Continua la crescita del comparto caffè, che regge nonostante la pandemia sia andata a colpire branche quali l’Ho.Re.Ca e il Vending. Nell’ambito del porzionato, risultano in crescita tanto la cialda che la capsula, con una predominanza di quest’ultima.
Il caffeè
i trend nella produzione, consumo e confezionamento te esportato. Questi i dati: tra il febbraio 2020 e il gennaio 2021 il quantitativo equivalente di sacchi esportati dall’EU si è attestato a 39.158.000 unità, con un trend che resta invariato rispetto allo scorso anno. L’EU si conferma quindi l’area dove avvengono la maggior parte dei processi che portano alla commercializzazione di caffè. In parole povere: è il principale mercato di riferimento per la lavorazione del caffè.
RICCARDO CEREDI
I
ricavi dell’industria del caffè in ambito globale sono stimati in oltre 430 miliardi di dollari per il 2021, con una previsione di crescita del settore che si attesta all’8,3% nel quinquennio 20212025. La maggior parte di questi derivano dal mercato degli Stati Uniti che, con un valore stimato per il 2021 di oltre 81 miliardi di dollari, rappresenta l’area a maggior valore, mentre a livello di consumi è l’Europa a farla da padrone.
Consumi e volumi: i dati globali Il consumo pro-capite annuale stimato per il 2021 è di 1,0 kg, mentre il ricavo del comparto per persona è di circa 57,89 dollari. Questi due dati prendono in considerazione l’intera popolazione globale e non rispecchiano però la composizione del mercato in termini di trend di consumo. Ogni macro-area esprime infatti modalità differenti, sia in termini di abitudini (consumi fuori-casa o in casa, sul luogo di lavoro etc.) che di formati (capsule, cialde, moka…). A livello globale, il continente dove avvengono la maggior parte dei consumi è l’Europa, seguita da Nord America, Asia e Oceania. L’Europa consuma l’equivalente di 40.251.000 sacchi all’anno, dato che si è mantenuto pressoché stabile negli ultimi quattro anni e che delinea tale area come il principale mercato di riferimento globale anche a livello di consumi. Gli Stati Uniti, che sono invece il mercato più lucroso, sono al secondo posto in quanto a consumi, con 26.982.000 sacchi all’anno, un valore che è andato leggermente in crescendo nell’ultimo quadriennio. Consideriamo infine i consumi nei paesi esportatori, che nella galassia del caffè sono aree importanti non soltanto in quanto coltivatori di caffè crudo, ma perché – grazie ai consumi domestici –
Export, import e re-export: i confini geografici del settore Il caffè gode di ottima salute, come ci dicono diversi indicatori, a partire dai dati relativi all’export. Secondo i numeri forniti dall’International Coffee Organization (ICO) le esportazioni nei primi sei mesi dell’anno (da ottobre 2020 al marzo 2021) hanno visto una crescita del 3,5%, con 65.4 milioni di sacchi rispetto ai 63.2 dello stesso periodo 2019/2020. Ad oggi, i principali paesi esportatori risultano Brasile, Vietnam e Colombia. Al netto delle flessioni annuali e della natura fortemente incerta dell’andamento delle coltivazioni la fotografia dell’export delinea un quadro stabile. Nonostante una lieve flessione globale (-3,5%), anche i dati dell’import ci confermano una sostanziale tenuta del settore, coi principali paesi importatori di caffè che risultano essere rispettivamente Unione Europea, Stati Uniti, Giappone e Russia. Significativo, infine, il dato sul “re-export”, che fotografa l’andamento del caffè “lavorato”, descrivendo in che misura il caffè importato e processato resta sul mercato dove hanno sede le torrefazioni, ovvero viene nuovamen-
4 Rassegna dell’Imballaggio | n. 7 | Ottobre 2021