VIAGGI NEL MONDO BALEARI / TRAVELING IN THE WORLD BALEARICS / BRAND AT WORK STORIES MILANO, DESIGN COUTURE / FASHION NUANCES OF STYLE / ARTISTI CONTEMPORANEI ROMA CODEX BY ALBERT WATSON / CONTEMPORARY ARTISTS ROMA CODEX BY ALBERT WATSON / BEAUTY HELLO SUN! / CINEMA L’INFINITO
Mensile n.51/2025 5,00
MADONNA DI CAMPIGLIO
DOVE L’ESTATE È HOTEL, IMPIANTI E DOLOMITI INCLUSI WHERE SUMMER COMES WITH HOTELS, CABLE CARS, AND THE DOLOMITES INCLUDED
www.gatemag.it
N. 51 - 2025 – PERIODICITÀ MENSILE/MONTHLY PERIODICITY
DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE/DIRECTION AND ADMINISTRATION
Piazza G. Grandi 3, 20129Milano, Italia direzione@gatemag.it amministrazione@gatemag.it
DIRETTORE RESPONSABILE/EDITOR IN CHIEF
Francesca Noto
REALIZZAZIONE GRAFICA/GRAPHIC DESIGNER
Rachele Tonioni grafica@gatemag.it
Tel +39 340 783 3557
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO/ COLLABORATORS OF THIS ISSUE
Responsabile del trattamento dei dati personali (D.L. 196/2003)
Francesca Noto
Contenuto pubblicitario non superiore al 45%
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere in alcun modo riprodotta senza autorizzazione scritta da Gate s.r.l.
Registration at the Court of Milan n. 5 of 1/4/2018. Responsible for processing personal data (Legislative Decree 196/2003) Francesca Noto. Advertising content not exceeding 45%. All rights reserved. No part of the magazine can be reproduced in any way without written authorization from Gate s.r.l.
COMUNICATI STAMPA E INFO VANNO INVIATI A/PRESS
RELEASES AND INFO MUST BE SENT TO
direzione@gatemag.it
IL TEMPO DELL’ ARIA APERTA
Giugno in Italia non è un mese qualunque. È un confine. Il passaggio tra la promessa della primavera e la pienezza dell’estate. È il momento in cui le città si alleggeriscono, le montagne si aprono, il mare smette di essere sfondo e diventa meta. È anche il momento in cui noi, che scriviamo di viaggio, cerchiamo di interpretare questo fermento con una bussola chiara: libertà, bellezza, concretezza. In questo numero vi portiamo in luoghi che raccontano l’Italia nel suo momento migliore. A partire da Madonna di Campiglio, che per molti evoca solo piste innevate, ma che d’estate mostra un’altra anima: sentieri verticali, laghi segreti, silenzi verdi e rifugi che sanno ancora cosa vuol dire accogliere. Un turismo lento, ma non noioso. Elegante, ma non esclusivo. Lì, tra le Dolomiti di Brenta, si riscopre il piacere di camminare senza fretta, di dormire con le finestre aperte, di svegliarsi con la luce che filtra tra le vette.
Restando in quota – ma cambiando prospettiva – a Roma si apre una mostra che merita il viaggio: Albert Watson – “Roma Codex”. Più che una retrospettiva, è un viaggio visivo attraverso duecento fotografie che raccontano la città eterna con uno sguardo nuovo.
La mostra, ospitata al Palazzo delle Esposizioni dal 29 maggio al 3 agosto 2025, presenta immagini in bianco e nero e a colori, spesso di grande formato, disposte secondo una logica istintiva e non tematica, per offrire una fruizione libera e contemporanea. Nel vasto spazio espositivo, momenti umani intimi e spontanei si accostano all’imponenza architettonica e storica della città, in un gioco di rimandi tra Roma e coloro che la abitano e la definiscono. Proprio alla capitale dedichiamo un approfondimento sull’Estate Romana, tra concerti sull’Isola Tiberina, cinema sotto le stelle e terrazze dove ascoltare musica guardando i tetti.
E ancora: una guida aggiornata ai locali all’aperto più interessanti di Roma, per mangiare bene senza chiudersi dentro. Un focus sulle Isole Baleari – per chi vuole spingersi oltre confine – e una panoramica su cosa sta cambiando negli aeroporti italiani, da Fiumicino a Napoli, per chi è già pronto a decollare. Il nostro obiettivo resta lo stesso: suggerirvi esperienze, non soltanto destinazioni. Dare consigli che servano davvero. Evitare i luoghi comuni e cercare, ovunque, ciò che vale il viaggio. Giugno è il mese dell’aria aperta. Delle decisioni improvvise. Delle partenze senza preavviso. È il momento perfetto per ascoltare, osservare e – finalmente – muoversi.
Buona lettura, La Redazione
THE TIME FOR THE OUTDOORS
June in Italy is not just another month. It’s a threshold. The passage between the promise of spring and the fullness of summer. It’s the moment when cities begin to lighten, the mountains open up, and the sea stops being a backdrop and becomes a destination. It’s also the time when we, who write about travel, try to interpret this surge of energy with a clear compass: freedom, beauty, and authenticity.
In this issue, we take you to places that reflect Italy at its very best. Starting with Madonna di Campiglio, which many associate only with snowy slopes, but which in summer reveals another soul: steep trails, hidden lakes, green silences, and mountain huts that still know the meaning of hospitality. It’s slow tourism, but never dull. Elegant, yet not exclusive. There, among the Brenta Dolomites, one rediscovers the joy of unhurried walks, of sleeping with the windows open, of waking up with light filtering through the peaks.
Staying up high—but shifting perspective—we highlight an exhibition in Rome that’s worth the journey: Albert Watson – “Roma Codex”. More than a retrospective, it’s a visual journey through two hundred photographs offering a new take on the Eternal City. Hosted at the Palazzo delle Esposizioni from May 29 to August 3, 2025, the exhibition features large-format black-and-white and color images, arranged not by theme but by instinct, allowing for a free and contemporary experience. In the expansive gallery space, intimate and spontaneous human moments are juxtaposed with the city’s architectural and historical grandeur, weaving a dialogue between Rome and those who live in and shape it.
To the capital, we also dedicate an in-depth look at the Estate Romana—from concerts on Tiber Island and openair cinemas to rooftop terraces where music blends with views of the city’s skyline. There’s more: an updated guide to Rome’s best open-air venues, for enjoying good food without being indoors. A feature on the Balearic Islands—for those ready to go beyond borders—and a roundup of what’s changing at Italian airports, from Fiumicino to Naples, for those already set to take off.
Our goal remains the same: to suggest experiences, not just destinations. To offer advice that’s truly useful. To avoid clichés and seek, everywhere, what’s truly worth the journey. June is the month of the outdoors. Of spontaneous decisions. Of unplanned departures. It’s the perfect moment to listen, observe, and—finally—move.
Happy reading, The Editorial Team
DESTINAZIONI DA SOGNO
DREAMING DESTINATIONS
VIAGGI NEL
VIAGGI SLOW
TRAVELING IN THE SLOW TOUR
DOVE E COME
WHERE AND HOW
BRAND AT WORK
BRAND AT WORK
TUTTO QUANTO FA TENDENZA
EVERYTHING
IS
BELLEZZA
BEAUTY
RILASSA LA MENTE
ACCENDIAMO I MOTORI
ROMA CODEX BY ALBERT WATSON - THE EXHIBITION Albert Watson by Mark Edward Harris
MADONNA DI CAMPIGLIO
Dove l’estate è hotel, impianti e Dolomiti inclusi
MADONNA DI CAMPIGLIO | Where summer comes with hotels, cable cars, and the Dolomites included
di Rajan Gualtieri
Ci sono vacanze che ti ricaricano, e poi c’è Madonna di Campiglio, Perla delle Dolomiti. Un luogo dove l’aria frizzante profuma di bosco e natura incontaminata , dove ogni giornata inizia con un sentiero da scoprire o una vetta da conquistare. Ma la vera rivoluzione dell’estate 2025 è che a Madonna di Campiglio la vacanza è davvero all-inclusive: hotel, impianti di risalita e esperienze indimenticabili sono tutte incluse.
Dal 19 giugno al 21 settembre, chi soggiorna negli hotel aderenti riceve gratuitamente la Dolomeet PASSion, una card che apre le porte a tutto: funivie, attività outdoor, eventi esclusivi, tour guidati, ingressi a musei e molto altro. Niente stress, niente extra da aggiungere. Solo tu e la montagna.
MONTAGNA PER TUTTI, SENZA COMPROMESSI
Madonna di Campiglio è il punto di incontro ideale tra la Val di Sole e la Val Rendena, nel cuore delle Dolomiti di Brenta, Patrimonio UNESCO. È qui che la montagna si rivela in
EN. There are vacations that recharge you—and then there’s Madonna di Campiglio, Jewel of the Dolomites. A place where the crisp air smells of forest and untouched nature, where every day begins with a new trail to explore or a peak to conquer. But the real summer 2025 revolution? In Madonna di Campiglio, your holiday is truly all-inclusive: hotels, lifts, and unforgettable experiences are all included.
From June 19 to September 21, guests staying in participating hotels receive the Dolomeet PASSion card for free—your all-access key to cable cars, outdoor activities, exclusive events, guided tours, museum entries, and much more. No stress, no hidden costs. Just you and the mountains.
THE MOUNTAINS FOR EVERYONE—NO COMPROMISES
Madonna di Campiglio sits between Val di Sole and Val Rendena, in the heart of the Brenta Dolomites,
tutte le sue sfumature: selvaggia, rilassante, adrenalinica, contemplativa. Una destinazione che ha smesso da tempo di essere solo per sciatori: in estate si trasforma in un parco a cielo aperto per famiglie, sportivi, escursionisti, bikers e sognatori. La Dolomeet PASSion ti consente 2 corse A/R al giorno sugli impianti di risalita di Madonna di Campiglio e Pinzolo (fino a 14 giorni), sconti del 25% su altri impianti del Trentino (Folgarida Marilleva, Pejo, Tonale), accesso gratuito o ridotto numerose attività culturali, naturalistiche e sportive. E se hai la Trentino Guest Card o la Val di Sole Guest Card, la tua esperienza si amplia ancora di più.
HOTEL E IMPIANTI INCLUSI: UN’IDEA CHE SEMPLIFICA TUTTO
La formula “hotel e impianti inclusi” nasce per rispondere a un desiderio sempre più diffuso: vivere la vacanza in modo fluido, senza dover pianificare ogni spostamento
a UNESCO World Heritage Site. Here, the mountains show every side of their personality: wild, relaxing, adrenaline-filled, contemplative. It’s no longer just a ski resort—it transforms in summer into a vast outdoor park for families, athletes, hikers, bikers, and dreamers. The Dolomeet PASSion includes 2 round-trip lift rides per day in Madonna di Campiglio and Pinzolo (up to 14 days), 25% discounts on other Trentino lifts (Folgarida Marilleva, Pejo, Tonale), and free or reduced access to cultural, nature, and sports activities. If you also have the Trentino Guest Card or Val di Sole Guest Card, your experience becomes even richer.
HOTELS AND LIFTS INCLUDED: TRAVEL MADE SIMPLE
The “hotel and lifts included” formula responds to a growing need: enjoying vacations without overplanning every detail. It blends comfort with adventure—perfect for exploring freely and with ease. For extra variety, the Free Outdoor Weeks
Righi
nel dettaglio.È un’idea che unisce comfort e avventura, pensata per chi vuole esplorare senza limiti e con leggerezza. E per chi ama la varietà, le Free Outdoor Weeks (19 giugno – 4 luglio e 1 – 21 settembre) aggiungono contenuti extra: escursioni in e-bike, attività adrenaliniche con guide alpine, aperitivi in quota, esperienze di pesca e degustazioni nei locali del paese. Un motivo in più per scegliere giugno e settembre come mesi ideali per una fuga alternativa e completa.
FAMILY FRIENDLY, MA CON STILE
Madonna di Campiglio sorprende anche le famiglie. I parchi gioco in quota, come il Family Park Daolasa, sono progettati per far divertire i bambini in ambienti sicuri e immersi nella natura. Strutture in legno, percorsi tra gli alberi, amache sospese, giochi d’acqua e persino una torre panoramica da scalare a oltre 7 metri di altezza. Ogni area è pensata per stimolare il movimento, la creatività e il contatto con l’ambiente. Tra le novità del 2025 spiccano due installazioni creative:
(June 19–July 4 and September 1–21) add even more: e-bike tours, adrenaline-pumping alpine activities, mountaintop aperitifs, fishing experiences, and local tastings. Even more reason to pick June or September for your alternative escape.
• “Mucca comanda colore”, dove i bambini dipingono una tela gigante con un solo colore al giorno;
• “Il disegno non c’è più”, che insegna l’effimero della natura attraverso l’acqua e la pietra. Un gioco, una lezione, un ricordo che resta. E poi c’è il “Gioco delle Ammoniti Fantastiche”, un percorso che unisce leggenda, geologia e magia con dadi, prove e scoperte.
NOVITÀ 2025: ESPERIENZE IMMERSIVE TRA ARTE, SCIENZA E NATURA
Quest’anno, Madonna di Campiglio porta l’esperienza turistica a un altro livello. Al Doss del Sabion, a 2.100 metri di quota, nasce la Sala Belvedere, un allestimento multimediale che racconta la storia geologica delle Dolomiti. Sei scenari sensoriali accompagneranno i visitatori in un viaggio dal Big Bang ai giorni nostri. Una app mobile guida il pubblico all’esterno, in un percorso tematico tra natura e scienza. Accanto alla tecnologia, si fa spazio anche la spiritualità della monta-
FAMILY-FRIENDLY, WITH STYLE
Madonna di Campiglio also surprises families. High-altitude play parks like Family Park Daolasa are designed for kids to enjoy safe, natural spaces. Wooden structures, tree trails, hanging hammocks, water games, and even a 7-meter-tall panoramic climbing tower create fun, movement, and nature connection. New for 2025:
• “Mucca comanda colore” – a daily painting activity where kids use one color per day to create a huge canvas.
• “Il disegno non c’è più” – a playful installation teaching impermanence through water and stone.
Plus, the “Fantastic Ammonite Game” combines legend, geology, and magic in a playful trail with dice, challenges, and discoveries.
NEW FOR 2025: IMMERSIVE EXPERIENCES IN ART, SCIENCE, AND NATURE
This year, Madonna di Campiglio elevates tourism to new heights. At Doss del Sabion, 2,100 meters up, the new Sala Belvedere opens—a multimedia installation telling the geological history of the Dolomites. Six sensory environments guide visitors from the Big Bang to today. A mobile app extends the experience with outdoor nature-and-science trails. Alongside technology, mountain spirituality finds its place. The “Natural Temple of Time” project invites visitors to slow down and reflect. Panoramic benches, sculptures, installations, and interactive trails offer new ways to connect with oneself and the landscape.
gna. Il progetto “Un tempio naturale del tempo” invita a rallentare, fermarsi, contemplare. Un’idea che rifiuta il turismo “mordi e fuggi” per abbracciare l’essenza di guardare e restare. Panchine panoramiche, sculture, installazioni e percorsi interattivi danno al visitatore nuovi strumenti per connettersi con sé stesso e con l’ambiente.
EMOZIONI PER CHI AMA PEDALARE
THRILLS FOR BIKING ENTHUSIASTS
The Campiglio SkiArea is 100% bike-friendly. Between Pinzolo, Marilleva, and Val di Sole lies one of Europe’s top MTB zones. From June 28 to September 14, the Val di Sole Bike Park is home to epic downhill trails like the Black Snake, tackled by World Cup athletes. With Dolomeet PASSion, you can bring your bike up the lifts. And thanks to integrated train + bus + bike mobility, getting around is easy, eco-friendly, and free for guests of partner accommodations.
La SkiArea Campiglio è anche bike-friendly al 100%. Tra Pinzolo, Marilleva e la Val di Sole si snoda una delle aree più attrezzate per la mountain bike d’Europa. Dal 28 giugno al 14 settembre il Bike Park Val di Sole è il regno del downhill, con tracciati epici come la Black Snake, affrontata dai campioni della Coppa del Mondo. Con la Dolomeet PASSion puoi salire in quota con la tua bici, grazie agli impianti attrezzati. E grazie alla mobilità integrata treno + bus + bici, spostarsi è facile, sostenibile e gratuito per chi soggiorna nelle strutture convenzionate.
Rafting, Ph. Rafting Center Val di Sole
Bike Park Daolasa Ph Centro Bike Val di Sole
EVENTI, FESTIVAL, CONCERTI E TRAMONTI
L’estate 2025 a Madonna di Campiglio è un palcoscenico di eventi. Si parte con la Coppa del Mondo di MTB (20-22 giugno a Daolasa), per arrivare ai concerti del festival “I Suoni delle Dolomiti” tra rifugi e prati in alta quota. E poi ancora: il Mountain Beat Festival a Pinzolo con Max Gazzè e Edoardo Bennato, la Dolomitica Run, le cene in telecabina, i tramonti spettacolari con musica dal vivo, le degustazioni nei rifugi. Ogni evento è un modo diverso per vivere la montagna creando esperienze per chi cerca emozioni vere.
UN’ESTATE CHE TI RESTA DENTRO
A Madonna di Campiglio non si viene per caso. Ci si arriva perché si cerca qualcosa di più: un luogo che sappia stupire e accogliere, che metta insieme servizi eccellenti e natura autentica, dove l’offerta turistica non è una lista di voci, ma un’esperienza integrata e coerente. E oggi, grazie alla formula “hotel e impianti inclusi”, tutto questo è più accessibile, più semplice, più completo. Per chi non vuole compromessi. Per chi sogna la montagna come dovrebbe essere: libera, intensa, memorabile.
Info utili e prenotazioni: www.campigliodolomiti.it/dolomeetpassion www.ski.it/hotel-impianti-inclusi
EVENTS, FESTIVALS, CONCERTS, AND SUNSET MAGIC
Summer 2025 in Madonna di Campiglio is a stage of experiences. It begins with the MTB World Cup (June 20–22 in Daolasa) and includes concerts in the “Sounds of the Dolomites” festival, performed in mountain huts and meadows. Also on the calendar: the Mountain Beat Festival in Pinzolo featuring Max Gazzè and Edoardo Bennato, the Dolomitica Run, gondola dinners, live music at sunset, and tastings in scenic refuges. Every event is a unique way to experience the mountains and feel something real.
A SUMMER THAT STAYS WITH YOU
You don’t end up in Madonna di Campiglio by accident—you come because you’re looking for more. A place that surprises and welcomes, offering top-notch services and authentic nature. A destination where tourism isn’t a checklist, but a coherent, immersive journey. And now, with the “hotel and lifts included” offer, this dream is more accessible, simpler, and more complete. For those who won’t settle for less. For those who dream of the mountains as they should be: free, intense, unforgettable.
Useful info and bookings: www.campigliodolomiti.it/dolomeetpassion www.ski.it/hotel-impianti-inclusi
Ph T. Prugnola Flying Park Archivio A.P.T. Val di Sole (46)
EMBARK
ON AN UNFORESEEN JOURNEY
With each sip, the harmonious blend of Saharan-inspired flavors whisks you to the endless horizons of the desert's boundless dunes.
BALEARI
Guida pratica senza filtri alle isole più amate del Mediterraneo
BALEARICS | A practical guide unfiltered to the Mediterranean’s most beloved islands
di Rajan Gualtieri
Le Baleari non hanno bisogno di presentazioni. Questo arcipelago spagnolo, sospeso tra il ritmo del flamenco e la leggerezza del vento salmastro, è una delle mete più gettonate del Mediterraneo. Ma oltre le spiagge da cartolina e la movida leggendaria, le isole offrono molto di più. Ecco come viverle al meglio, senza perdersi il vero spirito balearico.
MAIORCA:
PIÙ DI PALMA E SPIAGGE
Maiorca è la maggiore e la più varia. Palma, la capitale, merita almeno una giornata: il quartiere di Santa Catalina è pieno di locali e mercati, mentre la Cattedrale di Santa Maria (La Seu) lascia senza fiato al tramonto. Ma per respirare l’anima dell’isola, serve andare oltre.
Nel nord-ovest, la Serra de Tramuntana è un paradiso per chi ama camminare o pedalare: i borghi di Valldemossa e Deià sono tappe obbligate, con i loro vicoli in pietra e scorci da pittore. Chi cerca mare e silenzio, può puntare a Cala Tuent o Cala Varques. Consiglio: noleggiate un’auto piccola. Le strade di montagna non perdonano.
EN. The Balearic Islands need no introduction. This Spanish archipelago, suspended between the rhythm of flamenco and the salt-scented breeze, is one of the most popular destinations in the Mediterranean. But beyond postcard beaches and legendary nightlife, the islands have much more to offer. Here’s how to experience them fully—without missing the true Balearic spirit.
MALLORCA: MORE THAN PALMA AND BEACHES
Mallorca is the largest and most diverse of the islands. Palma, the capital, deserves at least a day: the Santa Catalina neighborhood is full of bars and markets, while the Cathedral of Santa Maria (La Seu) is breathtaking at sunset. But to truly grasp the island’s soul, you need to go further. In the northwest, the Serra de Tramuntana is a paradise for walkers and cyclists. The villages of Valldemossa and Deià are must-visits, with their stone alleys and painterly views. If you’re seeking sea and silence, head to Cala Tuent or Cala Varques. Pro tip: rent a small car—the mountain roads are unforgiving.
Palma Mallorca Cathedral
In order from the top: Cala Saona, Formentera Delicious wholesome dinner in a Spanish restaurant on the island of Mallorca
Faro de Botafoch lighthouse in the port of Ibiza town
MINORCA: L’ISOLA CHE SUSSURRA
Minorca è sottovoce. Perfetta per chi rifugge la folla, incanta con le sue calette raggiungibili solo a piedi (come Cala Macarella e Cala Mitjana), e sentieri immersi nella macchia mediterranea. L’intero litorale è attraversato dal Camí de Cavalls, un percorso escursionistico di 185 km: anche solo un tratto, a piedi o in bici, vale il viaggio. Da non perdere il mercato del pesce di Ciutadella e i resti megalitici sparsi sull’isola. E se volete fare il bagno all’alba senza compagnia, basta alzarsi presto e scegliere una cala del sud.
IBIZA: MOLTO PIÙ CHE CLUB
Ibiza ha due anime. Quella festaiola, che ogni estate richiama DJ e clubber da tutto il mondo, e quella più lenta, quasi spirituale. Il nord è ancora rurale, con casette bianche, aranci e tramonti su campi coltivati. Per scoprire l’altra Ibiza, fate base a Santa Gertrudis o Sant Joan. I mercatini hippy di Las Dalias e Punta Arabí sono un tuffo negli anni ‘70, ma il vero must è una giornata in barca per raggiungere le calette del sud, come Cala d’Hort o Atlantis. E poi: yoga all’alba, passeggiate tra i mandorli, un mojito guardando Es Vedrà.
MENORCA: THE ISLAND THAT WHISPERS
Menorca speaks softly. Perfect for those avoiding crowds, it enchants with secluded coves reachable only on foot (like Cala Macarella and Cala Mitjana) and trails immersed in Mediterranean scrub. The entire coastline is lined by the Camí de Cavalls, a 185-km hiking route—just a stretch, on foot or by bike, is worth the trip. Don’t miss the fish market in Ciutadella and the scattered megalithic ruins. And if you want a solitary morning swim, just wake early and choose a southern cove.
