Fuorionda giugno+luglio - 2009

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il giornalino degli studenti

GIU + LUG 2009

A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI ”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO STUDENTE COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA INDIE ROCK ALL’ITALIANA LA NOVITÀ, I CHARLESTONES 10 LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY IL RETTORE CONSIGLIA IL RICETTARIO DELL’ING. POZZO FUORIONDA VA IN VACANZA, CI VEDIAMO A SETTEMBRE CON TANTE NOVITÀ A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO SCALARE IL MONTE EVEREST PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE BELLE NOVELLE DALLE CASE DELLO


intervista esclusiva

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A TU PER TU CON IL RIELETTO MAGNIFICO

SUONO UN CAMPANELLO PER ENTRARE. LA SEGRETERIA DEL RETTORATO ANNUNCIA IL MIO ARRIVO. UNA GENTILE SIGNORA MI ACCOGLIE E IN QUEL MOMENTO ARRIVA IL RETTORE CHE, ANCORA INTENTO A SBRIGARE QUALCHE PRATICA ASSIEME ALLA SEGRETARIA, MI FA ACCOMODARE NEL SUO STUDIO. UN GRANDE UFFICIO CON UNA SCRIVANIA, UN COMPUTER, UNA STAMPANTE, UNA FOTO DI LUI ASSIEME A 2 DEI 3 SUOI NIPOTINI ED UNA DISCRETA QUANTITÀ DI CARTE E DOCUMENTI VARI APPOGGIATIVI SOPRA. PIÙ IN LÀ UN TAVOLO PER LE RIUNIONI. ALLE SPALLE DELLA SCRIVANIA, LA FOTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA COME DA PROTOCOLLO. L’ARREDAMENTO È DEL TIPO SOBRIO ED ELEGANTE. I QUADRI ESPOSTI SONO PRESTATI, POICHÉ QUELLI APPARTENENTI AL RETTORATO SONO STATI GENTILMENTE CONCESSI ALLA FONDAZIONE CRT PER UNA MOSTRA CHE SI SVOLGE A GORIZIA. SU UN MOBILE UNA STATUA IN STILE AFRICANO CHE RISCUOTE AMMIRAZIONE DAL MAGNIFICO. ACCENDO IL REGISTRATORE ED INIZIO L’INTERVISTA.

All’anagrafe Lei è il signor Francesco Peroni, nato a Brescia il 7 aprile 1961 Sì, ma solo nato a Brescia, poiché ho vissuto da fin subito dopo la mia nascita a Pavia, dove ha lavorato per lungo tempo mio padre Che lavoro svolgevano i suoi genitori?

Insegnanti. Entrambi laureati in Lettere. Mia mamma insegnante di lettere alle scuole superiori. Mio padre insegnante presso la Facoltà di Lettere prima a Pavia, poi a Firenze Fratelli, sorelle? Di cosa si occupano? Sì, ho una sorella. Sposata con 3 nipotini. E’ architetto, insegnante alle scuole medie di disegno tecnico Liceo alle superiori? Liceo classico a Pavia Chi o cosa l’ha spinta ad iscriversi all’università e alla facoltà di Giurisprudenza? L’idea forse di intraprendere una carriera forense, cosa che aveva in me un certo fascino in quel momento e la considerazione degli studi giuridici come studi armonici col mio percorso di liceale classico In Italia c’è una bassa mobilità sociale. Il fatto di avere genitori laureati favorisce il figlio ad intraprendere la carriera universitaria? Lo dicono i numeri. Statisticamente vediamo che chi si laurea oggi è ancora, in prevalenza, figlio di laureati. Il che è un dato certamente non confortante. Dal punto di vista della mia personale esperienza, l’aver avuto genitori laureati e ancor più insegnanti, ha rappresentato un valore aggiunto in termini di maturità nell’approccio all’esperienza dello studio. Sicuramente Ha mai fatto parte di associazioni, rappresentanze studentesche o qualche altro tipo di attività parauniversitaria? No. Purtroppo ho capito dopo e tardi cosa avevo perso. Ero uno studente

esclusivamente concentrato sui libri e sugli esami; poco sull’attività universitaria come comunità Da giovane cosa pensava di fare da grande? All’università, inizialmente immaginavo notaio; civilista come formazione. Nel percorso universitario, dal terzo anno in avanti, ho incrociato le discipline penaliste e mi sono innamorato di questo ambito, al punto, che poi ho desiderato proseguire la ricerca di attività universitaria Qualche curiosità: cosa fa al sabato sera di solito? Dipende. A volte esco e vedo amici, a volte ho impegni di routine universitaria come occasioni pubbliche dove devo presenziare. A volte resto a casa. Può essere spessissimo che il sabato sia attività di lavoro così come anche la domenica, nel senso preparatorio all’attività settimanale, quindi studiare temi che dovrai affrontare Va a mangiare fuori? Ristoranti, pub, osterie, …? Non direi spesso. Non sono certamente uno che quotidianamente esce a mangiare per capirci. A seconda dei periodi, se ci sono attività pubbliche che comportino momenti conviviali, questi si aggiungono. Privatamente, direi non frequentemente Lei sa che porta lo stesso nome del fondatore della birra Peroni, il signor Francesco? Era un suo antenato? Sì, lo so. Lo so. Il quale però era di Vigevano! Paradossalmente il fondatore della birra era in provincia di Pavia nato. Io, che pure lungamente

ho vissuto a Pavia, non ho sangue pavese per l’appunto E le piace la birra? Non tantissimo. In generale non sono un particolare amante degli alcolici. In alcune circostanze vino e birra, si accompagnano bene con certe pietanze Come siamo messi in cucina? C’è stata un’epoca in cui, avendo più tempo libero, mi divertivo un po’ anche a cucinare. Oggi, per gli impegni, l’intensità della mia giornata, il cucinare per me è un cucinare molto semplice, senza particolari dedizioni. Non ho tempo attualmente. [D’ora in poi avrà i consigli del nostro chef ing. Pozzo! n.d.r.] Qual è il suo piatto preferito? Carne alla brace. Con un buon vino rosso Pratica uno sport? No. Devo confessare che non sono un gran sportivo E la sua squadra del cuore? La sorprenderò ma non ho mai avuto una squadra del cuore. Quando ci sono i mondiali, li seguo perché lì l’aspetto agonistico è particolarmente bello. E’ un fatto corale, ecco Letture: ultimo libro letto? Dunque. Ne ho diversi aperti. Un volumetto edito da Sellerio che raccoglie alcuni scritti di Piero Calamandrei intitolato “Per la scuola”. Sono contributi di Calamandrei sui temi della scuola pubblica. Altri che riguardano per esempio i temi dell’attualità universitaria e poli tici. Capita di avere diversi volumi aperti che non sono narrativa e che quindi possono essere affrontati come letture parallele, senza perdere il filo


