Guerra tra Poveri Relazione

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Guerra tra Poveri Relazione artwork

fabio ippoliti

fabio ippoliti


Anno accademico 2015/2016 Testi: Gianluca De Petris, Fabio Ippoliti Progetto grafico: Gianluca De Petris Corso: Storia dell’illustrazione Docente: Alessandra Cigala


fabio ippoliti


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Guerra tra Poveri

uerra tra Poveri analizza nella sua interezza lo stato sociale riferendosi a fatti storici e considerazioni personali dell’autore. Racconta la storia di tutti: i guerrieri alla giornata, i guerrieri alla trincea e i guerrieri ideologici, modificando di volta in volta il punto di vista, mescolando sonorità riferite al Rock classico rilette in chiave contemporanea. Progetto indipendente ideato da Fabio Ippoliti, autore di testi e canzoni, in collaborazione con Simone Salvati e Muzio Mecchia per gli arrangiamenti e Jacopo Fegatelli alle percussioni, ad eccezione delle tracce “Hey Mamma” e “Camminerai” eseguite ed arrangiate dal cantautore stesso. Il percorso creativo non è una “forza” incontrollabile, arriva e se ne va senza ordine di continuità. Noi, dalla nostra possiamo solo assecondarlo e fare in modo di trarre il massimo da lui. “Rimettiti le scarpe e inizia a viaggiare”.

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l concept alla base di “Guerra tra poveri” è quello di raccontare la società contemporanea attraverso il vissuto quotidiano. L’autore riferendosi a sonorità rock anni ‘80 cerca di ripercorrere la storia d’Italia, lo fa a modo suo, citando avvenimenti e fatti storici riletti e reinterpretati. Alla base del progetto grafico c’è proprio questo. Rappresentare l’ambiente descritto musicalmente attraverso immagini e caratteri. La TV negli anni ‘80 vedeva nel TG della sera il suo massimo picco di informazione, “Ricordo mio nonno che aspettava il TG della sera” raccontava l’autore in una delle conversazioni antecedenti al lavoro. Partendo quindi dall’idea di parlare di informazione intesa come “ingabbiata” in qualche modo e veicolata come era normale prima

dell’avvento di internet si è deciso di proseguire e aggiungere anche una costruzione grafica, un mood al lavoro che sapesse di informazione, e che lo facesse attraverso un aspetto a metà tra i vari media.

“Ricordo mio nonno che aspettava il TG della sera”. La TV a tubo catodico, emblematica degli anni del BOOM economico faceva esattamente al caso nostro. La TV trasmette chiaramente un TG che risulta però “diverso” dal contesto, in qualche modo spicca, vediamo l’autore vestito “informale” che con sguardo interrogato fissa diretto lo spettatore come a voler rivelare qualcosa .

Per completare l’impaginazione ci ha pensato il titolo, grande, in nero su fondo bianco disegnato in carattere “DROID” maestoso nella sua evoluzione verticale. Cita lontanamente i caratteri usati per i Giornali dell’epoca ma resta comunque “contemporaneo”, in qualche modo resta riconoscibile e fa in modo da far sembrare vintage e non vecchio quel tipo di rappresentazione. Il rifilo sotto al testo serve proprio per rafforzare il concetto di “giornale” come informazione. Il nome dell’artista viene messo in una posizione centrale nell’impaginazione ma non prende troppa importanza, si è scelto di veicolare il messaggio più che pubblicizzare l’autore che resta centrale ma assume una rilevanza “laterale” in confronto al visual definitivo.

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Logo e riproducibilitĂ

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Logo e riproducibilità

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l simbolo utilizzato già dalla demo “ARTErie” non è altro che il nome dell’artista scritto su due righe dove la “O” e la “l” di “fabiO ippoLiti” creano un elemento grafico utilizzato sempre in colore “rosso”: cod. CD2C27, C 13 M 93 Y 89 K 4, R 205 G 44 B 39. Contrapposto al nero nella versione positiva e al bianco in quella negativa. Il logo è costruito per funzionare con testo o senza, il simbolo resta riconoscibile anche scollegato. Nel mezzo tra le due parti del testo c’è una linea, l’utilizzo è solo “ottico”, dopo aver terminato le due parti sembravano troppo distanti, urgeva inserire un segno che “unisse” le due parti.

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Guerra tra poveri

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’oggetto nell’aspetto comples- zione come specchio della società, concesse da Dimas Dion, diretsivo restituisce un’immagine come esempio del veicolizzare un tore della comunicazione presso di “pulito” con il suo fondo bianco, messaggio e trasformarlo a pia- “ERI TRANSMIDIA” che ha deciso di qualcosa di “candido”, sembra cere del media vittima di logiche partecipare al progetto dopo esser niente di più. di mercato e comunque obbligato stato invitato dicendo che dal BraAprendo però le dominanti cam- a sottostarci. sile avrebbe seguito interessato biano e ci si ritrova davanti ad una l’evoluzione dello stesso. grafica scura, quasi punk, un volto Sul lato opposto vediamo il Cd su Tutto il materiale verrà stampato indeterminato guarda uno scher- cui oltre al nome ai loghi di rito su una custodia trasparente per mo su cui però non perdere non c’è imma“Politiche corrotte sbarravano le porte democratici nemmeno un gine ma solo millimetro di “noise”, imma- sceglievano la sorte uomini in un bar giocavano a carte spazio utilizginiamo allora zabile e dare mentre terroristi seminavano la morte”. che stia anche la possibilità di ascoltando il personalizzare tipico rumore delle interferenze, il capeggia una TV (rotta?) sopra completamente tutto il prodotto. cosiddetto “rumore bianco”. un prato all’esterno, vittima delle intemperie e agenti atmosferici, al L’aspetto generale porta a penLa scelta di utilizzare schermi TV di sotto, una volta tolto il CD invece sare che sia un prodotto elegante rotti e segnali disturbati su tutto si ripete il “noise” concetto ridon- ed essenziale. L’unico vincolo è il packaging nasce e arriva dal- dante per tutto l’artwork. stato quello di inserire l’immagine la volontà di collocare l’LP in un dell’artista in copertina, vincolo tempo specifico, nell’Italia che All’interno della custodia si tro- nato per la necessità di pubblicizgode ancora del boom economico, va il booklet, al cui interno sono zare la sua figura in quanto è un citando la TV e tutta la comunica- presenti fotografie gentilmente primo lavoro.


Guerra tra Poveri

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Guerra tra Poveri

1. Solo io so chi sono 2. Non lasciatemi morire 3. Esagerato 4. #NoWars 5. Maledetti 6. Idee 7. Camminerai 8. Hey Mamma 9. SocietĂ Zero

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Booklet

Guerra tra Poveri fabio ippoliti

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Guarda quanti pochi santi e tanti eroi

Guerra tra Poveri anallizza nella sua interezza lo stato sociale riferendosi a fatti storici e considerazioni personali dell’autore. Racconta la storia di tutti: i guerrieri alla giornata, i guerrieri alla trincea e i guerrieri ideologici, modificando di volta in volta il punto di vista, mescolando sonorità riferite al Rock classico rilette in chiave contemporanea.

Progetto indipendente ideato da Fabio Ippoliti, autore di testi e canzoni, in collaborazione con Simone Salvati e Muzio

Mecchia per gli arrangiamenti e Jacopo Fegatelli alle percussioni, ad eccezione delle tracce “Hey Mamma” e “Camminerai” eseguite ed arrangiate dal cantautore stesso. L’Artwork è stato realizzato da Gianluca De Petris. Il percorso creativo non è una “forza” incontrollabile, arriva e se ne va senza ordine di continuità. Noi, dalla nostra possiamo solo assecondarlo e fare in modo di trarre il massimo da lui. “Rimettiti le scarpe e inizia a viaggiare”.

Solo io so chi sono La risposta è sempre all’interno del problema, mai al di fuori. Marshall McLuhan

Mi guardo nello specchio il riflesso di me stesso incazzato per un’altra fregatura, l’ennesima da tempo non ho smesso di contare vorrei prendere a calci chi mi illude a parole. Il disco che mi costa l’ennesima fatica in mezzo a un mare di persone, tutto investito per 4 chitarre un foglio una penna una canzone. Una donna se ne va perché in futuro vedo un palco non una carriera da muratore, ma intanto faccio il muratore è tutto quello che non va lo sfogo in questa cazzo di canzone, bridge e mi inchino un’altra volta alla rabbia a questo peso che da grande mi porto sulle spalle, e scrivo questo testo questo questo pezzo queste note ed io riuscirò a cantarle, perché non c’è niente di più osceno di lottare contro il nero in un mondo basate sulle apparenze, NON LASCIATEMI MORIRE IN QUESTO CHE GIRA GIRA POI NON VA, NON LASCIATEMI MORIRE NON LASCIATEMI MORIRE IN QUESTO MONDO CHE GIRA POI NON VA

Non lasciatemi morire

e cammino per la stada a testa io non mi sono arreso, e canto una canzone che fiorisce in mezzo al niente è una generazione, ma tutta questa voglia questa rabbia che ci sta ognuno ha la sua storia e una canzone. Ormai tutti se ne vanno sono diventato pazzo e non è più solo un impressione. Bridge e mi inchino un’altra volta alla rabbia a questo peso che da grande mi porto sulle spalle e scrivo questo testo questo pezzo queste note ed io riuscirò a cantarle, perché non c’è niente di più osceno di lottare contro il nero in un mondo basato sulle apparenze. NON LASCIATEMI MORIRE IN QUESTO CHE GIRA GIRA POI NON VA, NON LASCIATEMI MORIRE NON LASCIATEMI MORIRE IN QUESTO MONDO CHE GIRA POI NON VA

Ricordo la scuola e la campana non suonava mai, le botte prese al parco che non passavano mai, la tuta ricucita con la maglia my style, i capelli fuori moda una tastiera mai vuota, forse è per questo che non chiedo niente a nessuno, che rifletto su un amico pure se è il numero uno.

Sei solo chi sei, senza morire dentro mai, solo io so chi sono, perchè so da dove arrivo,

ricordo le giornate sui gradini, amici sopra amici che passavano accendini, mi chiedevo perchè questa strana società, voleva escludere la mia varietà, film controcorrente rock delle legende, musica scolpita da una massa che rifiuta, da una massa che rifiuta.

ACCORDI NAZIONALI PER ARMI FUNZIONALI, TIRA L’ASSO IO C’HO IL 7 DI DENARI, CRETINO PER LA LEGGE SIAMO TUTTI UGUALI

Esagerato Io sparo ogni colpo, ho quasi sempre torto, sarà che dormo di giorno e di notte vedo storto, il mio stomaco marcisce, cambio sempre troppe stanze, ho trovato sotto una sedia un’altra paio di calze, la tua donna dice che di non frequentarmi, dice che bevo troppo e che non sto mai zitto , che non ho un obbiettivo, che non sono un divo ma che cazzo ne sa lei di come io vivo, mia nonna mi guarda sono il suo eroe mascherato, quello che torna la mattina quando lei accende il fuoco, mi alzo dal letto dopo che lei ha mangiato, e penso stavolta che cosa ho sbagliato che cosa ho sbagliato, cammino di notte la strada illuminata, guardo ogni lampione con la testa bendata, Poggio le chiavi sul comò, arrivo in camera e la testa fa boom e penso: stavolta dov’è che ho esagerato.

Booklet Copertina e retro del booklet. Si è già parlato a pag. 5 della copertina di questo album, questo metodo di impaginazione è l’unico che comprende i due lati dell’album, quello più light e quello Hard con questo gioco di Ying e Yang giocando sui bianchi e sui neri, resterà comunque vicino ma “lontanissimo” in quanto a sx troviamo il retro e a dx il fronte. Nella seconda di copertina e a pagina 3 troviamo una foto del servizio di Dimas Dion con un televisore in una casa chiaramente disabitata, forse gli abitanti sono scappati proprio da quella TV che li stava trasformandosi e non riconoscendosi più son fuggiti prima che fosse stato troppo tardi. A pag. 3 un testo breve spiega i tratti principali dell’album e i suoi esecutori, in stile “fitto” molte battute in una impaginazione piena. Il titolo dell’album è in alto, allineato a sinistra, a destra del titolo un po d’aria per “alleggerire” l’aspetto generale. A pagina 4 troviamo invece una citazione veicolata dal noise. Non risulta di facile lettura, si gioca sugli opposti per sottrazione nei colori. All’interno una citazione nascosta di Marchal McLuhan “Le risposte sono sempre all’interno del problema, mai all’esterno. L’intento è quello di veicolare un messaggio nascosto come, citato dall’autore in alcuni suoi brani, fa la TV e i mezzi di informazione. A pagina 5 il testo del primo brano con ritornello in rosso allineato in modo speculare alle strofe. Le due pagine seguenti (6, 7) hanno rispettivamente il testo della seconda e della terza traccia dell’album. Lasciatemi morire cita graficamente una lapide, in una forma ovale, come nelle la-


Booklet

#NoWars

Maledetti

Maledetti quelli che non apprezzano il nostro sforzo, maledetti quelli che sputano sul nostro operato e lo gettano nel fosso, maledetti quelli che non ci ascoltano e si fermano distanti si fermano distanti, poi si fermano distanti, che non colgono l'idea l'apparenza e l'intenzione, maledetti tutti quelli che guardano la televisione, maledetti i critici per hobby quelli che non dormon di notte inventando le vite altrui, maledetti chi?

Maledetta Barbara d'urso in ogni sua trasmissione, maledetto tu che guardi la televisione... Maledetto chi ci detta delle leggi poco chiare maledetto chi da buono ci da solo da mangiare, maledetti tutti quelli che ci sfruttano per poco, e poi ci buttano in un cesso... MALEDETTI TUTTI LORO MALEDETTI TUTTI NOI

Maledetto chi ti giudica per un cambio d'opinione, maledetto chi non si sente, non si sente un campione, un campione... MALEDETTI TUTTI LORO MALEDETTI TUTTI NOI

io sono quello di sempre con le idee disordinate, senza mezza certezza e l’idea di non fallire davanti ad una strada, ti saluto nella leggerezza di questo testo, quelli che non hai mai ascoltato quando ancora

Guarda lì fuori è tutto più perverso, c’é la gente normale e c’é la gente che ha perso , c’è una gara di averi poi c’è la gente pazza come noi, quelli che la notte È il giorno ed il giorno arriva presto, con la testa leggera e il rispetto perso, vanno tutti di fretta ma noi non li seguiamo, loro tutti un pensiero noi un pensiero strano, con un amico vicino, ed uno molto lontano, non possiamo farci niente se siamo chi siamo,

Idee

respiravo, quelle note messe a caso che non hai mai capito, quei stivali da indossavi non mi hanno mai colpito, ora va il tuo cane ti aspetta, un bacio a te ad un sogno e all’idea di una casetta. Camminerai tra dei banchi imbanditi di fiori, come pensavi da piccola, e crescerai dei splendidi bambini, che non sapranno neanche il nome mio....

Politiche corrotte sbarravano le porte democratici sceglievano la sorte uomini in un bar giocavano

la nostra voglia non si è ancora spenta, per lottare almeno quanto basta, per esser liberi e vivere come ci va siamo qui ci distinguiamo ma non lo diciamo siamo quasi niente e quello che abbiamo è perchè dobbiamo averlo, ma chi sono gli altri nuovi passeggeri??? Siedimi accanto e dimmi qualé il tuo scopo, io ne tanti vivere scoprire lottare scopare cantare e sapere, a me non basta solo solo campare, se vuoi limitarti resta fermo, io ho capito che qui basta camminare... la nostra voglia non si è ancora spenta, per lottare almeno quanto basta, per esser liberi e vivere come ci va Quante volte siamo scesi anche noi nei livelli più bassi della mente umana, alzandoci la mattina e seguendo le regole dettate dal buon senso, con tutte le nostre strane voglie di sentirci per bene, che poi tanto per bene non lo siamo mai stati, siamo qui pronti a ricevere un premio danzando in una vita che cambia regole in base al tempo che va... la nostra voglia non si è ancora spenta, per lottare almeno quanto basta, per esser liberi e vivere come ci va

