accompagnano l’icona di Maria al Monte Carmine. Quindi si, la pietà popolare avvicina al sacro di cui oggi c’è grande riscoperta anche tra i giovani. Perché diventi veicolo dei forti valori cristiani deve essere inserita in progetto pastorale integrale e più ampio e non rimanere isolata. D. C’è la possibilità che la Parrocchia torni ad essere la casa comune dove tutti si ritrovano ed in cui si riconoscono? R. Direi di si. Questa è più di una possibilità ma solo se la parrocchia saprà mettersi in ascolto dei bisogni di tutti, solo se saprà andare incontro all’uomo e dialogare con tutte le varie forme di aggregazioni presenti nella realtà in cui è chiamata ad operare. Importante è anche il dialogo con le istituzioni politiche e civili perché la parrocchia non può essere “isola” nel mondo che la circonda ma canale di amore, di accoglienza, di speranza e di carità. D. In questi tempi di crisi sociale ed economica, lei da sacerdote come vede il futuro? R . Certamente la situazione che ci prospettano i giornali e la televisione ogni giorno non è proprio delle migliori e le prospettive ad ascoltare loro, non sono poi così rosee. Poi basta guardarsi intorno per vedere quanto difficile sia la

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Uno scorcio di Avigliano


Venerdì 20 Settembre 2013

Come dimenticare l’immagine di don Salvatore che orat et laborat? Egli fu per me maestro di virtù sublimi, negli anni dello studio in Seminario ed anche oltre. Mi seguì nella mia formazione giovanile, lui che versava in molte cose, dalla poesia alla musica, - era anche organista e compositore -, dalla teologia alla psicologia, - era un valido analista. Quante volte mi aveva ospitato nella casa parrocchiale di San Rocco, a Potenza, la quale era divenuta un centro di accoglienza per i giovani bisognosi, aspiranti al sacerdozio. E quanti ne ha salvati con la sua zelante cura! Non era raro trovare don Salvatore con la zimarra sporca, che non toglieva mai, tutta incalcinata, o con picozza e badile, calderella e cazzuola a lavorare in Chiesa o nei locali annessi alla casa parrocchiale di San Rocco a Potenza. Aveva difeso il campetto di calcio dagli attacchi di insensibili amministratori, che nell’area avevano già intravisto affari. Voler racchiudere in una piccola urna di testimonianza tutto quello che è stato don Salvatore Vigilante è a dir poco impossibile. Il prete artigiano era nato a Pignola il 15 dicembre del 1919. La sua famiglia era povera e numerosa. Le sue sorelle lo hanno assistito fino alla morte, nel marzo del 2010. Fu ordinato sacerdote nel 1944 e dopo nominato parroco di San Rocco dal grande mons. Augusto Bertazzoni, che aveva conosciuto San Giovanni Bosco, di cui fu diretto discepolo. Si racconta a proposito che il Santo gli avesse predetto il futuro, quando ancora era ragazzo, e battendogli le mani sul capo avesse esclamato: «Che bella testa da mitria!».

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simo (elemento che sta alla base di ogni lezione). Si tratta di un’attività che non ha età. Per i bambini, fin da piccoli per imparare la coordinazione psicofisica, per acquisire dei valori di rispetto verso il prossimo, per ricordare e consolidare la sicurezza nel contatto fisico tra le persone, in una società che tendenzialmente va verso l’allontanamento e la virtualizzazione dei rapporti umani. Per ragazzi ed adolescenti, per dare una giusta e stimolante alternativa al far niente, per accendere un forte e sano spirito competitivo, per imparare a focalizzare un obiettivo e portarlo avanti, per sfogare in maniera positiva le proprie energie. Per adulti, per praticare un’attività sana e che al contempo insegna qualcosa di efficace, per acquisire consapevolezza di se stessi, per apprendere che possiamo superare i nostri limiti mentali, e perché no, per inserirsi in un gruppo di persone, magari un po’ fuori dalle righe, ma con sani e solidi principi. Per chi di anni ne ha già macinati, per scoprire che non è mai tardi iniziare con un’attività nuova, per

