«Il Nuovo Amico» n. 33 del 15 settembre 2013

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COPIA OMAGGIO

15 settembre 2013 • Anno 110 • N. 33 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

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fano

Convegno diocesano e festa di S. Terenzio

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Nuove nomine in diocesi

editoriale Aggiornamento nelle diocesi (1)

Il vero volto della Chiesa

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n un intervento apparso su Avvenire durante le ferie di agosto, mons. Mariano Crociata vede una sorprendente sintonia tra gli aggiornamenti pastorali della CEI e il magistero del nuovo Pontefice. Sembra che non sia del tutto convinto se prevede (e si augura) che essi prendano dallo stile di Papa Francesco “l’impronta di un indirizzo originario, di un impulso coraggioso e di uno slancio missionario”. Ottimo desiderio che la Chiesa, qui in Italia, rinnovi il suo volto. Certamente il mandato che il Papa affida ai giovani della Gmg sollecita la Chiesa ad uscire dal proprio guscio e a non farsi limitare dalla tentazione auto reverenziale. Ma come? Vadano come discepoli che hanno incontrato il Signore. L’esperienza dell’incontro infatti è fondamentale ed insostituibile perché rinascano come persone e come comunità. È da questo passaggio misterioso, dal non essere all’essere, dall’io al noi, che il discepolo prende coscienza di essere Chiesa. A questo dovrebbe primariamente tendere l’Azione pastorale in atto sulla educazione. Così si svela, a poco a poco, il vero volto della Chiesa. Non toglie l’identità individuale e restituisce l’identità ecclesiale. A percepirne meglio i termini o i dati del mistero-Chiesa riporto dalla Preghiera Eucaristica n. 2 del Messale: “Ti preghiamo umilmente, per la comunione al Corpo e Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo… Ricordati Padre della Tua Chiesa diffusa su tutta la terra, insieme al Papa, il Vescovo e tutto l’Ordine sacerdotale”. Questa Chiesa diffusa su tutta la terra chi è? Noi dei tre milioni di giovani di Rio, noi delle famiglie che vanno dalla Terra del Fuoco a Trastevere, noi delle parrocchie e comunità sparse nei vari continenti. Peccato che questo volto di Chiesa venga oscurato dall’immaginario collettivo odierno e da gran parte anche dai cristiani. E non solo. Cristo e noi, un solo corpo, è la Chiesa, Popolo di Dio. È Lui, Cristo, che la trasfigura, rendendola bella, affascinante e piena di stupore. Di questa esperienza viva ed attuale i discepoli saranno testimoni e missionari, per i quali è Cristo stesso che si fa prossimo. Raffaele Mazzoli

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urbino

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L’università detassa i figli di cassa integrati

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Una provincia in preghiera per la pace

ANCHE PESARO-FANO-URBINO HANNO RISPOSTO ALL’APPELLO DEL PAPA MIGLIAIA DI FEDELI NELLE PARROCCHIE Servizi all’interno IL 22 SETTEMBRE “CLIC DAY” PER TUTELARE GLI EMBRIONI UMANI

Vicinissimo il traguardo del milione di firme

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meno di una settimana dal “Clic day” del 22 settembre e a due mesi dalla “dead line” del 1° novembre, ultimo giorno utile per la raccolta delle firme, la petizione europea “Uno di noi” è arrivata al rush finale. Sono 969.453, infatti, le firme finora raccolte dai 28 Paesi membri dell’Unione europea. Il traguardo del milione di firme non sembra più un’utopia. Il Comitato organizzativo per l’Italia - Paese capofila nel chiedere all’Europa di fermare gli esperimenti che eliminano gli embrioni umani - rilancia, ponendosi l’obiettivo di arrivare a 1.200.000 firme.

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CHIESA E MONDO

15 settembre 2013

L A PAROLA DI DIO XXIV Domenica del Tempo Ordinario Anno C

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olo Dio ci insegna ad amare. Il Vangelo della misericordia (Lc 15,1-32) è il vangelo più combattuto, il più ostacolato: è il vangelo dal quale cerchiamo tutti di difenderci. Infatti più scopriamo la bontà di Dio e più capiamo quanto siamo cattivi, più sentiamo bruciare dentro il nostro assurdo egoismo e la nostra stridente diversità. Perché queste parabola? Perché i farisei e gli scribi mormoravano per il fatto che Gesù era accolto dai peccatori e mangiava con loro. Gesù vuole rispondere allo “scandalo della bontà di Dio”. Gesù dice chiaramente che “l’uomo è il tesoro di Dio”; Dio non si rassegna facilmente a perdere l’uomo, Dio farà sempre di tutto per ritrovare la dramma perduta, cioè l’uomo.

Dio è capace soltanto di amare

L’uomo è capace di fuggire da Dio ( Dio non può costringere). L’uomo consuma fino in fondo la follia del suo gesto: mistero del peccato! Ma il peccato delude. Il figlio perde gli amici, perde l’arroganza, prova la fame: si sta male lontano da Dio, la vita è amara senza il Padre, la terra è insopportabile senza il cielo. Il figlio prova il dolore, la fatica, l’umiliazione, il disprezzo… Ma ecco … quel figlio rivede un Volto! Qui accade l’incredibile, l’inaudito, l’impensabile: accade qualcosa che non riusciamo a capire e a spiegare. Qualcosa che ci supera. Il Padre. “Si comprende Dio solo quando si comincia a vivere la sua bontà”.

intercede a nostro favore. 2 lettura: prima lettera a Timoteo 1,12-17. La parola di grata preghiera di Paolo è ciò che possiamo immaginare abbia dominato il cuore di Paolo, raccolto tra le braccia misericordiose di un Padre pieno di compassione e libero da ogni forma di risentimento. Vangelo: Luca 15,1-32. La parabola che il Signore racconta per convertire il cuore dei farisei i quali mormoravano contro i pubblicani e i peccatori venuti per ascoltare Gesù ci svela che il segreto della conversione non è il primo passo fatto da noi verso Dio, quanto piuttosto il primo passo di Dio verso ciascuno di noi: “Gli corse incontro”.

1 lettura: Esodo 32,7-11.13-14. Il testo dell’Esodo ci mette di fronte a tutto il dramma che abita il cuore di Dio: non è certo insensibile all’ingiustizia e all’iniquità, eppure ama che i suoi amici gli ricordino quanto più grande e più potente è la sua misericordia. Mosè è per noi figura di Cristo che sempre

Meditatio - Questa parabola di Gesù ci racconta di un Dio che si mette sulle nostre tracce, che ci cerca, che ci vuole venire a scovare nei nostri nascondigli, si mette in marcia per colmare il vuoto insopportabile delle distanze. - Quello che svela Gesù è l’abbraccio del

Padre che ti rialza e ti riporta a casa. Ti risparmia perfino la fatica del ritorno, si carica Lui del tuo peso. - La mia storia è nelle sue braccia. Io devo solo lasciarmi afferrare, abbassare la guardia, permettere che il Suo amore raggiunga le mie ferite. Il rimorso, la condanna non guariscono dal male. Ti guarisce invece un “di più” di vita, l’abbraccio di un Dio che ti riprende come un figlio fosse anche per mille volte. Oratio Concedici, Signore, la grazia di corrispondere al tuo desiderio e di accogliere in noi questa gioia della misericordia divina, non solo per noi stessi, ma anche per quelle persone che noi riteniamo indegne di riceverla, ma che in realtà sono amate dal Padre celeste, il quale vuole la salvezza di tutti. Armando Trasarti, Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

ANNO DELLA FEDE / L’ATTUALITA’ DELLE ANTICHE ERESIE (1)

CALENDARIO 15 settembre

Pelagio o Agostino

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requente è nel magistero del Vescovo di Roma Francesco il richiamo al pericolo di una chiesa “senza Spirito Santo”, che rischia di diventare “pelagiana e gnostica”. Cosa furono il pelagianesimo e lo gnosticismo?, dove ritrovare l’attualità di queste eresie sottolineata dal papa? Gli ultimi numeri della rubrica “Anno della fede” saranno dedicati a questi temi. Partiamo dal pelagianesimo. Pelagio, originario della Britannia, lasciò la sua patria per recarsi a Roma nel 390 circa, dove visse da asceta cristiano e si procurò grande considerazione e autorità, in particolare all’interno dei circoli dell’aristocrazia romana divenuta cristiana, e radunò attorno a sé una folta schiera di discepoli, che vivevano secondo i severi principi morali del loro maestro. La sua aspirazione profonda è espressa nella lettera di un uomo che aveva aderito giovanissimo al suo movimento; egli aveva scoperto il modo per potere essere un “vero cristiano”. Tutta la teoria nasce dalla ricerca di un cristianesimo puro e integrale, visto in opposizione all’atteggiamento di molti cristiani “medi” o “mezzi cristiani”. L’ideale morale e ascetico tipico del pelagianesimo è caratterizzato da una visione estremamente ottimista della natura umana e delle sue forze, che porta coerentemente ad un appello alla volontà d’azione dell’uomo. La capacità di adempiere i mandata Dei

si fonda sul libero arbitrio e sulla facoltà di giudicare il bene e il male. Il peccato originale fu soltanto una colpa personale di Adamo, influisce sull’umanità solo come esempio negativo di disubbidienza e non ha ferito la volontà e la capacità di giudizio di ogni singolo uomo. Così la grazia di Dio, donata attraverso la rivelazione cristiana, è concepita fondamentalmente come l’esempio positivo della vita di Cristo. In questo quadro l’efficacia dei sacramenti e la necessità della preghiera risultano sminuite nel loro valore a favore di un’azione morale che nasca dalla propria forza personale. S. Agostino vide nella concezione di Pelagio un grave pericolo per la dottrina cristiana e rispose nel 415 con la sua opera De natura et gratia. Qui il vescovo di Ippona contrapponeva alla concezione pelagiana, che lodava a tal punto la natura umana, in nessun modo indebolita dal peccato di Adamo, da rendere superfluo l’intervento del Redentore, la tesi della natura vulnerata, secondo la quale la gratia Christi, per la quale il cristiano non deve mai cessare di pregare, è necessaria alla salvezza. In seguito, nel 418, fu il Concilio di Cartagine a condannare Pelagio, con i suoi canoni sulla grazia che diventeranno il documento dogmatico sul tema riferimento di tutti i successivi Concili, in particolare di quello di Trento Forse però per mettere in luce la radicale opposizione del pelagianesimo rispetto

Aut. n. 83/85 Trib. di Pesaro IL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

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Beato Giordano di Pulsano Abate

alla dottrina cattolica è utile seguire il contenuto di un documento del magistero quasi mai ricordato. Si tratta dell’ Indiculus, un elenco di proposizioni antipelagiane, attribuite ai pontefici romani e raccolte fra il 435 e 442 a Roma da Prospero d’Aquitania. In primo luogo, con un’immagine che ricorda il “masso” precipitato dal “vertice della montagna che “giace in sua lenta mole” del Natale di Manzoni, si ricorda che con il peccato di Adamo tutti gli uomini hanno perso l’innocenza e nessuno con la forza del libero arbitrio si “può sollevare dall’abisso di quella caduta, eccetto che lo abbia rialzato la grazia di Dio”. Inoltre “colui che è rinnovato dalla grazia del battesimo” ha bisogno di “aiuti quotidiani”, cui affidarsi e in cui confidare, per vincere le insidie del diavolo e la concupiscenza; “è inevitabile infatti che mentre con il Suo aiuto vinciamo, senza di esso siamo vinti”. Frutto della grazia di Dio sono sia conoscere che volere il bene, sia “sapere ciò che dobbiamo fare, sia amare per fare”. Il documento nella parte finale invita alla preghiera, “a ricorrere con sollecitudine a Lui”, per vincere le nostre debolezze, e indica nelle formule liturgiche, recitate dalla chiesa universale e tramandate dagli apostoli, un’altra fonte che ci insegna ad “ascrivere alla grazia di Cristo sia l’iniziale buona volontà, sia la crescita delle lodevoli propensioni, sia la perseveranza in esse fino alla fine”, in modo che “la regola del pregare stabilisca la maniera del credere”. Pelagio, sconfitto grazie alla presa di posizione di Agostino fatta propria dai pontefici Innocenzo I (402-417) e Zosimo (417-418), con il suo ottimismo antropologico risulta oggi vincitore e dominante culturalmente nel mondo, ma spesso anche dentro la chiesa; al punto che le affermazioni del vescovo di Ippona vengono dimenticate o accusate di pessimismo e di essere anacronistiche per la loro radicalità, e l’esperienza cristiana è in molti casi, nella prassi pastorale, ridotta a psicologia o a metodologia educativa. Rileggere alcuni documenti del magistero può rappresentare un aiuto e un conforto alla nostra fede e ricordarci che la salvezza cristiana è reale ma non è un possesso nostro, secondo una bella espressione di Peguy potremmo dire che è “precaria”, e occorre sempre domandarla nella preghiera. Don Daniele Federici © RIPRODUZIONE RISERVATA

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acque a Monteverde, allora città episcopale (provincia di Avellino), da ragguardevole famiglia. Non può precisarsi l’anno. I genitori lo affidarono fanciullo ad uno zio in Benevento perché ne curasse l’educazione anche letteraria. Durante una malattia che lo colpì da grandicello comprese i pericoli che lo insidiavano a quella scuola; perciò, appena guarito, manifestò il proposito di partire; maltrattato per questo dallo zio, fuggì e si nascose in una selva. Fu lì che lo incontrò s. Giovanni da Matera che tornava da Capua in Puglia. Egli lo ristorò, lo condusse con sé e lo istruì nella vita monastica. In essa il giovane fece tali progressi, che Giovanni lo considerò sempre come il suo più caro discepolo e a Pulsano lo ebbe quale valido collaboratore. Morto Giovanni nel 1139, per unanime consenso Giordano fu chiamato a succedergli. Accettata l’elezione, non volle però presentarsi al re Ruggero, che proprio allora era stato scomunicato da Innocenzo II. Avvenuta poi la riconciliazione del papa col re, Giordano mandò Gioele con altri due monaci al monarca, che li accolse favorevolmente e promise loro, anche per reverenza alla memoria di Giovanni, il suo aiuto e la sua protezione. Con Giordano ebbe nuovo impulso la propagazione della Congregazione di Pulsano; nel 1140 ebbe dal vescovo di Troia la chiesa di S. Nicola presso Foggia; al vescovo di Piacenza concesse alcuni suoi monaci per la fondazione di un cenobio a Ponte sulla Trebbia. Egli affermò il principio dell’unità e della dipendenza di tutti i monasteri della Congregazione dall’abate di Pulsano che aveva il diritto di correzione e di visita su tutti. Il sistema fu sanzionato anche dai papi. Dopo aver governato con saggezza e santità, Giordano morì il 15 settembre 1145 e presto fu venerato come santo. Anche oggi nella chiesa di Pulsano; son conservati i suoi resti in un altare a lui dedicato, ornato di una bella tela di scuola napoletana del sec. XVIII.

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Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 11 settembre 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 12 settembre


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Socio Politico

15 settembre 2013

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È realismo spirituale non pacifismo impotente

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l Papa chiama alla conversione: è la cifra del suo pontificato. Il discorso intenso, profondo, alla grande veglia in piazza San Pietro per la pace è un’altra tappa di questo suo instancabile appello, rivolto a tutti, senza barriere e senza confini. Tuttavia anche una conversione, cioè un cambiamento convinto di direzione, una conversione diplomatica è possibile. Anzi, è sempre più urgente, perché da troppi anni in Medio Oriente non se ne azzecca una. Così il registro spirituale si coniuga con il tradizionale realismo della diplomazia vaticana, che Papa Francesco ha rimesso con lena al lavoro. Ha ringraziato tutti, il Papa, per la straordinaria partecipazione all’iniziativa di digiuno, di preghiera e di riflessione, da piazza San Pietro a tutto il mondo, ma ha aggiunto che l’impegno continua. La veglia e soprattutto la mobilitazione alla preghiera, alla riflessione, all’azione lanciata dal Papa in questo tornante cruciale del conflitto in Siria, sono un forte messaggio spirituale, che però è

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uello che Papa Francesco ha fatto risaltare con la sua proposta di una giornata di digiuno e preghiera è andato contro corrente, ma allo stesso tempo è venuto incontro a quanto milioni di persone sentivano come necessario. Un gesto che ricorda ciò che nel profondo del cuore umano tutti sanno: che i conflitti umani si risolveranno solo quando l’uomo smetterà di cercare di costruire la Torre di Babele e accetterà l’aiuto di Dio. Quello che sta accadendo in Siria da tanti mesi è terribile e sembra impossibile vedere la fine di questo conflitto. Decine di migliaia di persone sono già state uccise e milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro case. È tutto un Paese, sono persone in carne e ossa, famiglie, bambini. Alla luce di questi orrori ormai si sa che il conflitto è molto complesso e non sarà possibile una soluzione soltanto locale. Quindi chi ha potere nel mondo è chiamato a fare qualcosa nel ricercare una soluzione che non sia apparente e che vada incontro alle persone che stanno soffrendo. Tuttavia, questi mesi hanno dimostrato che coloro che potevano veramente impegnarsi nella ricerca di una soluzione pacifica sono divisi tra di loro. È veramente triste vedere i leader dei Paesi più importanti parlare di pace con un discorso dove le armi e il denaro sono gli unici temi, persino riconoscendo che la loro preoccupazione principale è la difesa degli interessi nazionali. Non è sbagliato che il capo di uno Stato difenda gli interessi dei suoi cittadini, ma è triste rendersi conto che molti non vedono come in primo luogo si debba cercare la pace. La pace è fondamentale non tanto perché serve gli interessi prevalentemente economici dell’uno o dell’altro Stato, ma perché custodisce la vita delle persone! Quando si pensa che il denaro sia la forza vitale non si cerca una soluzione pensando al bene di coloro che soffrono, ma ad una logica economica egoista. Questo accade perché, avendo lasciato Dio, il mondo pensa che da solo può riuscire ad avere giustizia e pace. Quello che Papa Francesco ha fatto risaltare con la sua proposta di una giornata di digiuno e preghiera è andato contro corrente, ma allo stesso tempo

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rano in tanti, sabato 7 settembre sera a pregare uniti nella cattedrale grecocattolica dell’Assunzione a Damasco. L’appello di pace di Papa Francesco ha toccato nel profondo i cuori della popolazione siriana. I media siriani hanno dato ampio risalto al discorso di Francesco da piazza san Pietro, sabato sera. “Un evento eccezionale - lo ha definito monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco - che ha dato un soffio di incoraggiamento e speranza a tutta la popolazione siriana”. Al telefono da Damasco a parlare alla nostra agenzia stampa cattolica Sir è il patriarca melkita Gregorios III Laham:

accompagnato da un coerente indirizzo nel sistema delle relazioni internazionali. Perciò chi parla, anche sulla prima pagina del “Corriere della Sera”, di una esercitazione di pacifismo, in sostanza impotente, quando non francamente irrealista, è legato ad un quadro stantio. In effetti proprio la dinamica delle relazioni internazionali in questa fase suggerisce non tanto di dividersi secondo i vecchi schemi della guerra fredda, finita da più di vent’anni, ma di ragionare sulla base dell’esperienza recente. E così evitare di trasformare la Siria in un ennesimo buco nero del sistema mondiale, magari dopo un intervento, con esiti ancora una volta opposti alle intenzioni e ai programmi. C’è un profondo realismo spirituale, che sostiene l’iniziativa del Papa, oltre che una profonda sintonia con l’opinione pubblica. E c’è anche l’iniziativa diplomatica. Ecco allora, a preparare ed accompagnare la veglia, la lettera del 4 settembre a Putin, presidente di turno

del G20. E il giorno prima l’impegnativo briefing agli ambasciatori accreditati in Vaticano da parte del “ministro degli esteri” mons. Mamberti. Ha indicato con grande chiarezza le linee di un’azione diplomatica costruttiva, che punti ad imporre in Siria la tenuta dello Stato e il dialogo tra le fazioni, con l’esclusione dei gruppi estremisti e terroristi. Sono linee molto realiste di azione diplomatica, così come altre due indicazioni, che il Vaticano non si stanca di porre con chiarezza. Da un lato la tutela degli equilibri regionali, delicatissimi. E poi e prima di tutto la tutela delle minoranze, in particolare di quella cristiana, che ha pagato nelle ultime guerre, dall’Iraq al Libano, e sta pagando in Siria, come si è visto da ultimo con la conquista di Maalula da parte di bande integraliste, un prezzo durissimo e inaccettabile per la coscienza civile. E di cui tutto il mondo deve sentirsi responsabile. Francesco Bonini

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L’EUROPA HA RISPOSTO

Da Fatima a Minsk… Una catena di preghiera è venuto incontro a quel che milioni di persone sentivano come necessario. Un gesto che ricorda ciò che nel profondo del cuore tutti sanno: che i conflitti umani si risolveranno solo quando l’uomo smetterà di cercare di costruire la Torre di Babele e accetterà l’aiuto di Dio. È incredibile vedere la quantità di persone che hanno aderito alla proposta del Papa. Persone singole, parrocchie, diocesi si sono unite a lui. Probabilmente non c’è stata diocesi in Europa - e forse in tutto il mondo - che non abbia compiuto almeno un gesto pubblico in comunione con il Papa. Da Fatima a Minsk, da Cipro o Malta alla Germania e all’Inghilterra, ovunque i vescovi si sono impegnati ad invitare i fedeli e le comunità ad unirsi al Papa e la maggioranza di loro ha presieduto nelle cattedrali o in un santuario veglie di preghiere. Non solo i cattolici, ma anche le altre confessioni cristiane si sono unite al grido per la pace. L’iniziativa dei presidenti del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee)e della Conferenza delle Chiese in Europa (Cec), che hanno firmato una dichiarazione comune, dimostra la profonda comunione dei cristiani in questo momento drammatico. Questa catena di preghiera si è addirittura allargata a persone di altre religioni. Tutti insieme per la pace. Non stupisce che le religioni si uniscano nella preghiera per la pace. Chi prega sa che senza Dio l’uomo non riesce ad avere pace, e sa anche che senza uno sguardo di fede, nessuno si sentirà responsabile e chiamato a lavorare per la pace. C’è bisogno di trovare la misericordia di Dio per imparare a perdonare. Non saranno sufficienti gli accordi economici o la paura delle armi. Tuttavia, anche se quanto è accaduto è

davvero impressionante e ha unito milioni di persone, i media in quasi tutto il mondo hanno trattato la preghiera come un evento di un piccolo ed insignificante gruppo e non hanno capito la portata del gesto. Mi sembra che per riuscire ad avere pace ci sia bisogno che i media, oltre al lavoro che fanno nel creare una sensibilità di orrore nei confronti della guerra, siano anche capaci di riconoscere che la preghiera è un fatto.