IDEE CHE NASCONO DALLA MIA MENTE IDEE CHE IN FONDO NON CONTANO NIENTE, IDEE LIBERE IDEE DI PECCATO, IDEE DI UN MONDO VECCHIO E PASSATO,

Hey Mamma

Leggo nei libri di storia sentenze di uomini che cercano la gloria anarchie, donne e libertà vivere liberi in questo modo qua bombe al tritolo negli anni ‘70 con brigate e Morandi negli anni ‘60 stragi con nomi tribunali con milioni tripudi per i vecchi ballavano canzoni le mamme citavano rivoluzione cantava un alpino tracce di Taglioli la chitarra distorta ci dava emozioni rocker ubriachi cantavano a Woodstok Hey mamma qui ci vogliono fregare dicon che la storia ci vuole derubare il fascino di un presente giuridico dopo l’uomo potente vi è l’uomo magnifico.

Società zero

Idee solo idee né schieramenti né colori, né bandiere né valori, idee solo idee...

Idee che viaggiano su un aereoplano, idee che toccherò con la mia mano, idee che non hanno scopi precisi, idee che lasci idee che respiri.

Mi chiedo se era strano chiedere libertà all’essere umano, mentre tirava bombe per chissà quale motivo, ma

maledetto il pio buon samaritano dalla santa inquisizione maledice le persone, maledetto chi non legge quel libro e ne da interpretazione.

Ti saluto di tempo non ne ho avuto, il cd è quasi finito, io mi sono ripulito, ma non sono mai cambiato, è stato tutto bello, ma non è mai sbocciato, un ritratto in carta pesta, è quello che ci resta, il vino la strada e impazzisce la mia testa, con te che mi dicevi pensa alle cose normali come tutta la gente, ti saluto e ti auguro il meglio, una casa una macchina un cane ed un uomo poco sveglio. Camminerai tra dei banchi imbanditi di fiori, come pensavi da piccola, e crescerai dei splendidi bambini, che non sapranno neanche il nome mio....

è un idea pure quella per sentirsi vivo,mi chiedo se la mia idea nasce da dove respiro, da un paese piccolo ma conosce chi sono.

Mi chiedo se la storia su di noi ha un peso, il sacrificio di un vecchio che non si è mai arreso, mi chiedo se l’idealismo deriva dalla mia giovane età o dal sangue che mi scorre in questa testa qua. Idee solo idee né schieramenti né colori, né bandiere né valori, idee solo idee... IDEE CHE NASCONO DALLA MIA MENTE IDEE CHE IN FONDO NON CONTANO NIENTE,IDEE LIBERE IDEE DI PECCATO, IDEE DI UN MONDO VECCHIO E PASSATO,

Chi non si fa i cazzi suoi.

Camminerai

pidi al cimitero vediamo una silhuette e il titolo ricorda una croce. Esagerato invece non è altro che la citazione dell’intero album giocando sulle dimensioni, il testo di “esagerato” e invece minuscolo, quasi difficile da leggere per le esigue dimensioni.

Ogni giorno guardo verso il cielo, mi domando se io esisto per davvero, se è la storia che rende immortali, o è la gloria che fa tutti per i legami, mi domando se si può uccidere un uomo, per una bandiera colorata dal veleno, per uno che conosce la sete, siamo tutti intrappolati in una rete, NO WARS NO WARS NO WARS, ogni anno credo che saremo tutti più incazzati, tutti per davvero e la guerra contro i senatori, la pace tra i uomuni più veri, credo che la vita non valga una menzogna credo che il potere a noi non insegna che lottare contro un altro uomo, non è mai onesto non è per niente umano, NO WARS NO WARS NO WARS credo che morire per teste del potere, uccidere un fratello per un semplice dovere, non mai il bene della gente più comune, uccidere separa non unisce, uccidere separa non unisce, uccidere separa non unisce per il bene.

