«Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre 2013

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COPIA OMAGGIO

22 settembre 2013 • Anno 110 • N. 34 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

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urbino

Ingresso del parroco don Ambrosini

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quadrante

Aggiornamento nelle diocesi (2)

È impossibile credere da soli

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o sfogliato il testo per vedere quale immagine particolare di Chiesa ci offre “La lumen fidei” e contribuire in qualche modo all’aggiornamento pastorale che si svolge in questo periodo nelle nostre diocesi. Gesù è la Parola (Verbo) incarnata che offre in dono l’ascolto e la possibilità di dire “io credo” ed è proprio l’Enciclica “Lumen fidei” a far brillare la fede come esperienza personale del rapporto con Dio e nel medesimo tempo come esperienza ecclesiale. Infatti è scritto che “l’esistenza credente diventa esistenza ecclesiale” (Lf n. 22) e che il credente potrà percepirlo, per se stesso, solo dall’interno della comunità a cui appartiene e in cui vive, non come parte di un tutto anonimo ma dell’unione vitale di Cristo con i credenti e dei credenti tra di loro. Nel servizio reciproco infatti ognuno guadagna il proprio essere e la propria individualità. Si capisce allora che la fede, come atto individuale, non trova lo spazio per sorreggersi, se non si professa dall’interno del “Corpo di Cristo in comunione con tutti i credenti”. È da questo luogo ecclesiale che il singolo cristiano si apre verso tutti gli uomini senza differenza di età, di sesso, di colore, di cultura e di censo. Non è un accadimento privato quello che nasce da un ascolto ed è destinato a diventare annuncio. “Ho creduto perciò ho parlato” (2 Cor 13). La fede si fa parola per gli altri e manda luce “che si rispecchia di volto in volto” come nella liturgia pasquale quando dal Cero si stacca una fiammella e va ad accendere, l’una dopo l’altra, tutte le candele. Così la trasmissione della fede brilla su tutta l’umanità: attraversa l’asse del tempo, entra nella memoria storica di generazione in generazione. Si dice pure che non è possibile un’esatta conoscenza di sé se non si è immersi in una memoria più grande. Avviene così anche per quanto riguarda la fede. Arriva a noi attraverso la testimonianza di altri, conservata viva in quel soggetto unico di memoria che è la Chiesa e che la successione apostolica ne garantisce l’integrità e la continuità. Si legge anche che è “impossibile credere da soli”: il credo non è un’opzione isolata e individuale tra Dio e l’uomo, ma diventa “un noicomunione” talmente espressivo da caratterizzare tutto l’arco della liturgia. Ed è proprio nella liturgia che la Chiesa – comunità cresce nella sua pienezza. Raffaele Mazzoli

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San Terenzio nel segno del laicato

AVVIO DELL’ANNO PASTORALE E CONVEGNO DIOCESANO MESSAGGIO DI MONS. COCCIA PER LA FESTA DEL PATRONO

L’

annuale ricorrenza della festività di San Terenzio, patrono della città e dell’Arcidiocesi, induce la chiesa locale, tramite il suo pastore, ad una riflessione che la coinvolge quotidianamente nel rapporto tra fede vissuta e contesto culturale e sociale. La felice coincidenza della celebrazione della festività di San Terenzio con l’inizio dell’anno pastorale dedicato alla corresponsabilità del laicato, concentra la nostra riflessione sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa e nella nostra società di Pesaro A questo riguardo mi è caro sottolineare come da sempre la chiesa di Pesaro, con il suo laicato più impegnato, ha contribuito a formare in modo decisivo la cultura del nostro territorio e la sua configurazione sociale. Oggi avvertiamo la necessità di un rinnovato impegno in questa direzione. Continua a pag. 8

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Chiesa e Mondo

22 settembre 2013

L a Parola di Dio XXV Domenica del Tempo Ordinario Anno C

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n profeta umile, di origine pastorale e semplice contadino, è costretto, suo malgrado, da Dio a farsi sua voce contro tutti coloro che opprimono il “povero” e sfruttano gli “umili del paese”. Il testo così rigoroso sembra essere in contrasto con la parabola del vangelo, creando una certa confusione nella nostra mente e nel nostro cuore, chiamati a prendere come modello un “amministratore” chiaramente e deliberatamente “disonesto”. Il Signore ci mette in guardia dalla pusillaminità e da quella sorta di depressione spirituale che rischia di paralizzare e impoverire la vita. Gesù ammaestra i suoi, i figli della luce, a non essere pigri o svogliati nell’agire, ad essere sempre pronti nell’intervenire, avveduti

Astuzia per il Regno

e accorti, proprio come lo sono i figli del mondo nel curare i loro interessi. Nessun servo può servire a due padroni. La ricchezza è dannosa perché diventa per l’uomo una forma di schiavitù e di idolatria. L’uomo pensa di possedere, ma in realtà finisce per essere posseduto. Dio non può stare a questo gioco. Egli non vuole essere il tutto della vita delle sue creature, ma vuole essere l’unico Signore. Luca 16,1-13. Il brano evangelico di questa domenica raccoglie una serie di detti di Gesù che ruotano intorno al tema delle ricchezze. Il testo, dominato dalla parabola dell’amministratore scaltro, fa emergere chiaramente anche altri temi non meno importanti per la sua comprensione e il suo messaggio: chi è fedele in cose di poco conto è fedele anche in cose importanti; non potete servire Dio e la ricchezza. Amos 8,4-7. E’ un richiamo forte alla giustizia sociale soprattutto nei confronti dei più deboli. Il profeta condanna le ingiustizie

operate in un momento di prosperità, quando il guadagno poteva diventare il criterio fondamentale della vita di molti. 1 Timoteo 2,1-8. L’Apostolo esorta a pregare per coloro che hanno responsabilità di governo “perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”. La vita di fede non è estranea alle scelte che si fanno nella società.

ci vorrebbe l’astuzia e la prontezza dell’amministratore della parabola messa a servizio del Vangelo. -Il grande padre della Chiesa San Basilio diceva: “Ricco, hai rubato tu o tuo padre?”. Facciamoci amici con la ricchezza, perché solo la condivisione toglie il carattere di iniquità. Ogni proprietà, dice la dottrina sociale della Chiesa, ha un’ipoteca sociale.

Meditatio - Gesù non ci propone quest’amministratore come modello di disonestà, ma come esempio di astuzia. Al centro sta l’amara constatazione del Rabbì: “I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce”. Il discepolo dovrebbe avere la stessa prontezza, astuzia e passione dell’amministratore per assicurarsi e per annunciare il Regno di Dio. - E’ vero, forse manca passione. Molte delle nostre comunità sono sedute, ripetitive, nostalgiche, stancanti, incapaci di novità, di dialogo, di ascolto e di accoglienza. Davvero

Oratio Padre, donaci la forza e la grazia di non essere affascinati dalla ricchezza come divinità e di non dire mai che “il denaro è tutto”. Che la nostra coscienza non sia condizionata da una scala di valori in cima alla quale c’è l’avere il più possibile, ad ogni costo! Che l’uso dei beni e il nostro stile di vita più sobrio e sostenibile siano per noi la cartina di tornasole dell’autenticità della nostra fede. Armando Trasarti, Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

IL PAPA AL CLERO ROMANO

“La Chiesa non crolla” C

reatività coraggiosa, conversione pastorale, accoglienza nella verità. Con la particolare attenzione alle “periferie esistenziali”, che sono anche quelle del “pensiero debole e povero”. Indicazioni che il vescovo di Roma lancia ai suoi sacerdoti nel primo incontro con il clero romano. Davvero un incontro “di famiglia”, come lo definisce il cardinale vicario, concluso dalla consegna di un dono al Papa, un’icona realizzata da don Massimo Tellan, parroco di San Giovanni Crisostomo. Un incontro confidenziale e diretto, nello stile cui Francesco ci ha abituati dall’inizio del pontificato, con i saluti personali a decine di sacerdoti prima di lasciare la basilica di San Giovanni in Laterano. A tutto campo, il vescovo di Roma risponde alle domande dei sacerdoti, guardando con lucidità ai “problemi gravissimi della Chiesa”, ma senza pessimismi. “La Chiesa non crolla. Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi, è un momento bello della Chiesa, basta leggerne la storia. Ci sono santi riconosciuti anche dai non cattolici - pensiamo alla Beata Teresa - ma c’è una santità quotidiana di tanti uomini e donne, e questo dà speranza. La santità è più grande degli scandali”. Un incontro segnato dal racconto di

esperienze di vita a Buenos Aires e dalla richiesta di preghiera per lui, all’avvicinarsi del 60° anniversario - che cadrà il prossimo 21 settembre - di quel giorno in cui sentì per la prima volta lo sguardo di Gesù su di lui. E proprio alla necessità di tornare al “primo amore”, al primo sguardo di Gesù, il Papa invita i sacerdoti che gremiscono la basilica: lo fa nella riflessione che introduce l’incontro, scaturita dalla risposta alla lettera di un prete romano che condivideva con il vescovo la sua “fatica nel cuore”. Un’espressione che ha riportato alla mente e al cuore del Papa quanto scriveva Giovanni Paolo II sulla “peculiare fatica del cuore” di Maria nella “Redemptoris Mater”. La fatica, però, fa parte della missione sacerdotale. “Quando un prete è in contatto con il suo popolo, si fatica”. Di fronte a questa fatica, chiarisce Francesco, c’è solo la risposta di Gesù: andare con i poveri, annunciare il Vangelo e andare avanti. Anche se certamente sono di aiuto “la preghiera davanti al tabernacolo, la vicinanza con gli altri preti e la vicinanza del vescovo”. E la memoria di momenti come l’inizio della vocazione, l’ingresso in Seminario, l’ordinazione sacerdotale: “La memoria è il sangue nella vita della Chiesa”. Numerosi i temi che emergono dalle cinque domande (a porle sono padre

Carbonaro, don Mortigliengo, don Le Pera, don Sparapani, don Brienza) e che meritano risposte articolate. “Accoglienza cordiale” è la parola su cui insiste il Papa. “I fedeli si sentano a casa”, sottolinea. Un’accoglienza - il riferimento è in particolare alle coppie conviventi - da esercitare però nella verità. “Dire sempre la verità”, sapendo che “la verità non si esaurisce nella definizione dogmatica”, ma si inserisce “nell’amore e nella pienezza di Dio”. Il prete deve quindi “accompagnare”. Basti pensare, afferma Francesco, ai discepoli di Emmaus, a come “il Signore li ha accompagnati e ha riscaldato loro il cuore”. L’invito di Francesco ai preti del clero romano è poi a intraprendere “strade coraggiosamente creative”. E cita esempi vissuti a Buenos Aires, come l’apertura di alcune chiese per tutta la giornata con la disponibilità di un confessore o l’avvio di “corsi personali” per le coppie che intendono sposarsi ma non possono frequentare i corsi prematrimoniali perché lavorano fino a tardi. Restano prioritarie le “periferie esistenziali”, che sono anche “quelle delle famiglie”, di cui ha parlato più volte Benedetto XVI, come il tema delle seconde nozze. Il nostro compito, dice, è “trovare un’altra strada, nella giustizia”. Angelo Zema

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Padre Pino Puglisi, il giorno del ricordo

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icorre il ventennale dell’omicidio del sacerdote che è stato beatificato a maggio. In cattedrale, a Palermo, centinaia di fedeli, autorità e religiosi arrivati da ogni parte della Sicilia. “La testimonianza di don Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia, ha rotto l’ultimo pezzo di complicità nella città nei rapporti tra mafia e chiesa” così lo ricorda il Vescovo Orlando. Il 20 ottobre la posa della prima pietra per una nuova chiesa a Brancaccio.

La Messa a Brancaccio

Brancaccio, alle 18 del 15 settembre, giorno in cui veniva ucciso don Pino, è stata celebrata dall’arcivescovo Paolo Romeo una messa sul luogo dell’omicidio. “Don Pino ha donato un sorriso, ha dato la sua disponibilità a Dio e ha sigillato col suo sangue la sua dedizione al quartiere di Brancaccio e il suo amore alla Chiesa. Ad attenderlo c’erano odio, tenebre e violenza”. Così ha esordito l’arcivescovo Paolo Romeo, che ha celebrato nel piazzale Anita Garibaldi la messa di anniversario per padre Pino Puglisi. Tra gli altri era presente anche Francesco Puglisi, uno dei fratelli del sacerdote. Tantissime le persone in piedi che hanno assistito alla messa. Sul palco anche un frammento osseo, reliquia del parroco proclamato beato. A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo. Su ciascun balcone che circonda il piazzale decini di residenti hanno esposto i lenzuoli bianchi sui balconi. “Dobbiamo rilanciare il messaggio di don Puglisi, un modello da imitare e per questo, tra le tante iniziative, il 20 ottobre l’Arcivescovo Romeo poserà la prima pietra nel terreno donato dal comune di Palermo e dall’agenzia nazionale dei beni confiscati per la costruenda chiesa che sarà intitolata a padre Pino Puglisi”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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CALENDARIO 15 settembre

San Fiorenzo Eremita

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erso il 718 una carta dà a un abate il titolo di “rettore di S. Fiorenzo di Glonna, il cui prezioso corpo riposa là, nel paese del Poitou”: è la prima menzione di s. Fiorenzo. L’abbazia del Monte Glonna era già allora molto potente. Situata su un costone che domina la Loira, press’a poco a metà distanza fra Angers e Nantes, favorita da Carlomagno che l’utilizzò come fortezza contro le incursioni dei Bretoni, incendiata una prima volta verso l’845 dai Bretoni stessi, devastata in seguito dai Normanni, essa si ristabilì verso l’850 e approfittò dell’anarchia feudale per assicurarsi un potente dominio e sottrarsi a ogni giurisdizione episcopale. Dal sec. VII, almeno, i monaci veneravano Fiorenzo, un santo locale, forse uno dei primi apostoli della contrada, che consideravano loro fondatore, e questo santo oscuro beneficiò della potenza dell’abbazia, e delle molteplici traslazioni delle sue reliquie, nel Poitou, nell’Orleanese, fino a Tournous nella Borgogna, prima di giungere a Saumur nell’Anjou, dove, dopo le invasioni normanne, il monastero poté essere ricostruito e ritrovare la potenza del passato. Il Monte Glonna, chiamato S. Florent-le-Vieil, rimase un priorato dipendente da S. Florentlès-Saumur, o S. Florentle-Jeune. Rapite nel 1077 dal conte di Vernadois, e da lui donate alla collegiata di Roye (Somme), la quale prese allora il nome di St. Florent, le reliquie di questo santo furono riprese nel 1475 da Luigi XI e divise tra Roye e Saumur. Un santo così conteso non poteva rimanere senza storia; nel sec. IX, quindi, gli si creò una vita di sana pianta: se ne fece un fratello di s. Floriano, martirizzato nell’attuale Austria l’anno 304; sfuggito alle sue guardie, come s. Pietro, giunge in Gallia dove s. Martino (che in realtà non è ancora nato) lo ordina prete; si ritira sul Monte Glonna dove caccia via dei serpenti e compie miracoli abituali a questo genere di romanzi, prima di morire a 123 anni. Non possiamo pretendere esattezza storica da un monaco che vuole solamente esaltare il preteso fondatore della sua abbazia ed edificare i suoi confratelli. Durante la Rivoluzione francese, S. FlorentleVieil fu il punto di partenza e uno dei focolai della resistenza dei contadini cattolici alle leggi antireligiose, resistenza nota come “guerra della Vandea”, e uno dei suoi capi, Bonchamps, è sepolto nella chiesa dell’abbazia, oggi parrocchiale. Oggi, vicino alla chiesa, la canonica occupa ciò che resta delle fabbriche del monastero e molti luoghi dei dintorni conservano il nome di St. Florent.

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Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 18 settembre 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 19 settembre


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Socio Politico

22 settembre 2013

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Finalmente c’è qualcuno che si fa carico della gente comune

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uartiere romano, mattina, esterno giorno. La carrozzella avanza di buon passo sul marciapiede e il padre alla guida si esibisce con consumata perizia in una serie di slalom acrobatici tra le deiezioni canine abbandonate dall’incuria dei padroni e le trappole infingarde delle buche mal riparate. Il ragazzino a bordo un po’ ride e un po’ sbuffa, perché ogni mattina il percorso a ostacoli per arrivare a scuola è sempre più difficile. Ed ecco che, proprio quando il traguardo è vicino, un mostro si para beffardo tra la squadra su ruote e la fine della strada: un macchinone è parcheggiato con noncuranza sullo scivolo dei disabili e impedisce la discesa e l’accesso. Dopo un attimo di comprensibile turbamento e un primo approccio indeciso per consentire la presa delle misure, il papà alla guida si produce in un numero di alta

precisione che consente il passaggio della carrozzella e il superamento in agilità del bestione metallico. Il figlio, attento all’ingombro del proprio mezzo, aiuta come può, tenendo d’occhio gli spigoli e suggerendo rifiniture di transito. Nel frattempo, tra genitori in attesa e passanti residenti, si è formata una piccola folla prontamente autonominatasi comitato di sostegno, che elargisce variegati consigli e offre generosamente aiuto per un eventuale trasbordo a braccia. Felicemente concluse le operazioni di movimentazione, i commenti non si fanno attendere, anche perché l’auto, nuova e lustra, espone targa diplomatica e lo sdegno verso l’ennesima casta diventa rabbia. Tra chi propone una sommaria giustizia a colpi di chiave e cacciavite e chi se la prende con l’amministrazione pubblica che non fa nulla contro i prepotenti, colpisce una voce dal fondo: “Ci vorrebbe

Papa Francesco, lui sì che…”. Ora, se anche per combattere la maleducazione e l’ignoranza delle più elementari regole di convivenza civile si comincia a invocare l’intervento del Papa, qualcosa vorrà ben dire. Così si fa strada, nell’immaginario collettivo, l’idea che finalmente è arrivato qualcuno che si fa carico dei mali del mondo, uno che c’è e che ha a cuore la gente comune. Ma cercare altrove la soluzione di problemi in cui basterebbe accendere la spia della responsabilità personale è piuttosto puerile. Questo Papa ci sprona a dare il meglio di noi, ogni giorno, e ad essere davvero protagonisti della vita e della società con la testimonianza.. Emanuela Vinai

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ACCORDO SULL’ELIMINAZIONE DELL’ARSENALE CHIMICO IN SIRIA

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opo un paio di giorni di negoziati serrati a Ginevra, il segretario di Stato americano e il ministro degli Esteri russo hanno trovato un accordo sull’eliminazione dell’arsenale chimico in Siria. L’intesa verrà inclusa in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che prevederà sanzioni economiche per la Siria in caso di violazione del protocollo. La Russia ha infatti chiarito che si opporrebbe a ogni ipotesi di intervento armato. Il regime di Assad non ha ancora ufficializzato la sua adesione al piano russo-americano, ma ha espresso soddisfazione per l’esito dei negoziati. Damasco ha una settimana per presentare la lista di tutte le armi chimiche possedute. Dovrà poi permettere che gli ispettori Onu accedano liberamente e senza restrizioni in tutti i siti e dare inizio all’opera di distruzione delle armi chimiche. È un piano molto impegnativo, ma certamente preferibile per Assad rispetto all’intervento armato americano. A ben vedere, tutti e tre gli attori coinvolti nella vicenda hanno guadagnato qualcosa da questo accordo, che infatti è stato raggiunto molto velocemente, dopo che la diplomazia russa lo aveva proposto all’inizio della scorsa settimana. Chiaramente, il principale vincitore è Vladimir Putin, che è riuscito a evitare l’intervento americano ai danni dell’alleato Assad; ha rilanciato il ruolo della Russia come interlocutore fondamentale per il raggiungimento dell’ordine in Medio Oriente e non solo; è riuscito a farsi ringraziare implicitamente dagli Stati Uniti, che senza l’iniziativa russa non sarebbero riusciti ad uscire dalla brutta situazione in cui si erano cacciati. Tutto sommato, ha vinto un po’ anche Obama, o sarebbe meglio dire che, proprio grazie alla svolta russa, è riuscito a non perdere. Infatti, dopo che la Casa Bianca si era

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tornata la violenza a Mindanao, l’isola nel sud delle Filippine dove da quattro decenni è in corso, a fasi alterne, un conflitto separatista che ha provocato circa 120mila morti. Nella bella e florida Zamboanga, conosciuta come “città dei fiori”, dove vivono un milione di abitanti (l’80% sono cattolici), dal 9 settembre sono ripresi gli scontri tra i ribelli islamici del Moro national liberation front e l’esercito. In pochi giorni sono stati presi in ostaggio tra i 100 e i 200 civili, per usarli come scudi umani: tra questi un prete cattolico, padre Michael Ufana, liberato dopo alcuni giorni. Si parla di almeno 60mila sfollati e 53 persone uccise dall’inizio dei combattimenti, che continuano nella notte, nonostante il dichiarato cessate-il-fuoco. Sono in corso trattative tra il governo e il leader dei ribelli Nur Misuari, per trovare una soluzione. I ribelli mirano all’indipendenza dell’intera isola Mindanao, dove sono sbarcati lunedì scorso via mare, senza trovare ostacoli. Volevano issare sul municipio la bandiera della Bangsamoro Republik, la “Repubblica dei mori”, fondata per l’ennesima volta dal loro leader Misuari, un ultrasettantenne che è stato

Putin-Obama-Assad: un guadagno per tutti

cacciata in una vicolo cieco minacciando un intervento senza vere prospettive politiche, che buona parte del Congresso non voleva, e di cui non era convinto neppure lo stesso Presidente, adesso si ha una buona ragione per evitare una simile azione avventata senza perdere la faccia. Infine, ha vinto ovviamente anche Assad, che ha scampato il pericolo dell’intervento franco-americano e può adesso concentrare le sue forze nella guerra contro i ribelli.Per chi fosse interessato alle sorti generali del conflitto siriano,

peraltro sempre più internazionalizzato, è necessario chiarire che l’accordo raggiunto a Ginevra non conduce immediatamente e necessariamente a una conclusione negoziata della guerra. La guerra continua, e anzi è necessario vigilare affinché la procedura di controllo e progressiva distruzione delle armi chimiche non venga utilizzata da Assad per prendere tempo, nascondere una parte dell’arsenale, tendere ulteriormente la corda, preparare trabocchetti alle diplomazie occidentali. L’accordo può costituire però una

FILIPPINE - ANCHE UN PRETE CATTOLICO TRA GLI SCUDI UMANI

Ostaggio di ribelli islamici

diverse volte in carcere e ha una grande influenza sulle alte dirigenze filippine. Ma la popolazione e la Chiesa dell’unico Paese cattolico in Asia - dove nel 2016 si svolgerà il 51° Congresso eucaristico internazionale

- sono in grande allarme. La preoccupazione della Chiesa cattolica. L’arcivescovo di Manila, il cardinale Luis Antonio Tagle, ha espresso in questi giorni la sua “preoccupazione per la situazione di Mindanao”. La lussureggiante isola, un paradiso tropicale simile alle altre 7.000 isole dell’arcipelago filippino (dove vivono circa 100 milioni di abitanti, in maggioranza cattolici), è tristemente famosa in Italia per i sequestri e le uccisioni di sacerdoti, tra cui padre Giancarlo Bossi,

buona base di partenza per cercare una sistemazione più ampia sul conflitto, che potrebbe poi essere ufficializzata in sede Onu. Si tratta di lavorare sugli interessi comuni attraverso un sapiente lavoro diplomatico. Purtroppo in casi di guerra come questi non si può contare troppo sull’umanità delle parti in conflitto, ma se già si giungesse ad una combinazione degli interessi in grado di far tacere le armi sarebbe un grande risultato. Stefano Costalli

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il missionario del Pime rapito nel 2007, poi rilasciato e, più di recente, padre Fausto Tentorio, ucciso da un killer il 17 ottobre 2011 fuori dalla sua parrocchia per le sue attività a difesa degli indigeni. E, da Mindanao, i vescovi cattolici continuano a lanciare appelli per un dialogo costruttivo tra governo e ribelli. Le parrocchie in aiuto agli sfollati. Le parrocchie e le organizzazioni umanitarie della zona sono, infatti, mobilitate per dare aiuti agli sfollati, che chiedono ospitalità, cibo e vestiti. I circa 200 ostaggi sono ancora nelle mani dei ribelli, che li usano come scudi umani per mettersi al sicuro dagli attacchi dei militari filippini. Molti di loro sono rinchiusi in una moschea e nelle case di Basilan, un centro a maggioranza musulmana, anche se tutti gli sfollati sono musulmani e i missionari non si stancano di ripetere che “non è un conflitto religioso”. Nei giorni scorsi cristiani e musulmani si sono perfino riuniti nello stadio in preghiera con gli sfollati, per dare alla nazione un messaggio di pace e chiedere il rilascio degli ostaggi. a cura di Daniele Rocchi

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22 settembre 2013

Socio Culturale

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CONCLUSA LA SETTIMANA SOCIALE A TORINO CON OLTRE 1300 PARTECIPANTI

Famiglia e Paese possono e devono crescere insieme

Il forte incoraggiamento di Papa Francesco all’Angelus. L’appuntamento è al 2017 - ha annunciato monsignor Arrigo Miglio, presidente delle Settimane Sociali - per continuare un cammino iniziato più di un secolo fa e che ha visto nella figura di Toniolo e nella città di Torino un significativo avamposto. Luca Diotallevi: “La famiglia non è un affare privato. È il punto di non ritorno del nostro cammino che ci costringe a inserire nel dibattito pubblico un elemento scandalosamente scorretto”

dall’inviata Sir a Torino M.Michela Nicolais

“Coraggio, avanti su questa strada con le famiglie!”. È il saluto, pieno di slancio e di affetto, che Papa Francesco, dopo l’Angelus, ha rivolto ai milletrecento partecipanti alla 47ª Settimana Sociale di Torino, che era iniziata con un suo messaggio e proseguita con la prolusione del cardinale Bagnasco. A conclusione dell’appuntamento domenicale con i fedeli in piazza San Pietro, il Papa si è unito idealmente alla platea torinese citando il tema della Settimana e rallegrandosi “per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie e che è un forte stimolo anche per le istituzioni e per tutto il Paese”. Famiglie e Paese: un binomio che dal Teatro Regio, subito prima di ascoltare le parole di Francesco, si è sentito vibrare con forza: “La famiglia non è un affare privato”. È “la prima conclusione, il punto di non ritorno del nostro cammino”, ha detto tracciando le fila dei lavori Luca Diotallevi, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore. Egli è volutamente provocatorio: “Cosa abbiamo fatto noi laici cattolici italiani, in questi tre anni nella civitas e nella ecclesia, anni così difficili e talvolta drammatici. E ancora: “È inutile, o ipocrita, che i laici cattolici italiani si pongano la questione della famiglia senza porsi anche con schiettezza lo Stato in cui versa oggi il cattolicesimo politico in Italia”.