don saLVatoRe VIGILante Prete psicologo e poeta, amico e maestro di virtù sublimi E così avvenne! E venne a Potenza, della cui diocesi fu elevato vescovo da Pio XI nel 1930, evi stette fino al 1966. Don Salvatore raccontava che aveva richiesto all’augusto vescovo di voler andare in missione, ma che egli rifiutasse. Allora decise di fare il missionario a Potenza. Era solito difatti dire: «se don Salvatore non va in missione, sarà la missione ad andare da don Salvatore!». Rimase parroco di San Rocco dall’agosto del 1950, dopo la prematura morte di don Antonio Satriano, per un cinquantennio. Negli anni difficili del dopoguerra costruì chiese nelle vicine contrade del potentino e dell’aviglianese e seguì numerose comunità parrocchiali nelle impervie e disperse campagne in cui si recava con una Lambretta. Gli anziani ancora lo ricordano. Negli anni della contestazione giovanile il prete operaio si pose sempre a difesa degli operai e fu un prete contestatore dei poteri forti, anche all’interno del clero lucano, che - non dimentichiamo -, aveva martirizzato il vescovo Giovanni Andrea Serrao nel 700.A tal proposito raccontava un curioso aneddoto. Una volta che c’era un’assemblea del clero lucano, don Salvatore, visto che si tardava ad iniziare, chiese al vescovo come mai. Ed il mantovano mons. Bertazzoni, rispose «aspettiamo Emilio!». Aspettavano infatti Emilio Colombo. Al che don Salvatore sdegnato se ne andò. Seguì molto i giovani di Azione Cattolica. Era molto sincero

e scontroso, per cui avverso agli ambienti farisaici, all’ipocrisia tipica delle sagrestie locali. Dal pulpito palpitante di San Rocco era una “voce di uno che grida nel deserto!”. Ripeteva spesso il proverbio in dialetto potentino: «chi dice la verità vuole essere ucciso!». E il suo attacco si scagliava imperterrito contro lo scadimento morale, religioso e civile della politica, della società e della chiesa. Aiutava molto e famiglie e gli anziani. Era per i giovani una guida. Molti che avevano bisogno si recavano a lui ed egli, fine psicologo, li seguiva con quella psicologia Christi, che non può fare a meno della spiritualità. Aveva tentato di creare un ordine religioso di suore laiche, impegnate nel sociale, le pie figlie di San Paolo. E di Paolo don Salvatore fu sempre un ammiratore e seguace. Di queste, che tutte furono disperse, gli rimase accanto fino alla morte la sua figlia spirituale prediletta, Possidente Donata. Ancora ne conserviamo con affetto il regolamento da lui redatto. Fu il primo a Potenza a creare dal nulla un centro di accoglienza per gliextracomunitari, in tempi in cui ancora non si avvertiva proprio il problema dell’integrazione sociale. Attento al dialogo interreligioso, aperto e fine intenditore di musica e soprattutto di poesie. Don Salvatore ci ha lasciato un patrimonio di quaderni di poesia pubblicati da Paolo Laurita. Vi tratta di tutto, dalla psicologia alla teologia, dalla filosofia all’antropo-

Le arti marziali per conoscersi ed amare di più il prossimo imparare che la forza non è solo quella fisica ma c’è ne dentro di noi sotto forma di energia, ed infine per praticare un’attività che ci tiene mentalmente attivi. Tuttavia tutte le arti marziali lasciano sempre un sedimento comune in coloro che li frequentano. Più o meno tutti i praticanti

il rispetto, pacifica l'animo del violento, dà profondità al moderato. Sono talmente tanti i vantaggi inerenti alla loro pratica e al loro apprendimento, che le arti disciplinari sono riuscite a sopravvivere anche in tempi in cui il loro utilizzo quotidiano è irrilevante o straordinario. A meno che tu non

del marziale affrontano un processo educativo e di trasformazione interiore. Il marziale educa il corpo, è vero, ma ancor più lo spirito. Apporta disciplina, affila la perseveranza, risveglia la possibilità di superamento, invita all'appartenenza a un gruppo, rafforza

sia un agente di polizia, pochi hanno l'occasione reale di utilizzare conoscenze tanto arduamente acquisite Ma permettetemi ora di condividere la mia personale posizione in tutto questo: il marziale è ed è stato per me semplicemente l'an-

logia. Quei quaderni sono lo specchio di un’anima intelligente e schietta, che nei versi sa benissimo rendere conto di tutte le cose con disinvoltura e finezza. E il suo esempio avevano seguito suor Giulia Capitani, don Biagio Mitidieri e don Vitantonio Telesca, che poi è stato per molti anni rettore del Seminario di Potenza, e tanti altri, così come aveva visto la consacrazione di don Vito Forlenza al sacerdozio. Gli ultimi tempi della sua vita visse allettato in un pietoso calvario. Per tre anni sopportò atroci sof-