Il patriarca Gregorios chiede al Papa di scrivere a Obama “In cattedrale erano accorsi tutti i vescovi cattolici della città, di tutti i riti e delle altre denominazioni cristiane, ortodossi e protestanti. Con loro una enorme folla di fedeli. Lo stesso è accaduto in altre chiese del Paese. Il popolo siriano vuole la pace e prega per averla”. Una convinzione questa espressa continuamente dal patriarca che,

in più di un’occasione ha chiesto “ai leader del mondo e delle potenze occidentali di permettere ai siriani di riconciliarsi tra loro, senza interferenze esterne”. Chiaro il riferimento alle milizie islamiche, alcune delle quali affiliate ad Al Qaeda, formate da stranieri, che si stanno macchiando di abusi e violenze sulla popolazione siriana ed in

Il nostro è un tempo paradossale. Sembra che viviamo in un mondo di pazzi dove non si vuole vedere e sentire la voce di Dio, ma allo stesso tempo, vedendo un’Europa intera e un mondo intero pregare per la Pace, si è portati a riconoscere che la speranza non è morta. Duarte da Cunha segretario generale Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa) ©riproduzione riservata

modo particolare sulla minoranza cristiana. “Il discorso del Papa è stato ascoltato in Siria - dice - e in tutto il Medio Oriente, in Egitto, Giordania, Iraq, a Gerusalemme. “Il monito di Papa Francesco - aggiunge il patriarca - risuona alto ma sembra non toccare il presidente Usa. Forse una lettera personale del Papa ad Obama potrebbe fermare l’ulteriore escalation di morte che provocherebbe un attacco Usa. Chiedo al Santo Padre di rivolgersi direttamente al Congresso per evitare altre devastazioni e morti. La Siria invoca pace non bombe”. a cura di Daniele Rocchi

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15 settembre 2013

Socio Culturale

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MEDIATICA / IL CASO DEL SITO DELLA CNN E DI MILEY CIRUS

Cosa non si fa per un clic in più

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i discute ancora molto in Usa della decisione della Cnn di mettere sulla homepage del proprio sito le foto più esplicite della volgare esibizione dell’ex attrice Disney Miley Cirus alla cerimonia di consegna dei Video Music Award. “È stato un tentativo di farvi cliccare su CNN.com in modo che abbiamo potuto aumentare il nostro traffico web, che a sua volta ha permesso di far crescere i nostri ricavi pubblicitari”, ha detto Meredith Artley, Managing Editor di CNN.com, in un editoriale pubblicato in evidenza nella stessa giornata. Una sorta di “excusatio non petita” che la dice lunga sulla confusione che ormai regna nella categoria dei giornalisti sull’esplosione del fenomeno del giornalismo via web. “Mettere quella storia al centro della homepage è stato effettivamente un cattivo servizio reso al pubblico. A pensarci bene, probabilmente, è stato un cattivo servizio reso alle centinaia di migliaia di persone che muoiono in Siria, a chi soffre per i disordini in Egitto e anche alle persone che volevano solo leggere del 50° anniversario del discorso ‘I have a dream’ di Martin Luther King”, ha scritto la Artley. Impressionata dai dati di traffico di

pagine viste che quel servizio ha prodotto per il sito della Cnn, la Artley, spiega anche i risvolti “tecnici” del fattore di moltiplicazione della gallerie fotografiche. Se cinquecentomila utenti unici guardano il servizio sulla Cirus, finiranno inevitabilmente anche per cliccare sulle 13 foto della galleria fotografica moltiplicando in modo esponenziale i dati sul traffico e, quindi, della pubblicità che su quella pagine si potrà vedere. E così via. “La storia di Miley Cirus era nello stesso posto dove mettemmo allora la notizia dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre”, dice la Artley. La ex attrice della Disney, famosa per la sua interpretazione di Hanna Montana, sul palco dei Video Music Award, si è spogliata, rimanendo in lingerie, e si è esibita in una danza molto volgare e piena di allusioni sessuali esplicite. In sala anche una sua collega, non certo una santarellina, come Rihanna, è rimasta sbigottita e le foto dei cronisti hanno documentato la perplessità di una buona parte del parterre dei Vip. “Torniamo al motivo per cui abbiamo messo questa storia nel posto più ambito sul nostro sito, affermando in tal modo, in sostanza, che la suggestiva danza di

Miley Cyrus è la cosa più importante che sta succedendo nel mondo in questo momento. Se si è fatto clic sulla storia e su tutti gli accessori (commenti, video, gallerie fotografiche, eccetera) probabilmente significa che l’utente medio è stato su CNN.com per più di sette minuti, e questo abbassa la nostra frequenza di rimbalzo complessivo”, spiega la Artley. La frequenza di rimbalzo è la percentuale di visitatori di un particolare sito web che passa ad un altro sito dopo aver visto una sola pagina. “Se siamo in grado di mantenere basso quel tasso di rimbalzo, e dimostrare agli investitori che le persone non solo vanno su CNN.com ma che poi rimangono lì, allora possiamo andare da Ford o da McDonald o da Samsonite o da qualsiasi grande azienda e chiedere molti dollari”, annota

Un Dossier di “Tuttoscuola” per il dibattito pubblico

Sei idee per la scuola che verrà

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ei idee per rilanciare la scuola. È il titolo di un dossier proposto dall’autorevole rivista “Tuttoscuola” proprio alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico. Un dossier che, nelle intenzioni dei promotori, “mette a disposizione di tutti coloro che sono interessati al presente e al futuro della nostra scuola considerazioni e proposte, in alcuni casi vere e proprie linee guida, per dare un nuovo volto alla scuola, per farla percepire come un soggetto vitale nel

corpo della società”. Il rilancio della scuola passerebbe, secondo gli esperti, anzitutto da un’ottimizzazione delle risorse a disposizione, che vuol dire anche apertura allargata degli istituti italiani: più tempo e attività a disposizione di famiglie e allievi. La seconda idea è incentrata sulla necessità di “abbattere la dispersione”, cioè la piaga dell’abbandono scolastico. Sono 120mila ogni anno gli studenti che lasciano qualsiasi percorso educativo

e si capisce con facilità quale sconfitta - anzitutto - questo rappresenti per l’istituzione scolastica e quale perdita per il sistema Paese. Servirebbe, per “Tuttoscuola”, ridurre le bocciature, elaborare percorsi flessibili e studiare appositi percorsi di recupero. La scuola avrebbe poi bisogno di “liberare e premiare le energie degli insegnanti” con, tra l’altro, aggiornamento obbligatorio e meccanismi di carriera che premino chi vuole dare di più. Insegnanti,

amaramente il Managing Editor di CNN. com. La conclusione è cinica. “Quindi, come caporedattore di CNN.com, voglio che i nostri lettori sappiano questo: tutto quello che conta per noi, e tutto quello che potrà mai contare per noi, sono i vostri bulbi oculari. Più bulbi oculari attiriamo sul nostro contenuto, più soldi si possono chiedere. Essere in grado di ottenere più occhi, significa che ho fatto il mio lavoro, che mi merito i complimenti dei miei capi, il che mi incoraggia alla fine a mettere sulla homepage stupidaggini ancore più stupide. E che cosa è questo, vi chiederete? Giornalismo moderno. E che cosa è il giornalismo moderno? Ottenere di fare clic”. Rino Farda

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naturalmente, da valutare e “liberati” da tanti adempimenti burocratici che rubano tempo ed energie all’attività didattica. Autonomia, controlli e valutazione di sistema sono poi un’altra strada da percorrere, che aiuta anche a considerare pienamente l’orizzonte complessivo formato da scuole statali e paritarie. Reclutamento del personale, rendicontazione, qualità, sistema di valutazione: tutti elementi da considerare. Naturalmente bisognerebbe anche - è un altro punto di “Tuttoscuola” eliminare sprechi e diseconomie che tuttora affliggono il sistema scolastico, a cominciare dalle microscuole e investire, invece, in strutture: edilizia, banda larga, palestre, biblioteche... Infine, il percorso dovrebbe puntare alla digitalizzazione delle scuole, evitando però di creare istituti di serie A e di serie B, allargando di fatto un divario che in Italia già esiste. La scuola digitale, con mezzi e personale formato appositamente, potrebbe diventare un elemento di traino decisivo verso il futuro. Naturalmente il dossier avanza considerazioni ben più approfondite del poco che si può riprendere in questa sede. Considerazioni e proposte che meritano di essere dibattute per verificarne tenuta e prospettive, così come auspica la rivista. Sperando che il dibattito possa davvero avviarsi e magari trovare sbocchi operativi, l’iniziativa del dossier sembra intanto un segnale di come la scuola italiana sia arrivata quasi a un punto di non ritorno, consapevole una volta di più delle difficoltà che la soffocano e convinta della necessità di un ripensamento e di scelte finalmente efficaci per ridare forza all’impegno educativo, decisivo per lo sviluppo del Paese. Un segnale e una richiesta forte di attenzioni, risorse (soprattutto), ma anche di uno sforzo d’inventiva creativa, che la scuola merita e che non è più differibile. Alberto Campoleoni ©riproduzione riservata


Primo Piano

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15 settembre 2013

MANIFESTO DELL’ASSOCIAZIONE SCIENZA E VITA

Quattro i punti di maggiore criticità: la limitazione dell’obiezione di coscienza, lo svuotamento della relazione medico-paziente, l’introduzione del concetto di genere, lo sdoganamento anzitempo delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Quanto basta per allertare la categoria e indurre l’associazione Scienza & Vita a lanciare il Manifesto dal titolo “Una buona deontologia fa una buona medicina. E fa una società migliore”

Per medici e pazienti tante trappole nel nuovo Codice deontologico

U

n fantasma si aggira per gli ordini dei medici e passa con preoccupazione di mano in mano dei più accorti: è la bozza del nuovo codice deontologico. Da circa un anno la Commissione deontologica della Fnomceo lavora alla revisione di questo testo, già aggiornato nel 2006 dopo lunghe trattative e una delicata operazione di condivisione. La versione targata 2013 inviata all’osservazione degli Ordini provinciali per discussione e proposte, sta però sollevando non poche polemiche, soprattutto per quanto riguarda la formulazione di alcuni articoli particolarmente sensibili: la limitazione dell’obiezione di coscienza, lo svuotamento della relazione medico paziente, l’introduzione del concetto di genere, lo sdoganamento anzitempo delle dichiarazioni anticipate di trattamento. I primi quieti dissensi hanno trovato spazio sul “Corriere della Sera”, secondo cui il codice “è stato sottoposto a un restyling semantico” e si sono concentrati su una nuova definizione solo apparentemente “politically correct”: non più paziente, ma persona assistita. L’ematologo Francesco Mandelli ha espresso ampie perplessità in merito: “Il concetto legato ad assistito non mi piace, perché si può aver bisogno del medico, ma non della sua assistenza”. Mentre è stato di parere opposto Amedeo Bianco, presidente Fnomceo e senatore Pd, per cui il cambiamento “trasmette il significato immediato di chi ha diritto a ricevere cure e assistenza senza passività”. Il minuetto sulla parola più efficace

per definire il malato, permette di sorvolare su questioni dalla forza problematica ben più cogente. Elemento paradigmatico è rappresentato dall’articolo 22 che tratta dell’obiezione di coscienza. Questa, nella nuova formulazione, è sostituita da “convincimenti etici” o da una vaga “clausola di coscienza” che, come anche i non medici possono facilmente intuire, non sono espressioni equivalenti ad “obiezione”. Inoltre, siccome la sintassi non è un’opinione, anche piccoli cambiamenti apparentemente innocui risultano invece portatori sani di criticità. Come evidenziato da alcuni medici, infatti, nel codice attualmente in vigore è previsto che il medico possa rifiutarsi di fornire una prestazione se la ritiene in contrasto con le proprie convinzioni “morali o scientifiche”. Nel nuovo codice invece il medico potrebbe opporre un rifiuto solo nel caso che la prestazione sia in contrasto con aspetti “morali e scientifici”. La sostituzione della congiunzione disgiuntiva con quella congiuntiva, come lucidamente sottolineato in un editoriale critico, “fa sì che laddove il trattamento richiesto abbia validità scientifica, il medico non possa più rifiutarsi sulla base del solo convincimento di coscienza”. Non solo, ad oggi il rifiuto del medico di fare qualcosa in conflitto con il proprio convincimento morale è sempre opponibile salvo nei casi di “grave e immediato nocumento per la persona assistita”. Nella nuova formulazione sono

state soppresse le due caratteristiche fondamentali del nocumento che esonera dall’obiezione: “grave” e “documentato”. Senza di esse si apre la deriva di una valutazione soggettiva del danno, rendendo i medici meri esecutori di richieste. Contro le storture e le possibili manipolazioni surrettizie contenute nella proposta del nuovo Codice, l’Associazione Scienza & Vita è intervenuta con fermezza, attraverso l’elaborazione e la diffusione del Manifesto dal titolo “Una buona deontologia fa una buona medicina. E fa una società migliore”. “Il Manifesto è stato elaborato grazie all’ampio, dettagliato e rigoroso lavoro del gruppo dei medici di Scienza & Vita”, hanno dichiarato Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, Presidente e

IL 22 SETTEMBRE “CLIC DAY”

Vicinissimo il traguardo del milione di firme A

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meno di una settimana dal “Clic day” del 22 settembre e a due mesi dalla “dead line” del primo novembre, ultimo giorno utile per la raccolta delle firme, la petizione europea “One of Use” (Uno di noi) è arrivata al rush finale. Sono 969.453, infatti, le firme finora raccolte dai 28 Paesi membri dell’Unione europea. Il traguardo del milione di firme non sembra più un’utopia o un obiettivo impossibile: anzi, il Comitato organizzativo per l’Italia - Paese capofila nel chiedere all’Europa di fermare gli esperimenti che eliminano gli embrioni umani - rilancia, ponendosi l’obiettivo di arrivare a 1.200.000 firme,

Per la precisione, ad oggi, sono 969.453 le sottoscrizioni raccolte nei 28 Paesi dell’Unione europea. Associazioni e movimenti già in moto per il “Clic day”, così da superare di slancio il tetto fissato e mettere al sicuro l’iniziativa dei cittadini europei per fermare la distruzione degli embrioni umani nei laboratori di ricerca

in modo da mettersi al riparo dal rischio dell’eventuale eliminazione di alcune firme, nella verifica finale che sarà effettuata dalla Commissione europea.

Traguardi e idee alte “Il milione di firme è solo un traguardo giuridico - ha spiegato Carlo Casini, presidente del Comitato europeo e italiano - noi dobbiamo avere idee alte e porre dinanzi a noi un traguardo emozionale, che deve concretizzarsi nel tenere alta l’attenzione sulle questioni della vita,

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anche dopo la campagna per ‘Uno di noi’”. Essenziale, a questo riguardo, è l’impegno delle associazioni e dei movimenti che in Italia si muovono sulle frontiere della vita. Infatti in questi due mesi hanno intenzione di intensificare ancor di più la loro già vigorosa presenza, cercando di andare anche oltre i “recinti” ecclesiali, attraverso un itinerario che va dalle parrocchie alle piazze cittadine. Un incoraggiamento a proseguire su questa strada è venuto da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che ha esortato a far

Copresidente nazionali, “i punti critici riscontrati sono stati molteplici, ma si è scelto di tenere alta l’attenzione su alcuni articoli fondativi, le cui proposte di modifica, contenute nella bozza del nuovo Codice, sono fonte di preoccupazione condivisa da molti altri appartenenti ad associazioni mediche”. Le apprensioni non sono solo per l’esercizio della professione medica. Come sempre accade quando si interviene su un complesso prescrittivo, sono poi i cittadini ad essere direttamente interessati dai comportamenti conseguenti all’applicazione delle nuove norme. Per questo, parlarne al proprio medico è già terapia preventiva. Emanuela Vinai

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leva sul “sentimento profondo” della nostra gente, “in forme che devono coinvolgere il più possibile le persone, non solo le istituzioni”.

Paesi “virtuosi” e Paesi “in crescita”. Sono dieci i Paesi che hanno raggiunto il minimo di firme essenziale per far passare la petizione di “One of Us” al vaglio della Commissione: al primo posto c’è sempre l’Italia, con 342.078 firme, seguita da Polonia (155.845), Francia (81.192), Romania (62.108), Spagna (61.312), Ungheria (49.205), Austria (30.956), Olanda (22.863), Slovacchia (21.912) e Lituania (9.165). Molti altri Paesi, tuttavia, hanno collezionato più del 50% delle firme necessarie per la soglia minima: a cominciare dalla Germania, che con 66.377 firme ha totalizzato l’89,40%. Seguono il Portogallo (14.162, 85,83%), l’Estonia (3.476 firme, 77,24%), la Croazia (4.592 firme, 51,02%), la Slovenia (3.514 firme, 58,57%) e la Lettonia (3.383 firme, 50,12%), il Lussemburgo (2.902 firme, 64,49%), Malta (2.688 firme, 59,73%). a cura di M. Michela Nicolais

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Regione Provincia

15 settembre 2013

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on capita facilmente di vedere più di 2000 ragazzi camminare e cantare tra le vie di Città del Vaticano, per lo più inaccessibili a meno di visite organizzate. Eppure, tra lo stupore della gente e della gendarmeria vaticana, per due giorni i ragazzi dell’Azione Cattolica hanno animato la splendida cornice dei Giardini Vaticani. “I ragazzi raccontano la fede”, questo il titolo del cammino che si è concluso a Roma con un incontro dei ragazzi dell’ACR delegati da tutte le diocesi d’Italia. Nell’anno della fede, nel ricordo dei 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, l’Azione Cattolica ha voluto mettere al centro i ragazzi, aiutandoli a riscoprire il tesoro prezioso che il Concilio ci ha lasciato in eredità, per tornare a raccontare la nostra fede e testimoniare la “Chiesa bella” che insieme formiamo. Venerdì 6 settembre i ragazzi sono stati accolti nella Basilica di San Pietro da S.E.

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PARTITI IN 75 TRA EDUCATORI E RAGAZZI daI 12 aI 14 ANNI

I ragazzi AC Marche da Papa Francesco

Nel cammino di preparazione al prossimo Convegno Ecclesiale Marchigiano Card. Angelo Comastri che li ha guidati nella preghiera e nella scoperta della vita di Pietro. Sabato mattina all’interno dei Giardini Vaticani gli acierrini si sono messi in dialogo sul tema della fede e dell’eredità del Concilio Vaticano II con S.E. Card. Agostino Vallini, Vicario Generale per la diocesi di Roma; con S.E. Mons. Domenico Sigalini, Assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana; con il prof. Franco Miano, Presidente Nazionale dell’AC; con Don Dino Pirri, Assistente Nazionale dell’ACR e con Anna Teresa Borrelli, Responsabile Nazionale dell’ACR. Al termine dell’incontro i ragazzi hanno pregato l’Angelus iniziando la veglia di preghiera per la pace in comunione con Papa Francesco, il cui nome è stato più volte invocato tra le vie della città. Nel pomeriggio hanno poi animato con giochi, musica e testimonianze i giardini di Castel Sant’Angelo per mostrare anche alla città la Chiesa bella del Concilio. Il percorso, che ha visto nelle giornate romane la sua conclusione, è stato sviluppato durante tutto l’anno associativo attraverso attività volte alla scoperta e alla conoscenza delle quattro Costituzioni Conciliari. Il cammino è stato scandito da alcune tappe, tra cui le feste degli Incontri che sono state celebrate nelle diocesi nel mese

di maggio coinvolgendo tutti i ragazzi dell’associazione. A rappresentare le chiese delle Marche sono partiti in 75, tra educatori e ragazzi di diverse fasce d’età: dagli adolescenti tra i 12 e i 14 anni, al gruppo dei “piccolissimi” di 5 anni di San Benedetto del Tronto vincitori del concorso nazionale “Cosa vedi dalla porta della fede”. Per tenere insieme il filo di un cammino comune è stato organizzato un pullman per tutta la regione che ha permesso ai delegati marchigiani di condividere l’esperienza. Appena partiti i ragazzi si sono subito messi in relazione tra di loro, dimostrando nei loro gesti di amicizia spontanei, il segno di una possibile comunione profonda tra le chiese locali. Nel cammino di preparazione al prossimo Convegno Ecclesiale Marchigiano l’occasione di un gruppo di giovani che, pur provenendo da luoghi e storie diverse, insieme si mette in cammino è un segno di speranza che ci insegna e ci testimonia uno stile di lavorare e camminare da fratelli nella fede. Francesca Pagnanelli incaricata Acr per la regione Marche

La vignetta della settimana

Il suo cuore è per tutti

lukeflid@alice.it

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INTERVISTA AL QUESTORE FELICE LA GALA

Escalation di furti nel pesarese

E

scalation furti a Pesaro e provincia in questo periodo estivo. Per don Giuseppe Fabbrini, parroco di Madonna di Loreto, in gran parte monitorati da bande. Cosa ne pensa il Questore di Pesaro e Urbino Felice La Gala? «Questi sono fenomeni che in maggior parte provengono da una microcriminalità residente fuori Pesaro. Molti provengono da regioni limitrofe o più distanti. Colpiscono e poi vanno via. Comunque il fenomeno è sotto controllo per quello che si può. Purtroppo si tratta di una piaga nazionale. Cerchiamo in tutti modi, di

Lettere in redazione Quando pregare vuol dire cambiare la storia

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aro Nuovo Amico, pregare per la Pace unendo il digiuno può apparire una sciocchezza ai più. Che senso ha di fronte alle armi e alla violenza? E’ vero di fronte al prepotente

collaborare con i cittadini, affinchè si metta in atto quel controllo sociale che abitua la gente a segnalare episodi o situazioni che non vanno. Da parte nostra l’impegno ad adottare tutti quegli accorgimenti che possano complicare la vita di questi malviventi». Don Giuseppe ha fatto riferimento ad un malessere dovuto anche alla crisi economica. Vi è un rischio-contagio anche ai giovani pesaresi, che vivono sempre di più un disagio non solo per mancanza di lavoro, ma anche morale? «Certamente come istituzioni in genere dobbiamo essere delle sentinelle che

presidiano non solo l’ordine pubblico, ma anche le numerose emergenze, che in tempo di crisi, si sviluppano a Pesaro. I giovani sono soggetti deboli e possono essere vittime anche di sbandamenti e andare verso altre derive, come ha detto il parroco del Duomo, nella sua omelia per la messa in occasione delle celebrazioni in

che picchia il debole non si può rimanere inermi; va difeso in ogni modo il debole! Pregare però non vuol dire affatto lasciare che le cose vadano avanti così, rimanendo a guardare. Pregare vuol dire cambiare le cose rimettendo Dio al centro della Storia! L’uomo moderno si è costruito uno scafandro di certezze che lo hanno reso apatico e scettico verso tutto ciò che non riesce a dominare. Non riesce a dominare la paura della morte e ha tolto la morte da ogni contesto. Ha paura della sofferenza e della malattia e quindi ha assolutizzato la medicina e la scienza. La ragione è l’unico termine per giudicare la realtà. La realtà che ci supera ci è quindi ostile e ogni atto che rimanda all’Eterno e al Mistero è divenuta creduloneria, scaramanzia o

peggio follia. Papa Francesco ci richiama a confrontarci su un altro piano,quello del divino e lo fa coinvolgendo la mente e il corpo. Pregare per la Pace quindi significa riconoscerci creature,significa aprirsi ad una realtà che non si ciba solo del “reale”,significa chiedere al Signore della Storia di agire nella Storia per cambiarla. Cambiando noi innanzitutto! Chiederò oggi nella preghiera di rendermi un Cuore di carne, capace di leggere come reale l’amore. La scienza non può comprendere l’amore, può solo classificarlo come uno stato d’animo. Chiederò di aprirmi all’Eternità. La scienza può classificarla solo come un dato temporale e non come una condizione

ricordo della Liberazione di Pesaro». A cura di Paolo Montanari

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in cui viviamo. Chiederò di aprire la mia coscienza al desiderio di Pace che è prima di tutto la pacificazione della mia vita, dei miei rapporti che costruiscono la coscienza dell’umanità. Per la ragione non può esserci una storia di singoli uomini ma solo quella di eventi e di processi sociali rendendo così ogni uomo marginale,quasi inutile alla storia. Ogni uomo invece determina la Storia perchè in Dio ogni uomo è il senso della Sua stessa essenza. Oggi sarò protagonista della Storia, la cambierò, invocando l’Eterno, chiamandolo a confrontarsi con me. E lo farà! Luca Bartolucci – Presidente del Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino

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Regione Provincia

15 settembre 2013

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CONCLUSO IL SEMINARIO NAZIONALE MCL A SENIGALLIA

Famiglia & lavoro intreccio positivo

Concluso il seminario nazionale con i contributi di monsignor Giuseppe Orlandoni, del sociologo Giancarlo Rovati, del vicepresidente nazionale Antonio Di Matteo e del direttore generale del ministero del Lavoro, Natale Forlani. Dal presidente Carlo Costalli l’invito al governo ad abbattere il cuneo fiscale per evitare il rischio che ci sia “graduale ripresa senza occupazione”

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avoro e famiglia sono stati i temi al centro del seminario nazionale del Movimento cristiano lavoratori, che si è chiuso lo scorso 7 settembre a Senigallia. A confrontarsi con i relatori c’erano oltre cento giovani, perché è da loro che si riparte, con l’obiettivo e la speranza di armonizzare questi aspetti fondanti la vita umana e sociale.

