kpt:magazin 2/25 - Quiete

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Trovare la pace

Due persone, un’esigenza: quando l’acqua è fonte di pace interiore.

Dormire meglio

Consigli efficaci per un riposo ristoratore.

Assicurazione complementare

Pulse

Il pacchetto benessere ideale – sport, riposo e relax.

Meglio alleggerire un po’?

La nostra consulenza è senza fronzoli.

Impressum

Edizione N. 2 /2025

Tema centrale «Quiete»

Pubblicato da KPT

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Redazione magazin@kpt.ch

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Kommunikation, 3001 Berna

Immagine di copertina Family AG, Pascal Triponez

Care lettrici, cari lettori

In un mondo straripante di voci, notizie, appuntamenti e stimoli, la quiete è merce rara. Trovarla, però, non è impossibile – si nasconde dove abbiamo smesso di cercarla: nella natura, nel qui e ora. Tutto ciò che serve è a portata di mano. Basta imparare di nuovo come usarlo.

La quiete non è immobilità, ma chiarezza. Ci aiuta a percepire noi stessi, a riconoscere le priorità e ad agire in modo ponderato. Nel mio ruolo di CEO, significa essere presente senza esercitare troppa pressione e ascoltare senza sovrastare le altre voci. In questo modo, nascono soluzioni condivise – per le collaboratrici e i collaboratori e per le persone assicurate.

La vita di tutti i giorni ci riserva spesso situazioni in cui perdiamo la serenità: diagnosi mediche, un’enorme quantità di informazioni o il ritmo frenetico di questo mondo. Per questo, è ancora più importante poter contare su un’assistenza competente, ma al tempo stesso umana – con una comunicazione comprensibile e un modo di fare che trasmette serenità.

Quest’edizione è dedicata al potere della quiete. Scopriamo come alcune persone ritrovano la pace – e come consapevolezza, natura e creatività aiutano a mantenere l’equilibrio interno. Un esperto spiega come dare valore al silenzio, anche se non è la nostra condizione naturale. In più, presentiamo la nostra assicurazione complementare ambulatoriale Pulse e impariamo quali parametri vitali si possono misurare con il servizio online Binah.ai.

Fatevi sorprendere dal potere della quiete – e magari invitatela più spesso nella vostra quotidianità.

Non mi resta che augurarvi una rilassante lettura.

Quiete.

Rispetto all’eccesso di stimoli, la quiete è un’alternativa essenziale – se ci fermiamo, possiamo trovarla ovunque: nella natura, nel respiro, nel qui e ora. Quest’edizione spiega come riscoprire e trovare la pace e la calma e trarne vantaggio.

Persone

Trovare la pace: nella natura e dentro di sé

Un amante della natura e un’imprenditrice raccontano dove trovano la pace e perché questa non può essere un lusso.

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Medicina

Dormire meglio: consigli per notti serene

La dottoressa Christine Blume, ricercatrice del sonno, spiega perché dormire bene è importante e dà consigli utili.

Pagina 10

Pulse – assicurazione complementare ambulatoriale

Per la prevenzione, per più energia o per un recupero mirato: la nostra assicurazione complementare ambulatoriale Pulse vi accompagna in tutte le situazioni della vita.

Psicologia Prodotto

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Perché abbiamo bisogno di quiete – e il silenzio a volte è troppo

Lo specialista in neuroscienze Martin Meyer spiega perché il nostro cervello non ama l’assenza completa di suono, cosa succede quando compaiono gli acufeni e come approfittare di pause di silenzio consapevoli.

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Su kpt.ch/magazine-it troverete sempre un gran numero di reportage e contenuti interessanti che sapranno soddisfare la vostra curiosità fino all’uscita del prossimo numero.

«Sul lago sono vigile e concentrato sul momento presente.»

Trovare la pace: nella natura e dentro di sé

Essere nel qui e ora, concentrarsi, mettere da parte la lista delle cose da fare e trovare la pace. Il cuoco e amante della natura Konstantin Niederhaus ci riesce al meglio quando è all’aperto, nel bosco o vicino all’acqua. L’imprenditrice Noora Buser, invece, trova la pace nell’interiorità, dov’è possibile un incontro autentico con il sé.

Sveglia alle quattro a Burgdorf e in barca sul lago di Thun alle sei: così inizia la giornata perfetta per Konstantin Niederhaus. «Vedere il sole che sorge e tinge l’acqua di rosa fa bene all’anima.» In estate capita che rientri sulla terraferma solo a mezzanotte.

«Vedere il sole che sorge e tinge l’acqua di rosa fa bene all’anima.»

«Là fuori posso perdere la nozione del tempo», spiega – una cosa che non mi posso permettere nella quotidianità. A 36 anni è lui lo chef del Bierhübeli, un locale per concerti di Berna, di cui cura l’offerta gastronomica dal 2021. Cerimonie con 700 invitati, maialino alla griglia, catering per eventi – in altre parole: pianificazione, gestione dei tempi e concentrazione costante. «In cucina bisogna essere sempre pronti. Spesso devo improvvisare e fare un mezzo miracolo insieme alla mia piccola squadra. Quando alla fine i clienti sono soddisfatti, però, lo sono anch’io. Essere cuoco è il mestiere dei miei sogni.»

