Un'infanzia nella bufera (Maria Landi)

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Questo libro appartiene a __________________________________

Maria Landi

Un’infanzia nella bUfera

Prefazione di Andrea Soglia ITACA

Pubblicare è dare alla luce.

Desideriamo mettere in luce parole che accompagnino le persone nella vita.

Questa è la responsabilità che abbiamo come editori. Libri compagni di viaggio.

Nella collana Icaro

Alessandro Grittini

Costellazione Kurt

Nicola Mastronardi

Viteliú. Il viaggio di Marzio

Sara Allegrini Abisso

Maria Landi

Un’infanzia nella bufera www.itacaedizioni.it/un-infanzia-nella-bufera

Prima edizione: marzo 1995

Nuova edizione: marzo 2025

© 2025 Itaca srl, Castel Bolognese

Tutti i diritti riservati

ISBN 978-88-526-0800-1

Stampato in Italia da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)

Col nostro lavoro cerchiamo di rispettare l’ambiente in tutte le fasi di realizzazione, dalla produzione alla distribuzione. Utilizziamo inchiostri vegetali senza componenti derivati dal petrolio e stampiamo esclusivamente in Italia con fornitori di fiducia, riducendo così le distanze di trasporto.

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Prefazione

Tanti libri, e fra essi anche alcuni di successo, sono destinati a “invecchiare” a qualche anno di distanza dalla loro pubblicazione.

Non è questo il caso di Un’infanzia nella bufera di Maria Landi che, a trent’anni dalla prima edizione, non solo non è invecchiato, ma è addirittura ringiovanito: il suo contenuto è divenuto di un’attualità disarmante in questo frangente di storia in cui, come non mai, la pace mondiale è così in pericolo e in tante parti del mondo le famiglie sono costrette a rivivere quello che visse la famiglia di Maria Landi, originaria della frazione Pace di Castel Bolognese.

E proprio nella tranquilla frazione dal nome tanto evocativo, la dodicenne Maria va incontro alla Grande Storia, quando la linea del fronte di guerra si attesta lungo il fiume Senio a due passi dalla sua casa.

La famiglia di Maria ne paga pesantemente le conseguenze. Dopo aver cercato di convivere con il “fuoco”, ben presto è costretta ad abbandonare la propria casa al suo triste destino e a riparare in paese, trovando rifugio dapprima in una cantina

della Villa Centonara e poi in quella del Monastero delle Domenicane, che ospita alcune centinaia di persone contemporaneamente.

Maria sperimenta la malsana vita della cantina, la paura quotidiana dei bombardamenti, la fame, la convivenza con i pidocchi, le prepotenze dei tedeschi, l’ansia per la sorte dei familiari e degli amici e il senso di precarietà della vita e dell’incertezza del domani. Ma conosce e mette in pratica anche i buoni sentimenti, la solidarietà reciproca fra i rifugiati, la condivisione di quel poco che si ha con gli altri. E infine prova la grande gioia della Liberazione e dell’uscita dall’inferno della guerra, con il ritorno a casa, alla quale è rimasto solo un brandello di tetto, quello della camera da letto, dalla quale ritorna a vedere lo spettacolo delle stelle.

Maria racconta tutto questo vissuto con la consapevolezza della donna adulta, ma con gli occhi e i sentimenti della ragazzina del tempo di guerra, e lo narra con un linguaggio colto ma, al contempo, semplice e immediato, che arriva a toccare i sentimenti non solo degli adulti ma anche dei giovanissimi i quali, quando la leggono, hanno la stessa età della protagonista e si immedesimano.

Anche per questo il libro si è mantenuto “giovane” e in questi trent’anni è entrato nelle case di tanti ragazzi castellani, grazie ai consigli di lettura ricevuti a scuola.

La casa editrice Itaca, molto opportunamente, cura la nuova edizione di Un’infanzia nella bufera perché il libro continui ad essere letto, soprattutto

dalle giovani generazioni, alle quali Maria rivolge l’appello accorato di comportarsi, nel loro vivere civile, «in modo da impedire che accada ancora ciò che accadde allora».

Indice fotografico

Copertina

La piazza di Castel Bolognese nell’estate del 1945 vista dal balcone del vecchio Municipio, poi demolito.

A destra le rovine di Palazzo Mengoni, attuale Municipio.

Pagina 8

La chiesa di Santa Maria della Pace prima della guerra.

Pagina 114

I resti delle case vicine al ponte sul fiume Senio.

Pagina 133

I resti di Villa Centonara.

Pagina 141

Alcune persone si aggirano tra le macerie della torre e della chiesa del Suffragio.

Pagina 142

Facciata e interno del monastero delle monache domenicane.

Pagine 145­146

Ambienti del monastero devastati dalle bombe.

Pagina 151

Le macerie della torre abbattuta.

Pagina 152

Veduta della via Emilia all’interno del paese.

Sullo sfondo la cupola della chiesa di San Francesco.

Pagina 153

Altra veduta della via Emilia all’interno del paese.

Pagina 154

La palestra delle scuole Bassi.

A sinistra i resti del campanile di San Petronio.

Pagina 160

La chiesa della Pace al termine della guerra.

Pagina 165

I resti delle case che sorgevano vicino al fiume Senio.

Pagine 166­167

A destra Palazzo Mengoni e a sinistra un portico poi demolito (era antistante l’attuale sede della Banca di Credito Cooperativo della Romagna Occidentale in Piazza Fanti). In primo piano si intravede la ringhiera della fontana di “Ravaiol”.

Pagina 168

Il campanile del monastero delle monache domenicane.

Pagine 186­187

La facciata dell’ex oratorio Parini (secolo XVIII) e alcune case del borgo sulla via Emilia.

Crediti fotografici

Archivio Andrea Soglia

Archivio Monache Domenicane

Archivio Elio Bambi

La distruzione generale non impediva il ricambio delle stagioni, il rinnovarsi della natura che, puntuale, sbocciava al ritmo di sempre. Presto sarebbe arrivata la Pasqua. Cristo, anche quest’anno, sarebbe uscito dal sepolcro e sarebbe risorto, vincendo la morte.

“Una sera entrò in casa un soldato tedesco, infreddolito e affamato. Faceva servizio di difesa, lungo l’argine del fiume. Chiese gentilmente qualcosa da mangiare. Sedette accanto al fuoco, insieme a noi, e divorò quanto gli demmo. Si chiamava Ambrogio e sognava soltanto di ritornare a casa, dai suoi bambini. Alle dieci se ne andò, ringraziandoci e promettendo di tornare a trovarci.

Sparì nella notte, povera figura stanca e derelitta.

«Non è mia intenzione redigere una storia della Seconda guerra mondiale, ma scriverò la storia di una famiglia coinvolta e travolta dai suoi ingranaggi». maria landi

«Maria racconta con gli occhi e i sentimenti della ragazzina del tempo di guerra, con un linguaggio colto ma, al contempo, semplice e immediato che arriva a toccare i sentimenti non solo degli adulti ma anche dei giovanissimi». andrea soglia

Maria Landi è nata il 2 maggio 1932 alla Pace, una piccola frazione di Castel Bolognese, in Romagna, posta sul fiume Senio dove il fronte si fermò per quattro mesi fino alla liberazione, avvenuta il 12 aprile 1945. Ha raccontato le vicende della sua famiglia nell'immediato dopoguerra nel libro Il ritorno alla casa sul fiume Senio (Carta Bianca Editore 2015).

€ 12,00

itacaedizioni.it

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