Un profondo rinnovamento Dopo avere sottolineato “il fallimento dei modelli di sviluppo e il deprimente spettacolo della politica nazionale” monsignor Giuseppe Orlandoni, vescovo di Senigallia, si è chiesto “dove sono i cattolici che intendono far sentire la propria voce e offrire un contributo al bene comune”. Le comunità cristiane, ha proseguito, si devono “riappropriare del pensiero sociale cristiano, occorre che le aggregazioni si convincano della possibilità di trovare nella dottrina sociale della Chiesa non la ricetta per risolvere i problemi sociali del Paese ma la forza per affrontare i problemi della società”. Il vescovo ha auspicato un “profondo rinnovamento della mentalità nel pensare la famiglia non come problema di natura e competenza confessionale ma come risorsa, vero e proprio soggetto sociale, riconosciuta da tutti, credenti e non”. Urgono, ha aggiunto, “politiche che riconoscano alla famiglia il ruolo di perno sussidiario e non sostitutivo degli ammortizzatori sociali”. Per mons. Orlandoni, è incomprensibile che “nel peso fiscale non si tenga conto dei carichi familiari, ed è pertanto indispensabile una riforma fiscale” che garantisca “maggiore equità e ponga attenzione alla

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a Caritas Diocesana si unisce ai ripetuti appelli di papa Francesco per la pace in Siria, dove l’uso delle armi ha e avrà come risultato niente altro che una “spirale” della violenza e un aggravarsi della già drammatica condizione in cui vivono centinaia di migliaia di persone. Ogni ulteriore militarizzazione del conflitto non farà altro che rendere ancor più insostenibile questa situazione, che già in queste ore vede ammassati alle frontiere e nei Paesi vicini un numero incalcolabile di persone che nella stragrande maggioranza sono donne e bambini, mentre gli uomini sono rimasti in Siria. Questo porta a una condizione ancora peggiore proprio per i ragazzi, che oltre a subire gravissimi traumi psicologici, non possono andare

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on l’autunno tornano in vigore le limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti. Il provvedimento adottato per ridurre l’inquinamento atmosferico e di conseguenza la concentrazione di polveri sottili Pm10 nell’aria, tornerà in vigore a partire da lunedì 16 settembre. La misura viene attuata nella zona blu delimitata da “inizio Comune di Pesaro Strada Statale 16 Adriatica (località Fosso Sejore), strada panoranica Ardizio, via Lombroso, via Guerrini, via Carloni, via Pantano, strada Pantano Castagni, via Pertini, via Bonini, via A. Costa, linea ferroviaria Fs, fiume Foglia, mare”, dal lunedì al venerdì con orario 8.30-12.30 e 14.30-18.30. Il divieto sarà valido anche per i residenti nella zona blu e per i veicoli dotati di Bollino blu. Per i contravventori, la sanzione è di 163 euro. Nel 2013, per quanto riguarda la città di Pesaro, i giorni di superamento del livello di 50 microgrammi/mc delle Pm10 (centralina via Scarpellini), al 31 agosto, sono 9, rispetto al limite dei 35 annui. Dunque, a partire dal 16 settembre, negli orari stabiliti, non potranno circolare nella zona blu: autovetture e autocarri benzina Euro 0; autovetture e veicoli

composizione e alle responsabilità dei nuclei familiari”.

Valori strettamente intrecciati Un quadro della percezione, tra i nostri connazionali, dei valori in analisi è stato offerto da Giancarlo Rovati, direttore del dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica di Milano. Le donne “danno importanza al lavoro in un’età più precoce dei maschi, mentre l’indice di centralità del lavoro, che per un quarto degli italiani è alto, risulta maggiore per chi ha oltre 65 anni e ha vissuto un’esperienza in cui il lavoro era quasi totalizzante in rapporto allo stato di necessità”. Se “avere una laurea fa la differenza del 25% in termini di guadagno, ma solo nel tempo, nel 78% dei casi i laureati sono i primi in famiglia a conseguire il titolo di studio universitario: l’istruzione è ancora un ascensore sociale”. La famiglia, dal canto suo, è “molto importante per il 91% degli italiani, e raggiunge importanza massima per le donne in età adulta”. Quanto al matrimonio, “per il 76% non è sorpassato. L’orientamento alla parità tra le mura domestiche vale per i due terzi degli italiani: c’è accordo sul lavoro per entrambi i coniugi, su lavoro e indipendenza delle donne, e sul fatto che si può essere buone lavoratrici e buone madri”. Famiglia e lavoro, ha concluso Rovati, sono “strettamente intrecciati: la famiglia in cui si nasce è importante per il lavoro che si andrà a fare. In questo contesto, le reti virtuali costituiscono un modo per abbattere la povertà delle proprie reti e attingere a opportunità altrimenti non immediatamente accessibili”.

Un’alleanza trasversale “Leggere i tempi, anticipare gli eventi, creare condizioni favorevoli perché il lavoro sia centrale”, in una “prospettiva di grande speranza”, sono le priorità per Antonio Di Matteo, vicepresidente nazionale del Mcl. Secondo Natale Forlani, direttore generale del ministero del Lavoro, “il tasso di occupazione è la prima risposta che le politiche europee devono affrontare. Diversamente da quanto avveniva nella fase industriale, la fecondità delle donne è alta laddove esse partecipano al mercato del lavoro e la quantità di occupazione femminile dipende dai servizi disponibili”. La spesa di sostegno alle famiglie, ha proseguito, “in Italia è molto bassa, la metà della media europea, poco più del 2% di Pil rispetto al 5 europeo. I due terzi delle risorse pubbliche destinate al welfare finiscono in spese pensionistiche: come

mai la famiglia, così importante, è fuori dall’agenda politica? Occorre - ha concluso – un’alleanza trasversale su temi e vantaggi che bisogna dare a chi cura gli anziani e fa crescere i bambini”.

Riforme per uscire dalla crisi “La società di oggi ha più bisogno di famiglia di quella di ieri” secondo il presidente del Movimento, Carlo Costalli, in un contesto, quello attuale, dove “la crescita e l’occupazione sono le priorità assolute: per questo nella legge di stabilità dobbiamo fare un passo concreto verso l’abbattimento del cuneo fiscale, perché il rischio è che ci sia una graduale ripresa senza un reale aumento dell’occupazione”. Servono da parte del governo “riforme per portare definitivamente fuori dai problemi economici il Paese”. a cura di Lorena Leonardi

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Appello Caritas Fano per l’emergenza Siria

a scuola e sono costretti a lavorare o ad elemosinare per mantenere la famiglia. Il solo conflitto siriano, negli ultimi due anni, ha provocato almeno 100.000 vittime (fonte HCR). Il numero degli sfollati interni è valutato a 4.500.000 persone, mentre quello dei rifugiati nei paesi limitrofi (Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Egitto) è variamente valutato: in totale circa due milioni sono registrati ufficialmente presso i centri di raccolta dell’HCR, ma moltissimi sono quelli che hanno scelto di non registrarsi. Proprio in questi giorni poi assistiamo a una crescente militarizzazione e all’uso di armi chimiche letali, che colpiscono

popolazioni civili innocenti. E facendo seguito anche ai molteplici appelli di Papa Francesco, Caritas Italiana che ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei paesi limitrofi, ha messo in campo soprattutto interventi per le fasce più deboli dei rifugiati, come i bambini e i disabili. In coordinamento con la rete internazionale Caritas, sono stati messi a disposizione finora 550.000 euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per interventi di assistenza di base (viveri, vestiario, medicine). La sola Caritas Siria, che riesce ancora ad operare in sei regioni del paese, assiste migliaia di sfollati indipendentemente dal loro

A PESARO A PARTIRE DA LUNEDI 16 SETTEMBRE

credo religioso, grazie alla collaborazione di molti volontari e delle strutture della Chiesa locale. La Caritas Diocesana, che già nel 2012 ha inviato un contributo a Caritas italiana per la Siria, sostiene naturalmente tutte le iniziative della rete Caritas. È possibile contribuire con una donazione in denaro, specificando nella causale “Emergenza Siria”, versando l’importo su: Cassa di Risparmio di Fano-Sede centrale IBAN: IT68U0614524310000000012938 O Conto corrente postale: 11701612, intestati a Fondazione Caritas Fano ONLUS. Il Presidente Angiolo Farneti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Polveri sottili, tornano le limitazioni al traffico per i veicoli più inquinanti commerciali leggeri diesel Euro 0-1-2 senza Fap (filtro antiparticolato); ciclomotori e moticicli 2 tempi pre Euro; altri veicoli diesel come descritti nell’ordinanza sindacale n. 15/2012 (e successive modifiche), salvo eccezioni stabilite dalla stessa ordinanza. Eccezioni Oltre ai veicoli non compresi dal divieto è consentita la circolazione a: - Veicoli elettrici, ibridi, a gas metano, GPL - Automezzi per il trasporto pubblico - Taxi e veicoli a noleggio con conducente fino a 9 posti - Veicoli Forze di Polizia - Veicoli diretti alle strutture sanitarie di tipo ospedaliero, previa documentazione - Veicoli sanitari e di soccorso - Veicoli con permesso disabili Per maggiori informazioni e conoscere i divieti Telefonare alla Polizia municipale - 0721387152 oppure allo Sportello Informa&servizi - 0721387400


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Regione Provincia

UN PELLEGRINAGGIO DI 25 GIORNI VERSO SANTIAGO DI COMPOSTELA

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Tre sorelle pesaresi a piedi per 700 KM Noi tre sorelle della parrocchia di S. Francesco d’Assisi di Pesaro abbiamo camminato per quasi 700 Km sulla via Francese che conduce a Santiago di Compostela. Partite il 2 agosto da Pamplona siamo giunte alla meta il 27 del mese. L’emozione è stata tanta, specialmente durante la S. Messa del pellegrino delle ore 12 in cattedrale dove abbiamo avuto la fortuna di assistere al rito del botafumeiro, incensiere d’argento di 100 kg azionato da 7 addetti. Poi la preghiera sulla tomba dell’Apostolo S. Giacomo e l’abbraccio alla statua hanno reso il giorno indimenticabile. La cosa più bella dei cammino è il contatto con altra gente che arriva qui per tanti motivi che per lo più non sono religiosi. Infatti nelle varie messe del pellegrino a cui abbiamo assistito lungo il percorso erano ben pochi i pellegrini! Questo è stato un po’ deludente per noi nonostante lo spirito di comunione e di

solidarietà aleggiasse su tutti. Il Cammino di Santiago è patrimonio culturale dell’Unesco e sicuramente questo attira anche tanti turisti “camminantes”. Le emozioni sono state numerose e le più diverse: dalla gioia di finire la tappa del giorno, all’impazienza di arrivare, dalla rabbia per i dolori fisici che ci hanno afflitto, alla domanda “ma chi ce l’ha fatto fare?”. Pensiamo che la fatica si dimentica in fretta e dentro resta la bellezza dei luoghi, il viso di quella persona che abbiamo conosciuto e il centuplo che abbiamo ricevuto e riceveremo per intercessione di S.Giacomo Apostolo. Un ringraziamento speciale va ai nostri genitori che ci hanno appoggiate nella nostra “impresa” e a Padre Fabio e Padre Giansante che ci hanno sostenute con la preghiera. Chiara, Anna e Francesca

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niziamo a pubblicare alcune delle lettere giunte in redazione a ricordo della scuola media Lucio Accio chiusa nell’anno 1993 esattamente vent’anni fa. Invitiamo i lettori a spedire i loro ricordi corredati, laddove possibile, da foto dell’epoca.

QUEL SEI IN RELIGIONE Io ricordo che all’esame di terza media

sono stato promosso con ottimi voti tranne un sei in religione. Io allora avevo quattordici anni ed avevo litigato con il prete che mi faceva scuola. Lui diceva che mio padre era ebreo e per questo non mi considerava molto. Io ho fatto pace con questo prete ma questo è il motivo per appena quella sufficienza. Oggi mi sono ricordato – e non è la prima volta che ci penso – di aver frequentato questa scuola prestigiosa. Io ho letto con piacere l’articolo pubblicato sul Nuovo Amico e ne ho dedotto che mi piaceva andare a scuola come mi piace ora. Io spero che questo racconto venga preso in considerazione e che venga letto come l’ho scritto. Saluti Guido Löwenthal

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15 settembre 2013

Pesaro è

Andrea Parri Consulting

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 Pesaro Tel. 0721 64052 - Fax 0721 69453 E-mail: pesaro@ilnuovoamico.it

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PREGHIERA IN CONTEMPORANEA ANCHE IN ALTRE PARROCCHIE DI PESARO

stata davvero corale e intensa la risposta della nostra arcidiocesi al drammatico appello di Papa Francesco a pregare e digiunare – sabato 7 settembre, vigilia della Natività di Maria – per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero. Alla liturgia (Santa Messa e Adorazione Eucaristica) presieduta dall’Arcivescovo Piero Coccia in Cattedrale e concelebrata dal Vicario Generale don Stefano e dal parroco don Gino Rossini, c’era una fol- A tutti gli uomini, infatti, era rivol- alcun potere sulla pace. la che non si era mai vista neppure to l’appello del Papa: ai cattolici, ai Ai primi Francesco ha ricordato nelle grandi occasioni tradizionali. cristiani di altre Confessioni, a chi – con una lettera inviata al PresiSenza contare poi tutti coloro che professa altre Religioni, ai non cre- dente del G 20 Vladimir Putin in hanno partecipato ad iniziative denti. occasione del vertice di San Pieanaloghe svoltesi contemporanea- Ed era rivolto non solo ai Grandi troburgo – che gli Stati hanno mente in altre parrocchie. della Terra, che hanno in mano il grandi mete economiche e sociali Segno evidente che la pace è un’esi- governo delle finanze mondiali, da perseguire (sconfiggere la fame, genza umana reale, radicata pro- ma anche ai “piccoli”, alle persone offrire a tutti lavoro, casa e assifondamente nel cuore di ognuno. “comuni”, apparentemente senza stenza sanitaria) e che tali mete

Pace in Siria: folla mai vista in Cattedrale

Nota Locale

Pesaro e la guerra di Stefano Giampaoli

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a guerra civile in Siria è in corso dal 2012. Il conflitto è iniziato prima con manifestazioni pubbliche da parte dell’opposizione, la “Coalizione nazionale siriana”, poi con una vera e propria guerra. Secondo l’ultimo bilancio delle Nazioni Unite, sono più di 110 mila le

persone uccise dall’inizio del conflitto. Riflettete sul numero appena indicato: 110.000. Non sono soldi (euro o dollari) ma persone umane. Immaginate che fra tanti genitori, figli, parenti e amici, se fosse stato in Italia, ci sarebbero potuti essere anche i vostri. Pensate all’enorme dolore creato da un numero così impressionante di morti. Ci si chiede: cosa ha fatto, in tutto questo tempo, la diplomazia mondiale? Si è dovuto attendere che le forze governative o quelle di opposizione usassero il famigerato gas nervino. Noi cittadini comuni non sappiamo chi l’ab-

bia usato. Ora gli USA intendono intervenire con altre bombe, per punire le forze governative ritenute colpevoli. Altre bombe, questa volta “intelligenti” su di una popolazione civile e inerme, per la sua democrazia. A me il popolo americano è simpatico ma il loro governo, retto da un presidente che ha ricevuto il Nobel per la pace, questa volta sta sbagliando. Papa Francesco è sceso in campo parlando in modo chiaro ed ha avanzato il dubbio che questa posizione americana possa essere dettata dai produttori di armi. Caduta la contrapposizione fra mondo

sono di fatto ostacolate o impedite dalla guerra, genesi di lacerazioni difficilmente rimarginabili: solo la via del negoziato e del dialogo può permettere di raggiungerle realmente. Alle persone “comuni”, invece, ha sottolineato che tutti possono e devono impegnarsi a costruire ogni giorno, in ogni ambiente, un’autentica cultura dell’incontro e della pace; la strada è sempre la stessa: “ingaggiare una guerra contro il male che c’è nel cuore di ognuno, superare gli interessi e gli egoismi personali, guardare all’altro come a un fratello”. Nel recuperare questo legame indissolubile tra la pace e una più fraterna relazionalità, mons. Coccia ha esortato a non dimenticare quale sia l’origine vera di tale fra-

ternità: e ha citato le parole di san Paolo a Filemone, quando lo invitava ad accogliere Onesimo non come schiavo, ma come “fratello in Cristo”. Se ci allontaniamo da questo “cuore”, ha affermato il Papa durante la Veglia in Piazza San Pietro, se ci lasciamo afferrare dalla smania di autosufficienza e dalla pretesa di sostituire a Dio i nostri idoli, allora permettiamo a Caino di rinascere di nuovo e all’originaria armonia del Creato di trasformarsi in caos. Educare alla pace, dunque, coincide al fondo con l’educare alla fede, ha detto l’Arcivescovo, che ha concluso la sua omelia recitando la preghiera per la pace composta da San Francesco. Paola Campanini

occidentale e blocco comunista, ora si rischia di creare un nuovo scontro fra popoli; da una parte i cristiani e dall’altra i mussulmani. Uno scontro di civiltà che non ha ragione di essere. I vincitori saranno sempre e solo i ricchi produttori di armi. Non ha più senso parlare di guerra giusta; non ha più senso distinguere fra guerra difensiva e guerra offensiva. Ha ragione il Papa; deve restare solo il coraggio di combattere per la pace. Anche ad un laico come me, il Pontefice ha scaldato il petto. Cosa aspettano i pesaresi della mia generazione ad aprire pre-

cisi “fronti di lotta” per la pace? Dove sono i dirigenti dei partiti politici che si ispirano alla democrazia ed alla libertà? Perché non chiamano a raccolta i loro simpatizzanti a gridare che il mondo ha bisogno di pace? Primo, cessino le minacce da entrambi le parti. Gridiamo alle diplomazie governative di ogni paese della terra: scoppi la pace! A noi gente comune non interessa creare vantaggi politici di parte. I vecchi pesaresi che hanno visto la guerra, non vogliono rivederla. I giovani pesaresi che non hanno visto la guerra, non vogliono vederla.

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Candelara. L’arcivescovo ha impartito a 14 giovanissimi di Candelara e Novilara il Sacramento della Confermazione, L’8 settembre scorso nella storica Pieve durante la S.Messa delle 11.30. Partendo proprio dal 25° di ordinazione sacerdotale del parroco Don Giampiero, L’arcivescovo ha voluto ricordare ai ragazzi e ai numerosi fedeli presenti l’importanza che la S. Cresima ha come riscoperta e rinnovato impegno del proprio battesimo per rispondere alla chiamata di Dio nella corresponsabilità che la fede porta con sè. Da qui un appello -anche risultato simpatico nelle sue forme- a questi giovani per non essere sordi alle vocazioni sacerdotali e religiose di cui oggi la Chiesa ha particolare bisogno. La festa ha proseguito poi alle 21.00 con la loro partecipazione, insieme ai fanciulli della 1 Comunione celebrata al Santuario dell’Arzilla, alla Storica processione di S.Eurosia accompagnata dalla banda di Candelara ed infine la festa e la torta del 25° di sacerdozio del parroco. Lo spettacolo pirotecnico ha concluso la felice serata con una partecipazione di popolo inconsueta. foto Lumiere di Borgo S.Maria

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itinerario di formazione in preparazione al sacramento del matrimonio inizierà lunedì 30 settembre alle ore 21 presso i locali della parrocchia di S. Veneranda. Le iscrizioni verranno raccolte il primo giorno quando verrà dato anche il programma completo. Il percorso prevede circa otto incontri serali (lunedì-martedì) dalle ore 21 alle ore 22.15. Per informazioni don Michele Rossini 339/3813162 oppure 0721/415510

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15 settembre 2013

Messaggio di S. E. Mons. Piero Coccia per l’inizio dell’anno scolastico 2013-2014 alta della vita, che valorizzi tutte le dimensioni della persona e che consideri l’uomo “nella sua unità e nella sua totalità” (Gaudium et Spes, n.3), Provoca seriamente la nostra riflessione quanto scrive J, Maritain nel suo testo “Per una filosofia dell’educazione”: “Il vero male che tocca più impietosamente i giovani [….] è il vuoto, il nulla completo di ogni valore assoluto e di ogni fede nella verità nella quale la gioventù è posta dall’intellighenzia al potere e da una educazione scolastica e universitaria che in generale tradisce la sua missione essenziale. La gioventù contemporanea è stata sistematicamente privata di ogni ragione di vita. E questo è un crimine spirituale”.

1. La scuola chiede sempre più investimento di risorse

La scuola va valorizzata, rinnovata e sostenuta. Tutti siamo persuasi che solo una società che le dà il giusto valore, promuovendola e sostenendola, può guardare con fiducia al futuro. La Chiesa guarda alla scuola con grande attenzione perché è interessata ad una formazione integrale e armonica dell’individuo. Del resto il tema dell’educazione acquisisce oggi un’importanza decisiva, tanto maggiore quanto più è in continua evoluzione il contesto culturale, sociale ed economico nel quale siamo inseriti. Una società che non investe risorse nella scuola, nella formazione e nell’innovazione, finisce per chiudersi in se stessa e non avere il futuro.

2 . La scuola di fronte all’emergenza educativa

Breviario di notizie pesaresi

Oggi la cultura dominante è spesso segnata da scetticismo, da individuali­smo e da relativismo. Questi elementi sfaldano i presupposti stessi della educazione, finendo per ridurla a mera trasmissione di conoscenze e capacità tecniche. E’ chiaro che tale clima culturale rende superfluo ogni giudizio di valore, ritenuto inevitabilmente parziale e soggettivo, e nel contempo consegna il sin­golo all’assoluta autonomia, senza riferimenti oggettivi che lo orientino sul piano etico e sociale. In questa maniera si sottrae l’individuo alla preziosità dei legami

4. La scuola e la famiglia

e lo si confina in se stesso, prigioniero della propria libertà incondizionata. Questi presupposti sovente accettati acriticamente, quasi fossero auto-evidenti e indiscutibili in un contesto pluralistico e democratico, fanno venir meno il concetto di educazione, che altro non è se non iniziazione alla realtà intera. Ora, una generazione che abdica al compito di offrire ad altre generazioni una chiara lettura della realtà, rinuncia di fatto ad educare e abbandona alla solitudine i più giovani che, anche senza saperlo esprimere, chiedono di essere accompagnati e di avere davanti a sé certezze, oltre che esempi credibili e autorevoli a cui ispirarsi. È necessario quindi che la società nel suo insieme, tanto più in un contesto in cui l’educazione è sempre più concepita come trasmissione di saperi volti a uno sviluppo esclusivamente tecnico, impari a concepirsi come una comunità che educa, che forma le persone e le accompagna nella vita. Si può far questo solo se l’educazione viene

A cura di Vittorio Cassiani DOMENICA 15 SETTEMBRE CON IL CAI – Escursione ai monti Gemelli, da Ripe a Monte Girella. Accompagnatori: Stradini (0721/68648) e Stafoggia. L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMIGLIA – Da oggi a sabato prossimo adorazione eucaristica nella chiesa di via della Maternità con la parrocchia di Gradara. STRADOMENICA – La città si apre allo shopping, alla cultura, agli incontri e al tempo libero. Mercato in piazzale Carducci e mercatini dell’antiquariato in piazza del Popolo, via Rossini e piazzale Collenuccio. VISITE AL PALAZZO DUCALE – Previsti due turni: alle ore 9.45 ed alle 11.15. Prenotazioni: 338.2629372. Costo euro 5. CHIESA DI SANT’UBALDO – In Largo Mamiani. E’ aperta al pubblico dalle ore 10 alle 13. SAGRA DELLA POLENTA – Si conclude a Montecchio di Sant’Angelo in Lizzola, l’11^ edizione. In piazzale della Repubblica. Dalle ore 12 pranzo (su prenotazione), mercatini, intrattenimenti. Dalle ore 18: stand gastronomici, musica con l’Orchestra Boomerang, esibizione del gruppo “Pesaro balla”. ALL’HANGARTFEST – In via Ponchielli 87. Decima edizione del Festival della scena indipendente. Fino al 28 settembre. NELLA CHIESA DEI CAPPUCCINI – Saluto di tutta la comunità a p.

vissuta come trasmissione dell’immenso patrimonio valoriale e culturale della tradizione, all’interno di un nuovo contesto e di nuovi linguaggi.

3. La scuola per un’educazione integrale unitaria

All’interno di questo contesto generale va considerata la realtà della scuola come soggetto educativo. Sono numerose, oggi, le difficoltà che presenta l’istituzione scolastica, la quale spesso non riesce a fare sintesi tra i vari elementi che essa fornisce, finendo per separare «le dimensioni costitutive della persona, in special modo la razionalità e l’affettività, la corporeità e la spiritualità» (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 13). Una “scuola supermarket” che propone conoscenze quasi fossero prodotti di uguale valore tra i quali scegliere, diviene incapace di indicare i fini che conferiscono significato ai mezzi proposti. La frammentarietà di questo scenario può essere superata con una educazione che offra una visione

Fabio Ottavini. Santa Messa, alle ore 18.30, presieduta dall’arcivescovo mons. Piero Coccia. “…USCIMMO A RIVEDER LE STELLE” – Dal tramonto osservazione guidata e commentata del cielo. A cura dell’astrofilo Mario Magi. A Gradara. Ultimo incontro del 2013. LUNEDI’ 16 SETTEMBRE MUSEO ARTE GRAFICA MASSIMO DOLCINI – Si può visitare dal lunedì al sabato con orario 8-13. Nella sede dell’Istituto tecnico commerciale Donato Bramante, in via Nanterre (Campus scolastico). SPORTELLO HOME CARE PREMIUM – Presso “Informa famiglia” del Comune di Pesaro. In via Rossini (accanto al teatro Sperimentale). Servizi gratuiti di assistenza domiciliare e contributi economici alle famiglie: lunedì e mercoledì 913. Martedì, giovedì e venerdì 9-13 e 15.30-19. Sabato 10-12. Info: tel. 0721/387483. MOVIMENTO MARIANO – La Milizia dell’Immacolata propone incontri di preghiera e di formazione il primo e terzo lunedì del mese presso la chiesa dei Cappuccini (ore 16.15), il primo e terzo martedì, alle ore 21, nella parrocchia San Pietro in Calibano di Villa Fastiggi. MARTEDI’ 17 SETTEMBRE PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL D’ARTE DRAMMATICA – Sullo schermo una selezione degli spettacoli finalisti della 66^ edizione.

