Franco Dell’Amore
Pistoni e Ballerini
Il ruolo delle bande nella storia della musica da ballo romagnola
Erano sotto ad un capanno sulle colline longianesi, recuperati fortunosamente e salvati dal macero dai fratelli Balestra alcuni anni or sono. Erano 5.000 parti musicali manoscritte. Erano di carta vecchia, debole e umida. Se si trascurano i ragni tolti, alcuni bordi rosicchiati dai topi, le macchie di gocce cadute dal tetto, la polvere ben aderente ai fogli, si può dichiarare che la “spigolatura” ha ripristinato un buono stato di conservazione. I ragni sono stati tolti, i topi erano già scappati da tempo, la polvere è stata cacciata con un buon compressore ad aria e le macchie son rimaste. Lo so, non corrisponde al vocabolario della sovrintendenza ai beni librari, ma il rapporto sullo stato di salute delle partiture musicali può essere considerato altrettanto esauriente. Le migliaia di parti musicali appartenevano alla Banda Municipale di Longiano e di questa tracciano la storia dal 1840 al 1947. Sono state schedate e conservate per studio presso gli archivi di Casa Dell’Amore (Cesena), consultabili sul sito www.dellamore.it. Questo primo contributo sarà dedicato alle sole composizioni del clarinettista Giovanni Magnani scritte approssimativamente tra il 1881 e il 1911. Un autore tanto sconosciuto – anche a chi scrive – quanto importante per la storia musicale delle Romagne. Ho sempre erroneamente sostenuto che alle origini della musica da ballo romagnola vi fosse una formazione strumentale fondata sugli archi. L’orchestrina di Carlo Brighi detto Zaclèn (1853-1915) – per esempio – era costituita da tre violini, un clarinetto in Do e un contrabbasso. Da quel momen87