Nel bosco per mettere da parte i pensieri

Quanto più intense sono le giornate, tanto più serve uno spazio di decompressione. Konstantin lo trova nella natura. Oltre alla pesca, adora cercare funghi: nel bosco, sulle rive dell’Emme o sui monti. Il suo occhio attento scopre i porcini e le altre varietà più nascoste. Se gli capita di trovare un marzuolo, così raro, la sua attenzione è per dieci o quindici minuti catturata per fotografarlo al meglio.

Conosce il bosco fin dall’infanzia, quando ci andava con i genitori e i nonni. Da adulto, lo interpreta grazie a un ampio bagaglio di conoscenze. «So leggere il bosco», spiega. «Quando vedo un frassino, so che ci saranno delle spugnole.» Raccoglie anche erbe selvatiche e in cucina usa l’aglio orsino, la maggiorana selvatica, il crescione d’acqua:

Testo: Mareike Fischer / Foto: Pascal Triponez

così la natura entra in pentola. Di tanto in tanto partecipa a corsi per esperti raccoglitori o vende i funghi a qualche ristorante: un piccolo extra per le spese della benzina.

«Là fuori posso perdere la nozione del tempo.»

Per staccare, si immerge nella natura. «Adoro la solitudine», spiega Konstantin. «Stare nel bosco è come far pulizia tra i pensieri.» Senza quest’oasi di pace non potrebbe vivere. «Il mio sogno è una capanna nel bosco.»

Pace non vuol dire inattività

Per Konstantin, rifugiarsi nella natura non vuol dire entrare in una specie di stand-by, ma immergersi nel mondo che lo circonda. «Per me, la pace non è stendermi e non pensare a niente. Nel bosco o sul lago sono vigile e concentrato sul momento presente.» Anche quando pesca: «Il panorama del lago e dei monti mi incanta e lascio che i

pensieri scorrano liberi. Osservo anche le più piccole vibrazioni dell’acqua, che indicano la presenza di un pesce.»

Quando un coregone o un salmerino abbocca, la gioia è grande. Per conservare questa quiete, Konstantin deve fare attenzione: «Una volta ho provato a pescare con due canne in parallelo, ma la cosa è diventata frenetica! Adesso ne uso solo una.»

L’attenzione con cui vive la natura migliora la sua concentrazione e lo mantiene lontano dallo stress e dalle liste di cose da fare. Si tratta di orientare tutti i sensi alla ricerca della tranquillità, un esercizio di concentrazione e distacco insieme. All’aria aperta, la tensione della vita in cucina si trasforma in pacifica concentrazione. «Che sia un pesce o un fungo, avere un obiettivo mi dà una struttura. Raggiungerlo dà alla quiete una profondità che va oltre al semplice relax.»

Continua alla pagina successiva

Konstantin Niederhaus trova la pace sul lago di Thun.

La pace interiore non è un lusso, ma un’esigenza

Noora Buser, finlandese d’origine, ha dedicato tutta se stessa alla carriera per diversi anni. Ha iniziato a lavorare come consulente prima ancora di concludere gli studi in scienze politiche. A 25 anni si è trasferita in Svizzera e poco dopo ha fondato insieme ad altri soci uno studio di consulenza per l’innovazione sostenibile. «Creare qualcosa di nuovo mi ha sempre appassionato», spiega.

Oggi ha 38 anni e prima era la personificazione della manager impegnata e attiva. Ma si sentiva sempre più stanca: «Mi assumevo molte responsabilità – per il personale, le e i clienti, gli stakeholder. Questo però faceva sì che lavorassi sempre al limite delle mie forze e mettessi da parte i miei bisogni e le mie esigenze. Pace interiore?

Per il Dalai Lama, forse, ma non per me...»

Una pausa per ritrovare se stessi

Due anni fa Noora ha deciso di cambiare strada. Ha rinunciato all’azienda di cui era cofondatrice. «È stato doloroso, un po’ come abbandonare un figlio», spiega. Quest’esperienza ha suscitato in lei sentimenti contraddittori: sollievo, ma anche smarrimento rispetto alla propria identità. «Improvvisamente mi sono chiesta: al di là del lavoro, chi sono? Che cosa voglio davvero dalla vita?»

«Ho preso questa decisione per me stessa e per il mio bene, non per gli altri.»

L’esperienza è stata però anche un’opportunità di crescita: «Ho preso questa decisione per me stessa e per il mio bene, non per gli altri.» Noora ha lavorato molto con diversi coach e terapiste che l’hanno

accompagnata nella sua crescita personale. Sono emerse molte problematiche intime. «Mi sono dovuta confrontare con le mie paure, ad esempio l’idea che se avessi smesso di essere sempre disponibile, non sarei più stata amata. O il timore di essere esclusa se mi fossi mostrata per ciò che realmente sono.» In altre parole: la vera pace richiede spazio e la disponibilità a confrontarsi con ciò che emerge da dentro, per trovare il proprio sé profondo.

Riscoprire la cura di sé

Noora ne è fermamente convinta: la pace interiore non è un lusso, ma un’esigenza primaria. Ora sceglie consapevolmente di ritagliarsi qualche momento per sé, ad esempio dedicando la pausa pranzo a una passeggiata invece che alle e-mail. «All’inizio dovevo sforzarmi. Ma con il tempo è diventata un’abitudine.»

Piccoli rituali, grandi benefici

Per trovare la pace, Noora usa rituali semplici che si possono integrare facilmente nella vita di tutti i giorni.