“Molte delle difficoltà sperimentate oggi nell’ambito educativo sono riconducibili al fatto che le diverse generazioni vivono spesso in mondi separati ed estranei” (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n.12). Ciò determina una faticosa comunicazione generazionale. Questo si verifica soprattutto nella famiglia, primo soggetto della formazione dei figli. La famiglia, spesso smarrita di fronte alle nuove sfide e meno attrezzata ad assumersi vere responsabilità educative, chiede sempre di più alla scuola, demandando ad essa in termini sia quantitativi che qualitativi. La scuola svolge così, pur senza averne i mezzi adeguati, un ruolo di supplenza e di sostegno nei confronti della famiglia. Per questa ragione si avverte, in generale, il bisogno di una presa di responsabilità più forte da parte delle famiglie davanti all’educazione dei figli e un suo diverso rapporto con la scuola. Rapporto non di conflittualità né di sostituzione ma di integrazione educativa.

5. L’autonomia scolastica, un problema da affrontare

Purtroppo l’auspicata realizzazione dell’autonomia secondo una piena

A cura di Ortensio Rivelli. Inoltre: “Le prime star: Lina Cavalieri e Francesca Bertini. Conversazione di Ivana Baldassarri. Sala della Repubblica del Teatro Rossini. Ore 18. MERCOLEDI’ 18 SETTEMBRE CONCLUSIONE PER…: ”UN’ESTATE DA GUSTARE” – Nei ristoranti del centro storico di Gradara, alla riscoperta degli antichi sapori. Ultimo incontro dell’anno. Menù a tema. Costo euro 15. Apertura al tramonto, ore 18. GIOVEDI’ 19 SETTEMBRE BURRACO NORMALE – Torneo proposto dal Centro socio culturale Maria Rossi nei locali della sede di via Toschi Mosca 20, tel. 34804. Dalle ore 16.30. Quota euro 5. MENU’ MEDIOEVALI – Un viaggio nella storia. Nei ristoranti di Gradara. Ultimo incontro dell’estate. Info: 0541/964115. VEN ERDI’ 20 SETTEMBRE I MUSEI CIVICI A PALAZZO CIACCHI – Dalle ore 15 alle 18 nella sede dell’Associazione industriali, in via Cattaneo 34. In mostra dipinti e ceramiche. Ingresso gratuito su prenotazione. Tel. 0721/3831. “PESARO SONORA” – Da oggi a domenica 22 settembre. Raduno nazionale delle bande musicali: omaggio a Rossini. Nella zona mare e in piazza del Popolo. Info:

335.6245039. CONFERENZA SUL CINEMA – Agostino Vincenzi, autore e regista, propone: “Il genere western classico”. Sala del Consiglio comunale, ore 18. FESTIVAL DEI GAD – Spettacolo inaugurale della 66^ edizione. La Compagnia teatrale “Masaniello” di Torino presenta: “Non ti pago” di Eduardo De Filippo. Teatro Rossini, ore 21. SABATO 21 SETTEMBRE IL MESE DELL’AGRITURISMO –

sussidiarietà, è spesso ostacolata dai numerosi vincoli e dalle complessità burocratiche vigenti nel nostro sistema. Una sussidiarietà adeguatamente realizzata, quale frutto compiuto dell’autonomia e della libertà educativa, consentirebbe invece un maggior grado di personalizzazione delle proposte educative. Quanto più gli interventi educativi saranno attuati anche da chi è sul territorio e quindi più vicino alle situazioni concrete, tanto più risponderanno alle necessità reali e alle vere esigenze delle persone. Il carattere pubblico della scuola non implica, è urgente ribadirlo, livellamento e omologazione di tutte le scuole a un medesimo modello. Certamente vi devono essere parametri comuni, quelli stabiliti dallo Stato, ma all’interno di questi è salutare che si sviluppino progetti, sensibilità e iniziative particolari senza giocare al ribasso e senza indulgere a tendenze il cui scopo è piuttosto quello di suggestionare piuttosto che educare. A questo riguardo la comunità cristiana, con tutta la sua variegata valenza educativa, andrebbe maggiormente valorizzata. Mi auguro che queste riflessioni, per quanto sintetiche ma centrate su punti nodali, siano di aiuto per intraprendere il nuovo anno scolastico con una rinnovata passione educativa. A voi ragazzi e giovani che costituite la parte più rilevante della grande famiglia scolastica e che state per iniziare un prezioso anche se a volte faticoso cammino formativo, mi rivolgo con le parole che Papa Francesco ci ha più volte ripetuto: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Mentre a voi adulti che a vario titolo operate nel mondo della scuola, ripropongo quella nota e suggestiva massima di Marco Fabio Quintilliano: “I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccola da accendere”. E’ un augurio che ci riguarda tutti. + Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro Pesaro, 12 settembre 2013 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Prende l’avvio oggi per concludersi il 20 ottobre sul territorio dell’intera provincia. Sesta edizione. “FESTA DELLA COSTARELLA” – In zona “5 Torri” (Metropolis), fino al 24 settembre. Dalle ore 18 alle 24, domenica dalle ore 11.30 alle 24. CONVEGNO DIOCESANO – “I laici nella Chiesa”, una presenza di corresponsabilità. Incontro inaugurale. Cinema teatro Loreto, ore 21. “FILOTTEXIT” – Ovvero le isole dell’immaginario per una via di fuga. Regia di Matteo Ripari. Hangart, via Ponchielli 87. Ore 21.


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Verso la solennità del Patrono San Terenzio Si terrà dal 20 al 23 settembre la preparazione in occasione della solennità del Santo Patrono di Pesaro. Tutti gli appuntamenti si terranno presso la basilica Cattedrale. Si inizia venerdì 20 settembre alle ore 18.30 con il pellegrinaggio delle parrocchie delle vicarie della città: S. Terenzio e S. Maria di Loreto. Ore 21.15 la XIV rassegna di cori e canti per la liturgia. Sabato 21 settembre ore 18.30 Pellegrinaggio delle associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali. Domenica 22 settembre ore 18.30 - Pellegrinaggio dei religiosi e delle religiose. Lunedì 23 settembre ore 18.30 Pellegrinaggio dei cresimandi della città. Tutti i giorni alle ore 18 il S. Rosario e alle ore

18.30 la S. Messa. Martedì 24 settembre Solennità di S. Terenzio SS. Messe ore 8/9/10.30/12/18 – Ore 16.30 Celebrazione del vespro – ore 17 processione con l’urna di S. Terenzio per le vie: Rossini, Marsala, Bertozzini, P.le I Maggio, C.so XI Settembre – P.zza del Popolo, Rossini. Ore 18 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Piero Coccia. Nella stessa celebrazione verranno ricordati i 25°, 50° e 60° di ordinazione sacerdotale e professione religiosa. In occasione della festività di S. Terenzio il museo diocesano rimarrà aperto con ingresso gratuito dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16 alle 19.30.

Nota Locale

S. MESSA IN CATTEDRALE CON MONS. ZANI NEL 59° ANNIVERSARIO

De Gasperi affascinato dal Cristo vivente

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na sola cosa è essenziale: il senso unitario del consorzio umano, questo senso di fratellanza universale, al di sopra delle nazioni e della politica, che è l’eredità e il patrimonio del cristianesimo”. Basterebbe forse questa frase per documentare l’attualità del grande statista Alcide De Gasperi, che il Centro di Studi Sociali a lui dedicato, presieduto dal dott. Giorgio Girelli, ha voluto commemorare – nel 59° anniversario della morte – con una Santa Messa celebrata domenica 8 settembre in Cattedrale da S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per la Educazione Cattolica e concelebrata dal nostro Arcivescovo, S.E. Mons. Piero Coccia. Costruire un mondo di pace,

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obiettivo prioritario anche per gli uomini di oggi: fu questo l’impegno che De Gasperi assunse con grande fermezza e senso di responsabilità dopo le devastazioni prodotte dalle ideologie totalitarie e nonostante il profilarsi di una “guerra fredda” fra due blocchi politici contrapposti. Per amore della pace fu tra i fondatori della Repubblica Italiana, destinandola ad entrare, come ha ricordato nel suo messaggio il Presidente Napolitano, “nel novero delle nazioni libere e democratiche”. E ancora per amore della pace e per il senso di fratellanza tra i popoli egli promosse l’idea di una Europa unita, nella convinzione “che l’Europa dei mercanti e degli eserciti richiedesse una guida politica, un Parlamento e un Governo comune”.

i terrà dal 20 al 23 settembre la preparazione in occasione della solennità del Santo Patrono di Pesaro. Tutti gli appuntamenti si terranno presso la basilica Cattedrale. Si inizia venerdì 20 settembre alle ore 18.30 con il pellegrinaggio delle parrocchie delle vicarie della città: S. Terenzio e S. Maria di Loreto. Ore 21.15 la XIV rassegna di cori e canti per la liturgia. Sabato 21 settembre ore 18.30 Pellegrinaggio delle associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali. Domenica 22 settembre ore 18.30 - Pellegrinaggio dei religiosi

Ma il valore esemplare della figura di De Gasperi risalta soprattutto per i cattolici. La sua “avversione insopprimibile verso un cristianesimo borghese e bigotto”, come ha sottolineato mons. Zani, il suo essere “trascinato e affascinato dalla personalità di Cristo vivente”, la convinzione che “ i cattolici debbano rompere l’isolamento dalla realtà” e che “nella politica si deve sempre entrare ben attrezzati di doti umane e di virtù cristiane provate”, mettendo “l’intelligenza al servizio della verità”: tutto questo è stato il fondamento del suo impegno. Un impegno pieno di “realismo”, che “rigettava sia quella tensione irrequieta e insoddisfatta verso ideali impossibili propria della cultura mitteleuropea da cui proveniva sia le posizioni vittimistiche ed estetizzanti che non conducevano ad altro che a uno sterile ripiegamento su se stessi”. “La commemorazione di De Gasperi – ha sottolineato mons. Coccia nel suo saluto iniziale – precede di pochi giorni il Convegno diocesano sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nella società, compresa la sfera politica”. Anche in questa prospettiva, dunque, è stato importante fare memoria – e sarà opportuno fare tesoro – di quanto lo statista ha saputo testimoniare. Paola Campanini

Risorsa inespressa di Giorgio Girelli

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e Gasperi, ora citato, evocato, e anche osannato, non c’è più. Da oltre mezzo secolo. Nè , attorno, si vede taluno che possa assomigliargli. Persiste però quella piattaforma valoriale su cui egli ha basato la sua azione per il rafforzamento della democrazia in Italia per il progresso economico e sociale del suo popolo: la dottrina sociale cristiana, da sempre filo conduttore dei cattolici impegnati in politica, da Sturzo fino ai più avveduti dirigenti della Democrazia cristiana. E’ ora dunque di riflettere se tale base ispiratrice debba essere solo materia per dotti convegni oppure stimolo per un concreto ed unitario operare per coloro che ad essa affermano di fare riferimento. Nella realtà italiana questa potenzialità resta adesso in gran parte inespressa e non può essere colmata da provvidenze e benefici strumentalmente concessi né dalla frammentata incorporazione di gruppi e gruppetti cattolici in realtà di diverso fondamento e tradizione. Già in un articolo nel dicembre del 1992 un autorevole quotidiano laico scriveva che “l’insegnamento di don Sturzo sulla autonomia dei laici impegnati in politica secondo i principi cristiani ma senza pretese di coinvolgimento della Chiesa nelle proprie scelte, aveva trovato un interprete naturalmente omogeneo e coerente in De Gasperi “ e proseguiva rilevando “quanto prezioso sia il contributo che dall’esperienza religiosa può venire alla rinascita di un Paese tormentato da scandali e contraddizioni “. Parole ancora attualissime visto che “scandali e contraddizioni” sono tutt’altro che cessati. Più gli anni passano, più il vuoto diventa evidente , lasciando spazi a movimenti bizzarri o a quanti non si attaglia certo la definizione che Leo Valiani dette di De Gasperi :“Non confonde le necessità obiettive dello Stato con le tendenze soggettive del suo partito o della sua classe sociale”. E da tempo esponenti politici e culturali parlano di “irrilevanza dei cattolici nella politica italiana”. Da cui si deduce che il “trasversalismo” (il progetto culturale cattolico portato in varie opzioni partitiche ) visto di buon occhio negli anni novanta non ha dato molti frutti. Si torna dunque al partito unico dei cattolici? Detta così, è per parecchi proposta sconcertante perché politici “adulti” non possono essere piatta proiezione della Chiesa. Ma la Chiesa, per sua stessa volontà, c’entra poco. Ed i cattolici dovrebbero impegnarsi politicamente non per “imporre loro valori particolari”, ma per assorbirli in un contesto che affronti le grandi questioni del tempo attuale, come seppero fare nei loro periodi De Gasperi o Kohl. La dispersione non aiuta questo obiettivo. Del resto fu De Gasperi a sostenete con vigore che “solo se saremo uniti saremo forti. Solo se saremo forti saremo liberi”. Ed anche lo Stato deve avere una sua “forza”, come egli sostenne in una celebre intervista ad un quotidiano romano l’8 luglio del 1952. Ma “Stato forte” non significa regime arbitrario, né stato partito. Bensì “Stato dove si rispetta e si fa rispettare la legge”. Come sosteneva Wilhelm Ròpke, che De Gasperi aveva attentamente studiato, uno Stato “arbitro robusto, il cui compito è di vegliare con assoluta imparzialità e incorruttibilità per la più stretta osservanza delle regole del gioco”. Pertanto riportarci a De Gasperi non è nostalgia, non è fuga dal presente ma, anzi, rilevare che la politica può e deve essere operosa ed onesta, può e deve risolvere i problemi della gente. Allo scoraggiamento ed allo scetticismo di tanti cittadini, vanno contrapposti modelli positivi, che rianimino la speranza e la volontà di attiva partecipazione alla vita delle rispettive comunità. Del resto ci sono anche persone serie e capaci in politica ed altre pronte per tale esperienza, che non vanno lasciate sole. *Centro Studi Sociali “Alcide De Gasperi”

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Rassegna di canti e cori per la liturgia e delle religiose. Lunedì 23 settembre ore 18.30 Pellegrinaggio dei cresimandi della città. Tutti i giorni alle ore 18 il S. Rosario e alle ore 18.30 la S. Messa. Martedì 24 settembre Solennità di S. Terenzio SS. Messe ore 8/9/10.30/12/18 – Ore 16.30 Celebrazione del vespro – ore 17 processione con l’urna di S. Terenzio per le vie: Rossini, Marsala, Bertozzini, P.le I Maggio, C.so

XI Settembre – P.zza del Popolo, Rossini. Ore 18 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Piero Coccia. Nella stessa celebrazione verranno ricordati i 25°, 50° e 60° di ordinazione sacerdotale e professione religiosa. In occasione della festività di S. Terenzio il museo diocesano rimarrà aperto con ingresso gratuito dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16 alle 19.30.

Con don Franco 51 anni di cammino insieme

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aro Nuovo Amico, Don Franco Tamburini, parroco di San Martino, lascia l’incarico dopo oltre cinquant’anni di intensa ed incisiva attività apostolica I miei sentimenti, in simile circostanza, sono di amarezza: ma così vuole il Signore. Io e mio fratello Giuliano siamo stati i primi ad essere presentati a don Franco, fresco di nomina, dall’allora parroco reggente, padre Giuseppe Giuli, del-

la Comunità di San Pietro in Calibano. Era il mese di maggio del 1963. Padre Giuli ebbe a dirgli che non potendo andare in missione in terre lontane, davo tutta la mia disponibilità per aiutarlo in una piccola ma altrettanto autentica missione nel quartiere di Villa San Martino. Per lui, da subito, la mia famiglia è diventata “Casa aperta”. Mancava di tutto. Piano piano, però, hanno preso consistenza varie iniziative.

Mi sono impegnata nella scuola di lavoro, per non vedere tante ragazzine in giro, nella scuola materna e della dottrina cristiana nonché quale aiuto in parrocchia specie quando don Franco si doveva assentare. L’arrivo di forze nuove ha poi consentito alla Comunità di crescere in fretta, a vista d’occhio. Mi sono sentita in missione e ho sempre desiderato aiutare don Franco come un degno rappresentante di

Gesù, come un fratello e membro della stessa famiglia. Per 51 anni abbiamo camminato insieme cercando il bene del nostro prossimo. Ringrazio don Franco di vero cuore e gli chiedo scusa per eventuali involontarie mancanze e per alcune incomprensioni. Lo ricorderò sempre al Signore come un suo Santo Sacerdote e con grande affetto fraterno. Anna Maria Giampaoli © RIPRODUZIONE RISERVATA


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8 settembre 2013

Urbino

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Redazione di Urbino: Via Beato Mainardo, 4 - 61029 Urbino Tel. e Fax 0722/378395 ilnuovoamico@arcidiocesiurbino.it

Giorgio Londei è il nuovo presidente

Orario: Mattino 9.00-12.00 Pomeriggio 15.00-17.00

Urbania Sant’Angelo in Vado URBINO. A tutti, anche a chi non ha partecipato di persona alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, hanno lasciato un segno le parole ed i gesti compiuti da papa Francesco in occasione del grande raduno dei giovani. È vero, da Urbino è partito un solo giovane per incontrare – con altri milioni di giovani – il papa, ma si è creato un tenace, anche se sottile, filo tra quanti erano a Copocabana e noi: la nostra Arcidiocesi ha infatti messo in cantiere in occasione della Veglia, sabato 27 luglio, un incontro diocesano dei giovani al Santuario del Pelingo. In prima linea l’arcivescovo mons. Giovanni Tani con la collaborazione della neo nata equipe diocesana di Pastorale Giovanile. L’incontro è iniziato alle 18 con il raduno dei pellegrini alla stupenda abbazia di San Vincenzo al Furlo, dove ha avuto inizio il breve ma sentito pellegrinaggio sino al Santuario. Lì, al calar della notte, dopo la condivisione di una lauta cena al sacco e un momento di animazione si è svolta

DAL 25 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE SULLA SCIA DELLA GMG DI RIO

Inizia la missione diocesana

la caccia al tesoro (rappresentato torio, partenze di campi scuola ed dal messaggio di papa Benedetto altro. Ma lo sappiamo: il Signore per la GMG). La messa, animata ama chi dona con gioia. dal coro parrocchiale di Urbania, Ora, terminata la GMG, le ferie, presieduta dall’Arcivescovo e con- il pellegrinaggio in Terra Santa e celebrata dai numerosi sacerdoti – per non troppi ragazzi, speriamo presenti, ha visto la presenza di – anche gli esami di riparazione, ci oltre 150 persone che, al termine, aspetta un anno nel quale saremo si sono radunate dinanzi al maxi chiamati a mettere in pratica le schermo per seguire la Veglia parole di papa Francesco: “Andate del Santo Padre. La nottata dei – Senza paura – Per servire”. Tanti pochi ma decisi “temerari” è poi sono gli impegni che ci stanno dacontinuata con la preghiera per- vanti; primo tra tutti la missione sonale dinanzi all’Eucaristia, sino diocesana, dal 25 settembre al 6 alle 5 di mattina, quando dopo la ottobre, destinata particolarmente preghiera delle lodi e la colazione a giovani e famiglie, che avrà come siamo tornati nelle nostre comu- momento centrale l’ordinazione nità. Esperienza sicuramente po- diaconale del nostro seminarista sitiva, tenuto conto che i giovani Andrea Righi, di Canavaccio. Ben dell’equipe di PG hanno cercato ritrovati e buon cammino. di fare l’impossibile, nonostante Don Andreas Fassa © RIPRODUZIONE RISERVATA la concomitanza di feste dell’ora-

IL “RESPONSORIO DI S. CRISTOFORO MARTIRE” AD URBANIA

Le esecuzioni della Schola cantorum

URBANIA. Il 20 luglio 1904 il nuovo maestro di cappella della cattedrale di Urbania, il canonico don Giuseppe Fini, firmava il suo “Responsorio di S. Cristoforo M.”, un brano per coro a 3 voci pari, 3 solisti ed organo. Il giovane maestro si era diplomato l’anno prima (1903) al Liceo musicale “Rossini” di Pesaro in Organo e Musica Sacra, ed appena tornato in patria, al termine degli studi, i suoi con-

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fratelli canonici l’avevano immediatamente nominato maestro di cappella della cattedrale, carica che era vacante da alcuni anni. Nella cattedrale di Urbania era già utilizzato da secoli un testo devozionale, quello usato ancora oggi, che inizia con le parole Si quæris admiranda: questo componimento poetico nacque forse come una sorta di ex voto per lo scampato pericolo in occasione del disa-

UNA CELEBRAZIONE MOLTO ANTICA E SENTITA DAGLI URBINATI

La tradizione della Madonna dell’Homo

URBINO. Sabato 24 agosto nella chiesina omonima si è celebrata la festa della Madonna dell’Homo, venerata come “Maria aiuto dei cristiani”. La chiesa, un tempo ubicata in aperta campagna ma ora inglobata nel quartiere di Piansevero, contiene un prezioso dipinto di Ottaviano Nelli, famoso pittore eugubino quattrocentesco, raffigurante la Vergine che con il suo manto copre e protegge la schiera dei fedeli. La ricorrenza ha presso avvio con la processione che ha raggiunto il vicino ospedale dove ci si è fermati per un momento di preghiera per gli ammalati. È seguita la recita del rosario al termine della quale è stata celebrata la santa messa dal parroco mons. Sandro de Angeli e da padre Joseph. Nell’omelia don Sandro ha ricordato il suo viaggio in Uganda e tutte le persone che, pur essendo più povere di noi, riescono a fare della loro chiesa un luogo di accoglienza. La celebrazione è stata animata nei canti da Stefano Mancini Zanchi. Fausto Nucci © RIPRODUZIONE RISERVATA

stroso terremoto della Pentecoste nell’anno 1781, ed in effetti, tra le virtù attribuite al Santo elencate nel testo, si dice anche motus et terræ sistit, ossia che per sua intercessione i terremoti si arrestano. Don Giuseppe Fini compose il suo nuovo Responsorio su questo testo, ma non fu il primo maestro di cappella della cattedrale urbaniese a musicarlo. Prima di lui, durante l’800, già l’urbinate Filippo Tommasoli e l’urbaniese Gaetano Cozzi avevano provveduto a comporre le loro versioni. Si trattava però di brani tipicamente ottocenteschi, di ostentata ispirazione operistica, stile allora molto in voga ma che nel 1903 venne definitivamente bandito da un importante Motu proprio del papa Pio X che aveva per oggetto proprio la musica sacra. Secondo il papa si doveva tornare all’antico, alla polifonia classica, o comunque ad un gusto musicale sacro completamente privo di ispirazioni profane. Da queste nuove rego-

lamentazioni scaturì lo stile che noi oggi chiamiamo ceciliano, del quale allora i più importanti seguaci furono Perosi, Refice, Casimiri, e l’insegnante del nostro don Giuseppe Fini al Liceo di Pesaro, Antonio Cicognani. Ovvio dunque che il brano appena composto dal ventiseienne maestro, concepito secondo le nuove regole liturgico-musicali, doveva di fatto andare a sostituire gli inni composti ed eseguiti in precedenza, ma per alcuni anni non fu così. In tutt’Italia si avvertiva infatti un certo moto reazionario, sia tra il popolo che tra il clero: alcuni infatti si opponevano al nuovo stile imposto dal papa Pio X, perché molto più affezionati allo stile ottocentesco. Così fu anche ad Urbania, dove il maestro Fini ebbe il suo da fare per proporre e rendere tollerato (parole sue) le nuove forme musicali. Non sappiamo con esattezza a quando risalga la prima esecuzione del Responsorio di Fini, né

quando questo divenne l’unico inno ufficiale mettendo da parte i precedenti; tuttavia è ragionevole supporre che già dal 1904 il nuovo brano venisse accostato ai precedenti, in una pacifica coesistenza mirata ad accontentare sia i paladini del movimento ceciliano, sia i reazionari ottocenteschi. Da tantissimi anni, il Responsorio viene cantato dalla Schola cantorum della Concattedrale di Urbania nelle sere del 24 e 25 luglio. Quest’anno, inoltre, il brano è stato oggetto di un accurato studio filologico a cura dello scrivente, per riportarlo alle condizioni originali volute dal compositore e restituirgli così una veste ancor più ufficiale. Le due esecuzioni, quella del 25 peraltro alla presenza dell’Arcivescovo S. E. Mons. Giovanni Tani, si sono segnalate particolarmente per la loro buona riuscita: un plauso alla Schola cantorum, ai solisti, e per estensione a tutti gli urbaniesi, gelosi custodi di questo piccolo tesoro musicale sacro. Lorenzo Antinori Organista della Schola Cantorum della Concattedrale di Urbania © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CITTÀ HA RESO OMAGGIO ALLA SUA PATRONA

