2 - Gennaio/Febbraio 2014

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FondazioneilCuoresiScioglie

Bimestrale di informazione sui temi della solidarietà

via XXVII Aprile 30 r 50129 Firenze Tel. 055.4780577 - Fax 055.4780225 segreteria@fondazioneilcuoresiscioglie.it

La realtà che sorprende Con Federico Bondi e i responsabili del progetto “Abitare solidale” per scoprire che le storie più belle sono intorno a noi

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2 - Gennaio/Febbraio 2014

Unire le forze

cialità. La crisi degli ultimi anni e il processo di disgregazione che la famiglia come istituzione ha subìto, hanno reso l’individuo più vulnerabile e solo. Cerchiamo di agire a livello culturale – continua - facendo in modo che i bisogni diventino delle opportunità». In tre anni di attività, solo sul territorio fiorentino “Abitare solidale” ha attivato quasi 80 coabitazioni, per un totale di circa 200 soggetti coinvolti. L’obiettivo è quello di risvegliare anche nelle persone sole o in difficoltà la vocazione alla socialità. Come spiega Gabriele Danesi, ideatore e responsabile del progetto: «Abbiamo voluto evitare un progetto di assistenza pura che bloccasse l’individuo in un meccanismo di dipendenza e passività. Questo percorso è pensato perchè l’aiuto sia reciproco e perchè tutti riescano ad esserne parte attiva».

A livello pratico funziona grazie all’incrocio delle richieste: quelle di anziani soli con quelle di persone in situazioni di povertà temporanea, senza un alloggio e disponibili a dare qualcosa in cambio di un tetto. «Non siamo un’agenzia immobiliare, né uno sportello per famiglie che cercano badanti – ci tiene a precisare Gabriele - Siamo qui per aiutare le persone a mettere insieme le proprie risorse perchè tutti hanno qualcosa da offrire. Fosse anche solo il tempo o un sorriso». La situazione tipo è quella che vede un anziano mettere a disposizione alcuni spazi della propria abitazione in cambio di un aiuto nella spesa o nelle faccende, e di una presenza che allontani i rischi di incidenti domestici. «Bisogna dire però che non esiste un prototipo di coabitazione – continua Gabriele - i rapporti

Ripartire dalle storie e dalle emozioni delle persone è quello che abbiamo cercato di fare in questo numero di “Nessun uomo è un’isola”. Vogliamo condividere esperienze, aspettative e risultati anche sul sito www.ilcuoresiscioglie.it e la nuova pagina Facebook. Visitarli è un’occasione per essere aggiornati sulle iniziative e sulle persone che fanno grande Il Cuore si scioglie. E, perché no, per unirsi al gruppo.

che si vengono a creare sono sempre diversi, non ci sono regole stabilite a priori. Anzi, noi lavoriamo perchè ci sia massima flessibilità nell’ascolto e nella gestione dei singoli casi. E infatti, prima che inizi la convivenza si redige un patto abitativo che è espressione dei desiderata di entrambe le parti e può essere cambiato in qualsiasi momento». A fronte di pochissimi, inevitabili, fallimenti, la coabitazione produce delle vere e proprie amicizie e dei legami speciali. Come quelli tra Leda e Olivia o tra Annamaria e Festilia, ritratti da Federico Bondi nel suo documentario: «C’è un grande bisogno di raccontare storie di questo tipo, che ci emozionano e ci offrono una chiave per interpretare la realtà. Viviamo circondati da informazioni e notizie ma quasi mai c’è data la possibilità di conoscere davvero cosa succede intorno a noi». ❋