“Se è vero che la famiglia non è un affare privato, ma pubblico, ciò significa che il caso della famiglia ha molti profili, e sicuramente uno anche politico”. È una vera e propria “chiamata alle armi”, nella direzione pacifica di chi accetta il dialogo e il confronto.“Bisogna combattere”, e la partita si gioca sul piano politico, è lì che vanno pensate con creatività le “azioni collettive”, che rimandano a una parola che è ricorsa molto di frequente nella Settimana Sociale: “Alleanza”. Quello dei laici cattolici si profila come “un impegno pesante e protratto nel tempo”. Inutile nascondersi, del resto, che “sono decenni che agli italiani viene negato di avere un voto pesante almeno quanto quello che hanno i cittadini delle grandi democrazie”. Vogliamo essere noi, invece, a decidere chi ci rappresenta, ne abbiamo il diritto e il dovere. “Bisogna combattere”, con “l’agonismo della libertà” di sturziana memoria e con la capacità di “convergere”. E la prima battaglia è quella di “continuare ad affermare lo spirito e la lettera con cui la nostra Costituzione riconosce i diritti e i doveri di quella particolare formazione sociale che

è la famiglia fondata sul matrimonio. Non possiamo spaventarci né tacere di fronte a chi propone o minaccia di trasformare un diritto in un reato di opinione”. Ma sono tanti i temi sul tappeto, come “la valenza pubblica dell’impegno educativo, la contestazione radicale che va portata alla pretesa dello Stato di farsi educatore, la crisi dell’educazione alla laboriosità e all’intraprendere, il carattere ingiusto e inefficiente della pressione fiscale che oggi debbono sopportare i contribuenti italiani e le loro famiglie, la onerosità e gli aspetti sperequativi del modello di welfare

State tuttora imperante”. Senza contare lo “sfruttamento” delle famiglie immigrate e il degrado degli spazi urbani che incide sulla qualità della vita, non solo delle periferie. Le Settimane Sociali, ha detto il Papa all’apertura di questa edizione, “sono state provvidenziali e preziose, e lo sono ancora oggi”. Anche per la loro capacità di “affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali posti dall’attuale evoluzione della società”. “Coraggio, avanti”, il suo invito all’Angelus. Appuntamento, allora, nel 2017.

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Primo Piano

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22 settembre 2013

CHI CANCELLA LA DIFFERENZA DISCRIMINA PER DAVVERO

Generi e generazioni

L

sabbia e la roccia. La sabbia che scivola fra le dita e la roccia sulla quale si può costruire: felice immagine scelta per descrivere la crisi dell’umano e della famiglia, per indicare la via d’uscita da quella stessa crisi. Ma ci vuole anche una grande dose di coraggio intellettuale per indicare, senza sconti, l’orizzonte culturale, sociale, antropologico che sta svuotando di senso la differenza tra uomo e donna, sta producendo un’assuefazione progressiva alla teoria dell’equivalenza dei generi a scapito della ricchezza insostituibile della differenza. Dire ai cattolici italiani, ma anche a quella parte dell’opinione pubblica italiana ormai assuefatta alla prospettiva

della uguaglianza senza distinzioni, che la comunità cristiana continuerà a fronteggiare con dignità e consapevolezza, ma senza arroganze, la teoria del gender anche nelle sue ricadute legislative (unioni omosessuali e legge contro l’omofobia)... ebbene questo vuol dire amare l’umano che è custodito gelosamente dalla famiglia e dal matrimonio. Ma, al tempo stesso, esprime un amore che non è solo dei cattolici. Anzi, è di tutto un popolo che il calore della famiglia lo sperimenta; da quel calore ricava certezze esistenziali, a quel calore porta ogni giorno un piccolo contributo di energia, in quel calore matura la ricchezza delle personalità individuali e delle relazioni, attraverso

quel calore impara ad assumersi responsabilità che si rivelano presto un vantaggio sociale. Affermare tutto questo comporta la consapevolezza di remare controcorrente sul piano culturale, su quello sociale e, infine, politico, soprattutto nel suo riflesso legislativo. E comporta anche la scelta di ripercorrere la strada della riconciliazione tra i generi attraverso “la roccia della differenza”, perché l’essere uomo e l’essere donna non vengano polverizzati “in un indistinto egualitarismo che cancella la differenza sessuale e quella generazionale, eliminando ogni possibilità di essere padre e madre, figlio e figlia”. Va individuata una prospettiva di impegno che va abbracciata dai cattolici con rigore intellettuale, con generosità operativa, con creatività sociale. Si tratta, infatti, di operare una tempestiva riconciliazione tra generazioni che contesti apertamente quella “segregazione generazionale” che ammorba la relazione fra adulti e giovani, quasi che davvero non si abbia nulla più da dirsi e da darsi. La questione appare così in tutta la sua evidenza educativa. Non sarà possibile per i cattolici italiani piegarsi alla logica della indifferenza tra le generazioni, ma sarà una loro cura creare ponti e spazi di dialogo. Con la tenacia e la dedizione che i cattolici sanno mettere in campo quando prendono coscienza della sfida storica portata alla capacità dell’uomo di creare relazioni e attraverso queste di costruire comunità. E la prima comunità guarda caso è proprio la famiglia, di cui la relazione è pilastro fondativo. Una doppia riconciliazione è, dunque, davanti a noi tutti. La riconciliazione fra i generi attraverso la centralità della differenza tra uomo e donna, tra maschile e femminile. Una riconciliazione fra generazioni che rifiuti la cultura dello scarto umano (anziani e giovani) e sposi la famiglia come lo spazio delle “grandi differenze” (età, sesso, cultura e storia) che vivono di reciprocità. Una doppia riconciliazione che costituirà il contributo virtuoso dei cattolici italiani a quella architettura della famiglia che è un bene essenziale per la comunità, per la società. E persino per lo Stato democratico. Talvolta, persino, a loro insaputa... Domenico Delle Foglie

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ICONA DEGLI ANNI SESSANTA SAPEVI CANTARE LA BELLEZZA DEL MONDO

Grazie, Jimmy Fontana

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lcuni hanno scritto, nella fretta dei necrologi, che è stato un’icona degli anni Cinquanta. Non è vero, non è stato, sia cronologicamente, sia stilisticamente, così lontano da noi; altri hanno detto che il suo nome è legato unicamente al grande successo de “Il mondo”: anche questo non è vero, o se è vero, lo è solo in parte, perché Jimmy Fontana, morto a settantanove anni nella sua casa romana, aveva legato il suo nome (pseudonimo di Enrico Sbriccoli: era nato a Camerino, nelle Marche, nel 1934) ad altri successi tipici del filone melodico italiano dei mitici Sessanta. Non dimentichiamo che in uno dei motivi italiani più eseguiti in tutto il pianeta, Giappone compreso, (proprio come il suo grande hit del 1965, “Il mondo”) è quel “Che sarà”, portato al successo a Sanremo dal gruppo dei Ricchi e Poveri e dal cantante portoricano Josè Feliciano nel 1971, c’è anche la sua firma, oltre a quella di Franco Migliacci e Carlo Pes.

Fontana è stato uno di quelli che avevano tenuto conto delle nuove realtà musicali ma che non avevano cavalcato improvvidamente le mode: una voce forte ma anche calda come la sua non poteva non rimanere sul melodico, ma che melodico: non più quello allusivo o d’imitazione americana dei Cinquanta, ma una tradizione che si rinnovava, che cantava la bellezza del mondo che riusciva anche a consolare di un amore finito (“Il mondo”) celebrava l’amore che chiunque, anche chi non aveva voce, poteva trasformare in una serenata (“La mia serenata”). Molte parole delle sue canzoni parlarono al posto di timidi ragazzi che non avevano il coraggio di confessare i loro sentimenti e che riuscirono ad esprimerli grazie a quelle garbate dichiarazioni, fatte per interposta persona. Anche questa è stata la magia delle sue canzoni. Marco Testi

Un medico un inviato speciale un giornalista

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a concluso la sua vita terrena compiendo il gesto del buon samaritano”: queste le parole di Papa Francesco nel messaggio letto ai funerali di Eleonora Cantamessa, uccisa mentre prestava soccorso a un ferito riverso sulla strada di un paese bergamasco. Poi le parole del papà di Eleonora: “Proprio quarantasei anni fa celebravamo le nostre nozze su questo stesso altare, oggi accompagneremo Eleonora alla sepoltura. Tutto era stabilito nel progetto di Dio. Alla comunità di indiani esprimiamo il nostro fermo convincimento che nel disegno di Dio c’è anche il dono della redenzione e della rinascita, durante e dopo l’espiazione della pena per gli autori del tragico fatto”. Molte volte anche dalla cronaca cosiddetta nera vengono messaggi imprevedibili, parole e gesti che penetrano nell’animo, suscitano domande, indicano direzioni per incontrare risposte davvero grandi. La settimana che abbiamo alle spalle ha visto, come sempre, snodarsi molti fatti dolorosi e tristi che incollano il buio al mondo e rubano la speranza a molta gente. Ma accade che improvvisamente in questa cappa nera si aprano degli squarci di luce che, pur nulla togliendo alla sofferenza umana, consentono di alzare gli occhi e di ritrovare la speranza e il significato ultimo della vita. “Dio era con noi in quella cella. Ma a un certo punto ho pensato che fosse evaporato. Invece era sbagliato il modo in cui ci rivolgevamo a lui. Dio non fa patti, non è un supermercato. Questa è la lezione di Dio: bisogna saper attendere. Aspettare. Come Giobbe, che attende, perde tutto e lo riavrà moltiplicato per dieci”. Nel gremitissimo teatro Carignano di Torino Domenico Quirico parla del suo sequestro in Siria. È il messaggio, semplice e straordinario, di un giornalista sequestrato e trattato brutalmente per molti mesi. Parole che fanno vibrare l’uditorio non certo per gli effetti speciali ma per i pensieri e le domande che suscita. Un teologo difficilmente riuscirebbe a far entrare Dio con tanta umile efficacia in un teatro e ancor più nella mente e nel cuore delle persone in ascolto. A chi in televisione lo intervista dopo la lettera che gli aveva scritto Papa Francesco, Eugenio Scalfari risponde, con la sua onestà intellettuale, di non essere alla ricerca di Dio. Non una dichiarazione di superiorità e ancor meno di superbia ma una testimonianza che fa riflettere. Scalfari ha parlato di se stesso con lealtà. Anche Dio con la stessa lealtà lo ascoltava. Non è una battuta consolatoria o retorica perché lo stesso Papa Francesco, che ha scritto una lettera al giornalista, più volte ha ricordato che Dio cerca l’uomo anche quando questo si toglie o cerca di togliersi dal suo sguardo. La ricerca dell’uomo da parte di Dio è però un moto di tenerezza e di incondizionato rispetto della ragione e della libertà di ogni persona. Ecco, molte volte la cronaca pone di fronte all’incrociarsi o all’allontanarsi di sguardi tra l’uomo e Dio. C’è una comunicazione invisibile e silenziosa che si affianca a quella visibile e rumorosa dei media. L’una non esclude l’altra, anzi l’una quasi cerca l’altra. Sta soprattutto a chi legge, ascolta o vede, scavare dentro le righe, le parole le immagini per trovare segni di speranza. Paolo Bustaffa © RIPRODUZIONE RISERVATA

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T

utto pronto per la IV edizione del “Titanus Festival, Arte cultura e solidarietà”. L’iniziativa 2013 segue il “solco”, delle precedenti edizioni, realizzate grazie anche alla fattiva collaborazione dell’assessorato al Turismo, Sviluppo economico e Sport del Comune di Pesaro, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le due Medaglie di Rappresentanza conferite dal Presidente della Repubblica. La IV edizione di Titanus Festival coinvolgerà numerosi enti e organismi associativi che contribuiranno alla promozione turistica del territorio di riferimento, promuovendo al contempo la cultura della cooperazione e della solidarietà a favore di Ant, Telethon ed altre Onlus. Alcune iniziative verranno realizzate anche in altri comuni delle Marche., “L’iniziativa – spiega il presidente della Titanus Luca Veneziano - non persegue fini di lucro e non ha carattere commerciale, afferma il valore della solidarietà come principio e la sua efficacia storica, sostenendo le iniziative solidali di associazioni Onlus del nostro territorio e, in accordo con il Coordinamento Provinciale Telethon, l’Associazione Titanus fungerà da capofila provinciale sostenendo ufficialmente la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi Telethon 2013”. Ecco l’elenco dettagliato delle iniziative della “IV Edizione Titanus Festival - Arte, Cultura e Solidarietà” PROGRAMMA ---------------------ARTE - Dal 21 SETTEMBRE al 5 OTTOBRE / “L’Anima tra le dita – Antologica 1985/2013” di Anna Rosa Basile. Nel Salone nobile di Palazzo

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22 settembre 2013

IN ARRIVO LA 4^ EDIZIONE CON DECINE DI SPETTACOLI FINO A NATALE

Titanus festival tra arte cultura e solidarietà

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ravamo veramente tantissimi (più numerosi che mai) in una calda giornata settembrina: Papa Francesco era desideroso di condividere con la folla di fedeli, e anche con noi disabili le impressioni, i ricordi della GMG di luglio in Brasile perché a distanza di oltre un mese da questo grande evento è ancora più rilevante coglierne gli aspetti più significativi. Le tre parole chiave che il Pontefice ha utilizzato per riassumere il suo viaggio sono state accoglienza, festa e missione. E in questi tre vocaboli ci siamo rispecchiati anche noi che, accompagnati dall’associazione italiana assistenza spastici di Pesaro (Aias), conviviamo con diverse tipologie di handicap (fisici e mentali) che spesso affievoliscono il corpo ma temprano lo spirito: nell’abbraccio che il Papa argentino ha donato ad alcuni di noi lungo il tragitto verso l’altare abbiamo percepito la sua grande partecipazione, sensibilità ed umiltà. E’ stata anche una festa vedere da vicino il Santo Padre per le tantissime persone che assiepavano piazza S.Pietro e per noi che abbiamo trascorso una giornata davvero speciale, alleviando almeno parzialmente le difficoltà che affrontiamo quotidianamente: sentire parole di

Gradari. Inoltre il 28 settembre “Immagini e Parole” Progetto editoriale (Edizioni Naoi), che raccoglie poesie e disegni inediti dell’artista Anna Rosa Basile. L’elegante volume (tiratura 1.000 copie) sarà distribuito a coloro che visiteranno la mostra Antologica. / 11 OTTOBRE Al Salone delle Feste del Ristorante La Giara, Mostra Fotografica – Video – Incontro dibattito sul tema “Le Marche le Arti ed i Guinness World Records - promozione dei prodotti enogastronomici marchigiani e valorizzazione del territorio”. 11, 18, 25 OTTOBRE / “Emozioni in canto” Pesaro - palco “La Giara Live” ed altri locali.

Audizioni live per il Festival Reginetta della Canzone e Prince on Stage. L’Arte del Canto declinata attraverso 8 concerti con esibizioni di giovani talenti. / 5 OTTOBRE “L’ANTipatico”Pesaro - Teatro Cinema Astra - Spettacolo comico solidale proposto dal comico toscano Gaetano Gennai a favore della Fondazione ANT. / Dal 25 OTTOBRE all’8 NOVEMBRE / “Tracce di vita sul corpo e nella mente” Alexander Museum Palace Hotel. Una voce narrante illustra 12 opere d’arte di dodici artisti. / NOVEMBRE VI Edizione “Premio Raffaello” Alexander Museum Palace Hotel – Pesaro. Il Premio è attribuito a

personaggi di spicco dell’arte, della cultura e della moda. 23 NOVEMBRE “Concerto lirico” Accademia Internazionale di canto “Renata Tebaldi – Mario Del Monaco” Città di Pesaro – organizzato in collaborazione con il Maestro Mario Melani e la soprano Nino Leshava. I cantanti lirici proporranno opere di artisti marchigiani. / 24 NOVEMBRE “Finale nazionale Reginetta della Canzone Futura” / 30 NOVEMBRE “II Edizione di “Notturni ma non troppo” Libreria Il Catalogo – Pesaro. “L’evoluzione delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento nelle Marche” – Talk show realizzato per la ricorrenza del Trentennale del Raduno DJ No-stop e del Gran Galà DJ, con la partecipazione di DJ e Speaker radiofonici. / 1 DICEMBRE “Festival Internazionale Reginetta della Canzone & Prince on Stage” / 21 DICEMBRE Teatro Cinema Astra - ore 21.00, “Gran Galà: Arte Cultura e Solidarietà”. Serata realizzata in collaborazione con “Wake up progetto danza” che proporrà un esclusivo spettacolo di danza. 22 DICEMBRE “Natale sui pattini” Palas di viale dei Partigiani spettacolo natalizio realizzato in collaborazione con A.s.d. Flyng Roller. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TESTIMONIANZA

I ragazzi dell’Aias Pesaro dal Papa

conforto e consolazione aiutano a sentirsi meno soli. Ognuno di noi si porterà dentro emozioni e sensazioni diverse. Siamo rimasti molto colpiti dall’entusiasmo, dalla gioia di vivere dimostrata da un ragazzo down veramente impaziente e desideroso di ricevere un bacio da Papa Francesco; alla fine con la sua tenacia, simpatia e dolcezza che traspariva dai suoi occhi è riuscito nel suo intento scatenando un applauso festoso e liberatorio che ha coinvolto tutti noi, davvero felicissimi per lui. Questa intensa esperienza di fede ci affida anche una sorta di missione da condividere anche con le persone che non erano fisicamente al nostro fianco: Francesco è con tutti noi, non ci lascia soli ed è vicino specialmente alle persone sofferenti con la preghiera e con tanti piccoli gesti che spesso valgono più di mille parole. Ciò che possiamo fare noi è regalare il nostro sorriso e la nostra speranza a chi pensa di avere tutto a livello materiale, trovandosi però senza

LA BENEDIZIONE IL 29 SETTEMBRE

Lettere al direttore

La Madonna degli scout sul Catria

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opo la statua esistente sulla cima del monte Amiata, in Toscana, che guarda gran parte del Tirreno, anche il nostro Adriatico è guardato a vista dalla Vergine Maria. Il 15 aprile 1990 venne messo in opera, a 1376 metri di altezza, sul monte Catria, un cippo in pietra corniola di dieci tonnellate, donato dai fratelli Casavecchia di Cagli, titolari delle omonime cave. Su di esso , venne posta un’ immagine della Madonna degli scout. L’iniziativa partì dal Masci regionale, ma fu la Comunità di Pesaro che portò a termine l’”impresa”. L’immagine, in materiale resinoso, andò distrutta poco tempo dopo da mani ignote. Ne fu poi posizionata una copia protetta da una grata in ferro battuto. Nel 2006 si procedette ad una nuova sostituzione con un’opera in coccio smaltato. Per il deterioramento dovuto all’escursione termica, alle intemperie e agli anni, viene ora riproposta una riproduzione in bronzo realizzata dal professore Valeriano Santi, insegnante e membro del centro TAM(Trattamento Artistico dei Metalli), di Pietrarubbia, diretto da Arnaldo Pomodoro. La benedizione della nuova immagine avverrà nel pomeriggio di domenica 29 settembre, alle 15, in località Infilatoio sul Monte Catria. Il luogo è raggiungibile sia da Chiaserna di Cantiano che da Serra S.Abbondio. A.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

tanti valori che aiutano ad affrontare serenamente la vita giorno dopo giorno: è questa la nostra missione da compiere,

Appello urgente di Abba Marcello

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arissimo Nuovo Amico, so che molti pesaresi sono ritornati proprio in questi giorni dalle meritate ferie e dai vari posti di villeggiatura. Mi permetto di scomodarvi e di appellarmi ancora una volta alla loro sensibilità per un intervento urgente a favore di tante famiglie che, a causa delle grandi piogge, hanno perso tutto: casa, raccolto, bestiame e riserve di cibo. E’ piovuto talmente tanto che l’acqua ha distrutto intere zone. Un villaggio è diventato un grande lago, dove tutto è sommerso, compresa la speranza. Questa gente vive ora sotto le tende. Credetemi è un inferno!!! Famiglie intere, insieme sotto questi tendoni, in promiscuità, con anziani e bambini, tutti accatastati l’uno sopra l’altro. Non possono muoversi da nessuna parte, così inchiodati, senza materassi e coperte. Mi è sembrato di entrare e di visitare un girone dell’inferno dantesco. Molti sono ammalati di malaria, tifo,

sicuri che da lassù sia apprezzato il nostro sforzo. I ragazzi dell’Aias di Pesaro febbre alta, influenza, malattie intestinali, ecc.. Sono intervenuto per il momento mandando in clinica tanta gente: in due giorni i dottori hanno visitato e distribuito medicine a 500 ammalati. Ho già anticipato con la mia pensione 12.000 euro (circa 300.000 Birr). Ma voi sapete che ci sono famiglie composte anche da 12 persone tra genitori e figli? E’ poco quello che possono fare con la cifra da me donata. Faccio appello a tutti coloro che sono animati da buona volontà e da spirito di solidarietà, per venire incontro almeno in parte alle necessità di questa gente tanto provata. Insieme, nel passato, abbiamo fatto la campagna dei materassi, delle coperte, delle pecore, dei buoi e delle mucche. Ora si tratta di fare una campagna di solidarietà per queste 300 famiglie. Proviamo tutti a sostenerli in questa loro titanica lotta per la sopravvivenza. A tutti un saluto e un grazie di cuore per quello che farete. Sempre grato. Abba Marcello

Caro Marcello, confidiamo come sempre nella generosità dei nostri lettori che, ne siamo certi, non mancheranno di far sentire la propria solidale vicinanza alle famiglie di Soddo. Grazie per quello che stai facendo e per il tuo costante contatto con la chiesa pesarese e con il nostro giornale. La direzione

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22 settembre 2013

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L’inizio di un cammino

L’APPUNTAMENTO A LORETO SABATO 12 OTTOBRE

Incontro regionale per animatori della liturgia “L

L

a Commissione liturgica regionale in occasione del 50° anniversario della solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962) ha organizzato una giornata di studio e riflessione sulla costituzione “Sacrosanctum concilium” che si terrà a Loreto-Montorso il 12 ottobre prossimo. I sacerdoti, gruppi liturgici parrocchiali, gli animatori liturgici e quanti hanno a cuore l’esemplarità delle celebrazioni e soprattutto sono desiderosi di capire ancora di più la ‘grazia’ della riforma liturgica, sono caldamente invitati a questa giornata. È tempo di investire di più nella formazione per non scadere da una parte in un vuoto cerimonialismo, dall’altra in stravaganti improvvisazioni o creatività inopportune. Sarebbe bene per ragioni organizzative, fare riferimento a don Gino Rossini (cell. 347/5861441) specialmente coloro che pensano di fermarsi a pranzo o avessero difficoltà per il trasporto. Non escludiamo, qualora ci fossero richieste sufficienti, di organizzare un pullman.