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ferenze, non parlava mai e fissava sempre il crocifisso. Quando prima di morire lo andai a trovare a Potenza, lacrimava tra un flebile sorriso. Fu una visione indimenticabile. Morì appena dopo il restauro della sua amata San Rocco, alla quale egli stesso aveva dedicato giorni e giorni di intenso lavoro. Per me è stato un padre e un maestro, ma soprattutto un vero amico ed una guida. Don Salvatore, come don Vincenzo Forino, don Angelo Doino, don Ciccio Masi, grandi letterati ed intellettuali della chiesa lucana, hanno formato intere generazioni di giovani e sono stati come delle stelle nel cielo buio. Vincenzo capodiferro

È ancora la parrocchia la fontana del villaggio?

situazione e quanta poca fiducia in futuro migliore. Da sacerdote, da cristiano non posso che guardare al futuro con speranza. Questo non vuol dire attesa inerme che qualcosa cambi. No significa guardare avanti con coraggio e con fiducia mettendo in campo tutte le energie migliori per dare prospettive nuove di crescita economica e sociale. Importante e determinante è il ruolo dei cattolici in politica. Importante e determinante perché occorre riscoprire chi è “oggetto” dell’impegno per il bene comune. Non può essere solo la finanza o i forti interessi finanziari. “oggetto” dell’impegno è un soggetto: l’uomo. bisogna

rimettere al centro della azione politica e dell’attività economica l’uomo. Ed in questo i cattolici devono impegnarsi. Dobbiamo impegnarci tutti ad essere profeti di speranza, costruttori di speranza. Come il profeta Elia che annuncia la fine della siccità “Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare” ( 1Re 18,44) . È urgente e necessario questa mobilitazione di fiducia e di speranza. È urgente ritornare a pendersi cura degli altri, ad impegnarsi per gli altri. “ come una mano d’uomo che aiuto a sollevare chi ha difficoltà a rialzarsi. donato Vallano

ticamera dello spirituale. Alla fine, quello che ci rimane è sempre la conquista interiore, quello che ci serve di più non dipende dalla muscolatura, dalla velocità o dalla forza e non solo perché inevitabilmente tutto decade, ma perché di fatto nella nostra coscienza, nel quotidiano, convivere con noi stessi è la norma, non l'eccezione. Vale di più la serenità che mille medaglie in campionati. Quindi, prestiamo tutti più attenzione agli aspetti educativi e spirituali vincolati allo sviluppo personale , per quanto non pochi pensino di esservi andati per "colpire più forte"… Lo sviluppo del carattere degli allievi, dell'educazione, del rispetto e dell'eleganza saranno attributi che li accompagneranno per sempre, non importa quanto vecchi saranno. Li accompagneranno dentro e fuori dal tatami, rendendoli persone migliori e in questo modo potranno avere più possibilità di vivere una vita piena, migliore per loro, per chi è loro più vicino e per la società nel suo complesso, il resto è banale, passeggero e finirà inevitabilmente per sviarci dal meglio che vibra in potenza nel più profondo delle arti marziali come cammino. Un mio amico definiva il rispetto come "la giusta distanza". Sì! Mi piace la distanza che apporta il saluto marziale quando ci si inchina davanti a colui che ai di fronte … questa cosa di darsi la mano si usa più per la strada, per concludere un affare o suggellare un accordo. Sul tatami non c'è un

accordo da chiudere, uno si trova lì perché ci è andato, non per fare conversazione o concludere accordi. Questo saluto giusto, impeccabile… sempre alla distanza del tuo combattimento. Che bello il saluto degli schermitori quando abbassano la loro arma di fronte all'avversario! Non c'è maggior efficacia della serenità, maggior manifestazione di forza della calma; la grandezza non risiede nell'essere capace di vincere in battaglia, ma nel far sorgere in noi stessi, con coscienza e generosità, tutto quello che di positivo possiamo dare per compiere così il nostro miglior destino. Le arti marziali possono essere l'anticamera di una grande trasformazione interiore, l'inizio di qualcosa di molto buono: se pretendiamo di ridurle a formule di combattimento più o meno utili le degradiamo e, per quanto tutte le opinioni siano accettabili, ogni punto di vista esatto nel suo contesto e necessità, se vogliamo centrare il bersaglio, la freccia deve, inevitabilmente, puntare al cielo. donato Fabbrizio


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Venerdì 20 Settembre 2013

ERS T C A ondo” HAR

altro m le ’ l l e d e ca “Stori co Pas c o R i d cura a

GIVen to fLy Questa è la storia di un dolore. Di una caduta che infrange un sogno, tempra un carattere e traccia una nuova scia. Quella di Giulia Ghiretti, sorriso contagioso, due fossette che tradiscono la giovane età ed uno sguardo timido e penetrante. Ha diciassette anni, Giulia. Troppo pochi per capire cosa gli potrà riservare il futuro, sufficienti per comprendere quanto la vita possa togliere e donare. È cresciuta con il tarlo fisso dell’attività sportiva sin da piccola. Ore dedicate alla sua passione più grande, il trampolino elastico. Volteggiando libera sulle molle trovava la sua dimensione naturale, tanto che quel gioco di bimba diventa per lei pratica agonistica.

bra della spina dorsale. Quelle gambe protese verso il cielo, resteranno cinicamente piantate ad una sedia, assieme alle legittime aspirazioni di una quattordicenne. Ci si aspetterebbe rabbia, scoramento, frustrazione, o l’accettazione rassegnata e passiva di un destino baro. Sentimenti in cui Giulia, sin dai primi momenti, non vuole perdersi. Decide così di rilanciare, trovando nella fisioterapia un insospettabile divertimento. Mesi di visite specialistiche e di viaggi, prima del nuovo colpo di fulmine. È l’acqua a farle tornare a brillare gli occhi. Finalmente libera dalla sedia a rotelle, si riaccende in lei quella determinazione

Ha talento la giovane parmense. Brucia velocemente le tappe, imponendosi all’attenzione della federazione nazionale sin dai dodici anni. Campionati regionali, sfide ai nazionali, le prime medaglie. Tutto si sussegue come logica conseguenza di una capacità di domare l’attrezzo fuori dal comune. Nel gennaio del 2010, di ritorno dalle vacanze natalizie, quelle certezze vacillano. Durante un allenamento di routine, cade rovinosamente dopo un salto sbagliato. La corsa in ospedale certifica una diagnosi impietosa: rottura di una verte-

che non l’ha mai abbandonata. Dopo pochi mesi in vasca è già lì a gareggiare con le migliori della sua categoria, raccogliendo record e successi in serie. Oggi, a 18 anni, ottiene le prime medaglie ai mondiali di Montreal, prenotando un posto da protagonista per le prossime olimpiadi paralimpiche di Rio 2016. Ma l’immagine più bella è quel sorriso che non la abbandona mai. Un entusiasmo che riempie e dà forza, perché come ricorda nel suo blog “La mia scia” ha accettato la sfida che le è stata lanciata, ritrovando in acqua la voglia di combattere, di competere e di vincere.

oGnI Cosa È ILLumInata Capire le innumerevoli sfaccettature della mente umana è opera complessa. Ancor meno, se alcune capacità apparentemente inspiegabili, appartengono naturalmente a persone “speciali”. È il caso degli affetti da sindome di savant. Questa condizione, alquanto rara, si configura in persone con disfunzioni dello sviluppo, le quali possiedono particolari abilità in alcuni ambiti, in contrasto con le complessive limitazioni psico-fisiche a cui sono costrette. Secondo gli studi neurologici, ciò si determina per uno sviluppo notevole dell’emisfero cerebrale destro, preposto alle connessioni logico-creative, come compensazione di lesioni dell’emisfero opposto. All’età di tre anni a Stephen Wiltshire viene diagnosticata una forma di autismo infantile. Il bimbo, con qualche difficoltà motoria, non manifesta alcuna forma di linguaggio. La morte del padre in un incidente stradale ha acuito i suoi disturbi, portandolo a chiudersi totalmente nel suo mondo e a renderlo insensibile ad ogni stimolo esterno. L’unica sua attività è lo scarabocchio. Carta e matita sono gli amici fedeli e inseparabili. Il suo apparente interesse è per le macchine d’epoca e i quadri. Si ferma a scrutarli, li osserva con attenzione e poi scappa via, per riprodurli attraverso disegni sempre più comprensibili. A sette anni Stephen inizia a mostrare una morbosa fissazione per quello che rappresenterà il suo principale interesse di vita: disegnare edifici. Palazzi, ponti, grandi architetture viste alla tv o durante gite scolastiche nella città di Londra, diventano elementi esclusivi delle sue rappresentazioni. È un talento precoce, Stephen. I suoi lavori, infatti, mostrano una cura per il dettaglio maniacale e una padronanza nel tratto e nella prospettiva impensabili per un bimbo di sette anni. Disegnare è la sua ragione di vita, ma non è schia-

vo del risultato finale. Una volta terminato lo schizzo, lo butta via per volgere su un’altra struttura la sua momentanea attenzione, ricominciando senza soluzione di continuità.

L’autismo di Stephen è una barriera, uno schermo invisibile posto tra sé e gli altri. Privo di emozioni manifeste, il bimbo mantiene un irreale distacco verso il contatto, il dolore, la perdita. Solo a nove anni Wiltshire inizia a parlare e a comprendere l’uso sociale del linguaggio per potere interagire con chi gli sta accanto. All’inizio poche, semplici parole: carta, cadillac, building. Tutto quello che muove i suoi pensieri. In seguito, l’associazione tra il nome degli edifici e le lettere dell’alfabeto diventa il suo metodo infallibile per collegare, catalogare, imparare. Le sue capacità visive e mnemoniche destano stupore e attirano l’attenzione dei media. Ospitate televisive e libri con le sue opere si susseguono per lui nella seconda metà degli anni Ottanta. Appena tredicenne, Stephen è ormai famoso in Inghilterra. È in grado di disegnare con la massima disinvoltura qualunque strada avesse visto, ma non può attraversarne una senza essere aiutato. Con gli occhi della mente può vedere tutta Londra, ma gli aspetti umani della città gli sono incomprensibili. Grazie a Margaret Hewson, Stephen riesce a sviluppare pienamente il suo talento. La donna,

un agente letterario con la passione per l’arte, porta il giovane a girare il mondo. New York, Chicago, San Francisco, Tokio, Venezia, Amsterdam sono solo alcune delle città che Wiltshire ha modo di vedere, registrare nella sua mente e proiettare su semplici fogli di carta. Ne L’antropologo su Marte, il neurologo e scrittore Oliver Sacks dedica a Stephen particolare attenzione. Seguendone il percorso umano e artistico per diversi anni, lo studioso si è interrogato sulla vita di relazione del savant e sulle molteplici capacità di cui è dotato. Infatti, oltre alle facoltà mnemoniche, all’età di diciannove anni Wiltshire inizia a mostrare una notevole inclinazione verso la musica. L’armonia, gli accordi, le scale, l’analisi e la riproduzione dell’armonia. Tutto viene appreso con una facilità disarmante. Ma ciò che più sorprende Sacks è che Stephen appare in grado di comprendere e dunque trasmettere il sentimento prodotto da una canzone, offrendo interpretazioni emotivamente intense e partecipate. Tutta la personalità autistica di Stephen svanisce, per essere sostituita da movimenti liberi, armoniosi e appropriati. Oggi, alle porte dei quaranta anni, Wiltshire può dire di aver coronato molti sogni. Una laurea in disegno, una galleria personale e una nomina a Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico da parte della Regina Elisabetta per i suoi meriti nel mondo dell’arte, sono i riconoscimenti che la società gli ha attestato. Ma se riavvolge il nastro della sua vita, non può che sorridere felice. perché questa non è più la storia di un bambino chiuso nella sua prigione, incapace di parlare e di interagire con gli altri, segnato da un dolore paralizzante. È invece la fotografia di un uomo che, nonostante l’autismo, ha trovato la sua strada illuminata da percorrere e dato un senso profondo al talento che gli è stato donato.


