






IN VACANZA CON FIORELLA E ROSETTA




Di nuovo zaini in spalla, carta alla mano e via lungo un bellissimo sentiero nel bosco. C’è una pace incredibile, il sottobosco regala dei profumi inebrianti. Mentre cammino, fotografo delle bacche e delle erbe che hanno aromi davvero deliziosi, nel mio negozio farebbero un figurone! In lontananza sento il gorgoglio di un ruscello, e infatti, dopo una curva, gli alberi lasciano spazio a una cascata impetuosa, da cui parte un torrente che scende verso valle a tutta velocità. Guadiamo il ruscello, appoggiando bene i piedi sui ciottoli, che sono decisamente scivolosi, e proseguiamo dentro il bosco. La discesa ora è più dolce e ci troviamo a valle. Giungiamo a un delizioso paesino con le case costruite in pietra e i tetti in legno. Adoro le persiane colorate col cuore al centro e i gerani rossi che scendono dai balconi. È tutto così romantico qui e un pensiero vola a Ulisse e Nico: chissà come se la passano!
«Fiorella, Fiorella, ci sei?».
Ops, chi mi chiama? «Scusatemi, ero un po’ distratta».
Filippo scoppia in una risata: «Bentornata, è un po’ che Isacco ti chiama, ma a che stavi pensando?».
Sono un po’ imbarazzata e non mi vengono le parole. Senza parole io, ma ci pensi? Ortensia viene in mio aiuto: «Non ti preoccupare, cara, si può ben capire che il tuo pensiero corra al tuo negozio».
«Fiorella, abbiamo trovato un vecchio mulino, il campo di grano dovrebbe essere vicino» mi aggiorna Isacco.
«Cosa c’entra il campo di grano col mulino?» chiedo curiosa.
«Vedi Fiorella, l’uomo negli anni ha imparato a sfruttare la forza dell’acqua per trasformare le materie prime in prodotti finiti da utilizzare».
Anna lo interrompe:
«A scuola abbiamo studiato che la ruota del mulino, girando instancabilmente, genera un’energia pulita che viene usata per spaccare le pietre e farne mattoni per le case, per segare grandi tronchi da usare per costruire o ancora per far girare le macine, che trasformano il frumento in farina. Ecco spiegato il legame tra il mulino e il grano».
Anna lascia tutti a bocca aperta.
«Complimenti Anna, un’ottima spiegazione» si congratula Isacco, mentre proseguiamo, lasciandoci il paesino alle spalle. «Ecco il campo di grano che cercavamo» conclude Rosetta. «Che strane spighe, non assomigliano a quelle del campo dell’Asinello» osservo.
«Questo è grano saraceno, originario di luoghi molto lontani da qui, è arrivato fino a noi intorno al 1600 e da allora è molto coltivato ad alta quota» ci spiega Ortensia. «In queste zone le valli non sono abbastanza ampie per poter coltivare il grano che conosciamo. Sono invece perfette per questo cereale e per la segale, che sopportano bene il clima rigido e l’ombra.
Dai loro chicchi si ottiene una farina scura. Ecco perché il pane in montagna non è chiaro come quello che siamo abituati a vedere».
Sono commossa: fin dai tempi antichi, in ogni posto gli abitanti hanno imparato a valorizzare quello che la natura offre. Ne raccolgo un bel mazzo da mettere in negozio, sarà un bel ricordo da condividere coi miei clienti.
Filippo interrompe nuovamente i miei pensieri:
«Ma ora cosa dobbiamo cercare? Qui ci sono solo spighe».
«Sinceramente non lo so. Dividiamoci e setacciamo il campo, se qualcuno trova qualcosa di insolito, chiami gli altri» dice Rosetta.
Partiamo, ma è come cercare un ago in un pagliaio!
Tengo l’orecchio bello teso, sperando che qualcuno lanci un segnale, ma nulla… silenzio totale.
Sono stanca e amareggiata, quando Rosetta ci raduna: «Esploratori, ragioniamo. Quale indizio può aver seminato qui Pan-el-Gran?».
«Non so se possa aiutare, ma se fosse stato proprio il nostro esploratore a portare dall’Oriente i semi di grano saraceno e seminarli qui?» suggerisce Isacco.
«Questa è un’ipotesi molto interessante. Pan-el-Gran era molto esperto di botanica» gli risponde Rosetta.
«Anche il mulino risale a quell’epoca» aggiungo io, stupendo tutti quanti, così proseguo: «Sono stata attirata da una parete tutta decorata con delle spighe. Così mi sono avvicinata e ho letto questa scritta: Mulino del 1600.
Sull’acqua si è fissata l’umanità appena nata ». «Torniamo subito al mulino» esclama Rosetta, mentre corriamo con una ritrovata energia. «Riconoscete quella spiga? Non è una semplice decorazione, ma il simbolo con cui Pan-el-Gran ha firmato tutte le sue lettere!» poi, sempre più emozionata, Rosetta si rivolge a Filippo: «Ti va di guidare per la prossima tappa? C’è un’ipotesi che voglio verificare con Ortensia durante il viaggio».
1. Fiorella annota sul taccuino ciò che vede nel bosco. Riscrivi i nomi in sillabe sull’etichetta giusta.
PIGNA
MIRTILLI
GHIANDE
FUNGHI
TRIFOGLIO
RIBES
LAMPONI
BACCHE
CIOTTOLI
UCCELLINO
2. Di chi saranno queste impronte? Segui le tracce, completa i numeri tra le impronte e scrivi l’operatore mancante sotto all’animale a cui appartengono.
1. Fiorella e i suoi amici devono scendere a valle, ma hanno dimenticato l’apostrofo. Aiutali tu, aggiungendolo dove serve.
• Stamattina siamo partiti all alba per il monte Pelmo.
• Abbiamo fatto un picnic sull erba
• Nel cielo volava un aquila reale.
• Questa sembra proprio un impronta di un orso bruno.
• L aria è fresca all ombra.
• Su quell albero c è un alveare.
• C è ancora speranza di trovare il tesoro
• Siamo diretti al cuore d oro.
• L acqua fa girare la ruota del mulino.
• «Quant è alto quest albero ? Qual è il suo nome?» chiede Anna.
2. Indica con una X il genere dei nomi e riscrivili preceduti dall’articolo indeterminativo. NOMI
l’aquila X un’aquila
l’albero
l’anatra
l’eco
l’uovo
1. È il momento di guadare il ruscello. Attenzione a non scivolare sul suono SC! Sottolinea con colori diversi i suoni SCI e SCE, poi completa le frasi scegliendo le parole più adatte.
sciarpa • scossa • asciutti • sciocco • scendere • biscia • scarponi • sciare • scusa
• cascata • discesa • camoscio • bosco • cadere • affascinante • sciroppo
• scherzo • rischio • scienziato • escursione • ruscello • incosciente
• D ev’essere in inverno tra questi monti.
• E ccoci a percorrere la nel per a valle.
• L e impronte sul sentiero sembrano di , ma Isacco, che è uno dice che sono di cerbiatto.
• L ’aria è frizzantina vicino all'impetuosa
Metto la al collo per non prendere freddo, anche perchè non ho lo per la tosse.
• O rmai siamo quasi arrivati, quando Filippo grida: «Attenti una !».
• di per lo spavento. «Era solo uno !»
ride Filippo. «Non fare lo » gli dico ancora «Hai ragione, sono stato un » si l’amico.
• O gni membro della compagnia della barca guada il con attenzione. Al termine dell’ gli sono per fortuna ancora
2. Le lettere iniziali delle frasi precedenti formano le parole misteriose da riportare nella pergamena di Pan-el-Gran a pagina 4. Alcune sono già evidenziate, ma due dovrai averle scritte tu, scegliendole correttamente.
1. Che meraviglie queste case in pietra! Completa in modo simmetrico il disegno della facciata. Aggiungi se vuoi i gerani sul davanzale della finestra.
2. Quante figure piane riconosci nella figura sopra? Scrivi il nome delle figure e conta quante ne vedi. Se ne riconosci altre, aggiungile nella tabella.
FIGURE PIANE Nome Quantità
3. Ruota di tabelline! Su ogni ruota del mulino c’è una tabellina. Completa con i numeri e gli operatori.
1. Calcola con la strategia che preferisci, poi scrivi il segno < = > nel riquadro tra le operazioni.
248 + 10 + 22 854 – 160
950 – 455 200 + 13 + 232
123 × 9 1 107 : 3
3 400 : 8 645 × 5
2. Calcola velocemente, sommando prima i numeri evidenziati.
85 + 9 + 5 =
77 + 22 + 3 =
120 + 80 + 35 =
276 + 4 + 30 =
91 + 28 + 9 =
3. Calcola velocemente.
78 × 10 =
3 × 100 =
34 × 1 000 =
1 230 : 10 =
3 400 : 100 =
68 .000 : 1.000 =
1. Messaggio cifrato . Esegui i calcoli e cerca il risultato tra i sacchi di farina per controllare l’esattezza. Ricopia la lettera sul mestolo abbinato al risultato sulle righe e scopri che farina è contenuta nei sacchi.
Ricorda che a numero uguale corrisponde la stessa lettera.
1 827 + 43 + 199 = 6 677 + 188 + 295 = 8 . 314 – 1. 308 = 4 .951 – 1.501 = 57 × 9 = 86 × 4 = 884 : 4 = 735 : 5 =
La farina nei sacchi è di:
Nel mio retrobottega tengo farine di ogni genere, per le tante ricette che io e i miei clienti desideriamo preparare e consigliarci a vicenda. Vuoi scoprire di più? Prendi nota nel tuo taccuino!
Devi innanzitutto sapere che non tutti possono mangiare il pane e gli alimenti fatti con farina di grano. Alcune persone, infatti, sono intolleranti al glutine contenuto nel grano e quindi nelle farine. Alcuni tipi di cereali, invece, sono molto adatti perché non contengono il glutine! Li trovi anche in queste pagine, sono: il grano saraceno, l’avena, il mais, il riso…, ma anche le castagne, con queste farine si può stare tranquilli! A dirla tutta il grano saraceno non è un cereale, anche se lo chiamiamo “grano”. Si tratta di una pianta erbacea che produce uno stelo che fiorisce e, quando arriva a maturazione, è ricco di frutti che assomigliano a granelli triangolari. Per la forma dei frutti, che noi chiamiamo chicchi, fa parte della famiglia delle Poligonacee. In questo nome c’è nascosta una parola di geometria: poligoni! Vedi come tutte le cose che impariamo si collegano tra loro? Questo è entusiasmante, non credi?
1. Facendo una piccola ricerca e con l’aiuto di chi hai vicino, indica se contengono glutine, poi colora il nome di chi non è un cereale.
Mais Grano Segale Quinoa Avena
SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO
Riso Orzo Miglio Farro Grano saraceno
SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO
2. E ORA CUCINIAMO! Con questi cereali puoi preparare tante pietanze sia salate che dolci! Realizza la tua ricetta: cerchia nella dispensa gli ingredienti che vuoi utilizzare, aggiungine altri a tuo piacimento, ma prendi almeno un cereale!
INGREDIENTI:
si pavoneggia Filippo, mentre costeggiamo un delizioso lago dall’acqua azzurrissima.
«Cos’è il rimbalzello?» chiede curiosa Anna.
Filippo, alla guida del nostro camper, le risponde: «È il lancio di ciottoli nel lago. Peccato non ci sia tempo di mostrarvelo».
Rosetta interviene divertita: «Siamo fortunati: quel lago è proprio la nostra meta. Filippo parcheggia, non vediamo l’ora di ammirarti in azione! Fiorella, porti tu la macchina fotografica? Al resto penseremo dopo».
Eccoci tutti a bordo lago. Io sono pronta a immortalare l’impresa sportiva. Il nostro amico prende un ciottolo piatto, si concentra, effettua il lancio e il sasso rimbalza sull’acqua tre volte, al lancio successivo cinque, poi sette…
è davvero un campione!
Applaudiamo tutti entusiasti, mentre scatto qualche foto.
