2 minute read

Eventi catastrofali, l’aiuto del GAZ all’Emilia Romagna e la necessità di un intervento di protezione ex ante

Lo scorso mese di maggio, una violenta ondata di maltempo ha colpito i territori dell’EmiliaRomagna, con un bilancio che conta 13 morti, oltre diecimila sfollati, 23 fiumi esondati, 280 frane e 400 strade interrotte; 42 il totale dei comuni colpiti da un’alluvione che ha scosso profondamente il nostro Paese.

Attenzionata con sentita partecipazione la situazione, il Gruppo, con una riunione d’urgenza del Consiglio Direttivo, si è immediatamente attivato per fornire supporto ai colleghi coinvolti, avviando con la compagnia dei canali diretti per limitare gli effetti dell’evento sugli andamenti tecnici delle agenzie dei territori interessati, con l’intento di verificare, nel medio termine, la necessità di sostenere in forma straordinaria i ricavi delle agenzie stesse. Oltre a ciò, la delibera del Consiglio Direttivo ha deciso di devolvere nell’immediato alla Protezione Civile la somma di 10.000,00 euro. Un contributo che va oltre la vicinanza morale, mostrando concretamente la volontà di aiutare le popolazioni coinvolte in questo evento che fa riflettere sulle circostanze che concorrono al manifestarsi, ormai sempre più di frequente, di eventi catastrofali dalla portata devastante

Advertisement

Espansione urbana, scavi, mancata manutenzione di strade e fognature oltre ad un sempre più marcato cambiamento climatico sono tra le cause antropiche più frequenti degli allagamenti, eppure, nonostante la fragilità dei nostri territori sia cosa ormai nota ai più, nel belpaese continua a mancare una adeguata cultura di protezione dal rischio.

Secondo gli ultimi dati a disposizione, relativi al 2022, l’Italia è il Paese più esposto alle calamità naturali, ma anche il meno assicurato, con gap assicurativo dell’87% a fronte del Regno Unito al 25%, Francia al 47% e Germania al 58%. Una carenza che, agli occhi di noi intermediari assicurativi, somiglia ad una nemesi.

In qualità di realtà associativa e stakeholder di questo tormentato quadro espositivo, il Gruppo ha partecipato, a fianco del nostro partner Konsumer Italia, alla stesura di una proposta di legge, firmata dall’allora deputata della Repubblica Michela Rostan, che prevedeva l’assicurazione obbligatoria da danni catastrofali per i possessori di immobili, con la possibilità di detrarre interamente il premio in dichiarazione dei redditi.

Era il 19 giugno 2019 quando fu presentata nella sala del Refettorio della Camera dei Deputati, eppure quella proposta di legge non ha mai trovato spazio nell’agenda parlamentare, rimanendo nel cassetto dell’indolenza politica.

Come un fiume carsico, che appare e scompare, l’idea di un’assicurazione obbligatoria per i danni subiti dalla casa da eventi catastrofali come alluvioni, frane o terremoti, entra ed esce dal mainstream del dibattito pubblico, mostrando ancora una volta la scarsa cultura assicurativa del nostro Paese, ad ogni livello: politico, civile ed istituzionale.

Infatti, se ne è tornato a parlare di recente: nel corso del meeting Innovation by ANIA di fine 2022, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha rilanciato la possibilità di introdurre l’obbligo di assicurazione per i fabbricati privati, così da ridurre “ex ante i costi pubblici e privati”. Tanto per rimanere sull’ultimo evento registrato in

Regione Emilia-Romagna, lo stanziamento del Governo è di oltre 1,6 miliardi di euro. Soldi pubblici; soldi di ciascuno di noi.

Uno schema assicurativo pubblico-privato che protegga la collettività dal rischio di catastrofi naturali andrebbe a sgravare lo Stato di una spesa annua che attualmente si aggira intorno ai 7 miliardi di euro, a fronte di un costo di circa 100 euro all’anno per i proprietari di casa.

Una protezione che non sarà sufficiente a risanare la fragilità dei nostri territori, ma che almeno saprà fornire all’intera collettività un ammortizzatore di costi, sia in termini di denaro che di burocrazia Questa in poche parole la filosofia contenuta nel “nostro disegno di legge” che sembrerebbe sia tornato ad essere protagonista delle agende parlamentari.

This article is from: