Na39 2013

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il amico nuovo •

ettimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino

fondato nel 1903

CoPIA oMAGGIo

ottore 2013 • Anno 110 • N. 38 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

URbINO

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QUADRANTE

Il tour di Raphael Gualazzi nella sua città

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Dal Giordano al Gange

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enna

CARCERE

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ARIA LUCE SCRITTURATA PER IL MUSICAL “ROMEO E GIULIETTA”

a rente

n diretta dall’Arena trasmetteva il muietta”. L’opera, tratespeare si compone Presgurvic per la re-

ale targata David suo debutto ad oggi, milioni di spettatoi dischi. Attualmennti Paesi contempoa. Da noi l’evento è ande spettacolo mai i di Euro per mettecomposta da ben 45 ne di èquipe tecnica, una èquipe di creaazionali, oltre 250 ò manca un nome: da qui inizia un’ala dietro le quinte. e età Maria Luce è to nel campo musito l’ultimo anno del di Pesaro ed è al setossini”. Ha da poco ni quando la produa di aver superato il e farà parte del cast are nientemeno che passa una sola vole lo sa e ci sale con . Firma il contratDecide addirittura udi al conservatorio. e il regista le comuè prevista una sceuce chiede di indosbiancheria intima. regista accetta ma o all’Arena di Veroica trasparente. Lei i e la sua coscienza o più di un mese di ndo anche dieci ore cendere da quel treortare lontano. Ma nde carta e penna e classe del liceo. Un n’esperienza perché ai giovani «occorre e controcorrente ma a, della bontà e delRoberto Mazzoli

©riProDuzione riServAtA

Rinuncia alla parte da protagonista pesaro nel “più grande spettacolo mai prodotto”

N

on se ne accorgono o fingono di non accorgersi che non ci sono ‘paradisi’ sulla terra. Il Bilancio di ciò che è successo e sta succedendo non mente. La “grande armata” dei poveri dì America (USA) è il meno evidente ma molto significativo. I quarantasei milioni di cittadini (poveri) per i Repubblicani rappresentano il male oscuro del Paese e non ha altro rimedio se non alzare il livello del debito pubblico, per le schiere liberiste il prezzo da pagare, netto e senza sconti, è che il presidente Obama rinunci alla riforma sanitaria del 2010, la quale si propone di assicurare l’assistenza a quarantotto milioni di cittadini con una spesa di oltre mille miliardi di dollari nei primi dieci anni. Donde la serrata del govermo federale a evitare la bancarotta. Ma ritorniamo ai poveri, una massa, quasi uno stato nello stato. Crescono vistosamente e vistosamente cala il reddito familiare cala (–4,5%) e si profila anche la riduzione dei buoni pasti federali. Anche se il concetto di povertà nella società americana poggia su parametri diversi dei nostri tuttavia, tenuto conto che il reddito familiare più alto e del welfare più basso (quasi inesistente), il rischio indebitamento è addirittura più pronunciato del nostro. Le cifre purtroppo non lasciano spazio alle illusioni. La famiglia

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fano

La scelta di Maria Luce scuote la città

EDITORIALE

Terra promessa addio

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Moda Luciana

libera tutti

Penna libera tutti compie 1 anno

il amico nuovo •

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Esortazione pastorale del Vescovo Armando

americana oggi incorre in un debito che non è in grado di estinguersi, avendo per giunta perduto anche quella prospettiva di benessere che il proprio reddito sembrava doverle garantire. Sicché la presidenza Obama potrebbe essere ricordata come l’apice della disuguaglianza nel corpo sociale USA (il millantato reddito ricadrebbe il 99% sui provveduti e l’1% sugli sprovveduti). Ci si chiede come finirà la guerra tra il Presidente e gli avversari dello stato sociale? Che fine ha fatto la terra promessa dei nostri padri? Questa cronaca politica mi induce a considerarla “parabola dei tanti paradisi perduti”o più semplicemente delle terre promesse che l’umanità si inventa per alimentare i propri sogni di benessere: uscire dalla stretta drammatica del potere o dalla incombente miseria o da una terra inospitale per carestia e per guerre. L’Esodo biblico di un popolo che cammina verso la terra di Canaan, immagine di una promessa molto più alta, può essere assunto anche come emblema dei flussi migratori che attraversano la storia: da oriente a occidente, dall’India per l’Europa alle Indie di Colombo. I flussi migratori odierni vengono dal sud e approdano a Lampedusa, piccola isola, avamposto dell’Europa afflitta da una crisi che la mette in ginocchio, così anche l’Italia ove perfino un comico può recitare bellamente la parte del profeta.

editoriale

Consegnarsi al futuro Raffaele Mazzoli

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L’arte dell’accoglienza

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uò esistere un museo come raccolta di opere e come evocazione. Quasi una fuga nella memoria o sogno che guarda il futuro. In realtà siamo tutti affogati nel presente, così confuso e disordinato. Abbiamo bisogno di mettere ordine ricapitolando il passato, abbiamo bisogno di ordinare il presente per programmare il futuro. Il museo sarebbe il posto giusto, se non lo fosse non fungerebbe neppure da metafora, capace di ipotizzare qualcosa di simile che lo possa in qualche modo sostituire. I sogni si realizzano in uno spazio e nello stesso si smarriscono quando vengono a contatto con la realtà. Prevenire significa guardare lontano. Il museo può avere la sua funzione di collegamento, ma in senso dinamico perché non si tratta solo di consegnare il passato ma anche di vivere l’attimo quale ulteriore eredità. Non consegnare sarebbe davvero un dramma suicida, sarebbe come interrompere il flusso della storia. Un museo fermo nell’immobilità non opera, non riordina, non agisce. È la sua morte. Se non vive non funge neppure come metafora. È molto facile cadere nell’anonimato, nel generico, nell’astratto ove tempo, luogo soprattutto i soggetti si nascondono consegnandosi al nulla. Ridare alle cose, agli eventi un significato, farli rivivere nella storia, sono essi stessi storia. È la scoperta più sensazionale della vicenda mediale e lo è anche di più nella vita. Per assimilazione mi sovviene che c’è un altro luogo, non museale, non una metafora ma una realtà stretta fra le mura, all’ombra dei cipressi, espone ‘opere’ che sembrano reperti, sono materia spogliata, o spoglie, ridotta in polvere e cenere, disponibile ad essere riassunta da coloro a cui appartenevano. Quindi reliquie di persone in attesa di quell’ultimo giorno. Più che cimitero questo è il campo dei Santi (camposanto). Senza rinunciare alla terra www.arpaitalia.com essi appartengono al Regno dei cieli. Luogo della speranza e respiro dell’umanità fin dalle origini. “Sembrano morti in realtà sono vivi” canta la Scrittura. Il Verbo di Dio, fatto Uomo, Gesù, stendendo le braccia sulla Croce, morendo distrugge la morte e si consegna risorto a tutta l’umanità, immagine dell’Uomo nuovo.

acqualagna

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missioni

Il mio nome è Pietro Spettacolo teatrale

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Testimonianze dalle nostre diocesi

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SUICIDIO DI UN GIOVANE DETENUTO A VILLA FASTIGGI

La lacrima di Said scomparsa nell’oceano

Pagina 7 FOLLA DI PESARESI PER LA FESTA DEL VOTO

Maria modello per la Chiesa e la società

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a gratitudine e la venerazione dei pesaresi per la Beata Vergine delle Grazie (festeggiata come compatrona con San Terenzio della nostra Arcidiocesi la terza domenica d’ottobre, in memoria della rapida e miracolosa cessazione dell’epidemia di colera diffusasi in città nel 1855) non sono venute meno nel tempo, come si è visto puntualmente anche quest’anno. Una grande folla di persone, comprese numerose autorità, ha partecipato, al mattino, alla Messa Pontificale celebrata da S. E. Mons. Piero Coccia nel Santuario dei Servi di Maria e, nel pomeriggio, alla tradizionale processione per le vie del centro, conclusasi con il discorso dell’Arcivescovo in Piazza del Popolo. Maria è sempre stata agli occhi dei credenti il modello per eccellenza della Chiesa. Questa volta in particolare mons. Coccia ha voluto presentarla come modello di una Chiesa che, secondo le parole di Papa

L’arte dell’accoglienza

Francesco ad Assisi, “ascolta”, “avanza”, “annuncia”.

Raffaele Mazzoli

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Chiesa e Mondo

27 ottobre 2013

L a Parola di Dio XXX Domenica del Tempo Ordinario Anno C

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a parabola che oggi la liturgia ci consegna ci fa fare un percorso molto importante. I due protagonisti sono presentati con il loro stile di preghiera e con il loro modo di mettersi davanti a Dio, ma in realtà sono fotografati anche nel loro stile di vita, nel loro modo di porsi davanti agli altri e a se stessi. La preghiera di questi due uomini ci svela il loro universo interiore e ci fa scoprire che lo stile con il quale stiamo davanti a Dio dipende da quale idea di Lui, di noi e degli altri abbiamo nel cuore. Il fariseo si rivolge a Dio sbandierando i suoi meriti e si permette, forte della sua giustizia, di giudicare duramente gli altri. La sua preghiera è autoreferenziale, non attende nulla da Dio. Ha già i suoi meriti e gli bastano quelli. E’ un uomo talmente pieno di sé che

Autosufficienza o fiducia in Dio?

per Dio non c’è posto. Il pubblicano, invece, cosciente del suo peccato, della sua connivenza traditrice con l’invasore romano, si mette davanti a Dio con tutta la sua miseria e il desiderio del perdono. Sa che qualcosa deve cambiare e ne chiede la forza. Sa che da solo non può farcela, che ha bisogno del perdono di Dio. Lasciamoci graffiare da questa Parola, riprendiamo il filo della nostra preghiera e con umiltà ripetiamo la domanda sincera degli apostoli: “Signore, insegnaci a pregare!” (Lc 11,1). Prima lettura: Siracide 15-17.20-22. I poveri, nelle Scritture, vengono definiti coloro che sono curvi sotto il peso della vita: è come avessero sopra di sé il cielo chiuso, coperto di nubi che provocano oscurità, né sembrano aprirsi per lasciar passare uno spiraglio di sole. Per questo è significativo che la Parola di Dio affermi: La preghiera del povero attraversa le nubi, né si quieta finché non sia arrivata (Sir 35,21.

Seconda lettura: Seconda lettera di San Paolo a Timoteo 4,6-8.16-18. In pochi versetti ci è consegnato il testamento di Paolo, che ogni credente vorrebbe sottoscrivere. La morte non è letta come la fine, ma come l’inizio di una navigazione in mare aperto. La battaglia dell’esistenza è buona, anche se segnata dalla lotta; il percorso della vita è letto come una corsa verso il traguardo, non un errare inquieto e senza meta. Vangelo: Luca 18,9-14. La preghiera del fariseo, dietro l’apparente devozione e pietà, è una preghiera atea. Dio è la copertura di un io, che strumentalizza il rapporto religioso per la propria esaltazione. L’uomo che si nasconde dietro a questa preghiera non aspetta nulla da Dio, non ha nulla da chiedere, egli fa solo mostra di sé, dei suoi diritti, del suo credito. Lectio - La preghiera, se è autentica, ci rende umili e per questo veri. Perciò la preghiera del povero

“attraversa le nubi” e rende capaci di guardare e di lasciarci guardare nella limpida luce divina. - Il disprezzato esattore delle tasse, dice Gesù, torna a casa perdonato, perché comincia ad aprirsi all’amore di Dio e di quel prossimo che ha depredato, perché sente che per riuscirvi ha bisogno del Signore, a cui umilmente si rivolge. - C’è un vero contrasto tra la religione dell’osservanza, anche zelante, ma che pretende di essere autosufficiente e una religione dell’umile coscienza di sé e dell’affidamento al Signore. E’ necessario vedere se stessi nell’orizzonte della misericordia di Dio. Oratio Liberami; Signore Gesù, dal grande peccato: dall’orgoglio che mortifica gli altri, dalla presunzione che mi espone alla vanità, dall’inflessibilità che è sorda ad ogni compassione. Armando Trasarti, Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

PAPA FRANCESCO SULLE MISSIONI AD GENTES

La testimonianza è più eloquente di mille strategie L’ insistente l’appello di Papa Francesco alla missione ad gentes, tanto nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale, quanto in altri numerosi pronunciamenti del suo ancor breve ministero petrino: “Vorrei incoraggiare tutti a farsi portatori della buona notizia di Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici - sempre più numerosi - che, accogliendo la chiamata del Signore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diverse”. Egli rimarca come anche le giovani Chiese non mancano di generare nuove energie sacerdotali, religiose e laiche per la rievangelizzazione delle chiese di antica cristianità. Tuttavia è da notare come sia vivace lo slancio missionario verso le popolazioni ancora ignare del messaggio

evangelico. Il rischio di autoreferenzialità delle nostre chiese occidentali pone in secondo piano quell’ansia evangelizzatrice che spinge a varcare i confini del continente. Certo, anche la nostra è terra di missione, ci ripetiamo spesso, e lo sarà sempre di più. Ma le risorse umane che abbiamo a disposizione sarebbero più che sufficienti se si assumesse con più radicalità lo spirito evangelico. Papa Francesco ci insegna che la qualità della testimonianza è molto più eloquente di mille strategie pastorali. Di tutti, preti, religiosi e laici. Da un veloce incrocio di dati a disposizione, per esempio, risulta che se, nel mondo, per ogni sacerdote ci sono 13.277 abitanti in media (27.062 in Africa, 7.561 in America, 48.672 in Asia, 7.578 in Oceania, 3.752 in Europa), in Italia ce ne sono 1.260 (ma è appunto una media, con punte molto differenti!).

Sono numeri che dicono la nostra grande vivacità vocazionale, di cui essere grati al Signore e ai giovani che rispondono generosamente alla sua chiamata. Ma dicono anche della ricchezza di risorse che potrebbe essere condivisa nella comunione della chiesa universale, non solo e non tanto come scelta personale, ma come missione che la chiesa locale affida ad uno o più sacerdoti, religiosi o laici, proprio come doni della nostra fede. É indubitabile la ricchezza e la fecondità di ritorno che questi doni avrebbero anche per essa stessa. Allora occorre ravvivare e alimentare l’animazione missionaria, riprendere il dialogo con i nostri missionari, prevedere e rilanciare tale sensibilità nei cammini formativi. Missionaria non è solo la giornata, ma la vita cristiana. Luigi Sparapano

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DI MESTIERE GIORNALISTA - BEATO PER VOCAZIONE

Odoardo Focherini

è

il primo Beato italiano giornalista e la grande gioia del giugno scorso per la sua beatificazione è la dimostrazione straordinaria di cosa può essere anche un giornalista. Non è vero che chi fa questo mestiere parla delle cose e non le vive. Focherini le ha testimoniate fino al martirio”: lo ha detto mercoledì sera a Roma il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, durante la cerimonia di commemorazione del Beato Odoardo Focherini, svolta alla Camera dei Deputati, con la vicepresidente on. Marina Sereni, l’on. Edoardo Patriarca, il vescovo di Carpi mons. Francesco Cavina, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Jacopino e lo storico e vice-presidente del settore adulti di Aci Paolo Trionfini. “Muoio con la più pura fede cristiana; credo sommamente come sempre ho creduto, nella religione cattolica, nella Chiesa e nel Papa”: queste parole del Beato, innalzato agli onori degli altari nel giugno scorso, danno la misura della consapevolezza piena che egli aveva di quanto gli stava accadendo per aver testimoniato la fede cristiana con l’aiuto offerto agli ebrei che nascose dalle retate delle SS a Carpi e nei dintorni. Il suo internamento avvenne quando aveva soltanto 37 anni. Recluso dapprima a Bologna, in seguito a Fossoli e quindi a Gries (Bolzano), ebbe

come successive destinazioni il campo di concentramento di Flossenburg e quindi di Hersbruck (Norimberga), dove morì il 27 dicembre 1944 per una grave forma di

Aut. n. 83/85 Trib. di Pesaro IL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

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setticemia per la quale fu lasciato totalmente senza cure. Lasciò la moglie e sette figli piccoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CALENDARIO 27 ottobre

S. Evaristo Papa e martire

è

nato a Betlemme. Come capo della Chiesa di Roma, ha ordinato sette diaconi, incaricandoli tra l’altro di ascoltare e trascrivere le sue prediche al popolo: erano i suoi “stenografi”. Ma di quelle prediche non conosciamo neppure una parola. Le scarse informazioni giunte a noi su papa Evaristo sono contenute nel Liber pontificalis, che è una raccolta cronologica di biografie di papi del VI secolo. Di Evaristo dice soltanto che ha ordinato quei diaconi e consacrato diciassette preti e quindici vescovi. Siamo dunque di fronte a un “papa senza voce”. Non conosciamo di lui neppure una parola, mentre del suo predecessore Clemente I ci è giunto un documento importantissimo: la lettera famosa agli agitati cristiani di Corinto, con l’affermazione solenne dell’autorità che al vescovo di Roma compete. Ma questa autorità di Clemente comincia a risultare fastidiosa per i vertici dell’impero. E nell’anno 97, sotto l’imperatore Nerva, egli viene arrestato e condotto poi in esilio nel Chersoneso Taurico (Crimea). Ha quindi dovuto lasciare ad altri il governo della Chiesa, e la sua scelta è caduta su Evaristo. Il quale dev’essere perciò una figura di punta nella comunità cristiana di Roma; un uomo nel quale papa Clemente deve avere la massima fiducia. Questo è ben più che probabile, secondo logica: però, come si è già detto, nessun documento ci parla di Evaristo e ci dice chi era e che cosa faceva prima della chiamata a quella responsabilità. E poi, oltre a quelle nomine di vescovi, preti e diaconi, della sua opera come papa non si sa nulla. Una tradizione assai antica afferma che Evaristo sarebbe morto martire sotto l’imperatore Traiano, e che poi avrebbero seppellito il suo corpo vicino alla tomba dell’apostolo Pietro. Ma di questo non esistono conferme attendibili. Ci si è pure domandati se Evaristo debba essere considerato vero papa (ossia non “vice”, “luogotenente”) dall’anno 97, quando Clemente va in esilio; oppure solo dal 101, anno in cui Clemente muore martire in Crimea, secondo Eusebio di Cesarea (IV secolo) nella sua Storia Ecclesiastica. Per Eusebio è chiaro: Clemente, dopo nove anni di pontificato (88-97) “trasmise il sacro ministero a Evaristo”. Nessuna delega, insomma. Investitura piena. E anche ai tempi nostri l’Annuario pontificio indica Evaristo come papa a pieno titolo già nel 97.

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Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 23 ottobre 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 24 ottobre


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Socio Politico

27 ottobre 2013

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Oltre i black bloc: i senza diritti non sono “scarti”

“L

e forze dell’ordine hanno contenuto, arginato e battuto le forze del disordine”. Così ha commentato il ministro degli Interni e vicepremier Angelino Alfano all’indomani della manifestazione di sabato scorso contro l’austerity a Roma. Il suo è un sospiro di sollievo per aver scampato il peggio, alla luce delle preoccupanti previsioni della vigilia. Ma davvero, così come da più parti si continua a ribadire, è filato tutto liscio? Le immagini del corteo offrono uno scenario diverso: da una parte la faccia pulita e pacifica del corteo, dall’altra i soliti violenti infiltrati tra la folla. “Una minoranza”, si affrettano a precisare gli organizzatori che rivendicano anche di aver arginato e isolato i temuti black bloc. Una violenza gratuita e premeditata, sulla quale soffia anche il vento di alcune dichiarazioni quantomeno ambigue. “Una manifestazione

non è una passeggiata”, puntualizza Ascanio Celestini. Certo, sampietrini divelti e lanciati contro polizia e carabinieri, cassonetti incendiati, strade ridotte a letamaio non sono il contorno giusto per una passeggiata di salute. Non si tratta di stare da una parte o dall’altra, ma di condannare la violenza senza alcuna ambiguità o fraintendimento. Anche perché, i disordini e le relative dichiarazioni, distolgono l’attenzione dalla reale ragione della protesta: la casa e l’emergenza abitativa, un dramma doloroso prodotto dalla crisi economica. Finora si è girato attorno a un problema o, anzi, lo si è affrontato dal lato sbagliato. Togliere l’Imu sulla prima casa, ad esempio, non può dare un’abitazione a chi non ce l’ha, a chi l’ha persa perché sfrattato o impossibilitato a pagare l’affitto. Disoccupati, esodati, cassintegrati, studenti, pensionati.

Ventenni e sessantenni. Le facce della disperazione non hanno età. Cercano di sopravvivere con lavori saltuari a 750/800 euro al mese, nella migliore delle ipotesi, magari anche in “nero”. Somme prosciugate dagli affitti, da proprietari di casa che spesso agiscono senza regole, dalle bollette. Costretti, talvolta, alle occupazioni abusive per trovare un tetto almeno per un giorno o una notte sola. “A quei 150 che chiamano black bloc non gliene frega niente di noi” dicono da Porta Pia, accampati in attesa di un incontro col ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. In fondo, quella di sabato, al netto delle violenze dei black bloc, è stata la manifestazione di tanti “senza diritti”. Aiutarli a non diventare gli “scarti” della società è un dovere di tutti. Ma proprio tutti.

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FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI PARTITI

Il costo della politica mai più tassa occulta

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a Camera ha approvato un disegno di legge del governo il cui titolo importante, ma troppo lungo, ci avverte che è materia delicatissima: “abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore”. I “rimborsi elettorali”, si legge nella relazione di minoranza “sono arrivati a costare alle casse dello Stato oltre 190 milioni di euro all’anno”, anche se “da ultimo, la legge 6 luglio 2012, n. 96, li ha ridotti a 91 milioni di euro annui”. Un fiume di denaro contro il quale i cittadini si erano già pronunciati pressoché all’unanimità in un referendum di vent’anni fa. Già, perché il “finanziamento pubblico” , introdotto nel 1974, era stato abolito, per poi ritornare sotto forma di rimborsi, cresciuti senza controllo. Che fare allora? La domanda serpeggia lungo gli articoli di un provvedimento che riafferma la filosofia di sostenere con risorse pubbliche i partiti, attraverso un processo di abolizione - rimodulazione del finanziamento. Il finanziamento diretto/rimborso è sostituito con agevolazioni fiscali: detrazioni per le “erogazioni liberali” e destinazione volontaria del 2 per mille Irpef. Rispetto alla proposta del governo la Camera ha eliminato una serie di benefit di natura non monetaria, come immobili pubblici a canone agevolato e spazi radiotelevisivi a titolo gratuito, rafforzando una specie di paracadute per i finanziamenti e per il personale, qualora con le

nuove norme non si raggiungano livelli prefissati. Confermata anche l’attuazione graduale. L’accesso ai nuovi finanziamenti indiretti è condizionato al rispetto di requisiti di trasparenza e democraticità. Viene valorizzata una “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici”, già istituita dall’ultima riforma del 2012, composta da cinque magistrati, presso la Camera dei Deputati, che terrà un registro dei partiti politici ai fini dell’accesso ai benefici. Dopo quasi settant’anni è una specie di prima attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, esplicitamente richiamato. I risparmi saranno devoluti al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, cioè del nostro abissale debito pubblico. Ci saranno? È la strada giusta quella imboccata? La parola passa ora al Senato. Certo, liberarsi almeno in parte di quella che spesso sembra una tassa occulta è già una buona notizia. Ma non basta. I partiti, ancora finanziati, devono essere molto più efficienti: le risorse che continuiamo ad elargire reclamano ovviamente controlli, ma soprattutto proprio efficienza. Che si deve riverberare in tutta la macchina rappresentativa ed istituzionale, ingolfata, troppo costosa, e di conseguenza poco produttiva. I partiti sono necessari, ma devono lavorare bene, per rendere la cosa pubblica più efficace e rappresentare, non usare, i cittadini elettori. La strada da fare è molta. E tutta in salita. Francesco Bonini

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SUPERCOMPENSI RAI

Brunetta e Fazio

I

l duello tra Fabio Fazio e Renato Brunetta merita qualche parola, fuori da ogni facile moralismo. La vicenda è nota. Da qualche mese l’ex ministro del Pdl si è messo a fare le “pulci” ai compensi delle star televisive Rai, oltre che a denunciare di parzialità alcuni personaggi tv noti al grande pubblico. Ospite di Fazio a “Che tempo che fa” è andato in scena il duello rusticano sui compensi milionari del conduttore. Se confermato, si tratterebbe di 5milioni di euro lordi in tre anni, per un compenso netto di oltre 800mila euro netti

all’anno. Non ci interessa qui analizzare le ragioni e i torti dell’uno o dell’altro. Ma fare alcune osservazioni da utente generico del servizio pubblico radiotelevisivo e di normale cittadino-elettore italiano. Innanzitutto pensiamo a come possa reagire un operaio o un impiegato che, grazie all’intervento del Governo sul cuneo fiscale si ritroverà in busta paga, ogni mese, al massimo 14 euro in più. Sinceramente temiamo che a quel punto della trasmissione abbia cominciato a dirne di tutti i colori e a “stramaledire il tempo e il governo” come avrebbe cantato Fabrizio De André. E noi sinceramente non avremmo parole per consolarlo, perché le parole sono finite. Ai due duellanti possiamo solo dire di vestire con maggiore accortezza i

panni dei populisti. Perché tali sono entrambi, seppure da posizioni antitetiche. Grossolanamente, Fazio da sinistra e Brunetta da destra. Il primo viene pagato dai contribuenti (attraverso il canone Rai) e dal mercato (attraverso la pubblicità) per somministrare, ogni fine settimana, poderose iniezioni di “politicamente corretto”. Portando l’acqua sempre da una sola parte, nella migliore tradizione di quella intellighentia militante di sinistra (non per niente lavora nella Terza Rete Rai, inventata da un genio come Angelo Guglielmi). A Fazio vogliamo solo ricordare (Papa Francesco insegna...) che è difficile parlare disinvoltamente delle migliori e civilissime cause del mondo con 5 milioni di euro in tasca. Se non altro si è poco credibili. Soprattutto rispetto ai

poveri. Fra i quali alcuni milioni di italiani che vivono con la tv accesa. Al secondo, pagato con uno stipendio parlamentare (cioè pubblico) grazie a un voto popolare, ricordiamo che il tema del merito è stato da sempre uno dei cavalli di battaglia di una destra liberale e moderna. E dunque, la scelta di cavalcare questa polemica contraddice le sue radici politiche e solletica gli umori peggiori di un popolo già molto provato da sei anni di recessione e di sacrifici. Questo tipo di populismo induce a una considerazione banalissima: perché il centrodestra al governo in questi anni non ha affrontato la questione dei compensi stratosferici della Rai e delle trasmissioni unidirezionali? Bando ai populismi, dunque. E un suggerimento ai duellanti: datevi appuntamento dietro il convento delle carmelitane scalze e regolate i vostri conti. Ma non a favore di telecamera, per carità. Agenzia Sir

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Socio Culturale

27 ottobre 2013

ei verbi nella “tag cloud” ideale della giornata: giocare, rivelare, educare, comunicare, integrare, coinvolgere. E poi quattro compiti. Monsignor Melchor Sánchez de Toca Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura e incaricato del dipartimento “Cultura

e sport” del dicastero, ha sintetizzato ieri sera in questi termini il bilancio del seminario internazionale “Believers in the World of Sports” (Credenti nel mondo dello sport), promosso dal Pontificio Consiglio in collaborazione con l’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei. Ospitato

NELLA CORNICE DELL’ANNO DELLA FEDE

Lo sport improbabile palestra di libertà e gratuità

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dal dicastero vaticano, l’incontro ha riunito, nella cornice dell’Anno della fede, responsabili dello sport professionistico e dell’associazionismo sportivo cattolico all’indomani della staffetta “100 metri di corsa e di fede”, organizzata con il Csi domenica 20 ottobre in piazza San Pietro. Quattro compiti. Dopo essersi brevemente soffermato sul senso dei sei “verbi chiave” della giornata, ricorsi negli interventi quasi come filo conduttore della riflessione, mons. Sánchez de Toca ha delineato gli obiettivi sui quali si concentrerà l’impegno del suo dipartimento. Dare vita ad una “teologia dello sport, che per sua natura dovrebbe essere interdisciplinare”; creare una rete internazionale di associazioni sportive cattoliche; istituire scuole di pensiero e centri di formazione per animatori e educatori sportivi in tutto il mondo “esportando” l’esperienza pilota della “Scuola di pensiero” promossa dalla Cei e giunta ormai al terzo anno e, infine, organizzare un evento “straordinario” come un incontro con i vertici dello sport mondiale: “sarebbe un segnale forte”. Il gioco: “inutile” ma prezioso. Nella sua relazione di apertura, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha riflettuto sul senso del gioco come tessuto di “gratuità e libertà”. Nell’accezione più ampia e creativa del termine, ha osservato, “appartiene all’essenza stessa dell’umanità” e dovrebbe essere “un’analogia per parlare della fede”. Il gioco, come l’arte, “in un certo senso è inutile, perché non produce nulla”, ma senza il gioco “il mondo sarebbe molto più povero e disperato”. Forte, nei diversi interventi, l’accento sul rapporto sport - corpo - fragilità - disabilità. John Swinton, docente di teologia pratica e pastorale (University of Aberdeen - Regno unito), ha messo in guardia da “uno sport che escluda ogni vulnerabilità”, mentre per Cristina Cangemi (Kairós Forum - Regno unito), “anche nella fragilità del corpo spezzato si manifesta la gloria di Dio”. Di qui un secco “no” al “riduzionismo nei confronti della vita”. Che ci sia bisogno di formazione lo testimonia James Parker, già cappellano della squadra paralimpica a Londra 2012: “Molti atleti disabili mi confidavano che il loro problema non era la gara ma l’eccessiva

IN MISSIONE PER I RIFUGIATI SIRIANI

pressione subita dagli allenatori”. A chiedere alle istituzioni di “investire di più perché lo sport sia un diritto reale e concreto per tutti i ragazzi portatori di disabilità” è Massimo Achini, presidente del Csi, rendendo noto che grazie ad un progetto con il governo di Haiti, nell’isola è operativo un centinaio di formatori competenti, mentre in Italia esistono già forme di sport ‘integrato’: alcune squadre “miste” in cui giocano insieme giovani disabili e normodotati. Corona incorruttibile. Per rilanciare “un ethos che sappia guardare alla dignità di ogni persona”, c’è bisogno di “una coscienza nuova” e di una vera “rivoluzione culturale”, ha chiosato Sergio Belardinelli, ordinario di sociologia dei processi culturali all’Università di Bologna. Quale ruolo per la fede? Tenere aperto l’orizzonte “su qualcosa che vale ben più dello sport”: la conquista della “corona incorruttibile” descritta da San Paolo. AggiungeEdio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport: “La vera carità che l’associazionismo cattolico ha il dovere di fare è aprire le nuove generazioni” di sportivi “alla conoscenza dell’Assoluto”. Jan Tolleneer, belga, docente all’Università cattolica di Lovanio e Ghent dove si occupa di etica dello sport, ha illustrato un progetto di prevenzione e contrasto al doping, sviluppato tramite un approccio micro-meso-macro, e ha sottolineato la necessità di una riflessione multidisciplinare su un tema lanciato dagli organizzatori: le conseguenze etiche, filosofiche e culturali della medicina rigenerativa (terapie con cellule staminali adulte) per potenziare il corpo umano. Da p. David Murray, cappellano Università Foro Italico (Roma) l’invito a interrogarsi su “come Cristo, allenatore di vita divina, parli nelle nostre anime”, e sul “tipo di comunicazione più efficace per raggiungere le persone”. “Papa Francesco ha scelto il linguaggio giusto per toccare il cuore dei giovani - la replica di padre Leonardo Lenin Tavares, uno dei responsabili dell’organizzazione della Gmg di Rio de Janeiro -: con lo sport occorre fare lo stesso”. Il Brasile sarà palcoscenico dei Mondiali di calcio 2014 e delle Olimpiadi 2016: “Abbiamo gli occhi del mondo puntati su di noi: come Chiesa dobbiamo agire”. Giovanna Pasqualin Traversa

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Il vescovo e l’imam per la prima volta La televisione che racconta il Papa al mondo

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a dignità delle persone pur vivendo in situazioni di precarietà assoluta, le tante donne sole, la moltitudine di bambini. Il racconto al Sir di padre Christophe Roucou del Servizio per le relazioni con i musulmani della Conferenza episcopale francese, è un fiume in piena, ricco di ricordi, sensazioni, incontri, immagini. “Siamo stati due giorni in Giordania e 3 giorni in Libano - dice - con lo scopo di testimoniare la nostra prossimità di credenti cristiani e musulmani insieme e dire che il resto del mondo non ha dimenticato il popolo siriano. Ma una volta arrivati sul posto quello che ci ha colpito di più è stata la dignità di queste persone. Moltissime sono donne giovani e moltissimi i bambini. I mariti hanno fatto uscire le loro donne dal Paese per metterle al sicuro con i loro figli, ma molte di loro, una volta arrivate, hanno saputo di aver perso il marito o un fratello o un familiare. Tutto è vissuto in un silenzio profondissimo e con una grande dignità sebbene i

I TRENT’ANNI DEL CTV

responsabili religiosi che abbiamo incontrato in questi giorni ci hanno detto che è la mancanza di speranza quello che preoccupa più di tutto”. Ma è soprattutto l’immediato futuro a mettere paura. E il futuro ha un nome molto preciso. Si chiama inverno che, dicono, sarà tra i più freddi della storia recente del Medio Oriente. Mancano le infrastrutture, manca l’acqua, mancano alloggi adeguati: i rifugiati sono sistemati sotto tendoni di plastica e il freddo in queste condizioni può diventare un vero nemico difficile da combattere. “Come europei - prosegue padre Roucou - siamo rimasti colpiti dall’immensa generosità di questi due piccoli paesi come la Giordania e il Libano. La Giordania ha 6 milioni di abitanti e accoglie un milione di rifugiati siriani. Cifra che cresce in continuazione: ci hanno detto infatti che sono dai 500 ai mille i rifugiati al giorno che arrivano alla frontiera. Il Libano che conta invece 4,5 milioni di abitanti, accoglie un milione e mezzo di siriani, 500 mila palestinesi e 300 mila migranti per lo più dalla Somalia”. La delegazione è stata ricevuta dal patriarca maronita Bechara Raï, che ha lanciato un duro monito dicendo che “se non ci sarà un immediato cessate il fuoco, in Siria si rischia la catastrofe umanitaria”. Appello che la delegazione cristiano-musulmana ha fatto proprio sottoscrivendo una dichiarazione congiunta per la pace in Siria. “La situazione drammatica vissuta dal popolo siriano ci sciocca e ci interpella”. Per questo, “ci appelliamo a tutti i responsabili politici” chiedendo loro di “mettere in atto un immediato cessate il fuoco e garantire l’accesso agli aiuti umanitari alle popolazione. Allo stesso tempo, domandiamo a tutte le parti in conflitto e ai loro alleati di intensificare le negoziazione in vista di una soluzione politica al conflitto”. Maria Chiara Biagioni

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onvergere anziché concorrere”. Una “strategia”, ma anche una direzione di marcia, che implica la capacità di “mantenere la prospettiva evangelica in questa specie di autostrada globale della comunicazione”, tenendo conto che “in questi decenni la tecnologia ha viaggiato a grande velocità, creando inaspettate reti interconnesse”. A indicarla ai media cattolici è il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti al convegno per i 30 anni del Centro televisivo vaticano, nato il 22 ottobre 1983 per volontà del Beato Giovanni Paolo II. Quello della televisione che “racconta il Papa al mondo” - ha assicurato il direttore, monsignor Dario Edoardo Viganò, concludendo l’incontro che si è svolto a Roma presso la sede della stampa estera - è proprio un lavoro “di gruppo, di insieme, che consiste nell’aggregare una serie di professionalità attorno a una progettualità condivisa”. Per gli operatori del Ctv - 22 persone in tutto, compreso il direttore - l’appuntamento con Papa Francesco è per il 28 ottobre, quando li riceverà in udienza privata. Nelle prossime settimane, intanto, sarà on line il sito del Ctv. ©riproduzione riservata

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Primo Piano

27 ottobre 2013

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LEA GAROFALO UCCISA NEL 2009 DALLA MAFIA

Ha avuto il coraggio di strappare la maschera alla ‘ndrangheta

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è sempre “qualcosa di diverso” nella storia scritta dalle donne. È tornato questo convincimento, sabato 19 ottobre a Milano, ai funerali civili di Lea Garofalo uccisa nel 2009 da assassini che della mafia hanno fatto e fanno una bandiera intrisa di sangue, in gran parte di sangue di innocenti. Una donna del Sud nella sua fragilità fisica ha avuto la forza di opporsi, da sola, alla violenza e al crimine. Ha avuto il coraggio di rompere quel cerchio maledetto in cui,

nonostante il passare di molto tempo, i cosiddetti “uomini d’onore” tengono persone e famiglie sotto minaccia di morte o di schiavitù. Si è opposta alla menzogna, ha strappato la maschera alla ‘ndrangheta. “Sono una mamma disperata” aveva scritto nella lettera, mai spedita, al Presidente della Repubblica per chiedere “un segnale di speranza” per sé e per le tante persone che si trovavano nella sua stessa terribile condizione di testimoni di giustizia. Lea Garofalo ha avuto la forza di gridare

che la parola “onore” in bocca ai mafiosi è una miserabile menzogna. Il “qualcosa di diverso” sta proprio nella ribellione di una donna all’uomo che aveva amato e con il quale aveva messo alla luce una figlia, Denise, costretta ora a subire lo stesso regime di protezione. Quella donna si era rivoltata contro la spietatezza di chi per mantenere un potere non ha esitato e non esita a cancellare con sconvolgente brutalità anche l’amore tra marito e moglie, tra figli e genitori. Non è stata e non sarà l’ultima donna a levare un grido che, pur soffocato con bestiale violenza, dovrebbe inquietare la coscienza dell’opinione pubblica e delle istituzioni. È don Luigi Ciotti a mandare un monito perché quell’urlo non muoia nel deserto dell’indifferenza e del pessimismo. “Oggi non basta parlare di verità, dobbiamo cercarla. La memoria ci sfida all’impegno, ci commuove e ci fa muovere”: sono parole che vengono dal sacerdote fondatore di Libera, l’associazione che da anni contrasta sul piano culturale quel devastante furto di dignità che la criminalità organizzata compie per raggiungere i suoi obiettivi immorali e illegali. “Vedo sento parlo” era scritto sulle bandiere di Libera che sabato rilanciavano il volto di questa donna del Sud che ha osato dire che combattere il male e la menzogna è difficile ma è possibile. È dovere di tutti e non di pochi. Quale attenzione riceverà la pagina di storia scritta da Lea Garofalo in

questo nostro Paese scosso dal vento di interminabili crisi? Quale sorte avrà il messaggio della figlia Denise che aveva chiesto i funerali della mamma a Milano anche per richiamare il legame che unisce il Nord al Sud nella lotta a un nemico che si infiltra ovunque come in questi giorni attesta il commissariamento di un Comune poco distante dalla stessa Milano? Difficile rispondere anche perché le gravi preoccupazioni economiche di oggi sembrano ridurre nell’opinione pubblica l’allarme sulla mafia: un calo di attenzione molto pericoloso perché la criminalità organizzata approfitta sempre dei momenti più difficili per rafforzarsi e consolidarsi come cancro che mina la salute del Paese e contribuisce a impedirne la ripresa. C’è però questa donna del Sud a dire che al potere del male si può porre un argine se si tengono indossate, culturalmente e politicamente, quelle magliette con la scritta “Uccideteci tutti” che molti ragazze e molte ragazze del Sud hanno portato e ancora portano per dire la loro rabbia, la loro indignazione contro la menzogna e per dire il loro amore e il loro impegno per la verità. Lea Garofalo lo conferma: nella storia scritta dalle donne c’è sempre un supplemento di sofferenza, di amore e di speranza: una mano leggera ma insistente che bussa alla porta della coscienza dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Paolo Bustaffa

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L’EDUCAZIONE STERILIZZA LE MAFIE A CACCIA DI CONSENSO SOCIALE

Malavita e territorio

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parano da banditi e pregano da peccatori. Pianificano stragi e portano le statue dei santi in processione. Allungano le mani sugli appalti pubblici, controllano il traffico di immigrati e prostitute, gestiscono il ciclo del cemento e quello dei rifiuti, vendono droga e comprano uomini. Sono gli uomini di mafia: camorra, cosa nostra, sacra corona unita. E ‘ndrangheta, soprattutto ‘ndrangheta, la più ricca e pericolosa tra le organizzazioni criminali e quella meglio introdotta nell’economia nazionale e internazionale con un fatturato di oltre 40 miliardi di euro, pari a quasi il 3% del Pil italiano. Sebbene sia tanto potente e danarosa, la mafia ha però estremo bisogno di affondare le radici nel territorio. Si direbbe quasi che sia tanto più forte e facoltosa quanto più capace di creare consenso sociale nei luoghi in cui opera. Perché senza essere inseriti nel tessuto collettivo, senza avere riconoscimento, legittimazione e accettazione, gli uomini di mafia non avrebbero ragione di esistere. Così, in uno scambio reciproco, le organizzazioni mafiose si sostituiscono allo Stato laddove è meno presente e i cittadini traggono benefici economici,

sicurezza e giustizia Ma ad indagare nelle trame malavitose, come hanno fatto due magistrati che della materia si sono occupati per anni, è facile scoprire che in realtà ad avere la peggio qualcuno c’è sempre. Ed è la parte sana della società, quella che della mafia è la prima avversaria. Per Alfredo Mantovano e Domenico Airoma, autori dell’agile e puntuale saggio “Irrispettabili. Il consenso sociale alle mafie” pubblicato in questi giorni da Rubbettino, la questione non lascia spazio a fraintendimenti. È un problema di sensibilità in senso lato culturale, e coinvolge tutti, a cominciare dalle autorità politiche del territorio”. Per colpire nel vivo le organizzazioni mafiose, oltre agli arresti e ai mandati di cattura, la forma di contrasto oggi più efficace da parte dello Stato è quella del sequestro e della confisca dei beni. La mafia ne esce così indebolita, non soltanto economicamente. Ma il processo più necessario è quello culturale, tanto da far domandare agli autori: “È la mafia ad aver dismesso i propri panni, assumendo un volto più presentabile, o è il corpo sociale nel suo insieme a essersi progressivamente privato degli abiti che lo identificavano?”. E allora, per imprimere

un cambiamento significativo, la risposta è chiara: “Si tratta di educare alla legalità: ma non a legalità che coincide per intero con norme e codici. Il termine chiave è educazione prima ancora che legalità. E l’educazione va a braccetto con la formazione”. La ricerca di consenso sociale della mafia, però, si combatte anche tra le sacre mura della Chiesa. Se gli uomini di mafia trovano adesione tra i loro concittadini, infatti, è anche grazie al largo impiego di riti e (ab)usi del cattolicesimo. E, talvolta, alla poca avvertenza di alcuni esponenti del clero. Lo documenta con precisione la giornalista Annachiara Valle, nel recente volume “Santa malavita organizzata” edito dalla San Paolo. La Chiesa, che già prima delle vibranti parole di Giovanni Paolo II nel 1984 aveva iniziato a prendere consapevolezza del pericolo mafioso,

ha però scelto da che parte stare. E lo testimoniano le tantissime iniziative portate avanti da quelli che Valle definisce “i preti che fanno i preti”: gruppi di giovani nelle parrocchie, comunità di recupero, cooperative gestite nei terreni confiscati, sostegno concreto alla lotta contro il racket. E poi omelie taglienti e chiare, scelte coraggiose e rifiuto di celebrare i sacramenti per chi pecca di mafia. Per testimoniare con trasparenza da che parte sta un cristiano vero. Riccardo Benotti

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VENDONO OVULI E LATTE MATERNO

Donne americane

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a crisi morde, la cinghia si stringe: cosa siamo disposti a vendere per sopravvivere? Ormai non è più il caso di usare un rassicurante “saremmo”, condizionale che mette sull’avviso ma tutto sommato lascia spazio all’eventuale.

Quando si legge che negli Stati Uniti, per racimolare il necessario per arrivare a fine mese, le donne hanno cominciato a vendere capelli, ovuli e latte materno, il tempo adatto per porsi le domande è l’indicativo. Presente. Per far fronte alla recessione, gli americani sono indotti a ricorrere a modi poco ortodossi per integrare i loro scarsi redditi, monetizzando in maniera

perfettamente legale anche parte di sé. Il mercato ha un prezzo per tutto. Poter mettere in vendita ovuli femminili sani, latte materno certificato e capelli splendenti, trasforma rapidamente il corpo umano in un bancomat. E non c’è una quotazione ufficiale per i reni perché è ancora una pratica illegale, ma questo, di fatto, rende solo più ricco il mercato nero. Ne dà notizia l’agenzia Bloomberg in un ampio reportage che adduce e propone considerazioni banalmente (si può dire?) economiche: la lentezza della ripresa economica, aggravata da tasse più alte e dai tagli alle spese federali, ha esacerbato la posizione delle famiglie

americane, rendendole vulnerabili a scelte che parevano confinate a Paesi molto più poveri. E poi c’è Internet, grazie a cui è molto più facile far incontrare domanda e offerta anche fuori dai circuiti ufficiali. Motori di ricerca ben utilizzati e una platea di acquirenti potenzialmente illimitata, rendono molto più semplici, comodi e accessibili i rapporti tra venditori di “cose” come organi o capelli, e i compratori del caso. Ma con il ricavato non si tira avanti a lungo e allora, fatalmente, si rimette un altro annuncio online. Fino a esaurimento scorte. ©riproduzione riserva


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Regione Provincia

27 ottobre 2013

STRISCIONE CONTRO “LA NUOVA SCUOLA”. INTERVIENE L’ASSESSORE SIGNORETTI

Le scuole paritarie sono una risorsa

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l tempo dei pregiudizi e delle contrapposizioni ideologiche, che sono ben altra cosa rispetto ad un confronto civile tra idee diverse, è scaduto. Ha già portato troppo danno al nostro paese la difesa corporativa della propria parte e la pretesa ingiustificata che il proprio punto di vista coincida con la verità. E’ necessario elevarsi dal “particulare” ad un punto di vista condiviso da tutti che ha come obiettivo il bene comune. Solo se facciamo questo sforzo, forse il nostro paese potrà uscire dalla stagnazione e dal pantano in cui si è cacciato. E’ stata sottoposta alla mia attenzione, in qualità di assessore alle Politiche Educative del Comune di Pesaro, un manifesto apparso

in una recente manifestazione pubblica. In esso era scritto: “Aprite una scuola nuova e chiudete la Nuova Scuola”. Rispetto chi esprime queste idee che sono il frutto di un libero pensiero, ma non le condivido. Non abbiamo alcuna intenzione di chiudere nessuna scuola. Il nostro compito primario è piuttosto quello di difendere, sostenere e valorizzare ogni scuola. Solo chi è privato del bene dell’istruzione, come capita in Africa e nei Paesi in via di sviluppo, può comprendere a pieno quanto importanti e fondamentali siano i luoghi preposti all’istruzione e formazione delle giovani generazioni. In questi anni a Pesaro si é creato un sistema educativo integrato che comprende le

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Lettere al direttore

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a notizia della scelta controcorrente di Maria Luce Gamboni, che abbiamo pubblicato la scorsa settimana, sta facendo parlare l’intera città di Pesaro ed è arrivata ai notiziari regionali. Nei giorni scorsi la nostra redazione è stata sommersa da messaggi, telefonate e richieste per mettersi in contatto con la protagonista dell’ormai nota vicenda. Qualche istituto si sta organizzando per avere una sua testimonianza a scuola. La vicenda è stata ripresa dai quotidiani locali che hanno dedicato le prime pagine e le locandine

delle edicole. Su Facebook sono poi dilagate le attestazioni di stima alla giovanissima artista pesarese che ha rinunciato al musical “Romeo e Giulietta” per non dover recitare una scena di seminudo. A seguire pubblichiamo una piccola parte delle voci giunte in redazione. Cara Maria Luce, a te giovanissima scrive un anziano di 78 anni per dirti: grazie! Hai dato a tutti un esempio grandioso di bellezza interiore. Sei stata coraggiosa. Brava! Va’ sempre avanti così nella vita. E complimenti ai tuoi genitori, che ti hanno educato così bene. Hai offerto un esempio splendido a tanti tuoi coetanei, specialmente alle tue coetanee (rileggi l’episodio biblico della casta Susanna). Un forte abbraccio. Da Ancona un tuo ‘nonno adottivo’ che si chiama Valerio. Valerio Torreggiani *** Rispetto... ma in quel campo sei un’attrice! E quindi un abito trasparente non mi sembrava nulla di che.... anzi NON LO E’.... e manco fosse un film in cui avrebbero inquadrato chissà dove!!!! Sei in ARENA a VERONA...... Sono fuori dal coro.... ma rispetto tutto.... Stefano Bertuccioli *** Scelta difficile. Ma se lei è convinta va bene così. Resta lo stupore per un contesto che da una parte (quella dello show) ritiene un dettaglio così importante da comportare la rinuncia ad una artista selezionata, e dall’altro (quello che definiamo genericamente “insieme di valori”) fa,

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aria Chiara Tonti e Valerio Tonelli si sono sposati domenica 8 settembre 2013 nella Chiesa di Santa Marina Alta. Sono stati festeggiati da parenti e amici che gli augurano un futuro felice e sereno.

Studenti strumentalizzati di Roberto Mazzoli

nostre scuole comunali che hanno risposto egregiamente alla domanda di offerta educativa che viene dalle famiglie,ma le richieste sono ampiamente soddisfatte perché operano sul nostro territorio anche scuole statali e paritarie. Il Comune da solo non sarebbe stato in grado, oggi più di ieri considerata la grave crisi economica, di soddisfare le richieste di tutte le famiglie. Nella nostra città abbiamo una copertura totale delle domande relative alla scuola d’infanzia, e ciò accade perché tutti (scuole comunali-statali e paritarie) collaborano al raggiungimento di questo obiettivo. La chiusura di una scuola (nel manifesto si citava La Nuova Scuola) si ripercuoterebbe negativamente sulla città e cancellerebbe un’esperienza consolidata negli anni e un patrimonio di competenze e conoscenze di cui i bambini e i ragazzi si avvalgono. Le scuole statali, comunali e paritarie sono un patrimonio della città è nostro compito sostenerle e difenderle. L’idea di contrapporre una scuola all’altra mi pare un’idea che produce inutili conflitti, riconducibile ad una impostazione ideologica ormai superata, ma soprattutto un’idea che non porta grande giovamento alla collettività e al bene comune. Marco Signoretti – Assessore ai servizi educativi – gemellaggi – cooperazione internazionale del Comune di Pesaro

Maria Chiara e Valerio novelli sposi

Nota Locale

o scorso 18 ottobre è sfilato anche a Pesaro il corteo dello sciopero generale “di tutte le categorie del pubblico e del privato”. Circa 400 persone composte da varie associazioni. Il maggior numero dei manifestanti era formato da giovanissimi studenti. Per dovere di cronaca dobbiamo segnalare - visto che non lo ha fatto nessuno- che, ad aprire il loro corteo, c’era uno striscione rosso con la scritta: “Aprite una scuola nuova, chiudete la Nuova Scuola!” (pubblichiamo in pagina le foto a beneficio di chi si fosse perso lo “spettacolo”). Fermo restando il nostro rispetto per ogni scioperante e il diritto sacrosanto di ogni forma di civile protesta, non possiamo non domandarci se quegli studenti fossero davvero a conoscenza di quanto “sbandierato”, o non fossero piuttosto strumentalizzati. “La Nuova Scuola” – vale la pena di ricordarlo – ha un orientamento cattolico ed è una delle poche scuole paritarie di Pesaro. Questi istituti, oltre ad essere portatori di una importante tradizione educativa, consentono allo Stato e ai nostri comuni, di risparmiare una valanga di soldi. A dirlo è un organismo internazionale come l’Ocse che di recente ha stimato il costo medio di uno studente delle scuole statali italiane: 6.882,78 euro l’anno. Se si pensa che mediamente per uno studente di scuola paritaria lo stesso Stato spende 500 euro l’anno, il conto è presto fatto. Per ogni studente delle paritarie lo Stato non spende (e dunque risparmia) 6.382,78 euro, che moltiplicato per il milione e 41mila iscritti attesta la cifra complessiva a 6 miliardi e 644 milioni di euro. Risparmio persino superiore a quello calcolato qualche anno fa dall’Associazione genitori scuole cattoliche, che era di 6 miliardi di euro. Quindi se le scuole paritarie dovessero chiudere, come auspicato da quegli studenti, l’istruzione in Italia si appesantirebbe di ulteriori 6 miliardi di euro e, nella sola Pesaro, di ben 4 milioni di Euro.