• Al mattino apre la finestra, respira in modo consapevole e si concentra sulla propria interiorità: un momento per essere nel qui e ora. Anche la musica e il canto aiutano la concentrazione.

Anziché passare continuamente da un compito al seguente, vive le cose più lentamente. Osserva con più attenzione e sa come mettere un freno ai pensieri, quando si susseguono frenetici. Ora che è mamma di un bambino di tre anni, sa che vale anche per chi ha figli piccoli. «Bisogna imparare a chiedere aiuto, delegare e non ossessionarsi con le faccende di casa.»

Per le donne che devono conciliare famiglia e lavoro è particolarmente difficile. Noora lo sa: «Prima di prendersi una pausa, arrivano spesso allo sfinimento, allo stress cronico o ai sintomi fisici.» È successo anche a lei. Ma il carico mentale e i problemi di salute (un’infiammazione cronica dell’intestino) l’hanno spinta a informarsi e approfondire. Ha cercato diverse terapie e specialisti, ha accumulato esperienze preziose e ha fondato, per la seconda volta nella vita, un’azienda: TARU Holistic Wellbeing. Adotta un approccio incentrato sulla prevenzione, la responsabilità individuale e la cura olistica di sé. Con le sue offerte, Noora vuole dare impulso a processi di cambiamento profondo, che consentano alle persone di decidere responsabilmente della propria vita. Per Noora è chiaro: dare priorità alla pace interiore non è un gesto egoista, ma la condizione necessaria per un benessere sostenibile.

• Durante il giorno, le affermazioni possono essere molto utili, ad esempio: «Sono riconoscente per la salute di cui godo.» Affermazioni come questa aiutano a consolidare i pensieri positivi.

• La sera a letto ripensa alla giornata che volge al termine: cos’è andato bene, cosa meno? Cosa vorrebbe che fosse diverso la prossima volta? E alla fine cerca tre cose per le quali è riconoscente.

Noora Buser cerca l’ispirazione in riva all’Aare.

Dormire meglio: consigli per notti serene

La dottoressa Christine Blume è ricercatrice del sonno presso il Centro di cronobiologia dell’Università di Basilea, relatrice e autrice di podcast.

Dormire bene è il sogno di tutti, soprattutto di chi di notte non riesce a chiudere occhio. In Svizzera, circa il 30% delle persone ha problemi di sonno. La dottoressa Christine Blume, ricercatrice del sonno, spiega perché dormire bene è importante e dà consigli efficaci.

Il sonno non è solo sinonimo di riposo e tranquillità: è essenziale per la salute. Di notte, mentre dormiamo, meglio se dalle sette alle nove ore, il corpo e il cervello si rigenerano. «Il sistema immunitario si rafforza, mentre il cervello elabora le esperienze e consolida la memoria a lungo termine», spiega la ricercatrice del sonno. «Chi dorme male o troppo poco per periodi prolungati ha un maggiore rischio di infezioni, malattie metaboliche e psichiche.»

In una notte di sonno si susseguono da quattro a sei cicli di 90-120 minuti. Ogni ciclo ha diverse fasi che vanno dal sonno leggero alla fase REM, in cui i sogni sono più intensi. Brevi fasi di veglia (fino a 30 per notte) sono completamente normali.

A volte, però, il sonno diventa un problema. Cosa è utile in questi casi? «Prima di tutto, una buona igiene del sonno. Poi, non forzare le cose», spiega la dottoressa Blume.

Consigli per il sonno dalla dottoressa Blume

Andare a dormire solo quando si è stanchi ... e non perché l’orologio segna una determinata ora. È meglio dormire meno ma bene, piuttosto che rigirarsi nel letto per ore.

Temperature fresche … circa 16- 18 ºC. Per addormentarsi, infatti, il corpo deve rilasciare calore. Importante: i piedi devono stare al caldo, perché la dilatazione dei vasi sanguigni aiuta a ridurre la temperatura corporea.

Cenare presto e leggero ... perché con la pancia piena è più difficile addormentarsi e la qualità del sonno può peggiorare. L’ideale è consumare l’ultimo pasto principale circa 3-4 ore prima di andare letto, scegliendo alimenti leggeri e digeribili.

Praticare regolarmente attività fisica ... se possibile all’aria aperta: per fare il pieno di luce solare e regolare l’orologio biologico. Tra l’altro, non è vero che non si dovrebbe praticare sport alla sera: ascoltate il vostro corpo.

Mantenere la calma se ci si sveglia di notte ... meglio non guardare l’ora, perché può causare stress. Se non si riesce a riaddormentarsi entro 20-25 minuti è utile lasciare la stanza e dedicarsi a un’attività rilassante finché la stanchezza non prende il sopravvento.

Ulteriori informazioni e consigli per il sonno: kpt.ch/consigliperdormire

Testo: Mareike Fischer / Foto: mad

Guardare al futuro con serenità – con Pulse

Per la prevenzione, per più energia o per un recupero mirato: la nostra assicurazione complementare ambulatoriale Pulse vi accompagna in tutte le situazioni della vita. Pulse riunisce ciò che vi dà forza – dalla testa ai piedi e dalla mente al corpo.

La pace interiore non è un lusso, ma una condizione essenziale per essere in salute. Ogni persona la raggiunge a modo suo: con attività fisica, consapevolezza o con l’aiuto del medico. L’assicurazione complementare ambulatoriale Pulse vi aiuta a trovare ciò di cui avete bisogno nella quotidianità. Pulse integra l’assicurazione di base dove questa non arriva – con medicina complementare, fitness e offerte digitali per la salute mentale. Con tre classi di prestazioni diverse che si adattano alla vostra vita e alle vostre esigenze.

Unica come voi

Cosa vi fa bene? Un massaggio rilassante, un coaching online per il benessere mentale o un check-up per spegnere qualsiasi timore sulla salute? Per essere veramente sereni è importante sentire che il vostro benessere è nelle mani migliori: le vostre. Con Pulse siete voi a decidere cosa è importante per la vostra salute.

Tre vie con destinazione serenità

Eco, Top o Premium: ogni classe di prestazioni ha i propri punti di forza – dalla semplicità del digitale alla completezza della copertura. Pulse non si limita a colmare le lacune dell’assicurazione di base, ma copre una lunga serie di prestazioni ambulatoriali che corrispondono alle esigenze attuali delle nostre assicurate e dei nostri assicurati. Le priorità cambiano, ma voi restate comunque flessibili e ben protetti. In modo da poter dire ogni giorno: sto bene – a modo mio.

Cos’è meglio per la vostra salute?

Azione o tranquillità: la nostra assicurazione complementare Pulse rimborsa una grande varietà di attività sportive e finalizzate alla promozione della salute – dai corsi di meditazione o yoga ai classici abbonamenti per il fitness.

Informazioni e stipulazione online: kpt.ch/assicurazione-pulse

Testo: Marco Garbely / Foto: iStock

Perché abbiamo bisogno di quiete, ma il silenzio a volte è troppo

In un mondo saturo di stimoli e suoni, molti cercano la quiete – ma che cosa succede quando il rumore viene a mancare? Il silenzio può essere piacevole, ma anche fastidioso. Lo specialista in neuroscienze Martin Meyer spiega perché il nostro cervello non ama l’assenza completa di suono, cosa succede quando compaiono gli acufeni e come approfittare di pause di silenzio consapevoli.

Professor Meyer, oggi ha già trovato il silenzio?

In città, per la maggior parte delle persone è quasi impossibile. La civiltà moderna è rumorosa – traffico, musica, conversazioni, apparecchiature tecnologiche sono presenti quasi 24 ore su 24. Il silenzio assoluto a cui molti anelano non esiste né nella vita di tutti i giorni né in natura: l’assenza completa di rumori non è naturale.

Cosa fa sì che il rumore diventi sofferenza?

Esistono fattori oggettivi che rendono problematici i rumori, ad esempio il volume: livelli di rumore elevati comportano problemi più gravi. Se non si possono controllare le fonti di rumore, poi, lo stress aumenta. La macchina da caffè al ristorante, il vicino che telefona sul treno o il cantiere sotto casa: se i rumori non dipendono da noi, ci sentiamo in balia di fattori esterni – una sensazione sgradevole.

Il Prof. Dr. rer. nat. Martin Meyer è docente e ricercatore presso l’Istituto per lo studio interdisciplinare dell’evoluzione linguistica (ISLE) dell’Università di Zurigo, con specializzazione nell’ambito: uditolinguaggio-cervello. È attivo anche come referente (hirncoach.ch).

Testo: Mareike Fischer / Foto: mad, iStock

Cosa consideriamo rumore, però, è molto soggettivo: un suono può rilassare alcuni e far impazzire altri. Un cane che russa fa tenerezza; se invece a farlo è il partner, può risultare insopportabile. Per alcuni il rumore di un aereo evoca spazi lontani e libertà. Per altri, invece, sarà fonte di stress. Uno stesso rumore può essere vissuto in modi completamente diversi.

E il silenzio? È più piacevole?

Non necessariamente. Il cervello è abituato a sentire determinati rumori di fondo e non sa gestire il silenzio. Per orientarsi, valutare le situazioni e guidare i nostri gesti, le cellule cerebrali, soprattutto nelle aree dedicate all’udito e ai sensi, hanno bisogno di stimoli continui.

Gli esperimenti in assenza completa di rumore lo hanno dimostrato: se mancano gli stimoli, il cervello si attiva e compensa. Invia segnali alla corteccia uditiva e cerca di riempire questo vuoto creando persino suoni inesistenti come ronzii, schiocchi, o tintinnii. Gli acufeni funzionano con questo stesso principio – il cervello reagisce all’assenza di stimoli sonori con un’attività propria. Per chi ne soffre, possono essere un disturbo molto fastidioso.

L’elaborazione dei suoni cambia con l’età?

Sì, certo. I giovani sono abituati a un sottofondo sonoro costante e riescono a ignorare i suoni che li distraggono – il loro cervello ha automatismi che sopprimono il rumore. Chi è più in là con gli anni, invece, cerca più spesso contesti silenziosi. L’età si accompagna infatti a una diminuzione delle risorse cognitive – soprattutto nella corteccia prefrontale, che gestisce il controllo degli impulsi, la pianificazione e la concentrazione. La capacità di filtrare gli stimoli diminuisce. Quando a questo si

aggiunge una perdita d’udito, le persone tendono a isolarsi e ci può essere un ulteriore declino cognitivo. Gli apparecchi acustici possono essere di grande aiuto: forniscono gli stimoli mancanti e sgravano il cervello. È quindi importante utilizzarli per tempo.

Che cosa consiglia a chi vuole più quiete nella vita di tutti i giorni?

Quiete non è sinonimo di silenzio assoluto. Molte persone cercano una pace interiore – un momento in cui il cervello non debba reagire, pianificare o filtrare, ma possa semplicemente fluire. In una società che impone il multitasking e in cui il rumore è onnipresente, è bene prendersi delle pause: rinunciare al podcast quando si esce a passeggiare e mettere da parte TikTok mentre si mangia. E poi: di tanto in tanto lasciare consapevolmente spazio all’ozio.

Diversi studi hanno dimostrato che sono proprio questi i momenti in cui il cervello si attiva: passa alla cosiddetta ««default mode network», una condizione in cui la mente si lascia andare, il cervello crea associazioni libere e riemergono i ricordi. È proprio in questi momenti che il cervello è più vitale e creativo – è quindi importante integrare consapevolmente momenti di tranquillità nella vita di tutti i giorni.

Acufeni – capirli per poterci convivere

L’udito e il modo in cui gestiamo rumori e silenzio cambiano con l’età. Uno stile di vita attivo e la tecnologia permettono di vivere bene anche con gli acufeni, mantenendo il cervello sano e in forma.

Che cosa è utile per gli acufeni?

• Impiegare apparecchi acustici appena è necessario – danno al cervello gli stimoli giusti aiutando il sistema uditivo.

• Non rifugiarsi nel silenzio assoluto – un dolce rumore di fondo, la musica o i suoni della natura possono coprire gli acufeni.

• Una vita sociale attiva – le interazioni umane e le nuove scoperte mantengono allenato il cervello e lo aiutano a processare i rumori.

• Non dare troppa importanza agli acufeni – non sono un nemico, ma un segnale. Meglio affrontarli senza drammi.

Pulse – una marcia in più per il benessere

Per chi vuole l’azione e per chi cerca la tranquillità: la nostra assicurazione complementare Pulse rimborsa una grande varietà di attività sportive e finalizzate alla promozione della salute, dai corsi di meditazione o yoga ai classici abbonamenti per il fitness. Con Pulse Top fino a 200 franchi all’anno, con Pulse Premium addirittura fino a 600 franchi.

Per informarsi e stipulare kpt.ch/assicurazione-pulse

Natura e creatività contro gli eccessi

Sandra Baumann è specializzata in training della consapevolezza con metodi naturali e arteterapia. I corsi che tiene nel suo atelier e nel bosco si rivolgono soprattutto alle donne più sensibili.

In un mondo dove gli stimoli abbondano e la frenesia porta molte persone al limite, lo spazio per la quiete è pochissimo. Sandra Baumann spiega come il contatto con la natura e la creatività aprono nuove vie per la pace interiore e come affrontare serenamente i sovraccarichi di tutti i giorni.

L’eccesso di stimoli sorge quando la percezione è sopraffatta dai sensi – ad esempio per via dei dispositivi digitali, dei rumori, degli assembramenti di persone o del sovrapporsi di troppi pensieri. Il nostro cervello non tiene il passo e si manifestano sintomi come agitazione, irritabilità, spossatezza o disturbi del sonno. L’eccesso di stimoli e lo stress sono strettamente collegati: uno si riferisce alla quantità di input, mentre l’altro alla corrispondente reazione emotiva e fisica.

«Avendone la giusta consapevolezza, segnali d’allarme come la necessità di isolarsi o un’improvvisa irritabilità si possono identificare meglio. Chi impara a prenderli sul serio, riesce a cambiare rotta in tempo», spiega l’esperta.

Nelle situazioni acute, cambiare contesto può aiutare –meglio ancora se ci si immerge nella natura. Per calmare il sistema nervoso bastano pochi minuti di respirazione consapevole, guardare il cielo o passeggiare nel verde. Anche i metodi fisici come scuotersi di dosso le tensioni o il cosiddetto bodyscan sono efficaci. «Per la prevenzione, invece, servono routine semplici, pause definite, contesti con pochi stimoli e momenti in cui si fa consapevolmente a meno degli schermi», aggiunge.

Natura che cura – ritorno alle radici

I benefici del contatto con la natura sono dimostrati scientificamente: i bagni nel bosco riducono gli ormoni dello stress, stabilizzano il sistema cardiocircolatorio e rafforzano il sistema immunitario. Anche solo osservare immagini della natura aiuta a rilassarsi. Il tempo trascorso all’aria aperta non richiede nessuna attività specifica – essere lì è di per sé rigenerante.

La natura è un contesto protetto in cui possiamo respirare profondamente e ordinare i pensieri. Ci aiuta a ritrovare il contatto con il nostro ritmo personale e l’equilibrio interiore.

Creatività – esprimere le impressioni

La creatività riduce le tensioni interne e libera la mente. I colori, le forme e i movimenti ritmati permettono alle tensioni interne di trovare uno sfogo all’esterno e al tempo stesso favoriscono il rilassamento. Secondo vari studi, dare spazio alla propria creatività riduce lo stress e favorisce la produzione di serotonina. Per chi ha difficoltà con i metodi di rilassamento più classici, la pittura, la scrittura e la scultura spesso offrono un accesso più semplice alla quiete interiore.