IBIZA: SO MUCH MORE THAN CLUBS
Ibiza has two souls. The party one, which every summer draws DJs and clubbers from around the world—and the slower, almost spiritual one. The north is still rural, with whitewashed houses, orange groves, and sunsets over cultivated fields. To discover the other Ibiza, stay in Santa Gertrudis or Sant Joan. The hippie markets of Las Dalias and Punta Arabí are a trip back to the ‘70s, but the true highlight is a boat day to the southern coves like Cala d’Hort or Atlantis. Also: sunrise yoga, walks among almond trees, a mojito while gazing at Es Vedrà.
FORMENTERA: IL LUSSO DELLA SEMPLICITÀ
Formentera è essenziale. Poche strade, zero aeroporti, sabbia bianca e mare che sembra dei Caraibi. Si gira in bici o scooter, si vive lentamente. Le spiagge da segnare: Ses Illetes, Llevant, Cala Saona. Un consiglio: prenotate il traghetto da Ibiza all’alba, arrivate quando l’isola si sveglia. Noleggiate una bici elettrica e seguite il vento. Per mangiare, i chiringuitos sulla spiaggia sono perfetti, ma chi cerca una vista mozzafiato può salire al faro di La Mola.
INFO PRATICHE E DRITTE LOCALI
• Quando andare: giugno è perfetto. Clima caldo ma non afoso, spiagge vivibili, prezzi ancora contenuti.
• Come muoversi: Maiorca e Ibiza richiedono l’auto. A Minorca, meglio alternare auto e trekking. A Formentera, due ruote.
• Prenotazioni: per spiagge famose e ristoranti noti, meglio prenotare in anticipo. Alcune calette ora richiedono accessi contingentati.
• Cosa assaggiare: ensaimadas, sobrasada, formaggio di Mahón, gin di Minorca, e il pesce fresco cucinato “a la plancha” ovunque.
Le Baleari non sono un luogo, sono quattro mondi che convivono. Diversi, a volte in contrasto, ma tutti capaci di lasciare un segno. Sta a voi decidere da quale iniziare.
PRACTICAL TIPS AND LOCAL INSIGHTS
• When to go: June is ideal—warm but not sweltering, manageable crowds, and reasonable prices.
• Getting around: Mallorca and Ibiza require a car. In Menorca, alternate between driving and hiking. In Formentera, go for two wheels.
• Reservations: Book in advance for popular beaches and well-known restaurants. Some coves now have limited access.
• What to try: Ensaimadas, sobrasada, Mahón cheese, Menorcan gin, and fresh fish grilled a la planchaeverywhere.
The Balearics aren’t just a place—they’re four different worlds. Distinct, sometimes contrasting, but each capable of leaving a lasting impression. It’s up to you to choose where to begin.
FORMENTERA: THE LUXURY OF SIMPLICITY
Formentera is all about essentials. Few roads, no airport, white sand, and Caribbean-like seas. You get around by bike or scooter and live slowly. Must-see beaches: Ses Illetes, Llevant, Cala Saona.
Pro tip: take the ferry from Ibiza at dawn and arrive as the island wakes. Rent an e-bike and follow the wind.
For meals, beachfront chiringuitos are perfect, but for a breathtaking view, head up to the La Mola lighthouse.
In this page Chefchaouen, the blue town The Desert in Morocco
365 steps of Carrer del Calvari stairway leading to the El Calvari chapel at Pollenca, Mallorca
COLLI PIACENTINI, TRA STORIA E GUSTO
PIACENZA HILLS, BETWEEN HISTORY AND TASTE
Gianfranco Nalin
L’itinerario che condivido con voi, tra Piacenza e la Val Tidone, è un viaggio in cui – come vedrete – storia, personaggi storici e gusto si intrecciano. Il mio consiglio è di dedicargli almeno due giornate, come abbiamo fatto noi Pensionati per caso (vi vedo, milanesi, resistete alla tentazione di far stare tutto in una gita fuori porta!). La nostra visita di Piacenza è cominciata a Palazzo Farnese, in occasione della mostra I fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una regina. Antonio Iommelli, direttore dei Musei civici, ci ha accompagnato lungo il percorso, raccontandoci la storia di questa affascinante figura storica e di come la sua vita s’intrecciò con i prodotti del suo territorio. Ma, per parlare di lei, non si può non citare un altro grande personaggio: Giulio Alberoni.
«Altro che monete d’oro e d’argento o preziosi ninnoli. Fette di coppa e di salame!».
Scrive così il Cardinale Giulio Alberoni, un protagonista illustre della storia piacentina e poi europea, che riuscì a influenzare le politiche delle corti europee del ‘700 a colpi di – o meglio dire, a profumo di – coppa e salame piacentini. Aveva origini umili (era figlio di un ortolano), ma era un un ottimo diplomatico e un grande comunicatore. Seppe fare buon uso dei salumi e dei vini del suo territorio
EN. The itinerary I will share with you, between Piacenza and the Tidone Valley, is a journey – as you will see – where history, historical figures and taste are intertwined
My advice is to devote at least two days to it, as we Retired Travelers did (I see you Milanese people, try to resist the temptation to make it all fit into a one-day trip!).
Our visit to Piacenza started at Palazzo Farnese for the exhibition The Splendors of Elisabetta Farnese. Portrait of a Queen. Antonio Iommelli, director of the Civic museums, accompanied us along the tour, telling us the story of this fascinating historical figure and how her life was woven together with the products of her territory. However, in order to talk about her, it is impossible not to mention another great personality: Giulio Alberoni.
«Not golden and silver coins, nor precious trinkets. Slices of coppa and salami!».
Cardinal Giulio Alberoni’s words. He was a distinguished protagonist of Piacenza’s history and European history, who managed to influence the policies of the European courts of the 18th century with the help of – or rather, the aroma of –coppa and salami from Piacenza. He came from humble origins (he was the son of a greengrocer), but he was an excellent diplomat and great communicator. Throughout his career, he knew how to make good use of the cured meats and wines of his territory to consolidate relationships. Once he became general secretary to the French Vendôme and thus arrived at the court of Versailles, Cardinal Alberoni succeeded in two feats: getting to the court of Spain and convincing the Spanish aristocrats to accept Philip V, the grandson of the Sun King, as king. But also, persuading the Spanish ladies of the court that the best match for Philip V was the Duchess of Parma and Piacenza, Elisabetta Farnese, a “simple and proper” person, educated by her mother Dorothea of Neuburg, a German princess and sister of the Empress of the Holy Roman Empire.
When in Madrid, it turned out that Farnese was anything but the simple woman that had been described by Alberoni. Instead, she was a woman of great culture, who spoke and wrote in four languages and knew how to rule. Of
di
per consolidare relazioni lungo tutto l’arco della sua carriera. Diventato segretario generale del francese Vendôme e giunto alla corte di Versailles, il Cardinale Alberoni riuscì in due imprese: stabiliti contatti con la corte di Spagna, convinse gli aristocratici spagnoli ad accettare Filippo V, il nipote del Re Sole, come re. E quindi persuase le dame di corte spagnole che il miglior partito per Filippo V fosse la duchessa di Parma e Piacenza, Elisabetta Farnese, persona “semplice e a modo”, istruita dalla madre Dorotea di Neuburg, principessa tedesca e sorella dell’imperatrice del sacro romano impero. Una volta a Madrid, si scoprì che Farnese era tutt’altro che la donna sempliciotta che era stata descritta da Alberoni. Si rivelò una donna di grande cultura, che parlava e scriveva in quattro lingue e sapeva governare. Di lei Federico II di Prussia disse: «Il cuore energico di un romano, la fierezza di uno spartano, la pertinacia di un inglese, l’astuzia di un italiano, la vivacità di un francese concorsero a formare questa donna singolare».
Elisabetta Farnese, ghiotta dei salumi di casa, continuò a chiedere ad Alberoni di rifornirle la dispensa reale; e i salumi piacentini continuarono a essere usati per promuovere le relazioni di corte. Cosa che portò in seguito il figlio di Elisabetta, Carlo III, a diventare re delle Due Sicilie, duca di Parma e Piacenza e infine re di Spagna. Se volete approfondire la storia di Alberoni, consigliamo di visitare il Collegio Alberoni con una guida. È ancora un seminario attivo, ma alcune sue sale sono visitabili e ospitano importanti opere d’arte, tra cui arazzi fiamminghi, una pinacoteca e un Cristo di Antonello da Messina. La visita include anche l’antica biblioteca, con rari manoscritti religiosi e scientifici, talmente preziosi da essere stati risparmiati da Napoleone grazie alla visione laica del fondatore, il Cardinale Giulio Alberoni. A questo punto potete immaginare il desiderio che avevamo
her, Frederick II of Prussia said: «The energetic heart of a Roman, the fierceness of a Spartan, the pertinacity of an Englishman, the shrewdness of an Italian, and the vivacity of a Frenchman concurred to form this singular woman». Elisabetta Farnese, who was greedy for the cured meats of her native land, continued asking Alberoni to supply her royal pantry; and Piacenza’s cured meats continued to be used to promote court relations. This later led to Elisabeth’s son Charles III becoming king of the Two Sicilies, duke of Parma and Piacenza and finally king of Spain.
If you want to deepen the story of Alberoni, we recommend visiting the Collegio Alberoni with a guide. It is still an active seminary, but some of its rooms can be visited and house important works of art, including Flemish tapestries, a picture gallery and a Christ by Antonello da Messina.
Corano, Borgonovo Val Tidone
Palazzo Farnese
noi di assaggiare questi favolosi prodotti DOP che hanno fatto la storia! È successo il secondo giorno. Siamo partiti alla ricerca dei sapori del territorio in bicicletta, per un itinerario lungo i sentieri della Val Tidone! Su consiglio del direttore del Consorzio dei Salumi Piacentini, dopo circa un’ora e mezza di pedalata abbiamo raggiunto Strà in alta Val Tidone, dove è d’obbligo fare una sosta al Salumificio Grossetti, uno dei 12 salumifici del Consorzio Salumi Piacentini, adiacente al sentiero cicloturistico. Prenotando in anticipo, potrete godere di una visita guidata ai laboratori di salumeria, degustare i prodotti, e capire perché hanno riscosso tanto successo tra l’aristocrazia europea e recentemente tra i ciclisti del Tour de France 2024. Dopo
The visit also comprises the ancient library, with rare religious and scientific manuscripts so valuable that they were spared by Napoleon thanks to the secular vision of the founder, Cardinal Giulio Alberoni. At this point, you will imagine the desire we had to taste these fabulous PDO products that have made history! It happened on the second day. We went in search of the flavours of the area by bike, for a route along the trails of the Tidone Valley!
We followed the advice of the director of the Consorzio dei Salumi Piacentini and, after about an hour and a half of biking we reached Strà in the upper Tidone Valley, where a break at Salumificio Grossetti is mandatory. It is one of the 12 salami factories of the Consorzio Salumi Piacentini, right close to the bike trail. By booking in advance, here you can enjoy a guided tour of the workshops, taste the products, and understand why they have been a success
among European aristocracy, and recently among the Tour de France 2024 cyclists. After enjoying this snack, we stopped in Borgonovo Val Tidone, near Bilegno. A small place of old-fashioned houses, where we uncovered a hidden gem: La Palta restaurant. The two owners, Isa and Monica, combine local tradition with Isa’s Michelin cooking experience.
Elisabeth Farnese, unknown artist
Ristorante la Palta
Collegio Alberoni, Piacenza
esserci goduti questa merenda, ci siamo fermati a Borgonovo Val Tidone, nei pressi di Bilegno. Si tratta di una piccola frazione di case di una volta, dove abbiamo scovato una gemma nascosta: il ristorante La Palta. Le due titolari, Isa e Monica, coniugano la tradizione locale con l’esperienza della cucina stellata di Isa. Rifocillati, ci siamo quindi avviati alla volta di Piacenza – e per completare il giro in maniera perfetta siamo tornati ai Musei civici di Palazzo Farnese, dove è in mostra uno dei primi quadri di Botticelli. Grazie alla loro abilità nel tenere nascosti i tesori più preziosi e, allo stesso tempo, nel far conoscere al mondo i loro prodotti, i piacentini hanno saputo creare legami, evitare conflitti e godersi in pace la bellezza e i sapori dei loro colli.
Finally refreshed, we set out for Piacenza – and to perfectly complete the tour in a circle we went to the Civic museums of Palazzo Farnese, where one of Botticelli’s earliest paintings is on display. Thanks to their ability to keep their most precious treasures hidden, while at the same time letting the world know about their products, the people of Piacenza have been able to forge bonds, avoid conflicts and enjoy the beauty and flavors of their hills in peace.
SCAN ME
TG del Turismo e sul Sistema
Digitale di La7: ogni settimana le Syusy & Patrizio News su viaggi, eventi e destinazioni
Tourism News and La7 Digital System: every week the Syusy & Patrizio News on travel, events and destinations
Palazzo Farnese, cortile interno
COPENHAGEN, VIAGGIO A CARLSBERG CITY
La prossima volta che andate a Copenhagen, scordatevi Nyhavn, i Giardini di Tivoli e Christiania, pieni zeppi di turisti alle prime armi e dirigetevi in uno dei quartieri più storici e interessanti della città: Carlsberg. Questo nuovo quartiere, nato dalla trasformazione di un’ex enclave industriale, quella del villaggio della birra, riflette l’immagine di questa capitale moderna, con grandi ambizioni in termini urbanistici e ambientali. Tra vecchie fabbriche di fine Ottocento, ex alloggi operai e edifici industriali riqualificati e trasformati dallo studio danese BRIQ in uffici, appartamenti e attività commerciali, e boutique di designer danesi, i giovani alla moda si mescolano alle famigliole bohémienne con i passeggini e le biciclette che qui si usano per andare ovunque. Si tratta dell’ex sito industriale Carlsberg che sta rinascendo come quartiere vivace, dove tradizione e innovazione coesistono e dove non manca nulla, tanto da essere chiamato Carlsberg City una vera città nella città. Una trasformazione esemplare, che gli è valsa persino un pre-
COPENHAGEN, A JOURNEY TO CARLSBERG CITY
EN. Next time you visit Copenhagen, forget about Nyhavn, Tivoli Gardens, and Christiania—packed with first-time tourists—and head instead to one of the city’s most historic and fascinating neighborhoods: Carlsberg. This new district, born from the transformation of a former industrial enclave—the old beer village—reflects the image of a modern capital with ambitious urban and environmental goals. Among late 19th-century factories, former workers’ housing, and repurposed industrial buildings transformed by Danish studio BRIQ into offices, apartments, retail spaces, and Danish designer boutiques, stylish young people blend with bohemian families pushing strollers and riding bicycles—still the most popular way to get around here. This is the former Carlsberg industrial site, now reborn as a vibrant neighborhood where tradition
stigioso riconoscimento architettonico. Qui, nel 1847, Jacob Christian Jacobsen creò la Carlsberg che, con il suo successo internazionale, ha segnato la storia di tutta la Danimarca. La birra venne prodotta in questo luogo fino al 2008, per poi essere trasferita nello Jutland. Oggi, si può ancora vistare la House of Carlsberg, con visite guidate – compresa nella Copenhagen Card – che raccontano la storia di una famiglia che ha dato molto al Paese e l’evoluzione del brand, si può bere una birra al bar interno alla fabbrica o prendere un aperitivo tutti i venerdì sera durante l’estate, visitare le stalle e i calessi che ancora oggi portano i turisti in giro per il quartiere. Si può dormire nell’Hotel Ottilia – dal nome della moglie del figlio del fondatore, Carl Jacobsen - che un tempo era l’edificio dove venivano conservate le botti di birra, riconoscibile dalle inconfondibili finestre rotonde. Il quartiere, che ha mantenuto il look and feel dell’epoca, con mattoncini di pietra locale, si gira benissimo a piedi o in biciletta: nella riqualificazione dell’area sono state incluse ovviamente piste ciclabili ovunque, giardini e parchi. Iconica di Carlsberg è la Torre dell’elefante, l’ex cancello d’ingresso sostenuto da quattro pachidermi di granito a grandezza naturale a simboleggiare il potere del marchio della birra. Oggi, è diventato senza dubbio il simbolo stesso del quartiere e immancabile soggetto di foto e selfie.
and innovation coexist. It’s so complete that it’s often referred to as Carlsberg City—a city within the city. This exemplary transformation even earned the area a prestigious architectural award. It was here, in 1847, that Jacob Christian Jacobsen founded Carlsberg, the brewery that would go on to make international history for Denmark. Beer was produced on-site until 2008, when operations moved to Jutland. Today, visitors can still explore the House of Carlsberg, with guided tours—free with the Copenhagen Card— telling the story of a family that gave so much to the country, along with the evolution of the brand. You can enjoy a beer at the brewery bar or attend summer Friday evening aperitifs, visit the stables and carriages that still take tourists around the neighborhood, or stay at Hotel Ottilia—named after the wife of Carl Jacobsen, the founder’s son—located in the old barrel storage building, instantly recognizable by its iconic round windows. The neighborhood has preserved its original look and feel, with local brickwork, and is easily explored on foot or by bike: the redevelopment included bike lanes, parks, and green spaces throughout. The Elephant Tower—the former brewery gate supported by four life-sized granite elephants symbolizing the strength of the Carlsberg brand—is now the iconic symbol of the district and an unmissable photo and selfie stop.
A Tivoli si trova una delle più belle dimore che si possano visitare in Italia: Villa Gregoriana, uno dei Beni del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Un luogo che non è soltanto storia, ma anche grande esempio di biodiversità, grazie al meraviglioso parco, perfetto equilibrio tra uomo e natura, famoso per la Grande Cascata che, con i suoi 120 metri d’altezza, è la seconda più alta d’Italia dopo quella delle Marmore. È considerato un particolarissimo esempio di giardino romantico in Italia.
In Tivoli lies one of the most beautiful historic residences in Italy: Villa Gregoriana, a heritage site managed by FAI (Italian Environmental Fund). This place is not only rich in history but also a remarkable example of biodiversity, thanks to its stunning park—a perfect harmony between man and nature—famous for the Grand Waterfall, which, at 120 meters, is the second tallest in Italy after Marmore Falls. It is considered a unique example of the Romantic garden in Italy.
C’è un luogo in Italia che sembra il set di un film fantasy: è il Parco Nazionale della Sila, oasi di verde e di grande bellezza che racchiude una riserva naturale meravigliosa, il Bosco dei giganti, fatto di pini, larici e aceri dalle altezze impressionanti, che svettano da secoli nel cuore della Calabria, ultima testimonianza dell’antica Foresta dei Bruzi, la Silva Brutia cantata dagli autori latini. Qui è possibile partecipare a suggestive camminate che raccontano la biodiversità del territorio, la ricchezza delle specie presenti e la convivenza dell’uomo con questa natura ancora incontaminata. Gli appassionati di trekking possono esplorare i numerosi sentieri ben segnalati, mentre gli amanti della bicicletta potranno esplorare i percorsi cicloturistici che offrono panorami perfetti per scattare foto indimenticabili.
There’s a place in Italy that looks like the set of a fantasy movie: the Sila National Park, a green oasis of incredible beauty that includes the breathtaking Forest of the Giants.
This ancient woodland is made up of towering pine, larch, and maple trees that have stood for centuries in the heart of Calabria—the last remnant of the ancient Bruzi Forest (Silva Brutia), sung by Latin poets. Visitors can take part in enchanting walks that explore the area’s biodiversity, rich wildlife, and human coexistence with this still-pristine nature.
Trekking lovers will enjoy the many well-marked trails, while cycling enthusiasts can explore bike routes offering picture-perfect views.
Parte il 4 luglio, e viaggerà tutti i weekend d’estate, l’Espresso Riviera, un treno d’altri tempi che partirà da Roma fino alla Costa Azzurra viaggiando di notte toccando Nizza, Montecarlo e Marsiglia. Un viaggio lento e sostenibile per chi non ha fretta e desidera godersi i paesaggi costieri dal finestrino del treno. Durante la tratta notturna, i passeggeri potranno scegliere tra cuccette e vagoni letto, godendo di un servizio ristorante e di un bar sempre attivo. A Genova, il treno cambierà configurazione diventando diurno, offrendo ai viaggiatori salottini e posti a sedere di Prima e Seconda classe.
Starting July 4 and running every summer weekend, the Espresso Riviera is a vintage-style train journeying from Rome to the French Riviera overnight, with stops in Nice, Monte Carlo, and Marseille. A slow, sustainable journey for those who aren’t in a rush and want to admire the coastal scenery from a train window. During the night ride, passengers can choose between couchettes and sleeper cabins, with access to a dining car and bar. In Genoa, the train switches to daytime configuration, offering travelers First and Second Class seating and lounge cars.
Incontro con Ercole Botto Poala, CEO di un’azienda tessile di famiglia che da 160 anni fa parte delle eccellenze del nostro Made in Italy.
