Relazione

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Catalizzare un’esperienza

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Catalizzare un’esperienza


Anno Accademico 2014/2015 Autore: Gianluca De Petris Progetto Grafico: Gianluca De Petris Relatrice: Prof.ssa Alessandra Fagioli Co-relatore: Prof. Francesco Mazzenga Coordinatore Dipartimento di Grafica Editoriale: Prof. Enrico Pusceddu Revisore testi: Prof. ssa Alessandra Fagioli Progetto di tesi in Grafica Editoriale Accademia di Belle Arti di Roma Finito di stampare nel Marzo 2015

Š Gianluca De Petris


(Ecfrasi)



Premessa

pag 8

Titolo e copertina

pag 14

Caratteri e gabbie

pag 22

Fotografie ed illustrazione

pag 28

Messa in pagina improvvisazioni pag 34 Copioni pag 40 Fasi di progettazione

pag 48

Da un’idea di Gianluca De Petris su EduScÊ LAB, Interazione Scenica.




perimentare utilizzando tipografia, fotografia e illustrazione su un progetto “realizzabile”. Creare qualcosa di “spendibile” nel mercato editoriale. Eduscé LAB nasce da un desiderio di realizzare qualcosa di poco convenzionale ma al contempo reale. Nella storia dell’editoria teatrale molto di rado si sono visti prodotti di questo tipo che cercano di mescolare il testo teatrale all’illustrazione e alla tipografia, possiamo citare: La Cantatrice Chauve (Ionesco E., Massin R., illustrazioni, Gallimard, Parigi 1964) o anche, in epoca più moderna, Storia di Ermengarda (Russo N., Poggi M., Voland 2008) con la messa in pagina di Riccardo Falcinelli e Matteo Bellisario. Grazie a questi volumi è arrivata l’idea di rielaborare il tema, partendo dal lavoro di Massin, in chiave contemporanea per quanto riguarda la “Graphic Novel teatrale”. Si è deciso di scrivere su 10

di un progetto teatrale di cui, in Accademia, avevamo conosciuto l’autore e regista, Interazione Scenica che proponeva questo laboratorio di creazione per la scena si prestava bene alla realizzazione grafica di quello che si era deciso di creare. Eduscé propone un metodo di creazione poco convenzionale. Partendo dall’improvvisazione degli attori il regista rielabora i laboratori canalizzando nelle sessioni successive il focus su quello che intende esplorare, e lo fa in modo naturale, attraverso musica e convenzioni. L’attore dopo ore ed ore di laboratorio avrà creato pagine e pagine di testo che l’autore rielaborerà e presenterà all’attore in formato “copione”, così si crea drammaturgia, il ruolo finale sarà per l’attore cucito a misura di sé stessot, come una muta, solo lui riuscirà ad interpretare quel ruolo nel miglior modo possibile. Il concept editoriale alla base del progetto era la


finalità di riuscire a “far muovere” gli attori sulle pagine come si muovono sul palco, proprio per questo il volume si apre e si chiude con un sipario.

L’opera è composta da due volumi: il primo, Eduscé LAB che è il volume teorico e pratico dove viene illustrato e utilizzato il metodo, e il secondo che invece è composto dai copioni rappresentanti due esempi di spettacoli creati con questo metodo e presentati in vari teatri italiani ed esteri.

Per tutto il volume si parlerà spesso di CONVENZIONI, attraverso le quali si realizza lo spettacolo e così l’opera editoriale. Nella prima fase si è cercato di virare la ricerca sui maggiori metodi di creazione e i maggiori maestri del teatro del ‘900. In una seconda fase si è partecipato a sessioni di laboratorio dove si è potuto reperire quanto più materiale audio, video e fotografico possibile, a seguito di questo passaggio consegue la messa in pagina. Le “Graphic Novel” 1. EduScé (il volume) a Parigi

1. 11


2.

2. Prime fasi di peogettazione Casali di Poggio Nativo (RI)

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sono state poi costruite in studio, utilizzando attori preposti a quello, in modo da riprodurre nel modo più fedele l’attimo di improvvisazione unico e irripetibile. Il volume gioca sulle due anime che lo compongono: quella più storica, che comprende la storia teatrale e testi sulla filosofia dell’attore e quella più moderna che invece comprende il sopracitato metodo EduScé. Per tutti gli impaginati, partendo dal titolo sfruttano e giocano su questa dualità che viene messa in mo-

stra attraverso la grafica. Si utilizzano infatti continuamente figure geometriche regolari in contrapposizione o insieme a figure più irregolari. Ne è un chiaro esempio il titolo che si compone di un testo (Eduscè) inscritto in un rettangolo. Nelle prime fasi di creazione di questo testo si era fatto un lavoro letterale sul nome del volume e dei capitoli (ad es. Ekphrasis) che poi, nella stesura si era deciso di accantonare, viene riproposto in questo volumetto allegato come esempio.


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el capitolo precedente si è parlato della contrapposizione tra il classico e il moderno rappresentata dalla dualità della diversità delle forme, quelle decise e regolari dei tratti neri e quelle più libere che trovano sfogo nelle illustrazioni, nelle fotografie a più riprese e nel carattere utilizzato nel titolo, un carattere calligrafico che vuole rappresentare l’aria di rottura con il passato. Il titolo ne è una chiara dimostrazione. La grafica che lo compone vede il carattere Levi Brush, un carattere calligrafico (di cui parleremo più avanti approfonditamente), inscritto in forme regolari, rettangoli che hanno hotline a 3 pt. (e resteranno sempre, nel corso del volume di quella dimensione) e che contengono tutti i testi. Il sottotitolo invece rappresenta già quella che sarà la parte “discorsiva” di Eduscé LAB, il carattere utilizzato è infatti Adobe Caslon Pro che sarà anche il carattere di tutti i testi all’interno del volume. La copertina vede una fotografia scattata in un teatro di Roma (Teatro dell’Orologio) durante il laboratorio Eduscé. Rappresenta e riassume in modo immediato il testo, una sedia, attrezzo di scena utilizzato per la creazione in Eduscé, e un palco, non serve altro. L’immagine arriva al vivo della pagina senza rifili o bordi a rappresentare le infinite possibilità espressive che questo metodo può rappresentare, il tono e la saturazione del colore nell’immagine con dominanti non troppo esplicite rimandano a una “dimensione teatrale”, tralasciando il discorso della quarta parete 3. Copertina definitiva volume vuole rappresentare comunque qualcosa che si guarda da vicino ma non troppo. EduScé LAB 16


Rigenerare lo sguardo. Rigenerare la creazione. Un progetto itinerante di creazione per la scena.

3. 17


(Ecfrasi)

(Ecfrasi)

(Ecfrasi)

(Ecfrasi)

(Ecfrasi)

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In queste pagine possiamo notare le fasi progettuali della copertina. Si è partiti dall’idea di crearne una fotografica, alla ricerca di uno stile definito, nel corso delle prime fasi di progettazione, si può infatti notare

esperimenti geometrici ed altri più strettamente illustrativi. Gli esperimenti col titolo ne vedono uno diverso da quello utilizzato poi in una fase definitiva, seppure non sia stata cambiata l’impostazione.


Rigenerare lo sguardo. Rigenerare la creazione. Un progetto itinerante di creazione per la scena.

Il volume in un primo momento era Ekphrasis, appunto, successivamente si è trasformato Eduscé, stessa cosa vale per il sottotitolo che meglio riesce a spiegare il contenuto del volume. Nella pagina a fianco

notiamo invece il trattamento che in una fase successiva ha subito l’idea scelta. L’obiettivo era quello di rendere, attraverso pochi elementi visivi un concetto elaborato pag. 18 prime proposte come Eduscé. pag. 19 trattamento 19


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#46a4a9 C: 70 M: 15 Y: 35 K: 1

#acac5d C: 37 M: 21 Y: 72 K: 5

#6dc6da C: 57 M: 0 Y: 15 K: 0

#6dc6da C: 36 M: 50 Y: 80 K: 37

#71c4c5 C: 57 M: 0 Y: 26 K: 0

#789e74 C: 58 M: 22 Y: 61 K: 5

#1e737c C: 82 M: 33 Y: 42 K: 20

#ea636e C: 1 M: 73 Y: 44 K: 0

#f2c71d C: 7 M: 20 Y: 91 K: 0 #84c8ba C: 52 M: 0 Y: 33 K: 0 #f0833a C: 0 M: 58 Y: 81 K: 0

In alto e nella pagina a fianco si possono notare, in scala, tutti i titoli dei capitoli che sono stati inseriti sulla pagina destra con un allineamento al centro riassumendo tutti i concetti di cui si è parlato nei capitoli precedenti in un flusso continuo di immagini, colori e concetti. Per proseguire il discorso di impressioni nella pagina a fianco del titolo si ha “l’impressione del titoloâ€? su una palette di colori inerenti, come a creare scenografia, spettacolo. 21


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oerentemente al discorso accennto nei capitoli precedenti il carattere, o meglio, i caratteri utilizzati all’interno del volume sono stati scelti in contrapposizione tra loro. Levi Brush utilizzato nel titolo si ripete per tutti i tiotoli e titoletti del volume. Il carattere per il testo è stato scelto, in contrapposizione al Levi Brush, ma anche per le sue caratteristiche di leggibilità e chiarezza, infatti non scopriamo oggi che il Caslon condivide la caratteristica irregolarità del tipo Barocco olandese, è caratterizzato da brevi ascendenti e discendenti, con un moderatamente alto contrasto e robusta consistenza. Tutte queste caratteristiche rendono il Caslon ottimo per la finalità prevista in questo impaginato. Il paragrafo viene presentato in un corpo 12pt pica, misura alta ma scel24

ta d’obbligo visto il tema, ostico. La scelta si basa sulla volontà di dare aria all’impaginato senza obbligare il lettore a sforzi, visto anche l’argomento si è optato per questa scelta, il paragrafo si presenta allineato a blocchetto nei testi correnti e in corsivo al centro nelle citazioni, che saranno sempre comprese in rettangoli con hotline 2 pt in modo da conferire “sacralità” a ciò che vi è scritto all’interno. Questi due caratteri sono quelli utilizzati in tutto il volume in un connubio di impressioni. Le convenzioni, magari semplici, sono sempre rispettate all’interno del volume, cercando di creare una continuità visiva tra le varie parti, senza però precludere la possibilità di cambiare le gabbie di riferimento e creare costrizioni alle fotografie o alle illustrazioni, che al contrario trovano libero sfogo negli impaginati.


Levi Brush

Adobe Caslon Pro

Aa

Bb

Cc

Dd

Ee

Ff

Gg

Hh

Ii

Ll

Mm

Nn

Oo

Pp

Qq

Rr

Ss

Tt

Uu

Vv

Zz

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l formato del volume è 200 x 260 mm, un formato rettangolare ma non classico, un fuoriformato, un “quadrotto” che conferisce al volume un aspetto “amicale”. La gabbia principale è formata da 3 colonne con margini al vivo di 30mm nel lato basso e di 20mm negli altri 3 lati. Le 3 colonne sono divise da 4mm (1) e hanno un’aria di 50mm di larghezza. Nella pagina sono presenti rifili nel lato alto e in quello basso a una distanza di 4mm. Nella pagina a fianco si possono notare le griglie su cui tutto il volume è stato progettato, le 3 principali si declinano in testo (schemi a sinistra) e testo più immagini (schemi a destra). Possiamo notare infatti che per ogni griglia utilizzata è presente una declinazione con immagini, la convenzione da seguire è quella di bilanciare sempre sia il testo che l’immagine, eccezion fatta per le illustrazioni e le fotografie al vivo. Le declinazioni della gabbia principale sono 3, due colonne di testo lasciando quella esterna “di servizio” utilizzata per i testi teorici e aria e spazio per eventuali note o appunti (2), naturale evoluzione di quella sopracitata è quella con un unico blocco di testo che comprende le due colonne centrali (3) lasciando sempre libera quella esterna. L’eccezione a questi schemi è rappresentata dalla figura 4, la colonna comprende 2 “sottocolonne” di testo allineate però al centro. L’intenzione è quella, insieme ai rifili, di creare una “colonna” ed è il tipo di griglia utilizzata per il capitolo dei maestri. Si voleva così rappresentare graficamente l’importanza di queste “colonne” del teatro del ‘900, i maestri del teatro d’avanguardia del secolo scorso. 26