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uando incontriamo Federico Bondi, in tv sta passando lo spot del progetto “Abitare solidale” girato da lui. E lui aggiunge: «E’ un breve estratto del filmato più lungo che ho realizzato su Leda e Olivia». Federico è un regista fiorentino che si è fatto conoscere al pubblico con la sua opera prima “Mar Nero” uscita al cinema nel 2009 e ispirata alla vicenda di sua nonna. «Quel film - ci spiega - è nato da un se: un giorno mi sono chiesto cosa avrebbe fatto mia nonna se La Fondazione Il Cuore si scioglie sostiene il la sua badante fosse progetto “Abitare solidale” promosso dall’Auser dovuta rientrare in Roin collaborazione con l’associazione Artemisia ed mania. Mi sono rispoalcuni enti pubblici tra cui il Comune di Firenze. sto che probabilmente Per avere informazioni sui percorsi di coabitazione, l’avrebbe seguita e su si può chiamare il numero verde 800.99.59.88 questo c’ho fatto un oppure scrivere una mail a film. Dopo la proiezioabitaresolidaleauser@gmail.com ne nelle sale ho ricevuto molte lettere da parte di persone e famiglie che mi raccontavano di aver realmente vissuto situazioni simili. Perchè è così – aggiunge sorridendo Federico – la realtà sa sorprenderci molto di più della fantasia». «E quando – continua - la Fondazione Il Cuore si scioglie mi ha chiesto di raccontare il progetto “Abitare solidale” ho capito subito che mi sarei trovato di fronte a storie sorprendenti”. Quella di Leda e Olivia Federico Bondi, regista. infatti non è fiction ma il risultato di un incontro: due Il suo documentario persone che scelgono di coabitare per portarsi aiuto su “Abitare solidale” reciproco e condividere la quotidianità. Si sono troè visibile sul canale vate grazie all’Auser che mette insieme le esigenze Vimeo della Fondazione di anziani soli con quelle di persone in situazioni di http://vimeo.com/ difficoltà e donne vittime di violenza. ilcuoresiscioglie. Al centro Ester Stefanelli e Gabriele Danesi.

Una risposta alla crisi

«Intorno al bisogno abitativo – spiega Ester Stefanelli, che coordina gli operatori del progetto sull’area fiorentina – si cerca di ricostruire i fondamenti della so-


La rivoluzione di Polistena

sti danneggiarono l’immobile, distruggendo quello re per fare in modo che tutto fosse pronto nei tempi FondazioneilCuoresiScioglie che potevano e usandolo come discarica: «Ci aveva- stabiliti». no buttato dentro di tutto, terra, rifiuti, batterie usate». Normalmente la cooperativa sociale “Valle del MarAdesso i cinque piani della palazzina sono stati risi- ro” si occupa di coltivare i terreni della zona confiscati stemati e in uno di questi è già operativo il nuovo alla mafia. Produce ortaggi, olio e frutta che rivende Ristrutturato il palazzo confiscato poliambulatorio di Emergency che offre cure ed assi- sul mercato anche grazie alla collaborazione con Lialla mafia, adesso c’è spazio bera Terra. L’ostello che aprirà a giugno avrà proprio stenza gratuita ai migranti lavoratori stagionali. per un nuovo inizio «L’inaugurazione – continua Matteo – è fissata per la funzione di ospitare i gruppi di giovani che ogni il prossimo giugno quando saranno pronti anche estate si recano a Polistena per dare una mano con il ravamo già affiatati ma dopo il viaggio, tra noi l’ostello, la bottega, il ristorante, il centro sociale e lavoro nei campi. si è creato un rapporto d’amicizia e adesso non il centro multimediale». In questo luogo le persone «La cooperativa sociale sta facendo cose importanti siamo più solo colleghi». Marco, Nicola e Matteo rac- potranno incontrarsi e organizzare attività per lo e reali per il cambiamento – dice Nicola – loro stescontano la loro esperienza in Calabria e, da poche pa- sviluppo del territorio: «Il fatto stesso che esista e sia si ci hanno detto che all’inizio c’era molta diffidenza: role, si intuisce che ha lasciato il segno: è un racconto più bello di prima – precisa Matteo con un po’ di or- nessuno voleva lavorare per una realtà come la loro di immagini, sguardi, momenti significativi e piccoli goglio negli occhi - è già un messaggio importante che gestisce delle ex-proprietà mafiose. C’era timore ricordi, come quello del ritorno in auto durante il per tutta la città di Polistena. Stando lì, si respirano a farlo. Ora, invece, le domande di impiego arrivano controesodo estivo. Era fine agosto l’ultima volta che l’aspettativa e la curiosità cresciute intorno a questo e aumentano ogni anno». sono scesi insieme a Polistena. «La prima – racconta recupero edilizio». Insieme ai giovani della parrocchia di Don Pino, Nicola – è stata a marzo. Arrivammo in aereo a Lameall’associazione Libera Terra e ai volontari di Emerzia Terme e mi ricordo che rimasi subito colpito dal Largo ai giovani gency, i suoi fondatori sono una vera e propria task Nei panni di ingegneri, Marco, Nicola e Matteo non force contro la mafia. paesaggio desolato». Marco Baglini, Nicola Fredducci e Matteo Cipollini avrebbero pensato di lavorare in un contesto simile «Sono da ammirare» dice Alessandro Billeri, che poi aggiunge: «Quando ero a Polistena mi sono chiesto cosa avrei fatto io se fossi nato lì. E ammetto di aver pensato che forse me ne sarei andato a vivere altrove. Sono davvero coraggiosi e da applaudire quelli

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sono ingegneri e lavorano alla direzione tecnica nella dove il contributo va ben oltre il supporto tecnico. sede di Scandicci, così come Filippo Cecchi, Alessan- Ammette Matteo: «Grazie alla Coop e alla Fondaziodro Billeri e Elisa Fossi che lavorano invece nell’area ne ho scoperto cosa significa l’impegno sociale. Non informatica. Nell’ultimo anno hanno collaborato con avrei mai immaginato di fare un’esperienza del genela Fondazione coordinando i lavori di ristrutturazio- re e di ricevere più di quanto ho dato». ne del palazzo confiscato alla mafia a Polistena, nella In questi mesi il team di esperti ha affiancato i rePiana di Gioia Tauro. Si tratta di un edificio appartenu- sponsabili della cooperativa “Valle del Marro” che to ad una delle Ndrine più potenti della zona e oggi gestisce i lavori. «Siamo stati chiamati per aiutarli e assegnato alla Parrocchia di Don Pino De Masi per- – racconta Marco – dopo il primo sopralluogo, abbiaché lo renda un luogo aperto a tutta la cittadinanza. mo individuato insieme a loro gli interventi da fare, Matteo racconta che dopo la confisca gli ndrangheti- che tipo di materiale ordinare e quali scadenze fissa-

La salute è di tutti La Fondazione e Emergency per potenziare l’assistenza sanitaria sul territorio

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ella Piana di Gioia Tauro malavita e interessi particolari hanno favorito anche lo sfruttamento dei migranti e dei lavoratori stagionali. Rosarno, a 15 km da Polistena, è tristemente famosa per la tendopoli e le condizioni di degrado cresciuto nell’area: centinaia di persone vivono sotto ripari di lamiera, senza luce né acqua, e trascorrono le notti all’addiaccio aspettan-

che rimangono e lottano per cambiare le cose!». La Fondazione Il Cuore si scioglie ha deciso di sostenere questa battaglia mettendo a disposizione risorse e soprattutto persone. «Il nostro scopo – ci fa capire Matteo – non è solo quello di affiancarli nel completamento dei lavori ma anche far sentire la nostra presenza sul posto. Occorre dimostrare che queste persone non sono sole ma che molti altri condividono i loro ideali e sono disposti a sostenerli anche nel resto del Paese. Questo messaggio forte può porre le basi per un cambiamento duraturo». ❋

do l’alba e un caporale che offra loro una zioni di emergenza in varie parti del mondo: giornata di lavoro. negli ultimi anni la ong ha avviato anche Per assistere i migranti è intervenuta Emer- “Programma Italia” che interviene localgency che, dal 2011, ha allestito un ambu- mente su una nuova area di disagio sociale latorio mobile: un pullman con equipaggia- legato tanto alla crisi economica quanto alla mento sanitario e volontari che offrono cure mancata gestione del fenomeno migratorio. mediche gratuite ai braccianti. Visti i risultati positivi dell’esperienza a PoGrazie allo sforzo congiunto di Fondazione Il listena, la Fondazione Il Cuore si scioglie ha Cuore si scioglie, cooperativa Valle del Marro dato il sostegno per l’avvio e il primo anno e parrocchia Santa Maria Vergine, i medici e i di attività di un nuovo progetto con Emermediatori culturali di Emergency possono ora gency che gestirà uno sportello socio saniaccogliere i pazienti in una struttura fissa: il tario gratuito a Pisa, con lo scopo di fornire 2013 ha segnato l’avvio del poliambulatorio, a italiani e migranti informazioni e orientala prima attività entrata in funzione nel palaz- mento per un più facile accesso al servizio zo di Polistena. sanitario nazionale. La promozione del diritto alla salute anche Si tratta della prima esperienza del genere sul territorio italiano è una sfida recente per sul nostro territorio e sarà svolta in collaboEmergency, da sempre impegnata in situa- razione con la Regione Toscana e l’Assesso-