REDA 1865: QUALITY, INNOVATION, AND INTEGRITY | An
interview with Ercole Botto Poala, CEO of a family-owned textile company that has represented the excellence of Made in Italy for over 160 years.
di Paolo Gelmi
Nel mondo della moda e dei tessuti poche aziende sono in grado di vantare una storia così ricca e affascinante come quella di Reda 1865, una società fondata in un’epoca in cui il tessile era un settore emergente, il percorso di questa magnifica azienda inizia nel 1865 quando il suo fondatore Carlo Reda visionario imprenditore piemontese iniziò a produrre tessuti trasformando un vecchio mulino in un vero e proprio lanificio a Valdilana nel cuore delle Alpi Biellesi, la scelta di quel territorio non fu casuale, quella particolare zona era conosciuta per la sua tradizione tessile e la qualità delle materie prime in particolare della lavorazione della lana, non a caso il biellese divenne presto il più importante distretto tessile d’Europa. Nel 1919 l’azienda piemontese venne acquistata dai fratelli Botto Poala discendenti di una nota famiglia biellese di tessitori che grazie al loro impegno e passione diedero vita al lungo percorso che porterà il brand a diventare un punto di riferimento nel settore tessile e nella produzione di lana Merino a livello mondiale. Con l’ingresso della famiglia Botto Poala il marchio Reda fu capace di distinguersi per la sua grande attenzione alla qualità e alla lavorazione artigianale, i primi prodotti lavorati furono i tessuti di lana capaci di risultare di una qualità insuperabile, la prima grande svolta della società biellese avvenne intorno agli anni 30/40 dove Reda iniziò a introdurre innovazioni tecnologiche nelle sue produzioni, investendo in macchinari all’avanguardia e in processi produttivi in grado di garantire standard molto elevati, la qualità dei suoi prodotti fu immediatamente riconosciuta in Italia e all’estero, decretandone il successo e il consolidamento del valore aziendale a livello globale. Negli anni successivi Reda ha saputo anticipare le tendenze del mercato ponendosi tra le prime che affronteranno il tema della sostenibilità in un periodo storico dove per molte società del settore era ancora pura fantascienza, l’azienda tessile biellese iniziò un percorso di grande impegno verso le pratiche eco-friendly utilizzando materiali riciclati e poi riducendo in modo eclatante l’impatto ambientale, diventando così un’azienda all’avanguardia e competitiva nel settore tessile non soltanto dal punto di vista qualitativo ma anche di quello eco-sostenibile, sino ad arrivare al 2004 quando le verrà assegnata come primo lanificio al mondo l’autorevole certificazione “Emas”. Negli anni l’azienda è sopravvissuta alla crisi che ha colpito il settore tessile ita-
EN. In the world of fashion and textiles, few companies can boast such a rich and fascinating history as Reda 1865. Founded during a time when the textile industry was just emerging, the journey of this remarkable company began in 1865 when visionary Piedmontese entrepreneur Carlo Reda transformed an old mill in Valdilana, nestled in the heart of the Biella Alps, into a fully operational wool mill. The choice of that location was no coincidence—it was renowned for its textile tradition and the exceptional quality of its raw materials, particularly wool. Unsurprisingly, the Biella region soon became Europe’s most important textile district. In 1919, the company was acquired by the Botto Poala brothers, descendants of a well-known family of Biella weavers. Through their dedication and passion, they laid the foundation for Reda’s transformation into a global benchmark in the textile industry and merino wool production. Under the Botto Poala family, the Reda brand became known for its meticulous attention to quality and craftsmanship. The first processed products were wool fabrics of unmatched quality. A major turning point came in the 1930s and 1940s, when Reda began introducing technological innovations, investing in advanced machinery and production processes capable of meeting high standards. The excellence of its products quickly gained recognition in both Italy and abroad, cementing Reda’s status in the global market. In later years, Reda demonstrated its forward-thinking approach by addressing sustainability—well before it became a mainstream concern in the industry. The company began adopting eco-friendly practices, using recycled materials and drastically reducing its environmental impact. This led to Reda becoming a pioneer in sustainable textile production, culminating in 2004 with its certification as the first wool mill in the world to receive the prestigious EMAS certification. Despite the crises that hit the Italian textile sector—especially in Biella—Reda managed to thrive thanks to its adaptability, the superior quality of its fabrics, the uniqueness of its products in the global market, and outstanding family management that directly oversees the entire production chain. These strengths have enabled Reda to capture significant market share and win the trust of tailors,
liano, soprattutto quello del distretto biellese, grazie alla sua propensione all’adeguamento, alla qualità dei suoi tessuti, alla capacità di rendere il prodotto un unicum sul mercato globale e non per ultima alla superlativa gestione familiare capace di controllare direttamente tutta la filiera produttiva, fattori che gli hanno permesso di conquistare importanti quote di mercato, le preferenze di moltissimi sarti e consumatori finali di tutto il mondo, maison di moda prestigiose a livello nazionale e internazionale, che grazie al suo prodotto confezionano abiti preziosi con tessuti di questa storica realtà italiana. Reda è stata capace generazione dopo generazione di rinnovarsi e innovarsi facendo dell’integrità, dell’innovazione e della qualità i propri punti di forza, un’azienda che ha saputo evolversi e adattarsi ai cambiamenti economici e sociali mantenendo sempre il proprio impegno verso quei valori che le hanno permesso di diventare una delle più importanti realtà della nostra eccellenza, Gate Magazine ha incontrato Ercole Botto Poala il CEO di Reda per farsi raccontare aneddoti e novità di una storica azienda tessile, che da 160 anni fa parte dell’eccellenza del nostro Made in Italy.
Reda ha una storia importante che parte dalla famiglia nel lontano 1865, quanto della filosofia iniziale è ancora viva e attiva oggi?
In questi 160 anni di storia, che celebreremo proprio quest’anno in occasione di Milano Unica a luglio, Reda ha saputo rimanere fedele alla propria identità, evolvendosi con coerenza. I valori fondanti – il legame con il territorio, il know-how che si tramanda di generazione in generazione, l’attenzione alla qualità ed il rispetto per le persone e per l’ambiente – sono ancora oggi il cuore pulsante della nostra visione. Nel tempo, abbiamo trasformato il nostro modello di business integrando sostenibilità e innovazione, ma senza mai smarrire ciò che ci ha guidati fin dall’inizio: la cultura d’impresa familiare, la cura per i dettagli e la volontà di generare valore in modo responsabile. La filosofia iniziale non solo è viva, ma si è rafforzata: è il nostro punto di partenza quotidiano per guardare avanti, senza dimenticare da dove veniamo.
consumers, and prestigious fashion houses worldwide, which use Reda’s fabrics to create high-end garments.
Generation after generation, Reda has evolved and innovated while remaining rooted in its founding values: integrity, innovation, and quality. Gate Magazine met with Ercole Botto Poala, Reda’s CEO, to explore the story and future of this iconic company that has stood for Italian excellence for 160 years.
Reda has a long-standing history starting in 1865. How much of the original philosophy is still alive today?
Over these 160 years—which we’ll be celebrating this July at Milano Unica—Reda has remained true to its identity, evolving with consistency. Our core values—connection to the land, generational know-how, quality, and respect for people and the environment—still form the heartbeat of our vision today. We’ve transformed our business model to integrate sustainability and innovation, but we’ve never strayed from the principles that have guided us from the beginning: a family business culture, attention to detail, and the desire to create value responsibly. The original philosophy hasn’t just survived—it’s been strengthened. It’s the daily foundation we use to look ahead, without forgetting where we came from.
What does it mean to be the heir to such a prestigious family business? What responsibilities come with that?
Being the heir to a company like Reda is an honor—but also a huge responsibility that I share with my cousins Francesco, Guglielmo, and Fabrizio. We inherited the company from our fathers, who inherited it from theirs. This generational continuity has helped shape a solid identity based on shared values and a long-term vision.
Growing up in a family business like ours means you develop a deep sense of belonging early on. You’re not just a manager—you’re a guardian of a tradition that spans centuries. Our job is twofold: to preserve that legacy and to innovate it. We’re here to carry the past into the future, staying true to our guiding principles—excellence, integrity, sustainability—while embracing the challenges of a changing world.
Ercole Botto Poala, REDA1865 CEO
Cosa significa per lei essere erede di una così prestigiosa azienda familiare e quali responsabilità comporta?
Essere erede di un’azienda come Reda è prima di tutto un onore, ma anche una grande responsabilità che condivido con i miei cugini Francesco, Guglielmo e Fabrizio. Insieme abbiamo raccolto il testimone dai nostri padri, che a loro volta lo avevano ricevuto dalla generazione precedente. Questo passaggio generazionale è parte integrante della nostra storia ed ha contribuito a forgiare un’identità aziendale solida, fondata su valori condivisi e visione di lungo periodo. Crescere in un contesto familiare come il nostro significa sviluppare fin da subito un senso profondo di appartenenza: non sei solo un manager, ma un custode di una tradizione che ha attraversato i secoli. Il nostro compito oggi è duplice: preservare quell’eredità valoriale e, allo stesso tempo, innovarla. Raccogliere il passato per proiettarlo nel futuro, restando fedeli ai principi che ci guidano da sempre – eccellenza, integrità, sostenibilità – ma con lo sguardo aperto al mondo e alle sfide che ci aspettano.
Sino dagli anni 90 l’innovazione è stata un vostro punto di forza, vogliamo approfondire questo argomento?
L’innovazione è parte integrante del nostro DNA da sempre, ma è dagli anni ’90 che abbiamo iniziato a strutturarla come asset strategico su cui costruire la crescita. In quegli anni, Reda ha avviato un processo profondo di trasformazione industriale e culturale, investendo nella ricerca tecnologica e nella sostenibilità, molto prima che questi temi diventassero centrali nel dibattito globale. Abbiamo scelto di integrare verticalmente tutta la filiera, dal vello al tessuto, per avere il pieno controllo sulla qualità e sull’impatto ambientale dei nostri processi. Abbiamo investito in tecnologie proprietarie, in digitalizzazione, in sistemi di tracciabilità e nell’utilizzo di dati per migliorare le performance ambientali. E oggi l’innovazione per noi significa anche ridisegnare il concetto stesso di tessuto: più performante, più leggero, più durevole, ma anche più responsabile.
Credo fermamente che innovare significhi avere il coraggio di mettersi in discussione continuamente, restando fedeli alla propria identità ma con la volontà di evolvere.
In Reda lo facciamo ogni giorno, grazie ad un team straordinario e a una cultura aziendale che valorizza la curiosità, la competenza e la visione di lungo periodo.
Gestione, qualità e innovazione sono i vostri cardini fondamentali, ci vuole raccontare come si equilibrano questi 3 fattori?
Per noi non sono tre concetti separati, ma parti di un unico sistema che funziona solo se tutti gli elementi sono in equilibrio. Una buona gestione, intesa non solo come efficienza ma anche come visione strategica e governance consapevole, è la base per creare un ambiente dove qualità e innovazione possano esprimersi al massimo livello. La qualità, per Reda, non è mai stata un’opzione ma un requisito essenziale, frutto di una filiera che controlliamo in ogni fase e di competenze che si tramandano da generazioni. Ma la qualità da sola non basta, se non è accompagnata da una spinta costante all’innovazione. Innovare, per noi, significa migliorare ogni giorno:
Innovation has been one of your strengths since the 1990s. Can you elaborate?
Innovation has always been part of our DNA, but in the 1990s, we began structuring it as a strategic pillar for growth. That’s when Reda began a major industrial and cultural transformation, investing in technological research and sustainability—long before these were popular topics. We vertically integrated our supply chain, from fleece to fabric, to maintain full control over quality and environmental impact. We invested in proprietary technologies, digitalization, traceability systems, and data analytics to boost environmental performance. Today, innovation also means redefining what a fabric can be: more efficient, lighter, longer-lasting, and more responsible.
To me, innovation means having the courage to constantly challenge ourselves—remaining faithful to our identity while evolving. At Reda, we do that every day, thanks to an extraordinary team and a company culture that values curiosity, competence, and a long-term vision.
Management, quality, and innovation are your key pillars. How do you balance these three elements?
For us, these aren’t separate ideas—they’re parts of a single system that only works when everything is in balance. Good management—not just in terms of efficiency, but in strategic vision and conscious governance—creates an environment where quality and innovation can thrive.
At Reda, quality is not optional; it’s essential. It comes from a supply chain we control end-to-end and from skills passed down through generations. But quality alone isn’t enough without a constant push for innovation. For us, innovation means improving every day—in production, products, business models—always with a focus on sustainability.
Balancing these three pillars takes time, a strong company culture, a skilled team, and leadership that can read the si-
nei processi produttivi, nei prodotti, nei modelli di business, sempre con una forte attenzione alla sostenibilità. L’equilibrio tra questi tre pilastri si costruisce nel tempo, con una cultura aziendale solida, un team preparato e una leadership capace di leggere il cambiamento. È questo approccio integrato che ci ha permesso di crescere in modo coerente e responsabile.
Reda ha un forte legame con il territorio, che è il più importante distretto tessile Italiano, cosa ha determinato in termini territoriali questo successo?
Il nostro legame con il biellese è profondo ed identitario. Reda è nata e cresciuta qui, nel cuore di quello che è riconosciuto a livello internazionale come il distretto della lana per eccellenza. Questo contesto ci ha offerto un patrimonio inestimabile: competenze artigianali, cultura
manifatturiera, rispetto per il lavoro e per la materia prima. Il successo del distretto non è frutto del caso, ma il risultato di una lunga tradizione condivisa, dove aziende, famiglie e comunità hanno contribuito a creare un ecosistema unico. L’accesso diretto a competenze tecniche altamente specializzate, ad una filiera integrata e ad un forte senso di collaborazione tra player del territorio ha sicuramente rappresentato un vantaggio competitivo. Oggi, sentiamo la responsabilità di restituire valore a questo territorio, continuando ad investire, a creare occupazione e a promuovere un modello di sviluppo che coniughi innovazione e radici.
Siete partiti lavorando la lana, quali sono oggi i vostri tessuti più richiesti?
La lana è da sempre il cuore della nostra identità e continua a esserlo, ma oggi, grazie all’innovazione, siamo in grado di interpretarla in modi nuovi e sorprendenti.
Tra le linee più richieste c’è sicuramente Reda Active, che rappresenta la sintesi perfetta tra performance, comfort e sostenibilità. Grazie alle sue caratteristiche tecniche – traspirabilità, resistenza, elasticità naturale e termoregolazione – ci consente di collaborare con clienti molto diversi, in ambiti che vanno dall’abbigliamento formale allo sportswear, fino al leisurewear. È un tessuto che si presta alla realizzazione di capi spalla performanti ma anche, per esempio, di costumi da bagno. Accanto a Reda Active, la linea Reda Flexo ci consente di espandere ulteriormente la nostra proposta, grazie all’utilizzo di ROICA™
gns of change. This integrated approach has enabled us to grow consistently and responsibly.
Reda has a strong connection to the Biella region, Italy’s top textile district. How has that influenced your success?
Our connection to Biella runs deep. Reda was born and raised here, in the heart of what is internationally recognized as the wool district par excellence. This environment gave us an invaluable heritage: artisanal skills, manufacturing culture, and respect for both labor and raw materials.
The district’s success wasn’t accidental—it’s the result of a long, shared tradition where companies, families, and communities built a unique ecosystem. Having direct access to highly specialized technical expertise, an integrated supply chain, and a strong spirit of collaboration has been a major competitive advantage. Today, we feel a responsibility to give back to this region—by continuing to invest, creating jobs, and promoting a development model that blends innovation and heritage.
You started with wool. What are your most in-demand fabrics today?
Wool has always been at the heart of our identity, and it still is. But thanks to innovation, we’re now able to interpret it in new and surprising ways. One of our most in-demand lines is Reda Active—a perfect blend of performance, comfort, and sustainability. Its technical features—breathability, durability, natural stretch, and thermoregulation—make it ideal for everything from formalwear to sportswear and leisurewear. It even works for swimwear. Alongside Reda Active is Reda Flexo, which expands our offe
– un elastomero sostenibile di nuova generazione – che garantisce elasticità e comfort mantenendo l’eleganza e la qualità tipica dei nostri tessuti. Proprio per questa sua versatilità, Reda Flexo ci permette di rispondere alle esigenze di segmenti di mercato più ampi, tra cui quello femminile. Infine, REDA1865 è la nostra linea classica, senza tempo: l’espressione più autentica dell’eccellenza laniera biellese, dove l’eleganza si unisce alla tradizione, al gusto e all’equilibrio. È la nostra firma più iconica, pensata per chi cerca raffinatezza, qualità e uno stile che non segue le mode, ma le attraversa con coerenza. Questa versatilità nelle varie linee è la dimostrazione di quanto la ricerca sui materiali sia centrale nella nostra visione: partiamo da una materia prima nobile come la lana merino, ma lavoriamo costantemente per ridefinirne i confini applicativi, mantenendo sempre altissimi gli standard estetici, etici e funzionali.
Si parla tanto di sostenibilità, come vi state muovendo in questo senso?
Il nostro percorso verso la sostenibilità è iniziato negli anni ‘90, quando abbiamo cominciato ad investire nella tracciabilità della materia prima, acquisendo fattorie in Nuova Zelanda per avvicinarci direttamente agli allevatori e comprendere meglio le loro esigenze. È stato un passo fondamentale per garantire che la nostra lana fosse eticamente prodotta, scegliendo di lavorare solo con lana ‘no mulesing’, un impegno che abbiamo preso per il rispetto degli animali e delle persone coinvolte nel processo produttivo. Questo è stato solo l’inizio di un percorso che ci ha portato nel 2004 ad ottenere la nostra prima certificazione, EMAS legata alla produzione, un traguardo che ha segnato un’importante tappa nel nostro cammino verso la sostenibilità. Oggi, dopo 30 anni di costante impegno, vediamo la sostenibilità non come un punto di arrivo, ma come un percorso continuo e in evoluzione, volto a migliorare le nostre performance aziendali in modo misurabile e concreto. In questi giorni stiamo redigendo il nostro sesto bilancio di sostenibilità, che sarà disponibile sul nostro sito ed è uno strumento che racconta in dettaglio tutte le attività ed i KPI che ci imponiamo ogni anno. La sostenibilità per noi è fatta di dati oggettivi e comparabili, non di parole o di proclami che spesso sono legati solo al marketing. Per questo ci impegniamo a misurare i nostri risultati non solo nell’ambito ambientale, ma anche sociale e di governance, affinché ogni aspetto delle nostre attività possa essere monitorato e migliorato continuamente.
ring thanks to ROICA™, a next-generation sustainable elastomer. It adds stretch and comfort while preserving elegance and quality. Reda Flexo is especially popular in broader markets, including women’s fashion. Finally, REDA1865 is our timeless classic line—the most authentic expression of Biella’s wool excellence. It blends elegance with tradition, taste, and balance. It’s our signature for those seeking sophistication, quality, and a style that transcends trends. This versatility reflects how central material research is to our vision. We start with a noble raw material like merino wool but constantly work to redefine its applications, always upholding the highest aesthetic, ethical, and functional standards.
Sustainability is a big topic. What are you doing in this area?
Our sustainability journey began in the 1990s, when we started investing in raw material traceability. We acquired farms in New Zealand to work closely with wool growers and better understand their needs. That allowed us to ensure our wool was ethically produced— we committed to using only no-mulesing wool as a sign of respect for both animals and people involved in the process. That was just the beginning. In 2004, we earned our first EMAS certification—a key milestone in our sustainability efforts. Today, after 30 years of ongoing commitment, we see sustainability not as a finish line but as a continuous and evolving path, one where we constantly aim to improve in tangible, measurable ways. Right now, we’re finalizing our sixth sustainability report, which will be available on our website. It details all our actions and the KPIs we set for ourselves each year. For us, sustainability means data, not marketing talk. We measure our results across environmental, social, and governance areas to ensure every part of our operations is monitored and improved continuously.
STORIES MILANO, DESIGN COUTURE
Un incontro con un brand cha ha fatto della sostenibilità, dell’eccellenza e dell’individualità la propria cifra stilistica.
di Paolo Gelmi
Stories Milano è un brand fondato dal designer piemontese Stefano Giordano insieme all’amico Valerio Bemer con lo scopo di approcciare l’universo fashion in maniera innovativa e creativa, celebrando l’eccellenza e l’individualità, alla base dello storytelling c’è la volontà di trasformare l’ordinario in straordinario, la moda che interpreta è capace di ascoltare e osservare il mondo esterno lasciandosi catturare dalla quotidianità.
La mission di questo marchio risiede nella capacità creativa applicata all’uso di tessuti di altissima gamma e filati naturali, tutti rigorosamente Made in Italy, lo stilista crea delle capsule che sono delle vere opere d’arte, ognuna di queste può essere personalizzata oppure fatta su misura, il tema della sostenibilità non è complementare al brand, ma fondamentale per un marchio che ha fatto dell’eccellenza eco-frendly la propria linea guida. Ogni creazione è pensata come un diario visivo, dove non si cerca di inseguire le tendenze, ma di cogliere gli stati d’animo, analizzare le stagioni interiori, visualizzare le trasformazioni silenziose, uno stile quello del brand che è immediatamente riconoscibile per la sua pulizia formale e il suo linguaggio discreto, tagli morbidi ma rigorosamente strutturati, volumi fluidi e naturali, un minimalismo con accenti poetici.
Questo particolare approccio alla moda di Stories Milano viene definito dallo stilista “Design Couture” un concetto che va ben oltre la creatività e lo stile, si basa principalmente in un mix perfetto tra eccellenza dei materiali e la loro progettazione, Stories Milano trae ispirazione dal mondo industriale, mantenendo al suo interno un elemento di quel fenomeno estetico noto a tutti come art déco, uno stile che si distingue per la sua sintesi volumetrica, l’aerodinamicità e per il suo carattere forte.
La maison non crea solo capsule collection o abiti su misura per uomini e donne, ma collabora spesso con aziende per la creazione di abiti/divisa che abbiano un certo stile e raffinatezza, tra queste collaborazioni citiamo quella con Lavazza, dove attraverso un nuovo microprogetto attento all’italianità e alla valorizzazione dell’artigianalità, ha firmato le divise di sala e cucina per il nuovo San Tommaso 10: lo storico ristorante del Gruppo Lavazza nel centro di Torino, rinnovato dopo un lavoro di restyling, un altro singolare approccio alla moda del marchio del designer piemontese sta nel concetto di Revintage, che è la riedizione di abiti militare vintage. Per l’occasione GATE Magazine ha incontrato Stefano Giordano co-fondatore e designer di Stories Milano per farsi raccontare qualche dettaglio in più di un brand che ha fatto della sostenibilità, dell’eccellenza e dell’individualità la propria cifra creativa.
STORIES MILANO, DESIGN COUTU -
RE | A conversation with a brand that has made sustainability, excellence, and individuality its stylistic signature.
EN. Stories Milano is a brand founded by Piedmontese designer Stefano Giordano, together with his friend Valerio Bemer, with the goal of approaching the fashion world in a fresh, creative way—celebrating excellence and individuality. At the core of their storytelling is the desire to turn the ordinary into the extraordinary. The fashion they envision is observant, able to listen to and reflect the world around it, capturing the essence of everyday life. The brand’s mission lies in its creative use of high-end fabrics and natural yarns, all strictly Made in Italy. The designer creates capsule collections that are true works of art—each piece can be personalized or made to measure. Sustainability is not just an added value for Stories Milano; it’s fundamental. Eco-friendly excellence is the brand’s guiding principle. Each creation is conceived as a visual diary—one that doesn’t chase trends, but captures moods, interprets emotional seasons, and expresses quiet transformations. The brand’s style is instantly recognizable for its formal cleanliness and subtle language: soft but structured cuts, fluid and natural volumes, minimalism with poetic touches. Stefano Giordano calls this unique approach to fashion “Design Couture”—a concept that goes beyond creativity and style. It’s rooted in a perfect blend of premium materials and thoughtful design. Stories Milano draws inspiration from the industrial world while incorporating elements of Art Deco, known for its geometric balance, aerodynamic lines, and bold character. The brand doesn’t just produce capsule collections and bespoke garments for men and women—it also collaborates with companies to create uniforms and outfits with refined aesthetics. One such collaboration was with Lavazza, for which Stories Milano designed the dining and kitchen uniforms for the newly renovated San Tommaso 10, Lavazza Group’s historic restaurant in the center of Turin. The project focused on Italian heritage and craftsmanship. Another unique initiative is Revintage, which reimagines vintage military garments.
To dive deeper into the brand’s vision, GATE Magazine sat down with co-founder and designer Stefano Giordano.
Quando ha sentito che il suo futuro sarebbe stato la creazione di abiti?
Sin dai tempi della scuola avevo la vocazione per il disegno, poi le aziende di famiglia mi hanno portato altrove, da pochissimo mi sono ripreso il tempo per ciò che è la mi vera passione, è stato quindi un impulso grafico a farmi decidere di disegnare collezioni di moda inizialmente da uomo. sono partito dalle basi, dai tessuti, carta e penna alla mano, mi sono chiesto se accanto ai Principe di Galles, ai gessati o ai finestrati che da sempre dominano il guardaroba maschile potessero trovar posto altri segni e disegni, rigorosi eppure innovatori, mi è venuto naturale cogliere queste forme geometriche e trasformarle in pattern da stampare o da tessere.
When did you know that creating clothes would be your future?
Since school, I had a natural inclination for drawing. Then, due to family businesses, I took a different path. Only recently have I reclaimed time for my true passion. It was a visual impulse that made me want to start designing men’s collections. I started with the basics—fabrics, sketchpad in hand. I asked myself whether classic patterns like Prince of Wales, pinstripes, or windowpanes— which dominate men’s wardrobes—could coexist with other, more innovative signs. I naturally began capturing these geometric forms and transforming them into patterns to print or weave.
C’è uno stilista in particolare che ha ispirato la sua professione?
L’eleganza di Yve Saint Laurent e il genio di Alexander McQueen ecco di cosa mi nutro.
Che differenza c’è nel suo caso, nel creare abiti su misura, con creare collezioni Prèt-à-porter?
Sono 2 mondi, ho scelto il su misura perché sentivo l’esigenza di arrivare direttamente a dialogare con il cliente finale, da qui la progettazione degli abiti e i croquis, gli schizzi originali da cui scegliere come faceva Maria Callas con Alain Reynaud, lo stilista che Biki, la sarta dell’alta borghesia milanese aveva “scippato” al parigino Jacques Fath, quindi un percorso a due, un dialogo per decidere, oltre il modello, il tessuto, la mia presenza alle prove come una première perché tutto sia perfetto, su misura, artigianale.
Vogliamo approfondire il concetto di Design Couture?
Design Couture è un nome coniato da un mio carissimo amico giornalista di moda (Paolo B.) che quando ha visto i miei disegni che poi sono diventati capi ha definito il mio stile: “Design che declina rigore e decorativismo, un barocco grafico? un’esplosione geometrica? E così stravaganza ed eccentricità sono coniugate con estrema educazione, una bella contaminatio, che dimostra che il latino serve nella moda”.
Quanto è importante la sostenibilità nel suo settore e come si muove in questa direzione?
Per noi la sostenibilità è ormai parte integrante del nostro processo produttivo a partire dal disegno perché è da lì che tutto ha inizio, la responsabilità di noi creativi
Is there a particular designer who inspired your work? The elegance of Yves Saint Laurent and the genius of Alexander McQueen—that’s my nourishment.
What’s the difference between made-to-measure and designing ready-to-wear collections?
They’re two separate worlds. I chose made-to-measure because I wanted direct dialogue with the end client. That’s where the process starts—with sketches, like Maria Callas used to do with Alain Reynaud, the designer that Biki (the Milanese haute bourgeoisie’s seamstress) “poached” from Parisian couturier Jacques Fath. It’s a two-way journey—a shared process to decide not only the model and fabric but also involves my presence during fittings, like a première, to ensure everything is perfect, tailored, and artisanal.
Can you expand on the concept of “Design Couture”? “Design Couture” was coined by a dear friend of mine, fashion journalist Paolo B. When he saw my drawings turned into garments, he described my style as: “Design that merges discipline and decorative flair. A kind of graphic baroque? A geometric explosion? Where extravagance and eccentricity are expressed with grace. A beautiful contaminatio—it shows Latin still has a place in fashion.”
How important is sustainability in your field, and how do you approach it?
For us, sustainability is part of the design process itself— because that’s where everything starts. As creatives, our responsibility is to design timeless, high-quality garments that will be passed down from generation to generation. Then comes everything else: traceability of fabrics, production processes, animal welfare, and social responsibility. All of this is contained in our Manifesto, which includes six core principles.
Mare Fuori 4, EP.12 - Ph Sabrina Cirillo
è quella di disegnare un capo senza tempo di qualità che avrà molte vite tramandato di padre in figlio. Poi c’è tutto il resto, la tracciabilità dei tessuti e dal processo produttivo, animal walfer e responsabilità sociale tutto questo è contenuto nel nostro Manifesto composto da 6 linee guida!
Cosa ne pensa dell’obbligatorietà del passaporto digitale?
Non mi sono mai posto questa domanda.
Quali sono i tessuti con cui ama confrontarsi maggiormente?
Amo le lane e soprattutto la lana merino, quella certificata ZQ la più pregiata, grazie a Reda un importante lanificio biellese ho imparato a conoscere a fondo e sperimentare tessuti tecnologici e sostenibili. Oggi è possibile tracciare tutto il percorso produttivo partendo dalla fattoria in cui è allevata la pecora da cui deriva la lana dell’abito design-couture del mio prossimo cliente.
Che differenza vi è tra un abito su misura, rispetto ad uno di una collezione già pensata e prodotta?
Un abito su misura pensato e disegnato per il mio cliente, sarà unico ed irripetibile proprio come lui, un abito che contraddistingue e celebra la sua personalità, un capo di una collezione se pur di un brand di lusso sarà sempre una dei tanti.
What’s your take on the mandatory digital product passport?
I’ve honestly never considered that question.
Which fabrics do you most enjoy working with?
I love wool—especially ZQ-certified Merino wool, the finest. Thanks to Reda, a leading wool mill in Biella, I’ve come to understand and experiment deeply with innovative, sustainable fabrics. Today, it’s possible to trace the entire production path, starting from the farm where the sheep is raised, all the way to the couture-design garment for my next client.
What’s the difference between a custom suit and a collection garment?
A custom suit is designed uniquely for a specific person—it’s one-of-a-kind, just like them. It celebrates and defines their personality. A collection garment, even from a luxury brand, will always be one of many.
VANS, UN MITO CHE NON INVECCHIA
VANS: A TIMELESS ICON
di Andrea Bertolucci
Correva l’anno 1966 quando Paul Van Doren, insieme ai fratelli Jim e Jerry, fonda la Van Doren Rubber Company ad Anaheim, in California. Nessuno allora poteva immaginare che quella piccola bottega di scarpe artigianali sarebbe diventata, anno dopo anno, il marchio iconico che oggi conosciamo come Vans. Eppure, tutto è cominciato proprio lì, dalla scommessa di produrre e vendere nello stesso luogo, direttamente ai clienti e senza intermediari: un gesto senza dubbio rivoluzionario, anche in un’epoca di pre-globalizzazione.
La prima scarpa che Vans produce è la Vans Authentic, un modello semplice, dal design pulito ma incredibilmente funzionale. Pensata per i surfisti, che erano alla ricerca di un prodotto che potesse resistere alle sfide quotidiane della vita all’aria aperta, questa scarpa si distingue subito per la suola con un motivo waffle, che offre un grip perfetto su ogni superficie, dal legno liscio dei deck ai terreni sabbiosi delle spiagge californiane.
Questa scarpa, che sembrava destinata a rimanere un semplice prodotto di nicchia, si sarebbe presto trasformata nel simbolo di una cultura che andava ben oltre il surf. La California degli anni ‘70 stava vivendo infatti una trasformazione profonda, un’esplosione di energia e creatività che avrebbe visto la nascita di una cultura completamente nuova, quella dello skateboarding, il cui legame con la moda abbiamo già approfondito in altre occasioni. È stato proprio in questo contesto che Vans si è legata indissolubilmente al mondo dello skate; non tanto per una scelta commerciale, più per una connessione spontanea con un movimento che, esattamente come il surf, non voleva solo sfidare la fisica, ma la società stessa. Gli skater californiani avevano bisogno di scarpe che potessero resistere all’usura delle rampe e ai trick più estremi. Vans risponde a questa esigenza con un modello pensato appositamente per loro: la Vans Era, che nel 1976 diventa una
EN. It was 1966 when Paul Van Doren, along with his brothers Jim and Jerry, founded the Van Doren Rubber Company in Anaheim, California. At the time, no one could have imagined that this small handmade shoe shop would grow, year after year, into the iconic brand we now know as Vans. And yet, it all started there, with the bold idea of manufacturing and selling shoes in the same place, directly to customers, cutting out the middleman—a revolutionary move, even in a pre-globalization era.
The first shoe Vans ever made was the Vans Authentic, a simple model with a clean design but outstanding functionality. Designed for surfers looking for footwear that could withstand the challenges of everyday outdoor life, the shoe quickly stood out thanks to its waffle-pattern sole, offering perfect grip on any surface—from the smooth wood of decks to the sandy beaches of California.
What initially seemed like a niche product soon became a symbol of a culture that went far beyond surfing. California in the 1970s was undergoing a powerful transformation— an explosion of energy and creativity that gave birth to a whole new culture: skateboarding. We’ve explored its connection to fashion before, and it’s in this context that Vans became inseparably linked to the skate scene—not through a marketing strategy, but through a spontaneous bond with a movement that, like surfing, aimed to challenge not just physics, but society itself. California skaters needed shoes that could withstand the wear and tear of ramps and the
delle scarpe più popolari nell’universo dello skateboarding. Grazie al contributo di leggende come Tony Alva e Stacy Peralta, il brand riesce a catturare l’essenza di uno sport che stava per diventare una cultura a livello globale. Le scarpe Vans non erano più solo un prodotto, ma un badge di appartenenza, un simbolo per chi non voleva seguire le regole, ma riscriverle. Quello che rendeva speciali le scarpe Vans era proprio il fatto che rappresentavano un modo di vivere: non erano solo un prodotto per chi faceva sport, ma per chi viveva la strada, per chi metteva in discussione l’ordine costituito. L’ulteriore evoluzione del brand avviene negli anni ‘80, quando Vans riesce ad entrare prepotentemente nel mondo della moda giovanile. La collaborazione con gli skater si arricchisce di nuove sfide creative, e il marchio inizia a conquistare anche il cuore di chi non praticava lo skate. Lo stile grunge, il punk, e successivamente l’hip hop, abbracciano il logo Vans,
demands of extreme tricks. Vans responded with a model created just for them: the Vans Era, which became one of the most popular shoes in skateboarding in 1976. Thanks to legends like Tony Alva and Stacy Peralta, the brand captured the essence of a sport that was about to become a global culture. Vans shoes were no longer just a product; they became a badge of belonging, a symbol for those who didn’t want to follow the rules—but rewrite them.
What made Vans shoes special was that they represented a lifestyle. They weren’t just for athletes—they were for people who lived on the streets, who questioned the status quo. The brand’s next evolution came in the 1980s, when Vans made a bold entrance into the world of youth fashion. Collaborations with skaters sparked new creative challenges, and the brand began winning over fans outside the skate world. Grunge, punk, and later hip hop all embraced the Vans logo, recognizing it as a symbol of rebellion and authenticity. For instance,
Vans notably developed indoor skate parks in Orange County in the 90s, providing a secure environment for skaters to hone their skills.
riconoscendolo come uno dei simboli di ribellione e di autenticità. Per esempio, il modello Slip-On lanciato nel 1977, diventa uno dei più iconici, amato per la sua semplicità e per la sua praticità, ma soprattutto per il suo spirito anticonformista con il quale si lega a queste controculture giovanili. Nel frattempo, Vans inizia a esportare il suo messaggio di libertà anche oltre i confini degli Stati Uniti: i negozi si moltiplicano in Europa, Asia e Sud America, la produzione si allarga per rispondere a una domanda sempre più globale, e il brand diventa una presenza fissa nelle strade di tutte le grandi città del mondo, da Tokyo a Berlino, da Città del Messico a Milano. Nonostante l’espansione commerciale e l’ingresso in nuovi mercati, Vans non ha mai tradito le sue origini: continua a essere una scarpa pensata per i giovani, radicata nella cultura skate, street e DIY, e capace di parlare a generazioni diverse con un linguaggio autentico e inclusivo.
the Slip-On, launched in 1977, became one of the brand’s most iconic models—loved for its simplicity and ease of use, but above all, for its nonconformist spirit that connected it to youth countercultures. Meanwhile, Vans began spreading its message of freedom beyond the U.S.: stores opened across Europe, Asia, and South America; production scaled up to meet growing global demand; and the brand became a familiar presence on the streets of every major city in the world—from Tokyo to Berlin, from Mexico City to Milan. Despite its commercial growth and entry into new markets, Vans has never betrayed its roots: it remains a shoe designed for young people, rooted in skate, street, and DIY culture, and able to speak to multiple generations with an authentic and inclusive voice.
NUANCES OF STYLE
PHOTOGRAPHY BY SAMUELE MANZONI
STYLIST FEDERICO TORETTI
GROOMER LUISA ARNONE
PRODUCTION FASHIONART_30
LOCATION PUGLIA
WOMAN: DRESS - BALAESTRA NECKTIE - REMI VAN DERE
MAN: TRENCH AND TROUSERS - FERRAGAMO SHIRT- LEVI’S NECKTIE - REMI VAN DERE
IN THIS PAGE
TRENCH - MAX MARA
SHIRT - BAGUTTA
NECKTIE REMI- VAN DERE IN THE NEXT PAGE
WOMAN : TAILLEUR - MARELLA
MAN : GILET AND TROUSERSGIORGIO ARMANI
SHIRT AND WAIST - LEVI’S
NECKTIES - REMI VAN DERE
GLASSES- MOSCOT
MAN: JACKET - TOMBOLINI
SHIRT AND TROUSERS - TELA GENOVA
SHOES - GIORGIO ARMANI
NECKTIE - REMI VAN DERE
WOMAN: TOTAL LOOK SPORT MAX
MAN : JACKET, SHIRT AND TROUSERSBRETT JOHNSON
WAIST AND SHOES - GIORGIO ARMANI
NECKTIE - REMI VAN DERE
WOMAN: TOTAL LOOK - BALESTRA
NECKTIE - REMI VAN DERE
WOMAN : TOTAL LOOK + SUNGLASSES - FERRAGAMO
MAN : JACKET - BRETT JOHNSON
SHIRT - ETRO
TROUSERS - TOMBOLINI
NECKTIE - REMI VAN DERE
the movie L’ INFINITO
di Enza Pietrangelo
Umberto Contarello, sceneggiatore di talento, si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa con Infinito, un film che fin dal titolo suggerisce una riflessione sul tempo, sulla memoria e sulle tracce che lasciamo. Il risultato è un’opera prima intima e agrodolce, che pur mostrando l’influenza del conterraneo Paolo Sorrentino (qui in veste di produttore e co-sceneggiatore), riesce a trovare una sua voce malinconica e ironica. Al centro della narrazione troviamo Umberto, uno sceneggiatore appesantito dai fasti del passato, che si rifugia in una quotidianità solitaria e venata di nostalgia. La sua esistenza, fatta di sorsi al bar e sguardi fugaci al mondo esterno, viene scossa dall’irruzione di diverse figure femminili: una giovane sceneggiatrice in cerca di guida, una suora armena silenziosa e contemplativa, un’ex fiamma che riaccende per una sera scintille sopite e una produttrice indecisa sul suo futuro professionale. A queste si aggiunge un giovane uomo che porta con sé una rivelazione inaspettata. Contarello dipinge un protagonista disilluso ma non del tutto rassegnato, un uomo che si aggrappa ai ricordi come ancora di salvezza ma che, suo malgrado, è costretto a fare i conti con i traumi e le perdite del suo passato, culminando in un toccante pellegrinaggio al cimitero. Il film si muove su un registro delicato, alternando momenti di sottile poesia a parentesi di stasi quasi catatonica, il tutto costellato da aforismi che riflettono la visione del mondo del protagonista e, probabilmente, dello stesso regista. L’ombra di Sorrentino è palpabile nella messa in scena, in un certo gusto per l’estetica e nella costruzione di personaggi borderline, ma Contarello innesta su questo stile un’ironia più asciutta, che guarda al cinema di Aki Kaurismäki, soprattutto nella sua pungente satira sul mondo della sceneggiatura contemporanea e nella rivendicazione della bellezza delle “scene che non servono a niente”. La “to do list” del protagonista, con compiti esistenziali come “andare in banca a chiedere pietà” e “non impazzire”, è un esempio lampante di questo umorismo surreale e disincantato. Infinito non è un film che rincorre ritmi frenetici o colpi di scena eclatanti. È un’opera che si prende il suo tempo per esplorare le fragilità umane, la difficoltà di lasciar andare il passato e la timida apertura verso una possibile speranza. Le interpretazioni sono misurate e funzionali al racconto, con un plauso per la capacità di Contarello di mettersi in gioco anche come attore. Un elemento distintivo e fondamentale del film è senza dubbio lo sguardo di Daria D’Antonio dietro la macchina da presa. Forte di una carriera già costellata di opere significative e consacrata dal David di Donatello per “È stata la mano di Dio” di Sorrentino, D’Antonio porta in Infinito una sensibilità visiva che fa la differenza. Il suo è uno sguardo impietoso ma al contempo caritatevole verso il protagonista, capace di catturare i segni del tempo sul suo volto senza oscurare l’azzurro infantile dei suoi occhi. La sua capacità di tradurre in immagini ad alta definizione le sfumature psicologiche delineate nella sceneggiatura di Contarello e Sorrentino è notevole. Ogni inquadratura sembra pensata per amplificare le emozioni e il tono malinconico ma non disperato del racconto. In definitiva, Infinito è un debutto registico promettente, un film malinconico ma non privo di luce, che invita lo spettatore a riflettere sulla bellezza delle piccole cose, sull’importanza di fare i conti con il proprio passato per poter guardare avanti e, perché no, sull’utilità di quelle “scene che non servono a niente” ma che spesso sono quelle che ci restano più impresse nel cuore.
EN. Umberto Contarello, a talented screenwriter, makes his directorial debut with Infinito, a film whose very title evokes reflection on time, memory, and the traces we leave behind. The result is an intimate and bittersweet first feature that, while clearly influenced by fellow Neapolitan Paolo Sorrentino (here as producer and co-writer), manages to find its own melancholic and ironic voice. At the center of the story is Umberto, a screenwriter weighed down by the glories of the past, who retreats into a solitary, nostalgia-tinged daily routine. His quiet existence, made up of bar sips and fleeting glances at the outside world, is shaken by the arrival of several female figures: a young screenwriter in search of guidance, a silent and contemplative Armenian nun, a former lover who rekindles long-dormant sparks for one night, and a producer uncertain about her professional future. To this group is added a young man who brings with him an unexpected revelation. Contarello paints a portrait of a disillusioned yet not entirely resigned protagonist—a man clinging to memories as a lifeline but ultimately forced to confront the traumas and losses of his past, culminating in a poignant pilgrimage to the cemetery. The film moves with a delicate rhythm, alternating moments of subtle poetry with almost catatonic pauses, all punctuated by aphorisms that reflect the worldview of the protagonist— and likely of the director himself.
Sorrentino’s influence is tangible in the mise-en-scène, in a certain taste for aesthetics, and in the creation of borderline characters. However, Contarello overlays this with a drier irony, reminiscent of Aki Kaurismäki’s cinema, particularly in its sharp satire of the contemporary screenwriting world and in its celebration of the beauty of “scenes that serve no purpose.” The protagonist’s “to-do list,” with existential tasks like “go to the bank and beg for mercy” and “don’t go insane,” is a clear example of this surreal and disenchanted humor. Infinito is not a film driven by fast pace or dramatic plot twists. It is a work that takes its time to explore human fragility, the struggle to let go of the past, and a timid opening toward hope. The performances are measured and well-suited to the story, with particular praise due to Contarello’s willingness to step in front of the camera as well.
A distinctive and crucial element of the film is the gaze of Daria D’Antonio behind the camera. With a career already marked by significant works and crowned by a David di Donatello for The Hand of God by Sorrentino, D’Antonio brings to Infinito a visual sensitivity that makes all the difference. Her gaze is both unsparing and compassionate toward the protagonist, capturing the signs of time on his face without dimming the childlike blue of his eyes.
Her ability to translate the psychological nuances crafted in Contarello and Sorrentino’s screenplay into highdefinition imagery is remarkable.
Every shot seems designed to amplify the emotion and the melancholy—but never hopeless—tone of the story. Ultimately, Infinito is a promising directorial debut—a film tinged with melancholy but not devoid of light, one that invites viewers to reflect on the beauty of small things, the importance of facing one’s past in order to look ahead, and, why not, the value of those “scenes that serve no purpose” but often linger the longest in our hearts.
Beppe Madaudo nasce a Palermo nel 1950 e si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1975 pubblica il suo primo volume Watankan (Vallardi) che gli varrà il Premio Yellow Kid d’oro come miglior disegnatore italiano. Prosegue il suo percorso come pittore, tornando periodicamente al fumetto. Realizza le incisioni all’acquatinta per il Casanova di Franco Maria Ricci, i fumetti De Satyricon (Rizzoli), i Quadri di Divina Commedia (Milano Libri). Ha pubblicato per numerose case editrici e illustrato per Paese Sera, Espresso e Rai. Il suo linguaggio figurativo unisce la tradizione pittorica occidentale a suggestioni giapponesi, con un uso distintivo del colore, della foglia oro e di una materia densa e stratificata. Le sue opere sono state esposte in mostre personali in Italia e all’estero, tra cui New York, Takayama, Wil, Arles e Amburgo.
the artist BEPPE MEDAUDO
di Enza Pietrangelo
È stato inserito tra gli 87 artisti più significativi del XX secolo nell’opera multimediale Great 20th Century Artists. Vive e lavora tra Palermo e Roma, le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private.
La pittura di Beppe Madaudo in mostra alla Galleria Aquilani & Sons di Roma dal 22 maggio al 14 giugno
La Galleria Aquilani & Sons presenta Materie, mostra personale di Beppe Madaudo, a cura di Diego Ferrante. L’esposizione inaugura il programma delle mostre temporanee della galleria con una selezione di opere recenti dell’artista palermitano. Al centro della sua ricerca pittorica vi è un uso rigoroso dei materiali: pigmenti, tessuti grezzi, foglia d’oro; ogni elemento ha la sua rilevanza, a cominciare dal supporto. La scelta del piano pittorico è parte integrante del gesto, perché ogni colore e superficie reagisce in modo diverso: assorbe, resiste, restituisce. L’opera non si limita a raffigurare, ma lascia emergere, nelle sue stratificazioni, qualcosa che appartiene alla materia stessa — come se la pittura ne portasse alla luce, di volta in volta, una possibilità latente. L’uso della foglia d’oro, in particolare, non ha funzione simbolica, attraversa la superficie senza dominarla, modulando la luce, spezzandola, catturandone il fondo. Pur muovendosi nell’ambito figurativo, la pittura di Madaudo si discosta da una riproduzione mimetica del reale. È un realismo che non si esaurisce nella verosimiglianza, ma interroga ciò che nella realtà resta indecifrabile, il suo nucleo più opaco. In “13 luglio” la superficie craquelé restituisce una trama sottile di rotture e affioramenti, segnando una soglia tra ciò che è visibile e ciò che rimane in silenzio. In questo modo la pittura torna ad avere una funzione antica: non quella di descrivere il mondo, ma di farlo accadere di nuovo, ogni volta, nello sguardo di chi guarda. In occasione dell’opening del 22 maggio la mostra alla Galleria Aquilani & Sons, in via S. di Sebastianello 16b, sarà aperta dalle 17:00 alle 21:00, mentre tutti gli altri giorni, fino al 14 giugno, dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 19:00. L’ingresso è libero.
EN. Beppe Madaudo was born in Palermo in 1950 and trained at the Academy of Fine Arts in Rome. In 1975, he published his first book, Watankan (Vallardi), which earned him the Golden Yellow Kid Award as best Italian illustrator. He continued his career as a painter, periodically returning to the world of comics. He created aquatint etchings for Casanova by Franco Maria Ricci, the comics De Satyricon (Rizzoli), and Paintings from the Divine Comedy (Milano Libri). He has worked with numerous publishing houses and illustrated for Paese Sera, Espresso, and RAI. His figurative language merges Western pictorial tradition with Japanese influences, characterized by a distinctive use of color, gold leaf, and dense, layered material. His works have been exhibited in solo shows in Italy and abroad, including in New York, Takayama, Wil, Arles, and Hamburg. He was included among the 87 most significant artists of the 20th century in the multimedia work Great 20th Century Artists. He lives and works between Palermo and Rome, and his artworks are part of important public and private collections.
The Painting of Beppe Madaudo on Display at Galleria Aquilani & Sons in Rome from May 22 to June 14 Galleria Aquilani & Sons presents Materie, a solo exhibition by Beppe Madaudo, curated by Diego Ferrante. The exhibition opens the gallery’s new temporary exhibition program with a selection of recent works by the Palermo-born artist. At the heart of his painting research lies a rigorous use of materials: pigments, raw fabrics, gold leaf—each element holds significance, starting from the support itself. The choice of the painting surface is an integral part of the gesture, as each color and surface reacts differently: it absorbs, resists, reflects. The work does not merely depict but reveals, through its layers, something inherent in the material itself—as if painting were bringing to light a latent possibility each time. The use of gold leaf, in particular, is not symbolic; it traverses the surface without dominating it, modulating the light, breaking it up, capturing its depths. While operating within the figurative realm, Madaudo’s painting departs from a mimetic reproduction of reality. It is a realism that goes beyond mere likeness, questioning what remains indecipherable in reality—its most opaque core. In 13 luglio (July 13th), the craquelé surface reveals a subtle pattern of fractures and emergences, marking a threshold between what is visible and what remains silent. In this way, painting returns to its ancient function: not to describe the world, but to make it happen again—each time—in the viewer’s gaze. On the occasion of the opening on May 22, the exhibition at Galleria Aquilani & Sons, located at Via S. di Sebastianello 16b, will be open from 5:00 PM to 9:00 PM. On all other days until June 14, it will be open Monday through Saturday from 10:00 AM to 7:00 PM. Admission is free.
ROMA CODEX BY ALBERT WATSON
Si è aperta a Roma la mostra fotografica inedita di una “Roma svelata” realizzata dal maestro scozzese, ideata e prodotta da Studio Fp
Non è una retrospettiva. Roma Codex è molto di più: un progetto fotografico inedito, nato da due anni di esplorazione profonda e istintiva di Roma da parte di uno dei più grandi fotografi contemporanei, Albert Watson. Dal 29 maggio al 3 agosto 2025, il Palazzo delle Esposizioni accoglie questa mostra straordinaria, la più vasta mai dedicata in Italia a Watson, che qui non guarda indietro, ma scrive un nuovo capitolo della sua opera. Curata da Clara Tosi Pamphili, la mostra è promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, ed è il risultato di un’intuizione condivisa con Studio F.P., che ha ideato, coordinato e seguito ogni fase del progetto: dalla scelta delle location alla gestione dei set, fino alla composizione visiva del racconto. Ne è nata una narrazione potente e stratificata, che sfida le rappresentazioni convenzionali della Capitale per restituirne l’anima viva, contraddittoria e in costante trasformazione.
UN ATLANTE URBANO, FUORI DA OGNI CLICHÉ
Watson, scozzese di nascita e newyorkese d’adozione, non ha seguito un itinerario prestabilito. Ha camminato Roma come si esplora un territorio sconosciuto, lasciandosi guidare dalla luce, dai suoni, dalle persone.
ROMA CODEX BY ALBERT
WATSON | An exclusive photography exhibition of an unveiled Rome by the Scottish master, conceived and produced by Studio Fp, has opened in Rome.
EN. This is not a retrospective. Roma Codex is much more than that: it’s a previously unseen photographic project, the result of two years of deep and instinctive exploration of Rome by one of the world’s greatest contemporary photographers, Albert Watson. From May 29 to August 3, 2025, the Palazzo delle Esposizioni hosts this extraordinary exhibition—the most extensive ever dedicated to Watson in Italy. Rather than looking back, here the artist writes a new chapter of his work. Curated by Clara Tosi Pamphili, the exhibition is promoted by the Department of Culture of Rome’s City Council and the Palaexpo Special Agency. It is the outcome of a shared vision with Studio F.P., which conceived, coordinated, and oversaw each stage of the project: from choosing locations to managing shoots, to shaping the visual narrative. The result is a powerful and layered story that challenges conventional portrayals of the capital, revealing its vibrant, contradictory, and ever-evolving soul.
AN URBAN ATLAS, BEYOND CLICHÉS
Watson, born in Scotland and based in New York, did not follow a set itinerary. He explored Rome as one would an unknown land, guided by light, sounds, and people. He photographed with the instinct of a
The exhibition at Palazzo delle Esposizioni in Rome
Albert Watson by Mark Edward Harris
Ha fotografato con l’istinto del reporter e l’occhio del ritrattista, costruendo un atlante visivo che mescola sacro e profano, monumentale e quotidiano, celebrità e volti anonimi. «Non volevo fotografare la Roma che ci si aspetta», spiega Watson. «Ho cercato ciò che accade tra i monumenti: il movimento, la vita, l’energia che si percepisce nelle strade, nei volti, nei gesti». Il risultato è un corpus di oltre 200 immagini, tra bianco e nero e colore, esposte in un allestimento che rifugge ogni logica tematica per favorire una lettura libera e immersiva. Le fotografie si dispongono secondo un flusso emotivo, evocando una Roma intima e insieme grandiosa, sospesa tra la pesantezza della storia e l’urgenza del presente.
reporter and the eye of a portraitist, building a visual atlas that blends sacred and profane, monumental and everyday, celebrities and anonymous faces. “I didn’t want to photograph the Rome people expect,” explains Watson. “I looked for what happens between the monuments: the movement, the life, the energy you feel in the streets, in the faces, in the gestures.” The result is a body of over 200 images—both black and white and color—presented in an installation that rejects thematic organization, favoring a free and immersive viewing experience. The photos flow in an emotional rhythm, evoking a Rome that is both intimate and grand, suspended between the weight of history and the urgency of the present.
ALBERT WATSON
Albert Watson si è affermato come uno dei fotografi più prolifici e di successo al mondo sin dall’inizio della sua carriera nel 1970, fondendo arte, moda e fotografia commerciale in alcune delle immagini più iconiche mai realizzate. Dai ritratti di Alfred Hitchcock e Steve Jobs, agli scatti di bellezza di Kate Moss, fino ai paesaggi di Las Vegas e alle nature morte dei reperti di Tutankhamon, la varietà e l’ampiezza del lavoro di Albert sono senza paragoni.
Le sue fotografie d’impatto e le sue stampe realizzate a mano sono esposte in gallerie e musei di tutto il mondo e fanno parte delle collezioni permanenti della National Portrait Gallery di Londra, del Metropolitan Museum of Art di New York, del Getty Museum di Los Angeles e dello Smithsonian di Washington, D.C., tra molti altri. La rivista di riferimento del settore fotografico, Photo District News, ha nominato Albert uno dei 20 fotografi più influenti di tutti i tempi. Nato e cresciuto a Edimburgo, in Scozia, Albert ha iniziato la sua carriera a Los Angeles nel 1970 e vive a New York dal 1976. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Ordine dell’Impero Britannico (OBE) dalla Regina Elisabetta II per il suo contributo all’arte della fotografia, un premio alla carriera dalla Royal Photographic Society, e persino un Grammy. Nel corso degli anni, le fotografie di Albert sono apparse su oltre 100 copertine di Vogue in tutto il mondo e sono state pubblicate in innumerevoli altre riviste, molte delle quali presentano scatti iconici di moda o ritratti di celebrità. Albert ha anche realizzato le fotografie per centinaia di campagne pubblicitarie di grandi aziende come Prada, Gap, Levi’s e Chanel, oltre ad aver scattato decine di locandine cinematografiche di Hollywood, come quelle di Kill Bill e Memorie di una Geisha.
Nel frattempo, Albert ha dedicato gran parte del suo tempo a progetti artistici per le sue mostre, che includono stampe dei suoi ritratti e fotografie di moda più celebri, insieme a scatti intensi dei suoi viaggi e delle sue passioni, come un incantatore di serpenti in Marocco, una dominatrice a Las Vegas o le drammatiche montagne dell’Isola di Skye in Scozia.
EN. Albert Watson has made his mark as one of the world’s most successful and prolific photographers since he began his career in 1970, blending art, fashion and commercial photography into some of the most iconic images ever seen. From portraits of Alfred Hitchcock and Steve Jobs, beauty shots of Kate Moss, to Las Vegas landscapes and still-life photos of King Tut artifacts, Albert’s diversity and body of work are unparalleled.
His striking photographs and handmade prints are featured in galleries and museums around the globe and are included in the permanent collections of the National Portrait Gallery in London, the Metropolitan Museum of Art in New York, the Getty Museum in Los Angeles, and the Smithsonian in Washington, D.C., among many others. The photo industry bible, Photo District News, named Albert one of the 20 most influential photographers of all time. Born and raised in Edinburgh, Scotland, Albert began his career in Los Angeles in 1970 and has lived in New York City since 1976. He has won numerous honors, including an Order of the British Empire (OBE) from Queen Elizabeth II for his contribution to the art of photography, a lifetime achievement award from the Royal Photographic Society, and even a Grammy. Over the years, Albert’s photographs have appeared on more than 100 covers of Vogue worldwide and been featured in countless other publications, many of the photos iconic fashion shots or portraits of celebrities. Albert also has created the photography for hundreds of ad campaigns for major companies, such as Prada, the Gap, Levi’s, and Chanel, and he has shot dozens of Hollywood movie posters, such as “Kill Bill” and “Memoirs of a Geisha.”
All the while, Albert has spent much of his time working on art projects for his exhibitions, which feature prints of his well-known portraits and fashion photographs, along with powerful shots from his travels and interests, such as a snake charmer in Morocco, a dominatrix in Las Vegas or the dramatic mountains on the Isle of Skye in Scotland.
Giovanni Placidi, Ostia, Rome, 2024
La Pietà, Michelangelo, vatican City, 2025
Piazza Trilussa, Trastevere, Rome, 2024
TRA LUOGHI SIMBOLICI
E RIVELAZIONI INASPETTATE Il percorso espositivo attraversa tanto i luoghi simbolo – Colosseo, Fontana di Trevi, Ara Pacis, Via Appia Antica – quanto scenari meno noti: Cinecittà Studios, Campo de’ Fiori, il Gianicolo, Porta Portese, la Cripta dei Cappuccini. A emergere non è mai la cartolina, ma lo spessore. L’occhio di Watson restituisce atmosfere, non icone. Ritroviamo anche il volto umano della città: artisti, attori, musicisti, ma anche bambini, passanti, danzatori, monaci, venditori. Una Roma corale, fatta di sguardi e presenze. Tra i ritratti più noti: Paolo Sorrentino, Valeria Golino, Luca Zingaretti, Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Roberto Bolle, Eleonora Abbagnato. Accanto a loro, cittadini comuni, immortalati con lo stesso rispetto e la stessa intensità. Watson non cerca la posa, ma il momento. E riesce, con ogni scatto, a far parlare la città attraverso le sue persone.
BETWEEN ICONIC SITES AND UNEXPECTED DISCOVERIES
The exhibition path traverses both symbolic landmarks—Colosseum, Trevi Fountain, Ara Pacis, Via Appia Antica—and lesser-known places: Cinecittà Studios, Campo de’ Fiori, the Janiculum Hill, Porta Portese, and the Capuchin Crypt. What emerges is never a postcard view, but depth. Watson’s lens captures atmosphere, not icons. We also see the human face of the city: artists, actors, musicians—but also children, passersby, dancers, monks, and vendors. A choral Rome, composed of gazes and presences. Among the best-known portraits are Paolo Sorrentino, Valeria Golino, Luca Zingaretti, Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Roberto Bolle, and Eleonora Abbagnato. Alongside them, ordinary citizens, captured with the same respect and intensity. Watson does not seek the pose, but the moment—and with every shot, he lets the city speak through its people.
Lucrezia Parente, Rome, 2025
Teatro di Marcello, Rome, 2024
Paolo Sorrentino, Director, Foro Italico, Rome, 2024
IL LIBRO COME ESTENSIONE
DELLA MOSTRA: NASCE “A ROME CODEX”
La mostra trova il suo naturale compimento in un libro d’autore: A Rome Codex, pubblicato da Gate Srl. Non si tratta di un semplice catalogo, ma di un oggetto editoriale pensato come opera a sé. Include le 200 fotografie esposte e 40 immagini inedite, selezionate e impaginate con cura dallo stesso Watson, affiancato dall’art director Cristof Radl. Gate Srl, giovane realtà editoriale milanese già attiva nella stampa periodica (in particolare nel circuito aeroportuale), segna con A Rome Codex il suo esordio nel mondo dell’editoria artistica. Una scelta che rappresenta un cambio di passo significativo: la volontà di investire in progetti culturali di respiro internazionale, capaci di parlare tanto ai collezionisti quanto ai lettori appassionati di fotografia. Il volume sarà disponibile presso il bookshop del Palazzo delle Esposizioni, nelle principali librerie italiane e online. È destinato a diventare un oggetto da collezione, ma anche uno strumento per continuare, a casa, il viaggio iniziato tra le sale della mostra.
UN’ESTENSIONE TRA ARTE E OSPITALITÀ
Quattro delle immagini inedite incluse nel libro saranno esposte fino ai primi di agosto presso l’Hotel InterContinental Rome Ambasciatori Palace, trasformando l’ospitalità in spazio espositivo e prolungando idealmente la visita. Una sinergia, quella tra arte e accoglienza, che sottolinea il valore trasversale del progetto e la capacità della fotografia di entrare nella vita quotidiana senza perdere la sua carica evocativa.
UN NUOVO CODICE VISIVO PER UNA CITTÀ ANTICA
Watson non ha voluto spiegare Roma, né illustrarla. Ha scelto di ascoltarla. Di registrare le sue contraddizioni, la sua grazia, la sua ruvidità. Roma Codex è il risultato di questo ascolto: non un documento, ma un’interpretazione, un codice visivo che invita a guardare la città con occhi nuovi. E a scoprire, tra le pieghe familiari di una delle capitali più fotografate del mondo, un’energia ancora viva, ancora inedita.
Libro acquistabile su amazon
Book available for purchase on Amazon”
A BOOK AS AN EXTENSION OF THE EXHIBITION:
“A
ROME CODEX”
The exhibition finds its natural continuation in a new author’s book: A Rome Codex, published by Gate Srl. This is not a simple catalog, but a standalone art object. It includes the 200 photographs on display and 40 previously unpublished images, carefully selected and laid out by Watson himself, in collaboration with art director Cristof Radl.CGate Srl, a young Milan-based publishing house already active in periodical publishing (especially in the airport circuit), marks its debut in art publishing with A Rome Codex. It’s a significant step forward, signaling a commitment to international cultural projects that appeal both to collectors and photography lovers. The book will be available at the Palazzo delle Esposizioni bookshop, in major Italian bookstores, and online. It is destined to become a collector’s item, but also a way to continue—at home—the journey begun in the exhibition halls.
AN EXTENSION BETWEEN ART AND HOSPITALITY
Four of the unpublished photographs featured in the book will be on display through early August at the InterContinental Rome Ambasciatori Palace Hotel, transforming hospitality into an exhibition space and ideally extending the visitor experience. This synergy between art and hospitality highlights the project’s cross-disciplinary value and photography’s ability to enter daily life without losing its evocative power.
A NEW VISUAL CODE FOR AN ANCIENT CITY
Watson did not aim to explain Rome, nor to illustrate it. He chose to listen to it—to record its contradictions, its grace, its roughness. Roma Codex is the result of that listening: not a document, but an interpretation—a visual code that invites us to look at the city with new eyes. And to discover, within the familiar folds of one of the most photographed capitals in the world, a still-living, still-unexplored energy.
Albert Watson at Palazzo delle Esposizioni in Rome
BEPI POVIA
L’ARCHITETTO
DELLA TERRA E DELL’ANIMA
Vocazione spirituale e autenticità progettuale sono alcuni elementi che caratterizzano l’architetto pugliese.
Nel cuore pulsante della Puglia, dove il sole disegna geometrie antiche tra gli ulivi secolari e la pietra racconta storie di mani operose, nasce Bepi Povia, non un semplice architetto ma un genio dell’architettura con una visione unica e autentica, un uomo che ha scelto di farsi custode del paesaggio, un artigiano di sogni in equilibrio tra modernità e memoria. Bepi non progetta soltanto edifici e spazi, pianta viti, cura la terra, produce vino, segmenti e passioni ereditate da parte della famiglia, che cura con la stessa dedizione con cui scolpisce lo spazio, la sua azienda agricola non è un semplice passatempo ma un’estensione del suo pensiero progettuale, ogni filare e grappolo sono il risultato di un dialogo profondo con la natura, il gusto architettonico che lo contraddistingue non è solo estetico, la sua capacità di cogliere l’anima dei luoghi lo porta a restituire dignità ai materiali più semplici come la pietra, le sue opere non gridano ma sussurrano sino a dare vita ad elementi come la sensibilità artistica, l’equilibrio, il rispetto e l’autenticità che guidano con maestria il suo lavoro da architetto. Povia è un visionario con i piedi per terra che alla domanda cosa significhi per lui una architettura autentica risponde, “ogni progetto che penso e realizzo deve essere tassativamente in perfetto equilibrio con il contesto in cui si trova, questa è autenticità”, il punto di partenza che segna il momento in cui l’architetto inizia un progetto è racchiuso nell’ascolto dell’ambiente circostante, questo e il senso che lo aiuta e guida a tradurre le emozioni e sensazioni che rendono vivo e autentico un luogo o una struttura.
La sostenibilità non è una questione di moda o tendenza ma un principio guida, ogni progetto è pensato per integrarsi con il territorio, dandogli stile e bellezza senza sottrarre risorse, per Bepi l’ambiente non è solo una cornice o uno sfondo ma un elemento protagonista che dialoga con l’architettura. Entrando in uno spazio creato da Povia si percepisce immediatamente
BEPI POVIA, THE ARCHITECT OF EARTH
AND SOUL | Spiritual vocation and authentic design are some of the hallmarks of the Apulian architect.
EN. In the beating heart of Puglia, where the sun traces ancient geometries among centuries-old olive trees and the stone tells stories shaped by diligent hands, Bepi Povia was born—not just an architect, but a visionary with a unique and authentic perspective. A man who chose to become a guardian of the landscape, a craftsman of dreams walking the line between modernity and memory.
Bepi doesn’t just design buildings and spaces—he plants vines, tends the land, and produces wine, all passions and traditions inherited from his family. His farm is not a hobby, but an extension of his design philosophy: each row of vines and every grape cluster is the result of a deep dialogue with nature. His architectural taste goes beyond aesthetics. His ability to grasp the soul of a place allows him to restore dignity even to the simplest materials, like stone. His works do not shout—they whisper. They come alive through artistic
la sua impronta spirituale frutto e risultato di un viaggio all’estero, nei luoghi pensati dall’architetto pugliese si vive e respira un senso di calma assoluta e diffusa in ogni ambiente, la luce accarezza lo spazio circostante che invita l’ascolto, le sue visioni architettoniche sono luoghi dell’anima capaci di accogliere e coccolare chi li vive. Tra le molteplici collaborazioni di Povia citiamo il recupero dell’antica Masseria AuraTerrae, situata a Polignano a Mare in Puglia, questa Masseria del XVII secolo è un luogo ricco di storia e fascino che lui ha magistralmente trasformato da rifugio per viandanti a Resort di lusso a zero emissioni, questo progetto lo ha visto vincitore del premio “Iron A’ Design Award” nel 2025, un riconoscimento che celebra le opere più innovative e sostenibili nel campo dell’architettura e del design, questo grazie al fatto che l’architetto ha saputo preservare gli elementi storici come la torre fortificata del XV secolo e le epigrafi in pietra integrando il tutto attraverso tecniche sostenibili e rispettando l’identità storica e ambientale attraverso la selezione e l’uso di materiali in perfetto equilibrio con la struttura e l’ambiente circostante, un altro regno delle performance dell’architetto e terra dove Povia ha dato vita al suo personale vigneto da cui nasce e produce il vino Morello Susumaniello è la Masseria Croce Piccola in località Valle D’Itria, un luogo che sposa perfettamente la tradizione rurale e la moderna innovazione.
sensibility, balance, respect, and authenticity, the guiding principles of his craft. Povia is a visionary with his feet firmly on the ground. When asked what authentic architecture means to him, he replies, “Every project I envision and create must be in perfect harmony with its surroundings. That is authenticity.” For him, the starting point of any project lies in listening to the environment. This sensitivity helps him translate emotions and sensations that breathe life and truth into a space or structure. For Bepi, sustainability is not a trend but a guiding principle. Every project is designed to integrate with the landscape, adding style and beauty without draining resources. The environment is not a mere backdrop but a key player in dialogue with architecture. Step into one of Povia’s spaces, and his spiritual imprint is immediately felt—an outcome of travels abroad that shaped his perspective. In his designs, one feels a pervasive sense of calm. Light gently caresses the surroundings, inviting silence and reflection. His architectural visions are soulful spaces that welcome and comfort those who experience them. Among his many collaborations is the restoration of the historic Masseria AuraTerrae, located in Polignano a Mare, Puglia. This 17th-century farmhouse, rich in history and charm, was transformed by Povia from a shelter for travelers into a zero-emission luxury resort. The project earned him the Iron A’ Design Award in 2025, a
Masseria AuraTerrae at sunset
Bepi Povia è un contadino dell’architettura con la consapevolezza che le radici profonde di un appartenenza a un luogo possono permettere alle idee di volare alto, il suo lavoro è un ponte tra passato e futuro, dove bellezza, etica e territorio possono coesistere e nutrirsi a vicenda, molteplici i progetti futuri che lo vedranno protagonista all’estero, tra tante località citiamo gli Emirati Arabi dove siamo certi saprà cogliere nuove visioni e ascoltare con sopraffina sensibilità le emozioni che un territorio così diverso dal suo potranno tramettergli.
recognition celebrating the most innovative and sustainable achievements in architecture and design. His success lies in having preserved historic elements such as the 15th-century fortified tower and engraved stone epigraphs, integrating them through sustainable techniques and materials that respect the site’s historical and environmental identity. Another testament to his creative power is Masseria Croce Piccola, in the Valle d’Itria. There, Povia has established his personal vineyard, producing Morello Susumaniello wine—a place where rural tradition and modern innovation live in perfect harmony. Bepi Povia is a farmer of architecture, fully aware that deep roots in one’s homeland allow ideas to soar. His work is a bridge between past and future, where beauty, ethics, and place can coexist and nourish one another. He has many future projects in the pipeline, including ventures abroad—such as in the United Arab Emirates, where he will no doubt be able to embrace new visions and, with refined sensitivity, listen to the emotions that a land so different from his own can offer.
Masseria AuraTerrae Talenti
Masseria Croce piccola
LEADER SAPIENS
Finanzia GRATUITAMENTE la
dei tuoi team aziendali!
theleadershipforum.it
Nel 2025, l’esperienza musicale in viaggio si arricchisce grazie a dispositivi sempre più compatti, performanti e versatili.Dalle cuffie over-ear ai lettori hi-res, ecco una selezione di prodotti ideali per accompagnare ogni spostamento con la colonna sonora perfetta.Reddit+1Wired Italia+1
Cuffie e auricolari: comfort e qualità
sonora
• Meze Audio 105 Aer
Cuffie over-ear cablate che offrono un suono dettagliato e dinamico, con bassi profondi e controllati. Design elegante e comfort elevato le rendono ideali per lunghi viaggi. Prezzo: 399€
• Auricolari Bluetooth 5.4 HiFi Stereo Auricolari in-ear con tecnologia Bluetooth 5.4, cancellazione del rumore e autonomia fino a 40 ore. Perfetti per chi cerca un’opzione economica senza rinunciare alla qualità. Prezzo: 19,99 €
In 2025, the travel music experience is enhanced by devices that are increasingly compact, high-performing, and versatile. From over-ear headphones to hi-res players, here’s a selection of products perfect for bringing the ideal soundtrack to every journey.
Headphones and Earbuds: Comfort and Sound
Quality
• Meze Audio 105 Aer
Wired over-ear headphones offering detailed, dynamic sound with deep, controlled bass. Their elegant design and high comfort make them perfect for long trips.
Price: €399
• Bluetooth 5.4 HiFi Stereo Earbuds
In-ear earbuds featuring Bluetooth 5.4, noise cancellation, and up to 40 hours of battery life. Ideal for those seeking a budget-friendly option without compromising on quality.
Price: €19.99
MUSICA IN VIAGGIO: LE NOVITÀ AUDIO DEL 2025
MUSIC ON THE MOVE: 2025 AUDIO INNOVATIONS
di Rodolfo Mangiagalli
• Auricolari Bluetooth 5.3 Stereo HiFi
Dotati di microfoni ENC per chiamate chiare e certificazione IP8 per resistenza all’acqua. Offrono 60 ore di autonomia, ideali per viaggi lunghi.
Prezzo: 32,99€
Lettori musicali portatili: per audiofili in movimento
• Astell&Kern A&ultima SP3000T
Lettore hi-res di fascia alta con DAC quadruplo e sistema Android personalizzato. Supporta tutti i principali formati audio, garantendo un’esperienza d’ascolto senza compromessi.
Prezzo: 3.599€
• Bluetooth 5.3 HiFi Stereo Earbuds
Equipped with ENC microphones for clear calls and IP8 water resistance certification. Offering 60 hours of battery life, they’re ideal for long journeys.
Price: €32.99
Portable Music Players: For Audiophiles on the Go
• Astell&Kern A&ultima SP3000T
High-end hi-res music player with a quad DAC and customized Android system. Supports all major audio formats, ensuring an uncompromised listening experience.
Price: €3,599
• Shanling EC Mini
Portable CD player with built-in tube amplifier, aptX HD Bluetooth support, and USB DAC functionality. Combines retro aesthetics with modern technology.
Price: €317.19
Portable Speakers: Share Music Anywhere
• WiiM Audio Pro Streamer
• Shanling EC Mini
Lettore CD portatile con amplificatore a valvole integrato, supporto Bluetooth aptX HD e funzione DAC USB.Unisce estetica retrò e tecnologia moderna.
Prezzo: 317,19 €
Speaker portatili: musica condivisa ovunque
• WiiM Streamer Audio Pro
Speaker Wi-Fi con touchscreen integrato, offre bassi potenti e suono bilanciato. Compatibile con i principali servizi di streaming, è ideale per ambienti domestici e viaggi. Prezzo: 179€
• JBL Flip 7
Speaker Bluetooth resistente all’acqua e alla polvere (IP68), con tecnologia AI Sound Boost per bassi potenti e suono nitido. Perfetto per avventure all’aperto.
Prezzo: circa 129€
• Tribit StormBox Blast 2
Speaker da 200W con subwoofer integrato, certificazione IP67 e autonomia di 30 ore. Ideale per feste e viaggi in gruppo. Prezzo: circa 229,99€
Wi-Fi speaker with built-in touchscreen, powerful bass, and balanced sound. Compatible with major streaming services, ideal for both home and travel use.
Price: €179
• JBL Flip 7
Bluetooth speaker with IP68 water and dust resistance, featuring AI Sound Boost technology for powerful bass and crisp audio. Perfect for outdoor adventures. Price: approx. €129
• Tribit StormBox Blast 2
200W speaker with built-in subwoofer, IP67 certification, and 30-hour battery life. Ideal for parties and group travel. Price: approx. €229.99
FAI VOLARE IL TUO BUSINESS IN
AEROPORTO
GATE srl è la prima società italiana specializzata nella consulenza alle aziende all'interno degli aeroporti italiani.
I NOSTRI SERVIZI IN AEROPORTO
• CONSULENZA COMUNICAZIONE: ADV in aeroporto (Magazine cartaceo aeroporto, Affissioni digitali, digital adv, comunicazione video in lounge)
• CONSULENZA MARKETING: operazioni (anche targettizzate) di engagement con i passeggeri presenti aeroporto.
• EVENTI: in spazi comuni aeroportuali o in lounge (degustazioni, esposizione prodotto, presentazioni, etc.)
FROM ROME TO MILAN | Music, art and cinema
DA ROMA A MILANO
Musica, arte e cinema
MILANO MONZA MOTOR SHOW 2025
Dal 27 al 29 giugno 2025, torna il Milano Monza Motor Show, la quarta edizione dell’evento automobilistico all’aperto che unisce innovazione, adrenalina e sostenibilità. L’evento si svolgerà tra Milano e l’Autodromo Nazionale Monza, offrendo un’esperienza unica per appassionati e famiglie.Tra le iniziative e attività in programma: Journalist & Premiere Parade, la sfilata inaugurale con anteprime dei brand partecipanti; Test Drive, per offrire la possibilità di provare modelli elettrici, ibridi e supercar; Esposizioni di oltre 500 veicoli, tra cui hypercar, auto d’epoca e prototipi futuristici; Indy Autonomous Challenge, ovvero gare tra vetture autonome Dallara AV-23 sull’iconico circuito di Monza; Pagani – Arte in Pista, con esibizioni in pista di modelli esclusivi come Huayra R e Zonda R. Ci sarà infine un focus su sostenibilità e sicurezza stradale attraverso installazioni e workshop tematici.
Dove
Milano: Piazza Duca d’Aosta (Stazione Centrale)
Monza: Autodromo Nazionale Monza, Via Vedano 5, Monza Orari
Tutti i giorni: 9:00 – 20:00
Biglietti
Ingresso gratuito per tutte le aree espositive e attività
Info
Sito ufficiale: www.milanomonza.com
MILANO MONZA MOTOR SHOW 2025
From June 27th to 29th, 2025 , the Milano Monza Motor Show returns for its fourth edition, the open-air automotive event that combines innovation, adrenaline, and sustainability. The event will take place between Milan and the Monza National Autodrome, offering a unique experience for both enthusiasts and families. Several the initiatives and activities on the programme, such as Journalist & Premiere Parade, the inaugural parade with previews of the participating brands; Test Drive, offering the opportunity to drive electric, hybrid and supercar models. There will be exhibitions of more than 500 vehicles, including hypercars, vintage cars and futuristic prototypes and independent car races (Indy Autonomous Challenge) on the iconic Monza circuit with Dallara AV-23. Not to miss Pagani - Arte in Pista, with track performances of exclusive models such as the Huayra R and Zonda R. In addition, there will be a focus on sustainability and road safety through installations and thematic workshops.
Locations
Milan: Piazza Duca d’Aosta (Central Station)
Monza: Autodromo Nazionale Monza, Via Vedano 5, Monza Opening Hours
Every day: 9:00 AM – 8:00 PM
Tickets
Free admission to all exhibition areas and activities.
Info
Official website: www.milanomonza.com
FESTA DELLA MUSICA 2025
Sabato 21 giugno 2025, l’Italia si unisce alla celebrazione internazionale della Festa della Musica, un evento che trasforma piazze, strade e luoghi simbolici in palcoscenici a cielo aperto. Giunta alla sua 31ª edizione, la manifestazione promuove la musica in tutte le sue forme, coinvolgendo musicisti professionisti e amatoriali in centinaia di concerti gratuiti su tutto il territorio nazionale. Il tema di quest’anno, “I Mestieri della Musica”, dedicato alle diverse opportunità professionali che il mondo della musica offre. La manifestazione sarà anche l’occasione per sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro nel settore. Tra gli eventi di spicco, il concerto di Mario Biondi al Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, rappresenta uno dei momenti più attesi .
Dove
Oltre 300 città italiane, tra cui:
Brescia con oltre 50 palchi e più di 600 formazioni musicali che si esibiranno in vari punti della città Roma con eventi in diversi luoghi, tra cui il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali che ospiterà il concerto “Musica Insieme”.
Bezzecca dove la “Ledro in Musica” animerà le vie del centro con esibizioni di artisti locali e internazionali.
Orari
Gli eventi si svolgeranno principalmente il 21 giugno 2025, con orari variabili a seconda delle città e delle location.
Biglietti
Tutti gli eventi della Festa della Musica sono gratuiti e aperti al pubblico
Info
Sito ufficiale: www.festadellamusicaitalia.it
FESTA DELLA MUSICA 2025
On Saturday, June 21st, 2025 , Italy will join the international celebration of the Festa della Musica, an event that transforms city squares, streets, and iconic locations into open-air stages. Now in its 31st edition, the festival promotes music in all its forms, involving both professional and amateur musicians in hundreds of free concerts across the entire country. This year’s theme, “The Professions of Music,” is dedicated to highlighting the diverse career opportunities within the music industry. The festival will also raise awareness about the importance of environmental responsibility and workplace safety in the music sector.
Among the most anticipated events is the concert by Mario Biondi at the Archaeological Park of the Valley of the Temples in Agrigento, which is also the Italian Capital of Culture 2025.
Where
Over 300 Italian cities, including:
Brescia: more than 50 stages and over 600 music groups performing throughout the city.
Rome: events at various locations, including the National Museum of Musical Instruments, which will host the “Musica Insieme” concert.
Bezzecca: the streets of the town will come alive with the event “Ledro in Musica,” featuring performances by local and international artists.
Schedule
Events will primarily take place on June 21st, 2025, with times varying depending on the city and venue.
Tickets
All events are free and open to the public.
Info
Official website: www.festadellamusicaitalia.it
SUPERAURORA FESTIVAL 2025
Dal 20 al 22 giugno 2025, il Parco di Castello Chigi a Roma ospita la nuova edizione di SUPERAURORA, un festival immersivo che unisce musica, arte e natura in un’esperienza sensoriale unica. Tra gli headliner: Carl Cox, Nic Fanciulli, Kid Yugi, MACE, Murubutu, Anna Tur e molti altri. Oltre 35 artisti si esibiranno su più palchi, tra live show, DJ set, performance artistiche e installazioni visive. Il festival offre anche una ruota panoramica, video mapping, workshop, mercatini, aree food & drink e una zona camping immersa nel verde, a pochi passi dal mare.
Dove
Parco di Castello Chigi, Viale Mediterraneo 52, 00124 Roma
Date e orari
20-21-22 giugno: 15:30 – 03:30 Biglietti
Abbonamento 3 giorni: da €53 a €192 Biglietto giornaliero: da €30 a €99 I biglietti sono disponibili su superaurorafestival.com e sulla piattaforma Xceed.
SUPERAURORA FESTIVAL 2025
From June 20th to 22nd, 2025 , the Parco di Castello Chigi in Rome will host the new edition of SUPERAURORA, an immersive festival that brings together music, art, and nature for a truly unique sensory experience.
Among this year’s headliners are Carl Cox, Nic Fanciulli, Kid Yugi, MACE, Murubutu, Anna Tur, and many more. Over 35 artists will perform across multiple stages with live shows, DJ sets, artistic performances, and visual installations. The festival also features a Ferris wheel, video mapping, workshops, markets, food & drink areas, and a camping zone surrounded by greenery, just a few steps from the sea.
Where
Parco di Castello Chigi, Viale Mediterraneo 52, 00124 Rome
Dates and Times
June 20th – 22nd: 3:30 PM – 3:30 AM Tickets
3-Day Pass: from €53 to €192
Daily Ticket: from €30 to €99 Tickets are available on superaurorafestival.com and the Xceed platform.
THE LIVING SEA
Dal 13 maggio al 5 settembre 2025, il Museo di Storia
Naturale di Milano ospita The Living Sea, una mostra fotografica che cattura la magia degli oceani attraverso gli scatti subacquei di Hussain Aga Khan. Le immagini, realizzate tra Messico, Egitto, Tonga e Moorea, rivelano la straordinaria biodiversità marina, dai coralli colorati agli incontri con creature maestose come squali e mante. Un viaggio visivo che unisce bellezza e impegno ambientale, grazie alla collaborazione tra Focused on Nature e Marevivo, organizzazioni da anni in prima linea per la tutela dei mari. La mostra è un invito a riflettere sulla sua fragilità della vita sott’acqua. Hussain Aga Khan, fotografo e ambientalista, usa la sua arte per sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle Aree Marine Protette e sulla minaccia
dell’inquinamento. Accanto alle sue opere, i progetti educativi di Marevivo raccontano come ognuno possa contribuire a preservare questi ecosistemi, combattendo la pesca illegale e promuovendo un uso più sostenibile delle risorse marine. Le foto, esposte per la prima volta a Milano, mostrano angoli remoti del pianeta dove la natura prospera nonostante tutto, regalando scorci di rara bellezza. Una mostra che emoziona e fa pensare, perfetta per famiglie, appassionati di fotografia o semplici curiosi. Dopotutto, proteggere gli oceani inizia dal conoscerli. E qui, tra queste immagini, il messaggio è chiaro: il mare è vivo, e merita tutto il nostro rispetto.
Dove
Museo di Storia Naturale
Corso Venezia, 55 - Milano
Date
13 Maggio 2025 - 5 Settembre 2025
Orario
10:00 - 17:30 (Chiuso il lunedì)
Prezzo
Intero: € 5 - Ridotto: € 3 (+ commissioni)
THE LIVING SEA
From 13 May to 5 September 2025 , the Museum of Natural History in Milan hosts The Living Sea, a photographic exhibition capturing the magic of the oceans through the underwater shots of Hussain Aga Khan. The images, taken in Mexico, Egypt, Tonga and Moorea, reveal the extraordinary marine biodiversity, from colourful corals to majestic creatures such as sharks and manta rays. A visual journey that combines beauty and environmental commitment, thanks to the collaboration between Focused on Nature and Marevivo, organisations that have been in the front line for years for the protection of the seas. The exhibition is an invitation to reflect on the fragility of life underwater. Hussain Aga Khan, photographer and environmentalist, uses his art to raise awareness of the importance of Marine Protected Areas and the threat of pollution. Alongside his works, Marevivo’s educational projects tell how everyone can contribute to preserving these ecosystems, fighting illegal fishing and promoting a more sustainable use of marine resources. The photos, exhibited for the first time in Milan, show remote corners of the planet where nature thrives despite everything, offering glimpses of rare beauty. An exhibition that excites and makes you think, perfect for families, photography enthusiasts or the simply curious. After all, protecting the oceans starts with knowing them. Moreover, here, among these images, the message is clear: the sea is alive, and deserves all our respect.
Where
Museum of Natural History
Corso Venezia, 55 - Milan
Dates
13 May 2025 - 5 September 2025
Opening times
10:00 - 17:30
(Closed on Mondays)
Price
Full: € 5 - Reduced: € 3 (+ commission)
PASSION SUCCESS
BENVENUTO SOLE!
di Vanna Greggio
L’esposizione al sole è fondamentale per il nostro benessere, poiché ci fornisce vitamina D, migliora il nostro umore e contribuisce a una pelle sana. Tuttavia, è importante farlo in modo sicuro per evitare danni a lungo termine. Ecco alcuni consigli su come esporsi al sole in modo responsabile e benefico.
1. SCEGLIERE IL MOMENTO GIUSTO, Il sole è più forte tra le 10:00 e le 16:00. Durante queste ore, i raggi UV sono più intensi e il rischio di scottature aumenta. Se possibile, cerca di limitare l’esposizione diretta al sole in questo intervallo. Opta per le prime ore del mattino o il tardo pomeriggio per goderti il sole in modo più sicuro.
2. UTILIZZARE LA PROTEZIONE SOLARE
L’uso di una crema solare è fondamentale per proteggere la pelle dai danni dei raggi UV. Scegli una crema solare con un fattore di protezione solare (SPF) di almeno 30 e assicurati che sia resistente all’acqua. Applica la crema generosamente su tutte le aree esposte della pelle almeno 30 minuti prima di uscire e riapplicala ogni due ore, o più frequentemente se sudi o ti bagni.
3. INDOSSARE ABBIGLIAMENTO PROTETTIVO
Oltre alla crema solare, indossare abbigliamento protettivo può aiutare a ridurre l’esposizione ai raggi UV. Opta per indumenti
HELLO SUN!
EN. Sun exposure is essential for our well-being, as it provides us with vitamin D, boosts our mood, and contributes to healthy skin. However, it’s important to enjoy the sun safely to avoid long-term damage. Here are some tips for responsible and beneficial sun exposure.
1. CHOOSE THE RIGHT TIME
The sun is strongest between 10:00 AM and 4:00 PM. During these hours, UV rays are most intense and the risk of sunburn increases. If possible, limit direct sun exposure during this time. Opt for early morning or late afternoon to enjoy the sun more safely.
2. USE SUNSCREEN
Applying sunscreen is essential to protect your skin from UV damage. Choose a sunscreen with a sun protection factor (SPF) of at least 30 and make sure it’s water-resistant. Apply generously to all exposed areas of the skin at least 30 minutes before going outside, and reapply every two hours—or more frequently if you’re sweating or swimming.
3. WEAR PROTECTIVE CLOTHING
In addition to sunscreen, protective clothing helps reduce UV exposure. Choose long-sleeved garments, long trousers, and wide-brimmed hats. Some fabrics are designed with built-in
a maniche lunghe, pantaloni lunghi e cappelli a tesa larga. Esistono anche tessuti specifici con protezione UV che possono offrire un ulteriore livello di sicurezza.
4. NON DIMENTICARE GLI OCCHIALI DA SOLE
Gli occhi sono particolarmente vulnerabili ai danni causati dai raggi UV. Scegli occhiali da sole che offrano una protezione al 100% contro i raggi UVA e UVB. Cerca occhiali con lenti ampie e scure per una protezione ottimale.
5. ASCOLTA IL TUO CORPO
È importante prestare attenzione ai segnali del tuo corpo. Se inizi a sentirti caldo, stanco o hai la pelle che brucia, cerca immediatamente un’area d’ombra o rientra in casa. L’ipertermia e le scottature possono avere effetti a lungo termine sulla salute della pelle.
6. GRADUALITÀ NELL’ESPOSIZIONE
Se non sei abituato a stare al sole, inizia con brevi periodi di esposizione e aumenta gradualmente il tempo. Questo aiuta la pelle ad adattarsi e riduce il rischio di scottature.
7. IDRATAZIONE
L’esposizione al sole può portare a disidratazione, quindi è fondamentale bere molta acqua. Mantieniti idratato, soprattutto se trascorri molto tempo all’aperto.
UV protection, offering an extra level of safety.
4. DON’T FORGET SUNGLASSES
Your eyes are especially sensitive to UV damage. Choose sunglasses that provide 100% protection from both UVA and UVB rays. Look for wide, dark lenses for optimal coverage.
5. LISTEN TO YOUR BODY
It’s important to pay attention to your body’s signals. If you start to feel hot, tired, or notice your skin burning, find shade or go indoors immediately. Overheating and sunburns can have longterm effects on skin health.
6. GRADUAL EXPOSURE
If you’re not used to being in the sun, start with short periods and gradually increase your time outdoors. This helps your skin adapt and reduces the risk of sunburn.
CLARINS, ABBRONZATURA
PERFETTA AD ALTA PROTEZIONE
Clarins presenta quattro nuovi trattamenti solari per viso e corpo:
• Stick Solare Invisibile SPF50: pratico stick tascabile, ideale per un’alta protezione del viso e delle zone sensibili.
•Crema Solare Giovinezza SPF30 o SPF50: trattamento solare corpo dalla texture fondente e formula ad alta tollerabilità, finish asciutto e invisibile.
• Spray Solare Illuminante SPF50: spray solare bifase, dalla texture fresca e leggera e dal finish invisibile e satinato. Idrata la pelle e sublima l’abbronzatura.
È FONDAMENTALE SCEGLIERE I PRODOTTI GIUSTI / CHOOSE THE RIGHT PRODUCTS
CLARINS – PERFECT TAN WITH HIGH PROTECTION
Clarins introduces four new sun care products for face and body:
• Invisible Sun Stick SPF50: a handy pocket-size stick, perfect for high protection of the face and sensitive areas.
• Youth Sun Cream SPF30 or SPF50: a body sun cream with a melting texture and high tolerance formula, featuring a dry, invisible finish.
• Illuminating Sun Spray SPF50: a bi-phase sun spray with a light, fresh texture and a satin, invisible finish. Hydrates the skin and enhances the tan.
BEE SUN SAFE DI APIVITA
La sua rivoluzionaria linea di solari, progettata per proteggere la pelle, nel rispetto della natura. Gamma di trattamenti solari completa e innovativa, adatta a tutta la famiglia e a tutte le tipologie di pelle, BEE SUN SAFE garantisce una protezione solare ottima, tollerabilità e sicurezza, grazie a formule leggere e ad alta percentuale di ingredienti di origine naturale. I filtri solari BEE SUN SAFE rispettano la pelle e l’ecosistema marino. Hanno formule pulite che includono ingredienti biodegradabili e non contengono filtri solari dannosi per i coralli. Non contengono profumo né allergeni delle fragranze. Il packaging è realizzato con materiali riciclati e 100% riciclabili.
SOLARI WYCON
Linea solari Wycon, per celebrare la bella stagione e proteggere la pelle con efficacia, senza rinunciare alla leggerezza e al comfort con la collezione Sunkiss Ritual. La bellezza della pelle viene esaltata da prodotti che offrono non solo una protezione solare ad ampio spettro, ma anche una cura attenta, per una pelle idratata, sana e pronta a ricevere i benefici del sole. Con l’arrivo della bella stagione, la luce cambia, la pelle si scopre e il desiderio di leggerezza e freschezza si fa sentire. WYCON Cosmetics celebra l’arrivo dell’estate con la nuova make-up collection Summer Club, pensata per dare vita a una make-up routine completa, la collezione estiva offre prodotti adatti a creare look più disparati, dai più naturali e luminosi, senza però rinunciare a proposte più audaci e intense.
NUOVA LINEA URIAGE BARIESUN:
ALTA PROTEZIONE PER RENDERE IL SOLE UN ALLEATO
La SKIN SHIELD TECHNOLGY di Bariésun va oltre la fotoprotezione, aiutando a prevenire i danni cellulari e il fotoaging, indotti dall’esposizione al sole. Il cuore di formula, che associa l’Acqua Termale di Uriage ad un complesso ultra-antiossidante rinforzato a base di Astaxantina e Vitamina E, contiene anche filtri organici anti-UVA, UVB e luce blu. Questi ingredienti attivi lavorano in sinergia nei prodotti Bariésun, con formati e texture innovativi e sensoriali.