1.

2.

3.

4.

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4.

utte le illustrazioni e le fotografie presenti in questo volume sono state pensate per creare una sorta di racconto per immagini, le fotografie sono state realizzate nei giorni del 30, 31 Maggio e Primo Giugno a Roma, presso il Teatro Dell’Orologio in occasione di EduScé LAB presentato dal regista e condotto insieme all’attore Enoch Marrella e Gabriele Capilli. I protagonisti di queste immagini sono i parteci-

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panti al laboratorio, scatti rubati sul palco. La Macchina fotografica utilizzata è una reflex entry level Nikon, la D5100, impostata in modo da rendere i colori vividi e saturi in formato RAW con una leggera post-produzione. I tempi e il diaframma sono stati scelti di scatto in scatto in modo da realizzare quello che si era pensato nel momento in cui serviva.


5.

Possiamo infatti trovare immagini a fuoco ed altre sfocate, in cui sono stati aumentati i tempi di esposizione per rendere il movimento sul palco. Tutte le fotografie sono originali ©Gianluca De Petris, tranne quelle utilizzate nel capitolo: “Maestri” che ovviamente, come riportato tra i credits, sono immagini di repertorio originali dei vari siti ufficiali dei maestri citati. Le fotografie di “vita” presenti al capi-

tolo inerente ad EduScé LAB (2, 3, 10, 11, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34 e 35) sono invece immagini di repertorio scattate durante gli EduScé LAB realizzati nelle varie città Italiane che hanno visto questo metodo nel suo “itinerare”. Il range di colore a cui si fa riferimento per tutte le fotografie ha una temperatura sul giallo con la finalità di creare immagini che risultino accattivanti e “famigliari”, intime, che vadano a colpire la sfera personale

4. EduScé al Teatro dell’Orologio Roma 5. Teatro dell’Orologio Roma, attori in movimento 31


del punto di cui si parla al capitolo 1, “Input”. Con una sequenza di illustrazioni e infografiche geometriche vediamo che da punti definiti (pag. 23) gli attori diventano figure sul palco (pag. 26).

dello spettatore. Discorso inverso invece è stato fatto per le illustrazioni che mescolano tratti geometrici a tratti più irregolari e calligrafici, come il carattere del titolo e cioè il Levi Brush, che vogliono rappresentare come racconto per immagini, l’evoluzione 32

Altra illustrazione che invece troviamo come una sorta di citazione è quella presente nell’introduzione e nelle conclusioni. Con tratto irregolare, coerentemente agli altri, vediamo una mano che apre un sipario (all’inizio “dello spettacolo”) e che lo chiude (“alla fine”), nel testo non si parla mai di sipario, è quindi una “licenza poetica” scelta per il significato intrinseco


che il sipario rappresenta nella cultura popolare, utilizzando infatti questa illustrazione si richiamano subito quell’atmosfera di spettacolo e spettacolarità, continuando quello che è il discorso fatto per la “graphic novel” degli attori che si muovono sulle pagine come sul palco. In alcuni esempi, soprattutto per la prima parte (e per la copertina di questo volumetto) si prova, attraverso un connubio tra fotografia e illustrazione, a creare delle impressioni sulle fotografie, proprio come nei tioli. Ne sono un chiaro esempio: pag. 23, pag. 31 e pag. 46.