Programma

Sabato 12 ottobre a Loreto – Centro Giovanni Paolo II - Montorso Ore 9.30 – arrivi; ore 10 preghiera, saluti, prima relazione: La grazia ed i limiti di 50 anni di riforma liturgica – prof. Don Giovanni Franzini; dialogo; ore 12 pranzo (prenotando o al sacco); ore 14.45 seconda relazione La liturgia cantiere sempre aperto; approfondimento; conclusioni; ore 17 partenza. Chi intende prenotare il pranzo, può farlo entro il 5 ottobre comunicandolo a don Gino Rossini, 347.5861441 – duomopesaro@libero.it

È

stata rinnovata l’Usmi marchigiana. Nell’attuale Statuto Usmi si legge: “L’Unione esprime e sviluppa la comunione che unisce gli Istituti religiosi femminili operanti in Italia, tra loro e con le diverse componenti della realtà ecclesiale, in vista di una risposta più piena alla vocazione e alla missione di ciascuno” (art. 1).Perciò intende porsi come sereno e fraterno punto di riferimento per le Congregazioni femminili e le rispettive comunità locali presenti nelle Marche. E diventa un camminare insieme nella complementarità, nella condivisione di scienza e di esperienza, nella collaborazione costruttiva, nella condivisione di problematiche e nella proposta di soluzioni nelle realtà locali. Nello Statuto viene detto: “L’Unione promuove l’approfondimento dell’identità carismatica della Vita consacrata secondo l’insegnamento del Magistero della Chiesa, gli orientamenti della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Favorisce, mediante opportune iniziative, la comunione e la collaborazione tra gli Istituti religiosi e le Società di Vita Apostolica; coordina i rapporti di comunione e collaborazione con la Conferenza Episcopale e con i singoli Vescovi; individua le sfide socioculturali del nostro tempo per cercare

ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI

Donne consacrate: rinnovata l’Usmi delle Marche insieme risposte profetiche, in coerenza con l’identità di donne consacrate e presta attenzione alle nuove forme di vita consacrata” (art.4). Nella regione Marche, dopo la morte di Sr Loredana De Paoli, che le religiose ricordano con grande affetto e riconoscenza, si è riunita l’assemblea delle segretarie diocesane e superiore maggiori degli Istituti presenti nelle Marche, lo scorso 30 giugno a Loreto, con la presenza della Consigliera nazionale madre Pierina Scarmignan, per l’elezione della nuova presidente, vicepresidente e segretaria dell’organismo USMI- Marche. La nuova presidente è suor Anna Maria Vissani di Castelplanio, vicepresidente suor Maria del Rosario Bolanos Medina e segretaria suor Maria Alfonsa Fusco entrambe di San Benedetto del Tronto. Sr Anna Maria Vissani appartiene alla congregazione delle Adoratrici del Sangue

Itinerari e incontri al Monastero di Fonte Avellana

Economia e solidarietà: ridistribuire o restituire?

FONTE AVELLANA – Dal 20 al 22 settembre, presso il Monastero di Fonte Avellana, il Centro Studi Itinerari e Incontri della Comunità Monastica di Fonte Avellana, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Regione Marche, l’università degli studio di Urbino “Carlo Bo” e la provincia di Pesaro-Urbino, organizzano una tre giorni dedicata a “Ecomonia e solidarietà: ridistribuire o restituire?”. PROGRAMMA: Coordina: Luigi Alfieri, Università di Urbino

a liturgia è la più alta manifestazione della Chiesa per questo essa deve essere al centro delle nostre attenzioni” . Tutti ci siamo resi conto in questi anni dopo il Concilio che cambiare i riti o le forme esteriori delle celebrazioni è relativamente facile, mentre entrare con lo spirito giusto in esse è solo frutto di una fede autentica e di una formazione che purtroppo non sempre si realizza. Vorremmo offrire a livello regionale, a tutti coloro che “intervengono” a vario titolo nella liturgia (sacerdoti, diaconi, accoliti, lettori, cantori, cerimonieri, semplici fedeli, gruppi per la liturgia delle varie comunità e parrocchie) l’opportunità di un incontro fatto di ascolto e di confronto, per un approfondimento dei vari aspetti delle celebrazioni. Ci auguriamo che questo sia l’inizio di un cammino, che possa creare una sensibilità sempre più condivisa tra le nostre diocesi, affinché gradualmente rifluisca nelle varie comunità qualche contributo per vivere sempre meglio i “sacri misteri” della nostra fede †Giovanni Tani Arcivescovo di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado e Delegato Regionale per la Liturgia

venerdì 20 settembre ore 16,30, Il giubileo: solidarietà e restituzione nella Bibbia Maria Bonafede, pastora valdese sabato 21 settembre ore 9.30, Dalla società del “contratto” alla comunità degli affetti per il “vivere insieme” Bruno Amoroso, economista ore 15.00, Economia e solidarietà: nuove strade da costruire o rifacimenti? Il ruolo dell’economia civile e della finanza etica Riccardo Milano, Banca Etica ore 17.00, Testimonianza Angelo Maria Fanucci, Diocesi di Gubbio ore 21.00, Presentazione del libro di Roberto Mancini: Economia in cammino. Dal modello della crescita alla via dell’armonia domenica 22 settembre ore 9.30, Tavola rotonda conclusiva

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di Cristo, attualmente è direttrice del Centro di spiritualità “sul monte” a Castelplanio, nella diocesi di Jesi. Laureata in teologia morale, grafologa e counselor della relazione, accompagna molte persone nel cammino spirituale e dentro percorsi umani, per la riscoperta del senso più vero del vivere dentro difficoltà relazionali e affettive. È stata anche Superiora Provinciale, consigliera, formatrice delle giovani consacrate, superiora di comunità nella sua Congregazione religiosa. Negli anni

’90 ha già esercitato, per otto anni, l’incarico di Presidente USMI regionale nelle Marche. Sr Maria del Rosario Bolanos Medina della congregazione Oblate SS Redentore è coordinatrice del Progetto “Irene” nella casa d’accoglienza di San Benedetto del Tronto. Sr Maria Alfonsa Fusco è dell’Istituto San Giovanni Battista, laureata in Filosofia e diplomata in Scienze religiose e musica. Ha insegnato sempre nelle scuole Superiori ed ha svolto il compito di Dirigente Scolastico per un periodo pluridecennale. Da moltissimi anni è inserita nell’USMI ed eletta delegata dell’USMI della Diocesi di San Benedetto del Tronto e Segretaria regionale, svolge l’attività di coordinamento ed animazione della Vita Consacrata.

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Fondazione Teatro della Fortuna

Orciani il nuovo vice presidente FANO - A pochi giorni dalla presentazione della nuova stagione di prosa fanese, il neo presidente della Fondazione Teatro della Fortuna Manuela Isotti (subentrata a Giuseppe De Leo, in quanto questi è andato a ricoprire la carica di D G del Fano Calcio), ha presentato alla stampa il nuovo vice presidente, eletto dal Consiglio di Amministrazione durante la seduta dello scorso 12 settembre. Si tratta dell’avvocato Giovanni Orciani, già consigliere. Orciani, che si occupa prevalentemente di diritto societario e commerciale, ha acquisito una particolare competenza nel settore del diritto dello spettacolo, avendo partecipato a Master specifici, per cui si occupa frequentemente di consulenze legali di artisti e di agenzie teatrali. Un rimpasto interno al CDA della Fondazione Teatro dunque (di cui fanno parte anche

Alberto Berardi, Massimo Bonifazi, Alessandra Caspari Orsenigo e Ruggero Sperandini Adanti), che consentirà di garantire continuità a quanto fatto finora, sia per quanto riguarda il rigore contabile, che nel proporre eventi di buon livello capaci di coinvolgere la città (magari uno in meno ma di qualità). L’attenzione ai conti e alla possibilità di creare attività volte ad incrementare e formare il pubblico (soprattutto studenti) è infatti un fronte, su cui l’istituzione teatrale fanese continuerà a lavorare. Fermo restando le scelte già impostate da De Leo, che ha comunque conservato la carica di consigliere, la stagione di prosa è pronta per essere presentata, mentre si sta ancora lavorando a quella lirico sinfonica. Il badget di cui la Fondazione Teatro quest’anno potrà disporre, tra contributo del Comune e sponsor privati, sarà di circa un milione di euro, ovvero 200.000 in meno rispetto all’anno scorso. Mariella Polverari © RIPRODUZIONE RISERVATA


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22 settembre 2013

Pesaro L’

annuale ricorrenza della festività di San Terenzio, patrono della città e dell’Arcidiocesi, induce la chiesa locale, tramite il suo pastore, ad una riflessione che la coinvolge quotidianamente nel rapporto tra fede vissuta e contesto culturale e sociale. La felice coincidenza della celebrazione della festività di San Terenzio con l’inizio dell’anno pastorale dedicato alla corresponsabilità del laicato, concentra la nostra riflessione sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa e nella nostra società di Pesaro. A questo riguardo mi è caro sottolineare come da sempre la chiesa di Pesaro, con il suo laicato più impegnato, ha contribuito a formare in modo decisivo la cultura del nostro territorio e la sua configurazione sociale. Oggi avvertiamo la necessità di un rinnovato impegno in questa direzione. Del resto rimaniamo sempre molto colpiti dalle parole di Gesù ai suoi apostoli: “voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il suo sapore ….a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra il monte né si accende una lampada per metterla sotto il moggio ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti coloro che sono nella casa” (Mt 5, 13-15). Tale invito non può lasciarci indifferenti, ma ci spinge a cogliere quelle sfide che maggiormente ci provocano come chiesa ed in particolare modo, all’interno di essa, come laici battezzati impegnati a vivere la propria fede nella società. Ma quali sono queste sfide che maggiormente attendono i credenti della chiesa di Pesaro, nell’attuale contesto socio-culturale? Partendo dalla mia esperienza di pastore e dalla mia quotidiana frequenza tra la gente, a me pare che esse siano tre: l’identità, la presenza, la formazione.

L’identità

La presenza cristiana nel mondo deve confrontarsi con la proposta di modelli di vita che molte volte seminano smarrimento e confusione. La cultura del “relativismo” sfrenato e del “pensiero debole”, genera personalità fragili, frammentate, incoerenti. Il dogma del “politicamente corretto” è diventato un imperativo assoluto. Un pericoloso processo di “omologazione culturale e comportamentale” è sotto gli occhi di tutti. Nell’odierna società pluralista ogni

Andrea Parri Consulting

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 Pesaro Tel. 0721 64052 - Fax 0721 69453 E-mail: pesaro@ilnuovoamico.it

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MESSAGGIO DI MONS. COCCIA PER LA SOLENNITÀ DI S. TERENZIO

Un laicato maturo, risorsa per la società

espressione esplicita della propria lievito che non fermenta, una luidentità cristiana rischia di essere cerna quasi spenta. etichettata come fondamentalismo Ai nostri giorni pare che tale irrio integrismo. Per queste ed al- levanza abbia addirittura assunto tre ragioni ancora, la fede diventa carattere di condizione “sine qua sempre più un fatto rigorosamente non” per la presenza dei cattolici confinato nella sfera del privato. nella vita pubblica, nella politica, Allora, come credenti dove orien- nella cultura, nell’economia ed in tarci? Occorre primariamente altri ambiti ancora. rafforzare l’identità cristiana. Oc- Certo la fede non cerca il conflitto, corre riscoprire la fede nella sua ma cerca quello spazio di libertà essenzialità e conseguenzialità. per potersi esprimere a 360 gradi. Papa Francesco ci ha ricordato che Spesso constatiamo da parte dei la fede è un’esperienza che “nasce cattolici una assenza alquanto evinell’incontro con il Dio viven- dente. E verifichiamo che, a tale rite che ci chiama e ci svela il suo guardo, si invoca pure un equivoco amore, un amore che ci precede principio di laicità. Ma la vera laie su cui possiamo poggiare per cità, come più volte ci ha ricordaessere saldi e costruire la vita. to Benedetto XVI parlando di una Trasformati da questo amore ri- “laicità aperta”, è quella che è in ceviamo occhi nuovi […] La fede grado di dare spazio anche all’espeappare come luce per la strada, rienza religiosa. Sta soprattutto a luce che orienta il nostro cammi- noi credenti impegnarci in questa no nel tempo” (Lumen Fidei, n. 4). direzione per esprimere la nostra Per i cristiani è giunto il tempo di presenza nella sfera pubblica. riscoprire il valore e la bellezza di La fede non è una faccenda privauna vocazione e di una missione ta. I discepoli di Cristo sono chiavissute fino in fondo, a partire dal- mati a prendersi cura dell’uomo, l’incontro con il Signore Gesù. Ed è della sua dignità, della sua verità giunto il tempo di riscoprire l’iden- integrale, oggi sempre più spesso tità della fede nel Signore. messa in discussione. A più ripreAnche a Pesaro abbiamo bisogno se negli ultimi tempi, sia Papa Bedi credenti che vivano la propria nedetto che Papa Francesco sono fede in forma cosciente, convinta tornati a incoraggiare i cattolici a ed appassionata. partecipare attivamente alla vita pubblica, apportandovi la loro competenza, la loro onestà morale Si tratta dell’audacia di una presen- e lo slancio profetico che viene dal za visibile e incisiva nella società Vangelo. postmoderna, il coraggio cioè di Anche a Pesaro abbiamo bisogno essere veramente “sale” e “luce” di laici che vivano la propria fede del mondo. Anche nei Paesi di an- in maniera connotata attraverso la tica tradizione cristiana, i cattolici partecipazione attiva alla vita pubpossono diventare una minoran- blica, che riscoprano la dottrina za che vive spesso dispersa. Ma il sociale della Chiesa, che si lascino problema non sta qui. Il vero pro- ispirare dai suoi principi e ne imblema non è essere minoritari o pregnino le realtà temporali attramaggioritari, ma essere diventati verso la testimonianza ma anche molte volte volutamente marginali attraverso scelte concrete. e irrilevanti. Il sale nei cibi è minoritario, ma dà sapore. Il lievito nella pasta è minoritario, ma la fa È questo un punto cruciale per lievitare. tutto il laicato. Del resto è nella Per mancanza di coraggio, per es- formazione che si plasma l’identità sere lasciati in pace, per una diffu- del cristiano e si decide la qualità sa mediocrità, i cristiani non po- della sua presenza nella società. che volte sono assenti dal mondo La Chiesa ha dedicato da sempre e rischiano di diventare irrilevanti. attenzione alla formazione dei laiUn sale che non dà più sapore, un ci ribadendone l’assoluta priorità.

La presenza

La formazione

PROGRAMMA

Domenica 22 settembre ore 18.30 - Pellegrinaggio dei religiosi e delle religiose. Lunedì 23 settembre ore 18.30 Pellegrinaggio dei cresimandi della città. Tutti i giorni alle ore 18 il S. Rosario e alle ore 18.30 la S. Messa. (Sabato 21 e domenica 22 Convegno Diocesano – vedi pagina 4) Martedì 24 settembre Solennità di S. Terenzio SS. Messe ore 8/9/10.30/12/18 – Ore 16.30 Celebrazione del vespro – ore 17 processione con l’urna di S. Terenzio per le vie: Rossini, Marsala, Bertozzini, P.le I Maggio, C.so XI Settembre – P.zza del Popolo, Rossini. Ore 18 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Piero Coccia. Nella stessa celebrazione verranno ricordati i 25°, 50° e 60° di ordinazione sacerdotale e professione religiosa. In occasione della festività di S. Terenzio il museo diocesano rimarrà aperto con ingresso gratuito dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16 alle 19.30.

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L’obiettivo fondamentale di tale formazione è “la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione …. I fedeli laici devono essere formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana” (Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Christifideles laici, n. 58 – 59). Oggi il processo della formazione cristiana deve purtroppo fare i conti con l’intralcio di una crisi generalizzata dell’educazione. I Vescovi italiani più volte hanno affrontato la questione educativa generata dalla postmodernità. Hanno parlato della crescente difficoltà che s’incontra nel trasmettere alle nuove generazioni l’esperienza della fede. La carenza di ambienti formativi veri e di autentiche figure di educatori testimoni, si riscontra oggi un po’ dappertutto. Tocca le famiglie, la scuola, le nostre stesse parrocchie. Per questo, come affermano i Vescovi, ai nostri giorni l’impegno della Chiesa per educare alla fede del Signore Gesù si pone come indilazionabile. La secolarizzazione diffusa, la “strana dimenticanza di Dio”

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(Benedetto XVI) che permea l’umanità del nostro tempo, l’inquietante “apostasia silenziosa” di molti battezzati (Giovanni Paolo II), un certo “ateismo anonimo”, fanno della formazione dei laici un compito di estrema urgenza. Oggi la fede non si può più dare per scontata, neppure all’interno delle nostre comunità cristiane. E anche in Chiese di antica tradizione si avverte la necessità di una rievangelizzazione che consenta di passare dalla convenzione alla convinzione nel campo della fede. In questa nuova epoca che si presenta carica di contraddizioni, ma che possiede anche l’affascinante carattere di una nuova avventura, la chiesa pesarese, attraverso un laicato formato, maturo ed impegnato, intende dare il suo apporto costruttivo e decisivo per realizzare quel “nuovo umanesimo” di cui tutti avvertiamo forte necessità. La Vergine Santissima Madre della Chiesa e San Terenzio Vescovo e Martire ci accompagnino in questo cammino. Con la mia paterna benedizione. + Piero Coccia Arcivescovo (Pesaro, 24 settembre 2013 Solennità di San Terenzio Vescovo e Martire) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Pesaro

22 settembre 2013

IL SALUTO DEI CAPPUCCINI E DELL’ARCIDIOCESI

P. Fabio un servizio lungo 24 anni

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na vera e propria “standing ovation” ha accolto il saluto con cui domenica 15 settembre Padre Fabio Ottaviani si è ufficialmente accomiatato dalla Comunità parrocchiale di S. Francesco, con la quale ha condiviso 24 anni di vita. Alla concelebrazione, presieduta da S. E. Mons. Piero Coccia e officiata dai frati cappuccini della comunità, era presente una folla eccezionale di fedeli, con tanti gruppi di giovani, tante famiglie e tanti bambini: una presenza che, come ha sottolineato l’Arcivescovo, è il segno dell’affetto profondo che ha legato i parrocchiani al loro pastore e del “tanto bene che padre Fabio ha fatto con loro e tra di loro”. Queste le parole di saluto del Cappuccino: “Carissimi, complessivamente

ho condiviso con voi 24 anni della mia vita. Sono stato bene, non mi sono risparmiato! Pur con i miei limiti ho cercato di compiere il mio servizio sacerdotale con dedizione, con impegno e con gioia, anche se ultimamente con un po’ di fatica. Sarebbe stato bello rimanere sempre insieme, specialmente perché si è creato un rapporto di profonda amicizia, di stima e di collaborazione. Ma in questo mondo siamo pellegrini, cioè gente in cammino. Solo quando saremo di là con il Signore non ci sarà più distacco perché non ci saranno più cambiamenti. Quando mi sono reso conto che il lavoro pastorale superava le mie forze, ho chiesto ai miei superiori di trovare un altro parroco. Il Signore ci ha fatto dono di Padre Damiano, al quale auguro un fecondo lavoro apostolico in mezzo a voi. A questo punto dico GRAZIE!

Grazie innanzitutto al nostro Ar- vizio liturgico dell’altare, Ministri civescovo per l’amicizia, la stima e straordinari della Comunione, la sua presenza qui questa sera. Al Caritativa, Ofs, Fraternità San viceparroco padre Giansante per Francesco, Shekinah. la sua disponibilità ed attenzione Grazie all’amministratore e al verso i poveri e gli ammalati. segretario parrocchiale; grazie Alla fraternità dei frati sempre al Presidente e al personale della pronti per le confessioni e i vari Scuola parrocchiale dell’infanzia servizi richiesti. Colgo l’occasio- “Borgo Pantano”. ne per ringraziare insieme a voi Grazie a tutti coloro che hanno padre Amedeo e porgere il nostro dedicato tempo ed energie per il saluto al nuovo guardiano padre decoro e la pulizia dei locali della Gabriele. Un grazie particolare a parrocchia e della chiesa. tutti voi parrocchiani: grazie per Quanti grazie! Spero di non aver la vostra comprensione, per il bene dimenticato nessuno… che mi avete voluto, per la vostra Dalla Santa Casa di Loreto vi ripazienza di fronte ai miei limiti. corderò ogni giorno nella preghieE grazie di cuore a tutti i colla- ra., continuando ad affidare ognuboratori laici: quanti bravi laici no di voi a Maria e benedicendovi hanno collaborato, mi sono stati ogni sera come faccio sempre privicini, mi hanno aiutato nel gestire ma di andare a riposare. Pregate questa comunità! Catechisti, Ani- per me!” matori di gruppo, Scout, Anima- Grazie di cuore al Signore e a padre tori dell’oratorio, Azione Cattolica, Fabio da parte di tutta l’arcidiocesi. Pantano ’85, Amici del Presepe, Paola Campanini © RIPRODUZIONE RISERVATA Coro parrocchiale, Piccolo Coro, Organista, Ministranti per il ser-

LA GRATITUDINE VERSO DON FERNANDO BORIA

Ingresso di don Scarpetti a S. Giuliano

Breviario di notizie pesaresi

I quarantasette anni di ministe- tuzioni locali – ha potuto promuoro, vissuti da don Fernando Boria vere varie iniziative, garantendo, alla guida della Parrocchia di San tra l’altro, la sua presenza costante Giuliano in Trebbiantico, non po- nella struttura sanitaria di Galantevano non lasciare “un’impronta tara, dove offre un aiuto prezioso profonda su tutta la comunità: ai pazienti ricoverati. un’impronta di azioni, opere e E’ ovvio, comunque, che neppure insegnamenti tracciata senza una parrocchia così “unita e viva” clamori, ma con una fede pura e come quella di San Giuliano posemplice”. teva presentare il suo cammino La gratitudine verso il vecchio par- come “concluso”: con cordialità roco – autentica e assolutamente perciò ha dato il benvenuto alla non convenzionale – si è fusa, nel- sua nuova guida, don Giuseppe, le parole di Nicolas, membro del esprimendogli “amicizia, stima Consiglio pastorale di quella co- e rispetto” e ringraziandolo per munità, con l’affettuosa accoglien- “avere risposto positivamente za del nuovo parroco, don Giu- alla nuova chiamata del Signoseppe Scarpetti, che domenica 15 re: una chiamata impegnativa, settembre ha fatto il suo ingresso che si prospetta però anche cariufficiale a San Giuliano, presen- ca di gioia”, perché sorretta dallo tato dall’Arcivescovo Piero Coc- Spirito Santo e da una comunità cia. Grazie alla dedizione di don accogliente come una vera famiFernando e all’impegno generoso glia. di tanti laici, la comunità di Treb- Grato per questo augurale saluto, biantico è cresciuta in questi lun- don Giuseppe ha dichiarato di voghi anni nella fede e nell’impegno lersi mettere in ascolto di Dio, delsociale : ha prestato particolare la Chiesa, di ciascun parrocchiano. attenzione all’iniziazione cristiana Di Dio, il quale, affidando la pardei fanciulli, all’azione missionaria rocchia al parroco, affida conteme a quella caritativa; ha visto la na- poraneamente anche il parroco scita di AZIMUT, un’associazione alla parrocchia, legandoli a una con finalità di integrazione sociale responsabilità reciproca ; della e culturale, con la cui collabora- Chiesa diocesana e del suo pastozione – e con quella di molte isti- re, con cui si è impegnato a “diveA cura di Vittorio Cassiani DOMENICA 22 SETTEMBRE “PROFUMO DI DONNA” – Mostra, nella Saletta San Domenico, in via Branca 5, promossa dalle amiche del ricamo. Fino al 24 settembre con orario 10-12.30 e 16-20. Oggi fino alle 22. FESTA DELLA COSTARELLA – In zona “5 Torri” (Metropolis), fino al 24 settembre. Oggi dalle ore 11.30 alle 24. Lunedì e martedì 18-24. “PESARO SONORA” – Si conclude il raduno nazionale delle bande musicali: omaggio a Rossini. Nella zona mare e in piazza del Popolo. Info: 335.6245039. LUNEDI’ 23 SETTEMBRE CORSI PER IL TEMPO LIBERO – Sono promossi dal Centro socio culturale Maria Rossi (via Toschi Mosca 20, tel. 0721/34804) con riferimento a: lingue straniere, arte e storia, grafologia, giornalismo, psicologia, attività ricreative, creativi-

nire sempre più una cosa sola” ; di ciascun parrocchiano, per imparare ad accettare tutti così come sono, con pregi e limiti, senza pretendere nulla e senza giudicare. Mons. Coccia, dopo aver ringraziato don Fernando anche per il suo impegno vicariale e diocesano, si è rivolto al nuovo parroco augurandogli un ministero improntato alla “misericordia”. Misericordia come “intercessione” presso Dio per il proprio gregge e vigilanza sulle sue possibili deviazioni idolatriche. Misericordia

tà, bellezza e benessere. Informazioni in sede, dal lunedì al venerdì, con orario 16-19. MARTEDI’ 24 SETTEMBRE MUSEO DIOCESANO – Nella ricorrenza di San Terenzio rimane aperto, con ingresso gratuito, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. GASTRONOMIA – Per i week-end gastronomici d’autunno è aperta la “Locanda La Tartufaia” in località Tracanni di Urbino. Dalle ore 12.30. Tel. 0722/329824. MERCOLEDI’ 25 SETTEMBRE VILLA IMPERIALE – Si conclude oggi il ciclo di visite guidate per il 2013. Dalle ore 16. Prenotazione obbligatoria: IAT, piazzale della Libertà (tel. 0721/69341). Costo euro 12. LO YOGA – Conversazione di Maurizio Di Massimo del Centro studi yoga ed Ayurveda di Pesaro. Biblioteca San Giovanni, ore 21.