«Ora state a vedere: farò un lancio all’indietro, con gli occhi chiusi»
dice Filippo. Non starà un po’ esagerando?
Rimaniamo tutti in silenzio per non distrarlo.
Filippo prende un bel respiro, lancia… ploff…
Questa volta neanche un rimbalzo: il sasso finisce dritto nel fondo del lago. Il campione si dispera, non pensavo fosse tanto sensibile!
«Su Filippo, non fare così, puoi sempre riprovare e comunque ci hai già dimostrato di essere un fenomeno!» gli dico, cercando di consolarlo.
«Non è questo, Fiorella… è che… ».
«È che… ?» chiediamo in coro.
«È che mi sono confuso e invece del sasso ho lanciato le chiavi del camper!».
«Cooosaaa?? Oh, Filippo, e ora come faremo? Dove dormiremo? Come ci sposteremo?», ma l’amico è così dispiaciuto che non riusciamo nemmeno ad arrabbiarci con lui.
Rosetta interviene:
«Su su, calmiamoci, gli imprevisti fanno parte del lavoro dell’archeologo. L’importante è essere giunti alla meta. Abbiamo ancora qualche ora
di luce per dedicarci alla nostra caccia al tesoro, procurarci qualcosa da mettere sotto i denti e trovare un riparo per la notte. Domani penseremo a come muoverci».
Camminiamo a passo spedito tra salici piangenti che sfiorano l’acqua con i loro rami, quando vediamo in lontananza delle casette piuttosto rustiche.
Ci avviciniamo: altro che rustiche! Sono palafitte, capanne sull’acqua che sembrano uscite proprio dalla Preistoria, com’è possibile?
È Rosetta a sciogliere ogni dubbio: «Ricordate la scritta al mulino Sull’acqua si è fissata l’umanità appena nata ? Mi ha fatto pensare agli uomini primitivi che piantavano i pali delle capanne nell’acqua. Anni fa io e Ortensia abbiamo lavorato qui e ritrovato resti di palafitte del Neolitico».
Davvero?! Questa sì che è una fortuna!
«Questo villaggio è una fedele riproduzione di quello primitivo. A quest’ora è chiuso al pubblico, ma conosciamo un ingresso per gli addetti ai lavori.
Resta solo da capire cosa lega questo luogo al tesoro» prosegue Ortensia. Isacco esclama, ridendo: «A stomaco pieno sarà più facile far lavorare il cervello!».
Già, tutte queste emozioni ci hanno fatto venire una gran fame!
Ma cosa mangeremo? E con cosa cuciniamo? Entriamo in tutte le capanne, ma ci sono solo utensili preistorici, e non è un modo di dire! Tutti gli zaini sono sul camper, tranne il mio, ma ho tolto tutto per far spazio alle spighe di grano saraceno. Giusto, il grano saraceno! Forse ho un’idea…
«Rosetta e Ortensia, voi dedicatevi alla caccia al tesoro, alla cena pensiamo noi!» esclamo e affido a ognuno un compito.
«Filippo, qui ci sono una canna rudimentale e delle reti fatte di foglie e radici. Portale con te a bordo di quella zattera e vai sul lago a pescare!».
Isacco dovrà prendere l’acqua al pozzo e cercare di accendere il fuoco con due pietre focaie. Io e Anna ci occuperemo di macinare il grano. Ora tutti al lavoro! Io e la mia aiutante prendiamo i chicchi dalle spighe, poi li passiamo nelle macine di pietra, sfregando con un sasso più piccolo, liscio e tondo: che fatica!
Alla fine, però, otteniamo un bel sacchetto di farina, che impastiamo con l’acqua. Dividiamo l’impasto in tante palline e le allarghiamo in dischi sottili.
Molto bene, ora non ci resta che passare alla cottura!
Vado a controllare come se la cavano i miei amici: trovo Isacco che si è schiacciato un dito con le pietre, ma è riuscito ad accendere il fuoco. Filippo è tornato con una bella carpa e due pesci persico, ancora una volta ci ha davvero sorpreso!
Mettiamo il pesce a cuocere sul fuoco e stendo i miei dischi su pietre roventi, proprio come facevano gli uomini primitivi. Anna vorrebbe aiutarmi, ma questa volta meglio di no: si rischia davvero di scottarsi!
Qui riuniti intorno al fuoco ognuno racconta qualcosa di sé.
Comincio io con le storie della mia famiglia, parlo di Ginestra e del padre, che, dopo una vita sempre in viaggio, giunti nelle nostre terre, hanno deciso di vendere tutto per comprare un campo di grano e dedicarsi all’agricoltura. Mi ha sempre incuriosito questa scelta, ma dalla loro attività è derivata la mia passione per l’orto, che mi ha poi portato ad aprire il negozio di frutta e verdura.
È la volta di Rosetta. Sua madre, l’americana Marilyn, scrive libri di storia, mentre il papà, Giorgio, è un grande e famoso archeologo. Che bella coppia dev’essere!
Rosetta ha deciso di diventare archeologa a sua volta, perché seguire il suo papà negli scavi l’ha appassionata fin da piccola.
Anna ci dice che da grande vorrebbe diventare un’investigatrice; Isacco ci ricorda di come è nata la sua passione per le stelle. Tocca a Ortensia che racconta come la sua scelta di diventare un’archeologa fosse partita proprio dalla passione per le scoperte degli uomini primitivi.
«Pensate all’agricoltura, nata proprio in quell’epoca, perché le donne si resero conto che, dove lanciavano i semi, crescevano orzo, farro, miglio. Poi con il calore del fuoco hanno imparato a cucinare un pane primitivo. Questa è la storia delle nostre origini, è la nostra storia; per questo è importante conoscerla e per questo ho deciso di diventare insegnante, per condividerne la meraviglia con gli altri».
È così affascinante ascoltarla, dev’essere stata un’insegnante eccezionale!
Filippo prende coraggio e ci chiede scusa del suo essere così maldestro.
«Ma cosa dici? Senza di te non avremmo vissuto questa serata così magica!» gli dico. C’è un calore qui che non è appena quello del fuoco, è soprattutto quello della compagnia. Come sarebbe bello se anche Ulisse e Nicoletta fossero qui! Penso agli uomini del Neolitico e al perché il linguaggio sia nato proprio intorno al fuoco. La loro vita non era per niente semplice, ma ogni sera uomini, donne e bambini si radunavano per scaldarsi, mangiare e cercare di scambiarsi idee, domande, esperienze e scoperte, che sono arrivate fino a noi.
Finalmente la cena è pronta! Ecco serviti pesce fresco alla brace con piadina primitiva al grano saraceno! Sarà che è stato così faticoso preparare queste pietanze, che ci sembra di non aver mai mangiato nulla di più delizioso!
A proposito di scoperte da condividere, chiedo:
«Rosetta, com’è andata la vostra ricerca?».
«Al momento non ha dato grandi frutti. Abbiamo cercato tra i reperti antichi la spiga di Pan-el-Gran, ma nulla» risponde l’archeologa.
«In compenso io ce l’ho impressa sulla mia piadina!» esclama Anna.
«Cosa? Fammi vedere» risponde Rosetta.
«Anche sulla mia c’è qualcosa, ma sembra un fiore. Com’è possibile?» chiedo.
«Controlliamo la pietra su cui si sono cotte le piadine» dice Isacco.
«Guardate! Ci sono incise la spiga di Pan-el-Gran e questo fiore è una rosa camuna. Fiorella, penso proprio che tu abbia cotto la piadina sull’indizio che stavamo cercando, giusto Rosetta?» esclama Ortensia.
«Proprio così! In linea d’aria non siamo lontani, domattina cercheremo un modo per spostarci. Ora andiamo a dormire!» ci dice felice Rosetta. «Prendiamo della paglia dal fienile e portiamola nelle palafitte, non sarà comodo come un bel letto, ma non credo avremo difficoltà ad addormentarci, dopo una giornata come questa. Buonanotte a tutti!».
1. In queste frasi, sottolinea in il verbo , in i nomi , in gli articoli , in gli aggettivi .
• Filippo guida il camper.
• Fiorella apre la carta geografica.
• L’Italia è un Paese meraviglioso.
• Filippo lancia i sassi nell’acqua.
• I sassi rimbalzano molte volte sulla superficie dell’acqua.
• Filippo lancia le chiavi del camper.
• Gli amici vedono le palafitte del villaggio neolitico.
2. Le parole che non hai sottolineato nell’esercizio precedente sono le:
Riesci a trovare quelle semplici tra i ciottoli?
Lancia con una freccia i sassi che le contengono.
3. Completa le frasi con la preposizione articolata adatta e indica da cosa è composta, come nell’esempio.
PREPOSIZIONE ARTICOLO
Le acque DEL lago sono calme. DI IL
Le chiavi sono rimaste camper. palafitte ci sono tanti utensili.
Filippo pesca zattera.
Fiorella prende zaino le spighe.
Che atmosfera magica attorno fuoco!
1. Metti le numerazioni nei sassi che Filippo lancia sull’acqua del laghetto con le tabelline, che trovi nel primo sasso.
2 6 5
2. Inserisci tra i sassi i segni < = > confrontando i numeri di seguito.
3. Inserisci i seguenti numeri nei sassi, in ordine crescente:
Adesso riscrivi il numero più grande in lettere:
4. Inserisci i seguenti numeri nei sassi, in ordine decrescente:
Adesso riscrivi il quarto e il settimo numero in lettere:
1. Osserva gli utensili del Neolitico trovati nelle palafitte, poi unisci il nome all’utensile giusto e cerchia quelli utilizzati dai nostri amici:
FALCETTO
PIETRA FOCAIA
PIETRA
2. Dividi in sillabe le parole del Neolitico: palafitte utensili zattera macine fuoco selce terracotta telaio villaggio sedentario
3. Completa la frasi, con O, A, ANNO, HO, HAI, HA, HANNO .
RICORDA: HO, HAI, HA, HANNO VANNO SEMPRE CON L’H, QUANDO SIGNIFICANO POSSIEDO, MI APPARTIENE, OPPURE PROVARE UNA SENSAZIONE, UN’EMOZIONE, INFINE QUANDO AVERE È UN AUSILIARE, CIOÈ ACCOMPAGNA UN ALTRO VERBO.
• Filippo perso le chiavi del camper.
• Andiamo cercare un posto per passare la notte.
• « visto, Ortensia? Sembrano casette rustiche addirittura palafitte!»
• «Ma in che siamo?» chiede Anna. «Non siamo nel passato. Qui ricostruito un villaggio del neolitico».
• Fiorella è l’unica che lo zaino.
• Gli altri lasciato tutto sul camper.
• Fiorella qualche spiga di grano nello zaino.
• « un’idea!» esclama Fiorella. «Qualcuno voglia di aiutarmi?».
• Filippo va pescare.
4. Leggi le frasi e indica la funzione del verbo AVERE.
Fiorella HA delle spighe di grano
Tutti HANNO fame.
Anna e Fiorella HANNO preparato le piadine per tutti.
«Rosetta, HAI novità sulla caccia al tesoro?» chiede Fiorella.
«Ho sonno» dice Anna.
POSSESSO SENSAZIONE AUSILIARE
RICORDA: IL TEMPO COMPOSTO È FORMATO DAL TEMPO SEMPLICE + LA VOCE DEL VERBO AL PARTICIPIO PASSATO.
1. Ripassiamo il verbo AVERE. Inserisci i verbi mancanti e ripetili ad alta voce.
MODO INDICATIVO
Presente Passato prossimo
io ho io ho avuto
tu tu egli egli noi abbiamo noi abbiamo avuto
voi avete voi avete avuto
essi essi
MODO INDICATIVO
Passato remoto
io ebbi io
tu avesti tu egli egli noi noi
Trapassato remoto
voi aveste voi aveste avuto
essi essi
MODO INDICATIVO
Imperfetto Trapassato prossimo
io io tu avevo tu avevi avuto
egli egli noi noi
voi avevate voi avevate avuto
essi essi
MODO INDICATIVO
Futuro semplice Futuro anteriore
io io
tu avrai tu avrai avuto
egli egli noi avremo noi avremo avuto
voi voi essi essi
Scegli tre personaggi e tre verbi e componi le frasi minime.