Non importa se si tratta di disegno a mano libera, mandala o scultura con materiali naturali – seguire l’impulso creativo permette di immergersi in un’attività più intuitiva e rilassante. Analogamente, tenere un diario o disegnare qualcosa senza badare al valore estetico del risultato aiuta a mettere ordine tra pensieri e sentimenti.

Particolarmente utile è il lavoro manuale: lavorare l’argilla, fare la maglia, intagliare o cucinare consapevolmente aiutano a stare nel qui e ora. «Se le mani sono occupate, la mente trova naturalmente la pace», sottolinea Sandra Baumann.

Testo: Fabienne Bühlmann / Foto: Nicole Philipp, Getty Images

In caso di sovraccarico acuto

Isolarsi

Rifugiarsi brevemente in uno spazio tranquillo, nella natura o semplicemente alla finestra.

Guardare per qualche minuto il cielo o un albero e respirare profondamente consente di regolare in modo rapido ed efficace il sistema nervoso.

Sciogliere le tensioni

Scrollarsi come fanno gli animali: sciogliere le tensioni a livello di mandibola, spalle, braccia, bacino. È un modo efficace per scaricare le tensioni in eccesso.

Attivare i sensi

Stare nel qui e ora orientando consapevolmente i sensi:

• osservare consapevolmente 3 oggetti

• ascoltare 2 suoni (con gli occhi chiusi)

• portare a contatto con la pelle 1 oggetto

Prevenzione – rituali di serenità

Approfittare della natura

Allenare l’attenzione – se possibile all’aperto. Aiuta a riconoscere i sovraccarichi sensoriali e a ritrovare la calma.

Allentare i ritmi quotidiani

Programmare le giornate con un po’ di margine, routine semplici e pause consapevoli. Meno multitasking, più concentrazione – meno stress e più tempo per tirar fiato.

Creare spazi con pochi stimoli

Scegliere un ambiente ordinato e tranquillo, con colori naturali. Pause senza schermi, aria fresca e cuffie con cancellazione del rumore sono utili per ridurre consapevolmente gli stimoli.

Per ulteriori spunti: kuenstlereikoeniz.ch

Binah.ai – misurare i parametri vitali con lo smartphone

Con Binah.ai, basta un video del proprio volto per misurare in tutta semplicità importanti valori vitali come pressione sanguigna, battito cardiaco o frequenza respiratoria e ordinarli in una scala. Questa innovativa soluzione di e-health è uno strumento rapido e pratico per monitorare la propria salute e ottenere una prima valutazione. Il servizio viene offerto in collaborazione con Medi24 e per gli assicurati della KPT è gratuito.

Nuove funzioni

Adesso Binah.ai può misurare ulteriori parametri vitali e valori ematici selezionati e la durata del video da girare con lo smartphone è ora di max. 40 secondi. Con queste migliorie, le assicurate e gli assicurati della KPT hanno a disposizione una prima valutazione del loro stato di salute ancora più completa.

Panoramica dei valori disponibili

Parametri vitali

• Pressione sanguigna

• Frequenza cardiaca

• Variabilità della frequenza cardiaca

• Frequenza respiratoria

• Quoziente respiratorio

• Livello di stress

• Capacità di rilassamento

• Reazione allo stress

• Equilibrio dei vasi sanguigni

• Età biologica del cuore

Valori ematici

• Glicemia a digiuno

• Glicemia

• Colesterolo

• Emoglobina

Binah.ai – adesso ancora più completa e rapida. Provatela!

kpt.ch/binahai-it

Testo: Fabienne Bühlmann / Foto: mad

Scegliete il modello più adatto a voi

Più flessibilità con KPTwin.win e il nuovo servizio di farmacia?

Tutto digitale con KPTwin.smart e l’app Well? Confrontate i diversi modelli di assicurazione di base per scegliere l’opzione più adatta. In questo modo, avete non solo premi più convenienti rispetto al modello standard, ma anche più comfort nella gestione quotidiana della salute.

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Ulteriori informazioni

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Come risparmiare sui premi

Con un modello di assicurazione di base alternativo contribuite a ridurre i costi sanitari e in cambio approfittate di un conveniente sconto sui premi. Per risparmiare ancora di più, seguite questi consigli.

Scegliete una franchigia più alta, perché così stabilite fino a quale importo vi fate carico personalmente dei costi in caso di malattia. Più alta è la franchigia, più basso è il premio.

Pagate in anticipo i premi con cadenza annuale, per risparmiare l’1% sull’importo in fattura. In caso di pagamento semestrale, lo sconto è dello 0,5%.

Assicurate l’infortunio una volta sola se lavorate almeno 8 ore a settimana per lo stesso datore di lavoro. In questo caso avete già la copertura assicurativa del datore di lavoro contro gli infortuni professionali e non professionali e potete escludere l’infortunio dall’assicurazione di base. Così risparmiate il 7% sui premi.

Avete domande sul vostro modello assicurativo? Siamo a vostra disposizione per una consulenza personale: kpt.ch/dialogo

Testo: Fabienne Bühlmann / Foto: iStock

Pronti quando servono cure: una panoramica

Barbara Burkhalter, fondatrice di VitaSen, si impegna per trovare soluzioni personalizzate, affinché le persone possano decidere in modo autonomo e attivo della propria vita il più a lungo possibile.