GIOVEDI’ 26 SETTEMBRE NELLA SEDE DEL CENTRO MARIA ROSSI – In via Toschi Mosca 20 (tel. 34804). Incontro con Elsa Pasolini e i suoi testi poetici. Introduzione della dottoressa Giuseppina Catalano. Dalle ore 16.30. VENERDI’ 27 SETTEMBRE PRESENTAZIONE LIBRO – “Il peso specifico dell’amore” di Gianluca Antoni. Biblioteca San Giovanni, ore 17. CONVERSAZIONE SUL CINEMA – Il regista Giorgio Ricci propone: “Il documentario”. Nella Sala del Consiglio comunale, ore 18. FESTIVAL DEI GAD – La Compagnia “Luci della ribalta” di Bolzano presenta: “Vincenti” di Alain Krief. Regia di Alessandro Di Spazio. Teatro Rossini, ore 21. SABATO 28 SETTEMBRE FESTIVAL DEL GELATO ARTIGIANALE – Oggi e domani in piazza del Popolo, dalle ore 16 alle 24.

come “fedeltà alla vocazione”, vero atto di amore di Dio per l’uomo. Misericordia come “missione” orientata verso tutti, con un cuore che non si risparmia neppure con chi tradisce. L’Arcivescovo infine ha invitato la comunità e il suo Consiglio pastorale a collaborare con don Giuseppe soprattutto nei campi della formazione dei laici, della famiglia e dei giovani, senza dimenticare mai di pregare per le vocazioni. p.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nota Locale

Il suo inconfondibile linguaggio musicale di Jean-Pierre Poluzzi

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o un piacevole ricordo di P. Fabio Ottaviani risalente ai miei anni giovanili: si tratta di una sua iniziativa pastorale, allora innovativa, che a ripensarla oggi ben si allinea con l’invito di Papa Francesco a intraprendere forme nuove nella pastorale. Si tratta della sua scelta di utilizzare per i canti religiosi una musica nuova (ritmica, stile pop/rock). Eravamo nei primi anni ’70 e c’era una messa domenicale nella parrocchia S. Francesco d’Assisi – quella dei ragazzi alle 9,30 – caratterizzata proprio dal tipo di musica utilizzata: guidava i canti P. Fabio che, di fronte ai ragazzi tra l’altare e l’assemblea, li eseguiva con la tastiera elettronica. La partecipazione era elevatissima (chiesa sempre piena) ed i ragazzi si entusiasmavano. Mi colpiva anche la grande partecipazione dei genitori, in prevalenza 25-35enni, con età media riferita agli adulti più bassa rispetto alle altre celebrazioni. Ripensando quegli anni mi vengono in mente alcune considerazioni. 1) Innanzitutto la grande apertura alle novità operata da P. Fabio, cosa che mi ha sempre sorpreso (negli anni ’80, per fare un altro esempio, aveva proposto ad un gruppo di adolescenti che preparava per la Cresima la novità di scegliere come madrina o padrino non un parente ma una persona della comunità significativa per l’accompagnamento nella fede). Tanto più apprezzabile era questa iniziativa considerando la grande competenza che aveva in campo musicale, che gli consentiva di confrontarsi con tutti i linguaggi musicali. 2) Questo suo modo di fare mi ha fatto toccare con mano gli effetti benefici dell’aggiornamento allora avviato nella Chiesa grazie al Concilio Vaticano II, effetti che stimolavano la voglia di partecipazione e favorivano il protagonismo nel cammino di fede. 3) Credo sia importante, oggi, intraprendere nel campo liturgico strade nuove caratterizzate da un utilizzo della musica più in voga, più diffusa, offrendo così ai giovani una modalità nuova per avvicinarsi al mistero di Gesù. Credo che il messaggio giunto da Rio de Janeiro, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, sia un segnale luminoso che indica una direzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Pesaro

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SECONDO ANNO DA OTTOBRE OGNI 4ª DOMENICA DEL MESE

Pastorale per separati, divorziati e conviventi

I

l 21 luglio nella parrocchia di Montelabbate di Pesaro si è svolta la conclusione del primo anno pastorale del gruppo dei separati, divorziati e conviventi dell’Arcidiocesi di Pesaro. Gli incontri sono cominciati a febbraio di quest’anno e sono proseguiti ogni quarta domenica del mese a Villa Borromeo. Si sono affrontati temi sulla condizione dei separati, divorziati, conviventi e risposati per conoscere meglio il punto di vista della Chiesa e della comunità

cristiana su queste situazioni. In questo cammino intrapreso siamo stati supportati dall’ufficio famiglia diocesano e dal suo direttore, Padre Mario, che ha portato “luce” in ogni nostra situazione. Come aveva sostenuto papa Benedetto XVI al forum delle famiglie a Milano l’anno scorso, ci ha fatto veramente sentire nel cuore della Chiesa, ma soprattutto ci ha fatto capire e vivere la misericordia di Dio per i suoi figli. Durante questi incontri, abbiamo ricevuto la visita del

nostro Arcivescovo Piero Coccia, che ci ha incoraggiato e sostenuto in questo cammino. Le parole che ci ha rivolto hanno messo nel nostro cuore la certezza di non essere soli o dimenticati. In questi incontri, dove ognuno liberamente si è aperto, “abbiamo fatto comunione”, condividendo le storie, le ferite e le delusioni, senza essere giudicati, ma capiti e accolti. Questo ha creato un clima di serenità: il non sentirsi soli ci ha resi più leggeri e liberi. Il nostro gruppo ha anche

un nome e un’ immagine: “Da un cuore ferito ad un cuore fiorito”, e l’immagine che ci rappresenta è un cuore ferito, da cui parte un arcobaleno che si posa su un altro cuore in fiore. Il cuore ferito sta ad indicare la nostra situazione di partenza, che grazie allo Spirito Santo (l’arcobaleno ha sette colori come i sette doni dello Spirito Santo), diventerà una ricchezza per noi e per altri fratelli. Sono convinto che questo gruppo sia nato grazie a Dio Padre, che ha

RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE DI VIALE DELLA REPUBBLICA

Nuovi e vecchi leoni a piazzale della Libertà

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on vi è forse pesarese che non si sia, almeno una volta, seduto a cavalcioni di queste leggiadre fiere immaginarie poste ai lati delle panchine di piazzale della Libertà. Poco più di un mese fa, il sindaco Ceriscioli aveva comunicato che due aziende locali, la Renco SpA e la Laboratorio Pesaro srl, avevano ultimato otto coppie di nuovi leoni “stilizzati” in materiale “ipergres” scuro, per altrettante panchine nuove di zecca che ora sono sul lungomare del piazzale. Ora è la volta del restauro delle sei vecchie panchine le quali saranno dalla Renco restituite all’aspetto originale, operazione che si prevede di ultimare in circa due mesi. Particolarmente interessante è stata la recente illustrazione alla stampa dei precedenti storici, magistralmente compiuta dall’architetto Roberta Martufi, con l’ausilio di diapositive ricavate da schizzi e foto d’epoca. L’attuale zona della “Palla di Pomodoro” era stata identificata dal piano regolatore del 1898, come il terreno su cui edificare un ampio slargo circondato e abbellito da “aiuole all’italiana”, al centro del quale venne poi posta una fontana con vasca circolare e pesci rossi. I nuovi giardini raggiunsero il loro aspetto definitivo solo un trentennio dopo (e ci dispiace dire che, nel confronto con l’aspetto attuale, ancora una volta “l’antico” ci sembra molto più bello). In questo contesto, ulteriormente arricchito da lampioni a gas orna-

mentali, i “vecchi” leoni alati vennero nel 1928 progettati e costruiti da Leandro Ricci, docente dell’Istituto “Mengaroni”, artista che aveva già costruito un leone alato per una cappella votiva di Monteciccardo nel 1927. Quello della fiera ibrida con corpo di leone è un motivo ornamentale diffuso in quell’epoca: a Pesaro, nel 1932, vennero poste le famose “sfingi rosse” (quasi certamente attribuibili anch’esse al Ricci) ai lati dell’ingresso dell’allora Palazzo Busetto, oggi sede del ristorante “Polo”.

Verranno ripristinati anche i due leoni alati posti all’ingresso della fabbrica Benelli, e la recinzione di Villa Molaroni, sede del Museo della Marineria Washington Patrignani, villa a suo tempo restaurata dalla Renco in virtù di una convenzione decennale con il Comune che verrà certamente rinnovata: l’azienda si farà infatti carico di realizzare una recinzione tutta nuova fatta “a regola d’arte”, in ferro battuto. Il primo cittadino ha inoltre annunciato che “fra qualche giorno

apriremo le buste contenenti le offerte presentate per riqualificare Viale della Repubblica. Area turisticamente strategica, è una sorta di biglietto da visita della città. Miglioreremo la pista ciclabile, risistemeremo i marciapiedi, e installeremo nuova illuminazione. I fondi provengono dai 4 milioni di Euro sbloccati dal Patto di stabilità. I lavori inizieranno fra ottobre e novembre, e si concluderanno prima dell’estate 2014.” Claudio Turco

illuminato, guidato e benedetto l’impegno di tutti. Un grazie anche a tutti coloro che hanno partecipato: sono stati una ricchezza e una scoperta! Riprenderemo i nostri incontri settembre, partecipando anche noi al convegno diocesano per poi continuare i nostri incontri a villa Borromeo ogni quarte domenica del mese a partire da ottobre per continuare il nostro cammino di fede. Vincenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA

25° di don Germano Montesi GR ADARA - La chiesa san Giovanni Battista, ha fes te g g i a to il 25° di sacerdozio del suo parroco Don Germano Montesi, arrivato a Gradara da 19 anni. “Per studiare sono stato vent’anni lontano dalla mia famiglia che, pur nella sofferenza, ha rispettato la mia libertà di vocazione”, ha detto Don Germano dal pulpito di una chiesa gremita e familiare di affetti”. La sua Prima da sacerdote é stato il matrimonio di Stefania e Leonardo a Pesaro e a Santa Maria Nuova. A Celebrare la messa delle 19,30 di venerdì 6 settembre l’hanno accompagnato quasi tutti i confratelli di Pesaro. con lui anche Don Giuseppe della parrocchia di San Luigi e Don Giuseppe Renzi di Lodi. Per l’occasione si sono unite tre corali: Il “Caterina Bacchini” di Fanano, del maestro Rocco Gerboni, il San Giuseppe di Fabio Mengucci e il Piccolo coro di Cristina Gessaroli. Il sindaco di Gradara Franca Foronchi gli ha donato una targa a nome della cittadinanza. Claudio Vincenzetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

necrologi ✞

Alberto Parolini

Mauro Marchetti

Mercoledì 11 Settembre è mancato all’affetto dei suoi cari

nato il 29/07/1944 La funzione funebre si è svolta il 13/09/2013 nella chiesa S. Cassiano O.F. Alma Mater di Stefania Tonelli Via Del Fallo,8 Pesaro-tel. 0721/33100

Giovedì 12 settembre è mancato all’ affetto dei suoi cari

nato il 09/01/1946 La funzione funebre si è svolta giovedì 16/09/2013 alle ore 15,30 presso la chiesa di S. Veneranda. O.F. Alma Mater di Stefania Tonelli Via Del Fallo,8 Pesaro-tel. 0721/33100

anniversario Nel primo anniversario della scomparsa del caro

SERGIO ADRUALDI

La sua famiglia lo ricorda con rimpianto, insieme a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Martedì 24 Settembre alle ore 11.30 nella Chiesa parrocchiale di S. CASSIANO. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera O.F. Marinelli – Via del Governatore, 4 Pesaro tel. 336/284055 – 337/635960

anniversario Venerdì 27 Settembre ricorre il quarto anniversario della scomparsa della cara

GIULIANA BRUSCOLINI in GIOVANNINI

La ricordano con amore e rimpianto il marito DEMO, i figli ANTONELLA, STEFANO e STEFANIA, i generi, la nuora, i fratelli, le sorelle i nipoti e parenti tutti. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Venerdì 27 Settembre alle ore 18 nella Chiesa parrocchiale di MONTELABBATE. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera. O.F. Marinelli – Via del Governatore, 4 Pesaro tel. 336/284055 – 337/635960

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libera tutti

Redazione della Casa Circondariale di Villa Fastiggi - Str. di Fontesecco, 88 - 61122 Pesaro (PU) - Anno II - Numero 10 del 22 settembre 2013 CONTATTI info@ilnuovoamico.it - tel 0721/64052 fax 0721/69453

” n o c “ i l So e n a c n u …

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Quella passione per il calcio trasformata in rinascita

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l 22 maggio scorso ha preso il via un corso per arbitro di calcio all’interno del carcere di Villa Fastiggi di Pesaro, che ha visto come protagonisti 19 detenuti che, lo scorso 31 agosto hanno sostenuto l’esame pratico nel campo da calcio dell’istituto. L’organizzazione di questo evento sportivo è solo il primo di tanti altri che seguiranno con l’inizio del campionato di calcio a 7 previsto nel mese di settembre e che vedrà la partecipazione di ben 7 squadre di detenuti comuni. Inoltre il torneo sarà aperto alla partecipazione di altre 3 squadre di detenuti in regime protetto. La coordinazione, curata con impegno dal responsabile e formatore regionale degli arbitri Umberto Alessandrini e da Antonio Di Benedetto, responsabile provinciale del calcio a 7, si svolge in collaborazione con la U.I.S.P. di Pesaro e Urbino e con la responsabile dell’area corsi del carcere Enrichetta Vilella. L’arbitro designato per la gara iniziale del torneo sarà Giovanni Pollastrelli che, con enorme soddisfazione, è il primo detenuto di Pesaro a far parte della U.I.S.P. e che già da un anno dirige gare all’esterno del carcere nei campionati ufficiali. La nostra redazione

di “Penna Libera Tutti” si impegnerà a farvi avere periodicamente tutte le classifiche e le cronache di ogni singolo evento, anche con la pubblicazione dei resoconti su altre testate giornalistiche. Un ringraziamento speciale va poi al prof. di educazione fisica Alessandro Ariemma, presidente U.I.S.P. di Pesaro e Urbino che, oltre ad aver donato materiale sportivo alla palestra

del carcere, si è reso disponibile per l’intera organizzazione dell’evento. Alla gara di inizio campionato c’è sta inoltre una madrina d’eccezione, la campionessa olimpica di fioretto On. Valentina Vezzali, che ha consegnato gli attestati da arbitro e le divise ufficiali U.I.S.P. ai 19 ragazzi detenuti del corso. La redazione Vedi pag. 13

er chi come me ha un animale domestico da lui cresciuto, istruito e accudito, non è semplice viverne la lontananza forzata. Un animale dona un amore incondizionato e sincero. Sin dai primi mesi si instaura un legame forte, fatto di passione e amore. Siamo noi ad avere compiuto il primo passo verso di lui, ma al momento della scelta nella cucciolata è lui ad avvicinarsi a noi manifestando il suo desiderio di scelta. Quando lo prendiamo decidiamo di prendercene cura, accudirlo e garantirgli una vita felice. La gerarchia in un ambito familiare si forma subito dopo l’arrivo dell’animale in casa, all’inizio della convivenza gli si deve far capire quali sono i suoi spazi e i nostri. Il capo branco è il suo “padrone”, il resto del nucleo familiare viene visto come membro del gruppo. Un animale non è un umano, anche se a volte può sembrarlo. Un cane cade in depressione per la lontananza dal suo padrone, potrebbe fare atti di autolesionismo: rifiutando il cibo, mangiandosi le zampe fino a ferirsele. Lo stress gli fa cadere grosse ciocche di pelo. Io mi domando, come mai non è consentito l’accesso in carcere a un animale mentre lo vogliono inserire addirittura nello stato di famiglia? Ricordo che i cani sono stati creati in antichità. Le molteplici razze canine, sono frutto di vari incroci di lupi. Oggi sono animali da compagnia ma vengono utilizzati anche per lavori nobili: la riabilitazione di persone disabili il salvataggio di persone in montagna o in mare… Sfruttando il loro fiuto ci aiutano a ricercare materiali esplosivi o sostanze illecite. Il cane in cambio non chiede nulla d’eclatante, solo l’affetto del suo padrone. Durante il periodo estivo in televisione fanno vedere pubblicità contro l’abbandono. Come mai tutto questo buonismo verso gli animali se poi non li vogliamo nei luoghi pubblici? Giudicate “pazzi” i loro padroni per l’eccessivo amore nei loro confronti ma chi non sa prendersi cura del proprio cane, come potrà mai avere una responsabilità verso un figlio? Fateci scontare la condanna senza privarci dei nostri valori affettivi… Per questo ringrazio la direttrice di questo istituto per avermi concesso un incontro col mio amico a quattro zampe lo scorso 9 settembre. Inizialmente questo mio desiderio sembrava impossibile da realizzare, ma data la piccola taglia del mio cane (razza bull dog inglese di due anni), riconoscendomi la mancanza di valori affettivi, hanno autorizzato questo incontro. Quindi grazie anche da parte di Pablo (il mio amico a quattro zampe). Alessandro Romiti


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È pianto o sono dispettose gocce di sudore?

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a caldo, le braccia stentano ad alzarsi, i pensieri scorrono faticosamente dal cervello fino a perdersi nell’inutilità d’ogni gesto, sprecato, per mitigare il fastidio di dispettose gocce di sudore. Ti stendi sulla branda e sei

cosciente d’imbrattarne le lenzuola di una sindone profana, traccia indelebile della tua colpa. Provi a fare qualche passo alla ricerca di un seppur minimo refolo, ma è fatica dilapidata, l’aria ristagna immobile, quasi fossero andati in

Ci credevo

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o ci credevo! Si è proprio così. Da quando sono entrato in carcere ho creduto nelle possibilità che mi avevano offerto per andare in comunità e invece ancora, dopo quasi un anno che sono detenuto, non sono riuscito a concludere niente. Ho sperato che tutte le persone e gli operatori con i quali ho avuto dei colloqui, potessero aiutarmi a risolvere il problema della dipendenza, ma a quanto pare dopo innumerevoli lettere e promesse inutili sto perdendo le speranze. Vorrei dire a tutte le persone che lavorano per favorire gli ingressi in comunità all’interno delle carceri che facessero ricorso ad una maggiore chiarezza nei riguardi di noi detenuti e che non ci illudessero con false speranze. Cosi facendo infatti aumentano solamente la rabbia perché alla fine non si vedono quei risultati che ci dovrebbero indirizzare verso un percorso alternativo a quello carcerario. Ci saranno anche delle difficoltà economiche per favorire gli ingressi nelle comunità a noi detenuti, ma allora perché i politici ci “bombardano” pubblicizzando nuove leggi e programmi alternativi al carcere, dicendoci che da ora in poi ci saranno più attenzioni per i detenuti tossicodipendenti? Comunque io mi sto impegnando e ci sto mettendo tutta la buona volontà per cercare di uscire da questa dipendenza che mi ha portato fino a qui rovinandomi la vita. Spero solo che d’ora in avanti ci sia una piccola possibilità anche per me e magari riuscirò anch’io a dare un senso alla mia vita. Di certo non farò il politico! Ezio

Cucina Q galeotta

Coda alla vaccinara

ferie persino i figli di Eolo, insieme ai fortunati che ancora possono permetterselo. Dopo l’unica doccia, peraltro consumata in tutta fretta, permessa dalla tua condizione di detenuto, hai la consapevolezza che solo il

sollievo di una bagnatina di fronte al lavandino 20x20 potrà alleviare il tuo tormento…ma sai altresì che poi dovrai asciugare il mini-bagno in tutta fretta, poiché altri due dannati hanno diritto di rinfrescarsi come te, con il risultato di grondare di nuovo e stramaledire il giorno in cui ti sei fatto arrestare, testardo artefice del tuo fallimento. Puoi solo cercare di fissare il pensiero verso direzioni positive, quali sono l’immaginarsi immersi in acque gelide, sotto grandiose cascate, che so, quelle del Niagara… le Marmore? Il respiro si fa di minuto in minuto più faticoso ed aspetti con terrore l’ora in cui sarai costretto ad attendere il sonno liberatore, il quale tarderà sino al punto che ti verrà da piangere, ma forse non sono lacrime…è ancora quel dannato sudore che ti copre il corpo, cercando di proteggerlo dal fuoco interno. Infine, ecco che quando hai perso ogni illusione di un po’ di pace, un insignificante sbuffo sulle spalle ti comunica che lassù qualcuno s’è ricordato anche oggi di te e presto una brezzolina leggera ti coccolerà lentamente, sino a spegnere la fiamma che ti stava divorando. Puoi finalmente stenderti rilassato sul lettuccio ad attendere con un sorriso ebete che la notte si porti via, nella tua incoscienza, tutta la pena di questa fottuta galera. Enrico Suppa

Formula anticrisi

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l presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha basato il suo programma di governo su tre punti strategici per superare la crisi: tasse, consumi e cassa integrazione. Il premier ha dichiarato: “Basterà solo un anno di carestia per ridurre il deficit pubblico dello 0,2 per cento”. Certo, se aggiungiamo anche l’esproprio della mobilia e la vendita delle figlie vergini ai magnati russi potremmo arrivare a una riduzione dello 0,5 per cento. Veniamo alle tasse; l’imposizione fiscale in Italia è talmente alta che ogni ulteriore aumento è del tutto impercettibile. Fa lo stesso effetto di una puntina da disegno conficcata nel sedere di una persona già bersagliata di chiodi di tutte le misure. Non se ne accorge neppure. E’ la situazione ideale per proporre nuove imposte, così l’Agenzia delle Entrate, ogni mese, estrarrà a sorte un milione di contribuenti per fargli pagare l’IVA sull’IVA e la doppia Irpef, per ragioni soprattutto psicologiche. I fortunati contribuenti potranno vantarsi per aver significatamene partecipato al risanamento pubblico. Per incrementare i consumi, seppure con gli stipendi dimezzati, è in arrivo il Programma Imbuto. Ogni famiglia verrà dotata di un enorme imbuto, a turno ogni membro familiare dovrà infilarselo in bocca e ingoiare grandi quantità di prodotti di largo consumo invenduti. Saranno circa sei chili tra cibi solidi e liquidi, più piccole dosi di detersivo e sale per lavastoviglie, giusto per digerire meglio. Infine per i cassaintegrati, visto l’esaurimento di denaro liquido, l’assegno mensile sarà sostituito da un pratico paniere contenente un fiasco di vino, un tozzo di pane, due buoni pasto, dieci mele, spazzolino e dentifricio. A seconda della regione di appartenenza il paniere sarà integrato anche da prodotti tipici per incoraggiare le imprese locali. Gli italiani queste cose le comprendono, basta dire loro la verità, sono sicuro che capiranno.. Alessandro

uesto è uno dei tanti piatti nati nella storia della città eterna. La “Coda alla Vaccinara” è un piatto che ha bisogno di una lenta e attenta preparazione, proprio per favorirne l’esaltazione di tutti i suoi sapori. Nelle Marche non è proprio tanto conosciuto, ma vi garantisco che chi l’ha provato non esita a gustarlo di nuovo. Per prima cosa dovrete trovare un macellaio che vi saprà procurare una coda di bue, (naturalmente spellata). Lavatela con cura e asciugatela per bene. Quindi la taglierete a pezzi non troppo sottili. Preparatevi un mezzo litro abbondante di brodo vegetale, poi un tritato di odori (aglio- prezzemolo- cipolla- sedano- carota) insieme a 100g di lardo, che verserete in una pentola alta e con il fondo spesso, aggiungendo dell’olio d’oliva extra vergine. Fate soffriggere il tutto per un paio di minuti, dopodiché versate i pezzi di coda, assicurandovi che si rosoli bene da tutte le parti. Quando vi sembrerà che la coda sia cotta, sfumate con un bicchiere di vino rosso e fatelo evaporare. Aggiungerete poi due barattoli di pomodori pelati, salate e, se vi piace, potete aggiungere anche del peperoncino o pepe nero. Lasciate cuocere a fuoco lento e a pentola chiusa per circa 40 minuti, dopodiché aggiungerete tutto il brodo già preparato, lasciando fuori la carota e il sedano che taglierete a pezzi e verserete in seguito. Lasciate cuocere per circa 4 ore, mescolando sempre con cura, come se fossero delle carezze. Dopo circa 3 ore, potrete versare

anche il sedano e la carota che avete tolto prima dal brodo. Ultimate la cottura e assaggiate per assicurarvi se è ben saporito e, se necessario, aggiungete sale e pepe a piacere. Quando la vostra coda (quella cotta! ah!ah!ah!) avrà raggiunto una buona consistenza (nè troppo brodosa né troppo asciutta), potete spegnere il fuoco e servire nei piatti aggiungendo una spruzzata di prezzemolo che non guasta mai, come dice anche il proverbio: “Stai sempre in mezzo! Sei come il prezzemolo!” Avrete cosi assaggiato un altro pezzo di storia di Roma e vi garantisco che sarà molto gustosa. Non mi resta che augurarvi buon appetito. Ingredienti: Una coda di bue Cipolle - Aglio - Carote - Sedano - Prezzemolo (soffritto e brodo) Due barattoli di pomodori pelati Olio extra vergine d’oliva 100g di lardo Peperoncino e pepe nero Sale a piacere Un bicchiere di vino rosso Spartaco


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DALLA PRIMA PAGINA - INTERVISTA A VALENTINA VEZZALI

Lo sport per non arrendersi mai

Lo scorso 16 settembre la campionessa olimpica Valentina Vezzali è entrata nel carcere di Pesaro come madrina sportiva per tenere a battesimo la nascita del primo campionato di calcio a sette Uisp della Provincia di Pesaro Urbino. Con l’occasione si è tenuta anche la cerimonia di consegna degli attestati del corso d’arbitro di calcio a 19 detenuti neoarbitri formati dalla Uisp nell’anno 2013. Abbiamo intervistato la Vezzali. Valentina è la prima volta che entra in un carcere? Che impressione le ha fatto essere qui oggi? A dire la verità ho già avuto modo di toccare per la prima volta con mano una realtà carceraria quando alcuni anni fa sono stata invitata presso il carcere Montacuto di Ancona nell’ambito di un’iniziativa legata ad una lezione sulla salute, un’esperienza toccante ma nel contempo piacevole perché è stata un’occasione per portare dall’esterno il messaggio che reca lo sport che è quello di serenità, educazione e socializzazione. Essere qui quest’oggi è per me motivo

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di orgoglio perché significa ancora una volta che lo sport è un ottimo strumento per la persona per ritrovare la propria identità e dignità umana. Lei è conosciuta ai più quale sportiva che ha dato onore ai nostri colori azzurri con la scherma, ma ora porta avanti un altrettanto importante impegno come deputato nell’attuale legislatura. Quali sono le iniziative che il Governo intende attuare a breve per migliorare la situazione carceraria italiana al limite del collasso? Il Governo ha appena licenziato il testo di legge svuota-carceri in cui vengono previste pene alternative al regime detentivo tradizionale per chi ha compiuto reati minori. Tale legge, che vuole mettersi in linea con la sentenza della Corte Europea che ha ravvisato già da tempo nelle carceri italiane condizioni detentive al limite dell’umana sopportabilità, di fatto permetterebbe di eliminare il cosiddetto sovraffollamento per riportare nel giro di qualche anno condizioni di maggiore vivibilità all’interno delle car-

ceri italiane. E’ un provvedimento molto importante ma che richiede al tempo stesso adeguate risorse economiche per poter essere attuato e che attualmente sembrano non esserci, ma sono nodi sui quali il Parlamento sta lavorando e ci auguriamo che si possa trovare quanto prima una soluzione a questo problema ormai non più procrastinabile. Qual è infine il messaggio di augurio che vuole mandare a tutti coloro che stanno leggendo il nostro mensile del carcere “Penna Libera Tutti”?