Festa di S. Veneranda a Fermignano

FERMIGNANO. Con grande partecipazione di popolo lo scorso 26 luglio si è svolta nella cittadina metaurense la festa patronale di santa Veneranda. Momento culminante della giornata è stata la santa messa celebrata nella piazza centrale e presieduta da mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado. La celebrazione in notturna ha reso ancora più suggestiva

la cerimonia. Al termine la statua della santa è stata portata in processione attraverso le vie della città e poi riportata nell’antica chiesa a lei dedicata, nel centro storico. Eretta nel sedicesimo secolo, dentro le mura, grazie alla Confraternita del Gonfalone, e dedicata alla Santa scelta come protettrice del Paese, venne completamente distrutta dal terremoto del 1781 e riedificata su progetto dell’ar-

chitetto urbinate Tosi. Al suo interno conserva il dipinto del Rondelli dedicato a S. Francesco di Paola. Allo stesso Rondelli, plastico e decoratore urbinate attivo nella seconda metà del 700, pare possano attribuirsi gli stucchi che decorano l’arco trionfale, l’abside, gli altari ed il fonte battesimale. gdl © RIPRODUZIONE RISERVATA


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15 settembre 2013

Fano

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Redazione di Fano: Via Roma, 118 - 61032 Fano Tel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595 E-mail: fano@ilnuovoamico.it

Fossombrone Cagli Pergola Giovanni Frausini - Preside Istituto Teologico Marchigiano (Ancona); Mons. Giacomo Mura - Parroco dei Santi Giorgio e Pasquale in San Giorgio di Pesaro e Santa Lucia in Piagge Don Sauro Profiri, -Parroco di San Martino in Apecchio Don Mirco Ambrosini - Parroco di Santa Maria in Orciano di Pesaro

FANO - L’hanno voluto chiamare “pre-incontro” quello che si è tenuto lunedì 9 settembre presso il centro pastorale diocesano con tutte le realtà che, nella Diocesi, svolgono un servizio di pastorale per le famiglie. Carlo Berloni, diacono permanente, assieme a sua moglie Nicoletta, da neo direttori dell’ufficio diocesano di pastorale famigliare, hanno voluto conoscere lo stato dell’opera, in modo tale da poter proseguire quanto iniziato negli scorsi anni e tenendo conto delle realtà in cui ci troviamo ad operare. L’appuntamento è stato introdotto, dopo un breve momento di convivialità, dalla preghiera ed, in particolare, dalla lettura della pericope evangelica dei talenti. «Abbiamo scelto questo brano perché, nella nostra esperienza di famiglia, ci ha aiutato a comprendere le vere cose importanti per cui vale la pena impegnarsi», ha commentato Nicoletta. Da queste parole, poi, è partita la condivisione da parte dei

Nuove nomine in Diocesi Don Eugenio Giorgini - Parroco in solido, moderatore di San Giuseppe in Sterpeti e dei Santi Pietro e Paolo Marco e Severo in Montefelcino Don Francesco Londei - Cooparroco di Ster-

peti e Montefelcino Don Binu - Viceparroco a Fossombrone Don Gabriele Micci - Viceparroco a San Costanzo e Cerasa Don Diego Fascinetti - Viceparroco concat-

tedrale di Cagli e Secchiano Don Giacomo Cardinali - Viceparroco San Pio X a Fano Don Nazzareno Bartolucci - Parroco dei Santi Cristoforo e Nicolò in Secchiano Don Roberto Talamelli - Amministratore Parrocchiale di Santa Maria Assunta in Serravalle di Carda © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dall’ascolto nasce la comunione

presenti che hanno riportato una bellezza della propria comunità e qualcosa che chiedono all’ufficio diocesano. Quasi unanimemente si è concordato sull’importanza del lavorare in rete, magari in equipe

interparrocchiali o di vicaria. Ha accomunato i presenti anche la richiesta di formazione, che può nascere già solo dal confronto delle varie esperienze. È stata pure riscontrata l’esigenza di avere dei

cammini ecclesialmente riconosciuti, in cui vengano espresse delle linee guida chiare e condivise, evitando di avere realtà assai differenti tra loro. Raccogliendo queste sollecitazioni,

IL VESCOVO ALLE SUORE DELL’ADORAZIONE PERPETUA A CARTOCETO

dici storiche di questo monastero, che nel passato ha visto formarsi tra queste mura tanti novizi. Proseguendo nel suo saluto, ha più volte ripetuto la sua speranza affinché i frutti di questo luogo di spiritualità possano essere accolti da tutta la comunità diocesana in cui questa cellula di fraternità monastica va ad inserirsi. Un concetto caro anche alla madre federale Maria, che ha definito la nuova comunità di Cartoceto come un “centro vivo” in cui, nell’adorazione eucaristica, veniamo tutti riuniti. «Capita spesso di chiudere monasteri, anziché accoglierne – ha esordito il Vescovo – Di fronte alla nostra frenesia,

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Agenda del vescovo

L’Eucaristia è un inno al servizio

CARTOCETO - Nella serata di sabato 31 agosto, le monache dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, assegnate da ormai più di un mese al santuario della beata Vergine delle Grazie di Cartoceto, hanno ricevuto il saluto di benvenuto da parte del vescovo Armando Trasarti che ha presieduto la Santa Messa. Un abbraccio che, oltre a provenire da tutta la Diocesi, proviene anche dalla Terra Santa, da Betlemme, dove il Vescovo ha avuto modo di incontrare, soltanto qualche giorno prima, un altro monastero dello stesso ordine. Il priore generale degli Agostiniani, presente per l’occasione, ha ricordato le ra-

Carlo Berloni ha presentato l’idea di organizzare quattro momenti di formazione che abbiano sia carattere contenutistico, che metodologico. I titoli che sono stati abbozzati sono: dall’ascolto nasce la comunione, segno dell’amore, vivere e trasmettere la fede come famiglia, la famiglia nel mondo. Dando seguito a quanto contenuto nel mandato dei nuovi direttori, ai presenti è stata pure manifestata l’intenzione di costituire una sorta di consulta diocesana di pastorale famigliare che possa essere di sostegno alle parrocchie, sempre mantenendo un clima di accoglienza e di aperto confronto, in cui si possa toccare con mano la bellezza di sentirsi, nella Chiesa, come in una grande famiglia. Matteo Itri

alla pretesa di celebrazioni che ci mettono a posto la coscienza, ma non l’anima, qui si potrà fare esperienza di quella sosta rigenerante della contemplazione, vissuta con lo stile dell’accoglienza. Dobbiamo stare attenti, infatti, alla pericolosa teologia della pretesa e del dare tutto per scontato, che spesso adombra quella della gratuità». Commentando le letture della XXII domenica del tempo ordinario, il vescovo Armando ha suggerito di accostare la pericope evangelica del giorno a quella della cena del Signore, per comprendere come il vero discepolo si conformi pienamente alle scelte del suo maestro che, a sua volta, diviene servo degli altri. «L’Eucaristia è un inno al servizio. – ha proseguito monsignor Trasarti, il quale ha poi affidato alle monache un’importante consegna – Nella vita tutto conta, ma ciò che è più importante è il Signore. Insegnateci questa insondabile presenza di Dio che, nel mistero della contemplazione, colma le tante nostre frenetiche ed inutili pretese». © RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 14 settembre ore 11, conferimento del Sacramento della Confermazione presso la parrocchia di Serravalle di Carda ore 18.30, saluto alla Festa del Socio della BCC presso il CODMA ore 20.45, presso la parrocchia di Calcinelli Santa Messa in occasione della Festa dell’Esaltazione della Croce domenica 15 settembre ore 6.30, Santa Messa presso la cappella dell’ospedale “Santa Croce” di Fano ore 9, conferimento del Sacramento della Confermazione presso la parrocchia di Sterpeti ore 11, incontro con l’Unitalsi Fano in occasione del pellegrinaggio per ammalati e anziani a Cartoceto ore 18, presiede la Santa Messa in occasione dell’ingresso di don Mirco Ambrosini quale parroco di Santa Maria in Orciano di Pesaro martedì 17 settembre udienze in sede mercoledì 18 settembre in mattinata, visita al Clero anziano e malato venerdì 20 settembre ore 21, incontro con i genitori e i padrini dei ragazzi che si preparano a ricevere il Sacramento della Confermazione presso la parrocchia di Orciano sabato 21 settembre ore 18, conferimento del Sacramento della Confermazione presso la parrocchia San Marco Evangelista in Sassonia domenica 22 settembre ore 11, conferimento del Sacramento della Confermazione presso la parrocchia Santa Famiglia ore 15.30, presso il Monastero delle Benedettine di Rosciano presiede la celebrazione eucaristica in occasione del 50° anniversario di professione di suor Paola ore 17, presso il convento di San Francesco in Rovereto Santa Messa insieme alla comunità di Gesù Risorto a cura della Segreteria Vescovile


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Fano Fossombrone Cagli Pergola

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speciale pellegrinaggio in terrasanta PResieduto dal vescovo SPECIALE PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA PRESIDUTO DAL VESCOVO

Shalom, Saalam, Pace

“C

ercare le radici della Fede” è stato il costante “ fil rouge” che ha segnato il percorso dei pellegrini della diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola, amici della diocesi di Fermo e di Ravenna, guidati dal Vescovo Armando Trasarti, da Don Giuliano Marinelli e Don Arienzo Colombo attraverso il variegato e tormentato territorio della Terra Santa dal 24 al 31 agosto. Angoli di bellezze indescrivibili: aridità delle aree desertiche, candide distese di cristalli salini sulle rive del Mar Morto, punteggiate, come castoni, dalle chiome verdeggianti dei rari palmeti, lussureggiante vegetazione nella vallata lungo il lento procedere, a meandri, del fiume Giordano. Prima tappa il paese di Maria, Nazareth, un luogo particolare nel cuore di tutti i cristiani. Adagiata in mezzo a colline, ogni pietra degli scavi archeologici parla di Lei “ Xe Maria” Cercavamo la sua benedizione. Percorrere le viuzze era come se calcassimo le sue orme e quelle del piccolo Gesù, quando insieme andavano ad attingere l’acqua alla

fonte. Coadiuvati dalle preghiere e profonde omelie del nostro Vescovo, ogni giorno ciascuno lasciava aperta la propria anima ed il proprio cuore a ciò che gli occhi vedevano: era bello fermarsi e meditare i misteri del Regno di Dio. Forti emozioni provate nel solcare sul battello le acque del lago di Tiberiade, scrutare nei suoi fondali la varietà dei pesci che avevano appesantito le reti dei “rudi pescatori” prima che diventassero “pescatori di uomini”. Sul pendio del colle che domina il lago, il “Monte delle Beatitudini”, all’ombra e frescura di colorita vegetazione, mossa da un leggero venticello, si aveva l’impressione di sentire la voce del Signore che proclamava:”Beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i perseguitati, perché di essi è il Regno dei Cieli”. Poi gli insegnamenti di Gesù nella Sinagoga di Cafarnao, qui dimostrò con i suoi miracoli la pietà, la pazienza misericordiosa di Dio verso gli uomini. Meditazione, timori, serenità e pace nella spianata del Monte Ta-

bor, dove si contempla la fertile pianura di Esdralon. Sarebbe stato bello “piantare tre tende”, ma

RIFLESSIONI DI UNA PELLEGRINA

Una grande grazia

FANO - Il viaggio in Terra Santa è stato per me una grande grazia, non un viaggio come altri. Negli anni avevo maturato questo desiderio di visitare un giorno la terra del Signore per conoscerlo di più e per vedere, toccare e sperimentare ciò che Lui aveva visto, toccato e sperimentato. Volevo vedere la terra, le pietre, le piante e i fiori che i suoi occhi avevano guardato, sentire gli odori, i sapori i suoni, il caldo del deserto che Lui aveva sentito, vedere i volti del popolo che i suoi occhi avevano incrociato. Volevo tutto questo per sentirmi più vicina a Lui...e tutto questo c’è stato anche più di quanto pensassi: mi sono emozionata su ogni luogo, ho pianto su ogni sasso e questa terra tanto diversa e lontana dalla nostra mi è sembrata così familiare, così mia, anzi, così nostra, di ogni uomo. E’ stato quasi immediato “l’effetto boomerang” che ho avvertito. La barca che fende l’acqua del “Mare di Galilea” (quel mare o meglio lago di Genesaret o di Tiberiade, dove Gesù ha chiamato i suoi discepoli, dove ha operato la pesca miracolosa e tanti altri prodigi), produce l’identico movimento di onde di una barca nel nostro mare Adriatico. Il cielo azzurro e luminoso sopra il luogo in cui è avvenuta l’ascensione al cielo

del Signore è identico al nostro. Gesù, il Signore ha vissuto la nostra identica realtà e noi possiamo vivere la sua vita là dove siamo; possiamo ancora di nuovo incontrarlo in quella concreta e specifica realtà in cui viviamo. Questo mio emozionarmi così tanto in quei luoghi dove è accaduta la Storia delle storie, la Storia che ha cambiato le sorti dell’umanità (poiché grazie a Gesù noi abbiamo accesso al Padre, alla vita eterna, al Regno di Dio), mi ha fatto riflettere anche sul mio incontro con il Signore nell’eucarestia e non solo. Se mi sono emozionata su un sasso che può aver toccato il Signore, ma quanto dovrei strabordare di gioia nel ricevere Lui in persona nell’eucarestia e nell’incontrarlo nel fratello che ho accanto! Quanta strada ancora ho da fare! Ma l’esperienza più forte è stata a Gerusalemme e precisamente in due momenti: durante la Via Crucis e nella visita al Santo Sepolcro. Nella Via Crucis abbiamo ripercorso la via dolorosa che conduce al Calvario e che passa all’interno del quartiere arabo in pieno mercato. Difficile se non impossibile, riuscire a concentrarsi, a pregare, a trovare quella disposizione interiore che di solito ciascuno di noi ha quando prega.

Ma essere lì mi ha facilitato l’immedesimarmi con Gesù che aveva percorso quella via sicuramente circondato da gente o completamente incurante ed estranea alla sua vicenda o con un atteggiamento ostile e di scherno nei suoi confronti (come ci narrano i vangeli). Come deve avere vissuto quella interminabile strada, quanto affidamento per rimanere unito al volere del Padre in quella situazione! Questo parallelo mi ha aiutato nella preghiera e nel vivere ancora di più la mia unione a Lui. Non c’è situazione che possa allontanarci dall’amore di Dio, non bisogna mai dubitare della sua presenza e vicinanza. Arrivati al Santo Sepolcro mi sono messa in fila ed in questa attesa ho cercato di prepararmi a ciò che avrei visto, rimanendo in silenzio ed osservando l’ambiente intorno a me e le persone. Davanti a me c’era una coppia che sapevo aveva perso un figlio. Ciò che mi aspettava era una tomba vuota, in un attimo ho colto che lì, quel luogo era il segno di tutte le speranze dell’uomo: la vittoria sul nemico numero uno, la morte. Gesù è vivo e cammina con noi. Giovanna © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’invito di Gesù ci ha richiamato alla speranza del cristiano a partecipare oltre la morte, alla Sua Resurrezione. Segnati ed immersi i piedi nelle acque del Giordano abbiamo riconfermato le promesse del nostro Battesimo. Forti di ciò il nostro viaggio è ripreso verso la Giudea, verso Gerusalemme che ben presto ci ha portati alla cruda realtà: un muro di cemento armato di Km. 700 divide geograficamente quel territorio, la spada non ha cessato di ferire e di uccidere! Calavano le prime ombre della sera, la Città Santa si stendeva in tutta la sua regalità davanti ai nostri occhi! La città delle 3 religioni dove ebrei, cristiani, mussulmani hanno da custodire, amare, rivendicare qualche frammento più o meno grande di questa terra, le stesse pietre girate e rigirate nei secoli si sono abituate ad ascoltare lo sho-

tar, le campane ed il muezzin. Per gli Ebrei è simbolo delle glorie passate e speranza del mondo futuro. Per i Mussulmani il luogo sacro da cui il profeta Maometto fu elevato al cielo. Per noi Cristiani dove l’Uomo ha cambiato la storia del mondo. Per le sue vie sono accaduti i fatti descritti dai Vangeli: Gestsemani, Monte degli ulivi, Santo Sepolcro che costituiscono i cardini della nostra fede. E’ vero che questa non è vincolata ad un’area geografica, il Buon Pastore continua a camminare lungo le nostre strade, seguire le Sue orme ci aiuta a conoscerlo meglio, ci sentiamo protetti sentendo la Sua voce che conferma la verità di quanto abbiamo ricevuto dagli Apostoli e dalla Chiesa. Mirella Budinis © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Fano Fossombrone Cagli Pergola

CONCLUSO IL CAMPO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI E ANIMATORI AC

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riflessione

“Venite, tutto è pronto”

Fraternità, interiorità, ecclesialità e responsabilità

“L’

FANO - «Venite, tutto è pronto». Un in- Altrettanti sono stati anche gli ospiti che vito, più che un titolo, che fa ben inten- sono intervenuti per sollecitare la riflesdere il bel clima che si è respirato nella sione dei presenti, tra i quali il vescovo settimana di campo di formazione per Armando Trasarti, il professor Nerino educatori ed animatori di Azione Cat- Arcangeli e, nella giornata di giovedì, tolica. Sulla dorsale del monte Carpegna, della responsabile nazionale dell’ACR dal 18 al 24 agosto, da tutta la nostra Anna Teresa Borrelli. «Se facessi alcune Diocesi si sono radunati oltre trenta “ad- scelte ed avessi di fronte i miei ragazzi, detti ai lavori”, per interrogarsi su quale arrossirei? – ha provocato quest’ultima sia stato l’autentico “invito alle nozze” – I ragazzi hanno bisogno di educatori ricevuto da ciascuno e su come fare per credibili, non solo credenti, che facciadeclinarlo nella propria vocazione edu- no parlare la loro storia fatta di scelte cativa. Partendo dal brano che caratte- concrete. Inoltre noi educatori dobbiarizzerà il prossimo anno associativo (Mt mo essere competenti, ma con lo stile 22,1-14), ogni giorno ne è stato analizza- della gratuità». Sull’ambito dell’ecclesiato un aspetto. Iniziando dall’ascolto del- lità, Borrelli ha proseguito dicendo che la Parola, si è poi passati per i temi della l’Azione Cattolica dei Ragazzi è di per sé fraternità, dell’interiorità e dell’ecclesiali- un’esperienza ecclesiale, dove i più grantà, per arrivare a quello conclusivo del- di si prendono cura dei più piccoli. L’atla responsabilità, tutti argomenti cari al taccamento alla Chiesa si vive, però, non metodo dell’AC. in “comunità di comodo”, ma all’interno FANO - Si è tenuta nei giorni del 5 e 6 Settembre presso la Rocca Malatestiana di Fano, la festa africana dal titolo “Ti porto in Africa” organizzata dall’Associazione “Urukundo onlus”, con la collaborazione della compagnia teatrale Il Tiramisù e i ragazzi del Work in progress. E’ stata una due giorni ricca di avvenimenti, che ha visto la partecipazione di molti giovani come i ragazzi del Centro Missionario Regionale, della Pandolfaccia e di diversi gruppi musicali africani, provenienti da Camerun, Nigeria, Ghana, Togo, Senegal, Kenya, Congo, Marocco e Burundi. L’intento della manifestazione è stato quello di portare a Fano, anche se per un breve periodo, un po’ di Africa. Attraverso le testimonianze dei volontari che sono stati in missione e degli africani stessi tutto questo è stato possibile. Video, canti, danze, spettacoli, racconti hanno riempito la Rocca per una due giorni…da non dimenticare! Urukundo onlus è un’associazione di volontariato, senza fini di lucro, che promuove progetti di cooperazione nell’Africa dei Grandi Laghi, con una particolare attenzione al Burundi. L’associazione ha come obiettivi principali i progetti per l’autonomia, la scolarizzazione e l’integrazione dei Batwa, popolo pigmeo del Burundi, attraverso tre progetti: il progetto mattone che permette di contribuire con un’offerta all’acquisto simbolico di un mattone

delle nostre realtà, amando le comunità diocesane e parrocchiali in cui abbiamo risposto alla nostra vocazione di servizio. Forte è stato anche il richiamo, da parte dei presenti, a voler lavorare con stile interparrocchiale, condividendo lati positivi e difficoltà del medesimo cammino associativo, seppur in contesti a volte differenti. Ora che anche questa forte esperienza si è conclusa, l’auspicio è quello che la gioia e quant’altro è stato sperimentato in questo campo scuola non si esaurisca, ma possa trovare un riflesso negli atteggiamenti, nelle attenzioni di chi ora tornerà ad operare all’interno della propria comunità, mantenendo sempre fisso lo sguardo al Vangelo e, perché no, alla cura del nostro abito nuziale… MI

invito a nozze” quest’anno ha preso vita dal 18 al 24 agosto presso Calvillano di Montecopiolo. Sottolineo l’espressione “preso vita” perché in realtà l’Azione Cattolica diocesana, attraverso anche questa esperienza, ha dato l’opportunità a tutti gli educatori e animatori di AC della nostra diocesi di mettersi in gioco con tutta la loro vita: come studente, lavoratore, padre, madre, amico, fidanzato impegnato a servizio dei ragazzi e dei giovani, mettendo al centro di tutto Gesù, la Parola e l’Eucaristia. Il campo educatori si propone come esperienza di formazione, che cerca di dare le basi e gli strumenti adatti per essere credibili e preparati davanti ai ragazzi; in particolare quest’anno abbiamo approfondito i quattro obiettivi formativi alla base del progetto formativo di AC: fraternità, interiorità, ecclesialità e responsabilità, pensando ad attività, percorsi, laboratori e testimonianze che riconducessero a queste dimensioni e cercando di suscitare idee, opinioni, confronto e condivisione. La settimana di formazione è stata anche un’occasione di incontro tra persone di diverse parrocchie che si sono raccontate e ascoltate al fine di arricchirsi l’una con i vissuti dell’altra, scoprendo sempre di più quanto è importante il dono dell’altro. Infine, ma il più importante, il campo è stato un’esperienza di fede vissuta tramite la preghiera delle lodi ogni mattina, la Messa giornaliera, la liturgia penitenziale e l’adorazione eucaristica, che hanno permesso di darci conferma di quanto si legge nel progetto formativo dell’Azione Cattolica: «La formazione è impegno e scelta perché nella vita e nella coscienza di ciascuno risplenda sempre di più il volto di Cristo già impresso in noi con il battesimo». Erika Landini Vice responsabile diocesana ACR © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Due giorni per sostenere l’Associazione Urukundo

Ti porto in Africa

Festa dell’Accoglienza all’ ”Opera Padre Pio”

FANO – Dal 21 al 23 settembre, nel chiostro e nella Basilica di San Paterniano, è in programma la Festa dell’Accoglienza in onore di San Pio da Pietrelcina. Programma: sabato 21 settembre ore 17 inaugurazione della mostra di pittura “Arte Solidale” (nel chiostro)

di argilla, per finanziare la costruzione delle case per i Batwa. Grazie agli aiuti dei sostenitori è già stato realizzato un intero villaggio pigmeo. Il progetto delle adozioni a distanza, con le quali sostenere i bambini pigmei che vanno a scuola; il progetto della scuola dei mestieri, ossia un istituto in costruzione, che fornirà ai ragazzi Batwa, che non intendono o non possono iscriversi all’università, le competenze per svolgere un mestiere. Da quest’anno è partito inoltre un nuovo progetto, quello delle carte d’identità che è rivolto ai bambini burundesi pigmei, affinché possano ottenere carte d’iden-

tità con le quali accedere a istruzione e sanità. Questi progetti vengono in gran parte svolti in collaborazione con la piccola congregazione burundese degli Apotres du Bon Pasteur et de la Reine du Cenacle, la cui missione è proprio quella di prestare la propria opera in favore degli ultimi: in Burundi, oggi, i Batwa. La due giorni africana, ricordano gli organizzatori, è stata un bel modo per sostenere tutti questi progetti e coinvolgere gioiosamente tanta gente in un opera di sostegno al popolo Pigmeo. Margherita Vitali