3 E se parliamo di musica… che rapporto ha? Non particolarmente attrezzato dal punto di vista culturale. E questa è una mia pecca, ritengo. Ho periodi in cui ascolto musica nei pochi intermezzi di tempo che mi trovo a casa, periodi in cui non mi accade. Si tratta comunque di filoni di musica classica o jazz Cinema? Televisione? Quasi mai cinema. Così come oramai vedo pochissima Tv. Di solito la sera sto davanti al computer, sistemo la corrispondenza e-mail. Poca Tv. Anni fa, la sera era il momento di relax televisivo. Ora la Tv la vedo molto meno, un poco anche perché credo sia scaduta la qualità degli spettacoli, un poco perché non ho più il tempo di prima. Ho l’impressione che c’è stata una invasione di spettacoli di basso profilo, Molto simili tra di loro; vi è una monotonia tra i vari canali che è abbastanza deprimente Il periodo delle vacanze si avvicina, come le passa solitamente? Mare o montagna? Estate o inverno? Vacanze più contenute di quanto non fosse un tempo divise tra montagna e mare. Ormai più invecchio più preferisco l’estate. Da giovane amavo molto l’inverno. Amo il clima e l’intimità dell’inverno e nella mia età più giovanile prevalevano sul fascino dell’estate. Col passare degli anni sono diventato un “filo-estate” A che ora va a letto la sera e quando si sveglia la mattina? Mezzanotte. Sette, sette e trenta In generale che cosa Lei pensa degli italiani? Molto difficile dare un giudizio. Un patrimonio sconfinato di cultura e risorse umane penalizzato da una non compiuta maturazione politica come unità nazionale Parliamo ora di religione: qual è il suo rapporto con Dio? Lei è credente? Sono stato educato alla confessione cattolica e sono stato praticante sino agli anni dell’università. Poi, mi sono allontanato in quanto non l’ho più avvertita corrispondente ad uno stato di presenza di fede nella mia dimensione interiore. Ho una posizione, in questo momento, essenzialmente agnostica Popolarità, giornali, Tv, interviste, incontri con persone di rilievo: si sente un personaggio, un leader? No, mai. Mi sento una persona. Non un personaggio. In pubblico non ho mai altra cura che essere autentica espressione della mia istituzione. Non inseguo popolarità, fama personale. La leadership viene conferita dagli altri e si commisura alla credibilità che sai guadagnarti dalla comunità di riferimento. Che poi uno se la senta o meno ha una relativa importanza. Ho una certa diffidenza per questa espressione francamente Il ruolo del Rettore per Lei, è un punto di arrivo o di partenza? In Università sicuramente un pun-

to di arrivo, sicché io concludo il mio secondo anno di mandato (il Regolamento d’Ateneo prevede una rielezione max per 2 anni n.d.r.). Dopodiché, uscito da quella porta mi reco nel corridoio dello stesso piano - quello del Dipartimento di Scienze Giuridiche - dove ho uno studio da professore e torno a fare la vita di prima Un suo ex collega, il Rettore Furio Honsell, ha lasciato la comunità universitaria per avvicinarsi alla politica. Lei ha mai pensato di entrare in politica? No. In questo momento non potrebbe essere in agenda. Si fa il Rettore per servire questa istituzione e non per servirsi della carica in chiave promozionale. No I miei collaboratori mi hanno informato che Lei è stato il più giovane Rettore italiano eletto nella storia della Crui. Ha pagato per caso? In che senso? Credo che sia una evento sbalorditivo per l’Italia… Sì, certo è molto infrequente. E’ vero. In generale un po’ in tutte le posizioni di vertice vedere persone di età media - perché diciamo che quarantenne, è un’età media - non un’età giovane! “Giovane” per la nostra abitudine italiana per cui è normale che uno in apice di carica abbia almeno settant’anni. E quindi quarant’enne è un ragazzino. Ma oggettivamente la decade quaranta non è un’età giovane, è un’età media Lei in un suo discorso, durante i periodi di agitazione studentesca dichiarò davanti ad una platea di studenti che si sarebbe dimesso dalla carica di Rettore se fosse passata la legge della riforma. Come mai è ancora qui? La dichiarazione riguardava il non rientro dei tagli Tremonti. Se i tagli restassero quelli inferti dalla l. 133\2008, scalari sino al 2013, io non vedrei quale altra possibilità, nel senso che noi ci troveremo davanti uno scenario di impossibilità di far funzionare l’università in modo assoluto A che cosa è servita, in definitiva, la protesta degli studenti? E’ servita molto. E tengo a sottolinearlo a dispetto di una magari diffusa sensazione di inutilità di quella protesta: siccome –com’è naturale che sia- le proteste hanno avuto un corso e quindi un inizio e una fine, e siccome non si sono registrati -sul momento- risultati tangibili, per taluni quella protesta è stata sterile. Ed invece io credo che non lo sia stata. E, a testimonianza di ciò si può ricordare che, dal governo, da un certo periodo a seguire sono uscite dichiarazioni di consapevolezza sulle insostenibilità di questi tagli che prima non sarebbero mai state rilasciate. Da ultimo, lo stesso Ministro Gelmini in un seminario pubblico ha dichiarato di essere impegnato in seno al governo, a favorire il rientro di questi tagli. Questo io credo, non sia casuale, perché le proteste hanno stimolato sicura-