Il primo messaggio che voglio mandare va senza dubbio ai detenuti del carcere di Pesaro che ci leggono ed è quello di non arrendersi mai di fronte alle difficoltà della vita e di avere soprattutto coraggio nel volersi rimettere in gioco una volta riconquistata la tanto agognata libertà e nel contempo far si che queste forme di volontariato civile dall’esterno, svolte a più livelli, possano contribuire e a promuovere contatti fra realtà carceraria e società civile per recuperare al meglio la socialità dei detenuti. A cura di Alessandro Fabbri

Ma la vita da ex carcerato rimane intricata

o deciso di scrivere queste poche righe perché ritengo sia giusto che i lettori siano al corrente della reale situazione del carcere e dei costi che gli ex detenuti devono sostenere una volta espiata la pena. E’ notorio che chi commette un reato sarà poi condannato a scontare un certo numero di anni in carcere e poi affrontare le relative pene accessorie: mantenimento in carcere, rifusione del danno causato, pagamento della difesa, multe comminate per il reato commesso... Pochi sanno che ci sarebbe un modo consentito dalla legge per espiare determinate pene all’esterno dei carceri, aderendo ad attività lavorative presso cooperative che si reggono sul lavoro dei più sfortunati, facendo volontariato, svolgendo una qualunque attività per la comunità a pagamento dell’errore commesso. Il carcere oggi è un luogo dove stare tutto il giorno senza fare nulla. In pochissimi sono impegnati in attività lavorativa che comunque non consentono di mettere da parte i soldi per poter affrontare, una volta tornati liberi, le spese per la propria sopravvivenza né quelle che lo Stato puntualmente

chiede di pagare il dovuto. In Italia vi sono circa settantamila detenuti di cui almeno sessantacinquemila che non fanno nulla. Ci potrebbero essere delle aziende interessate ad una manovalanza magari non qualificata che potrebbe far svolgere il lavoro anche all’interno del carcere.

In un recente passato esistevano diverse ditte che davano lavoro ai detenuti con conseguenze positive nel contrasto alla recidiva di reato. Il fatto di tenere inoperosa una forza lavoro di tale portata deve far riflettere. Io personalmente non ho mai visto un cane che ti morde quando gli dai da mangiare, e penso che nessuno possa sbagliare di nuovo se una volta uscito si metta in condizione di vivere decentemente, magari anche solo di sopravvivere. In carcere ci finisce di norma chi non è in grado di avere un difensore valido, perché l’avvocato spesso bada all’eventuale rendita che il cliente gli potrà valere. Quindi rimane una sola domanda: chi paga? Paga il poveraccio che finisce nelle maglie di una giustizia malata. Inoltre non si può certo parlare di dignità quando si costringono delle persone, anche di diverse etnie, a condividere uno spazio vitale per l’intera giornata. Uno stato di fatto riconosciuto da tutti ma a cui nessuno sembra in grado di porvi rimedio. Leonardo Basiricò

“Lettere” nuovo libro della sezione femminile “N on c’è due senza tre”. Dopo i successi riscontrati dalla pubblicazione dei due libri dal carcere di Villa Fastiggi, dove si raccontavano storie di vita, pensieri e poesie di “persone” che purtroppo hanno vissuto delle esperienze diverse da quelle comuni, si sta lavorando per fare il tris. La pubblicazione è resa possibile in particolare grazie all’impegno di Alberto Ramundo, Giulietta Cardellini, Paolo Vachino e Monia Caroti che da anni sono impegnati all’interno di varie carceri della regione Marche con il progetto di “scrittura creativa” che comprende anche rappresentazioni teatrali. Questo terzo libro ha visto il coinvolgimento di 18 ragazzi e 7 ragazze, tutti detenuti nel carcere di Villa Fastiggi di Pesaro. Dopo tre soli incontri,

Lettera per Papa Francesco C

arissima Sua Santità, siamo dei semplici detenuti, come tanti altri, reclusi per espiare le pene derivanti dai nostri errori. Ognuno di noi ha un rapporto diverso con la fede, ma tutti noi abbiamo lo stesso bisogno di chiedere perdono a Dio. Questo è possibile soltanto se iniziamo quel percorso di avvicinamento a Dio, attraverso l’aiuto costante degli operatori della Chiesa Cattolica, di cui P. Enrico (nostro cappellano) è il primo. A questo proposito la voglio portare a conoscenza del grandissimo e costante lavoro, che i volontari, del gruppo di Rinnovamento nello Spirito Santo, svolgono qui nel carcere di Pesaro. Molti di noi, con il loro aiuto, siamo riusciti a capire l’importanza della fede e che solo con la misericordia di Dio, si riuscirà a intravedere la luce in fondo al tunnel della sofferenza. Santità, quando l’abbiamo vista affacciarsi per la prima volta dalla Basilica di San Pietro e siamo

venuti a conoscenza delle sue grandi e misericordiose opere, costruite nell’arco della sua vita, ci siamo sentiti veramente meno soli, consapevoli che, anche per chi come noi è rifiutato o emarginato dalla società civile, non lo è davanti ai Suoi occhi e quindi davanti a Nostro Padre Dio Onnipotente. Avere la consapevolezza che anche noi siamo ricordati nelle sue preghiere, ci fa sentire forti e protetti dalle tentazioni quotidiane. Tutti noi ringraziamo Dio per averci donato un Papa lungimirante, devoto e in grado di recuperare con semplicità i soggetti più “bistrattati” come noi. Inchinandoci con umiltà d’innanzi a Lei, ringraziamo per aver ascoltato le nostre parole.

P.S.: Caro Santo Padre, quando può venga a trovarci e sarà accolto con immensa gioia. Detenuti della 3° sezione Casa Circondariale di Pesaro

a seguito dello sviluppo di un progetto partito con la sola intenzione di voler comunicare e cercare di abbattere “qualche” muro, la redazione di “Penna Libera Tutti” ha gentilmente offerto la sua disponibilità per la location e, insieme, siamo riusciti a dare vita a questa nuova creatura che si chiamerà “Lettere” (Parole da dentro) che verrà pubblicato nel dicembre 2013. Va poi sottolineato l’impegno della direzione carceraria che ha permesso questo connubio (uomini e donne) e la collaborazione con la cooperativa “Officina” che da tempo ricopre in ruolo molto importante per le attività dei detenuti anche in campo teatrale. Auspichiamo quindi che questo libro abbia, se non lo stesso, un maggiore successo dei precedenti.


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uello uscito nel mese di luglio doveva essere il mio ultimo articolo scritto per “Penna Libera Tutti”. Speravo infatti di meritare le attenzioni del magistrato di sorveglianza di Ancona, avendo richiesto la possibilità di scontare gli ultimi due mesi di condanna in regime di detenzione domiciliare con la possibilità di svolgere attività di volontariato. Invece sono ancora qui. Perché? Semplicemente perché tutte le belle parole sulle pene alternative che dovrebbero favorire la soluzione al sovraffollamento delle carceri sono solo frottole o chiacchiere che non vengono mai messe in pratica. Evidentemente quando c’è da farsi belli e riempirsi la bocca con parole e soluzioni per noi detenuti, sono tutti così attenti e premurosi da considerarci addirittura “persone”, ma poi in realtà, quando c’è da mettere in pratica la legge che dovrebbe permetterci di essere reinseriti nel mondo socio-lavorativo, puntualmente spariscono tutti e delegano altri per evitare di fare brutte figure agli occhi dell’opinione pubblica. Quindi mi piacerebbe che per una volta qualcuno mi spiegasse come mai la magistratura di sorveglianza non permette a nessuno dei richiedenti di accedere alle misure alternative previste dal codice penale invece di delegar a decidere sempre il presidente del Tribunale che ormai è sommerso dai nostri ricorsi e inevitabilmente ci fa attendere tempi lunghissimi per le risposte. Io capisco la pericolosità sociale, che è un grave problema. È giusto che non si debba lasciare uscire chiunque dal carcere, ma vorrei capire il perché non si effettuano mai - e dico mai - le valutazioni soggettive di ogni singolo caso per permetterci di

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Finestra con vista … sul muro

riprendere una vita più dignitosa di questa. Insomma la risposta alla mia richiesta deve ancora arrivare, questo a riprova che la nostra burocrazia funziona malissimo. Tuttavia posso dire (per esperienza “sul campo”) che ho visto risposte arrivare con mesi di ritardo e questo sicuramente non favorisce un corretto reinserimento, anzi, al contrario provoca un notevole squilibrio alle persone interessate con delle conseguenze disastrose. Faccio molta fatica a capire il perché la vita, dopo tutto quello che ho passato, ancora una volta mi mette davanti a delle prove così devastanti. Tutto dovrebbe avere un limite, anche la mia sopportazione ne ha uno, ma questo evidentemente non preoccupa nessuno. La speranza? Certo la speranza, come dice il vecchio proverbio, è sempre l’ultima a morire, ma vi garantisco che qui alla fine quella che muore non sarà la speranza, ma forse la mia pazienza. Anche se lo urlassi forte da dietro la mia finestra con vista sul muro, probabilmente non lo sentirebbe nessuno questo grido di sofferenza che sto vivendo ed è per questo che ho deciso di scriverlo sul nostro giornale, proprio per avere ancora la speranza che arrivi a qualcuno che, leggendolo, possa riflettere su come veniamo trattati. Con un’indifferenza che inevitabilmente ci mette alla pari delle bestie, anzi al giorno d’oggi gli animali hanno più diritti di noi detenuti. A chi può fregare se un uomo soffre dietro le sbarre, se vede allontanarsi i propri affetti sempre di più? Quello tanto è un criminale e deve stare lì dentro! Pienamente d’accordo con voi! Non esiste

smacchiante per chi, una volta passate le porte del carcere, è stato marchiato come una bestia con quell’inchiostro indelebile. Se trovate la soluzione, fatemelo sapere, perché io ho smesso di cercarla. Come può un uomo redimersi agli occhi della legge se tutto quello che ho fatto per dimostrare il mio cambiamento non è servito a niente? Cosa posso fare ancora per fargli capire a quei Signori che sono chiamati a decidere,

INTERVIENE IL SINDACATO DI POLIZIA PENITENZIARIA

Carcere di Ascoli situazione allarmante

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i è tenuta lo scorso 24 agosto, nel carcere di Ascoli Piceno la visita di una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa di Categoria. “La presenza dei dirigenti sindacali del SAPPE ad Ascoli Piceno” spiega il Segretario Generale del SAPPE Donato CAPECE “ha voluto per prima cosa testimoniare la vicinanza e la gratitudine del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria alle colleghe ed ai colleghi quotidianamente impegnati in una situazione di costante sovraffollamento con significative carenze di organico. Alla data del 31 luglio scorso, ad

esempio, erano detenute ad Ascoli Piceno 144 persone (57 imputati e 87 condannati) rispetto ai 122 posti letto regolamentari. Donne e uomini della Polizia Penitenziaria, sotto organico di 50 unità visto che ve ne sono in forza 120 rispetto ai 170 previsti, che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, svolgendo quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato per l’esasperante sovraffollamento.” “Quel che abbiano visto è cosa ben diversa dalla rappresentazione che recentemente è stata fatta del penitenziario marchigiano, e cioè di un carcere a colori, tanti colori, con mura cariche di tonalità e significati, tra graffiti e murales di grandi dimensioni”, conclude. “I posti di servizio degli Agenti di Polizia Penitenziaria e la stessa Caserma sono in condizioni assai precarie, in palese contrasto con le regole elementari di salubrità ed igiene. Per questo chiederemo al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ed ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria (al quale invieremo le fotografie fatte dai nostri dirigenti sindacali) interventi migliorativi per il Personale di Polizia del carcere di Ascoli Piceno, auspicando un loro interessamento urgente anche per un potenziamento dell’organico”.

che sono un uomo diverso da quello che ha commesso degli errori di gioventù? Oggi ho 47 anni e i miei pensieri sono totalmente diversi da quelli che avevo prima di averne venti. Praticamente mi sono invecchiato e non me ne sono neanche accorto e secondo voi dovrei ancora sperare? Ma in che? Nella giustizia? AH!AH!AH! Ma per favore…….. Spartaco

ANNUNCIO AI LETTORI

Cerchiamo macchine da cucire

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ontinueremo a ringraziare tutte quelle persone che ci hanno gentilmente regalato i computer per la nostra redazione e veniamo a richiedere un ulteriore AIUTO a voi lettori per dare vita ad un altro progetto che si sta sviluppando all’interno del reparto femminile del carcere. Se ci fosse qualcuno disposto a donare delle vecchie macchine da cucire in disuso o se volesse disfarsene, può gentilmente contattare il carcere di Pesaro sito in via Fontesecco n. 88 a Villa Fastiggi. Sicuramente farebbero la felicità di alcune detenute che stanno cercando di apprendere il vecchio ma prezioso “mestiere” del cucire. Quindi ci sentiamo in dovere di ringraziarvi anticipatamente per il vostro importante contributo. GRAZIE. LA REDAZIONE “Penna Libera Tutti”.

Lettere in redazione

Per scrivere alla redazione della Casa Circondariale di Pesaro indirizzare una e-mail a info@ilnuovoamico.it oppure scrivere a Redazione di Penna Libera Tutti c/o Casa Circondariale di Pesaro – Str. Fontesecco 88 – 61122 Pesaro (PU)

Cari amici…!!! innanzitutto vi chiedo scusa se è passato così tanto tempo prima che scrivessi una lettera ai compagni di sventura in carcere. Attualmente sono ancora agli arresti domiciliari ma vi seguo ancora attraverso “Penna libera tutti” e vi ringrazio

per aver pubblicato il mio articolo, scritto con l’aiuto di Tony. La mia vita è molto cambiata perché rimanere chiuso in casa per ore e ore è certo cosa non bella ma sicuramente più gradevole del carcere che infonde uno stato di chiusura al mondo esterno che solo la libertà ti fa apprezzare nuovamente. Io sto cercando di organizzarmi con il lavoro anche perché se non troverò un’occupazione, sarà difficile cambiare il mio stato detentivo attuale. Il 27 di giugno, cinque giorni dopo la scarcerazione, sono stato processato e mi è stata inflitta una pena di anni 5 e mesi 4. Il minimo della pena era di 6 anni, quindi non mi lamento. Con il Sert procede tutto bene. Il martedì e il venerdì posso uscire per recarmi nei loro uffici per esami tossicologici e colloqui con l’assistente sociale e la

psicologa. Mensilmente è previsto anche un incontro con il dottore. Sto facendo le analisi per riprendere la patente di guida e penso e spero di porteci riuscire per metà ottobre, data in cui mi è stata fissata già la commissione patenti. Dopo avervi dato tutte le mie notizie aspetto che mi mandiate voi qualche news da Villa Fastiggi, anche se immagino che non ci sia tanto di eclatante da raccontare. Vi mando i miei più sentiti “in bocca al lupo” a tutti, in particolare ad Alfonso, Enrico, Alessandro, Spartaco, Pancrazio, Leonardo, Roberto Mazzoli, Alvaro Coli, Francesco Rinaldi e i nuovi redattori. Un forte abbraccio!!! Luca


• il• amico nuovo

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Redazione di Fano: Via Roma, 118 - 61032 Fano Tel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595 E-mail: fano@ilnuovoamico.it

Fossombrone Cagli Pergola La lettera del Vescovo ai responsabili della scuola e agli studenti

Lo studio qualifica il vostro futuro

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poco più di una settimana dalla ripresa dell’attività scolastica, gli auguri di Mons. Trasarti ai rappresentanti della scuola e agli studenti

Carissimi, vi penso idealmente impegnati a riporre i mezzi di svago dell’estate per sostituirli col materiale scola-

stico, nell’imminenza della ripresa dell’attività formativa e culturale. Sicuramente un po’ di emozione e di trepidazione vi accompagnano perché al di là del desiderio di rivedere volti noti e amici di viaggio, contate gli anni che vi separano dalle grandi scelte della vita, guardate al futuro, vi confrontate con le attese vostre e di quanti vi amano. Queste, riponetele negli spazi più intimi della vostra coscienza perché devono fornirvi stimoli durante il cammino e nei tempi di crisi: proprio come il popolo biblico che raccoglieva i grandi segni dell’esodo a sostegno del cammino nel deserto; o come i pastori D’Annunziani che bevevano profondamente ai fonti alpestri perché sapore d’acqua natia rimanesse nei cuori esuli a conforto. Le vostre emozioni sono anche quelle dei vostri cari, degli insegnanti, degli educatori, le nostre, per cui ai vostri pensieri vorrem-

mo affiancare le nostre parole di esortazione, di incoraggiamento, di proposta. Lasciate dunque che i sentimenti vengano manifestati per non chiuderci in un’inutile incomunicabilità. Vorrei anzitutto proporvi di cogliere la preziosità di questi vostri anni, per spenderli al meglio. Puntate in alto. Noi adulti spesso vorremmo dare spazio a nuovi progetti, ma ci accorgiamo che c’è un tempo preciso per tutte le cose e bisogna non perdere gli appuntamenti giusti con la vita. E’ tempo di formazione: curate il sapere. Se lo guarderete come risorsa per qualificare il vostro futuro, lo studio vi sarà meno gravoso e certamente gratificante quando vedrete che vi permetterà di sapere ancora di più e di dare spazio alla vostra capacità creativa. Siete una generazione nuova, portatori di un processo evolutivo veloce e, al momento, difficile. Per

questo vorrei pensarvi attenti alla voce e alle attese dei vostri cari. Amateli, comprendeteli nella sofferenza. Intendo dire che ogni genitore vorrebbe lasciare nelle mani dei figli, quei beni che rendono facile la vita e sereno il futuro. Invece questo tempo di crisi li obbliga a lanciare appelli di sobrietà, a pronunciare il gemito di chi deve dire “non possiamo”. Coi loro sacrifici e contando sulle vostre risposte, vi trasmettono però la fiducia in un cambiamento possibile di cui dovete essere protagonisti e che abbatterà i confini del mondo, moltiplicherà le risorse, dividerà più equamente il benessere e sarà proprio esito di un impegno che a voi viene richiesto. Se riuscirete a dare risposta con lo studio, la ricerca, la realizzazione di nuove fonti di benessere per la nostra società, potrete incontrarvi in un rapporto nuovo di collaborazione, di stima vicendevole, di amore.

I vostri insegnanti integrano l’impegno educativo dei genitori e la scuola desidera offrirvi conoscenze e competenze che servono l’uomo e gli affidano i semi del futuro. Non è un ruolo facile il loro. Se li amerete creerete rapporti migliori rapporti di collaborazione e un desiderio più grande di vedervi crescere bene. Rendete fecondo il loro lavoro. Vi auguro infine di poter fare esperienza, nella scuola, di quell’umanesimo cristiano che è valore, al di là di ogni altra esperienza culturale, perché dà senso alla vita e orienta tutto l’uomo verso la pienezza del suo essere e del suo agire. Benedico voi, le vostre famiglie e i vostri docenti il vostro studio, le vostre speranze e vi auguro un anno scolastico ricco di esperienze e di esiti buoni. +Armando Trasarti Vescovo

Primo incontro di formazione per catechisti con don Marco di Giorgio

SETTIMANE MARCO π A CASA GIOVANI

La catechesi narrativa FANO – Una serata molto partecipata e ricca di spunti interessanti. Si è tenuto, lunedì 16 settembre al Centro Pastorale diocesano, il primo degli appuntamenti dedicati alla formazione dei catechisti. Il primo incontro, tenuto da don Marco di Giorgio, ha focalizzato l’attenzione su “Vangelo & narrazione”. Ad aprire la serata sono intervenuti il vescovo Armando, don Giuseppe Cavoli, nuovo direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e don Matteo Pucci vice direttore. Mons. Trasarti, riflettendo sugli Atti degli Apostoli 8,26-40 ha sottolineato come il Vangelo vada ben al di là dei confini, delle sacrestie, per arrivare fino alla strada. “Anche noi dobbiamo spesso cambiare luogo e persone – ha evidenziato il Vescovo – ma l’importante è che siamo là dove ci vuole lo Spirito e se non scendiamo in strada il ‘dove’ non lo incontreremo mai”. Don Marco di Giorgio, partendo da esempi molto pratici, ha spiegato l’importanza della catechesi narrativa. “La catechesi narrativa è l’intreccio di tre storie: quella di Dio che ci viene a incontrare, del narratore coinvolto in ciò che sta raccon-

tando e di coloro che, realmente o virtualmente, stanno ascoltando la storia. Lo stile è quello di accogliere l’altro nel racconto in una reale condivisione, scatenare lo stupore e sollecitare la decisione. La storia, infatti, non dà solo informazioni, ma chiede di prendere una posizione, di rileggere la propria vita. La catechesi narrativa – ha proseguito don Marco – presuppone l’autenticità delle esperienze e di chi si mette in relazione, la conoscenza delle storie della Bibbia, la capacità di far interagire i ragazzi con le varie storie e l’invito a proseguire la ricerca personale. Quali sono, quindi, le regole di un buon racconto? Il racconto è, innanzitutto, messaggio ovvero il narratore non “spiega”, ma racconta. Il destinatario, invece, spiega a se stesso il racconto per coglierne il significato oltre la storia narrata e farlo diventare messaggio per sé. Cosa raccontare? Gli eventi salvifici accaduti che la comunità da secoli racconta restituendo loro tutta la forza educativa. Sono salvifici però i fatti della vita quotidiana che producono vita e aiutano a scoprire la presenza di Dio oggi. La narrazione – ha proseguito don Marco

Ristorante Lo Squero

di Sanzio Ubaldi (Chiuso il lunedì)

di Giorgio – deve intrecciare esperienze: alla fine l’ascoltatore dovrebbe dire come mai si sta parlando di me? Occorre poi creare una nuova lingua passando da un linguaggio oggettivo, denotativo e astratto a quello evocativo, condiviso e caldo. Dobbiamo narrare per svegliare il testo dal letargo ovvero dal testo in

© RIPRODUZIONE RISERVATA

sé al testo per me. Infine il protagonista di tutto diventa il narratore: chi racconta, ama la realtà raccontata e la fa amare. Lo fa per la vita. Per questo chiede una decisione, raccontando storie (R. Tonelli)”. Enrica Papetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – Dal 22 al 28 settembre, a Casa Giovani, si terrà la prima settimana Marco π. Da quest’anno, infatti, vengono inserite anche alcune settimane denominate “Marco π”- “Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui…” (Mc 3,14). Si tratta di una proposta di vita comunitaria per tutti i giovani che hanno fatto l’esperienza delle tre settimane in Casa Giovani negli anni precedenti, trattando più direttamente di regola di vita, sacramenti, preghiera e guida spirituale, vivendo insieme la Liturgia delle ore e l’Eucaristia quotidiana.