ESPLORARE
2. Scegli una frase minima e aggiungi uno o più sintagmi.
3. Scegli un'altra frase minima e trasformala al passato.
4. Ora trasforma la stessa frase minima al futuro.
5. L’enigma dei PRIMI. La prima lettera del primo verbo del primo esercizio di questa pagina è la prima parola da riportare a pagina 4. 4
1. Fiorella deve organizzare la cena, ma ha solo delle spighe di grano saraceno. Aiutala a fare i conti.
Con 50 spighe di grano saraceno, si ottengono 1000 grammi di farina. Per ogni piadina occorrono 100 grammi di farina.
Fiorella deve preparare una piadina a testa per: Isacco, Rosetta, Ortensia, Filippo, Anna e per lei.
• Qual è il dato nascosto?
• Quanta farina dovrà utilizzare per preparare una piadina a testa?
• Quante spighe le occorrono per preparare una piadina a testa?
• Fiorella nello zaino ha 45 spighe. Quante piadine riesce a preparare in tutto?
• Tutti hanno ricevuto la stessa quantità di piadina. Rappresentala con un disegno.
2. Durante la cena, Ortensia spiega che nel Neolitico ci sono date che segnano i passi di alcune grandi scoperte, tra queste una è la scoperta dell’agricoltura. Scrivi nel riquadro l’anno in cui siamo, poi rispondi, aiutandoti nei calcoli con la linea del tempo.
8000 a.C. 6000 a.C. età dei metalli anno 0 noi
scoperta dell’agricoltura
• Quanti anni sono passati dalla scoperta dell’agricoltura ad oggi?
• Quanti anni sono passati dall’età dei metalli a oggi?
• Quanti anni sono passati dalla scoperta dell’agricoltura all’età dei metalli?
1. Risolvi l’indovinello e scoprirai la parola misteriosa di 5 lettere da riscrivere a pagina 4.
NON HO COLORE, NON HO ODORE, NON HO UNA FORMA, MA SENZA DI ME NON SI PUÒ STARE.
POSSO ESSERE TALMENTE LEGGERA DA VOLARE VIA O DURA COME LA ROCCIA.
NON HO GAMBE, NÈ BRACCIA, MA TRASPORTO COSE E PERSONE. COSA SONO?
RICORDA: QUESTA SETTIMANA
DOVRAI SCRIVERE DUE
PAROLE A PAGINA 4!
DOPO AVER SCELTO
IL MOMENTO
RACCONTA:
IN CHE POSTO ERI
E CON CHI?
1. Fiorella va a dormire nella palafitta, ma una cosa le sta scaldando il cuore: la bella serata trascorsa con gli amici a chiacchierare dopo una giornata avventurosa! Usa questo spazio per non perdere i bei ricordi.
CHE AVVENTURA
AVETE VISSUTO? COME SI È
CONCLUSO
IL VOSTRO MOMENTO?
PUÒ ESSERE UN'AVVENTURA, UNA FESTA, UN QUALUNQUE MOMENTO IN CUI
PASSARE DEL TEMPO CON GLI AMICI
TI HA RESO FELICE.
COSA TI SEI PORTATO/A A CASA NEL CUORE DOPO LA TRASCORSA?GIORNATA
1. Nel villaggio di palafitte mi sono dovuta inventare una piadina primitiva, ma ti regalo la ricetta della piadina romagnola, che faccio sempre per gli amici.
INGREDIENTI PER 7 PIADINE:
• 500 g di farina 0
• 300 g di acqua tiepida
• 96 g di olio extravergine d'oliva oppure olio di semi
• 10 g di sale fino
PROCEDIMENTO:
• In Romagna, devi sapere che ogni città ha il suo spessore, la mia è sottile. Se la vuoi un po’ più alta aggiungi un pizzico di bicarbonato alimentare o lievito.
1. Sistema la farina come se fosse un vulcano, crea il cratere e versa l’acqua, aggiungi un pizzico di sale (e bicarbonato se vuoi) e l’olio.
2. Con una forchetta fai scendere la farina verso il centro poco per volta, poi lavora con le mani in modo energico, fino a ottenere un impasto consistente, ma non appiccicoso.
3. Dividi l’impasto in pagnottelle da 120 g, poi tirale col matterello su un piano infarinato, fino ad ottenere dei dischi sottili. Tra le palafitte non avevo il matterello, quindi l’ho allargata con le mani.
4. Chiedendo aiuto a un adulto, scalda una teglia, puoi anche utilizzare una padella antiaderente. Esiste però uno strumento: il “testo”, un tempo di terracotta. Cuoci la prima piada, quando è sul testo devi bucherellarla con la forchetta, altrimenti fa le bolle e si brucia. Quando è cotta, la volti e cuoci anche l’altra parte.
5. Al termine, puoi tagliarla a metà o a spicchi e distribuirla ai tuoi ospiti. È buonissima con l’affettato, i pesciolini dell’Adriatico che si chiamano “sardoncini” e sono le alici, il formaggio morbido, le verdure e per finire… con la crema di nocciole! I Camuni, nell’impasto del loro pane, mettevano anche frutti di bosco, miele… così realizzavano un pane dolce.
«SVEGLIA,
grida Filippo, con tè caldo e biscotti di farina di castagna – ottimi! – per tutti. Mi alzo un po' dolorante, il letto non era certo dei più comodi, ma una bella colazione mi fa sentire subito meglio. «Filippo, ma cos’hai architettato?» chiedo. «Volevo rimediare al pasticcio che ho combinato. Così quando Rosetta mi ha detto che in linea d'aria non eravamo lontani mi ha fatto venire un’idea... venite a vedere e capirete subito».
Usciamo dalla palafitta e ci troviamo davanti una mongolfiera!
Hai letto bene: una mongolfiera col suo braciere, il cestello con i pesi, le funi e lui: il pallone!
«Vi presento Luigi» dice Filippo, indicando il pilota della mongolfiera. «Stanotte mentre dormivate sono riuscito a entrare nel camper per recuperare i nostri zaini e contattare il mio amico per trasportarci in maniera alternativa al luogo che Rosetta ci indicherà».
«Come potevo dire di no? Filippo e io siamo amici da una vita! Salite, coraggio!».
Dunque: sono una donna di mare, sulle barche ci vado spesso, ma in aria è un’altra cosa, su un pallone, poi! Luigi e Filippo accendono il fuoco nel braciere e piano piano il pallone si gonfia. Saliamo nel cestello, sganciamo i pesi e cominciamo a salire lentamente. Il pallone è molto colorato, a spicchi gialli, verdi, azzurri, blu e rosa.
«Bene Rosetta, dove vuoi che vi porti?» chiede Luigi con mappa e bussola alla mano.
«Qui siamo in Valcamonica, dobbiamo andare precisamente a Capo di Ponte» risponde lei.
«Io so dove si trova!» esclama Anna «A marzo ci sono stata in gita scolastica per vedere le incisioni rupestri dei Camuni».
«Fantastico!» interviene Rosetta. «Allora mentre voliamo potrai raccontare tu ai nostri amici di cosa si tratta».
«Volentieri. Gli uomini preistorici realizzavano graffiti sulla roccia o pitture rupestri per raffigurare scene di caccia o agricoltura. I Camuni facevano incisioni rupestri, battendo un sasso sulla pietra» ci spiega Anna.
«Bravissima» riprende Rosetta. «Forse ricorderai un’incisione particolare, una rosa con quattro petali, uguale a quella sulla pietra della piadina.
Si tratta della rosa camuna, un simbolo ancora misterioso, che si trova proprio
nelle incisioni rupestri della Valcamonica». Man mano che ci alziamo, il paesaggio diventa sempre più piccolo. Il cielo ha ancora i colori dell’alba. Non riesco a parlare dall’emozione, perché ho visto le montagne dall’alto, le cime degli alberi, l’azzurro del cielo. La paura è passata, lasciando posto solo alla meraviglia.
«Avete notato quelle montagne, una di fronte all’altra, con il fiume Oglio che scorre a fondo valle?» ci chiede Rosetta. Annuiamo col capo. «Bene: due volte all’anno, in autunno e in primavera, solo per pochi giorni, sulla montagna rotondeggiante, il Pizzo Badile, al sorgere del sole si proietta nel cielo una grande ombra violetta. Sulla montagna opposta, che si chiama Concarena, quando il sole tramonta, l'ultimo raggio penetra nella spaccatura della montagna, squarciando il buio come una lama di luce».
Ortensia prosegue: «Per gli uomini del Neolitico, quelle due montagne erano sacre e le incisioni erano come richieste d’aiuto al dio sole e alla madre terra».
Luigi interrompe questa suggestiva spiegazione: «Signori, preparatevi alla discesa: siamo arrivati!». Il nostro pilota col cannocchiale cerca un punto dove atterrare e con l’aria fredda fa scendere pian piano la mongolfiera. Ora la paura sta un po’ tornando… Come sarà l’atterraggio? Scendiamo, dondolando un po’, finché finalmente tocchiamo il suolo.
Luigi ci aiuta a scendere dalla cesta, lo salutiamo e ringraziamo di cuore, mentre si prepara già a risalire tra le nuvole.
Buon viaggio, caro Luigi!
Entriamo nel parco archeologico e ci addentriamo tra alberi di castagno e pietre lisce, strane, che affiorano qua e là dal terreno, alcune veramente molto grandi! Non sono mai stata qui, ma questo luogo ha un'aria familiare, come se lo conoscessi da sempre.
Rosetta ci dice: «Esploratori, da questo momento tenete gli occhi aperti, perché a un primo sguardo non vedrete altro che una pietra liscia, ma, se imparate a guardare, troverete cose e speriamo anche l’indizio che ci occorre!».
Non me lo sono fatto dire due volte: mi sono chinata, spostata, e appena ho avuto la luce a favore ho iniziato a riconoscere qualcosa… Vedo omini, animali, un sole, case, labirinti.
Sono al settimo cielo, quando vedo uno strano fiore a quattro petali, dev’essere quella, la rosa camuna, e ho un’illuminazione: «Amici venite!».
Appena tutti sono arrivati, prendo la foto di Ginestra che ho portato con me e la mostro: «Mi sembrava di avere già visto questo parco. Vedete?
La mia pro-prozia è seduta proprio su questo masso e indica delle incisioni. Guardate lo sfondo, combacia tutto!».
Rosetta non sta più nella pelle: «Bravissima, Fiorella, sei promossa archeologa!
Posso guardare meglio la foto?».
«Certamente» le rispondo, passandole la cornice.
«Nel punto indicato sono raffigurati un contadino e un sole, ma c’è anche una fessura, che potrebbe essere un nascondiglio» indica Rosetta.
«Forse lì Ginestra ha trovato quell’oggetto che tiene nella mano destra. Potrebbe essere un cofanetto o uno specchietto. Non trovate altrimenti sia un oggetto inconsueto da portare in un posto come questo?» osserva Ortensia, mentre prende una lente d’ingrandimento dal suo zaino. «C’è una scritta su quell’oggetto, sembrano geroglifici. Rosetta, col nome che porti non avrai problemi a decifrarli!».
«Cosa c’entra il tuo nome?» chiede Filippo e Rosetta gli sorride: «Avete mai sentito parlare della stele di Rosetta? È un’antichissima pietra di basalto nero, ritrovata su una foce del Nilo presso la città di Rosetta, da cui prese il nome. Sulla pietra era incisa la stessa scritta sia in geroglifico che in greco, così Champollion, un importante studioso, riuscì a decifrare la scrittura egizia. Insomma è stata un po’ come i nostri indizi: una chiave per risolvere un mistero!
I miei genitori hanno sempre amato questa storia, ecco perché mi hanno chiamato così! Ortensia, hai il codice con te?».
«Naturalmente, fa parte del mio caro vecchio kit da archeologa, insieme alla lente e allo spolverino».
«Perfetto, allora è il momento di metterci all’opera!» esclama Rosetta soddisfatta.