a carte mentre terroristi seminavano la morte cantava Battiato negli anni ‘80 suonava il sax Clinton negli anni ‘90 suoni speciali eccessi penali acclami

o reclami, le vecchie canzoni uomini e donne consegnavano aquiloni cantava con un piano anche Baglioni negli anni dove si pescarono i santoni tenevano il bottino senza troppi paroloni. Bombe al tritolo negli anni ‘70 con brigate e Morandi negli anni ‘60 stragi con nomi tribunali con milioni tripudi per i vecchi ballavano canzoni, le mamme citavano rivoluzione cantava un alpino tracce di Taglioli la chitarra distorta ci dava emozioni rocker ubriachi cantavano a Woodstok. Hey mamma qui ci vogliono fregare dicon che la storia ci vuole derubare il fascino di un presente giuridico dopo l’uomo potente vi è l’uomo magnifico.

Voltando pagina si ha la “copertina” intermedia della traccia più importante dell’album, #NoWars è un inno contro la guerra e il lavoro che è stato fatto per queste due pagine è la somma del lavoro grafico fatto per tutto l’album, ritroviamo tutti gli elementi usati in un caleidoscopio di stili e forme, un soldato aspetta davanti ad una TV che manda il titolo della traccia. Nella pagina vicino invece le silhuette di soldati sono “bersagliate” da una “pioggia” di colpi che non è altro che il testo. Maledetti e Idee hanno invece stili diversi, la densità di parole da inserire in “Maledetti” ha costretto l’intervento grafico a un simbolo, le ali maledette. Idee invece è la traccia che più si presta a sperimentazioni, si gioca sempre sull’assurdo e sul grottesco, il simbolo usato per il titolo è un sottobicchiere per la birra e in background vediamo le bollicine di una birra, IDEE da ubriachi? Lo sapremo ascoltando la traccia. A pagina 12 e 13 troviamo i testi dei due singoli lanciati in anteprima dell’album (Hey mamma a maggio 2015 e Camminerai a dicembre) la grafica ricalca quella utilizzata per i video, in camminerai il protagonista sta per sposarsi salvo poi non farlo, Hey mamma invece è la più politica è quella che strettamente parla di comunicazione, il segnale perso è una citazione grottesca della traccia stessa. Società 0 ha uno zero di fondo è l’ennesima TV sul lato opposto, stavolta con un registratore.

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ARTErie_ ARTErie_

fabio ippoliti

n percorso realtà>>

Nel Maggio 2014, data in cui è stato realizzato il primo demo dell’artista è nato il primo Packaging del progetto, a cui “Guerra tra Poveri” è direttamente collegato. Pur con le evoluzioni stilistiche date dal tema e trattato. Sembra giusto citare il vecchio progetto per spiegare alcune scelte operate nel nuovo ArtWork. Specifiche tecniche di gestione del colore Profilo d’origine Adobe RGB1998 Profilo di destinazione

COATED FOGRA 39 (ISO 12647-2:2004) Intento di rendering Colorimetro relativo e compensazione del punto nero Motore di conversione ADOBE (ACE) Questo per cercare di evitare al più possibile la perdita dei dati, si è impostata la Creative Suite di Adobe sulla conversione manuale del profilo colore. Di volta in volta si è deciso come convertire i file. Stampa Stampante Konica Minolta bizhub C1060 presso Anteprima di Stampa - Via M. Polo 15 A Osteria Nuova di Poggio Moiano RI

13 Carta: Tutto il progetto è stato stampato su carta Patinata Lucida 200 gr. per dare quella resa lucida e rigida cosa che una cover non può prescindere. Anche il booklet è stato stampato sulla medesima carta per dare una “continuità” ottica e tattile nel percepire il prodotto. CD Supporto: CD full printable Tecnologia Inkjet Periferica: CANON IP4700


Prodotto allestito

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Guerra tra Poveri “Film controcorrente, Rock delle leggende, musica stordita da una massa che rifiuta�

fabio ippoliti


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