mente una riflessione, una riconsiderazione Vorrei farLe ancora qualche domanda sulle prospettive future dell’Ateneo triestino. Perché l’Università di Padova conta 80.000 iscritti e Trieste solo 20.000? Quali sono i limiti di Trieste? Deriva da ragioni molteplici. Padova è situata in un territorio di molta maggiore densità rispetto al F.V.G. Un’università di grande tradizione storica. Esiste dal 1200. Molto strutturata anche dal punto di vista ricettivo. Ma essenzialmente al centro di un territorio molto più popoloso e anche economicamente trainante, il che è fattore non poco rilevante. Le dinamiche intorno si possono riverberare anche sullo sviluppo universitario così come l’università, può essere a sua volta volano di sviluppo economico. C’è una sorta di interazione biunivoca. Il tessuto economico induce il flusso di persone. Dove c’è da lavorare, la gente va Quali sono le attrattive di Trieste? Trieste ha un’attrattiva che va oltre i confini della regione a differenza di Udine. La popolazione studentesca di Trieste per molte ragioni legate alla maggior antichità di questa Università, con una tradizione anche internazionale, e una grossa visibilità scientifica, la straordinaria bellezza della città e dell’ambiente in cui si trova. A misura di chiunque, con il mare, che è sicura, che è bellissima dal punto di vista climatico, che è persino più economica di tante altre realtà dal punto di vista del mercato delle locazioni. Beh, tutto ciò spiega perché Trieste compensi questa minore ricchezza territoriale di infrastrutture \ strutture economiche nel suo dintorno con un’attrattiva che fa sì che sia pur sempre dei due atenei, quello più popoloso. A che numero può, oggettivamente mirare Trieste tenendo conto delle risorse/ strutture a disposizione attualmente? Secondo me, per le nostre strutture, non potremo felicemente andare oltre i 25.000; se non entrando in una dimensione poi di disfunzione, di perdita di qualità dei servizi L’amministrazione goriziana, nel suo piccolo, sembra aver compreso l’importanza della presenza degli studenti nella città ed ha deciso di investire. Secondo Lei, i politici triestini sono coscienti delle potenzialità e delle risorse che i giovani potrebbero essere in una città notoriamente di vecchi (dove non ci sono i giovani)? La politica che conta è quella delle istituzioni che appoggiano più o meno lo sviluppo delle università. I politici locali sono più coscienti di 2 anni fa. Credo non lo siano ancora nella misura adeguata a iscrivere nell’agenda della città lo sviluppo scientifico universitario come una delle carte vincenti Quando avremo tutti i corsi in inglese con professori da ogni

parte del globo?O meglio, avremo mai corsi in inglese come nella maggior parte delle università europee, con anche prof. stranieri? Si fa in aree economiche e scientifiche molteplici: dottorati, triennali, magistrali. Il punto sono i contenuti: ci sono materie che hanno un’universalità più accentuata. Discutere di alcune materie economiche che sono globali per definizione, impone una lingua universale; discutere di alcuni rami del diritto – non tutti – ma alcuni rami, in inglese, è un’insensatezza. L’inglese nasce e s’impianta grazie ad una notevole mobilità internazionale. Se circolassero più stranieri ad insegnare nelle nostre università, l’inglese penetrerebbe di più. Abbiamo poca abitudine ad attribuire gli insegnamenti a stranieri e ad offrire loro spazi di didattica; per altro abbiamo anche problemi di risorse. Non dimentichiamoci che l’Università italiana non naviga nell’oro. Quindi queste iniziative di mobilità internazionali di docenza costano tanto: per avere uno straniero in Italia devi pagargli viaggi, soggiorni, risorse Qual è il suo giornalino universitario preferito? Beh, non posso dirlo perché tra l’altro davvero li leggo tutti. Tutti quelli che mi capitano, li leggo proprio perché ho questa curiosità di conoscere le opinioni e gli approcci degli studenti alla vita universitaria Me li potrebbe elencare allora? Il libretto, poi c’è Sconfinare, quello scritto dagli studenti del SID di Gorizia, poi credo… Ne sta dimenticando uno. Credo il più importante! Beh, sì. C’è Fuorionda! Le hanno mai detto che si esprime attraverso un linguaggio dantesco, davvero piacevole da ascoltare? Beh, dantesco direi proprio di no. E’ come dire ad un pittore che pittura come Giotto. Mi hanno detto che parlo in un modo piacevole, raffinato ed elegante. Una cosa le voglio dire perché la reputo molto importante. Riguarda il dominio della propria lingua che oggi tutti i giovani dovrebbero raccogliere e credo che sia poco presente nelle consapevolezze collettive: la lingua madre è uno strumento straordinario di relazioni e di crescita individuale. Quando ciascuno di noi affina il suo vocabolario, il suo linguaggio, fa qualcosa che non va inteso come puro gusto della ricercatezza, dell’eleganza del linguaggio. Fa qualcosa che lo cambia, nel senso che, disporre di una lingua ricca di sfumature, vuol dire disporre di una gamma ampia di registri anche intimi, e quindi di capacità di relazionarti in modo profondo e quindi di crescere in modo profondo Abbiamo finito Rettore. Sono passate quasi due ore e La ringraziamo della Sua gentile disponibilità e collaborazione. Buon lavoro e in bocca al lupo per il Suo nuovo mandato! a.g.