C’è bisogno di te! Consulta il codice di Ortensia e aiuta la compagnia a tradurre la misteriosa iscrizione. .
«Ma che significa? Speravo che svelasse la prossima tappa del viaggio» dice dubbioso Filippo.
«Ragioniamo… un contadino, un sole, un misterioso oggetto egizio. C’è solo un posto dove possiamo saperne di più!» esclama Ortensia raggiante.
«Volete dire che si va in Egitto?!» esclama Anna già pronta a partire.
«Per ora non così lontano» le risponde Rosetta «si va al Museo Egizio di Torino!». , ’
1. Colora il pallone della mongolfiera, seguendo le indicazioni:
• il e il non si toccano;
• il è dopo il , ma prima del ;
• l’ è dopo il , ma prima del ;
• il e l’ non si toccano;
• il e il sono vicini.
2. Colora le nuvole, in cui il valore corrisponde a 377.
3 da + 0 u + 70 h
7 da + 7 u + 3 h
1. Fiorella guarda il villaggio delle palafitte dall’alto. Aiutala a tracciare una mappa per il suo taccuino. Consulta le coordinate per inserire i dettagli, facendo attenzione a colori e forma.
5 4 3 2 1
Coordinate:
Le caselle non indicate nelle coordinate puoi colorarle di
(G;5), (H;4), (I;4) : (H;3), (I;3) : (B;7), (C;3), (D;4), (E;2), (E;5), (G;2), (L;3) : (C;7), (D;7), (E;7), (F;7), (G;7), (H;7) : (A;7) : (D;3), (E;3), (E;4), (F;2), (F;3), (F;4), (F;5), (G;3), (G;4), (G;5), (H;3), (H;4), (I;4)
1. Quante cose si vedono dall’alto!
Completa le frasi con È , E , C’È , CI SONO , C’ERA , C’ERANO .
• Sotto di noi un un bel parco intorno.
• le del neolitico le canoe.
• Lungo la strada un camion. Ora appena entrato in
• un che attraversa la valle: l’Oglio.
• Sul lago delle , che ora non si vedono più.
• Alla partenza i colori dell’alba; ora un bel azzurro.
• emozionante unico volare su una !
• l'ultimo biscotto fatto non con farina di , ma di castagne.
2. Ti ricordi che cereale è?
Ha 5 lettere ed è la parola misteriosa da scrivere a pagina 4.
3. È arrivato il turno del verbo ESSERE , un verbo molto speciale. Aggiungi nelle tabelle le voci mancanti.
MODO INDICATIVO
Presente Passato prossimo
io sono io sono stato
tu tu egli egli
noi siamo noi siamo stati
voi siete voi siete stati
essi essi
MODO INDICATIVO
Passato remoto
Trapassato remoto
io fui io fui stato
tu fosti tu egli egli noi noi
voi foste voi foste stati
essi furono essi
MODO INDICATIVO
Imperfetto
Trapassato prossimo
io io tu eri tu eri stato
egli egli
noi noi
voi eravate voi eravate stati
essi essi
MODO INDICATIVO
Futuro semplice Futuro anteriore
io io tu sarai tu sarai stato egli egli
noi saremo noi saremo stati
voi voi
essi essi
1. Per questo gioco Fiorella usa le caratteristiche del verbo essere. Leggi gli indizi e indovina il nome del personaggio.
• Il verbo essere dice COM’È il personaggio o la cosa di cui si parla:
Indizio 1: Il personaggio è coraggioso e generoso.
• Il verbo essere dice CHI È il personaggio o la cosa di cui si parla:
Indizio 2: Il personaggio è un bagnino.
• Il verbo essere dice anche DOVE SI TROVA una persona o una cosa:
Indizio 3: Il personaggio è al mare.
Fiorella sta pensando a:
2. Ora tocca a te! Scegli un personaggio della compagnia della barca e scrivi una frase per ogni caratteristica del verbo essere per descriverlo.
• COM’È.
• CHI È.
• DOVE SI TROVA.
3. Anche il verbo essere, come il verbo avere, ha un’altra funzione: aiuta gli altri verbi a formare i tempi composti: è AUSILIARE!
Oggi siamo saliti sulla mongolfiera. Il pallone è stato gonfiato e si è alzato!
Scrivi una frase sull'avventura di questa settimana della compagnia della barca, usando il verbo essere come AUSILIARE di altri verbi:
1. Partecipa anche tu. Ogni partecipante prende un foglietto, una matita e pensa a una frase con due protagonisti senza dirla a nessuno.
• CHI. Sul foglio ognuno scrive il nome del primo protagonista della propria frase, piega il foglio sulla frase scritta, in modo che nessuno possa leggere, e passa il foglio al giocatore alla propria destra.
• CHI. Sul foglio ricevuto dal giocatore alla propria sinistra, senza aprirlo, ognuno scrive il nome del secondo protagonista della propria frase, piega il foglio e lo passa al giocatore alla propria destra.
• COSA FANNO. Ognuno scrive l'azione che compiono i personaggi della propria frase. Si piega nuovamente il foglio e si passa alla propria destra.
• DOVE. Ognuno aggiunge ora alla frase un sintagma che risponda a dove i propri personaggi compiono l'azione. Si piega e si passa.
• QUANDO. Ognuno aggiunge ora un sintagma che risponda a quando i propri personaggi compiono l'azione. Si piega e si passa.
• COME. Ognuno aggiunge ora un sintagma che risponda a come i propri personaggi compiono l'azione. Si piega e si passa.
• PERCHÉ . Ognuno aggiunge ora una frase che risponda al perchè i propri personaggi compiono l'azione. Si piega e si passa.
• Al termine si apre il foglietto e ognuno legge ad alta voce la frase che è stata creata dall’incrocio delle storie di ognuno! Risate assicurate!
LA MIA FRASE ERA: ROSETTA E ORTENSIA CERCANO IL TESORO NEL PARCO DALL'ALBA AL TRAMONTO CON TENACIA PER APRIRE IL MUSEO. LA FRASE CHE HO RICEVUTO È: FILIPPO E ISACCO CANTANO SUL CAMPER DALL'ALBA AL TRAMONTO COME ROSPI PER DORMIRE.
SENTITE LA FRASE CHE HO RICEVUTO IO: FIORELLA E UN AFFASCINANTE PIRATA SALTANO NEL PARCO IN ESTATE CON ENTUSIASMO PER SPOSARSI!
1. Nel parco archeologico sono presenti moltissimi graffiti. Fiorella vuole contarli per catalogarli nel suo taccuino.
Nel primo masso ci sono 2 file di cervi, nella prima fila se ne contano 3, nella seconda 6 con vicino 5 camosci.
Quanti animali ci sono in questa zona del masso?
A destra, in alto, ci sono bovini al pascolo, nella prima fila se ne contano 6 adulti e 2 piccoli, nella seconda 10. Quanti bovini?
Nella zona a sinistra si contano altri 26 piccoli animali e 4 buoi che arano. Quanti animali sono incisi nel primo masso?
2. Completa la stele coi numeri mancanti, facendo attenzione che siano tutti diversi.
4. Quante linee in questi graffiti! Osserva e con una X indicane le caratteristiche.
OCCORRENTE:
• cartoncino spesso;
• colori a cera;
• un oggetto appuntito (come per esempio uno stuzzicadenti).
1. Prendi un cartoncino resistente, coloralo con i colori a cera che preferisci, dando uno strato di colore sopra l’altro, l’ultimo deve essere il nero.
2. Adesso, con un oggetto appuntito, come uno stuzzicadenti, disegna una rosa camuna o le figure che preferisci.
3. Incidendo così la cera stesa sul foglio, vedrai comparire gli strati colorati che hai sovrapposto e formarsi la tua figura.
DIVERTITI A CREARE SPLENDIDI GRAFFITI!
1. Fiorella ama guardare il cielo e ha disegnato sul suo taccuino le forme delle nuvole che vedeva in mongolfiera e ha appuntato le emozioni provate. è un'esperienza bella da condividere e Fiorella ha tante domande per te. Rispondi, scrivendo o disegnando in ogni nuvoletta.
TI CAPITA MAI DI FERMARTI A GUARDARE LE NUVOLE E IL CIELO?
QUAL È IL TUO CIELO PREFERITO?
SERENO, STELLATO, TRAMONTO,...
HAI MAI VISTO IL MONDO DALL'ALTO?
TI È PIACIUTO? HAI AVUTO UN PO' DI PAURA?
Il Museo Egizio di Torino! Avevo sempre desiderato visitarlo, ma non c’ero mai riuscita prima d’ora. E a pensarci bene, anche adesso come ci arriviamo?
Isacco si allontana con aria misteriosa e ricompare dopo circa un’ora.
«Venite, ho trovato un mezzo, forse non troppo veloce, ma che ci porterà a destinazione» ci dice.
Lo seguiamo fino alla stazione.
«Il nostro treno arriverà tra pochi minuti su questo binario» ci spiega.
Chissà perché un treno non dovrebbe essere molto veloce?
Dopo pochi istanti sentiamo un fischio che si avvicina.
Non è proprio come ce lo immaginavamo, ma forse è ancora meglio!
È una vecchia locomotiva a vapore, sembra un trenino giocattolo, saliamo ed è come viaggiare nel tempo.
Ci sistemiamo in una carrozza d’epoca con sedili in legno e cuscini di velluto rosso. I viaggi in treno mi piacciono moltissimo, perché posso guardare il paesaggio dal finestrino, mi posso alzare e sgranchire le gambe, e per una come me, che fa fatica a stare ferma, è molto bello!
Dopo un paio d’ore tra boschi e campagne, ecco in lontananza le sagome della città e in pochi minuti arriviamo alla Stazione Centrale di Milano; da lì prendiamo la coincidenza per Torino. Questa volta perdiamo un po’ di romanticismo, ma guadagniamo in velocità, con un treno rapidissimo che in un’ora esatta ci porta alla Stazione Porta Nuova di Torino.
Con la mappa della città ci orientiamo e in dieci minuti di cammino giungiamo al museo, anche se si è fatto tardi e ormai sta per chiudere. Entriamo comunque e Rosetta si dirige al punto informazioni. Passano pochi secondi e arriva un signore molto elegante a parlare con Rosetta e Ortensia. Sembra si conoscano. «Il direttore del museo è un nostro vecchio amico, ci ha lasciato le chiavi in modo che possiamo rimanere anche dopo la chiusura al pubblico» ci spiega Rosetta.
Che privilegio!
Quello di Torino è il primo museo egizio del mondo, iniziato nel 1630 ed è tuttora uno dei più importanti dopo il Museo del Cairo, in Egitto. Sono emozionata e un po’ spaventata allo stesso tempo.
«Amici, ricordate i geroglifici? Chi trasporta l’oro, rivela dove è seminato il tesoro. L’oro e la semina sono due elementi molto importanti sia per l’Antico Egitto che per Pan-el-Gran, quindi l’indizio che cerchiamo potrebbe essere ovunque» ci dice Rosetta.
«Meglio dividerci in gruppi» propone Ortensia. «Io e Anna cerchiamo tra papiri e geroglifici, Isacco e Filippo tra tesori, statue, sfingi, Rosetta e Fiorella occupatevi di tombe, sarcofagi e mummie. Ognuno prenda una mappa del museo.
Buona esplorazione!».
Ma perché proprio a noi dovevano toccare le mummie? Per fortuna almeno non sono sola…
«Fiorella, inizia ad andare, io voglio mostrare al direttore la foto di Ginestra per sapere se ci sa dire qualcosa del misterioso cofanetto egizio».
Come non detto: sono sola. Prendo la mappa e inizio a girare tra le teche e le sale del museo. Mi incanto davanti ai papiri, alle statue, agli oggetti raffinati. Scopro cose eccezionali, trovo anche delle pagnotte ancora intatte, conservate dentro le tombe!
Scendo alla galleria dei re. L’ambiente è davvero suggestivo: entro in un viale di enigmatiche sfingi e accedo a sale ricche di monumentali statue di dei e faraoni: che maestosità!