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sostanzialmente altrettanto pur se in modo speculare... . Paolo Pagnini *** Purtroppo o per fortuna il regista per la sua opera d’arte voleva quella particolare scena. Se non vi interessa il nudo non lo guardate o guardate altro, come questa ragazza ha deciso di non prendere parte al musical per i suoi valori morali, ma non andate a dire ad un’artista come deve fare il suo lavoro. Ci si lamenta perchè in uno spettacolo non va bene il nudo, ma come si conciano per andare a ballare va bene, a volte si riesce ad essere più volgari da vestiti che da nudi. Ripeto ammiro la scelta della ragazza. Ma spero che dietro tutto questo non ci sia di base un pensiero bigotto. Domenico Scala *** Lo pensavo ...ma ora ne ho la conferma i giovani di oggi sono meglio di quello che siamo stati noi!!Un modo per dirti grazie e per dirti brava! Dio ti benedica! Renzo Mazzieri *** Ricordo che Maria Luce e’ una cantante... non un’attricetta !... Non vedo proprio cosa possa portare di artistico il nudo ad un talento vocale ?! Nani Marcucci Pinoli *** Maria Luce fa volontariato in ospedale, è una ragazza che per quanto bella fuori è ancora più bella dentro, forse la sua scelta a qualcuno può sembrare eccessiva ma è

una SUA scelta e va rispettata. Brava Maria Luce, hai dimostrato di saper ragionare con la tua testa. Tanti adulti avrebbero qualcosa da imparare da te. E passerà presto un altro treno...migliore! Claudia Vanzolini *** La meritocrazia è necessario che venga fuori. Questi signori portino avanti le persone valide ... portino avanti le risorse che gli permettono il successo dell’opera senza nudi e regie “stravaganti” approvate da un pubblico a volte ignorante su cui fanno preda in nome di una rilettura innovativa. GiovannaMaria Giordano *** Tu as certainement pris une decisione terriblement difficile mais tu as fais preuve d honneteté et de cohérence? bravo! tu es et reste une persone splendide !!! d’autres opportunités, plus belles, vont se présenter.. Robi Cat *** Questa storia mi da’ da pensare... Troppo spesso diciamo che i giovani di oggi hanno ben poco da insegnarci. Ma forse siamo noi presunti adulti che abbiamo perso, col tempo, la voglia di imparare... Come dalla storia di Maria Luce. Maurizio Socci *** Alla faccia di chi dice che i giovani sono una battaglia persa!!!! quanti di noi adulti avrebbero fatto lo stesso??? Mary Fanelli

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27 ottobre 2013

LETTERE SUL SUICIDIO DI UN GIOVANE DETENUTO DI VILLA FASTIGGI

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Said: «Ho versato una lacrima nell’oceano e smetterò di amarti quando la ritroveranno»

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enerdì 18 ottobre i redattori del nostro settimanale interdiocesano si trovano quasi al completo presso il teatro della casa circondariale di Villa Fastiggi di Pesaro. Alle ore 10 si terrà il convegno dal titolo “Giornalismo off-line” organizzato in occasione del primo anno di vita del periodico “Penna Libera Tutti”, scritto dai detenuti e pubblicato mensilmente sul Nuovo Amico. Doveva essere un’occasione di festa. Purtroppo qualche ora prima un giovane carcerato di nome Said si era suicidato. Insieme alla direzione del carcere, al cappellano, al Vicario generale dell’arcidiocesi di Pesaro e ai numerosi ospiti relatori del convegno ci siamo a lungo confrontati per decidere se annullare la data o proseguire. Poi, d’accordo con la maggioranza dei detenuti di “Penna Libera Tutti”, si è scelto di mettere sul tavolo un altro dibattito per contribuire, nel nostro piccolo, a far uscire dal muro la rabbia civile e dignitosa della maggior parte dei carcerati. A seguire pubblichiamo alcune delle lettere giunte “a caldo” in redazione.

… e sognò la libertà

È difficile, finanche straziante, scrivere di ciò che è successo il 17 ottobre scorso nel carcere di Villa Fastiggi. Si è aggiunto un novello martire all’infinita tragedia della situazione carceraria italiana. La popolazione dei detenuti, in questo particolare periodo, vive uno stato di ulteriore stress, incrementato dalle chiacchiere politiche su indulto-si e indulto-no. Il gioco delle parti crea un’esasperazione sempre maggiore da cui non si può sfuggire. La tensione cresce e, come si suol dire, “l’aria si taglia col coltello” in tutti gli istituti, ma ciò non significa che ci si debba rassegnare e considerare inevitabili certi fatti. La morte di un detenuto è sempre un lutto che ricade sull’intero sistema, inteso come società civile. Noi che viviamo questa realtà dall’interno, intendendo tutti, anche le persone che dentro qua ci lavorano o si prestano volontariamente, sappiamo bene la disperazione che si cela dietro certi avvenimenti e ci uniamo al dolore della famiglia di Said. Il dolore non fa distinzioni, lui è veramente uguale per tutti. Quello che vorremmo fare è dare un senso a questa disgrazia, senza strumentalizzarla, senza ulteriore violenza che porti altro dolore. Capiamo la rabbia e il senso d’impotenza, ma non giustifichiamo alcun comportamento che non abbia come fine il miglioramento delle condizioni in cui siamo costretti a vivere. Perché, se è vero che le carceri italiane sono indecorose per uno stato civile, è anche vero che dobbiamo essere noi i primi ad avere un atteggiamento civile, avendo l’obbligo morale di dare il giusto senso a questo dramma per far sì che non abbia a ripetersi. Crediamo di avere un numero sufficiente di cicatrici, tra anima e corpo, per affermare che con la violenza non si ottiene alcunché e, soprattutto, non si rispetta la memoria di un nostro compagno e il dolore di chi lo amava. “E sognò la libertà…. E sognò d’andar via… e poi fu solo in mezzo al blu!” Ciao Said. I tuoi compagni

Una protesta dignitosa Stamattina verso le 10 sono rimasto per qualche minuto intrappolato nel traffico del centro. Diverse strade erano bloccate. Nei pressi di Piazzale Lazzarini stava facendo il suo ingresso un folto gruppo di ragazzi manifestanti. Musica a tutto

volume, grida, cori, megafoni. Clima acceso. Dovevo raggiungere in fretta il carcere di Villa Fastiggi dove si festeggiava il primo anniversario della redazione giornalistica che, in collaborazione col settimanale “Il Nuovo Amico” ha dato vita a un piccolo inserto mensile dal titolo emblematico “Penna Libera Tutti”. Ma appena entrato nella Casa Circondariale, il clima era ben diverso da quello che avevo respirato in centro. Poche ore prima si era tolto la vita un detenuto e nessuno dei redattori aveva voglia di fare festa. Dalle celle si sentiva molto bene l’eco della protesta. Cucchiai che sbattevano sulle inferiate, urli, sciopero della fame. I redattori avevano la faccia buia e hanno letto un breve comunicato che chiedeva comprensione e un minuto di silenzio. Ma non si sono sottratti al confronto. Hanno comunque accettato di dialogare con chi era sopraggiunto per sentire la loro voce. Era il loro modo di manifestare. Lo hanno fatto trattenendo a stento la commozione. Si doveva parlare di giornalismo off-line, ma è stato inevitabile sbattere contro la cruda realtà e chiedersi che senso ha il carcere, a cosa è servito il gesto di Said se poi nessuno ascolta davvero? Quanto vale la vita? Beh, io vorrei testimoniare una cosa che non posso mettere a tacere: la delicatezza della loro protesta è stata un esempio di dignità. E’ bello che una così alta lezione di civiltà venga da chi vive rinchiuso dietro le sbarre a scontare la propria pena. Una lezione che vale soprattutto per noi che pieni della nostra libertà, camminiamo con leggerezza sui valori più profondi della vita. Matteo Donati

Per non dimenticare

Stamattina sono stata in carcere con un collega insegnante. Era prevista una tavola rotonda sul primo anno di vita di “Penna libera tutti”, il mensile scritto da e con i detenuti. Tutto si è fermato, si è deformato, in seguito al suicidio di un giovane marocchino di 33 anni, impiccatosi con i lacci della scarpe alle sbarre della sua cella. E’ l’ennesimo gesto estremo di una lunga serie di violenze, suicidi, non solo a danno dei detenuti ma anche delle stesse guardie penitenziarie, “stragi” che si consumano, per lo più, nel silenzio e nell’indifferenza totale, in primis delle istituzioni. La società civile, noi, andiamo avanti senza voler sapere, senza voler vedere, questi morti ci passano accanto o sopra, e noi ne schiviamo il più possibile l’impatto.

Scrivo questa lettera soprattutto a me stessa perchè questo ragazzo che si ammazza, solo, nel buio di una cella come fosse uno scarafaggio, mi continua a pungolare la coscienza, la memoria, la responsabilità. La cosa che mi porterò dentro e, sono sicura, non passerà, è il rumore degli oggetti sbattuti sulle sbarre dai detenuti, le grida fortissime di rabbia e protesta che hanno accompagnato il nostro camminare, silenzioso, imbarazzato, lungo i corridoi della prigione. Il ragazzo che ha deciso di morire aveva frequentato un corso di scrittura creativa proprio in carcere, a fine incontro, un amico detenuto, a nome di tutti, ha letto questa sua frase “Ho versato una lacrima nell’oceano e smetterò di amarti quando la ritroveranno”. Per non dimenticare. Laura Corraducci

Buoni e cattivi

I cattivi sono tutti dentro e fuori solo i buoni? Said era incarcerato a Villa Fastiggi per furto reiterato. Avrebbe dovuto scontare 7 anni e si é suicidato. Anche fuori dal carcere c’è chi si suicida. Operai licenziati ed imprenditori che falliscono, per esempio. Per i buoni, quelli fuori, rendere male per male sembra giustizia. Ma non è la giustizia divina. Sant’Agostino: “rendere male per male, sembra giustizia, ma non quella di colui di cui è detto: - che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni … - . L’uomo quando retribuisce il male con il male, lo fa con cattiva brama e per questo per primo è lui il cattivo, mentre vuol punire il male”. La retribuzione della pena è la sanzione, umana, predisposta per chi ha commesso un reato. Di “umano” sembra avere davvero poco poiché ha più dello spirito di vendetta e di afflizione. Vivono come topi, in gabbie piccolissime. La società degli uomini non è mai completamente innocente. Una trentina di presunti “innocenti” si sono ritrovati, venerdì scorso, nel carcere di Villa Fastiggi per il convegno “Giornalismo off-line”. Abbiamo raccolto le testimonianze di 7 carcerati che cercano, con tutte le loro forze, di venire “rieducati”. Siamo stati anche noi afflitti, abbiamo patito, sofferto e ne siamo usciti tristi. Fuori il sole splendeva, ma non per i reclusi. Per protesta, come in un girone infernale, gli altri detenuti battevano le inferriate delle loro celle. Una società povera, come la nostra, può permettersi di essere giusta? Stefano Giampaoli

Oggi ero in carcere

“Ho versato una lacrima nell’oceano e smetterò di amarti quando la ritroveranno”. Così aveva scritto su un foglio Said qualche giorno fa nella sua cella nel carcere di Villa Fastiggi, a Pesaro, dove giovedì scorso si è impiccato. Era originario del Marocco, aveva poco più di 30 anni, una nuova condanna per furto, ormai a fine pena per un precedente reato, lo avrebbe costretto in carcere per altri 7 anni. Così Said ha deciso di farla finita e quelle sue parole d’amore, ritrovate nella sua cella, questa mattina sono rimbalzate, pesanti come pietre, nella sala che avrebbe dovuto ospitare il convegno su “Giornalismo off line”. Un’iniziativa promossa dalla redazione del settimanale interdiocesano “Il Nuovo Amico” per festeggiare il primo anno di pubblicazione del mensile “Penna Libera Tutti” realizzato dai detenuti della casa circondariale pesarese. A leggere quelle parole, mentre dalle varie sezioni del carcere giungevano smorzati gli echi di una protesta in atto, è toccato a Nello, uno dei detenuti della redazione di “Penna Libera Tutti”. “Noi ieri abbiamo versato una lacrima nell’oceano e ti dimenticheremo quando la ritroveremo”. Così i compagni di carcere hanno voluto ricordare chi ha scelto di farsi da parte per sempre. Prima Eugenio, un altro detenuto della redazione di “Penna Libera Tutti”, aveva letto un breve comunicato per esprimere il dolore anche da parte del resto della popolazione carceraria, con la preghiera di diffonderlo all’esterno. Con questa lettera vorrei manifestare il senso d’impotenza che ho avvertito di fronte ai problemi della realtà carceraria che poi è diventata la questione del confronto improvvisato, venerdì mattina, di fronte all’ennesimo lutto. Sovraffollamento, mancanza di lavoro, permessi difficili, raccontano l’inadeguatezza del carcere inteso come luogo di rieducazione, che prepari a rientrare nella società. Senso d’impotenza ma nella consapevolezza che occorre trovare le forze per cambiare lo stato delle cose. Non è sufficiente proporre amnistie e indulti, ogni tanto, dietro i ripetuti richiami dell’Europa, ne è sufficiente, purtroppo, l’impegno di personale, operatori e volontari. La giustizia deve fare il suo corso, le condanne eseguite, ma va anche rispettata la dignità di ogni uomo. La situazione è veramente drammatica. Alberto Pancrazi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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27 ottobre 2013

Regione Provincia

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Verso il 2° convegno ecclesiale marchigiano

Una Chiesa in ascolto sensibile alla disperazione della crisi

“D

i fronte alla crisi economica che morde la carne viva delle comunità locali delle Marche, occorre una presenza della Chiesa che testimoni ascolto ai bisogni, tenerezza alle vicende umane e offra una alternativa alla disperazione esistenziale segnalata anche dai suicidi in continuo aumento. E’ la risposta che dobbiamo alle giovani generazioni e alle nostre realtà umane in cerca di fiducia e speranza”. E’

l’invito che mons. Luigi Conti, Arcivescovo di Fermo e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana ha rivolto al Comitato preparatorio del 2° Convegno Ecclesiale Marchigiano riunito al Centro Giovanni Paolo II di Loreto per definire gli ultimi preparativi a poco più di un mese dallo svolgimento del grande evento (2224 novembre). Papa Francesco – ha poi aggiunto mons. Conti - ci chiede un’apertura di mentalità e uno stile improntato alla collegialità: dobbiamo accettare con coraggio le sfide e uscire in campo aperto per proporre, da testimoni credibili, la fede nel tempo della missione. Le 824 Parrocchie diffuse sul territorio regionale si dimostrano una presenza significativa per moltiplicare opere di fraterna e umana carità. Anche le istituzioni (Regione ed Enti locali) svolgono un impegno onesto per lenire le ferite della crisi e sono aperte a collaborare con la Chiesa, sul piano sociale e culturale. Mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata e coordinatore del convegno ha ringraziato le realtà ecclesiali delle 13 diocesi per l’impegno profuso nell’articolato cammino durato due anni, un tempo segnato da forti e continui cambiamenti, il più significativo l’avvento di papa Francesco che ha offerto stimoli, incoraggiamenti, provocazioni sulla via

della testimonianza della fede. Il progetto alla base del 2° convegno delle Chiese delle Marche, a distanza di venti anni dal primo appuntamento del 1993, ha dimostrato tutta la sua attualità confermando la bontà del lavoro svolto nel solco del Sinodo sulla nuova evangelizzazione. Ora occorre declinare con coraggio l’icona biblica “Alzati e và…(Atti 8, 26-40) scelta per riflettere sul tema del convegno, inoltrandoci nelle periferie esistenziali indicateci da papa Francesco. Il segretario del Comitato, don Francesco Pierpaoli ha illustrato la variegata composizione dei partecipanti al Convegno: ai 149 membri del comitato preparatorio si aggiungono 430 delegati diocesani, 40 delle famiglie religiose, 60 dell’associazionismo cattolico e dei movimenti, 8 rappresentanti delle Chiese ecumeniche cristiane europee oltre a rappresentanti dell’Ebraismo e dell’Islam. Sui 569 componenti tra comitato e delegati, 311 sono laici. Il prossimo importante appuntamento, ha annunciato Pierpaoli, sarà la conferenza stampa di presentazione del programma del Convegno che avrà luogo ad Ancona lunedì 28 ottobre alle 11, presso la Chiesa di santa Maria della Piazza. (S.B.)

il peperoncino

Preti

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requentando “Il nuovo amico” si ha l’occasione di conoscerne tanti, di tutti i tipi e tutte le taglie. Per la maggior parte sono incontri e colloqui edificanti ed anche simpatici, ma a volte il lato umano si svela e capita l’occasione di arrabbiarsi. Non spesso, a dire il vero, ma capita. Ci si mette allora a riflettere su come dovrebbe essere il prete ideale: colto e profondo, ma non noioso; simpatico e cordiale ma non ridanciano; giocherellone con i bambini ma non infantile; allegro con i giovani ma non spensierato; paziente con gli anziani, ma non remissivo; amichevole con gli uomini e corretto con le donne. Se fosse poi anche di aspetto gradevole non guasterebbe. Vorremmo insomma un superman con la talare o il clergyman o magari col giubbotto. Un essere perfetto. Purtroppo non esiste ed allora la riflessione (a volte acida) si trasforma in una preghiera. Verrebbe da pensare che Don Camillo che conversava col Crocefisso era fortunato. Se fossimo nei panni di quel personaggio letterario sapremmo ben noi che cosa chiedere ma quello che ci preoccupa è la risposta. Una voce profonda e amichevole che scende dall’alto direbbe: “Ma tu, ti sei mai guardato”? Forse è meglio tenerci quelli che abbiamo. Alvaro Coli

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TESTIMONIANZA DELLE SUORE DI PESARO E FANO

Pellegrinaggio al Santuario di S. Gabriele

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omenica 5 ottobre le suore della Diocesi di Pesaro e di Fano hanno iniziato gli incontri mensili al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata ai piedi del Gran Sasso. Siamo state accolte da Padre Natale, passionista, rettore del Santuario, che ci ha seguito per l’intera giornata facendoci visitare i luoghi del Santo. Nella cripta abbiamo sostato in preghiera, affidando alla intercessione di San Gabriele la protezione della nostra vita, l’aiuto nel cammino di ogni giorno. Alle ore 11 abbiamo partecipato alla Santa Messa nell’imponente Santuario. Al momento dell’omelia il Padre ci ha spronate a vivere sempre nella fedeltà a Gesù e a chiedere ogni giorno la fede, grande dono da implorare sempre con insistenza al Signore. Abbiamo visitato poi i luoghi del convento e il museo dove sono custoditi innumerevoli segni delle grazie che San Gabriele ha elargito a quanti l’hanno invocato.

Ci siamo poi ritrovate per la meditazione. Padre Natale ci ha fatto riflettere sulla vita fraterna in comunità ricordandoci che la qualità della vita fraterna dipende dalla qualità dei nostri rapporti. La comunità sono le persone: quindi rivedere l’aspetto umano dei nostri rapporti: il saluto, il dialogo e il confronto. La comunità religiosa è popolo di convocati, espressione della Chiesa, comunione di persone come la Trinità: “da come vi amate vi riconosceranno che siete miei discepoli”. La nostra fede e la nostra carità passa dalla testimonianza che possiamo dare alle nostre sorelle. Ogni giorno dire:”Grazie Signore che mi hai chiamato” la chiamata è un dono grande. Oggi questo dono è da rimotivare, dando il primato alla Parola e accrescendo la nostra unione con Gesù. Ritrovare nelle

nostre comunità il senso della comunione, l’umiltà, la disponibilità, l’amore, la santità. Donare meglio e di più, volere il bene di tutti. La giornata si è conclusa a Loreto, città di Maria dove nella piccola Casa abbiamo affidato a Lei, la nostra Madre, il nuovo anno sociale, le nostre attività, tutta

la nostra vita. Grazie all’USMI per questa bella opportunità di comunione, preghiera, gioia di stare insieme. San Gabriele e la Vergine Maria ci aiutino nel cammino di fedeltà, preghiera e umanità. Sr Letizia

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LA FRATERNITA’ S. FRANCESCO IN PELLEGRINAGGIO IN CATTEDRALE

Un cammino dal sapore squisitamente francescano

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ome atto conclusivo di questo ”Anno della Fede” che volge ormai al termine, dopo il pellegrinaggio a Roma sulla tomba di Pietro, sabato 5 ottobre la Fraternità San Francesco ha compiuto un secondo significativo pellegrinaggio alla Cattedrale di Pesaro. “Significativo” innanzitutto per la data: il giorno nel quale festeggiamo l’anniversario dell’inizio della nostra esperienza

comunitaria (4 ottobre 1984); e poi perché con la S.Messa celebrata dal nostro Arcivescovo S.E. Mons. Piero Coccia abbiamo “respirato” la nostra appartenenza alla Chiesa locale, riconfermandoci nella comunione e nella fedeltà a colui che la presiede e la guida con il suo magistero. Hanno concelebrato con l’Arcivescovo Padre Marzio Calletti, fondatore e guida spirituale della Fraternità, ed il suo confratello Padre Lorenzo Carloni, la cui vocazione alla vita religiosa è maturata nel cammino in Fraternità. Nell’omelia l’Arcivescovo ci ha ricordato che la fede è il dono più prezioso da custodire, la nostra vera ricchezza, l’unica in grado di dare senso pieno alla vita. La fede semplice, autentica, vissuta e testimoniata è capace di rendere straordinarie anche le esperienza più ordinarie, come è avvenuto anche nella storia della Fraternità San Francesco: apparentemente nulla di straordinario ma

nella fedeltà quotidiana ad un progetto più grande - che per noi è chiamata alla santità personale e comunitaria - si sperimenta la presenza misericordiosa di Dio nella nostra vita. Questo cammino “di sapore squisitamente francescano” – sono parole del nostro Arcivescovo – non ha solo una storia alle spalle (29 anni!) ma anche un futuro davanti: la celebrazione dell’anniversario è infatti l’occasione per l’entrata “ufficiale” in Fraternità di nuovi membri. Quest’anno il Signore è stato molto generoso nel dono di nuovi fratelli: 9 famiglie che entrano nel gruppo di Pesaro, 4 famiglie che iniziano un nuovo gruppo a Fossombrone e 6 giovani (maggiorenni) che entrano nel gruppo omonimo. Il rito di ingresso, semplice ed emozionante, inizia con l’invito da parte del Presidente dell’associazione (Francesco Bartolucci) ad esprimere pubblicamente la volontà di aderire alla Fraternità, cui segue la lettura della formula di adesione ed il dono a ciascun nuovo membro di un segno: il Tau

francescano, la Bibbia e lo Statuto. Al termine della celebrazione ci si è spostati nel Convento dei Cappuccini per un momento di festa, durante la quale si è vissuto un altro momento importante: il “rito di passaggio“ dei bambini e dei ragazzi della Fraternità che fanno parte di uno dei 5 gruppi in cui sono suddivisi (Sorella Luna, Sorella Acqua, Frate Sole, Frate Vento e Frate Fuoco) al gruppo successivo. Questo cammino è infatti strutturato per fasce d’età con una logica di progressione che li porterà – a Dio piacendo – a confluire nel gruppo giovani al compimento della maggiore età. Questi gruppi non sono pensati solo per le famiglie che fanno parte della Fraternità, ma sono aperti a tutti, con l’obiettivo di accompagnare i giovani in un cammino cristiano e francescano secondo il carisma proprio della Fraternità riassunto nel suo slogan: “Un cuor solo ed un’anima sola perché il mondo creda!”. Fraternita’ San Francesco © RIPRODUZIONE RISERVATA


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27 ottobre 2013

Pesaro

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Andrea Parri Consulting

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 Pesaro Tel. 0721 64052 - Fax 0721 69453 E-mail: pesaro@ilnuovoamico.it

V. Leopardi n°20 61022 Colbordolo (PU) +39 328 0030 149 e-mail: info@andreaparri.com Web www.andreaparri.com

Il card. Bagnasco a Pesaro per il ventennale di don Gaudiano

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abato 26 ottobre alle ore 10, presso il cinema Loreto “Pesaro incontra don Gaudiano”. Saluti di S.E.R. Mons. Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro e di Luca Ceriscioli Sindaco di Pesaro. Introduzione di Ivano Dionigi presidente della Fondazione Don Gaudiano. Testimonianze di Gianfranco Sabbatini, presidente Fondazione Caripesaro, Franco Tamburini, presidente Ce.I.S., Marcello Secchiaroli,

già assessore comune di Pesaro e regione Marche e Giuseppina Catalano, assessore alle politiche sociali del comune di Pesaro. Interviene S.Em. Card. Angelo Bagnasco presidente della Cei. Coordina il giornalista Alberto Pancrazi. Nel pomeriggio il Cardinale Bagnasco celebrerà in Duomo la Messa alle ore 16 anziché alle ore 17 come in un primo tempo era stato previsto.

FOLLA DI PESARESI PER LA FESTA DEL VOTO

Maria modello per la Chiesa e per la società

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a gratitudine e la venerazione dei pesaresi per la Beata Vergine delle Grazie (festegg iata come compatrona con San Terenzio della nostra Arcidiocesi la terza domenica d’ottobre, in memoria della rapida e miracolosa cessazione dell’epidemia di colera diffusasi in città nel 1855) non sono venute meno nel tempo, come si è visto puntualmente anche quest’anno. Una grande folla di persone, comprese numerose autorità, ha partecipato, al mattino, alla Messa Pontificale celebrata da S. E. Mons. Piero Coccia nel Santuario dei Servi di Maria e, nel pomeriggio, alla tradizionale processione

per le vie del centro, conclusasi role di Papa Francesco ad Assisi, con il discorso dell’Arcivescovo “ascolta”, “avanza”, “annuncia”. in Piazza del Popolo. “Ascolta” Cristo, la Parola incarMaria è sempre stata agli occhi nata di Dio e ne fa l’unico criterio dei credenti il modello per eccel- di giudizio sulla realtà, illumilenza della Chiesa. Questa volta nando e orientando la concezioin particolare mons. Coccia ha ne della persona, della vita, della voluto presentarla come modello famiglia e del matrimonio, deldi una Chiesa che, secondo le pa- l’educazione, della politica e del-

l’economia. “Avanza”, conservando e nel contempo innovando il cammino della fede. Prezioso in questo senso è il ministero dei sacerdoti, chiamati, con una modalità del tutto propria, a “camminare davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare, dietro per sostenere”. Ma altrettanto preziosa è la ministerialità dei laici, indispensabile per rendere questo avanzare sempre più sinodale: nella nostra diocesi, ha affermato l’Arcivescovo ricordando il recente Convegno diocesano, sono presenti tanti laici disponibili e desiderosi di essere corresponsabili; occorre investire nella formazione perché maturi ulteriormente sia il loro senso di appartenenza alla chiesa locale sia la comunionalità del metodo valutativo e operativo. Infine la Chiesa “annuncia”. E lo

fa non solo fino alle estreme periferie geografiche, ma anche nelle periferie esistenziali, le quali altro non sono che i confini della nostra esperienza umana: la famiglia, il condominio, i luoghi di lavoro, del tempo libero, delle relazioni occasionali o strutturate. La fede dunque, ha sottolineato l’Arcivescovo riferendosi ancora al Pontefice, ha per sua natura un ruolo pubblico. E il cristiano, nella costruzione della società, è chiamato a mettere Cristo al centro, come Maria e a dichiarare, come San Paolo: “Io non mi vergogno del Vangelo”. Paola Campanini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il testo del discorso dell’arcivescovo mons. Piero Coccia in occasione della “Festa del Voto” è disponibile sul sito www.ilnuovoamico.it

“PRENDI E MANGIA” SESTA EDIZIONE

Non saranno serate per cristiani da pasticceria

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on il recente magistero di Papa Francesco siamo stimolati, come Chiesa, a comunicare a 360 gradi con parole semplici e gesti incisivi, non scontati, ma audaci. E’ questo il tono che da sei anni vuole caratterizzare il percorso di incontri biblici che nel dopocena, un sabato al mese, vengono ospitati in varie Chiese della Diocesi. Una trama di incontri e di volti, di musica e di testi delle Sante Scritture (del primo e del nuovo testamento) vede coagularsi un pubblico davvero eterogeneo per sensibilità culturale e prospettive di fede. Un tentativo di un cortile dei gentili a Pesaro? Senza dubbio, anzi, se non fosse per la sede usuale, l’aula di una Chiesa, un’esperienza che può dirsi anti-

cipatrice di quel cortile. Quest’anno don Giorgio Giorgetti, al quale va riconosciuto il duplice merito della perseveranza e della creatività, con una buona equipe di laici ci ha preparato una gradevolissima sorpresa: un percorso di apostolato biblico intercalato da voci di biblisti e bibliste di eccezione. Non siamo davvero una provincia ma facciamo invidia. I fili conduttori delle scelte dei testi: la profezia del laico o laica, nella Chiesa e nel mondo, in sintonia con il recente convegno diocesano; il difficile compito di smascherare le idolatrie che seducono e narcotizzano tutti noi in questo tempo di crisi e di apparente calma piatta. Ecco dove saremo situati a partire dall’ascolto delle pagine scelte dalle

Sante Scritture, magistralmente proclamate dalla voce narrante di Lucia Ferrati. Non saranno serate per cristiani da pasticceria, né per succhiare qualche piacere estetico in più dopo una partita di burraco e un

GASTRONOMIA

«del PORTO» APERTO FINO ALLE 21 COMPRESO I FESTIVI LUNEDI CHIUSO

Pesaro - Via A. Cecchi, 16 - Tel. 0721.371262

Cristina Simonelli

Sabato 26 ottobre nella chiesa di San Cassiano alle ore 21,15 si terrà “Prendi e mangia” incontri di letture bibliche ideati ed organizzati da don Giorgio Giorgetti. Relatore Cristina Simonelli, intervistata da Margherita Palazzi. Il tema è “Profeti e

buon thè. Saranno serate che ci metteranno a nudo e ci butteranno di fronte al lavoro della nostra coscienza chiamata a cogliere i segni dei tempi, nel solco tracciato da tanti profeti tra cui Don Gaudiano del quale quest’anno,

gratissimi, celebriamo il 20° anniversario della morte. Un sabato al mese per te: per il tuo cammino umano e spirituale. Senza reticenze e con grande fiducia. Don Mario Florio

profetesse nelle prime Chiese”. Voce narrante di Lucia Ferrati, musiche di Perikli Pite, viola barocca e Monica Micheli all’arpa. Laica, è nata a Firenze, il 24 maggio 1956. Dal 1976 al 2012 ha vissuto in un accampamento Rom, prima in Toscana, poi a Verona. Socia del Coordinamento Teologico Italiano dalla sua fondazione, lo coordina come presidente dal gennaio 2013. Ha conseguito la licenza in antropologia teologica nel 1995 presso

l’allora Studio teologico fiorentino. Nel giugno 1997 si è diplomata in teologia e scienze patristiche con la tesi: La fede nella resurrezione di Cristo nel “De Trinitate” di Agostino presso l’Institutum Augustinianum di Roma, dove sullo stesso tema nel 1999 ha poi difeso la tesi dottorale. È docente di teologia patristica a Verona (San Zeno, San Bernardino, San Pietro Martire) e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano).

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Pesaro

27 ottobre 2013

SPECIALE MISSIONI GRANDE PARTECIPAZIONE DI GIOVANI ALLA VEGLIA IN CATTEDRALE

Essere cristiani sulle strade del mondo

La cattedrale con i simboli delle 5 strade che rappresentano i continenti e si uniscono sotto l’altare Nelle foto piccole suor Alessandra e Padre Damiano raccontano la loro testimonianza missionaria.

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n groviglio di strade raffiguranti l’immagine di Gesù in croce. Cinque grandi nastri colorati – simboli delle strade dei cinque continenti – intrecciati ai piedi dell’altare. Tante orme di piede in carta da deporre su uno dei nastri liberamente scelto. Scarpe di operaio, bambino, neonato, donna, giovane, presentate ai celebranti come impegno a creare, particolarmente al fianco di que-

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omenica 27 Ottobre, celebriamo nella nostra Arcidiocesi la Giornata Missionaria Mondiale di preghiera e offerta per le Chiese del mondo. Il tema di quest’anno “Sulle strade del mondo”, posto a conclusione dell’Anno della Fede, ci spinge a rafforzare la nostra amicizia con il Signore affinché il nostro cammino sulle strade della vita diventi capace di rinnovare il quotidiano. Le strade sono imprevedibili, occorre la pazienza di camminare e di comprendere chi si incontra, di vederlo com’è, di impararne la lingua e la cultura, sentimenti e valori, restando insieme sopratutto nei momenti di difficoltà. La fede è un dono prezioso di Dio che chiede a ciascuno una personale risposta, il coraggio di affidarci a Lui, di vivere il suo amore, non rinchiudendola in “spazi e tempi religiosi”, ma portandola in ogni situazione della vita. Il dono della fede va condiviso, non può essere tenuto solo per sé diventando cristiani iso-

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arissimi amici vi invitiamo domenica prossima 27 ottobre, alle ore 11, presso la Chiesa Monumentale San Giovanni Battista per celebrare insieme l’Eucarestia di ringraziamento per il 50 mo di Frate Maurizio Pierelli. Un pomeriggio di cinquanta anni orsono un giovane di nome Maurizio, originario di Cuccurano, venne accolto da Fra’ Arduino Priori, entrando a far parte della Comunità Francescana del Convento di San Giovanni Battista

ste persone, un mondo più giusto. Abbracci di pace, pronunciando la parola ebraica Shalom, a conferma di questo impegno. E’ stata molto “scenografica” la Veglia Missionaria presieduta in Cattedrale, venerdì 18 ottobre, dall’Arcivescovo Piero Coccia e – si potrebbe dire - di sapore coerentemente brasiliano (dal momento che è nata appunto in Brasile, terra della Giornata Mondiale della Gioventù 2013). Una Veglia “giovane”, partecipata da tanti ragazzi e animata dai gruppi Scout coinvolti, con un capillare lavoro di preparazione, dal direttore dell’Ufficio Mis-

sionario diocesano, don Michele Rossini. Giovani anche i missionari chiamati a raccontare la loro esperienza: Padre Damiano Angelucci, nuovo parroco cappuccino vissuto per quattro anni in Benin e Suor Alessandra Coello, Missionaria della Fanciullezza in Ecuador e in Perù. A entrambi è stato chiesto che cosa li avesse cambiati e come fossero cambiati. Non c’è voluto molto per scoprirlo, data l’essenzialità della loro comunicazione e la capacità di giungere, in pochi tratti, alla radice dell’esperienza cristiana. “Ho visto con i miei occhi che la

forma di carità più alta che possiamo offrire agli uomini è la verità di Cristo - ha detto padre Damiano - e l’ho visto proprio in un contesto dove vivono cristiani, animisti, atei e musulmani. Solo Cristo riconosce all’uomo una reale dignità, dandogli la coscienza di essere amato e custodito da un Dio per nulla opprimente. Solo Cristo lo emancipa da ogni forma di superstizione e lo rende capace di camminare diritto su questa terra, adesso”. Non ha usato mezzi termini padre Damiano. Il quale ha comunque precisato che questo Cristo deve

DOMENICA LA SENSIBILIZZAZIONE IN TUTTE LE PARROCCHIE DI PESARO

Giornata missionaria: “uscire dai propri recinti” lati e sterili. L’annuncio del vangelo, come ci ricorda papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata, “fa parte dell’essere discepoli di Cristo ed è un impegno costante che anima tutta la vita della Chiesa, ma che richiede di uscire dai propri recinti per portarlo anche nelle - periferie -”. “La solidità della fede”, continua il Santo Padre, “si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti condividono con noi il cammino della vita”. A volte vi è fatica nell’aiutare gli uomini del nostro tempo troppo presi dalle situazioni materiali ad incon-

trare Gesù, a volte è debole il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell’annuncio e si pensa che portare la verità sia un fare violenza alla libertà, ma ciò è un errore, come Paolo VI ci ricorda: “...proporre alle coscienze la verità evangelica nel rispetto assoluto delle libere opzioni è un omaggio alla libertà” (Evangelii nuntiandi, 80). Viviamo in un momento di crisi sopratutto del senso profondo della vita e dei suoi valori, per questo si rende più urgente portate con coraggio in ogni ambiente un messaggio di speranza, di amore, di pace, della vicinanza di Dio e della Sua misericordia capace di vincere le

tenebre e il male. L’incontro con Gesù porta la vera gioia e la comunità cristiana, animata dallo Spirito Santo, ci aiuta ad alimentare e testimoniare questa gioia anche nei momenti più difficili. Un bel segno vissuto nella recente Veglia Missionaria presieduta dal nostro Arcivescovo in Cattedrale è stato quello dell’unità e della gioia, la presenza delle diverse realtà presenti sul nostro territorio, nelle nostre parrocchie, le Associazioni e i Movimenti, uniti insieme per pregare, riflettere e ricevere come proprio di ogni cristiano il mandato missionario, è stato il modo più

IL CONVENTO S. GIOVANNI IN FESTA IL 27 OTTOBRE

Maurizio Pierelli frate da 50 anni di Pesaro. Da allora Fra Maurizio, per grazia del Signore, è ancora in mezzo a noi, facendo della sua vita “un dono” servendo con umiltà e dedizione il Signore, i Poveri, i Frati. Giocando con i Bambini ha distribuito semplicità e sorriso. Per moltissimi anni ha

accudito i frati e i poveri che hanno bussato alla porta del convento, con la sua cucina, servendo a tavola cibo caldo, condito con tanto amore e fraternità. Oggi, con la sua presenza in Chiesa, continua a donarci la testimonianza della fedeltà al Signore e ai poveri nella preghiera quotidia-

• Servizio completo • Successioni e testamenti • Servizio internazionale • Ecobio • Servizio animali

na. Vogliamo gioire della presenza del P. Armando Pierucci, venuto da Gerusalemme, che presiederà la Celebrazione Eucaristica per lodare il Signore, insieme a tutti gli amici, i familiari, di devoti e i confratelli del dono di Frate Maurizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

rendersi concreto, visibile, attuale. “Come avrebbe potuto altrimenti - ha confermato con la sua testimonianza suor Alessandra - una bambina di undici anni da noi incontrata capire che cosa significhi essere amata dopo aver subito ogni sorta di violenze e sfruttamenti? E come avrebbe potuto accettare l’annuncio di un Dio che è Padre senza avere fatto l’esperienza di un padre? Solo dopo essere stata accolta da noi suore e aver vissuto per tre anni nella nostra comunità, quella stessa bambina ha potuto dire: ora so che l’amore esiste; ora ho incontrato il Signore”. Certo, ha proseguito realisticamente la Missionaria della Fanciullezza, non sempre le cose vanno così bene. “Allora si mette in moto la fede, che impedisce di inorgoglirci, perché noi seminiamo, ma è il Signore che fa germogliare i frutti”. E’ una fede così che la Chiesa deve recuperare. Per essere missionaria ed evangelizzare infatti, ha detto l’Arcivescovo, la Chiesa ha bisogno di essere a sua volta rievangelizzata. Ha bisogno di continuare a camminare e seminare sorretta costantemente da Cristo, in modo da non scoraggiarsi né fermarsi di fronte alle difficoltà. Perché essere missionari significa in fondo questo: fare l’esperienza cristiana in mezzo ad altre persone. E non c’è luogo, non c’è ambiente, non c’è situazione, non c’è tempo dove questo non sia possibile. Paola Campanini © RIPRODUZIONE RISERVATA

bello per testimoniare il nostro essere Chiesa. Pensando ai tanti missionari, sacerdoti, religiosi e laici che dopo aver accolto la chiamata del Signore si sono recati in terre lontane per annunciare il Vangelo, sentiamoci tutti uniti tra noi e più missionari sulle strade della vita e nei luoghi in cui il Signore ci pone, con un’attenzione solidale verso i più poveri del mondo. In tutte le parrocchie dell’arcidiocesi, in questa giornata, verranno raccolte offerte a sostegno delle missioni presenti nei cinque continenti attraverso le Pontificie Opere Missionarie, l’anno scorso abbiamo raccolto e inviato circa 16.820 euro. Durante la Veglia Missionaria di venerdì scorso, abbiamo raccolto 1047 Euro. Ringraziando il Signore, un augurio a tutti di sentirci profondamente missionari sulle strade del mondo. Don Michele Rossini - Direttore CMD © RIPRODUZIONE RISERVATA


Pesaro

• il• amico nuovo

L

a Caritas diocesana si trova ad affrontare, quotidianamente, difficoltà economiche per rispondere alle nuove e vecchie povertà delle persone presenti nel nostro territorio o di passaggio. Nel tempo si sono strutturate risposte che sono un segno della carità e vicinanza della chiesa locale verso coloro che affrontano la fatica di vivere per la disoccupazione, la malattia, la povertà. Al momento sono attivi: Il centro di ascolto, la mensa, il magazzino per la distribuzione del vestiario e della biancheria e la casa di accoglienza per i senza dimora per il periodo invernale. Per allargare le risposte al maggior numero di persone in difficoltà si sono attivate varie iniziative a cui i cittadini hanno risposto con generosità. Per ampliare la possibilità di raccolta fondi si è progettata ora l’apertura di un “mercatino” di cose nuove o vecchie, che nella case hanno perso ormai il loro uso a volte perché i loro proprietari non sono più fra noi .Si chiede pertanto, a coloro che decidono di aderire a questa nuova iniziativa della Caritas, di offrire oggettistica, piccoli mobili o elettrodomestici, piccoli oggetti d’argento, servizi da tavola, bian-

D

omenica 20 ottobre, nel buio della notte, la luce della fede ha accompagnato i passi dei tanti partecipanti alla nona edizione del pellegrinaggio a piedi dalla chiesa parrocchiale di Villa Ceccolini al Santuario della Madonna delle Grazie. L’intensità della preghiera mariana è stata segnata dal passaggio attraverso le case, i campi, le fabbriche, il carcere, le scuole e le istituzioni pubbliche. Arrivati ai Cappuccini la scia di luce si è unita alle prime luci dell’alba. L’arrivo in Piazza del Popolo, deserta in quell’ora mattutina, ci ha fatti sentire nel cuore della città e così nelle preghiere presentate alla Vergine Madre abbiamo portato le molte situazioni di necessità e bisogno di tante persone. Al culmine del pellegrinaggio la S. Messa nel Santuario: è il cammino di ogni settimana che trova in Gesù che si dona la forza e la spinta per proseguire il cammino sulle strade del mondo con la luce della fede. Il Parroco -Don Mario

27 ottobre 2013

APRIRA’ DAL 18 NOVEMBRE NEI LOCALI STORICI DI VIA DEL SEMINARIO

La Caritas apre un mercatino di solidarietà

cheria nuova o che il tempo ha ormai segnato con il non uso o con l’ingiallimento. La raccolta non prevede indumenti e scarpe mentre potrebbero essere utili borse, cappelli, cinture bigiotteria. Il tutto sarà ricevuto dai nostri volontari che provvederanno alla sistemazione ed alla valutazione dei compensi da richiedere ai visitatori. La donazione di oggetti che ci sono appartenuti è un duplice gesto di amore: verso coloro che usufruiranno dei proventi che se ne ricaveranno, attraverso i vari servizi, ma anche un gesto di amore verso se stessi, perché significa ridare vita ad oggetti cari, presso altre case e famiglie in una prospettiva di amorosa continuità, senza avere il rimpianto di abbandonare ciò abbiamo conservato con pazien-

za ed attenzione. Siamo certi che la generosità, sempre dimostrata nei confronti delle iniziative della Caritas, non verrà a mancare anche in questa occasione. Tutti coloro che intendono comunicare la propria disponibilità possono chiamare il Centro d’ascolto della Caritas diocesana allo 0721/33743, aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle ore 12 o il numero 340/4269933 (Miria). Il “Mercatino” verrà aperto al pubblico in via del Seminario, sede storica del centro di Ascolto Caritas, presumibilmente dal 18 novembre prossimo, dal lunedì sabato dalle 16 alle 19. Per quanto riguarda l’apertura verrà data una ampia e successiva diffusione. Miria Lazzari © RIPRODUZIONE RISERVATA

FOTO NOTIZIA

In cammino nella luce Pastorale per divorziati e separati

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iprende domenica 27 ottobre il cammino che l’Ufficio Pastorale Famigliare dell’Arcidiocesi di Pesaro rivolto a persone separate, divorziate e conviventi. Si tratta di incontri incentrati sul confronto e sulla Parola di Dio per chi desidera rafforzare la propria fede, trovare conforto e forza con altre persone che si trovano nella stessa situazione. L’esperienza è aperta a tutti e nasce dalla bisogno di voler orientarsi a Dio in modo nuovo. Gli incontri si terranno presso Villa Borromeo (via Avogadro 40) in zona Muraglia, ogni quarta domenica del mese dalle ore 16.30 alle ore 18.30. per maggiori informazioni: P. Mario 338/5775673 – Vincenzo 327/7469681

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Breviario di notizie pesaresi

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a cura di Vittorio Cassiani DOMENICA 27 OTTOBRE CON IL CAI - Escursione all’Alpe della Luna, da Sant’Andrea al Parco di Ronco Spinoso. Accompagnatori: Branchesi (349.5528113) e Dini. L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMIGLIA – Da oggi a sabato prossimo nella chiesa di via della Maternità con le parrocchie di Gabicce Mare e Case Badioli. VISITE A PALAZZO DUCALE – A conclusione del 2013. Previsti due turni: alle ore 9.45 e alle 11.15. Prenotazioni: 338.2629372. Costo euro 5. “STELLE CADENTI E CORPI CELESTI “ – Venti anni dopo ricordando don Gaudiano. Mostra fotografica nella Sala Laurana di Palazzo ducale. Orario: oggi 10-13 e 16-20; feriale fino al 31 ottobre 16-20. FESTIVAL DEI GAD – Si conclude la 66^ edizione. Alle ore 10.30, nella Sala della Repubblica del Teatro Rossini, ricordo di Arnaldo Ninchi e premiazioni. NELLA GALLERIA ART 65 – In via Giordano Bruno 65. Si conclude la mostra di Paolo Pompei. WEEK-END GASTRONOMICI Sono aperti i seguenti ristoranti: Dall’Amico ( Ca’ Gallo di Montecalvo in Foglia), San Marco (Montecopiolo), La Nuova Fazenda (Cappone di Colbordolo), Piccolo

Mondo (Villagrande di Mombaroccio), Locanda dal Tedesco (Borgo Pace). LUNEDI’ 28 OTTOBRE ARTE GRAFICA DI MASSIMO DOLCINI – In mostra permanente, dal lunedì al sabato, con orario 8-13, nella sede dell’Istituto tecnico Donato Bramante, in via Nanterre (Campus scolastico). SORTELLO HOME CARE PREMIUM – Presso “Informa famiglia” del Comune di Pesaro. In via Rossini (accanto al teatro Sperimentale). Serrvizi gratuiti di assistenza domiciliare e contributi economici alle famiglia. Orario: lunedì e mercoledì 9-13; martedì, giovedì e venerdì, 9-13 e 15.30-19; sabato 10-12. Info: 0721/387483. A VILLA BORROMEO – In via Avogadro, zona Muraglia. Ore 16.30. Incontro: “Da un cuore ferito a un cuore fiorito”. CINEVISIONI: DE SENECTUTE – Sullo schermo: L’ultimo urrà” di J. Ford. A cura del professor Umberto Spadoni. Nell’Auditorium dell’Università dell’età libera. Campus scolastico di via Nanterre, Ore 21.00. Ingresso gratuito. MARTEDI’ 29 OTTOBRE INCONTRI DI SUPPORTO PSICOLOGICO – Nella sede del CIF, in via Branca 29. A cura della dottoressa Laura Mulazzani, psicologa

psicoterapeuta. Orario: 10-12 e 16-18. Info: 339.4962055. MOSTRA ANTOLOGICA DI FRANCO CACCIAGUERRA – Dal 1926 al 1973. Fino al 10 novembre a Palazzo Gradari, in via Rossini. Orario: da martedì a venerdì 10-12; sabato 10-13 e 17-20. INCONTRO DIACONI ED ACCOLITI – A Villa Borromeo, ore 19. MERCOLEDI’ 30 OTTOBRE “DONNE DI FRONTE ALLA BIBBIA” – Conversazione di Mariella Perroni, teologa. Biblioteca San Giovanni, ore 17. CORSO DI DIALETTO PESARESE – Inizia oggi alle ore 18.00. Docente Emilio Melchiorri. Info: Università dell’età libera, Campus scolastico di via Nanterre (tel. 0721/416704). QUALIFICAZIONE PER VOLONTARI – Presso i locali dello sportello CSV Marche, in via Faggi 62. Incontro con il dottor Vincenzo Catalano: “La prevenzione secondaria. L’importanza della diagnosi precoce”. Ore 18.00. GIOVEDI’ 31 OTTOBRE BRONZI E MARMI DI CLAUDIO CESARINI – Nella sede della Banca dell’Adriatico, in via Gagarin 216. Oggi ultimo giorno di mostra: “La (s)cultura in banca”. “LAVORO: MISSIONE IM (POSSIBILE)?!” – Conversazione di Adriano Gasparri, chief marketing officer.

Biblioteca San Giovanni, ore 17. CACCIA AL TESORO LETTERARIA – “Addams family…che brutta storia!”. Presso la libreria “Le foglie d’oro”, in via Morselli 47/49 (tel. 0721/371774). Ore 17.30. Prenotazione consigliata. Quota euro 6. IN CAMMINO VERSO LA CRESIMA – Per giovani e adulti. Nei locali della Curia vescovile, in via Rossini 66. Ore 21.15. Tel. 0721/30043.

VENERDI’ 1° NOVEMBRE GASTRONOMIA – Per i week-end gastronomici opera il ristorante “Posta vecchia” di Calcinelli di Saltara (tel. 0721/897.800). NEL CIMITERO CENTRALE – Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo. Ore 15.00. SABATO 2 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DIOCESANA DI TUTTI I DEFUNTI – Nel Cimitero centrale. Ore 10.00.


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MAESTRE PIE VENERINI IN LUTTO

Il ricordo di suor Maria Catalini

E

ra nata ad Amandola (AP) il 30/9/1933. Suor Maria se ne è andata dopo un lungo calvario, durato più di quindici anni. In una radiosa mattina di ottobre, nel sabato in cui la Chiesa di Pesaro venera la Vergine delle Grazie,

necrologi ✞

Giovedì 10 ottobre è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 87

MARIO FURLINI

Ne danno il triste LA MOGLIE Lavinia, le figlie Francesca e Paola, il genero, i nipoti, i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo venerdì 11 ottobre partendo dall’obitorio di Muraglia per la Chiesa di S. Martino La tumulazione nel Cimitero di Montelabbate

la Madonna, che Lei tanto amava, l’ha portata in Paradiso. Maria era entrata nella nostra Congregazione all’età di 24 anni. Nei primi anni di Professione ha fatto varie esperienze: a Sanginesio, a Viterbo, a Tolentino,…ma gli anni

Il funerale ha avuto luogo martedì 15 ottobre partendo dall’obitorio di Muraglia nella Chiesa parrocchiale di Cristo Risorto La tumulazione nel Cimitero di Mombaroccio.