SCALARE IL MONTE EVEREST sport

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Esistono 14 montagne che superano gli 8’000 metri: Everest, K2, Kangchenjunga, Lhotse, Makalu, Cho Oyu, Dhaulagiri, Manaslu, Nanga Parbat, Annapurna I, Gascerbrum I, Gascerbrum II, Broad Peak e Xixabangma. Le persone che hanno scalato tutte queste montagne sono davvero poche, secondo il sito www.summitpost.org sarebbero 14, tra cui il primo ad aver compiuto questo sforzo disumano è stato Reinhold Messer, un italiano che, dopo 16 anni di sforzi, lo ha completato nel 1986 all’età di 42 anni. Tra queste esiste poi una gerarchia di difficoltà. L’Annapurna, Il K2 e il Nanga Parbat equivalgono a un tentativo di suicidio. Segue Makalu, Kangchenjunga fino ad arrivare al più facile che è Cho Oyu. Ma la montagna più alta del mondo? Questo si piazza più o meno a metà, l’altitudine è ciò che lo rende piuttosto difficile. Nel 2003 il giornale inglese The Observer ha pubblicato un articolo che più o meno descriveva la preparazione necessaria per scalare “il tetto del mondo”. L’attrezzatura varia da bombole di ossigeno, un recipiente per raccogliere neve e ghiaccio da sciogliere, dei fazzoletti umidi per lavarsi, visto che fa troppo farsi la doccia. Tendono a congelarsi, quindi sono da tenere sempre dentro la tenda, del borotalco per i piedi. Lassù si bruciano 6000 calorie, ossia quasi il doppio del consumo di un ragazzo venticinquenne in buona forma fisica che fa sport 4 volte alla settimana. Un problema grande è che più si arriva in alto e meno appetito si ha, quindi si è costretti a ingurgitare più calorie possibile. Poi si arriva all’attrezzatura tecnica: imbracatura, piolet, jumar, una luce frontale, altimetro e cramponi costituiscono solo una parte minima del necessario. I vestiti consistono di strati e strati di abbigliamento termale, cinque o sei paia di calze, che però si ridurranno a due paia sulla montagna, una per dormire e l’altra per camminare. Queste ultime assorbiranno all’incirca più o meno una quantità di sudore uguale a un calice di vino, dovranno “dormire” nel sacco a pelo per asciugarsi. Varie giacche, maschere, pantaloni imbottiti, guanti leggeri, guanti pesanti ecc. tutto questo si deve moltiplicare per due, un set asciutto per la notte e uno che si bagna per il giorno. L’allenamento. Dire che bisogna essere in condizioni

fisiche ottimali è scontato. Questo però non proteggerà dal mal d’altitudine ma permetterà solamente che più ossigeno arrivi in tutto il corpo. Bisogna fare tantissimo allenamento cardiovascolare durante i 12 mesi precedenti. Secondo Ed Viesturs, uno dei quattordici uomini ad aver scalato le quattordici vette sopra gli 8’000 metri, bisognerebbe correre 11-13 km al giorno in terreno collinoso per quattro giorni, riposando il quinto. Pesi poi sono utili per migliorare la capacità di portare un zaino pesante per periodi lunghi, e per togliere ghiaccio e neve. Consigliano anche d’ingrassare di almeno 6 kg che si perderanno in un batter d’occhio. Prima di tentare Sagarmatha (Everest in nepalese, che significa letteralmente La Testa del Cielo), consigliano di scalare il Kilimangiaro, che secondo molti è una passeggiata in montagna per il livello di difficoltà, con complicazioni solo per l’altitudine, e poi il Monte Elbrus, la montagna più alta d’Europa che si trova in Russia, oppure il Monte Bianco. Poi cominciano ad elencare tutte le infermità possibili ma qui saranno elencati quelli più interessanti: tosse, l’aria secca potrebbe far tossire talmente tanto che si sputa il tessuto della gola; il sangue assume la consistenza della panna cotta; Edema vari; il colore della pelle assume un colore banco nuvoloso, questo significa che la pelle è congelato, ma non ancora morto. Quando questo capita ai piedi, il trattamento per questo consiste nel conficcare i piedi nudi nelle ascelle di un altro. Trombosi, bruciature, ferite che non si chiudono per la mancanza di ossigeno, ossa rotte, ipotermia ecc. la lista è infinita. Sii preparato per le allucinazioni, per essere un pò ritardato nelle azioni. Dura tra i 50-70 giorni arrivare in cima all’Everest. Si cammina solo per 20 giorni, gli altri servono per acclimatizzarsi ed essenzialmente consiste nel stare seduti al freddo ed aspettare.... per un mese. I prezzi poi implicano anni di risparmi, stanno tra i 30’000 e i 50’000 euro, escludendo il volo per Katmandu ovviamente. Ci vediamo in cima al mondo ragazzi! Stephan Thoedesen

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PROGETTO “TRIESTE CITTA’ UNIVERSITARIA SENZA CONFINI”: FESTIVAL DELLA ESPRESSIVITA’ GIOVANILE

Teatrino di San Giovanni cerca giovani fantasiosi per organizzare qualsiasi cosa possibile in un teatrino! Proposte, idee, suggerimenti sono benvenuti! Ecco le istruzioni per l’uso