ACQUA SOLARE FRESCA SPF50+: la prima acqua solare a base di acqua termale di Uriage. Associa la freschezza dell’acqua e il comfort dell’olio e assicura una protezione ultra in un’acqua termale fresca, invisibile e leggera.
BEE SUN SAFE BY APIVITA
A revolutionary sun care line designed to protect the skin while respecting nature. This innovative and complete range is suitable for the whole family and all skin types. BEE SUN SAFE ensures excellent sun protection, tolerance, and safety, thanks to lightweight formulas with a high percentage of natural-origin ingredients. BEE SUN SAFE filters are safe for the skin and marine ecosystems. The clean formulas include biodegradable ingredients and are free from coral-harming filters. They contain no fragrance or fragrance allergens. Packaging is made from recycled and 100% recyclable materials.
WYCON SUN CARE LINE
To celebrate the sunny season and effectively protect the skin without sacrificing lightness and comfort, WYCON presents the Sunkiss Ritual collection. These sun care products provide broad-spectrum protection while nourishing and hydrating the skin, keeping it healthy and ready to soak up the sun’s benefits. With the arrival of summer, the light changes, skin is revealed, and the desire for freshness grows. WYCON Cosmetics celebrates the season with the new Summer Club make-up collection. Designed for a complete summer routine, it offers products to create a variety of looks— from fresh and natural to bold and intense.
NEW URIAGE BARIESUN LINE: HIGH PROTECTION TO MAKE THE SUN AN ALLY
Bariésun’s Skin Shield Technology goes beyond photoprotection, helping prevent cellular damage and photoaging caused by sun exposure. Its core formula combines Uriage Thermal Water with a reinforced ultra-antioxidant complex based on astaxanthin and vitamin E, along with organic filters against UVA, UVB, and blue light. These active ingredients work together in innovative, sensorial textures and formats.
• FRESH SUN WATER SPF50+: the first sun water based on Uriage Thermal Water. It blends the freshness of water with the comfort of oil, delivering ultra-protection in a lightweight, invisible, refreshing formula.
I BENEFICI
DI UN RETREAT BENESSERE
Viaggiare per capirsi. Per rigenerarsi dallo stress quotidiano e lavorativo. Per ritrovarsi. Tutto questo in un retreat.
WELLNESS RETREAT BENEFITS
| Travel to understand each other. To regenerate from daily and work stress. To find each other again. All this in a retreat.
C’è chi lo chiama “ritiro”, chi “retreat”, chi lo considera una pausa rigenerante, chi un atto necessario. Ma una cosa è certa: sempre più persone scelgono di prendersi qualche giorno fuori dal rumore per rientrare meglio dentro di sé. I ritiri di mindfulness non sono moda. Sono uno strumento potente — semplice e accessibile — per disconnettersi dall’automatico e riconnettersi all’essenziale. Non servono tappetini costosi, incensi esotici o esperienze mistiche. Basta avere voglia di ascoltare, anche solo per un weekend. E il luogo giusto.
COS’È UN RETREAT, DAVVERO
Non è una vacanza. E non è nemmeno una lezione di yoga. Un retreat di mindfulness è un tempo “fuori dal tempo”, in cui si riducono stimoli esterni (parole, notifiche, impegni) e si attivano presenza, attenzione, ascolto. Si medita — a volte seduti, a volte camminando. Si mangia in silenzio. Si dorme tanto. Si cammina. Si respira. In alcuni casi si parla pochissimo, in altri si condivide molto. Dipende dalla guida, dal gruppo, dal contesto. Ma il principio resta: rallentare per sentire. E quello che si sente — se si ha il coraggio di non scappare — spesso cambia prospettiva.
COSA SUCCEDE AL CORPO (E ALLA TESTA)
Dopo le prime ore, quando cala l’irrequietezza iniziale (“dove ho messo il telefono?”, “cosa faccio adesso?”), il corpo entra in uno stato diverso. Il respiro si regolarizza, il battito rallenta, i muscoli si sgonfiano. Anche il cervello cambia marcia. I pensieri si fanno meno densi, le emozioni più stabili, la soglia di reattività si abbassa. La scienza lo conferma: anche pochi giorni di mindfulness intensa riducono i livelli di cortisolo, migliorano la
EN. Some call it a “retreat,” others a “reset,” a regenerative pause or a necessary break. One thing’s for sure: more and more people are choosing to step away from the noise in order to reconnect with themselves. Mindfulness retreats aren’t a trend. They’re a powerful, simple and accessible way to unplug from autopilot and tune back into what really matters. You don’t need fancy mats, exotic incense, or mystical experiences. Just a willingness to listen — even for a weekend. And the right place.
WHAT A RETREAT REALLY IS
It’s not a vacation. And it’s not a yoga class. A mindfulness retreat is time outside of time. A space where external stimuli (words, notifications, to-do lists) are reduced, and presence, attention and awareness are activated. You meditate — sometimes sitting, sometimes walking. You eat in silence. You sleep. You walk. You breathe. Sometimes, there’s very little talking. Other times, there’s deep sharing. It depends on the guide, the group, the setting. But the principle remains the same: slow down to feel. And what you feel — if you’re brave enough not to run away — can shift your entire perspective.
WHAT HAPPENS TO THE BODY (AND THE MIND)
After the first few hours, when the initial restlessness fades (“Where’s my phone?” “What do I do now?”), the body settles into a different rhythm. Breathing deepens, the heart rate slows, tension melts away. Even the brain shifts gears. Thoughts feel less dense, emotions stabilize, and reactivity drops. Science backs this up: even a few days of focused
di Rajan Gualtieri
qualità del sonno, aumentano la capacità di concentrazione e favoriscono una gestione più lucida dello stress.
PER CHI È (E PER CHI NO)
Non serve “essere spirituali” per fare un retreat. Basta voler stare un po’ con sé stessi. Chi lo fa spesso sono professionisti iperconnessi, genitori sopraffatti, creativi in burnout, persone in fase di transizione (relazionale, lavorativa, emotiva). Ma anche semplici curiosi, coppie, solitari, viaggiatori.
L’unico requisito è lasciare il giudizio a casa: quello verso sé stessi (“non sono capace a meditare”), verso gli altri (“questa gente parla con gli alberi”), verso l’esperienza (“non è servito a niente”). Il retreat non promette miracoli. Ma può insegnare a non pretendere tutto subito. E questo, già, è molto.
COSA ASPETTARSI
– Routine semplice: sveglia presto, meditazione, pasti leggeri, momenti di ascolto e silenzio. Spesso senza telefono, orologio, notizie.
– Contatto con la natura: i retreat si svolgono quasi sempre in campagna, montagna, vicino al mare. Camminare tra gli alberi con consapevolezza è già meditazione.
– Cibo genuino: vegetariano, biologico, sobrio. Non si digiuna, ma si mangia con presenza. Anche questo può essere una scoperta.
– Attività “minime”: respirazione, meditazione guidata, yoga dolce, journaling, lavoro sul corpo. Nessuna performance richiesta.
– Un gruppo piccolo: dai 10 ai 20 partecipanti, spesso di
SCOPRI I PROSSIMI APPUNTAMENTI SU DISCOVER THE NEXT APPOINTMENTS ON
@rajan_mindfulness
mindfulness can reduce cortisol levels, improve sleep quality, boost concentration, and enhance emotional regulation.
WHO IT’S FOR (AND WHO
IT’S NOT)
You don’t need to be “spiritual” to attend a retreat. You just need the desire to spend some time with yourself. Regular attendees include over-connected professionals, overwhelmed parents, creatives in burnout, and people going through life transitions (relationship, career, identity). But you’ll also find curious newcomers, couples, solo travelers.
The only requirement: leave judgment at the door — self-judgment (“I’m bad at meditating”), judgment of others (“these people talk to trees”), or of the experience itself (“I didn’t get anything out of it”). A retreat doesn’t promise miracles. But it can teach you to let go of instant expectations. And that alone is huge.
WHAT TO EXPECT
– Simple routines: early mornings, meditation, light meals, moments of silence and mindful listening. Often, without phones, clocks, or news.
– Connection to nature: most retreats take place in the countryside, in the mountains, or by the sea. Walking among trees with awareness is already a form of meditation.
– Wholesome food: vegetarian, organic, simple. No fasting — just conscious eating. That, too, can be a revelation.
età e background diversi. Eppure, dopo due giorni, il senso di connessione è sorprendente.
Domande frequenti (che tutti si fanno)
– “E se non riesco a stare in silenzio?” Va bene lo stesso. Il silenzio non è un obbligo, è uno spazio. E si impara a starci dentro poco a poco.
– “Devo avere esperienza?” No. I retreat sono pensati anche per principianti. L’unica cosa da portare è un po’ di apertura.
– “Ma poi cosa me ne faccio, nella vita vera?” La pratica non risolve tutto, ma insegna a stare meglio nel presente. E il presente, bene o male, è dove viviamo ogni giorno.
– “Si può piangere?” Sì. Può succedere. Ed è normale.
DOVE TROVARLI: ECCONE
ALCUNI
• Relaxing Retreat by the sea 21-22 giugno 2025, Valbondione (BG)
– Small groups: usually 10 to 20 participants, from diverse backgrounds and ages. And yet, after two days, the sense of connection can be surprising.
Common questions (everyone asks them)
– “What if I can’t stay silent?” That’s fine. Silence isn’t a rule — it’s a space. You’ll learn to be with it, bit by bit.
– “Do I need experience?” Not at all. Retreats are designed for beginners too. All you need is a bit of openness.
– “Will it help in real life?” Mindfulness doesn’t fix everything, but it helps you feel better in the present. And the present, like it or not, is where we live every day.
– “Can I cry?” Yes. It happens. It’s normal.
WHERE TO FIND THEM :
• Relaxing Retreat by the sea 21-22 June 2025, Valbondione (BG)
Se vuoi maggiori informazioni, puoi contattarmi If you want more information you can contact me
Sito rilassacorpoemente.it
SCAN ME AND RELAX
Intagram @rajan_mindfulness
YouTube rajan mindfulness
MG3 2025 / la compatta che sfida le regole del segmento B
Nel panorama delle compatte, la MG3 2025 si presenta come un’alternativa interessante, con un design rinnovato e una proposta meccanica che mira a soddisfare diverse esigenze.
Design e dimensioni
La nuova MG3 adotta un’estetica più moderna e dinamica, con linee affilate e una griglia frontale pronunciata. Le dimensioni compatte, con una lunghezza di 4,11 metri, la rendono agile nel traffico urbano, mentre il bagagliaio da 293 litri offre una buona capacità per la categoria.Autoanalitica
Motorizzazioni
La MG3 è disponibile in due varianti: una versione a benzina e una ibrida.
• Benzina: equipaggiata con un motore 1.5 litri da 115 CV e 148 Nm di coppia, abbinato a un cambio manuale a 5 marce. Le prestazioni dichiarate includono un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,8 secondi e
MG3 2025 | The compact car that defies the rules of the B-segment
EN. In the compact car market, the MG3 2025 emerges as an interesting alternative, featuring a refreshed design and a mechanical setup aimed at meeting a variety of needs.
Design and dimensions
The new MG3 adopts a more modern and dynamic look, with sharp lines and a prominent front grille. Its compact dimensions—measuring 4.11 meters in length—make it agile in urban traffic, while the 293-liter boot offers good capacity for its class.
Engines
The MG3 is available in two versions: a petrol-powered model and a hybrid.
• Petrol: equipped with a 1.5-liter engine delivering 115 hp and 148 Nm of torque, paired with a 5-speed manual transmission. Official figures include 0–100 km/h acceleration in 10.8 seconds and a top speed of 185 km/h. Average fuel consumption is 6.1 l/100 km.
una velocità massima di 185 km/h. Il consumo medio si attesta a 6,1 l/100 km
• Hybrid+: combina un motore a benzina da 102 CV con un motore elettrico da 136 CV, per una potenza complessiva di 195 CV. Il sistema ibrido permette un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 8 secondi e una velocità massima di 170 km/h. Il consumo medio dichiarato è di 4,4 l/100 km, con emissioni di CO₂ pari a 100 g/km.
Interni e tecnologia
L’abitacolo della MG3 offre un ambiente moderno, con una
• Hybrid+: combines a 102 hp petrol engine with a 136 hp electric motor, for a total output of 195 hp. The hybrid system enables 0–100 km/h acceleration in 8 seconds and a top speed of 170 km/h. Claimed average fuel consumption is 4.4 l/100 km, with CO ₂ emissions of 100 g/km.
Interior and technology
The MG3 cabin offers a modern environment, featuring dual digital displays: a 7” digital instrument cluster and a 10.25” central touchscreen compatible with Apple CarPlay and Android Auto. The MG Pilot system includes several driver assistance technologies, such as lane-keeping assist, adaptive cruise control, and traffic sign recognition.
doppia schermata digitale: un quadro strumenti da 7” e un touchscreen centrale da 10,25” compatibile con Apple CarPlay e Android Auto. Il sistema MG Pilot include diverse tecnologie di assistenza alla guida, come il mantenimento di corsia, il cruise control adattivo e il riconoscimento dei segnali stradali.
Allestimenti e prezzi
La MG3 è proposta in tre allestimenti: Standard, Comfort e Luxury. La versione benzina parte da 16.990 €, mentre la Hybrid+ ha un prezzo base di 19.990 €. Tutti i modelli beneficiano di una garanzia di 7 anni o 150.000 km. La MG3 2025 si presenta come una scelta competitiva nel segmento delle compatte, offrendo una combinazione di design moderno, tecnologie avanzate e un buon rapporto qualità-prezzo. La disponibilità di una versione ibrida la rende particolarmente interessante per chi cerca un’auto efficiente senza rinunciare alle prestazioni.
Trims and pricing
The MG3 is available in three trims: Standard, Comfort, and Luxury. The petrol version starts at €16,990, while the Hybrid+ is priced from €19,990. All models come with a 7-year or 150,000 km warranty. The MG3 2025 stands out as a competitive option in the compact segment, offering a blend of modern design, advanced technologies, and good value for money. The availability of a hybrid version makes it particularly appealing for those looking for an efficient vehicle without sacrificing performance.
LE OPPORTUNITÀ FISCALI PER IL RIENTRO DEGLI ITALIANI IN PATRIA
A partire dall’anno 2024 è entrata in vigore la nuova disciplina italiana sulla residenza fiscale delle persone fisiche, introdotta con il D.lgs. 209/2023, in linea con gli standard internazionali e con l’obiettivo di adeguare il sistema interno ai principi OCSE. Il cambiamento, seppur non retroattivo, avrà importanti implicazioni pratiche e fiscali per tutti quei cittadini italiani che risiedono (o intendono risiedere) all’estero, in particolare nei primi anni successivi al trasferimento.
I nuovi criteri per la residenza fiscale
La normativa aggiorna l’art. 2 del TUIR, che definisce come residente, ai fini fiscali, il soggetto che per la maggior parte del periodo d’imposta:
• ha la residenza anagrafica in Italia
• ha il domicilio fiscale, inteso come centro principale delle relazioni personali e familiari
• è fisicamente presente, anche solo per frazioni di giorno
È sufficiente che uno solo di questi tre criteri sia soddisfatto per oltre 183 giorni (o 184 in caso di anno bisestile) affinché il soggetto sia considerato fiscalmente residente in Italia.
L’iscrizione all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), pur rimanendo necessaria, non è più sufficiente da sola per dimostrare la non-residenza fiscale in Italia. Particolarmente delicato il caso dei trasferimenti verso Paesi a fiscalità privilegiata, per i quali si applica una presunzione legale di residenza fiscale in Italia, con conseguente inversione dell’onere della prova a carico del contribuente.
La prova della non-residenza: documentazione e tempi Il cittadino trasferito deve poter dimostrare documentalmente, anche a distanza di molti anni, che nessuno dei criteri sopra indicati è stato soddisfatto per oltre 183 giorni nel periodo d’imposta. Questo comporta la necessità di conservare un’ampia gamma di prove oggettive, tra cui ricevute, estratti conto bancari, contratti di locazione, bollette ecc. L’obiettivo è poter dimostrare una coerenza tra il centro degli interessi personali, familiari ed
Legum omnes servi sumus, ut liberi esse possimus
TAX RESIDENCY: NEW RULES FOR ITALIAN CITIZENS PLANNING TO MOVE ABROAD
Starting in 2024, Italy has introduced a new legal framework governing the tax residency of individuals, through Legislative Decree No. 209/2023. This reform aligns national rules with international standards and aims to bring the domestic system into compliance with OECD principles. Although not retroactive, the changes carry significant practical and fiscal implications for all Italian citizens who reside—or plan to reside—abroad, especially during the initial years following relocation.
New Criteria for Tax Residency
The updated legislation revises Article 2 of the Italian Income Tax Code (TUIR), which now considers an individual to be a tax resident in Italy if, for the majority of the tax year, they meet any one of the following conditions:
• They are registered as a resident in Italy (anagrafic residence);
• They have their tax domicile in Italy, meaning the main center of personal and family relations;
• They are physically present in Italy, even for part of a day.
If any one of these criteria is met for more than 183 days (or 184 in a leap year), the individual is considered fiscally resident in Italy.
While registration with the A.I.R.E. (Registry of Italians Residing Abroad) remains a necessary requirement, it is no longer sufficient by itself to prove non-residency for tax purposes. Particularly sensitive are cases involving relocation to countries with preferential tax regimes, where a legal presumption of Italian tax residency applies. In such cases, the burden of proof is reversed and falls on the taxpayer.
Proving Non-Residency: Documentation and Timelines
A person who has moved abroad must be able to provide documentary evidence—even many years later—that none of the three above-mentioned criteria were met for more than 183 days in the tax year. This requires retaining a broad range of objective evidence, such as receipts, bank statements, rental contracts, utility bills, and so on. The goal is to demonstrate a consistent alignment between the declared foreign residence and the individual’s personal, family, and economic interests. In cases of relocation to non-cooperative countries, the statute of limitations for tax audits extends to:
Cavaliere Piero Salussolia Esq. LLM
Dott. Niccolò Poggio
dura lex, sed lex
economici e la dichiarata residenza estera.
In caso di migrazione verso Paesi non collaborativi, i termini per l’accertamento si estendono fino a:
• 10 anni dalla presentazione della dichiarazione
• 14 anni se la dichiarazione non è stata presentata
• 10 anni per le sanzioni relative agli obblighi di monitoraggio fiscale (quadro RW).
Focus sui Paesi “non black list”
Per chi si trasferisce in Paesi non inseriti nelle black list (come ad esempio la Svizzera, esclusa a partire dal 2024), non si applica l’inversione dell’onere della prova; in questi casi, sarà l’Agenzia delle Entrate a dover dimostrare l’effettiva residenza fiscale in Italia. Tuttavia, anche in questi casi è fortemente consigliato conservare una documentazione dettagliata e coerente, per fini difensivi e per evitare contestazioni.
Conclusioni: attenzione, coerenza e trasparenza
Il nuovo assetto normativo impone a chi lascia l’Italia di adottare un comportamento coerente, trasparente e documentabile, sia dal punto di vista anagrafico che fiscale. L’obiettivo è evitare che il contribuente venga considerato ancora residente in Italia, con conseguente applicazione del principio della Worldwide Taxation (tassazione su tutti i redditi, ovunque prodotti nel mondo).
In un contesto di mobilità internazionale crescente, la pianificazione fiscale deve andare di pari passo con la consapevolezza normativa e una gestione rigorosa della propria posizione giuridico-fiscale. Un errore di leggerezza o la sottovalutazione della prova documentale possono tradursi in conseguenze economiche e sanzionatorie rilevanti.
• 10 years from the date of filing the tax return;
• 14 years if no return was filed;
• 10 years for sanctions related to the obligation of foreign asset disclosure (RW Form).
Focus on “Non Black
List” Countries
For those relocating to countries not included on Italy’s black list (such as Switzerland, which was removed from the list as of 2024), the burden of proof does not shift to the taxpayer. In these cases, it is the Italian Revenue Agency that must demonstrate the taxpayer’s continued fiscal residence in Italy.
However, even in these situations, it is strongly recommended to maintain thorough and consistent documentation to support your case and avoid disputes.
Conclusion: Caution, Consistency, and Transparency
The new regulatory framework requires those leaving Italy to adopt a consistent, transparent, and well-documented approach, both from a civil registry and tax standpoint. The goal is to avoid being considered an Italian tax resident, which would trigger the principle of worldwide taxation (tax liability on income earned anywhere in the world).
In today’s increasingly mobile world, tax planning must go hand in hand with regulatory awareness and a careful management of one’s legal and fiscal status. A careless error or underestimation of the documentation requirements could result in serious financial and legal consequences.
Con la collaborazione di Giada Pivano
Facta lex inventa fraus
Whyyoudon't speakEnglish?
It doesn’t take much time to really learn; it takes time spent well.
That’s why we call ourselves Fast English: we don’t skip the steps, we put them in the right order. What is the point of starting from verbs and pronouncing if you do not know the words yet?
It would be like putting on shoes before wearing tight pants. a useless waste of time.
Let me ask you a question: do you know why English sounds complicated? You will not believe it.
Perchè non parliInglese?
Per imparare davvero, non serve tanto tempo: serve tempo speso bene.
Perché ci chiamiamo Velocemente Inglese: non saltiamo i passaggi, li mettiamo nell’ordine giusto.
Che senso ha partire da verbi e pronuncia se ancora non conosci le parole?
Sarebbe come mettere le scarpe prima di indossare pantaloni attillati.. una inutile perdita di tempo.
Ti faccio una domanda: sai perché l’inglese sembra complicato?
Non ci crederai mai..
www.velocementeinglese.com
info@velocementeinglese.com +39 3382359304
La nostra esperienza ci ha insegnato che le persone non imparano per mancanza di tempo, per paura di fare figuracce, o perché qualcuno le ha fatte sentire “non portate”.
Basta tornare a quel modo naturale con cui da bambino imparavi senza sforzo.
Sbaglierai?
Sì, certo! È parte del gioco!
Quante volte hai ripetuto “precipitevolissimevolmente” prima di impararla?
Ma tranquillo: nessuna parola inglese è così difficile.
..èimpossibile! 1
Our experience has taught us that people don’t learn because of lack of time, fear of making a mess, or because someone made them feel "not carried".
Just go back to that natural way you learned as a child without effort.
Will you miss?
Yes, of course! It’s part of the game!
Con il nostro metodo inneschiamo una “reazione a catena” nella tua mente, e le parole si fissano nella memoria… e ci restano.
How many times did you repeat "precipitevolissimevolmente" before learning it?
But don’t worry: no English word is that difficult.
Non ti chiediamo di fidarti, ma solo di provare.
Prenota una lezione gratuita su velocementeinglese.com e scopri come anche tu puoi imparare l’inglese… proprio come 1,5 miliardi di persone nel mondo stanno facendo ora.
We don’t ask you to trust, but only to try.
Book a free lesson on velociementeinglese.com and find out how you can learn English too... Just as 1.5 billion people in the world are doing now.
Una tempesta di ricordi, emozioni, suoni, immagini e… la tua voce che si esprime in inglese con una naturalezza sorprendente. Siccome lo strumento perfetto non esisteva, ce lo siamo creato: 3000 Parole
Velocissime, uno strumento smart e intuitivo che ti insegna l’essenziale, anche se pensi di non essere portato, anche se dubiti di farcela o ti senti un caso disperato.
With our method we trigger a "chain reaction" in your mind, and the words are fixed in memory... and remain there.