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La foRza deLLe donne LuCane neL LIBRo deLLa PafundI

Le donne deLLa meRCeRIa aLfanI

Nell’ambito della Rassegna culturale “Anima e Mondi” promossa dall’associazione BASE - Basilicata Sviluppo Europa, diretta da Aurelio Pace e Mariangela Faggella, rispettivamente Presidente Onorario e Vice presidente dell’associazione, in collaborazione con il presidente del gruppo librario Ermes - Mondadori, prof. Bartolomeo Telesca, è stato presentato la seconda creatura letteraria della pittrice e scrittrice lucana, Carmen Pafundi, candidata per il suo ultimo lavoro al Premio Scardaccione. “Un libro che si apre ad analisi di ogni ordine e grado - afferma Luca Arlotto, curatore nell’ambito di BASE del progetto Peripatos. Innanzitutto è chiara la lettura sociologica poiché l’autrice descrive vizi e virtù della società lucana che fanno da sfondo alla stirpe matriarcale di donne che hanno generato e rigenerato, a fortune alterne, la Merceria Alfani. Ulteriormente - continua Arlotto si rintraccia un tema attuale che è quello degli antichi mestieri e l’autrice ne fa preludio per la loro riscoperta e valorizzazione”. “Il testo - aggiunge Antonino Imbesi -racconta uno spaccato della storia lucana in modo intenso e avvincente, attraverso l’evoluzione stessa dei personaggi. Un’evoluzione che in altri termini racconta l’evoluzione stessa della società lucana. Un libro - aggiunge Imbesi - che emoziona, un testo in cui si assaporano emozioni forti, la sofferenza di donne su cui incombe un triste destino ma che, al suo epilogo, lascia una porta aperta su un futuro colmo di speranza. Non abbiate paura di acquistare e leggere libri scritti da autori lucani - conclude il relatore

Imbesi - poiché anche i lucani sanno scrivere bene”. “Carmen Pafundi è stata in grado di scrivere un testo nel quale

in Italia. Spesso questo accade perché non si può garantire certezza economica e, quindi, pieno soddisfacimento di bisogni prima-

Carmen Pafundi ospite di Radio Potenza Centrale ognuno di noi riesce a trovare analogie con la propria storia interviene l’Avv. Aurelio Pace. Innanzitutto, la storia della famiglia lucana si è sempre caratterizzata per la forte connotazione femminile, quale elemento colloidale del nucleo familiare. Propone un ordito che si snoda tra i valori tipici della società lucana. Valori che hanno il loro punto d’origine nella fede religiosa”. La forza delle donne del matriarcato Alfani e le loro scelte coraggiose hanno poi fatto luce su un tema delicato e sempre attuale, quale l’aborto. Uno dei personaggi, infatti, contro ogni aspettativa e sebbene la diagnosi non desse esiti sperati, decide di dare al mondo la sua creatura. “Nella nostra regione - afferma Aurelio Pace - è la regine col più alto tasso di interruzioni di gravidanza

ri ai propri figli. Il testo - conclude - riconferma la necessità di prestare attenzione e giuste soluzioni a temi delicati come questo”. “Il mio è un libro che racconta la sofferenza - dice al pubblico Carmen Pafundi - e mi fa piacere che essa, come tutto il racconto dia spazio a varie interpretazioni. Spesso chi scrive - prosegue non ha la reale percezione di ciò che gli altri potrebbero trarre dalla propria scrittura. Sovente mi è capitato di mettere un punto su cose per le quali mi sarebbe piaciuto andare oltre ma vedo che i lettori del testo sono riusciti ad andare ben oltre, laddove non mi sono spinta ulteriormente. Ciò è possibile perché la scrittura diversamente da altre forme di espressione artistica, come la pittura - è soggetta a varie interpretazioni e tutti se ne possono inna-

“Il buio della mente, la luce nell’anima” Quando un romanzo diviene condivisione di emozioni La condivisione è un valore che da sempre regge ed alimenta l’esistenza dei più saggi, un istinto naturale che raramente però si asseconda, una predisposizione che è intrinseca nella natura umana ma che facilmente si offuschi dietro quanto di banale la società di oggi ci propina. Potremmo allora definire magia se un libro dal titolo particolare, che già di per sé dona un’emozione, riesce a creare condivisione? Alla domanda risponde direttamente l’autore Donato di Capua :”rispondono gli eventi, le situazioni, le occasioni e le casualità. Ed è così che uno sguardo emozionato, o una mano che tenta di rapire la lacrima fuggitiva scappata da occhi, i quali non avevano saputo trattenerla, o ancora qualcuno che ad un tratto china il capo come per raccogliere la propria

essenza che stava emergendo dal nulla, diventano la più grande delle soddisfazioni. È questo il clima che si viene a creare un po' in tutte le presentazioni del romanzo. Atmosfera delicata e raccolta, una sorta di sufficienza dell’evento che ha portato il senso del libro ad emergere più forte, esattamente come l’emozione di tutti i coinvolti. La condivisione è un interscambio, un dono per donare, un attimo per sognare insieme, un tunnel fatto di speranze che si animano di se stesse e che non temono più di essere sole al mondo. Si uniscono per divenire più forti, si fondono per creare luce, la luce nell’anima. La storia di Kalì, che in seguito ad un evento che lo ha spiazzato, che gli ha posto dinnanzi il dolore più grande della sua vita, perde la memo-

ria, perdendo così se stesso, è diventata uno specchio che riflette le storie che tanti tengono dentro. Lo fanno per la paura di affrontare il passato, temendo di soffrire di più, con quell’opprimente angoscia che tante volte ci fa credere che sia meglio dimenticare per andare avanti”. Ma un libro magico, perché è solo così che può essere definito il primo romanzo di Di Capua, ci insegna che senza aver affrontato il dolore mai potremo andare avanti nel caduco cammino dell’esistenza. “IL BUIO DELLA MENTE, LA LUCE NELL’ANIMA” ci insegna a credere nell’immortalità, “…quell’attimo fugace che sconvolge e carezza, diventando, istante dopo istante, la concretizzazione dei sogni.” alessandro Balsamo

morare. La copertina del libro dice Pafundi - è frutto di una precisa intenzione: mettere in risalto una vecchia foto di famiglia in cui ci sono donne che si tengono e stringono la mano, per segnalare la forza che contraddistingue le donne e, nello specifico, quelle descritte nel testo. Il verde prato

è il colore della porta della Merceria. Non è un caso che abbia fatto questa scelta cromatica poiché il lettore ogni volta che apre il libro, apre una porta su quella storia comune e su quelle donne che un po’ riassumono tutte ciò che sono e il mio vissuto”. luca arlotto

... SEGuE da paGina 19

miss mia cara miss!

occhi delle famiglie delle partecipanti e alle stesse che ostentano uno sfrenato interesse nel primeggiare con tacco 12 e bikini sul palco più conteso (dalle ragazzine) d'Italia. Paradossalmente si potrebbe anche ipotizzare che le donne oggetto in realtà non esistono. Nella società patriarcale le donne erano davvero un oggetto nelle mani del capofamiglia e poi degli uomini in generale. Le si “usavano” per i lavori più pesanti, per fare e allevare i figli, per le faccende domestiche e per alleviare gli istinti maschili. Non avevano voce in capitolo, non potevano prendere decisioni, venivano cedute come mogli dietro compenso o per accordi che univano il potere e il denaro di due famiglie. Fino a un certo periodo non avevano nemmeno il diritto di voto. Oggi non è così. Oggi le donne possono scegliere, decidere della loro vita, adottare i più svariati comportamenti, che possono andare dal sacro al profano. Non possono essere obbligate a fare ciò che non vogliono, mentre invece lo fanno per rag-

giungere i loro scopi. Con consapevolezza. Conoscono i risvolti che si celano dietro certi interessi, e se decidono che ne vale la pena non si può accusare nessuno di “usarle”. Questa è la società del terzo millennio, dove ancora gli uomini detengono il potere, soprattutto quello di “bloccare” le donne a certi livelli, senza farsi scavalcare, a parte qualche rara eccezione. Non possiamo negare che l’arma migliore a disposizione della donna sia il sesso. Come qualcuno ha affermato, il sesso fa girare il mondo. E certe donne conoscono questa debolezza di certi uomini, e ne approfittano. Allora si potrebbero fare due ipotesi: la prima è che l’uomo fa fare la parte di oggetto alla donna - che accetta di farlo -, in quanto sfrutta la vanità femminile per cogliere il fiore per poi metterlo nel vaso di cristallo. La seconda è che la donna, conoscendo il vizietto dell’uomo, lo asseconda per poi bastonarlo con la sua forzata presenza. Dunque, l’interrogativo è: “Chi è l’oggetto della situazione?”. carla Bottiglieri