Il palazzo confiscato alla mafia inaugurerà i suoi spazi a giugno prossimo. Da sinistra Marco Baglini, Nicola Fredducci e Matteo Cipollini. Nella foto piccola Daniela Mori e Alessandro Billeri

rato alle Politiche Sociali del Comune di Pisa che metterà a disposizione i locali. Già presente in altre città d’Italia, il servizio offre ascolto e assistenza a chi ha difficoltà a orientarsi nel sistema sanitario, sia per problemi linguistici che per paura di essere denunciato o, semplicemente, per scarsa conoscenza dei propri diritti. I mediatori forniscono informazioni, aiutano nello svolgimento delle pratiche, nella prenotazione delle visite e, quando serve, forniscono accompagnamento presso le strutture pubbliche. Questa nuova importante missione vedrà sul campo anche i volontari della sezione soci Coop di Pisa, pronti a collaborare per sostenere il territorio e favorire la tutela di un diritto fondamentale per tutti i cittadini. ❋


N°2 - Gennaio/Febbraio 2014

La Fondazione per Dynamo Camp

Non c’è niente di più serio del divertimento «U

programmi ad hoc che coinvolgono anche i genitori e i fratelli sani. Il Dynamo si trova a Limestre, sulla montagna pistoiese, in un’oasi di oltre 900 ettari affiliata al WWF. E’ il posto ideale per organizzare attività sportive e outdoor che permettono ai ragazzi di stare all’aria aperta e giocare insieme ad altri coetanei che vivono le stesse difficoltà della malattia e di lunghi trascorsi in ospedale.

na delle prime cose che ci dissero era che dovevamo abituarci a fare la strada più lunga an- Lavoro di squadra ziché tagliarla percorrendo le scale, perché sulla pri- «La prima volta da istruttore di arrampicata ero in ma sarebbero riusciti a passarci tutti, anche i bambini tensione e mi sudavano le mani perchè non sapevo in sedia a rotelle». Francesco racconta le prime cose bene come comportarmi con i bambini. Invece poi imparate per diventare volontario al Dynamo Camp, è venuto tutto naturale, anche grazie agli altri dello un luogo concepito in maniera tale che le strutture staff». E’ questo uno dei segreti del Dynamo Camp: siano accessibili a tutti e gestito perché il divertimen- il lavoro di squadra. «Quando ci si trova davanti a una situazione più problematica di altre, perchè mato sia ovunque. Entrare al Dynamo è varcare i confini di una realtà gari il bambino ha forti difficoltà motorie, basta uno parallela: qui la malattia non è più un tabù, i cellulari sguardo tra istruttori per capire cosa è meglio fare. Ci sono vietati, la tv non c’è e gli scherzi sono sempre si mette tutti sul livello più basso e si inventano dei modi per distrarsi o scherzare. Io, ad esempio, li facben accetti. cio cantare, perchè così entriamo in contatto e la paura se ne va». L’obiettivo non è mai vincere o arrivare fino alla vetta ma fare in modo che tutti si divertano. Francesco ha già dato la sua disponibilità anche per il prossimo anno, incastrando i turni al Dynamo con i giorni liberi a lavoro e il tempo per la famiglia e la figlia Sofia di 9 anni. «All’Open Day ho portato anche lei che si è resa utile distribuendo i bigliettini per l’ordine di salita all’arrampicata». La maggior parte dei «Quando esci da lì e ti lasci il cancello alle spalle, ti soggiorni per i bambini malati si svolgono durante accorgi che non sei stato tu a dare una mano a loro, l’estate quando si può godere dei grandi spazi. Una ma che sono gli altri ad avere lasciato qualcosa di o due volte l’anno, con gli Open Day, il Dynamo apre importante a te». Francesco Guasti, dipendente di le porte anche al pubblico che può visitarlo e provare Unicoop Firenze da una ventina d’anni e attualmen- tutte le attività di gioco e sport. E’ anche grazie a perte direttore dell’Ipercoop di Arezzo, ha iniziato come sone come Francesco che questo motore di allegria e volontario al Dynamo dopo averlo conosciuto grazie amicizia può andare avanti. ad una iniziativa della Fondazione Il Cuore si scioglie Anche quest’anno, ormai il secondo, la Fondazione Il tesa a fare conoscere ai dipendenti Unicoop il pro- Cuore si scioglie ha attivato la raccolta fondi a favore getto Dynamo. «Allora non sapevo cosa fosse il Camp di Dynamo Camp per finanziare il laboratorio di circo ma mi piaceva l’idea che la Fondazione ci desse la e clown terapia che vede i bambini cimentarsi con la possibilità di stare insieme ad altri colleghi». giocoleria, i trucchi, i travestimenti e i nasi rossi dei Dopo aver trascorso lì tre giorni, Francesco con altri clown. Perché, come si dice a Limestre: “La vera cura colleghi di Unicoop Firenze, ha deciso di candidarsi è ridere e la medicina è l’allegria”. ❋ come volontario. «Una volta inviata la richiesta, lo staff di Dynamo chiama per un colloquio. Volevo dedicare un po’ di tempo agli altri e stare con i bambini mi è sempre piaciuto, fin dai tempi in cui facevo l’istruttore di nuoto». Da amante del mare, Francesco non pensava certo di diventare istruttore di arrampicata come invece ha fatto, prendendo anche il brevetto. Adesso è parte dello staff di volontari tecnici che aiutano i bambini del Camp a svolgere le attività e l’arrampicata è una di queste, insieme alla piscina, al teatro, ai laboratori artistici e a quelli di circo. Una vera e propria palestra di divertimento, il Dynamo Camp è una struttura che ogni anno ospita più di mille bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, affetti da patologie gravi e croniche, per offrire loro un soggiorno completamente gratuito. Arrivano da tutta Italia insieme alle loro famiglie, per le quali sono previsti