Dal 15 ottobre all’8 novembre 2009 la Provincia di Trieste vi metterà a disposizione Il Teatrino del Parco di S. Giovanni per la realizzazione, in via sperimentale, il Festival dell’Espressività Giovanile da costruire sulla base delle proposte presentate da noi giovani sul tema: “Città senza confini”. Un tempo la zona in cui si trova Il Teatrino ospitava la sede dell’ex O.P.P. (Ospedale psichiatrico provinciale). Proprio da quelle mura, l’allora direttore dott. Franco Basaglia intraprese una serie di provvedimenti per rendere più umana la vita del “malato mentale” all’interno dell’ospedale. Alla fine si è arrivati ad una vera e propria rivoluzione culturale e medica basata su nuove pratiche psichiatriche e sulla chiusura degli ospedali. Ciò rese possibile l’emanazione della legge 180\78, meglio conosciuta come “legge Basaglia”, riassunto di umanità e sensibilità di una società che non categorizzava più gli individui in normali e anormali. Successivamente l’area fu abbandonata al più totale degrado per molti decenni. Oggigiorno, già sede di molti uffici e sedi universitarie, la zona dell’ex O.P.P. apre il suo palcoscenico ad una manifestazione che tenta di rispondere all’esigenza sempre più sentita da parte di noi giovani di individuare degli spazi di aggregazione dove esprimerci attraverso spettacoli e iniziative di carattere culturale ed artistico Questa innovativa e sperimentale iniziativa mira a sensibilizzare i giovani, tramite delle esperienze artistiche di vario genere, ad esempio rappresentazioni teatrali, concerti, recital di poesia e di prosa, sul valore dell’impegno civile, sociale e culturale e sulla capacità d’aggregazione giovanile ispirata all’idea di fondo della manifestazione: “Città senza confini”. La Provincia di Trieste per la realizzazione del festival oltre a mettervi a disposizione le attrezzature tecniche in dotazione al teatro (impianti audio e luci, pianoforte ed impianto di videoproiezione, e, se necessari, i servizi di base come il responsabile di sala, il tecnico audio/luci, la squadra di emergenza e delle pulizie), si occuperà anche della regolarizzazione delle pratiche SIAE, ENPALS e degli aspetti assicurativi. Sono invece a carico dei partecipanti gli allestimenti, trasporti, montaggi e quant’altro necessario alla realizzazione dell’iniziativa. I partecipanti o gli aspiranti tali possono essere tutti coloro che hanno un’età compresa tra 18 e 29 anni, individualmente o costituiti in gruppo informale, iscritti agli atenei o alle scuole secondarie della provincia di Trieste o, nel caso non fossero studenti, devono essere residenti nella provincia di Trieste. Nel caso di gruppi, fermo restando il compimento della maggiore età di tutti i componenti, gli altri requisiti sopra indicati devono essere posseduti da almeno 2/3 dei componenti. Se volete prender parte attiva nel teatrino tenete gli occhi aperti perché a breve sarà pubblicato il bando con dettagliate istruzioni per la presentazione della proposta d’iniziativa.


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consigli

COME BELLE NOVELLE SMETTERE DI FARSI DALLE LE SEGHE CASE MENTALI DELLO E GODERSI STUDENTE LA VITA Piccoli traguardi per le case dello studente e3 ed e4 ma grandi soddisfazioni per gli studenti residenti e per tutti coloro che quotidianamente fanno delle residenze Erdisu la base per le loro giornate di studio. Sono in fase di attuazione alcuni progetti promossi dalla nuova amministrazione e volti a rendere il campus universitario e, in primis, le case dello studente, un luogo decisamente più frizzante e stimolante: un punto di convoglio per relazioni, eventi e nuove opportunità. Innanzitutto è considerata ormai vitale la possibilità di accedere ovunque e in qualunque momento al mondo virtuale: una rete wi-fi sarà installata presso entrambe le residenze (approssimativamente entro la fine dell’estate) attraverso il potenziamento della connessione già in uso nel resto del complesso universitario per cui le modalità di accesso saranno analoghe. Molto entusiasmo ha suscitato poi la proposta, dello sportivissimo direttore Milan, di posizionare due canestri presso il parcheggio Erdisu (quello sottostante la mensa). Questi, però, saranno utilizzabili solo durante il fine

settimana per non distogliere quello spazio dall’uso originario cui è destinato. A presto, allora, il via libera a tornei e sfide all’ultimo canestro! Da non dimenticare, inoltre, la recente conquista dei neo eletti rappresentanti delle cds: si tratta di una rivalutazione e ottimizzazione tutta nuova della sala convegni situata in e3, purtroppo sempre inutilizzata. Da qualche mese si è dato il via ad una serie d’iniziative culturali pensate come un primo passo verso un progetto più articolato di eventi che possano coinvolgere tutta la compagine studentesca. Un consiglio, quindi: tenetevi aggiornati su tutte le news che trovate affisse sulle bacheche delle residenze. Potreste trovare qualcosa che fa al caso vostro! E questo è solo un piccolo assaggio rispetto a tutto quello che potrete trovare nei prossimi mesi: l’ anno accademico che viene sarà immancabile! Alessandra De Zottis

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Dicesi “sega mentale” il pensare a cose che non hanno attinenza con la realtà. La realtà è il nostro corpo. La realtà è l’ambiente fisico che ci circonda. La nevrosi ci sommerge di ansie e paure che ci impediscono di gioire della vita e dei rapporti con gli altri. Eliminando il pensiero nevrotico (le seghe mentali), e ritornando a quella realtà da cui esso ci allontana, noi impariamo a godere della vita e delle cose che ci stanno intorno e che, ormai, non vediamo quasi più. Il primo passo per piantarla con la paranoia nevrotica è ridere. Il pensiero è un surrogato dell’azione (vedi il sogno). Il pensiero è molto spesso una manifestazione nevrotica. Il mondo della realtà è reale. Il mondo della mente non è reale. Per smettere di farsi le seghe mentali occorre rivolgere la propria attenzione, concentrarsi, osservare, ciò che si sta facendo, ciò che ci succede, il mondo che ci sta intorno. Dalla Vita di Siddharta il Buddha: Siete bambini intelligenti e sono certo che potrete comprendere e mettere in pratica quanto vi dirò. La Grande Via che ho scoperto è sottile e profonda , ma chiunque sia disposto ad impegnare il cuore e la mente sarà in grado di capirla e di seguirla. Bambini, dopo aver sbucciato un mandarino, potete mangiarlo con consapevolezza o distrattamente. Cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza? Mangiando un mandarino, sapete che lo state mangiando. Ne gustate pienamente la fragranza e la dolcezza. Sbucciando il mandarino, sapete che lo state sbucciando; staccandone uno spicchio e portandolo alla bocca, sapete che lo state staccando e portando alla bocca; gustando la fragranza e la dolcezza del mandarino, sapete che ne state gustando la fragranza e

