GLUNews n.1

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N.1 • NOVEMBRE • Periodico di aggiornamento per diabetici e non € 2,50 • copia omaggio

Il Diabete nel Bambino e nell’Adolescente

Alimentazione Il gusto delle feste: una rinuncia ai piaceri della tavola?

Sport Il ballo: a tempo col diabete.

Psicologia Il lavoro “mobilita” l’uomo.


Sommario FOCUS

pag. 4

Giornata Mondiale del Diabete.

ALIMENTAZIONE

pag. 12

Il gusto delle feste: una rinuncia ai piaceri della tavola?

SPORT

pag. 16

Il ballo: a tempo col diabete

PSICOLOGIA

pag. 20

Il lavoro “mobilita” l’uomo.

STRUMENTI DI MISURAZIONE

pag. 24

Il Diario di Automonitoraggio: un “must” per il diabetico informato

DIABETENIGMISTICA

pag. 28

DOLCI CURIOSITÀ

pag. 30 GLU-News • N.1 • NOVEMBRE Periodico di aggiornamento per diabetici e non Direttore Responsabile Dott. Renato Saggiorato Medico Igienista Coordinamento Scientifico Prof. Andrea Giaccari Professore di Endocrinologia, Docente di diabetologia Policlinico Gemelli Roma giaccari@glunews.it

con la collaborazione di: Dott.ssa Annamaria Prioletta Scuola di Specializzazione in Endocrinologia al Policlinico Gemelli Redazione & Progetto Grafico CARISM S.r.l. - Torino Stampa AGES ARTI GRAFICHE -Torino Registrato al Tribunale di Torino, N. 44 - 28 Maggio 2008.

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Editoriale Seguiteci e scriveteci! Dopo un entusiastico esordio con il numero zero, finalmente è uscito il primo numero di GLUNews e stiamo già preparando il numero due. Dico finalmente non tanto perché nel realizzare le prime uscite si siano verificati ritardi particolari, quanto perché nell’avventurarsi in una simile sfida, e questo è valido per tutte le riviste, la redazione è nuova e deve ancora conoscersi e collaudarsi, ci sono gli adempimenti di legge da rispettare ed alla fine c’è il solito certificato non presentato; inoltre non conosciamo ancora la vostra reazione, per questo siamo tanto entusiasti quanto ansiosi di ottenere dai nostri lettori un giudizio; non sappiamo se il piano editoriale che abbiamo definito rappresenta la reale necessità delle persone cui ci rivolgiamo nè infine se il messaggio che vogliamo inviare raggiungerà i suoi obiettivi. La tensione iniziale perciò è sempre molto accentuata ma si affievolirà con il tempo, man mano che si darà vita ai numeri successivi e soprattutto quando si sarà realizzata una vera e propria relazione di scambio con i lettori. Avendo personalmente vissuto la nascita di un certo numero di riviste, rivolte a target diversi ma soprattutto al paziente, mi sento di dire che essa assomiglia alla partenza di una nave dal porto che in termini marinareschi viene detta abbrivio. L’abbrivio di una nave, al quale sono chiamate tutte le forze operanti all’interno, particolarmente quelle della plancia di comando e della sala motori, è un momento di fermento generale, con una tensione portata al massimo, sino a quando, usciti dal porto si raggiunge il mare aperto. Ed ora che siamo in mare aperto finalmente possiamo incominciare a parlare, in termini pacati, di noi, del diabete, e di quale contributo può generare da GLUNews e dal suo staff e cosa ci aspettiamo dei lettori e cosa i lettori si attendono da noi. Nel numero zero, tra le finalità che ci siamo imposti ne abbiamo messo in rilievo soprattutto una, cioè quella di diventare “veicolo e strumento efficace di didattica” ossia uno strumento che, utilizzando un linguaggio semplice, favorisca le persone con diabete a raggiungere quell’accettazione attiva della propria condizione che rappresenta il sogno di tutti in quanto significa raggiungere un nuovo equilibrio vitale caratterizzato dai seguenti momenti: • il sapere (che significa raggiungere una conoscenza del diabete approfondita ed esauriente tale da dare tranquillità e serenità); • il saper fare (che significa raggiungere dei livelli di autonomia nella pratica dell’autocontrollo e dell’autogestione); • il saper essere (che significa instaurare una convivenza con il diabete pacifica e consapevole che renda la persona capace di realizzarsi in tutti i campi, di partecipare attivamente ai vari contesti sociali che desidera e di confrontarsi con chi vive la stessa condizione di diabetico). Sono obiettivi impegnativi e forse utopici per una semplice rivista, ma GLUNews è solo all’inizio: sarà necessario esplorare altri campi e sperimentare altri settori dell’informazione che siano in grado non solo di comunicare ma anche siano capaci di dare rilievo all’empatia della comunicazione, cioè alla sensazione che, chi comunica con noi, sia ascoltato e capito, perché quando una persona si sente compresa, vengono attivati una serie di atteggiamenti terapeutici di crescita. È un ruolo maieutico, quello che assolve la rivista, un ruolo che accompagni il lettore a saper essere. Perché ciò avvenga è necessario creare dei gruppi di studio e di lavoro che, partendo dalla funzione educativa permanente dell’operatore sanitario, permettano di codificare le tecniche informatiche di una psicopedagogia realizzata a distanza, che diano garanzia sulla serietà di chi opera e sull’amore che lo anima. Il diabete fortunatamente ha già qualche esperienza in proposito, ma è troppo poco considerando il numero di persone coinvolte e la loro eterogeneità del punto di vista etnico, linguistico, razziale, ecc. Proprio con l’obiettivo di sviluppare una sincera relazione di scambio e confronto, da questo numero è attiva una casella e-mail attraverso cui potrete inviarci, senza peli sulla lingua, i vostri suggerimenti, le vostre esperienze, i vostri dubbi e quesiti affinché questa nostra rivista divenga uno strumento tanto utile ed efficace quanto piacevole, dedicato a tutte le persone con diabete, ai loro amici e ai loro familiari. Scriveteci a redazione@glunews.it Renato Saggiorato

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FOCUS

A. Giaccari

Prevenire il diabete è possibile. Prevenirne le complicanze è importante! Il diabete mellito è una patologia in costante aumento e rappresenta la più diffusa e la più importante malattia del metabolismo presente in Italia e nel mondo occidentale. Si calcola che il numero dei diabetici nel mondo si aggiri intorno ai 170 milioni e che tale numero sia destinato a raddoppiare in pochi anni se non si interverrà in maniera drastica sui fattori di rischio. In Italia il numero dei soggetti con diabete è di circa 3 milioni, ai quali si devono aggiungere almeno altri 1,5 milioni di casi non ancora diagnosticati. Come è ben noto esistono due tipi principali di diabete mellito e per entrambi è dimostrato esistere una predisposizione genetica e/o familiare. Il diabete di tipo 2 può essere prevenuto e/o ritardato se si interviene precocemente sui principali fattori di rischio, mentre per il diabete di tipo 1 non vi sono al momento concrete e sicure possibilità di prevenzione; tuttavia per entrambe le forme di diabete deve esistere una ulteriore importante forma di prevenzione e cioè quella delle complicanze. Per il diabete di tipo 2 conosciamo molto bene i parametri che fanno capire chi 4


corre il più alto rischio di svilupparlo: • avere parenti con diabete (in particolare genitori, fratelli o figli) • essere obesi o in sovrappeso, ovvero se si ha un BMI maggiore di 25 (Il BMI è l’indice di massa corporea che viene calcolato come peso corporeo espresso in kilogrammi diviso altezza in metri al quadrato.) • avere una circonferenza vita maggiore di 88 cm per le donne o di 102 cm per gli uomini • avere la pressione alta o prendere farmaci per la pressione • avere il colesterolo buono (HDL) basso • avere i trigliceridi elevati • aver avuto il diabete in gravidanza o aver partorito un figlio di peso superiore ai 4 kg. In tutte queste condizioni è consigliabile consultare il proprio medico che prescriverà l’esecuzione di un esame della glicemia a digiuno ed eventualmente, se lo ritiene necessario, un carico orale di glucosio. In tutti i casi sopra descritti, inoltre, è consigliabile controllare la glicemia una volta all’anno ed in ogni caso, al di sopra dei 40 anni è opportuno effettuare un dosaggio della glicemia, da ripetere, se normale, ogni tre anni. Tutto questo perché quanto più precoce è la diagnosi, tanto più efficace è la terapia mirata alla prevenzione delle complicanze croniche. Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia subdola che “non si vede né si sente” non dà sintomi, ma nel tempo, se non diagnosticato, danneggia in maniera irreversibile numerosi organi: occhi, reni, nervi, arterie e cuore. Come possiamo dunque prevenire il diabete mellito? Ci sono poche e semplici regole da seguire: 1. adottare uno stile di vita sano, ovvero fare

esercizio fisico, seguire un’alimentazione corretta e mantenere il peso ideale 2. effettuare il test per valutare il rischio di sviluppare la malattia 3. misurare la glicemia, se consigliato dal medico Se il diabete è facilmente prevedibile e prevenibile, appare evidente quanto sia importante sensibilizzare tutta la popolazione intorno al problema “epidemia Diabete”, al fine sia di individuare i soggetti a rischio che tutte le persone che hanno il dabete ma non lo sanno ancora. È pertanto indispensabile una corretta e capillare informazione che diffonda una “cultura” della salute che passi attraverso comportamenti e stili di vita sani. In questa prospettiva un ruolo fondamentale lo può svolgere la persona con diabete, che può essere considerata il migliore “strumento” di salute per i propri familiari, amici e conoscenti.

PERCHÉ LA GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE? La Giornata del Mondiale del Diabete (GMD), nasce appunto con queste premesse. Si tratta di un grande evento di sensibilizzazione dedicato a tutta la popolazione e non solo alle persone con diabete. Parte dal concetto che l’informazione e la sensibilizzazione costituiscono il primo importantissimo passo da compiere per prevenire l’insorgenza del diabete o per diagnosticarne la presenza o il rischio. Istituita nel 1991 dall'International Diabetes Federation (IDF), è stata celebrata anche in Italia dal 2002 e dal 2006 è diventata in Italia la Giornata Italiana del Diabete con decreto del Ministero della Salute. Nel dicembre dello stesso anno ha ottenuto il riconoscimento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite 5


FOCUS Charles Best e Frederick Banting scoprirono l’insulina nel 1922.

mediante una apposita risoluzione. Viene celebrata in tutto il mondo il 14 novembre, data di nascita di Frederick Banting che, insieme con Charles Best, scoprì nel 1922 l’insulina. Ha lo scopo di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete mellito, patologia con una grande diffusio6

ne e gravata da complicanze croniche spesso invalidanti, ma che può essere prevenuta e curata. In Italia l’evento è stato organizzato la prima volta nel 2002 grazie al contributo a carattere volontario di medici diabetologi, infermieri, dietisti, associazioni di pazienti e altri operatori sanitari ed è una occasione unica di unione tra tutte le realtà che ruotano intorno alla gestione di una condizione così complessa e articolata qual è il diabete mellito. La Giornata Mondiale del Diabete rappresenta inoltre l’unico evento durante il quale medici e ricercatori scendono in piazza “di persona” con lo scopo di fare “prevenzione attiva” e non solo una semplice attività di raccolta di fondi. Dal 2008 il coordinamento della Giornata del diabete è assicurato da un apposito comitato di lavoro promosso da Diabete Italia. L’Associazione Diabete Italia è una “rete” che vede riuniti allo stesso tavolo le società scientifiche di diabetologia dell’adulto, le società scientifiche di diabetologia pediatrica, i rappresentanti delle associazioni delle persone con diabete in età adulta ed in età pediatrica, i rappresentanti delle associazioni professionali degli infermieri e dei podologi in una sorta di alleanza comune per la gestione delle problematiche cliniche e sociali delle persone con diabete. Anche quest’anno, sabato 15 e domenica 16 novembre, nelle piazze delle principali


Il tema della Giornata Mondiale del Diabete del 2008 è “Il Diabete nel Bambino e nell’Adolescente”.

città italiane saranno allestiti dei presidi diabetologici gestiti da medici, infermieri e altro personale volontario e dove le persone potranno essere informate sul corretto stile di vita, potranno valutare se sono a rischio e misurare la glicemia capillare; semplici mosse per poter fare un passo verso la prevenzione del diabete e delle sue complicanze. La prevenzione tuttavia non è il solo intento della Giornata Mondiale del Diabete. Gli eventi e le iniziative promosse dai comitati organizzativi hanno anche lo scopo di aiutare a fornire un appoggio concreto ai soggetti che già hanno il diabete, un modo per educare, chiarire le idee e cercare di spazzare via i dubbi e gli inevitabili pregiudizi che si posso creare intorno a questa condizione. Il tema della Giornata Mondiale del Diabete

2008, lo stesso dell’anno precedente è: “Il Diabete nel Bambino e nell’Adolescente” ed ha lo scopo di focalizzare l’attenzione sul continuo aumento del numero di persone con diabete anche tra bambini e adolescenti. I bambini e gli adolescenti sono affetti principalmente da diabete di tipo 1, sebbene l’aumento dell’obesità in questa fascia di età stia facendo emergere una nuova realtà; sono infatti numerosi i casi di diabete di tipo 2 nei bambini che vivono in Paesi dove il tasso di obesità in questa fascia di età è molto alto, come per esempio negli Stati Uniti, e anche in Italia si cominciano a segnalare casi di Diabete di tipo 2 tra i bambini e gli adolescenti. Uno dei motivi che ha guidato la scelta del tema della Giornata Mondiale del Diabete 2008 è stato appunto questo. 7


FOCUS Per i giovanissimi si deve focalizzare l’attenzione sull’approccio educativo e gli scopi principali in questo senso devono essere quelli di aiutare l'accettazione della malattia, prevenire le future difficoltà, stimolare l'autonomia, favorire la socializzazione e la fiducia nelle proprie possibilità (che sono le stesse di ogni altro bambino). Per la popolazione generale invece è importante promuovere la conoscenza di questa delicata condizione e cercare di educare alla consapevolezza di cosa può significare avere il diabete in età così giovane. Un ruolo cruciale è rivestito dalla famiglia e dalla scuola dove i ragazzi si trovano concretamente a vivere la propria condizione. È indispensabile pertanto creare una buona base di conoscenza del problema, educare gli insegnanti e costruire i presupposti per una naturale integrazione. Molti eventi saranno organizzati il 15 e 16 novembre e nei giorni precedenti, tutti con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul diabete mellito, sulle sue complicanze, ma anche sulla possibilità e necessità di fare prevenzione. Numerose saranno le iniziative a scopo illustrativo ed educativo (8-16 8

novembre: lezione illustrativa sul diabete in più di 200 scuole calcio giovanili; 10-15 novembre sui treni Eurostar MilanoNapoli/Napoli-Milano sarà distribuito del materiale informativo sul Diabete; 15 novembre: le squadre di pallavolo di Serie A1 giocheranno indossando le magliette della Giornata Mondiale del Diabete). Inoltre alcune delle manifestazioni che ruotano intorno al tema della Giornata del diabete 2008 avranno lo scopo di dimostrare che lo sport non conosce barriere legate alla malattia, promuovendo anzi l’attività fisica come strumento indispensabile nella cura e nella prevenzione del diabete mellito. L’evento principale sarà comunque l’apertura di centinaia (al momento di scrivere ne sono previsti 400) di veri e propri ambulatori di diabetologia in piazza. Migliaia di volontari (medici, infermieri, persone con diabete) eseguiranno vere e proprie visite diabetologiche, misurando anche la glicemia, a decine di migliaia di persone in tutta Italia. Gratuitamente, senza appuntamento, e là dove le persone stanno casualmente trascorrendo il loro tempo libero (parchi pubblici, centri com-



FOCUS merciali, piazze cittadine). Nel 2007 sono state eseguite oltre 80.000 glicemie ed almeno un numero doppio di visite. Se decine di persone hanno così scoperto di essere affette da diabete (permettendo loro di salvarsi da complicanze sicure) migliaia sono state informate o rassicurate sui possibili rischi della malattia. Tutti i dettagli sugli eventi possono essere reperiti sul sito di Diabete Italia alla sezione dedicata alla giornata mondiale del diabete: www.giornatadeldiabete.it. Il diabete di tipo 2 si può prevenire con semplici regole di stile di vita e la prevenzione delle complicanze croniche è una sfida

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altrettanto importante. Se hai il diabete, se qualcuno cui vuoi bene ha il diabete, o se semplicemente ritieni che il diabete richiami la tua attenzione, partecipa alla giornata del diabete. Se stai leggendo questo articolo prima del 14 novembre, puoi partecipare attraverso le associazioni dei pazienti, oppure chiedi al diabetologo come fare. Se invece il 14 novembre è già passato, chiedi se è avanzato materiale da distribuire, sei sempre in tempo per aiutare tutte le persone con il diabete, ma anche per evitare che altre persone lo sviluppino.


OPINIONE

L’ intervista al Dr. Adolfo Arcangeli Presidente Associazione Medici Diabetologi Presidente Diabete Italia

Quali sono le Vostre aspettative relativamente alla Giornata Mondiale del Diabete? Una mobilitazione sempre maggiore al fine di fronteggiare quella che sempre più assume le forme di una vera, grande epidemia. Senza sottacere l’importanza del diabete di tipo 1, che colpisce un numero sempre maggiore di giovani, tanto è vero che per il secondo anno consecutivo la Giornata è dedicata a “Il diabete nel bambino e nell’adolescente”, l’ondata di diabete di tipo 2, in vertiginoso aumento soprattutto per gli errori alimentari e l’obesità, può e deve essere affrontata, prevenuta e curata. Circa l’80% dei casi di diabete di tipo 2 può essere “curato” anche solo agendo in maniera “scientificamente corretta” sullo stile di vita, apportando cambiamenti alla dieta e dedicandosi maggiormente all’attività fisica.

Come descriverebbe il "diabetico italiano" nel 2008 e qual è l'aspetto più carente nella sensibilizzazione sociale delle problematiche legate al diabete? Non vi è una diffusa consapevolezza della “malattia” diabete. Non è infatti sufficientemente noto che il diabete è una delle cause principali di morte prematura nel mondo ed è in continua crescita. Il diabetico del 2008 spesso trascura di “prendersi cura” della propria malattia, ne sottovaluta la gestione, trova difficile coordinare i vari interventi sanitari, disegnare un nuovo modo di vivere. Questo può essere fatto in “compagnia” dello specialista diabetologo, in una alleanza vera, che ha come fine quello di rendere la persona con diabete protagonista della propria malattia. È questo messaggio che vorremmo diffondere anche in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, per contribuire a debellare questa epidemia metabolica.

intervista al Prof. Paolo Sbraccia Coordinatore Comitato Scientifico Società Italiana Diabetologia

Quali sono le novità della ricerca nel campo della diabetologia? Poche settimane fa, nel congresso Europeo di Diabetologia sono stati divulgati dati fondamentali per la terapia del diabete. In uno studio iniziato in Inghilterra oltre 20 anni fa alcuni Pazienti erano stati suddivisi in due gruppi di terapia, intensiva e non intensiva; dopo 10 anni si poté dimostrare che coloro che seguivano la terapia intensiva sviluppavano meno complicanze. Riesaminando gli stessi pazienti dopo altri 10 anni, si è visto che i pazienti che avevano iniziato da subito una terapia intensiva avevano avuto molti meno infarti ed ictus. Una diagnosi precoce ed una terapia aggressiva fin dall’inizio sono dunque fondamentali per allontanare questi terribili eventi. Inoltre, la conoscenza sui meccanismi fisiopatologici che riguardano il diabete mellito di tipo 2 è in crescita esponenziale e questo ha fatto si che ai “vecchi” farmaci si siano di recente aggiunte nuove molecole con un diverso meccanismo d’azione; oltre a stimolare a livello del pancreas la secrezione di insulina sembrano avere anche un ruolo di protezione sulla beta cellula. Inoltre alcuni di questi farmaci (di recente introduzione in Italia) hanno un effetto di riduzione sul peso corporeo, rallentando lo svuotamento gastrico e aumentando il senso di sazietà.

A che punto è il trapianto di pancreas e quali sono i risultati? Il trapianto di pancreas è una procedura ormai sviluppata da più di dieci anni, con percentuali di successo simili a quelli degli altri trapianti d’organo, tuttavia si tratta di una procedura chirurgica impegnativa che richiede una pesante terapia immunosoppressiva per evitare il rigetto. Per tali motivi al momento si propone il trapianto di pancreas solo in combinazione con il trapianto di rene in quei pazienti diabetici affetti da insufficienza renale cronica che dovrebbero comunque praticare la terapia immunosoppressiva per il rene trapiantato. In alternativa al trapianto di pancreas intero vi è la possibilità di trapiantare le sole isole di Langerhans (che sono le strutture danneggiate nel diabete). I promettenti successi iniziali tuttavia sono stati ridimensionati dall’esperienza data la bassa percentuale di successo (legata alla non sempre buona qualità di isole pancreatiche trapiantate e alla terapia immunosoppressiva) e la esigua minoranza di pazienti diabetici che si possono avvalere di tale metodica anche per la scarsità di pancreas da utilizzare per l’isolamento.

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ALIMENTAZIONE

Il gusto delle feste: una rinuncia ai piaceri della tavola?

A. Prioletta

È ormai una tradizione consolidata che durante le festività di fine anno si consumino pasti abbondanti e solitamente ipercalorici, ma per molte persone questa piacevole tradizione può rivelarsi un rischio per la salute. Le tentazioni sono tante, non solo i dolci; tuttavia la persona con diabete ha la possibilità di sedersi a tavola con tutti senza vivere il pasto come un momento triste di rinuncia e tutto questo senza correre rischi particolari. In passato avere il diabete significava attenersi ad una dieta triste e monotona e costringeva le persone a consumare cibi diversi dal resto della famiglia. Oggi fortunatamente questo non è più necessario. Il soggetto con diabete può, anzi deve, avere una alimentazione ricca e variata che per molti versi è assimilabile a quella delle persone che non soffrono di questa malattia. 12


Chi ha il diabete non deve rinunciare ai piaceri della tavola e neanche a regalarsi dei momenti di svago a tavola con amici e parenti anche con qualche piccola eccezione alle “regole” durante le feste. Alla base di tutto c’è il buon senso: è possibile festeggiare senza rischi, basta seguire alcune semplici regole che possiamo così riassumere:

1. limitiamo i pasti tradizionali solo alle occasioni veramente importanti, ossia non esageriamo nel numero di “cenoni” e “pranzi della festa”. 2. il giorno di “non festa”, ritorniamo alla nostra alimentazione abituale, magari aumentando un po’ la quota di fibre (soprattutto verdure) e cercando di evitare di terminare il pasto con i dolci avanzati dalla festa; magari, se proprio non riusciamo a farne a meno, utilizziamoli per la prima colazione. 3. durante il pasto della festa, comunque non esageriamo! Fermiamoci quando ci sentiamo sazi, cercando di assaggiare un po’ di tutto, ma in piccole porzioni. 4. importantissimo: non esageriamo con gli alcolici! Limitandoli al minimo indispensabile, perché questi apportano una quota importante di zuccheri che vengono rapidamente assorbiti ed aumentano in maniera improvvisa la glicemia. 5. non consumiamo frutta secca e soprattutto non utilizziamola come “passatempo” durante i giochi di società o dopo la cena. Come vediamo, non si tratta di proibizioni assolute, ma semplicemente di saggezza.

Il contorno ideale La scelta di un contorno ha un ruolo molto importante nella corretta alimentazione di un soggetto ed in particolare in una persona con diabete. Associare sempre ad ogni pasto una buona dose di verdure, che rappresenta sicuramente il “contorno ideale”, è utile sempre e lo è in particolar modo nei casi in cui si fa qualche piccola “eccezione” alimentare. Le fibre contenute nelle verdure non vengono assorbite e pertanto non forniscono alcuna aggiunta calorica alla dieta, inoltre alcuni tipi di fibre hanno un ruolo importante nel ridurre o comunque rallentare l’assorbimento di zuccheri e grassi. Non dimentichiamo inoltre che le fibre contenute nelle verdure esplicano una sorta di effetto massa, attirando l’acqua e quindi da un lato aumentano il senso di sazietà e dall’altro regolarizzano le funzioni intestinali. 13


ALIMENTAZIONE Stracotto

• piatto tipico veneto (secondo piatto)

Ingredienti per 4 persone: 1 carota • 1 foglia d'alloro • 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva • 15 g di farina • aglio • sale • rosmarino • 1 sedano • 2 cipolle • bacche di ginepro • pepe nero • 400 g di spezzatino di manzo • 400 ml di barbera • 50 ml di marsala secco PREPARAZIONE In una terrina affettare le cipolle, il sedano, le carote, aggiungere mezzo spicchio d'aglio, un rametto di rosmarino, l'alloro, due bacche di ginepro, il sale e il pepe in grani. Coprite con il barbera e immergete la carne, lasciatela insaporire per 12 ore mescolando di tanto in tanto. Trascorso il tempo togliete la carne e filtrate il vino. Gli odori raccolti nel colino metteteli in un tegame con l’olio, fate appassire e unite la carne, fate rosolare da ambedue le parti, salate, pepate e aggiungete il vino filtrato. Fate cuocere per 3 ore a fuoco basso. Estraete di nuovo la carne, aggiungete al fondo di cottura il marsala e un cucchiaino raso di farina. Mettete la carne in un vassoio e versateci sopra la salsa COMPOSIZIONE (per singola porzione) Calorie: 300 Kcal Proteine: 26 g Carboidrati: 9 g Grassi:11 g Fibre: 4 g 14


Spaghetti alla colatura di alici • piatto tipico campano

Carciofi in casseruola piatto tipico laziale (contorno)

(primo piatto)

Ingredienti per 4 persone: • 280 g spaghetti • 2 cucchiai di colatura di alici • 1 spicchio d’aglio • peperoncino piccante • olio extravergine d’oliva • prezzemolo fresco • sale PREPARAZIONE: In una padella far imbiondire l’aglio e il peperoncino, quando è dorato aggiungere la colatura e far insaporire per qualche minuto. Cuocere gli spaghetti in acqua bollente, ma attenzione al sale! La colatura è salatissima. Scolare la pasta molto al dente, riaccendere il fuoco sotto la padella con il sughetto e far “saltare” il tutto per qualche minuto. Servire il piatto caldo con una manciata di prezzemolo.

COMPOSIZIONE (per singola porzione) Calorie: 280 Kcal Proteine: 13 g Carboidrati: 60 g Grassi: 11 g

Ingredienti per 4 persone: 8 carciofi • 1 spicchio d’aglio • mezzo cucchiaio di prezzemolo tritato • 1 dl di olio d’oliva • sale • pepe PREPARAZIONE: Togliete al carciofo le foglie esterne, la punta e tagliate il gambo a 2 cm dal carciofo, tagliando a rondelle quello tolto. In un tegame mettete i carciofi con i fondi verso l’alto, l’aglio, il prezzemolo, l’olio, sale e pepe. Fate cuocere per 14 minuti. Mettete i carciofi nei piatti, cospargeteli dell’olio di cottura e servite.

COMPOSIZIONE (per singola porzione) Calorie: 50 Kcal Proteine: 3 g Carboidrati: 3 g Grassi: 5 g Fibre: 9 g 15


SPORT

Il ballo: a tempo col diabete.

R. Rossetti

Senso estetico, arte, ritmo, musica, armonia e divertimento: qual è l’attività fisica che riesce a coniugare tutte queste peculiarità? Il ballo, una passione dell’uomo fin dalle sue origini. Negli ultimi anni si stanno riscoprendo, oltre alle sempreverdi danze “tradizionali” (tango, samba, valzer…), anche quelle più particolari e antiche provenienti da ogni remoto angolo del pianeta. Ultimamente ce ne sono veramente per tutti i gusti: dalla pizzica pugliese alle danze tribali (come la Kanialang-dance, una danza rituale proveniente dal sud del Senegal e dal Gambia), fino alle nuove forme di danza moderna (hip-hop, Reggaeton, fitness-dance…). Considerando anche la notevole varietà di ambienti e situazioni (palestre, discoteche, scuole di ballo, spiagge) ognuno può davvero trovare quello che fa per lui! Ballare permette di sfogarsi e di liberarsi dei pensieri di tutti i 16


giorni. Un modo semplice e sano per allentare lo stress quotidiano e mantenersi in forma…e chi ha il diabete sa bene quanto sia importante!

GLI ANNI NON CONTANO Il ballo è un esercizio di creatività che coinvolge mente e corpo e che può essere praticato a tutte le età. Arriva dal congresso internazionale di neuroscienze di Washington la notizia che dei ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal (Canada) hanno dimostrato come il tango migliori le funzioni cognitive nella terza età. La scelta del tipo di ballo adatto alle proprie esigenze permette, infatti, di tonificare i muscoli, mantenendo in salute la funzione motoria e conservare la densità ossea, prevenendo l’osteoporosi. Un vero e proprio trattamento anti-age a tutto tondo. Certo, non ce la sentiremmo di suggerire il rock and roll acrobatico oltre i 65 anni: soprattutto per i diabetici è fondamentale una corretta analisi dell’impatto di ogni esercizio fisico sul sistema osteoarticolare. È naturale che per gli over-65 sia mag-

Il ballo è un’attività aerobica e può essere praticato a tutte le età.

giormente consigliato il ballo liscio, per le sue caratteristiche di lentezza, costanza dei movimenti e un ridotto impatto sul sistema osteo-articolare. Questo perché lo sforzo non deve affaticare il cuore aumentando eccessivamente la frequenza cardiaca ed è consigliabile non superare i 10 minuti consecutivi per non sollecitare oltremodo le gambe e gli arti inferiori. Per tutti i giovani diabetici invece non poniamo limiti relativamente alla tipologia di ballo, anche se per ognuno di essi bisogna rispettare alcune norme generali che trovate nella scheda di pagina 18. Nei più piccoli l’importanza della danza e del movimento è legata oltre che a un notevole sviluppo delle abilità motorie, all’apprendimento di regole e automatismi che favoriscono lo sviluppo della concentrazione e dell’affettività, trasformandosi in un vero e proprio mezzo di comunicazione. Imparando a sincronizzare i pensieri con le azioni, si possono ottenere ottimi risultati estetici e si può approfondire la conoscenza di se stessi scoprendo i propri limiti e le proprie potenzialità (cosa buona per tutti, ma estremamente consigliata a chi ha anche l’onere della gestione del diabete).

UN COACH MOLTO PARTICOLARE Come scegliere il proprio ballo ideale compatibilmente con la propria situazione diabetica e clinica, senza correre rischi? Parlatene col vostro medico di fiducia, rivelategli la vostra intenzione e desiderio di ballare, lui saprà darvi le giuste indicazioni, personalizzando la vostra dieta e la vostra eventuale terapia insulinica. È lui il vostro “personal trainer”! Sicuramente apprezzerà la vostra decisione riconoscendone l’importanza e l’efficacia in assenza di neuropatie. Il ballo è un’attività aerobica e, in quanto tale, consigliata a chi è diabetico. Il vostro coach saprà considerare bene, in base alle vostre caratteristiche personali (peso, gravità e tipo di diabete, 17


SPORT concomitanza di fattori di rischio correlati…), quali siano i tipi di ballo più adatti alle vostre esigenze e gusti. In linea di massima non esistono “balli sconsigliati”, ma una serie di annotazioni e precauzioni da prendersi compatibilmente alla propria condizione psicofisica. Per esempio, è possibile praticare anche la break-dance a patto che si faccia costantemente attenzione ai propri livelli glicemici, alla condizione dei piedi e ad una corretta alimentazione.

7 passi a tempo da ricordare A. Prioletta

1. AUTOMONITORAGGIO

DI COPPIA O DI GRUPPO? Dipende dalla personale propensione di ciascuno di voi. Sicuramente i diabetici più estroversi non avranno problemi con i balli di gruppo. D’altra parte iniziare l’avventura nel mondo del ballo con un partner che già conosce le vostra condizione diabetica può essere molto utile per sentirvi più al sicuro, sapendo che saprà intervenire correttamente in caso, per esempio, di crisi ipoglicemica. Da soli, in coppia o in gruppo, ciò che più conta è divertirsi in tutta tranquillità, con la consapevolezza che nulla è precluso. 18

• Effettuare la rilevazione della glicemia prima e dopo l’attività fisica (se il ballo prosegue per più di 2 ore è consigliabile una rilevazione intermedia). • Non iniziate nessun tipo di attività fisica in presenza di valori glicemici superiori a 200 mg/dl e inferiori a 80 mg/dl. Attendete che i vostri valori rientrino nei parametri. • È importante tenere un diario (qualora non sia disponibile uno spazio apposito sul proprio diario di automonitoraggio) della propria attività fisica, in cui riportare la tipologia e il tempo dedicato all’allenamento insieme alle proprie sensazioni soggettive; annotare eventuali interventi (insulina o zuccheri assunti in caso di necessità) e il proprio comportamento alimentare (tipologia dei pasti, acqua bevuta durante l’attività fisica, ecc.)

2. RISCALDAMENTO, STRETCHING E RAFFREDDAMENTO Prevedete sempre, dopo la prima misurazione, un breve riscaldamento e una serie di esercizi di stretching per attivare e slegare la muscolatura, e per non affaticarla brusca-


mente e favorire un consumo repentino degli zuccheri. È importante prevedere anche 3-5 minuti da dedicare a una fase di defaticamento.

3. ALIMENTAZIONE/DIETA Concordate e regolate la vostra dieta (e eventualmente la terapia insulinica) insieme al vostro diabetologo di fiducia, saprà organizzarvi i pasti nel modo corretto in base alle vostre peculiari caratteristiche e all’attività fisica svolta. In linea di massima consigliamo di dedicarsi al ballo a distanza di un paio di ore dal pasto, in modo da non interferire con la digestione e eventali terapie insuliniche, e di tenere sempre con sé degli snack in caso di ipoglicemia. Controllare i valori è fondamentale, soprattutto all’inizio, per comprendere le reazioni del nostro organismo. Bevete molta acqua sia prima che durante il ballo, per esempio, almeno 200 ml per uno sforzo fisico di un’ora (tali consigli sono validi anche per chi non ha il diabete).

4. ABBIGLIAMENTO Deve essere leggero e permettere una buona traspirazione della pelle per evitare i colpi di calore SCARPE • Comode, traspiranti e di buona qualità, senza cuciture interne e ben ammortizzate. Evitate scarpe con tacchi eccessivi o cinghietti troppo stretti e taglienti. CALZE • Compatibilmente con il tipo di ballo dovrebbero essere tali da evitare sfregamenti e allontanare il pericolo della formazione di bolle. Si suggeriscono, almeno per gli allenamenti, calzini di spugna.

5. LA CURA DEI PIEDI Se siete affetti da neuropatia diabetica e/o piede diabetico, chiedete consiglio al vostro diabetologo che saprà indicarvi una calzatura adatta e il tipo di ballo più sicuro per la vostra condizione. Prima di iniziare a ballare è bene notare se i propri piedi tendono a sudare o se la cute è secca: nel primo caso, è possibile usare piccole quantità di talco, nel caso contrario si consiglia di ammorbidire la pelle con piccole quantità di crema idratante. Questo serve ad evitare la formazione di microlesioni della cute durante lo sforzo fisico. Lavare i piedi prima e dopo la danza, usando acqua tiepida (35-37 gradi), e sfregare delicatamente con un panno morbido, per non provocare lacerazioni. Sono preferibili i detergenti neutri. Da evitare invece le spazzole, i guanti ruvidi ed i prodotti irritanti. Evitate anche di tenere i piedi a bagno per più di cinque minuti poiché la pelle sana potrebbe danneggiarsi. Asciugateli accuratamente con un panno di spugna, specialmente fra le dita.

6. ATTENZIONE ALL’AMBIENTE Fate caso al luogo in cui desiderate scendere in pista! Ambienti eccessivamente umidi possono favorire colpi di calore che influenzano notevolmente il metabolismo. Evitate di camminare scalzi negli spogliatoi e nelle docce dove, a causa dell’umidità e della temperatura elevata, è più frequente contrarre infezioni micotiche.

7. KIT DEL PERFETTO BALLERINO DIABETICO (cosa è necessario avere sempre con sé) • Diario di Automonitoraggio • Insulina • Strumento di misurazione con aghi e strisce • Bustine/zollette di zucchero • Scarpe e abbigliamento adatto • Tesserino sanitario • Acqua o bevanda con sali minerali • Una fiala di glucagone con relative istruzioni di utilizzo

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PSICOLOGIA

Il lavoro “mobilita” l’uomo.

D. Rindone

Non è sempre facile e possibile scegliere il mestiere che più si addice alle nostre caratteristiche e necessità, e spesso siamo costretti ad accontentarci. Sempre maggiore è la richiesta di flessibilità di orari e mansioni, di disponibilità e di compromessi. Per chi ha il diabete, il lavoro è spesso fonte di stress aggiuntivo, poichè spesso si tende a dare la priorità alla carriera a scapito delle attenzioni che richiede invece la convivenza con tale patologia. Il lavoro produce notevoli variazioni allo stile di vita delle persone, iniziando dagli orari prestabiliti, passando dalla mensa (o pausa pranzo) fino alle relazioni interpersonali.

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...CHE STRESS! Il termine stress è oggi comunemente usato per descrivere sia i fattori che determinano un malessere fisiologico e psicologico, sia le misure che l’organismo adotta per farne fronte. Sforzo, strizzata, angoscia, è questo il suo significato etimologico: potremmo definirlo una pressione ambientale che subiamo in termini emotivi a cui opponiamo reazioni cognitive e comportamentali. Statisticamente il momento in cui siamo maggiormente esposti a tali pressioni è l’ambiente di lavoro, che risulta essere un fattore di particolare importanza per la persona con il diabete: deve tener conto della necessità di un’alimentazione attenta e della somministrazione di farmaci talora ad orari prestabiliti. Le reazioni personali allo stress influiscono in maniera significativa sui livelli glicemici. Come già saprete, la differenza la fà il grado di conoscenza di noi

Niente di peggio che un panino al volo!

stessi: la nostra capacità cioè di gestire le emozioni e le ansie derivanti dall’attività lavorativa.

COME

CAMBIANO I TEMPI!

Una volta si faticava molto di più, ma probabilmente alcuni stili di vita erano più sani, il cibo era genuino e grassi e zuccheri erano spesso anche un privilegio. Il lavoro era stancante, fisicamente; oggi è stressante psicologicamente e fisicamente imprigionato nella routine di movimenti spesso automatici e ripetitivi; e i rischi per chi deve anche badare al diabete sono maggiori di una volta. Non a caso il miglior alleato, o il peggior nemico è proprio il tempo: bisogna governarlo! Se è lui che si impossessa delle nostre azioni siamo in forte pericolo! Altamente a rischio sono quelle condizioni lavorative caratterizzate da movimenti ripetitivi, rotazione di orari e sedentarietà. I turni di lavoro, per esempio, incidono fortemente sulla salute, perché rompono il ritmo sonno-veglia, l’orario delle terapie e quello dei pasti. Per chi ha il diabete, la continua variazione degli orari di lavoro può favorire lo scompenso metabolico. Allo stesso modo i lavori che prevedono viaggi di media e lunga distanza, come nel caso dei rappresentanti o degli autisti, nascondono a loro volta numerose insidie per chi ha il diabete: richiedono un’attenzione prolungata e costante, riflessi sempre vigili e 21


PSICOLOGIA posture pressoché immobili. Questi fattori incidono notevolmente sul consumo metabolico di zuccheri e inducono spesso reazioni neurormonali tali da “mandare a pallino” il normale conteggio delle calorie e della terapia insulinica.

IN

UFFICIO O ALL’APERTO?

Sicuramente all’aperto, nel caso di diabete di tipo 2. Le attività (passateci il termine) manuali, se non in presenza di fattori di rischio (ad esempio problemi cardiovascolari), sono quelle più idonee nel caso di diabete di tipo 2. Generalmente richiedono parecchi movimenti e una buona prestanza e forma fisica: un vantaggio in più per la salute. L’attenzione maggiore in questo caso va rivolta all’eventualità di crisi ipoglicemiche, dovute ad uno sforzo eccessivo, non calcolato nel precedente pasto. In alcuni casi

potrebbe essere utile avere con sè una scorta di zuccheri “ad azione rapida” (4/5 zollette, un succo di frutta...) e il proprio strumento di misurazione della glicemia. Nel caso di diabete di tipo 1 (insulino-dipendente), un mestiere più sedentario riduce il rischio di crisi ipoglicemiche, senza dimenticare che l’attività fisica rimane un fattore essenziale per una corretta gestione della glicemia.

BUSINESSMAN,

ATTENZIONE!

Alcuni la identificano come una vera e propria sindrome “professionale”, una “deformazione” dello stile di vita che induce progressivamente il soggetto a perdere contatto con i propri bisogni e ritmi naturali, per ottenere dalle proprie prestazioni il massimo della produttività, a scapito della salute. Telefonate, e-mail, riunioni infinite, appuntamenti, viaggi, repentini cambi di programma: tutte situazioni non facili per nessuno, ma particolarmente rischiose per un diabetico. È l’irregolarità dei pasti e dei loro contenuti uno dei maggiori pericoli per il “businessman”, che si traduce anche nella difficoltà di applicare un corretto schema farmacologico a chi è spesso “costretto” a pasti fugaci o addirittura saltati, altre volte a pantagrueliche colazioni o cene di lavoro. Un altro fattore di rischio particolarmente incisivo sulla salute in generale, e sui valori glicemici in particolare è la sedentarietà della “professione con la cravatta”.

È UNA QUESTIONE DI ABITUDINE. Sono la passione per il proprio lavoro e la voglia di impegnarsi meglio per sforzarsi meno, che 22


LO

SPECIALISTA RISPONDE a cura del Prof. A. Giaccari giaccari@glunews.it

Ho 45 anni, con diabete mellito di tipo 2 in terapia con farmaci e con un buon controllo delle glicemie. Volevo sapere se lo Stress può causare iperglicemia. Si, lo Stress può provocare un aumento dei valori della glicemia, ma mentre quello cronico può essere trattato con opportune modifiche della terapia, quello acuto va evitato: non arrabbiatevi!

possono aiutarci a comprendere l’importanza di una accurata gestione del proprio diabete. È impegnativo modificare il proprio stile di vita, ma se il vostro obiettivo è migliorare le vostre capacità produttive e rendere meno ansiogena la condizione di diabetico nell’ambiente di lavoro, è importante rendersi conto che con pochi gesti e piccoli accorgimenti possiamo veramente vivere e lavorare serenamente. Bastano pochi minuti per rilevare il profilo glicemico ed annotarli. È sufficiente una leggera attività fisica, purché costante. Chiedete consigli al vostro diabetologo, vi indicherà una dieta su misura per la vostra carriera professionale, un piano di attività fisica in base ai vostri gusti e alle vostre esigenze e, se necessaria, una terapia farmacologica congrua alla vostra attività sia fisica che lavorativa. In breve tempo diventerà routine, e non ci si pensa più! I risultati si paleseranno altrettanto in fretta, e saranno piacevoli “sorprese”... poi non dite che non ve l’avevamo detto! Un ultimo consiglio: non è sempre facile e vantaggioso parlare dei problemi personali ai propri colleghi, ma se si vogliono ridurne tutte le conseguenze spiacevoli, bisogna avere il coraggio di informare chi lavora al nostro fianco sul significato del diabete e dei suoi segnali... e magari aiutiamo anche qualche collega a scoprirlo in tempo.

Ho 40 anni ed ho il diabete di tipo 2, a volte mi capita, per motivi di lavoro, di saltare i pasti, corro rischi, posso farlo? Saltare i pasti non è una buona abitudine, ma se inevitabile, anche chi ha il diabete può farlo; l’importante è consultare il proprio medico curante che saprà adeguare la terapia in base alle diverse esigenze. Ho 25 anni e il diabete di tipo 1. Per lavoro dovrò spostarmi spesso in aereo; volevo sapere se potrò portare l’insulina con me. Portare l’insulina in aereo è possibile, ma per alcune dogane extra europee potrebbe essere necessario esibire un certificato medico in lingua inglese.

Il diabete, se ben gestito, non comporta nessuna riduzione della capacità lavorativa

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STRUMENTI

DI

MISURAZIONE

Il Diario di Automonitoraggio: un “must” per il diabetico informato.

M. Guarini

L’adozione dell’autocontrollo glicemico consente al soggetto con diabete da una parte di sviluppare un archivio dei propri profili glicemici, che vanno regolarmente riconsiderati assieme agli operatori sanitari, per valutare e modificare il programma di cura generale, dall’altra di prendere decisioni idonee a modificare le varie componenti della cura, per esempio l’alimentazione, l’attività fisica, la dose dei farmaci, il trattamento dell’ipoglicemia o della chetosi. L’unico vero elemento di riflessione e per così dire di studio, su cui il medico diabetologo può ragionare e far ragionare il paziente per interpretare meglio le sue glicemie, è il diario per la raccolta dati. 24


NON

È UN COMPITO A CASA.

A CHI SERVE, A COSA SERVE E PERCHÉ È IMPORTANTE. Il diario di automonitoraggio serve a registrare i valori della glicemia in diverse fasi della giornata per avere un quadro più preciso delle soggettive reazioni alla terapia in corso e al tipo di dieta utilizzata. Al diabetologo, i diari sono utili per ottenere una visione più generale delle escursioni glicemiche della persona col diabete in relazione al variare delle terapie, della dieta e dell’attività fisica, oltre alla più dettagliata valutazione di altri fattori di rischio o patologie concomitanti. Può sembrare solamente un compitino a casa, un qualcosa di utile al medico per tenerci più sott’occhio e poter migliorare la terapia e regolare la dieta. E se fosse “solamente” così, non parrebbe comunque cosa da poco.

Il numero consigliato di rilevazioni della glicemia è di almeno 3-4 al giorno nel paziente in terapia con insulina. (American Diabetes Association)

I vantaggi dell’uso corretto e quotidiano degli strumenti di misurazione e monitoraggio sono evidenti anche a prescindere dall’utilizzo clinico che ne fa il nostro medico: chi impara a leggere i significati di quei valori e ne scopre la relazione con il proprio stato di salute, capirà quanto sono realmente importanti per non sentirsi “privato” di tempo e possibilità, ma dotato di strumenti che gli permettono di vivere serenamente e scegliere le proprie attività con la tranquillità di saper gestire il proprio diabete. Con l'automonitoraggio è possibile comprendere gli effetti dell'esercizio fisico, della dieta e dell'insulina sui livelli glicemici. La precisa ed immediata informazione fornita dal glucometro permette di agire rapidamente all'aumento o alla riduzione della glicemia con le dovute contromosse. Il Diario dell’automonitoraggio rende la gestione del proprio diabete più consapevole e semplice di quanto non sembri, ed è utile soprattutto alla persona con il diabete, prima ancora che al medico. Con il tempo si imparerà a gestire il proprio diabete meglio del diabetologo.

COME

VA COMPILATO?

Il consiglio generale è una costante attenzione rivolta alla propria condizione diabetica, e di seguito la capacità di riportare nel modo più chiaro non solo i propri valori glicemici e le eventuali unità di insulina assunte, ma tutte le informazioni relative alla dieta (peso, composizione dei pasti, calorie...), all’attività fisica svolta (orari, sensazioni di fatica, rendimento...), alla situazione dei piedi (microlesioni, prurito...), alle situazioni stressanti o emotivamente significative e, perché no, anche alle aspettative e agli obiettivi che si intendono raggiungere in un determinato periodo. Insomma, più che un diario di monitoraggio della glicemia, sem25


STRUMENTI

DI bra trasformarsi in un’autobiografia. Ma tutte queste informazioni sono utilissime per indagare lo stato generale e le correlazioni fra i vari aspetti della situazione diabetica e permettono al diabetologo di personalizzare il più possibile la terapia e la dieta da seguire.

QUALI

CARATTERISTICHE DOVREBBE AVERE UN BUON DIARIO.

Ce ne sono moltissimi in circolazione, li trovate negli studi medici, nelle farmacie oppure inseriti all’interno del kit di automonitoraggio insieme al glucometro. Molti pazienti preferiscono addirittura farselo in casa, col computer o utilizzando dei semplici notes oppure appuntare i valori direttamente sulla propria agenda. Ma come si fa a scegliere quello più idoneo anche in base alle caratteristiche del tipo di diabete e complicanze che si hanno? Diciamo subito che il dato sensibile è il valore della glicemia nei diversi momenti della giornata, quindi che non esistono “diari cattivi”, perché anche i più minimalisti dispongono degli spazi dedicati a data, ora e “mg/dl”: questo è l’essenziale! Ecco però che cosa, secondo noi, dovrebbe riportare un buon diario di monitoraggio, oltre 26

MISURAZIONE

alle suddette dotazioni di base: una tabella con i valori di riferimento al di sotto e al di sopra dei quali scattano i dovuti interventi del soggetto con diabete; uno spazio dove inserire le unità di insulina assunte (se richieste dal tipo di diabete e dalla terapia) e uno spazio dedicato ad altri valori utili (emoglobina glicata e, perché no, pressione arteriosa); una parte, antecedente al diario stesso, dedicata alla relazione sullo stato clinico (oltre ai dati anagrafici e i recapiti del titolare del diario e del suo medico, il tipo di strumento utilizzato per le rilevazioni, il tipo di terapia insulinica, le eventuali complicanze e terapie concomitanti); un’immancabile spazio per le note in cui appuntare eventi particolari, attività fisiche extra o una cena più abbondante. Tutte queste informazioni,

correttamente comprese, rendono conto dello stato di salute generale di ogni preciso “biografo”: più i dati sono chiari e completi, più si mette il medico nella condizione di dare il meglio di sé, come consigli terapeutici.


...E

PER I PIÙ GIOVANI!

Con i progressi dell’informatica e la diffusione degli apparecchi di lettura dotati di memoria, si sono diffusi sistemi sempre più raffinati per trasferire i dati su computer, elaborarli e visualizzarli sotto forma di grafico, sia a casa sia presso il Centro diabetologico. Tali sistemi non possono sostituire il cartaceo “diario di controllo”, consultabile ovunque ed in qualsiasi momento, ma costituiscono un modo stimolante di gestire i dati, specialmente per i giovani appassionati di informatica. Con un click è possibile visualizzare un chiaro grafico che rappresenta il proprio andamento glicemico giornaliero, settimanale o mensile; è possibile sovrapporlo all’apporto calorico e alle unità di insulina assunte e valutare immediatamente il proprio grado di coerenza con le prospettive terapeutiche.

LO

SPECIALISTA RISPONDE a cura del Prof. A. Giaccari giaccari@glunews.it

Sono una signora di 79 anni e da poco ho scoperto di avere il diabete e ho cominciato a prendere dei farmaci. Il mio medico mi ha consigliato di misurare la glicemia con una macchinetta, volevo sapere se è meglio misurare la glicemia a digiuno o dopo i pasti. La glicemia a digiuno e dopo il pasto forniscono due informazioni diverse e pertanto sarebbe opportuno la misurazione di entrambe. Che valori di glicemia dovrei avere dopo i pasti? In un paziente con diabete mellito la glicemia a 2 ore da un pasto deve mantenersi al di sotto di 180 mg/dl. Ho il diabete da diversi anni e utilizzo un glucometro per valutare la glicemia a casa, ho notato che se misuro la glicemia a distanza di pochi minuti trovo risultati diversi, perché? Il motivo della variabilità nei risultati potrebbe dipendere da una diversa modalità di misurazione (per esempio quantità di sangue insufficiente o troppo abbondante, diluizione della gocciolina di sangue con il disinfettante ecc). Tenga tuttavia presente che una differenza fino al 10% nei valori è tollerato e non cambia molto ai fini della gestione della malattia.

Dal PC agli Smartphone, un monitoraggio da vero esperto! Si chiama Sugar Tracker, il software freeware per IPhone, sviluppato da un giovane programmatore diabetico, che permette di registrare, archiviare, confrontare tutte le informazioni relative alla propria condizione e di poterle esportare o inviare direttamente al proprio medico. È possibile programmarlo in modo che ci avvisi con una sveglia quando è il momento di effettuare la misurazione o di assumere antidiabetici orali, piuttosto che l’iniezione di insulina, funzione utilissima nel caso del monitoraggio notturno.

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DIABETENIGMISTICA 1

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ORIZZONTALI 1. Si controlla sulla bilancia - 4. Quelle di Langerhans producono l'insulina - 7. Ha molti tifosi a Ferrara - 11. Squadra sportiva all'inglese - 15. Quello pungidito si utilizza per misurare la glicemia - 16. Un battito del pendolo - 17. Una complicanza... oculare del diabete - 20. Si prende per spostarsi in città - 22. Iniziali dell'attore Pagliai - 24. Un tipo di controllo fondamentale per il benessere del diabetico 25. La ghiandola che... produce insulina - 30. L'amico di Eurialo - 31. La prima metà di oggi - 33. Nel diabetico quella periferica si manifesta anche con il formicolio degli arti inferiori - 35. Fa sudare in agosto - 37. Diminuzione patologica della concentrazione di glucosio nel sangue - 38. Provincia siciliana (sigla) - 40. Centimetro (abbrev.) - 41. Sono senza vocali - 42. Lo è il diabete... dolce - 43. Lo zucchero... negli alimenti - 46. Cespugli spinosi - 47. L'associazione che riunisce i donatori di sangue (sigla) - 49. Contiene i valori glicemici quotidiani del paziente diabetico - 50. Lo Sharif del film Il dottor Zivago - 52. L'attore Bates - 53. Proposta avanzata in assemblea - 54. Fa parte della coppia - 57. La Grandi cantante - 59. Può essere a traffico limitato - 61. Altrimenti detto... in latino - 62. Il cuore dell'archeologo - 63. Un celebre film di Visconti con Alida Valli - 64. La Repubblica d'Irlanda. VERTICALI 1. Accordo tra più parti - 2. Egregio sulla busta - 3. L'"opera" televisiva che narra convenzionali e sentimentalistiche vicende familiari - 4. Si ripetono nei tiri - 5. Volgari, triviali - 6. Il simbolo dell'erbio - 7. Benessere fisico e psichico - 8. Sacerdotessa di Apollo che pronunciava i responsi dell'oracolo - 9. Cura le strade statali (sigla) - 10. Lo si buca per appendervi l'orecchino - 11. Il noto signor "dei tali" - 12. Una scienza che studia il comportamento umano - 13. Associazione Italiana Calciatori - 14. La dottrina politica che ricorda lo statista cinese della Lunga Marcia - 18. Iniziali di Montale - 19. La sigla di Prato - 21. Tassa medioevale che permetteva di riscattare beni al di fuori del testamento - 23. Le cozze... a Venezia - 26. Deserto israeliano - 27. Far dondolare un bambino - 28. Lo sono i fiori senza corolla - 29. La teiera dei russi - 32. Un forte liquore - 34. Inizio di tirocinio - 36. Una varietà di fico - 38. Il Capitini filosofo - 39. Bagliore, balenìo - 40. Vale a dire... vale a dire - 41. Fa piazza pulita... ma non è chi sta sgomberando - 44. È amico di Tizio e Sempronio - 45. Il monte su cui Mosè ricevette le Tavole della Legge - 46. Quasi unici - 48. Agnese... per gli spagnoli - 51. Fa soffrire quello di denti - 53. Uomini inglesi - 55. Nostro in breve - 56. Se è bloccato... è matto - 58. Particella negativa - 60. Articolo per sciatrici. 28


Diabetici celebri Inserite orizzontalmente nello schema le sedici parole definite, utilizzando le sillabe elencate sotto in ordine alfabetico. Al termine nelle due colonne evidenziate si leggeranno nome e cognome di due celebri personaggi, entrambi diabetici, di cui diamo qui di seguito alcuni cenni biografici. Personaggio n. 1 – Politico di primissimo piano della seconda metà del XX secolo, premio Nobel per la Pace, ha dato un contributo fondamentale al superamento della “guerra fredda”. Attualmente è presidente di una Fondazione internazionale non governativa per gli studi socioeconomici e politici che porta il suo nome. Personaggio n. 2 – Imprenditore e inventore statunitense vissuto tra il XIX e il XX secolo, è considerato uno dei più prolifici scopritori, avendo depositato oltre mille brevetti a suo nome. A lui si devono invenzioni ancor oggi di uso quotidiano, per lo più legate all’utilizzo dell’energia elettrica.

A A AM AR AU BACK BI BU CA CA CE CHI CHI CHIA CHIE CO DE DE DI DI GI GIO GROUND LE LI LO MA MA MA MAG MAN MO NA NO NO O PIO PLO RA RE RE RE RE REL RI RIC RO RO SCAC SCO SE SGO SI STI STRA STRO TAM TE TO TO VAL VE VER VI VO ZI 1. Lucio Dalla lo festeggia lo stesso giorno del compleanno - 2. Lo è l'uranio che contiene l'isotopo 235... particolarmente concentrato - 3. Il retroterra da cui trae origine un fenomeno culturale - 4. Rimproverare o.. far accorrere - 5. Ponte che passa sopra altre strade - 6. Lo è il Benedetto attuale pontefice - 7. Regolamenta i rapporti internazionali tra i vari stati - 8. Il mitico modello della Volkswagen rimasto sul mercato per oltre sei decenni - 9. Lo è chi vanta prestigio e buona fama - 10. Legge il futuro nel palmo della mano - 11. Strumento musicale a percussione, utilizzato spesso nell'accompagnare canti e danze popolari - 12. Ammirare al punto di giudicare con scarsa obiettività - 13. Il quadrato da gioco suddiviso in sessantaquattro case - 14. Usa indifferentemente entrambe le mani - 15. Dispositivo utilizzato come stabilizzatore su navi e aeromobili - 16. Gestire amministrativamente e politicamente in malo modo.

P E S O T A G O T R A M P A N T N E O G I P O G M E S N R O V C O M A R P A R T N

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C U L L A R E

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I S I C U R R I L I

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G U I Z Z

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A F I O R O N

L T E A M O P A T I A B O L I C O O C I A S C M S I O I O N E A L


DOLCI CURIOSITÀ Che differenza c’è tra frutta e succhi di frutta? “Un consumo di verdura e frutta fresca è associato ad un minor rischio di diabete, mentre il consumo di succhi di frutta può essere associato ad un aumentato rischio, soprattutto tra le donne.” Questo rivela un recente studio pubblicato quest’anno, condotto dalla dottoressa Lydia Bazzano (Intake of Fruit, Vegetables, and Fruit Juices and Risk of Diabetes in Women) su un campione di 71.346 donne di età compresa fra i 38 ed i 63 anni, senza problemi cardiovascolari e diabetici, seguite per un periodo di ben 18 anni. L’intento di questo studio era esaminare l’associazione tra frutta, verdura e succhi di frutta nell’insorgenza e nello sviluppo del diabete di tipo 2. La stessa ricercatrice afferma che “tre porzioni di frutta fresca al giorno, da sole, riducono del 18% le probabilità di insorgenza del diabete, ed una sola di verdura ne accresce i benefici di un ulteriore 9%.” Dall’altro lato è sufficiente un succo di frutta (in sostituzione delle tre porzioni di frutta giornaliere) per ribaltare le probabilità di insorgenza del diabete. Questo è facilmente spiegabile conoscendo la composizione dei succhi di frutta che troviamo in commercio, ricchi di zuccheri aggiunti, che vengono oltretutto assorbiti molto più velocemente di quelli della frutta, anche per il fatto di essere sottoforma liquida. LYDIA BAZZANO: INTAKE OF FRUIT, VEGETABLES DIABETES CARE; JUL 2008; 31:1311-7

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WOMEN.

I diabetici hanno le gambe corte? Secondo uno studio americano per ogni centimetro in meno di gambe rispetto alla statura media nazionale (nel caso dell’Italia è di 173 cm per gli uomini e 160 cm per le donne) corrisponde ad un 19% in più di rischio di insorgenza del diabete di tipo 2 (dovuto ad una maggire predisposizione a sviluppare resistenza all’insulina). Le persone con le gambe corte hanno anche una maggiore probabilità di avere patologie cardiovascolari o di altro tipo, ed è quindi consigliabile porre maggiore attenzione alla dieta e all’esercizio fisico.

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ASAO K: SHORT STATURE AND THE RISK OF ADIPOSITY, INSULIN RESISTANCE, AND TYPE 2 DIABETES IN MIDDLE AGE: THE THIRD NATIONAL HEALTH AND NUTRITION EXAMINATION SURVEY (NHANES III), 1988-1994. DIABETES CARE. 2006 JUL;29(7):1632-7


Tracce di diabete 1600 a.C. Nel Papiro di Ebers (il più antico documento medico in geroglifico a noi pervenuto) si fa accenno ai sintomi tipici del diabete e le “terapie” proposte sono a base di miele, datteri, lievito di birra…forse come pronto intervento in caso di ipoglicemia. 1000 a.C. Dall’Antico Oriente la medicina cinese e quella indiana annotano individui caratterizzati da sete insaziabile, la cui urina attira in maniera particolare insetti, api e formiche…Ed è proprio dalla letteratura medica sanscrita (fin dal periodo brahmanico) che ci giungono le indicazioni più significative: queste carte parlano di flaccidità della carne, sensazione di dolce in bocca e secchezza della gola; per non parlare delle “metodologie diagnostiche”. Si legge infatti che l’assaggio dell’urina fosse una pratica medica consigliata: “il flusso di urina dolce come il miele e il flusso di urina dolce come zucchero di canna” attraggono, assieme al corpo stesso del paziente, grosse formiche nere e le mosche…

Le misure contano! Donne, se avete una circonferenza dei fianchi superiore ai 105 cm, avete minor probabilità di diventare diabetici o di soffrire di patologie cardiovascolari! Grasso è Bello, dunque, ma solo sui fianchi! Lo rivela uno studio svedese svolto su 1400 donne tra i 38 e i 60 anni, monitorate dal 1968/69 fino ad oggi. TRAN TT, YAMAMOTO Y, GESTA S, KAHN CR. BENEFICIAL EFFECTS TION ON METABOLISM. CELL METAB. 2008 MAY;7(5):359-61

OF SUBCUTANEOUS FAT TRANSPLANTA-

Spencer Tracy “Indovina chi viene a cena?” (1967) Fatalmente, è il titolo dell’ultimo film interpretato da Spencer Tracy, morto neanche un anno dopo il termine delle riprese proprio per le complicazioni dovute al diabete, che gli venne diagnosticato all’inizio del ’40. È ricordato per alcune magistrali interpretazioni e per il suo lungo sodalizio, artistico e sentimentale, con l'attrice Katharine Hepburn. Tracy è tuttora considerato uno dei migliori attori del suo tempo. Era in grado di interpretare l'eroe, il contadino o ruoli comici ed era in grado di far credere al pubblico che quello fosse realmente il personaggio che interpretava. 31



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