Spazio alle idee! Alla ricerca di nuovi modi per combattere la povertà ed evitare gli sprechi

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erché si dice che la parola “crisi” contiene in sé un’accezione positiva? Deriva dal sostantivo greco “krisis” e dal verbo “krino” che significa separare, discernere. Quando le cose si dividono e si frazionano, si crea uno spazio vuoto che può renderci incerti e insicuri ma anche permetterci di ricominciare. Nei momenti di passaggio, si aprono opportunità concrete per quelli che sanno muoversi in questo spazio e intuire gli elementi di forza per i futuro. Alla ricerca di nuove idee e risposte alle attuali difficoltà del nostro territorio, la Fondazione Il Cuore si scioglie ha scelto di guardare al futuro con spirito positivo, con uno sforzo in termini sia di servizi di aiuto e assistenza che di iniziative per il rilancio dello sviluppo. La modalità di azione è quella del “fare rete”, favorendo le relazioni tra diversi soggetti che operano nel campo del volontariato, della cura e dello studio dei bisogni. Un terreno su cui intervenire con urgenza è quello del sostegno quotidiano alle famiglie e alle persone che non riescono a provvedere al proprio sostentamento. Si chiamano “nuove povertà”: situazioni di vulnerabilità che toccano fasce sempre più ampie rispetto al passato. Per non lasciare sole queste persone, la Fondazione affianca Da sinistra, i volontari Caritas e ARCI nel lavoro di inclusione e accoMaurizio Baldi, glienza quotidiana. Anche quest’anno, infatti, la Cristina Del Rosso e Fondazione sosterrà mense, punti di ascolto e Francesco Guasti. altre attività delle Caritas toscane, coinvolgendo Qui sopra Vieri direttamente i propri volontari Coop. Insieme ad Calogero e, in basso, la ARCI a Firenze verranno attivate due mense poparete di arrampicata polari di quartiere ospitate all’interno dei circoli: del Dynamo Camp. qui le persone saranno accolte da un pasto caldo e da un’atmosfera informale perché il punto Arci possa essere anche il luogo dove trovare ascolto, orientamento e quel pizzico di umanità che può cambiare lo sguardo sulle cose. Il cibo distribuito nelle mense arriverà dalle donazioni di cittadini ed enti, ma anche dal recupero degli sprechi e dell’invenduto della grande distribuzione. Lotta allo spreco e promozione di nuove forme di consumo sono i temi che la Fondazione rilancia come incentivo al cambiamento per il nostro futuro. Ed è in questa direzione che va anche l’altro progetto sostenuto dalla Fondazione intitolato “Food Waste Reduction” (riduzione dello spreco del cibo): un concorso di idee lanciato da Impact Hub Firenze per la costituzione di un’impresa sociale che reimmetta nel mercato gli scarti della filiera agroalimentare. La sfida alla base è duplice: innanzitutto intervenire sul problema di circa 260mila tonnellate di prodotti alimentari che ogni anno finiscono al macero con date di scadenza prossime, difetti di confezionamento o altre ragioni estetiche che non compromettono la bontà; l’altro obiettivo è costruire FondazioneilCuoresiScioglie un percorso economicamente sostenibile che crei ➜


➜ anche lavoro, benessere e profitto per le persone coinvolte al recupero dello spreco. «Si tratta di trasformare una debolezza del sistema in una risorsa per tutti» spiega Vieri Calogero, uno dei fondatori di Impact Hub Firenze. Sì, perchè la nuova attività economica permetterebbe a commercianti e supermercati di ridurre i costi di smaltimento dei rifiuti e fornirebbe a enti pubblici e realtà del terzo settore un ulteriore canale da cui ricevere prodotti alimentari destinati all’assistenza. In ultimo, ma non per importanza, anche cittadini e consumatori vedrebbero diminuire i prezzi dei prodotti. Quello che si dice un esempio concreto di “innovazione sociale” e Vieri Calogero ci spiega perchè: «Food Waste Reduction è innovativo nella sostanza poiché vuole trovare una soluzione ad una contraddizione del nostro tempo, non più sostenibile dal punto di vista etico e morale, che tiene insieme povertà e spreco, e nella forma, poiché ha indetto un concorso di idee. Chiamare le persone a inventarsi Volontari presso la qualcosa significa credere che le idee possano esse- mensa della Caritas. re ovunque e che abbiano solo bisogno delle condi- A destra zioni giuste per maturare. Ad Impact Hub facciamo Marco Ponticelli proprio questo: mettiamo le persone in condizione e Niccolò Rallo.

di realizzare i propri progetti, facilitando l’incontro con chi può aiutarli a raggiungere i loro obiettivi». Il concorso “Food Waste Reduction” si è chiuso il 12 gennaio. Tra i progetti presentati ne sono stati selezionati tre che in questi mesi inizieranno un percorso di pre-incubazione presso Impact Hub. Durante questo periodo avranno il supporto di esperti e professionisti che li affiancheranno nel disegno delle attività e nella messa a punto del modello di business. Anche grazie al contributo di Unicoop Firenze e Fondazione Il Cuore si scioglie, le realtà scelte saranno messe in contatto con partner e investitori interessati a sostenere la loro idea. Il 23 maggio sarà selezionato il vincitore che potrà portare avanti la fase di incubazione, ricevendo ulteriore supporto tecnico e finanziario. «Abbiamo pensato questo processo – conclude Vieri - anche come momento di scambio tra giovani e professionisti senior. E il risultato più grande sarà quello di veder nascere un’attività e nuovi posti di lavoro». ❋

Nessun uomo è un’isola Bimestrale di informazione sui temi della solidarietà 2 - Gennaio/Febbraio 2014 via XXVII Aprile 30 r 50129 Firenze Tel. 055.4780577 Fax 055.4780225 segreteria@fondazione ilcuoresiscioglie.it Direttore Claudio Vanni Direttore responsabile Sara Barbanera Redazione Martina Milani martina.milani@ldca.eu Grafica e impaginazione SocialDesign Stampa Grafiche Cappelli www.ilcuoresiscioglie.it

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La moltiplicazione del pane Dopo le esperienze positive di Loumbilà e Fada N’gourma, è in programma l’avvio di un terzo panificio in Burkina Faso

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racconta Marco - non era arrivato e la farina di miglio che immaginavamo di trovare, in realtà non esisteva perchè lì usano soprattutto il cereale in chicco, non macinato. In compenso, con stupore, scoprimmo che avevano la farina bianca». Così, dopo una settimana di lavoro e con l’aiuto della comunità, delle persone del villaggio e delle suore, riuscirono ad inaugurare la pizzeria. E fu subito una grande festa. Da allora Marco, insieme ad altri dipendenti Unicoop, è tornato più volte in Burkina Faso per mettere a punto il funzionamento della pizzeria e dare ancora supporto nella gestione.