Invecchiare è una sfida – per la persona e per i familiari. Quando l’indipendenza viene a mancare, servono nuove soluzioni. L’associazione VitaSen sostiene le persone anziane nella regione del Seeland Bienne/Berna e le aiuta a trovare le soluzioni più adatte. Tuttavia, il rapporto con le strutture di cura è spesso complesso, emotivamente logorante e socialmente difficile. Facciamo il punto della situazione con la fondatrice di VitaSen, Barbara Burkhalter.

Signora Burkhalter, cosa l’ha spinta a fondare l’associazione VitaSen?

In quanto direttrice di una casa di cura ho visto spesso che dopo una degenza ospedaliera le persone non erano nelle condizioni di rientrare a casa, per la mancanza di infrastrutture, cure o assistenza. Alcune domande restavano senza risposta. A chi spetta la responsabilità? A chi chiedere un aiuto finanziario? Quali offerte ci sono?

Esistono molti servizi, ma manca un luogo unico che li riunisca e segua le persone in modo personalizzato. Questa è stata la mia motivazione: dare un aiuto completo alle persone interessate e ai familiari, aiutandoli a trovare soluzioni valide.

Secondo lei, quali sono le sfide più importanti quando serve assistenza?

Ci sono due aspetti fondamentali: il primo è il tempo. Quando la necessità di assistenza sorge all’improvviso, ci vogliono soluzioni rapide. Per abituarsi alle situazioni nuove, però, agli anziani serve tempo.

Testo: Fabienne Bühlmann / Foto: Pascal Triponez

L’oasi VitaSen

Dopo una degenza o quando restare a casa è impossibile, spesso manca il tempo per organizzare un’assistenza adeguata. L’oasi VitaSen di Brügg presso Bienne offre per brevi periodi alloggi senza barriere architettoniche con assistenza completa in un contesto familiare. Le cure sono fornite da un’organizzazione Spitex esterna. L’oasi è l’ideale quando non è possibile rientrare a casa, ad esempio in attesa di una soluzione a lungo termine o quando ai familiari serve una pausa.

Maggiori informazioni sull’oasi VitaSen: vitasen.ch

Poi c’è l’aspetto economico. Chi paga cosa? Di quali costi e prestazioni bisogna farsi carico? Per gestire questo aspetto, bisogna riunire tutti a un tavolo, farsi un’idea complessiva e definire delle priorità. VitaSen aiuta le persone a gestire questo processo.

Come vivono le famiglie questa situazione? Che cosa è loro d’aiuto?

In molte famiglie la perdita dell’indipendenza è un tabù, proprio come la morte. Se ne parla solo quando il bisogno è ormai concreto e spesso le persone coinvolte sono al limite e senza gli strumenti adeguati.

Oggi si vive attivi e indipendenti più a lungo. Una perdita improvvisa di autonomia è quindi ancora più gravosa. Improvvisamente serve aiuto, qualcuno che si assuma delle responsabilità.

Per questo, consiglio a tutti di redigere per tempo un mandato precauzionale. In questo modo, si definisce chiaramente chi può decidere al posto nostro: una persona di fiducia che rispetterà i nostri desideri. Farlo dà sicurezza, a tutte le persone coinvolte.

Brevi spunti di riflessione

Un breve sguardo a diversi ambiti della vita può portare chiarezza e nuovi spunti per più benessere e sostegno.

Com’è il mio contesto vitale?

Altrettanto importante è pensare per tempo al proprio futuro. Quali strutture mi piacciono? Quali sono le mie priorità? Quali spese bisogna prevedere? Si tratta di assumersi la responsabilità per sé e in dialogo con la famiglia

In altre parole?

Prima o poi avremo tutti bisogno di assistenza, per questo è importante essere informati e preparati. Come quando scegliamo un padrino o una madrina per i nostri figli, possiamo scegliere anche chi ci accompagnerà nella vecchiaia. Così restiamo protagonisti della nostra vita, anche nei momenti difficili.

Cooperativa – una marcia in più nella solidarietà

In quanto società cooperativa, la KPT appartiene ai suoi assicurati. Si assume la responsabilità: nei confronti della società, dei collaboratori e dei partner e agisce in modo sostenibile. Al centro c’è il bene comune. La società cooperativa KPT favorisce l’impegno sociale di utilità pubblica e sostiene progetti e istituzioni come l’oasi VitaSen.

• La mia situazione abitativa (compresa la posizione e l’accessibilità) è sicura e gradevole?

• Sono ben organizzate le mie risorse finanziarie e assicurazioni sociali (ad es. AI, AVS, cassa pensioni, cassa malati)?

• In famiglia ci sono animali la cui presenza mi fa bene o che possono diventare un peso?

Com’è la mia vita sociale?

• Ho attorno a me persone con cui mi sento a mio agio e che sono disponibili ad aiutarmi?

• Il modo in cui gestisco il tempo libero mi fa bene?

• Mandato precauzionale, testamento e altre questioni legali sono in ordine: qualcuno lo sa?

Com’è la mia salute?

• Quali diagnosi ho ricevuto? Che terapie seguo? Le riesco a gestire?

• Che grado di autonomia ho nella quotidianità? Mi serve assistenza (ad es. mezzi ausiliari, Spitex)?

• Sono fisicamente in forma, mi nutro correttamente e ricevo l’assistenza necessaria?

Come mi sento emotivamente?