ro intrapreso all’inizio del volume si cerca di non “tradire” mai il lettore, di mantenere tutte le promesse fatte a priori, di mescolare tipografia, illustrazione e fotografia in modo equilibrato e accattivante, di creare attenzione, come nel meCoerentemente al disco- todo EsuScé. 33


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e s r Fo

ne, i e b i d cor e voless i r n o n ra ch io, non em ano evo a n u e ne av gno è ch luto biso asso

Ttuavi s ale m

l fulcro centrale di questo volume è senza dubbio la messa in pagina delle improvvisazioni, dichiarando la fonte di ispirazione si è cercato di rileggerla in maniera contemporanea, partendo dal concetto di comunicazione con gli isotype, International System of Typographic Picture Education, sistema di pittogrammi progettati dall’architetto Otto Neurath per comunicare le informazioni in modo 36

semplice, visuale e chiaro, senza l’utilizzo della lingua parlata. Sono stati progettati i segnali che gli attori si scambiano sul palco e tradotti in immagine, così da utilizzare quelle icone durante la messa in pagina per significare l’azione che l’attore compie. La tecnica di realizzazione è divisa in due fasi, la prima comprende la sessione fotografica, realizzata in studio a cui gli


giust

se

Ma ti se ben ntiv issim i o!

attori si sono sottoposti, e la seconda quella illustrativa di post produzione. Si è deciso di definire graficamente i personaggi utilizzando caratteri tipografici che ne rappresentino in qualche modo il carattere. La tecnica utilizzata è di montaggio fotografico, in studio sono state create le scene e scattate le fotografie, poi manipolate in luminosità in modo da “esasperare” i contorni

NO

o, sta vi ma

le.

e in seguito posterizzate su tre livelli di colore, il tutto su un colore appartenente alla palette colori scelta per rappresentare gli inserti inserita nel volume a tinta piatta. Utilizzando la tipografia e giocando su rovesciamenti, dimensione e sillabazione si è cercato di esprimere e “dar vita” ai partecipanti, di rappresentare le sensazioni e le curiosità che questi laboratori restituiscono. 37


Ho d e E tto: c c o S m o dimm no q i ua p qua! i cos er te aès , ucce sso.

38


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6. Copertina “Copioni” 42

roseguendo nel discorso del racconto per immagini, a corredo del testo “EduScé LAB”, c’è un “volumetto” denominato “Copioni” contenente i testi originali degli spettacoli realizzati con questo metodo di creazione drammaturgica, andati in scena in vari teatri nazionali ed internazionali tra il 2013 ed il 2015.

stessa opera, si ritrovanotutti gli elementi del metodo, la sedia, il tavolo e il palco, la scenografia essenziale. Il titolo, ovviamente, ha gli stessi elementi di EduScé LAB in modo da unirlo otticamente al testo a cui è riferito, discorso che vale anche per il colore, la tonalità e la saturazione dell’immagine.

“Copioni” è un testo “a corredo” del volume principale, quindi “subisce” tutte le scelte effettuate per EduScé LAB, una sorta di immagine coordinata, inerente ad EduScé LAB, la copertina fotografica (come in EduScé LAB) rappresenta questa volta qualcosa di indefinito, indeterminato, ormai si è giunti alla “distruzione” del teatro tradizionalmente inteso per avere qualcosa di nuovo, indefinito nei suoi dettagli; è un’immagine che si “risolve” in quarta di copertina con l’attore che guarda, fruisce la sua

All’interno del testo ritroviamo, ancora una volta tutti gli elementi di EduScé LAB, i colori dei capitoli, il carattere, ad eccezione della gabbia e la formatazione del testo, che risulta allineato a sinistra con le prime due colonne utilizzate e la terza a destra lasciata libera sia nella pagina a sinistra che in quella a destra. Unsorta di dialogo e si è optato per questo trattamento in modo da non “sovraccaricare” con un testo troppo fitto gli impaginati. Per continuare il racconto Fausto, il protagonista di “Nell’oceano il mondo”