Dal 16 settembre, alle ore 21, al Centro Pastorale diocesano

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domenica 22 settembre ore 9.30-12.30/16-22.30 mostra di pittura “Arte Solidale” (nel chiostro) ore 21 concerto nella Basilica di San Paterniano della Corale Lauretana (diretta dal M° Giuliano Viabile) lunedì 23 settembre ore 16-22.30 mostra di pittura “Arte Solidale” (nel chiostro) ore 18.30 Santa Messa nella Basilica di San Paterniano presieduta dal vescovo Armando ore 20 buffet e a seguire “Musica nel chiostro” con il coro gospel “Slave Song” e Quartetto di Sassofoni “Sax Appeal Quartet” L’ingresso a offerta nei concerti e il ricavato della vendita dei dipinti saranno devoluti alla mensa dell’associazione San Paterniano – Opera Padre Pio e al centro di accoglienza notturno “Padre Valerio”

Domenica 15 settembre organizzato dall’UNITALSI Fano

Al via gli incontri di formazione per catechisti

Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Cartoceto

FANO – Prenderanno il via lunedì 16 settembre, alle ore 21 (arrivi ore 20.45 – termine ore 22.30 circa) presso il Centro Pastorale diocesano, gli incontri di formazione per catechisti, organizzati dall’Ufficio Catechistico diocesano con il seguente programma:

FANO – Domenica 15 settembre l’UNITALSI Fano organizza il pellegrinaggio diocesano per ammalati e anziani al santuario di Cartoceto. Riportiamo, di seguito, il programma: ore 15.30 Rosario - ore 16 Santa Messa Il Santuario della beata Vergine delle Grazie a Cartoceto potrà essere raggiunto con mezzi propri oppure usufruendo dei pullman messi a disposizione dalla sottosezione diocesana dell’UNITALSI Pullman n. 1 partenza ore 14.30 dal parcheggio del cimitero urbano. Punti di fermata AMI: S. Cristoforo, S. Famiglia, Rosciano, Bellocchi, Cuccurano (banca) e Lucrezia (chiesa) Pullman n. 2 partenza ore 14 dalla casa di riposo di Cagli. Passerà a Fossombrone (stazione delle corriere), Tavernelle (chiesa) e Calcinelli (posta) Il ritorno è previsto alle ore 18 circa negli stessi punti di salita.

lunedì 16 settembre Vangelo & Narrazione - Parte teorica - don Marco di Giorgio Quali le caratteristiche della narrazione? martedì 17 settembre Vangelo & Narrazione - Parte pratica

Dalla Parola ai criteri della narrazione lunedì 23 settembre Confronto e lavori di gruppo Le urgenze della catechesi per i prossimi anni Il 20 ottobre 2013, in occasione della 87° Giornata Missionaria alle ore 16 nella Basilica di San Paterniano, è in programma la consegna del mandato a catechisti e operatori pastorali. Presiederà il Vescovo. Referenti: don Giuseppe Cavoli(339 71 41 414) - don Matteo Pucci (347 10 11 476) Carlo Berloni (320 43 84 805)


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Fano Fossombrone Cagli Pergola

15 settembre 2013

Cartoceto ha perso un cittadino illustre CARTOCETO - Nel centro di New York, nell’elegante 64° Street, c’è una delle più belle gallerie d’arte del mondo, la Wildenstein. L’amico d’infanzia, Filippo Diotallevi, diventato cittadino americano con tanto di guerra di Corea alle spalle, partito per

gli Stati Unii 60 anni fa da Cartoceto, aveva iniziato dai gradini più bassi ed era arrivato alla carica di Presidente della nota galleria. L’ho incontrato molte volte oltreoceano e lì ho toccato con mano l’ampiezza del suo successo. Quando illustrava i quadri,

da Bonnard a Utrillo, da Corot a Monet, il viso gli si illuminava e sprizzava entusiasmo da tutti i pori. La brillante professione gli aveva permesso di conoscere gli esponenti più importanti del tessuto sociale americano e, in parecchi casi, di educarli all’arte.

Ciò malgrado non aveva mai dimenticato il fascino delle radici e aveva conservato la semplicità dello spirito marchigiano. Ogni anno tornava a Cartoceto e ritrovava il piacere, in compagnia degli amici sinceri, tra i quali non mancavano mai Alberto Berloni e Aldo Mancurti, i sapori, gli umori e gli odori della sua terra. Lo voglio ricordare con quel sorriso contagioso e col sogno nel cassetto che ripeteva: “Vorrei tornare in Italia per sempre, per vivere in campagna e coltivare fiori”. Ora, nel piccolo cimitero di Cartoceto, riposa in pace. Rodolfo Colarizi ©riproduzione riservata

La testimonianza di Federica Bianchini, volontaria de L’Africa Chiama

Nuovo anno scolastico per la Viaggio a Lusaka scuola di musica ‘R. Bramucci’ FANO - È iniziato l’Anno Scolastico 2013-2014 presso la scuola di musica ‘R. Bramucci’ dell’A.Ge., Associazione Genitori – Fano. Fondata nel lontano 1976 dal prof. Giuseppe Rovinelli, la Scuola (che si avvale della collaborazione di insegnanti altamente qualificati) s’ispira ai principi statutari dell’Associazione Genitori, di cui rappresenta una delle principali attività; in tal senso, ricordiamo le importanti agevolazioni economiche per le famiglie, la massima attenzione ai ragazzi con problemi di apprendimento, i corsi speciali per la rieducazione motoria attraverso la musica, l’avviamento alla musica per bambini dai 3 ai 5 anni e quelli per anziani (anche con lezioni a domicilio, senza maggiorazione di prezzo). La scuola è infatti aperta ad allievi di tutte le età, dai dilettanti ai professionisti, con corsi individuali o a gruppi, personalizzati in base agli obiettivi di ciascun allievo, con possibilità di spaziare dalla musica classica alla moderna (Pop, Jazz, Rock, Metal). Vengono inoltre offerti a tutti i frequentanti, a qualunque livello di preparazione e senza distinzione d’età, tre Saggi per ciascun Anno Scolastico, al fine d’imparare a misurarsi col pubblico e socializzare con gli altri allievi, escludendo a priori qualsiasi forma di competizione. Novità di quest’anno: 1) Collaborazione con il Coro Polifonico ‘Malatestiano’ e l’Associazione ‘Incanto’ per l’imminente inaugurazione del ‘Laboratorio del Canto e della Voce’ dove si abbracciano tutte le tipologie del Canto (Corale, Lirico, Moderno); 2) Lezioni settimanali gratuite di teoria musicale per tutti i livelli. Per qualsiasi informazione è possibile contattare il direttore della scuola, Luca Ferretti, ai seguenti recapiti: Sede della Scuola: Via Arco d’Augusto, 39 (Fano) – Telefono fisso: 0721/8 61133 – Telefono cellulare: 340/3526267 – E-mail: ferrettiluca@libero.it – Contatto Facebook: Luca Ferretti/Scuola di Musica ‘Bramucci’ – Sito Internet: www.agefano.it Elenco dei corsi attivati per l’Anno Scolastico 2013-2014: avviamento alla musica (da 3 a 5 anni) avviamento alla musica (per adulti), basso elettrico, batteria, canto lirico, canto moderno, karaoke, chitarra classica, chitarra acustica, chitarra elettrica, composizione moderna, educazione motoria, attraverso la musica, flauto, pianoforte, solfeggio, teoria musicale, tastiere, ukulele, viola e violino Il direttore della Scuola di Musica ‘Bramucci’ Luca Ferretti ©riproduzione riservata

FANO - Questa estate ho trascorso circa un mese a Lusaka, la capitale dello Zambia. Sono partita come volontaria dell’associazione fanese l’Africa Chiama e così ho potuto visitare e conoscere da vicino la Shalom Community School a Kanyama, una zona molto povera alla periferia di Lusaka. Nel centro l’Africa Chiama ha costruito una scuola (elementare, media e superiore), una mensa,

NOTIZIE IN BREVE ◆ INCONTRO INTERNAZIONALE POLIFONICO CITTA’ DI FANO FANO – Domenica 15 settembre, alle ore 10.30 presso la chiesa di Santa Maria Nuova, ultimo appuntamento della 40° edizione dell’Incontro Internazionale Polifonico Città di Fano. Si esibirà l’Insieme Vocale Vox Cordis di Arezzo (direttore Lorenzo Donati). L’evento è in collaborazione con Associazione Collegium “Scriptorium Fontis Avellanae”. Musiche di C. Monteverdi, A. Striglio e G.P. da Palestrina. ◆ CONCORSO FOTOGRAFICO “CONOSCERSI PER COMPRENDERSI” FANO - L’Africa Chiama Onlus bandisce un concorso fotografico totalmente gratuito sul tema dell’integrazione e contro ogni forma di discriminazione razziale. Le foto partecipanti al concorso, che dovranno pervenire entro domenica 15 settembre all’indirizzo e-mail serena@lafricachiama.org in formato elettronico (.pdf o .jpg), verranno pubblicate sulla pagina Facebook de L’Africa Chiama Onlus e sottoposti alla votazione degli utenti del social network. Si aggiudicheranno i primi tre premi coloro che avranno ricevuto maggiori votazioni. Le tre foto vincitrici ed i migliori scatti verranno esposti nel corso della XVI° Edizione della Settimana Africana Regionale che si terrà a Fano dal 28 settembre al 5 ottobre 2013. ◆ A FRANCA MANCINELLI IL PREMIO NAZIONALE “ALPI APUANE” FANO - Il Premio Nazionale “Alpi Apuane” è stato assegnato quest’anno, nella sezione libro edito di poesia, a Pasta madre (Nino Aragno, 2013) della fanese Franca Mancinelli. La cerimonia di premiazione si è svolta domenica 1 settembre a Massa, presso le Terme di San Carlo, alla presenza della giuria e dei e finalisti delle altre sezioni (poesia inedita, fiaba o

racconto inedito, miglior libro per l’infanzia). Questa la motivazione della giuria della XXXI edizione: “una forza oracolare alimenta il dettato poetico di Franca Mancinelli. Uno sguardo lucido e tagliente, denso di pensiero e carico di tensione, indaga scruta e penetra l’altro da sé, con uno sforzo di purificazione, che mai cede alle lusinghe dell’apparenza”. ◆ DA OLTRE 40 ANNI SCELGONO FANO PER LE LORO VACANZE FANO - Da Colombes in vacanza a Fano dal 1968: l’assessore al Turismo, Maria Antonia Cucuzza, e il Direttore dell’Ufficio Turismo, Mauro Giampaoli, hanno consegnato a Georges e Ginette Serre un riconoscimento riservato ai turisti fedeli come segno di gratitudine dell’Amministrazione e della città. Da sempre ospiti della Pensione Sassonia, Georges e Ginette da oltre 40 anni scelgono la nostra città per trascorrere le loro vacanze. In questi anni, i coniugi Serre si sono fatti apprezzare tanto da essere considerati dalla titolare della Pensione Sassonia, Tania Bellucci, parte della propria famiglia. A conferma di questo legame, un piccolo aneddoto che vede George e Ginette presenti la notte in cui Tania è venuta alla luce. ◆ ALLA LUCE DEL SOLE FANO – Il Movimento Agende Rosse di Pesaro-Urbino e la Caritas diocesana di Fano- Sala della Pace organizzano sabato 14 settembre, alle ore 21 al Centro Pastorale diocesano, nel 20° anniversario del suo assassinio, una serata dedicata alla figura e alla testimonianza del sacerdote palermitano che lottò contro la mafia. La serata sarà accompagnata dalla lettura di brani scritti da alcuni studenti del liceo psico-pedagogico di Fano sulla figura di don Puglisi e la proiezione di video per ricordarne la vita e l’impegno contro il sistema mafioso.

una clinica ed un centro di riabilitazione per bambini disabili. La struttura è davvero ben organizzata ed efficiente ed offre alla comunità di Kanyama, molti importanti servizi di sostegno all’istruzione ed alla salute. Ho avuto modo di conoscere direttamente quasi tutte le persone che compongono lo staff locale che lavora nel centro, insegnati, medici, infermieri, cuoche, autisti,

ecc....per non parlare poi dei tanti bambini (gli alunni che frequentano la scuola), i quali sempre molto curiosi ci sorridevano con affetto, ci prendevano le mani e si mettevano in posa per gli scatti di rito. Sono stati momenti umanamente molto formativi, perché ho potuto conoscere tante storie, i problemi, le difficoltà, ma anche le gioie e le speranze per un futuro migliore di tanti zambiani. Tutte le attività del centro, compresi la sartoria ed il pollaio, sono coordinate da tre cooperanti italiani, Michela, Pamela ed Umberto. Vorrei esprimere ancora una volta la mia stima per questi tre ragazzi, persone davvero competenti, sensibili e tanto disponibili e mi congratulo con loro per la scelta di vita che hanno fatto e che portano avanti con serietà ed impegno, nonostante i disagi e le difficoltà. L’Africa Chiama non può che esserne orgogliosa. Questa esperienza mi ha dato la conferma che le attività dell’Africa Chiama a Kanyama, sono davvero importanti ed indispensabili per molte persone, le quali senza tale aiuto non potrebbero ricevere né istruzione, né cure mediche e riabilitative. La raccolta fondi per la quale l’associazione si prodiga tanto ha un fine sicuramente giusto, per cui esorto chi ancora non l’avesse fatto a prendere contatti con l’Africa Chiama ed a sostenerne i tanti progetti con quello che può.

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15 settembre 2013

Urbino

Redazione di Urbino: Via Beato Mainardo, 4 - 61029 Urbino Tel. e Fax 0722/378395 ilnuovoamico@arcidiocesiurbino.it

campi scuola Liberi per volare: 40 preadolescenti di Urbino a Miratoio

Orario: Mattino 9.00-12.00 Pomeriggio 15.00-17.00

Urbania Sant’Angelo in Vado

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AL PELINGO LA SANTA MESSA TRASMESSA DA RAI 1

Celebrata la natività di Maria

URBINO. Domenica 8 settembre, festa Natività della Beata Vergine Maria, molte comunità della nostra Arcidiocesi hanno vissuto una giornata di festa con molte celebrazioni e riti in onore della Madonna: pensiamo al santuario del Pelingo (foto 1), a Santa Maria in Val d’Abisso di Piobbico (foto 2) e al santuario della Madonna del Pianto di Sant’Angelo in Vado (foto 3). Un riferimento particolare quest’anno va dato al Pelingo dove l’arcivescovo, mons. Giovanni Tani, ha presieduto 2 celebrazioni eucaristiche: quella delle 11,

trasmessa come messa festiva da Rai 1, e quella delle 18. Entrambe le celebrazioni hanno visto una folta – quasi incontenibile – partecipazione di fedeli che nelle celebrazioni pomeridiane hanno superato addirittura nel numero quelli del mattino. Ma altrettanto concorso di popolo orante hanno potuto felicemente riscontrare le comunità di Piobbico e di Sant’Angelo, dove l’Arcivescovo in notturna ha presieduto la processione per le vie della cittadina metaurense. La zona del Furlo, nella quale è inserito il santuario del Pelingo, è ricchissima di storia, punto nodale, Un momento della processione a Sant’Angelo a ridosso della dorsale appenninica, dell’an- “forulus”, da cui il nome Furlo. resti dell’antica abbazia dell’VIII tica via Flaminia che Questi luoghi appartengono alla secolo. In fondo alla navata unica, collegava l’Adriatico natura, che con la sua imponenza una stretta gradinata conduce al con Roma. In questo e dolcezza ospita molti volatili, sopraelevato presbiterio; al di sotpunto due montagne, tra cui l’aquila reale. Tra le fresche to, la cripta a 3 navate conserva il Paganuccio e il Pi- acque si è creato un ricco habitat degli antichi capitelli e un altare. etralata, concedevano fluviale: un vero paradiso natural- Un monastero benedettino che solo al verde fiume istico, che cattura il fascino di chi ospitò san Romualdo e san Pier Candigliano di pen- ama la vita. Damiani e… oggi resta come vesetrare la loro roccia. Tuttavia, non solo il commercio e sillo, frutto di una così ricca scuoMa nel 77 d. C. Vespa- le legioni romane attraversarono la dello spirito, la vicina abbazia di siano, volendo anche questa via, ma anche la fede. Il Fonte Avellana. lui creare un varco Furlo è un luogo di vera contem- A poche centinaia di metri dalla sulla via consolare per plazione che da vari secoli dona gola, dall’altro lato della Flaminia, raggiungere l’Adriatico, ospitalità a chi ricerca Dio. Ne è immerso nel verde, sorge il nostestimone, lungo la via consolare, tro santuario. Circa 700 anni fa il Don Gianluigi Carciani, Parroco e Rettore del fece scavare tra queste la vicina chiesa di san Vincenzo. I Vescovo Oddone da Colonna conSantuario pietre una galleria, un

URBINO. Sabato 7 settembre piazza San Pietro era gremita da centomila persone, cristiani, fedeli di altre religioni e non credenti che hanno aderito all’invito di Papa Francesco ad«una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero». Anche nella cattedrale di Urbino si è pregato per la pace. La celebrazione, iniziata alle 19 con il canto dei Vespri, accompagnata da canti e invocazioni, è proseguita con il rosario; alle 21 l’arcivescovo, monsignor Giovanni Tani, ha presieduto la veglia di preghiera mentre la cattedrale registrava una presenza numerosa di fedeli. Beati gli operatori di pace: una delle beatitudini ascoltate nella lettura del vangelo è stata al centro dell’omelia del vescovo che, riprendendo l’accorato appello del Papa, ha ricordato che la pace è un dono, un dono che va chiesto e che in quel momento tutto il mondo, attraverso una serrata rete di preghiere, invocava da Dio Le armi distruggono («Mai più la guerra» affermava Paolo VI) e gli effetti sono devastanti («La città è

L’Annunciazione, affresco di Fabrizio Fabrizi (XIV-XV sec)

cesse ai fratelli Antonio di Ceccolo e Pelingo di erigere ai piedi del Castello di Pietralata un oratorio in onore del “Corpus Domini” e della “Beata Vergine Maria”. La denominazione di “Santuario del Pelingo”, deriva dal nome di uno dei due fratelli che ne fu governatore. La chiesa è stata completamente riedificata in seguito al terremoto del 1781, in cui si salvò solo l’effigie mariana, attualmente custodita e venerata all’interno: un affresco forse realizzato da Lorenzo Salinbeni o comunque da artisti di scuola umbro-marchigiana. L’ultimo restauro, che l’ha sicuramente riportata al suo primigenio splendore, risale al 2010. Don Andreas Fassa © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MONDO IN PREGHIERA

Anche ad Urbino si è invocata la pace

morta, è morta» esclamava straziato dal dolore Quasimodo). Altri sono gli strumenti con cui operare.Innanzitutto però è necessaria la conversione del cuore, senza di essa non si è operatori di pace. La lettura di un testo scritto da Paolo VI e del messaggio di papa Benedetto per la giornata della pace del 1° Gennaio 2013 hanno arricchito il gesto e favorito la meditazione personale e il silenzio interiore.

URBINO. Un nutrito gruppo di appartenenti all’Unitalsi dell’arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado ha partecipato all’annuale pellegrinaggio, tenutosi ad agosto a Loreto assieme ai soci dell’arcidiocesi di Pesaro e della diocesi di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola. L’esperienza ha avuto un significato particolarmente forte in quanto si è svolto nell’Anno della Fede, indetto dal papa emerito Benedetto XVI lo scorso novembre e che si concluderà il 24 novembre prossimo. Proprio in quei giorni, precisamente dal 22 al 24 novembre 2013 la nostra Chiesa marchigiana vivrà il secondo Convegno ecclesiale: circa 700 delegati, provenienti

Chiedere al mondo una giornata di digiuno e di preghiera è un gesto rivoluzionario, segno di amore incondizionato a Dio, segno di amore a tutta l’umanità, credente e non credente, segno di amore alla pace come condizione ineliminabile della convivenza civile, segno di coraggio verso chi persegue la via delle armi, segno infine di umiltà. Così si è espresso papa Francesco durante la veglia in piazza san Pietro: «Nel silenzio della Croce tace

il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore,

VISSUTO CON FEDE L’ANNUALE PELLEGRINAGGIO ALLA SANTA CASA

L’Unitalsi a Loreto

dalle 13 diocesi della Regione, si incontreranno a Loreto per riflettere sulla fede e trovare nuove strategie per imprimere nuovi impulsi alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Il pellegrinaggio a Loreto si è aperto con una catena di solidarietà snodatasi davanti alla Basilica Santuario che custodisce la Santa Casa e attraverso le vie della città con l’ora mariana notturna. La liturgia penitenziale è stata presieduta da don

Stefano Brizi che ha invitato tutti i fedeli a sentire quest’anno della fede come un tempo di speranza e di riconciliazione. Le celebrazioni eucaristiche hanno visto la partecipazione del vescovo di Fano, mons. Armando Trasarti e dell’arcivescovo di Urbino, mons. Giovanni Tani che ha celebrato la santa messa nella Basilica Inferiore, gremita di fedeli, e nell’omelia ha invitato i presenti ad essere portatori di speranza nelle normali situazioni della vita di tutti

supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello - penso ai bambini: soltanto a quelli… - guarda al dolore del tuo fratello, e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi!» La giornata del 7 settembre è stata una grande occasione per riflettere, per pregare, per dedicare a Dio un po’ del tempo delle nostre giornate così densamente e freneticamente programmate, un’occasione per il digiuno, così difficile, scomodo ma così salutare per capire che il sacrificio è la strada per riconoscere la Sua Presenza e affermarla! Maria Laura Fraternali Organista della Schola Cantorum della Concattedrale di Urbania © RIPRODUZIONE RISERVATA

i giorni. L’Arcivescovo ha pure annunciato che il cuore della Missione diocesana, in programma dal 25 settembre al 6 ottobre, sarà l’ordinazione diaconale del nostro seminarista Andrea Righi, che si terrà il prossimo 5 ottobre nella Basilica Cattedrale di Urbino. Inoltre ha ricordato mons. Carlo Monacchi che quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Successivamente ha incontrato i giovani unitalsiani nella sala Paolo VI ai quali ha rivolto un saluto caloroso compiacendosi per le esperienze che stanno vivendo. Fausto Nucci © RIPRODUZIONE RISERVATA