• Mi sento stabile – ricevo aiuto per affrontare le paure o la perdita di memoria?

• Sono in grado di ragionare e decidere lucidamente? Come mi vedo, come mi vedono gli altri?

• Che cosa mi sta a cuore? Ad es. rispetto al senso della vita, alla fede, alla morte o a ciò che mi rende felice?

Il silenzioso trionfo della quiete

La quiete non fa molto rumore, ma lascia il segno – nei corpi, nelle menti, nel calendario. Chi sa osservare, scopre una storia dietro a ogni sbadiglio e un piccolo miracolo dentro ogni ora di pausa. Tra statistiche del sonno e tartarughe che adorano la lentezza, queste cifre ci parlano di qualcosa di essenziale: il dolce far niente.

Il sonno delle tartarughe

Le tartarughe giganti delle Galapagos raggiungono i 170 anni, ma dormono fino a 16 ore al giorno – senza sensi di colpa, filtri per la luce blu o podcast per conciliare il sonno. Forse è questo il segreto dell’eterna giovinezza: meno problemi da affrontare, più sonnellini da schiacciare.

Om anziché OMG

La meditazione riduce il ritmo cardiaco di 5-10 battiti al minuto. Un po’ come un allenamento per i più pigri – ma senza crampi e a occhi chiusi. Per un rilassamento profondo non servono né abiti sportivi né beverone proteico.

Buongiorno dottor Bosco

Corpo Due ore di natura alla settimana bastano per ridurre lo stress e migliorare il benessere. Sono solo 17 minuti al giorno – meno di quanti dedichiamo ai video di gattini. La natura: il migliore dei medici e quello con la lista d’attesa più corta.

Testo: Marco Garbely / Illustrazione: Marc Ambühl

Opera d’arte o spazzatura?

Quando la matita vaga libera sul foglio, la mente rallenta: un solo minuto di disegno creativo ridà pace al corpo e alla mente. Non bisogna per forza essere Picasso – quattro tratti mentre si è al telefono bastano per passare in modalità zen. E, forse, per creare un’opera d’arte.

Chief Relaxing Officer

Secondo vari studi, chi ogni settimana dedica 5 ore all’ozio si sente meglio. Ora si chiama «intentional downtime» e sembra l’ultima novità uscita da un seminario per dirigenti – ma è il dolce far niente di sempre, senza sensi di colpa. Oppure, in altra forma, una domenica in santa pace.

Letture che rilassano

6 minuti di lettura al giorno riducono lo stress del 68%. Purché non si tratti di dichiarazioni dei redditi, condizioni d’assicurazione o chat di gruppo con 84 messaggi arretrati. Nel mondo del riposo regna la fantasia – non l’agenda.

L’umore in cantina

Quando arrivano i primi freddi, anche l’umore ne risente: una persona su quattro soffre di depressione stagionale. La medicina migliore? Aria aperta e movimento –bastano un berretto e un paio di auricolari per vincere la tristezza. Oppure una zucca, da scolpire con un contagioso sorriso.

Come popcorn nella testa

Si susseguono senza sosta: ogni giorno il cervello processa oltre 6’000 pensieri, idee e scenari ipotetici. Per una pausa da questa straordinaria esplosione si può respirare a fondo – o farsi ipnotizzare dalla centrifuga della lavatrice.

A

Dal surf al software: un multitalento con una visione

Robert Segessenmann

Adora le cose un po’ folli, sviluppa soluzioni IT creative per la KPT e cerca sempre nuove idee per crescere e ottimizzare il contesto di lavoro.

«Sono attratto da tutto ciò che gli altri non amano fare o sembra un po’ folle.» Di Robert Segessenmann ce n’è uno solo. Quando arriva, porta con sé una ventata di dinamismo ed energia positiva. Come Workplace Manager cerca proattivamente l’interazione con le collaboratrici e i collaboratori per identificare le esigenze in ambito IT. Per le specialiste del settore dentistico, ad esempio, ha fatto installare ulteriori monitor verticali e un’infrastruttura speciale con cui possono valutare in modo più efficiente e rapido le radiografie 3D. «Il segreto del mio successo sta nell’ascolto e nell’osservazione», spiega entusiasta. A 64 anni, alla pensione non ci pensa ancora. Anzi, vuole continuare a lavorare. «Formo molte persone, ma ho anche modo di imparare da chi è più giovane – è mettendo in comune la creatività che si trovano idee geniali. Per questo, smettere ora sarebbe un peccato.»

Robert si vede come un «artista dell’ottimizzazione» e un po’ come il WALL-E del film di animazione. «Per me, quel robot è come un gemello. Quando ho visto il film per la prima volta, mi sono ritrovato nel suo personaggio e mi sono commosso.» Nel film, WALL-E ripulisce una terra sommersa dai rifiuti e seleziona tutto ciò che può essere riutilizzato. Con la sua cassetta degli attrezzi, trova la soluzione giusta per ogni sfida. Anche nel tempo libero, Robert è pieno di energia – quando non sta riparando qualcosa, fa surf, snorkeling o nuoto. In autunno lo si può trovare nel bosco, alla ricerca dei porcini più belli. Se ha bisogno di riposo, torna a casa, abbassa le luci e si immerge nel jazz-rock.

Testo: Natalie Portmann / Foto: Pascal Triponez

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Testo: Fabienne Bühlmann / Illustrazione: Marc Ambühl

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