a bambino sognavo di diventare ruspista. Immaginavo di passare la mia vita su una ruspa». Marco non avrebbe mai pensato di fare il pasticcere e il fornaio finché, a 15 anni, non è entrato per la prima volta in un laboratorio. «D’estate mio babbo mi mandava a lavorare in pasticceria ed è lì che ho imparato il mestiere. In seguito capitò la possibilità di entrare alla Coop e perciò eccomi qui». Il percorso professionale di Marco si è arricchito di qualcosa di più nel 2003. A quei tempi aveva 25 anni

Adesso quell’attività vende 100mila euro di pane all’anno, dà lavoro a una trentina di persone e produce circa 20mila euro di utile. Soldi per l’orfanotrofio che accoglie circa 200 bambini e che, grazie a questo aiuto, ha potuto fare molti interventi di ristrutturazione. «E’ diventato un centro educativo – spiega

ed era responsabile di reparto all’Ipercoop di Arezzo. C’era bisogno di uno così, pieno di energie ed esperto, per iniziare una nuova avventura: Unicoop Firenze aveva deciso di sostenere il Movimento Shalom nei suoi progetti umanitari in Africa. Le due organizzazioni stavano progettando la realizzazione di una pizzeria in Burkina Faso e servivano fornai per avviarla e per insegnare a fare il pane e la pizza ai giovani del posto. «Prima di partire – racconta Marco - ci mettemmo a studiare delle ricette con la farina di miglio perchè è il cereale più diffuso in Burkina Faso. Si fecero anche delle prove e delle cene per assaggiare come sarebbe venuta la pizza a base di miglio. A dir la verità, non era granché perchè essendo povera di glutine risultava difficile da impastare. Comunque si partì, fiduciosi che in qualche modo avremmo fatto». Marco prese allora un volo per l’Africa insieme ad altre due colleghe, Stefania Cecchi e Manola Manini: direzione Loumbila, località sull’altipiano centrale del Burkina Faso, dove da tempo il Movimento Shalom gestiva un orfanotrofio. «Quando sono arrivato mi sono reso conto della gravità della situazione perchè le strutture in cui erano accolti i bambini non erano altro che delle capanne». Una prima esperienza memorabile, di cui è rimasto anche un video ora sul sito e sulla pagina facebook della Fondazione. Mettere in funzione un panificio significava sfamare gli orfani, insegnare un mestiere alle persone del posto e raccogliere nuove risorse dalla vendita del pane. Marco, Stefania e Manola avevano una settimana di tempo per avviarlo e ovviamente gli imprevisti non sono mancati. «Il forno elettrico spedito dall’Italia –

Marco - con le camere per i bambini, la chiesa e i campi sportivi». I risultati positivi di Loumbila hanno spinto il Movimento Shalom e la Fondazione Il Cuore si scioglie a replicare il modello di aiuto anche a Fada N’gourma, sempre in Burkina Faso, dove nel gennaio del 2013 è stata avviata un’altra pizzeria. L’apertura di un terzo panificio è adesso in programma a Koupela, all’interno di un complesso che vedrà anche la realizzazione di una foresteria e una scuola primaria. «Non avrei mai pensato di vivere un’emozione così forte. Sono stato sei volte in Africa e ho sentito di essere stato utile a qualcuno e di aver fatto del bene». Dal 2003 Marco è sempre rimasto in contatto con il Burkina Faso. Via mail e sui social network è ancora in contatto con suor Berta, la responsabile dell’orfanotrofio, e Frédéric, il giovane imbianchino che mise a nuovo la pizzeria. Su Facebook Marco ha creato la pagina “Pane Shalom”. Sì, perché, quando lui e gli altri si trovarono a Loumbila, inventarono una nuova ricetta: crearono il “pane della pace” dalla forma intrecciata che ricorda un abbraccio, con un impasto a base di farina, sale, lievito di birra e olio che ne assicura una durata più lunga. Per sostenere il progetto di Koupela con il ricavato, ora il “pane Shalom” è in vendita anche nei supermercati Unicoop Firenze dove, solo nel mese di dicembre, sono stati raccolti quasi 10mila euro. «E’ una grande soddisfazione – ammette Marco, sorridendo – perchè ancora mi ricordo quando, dieci anni fa, si sfornò a Loumbila la prima treccia di pane e suor Teresina urlò al miracolo!». ❋

Qualcosa è cambiato


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