la dolcezza. Bambini, cosa significa mangiare un mandarino senza consapevolezza? Mangiando un mandarino, non sapete che lo state mangiando. Non ne gustate la fragranza e la dolcezza. Sbucciando il mandarino, non sapete che lo state sbucciando; staccandone uno spicchio e portandolo alla bocca, non sapete che lo state staccando e portando alla bocca; gustando la fragranza e la dolcezza del mandarino, non sapete che ne state gustando la fragranza e la dolcezza. Così facendo, non potete apprezzare la natura splendida e preziosa del mandarino. Se non siete consapevoli di mangiarlo, il mandarino non è reale. Se il mandarino non è reale, neppure chi lo mangia è reale. Ecco cosa significa mangiare un mandarino senza consapevolezza. Se concentri la tua attenzione su un fatto o su un oggetto, essi per te diventano reali. Non solo, assumono un rilievo particolare, li vedi chiaramente in tutta la loro unicità e la loro bellezza: li assapori e li godi. Se rivolgerai la tua attenzione al mondo che ti circonda, se inizierai a vivere con consapevolezza e con presenza mentale ogni istante, ogni persona, scoprirai che nel mondo ci sono mille meraviglie che non avevi mai notato, assorto com’eri nelle tue seghe mentali. Comincia da questo preciso istante. Osserva il mondo che hai intorno, con calma. Osserva soltanto, nient’altro. Diventa un osservatore passivo. Ti accorgi che diventi partecipe della realtà? Che diventi gli stessi oggetti che stai osservando? Caterina Ratzenbeck


INDIE ROCK ALL’ITALIANA: musica

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A DIRE IL VERO UN’INTERVISTA NON È SOLO FATTA DI PAROLE ASCOLTATE E TRASCRITTE, ESSA È QUASI UN GIOCO DI RUOLO IN CUI ANCHE IL LUOGO IN CUI LA SI FA, CONTA. QUESTE “QUATTRO PAROLE” SCAMBIATE CON I CHARLESTONES, O MEGLIO, CON MATTIA IL VOCALIST DELLA BAND, SONO STATE DETTE STANDO SEDUTI SULLA SCALINATA PRINCIPALE DELLA CENTRALE. COME PER DIRE, IL POSTO CONTA. È IMPORTANTE PERCHÉ OGNUNO A SUO AGIO, TIRA FUORI IL MEGLIO DI SÉ, E STAVOLTA COME PORTAVOCE DI TUTTO IL GRUPPO IL MEGLIO L’HA DATO MATTIA PARLANDO CON FUORIONDA E RACCONTANDOCI LE QUATTRO DOPPIE VU DEI CHARLESTONES. SULLE NOTE DI “DON’T BELIEVE IN THE MAN WITH BRACES AND BELT” OSSIA, IL LORO PRIMO EP REGISTRATO, SCRIVO E RIPORTO LE PIACEVOLI PAROLE SCAMBIATE CON I CHARLESTONES

Cosa vorrebbero i Charlestones che l’università facesse? …guarda se iniziassero ad aprire le finestre della biblioteca centrale non sarebbe male, si inizia veramente a boccheggiare dal caldo…

Ok, domanda sull’UniTs andata, iniziamo dalle solite domande per rompere il ghiaccio, sentiamo: nomi, cognomi e professioni. Vediamo, in tutto siamo in quattro, tutti giovani, tutti molto occupati, e elencando i nomi, siamo: io, (Mattia Bonanni) voce e chitarra e pianoforte, Matteo Peresson altra chitarra, Edoardo Destalis basso e alla batteria Federico Pellizzari. Occupazioni, per quanto mi riguarda sono iscritto a fisica qui a Trieste e come gli altri la nostra principale occupazione e la musica, soprattutto da quando abbiamo creato i Charlestones un anno fa

Quindi i Charlestones sono appena nati, ancora in rodaggio…? Beh… la “gavetta” nel nostro piccolo l’abbiamo fatta. È vero, i Charlestones sono freschi, ma prima di definirci tali abbiamo già suonato assieme per oltre un anno e questo ci ha dato la possibilità di trovare quel indispensabile feeling musicale “Indispensabile” per cosa precisamente? Indispensabile per due cose essenzialmente: la prima è l’armonia personale e musicale del gruppo che non è un fattore scontato e facilmente raggiungibile. La seconda è trovare il nostro stile, cioè, cercare di fare della musica nostra che ci rappresenti e contraddistingui Ma non è difficile fare della musica “vostra”, o meglio, esiste ancora la possibilità di creare la musica oppure è già stato composto tutto quello che si poteva comporre? Chiaramente anche non ci ispiriamo a degli stili musicali già esistenti nel panorama musicale internazionale, specialmente quello britannico, per lo meno però, facciamo il possibile e tentiamo di personalizzare la musica, di farla “nostra” E questo vostro stile allora in cosa consta? Che musica fate, a chi vi inspirate? Cominciando dall’ultima domanda, posso dire che ci ispiriamo all’indie rock britannico, ma è chiaro come, partendo dai intramontabili Beatles, Neil Young, agli anni ’90 degli Oasis, Blur e dei Cast e agli attuali Razorlight, Kooks, Liberty e Paolo Nutini, la nostra musica s’avvicini a quelle sonorità. Quello che ci caratterizza è il marcato timbro acustico delle nostre canzoni

Quale è il vostro punto forte, perché una persona dovrebbe comperare il vostro disco o venirvi ad ascoltare? Come tutte le band che sono in circolazione anche noi cerchiamo di dare il nostro meglio, facciamo prove, lavoriamo il più possibile, e quando siamo sul palco diamo tutti noi stessi; fin qua non siamo dissimili da altri gruppi musicali. Forse, quello che ci contraddistingue è che siamo nati e viviamo nella provincia, intesa come “non città” E allora, spiega meglio… È una semplice constatazione: quando non cresci in città - bensì come me in un paese della Carnia di 400 persone - devi sapere come cambiare, come inventare e reinventarti, in caso contrario è difficile far passare la gioventù. La città al contrario è un luogo in cui puoi trovare tutto e il contrario di tutto, e lì non c’è il bisogno di sforzarsi affinché le giornate trascorrano, tutto è standardizzato, i divertimenti, i luoghi d’incontro (sempre meno a Trieste…), la vita e di riflesso, anche la musica. Non per altro oggi, dalle grandi città italiane non nascono più gruppi nuovi che riescono a portarsi dietro novità musicali. Quelli che sfondano lo fanno partendo da città minori dove anche la musica si evolve, perché per non soffocare devi (re)inventare, scrivere, comporre! Lo si vede anche in Inghilterra: da Londra non esce più nulla. Ciò che esce proviene da città come Manchester, Liverpool e Sheffield, città enormi se rapportate alle nostre, ma tuttavia provinciali rispetto alla cosmopolita capitale britannica. Tuttavia, questa è soltanto una mia impressione, non è un inno al provincialismo… Quindi il problema della musica dove sta in Italia? Quello principale è che qui manca la cultura musicale di tutto ciò che non è musica italiana. In Italia non arriva nemmeno la musica che gira in tutte le stazioni radio del mondo, è come se ci fossero delle barriere. È difficile dire se sono culturali o meno, sta di fatto che bisogna ringraziare internet e la possibilità che ci dà d’accedere a tutta la musica che si vuole Ritornando a voi, come mai Charlestones? Diciamo che devo arrogarmi il piacere di esser riuscito a convincere gli altri tre a promuovere questo nome… Semplice, ero in autobus

in Via Carducci e lì c’è un negozio con questo nome: mi piaceva come era scritto; il suono della parola pronunciandola. L’unica cosa difficile è stata convincere la combriccola. Adottai il metodo di proporne un altro veramente terribile e così, per ragionevolezza, scelsero il meno peggio: “Charlestones”!

Chi scrive i brani? Generalmente io: chitarra in mano, butto giù accordi, vocalizzazione, testo e musica… Mi viene così, cerco di filtrare tutto ciò che ascolto per non influenzare troppo ciò che scrivo e quel vien fuori, è la nostra musica. Poi per il resto è tutta la band che ci lavora, siamo un’ottima squadra Programmi per il futuro? Quando vi possiamo vedere in giro? Suonare, suonare e suonare questo è il programma. Poi è in ballo d’incidere il nostro primo vero disco che completerà l’EP con cinque tracce che abbiamo già inciso. In giro…? Per ora abbiamo delle date fuori Trieste, ma per qualsiasi proposta nostrana siamo ben disposti. Una bellissima esperienza è stata esibirsi al Tetris qualche tempo fa… Penultima domanda, voi siete in quattro, questo numero è chiuso? Accettereste qualcun’altro nel gruppo? Per ora siamo un bel gruppo è per la Per ora siamo un bel gruppo e per la musica che facciamo non abbiamo bisogno di altri strumenti, tuttavia quello che ci servirebbe è un pianista per i concerti… Questa è l’ultima! Tu suoni pianoforte e chitarra, un binomio che s’incontra spesso. Hai una preferenza…? [Mattia aspetta e ci pensa prima di rispondere, tra me e me mi stavo aspettando la risposta del secolo.] Preferenza? Con la chitarra si rimorchia e con il piano si fa innamorare… due cose diverse ma complementari Sono le sette e mezza ormai, il sole cala, c’è più gente che scende le scale di quelli che le salgono; l’intervista ai Charlestones finisce qui con un arrivederci al prossimo concerto e con la richiesta di chiamare Fuorionda ogni qualvolta suoneranno a Trieste. Daniele Fasolo


STUFI DELLO STUDIO? AVETE SOSTITUITO L’ABBRONZATURA PRIMAVERILE CON L’INVIDIABILE COLOR STUDENTE? ALLORA METTETE IL PUNTO FINALE ALLA FINE DEGLI ESAMI INSIEME A NOI. SE NON VI SON BASTATE LE FESTE SVOLTE NEI MESI SCORSI, ECCO CHE VI PROPONIAMO UN PARTY NUOVO ED ACCATTIVANTE. LA SERA DEL 10 LUGLIO PRESSO IL PARCHEGGIO ERDISU (SOTTO LA MENSA) IL C.A.U (COMITATO DELLE ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE) VI ORGANIZZA LA FESTA CHE CONCLUDE LE FATICHE DI QUEST’ANNO. Sicuramente avrete notato che l’Erdisu e l’Università hanno bandito un concorso per i graffiti che daranno colore ed allegria a quel tunnel buio ed anonimo che collega le due case dello studente. La gara si svolgerà sotto il nome di “Città Universitaria senza confini” che sarà il tema centrale dei graffiti presentati al concorso. Se volete vedere i mastri graffitari al lavoro recatevi nel tunnel il 9 e 10 luglio dalle 9 alle 18. Se invece volete fare la festa, la location

è sempre la stessa però cominciamo verso le 21:30 del giorno 10 sempre di luglio. La premiazione dei vincitori della gara menzionata si terrà all’inizio della festa. Successivamente seguirà un programma artistico-culturale-musicale che dubitiamo vi lascerà indifferenti. Il music line up prevede l’esibizione dei gruppi: Sonemo (hip hop), Limes (indie rock’n’roll), Trust no 1° (punk rock), e dei dj set di Alain The Lone (selecter), Miguel Selekta (hip hop/ dancehall) e Christian Patti (electro). All’interno del party sarà allestito un Global Village: se vi siete mai chiesti cosa mangiano in Manciuria oppure che balli si ballano nei Balcani, il Global Village è il posto giusto tanto per scoprire le risposte alle vostre domande, quanto per soddisfare la curiosità del vostro palato e i sapori provenienti dai quattro angoli del mondo. Come al solito le bibite saranno a prezzi accessibili per le tasche universitarie. L’appuntamento da non dimenticare -che segnala l’inizio effettivo dell’estateè allora per venerdì 10 luglio dalle ore 21,30 nel parcheggio Erdisu sotto la mensa centrale.