6. 43


parlerà in Adobe Caslon Pro, come tutto il testo di EduScé e questo manualetto di relazione, mentre i personaggi di “Senza stelle” avranno caratteri differenti, divisi in due parti, i sans serif e i serif, cioè quelli senza grazie e quelli con le grazie, nel caso specifico: Gotham e Garamond divisi equamente tra i sei personaggi: la “fazione” del fratello scrittore avrà il Garamond e quella del fratello rivoluzionario il Gotham, suddivisi ancora in compagna che avrà la declinazione italic dei due caratteri e gli amici che invece avranno la versione Bold del carattere a cui appartengono. Nelle fasi iniziali di lettura il lettore potrebbe trovarsi spaesato, superate però le prime pagine poi diventerà tutto più automatico e naturale. Gli inserti figurativi all’interno dell’impaginato hanno una funzione puramente decorativa ed evocativa, gli attori 44

sono infatti stati “trattati”, come nella messa in pagina delle improvvisazioni realizzate in EduScé LAB. Utilizzando la stessa tecnica, non si disponeva di immagini realizzate ad hoc e nemmeno di fotografie degli spettacoli, per questo si è partiti da frame di video degli spettacoli che sono stati estrapolati e modellati per realizzare lo stesso effetto di posterizzazione che troviamo nelle improvvisazioni. Esasperando i colori si è quindi riusciti a recuperare tratti che nel frame erano andati perduti e da quelli si è partiti per realizzare i tre livelli colore che poi compongono lo scontorno finale. Un’impaginazione semplice e riconoscibile rende il testo simile a EduScè, perché parte dallo stesso concept editoriale, ma al contempo diverso perchè restituisce un aspetto che riserva meno sorprese al lettore, affidabile se così vogliamo definirlo.


Gruppi di testo applicati ai personaggi di Senza stelle.

Gabbia utilizzata nel testo “copioni�.

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Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Gotham Medium

Hh Ii

Ll Mm Nn Oo Pp

Qq Rr Ss Tt Uu Vv Zz

Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Gotham Light italic

Hh Ii

Ll Mm Nn Oo Pp

Qq Rr Ss Tt Uu Vv Zz

Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Gotham Bold

Hh Ii

Ll Mm Nn Oo Pp

Qq Rr Ss Tt Uu Vv Zz

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Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Hh Ii

Ll Mm Nn Oo Pp

Garamond Regular

Qq Rr Ss Tt Uu Vv Zz

Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Hh Ii Ll Mm Nn Oo Pp

Garamond Italic

Qq Rr Ss Tt Uu Vv Zz

Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Hh Ii

Ll Mm Nn Oo Pp

Garamond Bold

Qq Rr Ss Tt Uu Vv Zz

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utto il volume, sin dalle prime battute è nato con lo spirito di mettere su carta un metodo e renderlo riproducibile, attraverso foto, immagini, illustrazioni e infografiche che a cornice del testo si pongono come fine ultimo quello di poter mettere il lettore in condizione di “creare il suo EduScé”. Si parte dando accenni storici e si prosegue col metodo vero e proprio passando per esempi pratici.

voro che mira a rendere l’aspetto e tutto quello che lo rappresenta utili al raggiungimento dell’obiettivo preposto.

7.

Le fasi di lavoro hanno compreso molte persone e personalità. Si è partiti dall’idea iniziale, per proseguire con le riprese e le sessioni fotografiche durante il laboratorio Eduscé svolto a Roma nel Teatro dell’Orologio a fine maggio, da lì si è iniziata la stesura dei testi e una bozza di impaginazione. Ovviamente il risultato Le ricerche fatte hanno 7. EduScé (il volume) a Roma, nasce da un attento la- portato a scegliere di inesterno, grazie caffé letterario

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8.

serire all’interno del testo una parte di storia teatrale, dove si è parlarlato dei più importanti ed influenti maestri del terzo teatro operanti nel ‘900 con particolare attenzione a quelli che hanno contribuito e portato avanti questo genere di approccio, quindi quelli che, in qualche modo, hanno collaborato all’ideazoine di EduScé.

discorso più prettamente letterario, scelta poi accantonata in una fase successiva di lavorazione. La scelta editoriale ha compreso anche lo stile, si è voluto di rappresentare la dualità del volume, quella storica e quella contemporanea anche a livello grafico e fotografico.