Risalgo e trovo i sarcofagi dei faraoni e delle regine. Scopro che le persone più importanti non avevano solo un sarcofago, ma addirittura tre, tutti preziosamente decorati con lino, oro e lapislazzuli. Dentro veniva riposta la mummia imbalsamata. Eccola qui davanti a me, devo dire che mi fa venire i brividi…
Sono immersa a osservare, quando sento strillare: «La mummia! Si è mossa!». Mamma mia che spavento!
Sento dietro di me dei versi poco rassicuranti e qualcuno che mi sfiora una spalla… Tremo di paura, il cuore mi batte forte, ma trovo la forza per lanciare l’urlo più forte che abbia mai fatto e darmela a gambe levate. Corro a occhi chiusi tra sarcofagi, papiri, statue, monili. Sento di essere inseguita, svolto in un corridoio e cado a terra, dopo essermi scontrata con qualcuno.
Che sia la mummia?
«Fiorella, che succede? Siamo qui!».
Per fortuna è Rosetta, accorsa insieme agli altri.
«Oh Rosetta, una mummia mi sta inseguendo!» spiego ancora scossa.
«Ma no, Fiorella, sarà stata una suggestione; dietro di te c’è solo Fil…».
Rosetta si interrompe e cambia tono: «Filippo, visto che sei proprio alle spalle di Fiorella, sai niente di questa storia?».
Filippo scoppia in una risata: «Dai Fiorella, era solo un piccolo scherzo!».
Scherzo o no, non riesco a smettere di tremare.
«Visto che siamo tutti insieme, vogliamo aggiornarci sull’esito delle ricerche di ogni gruppo?» chiede Ortensia, che inizia: «Nei papiri e nei geroglifici che abbiamo analizzato ci sono numerosi riferimenti alla semina, mietitura e conservazione del grano».
«Pensiamo, però, che la soluzione possa essere nel papiro delle miniere, contenente una mappa della valle del Nilo e una lettera indirizzata al faraone in cui si parla del trasporto di un tesoro» conclude Anna.
È la volta di Filippo e Isacco. «Nella nostra ricerca abbiamo annotato molte statue di legno e argilla con contadini che accatastano il grano» spiega l’astronomo.
«Abbiamo anche trovato un anello d’oro, raffigurante una barca, che trasporta gioielli, e una mucca sotto un cielo stellato» aggiunge Filippo.
Nel frattempo ecco arrivare di corsa Rosetta:
«Amici, grandi notizie! Il direttore non solo mi ha spiegato che l'oggetto misterioso è un antico scrigno egizio, ma mi ha anche mostrato un documento conservato negli archivi del museo. Indovinate? Molti anni fa un cartografo era venuto qui con la figlia per farsi aiutare nella traduzione di geroglifici presenti su uno scrigno. Pare che all’interno fossero presenti delle coordinate».
«Potrebbero indicare il luogo in cui è nascosto il tesoro. Sono presenti nel documento?» chiede Isacco.
«Purtroppo no, ma abbiamo la certezza che Ginestra le abbia trovate» risponde Rosetta. Che emozione, stiamo davvero ripercorrendo i passi dei miei antenati. Mi tornano in mente i tempi spensierati in cui giocavo da bambina nel campo di grano. Mentre sono immersa in questi pensieri, lo sguardo mi cade su una teca alle spalle dei miei amici. E… un momento: «Quei tre granai sono identici a quelli del campo della pro-prozia Ginestra!» esclamo.
Tutti si voltano ad osservare l’antica pittura.
Un brivido mi corre lungo la schiena e la testa prende a girarmi; rivedo tutti gli indizi che abbiamo trovato fin qui, gli enigmi risolti, la strada percorsa, ci sono! «È l’asinello che porta l’oro in quel sacco e ci conduce al tesoro» annuncio entusiasta.
«Ecco perché il mio pro-prozio ha venduto tutto per comprare un campo di grano! C’era nascosto il tesoro!».
«Sarebbe bello, Fiorella, ma non è possibile che Pan-el-Gran abbia visto questa pittura, dal momento che è stata ritrovata solo a inizio Novecento» mi spiega dolcemente Ortensia.
«So di non sbagliarmi: questo indizio non l’ha lasciato Pan-el-Gran, ma i miei prozii. Chi fosse giunto fin qui, seguendo le tracce di Pan-el-Gran, avrebbe potuto riconoscere il campo dell’Asinello: questo è il nome del campo di Ginestra!».
Rosetta si illumina e proclama solenne: «Esploratori, è il momento di raggiungere la meta del nostro viaggio, che è anche il nostro punto di partenza. Si torna a casa!».
1. In queste frasi gli accenti sono sbagliati, aggiungili o toglili.
• Dopo essere saliti sù nel cielo blù, la mongolfiera e scesa giu.
• Isacco ci fà cenno di seguirlo, chissa che sopresa ci avra preparato?
• Saliamo su un treno a vapore, chè ci portera al museo.
• Il treno a vapore non e diretto ne al museo ne a Torino, ma à Milano.
• Da li prenderemo un treno veloce per Torino.
• Il direttore del museo cì da il permesso dì stare nel museo dopo la chiusura, perche e amico di Rosetta è Fiorella.
2. Fiorella ha visitato un sito archeologico e ora il Museo Egizio di Torino.
Tu hai mai visitato un museo, una mostra, un sito archeologico? Dopo aver fatto la tua scelta, racconta, cercando di inserire almeno due parole con l'accento.
NEL TUO RACCONTO PROVA A RISPONDERE A QUESTE DOMANDE
• Cosa hai visitato? Dove si trova? Con chi eri?
• Cosa ti ha colpito, che non conoscevi?
• Qual è stata la cosa più bella che hai visto in quel luogo?
• È stata una bella esperienza? Hai provato noia o voglia di nuove visite?
ACCENTO MAI: sto, sta, tre, blu, fa, fu, va, re, blu
ACCENTO SEMPRE: più, giù, già, ciò, può
ACCENTO A SECONDA
DEL SENSO: si pronome – sì affermazione li pronome – lì avverbio di luogo ne pronome – né negazione te pronome – tè bevanda di preposizione – dì significa giorno da preposizione – dà verbo dare la articolo – là avverbio di luogo se ipotesi – sé pronome e congiunzione – è verbo essere
3. Inserisci il monosillabo adatto, scegliendo le coppie nella tabella di Fiorella:
• Fiorella prepara per l’arrivo al Museo Egizio e agli amici che le chiedono se è emozionata risponde di
• Rosetta Ortensia sono due archeologhe molto brave, la loro una grande amicizia.
• mummia pare essersi mossa in fondo alla sala del museo.
• Filippo aveva svegliato la compagnia con un buon e biscotti di farina di castagne e cioccolato, a piacciono?
• Isacco le indicazioni per il mezzo di trasporto prendere.
• ognuno ispeziona una sala, facilmente potranno trovarsi indizi preziosi, bisogna fidarsi di e del proprio sguardo attento!
• Dopo lo scherzo della mummia, Fiorella dice che non è stato bello divertente, deve convenire: ha avuto paura!
• nel museo ci sono proprio immensi tesori, gli amici guardano meravigliati.
• In compagnia Rosetta, ogni nuovo si preannuncia avventuroso.
1. Fai l’analisi dei verbi che trovi nela tabella, come nell’esempio.
VERBO voce del verbo coniugazione modo tempo persona ho trovato trovare 1° coniug. indicativo passato prossimo 1° p. s.
avevo desiderato arriverà risalgo scoppia abbiamo spostato capiremo ha mostrato corre abbiamo trovato andrò ha spiegato
RICORDA: I VERBI “DIRE” E “FARE” MANTENGONO LA FORMA LATINA!
DIRE = DICERE, È DELLA 2° CONIUGAZIONE
FARE = FACERE, È DELLA 2° CONIUGAZIONE
2. Ora fai al contrario. Scrivi il verbo coniugato.
VERBO voce del verbo coniugazione modo tempo persona
ho trovato
trovare 1° coniug. indicativo pas. pros. 1° p. s.
leggere 2° coniug. indicativo presente 2° p. s.
scoprire 3° coniug. indicativo imperf. 3° p. p.
andare 1° coniug. indicativo pass. rem. 3° p. s.
vedere 2° coniug. indicativo trap. rem. 2° p. p.
intuire 3° coniug. indicativo fut. ant. 1° p. s.
visitare 1° coniug. indicativo presente 2° p. p.
immaginare 1° coniug. indicativo imperf. 3° p. s.
sciogliere 2° coniug. indicativo trap. rem. 2° p. p.
risalire 3° coniug. indicativo fut. 3° p. s.
finire 3° coniug. indicativo fut. ant. 1° p. p.
1. Dal parco archeologico alla stazione ci sono 7,5 km:
• a quanti m corrispondono?
• a quanti hm?
• a quanti dam?
2. Sul treno Anna beve un bicchiere d'acqua da 20 cl di acqua:
• a quanti l corrispondono?
• a quanti dl?
• a quanti ml?
1. Sali sul treno a vapore e esegui le divisioni con o senza resto, contenute nelle locomotive con la tecnica che preferisci.
1. Il direttore comunica a Rosetta la combinazione per l'archivio segreto del museo, ma l'archeologa non la ricorda bene. Segui gli indizi per cercare di arrivare al numero a 3 cifre che sta cercando e scrivilo nell'ultimo lucchetto. Sfida i tuoi amici a chi indovina il numero nel minor tempo.
589
UNA CIFRA È GIUSTA, MA
NELLA POSIZIONE SBAGLIATA.
184 518
NESSUNA CIFRA È GIUSTA.
491
DUE CIFRE SONO GIUSTE, MA
NELLA POSIZIONE SBAGLIATA.
132
UNA CIFRA È GIUSTA E NELLA POSIZIONE GIUSTA.
UNA CIFRA È GIUSTA, MA NELLA POSIZIONE SBAGLIATA.
1. Questa è una piramide: strana, vero?
Perché è aperta, questo è lo sviluppo della piramide egizia.
Ora osserviamola: che figura geometrica ha come base?
Che figure geometriche sono i 4 lati della piramide?
Questa è la stessa piramide, ma chiusa, come si può ammirare in Egitto.
Colorala e scrivi cosa sai di questo solido.
2. La piramide di Cheope è alta 147 metri, la piramide di Chefren è alta 136 m, la piramide di Micerino è alta 61 m.
• Metti in ordine crescente le piramidi, scrivendo nei cartellini il nome giusto e l’altezza, facendo attenzione all’unità di misura.
nome: hm:
nome: hm:
• Quanti hm mancano alla piramide di Cheope per arrivare all’altezza di 1 000 m?
• Quanti dam misurano in tutto le 3 altezze delle piramidi sommate insieme?
nome: hm:
3. Nel Museo Egizio Isacco e Filippo hanno visto molti riferimenti alla raccolta del grano. Rispondi alle domande.
• Un sacco di grano pesa 25 kg. Quanti viaggi servono per portare al granaio 250 kg di grano, portando un sacco alla volta?
• Quanti sacchetti da 100 grammi confeziono con 1 kg di farina?
• Quanti sacchetti da 5 hg confeziono con 1 kg di farina?
• Quanti hg sono 200 grammi di farina?
• Quanti kg sono 5000 grammi di farina?
1. Calcoli nelle piramidi. Per calcolare ricordati che il mattone sopra, contiene la somma dei due mattoni sotto. Puoi anche scendere, ma dovrai ricordarti di sottrarre. È un gioco molto divertente che ti piacerà, cominciamo!
2. Usa queste cifre e componi il numero minore e numero maggiore.
4 8 7 1
0 3 5 7
• Numero minore
• Numero maggiore
• Numero minore
• Numero maggiore
• Numero minore
9 4 5 6
3. I misteri dell’Egitto. Conta quante volte è ripetuto ognuno dei 4 simboli nel papiro in basso. Cerca poi sulla ruota la lettera corrispondente a quel numero.
La parola che troverai dovrà essere inserita sulla lettera di Pan-el-Gran a pagina 4.
Ormai manca pochissimo alla scadenza per l’acquisto della villa per il museo, come faremo ad arrivare in tempo?
Prendiamo dei tramezzini e ci sediamo al parco davanti alle sponde del Po per mangiare e studiare un piano.
Sono emozionata all’idea di tornare a casa, vedere il negozio e soprattutto gli amici. Mi sono mancati così tanto che alle volte ho l’impressione di averli di fronte a me. Guardo il fiume e vedo un marinaio che mi ricorda tanto Ulisse. Mi sembra addirittura che mi stia chiamando.
«Fiorella, Fiorella!».
Possibile? Ho le traveggole?
«Ulisse, ma sei proprio tu? Cosa ci fai qui?».
Di tutte le sorprese di quest’estate, questa le batte tutte senza dubbio!
«Beh, Nicoletta mi aggiornava sui vostri progressi e spostamenti e… ecco… ho pensato che forse potevate avere bisogno» risponde il bagnino.
«Di’ la verità, Ulisse, ti mancavamo eh?» lo incalza Filippo, facendolo diventare paonazzo.
Ortensia ancora una volta è brava a togliere tutti dall’imbarazzo: «Ulisse sei arrivato esattamente nel posto giusto e al momento giusto! Stavamo proprio cercando un mezzo per tornare nella nostra città. A proposito, su cosa stai navigando? Questa non è la tua barca».
«No, infatti, questa è l’house boat di mio cugino Ettore. Lui vive qui. Gli ho chiesto di prestarmela per qualche giorno e sostituirmi al lavoro. Ora venite, vi riporto a casa!».
Ulisse mi allunga la mano per aiutarmi a salire sulla barca. Non resisto e lo abbraccio forte, sono così felice ed emozionata di vederlo! Dopo un primo momento in cui ci guardiamo in silenzio, sotto a un cielo stellato estivo inizio a raccontargli per filo e per segno tutte le avventure vissute. Non potevo chiedere di meglio! Ci sistemiamo per la notte all'interno dell'house boat, che è proprio come un camper, ma per l’acqua.
È dotata davvero di ogni comfort: ci sono una bella cucina, una bella sala da pranzo sotto coperta e un’altra sul ponte, che si affaccia sul fiume, un divano letto, il bagno e due camere, che gli uomini hanno lasciato a noi donne. Sistemo sul comodino la foto di Ginestra e sprofondo nel sonno…
Una nuova alba ci sveglia e, dopo un’abbondante colazione, eccoci a navigare sul Po verso il mare Adriatico.
Attraversare la pianura dal fiume è una sensazione davvero piacevole e rilassante. Procediamo dolcemente tra pioppeti, stormi di aironi e di gabbiani, borghi e paesi che verrebbe voglia di visitare uno a uno.
«Vorrei portare la meraviglia di questo viaggio anche a Nicoletta» rifletto a voce alta. Rosetta mi sorride: «Tu hai sempre in mente le persone a cui vuoi bene, sembra che siano pezzetti di te».
«È proprio così, non potrei fare a meno di loro, anzi di voi. Anche tu entri di diritto nella compagnia della barca, in fondo adesso siamo su una barca, no?» le dico, abbracciandola forte.
Isacco interviene, ridendo: «Compagnia della barca non basta più: siamo la compagnia del camper, della mongolfiera, del treno, della house boat e chissà di cos’altro! Forse meglio trovarci un nuovo nome».
«Che ne dite della compagnia degli esploratori?» propone Anna.
Il nome piace proprio a tutti e ci riporta col pensiero all’ultimo passo della nostra avventura.
Non saprei dire quanto tempo di navigazione sia passato, quando Ulisse annuncia:
«Sta cambiando l’aria, significa che siamo quasi arrivati».
È vero, sento la brezza marina e il mio cuore inizia a battere forte. Siamo entrati nel delta del Po.
Mi gusto il paesaggio: canneti e piante acquatiche sulle sponde, fenicotteri rosa, così fieri, grandi, con il loro becco strano, il piumaggio rosa intenso… È un paesaggio affascinante, un’oasi ricca di canali, colori di acqua e di cielo, natura, silenzio, pace. Ortensia ci ha spiegato che la riserva naturale del Po è un’opera d’arte come quelle custodite nei musei; racconta una storia come fanno le rocce e i fossili.
Siamo alla foce: agli ormeggi ci sta aspettando la cara BEA17, la barca a vela di Ulisse.
Eccolo, dopo tanto tempo, il mare! Non c’è nulla che mi dia serenità e energia come guardare il mio mare, calmo o in tempesta non importa.
Il suo orizzonte mi dà sempre tanta speranza. Sono appena scesa dalla house boat, quando grido: «Aspettate, ho dimenticato la foto di Ginestra in camera».
«Non ti preoccupare, te la recuperiamo noi» mi dice Ulisse, ancora sulla house boat con parte della compagnia. Ortensia la prende dal comodino e la passa a Isacco, che la passa a Ulisse, che la passa a Filippo, che invece di passarmela, me la lancia e… indovina?
La cornice cade a terra e il vetro va in frantumi. «Oh Fiorella, scusami tanto, pensavo riuscissi a prenderla, te ne comprerò una nuova» mi dice Filippo.
Rosetta si china per raccogliere la foto e esclama: «Guardate, dietro la foto c’è una mappa!».
Cosa? Accorriamo tutti a vederla: è proprio la mappa di Pan-el-Gran! Ecco dove l’aveva nascosta Ginestra! Non ci posso credere, per tutto il tempo l’abbiamo avuta con noi e non lo sapevamo!
Esaltati dalla scoperta saliamo sulla BEA17, stringendoci intorno all’antica carta per esaminarla. Il vento soffia una frizzante brezza di mare che sembra farci volare verso il tesoro!
Finalmente vedo in lontananza il faro che indica il porto della mia città.
Ora sento che ce la faremo!
1. Riscrivi in ordine i sintagmi sparsi e ricomponi le frasi, poi colora di il sintagma soggetto e di il sintagma verbale.
SENTE LA VOCE FIORELLA DI ULISSE
L’HOUSE BOAT HA PRESTATO DI ULISSE IL CUGINO
NEL DELTA AIRONI E FENICOTTERI DEL PO VIVONO
NAVIGA DEGLI ESPLORATORI LA COMPAGNIA SULLA BEA17 DI ULISSE
1. Traccia il percorso, muovendoti tra caselle vicine con parole che contengono il suono CQ . Puoi muoverti in orizzontale e verticale, non diagonale.
Scrivi il nome della parola contenuta nella casella di arrivo.
La casella di arrivo contiene la parola:
1. Esegui le operazioni a catena, seguendo i canali e scrivi nelle caselle bianche i risultati di ogni canoa.
Esegui a mente e usa tutte le strategie che conosci.
Puoi aiutarti anche facendo i calcoli scritti, ricordati che in ogni caso devi usare il risultato del calcolo precedente e continuare la catena.
• 1 pacco da 1 kg di pasta da 1,20 euro
• 2 bottiglie di salsa di pomodoro da 1,40 l’una
• 3 hg di cetrioli che costano 9 euro totali
• 1 Kg di pesche da 4,50 euro
• 1 filone di pane da 3,60 euro
• 1 cocomero per finire il pranzo da 12 euro
Quanto pesa il cocomero che ha comprato Fiorella?
Quanto costano all’etto i cetrioli?
Rientra nel negozio perchè ha dimenticato i gelati. Nel portafoglio ha abbastanza soldi?
COCOMERO : 2 € al KG
Quanti euro avrà alla fine Fiorella di resto?
GELATI : 3,75 €
1. La barca Tangram. Osserva la barca 1 e colorala secondo le indicazioni:
Barca 1 Barca 2
LE VELE: colora di la vela di sinistra, di la vela di destra, di la piccola bandiera in alto;
LO SCAFO: colora i due triangoli di , il quadrato di , il parallelogramma di
Osserva gli angoli: nella barca 2 colora di tutti gli angoli retti, di tutti gli angoli ottusi e di tutti gli angoli acuti.
• C’è una figura che ha solo angoli retti?
• C’è una figura che ha anche gli angoli ottusi?
• Che triangoli sono quelli del Tangram?
2. Adesso usa gli stessi pezzi per formare una barca diversa, ma con tutti gli elementi del Tangram. Puoi ridisegnarli o ricalcarli su carta da lucido o da carta forno, e incollarli qui per comporre la tua barca.
3. Decodifica il messaggio nascosto. I numeri colorati in basso sono delle coordinate. Scrivi in basso le lettere giuste per trovare le due parole da scrivere nella lettera di Pan-el-Gran a pagina 4.
1. Quante cose da raccontare a Ulisse! I nostri amici parlano talmente di fretta da dimenticare la punteggiatura . Aggiungila tu nei testi dei fumetti.
CI HAI FATTO
MA COME HAI FATTO A TROVARCI
NICO MI HA DETTO DOVE ERAVATE COSÌ HO CHIAMATO
MIO CUGINO
E GLI HO DETTO
CIAO ETTORE PUOI
PRESTARMI L'HOUSE BOAT
SEI ARRIVATO PROPRIO
AL MOMENTO GIUSTO
PUOI RIPORTARCI A CASA
CERTO IL VIAGGIO SARÀ LUNGO
C'È FORSE DA CHIEDERLO
VI VA DI METTERCI COMODI E AGGIORNARMI SULLA VOSTRA
CACCIA AL TESORO
NON VEDO L'ORA DI SENTIRE
ABBIAMO SCALATO LA MONTAGNA TROVATO
IMPRONTE DI DINOSAURI POI UN CUORE D'ORO
VISSUTO COME UOMINI DEL NEOLITICO VOLATO SU
UNA MONGOLFIERA GIROVAGATO TRA GRAFFITI
HO DIMENTICATO QUALCOSA
I VOSTRI RACCONTI
2. Entra anche tu nel fumetto. Personalizza con le tue caratteristiche il tuo personaggio, poi racconta a Ulisse la tappa che ha dimenticato Fiorella. Completa gli altri testi, aggiungendo i pronomi mancanti.
GIUSTO! PER FORTUNA CI SEI ____!
CHI DI ___ VUOLE RACCONTARE DEL MUSEO EGIZIO?
FILIPPO, CI PENSI ____?
BÈ, ECCO...
CREDO ROSETTA E ORTENSIA SIANO PIÙ PREPARATE. MEGLIO CI PENSINO
CREDO ULISSE NON ABBIA CAPITO A COSA SI RIFERISCONO ____ . ___NON SA DELLO SCHERZO DI FILIPPO.
1. Fiorella ha raffigurato sul suo taccuino le specie botaniche e di animali che ha visto sul fiume. Vorrebbe descriverne le caratteristiche per non dimenticare nulla. Osserva l'immagine e elimina l'aggettivo qualificativo non adatto al nome.
• elegante
delizioso
liscia
palmata
• migratore • delicato • simpatica • piumata
• fedele • cadente • immobile • musicale
SAI COSA SIGNIFICA BIRDWATCHING?
OSSERVARE CON IL BINOCOLO GLI
UCCELLI NEL LORO AMBIENTE NATURALE, ANNOTANDONE CARATTERISTICHE, COMPORTAMENTI E ABITUDINI. TI VA DI PROVARE?
1. Nel posto dove ti trovi in questo momento, vedi mai degli uccelli?
Senti mai il loro canto? Prova a farne una descrizione veloce e fai il disegno seguendo la carta d’identità.
NOME:
È un uccello, perciò ha ali
Fa le uova, perciò si chiama
Si nutre di perciò si chiama
Altre note e caratteristiche:
ci dice Rosetta. Al porto abbiamo recuperato delle biciclette e pedalato fino al campo della mia pro-prozia Ginestra.
È il momento di metterci al lavoro: prendiamo la mappa e la osserviamo con attenzione per orientarci. Il punto di partenza sembrerebbero proprio i tre granai.
Da lì è segnato un percorso, che assomiglia a quello dei dinosauri del monte Pelmetto. Ortensia prende la bussola dal suo kit da archeologa.
Dieci passi a est, cinque a nord-ovest e quattro salti a est.
Arriviamo all’aia, giriamo attorno ai pollai, che ricordano delle palafitte in miniatura. Da lì saliamo la scala di pietra, ricavata tra arbusti di rose canine, che ci conduce in cima alla collina.
Qui percorriamo un sentiero che attraversa il campo di grano fino a una grande quercia secolare.
Ci dirigiamo lì, correndo, ma a un passo dal traguardo Filippo inciampa in una radice, Isacco in Filippo, Ulisse in Isacco e così via fino ad Anna. Sotto la montagna umana Filippo bofonchia con voce sottile: «Ehm, scusate tutti… in compenso credo di avere trovato una botola sotto la pancia, se gentilmente scendeste dalla mia schiena, potremmo guardare dove conduce».
Con il capitombolo abbiamo spostato rami e fronde che la nascondevano. Resta solo da capire come aprirla, perché è chiusa a chiave.
Ortensia è pensierosa e mi chiede di scatto: «Fiorella passami la foto di Ginestra, per favore», mentre prende la lente d’ingrandimento e un codice dal suo kit. «Proprio come pensavo! Osservate. Ginestra indossa un medaglione d’oro, che rappresenta una spiga di grano in carattere cuneiforme» esclama Ortensia, mostrando il dettaglio che era passato inosservato nella foto.
«Ma certo! Chi porta l’oro, porta la chiave per accedere al tesoro! Ginestra deve aver trovato questo ciondolo nello scrigno egizio; dev’essere la chiave per aprire questa botola» afferma sicura Rosetta. «Noi però non abbiamo il medaglione» commenta sconsolato Filippo. Cerco di parlare, ma vengo coperta dalle voci degli altri, che si mischiano l’un l’altra: «Ortensia, cerca un attrezzo nel tuo kit!
Cerco nel capanno degli attrezzi. Corro in ferramenta…».
«STOP!!!» grido così forte che tutti si bloccano.
«Non c’è bisogno di agitarsi: il medaglione ce l’ho io, me l’ha lasciato
Ginestra. Lo porto sempre al collo».
Mostro a tutti il ciondolo tra un’ovazione generale.
«Oh, cara Fiorella, sei tu la custode del tesoro. Spetta a te provare ad aprire la botola, coraggio!» mi dice Rosetta emozionata.
Mi tremano le mani, ma inserisco il medaglione nella serratura. Rimaniamo col fiato sospeso. La serratura scatta e la botola si apre.
L’entusiasmo è unito a una certa paura. Davanti a noi una ripida scala scende nelle profondità buie della collina.
Rosetta ci dà le indicazioni: «Andrò io per prima, voi seguitemi.
Ricordatevi che Pan-el-Gran parla di trappole a protezione del tesoro». Procediamo in silenzio nella penombra. Pian piano gli occhi si abituano all’oscurità e ci ritroviamo in una stanza spoglia e impolverata.
Non sembrano esserci altre aperture e del tesoro nemmeno l’ombra. Ortensia punta la torcia sulla parete davanti a noi: «C’è qualcosa qui… sembra un crittografo, uno strumento usato per nascondere un messaggio in codice. Già, ma quale messaggio?».
La voce di Anna squarcia il silenzio: «Guardate ci sono delle incisioni sopra il crittografo!».
«Ottima vista, Anna! Quelli sono caratteri sumeri» osserva Rosetta. «Ortensia, penso che ci servirà di nuovo il tuo codice per i caratteri cuneiformi!».
«Certo, è sempre nel mio caro vecchio kit!» risponde baldanzosa.
È il tuo momento, interpreta bene i caratteri cuneiformi.
Ricorda: a simbolo uguale corrisponde lettera uguale!
Ora che hai tradotto la parola misteriosa riportala nella pergamena di Pan-el-Gran, a p. 4.
Qualcosa scatta nella parete di fronte a noi e, con una nuvola di polvere che ci fa tossire, si apre un varco. Ci avviciniamo a guardare con attenzione e… meraviglia!
Entriamo di corsa, mentre il passaggio segreto si richiude dietro di noi.
Davanti a noi ci sono ricchezze di ogni civiltà e periodo storico, teche con fossili rarissimi, statuette di metalli pregiati, sacchi pieni d’oro e pietre preziose, insieme a sacchi di grano e spighe di cereali antichi: tutto è proprio lì, a portata di mano.
L’abbiamo trovato finalmente!
«Oh, oh… ragazzi, non vorrei rovinare la festa ma temo che siamo imprigionati dentro a questa camera del tesoro. Per fortuna almeno c’è una fontanella per l’acqua» mormora Isacco, guardandosi alle spalle.
Ma la felicità è talmente grande, che non lo sentiamo neanche.
«Guardate, questo è lo scrigno della Valcamonica!» grida Filippo, prendendo il cofanetto da un tavolino. In quel momento si sentono degli strani rumori e scricchiolii, che sono decisamente inquietanti.
«Fermi, non toccate nulla! Ricordate cos’ha scritto Pan-el-Gran? C’è un’ultima prova da superare. Se non capiremo cosa vale di più, cadremo in trappola e non riusciremo a uscire da qui!» esclama Rosetta.
Ci guardiamo attorno, molto attenti a non muovere niente. Quale sarà il vero tesoro? Qui è tutto così prezioso.
«Se non sbaglio, la lettera di Pan-el-Gran e il diario di Ginestra parlavano di indizi da raccogliere in ogni tappa per superare questa prova. Noi però non abbiamo trovato nulla» dice Filippo, gettando gli altri nello sconforto, ma non me.
«Non temete, amici, qualcuno ha raccolto gli indizi al posto nostro, qualcuno che è sempre stato con noi, che ha seguito le nostre avventure e completato la pergamena di Pan-el-Gran» dico, riaccendendo la speranza e lo stupore in tutti. «Ora più che mai abbiamo bisogno di te! Guarda la pergamena a pagina 4.
Le parole ritrovate da te in queste otto settimane, lette di seguito, formano la risposta all’ultima prova. Se vuoi, riscrivile qui».
«Penso di aver capito cosa dobbiamo fare» esclama Anna. «Filippo, ho bisogno del tuo aiuto».
«Io? Davvero? Ok, dimmi cosa devo fare». Filippo carico di questa fiducia, segue con attenzione le indicazioni di Anna. Riempie lo scrigno con i chicchi di ogni varietà presenti nella camera del tesoro. Anna prende un calice e lo riempie di acqua.
«Ora appoggiamo lo scrigno e il calice nello stesso momento su quel tavolino, sei pronto? Al mio tre! Uno, due… tre!» esclama Anna. Questa volta gli scricchiolii che sentiamo sono decisamente meno inquietanti. Una porta si apre e mostra una scala che conduce direttamente ai granai.
«Anna, Filippo, siete stati bravissimi!» dico. «È proprio così: nulla è più prezioso dell’acqua e del grano».
«E dell’amicizia» aggiunge Rosetta «Senza di voi non sarei potuta arrivare fin qui». Già, ma c’è un’ultima tappa: aiutare il sindaco!
1. Con quale mezzo di trasporto, la compagnia è arrivata al campo della pro-pro zia Ginestra?
A. A cavallo di un asino
B. In autobus
C. Con la mongolfiera
D. In barca
2. I pollai nell’aia del campo di Ginestra assomigliano a:
A. Palafitte
B. Malghe di montagna
C. Piramidi
D. House boat
3. Segna l’ordine di caduta sulla botola:
A. Ulisse, Anna Filippo, Isacco
B. Isacco, Filippo, Anna, Ulisse
C. Filippo, Isacco, Ulisse, Anna
4. La chiave per aprire la botola è il medaglione d’oro di Fiorella, che raffigura:
A. Una rosa camuna
B. Un’impronta di dinosauro
C. Una spiga e un pane in geroglifico
D. Una spiga di grano in carattere cuneiforme
5. Nella frase: «Non c’è bisogno di agitarsi: il medaglione ce l’ho io, me l’ha lasciato Ginestra. Lo porto sempre al collo», le parole in grassetto nascondono un nome, quale?
A. Ginestra
B. Il collo
C. La botola
D. Il medaglione
6. «Filippo carico di questa fiducia, segue con attenzione le indicazioni di Anna. Riempie lo scrigno con i chicchi di ogni varietà presenti nella camera del tesoro. Anna prende un calice e lo riempie di acqua». Quanti verbi ci sono in queste frasi?
A. 5
B. 4
C. 7
D. 3
7. Nella frase: «Davanti a noi ci sono ricchezze di ogni teche con fossili rarissimi, statuette di metalli pregiati, pietre preziose, insieme a sacchi di grano e spighe di proprio lì, a portata di mano » ci sono molti nomi, scritti in grassetto. Segna le risposte corrette:
A. 8 nomi femminili e 7 nomi maschili
B. 0 nomi propri e 15 nomi comuni
C. 7 nomi femminili e 8 nomi maschili
D. Solo nomi maschili
E. Solo nomi femminili
F. Un nome maschile è ripetuto due volte
G. 11 nomi plurali e 4 nomi singolari
ATTENZIONE: QUI CI SONO PIÙ RISPOSTE ESATTE, FAI LA CROCETTA A OGNI RISPOSTA CORRETTA.
H. Un nome è uguale al singolare e al plurale, scrivilo qui:
8. La compagnia trova un grande tesoro, ma il tesoro che supera tutti gli altri è:
A. Sacchi d’oro e pietre preziose
B. Statuette di metalli pregiati
C. Teche con fossili rarissimi
D. Acqua, grano e amicizia
GUGLIE : nome. Deriva da “ago”: in montagna, si tratta di formazioni rocciose isolate e appuntite; si può usare la stessa parola per indicare campanili e pinnacoli decorati, come quelli del Duomo di Milano.
MALGA : nome. È un pascolo ad alta quota dove in estate viene portato il bestiame che può nutrirsi di erba molto buona. Sono chiamati malghe anche i fabbricati in legno costruiti sui terreni dei pascoli.
INDIZIO : nome. Segno visibile che indica, fa prevedere riconoscere un’altra cosa.
BOTANICA : nome. Ramo della scienza che studia le caratteristiche di tutti i vegetali.
MALDESTRO : aggettivo, significa goffo, senza abilità.
RIMBALZELLO : nome. Gioco che si fa lanciando un sasso piatto parallelo alla superficie dell’acqua: ogni volta che la tocca, il sasso rimbalza più e più volte.
MONGOLFIERA : nome. Due fratelli francesi, dal cognome Montgolfier, idearono un pallone realizzato in tessuto di cotone, sostenuto in alto da aria calda. Ora i tessuti sono tecnici, coloratissimi, e le mongolfiere sono utilizzate per gare sportive e eventi.
ARCHITETTARE : verbo. Immaginare e realizzare un progetto, un’idea, ma anche un edificio.
ENIGMA : nome. Frase o immagine misteriosa, da interpretare o risolvere per essere capita.
GEROGLIFICI : nome. Il termine significa “segni sacri”. Si tratta di una scrittura degli antichi Egizi, molto difficile da decifrare, finché l’egittologo francese Champollion non riuscì a decifrarli utilizzando la stele di Rosetta!
PAONAZZO : aggettivo. Rosso porpora che diventa quasi viola, è uno dei colori della coda dei pavoni. Si può diventare paonazzi per forti emozioni che arrossano le guance.
PIOPPETI : nome. Bosco di pioppi, alberi ad alto fusto che crescono spontanei lungo le rive dei fiumi, poiché amano molto i terreni ricchi d’acqua.
OVAZIONE : nome. Grida di gioia, di entusiasmo, forti applausi.
CRITTOGRAFO : nome. Strumento che traduce un testo fatto di segni e immagini, in un testo scritto nel nostro alfabeto.
DESIDERO REGALARTI ALCUNE PAROLE INCONTRATE IN QUESTE SETTIMANE: LE CONOSCEVI? SÌ NO ADESSO SONO TUE!
1. Cerca le parole adatte tra quelle regalate da Fiorella, inseriscile, seguendo il senso, nelle seguenti frasi. Attenzione: c’è una frase per ogni parola!