10LUGLIO UNIVERSITY FINAL PARTY

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LA NOVITÀ, I CHARLESTONES

eventi musicali


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lettura

Il Rettore consiglia Questo mese abbiamo chiesto al Rettore di suggerire una lettura agli studenti, il libro è ALLEGRO MA NON TROPPO di Carlo Cipolla, ed. Il Mulino, 15 euro

cucinat

Il ricettario dell’ing. Pozzo

POLLO AL LIMONE

Questa ricetta è sorprendente, è davvero molto semplice, ma il risultato è squisito, infatti, la mia ragazza continua a chiedermi di cucinargliela, quasi ogni volta che mi accingo a cucinare, e mi dice che le volte che non me lo chiede, è perché ha paura che io mi stufi e poi non la faccia più. Non credo che succederà!

leggermente il pollo con la farina e mettilo in una padella a fuoco medio con un filo d’olio Aggiungi subito il succo di metà limone. A metà cottura versa un mezzo bicchiere d’acqua in padella ed aggiungi 1 o 2 cucchiai di farina Con un cucchiaio in legno fai incorporare la farina con l’acqua e i “sughi” di cottura Se l’acqua evapora tutta prima che il pollo sia pronto aggiungine ancora in modo che a fine cottura vi sia formata una cremina deliziosa Un attimo prima di togliere il pollo dalla padella versata il succo dell’altra metà di limone Servi il pollo con il riso in bianco

K

Ingedienti per due persone 2 petti di pollo 1 limone 1 tazza di riso olio d’oliva farina sale e pepe

Procedimento Per prima cosa fai bollire il riso. (1 tazza di riso, 2 tazze d’acqua e un po’ di sale) Mentre il riso bolle, copri

segnaliamo

succede in città

scadenze 10 luglio concorso fotografico “Un’altra Trieste” www.retecivica.comune. trieste.it

21 giugno – 26 settembre Il Castello degli Spettacoli – Teatri a teatro 2009 Una serie di spettacoli di prosa e di musica che trasformeranno i castelli di Miramare, Duino e Muggia in teatri unici. www.provincia.trieste.it

31 luglio Global Junior Challenge 2009 Projects to share the future concorso internazionale che premia l’uso innovativo delle moderne tecnologie per la formazione, l’educazione, la solidarietà e la cooperazione internazionale. www.gjc.it annuncio Marco, addomesticato, ed abbastanza pulito cerca coinquilino con stesse caratteristiche per stanza singola in via dello Scoglio, sotto l’Università. 200 € spese condominiali incl. 3479/20 86 96

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dal 4 luglio al 4 ottobre Leonor Fini. L’Italienne de Paris Museo Revoltella, Trieste 10 – 12 luglio L’Unione europea e le opportunità per i giovani Percorso formativo per giovani e operatori giovanili Polo di Aggregazione Giovanile “Toti” Via del Castello 1 www.exist-youth.eu

Se vuoi vedere il video della ricetta oppure lasciarmi un commento vai qui: http://bit.ly/1927KG http://www.mauriziopz.eu/ricette/

in bocca al lupo al neo-elettoconsigli direttivo

AD UN CERTO PUNTO BISOGNA IMPARARE A PASSARE LA PALLA (NON TUTTI NE SONO CAPACI!). SE POI LA SI PASSA ANCHE AL COMPAGNO DI SQUADRA GIUSTO, IL PASSAGGIO PUÒ DIVENIRE UN ASSIST PER IL GOAL FINALE, CHE PERMETTE DI VINCERE LA PARTITA. SAPER SCEGLIERE IL MOMENTO PIÙ ADATTO IN CUI FARLO. AVENDO SCOPERTO DEGLI OTTIMI COMPAGNI DI SQUADRA, MOTIVATI E PREPARATI, NON MI È STATO DIFFICILE. RINNOVARSI È UNA TRA LE COSE PIÙ AMBIZIOSE E DIFFICILI IN OGNI TEAM, OGNI AZIENDA, OGNI COMUNITÀ. SI PUÒ AFFERMARE CHE NEL CASO IN QUESTIONE, LA FORTUNA È PASSATA NELLA GIUSTA DIREZIONE. SENZ’ALTRO DIVERRÀ UN GOAL. FUORIONDA VA IN FERIE PER UN PO’ E LO SCRIVENTE SI RITIRA. PASSA LA PALLA E NE È DAVVERO ENTUSIASTA. UN SINCERO IN BOCCA AL LUPO A TUTTA LA SQUADRA. E COME DIREBBE LA CURVA: FORZA MULI! IL DIRETTORE USCENTE A.G. IL VICE-DIRETTORE USCENTE DANIELE FASOLO

redazione 14 luglio – 15 agosto Trieste loves Jazz Si apre con il concerto dello leggendario Carlos Santana e vedrà tanti nomi brillanti del Jazz internazionale ed italiano nelle suggestive piazze Unità ed Hortis. Ingresso libero (tranne il concerto Santana a 47 € ca.) 23-26 luglio SummerLab2009 Beach Festival Staranzano, (GO) www.myspace.com/summerlab

Le foto apparse nel mese di maggio della festa erano riferite al party organizzato dalla lista di sinistra. Ci scusiamo per non averlo segnalato. Fuorionda sta cercando studenti di lingua e letteratura per posto di correttore di bozze

Complimenti alla nostra grafica Lucia Pasqualin che continua a riscuotere successi in giro per l’Europa, l’ultimo all’International Graphic Design Exhibition, 30 Posters on Migration in Athens

Buona fortuna e buon viaggio al nostro vicedirettore uscente Daniele Fasolo per i suoi soggiorni di studio in Irlanda e Siria. Altrettanto auguriamo al direttore entrante Alberto Montesano Casillas per il suo stage a Londra. Aspettiamo ansiosamente i vostri servizi in veste di inviati speciali FUORIONDA!!!

direttore Alessio Glavina Alberto Montesano Casillas vicedirettore Daniele Fasolo Marco Coccolo finance Mjriam Tomas collaboratori Giulio Borbon Stefano Carta Alessandra De Zottis Laura Luis Lo Presti Alì Mansour Giulia Massolino Daniele Melchiore Erik Perti Maurizio Pozzobon Caterina Ratzenbeck Laura Rizzo Stephan Thoedesen Luca Troian Simon Mark Zovic grafica lucia pasqualin + lo stagista delle five foto Andrea Pira Luca De Marchi stampato da Tipografia Adriatica

con il contributo di


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