A storm of memories, emotions, sounds, images and... your voice that is expressed in English with an amazing naturalness.
Because the perfect tool did not exist, we created it: 3000 Fast Words, a smart and intuitive tool that teaches you the essentials, even if you think you are not good at it, even if you doubt you will succeed or feel like you are hopeless.
https://velocementeinglese.com/abb-gate/
LIFE ON THE GROUND
LE NOVITÀ DEL 2025 PER I PASSEGGERI / WHAT’S NEW FOR PASSENGERS IN 2025 / ROMA A CIELO APERTO / ROME IN THE OPEN AIR / ESTATE ROMANA 2025 / ROMAN SUMMER 2025
AEROPORTI ITALIANI: LE NOVITÀ
DEL 2025 PER I PASSEGGERI
ITALIAN AIRPORTS: WHAT’S NEW FOR PASSENGERS IN 2025
Nel 2025, gli aeroporti italiani stanno vivendo una fase di rinnovamento e crescita, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza dei passeggeri. Ecco alcune delle principali novità:
ROMA FIUMICINO
L’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino ha registrato una crescita significativa nel 2025, con quasi 50 milioni di passeggeri, un numero che era previsto per il 2028. Tra le novità, l’introduzione di una nuova sedia per passeggeri con mobilità ridotta, tra le prime attivazioni di un servizio di mobilità autonoma in un aeroporto europeo.
MILANO MALPENSA
Malpensa ha visto un incremento del 13,2% dei passeggeri nel primo bimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra le novità, l’ampliamento del Terminal 1 per ospitare nuovi voli intercontinentali, con l’aggiunta di piazzole per il parcheggio degli aerei. Inoltre, sono stati annunciati tre nuovi collegamenti intercontinentali: Boston, Philadelphia e Hanoi.
VENEZIA MARCO POLO
L’aeroporto Marco Polo di Venezia ha registrato 2,1 milioni di passeggeri nei primi tre mesi del 2025, con un aumento del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra le novità, l’espansione dell’area partenze Schengen, con nuovi varchi di sicurezza, aree commerciali e un collegamento meccanizzato tra il terminal e il parcheggio multipiano. Inoltre, sono stati introdotti nuovi voli per Washington, Dallas, Jeddah, Riyadh e Larnaca.
BOLOGNA GUGLIELMO MARCONI
L’aeroporto di Bologna ha superato i 3,2 milioni di passeggeri nei primi quattro mesi del 2025, con una crescita del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra le novità, l’ampliamento del parcheggio multipiano, con il primo blocco disponibile entro l’estate del 2025. Inoltre, la Marconi Business Lounge sarà chiusa dal 26 maggio a metà settembre per lavori di ristrutturazione.
TORINO CASELLE
L’aeroporto di Torino ha registrato 1,2 milioni di passeggeri nel primo trimestre del 2025, con un aumento del 10,9% rispetto allo
EN. In 2025, Italian airports are undergoing a phase of renewal and growth, with the goal of enhancing the passenger experience. Here are some of the main updates:
ROME FIUMICINO
Leonardo da Vinci Airport in Fiumicino has seen significant growth in 2025, reaching nearly 50 million passengers—a figure that was originally projected for 2028. Among the new features is the introduction of a new chair for passengers with reduced mobility, marking one of the first autonomous mobility services launched at a European airport.
MILAN MALPENSA
Malpensa experienced a 13.2% increase in passenger traffic during the first two months of 2025 compared to the same period last year. Key developments include the expansion of Terminal 1 to accommodate new intercontinental flights, with additional aircraft parking stands. Three new long-haul routes have also been announced: Boston, Philadelphia, and Hanoi.
VENICE MARCO POLO
Marco Polo Airport in Venice welcomed 2.1 million passengers in the first quarter of 2025, up 3.5% from the same period the previous year. Major improvements include the expansion of the Schengen departures area, featuring new security checkpoints, retail areas, and a mechanized link between the terminal and the
multi-level parking garage. New routes have also been introduced to Washington, Dallas, Jeddah, Riyadh, and Larnaca.
BOLOGNA GUGLIELMO MARCONI
Bologna Airport handled over 3.2 million passengers in the first four months of 2025, a 7.8% increase compared to the same period in 2024. Enhancements include the expansion of the multi-level parking facility, with the first section expected to be available by summer 2025. Additionally, the Marconi Business Lounge will be closed from May 26 until mid-September for renovations.
stesso periodo dell’anno precedente. Tra le novità, il restyling dell’aeroporto con l’apertura di due nuovi gate e l’ampliamento dell’area imbarchi. Inoltre, sono state inaugurate nuove stazioni di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici.
NAPOLI CAPODICHINO
L’aeroporto di Napoli ha registrato oltre 2 milioni di passeggeri nel primo trimestre del 2025. Per la stagione estiva, sono previste oltre 120 destinazioni dirette verso 35 Paesi, con l’aggiunta di nuovi collegamenti intercontinentali per Atlanta, Chicago e Montréal. È previsto un intervento da 20 milioni di euro per la manutenzione della pista, che comporterà la chiusura dell’aeroporto dal 19 gennaio al 1° marzo 2026.
TURIN CASELLE
Turin Airport recorded 1.2 million passengers in the first quarter of 2025, up 10.9% year over year. Renovations include the opening of two new gates and the expansion of the boarding area. New fast and ultra-fast charging stations for electric vehicles have also been inaugurated.
NAPLES CAPODICHINO
Naples Airport welcomed over 2 million passengers in the first quarter of 2025. For the summer season, over 120 direct destinations across 35 countries are scheduled, with new intercontinental routes to Atlanta, Chicago, and Montréal. A €20 million runway maintenance project is planned, which will require the airport to close from January 19 to March 1, 2026.
ROMA A CIELO APERTO
i migliori posti dove mangiare all’aperto nella Capitale
ROME IN THE OPEN AIR | The Best Outdoor Dining Spots in the Capital
Quando arriva giugno, Roma cambia pelle. Le giornate si allungano, l’aria si fa leggera e tutto invita a mangiare fuori. Ma non “fuori casa”: proprio all’aperto. Terrazze nascoste, giardini interni, dehors affacciati su vicoli e piazze: la città eterna ha il dono di offrire scenografie uniche anche a tavola. Ecco una selezione di locali dove il cibo incontra la luce del tramonto e il rumore di fondo è quello della città che vive.
PIAZZA E PANORAMA: TERRAZZE CON VISTA
Per chi cerca il colpo d’occhio, Roma non delude. La terrazza del Zuma (via della Fontanella di Borghese) regala un panorama incredibile su Piazza di Spagna. Cucina giapponese moderna, cocktail precisi, atmosfera da metropoli internazionale, ma immersa nei tetti romani. Più rilassata, ma altrettanto scenografica, la terrazza del Rooftop di Palazzo Manfredi, con vista sul Colosseo. Qui si cena al ristorante Aroma (una stella Michelin): servizio impeccabile, cucina italiana elegante, prezzi da esperienza speciale.
TRASTEVERE AUTENTICA: TRA VICOLI E CORTILI
Trastevere resta un punto fermo per chi cerca atmosfera e sapori decisi. Antica Pesa è un’istituzione: piatti romani rivisitati, cortile interno tranquillo e clientela affezionata. Meno conosciuto ma da segnare: Spirito di Vino, in una stradina defilata, con giardino segreto e cantina storica.
EN. When June arrives, Rome transforms. The days grow longer, the air feels lighter, and everything invites you to dine outside—not just out of the house, but truly al fresco. Hidden terraces, inner gardens, patios facing alleys and piazzas: the Eternal City has a gift for offering unique backdrops, even at the table. Here’s a selection of places where great food meets golden sunsets and the soundtrack is the hum of city life.
PIAZZAS AND PANORAMAS: TERRACES WITH A VIEW
For those chasing spectacular views, Rome never disappoints. The rooftop at Zuma (Via della Fontanella di Borghese) offers a breathtaking panorama of Piazza di Spagna. Expect modern Japanese cuisine, expertly crafted cocktails, and a cosmopolitan atmosphere—yet nestled among Roman rooftops. A more relaxed but equally scenic option is the Rooftop at Palazzo Manfredi, with a direct view of the Colosseum. Dinner here is served at Aroma (Michelin-starred): impeccable service, elegant Italian cuisine, and prices suited to special occasions.
Per chi vuole qualcosa di più casual, Eggs è una trattoria contemporanea con tavoli all’aperto e una passione dichiarata per l’uovo in tutte le sue forme. La carbonara è tra le migliori della città.
OSTIENSE-TESTACCIO: ANIMA URBANA
A Sud, dove Roma è più industriale e meno da cartolina, spuntano indirizzi interessanti. Marigold (via Damiano Chiesa) è un bistrot nordico con cortile semplice e ingredienti scelti: pane a lievitazione naturale, caffè filtrato, piatti puliti ma intensi. Vicino, Piatto Romano a Testaccio è perfetto per chi vuole la cucina della nonna con un dehors silenzioso. Da non perdere la trippa e la gricia con i carciofi. Per una serata più vivace, Porto Fluviale ha un grande spazio esterno e un menu che spazia dalla pizza alla cucina di mare, ideale per gruppi e famiglie.
CENTRO CON CHARME: TRA STORIA E MODERNITÀ
Nel cuore di Roma, mangiare bene all’aperto senza inciampare nel menù turistico è possibile. Rimessa Roscioli, a due passi da Campo de’ Fiori, ha tavoli all’esterno e una selezione di vini che giustifica da sola la sosta. In zona Pantheon, Armando al Pantheon è un’osteria storica con pochi
AUTHENTIC TRASTEVERE: AMONG ALLEYS AND COURTYARDS
Trastevere remains a staple for those seeking atmosphere and bold flavors. Antica Pesa is a Roman institution: reimagined local dishes, a peaceful courtyard, and a loyal clientele. Less known but worth noting: Spirito di Vino, tucked away on a quiet side street, with a secret garden and a historic wine cellar. For a more casual option, Eggs is a modern trattoria with outdoor tables and a declared love for all things egg-related. Their carbonara is among the best in town.
OSTIENSE-TESTACCIO: URBAN SOUL
To the south, where Rome shows its more industrial and less postcard-perfect side, interesting spots are popping up. Marigold (Via Damiano Chiesa) is a Nordic-style bistro with a simple courtyard and carefully selected ingredients: sourdough bread, filtered coffee, clean yet flavorful dishes. Nearby, Piatto Romano in Testaccio is perfect for grandma-style cooking in a quiet patio. Don’t miss the trippa or the gricia with artichokes. For a livelier evening, Porto Fluviale has a large outdoor area and a menu ranging from pizza to seafood—great for groups and families.
CHARMING CITY CENTER: BETWEEN HISTORY AND MODERNITY
In the heart of Rome, it’s still possible to eat well outdoors without falling into tourist traps. Rimessa Roscioli, just steps from Campo de’ Fiori, has outdoor tables and a wine selection that’s worth the visit alone.
tavoli fuori e una reputazione solidissima. Prenotare è d’obbligo. Per un’alternativa elegante, Pipero (vicino a Corso Vittorio) offre una piccola corte esterna e una cucina raffinata ma comprensibile, dove la tradizione si fa bella.
ROMANITÀ CON INTELLIGENZA.
In zona Pantheon, Armando al Pantheon è un’osteria storica con pochi tavoli fuori e una reputazione solidissima. Prenotare è d’obbligo. Per un’alternativa elegante, Pipero (vicino a Corso Vittorio) offre una piccola corte esterna e una cucina raffinata ma comprensibile, dove la tradizione si fa bella.
GIARDINI SEGRETI: IL VERDE IN CITTÀ
Se il caldo si fa sentire, cercate l’ombra. Il giardino di Rosti a Pigneto è perfetto per brunch e cene informali: spazio grande, menu vario, atmosfera rilassata. Altri due indirizzi con verde e tranquillità: Il Margutta (vegetariano, con cortile interno tra le piante) e Enoteca La Torre a Villa Laetitia, per chi vuole un pranzo da ricordare tra colonne e rose. Tips per mangiare all’aperto a Roma (e godersela davvero)
• Prenotate. Anche i posti meno noti si riempiono, specie nei weekend. Meglio telefonare o usare le app con giorni d’anticipo.
• Occhio al sole. Molti tavoli sono esposti: scegliete orari giusti o assicuratevi che ci sia ombra.
• Guardate dove mangiano i romani. Se il dehors è pieno di turisti e vuoto dentro, probabilmente è una trappola.
• Controllate la viabilità. Alcune zone del centro diventano pedonali in estate, ma anche difficili da raggiungere in auto. Roma si apre, letteralmente. E cenare all’aperto diventa un modo per assaporarla senza filtri.
SMART ROMAN CUISINE.
Near the Pantheon, Armando al Pantheon is a historic osteria with a few outdoor tables and a rock-solid reputation. Booking is essential. For something more elegant, Pipero (near Corso Vittorio) offers a small outdoor courtyard and refined yet approachable cuisine—where tradition gets a modern glow-up.
SECRET GARDENS: GREEN SPACES IN THE CITY
When the heat kicks in, seek out shade. The garden at Rosti in Pigneto is perfect for brunch or relaxed dinners: spacious, diverse menu, laid-back vibe. Two more green, peaceful picks: Il Margutta (vegetarian, with an inner courtyard surrounded by plants) and Enoteca La Torre at Villa Laetitia—for a memorable lunch among columns and roses. Tips for Outdoor Dining in Rome (and Really Enjoying It)
• Book ahead. Even lesser-known places fill up fast, especially on weekends. Call or use apps a few days in advance.
• Watch the sun. Many tables are exposed—choose the right time of day or make sure there’s shade.
• Follow the locals. If the outdoor seating is packed with tourists and the inside is empty, it’s probably a trap.
• Check traffic rules. Some central areas become pedestrian-only in summer and can be tricky to reach by car. Rome opens up—literally. And dining outdoors becomes a way to savor the city, no filters needed.
MAXXI, Rome
S O L U Z I O N I
E C O N O M I C O
F I N A N Z I A R I E
P E R I M P R E S E
E D E N T I D E L
T E R Z O
S E T T O R E
C O R P O R A T E F I N A N C E
ESTATE ROMANA 2025
Eventi e serate da non perdere
ROMAN SUMMER 2025 | Unmissable Events and Eveningsmost iconic amphitheatre
LUNGO IL TEVERE ROMA 2025
Dal 6 giugno al 24 agosto, le banchine del Tevere, da Ponte Sisto a Ponte Sublicio, ospitano la 23ª edizione di “Lungo il Tevere Roma”. Ogni sera, dalle 19:00 alle 02:00, si susseguono eventi culturali, musica dal vivo, mostre fotografiche e stand gastronomici. L’ingresso è gratuito. Instagram+2lungoiltevereroma.it+2lungoiltevereroma.it+2
L’ISOLA DEL CINEMA
Sull’Isola Tiberina, da metà giugno a settembre, si svolge “L’Isola del Cinema”, festival cinematografico con proiezioni in due arene all’aperto, incontri con autori, mostre e spazi enogastronomici. Le proiezioni si tengono ogni sera, con una sala
EN. LUNGO IL TEVERE ROMA 2025
From June 6 to August 24, the banks of the Tiber—from Ponte Sisto to Ponte Sublicio—host the 23rd edition of Lungo il Tevere Roma. Every evening, from 7:00 PM to 2:00 AM, the area comes alive with cultural events, live music, photography exhibitions, and food stands. Admission is free.
L’ISOLA DEL CINEMA
On Tiber Island, from mid-June to September, L’Isola del Cinema offers a summer film festival featuring screenings in two open-air theaters, author talks, exhibitions, and food and wine areas. Screenings take place every evening, with a 500-seat arena and a smaller 100-seat space.
da 500 posti e una da 100 posti.
ROMA SUMMER FEST 2025
All’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, dal 5 giugno al 20 settembre, si tiene il “Roma Summer Fest”. Tra gli artisti in programma: Sting, Nick Cave, Ludovico Einaudi, Patti Smith, Alanis Morissette e molti altri. I concerti si svolgono nella Cavea all’aperto. Concerti ClassicaAuditorium
VILLA ADA – ROMA INCONTRA IL MONDO
Dal 20 giugno al 18 agosto, Villa Ada ospita “Roma Incontra il Mondo”, festival con concerti, dj set, presentazioni di libri e laboratori per bambini. Gli eventi si tengono su due palchi immersi nel verde del parco.
ROMA SUMMER FEST 2025
At the Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, from June 5 to September 20, the Roma Summer Fest takes place. Featured artists include Sting, Nick Cave, Ludovico Einaudi, Patti Smith, Alanis Morissette, and many more. Concerts are held outdoors in the open-air Cavea.
VILLA ADA – ROMA INCONTRA IL MONDO
From June 20 to August 18, Villa Ada – Roma Incontra il Mondo returns with concerts, DJ sets, book presentations, and children’s workshops. Events are held on two stages nestled in the greenery of the park.
LETTERATURE FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ROMA
Il “Letterature Festival” propone incontri con autori internazionali in diverse location della città. Tra gli appuntamenti: il 17 giugno al Parco Monte Ciocci con Daniela Dröscher, il 25 giugno alla Casa del Jazz con David Grossman e il 1° luglio al Teatro Elsa Morante con Erri De Luca.
MUSEI VATICANI – APERTURE SERALI
Da maggio a fine ottobre, i Musei Vaticani offrono aperture serali il venerdì e il sabato. Il venerdì, chiusura alle 22:30 con ultimo ingresso alle 20:30; il sabato, chiusura alle 20:00 con ultimo ingresso alle 18:00. Un’occasione per visitare i musei in un’atmosfera suggestiva.
LETTERATURE – ROME INTERNATIONAL LITERATURE FESTIVAL
The Letterature Festival hosts meetings with international authors across various locations in the city. Notable events include:
• June 17 at Parco Monte Ciocci with Daniela Dröscher
• June 25 at Casa del Jazz with David Grossman
• July 1 at Teatro Elsa Morante with Erri De Luca
VATICAN MUSEUMS – EVENING OPENINGS
From May to the end of October, the Vatican Museums offer evening openings on Fridays and Saturdays.
• Fridays: open until 10:30 PM (last entry at 8:30 PM)
• Saturdays: open until 8:00 PM (last entry at 6:00 PM)
It’s a unique opportunity to visit the museums in a magical evening atmosphere.
Guida Monaci dal 1870 il punto di riferimento del Sistema Italia
Il nos tro purpos e è “Gene rare val ore” . I ser vizi knowle dg e i n te n s i v e c h e fo rn i a mo a l l e Imp re s e Pu b b l i c h e e Pri v a te contribuiscono a creare fiducia e reputazione nei confronti del Sistema Italia Grazie alle competenze dei nostri consulenti garantiamo il raggiungimento degli obiettivi richiesti dai nostri s ta k e h o l d e r. Ve ri fi c h e d o c u me n ta l i , Re p o rt re p u ta z i o n a l i , Audit ed analisi investigative per guidare il cambiamento. Dynamic business solutions. Since 1870 guidamonaci.it
UN libro DA LEGGERE
A BOOK TO READ
di Enza Pietrangelo
L’ultima casa è un titolo che evoca chiusura e definitiva sistemazione e l’edizione curata da Albe ci offre una preziosa opportunità per scoprire un autore fondamentale del Novecento italiano: Luigi Chiarelli (1880-1947). Noto soprattutto per aver dato il via al Teatro Grottesco con la sua celeberrima pièce La maschera e il volto, Chiarelli fu in realtà una figura poliedrica: drammaturgo, giornalista, critico teatrale e autore di racconti e prose.
Questo volume non è un romanzo inedito nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto una raccolta postuma che riunisce testi, probabilmente racconti, prose brevi o articoli di varia umanità, che gettano nuova luce sulla sua produzione meno nota al grande pubblico, abituato a identificarlo quasi esclusivamente con il teatro.
Leggere L’ultima casa significa addentrarsi nelle pieghe della scrittura non teatrale di Chiarelli, scoprendo temi, ossessioni e uno stile che, pur differendo dalla struttura dialogica del dramma, conserva l’acume, l’ironia e quella sottile, a tratti amara, percezione della realtà tipica del Grottesco. È probabile che in questi scritti ritroviamo l’analisi impietosa della borghesia, la critica delle convenzioni sociali, il contrasto irrisolvibile tra l’apparire e l’essere – motivi cari all’autore e centrali nella sua opera maggiore. Il merito dell’edizione Albe sta nel rendere accessibili questi materiali, contribuendo a completare il quadro di un intellettuale che ha profondamente influenzato il teatro e la cultura del suo tempo.
Lo stile di Chiarelli, anche nella prosa, è riconoscibile: asciutto, preciso, a volte caustico, capace di illuminare con poche pennellate le assurdità e le ipocrisie umane.
Potrebbe non essere una lettura di svago leggero, ma è sicuramente stimolante per chi è interessato alla letteratura italiana del primo Novecento, al superamento dei canoni ottocenteschi e alle radici di certe correnti letterarie e teatrali. In conclusione, L’ultima casa è un’operazione editoriale di notevole valore culturale, che offre uno sguardo intimo sulla sensibilità di Chiarelli, permettendo di apprezzare la coerenza tematica e stilistica che lega le diverse sfaccettature della sua produzione.
Consigliato agli appassionati di teatro grottesco, di letteratura del primo Novecento e a chi ama scoprire i tesori nascosti nelle opere meno frequentate dei grandi autori.
The Last House is a title that evokes closure and final settlement, and the edition curated by Albe offers a valuable opportunity to rediscover a key figure of 20th-century Italian literature: Luigi Chiarelli (1880–1947). Best known for pioneering Teatro Grottesco (Grotesque Theatre) with his celebrated play The Mask and the Face, Chiarelli was in fact a multifaceted figure—playwright, journalist, theatre critic, and author of short stories and prose. This volume is not an unpublished novel in the traditional sense, but rather a posthumous collection that brings together texts—likely short stories, brief prose pieces, or human-interest articles—that shed new light on a lesser-known side of Chiarelli’s work. The general public tends to associate him almost exclusively with the theatre, but this collection reveals a broader literary scope.
Reading The Last House means delving into the folds of Chiarelli’s non-theatrical writing, discovering themes, obsessions, and a style that, while distinct from the dialogic form of drama, retains the sharp insight, irony, and that subtly bitter perception of reality typical of the Grotesque. In these texts, we likely find his unflinching analysis of the bourgeoisie, criticism of social conventions, and the unresolved tension between appearance and reality—motifs dear to the author and central to his major works. The merit of this Albe edition lies in making these writings accessible, helping to complete the portrait of an intellectual who deeply influenced the theatre and culture of his time.
Even in prose, Chiarelli’s style is unmistakable: dry, precise, at times caustic, capable of shedding light—often with just a few strokes—on human absurdities and hypocrisies. It may not be light leisure reading, but it is certainly rewarding for those interested in early 20th-century Italian literature, in the transition away from 19th-century norms, and in the roots of certain literary and theatrical movements.
In conclusion, The Last House is a culturally valuable publishing project, offering an intimate look into Chiarelli’s sensibility and allowing readers to appreciate the thematic and stylistic coherence that unites the various facets of his work. Recommended for enthusiasts of Grotesque Theatre, early 20th-century literature, and anyone who enjoys uncovering hidden gems in the lesser-known works of great authors.