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Venerdì 20 Settembre 2013

"Juke Box con Gianluigi" è una esclusiva di Radio Potenza Centrale. Ogni sabato, dalle 14.30 alle 17.00, news, anteprime discografiche ed interviste esclusive.

una grande folla a Viggiano per

I Pooh

In chiusura delle festività in onore d e l l a Madonna di Viggiano, protettrice della Basilicata, a Viggiano si sono esibiti in concerto i POOH ed il "Juke Box" di Radio Potenza Centrale, ha raggiunto, a poche ore dallo stesso, Roby Facchinetti con il quale ha fatto un'appassionante chiacchierata. "Intanto come stai, Roby?" Beh… molto bene, direi… Siamo in giro, i concerti vanno molto bene, c'è grande affluenza di pubblico ed è sempre una grande gioia per noi salire sul palco. Quest'anno, poi, c'è la novità dell'orchestra sinfonica e le emozioni sono, se possibile, raddoppiate! "Portate in giro uno show dove riarrangiate undici vostre canzoni del passato accompagnati, appunto, da questa orchestra sinfonica composta da 67 elementi…" Pensa che questo progetto di fare un cd con un'orchestra sinfonica, è un progetto che avevamo nel cassetto da moltissimi anni, abbiamo aspettato l'occasione giusta per fargli vedere la luce. E quindi questa "Opera seconda" è arrivata al momento giusto con, come hai detto giustamente tu, 11 brani del nostro repertorio, non necessariamente grandi successi, ma canzoni che hanno comunque influenzato la nostra storia. Pezzi che, quindi, abbiamo scelto, riarrangiati fino a far dare a loro una nuova vita. E dal progetto, è nata una

lunghissima tournée teatrale che ci ha visti in giro per il 2012 e il 2013 nei teatri, una tournée estiva in questi mesi ed ancora una tournee teatrale prevista nei mesi di novembre e dicembre. Alla fine, parliamo di un progetto che è

durato ben 14 mesi e che, in un momento come questo, dove la gente ha difficoltà a spendere, è sicuramente un ottimo risultato. "Il concerto è un viaggio nel vostro universo musicale dove andrete a suonare anche le vostre canzoni più conosciute…" Il concerto è un viaggio nel nostro mondo, ed è un concerto da vedere anche per quelli che non ci conoscono a fondo e che potranno dire, al termine dello stesso, di sapere di più della nostra storia. Da "Quaderno di donna", una splendida canzone che parla di una donna degli anni '70 con la sua voglia di cambiare e di avere un proprio spazio, e questo brano mai come ora è ancora attuale visti i problemi di oggi delle donne…, a "Pierre", canzone con cui nel '76 abbiamo affrontato il tema

dell'omosessualità, tabù per tanti anni e poi scoperta pian piano dal nostro pubblico e oggi diventato un classico… a "Lindbergh", questo solitario che per la prima volta ha attraversato l'oceano atlantico con un piccolo aereo e Valerio (Negrini ndr) si è inventato questo dialogo tra la luna e questo oggetto solitario e nuovo che vola nel cielo…ovviamente non mancheranno anche i nostri grandi classici, risuonati una volta di più. "In Basilicata a Viggiano… che rapporto avete la nostra Terra?" Pur essendo una regione molto piccola ci ricordiamo i grandi concerti fatti nel passato. In Teatro, abbiamo poi fatto lo stadio a Potenza, un altro concerto quando giravamo in un teatro tenda, anche quest'inverno abbiamo suonato a Policoro. Insomma, abbiamo molti amici che ci vengono a trovare anche quando cantiamo in Puglia o in Calabria o in Campania. E poi, ci sono dei ricordi particolarissimi legati soprattutto alle grandi nevicate degli anni '70/'80… Quando in inverno, nelle previsioni del tempo si vede Potenza che rimane con le temperature uno dei punti più freddi d'Italia, io dico sempre "è vero, io ci sono stato e lo posso ribadire". La vostra terra è straordinaria anche per questo… piena di boschi, borghi e bellezze veramente inconfondibili.


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