1. Quando la mia squadra ha vinto il campionato, nello stadio si è levata una altissima
2. Al mare, faccio scivolare tra le dita la sabbia molto molto bagnata, così formo delle che sembrano quelle di antiche cattedrali.
3. In primavera, in alcune città il cielo si riempie di grandi palloni colorati. Sono , chissà che spettacolo si vede da lassù!
4. Quando trovo i ciottoli piatti e lisci, faccio con i miei amici una gara a e contiamo chi fa fare più salti al proprio sasso.
5. Quando vado in passeggiata in montagna, capita di raggiungere qualche , dove ci fermiamo a mangiare la panna con i frutti di bosco.
6. Giocando alla caccia al tesoro, o leggendo un libro giallo, bisogna fare molta attenzione a ogni
7. Studiando gli antichi Egizi, ci siamo imbattuti in un tipo di scrittura molto particolare. Gli Egizi scrivevano usando i .
8. La mia maestra di scienze è appassionata di e ha molti libri con bellissime illustrazioni di fiori e piante di ogni specie.
9. Questo esercizio di matematica sembra veramente un’ e per risolverlo bisogna fare molta attenzione.
10. Sono caduto in bicicletta davanti a tutti i miei compagni, e per la vergogna sono diventato in volto!
11. In primavera, nei si staccano batuffoli che sembrano ciuffi di cotone e ricoprono il terreno sotto gli alti alberi.
12. Con i miei amici mi piace giochi divertenti e scherzosi.
13. Penso che chi abbia inventato il per decifrare messaggi scritti in codice sia stato proprio un genio!
14. A volte mi muovo sbadatamente e mi dicono che sono un po’
1. Il tesoro ritrovato è davvero enorme! È il momento di catalogarne il valore, ma non è semplice perchè ci sono montagne di monete d’oro e altre contenute in sacchi, ma tutti diversi. Ogni amico sceglie un metodo per contare le monete.
• Filippo moltiplica le monete libere, per creare dei mucchi. Completa.
1 500 840 1. 328 2 450 3 600
Colora di la colonna del doppio, di la colonna del triplo, di la colonna del quintuplo. Fai una stellina nelle caselle dove il risultato supera il numero 9 . 999.
• Isacco divide le monete libere in tanti mucchi.Completa
Colora di la colonna della metà, di la colonna della terza parte, di le caselle dove il risultato non è preciso e ha il resto.
• Anna prepara dei mucchietti da 10 monete e poi le conta. Calcola
80 × 10 =
95 × 10 =
25 × 10 =
40 × 10 = 23 × 10 = 10 × 10 =
• Quante monete ha contato in tutto Anna?
• Con le monete contate da Anna, Ortensia riempie dei sacchi contenenti 100 monete. Quanti sacchi può formare?
• Quante monete avanzano?
• Fiorella propone che ognuno riempia direttamente dei sacchetti da 100 monete, senza fare i mucchietti prima. Al termine hanno riempito il seguente numero di sacchetti. Calcola quante monete in totale.
5 sacchetti da 100 =
9 sacchetti da 100 =
3 sacchetti da 100 =
8 sacchetti da 100 =
6 sacchetti da 100 =
4 sacchetti da 100 =
• Quanti sacchetti da 100 monete riesce a riempire?
• Ogni sacchetto da 100 monete pesa 1 kg:
quanti hg?
quanti g?
quanti kg pesano tutti insieme?
quanti hg in totale?
quanti g in tutto?
1. Leggi i testi e scrivi nella ruota il tempo in cui sono scritti.
Quando ero piccola, andavo spesso al campo dell’Asinello. Giocavo, ma davo anche una mano nella fattoria e nei campi.
Era così bello raccogliere la frutta, con cui poi la zia preparava ottime marmellate!
Ora non resta che concludere questa caccia al tesoro. Dobbiamo arrivare dal sindaco in tempo perchè la villa venga acquistata da lui per farne un museo, prima che firmino le altre persone interessate.
L’avventura di quest’estate è stata davvero incredibile. Ho scoperto tante cose che non sapevo, ho visitato luoghi affascinanti e ricchi di bellezza,
Se tutto andrà bene, l’estate prossima la nostra ho fatto nuove amicizie.
città avrà un bel museo, accorreranno visitatori da tutto il mondo e noi ci prepareremo a vivere un’altra stagione all’insegna della meraviglia! Chissà quante novità arriveranno!
1. Leggi i testi e riscrivili nel tempo indicato.
• PASSATO PROSSIMO:
Prendo la cornice, la passo a Ulisse, che la passa a Isacco, che la passa a Ortensia, che la passa a Anna, che la passa a Filippo, che… indovina? La fa cadere a terra, rompendo il vetro.
• PRESENTE:
Ho passato l’infanzia a giocare quassù, senza sapere dell’esistenza di questa botola. Con il capitombolo abbiamo spostato rami e fronde che la nascondevano.
• FUTURO:
Lascio andare Rosetta per prima, seguo io, poi tutti gli altri. Filippo si propone di rimanere di guardia fuori dalla botola. Proseguiamo in silenzio.
1. In primavera Fiorella ha scattato tante foto di alberi da frutto in campagna e collina. Ora sta facendo lo stesso con il raccolto degli stessi alberi. Sai abbinare ogni frutto e foglia all’albero da cui provengono? Completa le foto con i nomi degli alberi e dei frutti.
«VENITE,
Hanno una certa età, ma si difendono ancora bene!», dico correndo. Saliamo tutti in carrozza e il buon Piccolo ci porta in men che non si dica in città, tra la meraviglia dei numerosi passanti, che chiedono di poter fare un giro. Bravo Piccolo, ci hai fatto fare un figurone! Siamo quasi arrivati e vediamo in lontananza la proprietaria della villa con un plico di fogli in mano, che sta porgendo la penna ad alcuni signori in giacca e cravatta e occhiali da sole scuri. Accanto a loro il nostro sindaco: che faccia triste ha, non voleva che finisse così!
Iniziamo a sbracciarci e gridare: «Siamo qui, signor sindaco, aspettateci!». Non ci sente, tutto preso dai suoi pensieri tristi, ma le persone sulla strada sì e così tutti iniziano a gridare: «Sindaco, sindaco, guardi da quella parte!».
Il coro di voci giunge al sindaco, che ferma la vendita. «Rosetta, sei arrivata, allora l’hai trovato?» chiede trepidante il sindaco, quando lo raggiungiamo. «Sì, ce l’abbiamo fatta!».
Il sindaco è raggiante di felicità, prende la penna ai signori con occhiali scuri, firma i documenti di acquisto della villa e invita tutti i presenti a entrare nel futuro museo per brindare!
Questo festeggiamento mi fa venire un’ultima idea.
Rincorro Rosetta e gli uomini in giacca e cravatta tutti arrabbiati per la piega che hanno preso gli eventi e faccio loro questa proposta: «Nell’area accanto al museo ci sarà posto per tante cose: Rosetta, tu potresti dedicarla alla storia del pane, con laboratori didattici per i bambini! Voi potreste aprire una panetteria gourmet, dove poter gustare le specialità delle varie parti d’Italia cucinate con i diversi cereali. Sono certa che sarebbe un successo!».
Gli uomini in giacca e cravatta si guardano, parlottano un po’ a voce bassissima, poi si voltano. Si tolgono gli occhiali, stringono la mano a Rosetta e insieme a lei entrano nel museo per discutere i dettagli. Non resta che scegliere il nome della panetteria!
Tu hai qualche idea? Scrivi all’interno dell’insegna il nome scelto da te.
Noi stanchissimi e felici andiamo finalmente al mio negozio, dove abbracciamo Nicoletta.
«Nonna, nonna, abbiamo trovato il tesoro, salvato il museo, volato su una mongolfiera, ti devo raccontare tutto! È meraviglioso stare con la compagnia degli esploratori!».
«Piano piano, voglio tutti i racconti con calma. Ma prima di tutto ho un dubbio: pensavo ci chiamassimo la compagnia della barca, avete cambiato il nome?»
chiede Nico.
«Non bastava più, nonna. Ora siamo la compagnia degli esploratori» risponde Anna. «Forse non è più sufficiente neanche quello»
aggiungo sorridendo, mentre già penso alle prossime avventure. «Direi che da oggi saremo la compagnia degli esploratori di meraviglie!».
Sai che in Italia ci sono più di 250 tipi diversi di pane?
Siamo proprio un Paese speciale!
Dove abiti c’è una specialità di pane che vorresti segnalarmi?
Ricordati che puoi scrivermi a questo indirizzo mail: fiorella.esploratori@gmail.com
1. Dopo le avventure di quest’estate, fai come Pan-el-Gran. Scrivi una lettera a chi vuoi, per raccontare la tua estate. RICORDA CHE SE VUOI PUOI SCRIVERMI A: FIORELLA.ESPLORATORI@GMAIL.COM. SARÒ FELICE DI RICEVERE TUE NOTIZIE, IN ATTESA DI RITROVARCI L'ESTATE PROSSIMA! LE AVVENTURE PERÒ NON FINISCONO QUI, È IL MOMENTO DI RIPARTIRE E COMINCIARNE DELLE NUOVE! AL CAMPO DELL'ASINELLO SIAMO PRONTI CON IL NUOVO CICLO DEL GRANO.
In inverno cominciano a spuntare le piantine, assomigliano a fili d ’ erba tutti ordinati nei solchi.
In autunno la terra viene seminata.
Alla fine dell’estate la terra viene arata e preparata.
PASSA L’ARATRO SUL TERRENO MOLLE
E SEGUE IL SOLCO TRA LE BRUNE ZOLLE.
APRE LE BRACCIA LA MATERNA TERRA
Se nevica è ancora meglio, perché la neve protegge il grano spuntato dal gelo e tiene umido il terreno.
PROVERBIO
Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame.
(In inverno, sui campi è meglio la neve della pioggia)
E ACCOGLIE IL SEME BIONDO, PICCOLETTO,
POI NEL SUO SENO CON AMOR LO SERRA;
TUTTO L’INVERNO SE LO TIENE STRETTO:
LO CULLA SOTTO IL GELO, LIEVE LIEVE
NANNA GLI CANTA AL SUON DELLA BUFERA,
LO COPRE COL MANTEL BIANCO DI NEVE.
E IL SEME DORME E SOGNA PRIMAVERA;
I chicchi vengono macinati nei mulini per ottenere la farina, con cui si potrà preparare il pane.
SOGNA DI GERMOGLIAR NEL PANE MIO.
VEGLIA SUL GRANO SEMINATO IDDIO.
I chicchi vengono separati dalla spiga e dalla paglia, con cui si formano i covoni, che serviranno per gli allevamenti.
Tra giugno e luglio il grano viene raccolto, si dice trebbiato.
PROVERBIO Giugno, la falce in pugno.
di MERAVIGLIE la COMPAGNIA
CARTA D’ORO
OCCHI E CUORE SEMPRE ATTENTI: NON C’È LUOGO O MOMENTO IN CUI
NON CI SIANO SCOPERTE DA FARE.
IL CIELO È SEMPRE SOPRA DI NOI, MA NON È MAI UGUALE.
USCIRE E ALZARE LO SGUARDO.
ESPLORARE IL MONDO CON BUONI AMICI È UNA DELLE ESPERIENZE PIÙ BELLE
CHE SI POSSANO FARE.
OGNI COSA DEL CREATO, DALL’INFINITAMENTE PICCOLO ALL’INFINITAMENTE GRANDE, RACCHIUDE UN MISTERO.
L’ESPLORATORE CUSTODISCE LA MERAVIGLIA.
L’AVVENTURA NON FINISCE MAI.
SPUNTA QUA E LÀ TRA I SASSI DELLA STRADA
QUALCHE CIUFFETTO D’ERBA E QUALCHE STELO,
VI BRILLA SU UNA GOCCIA DI RUGIADA, E IN QUELLA GOCCIA SI RIFLETTE IL CIELO. SE GUARDI BENE LE PICCOLE COSE
TROVI LE GRANDI, LE MERAVIGLIOSE.
¤ 9,00