Sotto il punto di vita della Inizialmente si era scel- realizzazione tipografica 8. EduScé (il volume) Roma, to di chiamare il testo in si è scelto un impianto Biblioteca Nazionale altro modo, seguendo un industriale con rilegatura di Castro Pretorio 51


9.

a filo refe e copertina in Free Life Vellum 300 gr. con all’interno due differenti tipi di carta, la color copy 160 gr. per quanto riguarda gli impaginati “scritti” e la Free Life Satin 170 gr. per la messa in pagina dei laboratori, in modo da restituire al lettore un feedback tattile oltre che visivo delle improvvisazioni e da conferire un aspetto più dinamico al prodotto finale. 9. Studio sulle gabbie, fase iniziale di lavoro 52

sura del testo, che vuole testimoniare come questo metodo abbia restituito poi allo spettacolo opere vere, realizzate e andate in scena.

Per il volume “Copioni” vale la stessa regola nata e utilizzata per il volume “EduScé”, si utilizzano immagini di repertorio a contorno del testo che è il copione vero e proprio dello spettacolo. Questi due volumi restituStesso discorso vale per il iscono al lettore un’immasecondo volumetto, nato gine di questo metodo, si è alle ultime battute di ste- scelto di metterli insieme


utilizzando uno scrigno, per contenerli in carta Free Life Vellum 300 gr. e realizzato in cartotecnica, l’obiettivo era di comporre, oltre che un volume didattico, un oggetto bello, appetibile anche da coloro che non hanno mire e interessi prettamente teatrali.

impaginati e le illustrazioni invece un connubio tra Adobe InDesign CC e Adobe Illustrator CC. I profili colore utilizzati da tutte le fonti di lavoro sono stati convertiti in COATED FOGRA 39 in modo da avere una stessa riuscita colorimetrica anche cambiando applicazioPer la realizzazione delle ne di lavoro. fotografie è stata utilizzata una macchina fotografica In ultima battuta tutti i reflex Nikon d5100, impo- materiali sono stati rielastata per scattare in RAW. borati in “formato video”, Per la postproduzione con l’ausilio di Adobe invece è stato utilizzato After Effects CC e Adobe Alcuni tra i libri della Adobe Photoshop nella Premiere CC per creare lo 10. bibliografia utilizzati versione CC 2014. Negli “spot” di presentazione. per la stesura

10. 53


11. 12. 13. 11. Prove di stampa, a progetto finito su carte diverse 12. Tipografia Eurosia Roma 13. L’autore in tipografia per la scelta della carta e modalità di stampa 54


14. 15. 16. 14. Impostazioni a stampa e prove in tipografia 15. Scorcio della prima stampa 16. Macchine a stampa in tipografia 55


Schema “scrigno�. Grafica applicata e linee di piega (nella pagina a fianco). 56


Rigenerare lo sguardo. Rigenerare la creazione. Un progetto itinerante di creazione per la scena.

Š Gianluca De Petris

Rigenerare lo sguardo. Rigenerare la creazione. Un progetto itinerante di creazione per la scena.

Š Gianluca De Petris

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Anno Accademico 2014/2015 Autore: G. De Petris Progetto Grafico: G. De Petris Relatrice: Prof.ssa A.Fagioli Co-relatore: Prof. F. Mazzenga Coordinatore Dipartimento Grafica Editoriale: Prof. E. Pusceddu Revisore testi: Prof. ssa A. Fagioli Progetto di tesi in Grafica Editoriale Accademia di Belle Arti di Roma

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