Ristorante tipico con servizio di pesce Menù riservati • Accoglienza distinta Servizio inappuntabile

Strada delle Marche, 61 - Zona Gelsi - tel. 0721 65405


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Fano Fossombrone Cagli Pergola

22 settembre 2013

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DON MIRCO AMBROSINI NUOVO PARROCO DI ORCIANO

Far tornare la Chiesa il luogo della festa di Dio con gli uomini

RCIANO - Una celebrazione dai gli indugi, comunicando alla cotoni semplici, in cui premura e munità la sua gioia di essere tra rispetto hanno connotato lo sti- loro: «Io e voi dobbiamo diventale dell’accoglienza riservata al re santi, ognuno nel suo stato, ed nuovo parroco, don Mirco Am- in questo siamo aiutati anche da brosini, che nella tarda serata di un sant’uomo qual è don Ennio domenica 15 settembre si è uf- – ha poi proseguito il nuovo parficialmente insediato nella par- roco di Orciano – Il mio compirocchia di Orciano di Pesaro, alla to è quello di farvi piacere a Dio, presenza anche di tanti sacerdoti mantenendo l’ultimo posto come legati alla storia della comunità colui che serve, sull’esempio di di Santa Maria. Al termine del- Gesù». Anche don Marco Prela Santa Messa, presieduta del sciutti, che ha ricoperto il ruolo Vescovo, don Mirco ha sciolto di amministratore parrocchiale

nell’ultimo anno, ha voluto ringraziare per tutto quanto è riuscito a ricevere in questo particolare periodo. Dopo i ringraziamenti alla comunità di Orciano per la pazienza, al vicario pastorale don Marco e a don Mirco Ambrosini per aver subito accettato questa nuova chiamata al servizio, il vescovo Armando ha rimarcato i tre atteggiamenti che un sacerdote deve sempre ricordare nella sua azione pastorale: «Noi siamo con

il popolo, nel bene e nelle difficoltà. Non siamo perfetti, pertanto dobbiamo interagire pienamente con la società, la giustizia, la comunità civile, senza mai sentirci al di sopra delle parti. Infine, se siamo figli di misericordia, dobbiamo impazzire di amore per il popolo di Dio che ci viene affidato». Dopo aver ricordato a don Mirco l’importanza di saper accompagnare verso lo Sposo facendosi da parte al momento opportuno, e la centralità della

A Loreto quattro giornate interamente dedicate agli oratori

H1,5O. La bellezza della condivisione

FANO - Si sono svolte dal 5 all’8 settembre scorso a Loreto presso il Centro Giovani quattro giornate interamente dedicate agli Oratori. L’evento denominato H1,5O nasce sulla scia del successo del primo Happening degli oratori dello scorso anno, al fine di costruire insieme il prossimo H2O, previsto per il 2014. Erano presenti circa 200 persone che a vario titolo sono impegnate in Oratorio e per questo in grado di portare diverse esperienze per storia e per geografia. Gli obiettivi principali di questo percorso: costruire/irrobustire progressivamente una rete capace di assicurare una presenza e una mobilitazione significative nei diversi territori; costruzione di un’immagine sempre più fedele di Oratorio nella diversità delle singole narrazioni/esperienze; rileggere l’esperienze degli Oratori alla luce di alcuni contenuti/temi specifici pedagogici, sociali, organizzativi/processuali. Anche la nostra Diocesi ha partecipato, attraverso alcuni giovani a questo importante

Aperte le iscrizioni

Nuovo anno per la Scuola Corale

FANO - La Scuola Corale della Cattedrale di Fano si appresta ad iniziare un nuovo anno scolastico. Molte le novità di quest’anno, tra cui l’apertura di nuovi indirizzi strumentali come violino, flauto, chitarra, organo, pianoforte, canto (lettura intonata) e coro, oltre che la stipula di una convenzione col Conservatorio Rossini di Pesaro per il riconoscimento degli studi. Maggiori informazioni si trovano sul sito http://scuolacoralefano.altervista.org, oppure contattando via mail la scuola, scuolacoralefano@altervista. org o telefonicamente 0721.803737 (dalle 9.00 alle 12.00). Sabato 21 settembre alle ore 16.00, la scuola sarà aperta per un incontro con i docenti per i genitori e allievi, presso i locali della scuola in via Roma 118 (Centro Pastorale diocesano).

evento, seppur con una piccola rappresentanza; r ip or ti amo di seguito la testimonianza di due di loro: A quali momenti dell’ H1,5O hai partecipato? Giada: Ho partecipato a quasi l’intero corso. Sono state delle giornate veramente molto intense, nelle quali attraverso dinamiche, laboratori e tavole rotonde, nonché il saluto del presidente del senato Pietro Grasso, si è potuto riflettere più a fondo e in maniera più ampia sull’importanza che gli oratori hanno non solo per la Parrocchia ma per la società intera. Sabrina: La giornata in cui ho partecipato io era dedicata ai laboratori. Io ho seguito in particolare il laboratorio dedicato alla famiglia in oratorio. La provocazione era LA FAMIGLIA è UNA CONDANNA. Come un vero processo, sono emersi i pro e i contro con tanto di testimoni e sì è concluso con un patteggiamento da parte della difesa benché l’ accusa fosse stata giudicata un po’ fiacca! Nella seconda parte si sono prese in esame le questioni emerse nel processo analizzando punti di forza e criticità smontando un po’ i luoghi comuni e portando la discussione alla realtà dei fatti che ognuno viveva ed orientandola alla proposta del Vangelo.

Che cosa ti ha lasciato questa esperienza? Giada: Ciò che mi ha colpito di più sono state le provocazioni lanciate, soprattutto dal professor Ivo Lizzola. Egli, citando Martin Buber, ci ricorda come in questo tempo dell’Esodo o “senza casa” sia importante far diventare generativi i nostri oratori, cioè trasformarli in spazi di solidarietà non perimetrati nei quali produrre degli andirivieni. Devono essere come una strada a due corsie, i ragazzi entrano e fanno esperienza per poi uscire e tornare alla comunità arricchiti. Sabrina: Di sicuro che al di là dell’ esperienza formativa queste sono occasioni sia per rimettersi in discussione che per fortificarsi nella propria missione di Vita. Un altro momento che mi ha colpito, per quanto banale può sembrare, sono stati i coffe break, momenti di conoscenza ed apertura verso l’ altro. Cosa diresti ai giovani della tua Diocesi per invitarli a prendere in considerazione l’ ipotesi di metterlo tra gli appuntamenti importanti in agenda? Giada: Direi loro che è bellissimo conoscere persone provenienti da tutta Italia, perché nascono incontri, scontri e progetti, ad esempio è stata lanciata più volte la proposta di gemellaggio tra oratori, personalmente spero proprio di riuscire a realizzare questa cosa perché la trovo molto formativa e divertente. Sabrina: Innanzi tutto di partire dall’ idea che l’happening è un’opportunità per uscire dal proprio campanile allargando i propri orizzonti e scoprendo che i “portenti” e i “mali” della propria realtà sono comuni a tutti, ma che ognuno ha dei particolari e speciali modi per affrontarli che è bello condividere. L’ Equipe Diocesana Oratori

cura dei laici, il Vescovo ha posto l’attenzione sulla collaborazione maturata negli anni tra le parrocchie della vicaria: «Continuate questa unità pastorale, accudendo il popolo di Dio e custodendo la famiglia presbiterale». In conclusione, monsignor Trasarti ha rivolto a tutti i presenti un caldo invito: «Cerchiamo di far tornare la Chiesa il luogo della festa di Dio con gli uomini». Matteo Itri © RIPRODUZIONE RISERVATA

Comunità Gesù Risorto

Ritiro diocesano 22 settembre

SAN FRANCESCO IN ROVERETO – Domenica 22 settembre è in programma il ritiro diocesano della Comunità Gesù Risorto presso il Centro di spiritualità San Francesco in Rovereto. Programma: Ore 09.00: Accoglienza Ore 09.15: Preghiera Comunitaria Ore 11.00: Relazione Ore 13.00: Pranzo Ore 15.30: Adorazione Eucaristica Ore 17.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Armando Trasarti In Italia il Rinnovamento Carismatico è approdato nel 1971, dando vita nel tempo a vari Gruppi e Comunità, che ne hanno incarnato e messo in luce aspetti e ricchezze particolari. Come Comunità Gesù Risorto, siamo chiamati a creare un linguaggio “da risorti”, linguaggio che nasce dall’esperienza e che favorisce nuove esperienze. Siamo chiamati a produrre “nuovi simboli”, nuove immagini, capaci di rendere visibile e comprensibile ai più la realtà sublime che cerchiamo di esprimere a parole. Tutto questo vale per noi ed è anche il servizio più autentico che possiamo rendere ai nostri fratelli: aiutarli a entrare in questo mistero di morte dell’“uomo vecchio” e di risurrezione in Cristo. Gli “strumenti” sono: l’accoglienza, l’ascolto, il discernimento fraterno, la preghiera d’intercessione mediante l’imposizione delle mani e la compassione divina, l’accompagnamento in un cammino di ritorno alla Chiesa (per usufruire di tutta grazia sacramentale, liturgica, biblica), la vita comunitaria concreta, nelle sue varie espressioni. Testi tratti dagli scritti di Alberta e Roberto Ricci del C.I.S. Comitato Internazionale di Servizio della Comunità Gesù Risorto

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I ragazzi dell’ACR in viaggio a Roma

Ti credo, tutto parla di Te FANO - Per concludere il cammino di questo anno associativo, l’Azione Cattolica Italiana ha invitato venerdì 6 e sabato 7 settembre tutti i bambini ed i ragazzi delle diocesi d’Italia, attraverso alcuni loro rappresentanti, a fare festa a Roma al termine dell’anno delle Fede, indetto da papa Benedetto XVI; un anno così intenso e significativo per annunciare, ancora una volta, la bellezza del credere in Gesù. Proprio per questo motivo l’appuntamento di questi due giorni ha avuto come titolo il motto “Ti credo! Tutto parla di Te!”. È stata anche l’occasione per concludere, proprio sulla tomba di Pietro, un anno tanto importante per la vita di fede di ognuno di noi e quindi anche dei più piccoli. Dalla nostra diocesi sono partiti in sette, quattro ragazzi scelti da quattro parrocchie diverse, Erika Landini come accompagnatrice a nome dell’ACR diocesana ed i genitori di uno dei quat-

tro ragazzi. L’incontro di festa è iniziato con un pellegrinaggio presso la basilica di San Pietro pregando con l’aiuto di S.Em. Angelo Card. Camastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Abbiamo proseguito poi con una festa di accoglienza e conoscenza presso la struttura ospitante, mentre il sabato abbiamo visitato i giardini vaticani, dove i ragazzi hanno dialogato con vari personaggi sul valore di loro stessi all’interno della Chiesa e concludendo poi la giornata a Castel Sant’Angelo con musica, spettacolo ed un grande gioco a stand. Sono stati due giorni all’insegna di condivisione, preghiera e scambio di diverse esperienze e la cosa più bella è che i ragazzi sono stati i veri protagonisti. Essi per primi si sono messi in gioco, lasciandosi travolgere dalla bellezza dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, dello stare insieme nel nome di una solo persona: Gesù.

I ragazzi stessi hanno lasciato dei pensieri da condividere: - Signore, grazie per queste due bellissime giornate piene di felicità ed emozioni, pur non conoscendo nessuno abbiamo fatto molte amicizie. I posti erano bellissimi e spero che rifacciano una festa così bella. - Questa è stata una bellissima esperienza, vedere i giardini vaticani e questi due giorni mi hanno permesso di conoscere altri ragazzi della mia età. - Queste giornate mi sono piaciute perché tutte le persone piccole, anziane, adulti e giovani si sono riunite per una unica persona: Dio


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Fano Fossombrone Cagli Pergola

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La testimonianza di Anita Manti vicepresidente de L’Africa Chiama

Piccoli traguardi che riempiono di gioia

FANO - Tornare a Lusaka dopo tre anni è stato molto emozionante. Molti sono stati i cambiamenti. Ho trovato molte più case costruite nel compound dove vivono circa 200 mila persone. Ma anche la scuola è cambiata, con tanti nuovi progetti avviati. Nella nostra struttura attualmente vanno a scuola 800 ragazzi di cui 40 disabili. Da qualche mese è attiva anche la sezione di scuola superiore dove i ragazzi imparano seguendo dei corsi pratici, ma anche laboratori di informatica e di scienze. Insieme ad un’altra volontaria di Fano, Federica, insegnante di chimica, abbiamo avuto la possibilità di mostrare alcune esperienze di laboratorio dapprima agli insegnanti di scienze e poi insieme direttamente agli alunni in classe.

Tali attività hanno veramente destato una grande interesse negli alunni, l’esperienza di laboratorio svolta in gruppi inoltre migliora l’apprendimento e anche le relazioni personali. Altra novità è la clinica, o meglio un poliambulatorio che da più di un anno è a pieno regime ed offre una opportunità di cura e controllo. Ogni giorno si forma una lunga fila, dove mamme e bambini attendono il loro turno. Attualmente lo staff, interamente locale, è composto da 40 persone, tra insegnanti, insegnanti speciali per i ragazzi disabili, infermieri, tecnico di laboratorio e ostetrica e medico alla clinica, cuoche, giardiniere, autista, e altri collaboratori amministrativi. Inoltre sono state avviate due cooperative, nello specifico la polleria

e la sartoria, che rappresentano una vera opportunità di lavoro per le famiglie, una opportunità di business, come piace chiamarlo da quelle parti! Il viaggio è stata anche una occasione per visitare altri progetti, in particolare mi sono recata al nord ad Ndola dove L’Africa Chiama sostiene altri progetti, in particolare diversi centri nutrizionali e un progetto di accoglienza dei ragazzi di strada. I centri nutrizionali sono coordinati da un medico e da una nutrizionista, ma il lavoro giornaliero viene svolto dalle operatrici locali. La giornata al centro si svolge così: accoglienza, visita dei bambini, seminari di igiene e preparazione del cibo, dimostrazione pratica. Pranzo insieme, distribuzione alimentare e rientro a casa. Ogni bambino ha una sua

scheda personale, in cui le operatrici registrano i dati, consentendo un monitoraggio delle condizioni di salute dei bambini secondo gli standard di crescita internazionali. Il programma alimentare se seguito con regolarità, consente il recupero del peso forma di questi bambini malnutriti nel giro di pochi mesi. Assistere alla dimissione di un bambino è una bella emozione e rappresenta un piccolo traguardo raggiunto grazie al

Presentata la 66ª edizione de “L’Accolta dei Quindici”

FANO – Per un mese, dal 15 settembre al 13 ottobre, si terrà la sessantesima edizione dell’Accolta dei Quindici, la tradizionale rassegna di arti visive che quest’anno sarà ospitata nelle sale del palazzo “Corbelli”, di proprietà del Gruppo bancario Credito Valtellinese,

NOTIZIE IN BREVE ◆ FORNITURA LIBRI SCOLASTICI L’Assessorato ai Servizi Educativi comunica che la Regione Marche in data 05/09/2013 con decreto n. 216/ FD ha adottato l’atto relativo alle procedure gestionali per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo per l’a.s. 2013/2014 agli studenti della scuola dell’obbligo e della scuola secondaria superiore, statali e paritarie. Per ottenere il beneficio di cui trattasi, gli utenti dovranno: • Essere residenti nel comune di Fano; • Appartenere a famiglie il cui Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE), per il periodo d’imposta 2012 dei componenti la famiglia anagrafica, non sia superiore ad euro 10.632,94. • Presentare all’Ufficio Diritto allo Studio, la documentazione comprovante l’acquisto dei libri stessi. Per il calcolo dell’ISEE gli utenti interessati potranno rivolgersi ai CAF autorizzati presenti sul territorio, nonché all’INPS. Il modulo di domanda potrà essere compilato direttamente presso l’Ufficio Diritto allo Studio del Settore Servizi Educativi – Via Vitruvio 7, oppure scaricato dal sito web del comune di Fano all’indirizzo www.comune.fano. ps.it ed inviato via fax, al numero telefonico 0721-807300, corredato di fotocopia del documento d’identità del richiedente o, esclusivamente per i possessori di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC) tramite invio on-line all’indirizzo “comune. fano.servizieducativi@emarche.it”

sito in via Arco d’Augusto 47. A presentare l’iniziativa, oltre ad una rappresentanza della Carifano, è stata l’assessore alla Cultura del Comune di Fano Maria Antonia Cucuzza, assieme ad uno dei coordinatori dell’evento, il professor Dante Pier Mattei.

Il termine ultimo per la presentazione delle richieste è fissato al 10 ottobre 2013 Info: uffici dei Servizi Educativi, Via Vitruvio n. 7, tel. 0721887607. ◆ CLEOPATRA. ETERNA DIVA Resta ancora un mese circa per visitare la bella mostra “Cleopatra. Eterna diva” (Kleopatra. Die ewige Diva) – termine il 6 ottobre prossimo – allestita presso il Bundeskunsthalle di Bonn presso la quale è esposto anche il dipinto “Cleopatra” di Giovan Francesco Guerrieri, olio su tela, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Il progetto espositivo si basa sulla storia della ricezione del mito di Cleopatra – l’ultima regina d’Egitto (69 – 30 a.C.) - dai tempi antichi fino alla contemporanea cultura popolare e di massa. ◆ CORRIFANO 2013 Sulle colline di Gimarra, sabato 21 settembre si terrà la 18a edizione della “Corrifano”. corsa podistica aperta a tutti, organizzata dal CSI-Fano col patrocinio e collaborazione della provincia di PU Assessorato allo sport e Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Fano, Avis-Fano, Assoc. Giovanile Agade, Virtus Volley e Sportland. Il ritrovo è in via Cena a Gimarra (vicino al campo sportivo) dalle ore 15 per le iscrizioni (5 euro per partecipante, compresa la quota assicurativa, di cui 2 euro saranno donati in beneficenza, con gratuità per ragazzi e ragazze fino a 17 anni). Lo scorso anno parteciparono in circa 300 alla manifestazione.

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Nella foto di gruppo: Emanuele, Federica, Nicoletta, Letizia, Anita con Mavuto e Ireen (le ragazze che realizzano le bomboniere solidali)

Durante la serata consegnati 151 bonus bebè

Quest’anno saranno ben diciannove gli artisti che prenderanno parte alla rassegna, tutti rigorosamente di origini fanesi ed operanti in città. L’intento non è quello di esporre alla ribalta questi artisti, piuttosto si vuole mantenere vivo un dialogo con il pubblico, in modo tale che i contributi pittorici, fotografici o scultorei possano innestarsi ancora meglio nel tessuto culturale del territorio. I ringraziamenti per il mantenimento di questa iniziativa, che ormai caratterizza la città di Fano, vanno all’amministrazione comunale e alla Carifano, del Gruppo bancario Credito Valtellinese, assieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano e Radio Fano. La galleria, il cui ingresso è completamente gratuito, rimarrà aperta dalle ore 17:30 alle 19:30, con la possibilità di prenotare visite guidate. MI © RIPRODUZIONE RISERVATA

lavoro costante degli operatori sul posto, ma grazie anche alla generosità dei tanti sostenitori. Insieme a me c’erano altri 4 volontari: Emanuele Iovenitti, Federica Branchini, Nicoletta Mentrasti, e Maria Letizia Diletti.

La BCC festeggia i soci

U

n momento di festa e di condivisione. Come ogni anno, sabato 14 settembre il CODMA di Rosciano ha ospitato la festa del socio della Banca di Credito Cooperativo di Fano. Durante la serata, alla presenza del sindaco di Fano Stefano Aguzzi e del vescovo Mons. Armando Trasarti, sono state consegnate le medaglie d’oro ai soci più anziani entrati nella compagine sociale nel 1970 e 151 bonus bebè del valore di 250 euro ciascuno ai figli neonati dei soci e dei dipendenti. “E’ bello vedere che un istituto di credito crei un supporto verso il vivere, il nascere e il crescere – ha sottolineato il Vescovo in occasione della consegna dei bonus bebè – auspico che il territorio venga sempre custodito, amato e tutelato. Alla Banca di Credito Cooperativo dico di avere sempre cura dei propri soci”. La serata si è conclusa con la cena preparata dalla Cooperativa Tre Ponti e dalle Proloco di Cartoceto e San Costanzo, con la musica dell’Orchestra “Maya Group” e la premiazione dei vincitori del “Nono Trofeo di bocce BCC Fano”.

Terzo torneo di pallavolo in memoria di Andrea Furlani

Una partita per te…

BELLOCCHI - Anche quest’anno l’ACLI di Bellocchi e la Parrocchia di San Sebastiano, con il settore giovani di Azione Cattolica ed in collaborazione con il LABoratorio, hanno organizzato il terzo torneo di pallavolo in memoria di Andrea Furlani. Il torneo si è svolto dal 29 luglio all’11 agosto 2013 presso la pista parrocchiale della chiesa di San Sebastiano in Bellocchi. Come ormai dal 2011, vi partecipano 16 squadre provenienti non solo da Bellocchi, ma anche da frazioni limitrofe. Non dimentichiamoci mai il vero significato di questo torneo. Nasce tutto dopo la scomparsa del nostro amico Andrea, da quelle due realtà associative “di Chiesa” che lo hanno conosciuto, l’Azione Cattolica e l’ACLI. Per questo, pensando al suo estremo gesto, è stato pensa-

to che come AC e ACLI si dovesse fare un’iniziativa per creare aggregazione, per promuovere l’”inclusione” e la spensieratezza, contro la solitudine e l’esclusione. Obiettivi che rispecchiano il servizio che ogni giorno viene svolto in queste due realtà verso i giovani. Giovani che spesso sono oggetto di critiche per il loro modo di di-

vertirsi e di stare insieme, mentre questa è stata un’ennesima prova che i giovani sono tutt’altro. Non sono mancati momenti di festa e di sana competizione, che hanno portato al terzo posto “I cugi”, al secondo “Li vuoi quei kiwi” ed in cima al podio “Quelli che…”. Nella serata di domenica 11 agosto sono state premiate le squadre con un piccolo omaggio e un ricco buffet offerto dall’organizzazione. Durante la serata sono intervenuti i familiari di Andrea, i presidenti delle due associazioni ed il parroco don Giuseppe Cavoli, che si sono ritenuti soddisfatti, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato e quanti hanno aiutato nella realizzazione di questo evento. Ilenia Maracci © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Urbino

Redazione di Urbino: Via Beato Mainardo, 4 - 61029 Urbino Tel. e Fax 0722/378395 ilnuovoamico@arcidiocesiurbino.it

saluto Grazie Suor Annie

Orario: Mattino 9.00-12.00 Pomeriggio 15.00-17.00

Urbania Sant’Angelo in Vado

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GRANDE CONCORSO DI FEDELI

La Madonna del giro a Ca’ Staccolo

URBINO. Il “Santuario itinerante” delle Marche. Così si può definire la “Madonna del giro”, una processione annuale, sempre molto partecipata, che accompagna un dipinto della Vergine, attribuito all’urbinate Antonio Viviani, da una parrocchia ad un’altra. È un antico rito, quello della Madonna del giro, nato agli albori del Rinascimento, nel 1428, a Silvano, un borgo dell’urbinate vicino a Fermignano. Qui, alcuni parroci e laici delle vallate del Metauro e del Candigliano fondarono la Congregazione della Beata Vergine del convento di Silvano, poi rinominata Madonna del giro, per via degli annuali spostamenti come santuario itinerante. Nel tempo, la devozione si è estesa a ad altre cinque Congregazioni, tra cui quella della Valle del Foglia. Nei giorni scorsi la Madonna del giro è arrivata nella parrocchia del Sacro Cuore di Ca’ Staccolo, alle

porte di Urbino. È stata accolta dall’Arcivescovo Tani e dal parroco mons. Umberto Brambati in piazza Elisabetta Gonzaga, nel quartiere “Piantata” di Urbino, dove ci sono state quattro toccanti testimonianze di una bambina, di una ragazza, di un padre e di una nonna. È seguita una preghiera con la quale don Umberto ha affidato alla protezione della Vergine i piccoli, i giovani, gli anziani, coloro che sono soli o abbandonati, coloro che hanno difficoltà, coloro che non sanno o non riescono a perdonare, augurandosi che tutti possano vedere nel suo volto, quello del suo figlio Gesù. Da qui si è snodata la processione, lungo la via principale del quartiere fino a scendere a Ca’ Staccolo. Tutto il percorso era ravvivato da composizioni floreali a terra che abbellivano anche le siepi e gli arbusti, e da ornamenti posti sulle finestre, sui terrazzi e

sugli ingressi di tante abitazioni che si affacciano sulla via. Un segno tangibile di fede, comunione e partecipazione rispetto a un momento profondo di riflessione e meditazione che ha unito giovani e meno giovani, credenti e meno credenti. Tutti impegnati, da mesi, con la preparazione di questi addobbi e con la preghiera, per dare un caloroso benvenuto alla Vergine. “Dopo dieci anni”, ha detto l’Arcivescovo, “la Madonna torna in questo luogo. Di certo lo trova cambiato, esteriormente. Perché la costruzione del Santuario è andata avanti e perché oggi ci sono qui tanti volti nuovi desiderosi di incontrare il suo Figlio. Ella ci aiuta ad entrare nel cuore del Vangelo che è la misericordia di Dio. Le parabole della liturgia odierna ci descrivono il cuore del messaggio che il Signore ci ha portato. Oggi ci parla della misericordia a cui

ci vuole sempre avvicinare. Noi spesso ci allontaniamo, prendiamo altri sentieri, vogliamo fare di testa nostra, ma poi ci accorgiamo che non portano a nessun traguardo. Abbiamo bisogno di tornare a Dio e ai fratelli, come stiamo facendo ora attorno all’altare”. E ancora: “Al termine della parabola del Figliol Prodigo, il fratello maggiore sarà entrato in casa a fare festa o no? Avrà condiviso il comportamento del padre oppure no? La finale di questa parabola dobbiamo scriverla noi. Siamo disposti a perdonare? Siamo disposti a superare le nostre resistenze? Siamo disposti ad abbracciare quelli con cui abbiamo litigato o siamo in contrasto?”. Mons. Tani ha colto l’occasione per ricordare la prossima “Missione diocesana” che potrebbe essere l’evento propizio per avvicinarsi ancora di più al Signore. È particolarmente rivolta alle famiglie, specialmente

in questi tempi sottoposte a difficoltà sia di natura economica che di relazioni tra i vari componenti. All’interno della Missione vi sarà un percorso particolare anche per i giovani. L’Arcivescovo ha affidato, quindi, questo grande evento della nostra Arcidiocesi, alla Vergine Maria affinché possano essere toccati i cuori di tante persone e vi sia una vera “Conversione” che è un cammino del cuore dove Dio acquista una presenza sempre più forte. Al termine il parroco don Umberto ha ringraziato tutti coloro che hanno operato per la grande riuscita della festa della “Madonna del giro”. Non è nemmeno un anno che opera in questa parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Staccolo, ma sia in questa circostanza come in altre, sono ben evidenti i segni della sua attività pastorale. Giuseppe Magnanelli © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MISSIONE DIOCESANA - DAL 25 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE

Non lasciatevi rubare la speranza

URBINO. Dopo mesi di preghiera e di riunioni organizzative, finalmente, è al via la missione diocesana, che la nostra Chiesa di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado vivrà da mercoledì prossimo 25 settembre a domenica 6 ottobre. L’esperienza, nella quale interverranno circa 70 seminaristi provenienti dal Pontificio Seminario Romano e dal Seminario Regionale di Ancona, sarà precipuamente ai giovani ed alle famiglie. Nata in forte collegamento con l’ordinazione diaconale – sabato 5 ottobre alle 18 nella Cattedrale di Urbino – di Andrea Righi, nostro seminarista di Canavaccio, la Missione ha poi assunto via via in questi mesi una sua struttura pe-

culiare, con l’intento – in questo giovedì 3 ottobre, infine, al Paanno della fede – di rinvigorire le lazzetto del Sport di Urbino, alle motivazioni del nostro credere. Vi 20.30 concerto con i “The Sun”. saranno alcuni momenti diocesa- Sono stati predisposti dei pullman ni (tanto per i giovani, quanto per che partiranno da sette punti delle famiglie) ed alcuni momenti da la diocesi; venerdì 4 ottobre, in vivere come Unità Pastorale o a li- tutte le Unità Pastorali vi sarà una vello di singole parrocchie. veglia di preghiera in vista dell’orQuesti gli eventi diocesani: Mer- dinazione diaconale di Andrea coledì 25 settembre, per tutti, Righi. alle 20.45 in Cattedrale ad Urbino *Per le famiglie: giovedì 26 setsanta messa di apertura e conse- tembre e mercoledì 2 ottobre, gna del mandato missionario. in tutte le parrocchie si terranno *Per i giovani: da venerdì 27 set- i centri di ascolto, presso le famitembre a giovedì 3 ottobre i mis- glie che hanno dato la loro disposionari incontreranno gli studenti nibilità; domenica 6 ottobre dalle delle scuole medie e superiori du- 15 festa diocesana della famiglia rante le ore di religione; domeni- all’oratorio “San Domenico Savio” ca 29 settembre al teatro “Sanzio” di Urbania. di Urbino (ore 20.30) rappresen- Ogni Unità Pastorale, lo si può tazione di “Pinocchio” da parte notare guardando il programma, del gruppo G.ART di Urbania; si è impegnata a costruire i propri

appuntamenti per i giovani e le famiglie, secondo un variegato e sapiente alternarsi di momenti di preghiera, formativi e di incontro. Non mancano proposte di incontro con i giovani, lì dove i giovani si trovano: gli happy hour nei locali della zona, piuttosto che sfide sportive tra giovani e seminaristi in oratorio… Per tutta l’Arcidiocesi comune è, ogni giorno, la messa con i missionari nelle varie Unità Pastorali e l’adorazione eucaristica, l’incontro conviviale dei sacerdoti con i missionari per il pranzo ed il ritrovarsi degli stessi per la cena, il pernottamento e la colazione nelle varie famiglie che hanno dato disponibilità di ospitalità. Per una visione completa delle proposte e degli appuntamenti si può far ri-

ferimento al sito diocesano o alle locandine ed ai biglietti – invito presenti nelle singole parrocchie e Unità Pastorali e che saranno consegnati ai fedeli nei prossimi giorni. E tutto questo lavoro, come direbbe Papa Francesco, “solo” per non lasciarci rubare la speranza, virtù quanto mai attuale in questo lungo tempo di difficoltà che stenta a diradarsi. Virtù, giova ricordarlo, connaturata con il nostro essere cristiani, in quanto memoria futuri, memoria di un futuro di salvezza e felicità promesso dal Signore, che si realizza però giorno dopo giorno con il nostro quotidiano e perseverante impegno di fede, sorretti dalla Grazia. Don Andreas Fassa © RIPRODUZIONE RISERVATA

Urbino in breve ■ 25° di professione monastica di Sr. Antonia Nzom Sabato 21 settembre alle ore 17,00 S. E. Mons. Giovanni Tani celebrerà la S.Messa presso il monastero di S. Maria Maddalena di Urbania in occasione del 25° anniversario dell’ordinazione monastica di Sr. Antonia Nzom. ■ Cresime a Calpino di Fermignano Domenica 22 settembre alle ore 11,00 S. E. Mons. Giovanni Tani celebrerà la S.Messa nella parrocchia di Cristo Lavoratore in Calpino di Fermignano e conferirà il sacramento della Cresima. L’Arcivescovo incontrerà i ragazzi di Calpino sabato 21 settembre presso la chiesa Cattedrale

di Urbino. ■ Due anni insieme La Redazione di Urbino de “Il Nuovo Amico”, ricordando i due anni dell’ordinazione episcopale e dell’ingresso in Diocesi (17 settembre 2011), si stringe con filiale affetto al suo Pastore mons. Giovanni Tani, esprime la propria gioia per il forte legame da lui instaurato con la comunità diocesana e formula i migliori auguri per un proficuo proseguimento del suo ministero pastorale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tel. 0721.414723 - Fax 0721.418574 Via G. Pepe, 11 - 61100 PESARO


• il• amico nuovo URBINO – Dopo i recenti sviluppi, in Siria la guerra sembra essere stata scongiurata, e sicuramente non è passata inosservata al mondo la giornata di preghiera indetta a questo scopo dal Santo Padre. Anche il gruppo di preghiera San Pio da Pietrelcina di Urbino ha risposto all’invito con un pellegrinaggio ai luoghi del Santo che si è svolto dal 4 al 6 settembre. I circa cinquanta partecipanti, guidati dal responsabile Giovanni Palazzi e dall’assistente spirituale mons. Umberto Brambati, appena giunti nella località pugliese hanno assistito alla messa celebrata nella nuova basilica da padre Mariano, che nell’omelia ha invitato a pregare intensamente San Pio affinché interceda per la pace. Papa Francesco ha ripetuto: “Mai più la guerra!”, e per costruire la pace con il prossimo è essenziale che essa sia presente in-

Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado

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IL GRUPPO DI PREGHIERA URBINATE A S. GIOVANNI ROTONDO

Pregando san Pio per la pace

nanzitutto nei nostri cuori. La preghiera al Santo cappuccino si è fatta più forte durante il rosario serale, celebrato nella cripta o basilica inferiore, dov’è custodita l’urna contenente le sue spoglie. L’indomani, durante la via crucis celebrata sul suggestivo sentiero in pendio da mons. Brambati, il primo pensiero dei fedeli è stato sempre quello della pace. Nel pomeriggio si è partiti per Monte Sant’Angelo; all’interno della grotta-santuario di S. Michele, durante la messa don Umberto ha esortato a pregare affinché l’arcangelo Michele non armi i governi dei paesi in conflitto e faccia prevalere la pace e la concordia. In

serata presso la chiesa di S. Maria delle Grazie si è svolta una solenne adorazione eucaristica, conclusasi con una piccola processione fino al vicino ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. In conclusione al pellegrinaggio, il gruppo di preghiera ha fatto tappa al santuario di S. Gabriele dell’Addolorata, accolto con gentilezza dai padri passionisti. Immancabile, sia all’andata che al ritorno, la recita del rosario quando dalla vicina autostrada si scorgeva la cupola del santuario lauretano, per chiedere alla Regina della Pace che nel mondo non ci siano più rancori. Fausto Nucci © RIPRODUZIONE RISERVATA

RICORRENZA DI SANTA MARCELLINA A MONTEFABBRI

Un castello in festa

MONTEFABBRI DI COLBORDOLO. Se per caso in una soleggiata domenica di luglio, precisamente l’ultima del mese, qualcuno dovesse scendere dalle colline di Urbino a valle, attraversando via Forquini in direzione di Colbordolo, circa una decina di chilometri dopo noterebbe un incantevole paesino cinto da mura chiamato Montefabbri graziosamente agghindato a festa e insolitamente affollato. Questo perché proprio in quel giorno gli abitanti di questo piccolo borgo celebrano una ricorrenza importante: la festa di S. Marcellina, vergine martire le cui reliquie sono custodite all’interno della pieve del paese. Durante l’anno non c’è una tradizione più sentita di questa poiché in tale occasione ciascun parrocchiano offre il proprio contributo per riuscire ad organizzare una festa che possa celebrare adeguatamente la memoria di questa giovane martire dei primi tempi del Cristianesimo, in particolare del III secolo. Fu proprio a causa delle persecuzioni contro i cristiani che caratterizzarono quel periodo storico che la Santa morì all’età di soli tredici anni, mantenendo così viva la sua fede irremovibile e incondizionata verso Gesù Cristo. Tra l’altro quest’anno l’aria di festa che si sprigionava da tutto il borgo ha assunto dimensioni più grosse in quanto la festa religiosa si è svolta in contemporanea alla rinomata “Fiesta Globàl”, il festival delle arti globali che da qualche anno a questa parte vede Montefabbri come teatro delle sue numerose attività di intrattenimento. Come duplice è stata l’occasione di festa così due sono stati gli eventi importanti che hanno fatto

di quest’anno 2013 un anno significativo per la piccola parrocchia di Montefabbri; l’uno è sicuramente la visita di Sua Eccellenza Mons. Giovanni Tani, che, giungendo in questo piccolo paese su invito di Don Riccardo Magnanelli, ha avuto occasione di celebrare la messa solenne in onore della Santa partecipando anche alla tradizionale processione in cui le reliquie della martire vengono trasportate per i vicoli del borgo. Oltre alla straordinaria e graditissima presenza dell’Arcivescovo, l’altro avvenimento rilevante di quest’anno è stato rappresentato dal contributo offerto dalla Pieve di Montefabbri nel prender parte alla ricorrenza del 1700° anniversario dell’editto di Costantino del 313, evento che è stato sapientemente commemorato tramite la pubblicazione dello studio intitolato “In Hoc Signo Vinces 313”. La Pieve di S. Gaudenzio di Montefabbri, infatti, fa parte di uno dei sei principali luoghi indicati dall’’itinerario di questo studio in quanto al suo interno custodisce alcune opere che omaggiano e celebrano la gloria della Croce. Tra queste la più importante risulta essere la decorazione che adorna il palco della cantoria, la quale appunto illustra il Ritrovamento della vera croce mettendo in risalto anche l’illustre figura di Sant’Elena, madre del celebre imperatore cristiano Costantino. Dunque, non c’è che dire: grazie a tutti questi avvenimenti e circostanze il 2013 è stato per questa piccola parrocchia un anno davvero speciale, di cui rimarrà una profonda e felice memoria. G.V.

Quasi un diario

Il “dintorno” del sottotitolo della mia rubrica questa volta interessa la città partenopea: Napoli, meta di tre giorni di visita con gli amici dell’associazione “Mazzini” di Fermignano. Si diceva, tra le meraviglie delle infinite opere

DA COLBORDOLO – TALACCHIO - MONTEFABBRI

Un campo estivo… “autogestito” COLBORDOLO - L’immancabile appuntamento con il campo estivo dei ragazzi delle parrocchie di Colbordolo, Talacchio e Montefabbri anche quest’anno si è rivelato un’esperienza importante ed entusiasmante. Quindici ragazzi tra i 14 e 18 anni insieme alle loro cinque animatrici sono partiti per trascorrere quattro giorni agostani all’insegna dello svago, dell’amicizia ma anche della riflessione. Destinazione: Sorbolongo, un piccolo paesino adagiato sulle colline che circondano la città di Fossombrone. Il gruppo dei ragazzi ha passato questi giorni presso una casa, messa a disposizione dalla cooperativa “La Macina”, posta proprio nel centro di questo piccolo borgo cinto da mura. L’ambiente dunque è stato molto suggestivo e ha contribuito a rendere piacevole l’esperienza del campo per tutti coloro che vi hanno partecipato. La bellezza e la tranquillità del luogo non sono passate inosservate: ragazzi e animatori hanno infatti colto l’occasione per visitare anche i paesi limitrofi della zona, come Barchi, un piccolo borgo cinto da mura medioevali, e Mondavio con la sua imponente e maestosa rocca. Tuttavia, oltre alla novità della “location” se n’è aggiunta un’altra: l’esperienza del campo di quest’anno, infatti, è stata diversa rispetto a quella degli anni precedenti in quanto i ragazzi hanno scelto di cimentarsi nella cosiddetta “autogestione” di tutti i principali servizi. Perciò in quei giorni sono stati loro stessi (aiutati dalle animatrici) a improvvisarsi cuochi per provvedere a tutti i pasti della giornata, preparando pranzi e cene semplici ma gustosi. L’impegno però non è stato profuso soltanto in cucina ma anche in altre importanti mansioni, quali la pulizia delle camere e dei bagni e naturalmente la preparazione delle riflessioni su quello che era il tema portante di tutto il campo: tutte le varie forme dell’amore. Tale argomento, nonostante la sua complessità, ha entusiasmato molto i partecipanti che si sono sentiti molto coinvolti e così hanno condiviso insieme le loro esperienze ed opinioni riguardo ai diversi aspetti dell’amore come quello per il prossimo oppure quello di coppia. Dunque anche il campo estivo di quest’anno resterà per i giovani delle tre parrocchie che vi hanno partecipato un piacevole ricordo, caratterizzato da tanti momenti di allegria, amicizia e condivisione, che dopo più di un mese spingono ancora i ragazzi a ringraziare don Riccardo e le animatrici per averli accompagnati in quest’indimenticabile esperienza. Giorgia Volponi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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d’arte (tra cui l’impressionante e straordinaria “Flagellazione” del Caravaggio a Capodimonte ) dell’assenza di fiori nei balconi napoletani, nonostante il clima del golfo. Cosa che non si può dire per i balconi di Urbania, sempre fioriti, ad eccezione dello stato di abbandono dei coiddetti “Giardini”. Ci avete mai fatto caso?Ho potuto sfogliare il numero 9 della collana I segni del tempo dell’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado: In hoc signo vinces 313. Il volume di 200 pagine per ricordare i 1700 anni

Urbania e dintorni dall’editto di Costantino del 313 ha voluto ricostruire, come scrive l’Arcivescovo Tani, “un percorso culturale, artistico e spirituale, mettendo in rete i vari Musei e i luoghi di culto che conservano testimonianze legate alla croce e ai martiri”. Coordinato da mons. Davide Tonti, vi hanno collaborato d. F. Bricca, S. Bartolucci, M. Braconi, F. Fraternali, A. Fucili, S. Saltarelli. L’itinerario parte da Urbino e tocca Montefabbri, Urbania, Sant’Angelo in Vado, Mercatello sul Metauro e Sassocorvaro.“La gioventù è sem-

pre gtenerosa, anche se a volte per poco e in direzione sbagliata”. (Goethe in: F. Dostoevskij, La mite).Lavori di restauro nel Palazzo ducale di Urbania a cura della Comunità. Ho letto che durante lo sterro del pavimento del Salone del trono, su di un mattone è apparsa l’iscrizione DOIX. Noi conosciamo il pittore Giovanni Maria Doix pittore di ceramiche del ‘700. Il Museo diocesano ha vari pezzi firlati da lui. Ovviamente la famiglia , come al solito di quei tempi, forniva anche materiale edilizio. Questa famiglia proveni-

di Raimondo Rossi

va dalle Fiandre, dove i ceramisti durantini e urbaniesi avevano affari. Causa di tutto, forse la conoscenza di una bella durantina. I lavori di restauro del Palazzo ducale sono molto importanti per la solidità della struttura e per ripristinare il primitivo originale stato. Si deve dire che il Palazzo è servito a ospitare molti, lungo i secoli: dai Gesuiti fuggiti dal Portogallo (un centinaio), ai granai, alle scuole, agli sfollati di guerra e oggi serve ancora per qualche privato.


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22 settembre 2013

LA RICONOSCENZA DELLA COMUNITÀ DEL DUOMO

Grazie suor Annie URBINO. Domenica scorsa 15 settembre la comunità parrocchiale del Duomo si è stretta attorno a suor Annie George e l’ha voluta ringraziare per il servizio pastorale svolto nella comunità e, più in generale, nella nostra città di Urbino da Sr. Annie, delle Maestre Pie Venerini. In questi anni ha saputo intessere belle relazioni con le varie e molteplici realtà nelle quali era inserita: la parrocchia ed il catechismo, la caritas diocesana, il servizio di carità svolto nella comunione mensile agli anziani ed agli ammalati, la sua comunità religiosa e le studentesse di Via Mazzini. E quant’altro. Il tutto con dedizione, generosità e discrezione, sempre con la premura e l’attenzione a presentarsi in punta di piedi, quasi per non disturbare… Ora la sua famiglia religiosa le chiede “obbedienza”: cambiare

casa, cambiare città, cambiare incarico. È un momento importante, esigente e, forse, doloroso, ma – allo stesso tempo – è un momento essenziale per chi, come religioso, si è donato a Cristo nel servizio della Chiesa. Anche altri fratelli avranno la gioia di sperimentare la sua dolcezza e la sua premura, ringraziando il Signore di averla come MADRE, sull’esempio di Maria, la nostra mamma celeste. Carissima suor Annie, buon cammino. Sappi che la nostra comunità del Duomo avrà sempre un ricordo per te ed il tuo apostolato. La preghiera ha, infatti, il potere di annullare le distanze, perché tutti avvicina nel nome del Signore, “in nomine Domini”. E quando passerai da Urbino, non mancare di venire a farci visita: qui sei di casa… sei una di noi! AF © RIPRODUZIONE RISERVATA

ENZO (PIPPI) BUSIGNANI HA CHIUSO BOTTEGA

Una vita da barbiere

Urbino – Con un breve annuncio posto sulla vetrina del negozio _ “Chiuso per cessata attività” _ si

è conclusa la vita di una barbieria durata quasi un secolo e con essa l’ultimo anello che legava il

quartiere di Valbona al suo passato: gli altri vecchi esercizi e botteghe hanno da tempo infatti cessato la loro attività. Sembrava impossibile ma è proprio così. La storica barbieria di via Mazzini nata all’epoca della prima guerra mondiale per iniziativa di Ettore Busignani ha chiuso i battenti. Il figlio Enzo (da tutti chiamato Pippi) che aveva appreso, condiviso e poi proseguito il mestiere del padre alla sua scomparsa, ha deciso di togliersi il camice bianco e di porre fine alla attività di barbiere portata avanti per oltre settant’anni nella sua bottega di Valbona. Alcuni mesi fa, in occasione del suo ottantesimo compleanno (16 maggio), ci eravamo occupati con un ampio servizio e diverse foto, di lui, Pippi, un personaggio che ha diviso tutta la sua esistenza tra l’abitazione di via delle Stallacce e il negozio di via Mazzini, a venti passi da casa. La sua attività ha avuto inizio, ufficialmente, al termine delle scuole elementari, negli anni della seconda guerra mondiale, e qui si è conclusa dopo sette decenni: un record che si può facilmente ritenere imbattibile. Nella sua bottega si sono avvicendate parecchie generazioni di urbinati e dalla porta a vetri Pippi ha assistito allo svolgersi della vita quotidiana del quartiere e degli eventi che hanno avuto come luogo di incontro e di passaggio la via Mazzini, la più importante della città, dalla quale sono transitati molti dei personaggi importanti in visita ad Urbino. A cominciare dall’ingresso dei nuovi arcivescovi. Il Mercatale, fuori Porta Valbona, in quegli anni era il “centro commerciale” cittadino: vi si svolge-

vano le grandi fiere del bestiame, quelle delle merci e, spesso e volentieri, c’era il circo con il popolarissimo “Cicillo”, un comico napoletano che allietava periodicamente le giornate degli urbinati nel secondo dopoguerra. “Prima a Valbona era tutto un formicolìo di persone _ ricorda Pippi _; c’erano tantissimi abitanti e molti bambini che facevano della strada e dei vicoli il erreno di “battaglia” per i loro giochi; c’erano anche innumerevoli negozi, osterie e botteghe di ogni genere e le voci e i movimenti di commercianti e artigiani si intrecciavano e si ripetevano per tutta la giornata, dando vita a scenette e quadretti di ogni tipo: e regnava sovrano il soprannome; dello stagnino, ad esempio, ricordo che veniva chiamato da tutti, Momo, ma non saprei dire di più>. E oggi? <Con l’inizio dell’esodo dei vecchi residenti verso la periferia e verso i centri vicini e della riviera, anche Valbona si è andata gradualmente spopolando ed ora siamo rimasti in pochi. L’artigianato è quasi scomparso e così pure molti dei negozi tradizionali che hanno lasciato in gran parte il posto a bar, pizzerie, pasticcerie e via dicendo>. Pippi ha tenuto duro, ma alla fine anche lui ha dato forfait, non senza ragione. Ottant’anni sono una bella età ed avere maggior tempo per se stesso e per la moglie Tilde, oltre che per figlie e nipoti (residenti oltretutto in città lontane) era diventata un’esigenza non più rinviabile. Recarsi tutti i giorni a bottega era per Pippi , dopo settant’anni, più che un’abitudine, il suo modo di vivere, il suo stile di vita e, sicuramente, il distacco

non è stato facile. Dapprima era comparso sulla vetrina il cartello: ”chiuso per ferie dal 20 al 26 agosto”, seguito subito dopo da quello che annunciava la chiusura definitiva dell’esercizio. Ma se Pippi ha avuto un momento di tristezza, non meno rammaricati si sono sentiti i clienti e gli amici che hanno sempre fatto riferimento, anche per le quattro chiacchiere quotidiane, alla sua bottega. Certo, non erano più i vecchi tempi anche per il lavoro: le generazioni che lo avevano frequentato si erano sempre più assottigliate, senza contare quelli che erano andati a vivere fuori o nei nuovi quartieri che, con l’introduzione della Ztl, hanno incontrato sempre maggiori difficoltà a raggiungere il centro. Non è riuscito neppure a trovare un apprendista cui passare poi il testimone. Per il ruolo che ha svolto, di vero e proprio punto di incontro, la mancanza di questa barbieria si sentirà; così come ci sarà la nostalgia per le grandi poltrone rosso fuoco degli anni sessanta (quando Pippi “ammodernò” il locale) che sarebbe un peccato se andassero perdute perché rappresentano un significativo esempio di “modernariato”, da conservare. Ma se cala il sipario sulla bottega, Pippi sarà sempre a Valbona, al Mercatale, in piazza, al Duomo, perché questo è il suo mondo. E chi si trova, in questi giorni, a passare in via Mazzini, può ancora vedere, dietro la vetrina, la grande gabbia, adesso vuota, raffigurrante i Torricini, da lui stesso realizzata, che per tanti ha esposto tutti i giorni a lato dell’ngresso con diversi cinguettanti uccellini, regolarmente fotografata da turisti e studenti piacevolmente sorpresi e incuriositi.. giancarlo di ludovico © RIPRODUZIONE RISERVATA