Venerdì 11 ottobre è mancata all’affetto dei suoi cari all’età di anni 95

QUINTA FOSCHI ved. Gurini

Ne danno il triste annuncio i figli Sergio, Renza e Mirella, la nuora, il genero, i nipoti, pronipoti e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo lunedì 14 ottobre partendo dall’obitorio di Muraglia per la Chiesa di Villa Fastiggi. La tumulazione nel Cimitero locale.

✞ Domenica 13 ottobre è mancato all’affetto dei suoi cari

LAMBERTO OLMEDA (Bebo)

Ne danno il triste annuncio La moglie Maria, il figlio, la nuora, le nipoti, la pronipote, i parenti tutti.

Giovedì 17 ottobre è mancata all’affetto dei suoi cari

O.F. S. Pietro di Giombetti M., Via Fastiggi 105 Pesaro - tel. 0721 282549

Martedì 15 ottobre è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 93

ROSSANA SERINO ved. Verde

Ne danno il triste annuncio il fratello, la cognata, gli amici e i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo venerdì 18 ottobre nella Chiesa parrocchiale di Cristo Re.. La tumulazione nel Cimitero Centrale.

✞ Giovedì 17 ottobre è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 91

NELLO VICHI

Ne danno il triste annuncio i figli Roberto e Corrado, le nuore Virginia e Assunta, la sorella, i nipoti, i pronipoti e i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo sabato 19 ottobre nella Chiesa parrocchiale di S. Carlo Borromeo La tumulazione nel Cimitero Centrale. O.F. S. Pietro di Giombetti M., Via Fastiggi 105 Pesaro - tel. 0721 282549

elio giorgINI

Ne danno il triste annuncio i FAMILIARI tutti. Il funerale ha avuto luogo giovedì 17 ottobre nella Chiesa parrocchiale di Cristo Re.. La tumulazione nel Cimitero Centrale. O.F. Euroservice - V. Flaminia, 287 - T. 0721 392425 V. Giolitti, 19 - T. 0721 67070

necrologi ✞

ringraziamento La famiglia

Anniversario Giovedì 31 Ottobre ricorre il 14° anniversario della scomparsa della cara

LILIANA MAGRINi in Roberti

La ricordano con amore e rimpianto il marito RENZO, i figli ANDREA, RICCARDO e DAVIDE, nipoti e parenti tutti.

anniversario 26 Ottobre 2006 26 ottobre 2013

CECCHINI

nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringrazia commossa quanti hanno partecipato al suo dolore per la perdita della cara

CLAUDIA ANDRUCCIOLI (DINA)

Martedì 29 Ottobre alle ore 20 verrà celebrata la S. Messa di settima nella Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo Martire a Tavullia.

Dr. antonio borelLI Tutto è niente senza amore. O.F. IROF di FUNERAL SERVICE - Via Cattaneo Tel.0721/31494

O.F. Marinelli – Via del Governatore - Pesaro tel. 336/284050 – 337/635960

anniversario 2 Novembre 2004 - 2 novembre 2013

ALFONSO DEL BIANCO Sei e sarai sempre nei nostri cuori Lo ricordano con immutato affetto la moglie Maria, le figlie Valeria e Sabrina, i generi Albino e Donato, i nipoti Nicola, Elena, Silvia e Giovanni, amici e parenti. Il ricordo nella Preghiera con la S. Messa che sarà celebrata venerdì 1 novembre alle ore 11 nella Chiesa parrocchiale di S. Veneranda. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Giovedì 31 Ottobre alle ore 20 nella Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo a Tavullia. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera. O.F. Marinelli – Via del Governatore - Pesaro tel. 336/284050 – 337/635960

Ne danno il triste annuncio il figlio Fabrizio e i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo Mercoledì 16 ottobre nella Chiesa parrocchiale dei Cappuccini. La tumulazione nel Cimitero di S. Maria delle Fabbrecce.

Giuseppe olivA

O.F. Euroservice - V. Flaminia, 287 - T. 0721 392425 V. Giolitti, 19 - T. 0721 67070

O.F. S. Pietro di Giombetti M., Via Fastiggi 105 Pesaro - tel. 0721 282549

Sabato 12 ottobre è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 90

più importanti della sua vita sono stati quelli trascorsi a Pesaro. Ha insegnato per 10 anni nella scuola di Via Mancini, gestita dai Padri Cappuccini e poi nella nostra scuola di Tolentino e di nuovo a Pesaro, in Viale XI Febbraio. Ha prestato la sua collaborazione anche in alcune Parrocchie, come catechista e come vera figlia di Santa Rosa Venerini. Negli ultimi anni le venne diagnosticato il morbo di Alzheimer, che lentamente le avrebbe tolto la parola, il movimento, la vita:. Chi l’ha seguita negli ultimi anni, l’ha vista come una donna inchiodata sulla croce. Certamente suor Maria ha capito, ha accettato il suo martirio, ha offerto. Finché ha potuto, ha dato segni di affetto e di riconoscenza. Oggi le Consorelle, abituate alla sua silenziosa presenza, piangono, ma sono certe di avere in Cielo una protettrice: Suor Maria sarà loro eternamente grata perché l’hanno amorosamente curata e si sono sempre opposte a chi osava proporre un suo allontanamento dalla Comunità. Grazie, Consorelle di Pesaro, per la vostra squisita carità, per la vostra grande dedizione e per l’esempio unico che ci avete dato. Preghiamo insieme il Signore che accolga suor Maria in Paradiso e accetti l’offerta del suo sacrificio per tutte noi Maestre Pie, per i suoi Cari, per il mondo intero. Suor Marcella Lorenzetti

O.F. S. Pietro di Giombetti M., Via Fastiggi 105 Pesaro - tel. 0721 282549

O.F. S. Pietro di Giombetti M., Via Fastiggi 105 Pesaro - tel. 0721 282549

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Pesaro

27 ottobre 2013

✞ ringraziamento La famiglia

Vilardo-Gambini

nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringrazia commossa quanti hanno partecipato al suo dolore per la perdita della cara

Maria

Sabato 19 Ottobre alle ore 18.30 è stata celebrata la S. Messa di settima nella Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Bosco a Osteria Nuova.

✞ anniversario 21/10/2010 - 21/10/2013 “Una cosa ho chiesto al Signore, questa solo io cerco: abitare nella Casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la Sua dolcezza... (Salmo 26)

SILVIA AGOSTINI ved. Benelli

Non ci siamo lasciati, continui a vivere nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Magda, Sergio, Stefano. Ti abbiamo ricordato nella S. Messa che è stata celebrata Lunedì 21 Ottobre alle ore 20 nella Chiesa di S. LORENZO a Tavullia. O.F. Marinelli – Via del Governatore - Pesaro tel. 336/284050 – 337/635960

✞ anniversari Nella ricorrenza degli anniversari della scomparsa dei cari

O.F. Marinelli – Via del Governatore - Pesaro tel. 336/284050 – 337/635960

✞ anniversario Venerdì 18 ottobre ricorre il quindicesimo anniversario della scomparsa della cara

MARISA MATTIOLI in Palma

Il marito Brunello, il figlio Paolo con la moglie Isabella e il nipote Luca la ricordano con immutato affetto. Una S. Messa a suffragio è stata celebrata nella Chiesa dei Servi di Maria venerdì 18 ottobre. Si ringraziano quanti si sono uniti nel ricordo e nella preghiera

UMBERTO MARCANTOGNINI e LINA OVANI

“Se il tempo non scorresse nel vostro ricordo, / non avremmo la percezione di quanto sia stato / importante il vostro sorriderci e noi a questo / ci aggrappiamo sorridendo alla vostra anima!”. Li ricordano con amore e rimpianto i figli ANTONELLA e FRANCO, il genero DANIELE, la nuora ANTONELLA, i nipoti ALICE, LUCA, CINZIA, CHIARA e parenti tutti. Sarà celebrata una S. Messa il giorno Martedì 29 Ottobre alle ore 18.30 nella Chiesa parrocchiale di S. MARIA del PORTO. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera. O.F. Marinelli – Via del Governatore - Pesaro tel. 336/284050 – 337/635960


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27 ottobre 2013

Fano

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Redazione di Fano: Via Roma, 118 - 61032 Fano Tel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595 E-mail: fano@ilnuovoamico.it

Fossombrone Cagli Pergola Il Vescovo “invia” i catechisti e gli operatori della pastorale della Diocesi

La nostra migliore eredità è la fede

FANO - Tre testimonianze non lontane da quella che può essere l’esperienza di molti ed una riflessione sull’essenzialità dell’annuncio: Cristo. Questo è quanto si è vissuto domenica 20 ottobre, presso la basilica di San Paterniano in Fano, in occasione del conferimento del mandato missionario da parte del vescovo Armando ai catechisti ed operatori pastorali della Diocesi. Un appuntamento che è ormai percepito come punto di partenza di ogni azione pastorale e che permette di sentirsi inviati e sorretti da tutta la comunità cristiana diocesana, senza lasciare spazio alle “autocertificazioni”, spesso fuorvianti e pericolose. «Essere catechisti e non fare i catechisti, questa è la vera vocazione che coinvolge tutta la nostra vita. – ha esordito il Vescovo durante l’omelia, analizzando quelle che all’apparenza possono sembrare solo semplici sfumature – San Francesco di Assisi diceva ai suoi frati che bisogna sempre predicare il Vangelo e, se necessario, utilizzare anche le parole». Un chiaro invito ad essere testimoni, prima ancora che insegnanti o efficaci oratori. «Facciamo in modo che la gente veda

il Vangelo nella nostra vita. Essere catechisti chiede amore a Cristo, al suo popolo. Un amore che viene da Cristo e che pertanto ci spinge a ripartire proprio da lui, da questo amore che ci viene donato». Ripartire da Cristo si concretizza vivendo una familiarità del rapporto con esso, imitandolo nell’uscire da sé per aprirsi all’altro, senza la paura di andare, con lui, nelle “periferie”. In tutto questo, però, non dobbiamo sentirci soli o agire come se

fossimo tali: «Gesù non dice: andate ed arrangiatevi. Piuttosto ci ricorda che Lui è con noi: questa è la nostra forza – ha sottolineato il Vescovo, per poi dare alcuni semplici atteggiamenti per gli operatori della pastorale – Primato della testimonianza, urgenza di andare incontro, progettazione pastorale incentrata sull’essenziale. Ciò di cui abbiamo bisogno, soprattutto in questi tempi, è la presenza di testimoni credibili che, con la vita e

INCONTRO IN PREPARAZIONE AL CONVEGNO ECCLESIALE MARCHIGIANO

Vivere e trasmettere oggi la fede

FANO – Sabato 9 novembre, alle ore 17 al Centro Pastorale diocesano, è in programma un incontro aperto a tutti in preparazione al Convegno Ecclesiale Marchigiano (22-24 novembre 2013) insieme al consiglio pastorale diocesano. I quattro ambiti sui quali si lavorerà sono: - primo ambito Vivere e trasmettere la fede oggi: essere Chiesa in ascolto, aperta al Dono di Dio e ai doni dei fedeli

1. testimoni del dono della vita 2. Dio si comunica a noi, ci parla 3. la grazia dell’Eucaristia 4. la grazia dei sacramenti 5. una pastorale centrata sul dinamismo integrale della fede 6. il tesoro della preghiera - secondo ambito Vivere e trasmettere la fede oggi: essere Chiesa madre, capace di generare la fede 1. Cristiani si nasce o si diventa? 2. la dimensione educativa ed

esperienziale della catechesi 3. la famiglia protagonista dell’evangelizzazione 4. il mondo dei giovani 5. l’iniziazione alla vita cristiana degli adulti 6. la cura delle vocazioni impegnate nella trasmissione della fede - terzo ambito Vivere e trasmettere la fede oggi: essere Chiesa famiglia, accogliente e premurosa verso le fragilità umane 1. parrocchia, famiglia di famiglie 2. vecchi e nuovi poveri 3. problematiche affettive e famiglie ferite 4. il tempo della malattia e il dramma della morte 5. nuovi stili di vita 6. le periferie esistenziali - quarto ambito Vivere e trasmettere la fede oggi: essere Chiesa missione, presente nel territorio e in dialogo con la cultura 1. lavorare in un tempo di crisi 2. la sfida del pluralismo culturale e religioso 3. un’alleanza per l’uomo 4. i nuovi linguaggi mediatici 5. il patrimonio artistico e culturale 6. l’alleanza educativa © RIPRODUZIONE RISERVATA

anche con la parola, rendano visibile il Vangelo, risveglino l’attrazione per Gesù, per la bellezza di Dio. Dobbiamo spogliarci di cose inutili e dannose, di false sicurezze mondane che appesantiscono la Chiesa e danneggiano il suo volto». Gli stessi racconti di Riccardo, della comunità di San Costanzo, che ha vissuto la GMG a Rio de Janeiro, di Filippo che, assieme al Centro Missionario Diocesano, è partito alla volta di Kipsing o di Laura,

da oltre dieci anni al servizio della Caritas diocesana, hanno fornito la prova concreta che ripartire dalla semplicità è possibile ed estremamente importante per qualsivoglia iniziativa pastorale. Occorre dunque ripartire da Cristo, testimoniandolo con la vita, ricordando che la migliore eredità che possiamo donare non è altro che la nostra fede. Matteo Itri © RIPRODUZIONE RISERVATA

Accompagnamento spirituale per separati, divorziati e riaccompagnati

“IL SIGNORE E’ VICINO A CHI HA IL CUORE FERITO”

FANO – Da sabato 9 novembre, al Centro Pastorale diocesano, riprendono gli incontri di accompagnamento spirituale per separati, divorziati e riaccompagnati. Il percorso propone incontri strutturati intorno all’ascolto della Parola, una riflessione su di essa, seguiti dal confronto e dal dialogo con le varie storie di vita. Al termine dell’incontro si offre la possibilità di un ascolto individuale con i membri dell’equipe.

Programma degli incontri: incontro pubblico sabato 9 novembre alle ore 17.30 calendario incontri (dalle ore 16.30 alle ore 18.30) sabato 7 dicembre 2013 sabato 11 gennaio 2014 sabato 8 febbraio 2014 sabato 1 marzo 2014 sabato 5 aprile 2014 domenica 3 maggio 2014 – Giornata di spiritualità Per info: don Mauro 348.6721991 – sancristoforofano@libero.it

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27 ottobre 2013

Fano Fossombrone Cagli Pergola

• il• amico nuovo

Esortazione pastorale del vescovo Armando

La Chiesa madre di tenerezza e misericordia le dell’esortazione

LA CHIESA MADRE

1 – PREMESSA

“L

a Chiesa madre di misericordia e tenerezza” è il tema dell’esortazione pastorale del vescovo Armando ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose ed a tutti i fedeli laici. Pubblicheremo, da questo numero in avanti, il testo integra-

Due anni fa iniziavo la mia esortazione pastorale sull’iniziazione cristiana parlando della Chiesa come madre. Essa, dicevo, ha il compito di generare e far crescere i cristiani. La Chiesa sente che la sua maternità si estende a ogni momento della vita del cristiano, senza mai interrompersi, e non può sottrarsi alle difficoltà (crisi) sia fisiche sia spirituali che i credenti incontrano nel corso della vita. Sono di due generi le crisi che il cristiano può vivere: la prima legata alla salute del corpo e la seconda a quella dello spirito. In realtà questi due piani (fisico e spirituale), pur essendo distinti, sono indissolubilmente uniti tra loro. La malattia e il peccato richiedono un’urgente presenza della Chiesa perché il cristiano non si smarrisca, perdendo la fiducia in Dio. Malattia e peccato sono certamente due

realtà molto diverse, ma entrambe costituiscono un momento di grande crisi nella vita di ogni uomo, un’esperienza drammatica di dolore e smarrimento anche per il discepolo. Quando il cristiano si ammala, è facile porsi la domanda: «Perché proprio a me, Signore?». Quante volte la fede vacilla di fronte ad una malattia, o alla vecchiaia difficile, che mette a rischio non solo la vita ma anche la fede in Dio. Io stesso ho vissuto sulla mia pelle questa prova, sia per la malattia sia per le situazioni che hanno ferito profondamente la nostra Chiesa. Ecco perché Gesù, medico del corpo e dello spirito, di fronte al dolore non colpevole, com’è abitualmente la malattia, ha lasciato alla Chiesa il compito di prendersi cura dei malati con la più grande carità ed anche con il sacramento dell’unzione dei malati, affinché ogni cristiano, provato nella sua realtà fisica (ma anche nel suo mondo interiore), possa avere la garanzia assoluta della vicinanza di Cri-

sto e della Chiesa e guardare alla malattia come a un passaggio del suo conformarsi a Cristo crocefisso e risorto. Esiste poi un male del quale siamo colpevoli: il peccato. Abituati come siamo a pensare al battesimo dei bambini, ci dimentichiamo che il primo perdono dei peccati lo riceviamo proprio in quel sacramento che ci fa rinascere come nuova creatura a immagine di Gesù, l’uomo fedele al Padre in tutto. Il battesimo ci ha liberato dal peccato, sia quello che condividiamo con tutta l’umanità (peccato originale) sia quello personale (per chi riceve il battesimo da adulto). Sappiamo bene come anche dopo il battesimo il cristiano può peccare e rischia di perdere la speranza della redenzione, il coraggio della fedeltà e, nelle forme più gravi (peccato mortale), non ha più in sé la forza di alzare lo sguardo verso Cristo, nella sua Chiesa, dalla quale, con le sue scelte, si è separato. Ecco perché Gesù stesso, la sera di Pasqua, ha

affidato alla Chiesa il ministero della riconciliazione: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Donando lo Spirito Santo per il perdono dei peccati Gesù istituisce anche, per chi dopo il battesimo si è allontanato da Lui, il sacramento della penitenza e della riconciliazione. Egli coinvolge così, nuovamente, il peccatore nella sua Pasqua. Infatti, in tutte le situazioni è sempre il mistero pasquale a operare per la salvezza dell’uomo. Come insegna il Concilio, «la liturgia dei sacramenti e dei sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina, che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e resurrezione di Cristo; mistero dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e i sacramentali». + Armando Trasarti Vescovo © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPECIALE GIOVANI & MISSIONE - TESTIMONIANZE

Dal Mozambico “Todo Bem”

Un segno che non si dimentica

FANO - Un ibrido di felicità e di tristezza…un momentaneo senso di smarrimento... questo è quello che sento ora nel mio profondo, ad un giorno dal mio rientro a casa. L’Africa, vuoi o non vuoi ti lascia un marchio indelebile, anche con tutti i suoi aspetti negativi, perché forse di positivi ce ne sono di più. Non è facile, o forse è meglio dire che è impossibile, per chi non lo prova di persona, descrivere con esattezza quello che il cuore vive. Non nascondo che ci sono stati momenti di tristezza e di pianto, ma per fortuna i momenti di serenità e di felicità sono stati maggiori. Sei lontano da casa, ma vuoi o non vuoi ricevi sempre un aiuto per sentirti come a casa.

D

on Pergiorgio Giorgini, direttore dell’Ufficio Scuola diocesano, ha interpellato la CEI su una problematica ricorrente. “Abbiamo alcune insegnanti “di classe” – scrive don Giorgini – che anni addietro hanno dichiarato di non voler più insegnare religione. Poi, a distanza di anni, hanno chiesto di potersi reinserire. Hanno frequentato corsi di formazione organizzati dalle varie diocesi e ora chiedono il reinserimento degli “insegnanti di classe”. Ma nel frattempo è stata elaborata un’intesa fra Chiesa e Stato che disciplina il rinnovo dell’idoneità per l’insegnamento. Sappiamo peraltro quanto è bene stare nella norma per evitare privilegi per non conferire incarichi che poi si esauriscono con qualche attività, senza un insegnamento ordinato e siste-

Ringrazio Dio per aver esaudito un mio sogno e per tutto. Ringrazio la mia famiglia per essermi stata sempre vicino e per avermi dato sempre appoggio. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto in me e nel mio progetto. Mi avete dato la possibilità di vivere questa esperienza indescrivibile, e più passeranno i giorni e più me ne renderò conto. Ringrazio i miei alunni che con pazienza e grande capacità sono riusciti a darmi soddisfazioni immense. ingrazio tutte le persone incrociate nel mio cammino. Vuoi o non vuoi ti lasciano un segno che non si dimentica facilmente. Le parole non costano nulla di fronte alla ricchezza offerta alla mia anima e al mio cuore e per questo non smetterò mai di dire “Grazie”!! Barbara Zenobi

“Todo bem” . E’ stato questo il ritornello più usato durante l’esperienza che abbiamo vissuto a Settembre in Mozambico io ed Elisa. “Tutto bene” è quello che ci sentivamo rispondere nella maggioranza dei casi quando ci presentavamo alle persone del posto. Un mese intenso, faticoso, ma che ha decisamente lasciato il segno. Scopo dell’esperienza missionaria è stato quello di conoscere e vivere un po’ di vita africana e reperire

ulteriori informazioni tecniche per la progettazione del Centro Pastorale per la Diocesi di Tete. Attualmente alcuni nostri tecnici stanno lavorando, gratuitamente, per l’ottimizzazione del progetto e per la presentazione di esso, entro fine anno, agli organi ecclesiali che finanzieranno la nuova costruzione. Oltre a quanto scritto sopra abbiamo vissuto, con il Vescovo della Diocesi di Tete e con i missionari della Consolata (che vivono e lavorano lì), le varie realtà della missione. E’ stata un’opportunità per la Chiesa di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, per il Centro Missionario diocesano e per la Caritas

diocesana, aprendo una finestra su questa nuova missione africana. Siamo rimasti colpiti dalla voglia di crescere che ha questa giovane comunità, dall’accontentarsi di poco pur avendo niente, dalla freschezza e dalla genuinità nei rapporti, dalla gioia che si trasmette durante le lunghe celebrazioni. Ora sosteniamo questa realtà perciò, non solo a livello economico ma anche sensibilizzando i gruppi parrocchiali ad aprirsi a questo mondo. Davvero c’è più gioia nel dare che nel ricevere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Don Piergiorgio Giorgini interpella la CEI

Il rinnovo dell’idoneità per l’Idr matico. Dunque: cosa fare?” La risposta di don Daniele Salottini, direttore dell’Ufficio Scuola CEI, in collaborazione con Sergio Cicatelli. Rev.mo don Piergiorgio Giorgini in risposta al suo quesito, possiamo affermare che le disposizioni introdotte dalla nuova Intesa sono vincolanti e quindi devono essere rispettate. Purtroppo è abbastanza frequente il caso di insegnanti di classe che hanno frequentato dei percorsi formativi diocesani pensando di poter insegnare o tornare a insegnare religione, ma la nuova Intesa ha modificato definitivamente le regole deludendo

le attese di molti. Soprattutto la Nota ministeriale n° 2989 del 6 novembre 2012 al punto 4 chiarisce esplicitamente questa problematica: Particolare attenzione, nella scuola d’infanzia e primaria, richiede la condizione degli insegnanti della sezione o della classe che possono impartire l’insegnamento della religione cattolica, se disponibili e idonei, come previsto fin dall’inizio dal punto 2.6 del DPR 751/85. Essi potranno continuare a farlo se hanno svolto tale servizio per almeno un anno nel corso del quinquennio scolastico 20072012. Se invece il loro servizio nell’insegnamento della religione cattolica risa-

le a un periodo precedente, i loro titoli di qualificazione devono considerarsi decaduti, pur nel permanere dell’idoneità rilasciata a tempo indeterminato dall’ordinario diocesano. Per tornare ad essere affidatari dell’insegnamento della religione cattolica essi dovranno perciò procurarsi i nuovi titoli di qualificazione, consistenti nel loro caso in uno specifico master di secondo livello approvato dalla Conferenza episcopale italiana, come previsto dall’ultimo capoverso del punto 4.2.2 del DPR 175/12, ferma restando la possibilità di qualificarsi mediante il conseguimento di uno degli altri titoli di studio ecclesiastici

previsti dal medesimo DPR 175/12. Quindi, si potrebbe considerare sufficiente questo percorso per riconfermare l’idoneità diocesana, ma in mancanza dei titoli di qualificazione previsti oggi dalla normativa vigente si tratterebbe di un riconoscimento comunque del tutto inefficace. Eventualmente, i corsi diocesani frequentati potrebbero essere fatti valere come crediti nel Master che dovrebbe essere attivato prossimamente proprio per qualificare gli insegnanti di classe, ma si tratterebbe di un bonus molto piccolo rispetto al percorso completo da svolgere, a dimostrazione che la formazione oggi richiesta per insegnare religione non può basarsi su poche lezioni che attestano più la buona volontà che la competenza effettiva.


• il• amico nuovo FANO – Partirà il prossimo 4 novembre il corso di formazione tematica per operatori di oratorio organizzato dal Progetto Diocesani Oratori in collaborazione con la diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola, l’ufficio diocesano di Pastorale Giovanile e la Coop. Crescere. Gli incontri, che si terranno nella parrocchia di Villanova di Montemaggiore, avranno il seguente calendario: 4 novembre – ore 21 I diversi stili nella Scrittura: “la

Fano Fossombrone Cagli Pergola Al via, dal 4 novembre, il corso di formazione tematica

“Percorsi di narrazione in oratorio” trasmissione del significato attraverso i generi letterari” 18 novembre - ore 21 Saper narrare la Parola come trasmissione della fede: tecniche di narrazione

2 dicembre - ore 19 Raccontarci: esperienze e laboratori Gennaio - Aprile 2014 Progettazione sussidio estivo “Le parabole: Gesù si racconta”

29 Giugno 2014 1° Festa diocesana degli Oratori Per l’occasione, abbiamo chiesto a don Steven Carboni, responsabile dell’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare e del Progetto

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Oratori, di spiegarci nel concreto la figura dell’operatore d’oratorio. “L’operatore d’oratorio è il genitore o il giovane che si prende cura della crescita umana di bambini e ragazzi nel loro tempo libero, svolgendo attività educative, di gioco e di aggregazione. Negli ultimi tempi, abbiamo riscontrato un coinvolgimento sempre maggiore delle famiglie che collaborano attivamente con il parroco e i catechisti. Vorrei ricordare che l’oratorio non è un binario della catechesi, ma lavora in stretta collaborazione con i progetti delle varie parrocchie”.