18 15 settembre 2013

Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado

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A RITROSO NEL TEMPO

I ricordi della maestra Diana

Urbino – Ad agosto è scomparsa ad Urbino l’insegnante elementare a riposo Diana Negroni vedova Piergiovanni, assistita fino all’ultimo dalla fedele Eulalia. Le esequie sono state celebrate in Duomo da don Clodoveo Agostini, assistente diocesano dell’associazione italiana maestri cattolici (Aimc), di cui Diana è stata per tantissimi anni un elemento attivo. Ha concelebrato padre Claudio Pantaleo, cappellano dell’ospedale, che ha tenuto una toccante e coinvolgente omelia. L’Aimc ne ha ricordato le doti e l’impegno nonché la partecipazione entusiasta alla vita e alle iniziative dell’associazione. Diana, da parte sua, ha voluto lasciare a tutti una personale testimonianza della sua vita di docente che si fa apprezzare per la dedizione e l’amore che ha avuto per la sua missione. E’ l’anno 1948.: nell’immediato dopoguerra il Ministero della Pubblica Istruzione istituisce le Scuole Serali per combattere l’analfabetismo di ritorno e dare la possibilità di ottenere il diploma di V elementare a tutti coloro che non avevano avuto l’opportunità di conseguirlo. Per 3 anni consecutivi fu la mia prima esperienza nella scuola. Giovanissima, con tanto entusiasmo, ho cercato di dare tutto ciò che era nelle mie possibilità; ma quanto ho ricevuto da quegli adulti (alcuni erano reduci di guerra) con tante esperienze di vita vissuta nel lavoro, nella famiglia, nella società! Per me è stato un notevole arricchimento spirituale e di conoscenze che mi ha sensibilizzata, maturata, resa capace di capire i tanti problemi sociali ancora irrisolti. Nell’anno 1951 mi ritrovo vincitrice del concorso magistrale, assegnata a una scuola elementare ai confini tra Marche e Umbria, lontana da Urbania, dove risiedevo coi miei genitori. In quei tempi lontani gli studi del

curriculum magistrale davano una buona cultura di base, ma non comprendevano il tirocinio né una minima esperienza didattica. Di fronte alla nuova situazione mi sentivo inadeguata, insicura. La voglia di fare bene era tanta, ma “come impostare il mio insegnamento” era un assillo che mi tormentava. La sede in cui si trovava la scuola era un’aula presa in affitto da un proprietario terriero del luogo, priva di acqua corrente, di luce elettrica e non parliamo poi dei servizi igienici! Le vie di comunicazione .... da medioevo: le strade interpoderali erano viottoli che si trasformavano in pantani impraticabili quando pioveva. L’unico mezzo di trasporto era la treggia. Eppure eravamo sulla strada che porta a Città di Castello! L’unica realtà che mi rincuorava era la vicinanza della chiesa e con nostalgia ripenso al mio dolce risveglio quotidiano al suono delle campane. Accompagnata da mia madre, mi sono subito presentata al parroco che, con un proficuo colloquio, mi ha illuminato su alcune realtà del territorio: le condizioni dei terreni agricoli, dei poderi a mezzadria, delle case coloniche fatiscenti, della penuria di prodotti di quella avara terra collinare. Mi feci un quadro della situazione socioeconomica di quella povera gente, buona, onesta e dignitosa, immersa in un gramo mondo rurale. Avrei desiderato conoscere più a fondo i genitori degli alunni e le loro realtà quotidiane, ma non era facile contattarli. Io penso che qualsiasi persona, dotata di intelligenza e con un buon bagaglio culturale, sia in grado di trasmettere il sapere, le nozioni; istruire non è poi così difficile. Ma la vera scuola deve aiutare il bambino a crescere, a sviluppare le sue potenzialità, a diventare il cittadino onesto e responsabile di domani, deve

educare. Questo arduo compito dell’educazione mi preoccupava profondamente. 1 ottobre: inizia l’anno scolastico. Ho di fronte una pluriclasse di 16 alunni ai quali mi presento dicendo: Sono la vostra maestra, mi chiamo Diana N. Subito una vocetta squillante rompe il silenzio: - La mia cagna si chiama Diana! Risata generale! Ribatto: - E’ vero, la vostra maestra ha un nome da cane, ma la colpa non è mia. Sapete anche voi che i nomi vengono imposti quando non si può protestare. Chiedo poi al bambino che ha suscitato l’ilarità della classe: - Tuo padre va a caccia? Alla sua risposta affermativa racconto quello che mi diceva mia madre:- Quando tu sei nata, il nonno Francesco, accanito cacciatore, mi disse che sarebbe stato contento se ti avessi chiamato Diana e così fu. Quindi spiegai loro che Diana nell’antichità era la dea della caccia e che il 10 giugno anche la Chiesa festeggia Santa Diana. L’aula è semibuia e disadorna, appesa a una parete c’è una vecchia e sbiadita carta dell’Italia, i banchi sono obsoleti e scomodi, non c’è la biblioteca di classe. Mi ripropongo di chiedere al Sindaco almeno alcuni libri per l’infanzia, che poi arriveranno. Dai frequenti dialoghi con gli alunni e dai loro successivi elaborati scritti imparavo a conoscere le singole situazioni familiari ed agivo di conseguenza con interventi educativi mirati. Diedi grande importanza all’educazione alla sicurezza anche stradale, alla salute, alla musica; li sollecitavo ad aiutarsi reciprocamente, alla solidarietà, al rispetto delle persone, degli animali, della natura e della cosa pubblica, riflettendo sui diritti e doveri di ciascuno. Su quell’ unica carta geografica d’Italia si viaggiava, aiutati da qualche lettura, cartoline illustrate e molta fantasia, attraverso

Quasi un diario

1. Ho letto da qualche parte che lo Zibaldone del nostro conterraneo marchigiano Leopardi è stato tradotto in inglese da una èquipe di scrittori con grande fatica. Questa mattina ho incontrato una giovane scrittrice di Urbania (metto solo le iniziali per stuzzicare la vostra curiosità: G. B.), con cui ho parlato del nostro personale privato “zibaldone” che si è arricchito anche durante la pausa estiva. La volevo convincere ad aprire le sue osservazioni e i suoi pensieri un poco a tutti. Una occasione potrebbe essere quella di collaborare con il nostro settimanale. 2. Si dovrebbe tracciare un breve profilo di quello che è accaduto nei paraggi, indicato come sottotitolo della mia rubrica Urbania e dintorni; per dintorni ci accontentiamo di fatti e cose vicino a noi perché sarebbe per me troppo pretenzioso nuotare troppo al largo. Ho potuto notare nelle persone che ho incontrato, l’insofferenza diffusa

le più belle città del nostro Bel Paese e si imparava ad amarlo. I bambini erano sempre felici di cantare tutti insieme, cantavamo inni religiosi o patriottici, canti natalizi o altre canzoni. Erano alunni “svegli” ma parlavano in dialetto, però insistendo, col passare del tempo il loro lessico divenne sempre più appropriato e corretto. Durante i miei 40 anni di servizio non ho mai bocciato alcun alunno, dedicando molta attenzione ai bambini meno dotati, che avevano maggior bisogno di aiuto. Molti dei miei scolari si sono laureati, altri sono diventati bravi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Urbania e dintorni “Un piccolo giornale di paese che riporta lo spirito e le peculiarità vadesi, mantenendo la genuinità e lo spirito popolare”. In prima pagina il colto articolo sulle antiche mura della città, a firma di d. Davide Tonti. 4. Cerimonia di donazione (foto a sinistra) promossa dal Museo Leonardi per due benefattori: Alfredo Ferretti e Alfredo junior per un piatto di ceramica del ‘700 in cui è dipinta la scena di Gesù che da’ la vista al cieco; il pittore Luigi Stradella ha donato la sua cartella con cinque litografie commentate da d. Italo Mancini, dal titolo “Dignità del sogno”. 5. La Cerqua, il bollettino dell’associazione dei Marchigiani a

del tempo contemporaneo. Il rammarico nostalgico dei tempi passati, non so quanto giustificato. Tanti laudatores temporis acti. Devo smettere di fare il moralista. 3. Mi è giunto “ el Campanon” , il periodico della Pro Loco di Sant’Angelo in Vado. Lo storico

operai o artigiani. Tra i professionisti ce n’è uno particolare che mi chiama ancora Signora Maestra: è il mio medico, che mi cura con competenza e affettuosa premura. Grazie di cuore, caro dottore!!! Ora che sono lontana dalla scuola da più di 20 anni, mi domando se avrò fatto fino in fondo il mio dovere. Non so, ma sono certa che i maestri, nel silenzio ed umiltà, abbiano contribuito molto alla formazione degli Italiani, pronti a lavorare onestamente per migliorare la vita nel nostro paese.

giornale celebra i sessant’anni. Nel fondo firmato A. Angelini, si legge: “El Campanon” è una storia iniziata nel 1953 con la penna di Alvaro Gagiotti, proseguita con l’acume e il bello scrivere del direttore Franco Fini e continua con la pazienza e la passione del nostro Claudio”.

di Raimondo Rossi

Bologna, compie 25 anni. Il presidente dr. Silvio Ferri ha in animo di celebrare questa data. 6. Piobbico (foto sotto). Associazione nazionale dei Brutti. Giovanni Aluigi è stato riconfermato Presidente dei Brutti dalla consultazione popolare avvenuta a Piobbico il primo settembre- Il conduttore televisivo Paolo Notari è stato premiato con una pergamena per essere stato vicino al famoso Club, dal Sindaco della città. Il Club dei Brutti ha la funzione, tra l’altro, di favorire gli incontri matrimoniali tra coloro che faticano a trovare l’anima gemella. Un signore di una città lontana è giunto a Piobbico per riuscire nel suo intento.


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Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado

15 settembre 2013

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UniversitĂ UniversitĂ UniversitĂ UniversitĂ UniversitĂ UniversitĂ

Detassazioni per gli studenti con almeno un genitore in cassa integrazione URBINO. Il Rettore dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Stefano Pivato ha deciso di esonerare dal pagamento della contribuzione studentesca i giovani con particolari condizioni economiche familiari. In particolare, gli studenti con almeno un genitore che si trovi da un minimo di tre mesi in disoccupazione, mobilità , cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, che si iscrivono all’anno accademico 2013/2014 (le immatricolazioni sono aperte dal 16 luglio) ad un

corso di studi di primo e di secondo livello dell’UniversitĂ degli Studi di Urbino Carlo Bo, sono esonerati dal pagamento relativo alla tassa di iscrizione e contributi della I rata di contribuzione studentesca. La decisione è stata deliberata con decreto rettorale d’urgenza il 25 luglio (n.41). L’UniversitĂ degli Studi di Urbino Carlo Bo è tra le universitĂ italiane ad avere preso tale provvedimento a seguito della situazione finanziaria in cui versa il

Paese e delle difficoltĂ Â economiche di tante famiglie italiane. ÂŤDobbiamo consentire ai ragazzi che non hanno piĂš la possibilitĂ di pagare le tasse di iscrizione perchĂŠ almeno uno dei due genitori è rimasto senza lavoro di poter continuare gli studi e di formarsi compiutamente per il proprio futuro – ha detto il rettore Stefano Pivato – un’azione efficace per rispondere concretamente alla crisi che attanagliaÂť. La fasciazione reddituale della contribuzione studentesca

si basa giĂ dall’anno accademico 2011/2012 su una maggiore equitĂ del sistema rispetto alle esigenze di tutti gli studenti, esso prevede sette fasce di contribuzione con importi differenziati a seconda di macroaree (scientifiche o umanistiche), del tipo di corso (laurea triennale e laurea magistrale a ciclo unico, laurea magistrale) e dalla presenza di contributi aggiuntivi che si applicano esclusivamente per servizi addizionali (percorsi online). Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalle FacoltĂ alle “Scuoleâ€?

URBINO. Per effetto della riforma dell’UniversitĂ , ormai entrata a regime, a partire dal 1° gennaio 2013 le vecchie FacoltĂ sono andate “in pensioneâ€? e, al loro posto, sono subentrati i Dipartimenti e Scienze Umanistiche (L-10) della le Scuole. Le attivitĂ delle “Scuoleâ€? nuova Scuola di Lettere, Arti e sono coordinate da quelli che un Filosofia dell’UniversitĂ di Urbino tempo erano i “Presidiâ€? delle Fa- “Carlo Boâ€? (afferente al DISCUM), coltĂ che adesso svolgono, d’intesa che ha preso il posto della storica con i Dipartimenti (gli ex- Istituti) FacoltĂ di Lettere e Filosofia, istie i rispettivi Direttori, le funzioni tuita a Urbino nel 1956. di “Coordinatoriâ€? di tutto ciò che All’interno della “Scuola di Letteha a che fare con la didattica, i reâ€?, chi intende dedicarsi agli studi corsi, l’offerta formativa e la sua filosofici, di lunga tradizione presprogrammazione, ecc. so l’Ateneo urbinate (ricordiamo, Gli studenti e le studentesse che tra gli altri, maestri quali Arturo abbiano interesse per gli studi fi- Massolo, Pasquale Salvucci, Emilosofici, si possono quindi iscrive- lia Giancotti, Livio Sichirollo, Icire al Corso di Laurea triennale in lio Vecchiotti) troverĂ dunque uno

specifico indirizzo (curriculum) filosofico, nel quale potrĂ accedere gradualmente - sin dal primo anno - allo studio della filosofia e dei suoi principali autori, temi, problemi in un fecondo dialogo e confronto con le altre discipline dell’area umanistica (letteratura, arte, storia, ecc.). Gli insegnamenti del curriculum comprendono, tra gli altri: propedeutica filosofica (esame che introduce gli studenti del I° anno allo studio specifico della disciplina), storia della filosofia, filosofia teoretica,

filosofia della storia, estetica, pedagogia, filosofia morale, logica e retorica, filosofia del linguaggio. Al termine del triennio, è possibile mettere a fuoco in maniera piĂš approfondita la preparazione di base conseguita iscrivendosi al Corso di Laurea Magistrale in Filosofia della conoscenza, della morale, della comunicazione ( LM-78), afferente al DISBEF. Per conoscere direttamente i docenti del corso di Laurea, fare loro domande sulle caratteristiche dell’indirizzo filosofico e assistere, nel pomeriggio, a brevi saggi di lezioni universitarie, si può partecipare alla giornata di presentazione dell’offerta formativa in programma a Urbino, a Palazzo Albani, via Timoteo Viti 10, il 25 settembre 2013 dalle ore 10 alle ore 17 (iscrizioni a: tutor.lettere@uniurb.it ). Per saperne di piĂš sul curriculum filosofico ci si può rivolgere inoltre ai docenti tutor: proff. Cristina Santinelli (cristina.santinelli@ uniurb.it) e Venanzio Raspa (venanzio.raspa@uniurb.it), oppure contattare la docente referente della Commissione orientamento per l’area filosofica, prof. ssa Daniela Bostrenghi (daniela.bostrenghi@uniurb.it). E’inoltre possibi-

le consultare la pagina Facebook Curriculum di Filosofia – Urbino. Per ulteriori chiarimenti sono a disposizione delle future matricole gli studenti tutor (studenti “seniorâ€? iscritti al III° anno della Laurea triennale, oppure alla Laurea Magistrale), il cui indirizzo mail è tutor.lettere@uniurb.it. Gli “Studenti Tutorâ€? sono presenti di persona allo Sportello tutorato che ha sede a Urbino, in via Veterani 36 (zona Duomo), tel. 0722 304 803, secondo un calendario che può essere consultato sul sito della Scuola di Lettere, Arti, Filosofia: http://www.uniurb.it/Lettere/index.html. Qui si trovano anche informazioni specifiche sull’organizzazione della didattica e delle iniziative culturali, i programmi dei corsi (vademecum) e, a inizio di ogni semestre, gli orari e le sedi delle lezioni, ecc. Infine, è disponibile su Facebook la pagina: studenti tutor della Scuola di Lettere, Arti, Filosofia. Le iscrizioni al Corso di laurea in Scienze Umanistiche. Discipline letterarie, artistiche e filosofiche (L-10) della Scuola di Lettere, Arti, Filosofia (DISCUM) sono aperte dal 16 luglio 2013 su www. uniurb. it, vedi la sezione “Futura matricolaâ€?. Info: 800 462446. Daniela Bostrenghi Commissione Orientamento “Scuola di Lettere, Arti, Filosofiaâ€? UniversitĂ di Urbino Š RIPRODUZIONE RISERVATA

PREMIO INTERNAZIONALE PER LA RICERCA

Il riconoscimento a Catia Azzolini dell’Ateneo urbinate URBINO. Catia Azzolini (classe 1976, residente a Urbania) assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’UniversitĂ di Urbino (sezioni di Biochimica e Biologia Molecolare) ha vinto il premio internazionale “Young Investigator Awardee of IUBMB Life 2013â€? (International Union of Biochemistry and Molecular Biology). La giovane ricercatrice è stata selezionata perchĂŠ il suo lavoro, intitolato “Sodium dependent tran

sport of ascorbic acid in U937 cell mitochondriaâ€? (autori: Catia Azzolini, Mara Fiorani, Liana Cerioni, Andrea Guidarelli, Orazio Cantoni) è stato giudicato il piĂš rilevante, sulla base dei criteri applicati e il migliore fra quelli presentati, tutti di elevato livello scientifico. Il premio, finanziato dalla casa editrice Wiley – Blackwell, consiste in una somma di denaro pari a duemila dollari. Il lavoro, che è valso l’attribuzione

del premio, dimostra l’esistenza di un trasportatore mitocondriale sodio-dipendente dell’acido ascorbico, di tipo 2, fino ad ora rimasto sconosciuto. Futuri sviluppi delle ricerche porteranno all’identificazione del ruolo fisiologico, o piĂš in generale delle implicazioni fisio-patologiche, del sistema di trasporto sodio dipendente della vitamina C nei mitocondri. ÂŤSono molto felice e fiera di aver ricevuto il premio Young Investigator Awardee of IUBMB Life for

2013 – ci racconta Catia Azzolini - . E’ un riconoscimento che premia la professionalitĂ , la serietĂ e la dedizione per il nostro lavoro e che ricorderò personalmente come un bellissimo momento. Vorrei ringraziare, per il loro importante contributo, gli altri autori dell’articolo, Mara Fiorani, Liana Cerioni, Andrea Guidarelli, Orazio Cantoni, sperando che anche loro siano orgogliosi di questo risultato. Inoltre vorrei esprimere la mia gratitudine a coloro che hanno

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15 settembre 2013

LIBERI PER VOLARE… STORIA DI UN GABBIANO

40 preadolescenti di Urbino in camposcuola

URBINO. “Liberi per volare” non è solo una frase ad effetto che può stigmatizzare la storia del gabbiano Jonathan Livingston (Jonathan Livingston Seagull, 1970), il celebre romanzo di Richard Bach, ma anche l’auspicio dei sacerdoti di Urbino verso i loro ragazzi. Nell’ambito delle attività per gli adolescenti ed i giovani in seno alle parrocchie dell’Unità Pastorale, si

è pensato – dopo tutte le attività estive – di lasciare un segno forte ai nostri ragazzi di seconda e terza media, proponendo loro un camposcuola a Miratorio di Pennabilli dal 3 all’8 settembre, accompagnati, don Sandro, don Nino e don Andreas, ed aiutati dallo scrivente, dalla catechista Marina e dieci animatori delle superiori. Lanciata a giugno la sfida, abbiamo aspetta-

to le adesioni: oltre le aspettative! Quaranta ragazzi hanno deciso di partecipare, sostenuti dalle loro famiglie che a rotazione hanno anche aiutato in loco collaborando in cucina con il mitico Gino (che ringraziamo per l’impegno e la generosa disponibilità). Allora, sotto a preparare il materiale e a programmare le attività con gli educatori … fino al giorno prima della partenza.

A Miratoio, diviso il gruppo in cinque squadre ciascuna con i nomi di uno stormo di gabbiani della storia, il camposcuola si è svolto in un armonico alternarsi di gioco, lavori di gruppo e preghiera, “complice” il Cielo che donandoci splendide e calde giornate ci ha permesso di portare a termine le attività, compresa la lunga ed impegnativa gita di giovedì alla conquista del Sasso

Simone, dove – dopo il pranzo ed un po’ di riposo – nella più bella cattedrale che possa esistere (il creato) abbiamo celebrato la santa messa. Nelle riflessioni si è cercato di toccare le corde che maggiormente solleticano il cuore ed i desideri degli adolescenti: l’amicizia, il valore del gruppo, la responsabilità nelle scelte, l’anelito a “volare” per realizzare in pienezza la vita. I ragazzi, a conti fatti lo possiamo affermare, non si sono tirati indietro: non solo hanno partecipato con interesse, ma con le loro riflessioni e domande hanno messo in salutare discussione anche noi adulti. Tutti i ragazzi sono rimasti contenti, anzi entusiasti, dell’esperienza senz’altro da ripetere, magari libera dalle inevitabili sbavature e piccole incomprensioni che caratterizzano lo stare insieme, ma che – facendone tesoro – aiutano a crescere. Impressione confermata anche dalle loro famiglie che domenica scorsa 8 settembre, a conclusione dell’esperienza, ci hanno raggiunto a Miratoio per condividere alcune ore di fraternità ed amicizia. Il tutto come trampolino di lancio per un lavoro di equipe sempre più fruttuoso tra sacerdoti ed educatori delle parrocchie di Urbino, che partendo dalla missione diocesana (dal 25 settembre al 6 ottobre prossimo), ci porterà alla prossima estate, passando attraverso gli incontri e le attività che vivremo coni nostri ragazzi durante questo nuovo anno pastorale. Alessandro Veneri © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA COMPLESSA SITUAZIONE DEL MEDIO ORIENTE

Riflessioni dalla Terra Santa URBINO – Durante il bel pellegrinaggio che la comitiva della nostra Arcidiocesi ha effettuato ormai due settimane fa, oltre alle affascinanti ed inevitabili parentesi turistiche, tra cui momenti di shopping ed estenuanti contrattazioni al ribasso con i mercanti arabi, non sono certo mancati dei momenti estremamente interessanti di approfondimento sulla attuale situazione in medio oriente. Si può visitare la Terra Santa e percorrere ogni stradina più tipica, ma se non si ascoltano le parole di gente che lì ci vive da sempre non si arriverà mai a capire fino in fondo quello che da noi solo i telegiornali a volte provano a raccontare. Due sono stati gli incontri molto utili a tal proposito: uno con il vescovo ausiliare del patriarcato cattolico di Gerusalemme, l’altro con un suo sacerdote impegnato proprio nel-

la divulgazione. Nel primo si sono meglio conosciuti i “numeri” delle religioni in Israele e territori palestinesi: se gli ebrei superano di poco la metà, i musulmani arrivano a completare quasi interamente l’altra parte, con una bassissima percentuale di cristiani, di tutte le confessioni. Il dialogo, riservato purtroppo soprattutto ai vertici e poco sentito dalla massa (facilmente preda degli estremisti per la poca cultura), è più semplice con gli ebrei per le tante caratteristiche comuni, basti dire l’antico testamento; con i musulmani a volte, nonostante le divergenze, è comunque facile trattare in quanto anche loro si ritengono popolo oppresso in casa propria (dagli ebrei, ovviamente). Tra le diverse chiese cristiane non è facile l’unità, nonostante anche Papa Francesco si stia adoperando molto in tal direzione: è tanto

l’orgoglio da parte di quelle orientali, che non accettano specialmente il primato di Roma, proponendo un “papa onorario” con pochi poteri e più inteso come primo tra pari. In più va detto che nei fatti, la convivenza nei santuari gestiti “in comune” (Santo Sepolcro e basilica di Betlemme) è fonte di continui contrasti, che difficilmente si possono cancellare e che provoca continuo risentimento “alla base”, cioè tra i sacerdoti che li custodiscono. Nel secondo incontro si è appreso di come la recente costruzione del muro tra Israele e Palestina (8 metri di altezza per più di 700 km), intrapresa con l’intento di barriera per i terroristi, sia diventata una prigione per i Palestinesi, che come in una Germania Est, non possono lavorare dove c’è movimento d’affari poiché è impedito loro il passaggio ai check point e

si riducono sempre più alla povertà (l’unica risorsa è il turismo, religioso in primis). Tra di essi vi sono gli arabi cristiani, spinti sempre più all’emigrazione poiché sopraffatti dalla concorrenza araba (nella vendita di souvenirs) e oggetto di violenze, atti vandalici e soprusi. Ogni anno sono decine le chiese profanate o sfregiate con scritte, specialmente dagli ebrei, così per i cristiani spesso

la soluzione è l’America, in un sogno che là dura ancora. Per parafrasare una celebre frase di Gesù, si usa dire che i cristiani di Terra Santa ricevono uno schiaffo in una guancia dagli ebrei, uno schiaffo nell’altra dai musulmani. Se scappano, come dare loro torto? Giovanni Volponi

di non dover attendere il prossimo agosto, quando la contrada di San Polo, quest’anno vincitrice, dovrà su quel torrione organizzare la fe-

sta d’apertura della 59^ edizione della Festa dell’Aquilone. G.V.

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TRAGEDIA SFIORATA AL TORRIONE DI SAN POLO

Auto a tutta velocità, mura crollate URBINO – San Paolo ha davvero vegliato sul suo quartiere, a quanto risulta dalle fortunate coincidenze che hanno evitato la tragedia, sabato scorso 7 settembre, verso le 23. Una macchina di medio-grandi dimensioni, guidata da un medico dell’ospedale a riposo, non si sa ancora perché (malore, sonno, scambio di pedali?), si è schiantata a tutta velocità contro l’angolo di muretto tra mura e parte sporgente del torrione S. Polo. Ed è andata bene per vari motivi: come raccontano degli abitanti del quartiere, lì quella sera ci dovevano essere almeno sessanta persone. Dopo la Festa dell’Aquilone infatti si usa fare sullo spiazzo del torrione una cena di contrada, ma per impegni di una organizzatrice la si è anticipata a venerdì. Tuttavia, con gli avanzi del cibo della sera precedente, alcuni volevano lasciare sedie e tavoli per mangiarci anche sabato; l’esiguo numero dei partecipanti ha fatto sì che la si spostasse all’ul-

timo momento al chiuso. Inoltre la vettura, che avrebbe potuto catapultarsi giù dalle mura roveresche, ha “solamente” impattato con esse accartocciandosi e rimanendo ferma lì, tanto da provocare un boato udito fino in cima al poggio. Il conducente, che avrebbe potuto rimanere schiacciato dai rottami, oltre lo shock ha subito “solo” delle contusioni e piccole fratture forse causate più dall’airbag che dal volante. Insomma una serie di eventi fausti che hanno reso per così dire vittima le mura, che dopo i crolli dovuti all’incuria speravano di non dover cadere ancora per un errore umano; invece enormi macerie sono piombate nel prato sottostante, riportando alla mente dei più anziani il ricordo di quando, nel secondo dopoguerra, un ambulante cinese con la sua bicicletta corse per San Polo a tutta birra dimentico di non avere i freni, scontrandosi col parapetto che quella volta resistette ma non impedì allo sven-

turato di essere scaraventato di sotto, con la bici ferma lì ad attenderlo invano. Ora, con tre metri di muro completamente da rifare, si spera

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15 settembre 2013

Arte

solidarietà

La pittura di Logli: teatro della città di Urbino

di arte cultura sport

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In 615mila, fra ufficiali e soldati, si rifiutarono di servire Hitler o di aderire alla Repubblica di Salò. Finirono nei lager per 18 mesi senza le garanzie previste dalle convenzioni internaziona-

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La meza maratona della Panoramica all’AIDO

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li per i prigionieri di guerra. Dalle testimonianze e dagli archivi emergono storie di straordinaria esemplarità religiosa. Una cellula dell’Azione Cattolica in un campo di concentramento.

PER NON DIMENTICARE/1

La quarta Resistenza: i militari (tanti i cattolici) che seppero dire “no” di Angelo Paoluzi

è

un capitolo aggiunto tardivamente - e va detto: colpevolmente - alla storiografia della Resistenza: la testimonianza offerta da 615mila ufficiali e soldati italiani che i tedeschi rinchiusero dopo l’8 settembre 1943 nei Lager e che ci rimasero per diciotto mesi, sino alla fine della guerra nel maggio 1945, avendo rifiutato di servire sotto il III Reich o di aderire alla Repubblica di Salò. La decisione presa da Hitler il 20 settembre 1943 li privò persino dello status di prigionieri di guerra e così gli “Internati militari italiani” non poterono godere delle garanzie previste dalle convenzioni internazionali. La quarta Resistenza, è stata chiamata: accanto a quella dei partigiani in armi, del sotterraneo sostegno popolare ai “combattenti dell’ombra”, dei soldati del Cil, il Corpo italiano di liberazione. Un fronte, quello dei campi di concentramento, che pose problemi logistici a Berlino: che ne guadagnò in forza-lavoro coatta ma fu costretta a impiegare decine di migliaia di carcerieri, molti dei quali sottratti alle esigenze belliche. Esso influì inoltre negativamente sulla possibilità per la Rsi sia di mettere in piedi un esercito degno di questo nome, sia di trarne motivo di propaganda; anche perché la condizione di “schiavi di Hitler” nella quale i prigionieri furono ridotti si tradusse in una miserabile vendetta per i 600mila “no” a Salò.

Oltretutto soltanto una trentina dei più che trecento ufficiali superiori, generali e ammiragli, aderì - spesso tardivamente - alla Repubblica sociale. In memorie, diari, lettere, rapporti c’è molta sofferenza, fame, denuncia di violenze, ma anche fierezza e orgoglio - al di là dai brutali trattamenti cui i prigionieri erano sottoposti -, nella coscienza di una dignità umana da difendere. In quei 773 giorni di prigionia inflitti ai reclusi italiani i tedeschi perdettero, dal punto di vista dell’onore, anche l’ultimo successo militare che avevano riportato, quello contro l’ex alleato italiano. Da qualche anno gli storici sono tornati a scrutare quel fenomeno, l’unico del genere nella seconda guerra mondiale, e se ne servono anche per rivalutare comportamenti attribuibili al carattere di un popolo. Con testimonianze che, a settant’anni dagli avvenimenti di cui si parla, possono essere indicate come esemplari anche dal punto di vista religioso. Nei documenti riemersi dalle polveri degli archivi - e nei quali non ci si deve meravigliare che un grande spazio sia concesso ai problemi della fame, del freddo, delle violenze subìte, delle sofferenze materiali - sono sottesi elementi di religiosità, da tradursi in vere e proprie professioni di fede. Da rileggere, in questo senso, le trenta, densissime pagine del capitolo “Il tempo del Lager tempo di Dio: la deportazione come esperienza

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religiosa”, esemplare analisi condotta da Vittorio Emanuele Giuntella, anche per aver sperimentato sulla propria pelle quella situazione, nel suo ormai classico “Il nazismo e i Lager”(Edizioni Studium). Alcune personalità di spicco lasciarono un segno. Ad esempio Giuseppe Lazzati, nei cui confronti un compagno di detenzione nel campo di Sandhostel, Alessandro Natta - più tardi segretario generale del Pci -, avrà parole di ammirazione, così come riconoscerà il ruolo positivo svolto dai cappellani cattolici. Alcune figure dei quali, come il salesiano don Francesco Luigi Pasa, don Ascanio Micheloni, don Giuseppe Barbero, sono altrettante leggende del mondo concentrazionario. Altrove, nel campo di Gross Hesepe, si costituì, attorno a un animatore lombardo, Rimero Chiodi, una cellula dell’Azione Cattolica, con tanto di tessera, intitolata a un giovane martire, Renato Scalandri, ucciso nel 1944 a Hammerstein mentre portava la comunione ad altri internati. E un’altra esistenza esemplare è quella di Federico Ferrari, vittima dei suoi carcerieri alla vigilia della liberazione, autore di un diario nel quale si respira religiosità. Vi sintetizza, con lucidità di giudizio e nessun rancore, la miseria del popolo cattolico nell’inferno pagano del nazismo e coglie nella gente lembi di una umanità che attenuano la disperazione. Sostenuto dalla fede non come ultimo appiglio ma come

sostanza di vita, continua ad alimentare sentimenti di amicizia verso i compagni di sventura, facendosi intensamente partecipe dei loro problemi. Un’atmosfera del genere è largamente presente nella memorialistica che sta affluendo da alcuni anni a questa parte, a parziale compenso dell’indifferenza che per lungo tempo ha circondato “quelli dei reticolati”. È anche necessario ricordare, senza voler rivendicare particolari meriti, come si spese la Chiesa per il recupero dei reduci, specialmente attraverso la Pontificia Opera di Assistenza, che diffuse ai parroci precise istruzioni sul modo con il quale essi dovevano essere trattati: non come malati e bambini, ma come uomini che avevano un orgoglio, portatori di una dura esperienza vissuta. E vogliamo concludere con Teresio Olivelli, protagonista di un’etica della Resistenza nella quale si sintetizzano tutti i valori dei “ribelli per amore”: un ufficiale italiano, esponente dei partigiani cattolici, teorico dei valori di libertà, ucciso a bastonate per aver difeso un compagno di prigionia. “Sui monti ventosi e nelle catacombe della città - così si conclude la sua ‘Preghiera del ribelle’ -, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare. Dio della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.

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URBINO. Dal 14 settembre al 13 ottobre 2013 si tiene ad Urbino la mostra che insieme unisce i festeggiamenti per gli 80 anni di Mario Logli, interprete ideale della cittadina marchigiana di cui ne descrive attraverso i quadri la memoria, e le iniziative per la candidatura di Urbino a Capitale europea della cultura per il 2019. La mostra, circa settanta olii su tela, è prima di tutto un riconoscimento alla città stessa e ai suoi abitanti che, conservando gelosamente nelle proprie case le immagini che il pittore ha delineato di Urbino, lo hanno considerato come il miglior interprete del sogno della propria città. Per questo motivo la scelta dei luoghi espositivi è caduta sulle Sale del Castellare, vecchia sede della Scuola del Libro, e sul Teatro Sanzio come luogo che simbolicamente rappresenta la città: il palcoscenico / la piazza, i palchi / le case, la platea / le storie. Il progetto espositivo mette in scena nelle Sale del Castellare alcune opere di Logli davanti ad un numero indefinito di cavalletti da pittore. Da un lato si racconta il maestro davanti ai suoi allievi, dall’altro le ombre dei cavalletti evocano la memoria della Scuola che un tempo occupava quegli stessi spazi. Il Teatro Sanzio, di cui nel 2013 si celebrano i 160 anni dalla apertura, accoglie i dipinti di Logli costruiti come teatrini, come scenografie ingannevoli, come giochi prospettici per rappresentare l’età irripetibile dei giochi in piazza. Nei dipinti di Logli fra i luoghi più citati compare la massa compatta del teatro,

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arte cultura sport

15 settembre 2013

L’ARTISTA URBINATE RENDE OMAGGIO ALLA SUA TERRA

La pittura di Logli teatro della città di Urbino

impiantato originalmente su un torrione delle mura: gran parte dei dipinti sono collocati sul palcoscenico come sfondo delle storie della città, segnale del bozzetto

di un nuovo fondale dipinto che nel suo realizzarsi potrà diventare un forte segno di vitalità progettuale per la città. Nei palchi, immaginati come condominio,

sono collocati alcuni dipinti, a suggerire la grande popolarità di Logli tra i cittadini. Nel foyer una cassa da viaggio accoglie per tutta la stagione teatrale 2013-2014 una selezione di opere dell’artista urbinate rappresentative dei diversi periodi della sua attività. La mostra, promossa e patrocinata dalla Città di Urbino, è prodotta e realizzata dallo studio mjras di Urbino che nelle persone di Roberto Bua, Silvia Cuppini, Joan Martos firma il progetto. L’introduzione al catalogo è di Silvia Cuppini. L’esposizione si avvale del generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e del contributo di Benelli Armi, di TVS S.p.A., dell’Hotel Excelsior di Pesaro, dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro e dell’Albergo San Domenico di Urbino. Gdl

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UNA VITA PER L’ARTE

Le tappe di un prestigioso itinerario

URBINO. Mario Logli nasce ad Urbino nel 1933 e si forma presso la Scuola del Libro nella sezione di Litografia diretta da Carlo Ceci. Un momento significativo per l’apprendistato dell’arte è la successiva frequentazione della bottega del ceramista Armando De Santi. Nel 1955 si trasferisce a Milano, chiamato a svolgere la sua attività presso l’editore Garzanti. Dal 1964 al 2002 è responsabile del settore illustrativo dell’Istituto Geografico De Agostini. Contemporaneamente collabora con Ezio Frigerio, disegnando costumi teatrali per il Piccolo all’epoca guidato da Strehler. Il primo riconoscimento come pittore avviene nel 1970 alla Galleria Libreria di Porta Romana dove espone No-ManLand, presentato da Marco Valsecchi. L’inquietante tema dell’inquinamento della terra da parte dell’uomo viene approfondito nel 1975 con Gli Invasori.

Ogni mostra raccoglie intorno a un tema una serie di opere, così nel 1980 nascono Le Isole volanti e nel 1982 Dopo i Trionfi, per i quali Paolo Volponi fra l’altro scrive: “Ossessivamente urbinate è il suo gruppo di opere, e non solo e nemmeno tanto per i soggetti ma proprio per l’essenza, per l’interna qualità che si riconosce in ogni singolo dipinto come opera d’arte del clima versato e irresistibile di Urbino: dimensione, flusso, quieta catastrofe. E anche perché contiene ancora dentro di sé, dopo trent’anni di esercizio del pittore, ingredienti, fermenti, ricette, manipolazioni tipici della gloriosa Scuola del Libro, già nei locali bassi del Palazzo Ducale: tutti i suoi pregi di applicazione, ricerca, controllo, materia, mano, e anche i suoi piccoli difetti di insistenza, minuziosità.” Nello stesso anno, sullo stesso soggetto, interviene Carlo Bo: “Com’è Urbino nella memoria? Logli da anni ce ne dà una

risposta soddisfacente, al punto di non temere smentite. Più che ai luoghi si riferisce alle idee, immagini interiori del cuore, e su questa strada finisce per toccare il punto vero della questione: ricreare, passare al filtro dell’intelligenza due o tre categorie essenziali o che per lui sono essenziali.” Del 1984 è il Teatro delle memorie e del 1987 Archeologie del futuro presentata da Enrico Baj. Seguono nel 1992 Nature silenti e nel 1996 Architetture dell’anima con la presentazione di Rossana Bossaglia. Dal 1997 al 2008 si susseguono rassegne come Città in fuga, Città del sogno, realizzata a Urbino e a San Marino, Tra terra e cielo, Il sogno dei Duchi, I luoghi del ritorno a Recanati per Beniamino Gigli. Nel 2010 a Senigallia espone Lieti colli e spaziosi campi, dedicata all’amico Giacomelli È stato prescelto da una giuria di critici europei tra i cinque migliori artisti

italiani del momento. Fra i moltissimi riconoscimenti vanno menzionati L’Ambrogino d’oro di Milano, il Premio Lombardia e quello per l’Arte Fantastica di Stoccarda. gdl

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L’artista si formò all’istituto di Belle Arti di Urbino

Le forme e i volumi di Nino Ricci

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iscreta, silenziosa e netta è l’immagine che dalle opere di Nino Ricci ci appare, come condensata in una luce aurorale o crepuscolare; una solidificazione in un’atmosfera lieve e rarefatta, o un’incerta epifania di forme e volumi che dalla superficie della tela o della carta si protendono verso di noi conquistando nello spazio un rilievo di timida tridimensionalità. A differenza

delle nature morte del periodo metafisico di Morandi, in cui le forme rispondono a regole compositive di tipo geometrico e una luce cruda ne segna nettamente i contorni, qui è una “visione” nuova e originale dell’artista, che attraverso l’intermediazione del quadro, ci viene offerta, con un linguaggio che parla con leggeri strati di colore, mai aggressivi o dirompenti, che crea un seducente “gioco” di ritmi e di fratture, non geometrico o meccanico, ma come librato sulle ali dell’immaginazione; sono le “forme”, dai contorni come sbrecciati, e gli spazi, nel loro dialettico colloquiare, a creare addensamenti, solide esistenze, prive di ogni identità o riconoscibilità naturalistica (se non un lontano rinvio a scaglie di marmo o

UN PREMIO PER UN REBUS

di ghiaccio), ma come frutti di percezione, di immaginazione o di sogno che si raggrumano in strati di colore, e trovano un flusso ed un palpito vitale (una vita propria) in ritmi e confronti dialettici. Una vasta antologica (“Le metamorfosi della geometria”) promossa dal Comune di Macerata, curata da Giuseppe Appella ed allestita nei sontuosi spazi del settecentesco Palazzo Buonaccorsi, ne fa ripercorrere, attraverso più di cento opere (dal 1957 al 2013) tra olii, acarilici, acquerelli, pastelli e lavori grafici inseriti in raffinate pubblicazioni a commento di opere poetiche. Nato a Macerata nel 1930, Ricci dopo gli anni della sua formazione, prima ad Urbino, all’Istituto di Belle Arti, dove stringe

aggio

Buono sconto in om

Frase: 5-8

I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a pesaro@ilnuovoamico.it oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate. PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

amicizia con il coetaneo Elvidio Farabollini, nativo di Treia e prematuramente scomparso nel 1971, e poi (tra il 1950 e il 1955) all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha come insegnanti, tra gli altri, Sante Monachesi, Toti Scialoja e Mario Rivosecchi, è vissuto sempre piuttosto appartato nella sua città, ma, dalla quiete della provincia che è stata comunque il suo primo vero “laboratorio” in un ambiente stimolante per la presenza di tanti artisti affermati a livello nazionale, ha sempre partecipato intellettualmente al dibattito sulla ricerca artistica italiana ed internazionale della seconda metà del Novecento. Michele De Luca ©riproduzione riservata


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arte cultura sport

15 settembre 2013

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5 E 6 OTTOBRE LE GIORNATE DONATORI NELLE PIAZZE E DAVANTI ALLE CHIESE

La mezza maratona della Panoramica all’Aido

L’

avevano promesso, è così è stato. Gli organizzatori della 7° edizione de “La Panoramica. Trofeo Aido” (la Mezza maratona non competitiva organizzata dall’Atletica Banca di Pesaro e dal Circolo Tennis in collaborazione con l’Ente Parco San Bartolo e Aido) hanno versato il ricavato dell’iniziativa (al netto delle spese organizzative) all’Associazione Italiana Donatori Organi, a sostegno della nobile attività. “La nostra società – spiega lo storico podista Stefano Stramigioli - facendo fede al motto “In Panoramica tu puoi ridare la vita” organizza da anni questa manifestazione senza scopo di lucro, e siamo ben lieti di donare oggi questo assegno all’Aido”. L’iniziativa si è progressivamente affermata nel mondo del podismo grazie anche alla capacità degli organizzatori di proporre inesplorate novità come la “run bike”, coniugando una giornata di sport con la scoperta e la valorizzazione dell’incantevole paesaggio

del Parco. “San Bartolo e sport sono un binomio vincente – afferma il presidente del Parco Domenico Balducci -. Siamo ben lieti di promuovere eventi che coniughino lo sport e il benessere con la sostenibilità ambientale e la solidarietà: come abbiamo fatto anche in occasione del 1 maggio per Telethon. Sono appuntamenti che valorizzano turisticamente il Parco, proponendo esempi di fruizione responsabile. E chi partecipa si sente parte di un progetto condiviso”. “La gara fatta in uno scenario suggestivo quale quello del Parco San Bartolo precisa il presidente dell’Aido provinciale Gabriele Riciputi - ha un grande valore per la nostra associazione, che tra le sue mission, oltre alla promozione della donazione, ha la sensibilizzazione a stili di vita che mantengano il corpo efficiente: come la corsa, l’aria aperta e la rivelazione del Parco. Non è rilevante l’importo della donazione, per la nostra associazione è comunque un aiuto importante, visto

Tra le dolci colline, le vallate e le montagne della nostra zona, la storia ha disegnato il paesaggio in modo molto singolare. Ancora una volta l’associazione Percorsi Ritrovati ha proposto un percorso intriso di natura, storia e un pizzico di leggenda. Un trekking a cavallo di due giorni che, facendo campo base nel parco del Sasso di Simone e Simoncello, ha condotto i numerosi partecipanti a spasso in una delle cerrete più grandi d’Italia fino ad arrivare sull’altopiano dove sorgeva la mitica “Città del Sole”, seguendo gli echi di una storia antica. Sull’altopiano sorgeva una Abbazia dedicata a San Michele Arcangelo e un oratorio dedicato alla Maddalena, e qui la storia si tinge di leggenda. Sembra inoltre che la città fossa stata edificata “carpendo” i segreti di un’altra città che sorgeva in un altro altopiano in Terra Santa: la città di Masada degli Esseni. Adesso non rimangono che poche pietre tra stupendi faggi, a testimonianza di un passato glorioso. Perché una città che sorgeva in una importante via di comunicazione ed ospitava un fiorente mercato, intorno al XVII sec. è stata abbandonata? Ma soprattutto perché è stata “smontata” pietra dopo pietra? Da diversi studi sembra che proprio tra i due “sassi” che caratterizzano l’orizzonte, passasse una antichissima via di pellegrinaggio che collegava i percorsi che provenivano dalla valle del fiume Foglia con quella che oggi è chiamata la “via Francigena”. Una antica via che collegava Santa Sophia a Costantinopoli con Santiago de Compostela. L’antico porto

TRA STORIA E LEGGENDA

sensibilità del suo presidente Domenico Balducci, e confidiamo che possa estendersi anche alle altre iniziative”. Nella nostra provincia la donazione di organi sta avendo buoni risultati, sia come numero di donazioni che come iscrizioni all’AIDO. Molte adesioni, per altro, arrivano dai giovani, il che dimostra che l’azione di sensibilizzazione giocata dall’associazione in ambito sportivo, nelle scuole e negli oratori, sta avendo un esito positivo. “Sono circa 10.000 gli ammalati in lista di attesa – conclude Riciputi - ed ogni anno si compiono circa 3.300 trapianti, ma non sono sufficienti a soddisfare le necessità immediate, molti pazienti non avranno il sospirato dono di una nuova vita, ma un esito funesto. Per questo qualsiasi iniziativa atta a sensibilizzare su questo importante e delicato argomento è colta con entusiasmo, e non ci stancheremo mai di chiedere la collaborazione di chiunque”. Il 5 e 6 ottobre prossimi anche a Pesaro ci saranno le giornate dell’AIDO e i volontari saranno nelle piazze e davanti alle chiese a fare informazione e raccolta fondi offrendo le piante di anthurium. F.P.

che possiamo svolgere la nostra attività solo grazie a contributi di volontari e benefattori, non avendo contributi istituzionali”. L’appuntamento sportivo ha inoltre il merito di aver fatto riscoprire ai tanti partecipanti il parco ed allo stesso tempo il valore della donazione. “AIDO invece – precisa Riciputi – ha scoperto questa nuova sinergia con l’Ente Parco, grazie alla

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A.I.D.O di Montelabbate “Anna Morelli”

A

lla presenza del Presidente provinciale Gabriele Ricciputi, il 3 settembre si è costituito il Gruppo Comunale A.I.D.O (Associazione Italiana Donatori Organi) di Montelabbate. Il Direttivo e le cariche del gruppo sono: Presidente: Anna Ucchielli, Vicepresidenti: Ivano D’urso e Enrico Pierantoni, Amministratore: Catia Bernardini Segretario: Cinzia Ferri, Cons.Direttivo: Walter Marcolini e Patricia Casadei. Domenica 15 settembre alle ore 9.30 si terrà la cerimonia inaugurale presso la sala del consiglio del Comune di Montelabbate. Il Presidente, il Direttivo ed i soci sono lieti di invitare la cittadinanza. Email: anna.ucchielli@ virgilio.it Francesco Rinaldi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Trekking della città perduta di Vallugola ospitava le navi provenienti dalla Dalmazia e da lì, le genti, i mercanti, i pellegrini si incamminavano lungo “la via del Fiume” verso la Città del Sole, verso la Toscana e verso la tomba dell’Apostolo Giacomo. La bellezza e l’unicità degli ambienti interessati dal trekking, sia dal punto di vista naturalistico che storico rende ancora più triste dover constatare che a volte le amministrazioni pubbliche non si curano a sufficienza di tutto questo. Ponti romani sommersi dai rovi, chiese e abazie quasi completamente abbandonate. Per non parlare poi dello stato in cui versano i pochi sentieri rimasti, spesso inadeguati e affiancati da una cartografia con degli errori talmente madornali da renderla quasi inutile o addirittura fuorviante. Un continuo contrasto fra la bellezza dei luoghi e l’incuria di chi questi luoghi dovrebbe difendere e promuovere. Nonostante lo zelo e la buona volontà di chi ci vive, servirebbe una politica più attenta e presente, per rendere il nostro territorio più “ospitale”, attento ad una domanda di “turismo alternativo” in continua crescita nonostante la crisi. Una gestione più oculata permetterebbe la formulazione di una proposta turistica altamente competitiva, unica nel suo

IL NUOVO AMICO È nelLE EDICOLE DI fano • ferlito giuseppe v. le XII Settembre 1 • A.F. News s.n.c. p.za Amiani • Edicola di Simona Garoffolo v. Nolfi • Rivendita Giornali e riviste di Palazzi Augusto v. Roma 8/a

genere data l’unicità del territorio interessato, ecosostenibile, e che potrebbe dignitosamente affiancarsi al turismo “di riviera” e arricchirlo. Ma tutto questo sembra non interessare ai nostri politici. A tale scopo l’arch. Alessandro Saffioti con l’associazione Percorsi Ritrovati aveva regalato alla Provincia di Pesaro e Urbino un rilievo completo del percorso lungo il fiume Foglia, da Pesaro sino a Mercatale, che solo tre anni fa era quasi completamente fruibile, fatta eccezione per alcuni piccoli ostacoli costituiti per lo più da fossati o alberi caduti. Si spera

IL NUOVO AMICO È IN TUTTE LE EDICOLE DI PESARO

che tutto questo lavoro non rimanga in un cassetto a prendere polvere! Alcuni brevi tratti sono attualmente oggetto di intervento, ma la maggior parte del percorso è in stato di completo abbandono. Una ricchezza storica, naturalistica e culturale che rischia di andare perduta e che invece potrebbe costituire il volano di una ripresa economica che interesserebbe non solo gli appassionati del settore, ma anche tutte le strutture ricettive locali, nonché i produttori di prodotti tipici di cui il territorio è pieno.

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SETTEMbrE

FARMACIE DI PESARO TURNO DAl 16 Al 22 SETTEMbRE 2013 Lunedì

16 Zongo V. Rossi, 17

Martedì 17 Soria V. Laurana, 4

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Mercoledì 18 ViLLa San MarTino Via Solferino, 68/2 0721-453359

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Venerdì 20 MaFFEi PEnSErini Via Cecchi, 28

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Sabato

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Domenica 22 bELLagaMba Str.da Adriatica, 403 MarE V.le Fiume, 95 INFORMAzIONI UTIlI Il turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno successivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

24 h

0721-69083

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TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMS E’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scrivendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.


24 15 settembre 2013

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