UN URBINATE PROFONDAMENTE LEGATO ALLA SUA CITTÀ

Cordoglio per la scomparsa di Romolo Alessandroni Urbino – E’ andato a raggiungere la sua Marisa. Nel manifesto funebre che annuncia la dipartita di Romolo Alessandroni si è fatto riferimento diretto alla sua consorte cui era stato legato da tenero e profondo affetto per tanti anni. Nato nel quartiere di San Polo in una casetta posta sul ciglio della strada che fiancheggia la cinta muraria, era cresciuto nel gruppo di ragazzi che si raccoglievano intorno alla figura del parroco don

Peppe Zazzeroni; dopo le nozze, era andato ad abitare al borgo del Mercatale in un edificio che fronteggia i Torricini alla cui ombra ha trascorso il resto della sua vita, ad eccezione degli ultimi mesi allorché, per lavori di ristrutturazione della casa, si era trasferito con la figlia Daniela a Piansevero. Tutta la sua esistenza è trascorsa nel centro storico, dove ha svolto anche la sua attività lavorativa in qualità di impiegato presso la se-

greteria della Scuola del Libro che lo ha avvicinato all’ambiente artistico e culturale. Marito e padre esemplare, era anche un uomo disponibile e generoso e si è sempre interessato alla vita ed ai problemi della città cui non ha fatto mancare il proprio contributo di idee e di opere; si è impegnato nel sociale ed ha fatto parte dell’Avis, l’associazione dei donatori di sangue che gli ha conferito la medaglia d’oro. Avrebbe compiuto

ottant’anni il mese prossimo. La cerimonia funebre è stata celebrata nella chiesa dell’Annunziata dal parroco mons. Sandro De Angeli - anch’egli cresciuto a San Polo e accompagnato da don Peppe sulla via della vocazione sacerdotale -, che ne ha ricordato gli anni trascorsi nel quartiere e sottolineato le qualità e i meriti, concludendo con la citazione: <Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio>. gdl

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poesia

Presentato all’Alexander Museum il primo libro di Marisa Rossini

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libri “I due monumenti di Mamiani in Pesaro” pagina

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ino al 23 settembre, la bottega Giovanni Santi, nella casa natale di Raffaello, ospiterà “Il mio Finistère”, la personale di Mauro Braconi, pittore scomparso nel pieno della maturità, innamorato del bello, della natura, dell’arte, della Bretagna, del suo ameno Finistère, appunto, dove ha soggiornato a lungo e che ha descritto con passione in numerose tele dai cieli azzurri, le nuvole capricciose, le distese di girasoli. Pittoricismo, musicalità, lirismo si fondono in quadri che sfuggono alla suggestione, al mito del “nuovo”, dell’informale, dell’astratto, che lusinga molti artisti moderni e contemporanei e da cui è rifuggito Mauro che, libero da ogni engagement, si muoveva col suo cavalletto davanti ad angoli di un paesaggio che imperiosamente lo attraesse e lo rappresentava dettagliandolo con maestria, con la maestria di chi è padrone di forme e colori che lo avevano attratto fin da bambino: fin dalla più tenera età si era appassionato ai segreti della creazione artistica e della ricerca e si muoveva agevolmente tra cartelle e colori, meravigliando familiari, insegnanti ed amici. La mamma, che insieme alle sorelle ha curato la mostra, racconta che, tornata dalla spesa, il bambino componeva la frutta sul tavolo e creava le sue prime “nature morte”, fresche, vive, palpitanti. La pittura, dunque, diventa il suo biglietto di entrata allo spettacolo della vita ed un ideale di realizzazione di sé, ma gli eventi lo hanno portato verso altri percorsi, anche se non ha mai abbandonato la voglia di osservare, interiorizzare, ricreare il suo mondo o il mondo a suo modo. Si sente l’anima negli oli di Mauro, capace di interrogarsi sull’eterno mistero del dialogo tra le forme e la realtà, mediando tra tensioni diverse, chiedendosi se afferrare il lampo vibrante della luce nel momento in cui colpisce il motivo naturale, o inserire la verità della percezione in una trama di linee, geometrie infinite, assolute, pure: con la sua poetica molto vicina a quella degli Impressionisti, si può dire senza dubbio di lui ciò che Monet disse di Cézanne: “Non è che un occhio, Dio mio, ma che occhio!” Un occhio che ammira, interiorizza, traduce, trasmette; trasmettono emozioni immagini tanto soavi, prati velati da una coltre viola di cespugli di erica selvaggia che tinteggiano il cielo (Fiaba Bretone) o rosseggianti per una distesa di papaveri (Papaveri a Maiolati), mazzi di rose da offrire alla mamma o alle sorelle Manuela e Loredana in occasione dei rispettivi compleanni, pensieri deliziosi, a dimostrazione della straordinaria sensibilità. La sua non è una esercitazione statica o ripetitiva, ma frutto di dinamismo, di continua ricerca e sperimentazione del sostanziale e del diverso: tante tecniche, nel solco della tradizione e dell’avanguardia, tanta fantasia nel trasformare il reale in immaginario, tante fiabe, leggende, miti. Autodidatta, non ha seguito Scuole o Maestri, ma il senso artistico innato ha fatto di lui un caposcuola e l’abilità espressiva è stata naturale conseguenza del suo genio: ricercato ed apprezzato interprete e traduttore, il suo lavoro lo portava spesso all’estero, ma la sua vera vita era la pittura, tanto che in auto portava con sé cavalletto e pennelli per sfruttare l’attimo di creatività nei luoghi e nei momenti più diversi e impensabili, quindi la sua mente e la sua anima erano sempre pronte a cogliere ogni spunto offerto dalla casualità, dal talento, dalla fantasia, e la mostra ne è la prova.

FINO AL 23 SETTEMBRE PRESSO LA CASA RAFFAELLO DI URBINO

Mauro Braconi l’attimo della creatività di Fiorella Attili

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omenica 22 settembre alle ore 10,30, nel Complesso monumentale di Montefiorentino di Frontino, si terrà la cerimonia del Premio Nazionale di Cultura, edizione 2013. La vincitrice Maria Luisa Spaziani ha come riferimento il libro “Lo scrittore per l’arte di vivere”, per l’opera Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2012. Ma è un riconoscimento all’intensa e intera attività della Spaziani, nata a Torino nel 1924, vera icona della creazione artistica e della poesia italiana del Novecento. La Musa benefica che ha guidato la scelta della Giuria, dà ora alla Spaziani, che vive a Roma, l’opportunità di immergersi nella poesia del paesaggio del Montefeltro e di Frontino e di comprendere la determinazione di Carlo Bo nel sostenere Il Premio che poi si è allargato su varie sezioni. Per la “Cultura Marchigiana” Tommaso di Carpegna Falconieri e Cristiano Cerioni vengono premiati per I conventi degli ordini mendicanti nel Montefeltro medievale. Archeologia di costruzione e decorazione plastica, University Press Firenze 2012. Per

XXXII EDIZIONE DEL PREMIO FRONTINO MONTEFELTRO

L’arte del vivere

la Sezione “Cultura e Scienze”, Il Museo del Gabinetto di Fisica della Carlo Bo di Urbino. Per la Sezione “Antonio Mariani per la sperimentazione scolastica” La scuola del Libro di Urbino. Per la Sezione “Personaggio”, Silvio Cattarina della Comunità terapeutica L’Imprevisto di Pesaro.

Aprirà la cerimonia il Sindaco della Città, Andrea Spagna. Seguirà il saluto del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino, Stefano Pivato. Presenta Giuseppe Biancalana. L’intermezzo musicale di Giovanni Maria Perrucci –organo Castelli d’aria 2013 –Trekking organistico del Montefeltro.

I Grandi della cultura italiana hanno esaltato e continuano ad esaltare questo lembo del Montefeltro grazie al Premio. Da Carlo Rubbia a Tonino Guerra, da Sergio Zavoli a Maria Luisa Spaziani per citarne alcuni. Per questo il Premio va sostenuto. Crisi o non crisi. Porta benefici a tutta l’area montefeltrana. E’ nato e dura per i suoi benefici effetti, per la determinazione del Sindaco Antonio Mariani ed ora del suo successore Andrea Spagna. Basta guardare come tengono la loro città: pulita, ordinata, curata anche nei particolari, per amore dei residenti e dei forestieri. Stesso ordine nelle carte amministrative. Sindaco, Consiglio e dipendenti portano avanti la loro missione con il sorriso sulle labbra, consapevoli di lavorare in un tessuto ricco di storia che richiede continuità. Per far rifiorire il passato e per esaltare e seguire il difficile presente. Sanno che lavorando senza amore si perde la memoria e senza l’impegno contingente non si difendono le bellezze del creato. Questo era anche l’insegnamento di Carlo Bo.

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arte cultura sport

22 settembre 2013

IL RICORDO IN UNA CONVERSAZIONE DI PALAZZO PETRANGOLINI

Antonio Battistini: il maestro, l’uomo e l’artista FERMIGNANO. Nelle ridotte manifestazioni delle Conversazioni di Palazzo Petrangolini 2013, è stato incluso il ricordo di Antonio Battistini. Un grande incisore e un maestro di vita. L’incontro è avvenuto a Fermignano, sua cittĂ adottiva. Per la prima volta nei nuovi capannoni di Giustino Gostoli. Un uomo che, con l’arte della semplicitĂ rende possibili avvenimenti e manifestazioni importanti. Significative incisioni di Battistini, di notevole interesse estetico sono state inserite lungo un corridoio inventato, in mezzo a materiali edili che sembravano lo sfondo ideale di quelle nature morte, esplose nel Seicento e che Battistini correlava da maestro nei paesaggi delle

sue opere, avvalendosi dell’intensitĂ del segno, appreso nei suoi iter scolastici e massime alla Scuola del Libro di Urbino da Francesco Carnevali, Renato Bruscaglia, Piero Sanchini, Albe Steiner, suoi maestri. A ricordarlo una cattedra composita. Silvia Cuppini, docente universitaria con un’innata grazia del porgere, ne ha messo in evidenza la semplificazione lineare nell’uso del bianco e nero, nel calco del segno che faceva emergere dalla lastra il paesaggio della nostra terra con tutte le intonazioni armoniche che hanno portato Carlo Bo a definirlo “paesaggio dell’animaâ€?. Adriano Calavalle è stato compagno di cordata di Antonio Battistini. Ha condiviso gli stessi banchi, gli stessi maestri e l’aria che si respirava al palazzo ducale, sede della scuola. E poi le esperienze di docenza e quella della ricerca visiva operata con le comuni tecniche apprese, da sperimentare in un contesto in continua evoluzione, in un confronto senza attriti perchĂŠ entrambi

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resentato all’Hotel Alexander Museum di Pesaro, punto di eccellenza per l’arte con moltissime presenze nel mese di luglio 2013, il primo libro di poesie di Marisa Rossini, insegnante e dirigente scolastico per 30 anni. All’incontro hanno partecipato Alessandro Marcucci Pinoli, il filosofo Gabrieli, l’attore Giorgio Donnini e l’autrice. Le poesie monotematiche della Rossini, hanno come punto di riferimento l’amore. La lingua semplice che caratterizza i versi delle sue poesie, è come una luce ed un suono che rimandano ad una genesi del significato stesso di poesia, dove i versi riproducono le immagini. “Nelle sue poesie - ha sottolineato Gabrieli - ho riconosciuto la sua storia, il suo dramma e la gioia. Ha espresso degli universali che la filosofia rende nei concetti e che la sua poesia la rende nei sentimenti. In questi versi non ci sono buchi neri in cui tanti poeti si perdonoâ€?. “Voglio parlare del tu e non dell’io - ha sottolineato

sapevano che l’opera d’arte è presenza e non può che esprimere quello che è. Calavalle è stato bravo perchĂŠ non ha fatto un discorso a due: lui e Battistini. Ma ha tirato in ballo tutta la serie dei colleghi. Studenti insieme, insieme insegnanti, insieme incisori, ognuno con la sua specificitĂ di ricerca, ognuno ammiratore dell’opera altrui. Senza ombre di rivalitĂ perchĂŠ la loro generazione si concentrava sulla forma e splendore dell’opera d’arte, senza altre contaminazioni. In questo lungo tratteggio ci sono stati momenti, inevitabili, di commozione per un amico che non c’è piĂš. Battistini suscitava amore. Carla Luminati ha conosciuto l’ultimo Battistini. Nella sua stamperia d’arte di Ca’ Virginio. Ne ha colto, oltre la maestria, la sensibilitĂ , la pazienza e una virtĂš oggi rarefatta che è quella dell’ascolto. Un maestro arrivato che ascolta il consiglio della giovane stampatrice della quale percepisce l’interesse o la passione per

l’arte incisoria. Da dove traeva la sua forza interiore Antonio Battistini? Nel suo Dio interiore. Don Pippo Tabarini, ora Vicario episcopale della Diocesi, ha ricordato la presenza di Antonio nell’attivitĂ pastorale, nel catechismo e nella Caritas. Con costanza, umiltĂ e amore. PerchĂŠ nel creato che immortalava cosĂŹ bene nelle sue opere, dovevano trovare una vita dignitosa anche gli ultimi, i poveri e gli immigrati. Gastone Mosci ha raccontato la lunga collaborazione con Battistini, ideatore della grafica delle Riviste “Il Leopardiâ€? (1974-1975), “Il Nuovo Leopardiâ€? (19821987), “Hermeneuticaâ€? (1981). Non sono state il frutto di una Commissione, ma il risultato di un dialogo sulle finalitĂ delle Riviste e dei loro contenuti. L’incontro è stato partecipato con gente venuta anche da fuori: da Urbino, Pesaro, Fano e il fedele Giovannetti da Senigallia. Sergio Pretelli

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IN CORSO LA PUBBLICAZIONE DI UN SECONDO LIBRO

La poetica di Marisa Rossini Marisa Rossini - cioè di una cultura egoista e individualista. Non c’è l’amore senza un tuâ€?. Le poesie di Marisa Rossini, di cui è in corso la pubblicazione di una seconda raccolta, sono costruzioni semplici e musicali. “Spesso le emozioni, il grumo nero – prosegue Marisa Rossini - non escono ed occorre usare le metafore, perchè credo che certe cose devono essere raccontate subito. Ed anche il dolore, che spesso trasforma l’anima, dobbiamo cercare di elaborarlo, rimanendo sempre noi stessi anche nella paura e nella tristezza legata alla solitudineâ€?. Paolo Montanari

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el contesto della “IV Edizione Titanus Festival – Arte, Cultura e SolidarietĂ â€? in programma a Pesaro dal 21 settembre al 22 dicembre 2013, ingresso libero, patrocinata da Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino e Comune di Pesaro, Anna Rosa Basile esporrĂ per la prima volta le sue opere pittoriche e scultoree realizzate negli ultimi 28 anni. L’inaugurazione della mostra “L’Anima tra le dita – Antologica 1985/2013â€? a cura di Luca Veneziano, Associazione Titanus e presentata dal critico Cecilia Casadei avverrĂ il 21 settembre 2013, ore 18 presso Palazzo Gradari, Salone Nobile, via Rossini, 24 Pesaro con i seguenti orari: 10.00/12.00 – 16.00/19.00 e si concluderĂ il 5 ottobre 2013. Sabato 28 settembre, sempre a Palazzo Gradari, ore 18 Anna Rosa Basile presenterĂ un elegante volume, a tiratura limitata, “Immagini e Paroleâ€? che raccoglie sue poesie e disegni inediti, a cura del critico Ives Celli. La pubblicazione sarĂ distribuita ai presenti ed eventuali offerte devolute in beneficienza alle onlus ANT, Telethon a ricordo e memoria dei propri congiunti scomparsi. Per maggiori informazioni: www.titanuscasting.it. (vedi anche pagina 6) Gianfranco Sorisio Šriproduzione riservata

Angolo della poesia per Carlo Bo

O

gni anno, il tempo estivo coniuga la cittĂ dell’Anima (Urbino) con la Baia del Silenzio di Sestri Levante, i due luoghi che hanno segnato l’esistenza e la fine di Carlo Bo. E ogni anno, puntuale come un segnatempo, l’intellettuale ligure Gino Chiappara compone il suo messaggio poetico in onore del grande suo conterraneo che proprio nella Terra dei suoi avi, accarezzato dallo “scirocco del plenilunioâ€? ha trovato il riposo eterno. (G. Nonni) Venti sciroccali nella Baia del Silenzio al canto monacale dei gabbiani ai miti del Tempo silenzioso Stridono i gabbiani controvento dentro il risucchio del mare sulle sponde. nel tempio primordiale della Baia E’ a Levante dove fogliano gli amori quando lo scirocco del plenilunio sotto il sole nella nebbia salmastra scivola lungo la falda del monte è a Levante ove scruta l’albore il pescatore: dove pascola la luna sulle ore si prolunga le reti sulle spalle e porta turbini al mare sullo scoglio. per una dimora solida sullo scoglio Qui solo il Tempo ha valore eterno battuta e mai consumata dai venti. qui si compongono gli idiomi della natura Gino Chiappara si rivolgono a un solo pensiero

i giochi di Leone PantaleonI da cagli Un buono sconto

UN PREMIO PER UN REBUS

in omaggio

Frase: 8-2-6-7 I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a pesaro@ilnuovoamico. it oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampaâ€? di Pesaro (Via Rossini 68)

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 22 del n. 33 del “Nuovo Amico� di domenica 15 settembre era: (Frase: 5-8): ‘F, ortica; L,

manti’ Soluzione: - FORTI CALMANTI – Vince. Fiorenza Bolsi di Pesaro

E’ possibile ritirare il premio da lunedĂŹ a mercoledĂŹ dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate. PER RICEVERE L’OMAGGIO Ăˆ NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

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arte cultura sport

22 settembre 2013

Q

uando l’ultima nota musicale si è spenta, nella tarda serata di sabato 7 settembre, le tante persone assiepate nell’elegante corte retrostante il santuario di Santa Maria delle Grazie di Pesaro hanno applaudito, forse un poco sorprese, al cospetto di una cerimonia festosa ma resa indubitabilmente aerea dalla raffinata esibizione musicale che era stata appena offerta. Sull’onda di Vivaldi, Haendel, Debussy, Chopin, citando solamente alcuni degli autori eseguiti, la festa dell’amicizia, ideata ed allestita da Padre Roseto Saccà dell’Ordine dei Servi di Maria, si è fatta potente veicolo emozionale, che ha imposto all’ascolto una magnetica e raccolta energia. Il Santuario ha visto così valorizzato ed esaltato un luogo architettonico meno conosciuto ma compostamente ed elegantemente incastonato nel cuore storico della città, avendo accolto in nome del sentimento d’amicizia, tutti i partecipanti. La chiesa, in questo modo, si è ancora più fatta ecclesia, comunità e abbraccio, esterna al perimetro liturgico ma interiore alla comunità cristiana degli uomini. Il Coro di Santa Maria delle Grazie, i suoi strumentisti, il Trio Ars Musica diretto dal maestro Enrico Paci, hanno accompagnato lo scorrere delle ore di una sera di fine estate, proponendo un percorso che è iniziato con la musica sacra e liturgica ed è giunto, infine, a quella popolare, diversamente sedimentate negli individui ma da tutti accolte con riconosciuta suggestione. Al termine della ricca esecuzione musicale, tutto si è infine sciolto in quella normalità e serenità dello stare insieme che è elemento

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AL SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

Una festa in nome dell’amicizia

sicuramente preparatorio all’amicizia, quest’ultima, gene e cromosoma delle radici storiche dello stesso Ordine Servita. Un festa, quindi, dalla pacata ed elegante

convivialità, immersa in un’atmosfera di genuina e sobria naturalezza, anche per l’effetto delle autorevoli parole, pronunciate nello stesso giorno da Papa Francesco,

che aveva invitato al raccoglimento ed al digiuno, in nome della pace. Massimo Baronciani

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LIBRO DEGLI STORICI ANTONIO BRANCATi E GIORGIO BENELLI

«I due monumenti di Mamiani in Pesaro»

“I

due monumenti di Mamiani in Pesaro, opere di Ettore Ferrari. Pagine di storia repubblicana di fine Ottocento” è il titolo del volume presentato, alla presenza degli autori, giovedì 19 settembre, nella sala convegni della sede della Banca dell’Adriatico di via Gagarin a Pesaro. Un libro scritto a quattro mani da due storici appassionati come Antonio Brancati e Giorgio Benelli, i quali hanno ricostruito le lunghe fasi dell’elaborazione e costruzione dei due monumenti dedicati a Terenzio Mamiani realizzati dallo scultore Ettore Ferrari, situando la vicenda nell’ambito della storia cittadina pesarese di fine Ottocento. Il volume, editato grazie alla fattiva collaborazione della Banca dell’Adriatico, è il nono volume della “Collana di studi storici” diretta dal professor Stefano Orazi del Comitato di Pesaro e Urbino dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Grazie a questo importante lavoro editoriale, frutto di un attento lavoro su archivi pubblici e privati, ricco di notizie inedite, si comprende il valore e le funzioni di questi due monumenti che sono l’evidente testimonianza di come le commissioni

d’arte pubblica nell’Ottocento fossero uno straordinario strumento di propaganda politica e culturale. Le opere di Ferrari, inaugurate nel 1896, che intrecciano temi massonici e spinte estetiche accademiche, sono dei veri e propri “documenti” storici che ora, grazie al lavoro di Brancati e Benelli sono di nuovo in grado di “parlare”. “Ci piace ricordare – ha dichiarato Roberto dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico - che già in passato la nostra banca aveva contribuito alla realizzazione di due volumi del professor Brancati sempre dedicati a Pesaro: “Un monumento pesarese tra la crisi dello Stato liberale e la nascita del fascismo in memoria del giurista Pandolfo Collenuccio” e l’ormai introvabile “Società e informazione a Pesaro tra il 1860 e il 1922”, un vero e proprio manifesto di Pesaro dell’epoca. Non potevamo quindi far mancare il nostro patrocinio a questa nuova pubblicazione che conferma il sostegno e l’impegno della nostra banca per la cultura del territorio.”

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La vignetta della settimana ANCHE QUEST’ANNO PER GLI ORGANIZZATORI E’ STATO RECORD DI PRESENZE!

Rio Salso- La comunità di Rio Salso festeggia come ogni anno la festa di S. Agnese, domenica 22 Settembre. Quest’anno sarà una festa speciale perche per l’occasione sarà presente una numerosa delegazione della parrocchia della Pace di Ahrus (Danimarca) parrocchia gemellata da piu di dieci anni con le parrocchie di S. Donato in Belvedere Fogliense e Corpus Domini in Padiglione. Saranno quindi a condividere con la nostra parrocchia tutta la giornata di domenica 22, dalla messa del mattino delle prime comunioni, alla processione del pomeriggio e tutta la festa. Alle ore 20:30 l’intera unità pastorale insieme alla delegazione danese si ritroveranno per la serata “Notte di Note. Un concerto del Corpo Bandistico “G.Rossini” di Montelabbate e il Coro Polifonico dell’Unione dei comuni di Pian del Bruscolo “i cantori della città futura”. Una serata piena di quel linguaggio universale che è la musica, ma anche una serata di emozioni, di immagini e testimonianze per raccontare i tanti anni del gemellaggio ecumenico che lega le nostre parrocchie. Federico Del Baldo

SetteMbre

FARMACIE DI PESARO TURNO DAl 23 Al 29 SETTEMbRE 2013 Lunedì

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domenica 29 Pantano V. Dandolo, 6 roSSini Via Recanati, 15 INFORMAzIONI UTIlI Il turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno successivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

0721-410050

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24 22 settembre 2013

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Arcidiocesi di Pesaro - Servizio per la Pastorale Giovanile

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refe p i g n u i Agg

data .00 ORE 15Arrivo

Presentazione iniziale Percorso diocesano giovanissimi giovani: “Attraverso la Porta” Don Enrico Giorgini L'essere educatore Don Giuseppe Fabbrini.

17.00 ORELaboratori. .30

ORE 19

Vespro.

.15 ORE 21

Parrocchia San Carlo Borromeo “Ti racconto Rio 2013” Testimonianze - colori - parole dell'incontro dei giovani con Papa Francesco.

0

ORE 9.3

Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Piero Coccia.

.00

ORE 11

Laboratori “Creative”.

.00

ORE 13

Pranzo.

.00

ORE 15

Laboratori “Creative”.

.00

ORE 17

Conclusione.

Le iscrizioni dovranno pervenire entro mercoledì 25 settembre all'indirizzo info@pesarogiovani.it. Specificare se sarete presenti al pranzo di domenica, il costo unitario di entrambe le giornate è di 10 € a partecipante. Per Info: www.pesarogiovani.eu - http://www.facebook.com/PesaroGiovani

A.D.: Laura Bortone - graphic design & creativity

sabato

location

pesaro ca i n e m o d


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