Quaranta giovani insieme Familia Nova: prove di secondo welfare per “Aperitivocazionale”

FANO - Quaranta giovani provenienti dalle parrocchie di San Paolo, Rosciano e Orciano si sono ritrovati, giovedì 17 ottobre a CasaGiovani, per l’appuntamento con “Aperitivocazionale”, un itinerario di formazione vocazionale guidato da don Filippo Fradelloni, responsabile del CDV. Tema del primo appuntamento è stato l’accompagnamento spirituale. I ragazzi, divisi in gruppi, si sono confrontati sull’importanza della preghiera nella vita dei giovani, sulle difficoltà che incontrano e le belle esperienze vissute. Prossimo appuntamento giovedì 21 novembre 2013 © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTIZIE IN BREVE ◆ PREMIO DI LAUREA PAOLO TAUS FANO - Per il terzo anno consecutivo viene bandito il premio di Laurea Paolo Taus, il concorso, istituito nel 2012 grazie alla collaborazione tra Lions Club di Fano e Centro Studi Vitruviani per ricordare l’impegno scientifico e didattico del Prof. Taus. Il premio andrà alla miglior tesi di laurea specialistica (quinquennale o magistrale) dedicata a Vitruvio e il De Architectura, i suoi rapporti ed influenze con la cultura e l’architettura antica, rinascimentale e moderna. Ricordiamo il vincitore della prima edizione la Dott.ssa Francesca Salatin, Università di Venezia con la tesi su “Venezia 1511: il Vitruvio di Fra Giocondo”,e per l’anno 2013 la Dott.ssa Piera Carla Gatta, Università di Torino, con la tesi su “La più antica traduzione italiana di

FANO - L’associazione Familia Nova ha una storia che nasce nello scorso secolo, trent’anni fa alcuni cittadini sensibili e benemeriti attenti ai bisogni di famiglie con anziani sempre più in difficoltà si fecero carico responsabilmente di organizzare una risposta, senza aspettare i tempi di un sistema pubblico che arrivava sempre in ritardo. Partendo dal principio di sussidiarietà in collaborazione con il Vescovo aprirono nel centro storico della città la prima residenza per anziani. Quei cittadini benemeriti che riscontrarono personalmente il bisogno e reagirono nella maniera più straordinaria: esponendosi in prima persona prendendosi in carico il problema riuscirono nell’impresa mettendo assieme risorse, capacità di realizzare reti coinvolgendo e allargando la compagine sociale grazie alla sensibilità della Diocesi. Questa in sintesi la storia di Familia Nova che era di fatto una nuova famiglia attenta alla presa in carico di persone fragili e certamente garanzia di qualità del servizio per chi affidava loro i propri cari. Familia Nova aveva un suo “brand” aveva avviato nella nostra comunità una modalità innovativa centrata sulla disponibilità di farsi carico di un servizio legandolo ad una forma associativa che diede una importante risposta al bisogno. Siamo oggi in un contesto profondamente mutato, il welfare ha avuto una rivisitazione e l’intero sistema della residenzialità per anziani

Vitruvio (El Escorial, J – II – 1). Edizione critica”. All’autore, oltre ad un premio in denaro del valore di 600 euro, erogato dal Lions Club, sarà data la possibilità di pubblicare il proprio lavoro, sotto la forma di saggio scientifico, all’interno dei volumi della collana curata dal Centro Studi Vitruviani per Marsilio Editori. Scadenza del Bando 30 aprile 2014 Per info www.centrostudivitruviani. org, tel e fax 0721-175162 ◆ CORSO DI PREPARAZIONE AL VOLONTARIATO IN AFRICA FANO – Da venerdì 25 a domenica 27 ottobre, l’Eremo di Montegiove ospiterà il Corso di Preparazione al Volontariato Internazionale in Africa, organizzato da L’Africa Chiama, destinato a tutti coloro che desiderano svolgere un’esperienza conoscitiva in Kenya, Tanzania e Zambia. ◆ LA CAPPELLA MUSICALE DEL DUOMO CERCA NUOVI CORISTI

Lo Squero di Sanzio Ubaldi (Chiuso il lunedì)

si è dotato di normative regionali che di fatto hanno richiesto nuove modalità di gestione. L’Associazione, dopo una attenta analisi, ha scelto di affidare la gestione della residenza ad un soggetto accreditato e con esperienza nella filiera del Terzo Settore e ha individuato nella Ass.coop (cooperativa sociale di tipo A che nella Regione Marche ha consolidato la gestione di una rete di servizi alla persona) l’organizzazione più idonea. Da questo connubio è nata un’operazione che possiamo definire a pieno titolo di secondo welfare, in quanto un’associazione la cui storia parte da lontano si riposiziona, senza rimettere da parte la propria identità. Cosa c’entra tutto ciò con l’organizzazione di eventi quali quelli della festa in Piazza della scorsa estate e con “Nonni all’arrembaggio” al Pesce Azzurro? La nuova gestione dell’Ass.Coop sta interpre-

FANO – La Cappella Musicale del Duomo cerca nuovi coristi. Chi fosse interessato può recarsi il mercoledì sera, alle ore 21.15, in via Guido del Cassero, 16. Per informazioni: http://cappelladuomofano.altervista.org/ ◆ CAMPAGNA NASTRO ROSA Torna la Campagna Nastro Rosa promossa dalla Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. La sezione provinciale dell’associazione aderisce alla campagna, giunta alla sua XXI edizione, effettuando visite senologiche gratuite negli ambulatori delle Oncologie degli Ospedali Riuniti Marche Nord (ospedale San Salvatore di Pesaro e Santa Croce di Fano) e dell’ospedale di Urbino. Per effettuare la visita non occorre l’impegnativa rossa del medico di medicina generale; fino alla fine del mese di ottobre è possibile prenotare chiamando il nume-

ro 338/8076868 nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì e venerdì, dalle 9.30 alle 11. ◆ PREMIO “UNA PROVINCIA DI API FARFALLE” A SEI FANESI Si è svolta Sabato, a Lunano, la premiazione dell’edizione 2013 del Premio “Una Provincia di ApiFarfalle”. Ben sei i fanesi premiati: Marco Mariani, Marco Labbate, Federica Savini, la Cooperativa Sociale i Talenti, Sergio Carboni e Francesco de Benedditis. Alla cerimonia e’ intervenuta, in rappresentanza del Comune di Fano, il Vice Sindaco, Maria Antonia Cucuzza. “Il Comune di Fano - ha dichiarato l’Assessore Cucuzza - è onorato di aver proposto la candidatura di Sergio Carboni e di Francesco De Benedittis poiché, in entrambi i casi, abbiamo voluto rendere merito alla creatività, all’originalità, al talento e all’impegno profuso nel raggiun-

tando un modo innovativo di concepire la gestione di una residenza per anziani aprendola alla città, ai familiari e a una rete di soggetti che responsabilmente si mettono a disposizione per momenti di convivialità che aprono la struttura all’intera comunità. Un grazie quindi alla Cooperativa, alla direttrice e a tutto il personale, ma un grazie alle famiglie e a tutta quella rete di organizzazioni Avis, Unitalsi, la Via della Seta, al conduttore della serata Cecchini, alla compagnia teatrale San Costanzo Show, all’intera comunità. Certamente la qualità di un servizio per anziani normalmente si misura con il minutaggio di OSS e Infermieri, ma la qualità della vita in una residenza si deve misurare anche con delle serate come quella del Pesce Azzurro!! Maurizio Tomassini © RIPRODUZIONE RISERVATA

gimento di nuovi ed importanti traguardi”. ◆ UN CONCERTO PER A.D.AM.O. FANO - Sabato 9 Novembre, alle ore 18.30, presso la ex-Chiesa del Suffragio di Fano, il Coro Folcloristico “il NARCISO” di Rocca di Mezzo (l’Aquila) terrà un Concerto su brani tipici del folclore abruzzese e, in particolare, del folclore di Rocca di Mezzo. L’ingresso sarà ad offerta, ed il ricavato devoluto interamente alla Associazione ADAMO di Fano che, come ormai noto, svolge una qualificata Assistenza Domiciliare Gratuita ai Malati Oncologici della nostra città e dei paesi circostanti delle vallate del Metauro e del Cesano. E’ un’ottima occasione per ascoltare un Concerto tipico di una Regione confinante con la nostra e, nel contempo, per essere di aiuto alla Associazione ADAMO. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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FANO - Nella cornice luminosa ed elegante del Teatro della Fortuna di Fano, percorso da un soffio di festosa cordialità ed amicizia in tutta la sala e nei recessi dei palchi, si è aperto domenica 13 ottobre l’anno sociale 2013-2014 del Circolo Culturale “A. Bianchini” di Fano, il Trentesimo di vita del Circolo. La presidente Maria Assunta Maiorano ha dato inizio alla serata salutando e ringraziando i presenti ed in modo particolare il Sindaco Stefano Aguzzi, l’Assessore alla cultura Maria Antonia Cucuzza, l’Assessore alla cultura della provincia Davide Rossi, l’Assessore ai Servizi educativi del Comune di Fano Franco Mancinelli, l’ing. Fabio Tombari e il prof. Alberto Berardi della Fondazione Carifano, che hanno onorato il Circolo con la loro presenza, testimoniando così la loro stima. Il Sindaco ha offerto alla presidente una targa-ricordo, in occasione del Trentesimo anniversario della fondazione del Circolo con la di-

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Fano Fossombrone Cagli Pergola

27 ottobre 2013

Il circolo “A. Bianchini” festeggia i 30 anni di vita citura: “Per il prezioso contributo alla promozione culturale e sociale di Fano”. La Maramao Italian Swing Band ha dato inizio al nuovo anno sociale, con il suo programma “Le canzoni della radio. Melodie dell’Italia del ‘900 tra le due guerre”, scelto in sintonia con il programma del Circolo “A. Bianchini” per i primi mesi del prossimo anno sociale, incentrato appunto sui vari aspetti della vita culturale italiana tra le due guerre. Un gruppo di validi musicisti ha riprodotto, con nuovi arrangiamenti rispetto agli originali, spesso

percorsi da un filo di autoironia, numerose canzoni degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, accompagnati dalla bella voce solista di Sabrina Corciulo. Due attori, Maria Flora Giammarioli e Marco Florio, hanno letto note storiche o giornalistiche che hanno permesso di collocare meglio le varie canzoni nel contesto storico, culturale e sociale in cui sono nate. La presenza di una vecchia radio di legno sul palcoscenico ha mostrato quanta importanza avesse la radio come mezzo di diffusione sia di notizie che di musica, in un tempo in cui non era ancora nata

la televisione, in Italia. I quattro rintocchi, con cui si aprivano le trasmissioni di Radio Londra con i messaggi speciali in codice, hanno fatto capire come la radio fosse anche un insostituibile mezzo di comunicazione. Le canzoni poi, scelte con molto gusto, hanno fatto riaffiorare in molti dei presenti ricordi forse un po’ sbiaditi dal tempo di persone, di cose, di emozioni, ora tenere, ora liete, ora struggenti. Alcune hanno accompagnato gli anni della nostra infanzia o le abbiamo sentite cantare dai genitori. Il ritmo tristissimo di Lilì Marlen è invece legato agli anni terribili e tragici

della seconda guerra mondiale e ha accompagnato la sconfitta delle armate tedesche, ma anche la nostalgia e la disperazione di tutti quelli che erano lontani dalla patria e dalle persone care. Bravi i musicisti e la cantante che hanno saputo costruire nei presenti uno spirito di partecipazione e di empatia. A tutti i soci l’augurio di un buon anno sociale, all’insegna dello slogan “Cultura-Amicizia Solidarietà” che da sempre anima il Circolo Culturale Angiola Bianchini. Leda Pedinotti ©riproduzione riservata

La Neuropsichiatria Infantile di Marche Nord è il nuovo centro di Screening Regionale Allargato di malattie metaboliche

Riprende “(S)visti di stagione” Malattie rare: si allarga FANO – Torna “(S)visti di stagione” la rassegna cinematografica di film “sfuggiti” alle sale che la Memo organizza in collaborazione con il professor Fiorangelo Pucci. Fino al 15 dicembre, 8 appuntamenti con alcuni dei migliori film usciti negli ultimi anni. Una selezione che il professor Pucci propone insieme alla Memo per promuovere il cinema di qualità per tutti. I film saranno proiettati in aula didattica (massimo 30 posti) con una doppia proiezione alle 15.00 e alle 17.00. L’ingresso è gratuito, ma è necessaria la prenotazione.

l’indagine sui neonati

Programmazione: domenica 27 ottobre CENA TRA AMICI di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte (2012) Di cene più o meno tra amici, magari con delitti previsti nel menu, il cinema mondiale ne ha già imbandite tante. Un film che fa sorridere, anche se un po’ amaramente, con un finale che è una vera sorpresa (da più punti di vista). domenica 3 novembre NO. I GIORNI DELL’ARCOBALENO di Pablo Larrain (2012) Il film affronta in modo diretto una delle svolte nodali della storia cilena recente in una dimensione del tutto insolita. Una full immersion nel passato. domenica 10 novembre IL MINISTRO di Pierre Schoeller (2011) Un film che riesce a elevarsi rispetto alla scontata denuncia della vita dei “politici”. domenica 17 novembre IL PRIMO UOMO di Gianni Amelio (2011) Ambientato negli anni ‘50 in Algeria. Cinema di qualità estetica elevata e d’importanza civile. domenica 24 novembre IO SONO LI di Andrea Segre (2011) Segre debutta nel cinema a soggetto, sposando sentimenti affettivi e sociali con limpidezza di esposizione domenica 1 dicembre ANOTHER HAPPY DAY di Sam Levinson (2011) Un dramma familiare che ruota attorno a “due sconsiderate sorelle” che vengono trascinate a un caotico matrimonio di famiglia dalla loro ansiosa madre. domenica 15 dicembre THE WAY BACK di Peter Weir (2010) Un dramma ambientato durante la seconda guerra mondiale, nei primi anni ‘40, incentrato sulla drammatica fuga di un gruppo di prigionieri e del loro percorso verso la libertà.

E

ntro la fine del 2014 a tutti i neonati della regione Marche verrà effettuata l’indagine per individuare circa 50 malattie rare metaboliche. La Neuropsichiatria Infantile dell’azienda Marche Nord, che da 40 anni effettua lo screening sui circa 14mila neonati della Regione Marche per individuare fenilchetonuria, l’ipotiroidismo congenito e la fibrosi cistica, entro la fine del prossimo anno allargherà l’ indagine a malattie molto gravi, invalidanti e spesso mortali,

ma che se riconosciute per tempo - attraverso lo screening - possono essere trattate annullando gli esiti fortemente invalidanti. La struttura fanese, dopo il via libera della Regione, sarà il centro di riferimento per lo Screening Allargato di malattie metaboliche e consentirà alle Marche di entrare a far parte delle poche regioni che hanno attivato lo screening. “La più longeva è la Toscana – spiega Vera Stoppioni, direttore della Neuropsichiatria Infantile di Marche Nord - che ha rilevato un neonato malato su 1750. Secondo questo dato le malattie rare non sono proprio così rare”. Nel dettaglio i prossimi mesi saranno dedicati a mettere in rete tutti i punti nascita della Regione, a consolidare le modalità di raccolta e invio dei campioni da tutti gli ospedali, procedura già

attivata per le tre malattie rare attualmente obbligatorie, e a creare una rete che dalla diagnosi porti all’individuazione dei centri di riferimento per la cura. La tecnologia, del costo di 250mila euro, è stata acquisita grazie ai finanziamenti che il Direttore della Clinica Pediatrica di Ancona, Orazio Gabrielli, ha destinato al Santa Croce; finanziamenti che facevano parte delle risorse ministeriali per le malattie rare. Segue un primo intervento economico della Regione per gli esami ed un supporto della Fondazione Carifano per l’attivazione di una borsa di studio e l’acquisto del software che consentirà la messa in rete di tutti i punti nascita delle Marche. Ed entro la fine del 2014, il futuro dei nuovi nati sarà un po’ meno misterioso. ©riproduzione riservata

A Fano il 31 ottobre la 6^ giornata provinciale

SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO FANO – Si terrà giovedì 31 ottobre, a partire dalle ore 8.30 al cinema teatro Politeama – Cityplex la 6^ giornata provinciale della sicurezza nei luoghi di lavoro. Riportiamo, di seguito, il programma: MATTINA ore 8.30-9.00 accoglienza dei partecipanti e sistemazione in sala ore 9.00-9.15 proiezione dati provinciali sugli infortuni a cura dell’Inail ore 9.15-9.45 saluto delle autorità e presentazione concorso ore 9.45-10.00 proiezione filmati realizzati dai Vigili del Fuoco

ore 10.00-10.45 presentazione elaborati e riconoscimenti alle scuole aderenti al concorso “Il destino non c’entra” ore 10.45-11.45 spettacolo teatrale “2013…Odissea di una casalinga” della compagnia Il Tarlo Matto di Pistoia ore 11.45-12.00 trasferimento con corteo bandiere al Pincio ore 12.00-12.30 falshmob: il dott. Alessandro Bedini, psicologo e presidente dell’Accademia della Risata, coinvolgerà gli studenti nella performance di un flashmob sulla sicurezza

POMERIGGIO ore 15.30-16.00 accoglienza lavoratori partecipanti e cittadinanza - saluti delle autorità - presentazione incontri formativi per lavoratori domestici ore 16.00-16.15 proiezione dei filmati realizzati dai Vigili del Fuoco ore 16.15-17.15 spettacolo teatrale “2013…Odissea di una casalinga” della compagnia Il Tarlo Matto di Pistoia ore 17.15-17.30 saluti Coordina la giornata Anna Rita Ioni, direttore responsabile della testata giornalistica di Radio Fano. Ingresso libero

La BCC presenta il bilancio sociale 2012 FANO – Una serata dedicata ai soci. E’ stato presentato, venerdì 18 ottobre nella Sala Riunioni del Centro Pastorale diocesano, il bilancio sociale 2012 della Banca di Credito Cooperativo di Fano. Ad aprire la serata, portando il saluto del Vescovo, è intervenuto il vicario generale Mons. Giuseppe Tintori il quale ha ricordato le radici delle BCC, nate in ambito cattolico, e ha invitato l’istituto di credito a mettere sempre al centro la persona. Anche l’assessore Luca Serfilippi ha voluto portare il suo saluto ricordando come la banca sia sempre vicina al territorio. Romualdo Rondina, presidente dalla BCC

di Fano, ha messo in evidenza alcune delle iniziative dell’istituto di credito a favore dei soci quali le borse di studio “Mirco e Monica Buttaroni” ai soci e i figli dei soci e dei dipendenti che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di primo e secondo grado e diploma di laurea con votazione meritevole. Nel 2012 sono stati premiati 165 ragazzi per un’erogazione complessiva pari a 72.950 euro. E poi ancora i bonus bebè, ovvero la consegna di 250 euro, tramite l’apertura di un libretto a deposito, da parte della banca come dono di benvenuto ai nuovi nati. Nel 2012, in occasione della festa del socio, sono stati premiati 120

bebè, figli dei soci e dei dipendenti della banca. “Siamo preoccupati – ha concluso Rondina – per ciò che continuamente vediamo e la BCC non può che soffrire con il territorio. Quello di stasera vuole essere un incontro per dialogare e ascoltare le esperienze di chi opera in particolar modo nel mondo della cooperazione”. Ha preso poi la parola il direttore generale Giacomo Falcioni il quale ha illustrato, dati alla mano, il bilancio sociale. La compagine sociale è costituita, al 31.12.2012, da 5.532 soci, di cui 4.813 persone fisiche e 719 persone giuridiche. La componente più consistente è quella che ha un’età compresa

tra i 51 e i 65 anni, ma sta aumentando il numero di giovani che fanno il loro ingresso nella compagine sociale: al 31 dicembre 2012 i giovani tra i 18 e i 40 anni rappresentavano il 18,80% dell’intera compagine per un numero di circa 900 soci. Durante la serata è stato proiettato il video realizzato da Raffaele Di Placido, immagini e interviste a quattro cooperative che hanno raccontato la loro esperienza di impresa. E’ seguita poi una tavola rotonda dal titolo “Cooperazione: un modello d’impresa oltre la crisi” coordinata dal giornalista Marco Giovenco.


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27 ottobre 2013

Urbino

Redazione di Urbino: Via Beato Mainardo, 4 - 61029 Urbino Tel. e Fax 0722/378395 ilnuovoamico@arcidiocesiurbino.it

solidarietà Premiati il Vasis ed il Centro Francesca

Orario: Mattino 9.00-12.00 Pomeriggio 15.00-17.00

Urbania Sant’Angelo in Vado

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SI RINNOVA LA TRADIZIONE DELLA VISITA AI CIMITERI

Ognissanti e commemorazione dei defunti

URBINO. Ci stiamo avvicinando all’annuale ricorrenza della solennità di Ognissanti, il 1° novembre, ed alla commemorazione di tutti i fedeli defunti, ricorrenze liturgiche molto care alla Chiesa e molto sentite dalla pietà e devozione dei cristiani. Fin nelle più piccole comunità cristiane sono previste nei giorni di venerdì 1° novembre e sabato 2 celebrazioni nelle chiese parrocchiali e nei cimiteri, alla cui partecipazione è correlata l’indulgenza plenaria applicabile ai defunti, obbedendo alle condizioni stabilite dalla Chiesa: confessione e comunione sacramentale, recita del Credo del Padre nostro, recita di Padre nostro – Ave Maria – Gloria secondo le intenzioni del Papa, ferma volontà di non più peccare. Afferma il manuale delle indulgen-

ze al n° 29: «Nei giorni dal 1° all’8 – anche soltanto mentalmente – novembre, visitando con devozio- preghiere in suffragio delle anime ne il cimitero oppure recitando dei defunti. Dal pomeriggio del

1° novembre e per tutto il giorno della Commemorazione di tutti i defunti, visitando una chiesa e recitando con devozione il Credo ed il Padre nostro». Il 1º novembre venne decretato festa di precetto da parte del re franco Luigi il Pio nell’835. Il decreto fu emesso “su richiesta di papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i vescovi”. L’idea di commemorare i defunti in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino che celebrava infatti tutti i morti il sabato prima della domenica di Sessagesima - così chiamata prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II -, ossia la domenica che precede di due settimane l’inizio della quaresima, all’incirca in un periodo compreso fra la fine di gennaio ed il mese di febbraio.

Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all’abate benedettino sant’Odilone di Cluny nel 998: con la riforma cluniacense stabilì infatti che le campane dell’abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1° novembre per celebrare i defunti, ed il giorno dopo l’eucaristia sarebbe stata offerta “pro requie omnium defunctorum”; successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa Cattolica. Oggi si celebra come Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Nelle giornate del 1° e del 2 novembre, e continuativamente nella settimana seguente, permane l’usanza di visitare i cimiteri locali e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari. Don Andreas Fassa © RIPRODUZIONE RISERVATA

CON MONS. TANI TUTTA LA COMUNITÀ DI POLE RINGRAZIA IL SUO PASTORE

Don Alberto Ceccarini, parroco dal 1965

POLE DI ACQUALAGNA. Domenica scorsa 20 ottobre la comunità parrocchiale di Pole si è stretta con l’arcivescovo mons. Giovanni Tani attorno a don Alberto Ceccarini, il parroco, il pastore che ha guidato la parrocchia, dedicata al grande educatore dei giovani san Giovanni Bosco, dal 1965. Unanime il “grazie” a don Alberto per il Urbino – Con la tradizionale “Uscita dei Passaggi”, svoltasi sabato 19 e domenica 20 ottobre, sono ripartite con entusiasmo le attività del nuovo anno associativo del gruppo scout AGESCI (associazione guide e scout cattolici italiani) di Urbino. Circa ottanta ragazzi e ragazze di tutte le età, assieme ai loro capi – i responsabili educatori –, si sono ritrovati negli spazi interni ed esterni dell’ampia struttura annessa alla splendida Pieve di San Cassiano di Castel Cavallino, raggiunta dopo essere partiti da Schieti e poi in cammino tutti insieme tra i gusti ed i sapori delle autunnali colline urbinati. L’uscita dei passaggi è così chiamata perché è un momento centrale della vita comunitaria di ogni gruppo scout, imperniata su una serie di eventi che hanno per fine la nuova composizione e la ricerca di affiatamento delle branche ricostituitesi in seguito ai passaggi interni: così alcuni lupetti (bambini/e tra 8 e 11 anni), quelli anagraficamente più grandi, sono entrati nella grande famiglia del Reparto (ragazzi/e dai 12 ai 16 anni), mentre a loro volta le guide e gli esploratori che hanno completato il loro cammino in Reparto sono passati a far parte del Noviziato, ovvero il primo “stadio” all’interno della comunità del Clan, la fascia educativa che

suo generoso e paterno servizio alla sua gente, ora che, per motivi di salute, con grande gesto di umiltà ha rassegnato le sue dimissioni. Alla celebrazione erano presenti don Domenico Curzi, moderatore dell’Unità Pastorale cui da circa un mese è stata affidata anche la cura pastorale della comunità di Pole, e don Gianluigi Carciani, Rettore e Parroco del Pelingo. Alla santa messa ha fatto seguito un fraterno momento conviviale, condiviso anche dagli altri confratelli dell’Unità Pastorale del Candigliano. Nato a Colbordolo il 24 febbraio 1936, don Alberto è stato ordinato sacerdote da mons. Anacleto Cazzaniga il 28 giugno 1959. Prima di

diventare parroco di Pole, ha svolto il suo servizio pastorale come educatore ed insegnante in seminario e come parroco di san Tommaso alla Torre. In tutti questi anni di parrocchiato non si è mai tirato indietro di fronte a qualunque cosa fosse per il meglio della sua comunità, inventando e spendendo la sua vita specialmente per tutti i ragazzi, seguendo le orme del suo amato don Bosco, protettore della parrocchia. Lui c’era…. Con la tonaca lunga in mezzo ai ragazzi per la partita di pallone, nel campo per la schiacciata della pallavolo, sotto il canestro per il basket, lungo il sentiero del Nerone per la passeggiatona,

dentro il confessionale per rincuorare e dare speranza, nel suo studio per ascoltare tutto ciò che poteva essere motivo di preoccupazione e di gioia, nel pulpito della chiesa per le sue omelie gustose piene di un giudizio che ha sempre colpito direttamente il cuore di ciascuno, in prima fila per organizzare gite e pellegrinaggi che coinvolgessero adulti e ragazzi, presente con la propria persona vicino a chiunque soffriva per la perdita di un proprio caro, o pieno di gioia per un battesimo, matrimonio o comunioni e cresime che fossero. Sempre a disposizione di chiunque lo cercasse, in qualsiasi momento e ora, la sua porta è sempre stata aperta, giu-

dicando sempre tutto dopo aver chiesto l’intervento al buon Dio e alla Madonna Santissima. L’incontro col carisma di don Giussani, lo rinforza in un giudizio molto più preciso circa l’educazione dei ragazzi e il suo compito verso di loro si fortifica avendo sempre chiaro che chi compie tutto, è il Signore. Per la gente della parrocchia, don Alberto è – e resterà sempre – un grande padre: infatti, continuerà a rimanere in canonica contribuendo con tutto ciò che può e mai per la storia che ha segnato potrà essere sostituito nel cuore di ciascuno. Vilma Fraternali © RIPRODUZIONE RISERVATA

FESTOSA APERTURA DELL’ANNO ASSOCIATIVO SCOUT – URBINO 1

Verso il futuro con entusiasmo!

va dai 17 ai 21 anni. A partire da questa uscita tutti gli scout, suddivisi operativamente nelle rispettive branche, riprendono il cammino educativo attraverso nuovi cicli di attività in cui scoprono di essere loro i primi protagonisti di questa esperienza e, più in generale, della loro crescita, imparando ad utilizzare gli strumenti del più che secolare metodo Scout istituito dall’inglese lord Baden-Powell, che mira a

far progredire ogni suo membro nella ricerca della necessaria armonia con se stessi, con gli altri e con tutto il Creato. Questi processi avvengono sotto la vigile guida dei loro capi che, proponendo una visione cristiana della vita, si impegnano per essere sempre pronti ad offrirgli concreti suggerimenti e valide proposte, nonostante gli impegni e gli “inciampi” della vita quotidiana. La Santa Messa domenicale, gui-

data dal saggio Baloo Don Eugenio, ha completato in ricchezza e in approfondimento le tante esperienze vissute (cammino, giochi, canti, riflessioni, ecc.) e, accanto ai tanti genitori presenti, è stato ribadito con gioia ed insieme con fermezza che solo la fede e la dedizione a Dio ed al suo Vangelo ci indicano la strada più giusta da percorrere. Il pranzo comunitario ha rinsaldato e vivificato lo spirito dello

scautismo urbinate e con questa uscita si è inoltre certificato l’avvio di una serie di iniziative che culmineranno l’anno prossimo con i festeggiamenti per il 30° anno dalla ripresa delle attività del gruppo urbinate (1984-2014). Un messaggio è sgorgato impetuoso da questa uscita: attraverso lo scautismo ci si può impegnare per un mondo migliore ! Marco Burani © RIPRODUZIONE RISERVATA


18 27 ottobre 2013

Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado

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Pastorale universitaria

“L’importanza della preghiera�

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URBINO. “Pregare senza stancarsi maiâ€?. Questo il tema su cui si è soffermata, nell’ultimo incontro, la riflessione dei ragazzi della parrocchia universitaria. La pagina evangelica ha evidenziato due aspetti della preghiera: la perseveranza, cioè l’adesione orante a Dio, e la certezza dell’ascolto. La parabola ci pre-

senta un giudice che non crede in Dio, privo di caritĂ e rispetto e che si ritiene superiore a tutto e a tutti; c’è anche una vedova, senza la difesa di un marito, di un uomo. Questa donna, sola, indifesa, chiede giustizia a colui che ha autoritĂ ed esige, a sua volta il rispetto dovuto, da chi le procura noie e ingiustizie. Tuttavia, questa sua richiesta, benchĂŠ legittima, non viene accolta immediatamente da chi dovrebbe essere un tutore della legalitĂ . Questo giudice è ispirato piĂš dall’insistenza della donna che dall’agire secondo giustizia. Prevale, cioè, in lui la prioritĂ di non avere seccature sul dovere di riportare giustizia. Alla fine, però, cede. E cede non per un ritrovato

senso del dovere, ma esclusivamente per non essere piĂš importunato. Il tema sotteso della Parabola è una vera esortazione alla preghiera incessante, quasi importuna, quasi fastidiosa e seccante che ognuno di noi, rappresentati in questa figura di donna “vedovaâ€?, deve rivolgere a Dio, per ottenere Misericordia ma anche giustizia per le continue iniquitĂ che ci vengono inflitte dalla societĂ . Il Signore ci vorrebbe un po’ conformi al comportamento della “vedovaâ€?: essere insistenti e perseveranti nella supplica, nel contatto continuo con Lui con la preghiera. Spesso noi fatichiamo ad aspettare che Dio risponda alle nostre suppliche perchĂŠ l’attesa ci sembra troppo lunga.

Ma dobbiamo essere certi che Egli è sempre “in ascoltoâ€? di chi lo prega. Il Signore troverĂ la fede sulla terra solo se pregheremo con insistenza, affinchĂŠ Lui che è lo “Sposoâ€?, ritorni per “volare a nozzeâ€? con chi lo ha amato ed atteso. ÂŤLa necessitĂ principale dell’animaÂť, ha detto padre Luca Gabrielli, è quella di colloquiare con il Signore; è quella di sentire la nostra persona, la nostra storia immersa in Lui. La nostra zattera senza il suo aiuto che ci indica la rotta, dove può andare? Da soli, alle prime onde, affondiamo. Ogni volta che pensiamo al Signore, Egli si rende presente. Certe volte interrompiamo il rapporto con Lui perchĂŠ, nonostante la nostra preghiera, non

Quasi un diario

1. A causa di un disguido postale (non per colpa delle Poste, ma per errore di indirizzo) dopo qualche mese mi è giunta gradita una plaquette di Plinio Acquabona “Piccola suite per due orizzontiâ€? con prefazione di Alfredo Luzi (Raffaelli, 2013) che scrive: “ In questa Piccola suite si realizza una proiezione alla metafisica della poesia di Plinio (Ancona 1913-). Ebbi l’occasione di conoscere questo poeta e risfogliando uno dei suoi libri editi dall’â€?Astrogalloâ€? di Carlo Antognini, trovo un ritaglio

del Nuovo Amico del 1980 dal titolo: “Un poeta gran cristianoâ€? con la definizione di Italo Mancini “poeta nella tradizione della poesia metafisica che viene da Clemente Reboraâ€?. Assieme al ritaglio una letterina di Plinio a me indirizzata affinchĂŠ sollecitassi gli stampatori Biagetti ad essere solleciti alla stampa del suo volume. Il volume “L’immagine dissimile e altri poemettiâ€? è accompagnato da una cartellina contenete due acqueforti originali di Enrico Ricci numerate da uno a cinquanta. Fiorisa, sorella di Carlo Antognini mi aveva riservato la copia 39. 2.“Un prato di fronte alla magione di campagna appena sopra Fermignanoâ€?. Non so se faccio bene ad anticipare la notizia che mi è stata comunicata a voce da Alfredo Ferretti autore e proprietario del Par-

veniamo esauditi. I tempi opportuni li conosce solo Lui, a noi non resta che comportarci come quella â€?vedovaâ€?: essere insistenti e tenaci senza stancarci maiÂť. Il parroco ha quindi ricordato ai ragazzi che questo impegno alla preghiera, è stato piĂš volte sollecitato dalla Madonna, nelle sue varie apparizioni. Anche il canto finale della “bandâ€? della parrocchia universitaria ha sottolineato l’importanza del continuo legame con il Signore: “resta qui con noi, il sole scende giĂ / resta qui con noi, Signore è sera ormai/ resta qui con noi, il sole scende giĂ / se Tu sei fra noi, la notte non verrĂ â€?. Giuseppe Magnanelli Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Urbania e dintorni co Pacifico Ferretti “Arte e Politica Povereâ€? . Data di inaugurazione 9 novembre. Capisco che mancano vari giorni, ma meglio anticipare le notizie per programmare i nostri impegni. Alfredo da vario tempo ha impegnato artisti da nord a sud a collaborare gratuitamente alla realizzazione delle sue idee: quasi braccio e mente. CosĂŹ, in piena campagna si snodano opere secondo un preciso disegno di “futuro miglioreâ€?, come dice l’autore. Pacifico cui è intitolato il parco, è il nonno di Alfredo, nato a Iesi nel 1929, conosciuto per la sua tecnica di filatura di cascami di seta, antifascista e repubblicano storico. Ai nipoti Azzurra, Manuel e Alfredo junior, è dedicato il parco affinchĂŠ si trovino a vivere in un mondo migliore. 3. San Luca e Fiera delle donne. Mentre osservavo un banco pieno

di cipolle, un vecchio contadino mi ha detto che in questa fiera le donne venivano a rifornirsi di una resta di cipolle che servivano per tutto l’inverno. Provenienza Umbria. Le cipolle sarebbero servite anche per le previsioni del tempo. 4. Trovo Il santo Vangelo di nostro Signore GesĂš Cristo della Pia SocietĂ di San Gerolamo (LEV, 1977). Copyright per le illustrazioni Xilografie di Diego Pettinelli. Le ho contate, sono 60. (Si riproduce, qui accanto “La tentazioneâ€?. Pettinelli è stato direttore della Scuola del Libro di Urbino. 5. Si sa, tutta l’arte è inutile. CosĂŹ sentenziava Oscar

di Raimondo Rossi

Wilde. L’arte. spiegava Kakuzo Okakura. è nata nell’attimo in cui un uomo ha deciso di compiere un gesto elegante e insensato: un fiore raccolto, per esempio. FutilitĂ e inutilitĂ di cui si dovrebbe aver cura, perchĂŠ appena l’arte e la cultura si asserviscono sull’utilitĂ pratica, perdono subito valoreâ€?. (E. Buonanno).

Urbino in breve

â– Banche del territorio e famiglie Il 25 ottobre Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari, sarĂ relatore all’incontro sul tema: Banche del territorio e famiglie che si terrĂ alle ore 15,30 presso l’Aula Rossa della

FacoltĂ di Economia sita in via Saffi 42 in Urbino. L’incontro è stato organizzato dalla FacoltĂ di Sociologia dell’UniversitĂ degli Studi di Urbino “Carlo Boâ€? e dalla Federazione marchigiana banche di credito cooperativo. Mons. Miglio è Presidente del Comitato Scientifico delle Settimane Sociali dei cattolici italiani. Una manifestazione che quest’anno si è tenuta a Torino dal 12 al 15 settembre scorso, e ha avuto come tema centrale Famiglia. Speranza e futuro per la societĂ italiana. A questo importante appuntamento - si tratta della 47ÂŞ Settimana - hanno preso parte attivamente anche le BCC a livello nazionale: il direttore generale, dott. Sergio Gatti, membro del comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, ha presieduto la Quinta sessione dei lavori, presso il Teatro Regio di Torino. Tra l’altro, le BCC hanno preparato, in occasione della manifestazione, un volume che porta il titolo Famiglia. Scuola di cooperazione (Ecra, Roma 2013), ben costruito e strumento utile sia per i cooperatori sia per le famiglie. SarĂ distribuito a ciascun partecipante in occasione dell’incontro urbinate. Mons. Arrigo Miglio è vastamente conosciuto da tutti coloro che si interessano di etica sociale, per i suoi scritti e per i suoi interventi ed è molto vicino alle BCC. Per questa ra-

gione ha accettato volentieri di venire a Urbino, nonostante i molteplici impegni (il mese scorso a Cagliari c’è stata la visita di Papa Francesco), perchĂŠ ritiene che la realtĂ intera del cattolicesimo italiano debba guardare con molta attenzione al mondo delle BCC come il piĂš vicino alle famiglie e ai gruppi sociali presenti sul territorio. â– Consiglio Pastorale Diocesano VenerdĂŹ 25 ottobre alle 19 presso la parrocchia Santa Veneranda di Fermignano si riunirĂ il Consiglio Pastorale Diocesano. â– A Morciola Domenica 27 ottobre alle ore 10,30 S.E. Mons. Giovanni Tani celebrerĂ la Santa Messa nella parrocchia S. Maria Annunziata di Morciola di Colbordolo. La parrocchia è retta da don Salvatore Parisi. â– Nomina Don Andreas Fassa e Luigi Fedrighelli hanno ricevuto l’incarico di co-direttori dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado dall’arcivescovo S. E. Mons. Giovanni Tani.

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27 ottobre 2013

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RACCOLTE IN DIOCESI 700 FIRME PER LA LEGGE EUROPEA

Uno di noi al traguardo URBINO - Dopo nove mesi di gestazione - quali quelli di un feto - siamo giunti al traguardo della campagna “Uno di Noi”, promossa da enti, associazioni, singoli, gruppi, tra i quali il Movimento per la Vita nazionale. Si è trattato di una

raccolta di firme autenticate che ha per oggetto la protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e della integrità di ogni essere umano fin dal concepimento. In tutti i Paesi della Unione Europea si sono raccolte circa un milione e duecentomila firme (a fronte di una richiesta minima di un milione): un successo raggiunto con capillarità,

persona per persona, con pazienza, gioia, partecipazione. L’embrione merita il rispetto della sua integrità psicofisica e dignità, essendo egli l’inizio necessario e indispensabile dell’essere umano. Per evitare l’eliminazione fisica dell’embrione e la sua manipolazione in tema di ricerca, studi, sperimentazioni anche scientifiche, la campagna “Uno

di Noi” si è prodigata in tutta la U.E. per raccogliere consensi per la proposta di legge. Anche il Movimento per la Vita di Urbino ha contribuito, nel suo piccolo, a tale campagna con circa 700 firme; a tal proposito si ringraziano tutte le persone firmatarie, e in particolare Giuseppe, Anna Maria e Ludovica. È solo un primo passo - ma fonda-

mentale - per cercare di garantire protezione all’embrione, così minacciato e vilipeso dalla società materialista e consumistica attuale, che protegge gli animali dalla vivisezione ma non pensa di farlo per gli esseri umani indifesi. Massimo Volponi Movimento per la Vita Urbino © RIPRODUZIONE RISERVATA

I LUOGHI DEL SAPERE/2: SARÀ IL NUOVO POLO BIBLIOTECARIO

Alle fasi finali l’ex convento di San Girolamo URBINO – Quello che tra qualche mese sarà il nuovo polo bibliotecario d’ateneo, è nato come convento di S. Girolamo per opera di un povero eremita medievale. Nel 1380 infatti a Urbino arriva Pietro Gambacorta, fuggito da Pisa, sua città natale, per cercare una vita ascetica e solitaria. Forse perché già stato in Urbino in gioventù, al momento di trovare un luogo isolato, andò a stabilirsi presso Montebello, sulla Cesana. Lì fondò poi un cenobio, aperto a chi volesse condividere il suo stile di vita e le sue regole. La sua fama crebbe notevolmente e in pochi decenni il nuovo ordine, ispirato a San Girolamo, acquisì numerosi conventi nell’Italia centrorientale. Nel 1422 anche ad Urbino si volle creare un convento della famiglia girolomina: il 15 ottobre infatti si stipula un contratto con lo stesso Pietro in cui

gli si vendono una casa e alcuni terreni presso lo Spineto, cioè sulle pendici orientali del colle del Poggio, dove il toponimo è tuttora presente in via dello spineto. L’erigendo cenobio sarà oggetto di munifiche donazioni da parte dei conti e duchi feltreschi, che culmineranno nella consacrazione della chiesa conventuale dedicata a San Girolamo avvenuta nel 1474. Anche Ottaviano Ubaldini lascerà una casa adiacente ai frati nel 1489, cosicché il convento si ingrandì sempre di più. Nei secoli il complesso, bisognoso di restauri e rifacimenti, era diventato troppo piccolo per le esigenze dei confratelli, che nel 1753 intrapresero la radicale ricostruzione del complesso, sotto la direzione dell’arch. Giuseppe Tosi, che volle riedificare la chiesa sullo stesso luogo della precedente; la riconsacrazione avvenne

il 30 luglio 1780. Nemmeno un secolo dopo, con l’unità d’Italia il complesso fu espropriato e destinato a scuole elementari. Col

L’UNITALSI DI PESARO, URBINO E FANO A PIOBBICO

Un incontro per ringraziare

PIOBBICO. Domenica 13 ottobre, l’Uunitalsi di Urbino - Urbania – S. Angelo in Vado, come era in programma nelle proprie attività annuali, si è ritrovata a Piobbico nel Santuario in Santa Maria in Val d’Abisso, per una giornata di ringraziamento del “dopo pellegrinaggi”: non si poteva scegliere luogo migliore per ringraziare la Madonna dopo la partecipazione ai pellegrinaggi di questo 2013. Grazie alla cordiale accoglienza, alla fattiva collaborazione della dama Lidia e del barelliere Luciano, referenti di Piobbico, la giornata è iniziata in serena armonia; quando siamo arrivati, dopo i saluti di ben ritrovati fra volontari, amici, pellegrini malati, ci hanno fatto rivivere subito un clima di amicizia e condivisione che si prova durante i pellegrinaggi. In particolare l’arrivo della sottosezione di Fano, veramente numerosa, ha non solo partecipato ma collaborato nell’organizzazione sia per i canti che per la preparazione. Nell’omelia il parroco ha evidenziato il vero significato del volontariato sia nei pellegrinaggi che nella quotidianità verso i più

deboli. Nei nostri pellegrinaggi, nessuno deve sentirsi un semplice partecipante, uno qualunque, ma ogni singola persona vive una condivisione che regala conforto, assistenza, speranza e serenità. Si tocca con mano la fraternità cristiana che segna la vita, a volte sino a cambiarla. Il volontario, che amorevolmente e gratuitamente si mette al servizio del fratello bisognoso, non sente la fatica, non pensa ai giorni di ferie ma – come ci ha fatto riflettere don Nico – anche nel confronto con i giovani e i loro istruttori....sa che è molto di più ciò che si riceve di ciò che si dà. Proprio con questo sentimento di caritatevole dedizione cristiana gli Unitalsiani e amici delle diocesi di Pesaro, Urbino e Fano hanno voluto ringraziare, in questo anno della Fede e del 110° Anniversario della Associazione, la Madre Celeste che ancora una volta ha permesso a tanti di poter partecipare ai Pellegrinaggi di Lourdes e Loreto. Tutti siamo consapevoli che la partecipazione ad un pellegrinaggio, non è solo per se, anche se si prega sempre per tutti, soprattutto non

è un merito o premio personale dovuto, poter svolgere un servizio di aiuto a chi ha bisogno, è da ritenersi una vera Grazia. Dire un sì per realizzare ciò che Gesù ci chiede e ci fa ricevere per mezzo dell’ aiuto di Maria, Madre Sua e Madre nostra! Il Presidente della sezione di Fano, Piergiuseppe Manenti, ha invitato i presenti a farsi portavoce presso amici e conoscenti per informare giovani e persone sull’importanza del volontariato Unitalsi, per dare aiuto mettendo a disposizione un po’ del loro tempo portando conforto a chi è nel disagio. Dopo la benedizione, con il saluto e gli auguri a don Raffaele (parroco emerito di Piobbico) l’Unitalsi ha ringraziato don Nico Curzi per la bellissima e gioiosa celebrazione, tutti i partecipanti che si sono uniti a condividere questa significativa giornata, i giovani, il coro dei bambini accompagnati da Francesca Valeria. Ricordando, ovviamente, la giornata nazionale Unitalsi dell’adesione, il prossimo 1° dicembre. ML Gulini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

tempo l’ordine perse seguaci ed importanza, finché nei primi decenni del novecento fu soppresso. Nel frattempo ad Urbino la im-

mensa struttura veniva adibita a Regie Carceri Giudiziarie, finché in anni recenti, chiuso l’istituto di pena, fu acquistato dall’Università che però non lo restaurò mai e ne utilizzò fino ad oggi solo alcuni locali come laboratorio di restauro. Dopo decenni di stallo si stanno in questi mesi terminando le ristrutturazioni interne all’ultimo piano iniziate due anni fa; in università nel frattempo si sta già lavorando al futuro trasloco dell’intera biblioteca centrale e di alcuni istituti. Un luogo di spiritualità e di riflessione ritornerà dopo più di un secolo nuovamente posto di silenzio e di studi. Dopo la vicina Santa Chiara, un altro grande complesso urbinate riprende vita. Il viaggio nelle biblioteche urbinati continua la prossima settimana… Giovanni Volponi © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPETTACOLO TEATRALE AL TEATRO DI ACQUALAGNA

Il mio nome è Pietro

ACQUALAGNA. Il Centro Culturale E. Mounier di Acqualagna presenta, sabato 2 novembre alle 18 al Teatro Comunale di Acqualagna, lo spettacolo “Il mio nome è Pietro” con Pietro Sarubbi che, dopo la sconvolgente esperienza cinematografica di The Passion di Mel Gibson nel quale ha impersonato Barabba, ha deciso per l’anno della fede di affrontare, stavolta in tono ironico, il personaggio di Pietro, irruente amico di Gesù e roccia di fondazione della Chiesa. Nel testo traspare tutta la carica umana del capo degli apostoli inducendo a percepire tutta la simpatia che poteva provare il Messia per lui. Chi era San Pietro? Un semplice pescatore della Galilea, che da quell’incontro con Gesù sulla spiaggia del lago di Genezareth è diventato un uomo nuovo. Con quella frase: “D’ora in poi ti chiamerai Pietro” Gesù gli dà non solo un nuovo nome, ma lo sceglie per diventare timoniere della Sua Chiesa, guida per gli altri apostoli, capo di tutta la cristianità. Un’umanità, la sua, piena di tutti i nostri difetti che rinnega ma non abbandona, che piange e che ride. Un uomo che litiga con la suocera, che agisce d’impulso, che chiamato a parlare di sé, non può che raccontare del suo amico Gesù. Così, davanti ai sacerdoti che lo interrogano dopo il suo primo miracolo, Pietro rivive le sue eccezionali avventure con quel Maestro che gli ha cambiato il nome e tutta la vita, rendendolo uno spettacolo d’uomo. Un santo semplice, di taglia robusta, impacciato con le parole, ma svelto con i fatti, vivace come un pesce nel mare. Un pescatore di uomini pieno della allegra follia dei bambini che vogliono camminare sul mare, ma capace della saggia maturità di coloro che senza condizioni dicono sì a Cristo. Questo è il miracolo più grande a cui Dio chiama tutti noi. E per amare Gesù occorre solo questo: un cuore di Pietro ! Inoltre, per chi volesse, sarà possibile cenare insieme a Sarubbi alle 20 al ristorante “Il Lampino” al costo di 20 euro. E’ obbligatoria la prenotazione ai seguenti numeri: 333.3132250; 393.9083391; 335.6804882; 334.8424647 entro il 28 ottobre. Eriberta Angradi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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27 ottobre 2013

LA CERIMONIA VENERDÌ SCORSO AL PALAZZETTO

Premiati il Vasis ed il Centro Francesca

URBINO. Quella di venerdì 18 ot- segna di un premio di beneficientobre per il gruppo sportivo Avis za a favore del Vasis e del Centro – Aido di Urbino è stata una sera- Francesca. Il Vasis ha devoluto la ta di solidarietà, condivisa in ma- sua parte in beneficienza, mentre niera particolare con i portatori il Centro Francesca ha accettato di handicap, da sempre assistiti la quota spettante in quanto essa – nella nostra Città – dal Vasis e servirà per la ristrutturazione dei dal Centro Francesca. Al termine nuovi locali siti in località Paldell’incontro conviviale – svoltosi lino di Urbino. Il dottor Mauro nei locali del tiro al piattello, nei Bernardini, presidente dell’Avis pressi del Palazzetto dello Sport – Aido di Urbino, ha portato il – si è svolta la cerimonia di con- suo saluto ed il suo ringraziamen-

to alle due associazioni premiate per il servizio che svolgono e per il sostegno che offrono ai ragazzi con la loro attenzione ed il servizio solidale. Questa manifestazione è il frutto della tradizionale gara podistica che si tiene il 1° giugno, al termine delle celebrazioni per san Crescentino, Patrono di Urbino. Alla gara, giova ricordarlo, partecipano moltissimi atleti provenienti da

A NOVEMBRE IN PROGRAMMA PISCINA E SOCIALIZZAZIONE

Aperte le iscrizioni per le attività dedicate alla terza età

URBINO. Anche in autunno proseguono le iniziative dell’Assessorato alle Politiche Sociali rivolte agli anziani. Dal 5 al 28 novembre 2013 è in programma “Tempo libero terza età”: un ciclo di otto accessi alla

La Caritas diocesana ri-apre al Servizio Civile URBINO. È uscito il bando del Servizio Civile Nazionale Volontario. Il Servizio Civile è la possibilità per i giovani, di età compresa fra i 18 e i 28 anni, di dedicare 12 mesi della propria vita a se stessi e agli altri; formandosi, acquisendo conoscenze ed esperienze e maturando una propria coscienza civica. Il tutto attraverso l’agire concreto all’interno di progetti di solidarietà, cooperazione, assistenza. E’ possibile svolgere il servizio civile presso la Caritas Diocesana di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado attraverso il progetto “Gli uni per gli altri 2”. I posti disponibili sono 4 e la domanda di selezione va presentata entro il prossimo 4 novembre 2013. Per fare il colloquio ed avere tutte le informazioni relative al progetto è possibile rivolgersi a Francesca, telefonando allo 0722-2949, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, oppure recandosi direttamente alla sede Caritas di via Saffi 68, ad Urbino. © riproduzione riservata

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ogni parte d’Italia: veramente una maratona di solidarietà, a vantaggio dei portatori di handicap e di

chi si fa loro aiuto.

Fausto Nucci

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Messa in diretta su Radio Maria

URBINO – Sabato 26 ottobre saranno trasmessi in diretta da Radio Maria il Santo Rosario, la Santa Messa e le Lodi dal monastero di clausura delle Agostiniane di Santa Caterina. La celebrazione sarà animata dalle monache e presieduta dal nostro Arcivescovo mons. Giovanni Tani. La trasmissione inizierà alle 7.30 del mattino e si concluderà alle 8.40 circa. Le frequenze radio della nostra provincia sono 96.3 e 107.6, mentre in televisione la si trova al canale 789 del digitale terrestre. Tutti i fedeli sono invitati ad unirsi nella preghiera al nostro monastero claustrale. GV

Piscina Fratelli Cervi, per un gruppo di 25 persone. I partecipanti saranno seguiti da personale specializzato. Le attività si svolgeranno il martedì e il giovedì dalle ore 15 alle 15.45. Il costo complessivo a carico dei partecipanti è 30,00 euro. Gli interessati possono far pervenire le richieste di partecipazione (per lettera o presentandosi di persona) all’Ufficio Affari Sociali, rivolgendosi alla signora Anna Maria Bernardini (0722 – 309.257) o all’Assistente Sociale dottoressa Lorella Crinelli (0722-309216). «Con questa iniziativa – dice l’assessore alle Politiche Sociali, Maria Clara Muci – vogliamo invitare gli anziani a fare movimento e a trovare occasioni di aggregazione. Il programma “Tempo libero terza età” è pensato per favorire il benessere psicofisico delle persone più anziane, che con l’arrivo dell’autunno e delle temperature più rigide possono avere la tendenza a chiudersi in casa, a limitare i momenti di socializzazione e a rimanere troppo tempo fermi. Dopo il notevole successo dei programmi dedicati alla terza età nel periodo primavera / estate proseguiamo, confermando la grande attenzione che l’Amministrazione dedica anche a questa fascia della nostra popolazione».

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UN PERCORSO PER L’EDUCAZIONE AI VALORI DEL PATRIMONIO

Ri-leggere Giancarlo De Carlo URBINO. La Fondazione Ca’ Romanino e la Città di Urbino Assessorato alla Cul-

tura e ai Beni Culturali promuovono una maratona di lettura pubblica e condivisa

di testi scritti da De Carlo e dedicati ad Urbino. Portare il contributo di De Carlo al dibattito sulla città, l’architettura e il paesaggio nell’Italia del secondo Novecento nel processo formativo delle scuole di architettura e di ingegneria come strumento per l’educazione ai valori del patrimonio: questo è l’obiettivo di una maratona di lettura dei suoi testi affidata agli studenti e ospitata nei luoghi e nelle architetture che ha realizzato nella città di Urbino. La maratona dovrebbe essere realizzata in forma di staffetta con la partecipazione delle università italiane e straniere in visita nella città. Ogni tappa prevede uno spazio per la lettura e il commento guidato dai docenti e la visita a una o più opere di De Carlo. «Ri-leggere / Re-reading Giancarlo De Carlo» coprirà l’intero anno accademico / scolastico 2013 /2014 con cadenza variabile secondo le adesioni delle università e delle scuole italiane e straniere. Gli aderenti potranno stabilire l’assegnazione di crediti formativi per la partecipazione al progetto. © riproduzione riservata


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27 ottobre 2013

cultura

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PRESENTATA LA STAGIONE TEATRALE 2013-2014

Il teatro “Sanzio” di Urbino compie 160 anni di Manuela Braconi

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artin Lutero lo ha definito “lo sterco del diavolo”. La biblioteca Comunale di Misano Adriatico gli dedica la rassegna filosofico – politica dedicata al “denaro che fa girare il mondo”. Protagonista del secondo incontro è stato il professor Vittorino Andreoli, settantatreenne psichiatra veronese e volto noto, ma discreto, della TV. Al denaro il professor Andreoli ha dedicato un libro dal titolo “Il denaro in testa” ovvero quando il denaro diventa signore incontrastato della nostra vita. “Tratterò l’argomento – ha esordito Andreoli – non da un punto di vista filosofico o teorico ma da persona che vive nel presente in mezzo al dolore di adulti e adolescenti”. Un dolore che sempre più spesso, anche se finora non c’è una categoria psichiatrica ben definita, è generato dal denaro. Il male da denaro è tipico dello sviluppo industriale, è causato dai prestigiatori del denaro e dunque è un male evitabile. Non lo è stato per quei piccoli imprenditori che sono morti e continuano a morire perché strozzati e costretti al suicidio dalla mancanza

È

Il denaro in testa

cure inalatorie

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una festa per tutti gli spettatori Urbinoinscena 2013.2014, stagione del Teatro Sanzio di Urbino che nel 2013 celebra i 160 anni dalla apertura. Un ricco cartellone, promosso da Comune di Urbino Assessorato alla Cultura e AMAT con il sostegno della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, tocca generi diversi che connotano le sezioni che compongono la stagione: teatro, danza, ragazzi, la città in scena e arte. L’inaugurazione della sezione “teatro”, il 6 novembre, è con l’atteso spettacolo diretto da Marco Bellocchio, Zio Vanja di Anton Ĉechov con un cast d’eccezione composto da Sergio Rubini, Michele Placido, Pier Giorgio Bellocchio e Anna Dalla Rosa. Saverio Marconi torna in scena il 5 dicembre come attore e sceglie Schmitt e le sue Variazioni enigmatiche. Il meraviglioso testo scritto da Juan Mayorga, La pace perpetua, viene maneggiato dal giovane e talentuoso regista Jacopo Gassmann il 24 gennaio con la straordinaria interpretazione di Pippo Cangiano, Enzo Curcurù, Giampiero Judica, Davide Lorino e Danilo Nigrelli. Il 28 gennaio – per il giorno della memoria – la scena è per A. H., un intenso assolo sugli abissi del male di Francesco Manetti diretto da Antonio Latella. Il 25 febbraio il Sanzio ospiterà la residenza di riallestimento de L’Avaro di Arturo Cirillo. Scritta da Eduardo nel 1936, Sogno di una notte di mezza sbornia in scena l’11 marzo. Il 27 marzo la stagione prosegue con Rosso del glorioso Teatro dell’Elfo. La chiusura della sezione “teatro” è con l’amatissimo Alessandro Preziosi che torna a confrontarsi il 10 aprile con il grande Cyrano de Bergerac nel recital Cyrano e la luna. Tre appuntamenti compongono la

LIBRO DELLO PSICHIATRA VITTORINO ANDREOLI

di denaro per poter affrontare il futuro. Qual è il rimedio suggerito da Andreoli? “Il denaro - afferma il professore – va tenuto in tasca perché esso mantenga la funzione di strumento che facilita la vita. Diversamente, quando il denaro conquista l’uomo, gli entra nella testa, diventa un demone, un tarlo che altera pensieri e sentimenti, portandolo a comportamenti inaccettabili e irreparabili. Allora, in questa visione generale, i soldi diventano non solo il prezzo delle cose, ma soprattutto il prezzo dell’uomo”. Ognuno vale per il denaro che ha. Se non hai il denaro, chi sei? Agisco perchè posso, altrimenti non esisto. Si generano pensieri di immortalità che denunciano invece i nostri limiti e la nostra fragilità: una condizione ben espressa da Ungaretti quando scrive “l’uomo attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”. “E se perdiamo il senso della fragilità – prosegue Andreoli – non cerchiamo più l’altro. Il potere non ha

musica

“L’anima tra le dita” nuova raccolta di poesie di Anna Rosa Basile

di arte cultura sport

bisogno dell’altro se non per dominarlo”. Lo psichiatra ha poi elencato alcune malattie indotte dal denaro come la dipendenza e la depressione. Ma c’è anche l’immoralità da denaro: siamo disposti a tutto per impadronirci del denaro e del potere. C’è la stupidità, come quella dei governanti che decidono per tutti perseguendo un fine che è del tutto diverso dalla felicità indicata da Platone nella Repubblica. Si uccide anche, e ci si uccide, per denaro. “Una grande responsabilità – sostiene Andreoli – ce l’hanno gli economisti che pongono il denaro come unico riferimento”. Allora quali sono, secondo Andreoli, i bisogni veri, essenziali per l’umanità, e che non dipendono dal denaro? L’uomo ha bisogno di sicurezza, di non stare da solo, di vedere la sua esistenza prolungata nei figli – “la sola immortalità che profuma di umano” -, di vivere in una società solidale, di tracciare un bilancio positivo

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“I solisti veneti” al Teatro Sanzio di Urbino pagina

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sezione dedicata alla danza. Il 28 novembre l’intenso e pluripremiato Parkin’son di Giulio D’Anna. Il 18 dicembre l’appuntamento è con Traviata di Monica Casadei. L’8 maggio torna la Nuova Danza Italiana con Anticorpi Explo. Un viaggio all’interno del suono e dell’orchestra per conoscere, attraverso l’ironia e il divertimento, le varie famiglie strumentali, le loro specificità tecniche e timbriche, i loro caratteri espressivi è offerto il 15 dicembre, primo appuntamento rivolto ai ragazzi, dalla FORM con “O” come orchestra. Archi, fiati (legni, ottoni), dove sono le percussioni?. Di viaggio in viaggio, questa volta alla scoperta del teatro come luogo fisico, è quello proposto da Teatro Sovversivo il 16 febbraio con Dream theatre, un’occasione per conoscere in modo divertente e coinvolgente un spazio così affascinante e per certi versi sconosciuto ai più. Ultima tappa dedicata ai ragazzi il 9 marzo con uno spettacolo di danza Scarpe di Sosta Palmizi nel quale il coreografo Giorgio Rossi trae spunto dalla scarpa come parabola poetica dell’esperienza vissuta e della memoria collettiva ed individuale. Anche per questa stagione Urbinoinscena accoglie nella sezione la città in scena esperienze del territorio con la Compagnia Dialettale Urbinate che presenta il 28 dicembre La badant, il 21 e 22 marzo Le tu tèt e il 9 e 10 maggio El prét tel lèt. Dal 6 novembre al 10 maggio sarà inoltre possibile visitare presso il Teatro Sanzio la mostra Terre sensibili di Mario Logli a cura dello studio Mjras (Roberto Bua, Silvia Cuppini, Joan Martos) che arricchisce e completa Urbinoinscena con una sezione dedicata all’arte. Dal 28 ottobre vendita abbonamenti presso la biglietteria del Teatro Sanzio (072 2281).

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fra gratificazioni e frustrazioni, di serenità e gioia, ancor più che di libertà, di essere utile, di pregare – “un Dio, ma anche una persona cara che non c’è più, di credere in qualcosa al di là del ‘muro d’ombra’ (Ungaretti)” -, di uguaglianza e di giocare, per tornare all’infanzia e ritrovare il bambino che c’è in lui. Una platea incantata, di oltre 500 persone, ha seguito con grande interesse la conversazione di Andreoli che è stato ‘empatico’ e disinvoltamente brillante. La rassegna organizzata dalla Biblioteca Comunale di Misano Adriatico, nella persona del direttore dottor Gustavo Cecchini, compie vent’anni, segnati da un crescente successo di pubblico e da un parterre di relatori di grande rilievo. Prossimi appuntamenti: venerdì 8/11, Walter Siti: La finanza è la realtà?; venerdì 15/11, Franco Cassano: Bisogno e desiderio; giovedì 21/11, Salvatore Natoli: Ricchezza e povertà. La rassegna si conclude il 30 novembre con Walter Veltroni che parlerà di “Denaro e politica” (Ingresso gratuito). Maria Rita Tonti

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27 ottobre 2013

LA CERIMONIA IL 31 OTTOBRE PRESSO IL CASTELLO DI BELFORTE ALL’ISAURO

Cittadinanza onoraria al rettore Pivato e al presidente Sabbatini

Stefano Pivato – Magnifico Rettore dell’Università di Urbino e Gianfranco Sabbatini presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro

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Senatore Carlo Bo, rettore per 54 anni, ed al successore prof. Giovanni Bogliolo nel 2006, il Sindaco Brisigotti convocherà in seduta solenne il Consiglio Comunale per conferire al prof. Stefano Pivato la cittadinanza onoraria. Per meriti culturali verso lo storico che è tra i maggiori interpreti italiani del rapporto tra cultura popolare e cultura politica, con numerose pubblicazioni, per l’uomo che si è distinto nel suo impegno civile come Amministratore comunale e Presidente e collaboratore di varie Istituzioni come il Premio Nazionale Frontino Montefeltro e per il suo Rettorato che ha normalizzato, dopo l’intermezzo della straordinarietà, legata al passaggio da Università libera a Università statale. L’Ente, fondato nel 1506, che conta oggi 8 Dipartimenti e 14727 studenti, 368 docenti di ruolo, 364 amministrativi, con il cambio di passo di Stefano Pivato, è diventato polo di riferimento culturale per il Montefeltro e per la Regione Marche anche per l’apertura di rapporti internazionali con altre Università ed in particolare con quelle dei paesi emergenti, potendo contare su una città campus con collegi per 1530 posti letti. A Gianfranco Sabbatini viene assegnato il premio Barone di Beaufort per il suo impegno culturale e amministrativo che connota tutta la sua vita. In particolare a Belforte si ricorda il suo intervento nella ex chiesa di San Pietro nella frazione

iovedì 31 ottobre, Belforte all’Isauro, la città del miele, registrerà un intenso evento culturale “Dal Nido di Belforte all’Università di Urbino”, con il conferimento della cittadinanza onoraria al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi Carlo Bo prof. Stefano Pivato e con l’assegnazione del Premio “Castello Barone di Beaufort” al Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio avv. Gianfranco Sabbatini. Nella

stessa giornata i premiati, con il Sindaco Sauro Brisigotti, inaugureranno l’asilo nido e la rinnovata Scuola elementare con il ringraziamento formale alla Fondazione Cassa di Risparmio per il contributo dato per l’acquisto di un autobus per il trasferimento scolastico degli alunni tra i Comuni del Montefeltro che gravitano nella scuola elementare di Belforte. La manifestazione si apre alle 10,30. Dopo la cittadinanza onoraria del 1992 al

arà presto disponibile presso alcune librerie pesaresi una raccolta di poesie “L’Anima tra le dita Immagini e parole” corredate da 38 disegni unici e inediti a sfondo surrealista, con tonalità cromatiche tali da rievocare ancora le suggestioni e le emozioni delle tele dell’affermata artista pesarese Anna Rosa Basile. E’ un elegante e prezioso volume di 200 pagine, a tiratura limitata, già presentato a Palazzo Gradari il 21 settembre in occasione della mostra antologica 1985-2013. Il catalogo è stato curato dal Presidente dell’Ass. Titanus Luca Veneziano, edito dalla Naoi edizioni di Fermo; il ricavato dalla vendita sarà devoluto in toto a Telethon per la ricerca contro le malattie genetiche. La scansione contenutistica dell’opera, come le poesie

RACCOLTA DI POESIE DI ANNA ROSA BASILE

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e le immagini a fronte è stata riassunta da Anna Rosa in “avvenimenti, riflessioni, fantasie. Un percorso spirituale nella consapevolezza della nostra fragilità. Della vita e del mistero che ci attende”. Secondo Luca Veneziano, le radici, i rami rappresentano i cari genitori, la sorella Licia e il fratello Antonio. La famiglia vive nel di lei presente in un afflato di dolore, tenerezza e rimpianto, ma il ricordo soverchia l’assenza, sembra dirci l’artista e nel ricordo la vita continua. Inoltre Veneziano esemplifica come” la

Basile concepisca la fine del giorno, come la fine del nostro tempo di vita e la notte come fondamento del nostro agire. L’opera è l’universo per Anna Rosa che vi è contenuta e che paradossalmente lo contiene, poiché nel microcosmo dell’artista c’è tutto il macrocosmo emozionale del suo universo”. E’questa una pubblicazione di alto profilo artistico, qualità grafica e fotografica eccellente che recensori, collezionisti e semplici amatori non possono non possedere. Gianfranco Sorisio

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In scena l’artista olandese Nellie De Boer

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L’anima tra le dita

GRANDE SUCCESSO ALL’ALEXANDER MUSEUM PALACE

ppuntamento pittorico, teatrale e musicale all’Alexander Museum. E’ stata inaugurata la mostra dell’artista olandese Nellie De Boer dal titolo “The Monsters and me’’. Nellie De Boer è una giovane artista nata a Leeuwarden. Si è diplomata presso l’Accademia d’arte Minerva a Groningen. Nella sua pittura si ritrova il surrealismo astratto francese, ma vi è anche un riferimento cinematografico all’Age d’or di Bunuel, il cinema di David Lynch e di Cronenberg e la ricerca scientifica di un regista come Alain Resnais. I sentimenti umani in parte “mostruosi’’ sono stati rappresentati in maniera magistrale anche da alcuni attori pesaresi, Carla Rondanini, Franco Andruccioli, Elvira

di Campo del 2007, per la unicità del Montefeltro, ove richiamava le ragioni antropologiche e culturali di un ambiente particolarmente laborioso e creativo, un sostegno unitario non secondario al decollo delle fortune rinascimentali della corte urbinate. Sulla stessa lunghezza d’onda la sua partecipazione al Laboratorio Valerio Volpini negli incontri di Morciola per legare il mondo industriale della costa alla progettualità culturale dell’Università urbinate e dell’entroterra pedemontano. Ed ancora si sottolinea il suo sostegno per la partecipazione attiva alla progettualità territoriale per affrontare le nuove sfide della socialità europea e del Mediterraneo. Non viene dimenticato il suo tempestivo sostegno all’opera di don Gaudiano che, seguendo la missionarietà ecclesiale, esalta il nuovo ruolo della cittadinanza attiva per aprire una fase nuova e più emancipata nella nebulosa realtà democratica attuale. Va dato atto al Sindaco Sauro Brisigotti e al Consiglio comunale di Belforte per questa iniziativa che si affianca bene a quelle parallele dell’enogastronomia del Montefeltro (miele, castagna, fungo, tartufo, ceci, fagioli) che sono il prodotto di una antica storia, legata alla creatività e laboriosità di una popolazione orgogliosa della propria terra. Sergio Pretelli

Montesi, Bruno Marini, Donatella Biagioli, Francesco Corlianò e Giancarlo Mazzoli, nelle interpretazioni di alcuni brani delle più famose tragedie di William Shakespeare: Amleto, Enrico V, La Tempesta, Re Lear, Romeo e Giulietta, Enrico VI, Macbeth, Otello, La bisbetica domata e Riccardo III. “E’ stato un pomeriggio meraviglioso quello trascorso all’Alexander Museum e coi sette attori - ha sottolineato Franco Andruccioli - abbiamo presentato alcuni personaggi shakespeariani, fra cui anche alcuni mostri umani, per la loro malvagità e crudeltà. Durante la serata è intervenuto anche Roberto Bertinetti, docente di Letteratura Inglese all’Università di Trieste, che ha comunicato al numeroso pubblico in sala,

UN PREMIO PER UN REBUS

che alcuni giorni fa, la stampa inglese ha scritto che un accademico ha ufficializzato il riconoscimento di tre nuove opere di Shakespeare, di cui ormai siamo certi della sua reale esistenza, ma che è uno scrigno tutto da scoprire. La serata teatrale è stata accompagnata dal duo Willem Perek al clavicembalo e Angelo Bonazzoli, sopranista, che hanno eseguito brani musicali elisabettiani: “In youth when I did love’’, “Where the bee sucks’’, “Mistress mine’’, “Where griping grief’’ e il “Canto del salice’’. “Si tratta di brani musicali - ha sottolineato Perek - che venivano usati nel teatro di Shakespeare’’. Paolo Montanari ©riproduzione riservata

aggio

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I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a pesaro@ ilnuovoamico.it oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

Frase: 7-5

I VINCITORI DELLA SETTIMANA

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 22 del n. 38 del “Nuovo Amico” di domenica 20 ottobre era: (Frase: 8-7): ‘Asso, L; U, Todi; vie, TO’ Soluzione: - ASSOLUTO DIVIETO Vince. Lucia Principi

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate. PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

ANGOLO DELLA POESIA

Due Novembre Nebbia novembrina sepolcri solitari tra macabri cipressi scrutano nel risorgere le anime la tormentata fede che sovrasta e salva noi mortali. Marco Giombetti


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SUCCESSO DELL’ORCHESTRA DIRETTA DA CLAUDIO SCIMONE

speciale MUSICA

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enerdì 11 ottobre il Teatro Sanzio ha conosciuto il pieno delle grandi occasioni: dalla platea al Loggione. In programma “I solisti Veneti”, un’orchestra da camera con sede a Padova, fondata nel 1959 dal maestro Claudio Scimone che, a 89 anni, ne è tuttora il Direttore. Autorevole, disinvolto, agile nell’uso della bacchetta, della mano, delle movenze labiali e visive che ne esprimono la profondità culturale, maturata in lunghi studi ed esercitazioni ed in dialogo con gli studiosi che hanno indagato e seguito l’evoluzione musicale della società europea sette - ottocentesca. A sostegno di Urbino, candidata capitale europea della cultura 2019, città di dotte tradizioni culturali dentro un territorio di profonde radici musicali che ha ancora in vita, da 500 anni, la Cappella Musicale del SS Sacramento, i Solisti Veneti hanno voluto ricordare gli anniversari, della morte o della nascita di grandi compositori come

“I solisti veneti” al teatro Sanzio

Arcangelo Corelli (1653-1713), Giovanni Benedetto Platti (1697-1763), Pietro Mascagni (1863-1945), Richard Wagner (1813 - 1883), Giuseppe Verdi (1813-1901) e, fuori ricorrenza Gioacchino Rossini (1792-1868), per un omaggio alla terra, alla provincia di Pesaro e Urbino, sede del concerto. I solisti, tutti in frac, entrano in scena veloci, allegramente, insieme al direttore. Disinvolti nel tocco ed inappuntabili per coesione nella ricerca del suono. Sono solisti e tali rimangono anche nel gruppo, esaltando l’intensità delle note fin nelle sfumature forti ed in quelle delicate come i pianissimi del maestro Claudio Scimone, di notevole effetto, sottolineati dagli scroscianti applausi del pubblico. Sono gli applausi che “I Solisti” hanno ricevuto in tutto il mondo: da Salisburgo a Parigi, da New York a Seul a Tokio. Così come nelle sale minori perché “I Solisti” non cercano il consenso del pubblico ma

mirano a conquistare il pubblico che entra subito in sintonia con loro fin dalla entrata in scena, con il vecchio maestro, Claudio Scimone, che si rivolge allegramente alla platea col tono familiare del sapiente e così ai suoi coristi col piglio sicuro del Maestro che dirige con lo spartito impresso nella

CONVEGNO NAZIONALE DELLE SCHOLAE CANTORUM

Oltre 1600 cantori a Padova

memoria e che esprime magnificamente con ogni mossa del corpo. Una serata di grande successo e di buon auspicio per la città di Urbino e per la sua candidatura a capitale della cultura 2019. Sergio Pretelli

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PERFORMANCE DEL DUO ACUSTICO CYWKA

Le Marche cantano l’Africa

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i è conclusa nelle scorse settimane a Fano la manifestazione regionale 2013 “L’Africa chiama” dove cultura, emozioni e testimonianze hanno reso più chiara l’importanza della causa africana. Per la presentazione del libro “Ferite di parole” di Leila Ben Salah e Ivana Trevisani, sono intervenuti il giornalista Marco Labbate, la voce narra narrante Paola Prinzivalli e Cywka, duo acustico composto da Tiziana Stefanelli, voce e Riccardo Paci, chitarra classica (FOTO) che ha eseguito brani del Marocco, Libano e Palestina, riuscendo a spiegare in musica le emozioni della rivoluzione femminile araba. Si è trattato di “un evento centrale della settimana africana - ha detto l’organizzatrice Raffaella Nannini – che ha visto la presenza all’auditorium S. Arcangelo di molti spettatori italiani e nord africani, ognuno di loro sensibile alla causa della donna araba”.

CORO DEGLI ADULTI DI CRISTO RE

In cerca di nuovi coristi

Padova - Lo scorso 13 ottobre il coro della parrocchia San Luigi Gonzaga di Pesaro diretto dal maestro Simone Baiocchi, accompagnato da amici e parenti ha preso parte per la seconda volta al Convegno Nazionale delle Scholae Cantorum promosso dall’Associazione Italiana Santa Cecilia. Il convegno si è tenuto a Padova ed ha visto la partecipazione di circa milleseicento cantori che hanno gremito la basilica di Sant’Antonio. L’enorme coro, diretto dal maestro Michele Manganelli - all’organo don Alberto Brunelli - ha eseguito musiche di Domenico Bartolucci, Simone Baiocchi, Valentino Donella, Wolfgang Amadeus Mozart, Federico Mantovani e Domenico Stella. Dopo una prova collettiva tenutasi nei locali

adiacenti al complesso della Basilica, i cantori hanno prestato servizio alla celebrazione della Santa Messa presieduta dal Patriarca di Venezia Sua Eccellenza Monsignor Francesco Moraglia. È stata una grande esperienza di Chiesa e di fede che ha visto unirsi in un unico repertorio polifonico tanti cantori di realtà corali provenienti da varie parti d’Italia. Una giornata impegnativa ma di grande nutrimento per lo spirito che ha consentito ai presenti anche di poter visitare la basilica del Santo e di poter pregare sulla tomba di Sant’Antonio. Gian Piero

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antare è un piacere e cantare in coro dà forza ed energia in quanto favorisce la socializzazione, l’importanza dei rapporti interpersonali, il valore dell’amicizia. Inoltre eseguire brani di musica sacra eleva spiritualmente la persona. Il coro è impegnato nel repertorio polifonico prevalentemente sacro; anima le liturgie più importanti della Chiesa di Cristo Re e della Basilica Cattedrale ed è diretto da maestri professionisti. Chi ha sempre desiderato cantare, o imparare a cantare, specialmente in un coro, questo è il momento giusto! Prove ogni giovedì dalle ore 21.00 alle ore 23.00 presso la canonica V.le Cesare Battisti n.3 - Info: Rita cell.: 328-5442646 e.mail : ritaluccardini@gmail.com Rita Luccardini © RIPRODUZIONE RISERVATA

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